Caterina Ciani De Martinez

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Caterina Ciani De Martinez
Caterina Ciani de Martinez, l’anima vitale del Festival Dino Ciani di Cortina D’Ampezzo
con sobrietà ed eleganza srotola il suono caldo e avvolgente della tenacia, il ritmo
pulsante e creativo dell’entusiasmo in un Festival che è dialogo fra le Arti, solo così la
Bellezza si apre alla Natura dal 25 luglio all’11 agosto… Un festival musicale e
culturale di altissima qualità, che presenta artisti di fama mondiale e giovani
talenti dedicato a Dino Ciani un’anima carismatica che amava la musica, la
cultura e la vita con vera passione.
di Antonella Iozzo
Caterina Ciani De Martinez, l’anima vitale del Festival Dino Ciani di Cortina
D’Ampezzo con sobrietà ed eleganza srotola il suono caldo e avvolgente della tenacia,
il ritmo pulsante e creativo dell’entusiasmo in un Festival che è dialogo fra le Arti, solo
così la Bellezza si apre alla Natura dal 25 luglio all’11 agosto.
Come e quando nasce il Festival Dino Ciani?
Il Festival è nato nel 2006 quando un amico di famiglia ci ha fatto sapere che a Cortina si
stava costruendo un teatro – la Sala Congressi “Alexander Girardi” Hall. Le attività
dell’Associazione Dino Ciani a Milano, il Premio Internazionale per Giovani Pianisti al
Teatro alla Scala, erano in sospeso per i cambiamenti strutturali che stavano investendo
la Scala e così abbiamo voluto continuare a ricordare Dino Ciani con un Festival a nome
suo a Cortina d’Ampezzo, un luogo che lui amava particolarmente. Era un grande
appassionato di montagna, amava sciare e scalare e andava a Cortina non solo per
studiare e trovare la pace, ma anche per incontrare amici e fare sport. Aveva molto
rispetto per gli uomini di montagna. Diceva in una lettera a suo padre “ Cortina è l’unica
cosa che non delude. Come avrai notato, quando uno aspetta una cosa di cui ha un bel
ricordo, nell’ottenerla rimane deluso: il ricordo era più bello. Invece Cortina no!
Ringiovanisce nel passare degli anni e diventa sempre più bella, più ridente, più
desiderata. La sfida delle montagne diventa un invito a scalarle, il raggiungere la vetta è
un incentivo per salire su quell’altra più alta. E così via, questa specie di gioco continua e
non vorrebbe finire mai. Le scalate sono sempre più esaltanti, danno quell’entusiasmo
per la montagna che è quasi una malattia. Inoltre, cosa utilissima, ci mettono a contatto
con uomini da cui abbiamo tanto da imparare.”
Cortina quindi è una scelta sentimentale?
Certamente è una scelta sentimentale. Dino Ciani amava Cortina in maniera profonda.
Ma è anche una scelta strategica. Cortina è un posto meraviglioso dove la musica e la
natura trovano un connubio perfetto. Il pubblico di Cortina d’estate è anche un pubblico
che apprezza la cultura e la musica.
L’intento del Festival?
Creare un festival musicale e culturale di altissima qualità, che presenta artisti di fama
mondiale, affiancati da giovani talenti, il futuro della cultura e della musica. Tutto questo
in onore di Dino Ciani, uomo di raffinata cultura e di grande simpatia e carisma. Ciani si
trovava a suo agio sia nei salotti culturali più importanti d’Italia nel dialogare con gli
uomini semplici di montagna. Il Festival vuole creare questo ambiente di cultura,
raffinatezza e qualità, ma anche di amicizie e simpatie.
Cosa si propone invece l’Accademia del Festival?
L’Accademia vuole dare l’opportunità ai giovani talenti provenienti da tutto il mondo di
studiare e perfezionarsi in un suggestivo ambiente di montagna dove cultura a natura si
uniscono creando un’atmosfera amichevole di studio, scambio di idee e dialogo. Non solo,
il Festival offre l’opportunità a questi giovani di esibirsi in un contesto internazionale,
tutti i ragazzi dell’Accademia, infatti, hanno l’occasione di suonare a Cortina e nei suoi
dintorni e qualche volta anche condividendo il palco con i loro maestri.
Jeffrey Swann è il direttore artistico cosa ha determinato la sua scelta?
Jeffrey Swann è stato il vincitore della prima edizione del Premio Ciani al Teatro alla
Scala nel 1975. Questo premio ha lanciato la sua carriera in Europa. Dal 1975 suona
regolarmente in Italia e in Europa. Parla italiano perfettamente! Non solo, una delle
qualità che contraddistinguono il Maestro Swann è la sua vastissima cultura. Come Dino
Ciani, Swann ama la letteratura, le arti visive, il teatro … da sempre cerca di creare dei
programmi culturali intorno ai concerti (conferenze, conversazioni, letture…), per
approfondire, insieme al pubblico, il significato della musica. Spesso prima delle sue
esecuzioni spiega in modo semplice ma efficace il programma, rendendo l’esperienza
dell’ascoltatore molto più ricca.
L’imprinting dei grandi nomi del festival
Tanti grandi maestri invitati al Festival hanno un legame con Dino Ciani. Abbiamo
inaugurato nel 2007 con Martha Argerich, amica di Ciani e della famiglia. In quello stesso
anno abbiamo anche presentato Andrea Lucchesini (vincitore del Premio Ciani) con Mario
Brunello. Andras Schiff aveva sentito Ciani da bambino, quando ha vinto il secondo
premio al Concorso Liszt/Bartok a Budapest. Krystian Zimmerman mi ha raccontato che
tra tutte le incisioni dell’Op. 111 di Beethoven quella di Ciani era per lui di gran lunga la
più bella e sublime. Tutti i grandi che hanno suonato a Cortina hanno un legame storico
con Ciani. Il nostro Presidente Onorario è il Maestro Riccardo Muti che è stato un grande
amico di Ciani (Muti ha debuttato con Ciani alla Scala e Ciani è stato testimone di nozze
di Muti).
La memoria di suo zio, Dino Ciani, in che modo rivive attraverso il Festival?
Il nostro intento è di proporre un festival culturale, non solo musicale, proprio per
rendere omaggio a questo aspetto culturale di Ciani. Quando conosco le persone che
conoscevano Dino, tutti parlano della sua grande cultura e raffinatezza, parlare di un
quadro o di un libro con la stessa disinvoltura con la quale eseguiva una sonata di
Beethoven. Studiare un brano per lui non significava solo conoscere le note, ma
soffermarsi su ogni dettaglio e approfondire il contesto storico della composizione.
Claudio Desderi, altro grande amico e artista con cui ha eseguito il suo ultimo concerto
prima del tragico incidente d’auto nel quale ha perso la sua vita, ricordava che quando
studiavano il “Winterreise” di Schubert a Cortina, stavano svegli fino alle 4 del mattino
per discutere i testi, la struttura, il contesto storico del compositore, ecc. Non si finiva
mai di esplorare il significato di ogni nota, di ogni parola.
Come risponde Cortina all’evento?
Sin dall’inizio Cortina ha voluto sostenere questo progetto. Forse noi nell’entusiasmo ci
aspettiamo sempre di più dal Comune, ma comunque siamo riusciti ad ottenere una
convenzione pluriannuale per la quale Cortina ci ha assicurato il sostegno fino al 2015.
Offriamo delle agevolazioni per i residenti che forse non sono abituati ad andare a sentire
concerti di musica classica. E stiamo cominciando a vedere i risultati. Ogni anno cresce la
vendita di biglietti ai residenti. Questo per me è una grande soddisfazione perché
vogliamo che il Festival appartenga a Cortina. È vero, è un Festival internazionale, ma il
sostegno della comunità locale è fondamentale. I volontari, i negozi, gli alberghi, le
aziende locali sono una forza importante per noi. Non è stato facile perché l’ambiente in
una comunità di montagna è spesso chiuso e diffidente verso le persone che vengono da
fuori. Ma con gli anni siamo riusciti a sviluppare dei rapporti molto belli di condivisione e
rispetto per quello che stiamo facendo. Io da tre anni vivo a Cortina con la famiglia e ci
troviamo stupendamente.
Cosa ha rappresentato, secondo Lei, Dino Ciani nella Musica?
Ciani ha rappresentato una figura di artista completo, un musicista sempre curioso, che
interpretava la musica in un modo molto personale. Un’anima carismatica che amava la
musica, la cultura e la vita con vera passione. In un’intervista, Ricardo Muti ha ricordato
in particolare il modo “spericolato” con cui Dino scendeva con gli sci sulle piste di
Cortina… Aveva una passione per la velocità (e per la vita vissuta pienamente) che
quando si traduceva sulla tastiera diventava “poesia”, raffinata interpretazione sempre
ricca di gioia e passione.
Caterina Ciani De Martìnez, nel suo cognome la tradizione, la musica …
Mio marito è stato vincitore del Premio Ciani al Teatro alla Scala nel 1993. Io non ero a
Milano ma l’ho conosciuto mesi dopo quando ha fatto una tournée in America, dove
abitavo e dove sono cresciuta. Poi, per destino, ci siamo ritrovati insieme per caso a New
York nel 1997. Abbiamo avuto la fortuna di lavorare insieme al Festival di Spoleto e da lì
è iniziata la nostra storia. È una storia bellissima e piena di “coincidenze” che non
possono solo essere coincidenze. Io sento un fortissimo legame con mio zio, con la storia
della famiglia Ciani, con Cortina (dove vengo d’estate da quando ho 3 anni).
Quanto è importante la musica nella sua vita e cosa rappresenta?
La mia casa è sempre stata piena di musica. Mio padre, fratello di Dino era appassionato
di musica. Mia mamma ha studiato pianoforte con la maestra di Dino e di mio padre a
Genova ed era maestra di pianoforte per bambini. Lei ha conosciuto mio padre attraverso
le lezioni di pianoforte. Se non c’era qualcuno che suonava a casa, allora c’erano i dischi.
A tavola si finiva sempre per parlare di musica. Tutti i weekend si andava in teatro. Per
me sarebbe impossibile vivere senza musica. Anch’io ho studiato pianoforte. Ho sempre
saputo che avrei voluto lavorare con artisti e essere circondata da artisti.
Un ricordo particolare di Dino Ciani come zio?
Ho pochissimi ricordi perché ero troppo piccola e abitavo in America, quindi ho visto mio
zio molto poco. Posso dire però che quando ascoltai per la prima volta un’intervista sua
per radio (avrò avuto 18 anni) – appena senti la sua voce mi sono venuti dei brividi
incredibili, come se avessi risentito una voce che conoscevo benissimo. E’ stata una
sensazione bellissima.
E come musicista?
Le sue incisioni di Chopin – i notturni, gli studi… sono per me una cosa assolutamente
sublime. E’ difficile sentire Chopin senza paragonare quelle sue interpretazioni che per
me sono trascendentali.
L’opera d’arte che scuote la sua Anima?
Ce ne sono così tante! Forse le opere di Chagall. I colori, la fantasia… mi trasportano.
La musica che dipinge le sue emozioni?
Anche qui è difficilissimo scegliere. Ma ti confesso che quando ho letto la domanda, il
primo pezzo che mi è subito venuto in mente è la Sonata di Liszt. L’ho sentita per la
prima volta quando avevo 14 o 15 anni interpretata dal vivo da un giovanissimo Radu
Lupo. Non mi dimenticherò mai le emozioni che ho provato quella sera.
Un sogno musicale nella memoria di Dino Ciani?
Creare un Orchestra Giovanile delle Dolomiti in collaborazione con i nostri vicini a
Dobbiaco, le Settimani Musicali Gustav Mahler. Ne abbiamo già parlato, l’idea sarebbe di
creare un’Accademia musicale con TUTTI gli strumenti d’orchestra per i ragazzi del
territorio. Ci sarebbero due strutture, una a Cortina e un’altra a Dobbiaco, che
funzionerebbero in collaborazione tutto l’anno. Gli allievi verrebbero dal Cadore e
dall’Alto Adige. In estate, poi, si farebbe un’orchestra, con dei musicisti giovani
provenienti da tutto il mondo. Sarebbe un progetto meraviglioso!!
Musicista preferito, oltre naturalmente a Dino Ciani?
Mio marito senza dubbio. E’ un musicista straordinario, sensibile, sincero, con un rispetto
verso i compositori e la musica in generale che è difficile trovare nel mondo della musica
di oggi.
Un suo invito al Festival ai lettori di Bluarte
Invito tutti coloro che amano la grande musica e la cultura a Cortina per provare delle
emozioni di grande impatto e scoprire gioielli di natura e di note che Cortina e il Festival
possono offrire.
Il Festival in tre aggettivi
Emozione, qualità, amicizia
di Antonella Iozzo ©Riproduzione Riservata
(05/07/2013)
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