INTERPRETAZIONE DELLE
ANALISI CLINICHE E REGIMI
ALIMENTARI
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•
•
Che cosa e’ un test di laboratorio
Perche’ si chiede
A cosa serve
Limiti del test
Uso del test
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Conferma sospetto diagnostico
Eziologia
Complicanze
Prognosi
Controllo terapia
screening
VARIAZIONE DEI TEST
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•
ETA’
DIETA
POSTURA
RITMI CIRCADIANI
ESERCIZIO FISICO
CICLO MESTRUALE
GRAVIDANZA
FARMACI
FUMO
•
•
•
•
•
•
•
•
INTERVALLI DI RIFERIMENTO
VALUTAZIONE
APPROPRIATEZZA
COSTI
INVASIVITA’
PREDDITIVITA’
EFFICACIA
RIPETIBILITA’
TEST DI LABORATORIO
•
•
•
•
APPROPRIATEZZA
SENSIBILITA
SPECIFICITA
VALORE PREDITTIVO POSITIVO/
NEGATIVO
• INVASIVITA’
• COSTI
GASTROENTERITE
PSEUDOALLERGIE
ASMA
ORTICARIA
RINITE
EXTRAIMMUNOLOGICA
CONGIUNTIVITE
IMMUNOISTOFLOGOSI
ACUTA
CRONICA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
produzione di ossigeno nascente
attivazione della cascata del complemento
attivazione dell'interferone
attivazione delle cellule natural killer
produzione di citochine e di chemochine
produzione di molecole di adesione
produzione delle proteine della fase acuta
produzione di peptidi di vario tipo.
CELLULE INFIAMMATORIE
E
N
D
O
T
E
L
I
O
P
I
A
S
T
R
I
N
E
Glicoproteine con
sialil Lewis X (PSGL-1)
L-selectina
E-selectina
Rotolamento
Attivazione endoteliale
Molecole implicate nell’interazione endotelio-leucociti
Ligando P-selectina
della
L-selectina
L-selectina
Integrine (LFA-1 o
Mac-1) (non attivate)
Glicoproteine con
sialil Lewis X (PSGL-1)
E-selectina
Citochine
Ligando
e altri segnali
della
attivanti
L-selectina
PECAM-1
(CD31)
Ligando E-selectina P-selectina
della
ICAM-1
L-selectina
Diapedesi
Adesione
Integrine attivate
P-selectina
PECAM-1
(CD31)
Chemiotassi
indotta da sostanze
chemiotattiche
ENDOTELIO
IL1 E SUO RECETTORE
TNF α
IL6
PAF
VCAM
NO (EDRF)
PROSTACICLINE PGI2
ADPasi
RECETTORI
FC, C3 ………..
FATTORI DI CRESCITA
Mediatori chimici dell’infiammazione
Mediatori
Cellule
Mediatori preformati
presenti in granuli di
secrezione
Mediatori sintetizzati
de novo
Fonte
Istamina
Serotonina
Enzimi lisosomiali
Mastociti, basofili, piastrine
Pastrine
Neutrofili, macrofagi
Prostaglandine
Leucotrieni
Fattori attivanti le
piastrine
Specie reattive
dell’ossigeno
Ossido di azoto
Citochine
Tutti i leucociti, piastrine, CE
Tutti i leucociti
Tutti i leucocitu, CE
Tutti i Leucociti
Macrofagi
Linfociti, macrofagi, CE
Attivazione del
Sistema delle chinine (bradichinina)
Fattore XII
Sistema della coagulazione/fibrinolisi
(fattore di Hageman)
Plasma
Attivazione del
complemento
Fegato
(fonte principale)
C3a
anafilotossine
C5a
C3b
C5b-9 (complesso di attacco alla membrana)
Mast Cells – Basophils
T Cells
Modulation of
Cytokine Release
Monocytes
IL-10 Release
Inhibition of IL-12 Release
Dendritic Cells
CD86 Expression
IL-6 and TNF- Release
Inhibition of IL-12 Release
Smooth Muscle Cells
H1
H1
H2
Bronchoconstriction
Vasodilation
Eosinophils
H1
H2
H1
H2
H3
H4
H1
H4
Histamine
Chemotaxis
Degranulation
Basophils
H2
H1 H2 H3 H4
Macrophages
Exocytosis
IL-6 and TNF- Release
Inhibition of IL-12 Release
Inhibition of
Histamine Release
Mast Cells
H1
H2
H4
Chemotaxis
I mastociti sono mediatori delle
reazioni allergiche e infiammatorie
IL-1, IL-2,
IL-3, IL-4,
IL-5, IL-6,
IL-8, IL-10,
IL-13, TNFa,
MIPs, IFNg,
GM-CSF,
TGFb,
bFGF,
VPF/VEGF,
PGD2, LTB4,
LTC4, PAF,
Serotonina,
Eparina,
CondroitinaSolfato,
Chimasi,
Triptasi,
Catepsina G
Attivazione
Trasudazione
Vasodilatazione
Reclutamento
Per gentile concessione del Prof. M. Maurer.
MAST-CELLS: MEDIATORI CHEMIOTATTICI
MAST-CELLULE: MEDIATORI VASOATTIVI
MEDIATORE
ISTAMINA
PAF
PGD2
LTC4, D4, E4
ADENOSINA
ALTRE AZIONI
ALTERAZIONE MIGRAZIONE CELLULE
PRODUZIONE PROSTAGLANDINE
AUMENTO PRODUZIONE MUCO
ATTIVAZIONE Ts
ATTIVAZIONE PIASTRINE
CH.TASSI E ATTIVAZIONE NEUTROFILI
PREVIENE AGGREGAZ. PIASTRINE
ALTERAZIONE MIGRAZIONE CELLULE
AUMENTO PRODUZIONE MUCO
PRODUZIONE PROSTAGLANDINE
PREVIENE AGGREGAZ. PIASTRINE
FACILITA RILASCIO MEDIATORI
MAST-CELLULA: CITOCHINE
RODENTI
IL-2
IL-3
IL-4
IL-5
IL-6
GM-CSF
IFNTNFM.I.P.
UOMO
IL-3
IL-4
IL-5
IL-6
IL-8
IL-10
IL-13
GM-CSF
T Lymph. Chemotactic F
PGD2
LTB4
PAF
Lymph. Chemokinetic F
Proliferaz. Eos, Bas
Sintesi IgE+
Sintesi IgE+
Late-phase reactions
Attr. C. Flogistiche
Proliferaz. MC e B
Sintesi IgE+
CELLULA TARGET
NEUTROFILI
EOSINOFILI
EOSINOFILI
MONONUCLEARI
T-LINFOCITI
EOSINOFILI
NEUTROFILI
NEUTROFILI
EOSINOFILI
NEUTROFILI
T E B LINFOCITI
MAST-CELLS: ALTRI MEDIATORI
MEDIATORE
ATTIVITA'
-PROTEASI
TIPO
TRIPTASI
EN
CHIMASI
ZI
CARBOSSIPEPTIDASI
MA -IDROLASI ACIDE
ß-ESOSAMINIDASI
TI
ß-GLUCURONIDASI
CI
ARILSULFATASI
-ALTRI
MIELOPEROSSIDASI
SUPEROSSIDODISMUTASI
PROTEOGLICANI:
-EPARINA
Sintesi IgETNF-
MEDIATORE
NCF High-Molecular-Weight
ECF-A
ECF oligopeptide
Anticoagulante, Angiogenesi
-CONDROITIN SOLFATI
CITOCHINE:
TNF , IL3-6, GM-CSF
DIMOSTRATE NEI MURINI
A simplified model of allergic inflammation
TGF-
Continued
Inflammation
and Asthma
Progression
Broide et al. J Allergy Clin Immunol 121: 560-70, 2008
CITOCHINE PRO-INFIAMMTORIE ED ANTI-INFIAMMAT
Proinfiammatorie
TNF-
IL-1
IL-2
IL-6
IL-7
IL-8
IL-12 (Th1)
IL-15
IL-16
IL-17
IL-18
IFN- (Th1)
TGF-
Anti-infiammatorie
IL-4 (Th2)
IL-10 (Th2)
IL-11
IL-13
Marcatori di flogosi
•
•
•
•
•
•
•
•
Ves
Pcr
Mucoproteine
Il1
Tnf
Leucocitosi
Alfa2globuline
ldh
PROCALCITONINA
• La PCT è un proormone costituito da 116
aminoacidi, prodotto in condizioni
fisiologiche dalle cellule C della tiroide (di
origine neuroectodermica), che poi lo
trasformano in calcitonina
• LA SENSIBILITA DEL TEST antI TTG IGG
91.5%
• antiTTG + IGA SENSIBILITA’ =98.5
MICI
•
•
•
•
•
MORBO DI CROHN
COLITE ULCEROSA
MORBO CELIACO
COLITE ASPECIFICA
ALTRE?????
MORBO CELIACO
• L’ASSUNZIONE DI CIBI CONTENENTI
GLIADINA PROVOCA IN ALCUNI
SOGGETTI GENETICAMENTE
PREDISPOSTI LA FORMAZIONE DI
AUTOANTICORPI VERSO LE
TRANGLUTAMINASI (ENZIMI
PRESENTI NEL VILLO INTESTINALE)
Gli antigeni HLA di II classe
È diffusa in soggetti geneticamente predisposti
L’85 % dei celiaci
ha l’HLA DQ2, il
10% il DQ8.
MALATTIA CELIACA
E’ UNA MALATTIA DEL
SISTEMA IMMUNITARIO
INTOLLERANZA
ALIMENTARE
MALATTIA
CRONICA
INTOLLERANZA
PERMANENTE AL GLUTINE
Prevalenza:1- 2 %
Casi Diagnosticati:0.2%
Quadri clinici atipici
• Anemia sideropenica
3-15% celiaci
• Diabete
4-7% celiaci
• Osteoporosi/osteomalacia 5-7% celiaci
• Colon irritabile
8-11% celiaci
• Tiroidite
3-5 % celiaci
• Ipertransaminasemia
7-10% celiaci
Green. Gastroenterology 2005;128:suppl 1
Murray. Gastroenterology 2005;128:suppl 1
Volta et al Dig Liv Dis 2001;33:420-5
LABORATORIO
•
•
•
•
•
•
•
ANTIGLIADINA IGG / IGA
ANTITRANSGLUTAMINASI IGG /IGA
ANTIENDOMISIO IGA /IGG
ANTI SACCAROMICETI IGG/ IGA
ANTIACTINA
ISTOLOGIA
ZONULINA
EMA
Gli Anticorpi anti Endomisio sono autoanticorpi rivolti contro
l’endomisio, ossia contro il rivestimento di fibre reticolari che
circonda le cellule muscolari lisce.
La produzione degli EMA è legata alla presenza di glutine nella
dieta dei celiaci in fase conclamata.
L’allontanamento del glutine dalla dieta negativizza gli EMA in
circa 6-12 mesi.
La ricerca degli EMA viene utilizzata sia nella diagnosi sia nel
monitoraggio dei pazienti in dieta priva di glutine.
Metodo per la ricerca degli EMA
Gli EMA vengono ricercati con metodi IFA su sezioni del terzo
inferiore di esofago di scimmia (fig. A), di cordone ombelicale
umano (fig. B), di digiuno di scimmia (fig. B).
Fig. A
Fig. B
Fig. C
ANTICORPI ANTI-TRANSGLUTAMINASI
Peptide di
gliadina
Idrolisi dell’antigene
MHC
TCR
Anti glutine
Th
B
Anti tTG
Gliadina
B
Transglutam inasi
Sensibilità e specificità dei principali test sierologici
utilizzati
nella diagnosi di celiachia.
Dati riassuntivi della letteratura
Sensibilità
Specificità
AGA IgG AGA IgA EMA
Anti-tTG
69-85%
66-90%
85-98%* 93-98%
73-90%
83-95%
97-100% 94-95%
* Per gli EMA vengono riportate sensibilità inferiori in caso di lesione istologica lieve
Legenda: AGA= anticorpi anti-gliadina;
EMA= anticorpi anti-endomisio;
Anti-tTG= anticorpi anti-transglutaminasi
Malattie associate alla celiachia
● Diabete mellito tipo I
● Tireopatie
● Deficit di IgA, psoriasi,
alopecia,
dermatite erpetiforme
● Sindrome Down,
Sindrome di Sjogren
● Fibrosi cistica, IBD (malattia
infiammatoria intestinale)
● Connettivopatie
● Morbo di Addison
● CBP (cirrosi biliare primitiva),
colangite sclerosante,
epatite autoimmune
● Sarcoidosi
● Nefropatia a depositi
mesangiali IgA
I test di laboratorio impiegati presentano specificità e sensibilità minori
del 100% per cui non è possibile prescindere dalla prevalenza della
malattia nella popolazione (ossia la percentuale affetta da quella
specifica malattia) per formulare i valori di previsione.
Valore predittivo di un risultato positivo è la percentuale di positivi che
sono veri positivi.
Valore predittivo di un risultato negativo è la percentuale di negativi che
sono veri negativi.
In ultima analisi ogni dato fornito dal laboratorio acquista un suo
preciso significato se valutato nel contesto clinico di ciascun
paziente.
Sensibilità e specificità dei principali test sierologici
utilizzati
nella diagnosi di celiachia.
Dati riassuntivi della letteratura
Sensibilità
Specificità
AGA IgG AGA IgA EMA
Anti-tTG
69-85%
66-90%
85-98%* 93-98%
73-90%
83-95%
97-100% 94-95%
* Per gli EMA vengono riportate sensibilità inferiori in caso di lesione istologica lieve
Legenda: AGA= anticorpi anti-gliadina;
EMA= anticorpi anti-endomisio;
Anti-tTG= anticorpi anti-transglutaminasi
Malattie associate alla celiachia
● Diabete mellito tipo I
● Tireopatie
● Deficit di IgA, psoriasi,
alopecia,
dermatite erpetiforme
● Sindrome Down,
Sindrome di Sjogren
● Fibrosi cistica, IBD (malattia
infiammatoria intestinale)
● Connettivopatie
● Morbo di Addison
● CBP (cirrosi biliare primitiva),
colangite sclerosante,
epatite autoimmune
● Sarcoidosi
● Nefropatia a depositi
mesangiali IgA
I test di laboratorio impiegati presentano specificità e sensibilità minori
del 100% per cui non è possibile prescindere dalla prevalenza della
malattia nella popolazione (ossia la percentuale affetta da quella
specifica malattia) per formulare i valori di previsione.
Valore predittivo di un risultato positivo è la percentuale di positivi che
sono veri positivi.
Valore predittivo di un risultato negativo è la percentuale di negativi che
sono veri negativi.
In ultima analisi ogni dato fornito dal laboratorio acquista un suo
preciso significato se valutato nel contesto clinico di ciascun
paziente.
•
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•
ANTI-Ompc porinac e. coli
ALCA antilaminaribioside
AMCA anti mannobioside
ACCA antichibioside
ANTIcagA HP
Calprotectina fecale
Lattoferrina fecale
PMN elastasi
YKL-40
8-OHdG radicale libero per DNA
TNF-alfa
Marcatori flogosi cronica intestinale
•
•
•
•
•
•
•
Ves
Pcr
Alfa1glicoproteina
Lattoferrina
Calprotectina
P-anca
Asca
• ASCA di isotipo IgG e IgA sono presenti nel 60%
dei casi con diagnosi di CD1. Il ASCA sono
diretti contro phosphopeptidomannans presente
nel lievito (S. cerevisiae) cellule walls6. ASCA
potrebbero manifestare a causa di mimetismo
molecolare e di adescamento da un alto
mannosio contenenti batteri o
antigene virale o un "antigenico auto (auto)
molecola" 1,7.
• Significato clinico: gli anticorpi anti
Saccharomyces Cerevisiae (ASCA) di
classe IgA e IgG sono marcatori sierologici
delle malattie infiammatorie croniche
intestinali in particolare sono un marker
per il Morbo di Crohn. Gli ASCA (IgA e
IgG) hanno una specificità del 95% per la
diagnosi del Morbo di Chron.
• La calprotectina fecale è una proteina presente
in alcuni globuli bianchi (granulociti e monoliti),
che viene prodotta in grossa quantità in caso di
morbo di Crohn (malattia infiammatoria cronica
dell'intestino), tumori dello stomaco e
dell'esofago, enterocolite (infiammazione delle
mucose intestinali, frequentissima nei bambini,
ma comune anche negli adulti) di origine
infettiva o tossica, esofagite
CALPROTECTINA
• Come indice di uno stato infiammatorio
intestinale di tipo organico, in particolare
per le MICI (Malattie Croniche
Infiammatorie Intestinali).
• Per il monitoraggio dello stato
infiammatorio intestinale
• Predittività delle recidive
ANA
Anticorpi anti nucleo
Anti DNA
ENA
Anticorpi anti nucleo estraibili
LKM
Anticorpi anti microsomi epatici e renali
AMA
Anticorpi anti mitocondri
ANCA
ACA
ASMA
ASKMA
APCA
Anticorpi anti citoplasma dei neutrofili
Anticorpi anti centromero
Anticorpi anti Muscolo liscio
Anticorpi anti muscolo striato
Anticorpi anti cellule parietali gastriche
ARA
Anticorpi anti reticolina
CCP
Anticorpi anti citrullina
PATOLOGIE EPATOBILIARI
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Gamma gt
Fosfatasi alcalina
Bilirubina t/f
Sali biliari
Lipasi amilasi
anticorpi antimuscolo liscio
Transaminasi
Elettroforesi
Ldh
Ana ena
MALATTIE AUTOIMMUNI
Le malattie autoimmuni sono patologie
caratterizzate dalla perdita di tolleranza verso
il self.
Esse derivano da un’alterazione del sistema
immunitario che non riconosce piùalcune
strutture autologheed inizia un’azione di auto
aggressione che si esprime, sia con la
produzione dia auto-anticorpi, sia con la
generazione di linfociti T capaci di riconoscere
antigeni autologhi.
MALATTIE AUTOIMMUNI ORGANO-SPECIFICHE
In tal caso , la risposta autoimmune ha come bersaglio tessuti eorgani ben determinati:
-Sistema endocrino (Tiroidite di Hashimoto, Morbo di Graves, Morbo di Addison)
-Sistema gastrointestinale (cirrosi biliare primitiva, Colite ulcerosa, Gastrite atrofica)
-Sistema emopoietico (Anemia emolitica autoimmune)
MALATTIE AUTOIMMUNI NON ORGANO SPECIFICHE O SISTEMICHE (MAIS)
In tal caso la risposta autoimmune non èdiretta verso organi o antigeni specie-specifici, ma
verso antigeni diffusamente distribuiti, come il DNA, le ribonucleoproteine, gli antigeni
mitocondriali.
Dal punto di vista clinico-diagnosticole malattie autoimmuni possono essere
raggruppate in due grandi categorie:
CLASSIFICAZIONE DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI
La diagnosi delle malattie autoimmuni si basa, non solo
sulla valutazione dei segni clinici, ma anche sulla
esecuzione di specifici test di laboratorio.
Anzi, per alcune di esse, la positività a tali test
rappresenta un requisito essenziale per la diagnosi
clinica.
DIAGNOSI DI LABORATORIO DELLE MALATTIE AUTOIMMUNI
La diagnosi di laboratorio delle malattie autoimmuni si basa sulfatto che esse sono
caratterizzate dalla presenza di autoanticorpi diretticontro antigeni ubiquitari
presenti in tutti i tessuti dell’organismo (elementi del citoscheletro,antigeni
mitocondriali, componenti nucleari,antigeni ribosomialiecc.). In particolare, ciascuna
di esse èassociata ad un gruppo particolare di anticorpi. Questi ultimi, pertanto,
ricercati nel siero possono essere utilizzati come marcatori ed aiutare il clinico nella
diagnosi differenziale.
METODI PROPOSTI
A) Immunofluorescenza indiretta (IFI)
B) Metodi immunoenzimatici
C) Metodi RIA
D) Emoagglutinazione
E) Immunodiffusione
F) Immunoblotting
Tra questi, però, il metodo che viene raccomandato èl’IFI, per le
sue caratteristiche di sensibilità, riproducibilitàe facilitàdi esecuzione
CELLULE HEp2
Si tratta di linee cellulari epiteliali neoplastiche
derivate dacarcinoma laringeo umano.Esse,
rispetto agli altri substrati, presentano
numerosi vantaggi:1)La loro disposizione in
monostrato permette la corretta
visualizzazione di strutture cellulari sia
nucleari che citoplasmatiche.2) Hanno nuclei e
nucleoli ben evidenti.3) Sono prive di matrice
extracellulare che potrebbe dar luogo
afenomeni diautofluorescenza.4) Trattandosi di
cellule tumorali, hanno un elevato indice
mitotico ed, essendo asincrone in coltura,
permettono l’osservazione di auto antigeni
presenti soloin alcune fasi del ciclo cellulare.5)
Poichéderivano da cellule umane possono
evidenziare la presenza di anticorpi speciespecifici .
INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI
REAZIONE NEGATIVA
Colorazione specifica del campione uguale
o inferiore a quella del controllo negativo
REAZIONE POSITIVA
Colorazione specifica del campione superiore
rispetto a quella del controllo negativo
I campioni risultati positivi allo screening devono essere sottoposti a successive
diluizioni in base 2 (1:80; 1:160….) fino a che si presentano ancora positivi.
Ciò dipende dal fatto che la diluizione iniziale 1:40 ha un grande sensibilità, ma una
bassa specificità, per cui ANA a basso titolo si riscontrano anche in soggetti sani
(donne al di sopra dei 40 anni, gravidanza, soggetti affetti da infezioni virali o
che usano particolari farmaci).
In generale:
•TITOLI < 1:40 VANNO CONSIDERATI NEGATIVI.
•TITOLI > 1:40 E < 1:160 VANNO CONSIDERATI BASSI POSITIVI (in assenza di
elementi clinici il dato va monitorato nel tempo).
•TITOLI > 1:160 VANNO CONSIDERATI POSITIVI.
TESTS IMMUNOLOGICI
Le metodiche per la ricerca degli anticorpi sono:
- Enzyme-linked immunoassorbent assay (ELISA)
PRINCIPIO DEL METODO ELISA
AGA
Gli anticorpi AGA, diretti
contro un antigene esogeno
(α-gliadina da glutine di
grano), presentano sia IgG
sia IgA.
Andamento degli anticorpi antigliadina
in relazione all’adesione, o meno, alla
dieta aglutinata. AGA (anticorpi
antigliadina).
Comparazione della sensibilità e specificità tra le metodiche
EMA_IFA, gp-tTG e h-tG ELISA
Da Sblattero et al. (2000) Am. J. Gastroenterol May 95 (5):1253-1257
Comparazione delle sensibilità e specificità del test con
transglutaminasi ELISA rispetto all’IFA
Da Pantano A. (2001) Laboratorio Analisi Ospedale civile di Giaveno – A. S. L. 5 Collegno
L’es. emocromocitometrico rivela una anemia:
leucocitosi
se di tipo microcitico suggerisce un ridotto
assorbimento di Fe
se di tipo macrocitico rivela un ridotto
assorbimento dei folati e vitamina B12
trombocitosi
ELETTROFORESI PROTEINE SIERICHE
Elettroforegramma
proteico da controllare
Valori delle varie
frazioni proteiche
Correlation of serum allergy (IgE) tests performed by different
assay systems
Julie Wang, MD,a James H. Godbold, PhD,b and Hugh A. Sampson, MDa
New York, NY (2008) J Allergy Clin Immunol 121; 1219-24
Clinical implications: Allergen-specific IgE levels obtained by
different assays are not equivalent, which can potentially affect
the treatment of patients with allergy.
Confronto dei valori dscrepanti intorno ai punti di decisione per allergie alimentari
• Avidità
delle IgG RisultatoInterpretazione del risultato
debole 0-20% Probabile infezione in atto o recente
databile
da non più di tre mesi:
VALUTARE l'esecuzione di indagini di 3° livello
presso un centro di riferimento e l'attuazione
di idonea terapia.intermedia20-30%Probabile
infezione recente: si consiglia di
ripetere un controllo dopo 15 gg. per la
valutazione della cinetica anticorpale a cui
seguirà eventualmente una indagine di 3°
livello e opportuna terapia forte>30%Infezione
pregressa databile con una elevata
affidabilità a più di 4 mesi.
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
Infettivologia MolecolareCMV - Citomegalovirus - Analisi qualitativa
Diagnosi molecolare delle infezioni da CMV mediante amplificazione genica (PCR)
L’infezione da Citomegalovirus, che decorre per lo più in maniera asintomatica, può dare gravi manifestazioni in pazienti
immunocompromessi ed in neonati con infezione congenita. E’ frequente, inoltre, l’infezione intrauterina.
Il 55% delle donne in gravidanza sono siero-negative all’inizio della gestazione e circa l’1-2% contrae l’infezione primaria durante la
gravidanza, con conseguente infezione dello 0,2-2% di tutti i nati vivi. Nell’infezione primaria il rischio della trasmissione materno-fetale è
quindi del 30-40% e l’infezione é sempre pericolosa per il feto, soprattutto se si verifica nella prima metà della gravidanza.
La diagnosi molecolare di Cytomegalovirus, mediante amplificazione genica (PCR) della regione IEA1 (Immediate Early Antigen-1) del
genoma del patogeno, permette di determinare la presenza dell’agente infettante nel liquido amniotico, villi coriali o nel sangue fetale,
fornendo l’indicazione dell’avvenuto passaggio placentare del microorganismo.
Di conseguenza risulta utile sia nel caso in cui la madre è sicuramente infetta, sia nel caso in cui sussistano dei dubbi sugli esami
sierologici.
Â
Riepilogo informazioni sulla patologia:
Gene Investigato:Â Â
regione IEA1 del genoma del patogeno
Metodica Impiegata: Â
 Amplificazione genica (PCR) nested rilevamento in gel di agarosio
Referto:Â Â
 Report
Consenso informato:Â Â
 Non necessario
Diagnosi Prenatale:Â Â
 Possibile  Tempi di risposta  Analisi Qualitativa: 3-4 gg (Prenatale); 4-7 gg (altri casi) Â
  Analisi Quantitativa: 8-10 giorni
  Genotipizzazione: 8-10
• Prelievo ematico in EDTAÂ Â Â 2 mlLiquido
Amniotico   10 mlÂ
• Villi Coriali10 mg Liquido Seminale2-3
gocceÂ
• Tampone buccale2 tamp.DNAÂ Â Â 2 ugÂ
• Urine10 mlÂ
• Sangue fetale100 ulÂ
• Tampone vaginale1Â
• Liquido Seminale1 ml
• In corso di SIRS, le cellule parenchimali
(non neuroendocrine) di polmone, fegato,
rene, tessuto adiposo, tessuto muscolare
e stomaco sono indotte a produrre grandi
quantità di PCT che però, a differenza
delle cellule neuroendocrine, non riescono
a trasformare in calcitonina per un blocco
del processo di traduzione.
/
•
•
•
La sensibilità e la specificità della PCT sono maggiori di quelle della
PCR nell’identificazione di una SIRS a genesi infettiva (batterica). In
particolare, una metanalisi (Simon et al. 2004) ha rilevato che la
sensibilità della PCT è dell’82% vs il 73% della PCR e la specificità
dell’88% vs il 81% della PCR. Altri lavori hanno evidenziato che i
livelli plasmatici di PCT sono più elevati nella SIRS a genesi infettiva
rispetto alla SIRS a genesi non infettiva e che nella SIRS a genesi
infettiva tali livelli sono maggiori nei paz chirurgici rispetto ai paz non
chirurgici, per cui sarebbe auspicabile la messa a punto di valori di
cut-off diagnostici diversi.
ASCA
•
•
Risultati
Sette su ventotto (25%) dei pazienti con IBD sono risultati positivi per ASCA.
Nessuno dei pazienti con RCU è risultato positivo. 7/13 (54%) dei pazienti con MC è
risultato positivo (test esatto di Fisher : p<0,002). E' riultato positivo anche il caso di
rettocolite indeterminata, con localizzazione ileo-cecale e al colon ascendente. I
pazienti con CM ASCA+ avevano tutti una localizzazione ileo-cecale e al colon
ascendente. 5/7 earno in fase attiva (esordio o riaccesnsione), contro 2/7 dei pazienti
con MC ASCA-.
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Conclusioni
La positività per ASCA è risultata specifica per la malattia di Crohn, utile per la dd con
la RCU; la sensibilità diagnostica e il potere predittivo negativo sono invece risultati
insufficienti per uno screening clinico.
MALATTIE ASSOCIATE A MC
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l'artrite periferica
l'episclerite
la stomatite aftosa
l'eritema nodoso
il pioderma gangrenoso
TEST DI II LIVELLO DA ESEGUIRE IN CASO
DI POSITIVITA’DELL’ANA TEST
La ricerca degli Auto-anticorpi anti nucleo
in IFI rappresenta solo un test di I livello
per la diagnosi delle MAIS, tuttavia
patternsspecifici di positivitàagli ANA
possono
indicare quali anticorpi debbano essere
ricercati nel test di II livello
In ultima analisi ogni dato fornito dal
laboratorio acquista un suo
preciso significato se valutato nel
contesto clinico di ciascun
paziente.
SPERO DI AVERVI DATO
DELLE CERTEZZE MA TANTI
DUBBI GRAZIE