Appunti di Virgilio Sieni

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CORPO E PERFORMANCE V e n e z i a
# 0 / 2015
Appunti di Virgilio Sieni
Cosa ha preceduto l’iniziativa della Biennale del 1972?
Il teatro fuori dal teatro: il senso era già stato vissuto in precedenza?
Nel 1972 Cunningham ha elaborato in Piazza San Marco uno dei suoi eventi come pratica della composizione
e allo stesso tempo del danzatore. Evento reso memorabile per la coincidenza tra ambientazione in un contesto
storico, del vissuto e socialità della piazza che incrociavano la ricerca coreografica.
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Appunto 2
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Soprattutto grazie alle esperienze del Judson Dance
L’andar fuori coincideva immediatamente con più
Dunque non lo spettacolo all’aperto ma la possibilità
Theater (1962>64), gruppo informale di danzatori
livelli estetici e culturali: la possibilità di liberare la
di aprire nuove percezioni e ricerche instaurando un
riunitosi intorno ai corsi di composizione di Robert
coreografia secondo spazialità desuete per accentuare
processo sulla geografia urbana e l’architettura del
Dunn e della Grand Union (1970), le ricerche parallele
l’elemento tecnico espressivo della composizione:
gesto teatrale in sintonia con i luoghi scelti, ribaltando
sull’improvvisazione e la contact dance di Paxton,
l’acqua e le verticalità, i tetti e le gallerie per la Brown;
la percezione dello spettacolo canonico da seduti
l’attenzione al gesto e la sua misura quale viatico alla vita
il contesto urbano in dialogo con lo spazio teatrale
con attori dislocati sul palco verso la frequentazione
stessa con Simone Forti, Trisha Brown, Yvonne Rayner,
per Cunningham, elemento dialogico che serviva
e la condivisione: la piazza e l’aperto come porta di
ma anche le analisi sul corpo in movimento verso la
al coreografo per sviluppare la frammentazione del
comunicazione senza barriere. Non si costruivano palchi
percezione di un nuovo spazio di Bruce Nauman, la
discorso coreografico secondo mutamenti casuali e
ma tutto avveniva scandagliando le potenzialità di quel
frammentazione della durata e dei punti di vista per una
indotti;
territorio e lavorando analiticamente sulla topografia
coreografia che cerca il pathos nella natura del gesto
nel Living il coinvolgimento in una sorta di mistero
e la relazione con il livello di ricerca coreografica: una
codificato come in Cunningham. Sostanzialmente
contemporaneo, la coralità come potenza del gruppo e
frammentazione della canonicità del teatro incidendo
cosa accade in quegli anni al senso della danza? Come
l’aperto al pari di un laboratorio dell’umano che mostra
sui volumi dell’aperto, sui margini e i perimetri, sui
il corpo della danza, la potenza e la sua sottrazione si
l’uomo in potenza, in ogni sua fase del processo creativo;
camminamenti e l’incontro con le persone, il pubblico.
insinuano nel pensiero dell’arte e attraverso l’arte?
in Monk l’elemento della natura, del luogo dell’infanzia
Quali rapporti tra questi danzatori e la musica, lo spazio
tra archeologia del corpo e tracce del territorio, un
la scena?
processo di fessurazione delle tecniche vocali e del
Appunto 4
rallentamento del movimento per cogliere il pneuma
Lo spostamento creato in quegli anni dai coreografi
cosmico del teatro attraverso la simultaneità delle
della scena americana lascia intuire un’archeologia della
azioni, con il pubblico mobile e girovago tra gli attori.
danza tutta proiettata verso la scoperta indicibile degli
elementi primari secondo modalità innovative: l’abitare
e frequentare spazi non canonici, sprofondamento nel
dettaglio come risorsa dell’intuizione artistica, la durata
come memoria di una quotidianità trasfigurata. Questa
nuova postura del coreografo nei confronti dello spazio
e della musica cosa ci ha mostrato, quali percorsi ha
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introdotto?
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Appunto 7
Cunningham propone nella condivisione con J. Cage
Paxton sposta l’attenzione su un corpo che cerca
Monk introduce una convergenza sottile tra danza,
un totale sprofondamento nell’adiacenza alle cose,
l’origine del gesto tra vertebre e tattilità, gravità e
movimento quotidiano, suono, voce e spazio: tessendo
dove l’elemento casuale, letteralmente oracolare, si
rovesciamento di forze: non più una forza centripeta ma
trame per intervalli di tempo, con veri intermezzi e soste,
ripercuote esteticamente in lavori che mostrano la
un donare “veramente” il proprio corpo, un procedere
cambio di luoghi e ritorni; sposta l’attenzione tra il dentro
potenza della fragilità, l’universalità del frammento, la
per pressioni modulate verso il corpo dell’altro a
e il fuori del corpo, tra il dentro e l’aperto. Quello che più
natura del gesto come del suono dislocati volutamente
realizzare una ciclicità di spinte e ascolti. Qui lo spazio
colpisce è il senso di durata che si insinua in ogni elemento
su radure che guardano al vuoto e al silenzio, al far
diviene quello compreso tra i corpi e quello immaginato
come voler prolungare in eterno ogni frammento. Forse
vuoto e procurare silenzio: un porsi sulla soglia di
dai corpi. Uno spazio fluttuante che sposta in ogni
è proprio questa immagine dell’infinito, la vicinanza al
ogni atto nell’abbandono totale di procedure teatrali.
istante il centro di gravità: spazio che diviene il luogo
“rito magico”, a far smarginare ogni elemento nell’altro
In questo nuovo spazio che emerge, l’interprete assume
di tante gravita.
come risonanza potente: al suono consegue la voce che
il carattere di individuo, incidendo in ogni istante sulla
risuona nello spazio; un istante dopo è il gesto che viene
musica e il senso musicale, apparentemente sconnesso.
trasmesso alla voce che apre un angolo spaziale, e così
Uno spazio completamente trasfigurato dalla presenza
via, all’infinito. Solitamente negli spettacoli della Monk
inaspettata di una inespressività sottile, maschera dai
è il pubblico la variabile, invitato a spostarsi tra un’azione
lineamenti lasciati a uno sguardo quale medium tra il
e l’altra.
dentro e il fuori.
Quali le principali differenze tra
Paxton, Beck, Monk e Forti?
Appunto 8
Gli artisti presenti nella mostra rappresentano un
momento storico che a ben pensare ha segnato e continua
a incidere sulle pratiche attuali. Ma proprio attraverso
il senso di inattualità di quegli artisti nei confronti del
loro tempo si vanno a delineare quelle differenze e
diversità che costituiscono nel loro insieme un campo
d’indagine fertilissimo che dalla ricerca introspettiva
e “cosmica” di Paxton, dove la postura dello spettatore
viene coinvolta dall’interiorità fisico spirituale del gesto,
passa al corpo sociale e antropologico di Simone Forti
e al corpo sociale e sonoro di Beck, così come alla
polifonia di gesti e voce di Monk; si tratta in ogni caso
di un corpo politico in quanto fondatore di radure di
libertà: quali le “vere” differenze tra questi artisti?
Quali sono le principali correnti e
scuole a seguito di tali movimenti negli
anni successivi?
Appunto 9
Il teatro di denuncia di Beck_Malina era fondato
sulla resistenza dell’attore e la sua frequentazione
del gesto come modo di vita; il percorso di Paxton
ha dato al corpo, e al corpo coreografico, l’essenza
della tattilità come risonanza continua tra interno
ed esterno, estendendo allo spazio senza riferimenti
precostituiti, il valore della gravità. L’utilizzo di
un corpo che guarda all’origine del primo gesto,
unitamente alla percezione di una narrazione tra
forze e vibrazioni quali fondamenta dell’atto figurale,
hanno originato una miriadi di risonanze nel lavori
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di molti coreografi fino ai nostri giorni.
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