RELATIVITA’ RISTRETTA La velocità della luce in diversi riferimenti Prima di enunciare il principio di relatività di Einstein e introdurre le trasformazioni di Lorentz occorre convincersi, da quanto appena detto, che deve essere abbandonato il concetto di tempo assoluto ossia si deve aggiungere all’ordinaria terna di coordinate spaziali una quarta coordinata, il cui valore è legato al particolare sistema di riferimento ed individuato come il tempo segnato da un orologio solidale con l’origine del sistema spaziale. Nelle trasformazioni da un sistema ad un altro dovrà essere individuata una legge anche per la trasformazione della coordinata TEMPO assumendo un valore unico per il t iniziale, ossia operando la sincronizzazione degli orologi e caratterizzando ciascun punto nel sistema di riferimento con quattro coordinate (x,y,z,t). Ciascun riferimento ha un suo tempo proprio, quello segnato dall’orologio solidale con il sistema. All’insieme dei quattro valori (x,y,z,t) ci si riferisce con il termine EVENTO PUNTUALE, PUNTO dello SPAZIO-TEMPO o più comunemente semplicemente EVENTO. Principio di relatività di EINSTEIN e trasformazioni di LORENTZ Basandosi su questi principi il fisico olandese Lorentz scrisse per primo le trasformazioni che sono alla base della teoria della RELATIVITA’ RISTRETTA e che da lui prendono nome di trasformazioni di Lorentz 0.6 108 m/s = 2.16 108 Km/h INVARIANZA (relatività) GALIEIANA valido per tutti i fenomeni in Meccanica e a piccole velocità Tutte le leggi della fisica (meccanica classica) sono invarianti (hanno la stessa formulazione) in qualsiasi sistema di riferimento inerziale. Le leggi di trasformazione da un riferimento ad un altro in moto uniforme sono quelle note come trasformazioni di Galileo ed investono le sole coordinate spaziali (ossia il tempo viene considerato un parametro assoluto non legato ad un particolare riferimento). RELATIVITA’ (EINSTENIANA) RISTRETTA Tutte le leggi della fisica (quindi meccanica, elettromagnetismo, ….) sono invarianti (hanno la stessa formulazione) in qualsiasi sistema di riferimento inerziale. Esiste un limite superiore alle velocità che è un invariante (stesso valore=c in ogni riferimento) Le leggi di trasformazione da un riferimento ad un altro in moto uniforme sono le trasformazioni di Lorentz ed investono 3 coordinate spaziali ed il tempo t che non può più essere considerato un parametro assoluto, ma è legato al particolare riferimento e quindi anch’esso soggetto a trasformazione. OGNI FORMULA RICAVATA E VALIDATA CON LA RELATIVITA’ RISTRETTA DEVE RICONDURRE NEL LIMITE di v/c 0 ALLA ANALOGA FORMULA DELLA MECCANICA PRERELATIVISTICA ----------------------------------------------------------------------------------------------------------- fine 26/2017 L’effetto DOPPLER riguarda diversi tipi di segnale che si propagano come onde ad una determinata frequenza ed era noto e ben spiegato, per esempio per le onde sonore, ben prima della formulazione della teoria di Einstein. EFFETTO DOPPLER ACUSTICO = differenza di frequenza tra segnale acustico emesso e quello ricevuto quando la sorgente è in moto rispetto al ricevitore Questo fenomeno è in accordo con la relatività galileiana. Non vi è simmetria tra i casi che si osservano in natura, ossia formule differenti a secondo che il ricevitore sia in moto rispetto alla sorgente o sia la sorgente a muoversi rispetto all’osservatore. Da notare che tale asimmetria è data essenzialmente dal mezzo di propagazione di cui si servono le onde acustiche per propagarsi e il fatto che, come è noto, la velocità di propagazione dei segnali acustici non è una costante universale. (a 0 gradi in aria 343 m/s ossia 1234 K/h) Trattando l'effetto Doppler per le onde elettromagnetiche tale asimmetria lascia il posto alla simmetria, in quanto tali onde non necessitando di un mezzo in cui propagarsi e presentano una velocità di propagazione costante universale e di conseguenza il moto della sorgente o quello del ricevitore sono perfettamente equivalenti. Tale fenomeno è ovviamente in accordo con la relatività ristretta EFFETTO DOPPLER ACUSTICO 1. Osservatore fermo e sorgente in moto: fo=fsv/(v−vs) in questo caso le onde vengono ricevute dall'osservatore alla velocità v. 2. Sorgente ferma e osservatore in moto: fo=fs(v+vo)/v in questo caso le onde vengono ricevute dall'osservatore alla velocità v+vo. 3. Osservatore e sorgente in moto (lungo la stessa retta): fo=fs/(v+vo)/(v−vs) con fo,fs rispettivamente le frequenze di ricezione dell'osservatore e di trasmissione dalla sorgente, v la velocità del segnale acustico, vs,vo<<v rispettivamente le velocità della sorgente e dell'osservatore, negative se di "allontanamento" e positive se di "avvicinamento". In conclusione: la frequenza ricevuta si scarta rispetto a quella emessa dalla sorgente di un fattore correlato con il rapporto tra la velocità del suono e quella del moto relativo EFFETTO DOPPLER PER LA RADIAZIONE ELETTROMAGNETICA LEGGI DI COMPOSIZIONE DELLE VELOCITA’ ------------------------------------------------------------------------------------------------------ fine 28/17 Contrazione delle lunghezze e dilatazione del tempo Come conseguenza delle trasformazioni di Lorentz si dimostrano due effetti tipici della relatività che possono a prima vista apparire strani, ma solo perché contrastano con osservazioni quotidiane di fenomeni così lenti da rientrare sempre nell’ambito delle trasformazioni galileiane. La contrazione delle lunghezze indica che una lunghezza in moto, posta parallelamente alla direzione del moto relativo tra due sistemi, risulta contratta quando misurata da un osservatore non solidale con essa. Ossia detta L’ la lunghezza misurata in R’ in moto con velocità u rispetto ad 2 R ed L quella misurata in R, risulta L= 1 u c L’ = L’/γ; gli oggetti in moto appaiono più corti nella direzione del moto. La dilatazione del tempo porta invece alla relazione T=T’ γ tra un intervallo di tempo T misurato da un osservatore fermo e l’analogo intervallo segnato da un orologio in moto. L’orologio più lento è sempre quello fermo rispetto all’osservatore I muoni, sono particelle prodotte dallo scontro delle radiazioni cosmiche quando entrano in contatto con l'alta atmosfera terrestre, i muoni creati hanno una vita molto breve perché decadono, cioè muoiono trasformandosi in un elettrone e un neutrino muonico, questo decadimento è stato misurato accuratamente con le particelle ferme, che corrisponde a circa 2.10 secondi. I muoni in natura vanno ad una velocità prossima a quella della luce; per la loro breve durata dovrebbero percorrere circa 600 metri e per questo non dovrebbero mai arrivare sulla superficie terrestre, invece da esperimenti eseguiti sulla Terra di muoni ne arrivano molti, il motivo addotto dal punto di vista dei fisici relativistici è proprio la loro grande velocità, questa per loro è la conferma della dilatazione dei tempi, che riesce a far percorrere distanze maggiori. Vedremo che nello spazio-tempo questa quantità definisce l’intervallo tra l’evento origine (0,0,0,0) ed un generico evento (x,y,z,ct) ma quanto appena detto vale per un qualsiasi intervallo tra due eventi, ossia l’intervallo tra due eventi è un invariante sotto trasformazioni di Lorentz LINEE DI UNIVERSO E CONO DI LUCE CONO DI LUCE Si può facilmente vedere che passando da un riferimento ad un altro nello spazio-tempo due eventi contemporanei possono non esserlo più e viceversa, ossia il concetto di simultaneità deve essere riferito ad un sistema perché non è più un concetto assoluto. INVARIANZA DELL’INTERVALLO NELLO SPAZIO-TEMPO Le espressioni dell’intervallo tra due eventi nel cronotopo (4spazio) sono analoghe a quelle che esprimono la distanza euclidea l tra due punti nell’ordinario spazio tridimensionale. Differiscono per due motivi il cronotopo ha 4 dimensioni invece di 3 e quindi ci sono 4 addendi; l’addendo che contiene x4 (variabile temporale) è negativo. Questo comporta che s212 (o ds2) può essere positivo, negativo o nullo. L’invarianza dell’intervallo e del suo genere (spazio, tempo e luce) può essere usata per comprendere il perché il concetto di simultaneità in relatività perde di significato assoluto e diventa relativo al particolare sistema cui è riferito. Per esempio dato un evento P2 non contemporaneo ed esterno al cono dell’evento P1 per cui si ha sempre s212>0, si può sempre trovare un sistema di riferimento in cui i due eventi sono contemporanei (x’24-x’14=0) essendo s212=l’2 ancora maggiore di 0. E’ l’equivalente del dV=dxdydz dello spazio 3d e vale cdtdV=dΩ --------------------------30/2017 Componenti controvarianti e covarianti - Indici muti e convenzione di Einstein sulla somma QUADRIVELOCITA’ E QUADRIACCELERAZIONE La quadrivelocità è adimensionale, le sue prime tre componenti sono le componenti del vettore 3d velocità moltiplicate per ϒ/c mentre la quarta è pari a ϒ. Il modulo quadro di ui è sempre uguale a -1 e quindi è di tipo tempo. La quadriaccelerazione ha le dimensioni dell’inverso di una lunghezza, le sue componenti sono funzioni di velocità e accelerazione 3d ed ha sempre modulo quadro positivo (tipo spazio) ed è sempre perpendicolare alla quadrivelocità. Calcoliamo uiui Calcoliamo wi Calcoliamo uiwi ________________________________________________ fine 32/2017 Calcoliamo wiwi modulo quadro della 4-accelerazione. Abbiamo trovato che 𝛾2 𝛾4 𝑐 𝑐4 wi=( 2 𝑤 ⃗⃗ + (𝑤 ⃗⃗ . 𝑢 ⃗ )𝑢 ⃗; 𝛾4 𝑐3 (𝑤 ⃗⃗ . 𝑢 ⃗ )) Si ottiene Il modulo quadro della quadriaccelerazione sempre positivo e nel sistema proprio della particella dove u=0 il quadrivettore wi=(u/c2,0) Tensori nello spazio quadridimensionale ____________________________________________________________fine 34/2017 Analogo del rotore Notare che gli indici i e k non sono indicimuti, bensì indici liberi , uguali a destra esinistra dell’equazione e variabili entrambi sulla quaterna1,2,3,4 individuando le 16 quantità F11,F12,F13,F14, F21, F22,F23,F24 F31,F32,F33,F34 F41,F42,F43,F44 dove p. e. F21= A1 x 2 A2 x1 che definiscono il tensore, elemento a due indici. Poiché Fik è antisimmetrico, (se scambio i con k trovo il valore opposto) le quattro componenti ad indici uguali sono nulle ed intotale il tensore conta solo 6 componenti indipendeti. LEGGI DITRASFORMAZIONE DELLE COMPONENTI DI UN TENSORE SIMMETRICO (10) E ANTISIMMETRICO (6) Per il simmetrico Per l’antisimmetrico le componenti diagonali sono nulle le altre sono identiche e cambia solo la t34’=γ2(t34 -0 - 0 –β2t34) = γ2(1- β2)t34 vi(γv/c, γ) Definizioni relativistiche (nel 4 spazio ) di grandezze fondamentali della meccanica Ricordare E=p4c=m0γc2 ____________________________________________________________________________________________________________fine 36/2017 ____________________________________________________________________________________________________________38/2017 7_4_17 lezioneinsostituzionedi G.Martinanon svoltapermancanzastudenti segnata sulregistro_________________________fine 38/201 Avendo definito pi = m0c vi quadrivettore quantità di moto – energia definiamo ora la quadriforza e scriviamo le equazioni relativistiche del moto inomogenee d’onda nei potenziali dΩ ______________________________________________________________________ _______________________________________________________________________ ______________________________________________________________________________________ fine 40 A proposito della differenza tra vettori polari ed assiali. I vettori polari hanno le componenti che cambiano di segno se si esegue un’inversione degli assi. Qando si costruisce un vettore dal prodotto vettoriale tra due vettori polari questo non gode di questa proprietà e si chiama vettore assiale. In effetti questo vettore è assimilabile ad un tensore di rango 2 antisimmetrico ossia per c=axb (c1=)c23=c32=a2b3-a3b2 (c2=)c31=-c13=a3b1-a1b3 (c3=)c12=-c21=a1b2-a2b1 c11=c22=c33=0 i Fine 42/17______________________________ Equazioni di Maxwell in forma covariante Infatti se applichiamo ad entrambi i membri la derivata covariante sommata sull’indice i (= quadridivergenza) 𝜕 𝜕 𝐹 𝑖𝑘 𝜕𝑥 𝑖 𝜕𝑥 𝑘 𝜕 1 𝜕 𝜕 = 𝜕𝑥 𝑖 𝜀 𝐽𝑖 = 0 perché al I membro l’operatore 𝜕𝑥 𝑖 𝜕𝑥 𝑘 è simmetrico 0 mentre Fik è antisimmetrico ed il risultato può solo essere 0; quindi sarà 𝜕 𝑖 𝐽 𝜕𝑥 𝑖 = 0. E per la seconda coppia di eq di Maxwell Trasformazioni di Lorentz per il campo e.m. (tensore antisimmetrico F ik) Fine 44/17____________Fine 22 ui= (γu/c, γ) Il quadrivettore fi è ottenuto moltiplicando l’invariante q per il quadrivettore F ikuk, quest’ultimo risultante dal prodotto scalare (indice k di sommatoria) tra il tensore Fik ed il quadrivettore uk. Infatti calcolando f1ρ=F11J1+ F12J2+ F13J3 +F14J4 =0*Jx/c+cBzJy/c-cByJz/c+Ex ρ=fρx e analoghe per f2,3ρ mentre f4ρ=F41J1+ F42J2+ F43J3 +F44J4 =ExJx/c+EyJy/c+EzJz/c-0*ρ= E• J/c Verifichiamo per esempio quanto valgono le componenti di Tik A proposito di FlmFml , che è richiesto per il calcolo delle componenti ad indice uguale, c’è da dire che è esso un invariante relativistico del campo em e vale 2(E2-c2B2) ___________________fine 46/17 Dal’elettrodinamica classica tridimensionale Queste integrate su un volume τ danno per i=4 quanto trovato nel bilancio energetico di un volume contenente cariche e campo elettromagnetico e per la Quantità di Moto per i = α = 1,2,3 Essendo Rα=∫fρ dτ , D x B = S/c2 il vettore densità di QdM associato al campo em e Tαβ il tensore degli sforzi RIEPILOGO LEGGI ELETTRODINAMICA: Formulazione covariante Avendo definito ji = (J/c, ρ) φi = (cA,V) Fik = ∂Ak/∂xi - ∂Ai/∂xk ↄ