UN POSTO
PER I
RAGAZZI
2015.16
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stagione teatrale per le scuole
immagine di Andrea Bovaia
Iniziamo questa stagione con una “chiamata alle armi”, un nuovo progetto che con
enfasi sincera abbiamo chiamato QUI. Carichi d’infanzia.
d’infanzia
Un’intuizione necessaria e urgente che richiama in un tempo condiviso coloro che
hanno voglia di prendersi un incarico importante: avvicinarsi all’infanzia per
continuare a sancirne il fondamentale ruolo che ha nella società.
Infanzia come primo sguardo nel mondo, infanzia come verità e come menzogna,
infanzia come linguaggio, sguardo, respiro, movimento, direzione, perché QUI è
quello che facciamo da sempre, ne seguiamo i passi e creiamo strade da
percorrere. Costruiamo artigianalmente e artisticamente momenti per loro e con
loro. I bambini e i più giovani.
QUI è il nostro POSTO,
POSTO il nostro teatro per l’infanzia e i giovani, quel UN POSTO
PER I RAGAZZI che proponiamo da decenni alle scuole del nostro territorio. Ma
cos’è questo POSTO?
POSTO Forse bisogna ripartire da una domanda fondamentale che è
come si va a teatro?
teatro Perché questo interessa sia chi organizza il teatro, sia chi lo
fa e soprattutto chi ci va. Come si va a teatro? Con che stato si va a teatro? Sia se
siamo con dei bambini ma anche se siamo da soli. Però prima di rispondere a
questa domanda ce n’è un’altra che fa da ponte ed è perché si va a teatro? Però a
questo non si può rispondere se non si risponde ad un’altra che è cos’è
cos’è il teatro?
Tutti noi abbiamo un’idea di teatro, diversa l’una dall’altra, ma tutte sono
ugualmente giuste. Ci piacerebbe, quindi, in questa sorta di dialogo ininterrotto
con il mondo della scuola consegnarvi queste tre domande attraverso le quali
sarebbe bello aprire un dialogo partendo dalle risposte che ci vorrete inviare.
Nessuna risposta è sbagliata, non c’è giudizio. C’è solo un filo sottile e
lunghissimo che unisce tutti noi in questa ostinazione a credere che il teatro abbia
sempre bisogno di un POSTO e che questo posto siamo noi che lo abitiamo e lo
teniamo vivo con le nostre domande profonde.
Questa premessa attende, per chi lo desidera, risposte semplici alle tre domande:
Come si va a teatro?
Perché si va a teatro?
Che cos’è il teatro?
Con questi stimoli ci prepariamo all’incontro speciale tra scuola e teatro che a
Parma ha un luogo che lo caratterizza fortemente, il nostro UN POSTO PER I
RAGAZZI
Grazie fin d’ora se avrete voglia di risponderci, sia in forma anonima che
nominale, alla nostra mail: [email protected]
SCUOLE SECONDARIE SECONDO GRADO
Teatro delle Briciole | Novità
UNA VITA FUORIPOSTO
Ideato ed interpretato da Piergiorgio Gallicani
Tratto da “Gente di Strada” di Alessandro Bosi, ed Battei 2014; una ricerca promossa
dalla Fondazione Mario Tommasini Onlus, Parma
30 ottobre, ore 11
1010-1111-1414-1717-18 dicembre, ore 11
capienza limitata
Un’intervista senza domande, per molte domande senza risposta. Fuoriposto Intervista a
un senzatetto è il testo di un colloquio che il professor Alessandro Bosi, sociologo, ha
condotto con una persona di Parma che non ha né un lavoro, né una casa. Il testo
integrale è pubblicato dall’editore Battei col titolo Gente di strada - insieme ad altri
colloqui, riflessioni e studi sui modi in cui, persone in difficoltà, si aggregano
informalmente negli spazi urbani.
Piergiorgio Gallicani, artista storico del Teatro delle Briciole, ha deciso di dare voce a
questo testo nell’ambito che più gli compete, il teatro. Ne ha tratto un monologo che non
vuole raccontare “la misera vita di un senzatetto”; quanto indagare la “dimensione città” e
le sue stratificazioni; i modi che i diversi “gruppi” sociali e/o generazionali hanno di
vivere gli spazi urbani, al confine tra regolamentazione e sovvertimento dell’ordine
stabilito.
Capita sempre più spesso, in questi ultimi anni: una persona “normale” – una casa, una
famiglia, un lavoro… e quasi inavvertitamente, da un giorno all’altro, tutto comincia ad
andare a rotoli e si ritrova… “strana” (come il protagonista dell’intervista definisce se
stesso, e le persone come lui) – per lo meno, se continua a guardarsi con gli occhi di
quella “normalità”: …Sono come uno di voi che mi guardate come se fossi uno di loro - e
mi guardate sempre, e non mi date respiro.(…) – …un Fuoriposto, sono.”
“Quando bussa alla porta per metterti in strada, la città è un padrone di casa che non avevi messo
nel conto. Prima erano i soldi che mancavano, le relazioni che si erano fatte insopportabili; poi è la
strada che prende il posto della casa. Le stanze, gli elettrodomestici, i mobili, i soprammobili, il
bagno scompaiono. Tutto quello che si metterebbe su un camion per un trasloco, ora sta in una
valigia o in un fagotto. Ora la strada è entrata nella casa, l'ha attraversata e di corsa ha
attraversato chi l'abitava. (…) Quando si sprofonda in questo abisso, è la città, il nemico.”
Alessandro Bosi, « Gente di strada »
Lo spettacolo sarà accompagnato da un incontro di approfondimento che potrà svolgersi,
su richiesta, in teatro oppure a scuola.
Marche Teatro/Marco Baliani
TRINCEA
scritto e interpretato da Marco Baliani | regia Maria Maglietta
14 novembre,
novembre, ore 11
Lo spettacolo ha ricevuto il logo ufficiale delle commemorazioni del centenario della
prima guerra mondiale dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri
Sono trascorsi cento anni dal primo conflitto mondiale. Ci saranno celebrazioni,
pubblicazioni, conferenze, riflessioni, e altro ancora. Io vorrei provare a toccare
un piccolo punto di quell’immensa catastrofe, un solo corpo, quello di un
qualsiasi soldato, anonimo, non appartenente ad una precisa nazionalità, e
toccare quel corpo nel luogo più emblematico di quella guerra, la trincea. Vorrei
tentare di essere laggiù, in quel punto di una trincea di molti anni fa, ed esserci
prima di tutto fisicamente, come corpo, in una forma di mimesi totale, in modo da
essere così immerso nella dimensione dell’orrore e della sua gratuità da percepire
almeno per un istante “il tipo di esistenza” di quel soldato. Per il soldato in trincea
il tempo si assolutizza in un puro denso presente, un tempo inceppato nella
minuta quotidianità della sopravvivenza, fatto di gesti folli divenuti normali, di
azioni compiute per inerzia, senza speranza di cambiamenti. La percezione del
tempo, impedisce alla parola di farsi discorso, essa gira in un flusso vegetativo o
semidormiente, si etilizza, ubriaca di terrore o di fame o comunque di mancanze.
La narrazione non può più espletarsi in un flusso temporale continuo lineare e
accertato da un inizio e una fine, ma viene spezzata, impossibilitata a compiersi,
gli improvvisi vuoti dell’anima non sono più ricomponibili né colmabili in parole, il
vivere diviene un inarrestabile fluire di frammenti, come frammentato appare il
Tempo per chi in ogni istante è sottoposto alla casualità di un morire inutile e
atroce. L’individuo perde la coscienza della propria individualità, il singolo soldato
diviene ingranaggio di una immensa fabbrica produttrice di morte, è un pezzo di
ricambio, un pezzo di artiglieria fatto di carne umana. La prima guerra mondiale
sperimenta su larga scala una forma di totale assoggettamento dell’uomo, la sua
riduzione ad automa, fantoccio, cosa. E’ da qui, da quel momento storico che si
inaugura in occidente la possibilità di un controllo biopolitico del corpo umano, in
forma industriale, di massa. Aprendo la strada ai tanti totalitarismi del terrore del
nostro Novecento. Marco Baliani
Dopo lo spettacolo Marco Baliani dialoga con il pubblico. Conduce lo storico
Piergiovanni Genovesi.
Compagnie Karyatides
LES MISÉRABLES
tratto dal romanzo di Victor Hugo
di e con
Julie Nathan e Marie Delhaye | regia Agnès Limbos
9-10 dicembre,
dicembre, ore 11
spettacolo in lingua francese
nell’ambito del Festival Impertinente - seconda edizione
Si rinnova l’appuntamento con lo spettacolo in lingua francese presentato dalla
compagnia Karyatides che, dopo il successo nella scorsa stagione di Madame
Bovary, si cimenta con un altro capolavoro della letteratura come Les Misérables.
L’opera di Victor Hugo viene allestita utilizzando il linguaggio caratteristico
dell’equipe belga che mescola sapientemente il teatro d’attore e quello di
animazione.
Les Misérables racconta la storia di un uomo che ha perso tutto, emarginato,
perseguitato dal suo passato da detenuto e che si sacrifica per la felicità di un
bambino che il destino gli ha assegnato. E’ la storia di una donna, ridotta a
vendere il proprio corpo e ad abbandonare il suo bambino; un poliziotto fanatico
e infaticabile; un ragazzo di strada impertinente e libero; una giustizia iniqua; la
lotta dell'uomo tra il bene e il male; un inseguimento che dura da anni e un uomo
la cui coscienza è costantemente messa alla prova . Questa è la storia di un
popolo disperato che si alza e difende il suo ideale fino alla morte. La storia di
Les Misérables è un intrigo poliziesco, un grande melodramma che, in un'ora di
spettacolo, metterà in scena gli indimenticabili personaggi scaturiti dalla penna di
Victor Hugo: due uomini, due opposti (Valjean, Javert), madre e figlia, le donne
(Fantine, Cosette), un eterno bambino (Gavroche). Se il romanzo è pieno di
collegamenti e incontri inaspettati fra i personaggi, il percorso di Valjean è
centrale, è quello che permea l'intero romanzo. E se lui è il protagonista per
eccellenza, non lo è senza Javert e Cosetta, il primo avversario, l'altra aiutante. In
parallelo al percorso di Valjean, la storia di Fantine, madre di Cosette, un
personaggio del popolo.
L’Organizzazione/ Teatro delle Briciole
JOHN TAMMET fa sentire le persone molto così ::- ?
uno spettacolo di Davide Giordano
scritto, diretto e interpretato da Davide Giordano e Federico Brugnone
a cura di Daniele Muratore
12 dicembre, ore 11
12 febbraio, ore 11
spettacolo vincitore del Premio Scenario infanzia 2012
«Il tuo modo di fare fa sentire le persone molto così :- ?», cioè molto perplesse,
dice un adulto a John Tammet, un ragazzo che fa calcoli complicatissimi a mente,
ma non riesce a stare con gli altri, e sogna quindi di diventare astronauta e di
andare sullo spazio, dove si può stare da soli e guardare i pianeti e le galassie.
Autoritratto di un adolescente difficile, Jonn Tammet fa sentire le persone molto
così ::-? è uno spettacolo costruito intrecciando i suoi sogni di fuga da una realtà
indecifrabile, i dialoghi e i contatti amorevoli con l’amico immaginario,
l’interazione diretta con gli spettatori, occasione di una presa di coscienza e,
attraverso uno schietto confronto emotivo, di una scoperta più vera della
dimensione complessa della diversità. Ma nello stesso tempo lo spettacolo
travalica i confini dell’indagine su una patologia, per diventare strumento di
esplorazione del tessuto profondo delle relazioni tra le persone e dell’ambiguità
che le governa. Ed è la scelta di un punto di vista “diverso” sul mondo il tramite di
questa capacità nuova di riflessione sulla condizione umana. L’indecifrabilità del
mondo, visto con gli occhi di John, è anzitutto indecifrabilità del linguaggio
umano. Pensando in modo «non conforme», egli disvela la natura doppia delle
parole, la loro capacità di essere usate in modo ingannevole. Il suo modo di
vedere le cose, la sua diversa prospettiva, ci fa dunque sentire molto così :-?, ma
questa perplessità si trasforma nel motore di nuove riflessioni, nel prezioso
strumento capace di svelare un’incrinatura, una piega nascosta nell’ordine
normale degli eventi.
PREMIO SCENARIO INFANZIA 2012 Motivazione della Giuria
Un personaggio caratterizzato da una patologia, la sindrome di Asperger, si rivela portatore di
risorse di autenticità, profondità, spunti di riflessione sulla condizione umana. La costruzione del
testo drammaturgico diviene al contempo scrittura scientificamente fondata ed esteticamente
sapiente, offrendo ai giovani spettatori, attraverso il paradosso della figura del protagonista e del
suo amico immaginario, occasione di rispecchiamento e riflessione sulla loro stessa costruzione
identitaria ed esistenziale. L’interazione con il pubblico arricchisce l’esperienza teatrale di vivacità,
invenzione e interessanti spunti di consapevolezza.
Manifatture Teatrali Milanesi
FUORI MISURA
(il Leopardi come non ve l’ha mai raccontato nessuno)
di Valeria Cavalli
regia Valeria Cavalli, Claudio Intropido
con Andrea Robbiano
21 gennaio, ore 11
Andrea ha un sogno: insegnare. Ma nonostante il 110 e lode in lettere e filosofia
per vivere è costretto a lavorare in un call center, finché un giorno, finalmente,
riceve l'incarico di una supplenza proprio nella scuola media da lui frequentata da
ragazzo. La professoressa che deve sostituire gli lascia l'arduo compito di
spiegare ai ragazzi "vita e opere di Giacomo Leopardi". Così Andrea, anzi il
Professor Roversi, dovrà misurarsi con una classe che sarà rappresentata dagli
spettatori presenti in teatro. Nasce così una bizzarra e coinvolgente lezione nella
quale si mescolano poesie, riflessioni personali, interazioni con la platea,
momenti di grande ironia e divertimento. Attraverso la dolorosa vicenda
vicenda umana e
l'opera di Giacomo Leopardi, il professor Roversi toccherà temi e problemi legati
all'adolescenza come l'inadeguatezza, il desiderio e la paura d'amare, la
sensazione di essere sbagliati, di essere "fuori misura". Un monologo divertente,
appassionato e originale recitato da Andrea Robbiano, dalla qualità comunicativa
fresca e spontanea, che farà riflettere il giovane pubblico sull'importanza della
poesia, dell'arte ma anche sul rapporto insegnante-studente e sull'importanza
della scuola e dello studio. Come ci spiega Simonetta Muzio, insegnante che ha
curato l’aspetto didattico dello spettacolo: “Nelle nostre aule, già di per sé strette,
alcuni autori per la loro grandezza ci stanno a malapena. Uno di questi è
Leopardi, che giganteggia senza essere un eroe. Non è facile sciogliere la sua
figura dal peso degli stereotipi, dei secoli e dei programmi scolastici, per
restituirlo alle nuove generazioni nella limpidezza delle sue parole e nella lucidità
feroce e affilata delle sue domande. Serve un’emozione, un passaggio empatico di
testimone che permetta ai nostri studenti di scavalcare i due secoli che li separano
per ritrovare in lui i loro stessi desideri, ansie, illusioni. Il teatro allora ci viene in
aiuto per combinare l’incontro, accendere la curiosità,
curiosità, spostare il punto di vista
proprio a metà tra la siepe e l'infinito”.
Teatro delle Briciole
W (PROVA DI RESISTENZA)
di e con Beatrice Baruffini
1919-20 aprile, ore 11
Segnalazione Speciale Premio Scenario 2013
“I laterizi (o mattoni) di qualsiasi tipo e forma, debbono nella massa essere scevri da sassolini e da altre
impurità; avere facce lisce e spigoli regolari; presentare alla frattura (non vetrosa) grana fine ed uniforme;
dare al colpo di martello suono chiaro; assorbire acqua per immersione; asciugarsi all’aria con sufficiente
rapidità; non sfaldarsi e non sfiorire sotto l’influenza degli agenti atmosferici e di soluzioni saline; non
screpolarsi al fuoco ed inoltre avere resistenza adeguata agli sforzi ai quali dovranno essere assoggettati in
relazione all’uso.” (art. 3 R.D. 16 novembre 1939 n° 2233)
La prova di resistenza è una prova caratteristica del mattone forato. Viene fatta
applicando un carico di peso sempre maggiore su tutti e tre i lati del mattone,
fino a raggiungere il carico di rottura e stabilire così il grado di resistenza del
mattone forato. “W” è il grido di vittoria di chi supera quella prova senza morire.
Parma 1922: prova di resistenza. Nei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del
Naviglio, gli abitanti resistettero, innalzando
innalzando le barricate, all’aggressione dei
fascisti guidati da Italo Balbo. Furono cinque giorni di scontri in cui quasi tutta la
città si schierò unita contro un comune nemico. Donne, uomini, bambini, ragazzi,
ognuno come poteva, parteciparono a una lotta collettiva
collettiva che portò Parma a
essere l’unica città in grado di respingere il fascismo, prima della marcia su Roma.
Questa è una storia di povertà e di vendetta. Di buoni e cattivi. Di rossi e neri. E’
un racconto dove le passioni nascono in strada, fuori dalla
dalla finestra, perché in casa
si sta stretti. E in strada, in fila per il bagno, davanti all’unica fontana che pompa
acqua, sugli scalini a giocare a carte, sulla porta delle osterie, si vive. Si fa
l’appello dei figli per vedere quanti sono. Si fischietta Verdi, ci si prende a pugni,
ci si allena alla lotta. Si sceglie la guerra. Si alzano marciapiedi. Muri. Barricate. E’
una storia di ribellione e di resistenza. Di mattoni forati e di donne e uomini tutti
d’un pezzo.
Motivazione della Giuria. Con vena poetica e semplicità Beatrice Baruffini rievoca la “prova di
resistenza” degli abitanti dei quartieri popolari dell’Oltretorrente e del Naviglio di Parma che nel
1922 resistono all’aggressione dei fascisti, capitanati da Italo Balbo. È in un certo senso la stessa
barricata, rappresentata da una serie di mattoni posati sulla scena, a dar vita all’intero racconto
secondo la miglior tradizione del teatro di oggetti. Baruffini, recuperando le importanti esperienze
di Claudia Dias e di Gyula Molnar, con originalità e senza retoriche commuove per la capacità di
trasfigurazione e per la sensibilità nel recupero della memoria.
INFORMAZIONI
>Prenotazioni: a partire dall’8 OTTOBRE
Orari> dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30, giovedì dalle 11 alle 17
Tel>0521/989430
992044
Tel>
Mail>[email protected]
/ [email protected]
Mail>
BIGLIETTI
6€ /gratuito per gli insegnanti
PROMOZIONI
Le classi che prenoteranno più di due spettacoli, avranno una riduzione pari
ad 1€ sul prezzo del biglietto di ciascun spettacolo.
15€
15€ x 3 spettacoli (anziché 18€)
18€)
PROGETTO SPECIALE ASSEMBLEA A TEATRO/spettacolo
TEATRO/spettacolo + incontro
Ogni istituto può riservare la sala grande del Teatro -capienza: 400 posti- per
un’assemblea
assemblea d’istituto che abbini uno spettacolo scelto tra i titoli in programma
o altri suggeriti dalla direzione artistica, e un successivo incontro con gli artisti, al
prezzo di 6€ a studente.
SERATA AL PARCO 2015.16
Spettacoli alla sera con la classe>
classe il costo del biglietto è pari al prezzo degli
spettacoli matinée (6
6€ /gratuito per gli insegnanti).
MODALITA’ DI PAGAMENTO
Vi chiediamo gentilmente di provvedere al pagamento del 50% della quota totale
dei biglietti entro e non oltre 20 giorni dalla rappresentazione prescelta. Il giorno
dello spettacolo si provvederà al saldo.
Le eventuali disdette dovranno pervenire entro 20 giorni dalla data dello
spettacolo. Oltre tale termine la Direzione del Teatro tratterrà la somma versata
dei biglietti.
I pagamenti si potranno effettuare presso gli uffici del Teatro al Parco, tramite
bonifico bancario sul conto corrente presso Cariparma Crédit Agricole, sede di
Parma, intestato a Solares Fondazione delle Arti c/prevendite, specificando
obbligatoriamente quanto segue:
CODICE IBAN IT18A0623012700000036542912
NOME DELLA SCUOLA E CLASSE
TITOLO E DATA DELLO SPETTACOLO (per esigenze della banca siete pregati di
indicare in modo abbreviato, ma comprensibile, il titolo dello spettacolo
prenotato)
COME SI ACCEDE A TEATRO
Si ricorda che l’ingresso al Parco Ducale non è consentito ai pullman e che gli
ingressi pedonali più vicini sono: Via Pasini e V.le Piacenza (retro Star Hotel du
Parc).
Per favorire un corretto approccio al teatro, si invitano le classi ad arrivare almeno
20 minuti prima dell’inizio dello spettacolo.
Le classi che arriveranno a spettacolo iniziato non potranno accedere alla
rappresentazione. In questo caso la Direzione del Teatro tratterrà la somma
versata dei biglietti.
MATERIALE INFORMATIVO
Presso gli uffici del Teatro al Parco è disponibile il materiale informativo sugli
spettacoli: testo, rassegna stampa, schede per insegnanti. Il programma della
rassegna è consultabile sul sito www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole
Teatro delle Briciole
Solares Fondazione delle Arti
Parco Ducale, 1 43125 Parma
Biglietteria e prenotazioni>dal martedì al venerdì dalle ore 11 alle 14.30, giovedì
dalle 11 alle 17
0521/989430 992044 www.solaresdellearti.it/teatrodellebriciole
[email protected]
[email protected]