Vélez Iván, Sobre la leyenda negra, Madrid, Ediciones Encuentro

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VÉLEZ Iván, Sobre la leyenda negra, Madrid, Ediciones Encuentro, 2014, pp. 327
Frutto di una lunga meditaciones elaborata nel corso degli anni, il testo presenta in forma
omogenea una raccolta di saggi, alcuni già pubblicati, ma la maggior parte del tutto inediti,
attraverso i quali si intende restituire al lettore contemporaneo un quadro organico sull'origine
della «leggenda nera», intesa come teoria secondo cui i dati storici sull'Impero spagnolo
sarebbero stati distorti a partire almeno dal XVI secolo, con l'obiettivo di screditare l'immagine
della Spagna al fine di limitarne l'influenza politica. Il volume Sobre la leyenda negra si apre
con la prefazione (pp. 7-15) del prof. Pedro Insua Rodriguez, presidente dell'associazione
Nódulo materialista, che riflettendo sull'impronta precipuamente denigratoria della leggenda
nera, sottolinea che «además del carácter práctico anti-español de tal leyenda, lo esencial a la
misma es, precisamente, su carácter falsario (aun con sus pretensiones de verdad, de allí el
término, algo vago y ambiguo de "leyenda", para referirse a la misma, y no más bien "historia"»
(p. 10). Scorrendo le pagine del testo, appare infatti evidente quanto determinati stereotipi
abbiano influito negativamente sulla storiografia moderna e contemporanea, al punto da indurre
il prof. Pedro Insua Rodriguez ad affermare la peculiarità della leggenda nera, così radicata nel
pervertire gli eventi storici che videro protagonista il Regno di Spagna, ma ad esempio del tutto
assente in altri contesti europei, quale ad esempio quello tedesco, visto che la storia della
Germania del XIX secolo, realmente oscura, non sembrerebbe aver suscitato alcuna legenda
nera (p. Il). L'introduzione (pp. 17-22) permette di comprendere non solo l'attenzione
metodologica che ha guidato la stesura del volume, ma anche la sofferenza personale
dell'autore, cosciente di quanto sia stato e sia ancora importante il peso politico che l'ideologia
che mosse la leggenda nera riveste per il proprio paese, per «todo aquello que tenga que ver con
España» (p. 22; ma in tal senso anche p. 320). Il testo ruota intorno a due sezioni. La prima
parte, dedicata alla Spagna imperiale, si concentra sugli scritti polemici nei confronti
dell'Impero in ascesa. La sezione si suddivide in 24 capitoli che analizzano i principali topos
della leggenda nera spagnola (pp. 25-215). La seconda parte affronta la cristallizzazione
dell'espressione «leggenda nera», la cui nascita fu tardiva rispetto al sorgere dei temi legati alla
denigrazione della Spagna, e che l'autore situa verso la fine del secolo XIX. La seconda sezione
consta di nove capitoli (pp. 219-319), che tratteggiano l'uso di tale espressione a partire dagli
ultimi anni dell'Ottocento. Il volume si chiude con una breve conclusione (p. 320) ed una breve
bibliografia (pp. 321-327). La lettura complessiva del testo restituisce al lettore l'immagine di
una Spagna che nel corso dei secoli fu bersaglio della propaganda protestante, illuminista e,
infine, comunista, tutte forze che, susseguitesi nel tempo,furono politicamente ed
economicamente interessate a creare una leggenda nera ovvero a dipingere il Regno di Spagna
come la patria della tirannia, del fanatismo, della cupidigia e dell'insipienza politica. I
protestanti osteggiavano l'Europa unificata da una cultura latina e cattolica. Gli illuministi,
seguiti dalla massoneria ottocentesca e novecentesca, aborrivano il cattolicesimo quale religione
di Stato. I comunisti si vendicarono della Spagna che segnò la loro disfatta negli anni Trenta.
Un lungo e secolare lavoro volto a proiettare un'immagine, la più negativa possibile, su un
popolo che, dove giunse, lasciò sempre dietro di sé terre cattoliche. Eventi incontrovertibili che,
una cultura nichilista e relativista come quella attuale, ancora oggi non le perdona.
Vincenzo Fasano
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