INTERPRETAZIONE DELLE ANALISI CLINICHE E REGIMI ALIMENTARI • • • • • Che cosa e’ un test di laboratorio Perche’ si chiede A cosa serve Limiti del test Uso del test • • • • • • Conferma sospetto diagnostico Eziologia Complicanze Prognosi Controllo terapia screening VARIAZIONE DEI TEST • • • • • • • • • ETA’ DIETA POSTURA RITMI CIRCADIANI ESERCIZIO FISICO CICLO MESTRUALE GRAVIDANZA FARMACI FUMO • • • • • • • • INTERVALLI DI RIFERIMENTO VALUTAZIONE APPROPRIATEZZA COSTI INVASIVITA’ PREDDITIVITA’ EFFICACIA RIPETIBILITA’ TEST DI LABORATORIO • • • • APPROPRIATEZZA SENSIBILITA SPECIFICITA VALORE PREDITTIVO POSITIVO/ NEGATIVO • INVASIVITA’ • COSTI GASTROENTERITE PSEUDOALLERGIE ASMA ORTICARIA RINITE EXTRAIMMUNOLOGICA CONGIUNTIVITE IMMUNOISTOFLOGOSI ACUTA CRONICA • • • • • • • • • produzione di ossigeno nascente attivazione della cascata del complemento attivazione dell'interferone attivazione delle cellule natural killer produzione di citochine e di chemochine produzione di molecole di adesione produzione delle proteine della fase acuta produzione di peptidi di vario tipo. CELLULE INFIAMMATORIE E N D O T E L I O P I A S T R I N E Glicoproteine con sialil Lewis X (PSGL-1) L-selectina E-selectina Rotolamento Attivazione endoteliale Molecole implicate nell’interazione endotelio-leucociti Ligando P-selectina della L-selectina L-selectina Integrine (LFA-1 o Mac-1) (non attivate) Glicoproteine con sialil Lewis X (PSGL-1) E-selectina Citochine Ligando e altri segnali della attivanti L-selectina PECAM-1 (CD31) Ligando E-selectina P-selectina della ICAM-1 L-selectina Diapedesi Adesione Integrine attivate P-selectina PECAM-1 (CD31) Chemiotassi indotta da sostanze chemiotattiche ENDOTELIO IL1 E SUO RECETTORE TNF α IL6 PAF VCAM NO (EDRF) PROSTACICLINE PGI2 ADPasi RECETTORI FC, C3 ……….. FATTORI DI CRESCITA Mediatori chimici dell’infiammazione Mediatori Cellule Mediatori preformati presenti in granuli di secrezione Mediatori sintetizzati de novo Fonte Istamina Serotonina Enzimi lisosomiali Mastociti, basofili, piastrine Pastrine Neutrofili, macrofagi Prostaglandine Leucotrieni Fattori attivanti le piastrine Specie reattive dell’ossigeno Ossido di azoto Citochine Tutti i leucociti, piastrine, CE Tutti i leucociti Tutti i leucocitu, CE Tutti i Leucociti Macrofagi Linfociti, macrofagi, CE Attivazione del Sistema delle chinine (bradichinina) Fattore XII Sistema della coagulazione/fibrinolisi (fattore di Hageman) Plasma Attivazione del complemento Fegato (fonte principale) C3a anafilotossine C5a C3b C5b-9 (complesso di attacco alla membrana) Mast Cells – Basophils T Cells Modulation of Cytokine Release Monocytes IL-10 Release Inhibition of IL-12 Release Dendritic Cells CD86 Expression IL-6 and TNF- Release Inhibition of IL-12 Release Smooth Muscle Cells H1 H1 H2 Bronchoconstriction Vasodilation Eosinophils H1 H2 H1 H2 H3 H4 H1 H4 Histamine Chemotaxis Degranulation Basophils H2 H1 H2 H3 H4 Macrophages Exocytosis IL-6 and TNF- Release Inhibition of IL-12 Release Inhibition of Histamine Release Mast Cells H1 H2 H4 Chemotaxis I mastociti sono mediatori delle reazioni allergiche e infiammatorie IL-1, IL-2, IL-3, IL-4, IL-5, IL-6, IL-8, IL-10, IL-13, TNFa, MIPs, IFNg, GM-CSF, TGFb, bFGF, VPF/VEGF, PGD2, LTB4, LTC4, PAF, Serotonina, Eparina, CondroitinaSolfato, Chimasi, Triptasi, Catepsina G Attivazione Trasudazione Vasodilatazione Reclutamento Per gentile concessione del Prof. M. Maurer. MAST-CELLS: MEDIATORI CHEMIOTATTICI MAST-CELLULE: MEDIATORI VASOATTIVI MEDIATORE ISTAMINA PAF PGD2 LTC4, D4, E4 ADENOSINA ALTRE AZIONI ALTERAZIONE MIGRAZIONE CELLULE PRODUZIONE PROSTAGLANDINE AUMENTO PRODUZIONE MUCO ATTIVAZIONE Ts ATTIVAZIONE PIASTRINE CH.TASSI E ATTIVAZIONE NEUTROFILI PREVIENE AGGREGAZ. PIASTRINE ALTERAZIONE MIGRAZIONE CELLULE AUMENTO PRODUZIONE MUCO PRODUZIONE PROSTAGLANDINE PREVIENE AGGREGAZ. PIASTRINE FACILITA RILASCIO MEDIATORI MAST-CELLULA: CITOCHINE RODENTI IL-2 IL-3 IL-4 IL-5 IL-6 GM-CSF IFNTNFM.I.P. UOMO IL-3 IL-4 IL-5 IL-6 IL-8 IL-10 IL-13 GM-CSF T Lymph. Chemotactic F PGD2 LTB4 PAF Lymph. Chemokinetic F Proliferaz. Eos, Bas Sintesi IgE+ Sintesi IgE+ Late-phase reactions Attr. C. Flogistiche Proliferaz. MC e B Sintesi IgE+ CELLULA TARGET NEUTROFILI EOSINOFILI EOSINOFILI MONONUCLEARI T-LINFOCITI EOSINOFILI NEUTROFILI NEUTROFILI EOSINOFILI NEUTROFILI T E B LINFOCITI MAST-CELLS: ALTRI MEDIATORI MEDIATORE ATTIVITA' -PROTEASI TIPO TRIPTASI EN CHIMASI ZI CARBOSSIPEPTIDASI MA -IDROLASI ACIDE ß-ESOSAMINIDASI TI ß-GLUCURONIDASI CI ARILSULFATASI -ALTRI MIELOPEROSSIDASI SUPEROSSIDODISMUTASI PROTEOGLICANI: -EPARINA Sintesi IgETNF- MEDIATORE NCF High-Molecular-Weight ECF-A ECF oligopeptide Anticoagulante, Angiogenesi -CONDROITIN SOLFATI CITOCHINE: TNF , IL3-6, GM-CSF DIMOSTRATE NEI MURINI A simplified model of allergic inflammation TGF- Continued Inflammation and Asthma Progression Broide et al. J Allergy Clin Immunol 121: 560-70, 2008 CITOCHINE PRO-INFIAMMTORIE ED ANTI-INFIAMMAT Proinfiammatorie TNF- IL-1 IL-2 IL-6 IL-7 IL-8 IL-12 (Th1) IL-15 IL-16 IL-17 IL-18 IFN- (Th1) TGF- Anti-infiammatorie IL-4 (Th2) IL-10 (Th2) IL-11 IL-13 Marcatori di flogosi • • • • • • • • Ves Pcr Mucoproteine Il1 Tnf Leucocitosi Alfa2globuline ldh PROCALCITONINA • La PCT è un proormone costituito da 116 aminoacidi, prodotto in condizioni fisiologiche dalle cellule C della tiroide (di origine neuroectodermica), che poi lo trasformano in calcitonina • LA SENSIBILITA DEL TEST antI TTG IGG 91.5% • antiTTG + IGA SENSIBILITA’ =98.5 MICI • • • • • MORBO DI CROHN COLITE ULCEROSA MORBO CELIACO COLITE ASPECIFICA ALTRE????? MORBO CELIACO • L’ASSUNZIONE DI CIBI CONTENENTI GLIADINA PROVOCA IN ALCUNI SOGGETTI GENETICAMENTE PREDISPOSTI LA FORMAZIONE DI AUTOANTICORPI VERSO LE TRANGLUTAMINASI (ENZIMI PRESENTI NEL VILLO INTESTINALE) Gli antigeni HLA di II classe È diffusa in soggetti geneticamente predisposti L’85 % dei celiaci ha l’HLA DQ2, il 10% il DQ8. MALATTIA CELIACA E’ UNA MALATTIA DEL SISTEMA IMMUNITARIO INTOLLERANZA ALIMENTARE MALATTIA CRONICA INTOLLERANZA PERMANENTE AL GLUTINE Prevalenza:1- 2 % Casi Diagnosticati:0.2% Quadri clinici atipici • Anemia sideropenica 3-15% celiaci • Diabete 4-7% celiaci • Osteoporosi/osteomalacia 5-7% celiaci • Colon irritabile 8-11% celiaci • Tiroidite 3-5 % celiaci • Ipertransaminasemia 7-10% celiaci Green. Gastroenterology 2005;128:suppl 1 Murray. Gastroenterology 2005;128:suppl 1 Volta et al Dig Liv Dis 2001;33:420-5 LABORATORIO • • • • • • • ANTIGLIADINA IGG / IGA ANTITRANSGLUTAMINASI IGG /IGA ANTIENDOMISIO IGA /IGG ANTI SACCAROMICETI IGG/ IGA ANTIACTINA ISTOLOGIA ZONULINA EMA Gli Anticorpi anti Endomisio sono autoanticorpi rivolti contro l’endomisio, ossia contro il rivestimento di fibre reticolari che circonda le cellule muscolari lisce. La produzione degli EMA è legata alla presenza di glutine nella dieta dei celiaci in fase conclamata. L’allontanamento del glutine dalla dieta negativizza gli EMA in circa 6-12 mesi. La ricerca degli EMA viene utilizzata sia nella diagnosi sia nel monitoraggio dei pazienti in dieta priva di glutine. Metodo per la ricerca degli EMA Gli EMA vengono ricercati con metodi IFA su sezioni del terzo inferiore di esofago di scimmia (fig. A), di cordone ombelicale umano (fig. B), di digiuno di scimmia (fig. B). Fig. A Fig. B Fig. C ANTICORPI ANTI-TRANSGLUTAMINASI Peptide di gliadina Idrolisi dell’antigene MHC TCR Anti glutine Th B Anti tTG Gliadina B Transglutam inasi Sensibilità e specificità dei principali test sierologici utilizzati nella diagnosi di celiachia. Dati riassuntivi della letteratura Sensibilità Specificità AGA IgG AGA IgA EMA Anti-tTG 69-85% 66-90% 85-98%* 93-98% 73-90% 83-95% 97-100% 94-95% * Per gli EMA vengono riportate sensibilità inferiori in caso di lesione istologica lieve Legenda: AGA= anticorpi anti-gliadina; EMA= anticorpi anti-endomisio; Anti-tTG= anticorpi anti-transglutaminasi Malattie associate alla celiachia ● Diabete mellito tipo I ● Tireopatie ● Deficit di IgA, psoriasi, alopecia, dermatite erpetiforme ● Sindrome Down, Sindrome di Sjogren ● Fibrosi cistica, IBD (malattia infiammatoria intestinale) ● Connettivopatie ● Morbo di Addison ● CBP (cirrosi biliare primitiva), colangite sclerosante, epatite autoimmune ● Sarcoidosi ● Nefropatia a depositi mesangiali IgA I test di laboratorio impiegati presentano specificità e sensibilità minori del 100% per cui non è possibile prescindere dalla prevalenza della malattia nella popolazione (ossia la percentuale affetta da quella specifica malattia) per formulare i valori di previsione. Valore predittivo di un risultato positivo è la percentuale di positivi che sono veri positivi. Valore predittivo di un risultato negativo è la percentuale di negativi che sono veri negativi. In ultima analisi ogni dato fornito dal laboratorio acquista un suo preciso significato se valutato nel contesto clinico di ciascun paziente. Sensibilità e specificità dei principali test sierologici utilizzati nella diagnosi di celiachia. Dati riassuntivi della letteratura Sensibilità Specificità AGA IgG AGA IgA EMA Anti-tTG 69-85% 66-90% 85-98%* 93-98% 73-90% 83-95% 97-100% 94-95% * Per gli EMA vengono riportate sensibilità inferiori in caso di lesione istologica lieve Legenda: AGA= anticorpi anti-gliadina; EMA= anticorpi anti-endomisio; Anti-tTG= anticorpi anti-transglutaminasi Malattie associate alla celiachia ● Diabete mellito tipo I ● Tireopatie ● Deficit di IgA, psoriasi, alopecia, dermatite erpetiforme ● Sindrome Down, Sindrome di Sjogren ● Fibrosi cistica, IBD (malattia infiammatoria intestinale) ● Connettivopatie ● Morbo di Addison ● CBP (cirrosi biliare primitiva), colangite sclerosante, epatite autoimmune ● Sarcoidosi ● Nefropatia a depositi mesangiali IgA I test di laboratorio impiegati presentano specificità e sensibilità minori del 100% per cui non è possibile prescindere dalla prevalenza della malattia nella popolazione (ossia la percentuale affetta da quella specifica malattia) per formulare i valori di previsione. Valore predittivo di un risultato positivo è la percentuale di positivi che sono veri positivi. Valore predittivo di un risultato negativo è la percentuale di negativi che sono veri negativi. In ultima analisi ogni dato fornito dal laboratorio acquista un suo preciso significato se valutato nel contesto clinico di ciascun paziente. • • • • • • • • • • • ANTI-Ompc porinac e. coli ALCA antilaminaribioside AMCA anti mannobioside ACCA antichibioside ANTIcagA HP Calprotectina fecale Lattoferrina fecale PMN elastasi YKL-40 8-OHdG radicale libero per DNA TNF-alfa Marcatori flogosi cronica intestinale • • • • • • • Ves Pcr Alfa1glicoproteina Lattoferrina Calprotectina P-anca Asca • ASCA di isotipo IgG e IgA sono presenti nel 60% dei casi con diagnosi di CD1. Il ASCA sono diretti contro phosphopeptidomannans presente nel lievito (S. cerevisiae) cellule walls6. ASCA potrebbero manifestare a causa di mimetismo molecolare e di adescamento da un alto mannosio contenenti batteri o antigene virale o un "antigenico auto (auto) molecola" 1,7. • Significato clinico: gli anticorpi anti Saccharomyces Cerevisiae (ASCA) di classe IgA e IgG sono marcatori sierologici delle malattie infiammatorie croniche intestinali in particolare sono un marker per il Morbo di Crohn. Gli ASCA (IgA e IgG) hanno una specificità del 95% per la diagnosi del Morbo di Chron. • La calprotectina fecale è una proteina presente in alcuni globuli bianchi (granulociti e monoliti), che viene prodotta in grossa quantità in caso di morbo di Crohn (malattia infiammatoria cronica dell'intestino), tumori dello stomaco e dell'esofago, enterocolite (infiammazione delle mucose intestinali, frequentissima nei bambini, ma comune anche negli adulti) di origine infettiva o tossica, esofagite CALPROTECTINA • Come indice di uno stato infiammatorio intestinale di tipo organico, in particolare per le MICI (Malattie Croniche Infiammatorie Intestinali). • Per il monitoraggio dello stato infiammatorio intestinale • Predittività delle recidive ANA Anticorpi anti nucleo Anti DNA ENA Anticorpi anti nucleo estraibili LKM Anticorpi anti microsomi epatici e renali AMA Anticorpi anti mitocondri ANCA ACA ASMA ASKMA APCA Anticorpi anti citoplasma dei neutrofili Anticorpi anti centromero Anticorpi anti Muscolo liscio Anticorpi anti muscolo striato Anticorpi anti cellule parietali gastriche ARA Anticorpi anti reticolina CCP Anticorpi anti citrullina PATOLOGIE EPATOBILIARI • • • • • • • • • • Gamma gt Fosfatasi alcalina Bilirubina t/f Sali biliari Lipasi amilasi anticorpi antimuscolo liscio Transaminasi Elettroforesi Ldh Ana ena MALATTIE AUTOIMMUNI Le malattie autoimmuni sono patologie caratterizzate dalla perdita di tolleranza verso il self. Esse derivano da un’alterazione del sistema immunitario che non riconosce piùalcune strutture autologheed inizia un’azione di auto aggressione che si esprime, sia con la produzione dia auto-anticorpi, sia con la generazione di linfociti T capaci di riconoscere antigeni autologhi. MALATTIE AUTOIMMUNI ORGANO-SPECIFICHE In tal caso , la risposta autoimmune ha come bersaglio tessuti eorgani ben determinati: -Sistema endocrino (Tiroidite di Hashimoto, Morbo di Graves, Morbo di Addison) -Sistema gastrointestinale (cirrosi biliare primitiva, Colite ulcerosa, Gastrite atrofica) -Sistema emopoietico (Anemia emolitica autoimmune) MALATTIE AUTOIMMUNI NON ORGANO SPECIFICHE O SISTEMICHE (MAIS) In tal caso la risposta autoimmune non èdiretta verso organi o antigeni specie-specifici, ma verso antigeni diffusamente distribuiti, come il DNA, le ribonucleoproteine, gli antigeni mitocondriali. Dal punto di vista clinico-diagnosticole malattie autoimmuni possono essere raggruppate in due grandi categorie: CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI La diagnosi delle malattie autoimmuni si basa, non solo sulla valutazione dei segni clinici, ma anche sulla esecuzione di specifici test di laboratorio. Anzi, per alcune di esse, la positività a tali test rappresenta un requisito essenziale per la diagnosi clinica. DIAGNOSI DI LABORATORIO DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI La diagnosi di laboratorio delle malattie autoimmuni si basa sulfatto che esse sono caratterizzate dalla presenza di autoanticorpi diretticontro antigeni ubiquitari presenti in tutti i tessuti dell’organismo (elementi del citoscheletro,antigeni mitocondriali, componenti nucleari,antigeni ribosomialiecc.). In particolare, ciascuna di esse èassociata ad un gruppo particolare di anticorpi. Questi ultimi, pertanto, ricercati nel siero possono essere utilizzati come marcatori ed aiutare il clinico nella diagnosi differenziale. METODI PROPOSTI A) Immunofluorescenza indiretta (IFI) B) Metodi immunoenzimatici C) Metodi RIA D) Emoagglutinazione E) Immunodiffusione F) Immunoblotting Tra questi, però, il metodo che viene raccomandato èl’IFI, per le sue caratteristiche di sensibilità, riproducibilitàe facilitàdi esecuzione CELLULE HEp2 Si tratta di linee cellulari epiteliali neoplastiche derivate dacarcinoma laringeo umano.Esse, rispetto agli altri substrati, presentano numerosi vantaggi:1)La loro disposizione in monostrato permette la corretta visualizzazione di strutture cellulari sia nucleari che citoplasmatiche.2) Hanno nuclei e nucleoli ben evidenti.3) Sono prive di matrice extracellulare che potrebbe dar luogo afenomeni diautofluorescenza.4) Trattandosi di cellule tumorali, hanno un elevato indice mitotico ed, essendo asincrone in coltura, permettono l’osservazione di auto antigeni presenti soloin alcune fasi del ciclo cellulare.5) Poichéderivano da cellule umane possono evidenziare la presenza di anticorpi speciespecifici . INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI REAZIONE NEGATIVA Colorazione specifica del campione uguale o inferiore a quella del controllo negativo REAZIONE POSITIVA Colorazione specifica del campione superiore rispetto a quella del controllo negativo I campioni risultati positivi allo screening devono essere sottoposti a successive diluizioni in base 2 (1:80; 1:160….) fino a che si presentano ancora positivi. Ciò dipende dal fatto che la diluizione iniziale 1:40 ha un grande sensibilità, ma una bassa specificità, per cui ANA a basso titolo si riscontrano anche in soggetti sani (donne al di sopra dei 40 anni, gravidanza, soggetti affetti da infezioni virali o che usano particolari farmaci). In generale: •TITOLI < 1:40 VANNO CONSIDERATI NEGATIVI. •TITOLI > 1:40 E < 1:160 VANNO CONSIDERATI BASSI POSITIVI (in assenza di elementi clinici il dato va monitorato nel tempo). •TITOLI > 1:160 VANNO CONSIDERATI POSITIVI. TESTS IMMUNOLOGICI Le metodiche per la ricerca degli anticorpi sono: - Enzyme-linked immunoassorbent assay (ELISA) PRINCIPIO DEL METODO ELISA AGA Gli anticorpi AGA, diretti contro un antigene esogeno (α-gliadina da glutine di grano), presentano sia IgG sia IgA. Andamento degli anticorpi antigliadina in relazione all’adesione, o meno, alla dieta aglutinata. AGA (anticorpi antigliadina). Comparazione della sensibilità e specificità tra le metodiche EMA_IFA, gp-tTG e h-tG ELISA Da Sblattero et al. (2000) Am. J. Gastroenterol May 95 (5):1253-1257 Comparazione delle sensibilità e specificità del test con transglutaminasi ELISA rispetto all’IFA Da Pantano A. (2001) Laboratorio Analisi Ospedale civile di Giaveno – A. S. L. 5 Collegno L’es. emocromocitometrico rivela una anemia: leucocitosi se di tipo microcitico suggerisce un ridotto assorbimento di Fe se di tipo macrocitico rivela un ridotto assorbimento dei folati e vitamina B12 trombocitosi ELETTROFORESI PROTEINE SIERICHE Elettroforegramma proteico da controllare Valori delle varie frazioni proteiche Correlation of serum allergy (IgE) tests performed by different assay systems Julie Wang, MD,a James H. Godbold, PhD,b and Hugh A. Sampson, MDa New York, NY (2008) J Allergy Clin Immunol 121; 1219-24 Clinical implications: Allergen-specific IgE levels obtained by different assays are not equivalent, which can potentially affect the treatment of patients with allergy. Confronto dei valori dscrepanti intorno ai punti di decisione per allergie alimentari • Avidità delle IgG RisultatoInterpretazione del risultato debole 0-20% Probabile infezione in atto o recente databile da non più di tre mesi: VALUTARE l'esecuzione di indagini di 3° livello presso un centro di riferimento e l'attuazione di idonea terapia.intermedia20-30%Probabile infezione recente: si consiglia di ripetere un controllo dopo 15 gg. per la valutazione della cinetica anticorpale a cui seguirà eventualmente una indagine di 3° livello e opportuna terapia forte>30%Infezione pregressa databile con una elevata affidabilità a più di 4 mesi. • • • • • • • • • • • • • • Infettivologia MolecolareCMV - Citomegalovirus - Analisi qualitativa Diagnosi molecolare delle infezioni da CMV mediante amplificazione genica (PCR) L’infezione da Citomegalovirus, che decorre per lo più in maniera asintomatica, può dare gravi manifestazioni in pazienti immunocompromessi ed in neonati con infezione congenita. E’ frequente, inoltre, l’infezione intrauterina. Il 55% delle donne in gravidanza sono siero-negative all’inizio della gestazione e circa l’1-2% contrae l’infezione primaria durante la gravidanza, con conseguente infezione dello 0,2-2% di tutti i nati vivi. Nell’infezione primaria il rischio della trasmissione materno-fetale è quindi del 30-40% e l’infezione é sempre pericolosa per il feto, soprattutto se si verifica nella prima metà della gravidanza. La diagnosi molecolare di Cytomegalovirus, mediante amplificazione genica (PCR) della regione IEA1 (Immediate Early Antigen-1) del genoma del patogeno, permette di determinare la presenza dell’agente infettante nel liquido amniotico, villi coriali o nel sangue fetale, fornendo l’indicazione dell’avvenuto passaggio placentare del microorganismo. Di conseguenza risulta utile sia nel caso in cui la madre è sicuramente infetta, sia nel caso in cui sussistano dei dubbi sugli esami sierologici.  Riepilogo informazioni sulla patologia: Gene Investigato:  regione IEA1 del genoma del patogeno Metodica Impiegata:   Amplificazione genica (PCR) nested rilevamento in gel di agarosio Referto:   Report Consenso informato:   Non necessario Diagnosi Prenatale:   Possibile  Tempi di risposta  Analisi Qualitativa: 3-4 gg (Prenatale); 4-7 gg (altri casi)    Analisi Quantitativa: 8-10 giorni   Genotipizzazione: 8-10 • Prelievo ematico in EDTA   2 mlLiquido Amniotico   10 ml • Villi Coriali10 mg Liquido Seminale2-3 gocce • Tampone buccale2 tamp.DNA   2 ug • Urine10 ml • Sangue fetale100 ul • Tampone vaginale1 • Liquido Seminale1 ml • In corso di SIRS, le cellule parenchimali (non neuroendocrine) di polmone, fegato, rene, tessuto adiposo, tessuto muscolare e stomaco sono indotte a produrre grandi quantità di PCT che però, a differenza delle cellule neuroendocrine, non riescono a trasformare in calcitonina per un blocco del processo di traduzione. / • • • La sensibilità e la specificità della PCT sono maggiori di quelle della PCR nell’identificazione di una SIRS a genesi infettiva (batterica). In particolare, una metanalisi (Simon et al. 2004) ha rilevato che la sensibilità della PCT è dell’82% vs il 73% della PCR e la specificità dell’88% vs il 81% della PCR. Altri lavori hanno evidenziato che i livelli plasmatici di PCT sono più elevati nella SIRS a genesi infettiva rispetto alla SIRS a genesi non infettiva e che nella SIRS a genesi infettiva tali livelli sono maggiori nei paz chirurgici rispetto ai paz non chirurgici, per cui sarebbe auspicabile la messa a punto di valori di cut-off diagnostici diversi. ASCA • • Risultati Sette su ventotto (25%) dei pazienti con IBD sono risultati positivi per ASCA. Nessuno dei pazienti con RCU è risultato positivo. 7/13 (54%) dei pazienti con MC è risultato positivo (test esatto di Fisher : p<0,002). E' riultato positivo anche il caso di rettocolite indeterminata, con localizzazione ileo-cecale e al colon ascendente. I pazienti con CM ASCA+ avevano tutti una localizzazione ileo-cecale e al colon ascendente. 5/7 earno in fase attiva (esordio o riaccesnsione), contro 2/7 dei pazienti con MC ASCA-. • • • • • Conclusioni La positività per ASCA è risultata specifica per la malattia di Crohn, utile per la dd con la RCU; la sensibilità diagnostica e il potere predittivo negativo sono invece risultati insufficienti per uno screening clinico. MALATTIE ASSOCIATE A MC • • • • • l'artrite periferica l'episclerite la stomatite aftosa l'eritema nodoso il pioderma gangrenoso TEST DI II LIVELLO DA ESEGUIRE IN CASO DI POSITIVITA’DELL’ANA TEST La ricerca degli Auto-anticorpi anti nucleo in IFI rappresenta solo un test di I livello per la diagnosi delle MAIS, tuttavia patternsspecifici di positivitàagli ANA possono indicare quali anticorpi debbano essere ricercati nel test di II livello In ultima analisi ogni dato fornito dal laboratorio acquista un suo preciso significato se valutato nel contesto clinico di ciascun paziente. SPERO DI AVERVI DATO DELLE CERTEZZE MA TANTI DUBBI GRAZIE