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I Parroci
Quadro geografico
Paolo Castello
Il comune di Saint-Christophe è sito alla confluenza tra le valli del
torrente Buthier e del fiume Dora Baltea. Il suo territorio si sviluppa pertanto
sia lungo il versante destro della valle principale della Dora, sia lungo parte
del versante sinistro della valle del Buthier ed è esposto quasi interamente
all’adret, cioè verso sud e sud-ovest.
La sua superficie territoriale è di 14,71 km² ed il suo capoluogo è sito
a 619 m s.l.m.
L’altitudine è compresa tra i 540 m circa della piana della Dora, nella
zona dell’Aeroporto, e i 2.814,7-2.856,0 m del Mont-Mary e della Becca-deViou, lungo la cresta spartiacque con la Valpelline.
Il territorio comunale può essere suddiviso in due settori principali: il
settore posto lungo la parte bassa e alla base del versante sinistro della valle
della Dora, contraddistinto da terreni pianeggianti o a debole pendenza, ove
sorgono i vari abitati e dove sono stati realizzati, nella piana una volta
percorsa dal fiume, gli insediamenti commerciali industriali ed artigianali, e
la porzione medio-alta dei versanti vallivi, piuttosto acclive ed occupata da
boschi e pascoli, con rari abitati (Cerisolaz, a 1.160 m, e Parléaz, a 1.260 m
s.l.m.), delimitata dai torrenti di Bagnères e di Parléaz siti rispettivamente al
confine con i comuni di Quart, ad est, e di Aosta e Roisan, a nord-ovest.
Geologia e geomorfologia
Nel territorio del comune di Saint-Christophe affiorano rocce metamorfiche appartenenti all’unità tettonica denominata «Lembo del MontMary» della Falda Dent-Blanche (Sistema Austroalpino), costituite essenzialmente da gneiss a grana fine.
Il Lembo del Mont-Mary rappresenta una porzione di un antico margine
continentale «africano» che, durante l’orogenesi alpina, ha ricoperto le rocce
derivanti dal metamorfismo dei materiali di origine magmatica e sedimentaria depositatisi, nel Mesozoico, entro l’antico oceano che separava il «paleocontinente africano» da quello «europeo» ed attualmente costituenti la
Zona Piemontese dei calcescisti con pietre verdi, affiorante negli adiacenti
comuni di Aosta, Nus e Pollein. In seguito a fenomeni tettonici ed erosivi
tale lembo è stato smembrato e separato dal corpo principale della falda,
denominata Zona Sesia Lanzo ed affiorante nella parte sud-est della Valle
Becca-de-Viou
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1
Bonetto F., Gianotti F., 1998
- Guida al «Giardino delle rocce» del Comune di Pollein.
Saint-Christophe
d’Aosta, e da vari altri lembi minori, quali quello del Mont-Emilius. A causa
dell’alterazione e della disgregazione delle rocce e dell’azione di trasporto e
deposito esercitata dalla gravità, dai ghiacciai e dai corsi d’acqua, il substrato
roccioso è in parte ricoperto da depositi recenti (copertura quaternaria).
Nella parte alta del territorio di Saint-Christophe la roccia è pertanto
parzialmente ricoperta da coni e falde detritiche (forme d’accumulo, ben
visibili lungo le pendici della Becca-de-Viou e del Mont-Mary, che rappresentano il risultato finale del processo di disgregazione meccanica della
roccia, legato ai cicli di gelo e disgelo ed in particolare al congelamento
dell’acqua nelle fessure, e dell’azione della gravità) e da prodotti colluviali
(materiali mobilizzati dalle acque piovane ruscellanti).
Morfologie caratteristiche del paesaggio glaciale e periglaciale, cioè
tipiche delle regioni a clima freddo, sono inoltre i cordoni morenici relativamente recenti, a cui si sovrappongono dei rock glaciers (accumuli di blocchi
angolosi, alimentati da detriti e denominati anche «ghiacciai di pietre» per
la loro forma somigliante a quella tipica dei ghiacciai vallivi, che, qualora
attivi, si muovono lentamente verso valle per presenza di ghiaccio all’interno) e le nivomorene (argini detritici, dalla forma arcuata o a festone,
talora presenti lungo i versanti o al piede delle falde detritiche, dovute allo
scivolamento di materiali detritici su superfici nevose) che si osservano alla
sommità del bacino del torrente Parléaz, ai piedi della Becca-de-Viou e del
Mont-Mary.
I versanti sono invece in buona parte ricoperti da depositi glaciali e
fluvioglaciali, formatisi prevalentemente durante l’ultima glaciazione del
Pleistocene (tra 25.000 e 10.000 anni fa, quando lo spessore del ghiacciaio
raggiungeva i 1600 m) e la successiva fase di ritiro dei ghiacciai. Tra gli
accumuli più evidenti si segnalano i residui di cordoni morenici presenti in
corrispondenza del villaggio di Parléaz, il conoide fluvioglaciale di Chiou,
posto in corrispondenza di un antico sbocco del torrente Parléaz, e il rilievo
conico di Crétaz, alla base del versante. Allo sbocco attuale del torrente
Parléaz, al confine con il territorio del comune di Aosta, vi è invece una
piccola forra generatasi in seguito alla parziale erosione del gradino roccioso
(«gradino di confluenza») che, a causa del differente potere erosivo dei due
ghiacciai, separava la valle sospesa del ghiacciaio tributario, proveniente
dalle pendici della Becca-de-Viou e del Mont-Mary, dalla valle principale
del Buthier.
Forme caratteristiche dell’azione di erosione e modellamento esercitata
dagli antichi ghiacciai sono inoltre i dossi rocciosi montonati, dalla superficie arrotondata e levigata, presenti nella zona di Busseyaz e Morisod al
confine con il comune di Aosta.
La morfologia della piana della Dora è infine legata agli eventi succedutisi al ritiro del grande ghiacciaio balteo e al parziale riempimento della valle
da esso scavata. Dai risultati di varie indagini effettuate nel passato1, l’origi-
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Quadro Geografico
Il rimboschimento
nella zona di Senin,
negli anni ‘50
nario fondo della valle glaciale, costituito dal substrato roccioso, risulta
raggiungere lungo il suo asse, nella zona di Saint-Christophe, profondità
variabili tra 200 e 370 m, rispetto all’attuale superficie del terreno.
In seguito al ritiro del ghiacciaio, avvenuto circa 10.000 anni fa, e al
successivo innesco di fenomeni gravitativi di ingenti dimensioni (paleofrane)
che hanno in vari punti sbarrato la valle principale, si sono formati alcuni
grandi laghi. Il primo, in ordine di tempo, è legato alla paleofrana del MontAvic che ha sbarrato la valle in corrispondenza dell’attuale gola di Montjovet,
formando un enorme lago la cui superficie libera raggiungeva i 510-520 m
s.l.m. e che si sviluppava da Saint-Vincent a Villeneuve; il secondo lago,
formatosi in epoca successiva a causa di una frana staccatasi nel vallone di
Porteron-Champlan, a Fénis, ebbe dimensioni minori ed il livello dell’acqua
raggiunse presumibilmente 525 m s.l.m.
Tali laghi vennero colmati da depositi di materiali fini (limi, argille e
sabbie ghiaiose) e, in corrispondenza dello sbocco dei vari torrenti affluenti,
da materiali più grossolani (sabbie, ghiaie, ciottoli e blocchi) appartenenti ai
vari delta lacustri. Ad avvenuto colmamento al disopra dei depositi lacustri
si depositarono i materiali prevalentemente grossolani della Dora Baltea e di
vari conoidi di deiezione formati, nell’area in esame, dai torrenti Buthier,
Laures e Bagnères.
Entro i depositi che hanno colmato l’antica valle glaciale vi sono delle
falde acquifere, sia freatiche che in pressione, in parte captate mediante
pozzi.