Eliminati i co.co.co., oggi ii precariato passa

Eliminati i co.co.co., oggi ii precariato
passa attraverso i •• buoni" a sette euro e
mezzo t'ora. Che ormai dilagano, creando
una nuova classe sociale. Ecco le storie
di chi sbarca ii lunario in questo modo
di Fabrizio Gatti
foto di Luca Locatelli per /'Espresso
rapporto di lavoro e lo stesso lavoratore cessano di esistere.
.
Pochi giorni fa l'Inps ha confermato tl boom anche per 11
2015: 115 milioni di buoni-lavoro staccati da gennaio a dicem­
bre, contro i 69 milioni de! 2014 e i 36 milioni de! 2013. Un
aumento nazionale de! 67,5 per cento in dodici mesi con pun­
te de! 97,4 per cento in Sicilia, dell'85 in Liguria, dell'83 in
Puglia e in Abruzzo, del 79 in Lombardia. La nuova classe
sociale coinvolge gia piu di un milione e mezzo di lavoraton,
due terzi dei quali al Nord. Meta uomini e meta donne. E l'eta
media e in continua diminuzione: 60 anni gli uomini e 56 le
donne nel 2008, anno di introduzione dei buoni-lavoro; 44 e
36 anni nel 2011; 37 e 34 anni oggi.
Anche !'eta conferma la trasformazione da rimedio estem­
poraneo per arrotondare la pensione o gli ultimi anni di attivi­
ta, a retribuzione vera e propria. Nel 2015 i datori di lavoro
(imprese, commercianti, famiglie) hanno acquistato voucher
per un miliardo e centocinquanta milioni di euro, che hanno
generato contributi per quasi 150 milioni all'Inps, per 80 mi­
lioni all'Inail e compensi ai lavoratori per 862 milioni e 500
mila euro, nitre a 57 milioni in commissioni burocratiche.
La crisi economica fa sicuramente la sua parte. Spinge gli
imprenditori a tagliare i costi e a impiegare i dipendenti a ore
o a giornata, soltanto quando servono.E mette anche a d1spo­
sizione una massa di disoccupati, cassintegrati, esodati, mob1litati, licenziati costretti a svolgere piu lavori saltuari per ,rac­
cogliere qualcosa che assomigli alle briciole di una paga. E un
po' come ii junk-food, il cibo spazzatura: si mangia quello che
capita. Qui siamo al junk-job: si accetta quello che passa'.
Non sempre, ovviamente, ii giudizio e negativo. Per gli stu­
denri superiori e universitari i buoni sono una risorsa contro il
lavoro nero o l'apertura di costose partite Iva: permettono in­
fatti di lavorare in regola in bar, ristoranti, negozi e uffici per
mantenersi parte degli studi. Nella stessa categoria degli stu­
un inutile privilegio. Ma non ha diritto ad ammalarsi, a curar­ denti, rientrano quanri arrotondano grazie ai voucher uno o
si, a maternita o patemita, a ottenere un mutuo per la casa, al piu stipendi part-time. Il lavoro accessorio tra l'altro non va
congedo matrimoniale, al permesso per accudire i figli malati. dichiarato al fisco. Ma sono gli unici a
Cioe a tutta quella serie di conquiste civili che finora hanno dirsi completamente soddisfatti. La seconfatto la differenza tra un cittadino dell'Europa occidentale e un d a categoria di voucheristi comprende
operaio-suddito dei regimi orientali.Perche al di fuori dei pochi quanti integrano in questo modo la magra
centimetri quadrati del voucher e delle relative ore pagate, ii pensione di anzianita. Oppure ii salario di
NA VOLTA C'ERANO L'OPERAIO, la guardia
notturna, l'autista, ii postino, ii cameriere ,
l'idraulico, l'insegnante, ii professore univer­
sitario. La nostra identita dipendeva anche dal
ruolo che ii lavoro ci assegnava nella societa.
Oggi tutte queste professioni, e molte altre
ancora, possono essere riassunte in un unico
mestiere: il voucherista. Essersi fermati alla terza media, come
Andrea P., 49 anni, o avere tre lauree come Marco Traversari,
52 anni, docenre universitario, per il moderno datore di lavoro
forgiato dalla crisi e dalla retorica della quarta rivoluzione in­
dustriale non fa nessuna differenza. Sia Andrea, parcheggiato­
re notturno a chiamata, sia ii professor Traversari valgono 7
euro e 50 centesimi di paga netta l'ora, piu un euro e trenta di
contributi pensionistici all'Inps, settanta centesimi di assicura­
zione antinfortunistica all'Inail e cinquanta centesimi di gestio­
ne del servizio. Fanno dieci euro tondi tondi: cioe, il costo
orario lordo de! lavoro nell'Italia che fa scappare i cervelli e
tratta chi resta allo stesso modo, dal disoccupato a vita ai pro­
letari della conoscenza.
E nata cost una nuova classe sociale: ii popo­
lo dei voucher, dei buoni-lavoro, degli italiani
pagati con uno strumento inventato per gli im­
pieghi saltuari nell'agricoltura e le ripetizioni del
doposcuola. Ma oggi esteso a tutti i settori. Un
ulteriore contributo della legge all'aumento dei
working-poor: i nuovi poveri che, nonostante
lavorino, vivono appena sopra ii limite di sussi­
stenza, o addirittura al di sotto. 11 voucherista
non ha infatti diritto a riposi o a ferie pagate. E
questo, nel clima di cinesizzazione sociale che
stiamo vivendo, porrebbe essere visto come >
disoccupazione. E per le persone in mobi­
lita sopra i quarantacinque anni la condi­
zione di voucheristadiventa una condanna
permanente al sottoprecariato: perch€ l'i­
stituzione dei buoni-lavoro offre ai datori
la possibilita di non stabilizzare mai i loro
dipendenti. La terza categoria raccoglie gli
ex contratti a progetto, ora in gran
parte aboliti, e le finte partite Iva,
settore crollato de! dieci percento nel
2015. E loro stanno addirittura
peggio: e la situazione di migliaia di
collaboratori, educatori, addetti di
cooperative socia!i e picco!e societa
a responsabilita limitata che da
quakhe mese devono accettare stipendi in minima parte pagati con i buoni. Il resto in nero.
l.;uso di voucher sta dando corpo anche a due categorie di
datori di lavoro: quelli che rispettano la norma e trasformano
il rapporto accessorio in contratto non appena l'impiego di­
venta stabile e quanti continuano a suddividere illegalmente
l'impiego stabile in piu rapporti accessori. Soltanto due limiti
economici imposti dalla legge impediscono al momenta una
diffusione piu massiccia dei voucheristi,auspicatada un'ampia
scuola di giuslavoristi rappresentata anche dall'ex ministro nel
governo Berlusconi, Maurizio Sacconi. Sona la barriera di
settemila euro netti de! compenso complessivo annuo in buoni
che un lavoratore non puo superare e di 2.020 euro all'anno
pagati da ogni singolo committente. La terza condizione, cioe
ii vincolo che si tratti di lavoro accessorio,viene gia aggirata da
tempo. Soprattutto dove i voucher hanno avuto successo nel
coprire ii lavoro nero.
UN ALIBI PER EVITARE GUAI Ecco cosa accade in Veneto e
in Friuli Venezia Giulia, regioni in cui l'impiego di vouche­
risti ha registrato un aumento del 57,4 e de! 40,1 per cento
nell'ultimo anno. I buoni-lavoro hanno polverizzato i con­
tratti part-time e stagionali nell'agricoltura. E oggi anche
nelle campagne raccontate nel primo romanzo di Pier Paolo
Pasolini "II sogno di una cosa", grazie ai voucher si ricorre
largamente al lavoro nero. La raccolta della frutta e la ven­
demmia in F riuli durante l'estate e l'autunno 2015 hanno
consolidato ii rapporto tra la parte dello stipendio pagata
in buoni e la parte illegale. Edi uno a trenta: 37,50 euro al
mese in voucher e 1.062,50 in contante per un massimo
mensile di millecento euro. Ovviamente, soltanto per le
settimane lavorate. Se piove o la raccolta termina, si va a
casa senza paga. Fanno comunque piu o meno 40 euro al
giorno: un ottimo compenso rispetto ai 25-30 euro pagati,
quando va bene, dai caporali in Sicilia, Calabria, Puglia e Campania.
Ma che senso ha staccare 37 euro e
50 al mese in buoni-lavoro su un tota­
le di millecento euro? Sano ii valore
netto di appena cinque voucher: «Cer­
to», risponde Paolo F., 53 anni, ex
operaio in un'impresa subappaltatrice
di Fincantieri a Monfalcone e oggi
bracciante a chiamata: «E sono ['alibi
per evitare guai con l'ispettorato. E la
prima informazione che ti danno sui
campi: "Se viene un controllo, dire che e ii primo giorno che
fate qui". II voucher serve a questo: a coprire l'eventuale veri­
fica o l'evenruale infonunio.Alla raccolta de Ila frutta guest'an­
no eravamo in novanta. Un po' di tutto: padri di famiglia come
me, cinquantenni in mobilita da anni, donne senza lavoro,
qualche romeno. Tutti pagati 37 euro e 50 in voucher al mese
e ii resto cash. Fanno oltre novantamila euro al mese di nero
che l'azienda tira fuori per pagare ii personale. Per obbligarli a
versare i conrributi, basterebbe verificare il lavoro eseguito.
Come e possibile raccogliere tonnellate di frutta per i super­
mercati lavorando soltanto le cinque ore al mese retribuite dai
voucher? Inutile aggiungere che di controlli non ne abbiamo
mai visti». Perch€ non vuole sia rivelato il suo cognome? «Per­
ch€ devo lavorare. I voucher hanno cancellato le ultime tutele
sindacali: se parli, come minimo non ti chiamano piu ».
Una norma, introdotta dopo l'inchiesta de ")'Espresso" sul
caporalato nella raccolta dei pomodori, impone che i contrat­
ti siano registrati un giorno prima de! loro inizio. Con i voucher
basta un minuto prima: magari lo stesso momenta in cui av­
viene un incidenre. «Sappiamo di imprenditori che una volta
passato ii nostro controllo hanno disattivato ii voucher», rive­
lano i carabinieri de! Nucleo di tutela de! lavoro in Lombardia:
«Lo sappiamo in via confidenziale. L'Inps non ha nessuna
banca dati sulle disattivazioni. II trucco e attivare ii voucher
tutti i giorni per una sola ora. E magari disattivarlo a fine gior­
nata. Per noi diventa impossibile contestare ii lavoro nero.
Dall'evasione totale dei contributi si passa all'elusione e le
sanzioni si riducono. Dovremmo insomma impiegare uomini
e risorse dello Stato per recuperare cifre irrisorie che non giu­
stificano ii costo».
EOOCATOR'E E FATTORINO Basta il confronto con la cedola di
una busta paga rradizionale per misurare la smaterializza­
zione de] rapporto di lavoro che ii voucher ha garantito.
Questo e quanto riporta la busta: ragione sociale dell'azien­
da, nome e cognome de] dipendente, data di nascita, data di
assunzione, scatti di anzianita, luogo di lavoro, mansione,
figli a carico, ferie, permessi, T fr, versamenti Inps e Inail. E
questo e quanto viene richiesto dal voucher: periodo presta­
zione, codice fiscale datore di lavoro, codice fiscale lavora­
tore, firma lavoratore. Fine.
Aldo Furini, 55 anni,gestisce con la sorella Silvia la tratroria
"Il Santuario" a Rovella Porro, provincia di Como. Pranzo a
prezzo fisso a dodici euro durante la settimana e pizzeria-bir­
reria ii venerdi e ii sabato sera. Molte fabbriche svuotate dalla
delocalizzazione. La concorrenza delle mense aziendali. «Tut­
ta la settimana bastiamo noi», racconta Furini, «venerdi e sa­
bato, se abbiamo prenotazioni o prevediamo movimento, )
chiamiamo i ragazzi. Semo tutti studenti. A volte qualcuno
non puo o e malato, allora si continua ii giro di telefonate
finche la necessita e coperta. Li paghiamo tutti con i voucher.
Lo Sta to ha la grande convenienza. Prende i soldi in anticipo
all'acquisto dei buoni e si tiene ii venticinque per cento. Eun
vantaggio anche per l'Inps, visto che per la crisi molte azien­
de non pagano piu i contributi». Mai pensato di stabilizzare
uno o due camerieri? « Vorremmo assumere un dipendente
a contratto. Ma le spese sono insopportabili. Soltanto per
tenere la contabilita della busta paga, la Camera di commer­
cio ci chiede milleduecento euro all'anno per persona. Piu di
uno stipendio mensile. Noi non ci stiamo dentro».
Non per tutti la roulette gira cosl male. Simone Regio, 39
anni, e soddisfatto. Grazie ai voucher puo arrotondare i
milleseicento euro netti di due contratti part-time: educatore
in un centro di riabilitazione psichiatrica e in un'associazio­
ne privata. II terzo lavoro di voucherista e sui pedali: corrie­
re porta a porta in bicidetta per la "Ubm - Urban bike mes­
sengers" di Milano, la piu grande sociera de! settore in Italia.
II suo collega,Simone Gambarin, dai buoni-lavoro e passato
al contratto a tempo indeterminato sempre con "Ubm". E a
36 anni puo finalmente permettersi la sua prima casa in affitto. «Per noi i voucher sono stati una soluzione», spiega
Gianni Fiammengo, proprietario di Ubm, «per tutte quelle
persone che lavorano saltuariamente e che cosl sono pienamente coperte da contratto, assicurazione e Inps. Ora i
voucher Ii utilizziamo poco perche gli sgravi fiscali ci hanno
permesso di assumere quattordici corrieri full-time. I buoni
Ii usiamo per i pochi part-time rimasti. Ne! frattempo l'azienda si e ingrandita
SE NON SAi PILI CHI SEI Marco Traversari e docente nel labo­
ratorio di Antropologia e lavoro de! corso di laurea magistrale
in Antropologia dell'Universita di Milano Bicocca. lnsegna
anche Antropologia culturale in un liceo di Brescia. E laureato
in scienze politiche, antropologia e filosofia ed e autore di libri
e rnanuali scolastici. I due contratti part-time da docente co­
prono solo ii settanta per cento de! suo fabbisogno per vivere.
Per ii rimanente trenta per cento, Traversari deve impegnarsi
in consulenze culturali, corsi di formazione, partecipazione a
conferenze. E in tutto questo e pagato in voucher. «Ne! 2015 i
buoni-lavoro hanno spazzato via rutto quello che esisteva:
contratti, cococo, cocopro, finte partite Iva, ritenute d'acconto.
Dove la pubblica amministrazione ha appaltato i servizi»,
spiega, «h le cooperative ora pagano solo in voucher.
Ma ii cambiamento va oltre l'eliminazione de! contratto. I
voucher sono la cifra della trasformazione culturale che stia­
rno vivendo. ln gioco c'e ii ruolo sociale di ciascuno: in socio­
logia, ii ruolo e costituito dalle aspettative che gli altri hanno
de! tuo status sociale. Nel voucher ii ruolo e indifferenziato.
In questo il voucher e l'emblema del postfordismo: e l'espres­
sione della smaterializzazione del lavoro come costruzione
della propria identita stabile. Freud pero ci insegna che l'iden­
tita psicologica stabile deriva dall'equilibrio tra eros e lavoro.
Nel momento in cui il lavoro diventa instabile, flessibile,
smaterializzato anche l'identita psicologica diventa fluida,
instabile». Dove porta tutto questo? «Al problema di non
sapere chi sei. Allora diventa potente la necessita di un'iden­
tita nazionalistica o religiosa. E lo vediamo in quello che sta
succedendo in Europa. Gli studenti comunque vogliono i
voucher: chi fa lavori di pochi mesi, trova giusto essere pagato
in voucher. La flessibilita e parola che loro mettono in pratica ».
Cidentita di Andrea P., parcheggiatore notturno a Milano, e
flessibile da quando ha perso ii lavoro di carrozziere. E poi ii
contratto di autista. Lui ha cercato di nascondere il dramma
alla moglie e ai due figli. Per portarli in vacanza, ha speso i
duemila euro di risparmio dei ragazzi. Ma quando la moglie lo
ha scoperto, l'ha cacciato di casa. Ora Andrea, a quasi cin­
quant'anni, e tomato a vivere con la rnamrna, vedova e pensio­
nata. La madre, immigrata pugliese nella Milano de! boom
economico, 11011 sa che il figlio e un voucherista: 400-500 euro
al rnese in buoni da rnarzo a setternbre nella stagione <lei con­
certi. Sorveglia le auto del pubblico oppure controlla i bigliet­
ti ai tornelli quando a San Siro e nelle discoteche arrivano i
grandi norni della musica italiana e mondiale. Ma di tutto lo
spettacolo, Andrea prende soltanto le briciole: « Da setternbre
a rnarzo faccio la fame», confessa, «non ho percl ii coraggio
di dirlo a rnia madre. Allora mi alzo la mattina alle 6,30, mi
lavo e mi vesto. E fingo di andare a lavorare». II nascondiglio,
!'ultimo rifugio stabile sono i tre metri per uno e mezzo della
cantina, un finto tappeto di nylon sul cemento, un piumone
bianco per scaldarsi, lo scaffale vuoto aIla parete, due maglie
in cashmere della vita che fu appese a un angolo. Andrea
ascolta la radio, dorme, pensa. Fino alle due del pomeriggio,
quando esce dal sotterraneo e finge di tornare dal lavoro. La
prima volta che l'hanno pagato in voucher, l'hanno perfino
>).
fregato. L'impresario di quel periodo gli ha dato buoni per
400 euro. Ma quando il parcheggiatore e andato a riscuoter­
Ii dal tabaccaio e poi all'Inps, gli hanno detto che erano stati
disattivati. Andrea sorride amaro: « Ho scoperto cosl che
anche ii buono non era buono».111