pagine 48-55 - Parrocchia di Narnali

SOLO
Solo, al buio in strade deserte,
circondato da muri coperti d'erbacce,
solo, nel vento impetuoso,
nella pioggia che bagna il viso
fondendosi in lacrime amare.
Un volto caro scorgo lontano,
coperto a tratti da nubi nere,
in un cielo senza stelle.
L'invoco, lo supplico, scompare.
Il vento pietoso fra gli alberi spogli,
sussurra il suo nome,
Lo porta a me, sulle mie labbra,
è un sommesso lamento di morte.
Solo, in questa notte d'orrore,
mi rivedo accanto nel buio
i fantasmi del passato.
Passato non vissuto, mai esistito.
Solo, lontano andrei
da questo avverso cielo
dove i lamenti e i singhiozzi
riempiono il vuoto mondo.
Ma che mai vai fuggire?
Si può forse sperare
di ingannare il destino o la morte?
Si vive solo per morire
e si muore per vivere.
Solo, nella notte profonda
me ne andrò cercando te.
Il tuo nome sussurro, Io grido,
il silenzio risponde:
« Non c'è! »
Solo, col terrore sul volto,
col dolore nel cuore,
ti chiamo, parole fatte di silenzio.
Tu non mi odi.
non puoi udire la morte.
Solo!
Forse non più,
la mia meta è vicina.
Un giardino di candidi gigli
con fontane di rugiada.
Del tuo volto è caro il ricordo
e in eterno solo sarà.
VERSO LA POESIA PROMESSA
Cento facce dì giorni
nascosti dai tuoi occhi,
Tuna dopo l'altra usate
e poi sempre diverse dall'ultima istantanea.
« La vita »
la vita, terribile e uguale
con il suo parlare ininterrotto
cento facce, cento giorni,
ieri, oggi, domani,
uno dopo l'altro trascorsi
senza ricerca di fuga,
ma con la ricerca d'amicizia.
In fondo al nulla non si ama la carne,
parla di desiderio, — Il lampo rivelatore —
che da solo muove le radici del sangue.
Ieri hai amato, con amore amaro.
Il tempo ti dice, che puoi dimenticare tutto
uno per uno di quei cento giorni.
Così potrai scegliere,
ridere o parlare,
o leggere le frasi di un libro che ti piace.
E tu ora che sei cento volte più grande,
riderai, perché ridere è un segreto,
e alla tua figura che ormai temi inquieta,
bacerai la terra che sta fra i tuoi piedi.
Cammini con i piedi di piombo,
gli anni che passano
si tirano appresso i veli della tua esistenza.
Poi, sempre, dal tuo cuore nascosto,
la verità è nei tuoi occhi
diversi da ieri.
A tutti resti sconosciuta, poi ostile,
la verità cammina con te.
Parlando, raccolgo le parole che esaltano
la tua verità e la tua bontà,
il tuo amore che non è desiderio
Così, io ti guardo e mi confesso.
Ora oggi domani,
domani è la speranza
come la traccia sulla rena
lasciata da una mano morbida.
Quel tuo viso, che mai completamente
sa negare, torna sempre con forze nuove
come l'acqua che batte le rive dei fiumi.
Vorresti tornare libera d'amare.
Ma non si ama la carne: e desiderio,
e io Io so,
che desiderio è il tuo corpo,
le tue braccia, la tua bocca.
Portati via, non parlare,
il tuo pensiero ti raggiunge,
ma non seccherà l'amore che cerchi;
esso, appena buio, al cielo
renderà le sue stelle,
l'aria non avrà il tuo corpo,
solo il buio rimarrà con il vento,
il solo spettatore.
Le stelle saranno comete per i tuoi occhi,
la luce sarà più chiara nel tuo cuore.
Così, il tuo amore varcherà l'aria,
non sarà forza di braccio che strappa,
nè un volto sorridente, che ha il volto di
ladro,
come un tempo.
Forse saprai conoscere ciò che ancora non
hai conosciuto,
e capirai ciò che ti ha fatto grande
e cosa ha sconvolto il tuo sangue.
« Chissà se gli occhi tuoi piangeranno mai,
o se vedranno il traguardo di un tempo,
di una cosa leggera che si dona »;
Qui termina la mia poesia promessa, ma
volendo
continua la vita.
BARATRI OSCURI
In me sì aprono
baratri oscuri
dove brandelli di sentire
danno tono al mio essere.
AI ritmo di solide gocce,
dal letargo della clessidra
la terra ha distillato me stesso.
Spezzato da bianche lacrime
svolgo strozzato il canto
al desiderio di libertà
dove i pensieri dell'odio
non vivranno nella mia mente.
IN UNA NOTTE QUALUNQUE
CANZONE D'AMORE
Sogno la vita che mi è sfuggita
quando credevo di averla presa per mano.
Nel silenzio lugubre della notte,
mi vedo accanto alla donna
che ho amato, assaporato
quelle labbra di fragola,
mentre a lei mi stringevo.
Il rombo di una macchina che passa
mi riporta al volante
di quella nefasta notte.
Ora, vorrei fuggire a questi sogni,
che mi portano addietro, nel passato,
che mi angustiano con il loro terrore.
Vorrei fuggire, andare lontano,
in un paese deserto,
dove niente e nessuno
mi ricordi quanto ho vissuto.
Nel buio un volto
che mi sorride, mi chiama,
non odo parole nè suoni,
sono troppo distante,
allungo una mano
come per poterla attirare a me.
Ma l'immagine si allontana,
continua a sorridermi.
Non so chi sia,
forse un angelo
che ha lo stesso volto di mia madre.
L'immagine si disfa,
nella densa nebbia io rimango solo.
Solo, ma ancora per poco,
poi sarà l'alba e la città si risveglierà.
tornerà a vivere ciò che i miei occhi
hanno vissuto ieri.
Finiranno i miei incubi,
ed io mi sentirò stanco,
molto stanco,
come un condannato a morte
che lentamente sale al patibolo,
per prolungare le sue ultime ore
di una speranza di grazia.
Nell'oscuro silenzio della notte
che arriva,
un cuore sogna l'amore.
Tacciono gli schiamazzi dei bambini nel
cortile,
si accendono le insegne multicolori,
un cuore sogna le carezze
di una mano che l'abbraccia.
Quante canzoni d'amore
canta quel cuore.
Forse non lo saprà mai
e non potrà mai sentire
altre musiche d'amore nel suo cuore.
Nel ritmo di una città che vive
il rapido battere di un cuore in attesa
canta e mormora canzoni che ama
e ascolta l'amore.
Ed esso lo fa andare avanti,
attraverso il silenzio della notte,
incontro ad una musica d'amore
che solo il cuore innamorato ode.
TUTTO È FINITO
Tutto sembra strano,
tutto è finito,
l'ultima neve si è disciolta,
la stella che indicava la via
l'hai smarrita.
La strada che attraversa il bosco
l'hai smarrita.
La gioia,
i dolci sospiri
sono svaniti.
I tuoi occhi non vedranno
più luna, sole, stelle.
La tua bocca non canterà più
serenate per la tua bella.
II tuo cuore stanco e affaticato
invoca la pace.
CERCO L'AMORE.
DELIRIO PER UN AMICO MORTO
Dai confini di pensieri inespressi,
dalle stelle vagabonde
cerco l'amore che si è
perso nel regno delle ombre.
Tra le mura del suo vecchio cuore
un uomo custodisce cristalli d'amore
ricoperti di muffa.
Dal profondo dell'universo
stelle cadenti percorrono
il cammino di milioni di antenati.
Dalle mura dei ricordi
ricoperti di edera
nasce la verità della vecchiaia.
Passeranno oceani di tempo,
fiumi di giorni,
inverni ed estati,
minuti scanditi
in un ritmico tan-tan
nella stanza chiusa del mio cervello,
prima che io possa dimenticare,
quel giorno, che tu quasi bambino,
venivi trafitto da una spada
di neve senza guaina.
Eri ragione di sopravvivenza
in questo mondo dove la gente muore
per il gusto di vivere.
Sei morto,
non c'è più luce nei tuoi occhi,
e non so, se trovasti il tempo di pensare,
nemmeno se provasti qualche sensazione
di paura o di dolore; è certo,
che rimanesti inerte
come un cuscino di piume.
Per te non c'era più un domani,
il tuo sole era tramontato per sempre.
Disteso sulla neve
i tuoi capelli
subivano il riflesso del sole,
mentre un'onda possente,
travolgeva il tuo cuore
portandoti nell'Eternità
dove il ricordo è parola ignota.
Signore veglia su di lui
nella pace eterna dei silenzi.