COMUNE DI FERNO
PROVINCIA DI VARESE
LAVORI DI AMPLIAMENTO
DELL’IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA
PER FINALITA’ DI SICUREZZA URBANA
PROGETTO
DEFINITIVO - ESECUTIVO
Elaborato
2
RELAZIONE SPECIALISTICA
Rev .
2.0
del
17.11.2014
Rapp:
Redatto da
Ing. Angelo Carpani – Ordine Ingegneri Provincia di Como n.2368A
Validazioni
Il Responsabile unico del
procedimento
Geom. Marco Bonacina
Date
COMUNE DI FERNO
Provincia di Varese
1. INFRASTRUTTURA DI RETE PER IL COLLEGAMENTO DELLE TELECAMERE
I collegamenti delle telecamere dovranno essere effettuati in parte in fibra ottica e in parte
in modalità wireless con apparati radio HiperLAN operanti a 5,4GHz in “banda libera”.
Per quanto riguarda rete wireless, prima della sua attivazione, il Comune di Ferno dovrà
ottenere dal Ministero competente la cosiddetta Autorizzazione generale ai sensi
dell’art.104 del D.Lgs.n.259/2003 “Codice delle comunicazioni elettroniche”.
Per l’ottenimento dell‘Autorizzazione Generale, dovrà essere inviata una “Dichiarazione
per
comunicazioni
mediante
dispositivi
rispondenti
alla
raccomandazione
CEPT/ERC/REC/70-03 relativi all’installazione o esercizio di reti locali RadioLAN o
HiperLAN al di fuori del proprio fondo ovvero reti HiperLAN operanti necessariamente in
ambienti chiusi o con vincoli specifici derivanti dalle prescrizioni del Piano Nazionale di
Ripartizione delle Frequenze” al Ministero dello Sviluppo Economico – Ispettorato
Territoriale Lombardia – Via Principe Amedeo , 5 – 20121 Milano, che si allega al presente
documento.
La ditta aggiudicatrice della gara d’appalto dovrà supportare il Comune nell’espletamento
delle pratiche per l’ottenimento dell’Autorizzazione Generale per la rete wireless di nuova
realizzazione, compilando la tabella tecnica dell’Allegato n.19 da inviare al Ministero dello
Sviluppo Economico, Ispettorato territoriale Lombardia.
2. DIMENSIONAMENTO DEI COLLEGAMENTI WIRELESS
Per ogni collegamento wireless, dovrà essere calcolato :
1) EIRP (Effective Isotropic Radiated Power) :
EIRP (dBm) = Po – Ct + Gt
dove :
• Po = output power transmitted (dBm)
• Ct = transmitter cable/connectors attenuation (dB)
• Gt = transmitting antenna gain (dBi)
La normativa prevede che l’EIRP sia ≤ 30dBm / 1W per gli apparati HiperLAN a
5,4GHz e ≤ 20dBm / 100mW per gli apparati RadioLAN a 2,4GHz;
2) attenuazione di tratta ( free space path loss) :
Pl (dB) = 32,4 + 20 log F(MHZ) + 20 log R(Km)
3) RSSI ( Receiver power level at receiver input ) :
RSSI (dBm) = EIRP – Pl + Gr – Cr
dove :
• Gr = receiving antenna gain (dBi)
• Cr = receiver cable/connectors attenuation (dB)
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4) margine operativo del sistema ( Link Margin ) :
Link Margin (dB) = RSSI – Ps
dove :
• Ps = receiver sensitivity (dBm) dichiarato dal costruttore dell’apparato radio
proposto
5) altezza minima dell’antenna oltre l’ostacolo ( Fresnel Zone Clearance ).
6) banda minima garantita per ogni singolo collegamento e specificare la velocità
minima garantita (throughput), tra qualunque punto terminale della rete
(telecamera) e la centrale operativa di videosorveglianza, in condizioni di pieno
carico della rete.
Dato che i collegamenti wireless previsti nel progetto, sono diretti verso il campanile della
chiesa di Lonate Pozzolo, la rete wireless che si andrà a realizzare dovrà integrarsi
perfettamente con i collegamenti radio già in essere per l’impianto di videosorveglianza del
Comune di Lonate Pozzolo; a questo scopo è consigliabile che le ditte concorrenti
effettuino una verifica delle radiofrequenze presenti sul territorio comunale e analizzino la
rete wireless esistente per la videosorveglianza. Pertanto, nel dimensionamento della rete
wireless, si deve tenere conto del fatto che non ci dovranno essere sovrapposizioni di
canali ( non-overlapping channels ).
Particolare attenzione dovrà essere posta nel dimensionamento del collegamento wireless
tra il campanile di Lonate Pozzolo la sede della Polizia Locale dell’Unione Comuni FernoLonate Pozzolo, che dovrà essere in grado di supportare i flussi video/dati sia delle
telecamere esistenti di Lonate Pozzolo che le nuove di Ferno.
Il dimensionamento di cui sopra, dovrà essere accompagnato da :
•
•
schema a blocchi/topologico della rete;
elenco del numero di apparati utilizzato in ogni sito, il tipo d’antenna e gli eventuali
accessori.
La rete wireless che si andrà a realizzare dovrà consentire sempre e comunque l’aumento
della velocità di trasmissione e la scalabilità, garantendo inoltre la sicurezza e riservatezza
dei dati impedendo agli utenti non autorizzati di accedere alla rete e proteggendo i flussi
dei dati.
Una mancata configurazione delle implementazioni di sicurezza provoca delle vulnerabilità
alla rete Wireless presentando una struttura non protetta, cioè aperta a chiunque, per
esempio, passi in prossimità del raggio di azione di una tratta di collegamento munito di
dispositivo adeguato, con possibili rischi di :
•
•
•
accesso ad informazioni riservate;
interruzioni di servizio;
lancio di attacchi di tipo DOS ( Denial Of Service ).
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Pertanto la rete wireless proposta dovrà garantire le seguenti implementazioni minime di
sicurezza :
Modifica della password di accesso e cambio degli indirizzi IP degli apparati wireless
Molti dispositivi nuovi hanno una password di default conosciuta, o addirittura disattivata.
Stesso discorso vale per gli indirizzi IP che sono predefiniti in fabbrica. Gli intrusi che
conoscono le password e gli indirizzi IP standardizzati possono accedere facilmente alla
rete. Per questo motivo dovranno essere cambiate le password e gli indirizzi IP degli
apparati.
Disabilitazione DHCP
Il DHCP è un sistema che semplifica la gestione di una rete assegnando automaticamente
un indirizzo IP a ogni macchina che si collega alla rete. Questo può essere comodo in un
ambiente cablato, ma è pericoloso in un ambiente wireless, perché assegnerebbe
automaticamente un indirizzo IP anche a un intruso. Per tale motivo dovrà essere
disabilitato il DHCP e dovranno essere assegnati manualmente gli indirizzi alle singole
schede wireless, fornendo quindi ai client un IP statico.
Cambio dell’SSID ( Service Set Identifier )
La rete wireless ha un suo identificativo, chiamato SSID, che le schede wireless devono
conoscere per potervisi collegare. Anche in questo caso, la maggior parte dei dispositivi
wireless è impostato in fabbrica in modo da usare, come SSID, il nome del fabbricante (es.
“tsunami” – Cisco, “101” – 3Com, ecc.). Per rendere la vita più difficile agli intrusi, che
conoscono le impostazioni di default di fabbrica, dovrà essere cambiato l’SSID,
assegnandone uno poco intuitivo.
Crittografia WEP / AES
I sistemi wireless normalmente supportano due algoritmi per la crittografia dei dati : WEP o
AES. Il WEP (Wired Equivalent Privacy) è un algoritmo ideato per la crittografia dei dati
mediante la cifratura RC4, a protezione delle reti wireless, e si basa su una chiave segreta
condivisa lunga da 64 a 128 bit; questo metodo ha dei punti deboli conosciuti al punto da
rendere il WEP quasi inutile. Il WPA2 (Wi-Fi Protected Access 2) è il più recente ed è stato
sviluppato specificamente per fornire uno strato di sicurezza alle comunicazioni basate
sullo standard IEEE 802.11 (wireless), abbandona l’algoritmo di cifratura RC4 e utilizza il
più sicuro AES (Advanced Encryption Standard). Per le ragioni di cui sopra, saranno
preferiti sistemi che utilizzano l’algoritmo AES.
Attivazione MAC Filtering o MAC Address Authentication
Il MAC Address è un indirizzo hardware che identifica in modo univoco ogni scheda di rete
(wireless o meno). MAC è un acronimo che significa Media Access Control e viene
utilizzato per l’accesso al mezzo fisico dal livello datalink secondo lo standard ISO/OSI. Gli
Access Point o i Router Wireless possono essere impostati in modo da accettare
connessioni soltanto dalle schede che hanno un certo MAC Address. Questo significa che,
pur avendo SSID e chiave AES corretti, potremmo non riuscire ad accedere alla rete
wireless perché il nostro MAC non è presente nella lista di quelli autorizzati. A questo
scopo dovrà essere attivato il controllo del MAC Address.
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3. CARATTERISTICHE TECNICHE DEI PRINCIPALI APPARATI
Di seguito vengono descritte la caratteristiche tecniche dei principali apparati che
compongono il sistema di videosorveglianza. Le specifiche tecniche costituiscono i
requisiti “minimi” che devono possedere le apparecchiature che saranno oggetto di
installazione.
Di seguito, tutte le volte che sarà indicato il nome e la tipologia di un prodotto con la
menzione della specifica casa costruttrice, esso sarà fatto al solo scopo di fornire elementi
inconfutabili del prodotto che si vuole descrivere. L’indicazione di uno specifico prodotto è
dettata unicamente dall’obiettivo di ottenere, per quanto possibile, una uniformità e
omogeneità con il sistema di videosorveglianza realizzato nel Comune di Lonate Pozzolo.
Pertanto la ditta appaltatrice potrà scegliere un prodotto diverso purché:
• abbia caratteristiche tecniche e funzionali similari o superiori a quelle del prodotto a
cui si è fatto riferimento;
• sia compatibile con il sistema di gestione installato presso la sede della Polizia
locale dell’Uunione Comuni Ferno-Lonate Pozzolo.
3.1 Telecamera speed dome mod.Q6032-E della AXIS
Tale modello di telecamera viene indicata per uniformità con quelle installate nel Comune
di Lonate Pozzolo.
AXIS Q6032-E PTZ Dome Network Camera è una telecamera dome ad alte prestazioni,
progettata per essere installata all'aperto in impianti di videosorveglianza complessi.
Grazie alla sua protezione di classe IP66, non richiede custodie esterne ed è quindi più
economica da installare. La funzione Arctic Temperature Control consente non solo alla
telecamera di funzionare fino a temperature di -40°C ma anche di essere riavviata a
queste temperature in caso di interruzione dell'alimentazione.
AXIS Q6032-E è alimentata da High Power over Ethernet tramite il midspan High PoE
fornito di serie. Power over Ethernet semplifica l'installazione poiché richiede un solo cavo
per l'alimentazione, la trasmissione del video e l'uso dei comandi PTZ. High PoE
garantisce un funzionamento continuativo anche in caso di interruzione dell'alimentazione
grazie alla possibilità di collegare la rete a un gruppo di continuità (UPS).
AXIS Q6032-E può essere ruotata/inclinata in modo rapido e preciso. Inoltre, offre
maggiore visibilità, soprattutto in presenza di terreni irregolari, perché può essere inclinata
fino a 20° sopra l'orizzonte entro un ampio range di 220°. La telecamera ha un zoom
ottico 35x e uno zoom digitale 12x. Grazie alla funzione di rilevamento automatico, AXIS
Q6032-E è in grado di rilevare automaticamente e seguire un oggetto in movimento lungo
il suo campo visivo.
La qualità video della telecamera deriva anche da funzioni quali quelle per le riprese
diurne/notturne, Progressive Scan e Wide Dynamic Range da 128x. Il formato di
compressione H.264 garantisce immagini di alta qualità in tutte le condizioni oltre a
risparmi di larghezza di banda e spazio di memorizzazione.
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Sensore immagini Sensore CCD da ¼” ExView HAD Progressive Scan
Obiettivo 3,4 – 119 mm, F1.4 – 4,2, messa a fuoco automatica, funzioni per le riprese
notturne e diurne, angolo di visualizzazione orizzontale: 1,7° – 55,8°
Illuminazione minima Immagini a colori: 0,5 lux a 30 IRE
Immagini in bianco e nero: 0,008 lux a 30 IRE
Durata otturazione NTSC: 1/30 000 s – 0,5 s, PAL: 1/30 000 s – 1,5 s
Pan/Tilt/Zoom Inversione elettronica, 100 posizioni reimpostate. Rotazione in orizzontale:
360° all'infinito, 0,05 – 450°/s. Rotazione in verticale: 220°, 0,05 – 450°/s. Zoom ottico 35x
e zoom digitale 12x per un totale di 420x. Giri di ronda. Coda di controllo.
Video
Compressione video H.264 (MPEG-4 Parte 10/AVC). Motion JPEG
Risoluzioni NTSC: da 704x480 a 176x120, PAL: da 704x576 a 176x144
Velocità di trasmissione H.264 Fino a 30/25 fps (NTSC/PAL) a tutte le risoluzioni
Velocità di trasmissione Motion JPEG Fino a 30/25 fps (NTSC/PAL) a tutte le risoluzioni
Streaming video Più flussi video H.264 e Motion JPEG: 3 flussi video concomitanti
configurabili singolarmente alla risoluzione massima di 30/25 (NTSC/PAL) fps; ulteriori
flussi se le velocità di trasmissione/risoluzione sono identiche o limitate. Velocità di
riproduzione e larghezza di banda regolabili VBR/CBR H.264
Impostazioni immagini Wide Dynamic Range (WDR), Electronic Image Stabilization
(EIS), impostazione manuale della durata dell'otturazione, della compressione, del colore,
della luminosità, del contrasto, della nitidezza e della rotazione, correzione delle
proporzioni Sovrapposizione di testo e immagini, privacy mask, congelamento delle
immagini in modalità PTZ
Rete
Protezione Protezione mediante password, filtri per indirizzi IP, crittografia HTTPS*,
controllo degli accessi di rete IEEE 802.1X*, digest authentication, registro degli accessi
utente
Protocolli supportati IPv4/v6, HTTP, HTTPS*, QoS Layer 3 DiffServ, FTP, SMTP,
Bonjour,
UPnP, SNMPv1/v2c/v3 (MIB-II), DNS, DynDNS, NTP, RTSP, RTP, TCP,
UDP, IGMP, RTCP, ICMP, DHCP, ARP, SOCKS
Integrazione di sistemi
Interfacce per la programmazione di applicazioni API aperte per l'integrazione di
software, compreso VAPIX® di Axis Communications scaricabile dal sito Web
www.axis.com
Tecnologia IV Rilevamento di movimento nel video, funzione di rilevamento automatica
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Attivazioni allarmi Funzioni IV, posizione PTZ
Eventi allarmi Caricamento dei file tramite FTP, HTTP ed e-mail Invio di notifiche tramite
e-mail, HTTP e TCP, Posizione PTZ, Memorizzazione locale
Buffer video 56 MB per immagini pre- e post-allarme
Caratteristiche generali
Custodia Custodia in metallo di classe IP66 (alluminio), copertura trasparente in acrilico
(PMMA) pre-montata sulla custodia, parasole (policarbonato)
Processori e memoria ARTPEC-3, RAM da 128 MB, Flash da 128 MB
Alimentazione Telecamera: High Power over Ethernet, max. 50 W Midspan (incluso):
AXIS T8124 High Power over Ethernet Midspan a 1 porta, 100-240 V CA, max. 60 W
Connettori RJ-45 per 10BASE-T/100BASE-TX Kit con connettori RJ-45 di classe 66
incluso
Memorizzazione locale Slot per schede di memoria SD/SDHC (scheda di memoria non
inclusa)
Condizioni di funzionamento Telecamera: da -40°C a 50°C, La funzione Arctic
Temperature Control consente di avviare latelecamera a temperature fino a-40°C
3.2 Telecamera fissa mod.P1346 della AXIS
Tale modello di telecamera viene indicata per uniformità con quelle installate nel Comune
di Lonate Pozzolo.
Le telecamere di rete AXIS P13, che comprendono modelli megapixel/HDTV, forniscono
immagini di qualità eccellente con compressione H.264 e sono ideali per la
videosorveglianza ad alte prestazioni in qualsiasi ambiente.
La serie AXIS P13 è composta da AXIS P1311 con risoluzione VGA; AXIS P1343 con
risoluzione SVGA e AXIS P1344 con risoluzione di 1 megapixel, che produce anche video
HDTV a 720p, e AXIS P1346, una telecamera con risoluzione di 3 megapixel e supporto
video HDTV 1080p alla massima velocità.
Gli ultimi tre modelli dispongono di Wide Dynamic Range e di funzionalità Day & Night per
un’eccellente qualità dell’immagine sia con luce diurna che in condizioni di oscurità.
AXIS P1346 offre inoltre il controllo P-Iris, che permette alla telecamera di controllare in
modo esatto la posizione dell’obiettivo per ottimizzarne la profondità di campo e la
risoluzione ottenendo una definizione ottimale dell’immagine.
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Il formato H.264 riduce significativamente l’utilizzo della larghezza di banda e lo spazio di
archiviazione senza compromettere la qualità delle immagini.
Le telecamere AXIS P1343/P1344/P1346 offrono funzioni PTZ digitali.
AXIS P1346 supporta anche i flussi multi-vista, con cui è possibile trasmettere
contemporaneamente la vista completa e numerose aree ritagliate dalla vista completa.
L’installazione viene semplificata da Power over Ethernet, messa a fuoco assistita e
contatore di pixel.
La funzione di messa a fuoco posteriore remota delle telecamere AXIS
P1343/P1344/P1346 consente la regolazione fine della messa a fuoco da un computer.
Telecamera
Sensore immagini: RGB CMOS Progressive Scan da 1/3” (effettivo)
Obiettivo: Varifocale 4 – 10 mm: visuale 29° – 61°*, F1,8, P-Iris, configurazione CS,
messa a fuoco posteriore remota, supporta anche gli obiettivi DC-iris
Riprese diurne e notturne: Filtro IR rimovibile automaticamente
Sensibilità luminosa/ Illuminazione minima: Colori: 0,6 lux, B/N: 0,08 lux, F1,8
Durata otturazione: da 1/35500 s a 1/6 s
Video
Compressione video: H.264 (MPEG-4 Part 10/AVC), Motion JPEG
Risoluzioni: da 2048x1536 (3 MP) a 160x90
Frequenza dei fotogrammi H.264/Motion JPEG: modalità 3 MP: 20 fps a tutte le
isoluzioni; 2 MP 4:3 (1600x1200) e modalità 1080p (1920x1080): 30 fps a tutte le
risoluzioni
Streaming video Possibilità di trasmettere più flussi H.264 e Motion JPEG configurabili
singolarmente Velocità di trasmissione e larghezza di banda regolabili VBR/CBR H.264
Streaming multivista: Fino a 8 aree della vista ritagliate singolarmente 20 fps per flusso
in H.264/Motion JPEG con streaming di 5 aree della vista in risoluzione VGA (modalità
acquisizione a 3 MP)
PTZ (Pan/Tilt/Zoom): Funzioni PTZ, posizioni preimpostate,giri di ronda
Impostazioni immagini Opzioni di configurazione per compressione, colore, luminosità,
contrasto, bilanciamento del bianco, controllo dell’esposizione, aree di esposizione,
compensazione della retroilluminazione, sintonizzazione precisa in condizioni di scarsa
illuminazione e rotazione. Sovrapposizione di testo su immagini, privacy mask. Ampio
intervallo dinamico – contrasto dinamico, immagini speculari.
Audio
Flussi audio Bidirezionali
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Compressione audio AAC LC 8/16 kHz, G.711 PCM 8 kHz, G.726 ADPCM 8 kHz
Velocità di trasmissione configurabile
Ingressi/uscite audio Microfono incorporato, ingresso microfono esterno o linea, uscita
linea
Rete
Protezione Protezione mediante password, filtri per indirizzi IP, digest authentication,
crittografia HTTPS*, controllo degli accessi di rete IEEE 802.1X*, registro degli accessi
utente
Protocolli supportati IPv4/v6, HTTP, HTTPS*, QoS Layer 3 DiffServ, FTP, SMTP,
Bonjour,
UPnP, SNMPv1/v2c/v3(MIB-II), DNS, DynDNS, NTP, RTSP, RTP, TCP,
UDP, IGMP,RTCP, ICMP, DHCP, ARP, SOCKS
Integrazione di sistemi
Interfaccia di programmazione delle applicazioni API aperte per l’integrazione di
software, compreso VAPIX® di Axis Communications scaricabile dal sito Web
www.axis.com
Tecnologia IV Rilevamento di oggetti in movimento nel video, allarme antimanomissione
attivo e rilevamento dei suoni
Attivazione allarmi Funzioni IV, ingresso esterno
Eventi di allarme Caricamento file tramite FTP, HTTP ed e-mail; invio di notifiche tramite
e-mail, HTTP e TCP; attivazione da uscita esterna; preimpostazioni PTZ; memorizzazione
locale
Buffer video: 64 MB per immagini pre- e post-allarme
Caratteristiche generali
Custodia Metallo (zinco)
Processori e memoria: ARTPEC-3, RAM da 256 MB, memoria Flash da 128 MB
Alimentazione 8 – 20 VCC, Power over Ethernet (PoE) IEEE 802.3af: max. 9,6 W, PoE
Classe 3
Connettori RJ-45 10BASE-T/100BASE-TX PoE Ingresso per microfono da 3,5 mm, uscita
linea da 3,5 mm Morsettiera per alimentazione, 1 ingresso allarme e 1 uscita
Spazio di memorizzazione locale Slot per schede di memoria SD/SDHC (scheda di
memoria non inclusa)
Condizioni di funzionamento Umidità relativa: 20 – 80% (senza condensa), da 0ºC a
50ºC
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3.3 Switch 5 / 16 porte
Switch 16 porte 10/100Mbps mod.TL-SF1016D della TP-LINK
Presso il Comune di Ferno è attualmente installato uno Switch 8 porte mod.TL-SF1008
della TP-LINK, che collega le telecamere attualmente installate, attraverso un
mediaconverter e fibra ottica, alla sede della Polizia Locale; su 8 porte attualmente sono
occupate 7 porte e solo 1 è libera. Con l’aggiunta di altre telecamere da collegare in fibra
ottica, occorre la disponibilità di altre 4 porte come da schema riportato negli elaborati
grafici. Si ritiene indispensabile, quindi, procedere ad una mera sostituzione dello switch
esistente con il modello a 16 porte della stessa serie e marca : TL-SF1016D della TPLINK.
Switch 5 porte 10/100Mbps mod.TL-SF1005D della TP-LINK
Il modello di switch sopra indicato è quello che si può utilizzare per interfacciare le nuove
postazioni telecamera, collegate in modalità wireless, ai rispettivi trasmettitori wireless
LAN.
3.4 Mediaconverter 1 canale mod. EL50C della ETHERWAN
Per interfacciare le telecamere IP e gli switch alla fibra ottica occorre installare del
mediaconverter ad 1 canale. Il modello indicato è stato installato nell’impianto esistente.
3.5 Encoder Videoserver a 4 ingressi mod. S4-SNS-400 della SAMSUNG
Per interfacciare le telecamere analogiche installate presso la piattaforma ecologica
occorre installare un encoder video server a 4 ingressi video. Il modello è stato indicato
per uniformità con gli encoder già installati presso il Comune di Ferno.
3.6 Trasmettitori wireless mod.NEBULA N2458 0.02 della FLY COMMUNICATION
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3.7 Antenna settoriale mod.NA58 S17 della FLY COMMUNICATION
Type : 90° Sector Panel
Polarization : linear
Frequency : 5150-5850 MHz
Impedance : 50 ohm
VSWR : <1:3:1
Gain : 17dBi
HPBW : 90° x 8° (E- and H-plane)
F/B : >30 dB
Connector : N female on rear
Mount : fi 38÷51
Size : 428 x 85 x 10 mm
Weight : 0,5 kg
Electric : Tilt 0°
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4. SCHEMA A BLOCCHI DELL’IMPIANTO DI VIDEOSORVEGLIANZA
5. NORME DI ESECUZIONE DEI LAVORI DI INSTALLAZIONE
In questa sezione sono definiti i lavori e le norme di esecuzione dei lavori di ampliamento
del sistema di videosorveglianza nel Comune di Ferno. I lavori riguardano essenzialmente
opere edili, scavi con relativi reinterri e ripristini, di muratura in genere, compresi
eventualmente opere di carpenteria, di fabbro, di falegname, ecc., per la stesura dei cavi
elettrici, per la posa di pali e l’installazione di telecamere e dei ponti radio, con le relative
antenne, sui pali di illuminazione pubblica (I.P.). Gli interventi descritti dovranno essere
eseguiti dal fornitore nel rispetto delle prescrizioni degli organismi e delle amministrazioni
competenti in materia di lavori pubblici, sicurezza e di impatto ambientale.
In particolare è necessaria l’osservanza delle norme previste da :
•
•
•
disciplinari degli Enti e delle Autorità preposte all’amministrazione del suolo, del
sottosuolo e delle infrastrutture pubbliche;
leggi e regolamenti vigenti in materia di prevenzione degli infortuni, stabiliti dagli
Enti e Servizi preposti alla sicurezza sul lavoro e da qualunque altra misura
cautelativa che, caso per caso, si dovesse rivelare opportuna al fine di evitare
infortuni in conseguenza dei lavori stessi;
leggi nazionali e locali in materia di vincoli di natura idrogeologica, ambientale,
paesaggistica, architettonico-monumentale, ecologica, ecc.
I tracciati, le sedi di posa, la tipologia di intervento (scavi a cielo aperto, predisposizione di
infrastrutture, ecc.), le relative caratteristiche tecniche e il dimensionamento delle
infrastrutture, dovranno essere verificati preliminarmente e congiuntamente con la
Direzione Lavori. Eventuali varianti, imposte da ostacoli imprevisti durante la fase
realizzativa dovranno essere sempre preventivamente approvate dal Committente.
In generale l’impresa dovrà pertanto provvedere a :
•
•
•
•
•
•
effettuare un sopralluogo per prendere visione dei siti di installazione per le
verifiche necessarie ad accertare le caratteristiche ambientali e le possibilità
logistiche;
garantire l’assistenza necessaria nella scelta dell’inquadratura ottimale di ogni
telecamera;
provvedere alla nomina di un referente al quale possa essere notificata qualunque
disposizione anche verbale;
spese per l’adozione di tutti i provvedimenti e di tutte le cautele necessarie per
garantire l’incolumità alle persone addette ai lavori ed ai terzi, nonché per evitare
danni a beni pubblici e privati;
spese occorrenti per mantenere e rendere sicuro il transito di autoveicoli ed
effettuare le segnalazioni stradali di legge sia diurne che notturne,
provvedere alla pulizia dei luoghi di realizzazione delle opere in oggetto.
Rimangono esclusi unicamente i danni prodotti da forza maggiore.
Gli oneri a carico del Committente sono i seguenti :
•
•
•
le eventuali autorizzazioni per rendere disponibili aree o edifici pubblici/privati per la
realizzazione dei lavori di installazione;
gli oneri relativi ai costi di allacciamento ed ai canoni di abbonamento delle
eventuali linee su reti pubbliche;
l’installazione di eventuali contatori di energia elettrica.
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5.1 Norme di Legge
Legge n.186 del 01/03/1968
“Disposizioni concernenti la produzione di materiali,
apparecchiature, macchinari, installazioni e impianti
elettrici ed elettronici”.
Legge n.791 del 18/10/1977
“Attuazione della direttiva del consiglio delle Comunità
Europee (n.73/23/CE) relativa alle garanzie di sicurezza
che devono possedere il materiale elettrico destinato ad
essere utilizzato entro alcuni limiti di tensione”.
Legge n.46 del 05/03/1990
“Norme per la sicurezza degli impianti” (art.8, art.14 e
art.16 ancora in vigore).
D.M. n.37 del 22/01/2008
“Regolamento concernente l’attuazione dell’art.11quaterdecies, comma 13, lettera a) della legge n.248 del
2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in
materia di attività di installazione degli impianti all’interno
degli edifici”.
D.Lgs. n.81 del 09/04/2008
“Attuazione dell’art.1 della Legge 3 agosto 2007, n.123,
in materia di tutela della salute e della sicurezza nei
luoghi di lavoro”.
D.M. n.314 del 23/05/1992
“Disciplina relativa al rilascio alle imprese delle
autorizzazioni
per
l’installazione,
il
collaudo,
l’allacciamento e la manutenzione delle apparecchiature
terminali”.
D.P.R. n.459 del 24/07/1996
“Regolamento
per
l’attuazione
delle
direttive
89/392/CEE,
91/368,
93/68
concernenti
u
riavvicinamento delle legislazioni degli stati membri
relativi alle macchine”.
D.Lgs. n.162 del 12/04/2006
“Codice dei contratti pubblici relativi a lavori, servizi e
forniture in attuazione delle direttive 2004/17/CE e
2004/18/CE”.
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5.2 Norme di Buona Tecnica ( CEI – UNEL – UNI )
NORMA CEI 0-2
“Guida per la definizione della documentazione di
progetto degli impianti elettrici”.
NORMA CEI 0-3
“Legge 46/90 – Guida per la compilazione della
dichiarazione di conformità e relativi allegati”.
NORMA CEI 3-14
“Segni grafici per schemi – parte II : elementi dei segni
grafici distintivi di uso generale”.
NORMA CEI 3-19
“Segni grafici per schemi – parte VII : apparecchiature e
dispositivi di comando e protezione”.
NORMA CEI 11-17
“Impianti di produzione, trasmissione e distribuzione
d’energia elettrica – Linee in cavo”.
NORMA CEI 11-27
“Esecuzione dei lavori su impianti elettrici a tensione
nominale non superiore a 1000V in corrente alternata e a
1500v in corrente continua”.
NORMA CEI 16-4
“Principi base e di sicurezza per l’interfaccia uomomacchina, marcatura e identificazione. Individuazione dei
conduttori tramite colori o codici numerici”.
NORMA CEI 17-13/1
“Apparecchiature assiemate di protezione e di manovra
per bassa tensione (quadri BT) – Parte 1 :
Apparecchiature di serie soggette a prove di tipo (AS) e
apparecchiature non di serie parzialmente soggette a
prove di tipo (ANS)”.
NORMA CEI 17-44
“Apparecchiature a bassa tensione. Parte 1 : Regole
generali”.
NORMA CEI 20-19/3
“Cavi isolati con gomma con tensione nominale non
superiore a 450/750 V. Parte 3 : Cavi isolati con gomma
siliconica resistenti al calore”.
NORMA CEI 20-20
“Cavi isolati con polivinilcloruro con tensione nominale
non superiore a 450/750 V”.
NORMA CEI 20-21
“Calcolo delle portate dei cavi elettrici. Parte 1. In regime
permanente (fattore di carico 100%)”.
NORMA CEI 20-27
“Cavi per energia
designazione”.
NORMA CEI 20-35
“Prove su cavi elettrici sottoposti al fuoco”.
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a
segnalamento.
Sistema
di
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NORMA CEI 20-38
“Cavi isolati con gomma non propaganti l’incendio e a
basso sviluppo di fumi corrosivi – parte I : tensione
nominale U0/U non superiore a 0,6/1KV”.
NORMA CEI 20-40
“Guida all’uso di cavi a bassa tensione”.
NORMA CEI 23-8
“Tubi protettivi
accessori”.
NORMA CEI 23-9
“Apparecchi di comando non automatici (interruttori) per
installazione fissa per uso domestico e similare”.
NORMA CEI 23-41
“Dispositivi di connessione (giunzione e/o derivazione).
Prescrizioni di sicurezza per unità di serraggio a vite e
senza vite per conduttori elettrici in rame”.
NORMA CEI 23-32
“Sistemi di canali di materiale plastico isolante e loro
accessori ad uso portata cavi e portapparecchi per
soffitto e parete”.
NORMA CEI 23-51
“Prescrizioni per la realizzazione, le verifiche e le prove
dei quadri di distribuzione per installazioni fisse per uso
domestico e similare”.
NORMA CEI 64-8/1-7
“Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non
superiore a 1000V in corrente alternata e a 1500V in
corrente continua”.
NORMA CEI 64-52
“Guida all’esecuzione degli impianti elettrici negli edifici
scolastici”.
NORMA CEI 70-1
“Gradi di protezione degli involucri. Codice IP”.
NORMA CEI 79-10
“Impianti di videosorveglianza CCTV da utilizzare nelle
applicazioni di sicurezza”.
NORMA CEI UNEL 35023-70
“Cavi per energia isolati con gomma o con materiale
termoplastico aventi grado d’isolamento non superiore a
4. Caduta di tensione”.
NORMA CEI-UNEL Tab.35756
“Cavi per energia isolati con polivinicloruro non
propaganti l’incendio. Cavi multipolari per posa fissa con
conduttori flessibili con o senza schermo, sotto guaina di
PVC. Tensione nominale U0/U : 0,6/1KV”.
rigidi
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in
polivinicloruro
(PVC)
ed
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5.3 Altre Leggi di riferimento
•
•
•
•
D.Lgs. n.196/2003 “Codice in materia di protezione dei dati personali”.
Provvedimento a carattere generale del Garante per la protezione dei Dati
Personali del 29 novembre 2000 (Il decalogo delle regole per non violare la
privacy).
Provvedimento a carattere generale del Garante per la protezione dei Dati
Personali del 29 aprile 2004.
Provvedimento a carattere generale del Garante per la protezione dei Dati
Personali del 8 aprile 2010.
5.4 Prescrizioni tecniche generali per l’installazione
elettroniche sui pali di illuminazione pubblica (I.P.).
•
•
•
•
•
•
•
delle
apparecchiature
I cavi di alimentazione elettrica e di trasmissione dati (linea telefonica) devono
essere posizionati esternamente al palo, in apposita canalina.
Il fissaggio della canalina al palo, così come il fissaggio dei supporti per la
telecamere e per gli eventuali altri apparati, dovrà essere realizzato senza perforare
il palo. Ad installazione ultimata dovrà essere ripristinato l’aspetto esterno del palo,
con apposita verniciatura mascherante delle parti aggiunte.
Tutti gli apparati ed i componenti oggetto di installazione sul palo di illuminazione
pubblica devono essere alimentati da un circuito a bassissima tensione di sicurezza
(SELV : Safety Extra Low Voltage) ottenuta tramite trasformatore di sicurezza
secondo quanto indicato dalla norma CEI 96-2. La separazione tra gli avvolgimenti
del trasformatore è ottenuta con un isolamento doppio oppure rinforzato. Tra ogni
punto del circuito SELV e gli altri circuiti elettrici deve essere realizzata una
separazione elettrica almeno pari a quella esistente tra gli avvolgimenti del
trasformatore. E’ vietato collegare a terra punti di circuito SELV.
Il posizionamento dell’impianto di videosorveglianza non deve in alcun modo
intralciare le operazioni di manutenzione dell’impianto di illuminazione pubblica.
L’installazione e la manutenzione dell’impianto di videosorveglianza deve essere
effettuata con ponteggi o strutture che per nessuna ragione si devono appoggiare al
palo, non essendo questo verificato alle sollecitazioni che possono derivare
dall’appoggio di strutture esterne al palo stesso.
Eventuali danni al nostro impianto, a cose ed a terzi, causati dall’installazione, uso
e manutenzione delle apparecchiature da voi installate si intendono a vostro carico.
Sicurezza : l’installazione ed i successivi accessi all’impianto realizzato sul
sostegno di IP, devono essere rispondenti alle Norme di Sicurezza vigenti ed in
particolare alla Norma CEI EN 50110-1.
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5.5 Quadro/i elettrico/i di alimentatori telecamere
Dovrà essere di tipo centralizzato, vale a dire un quadro o centralino elettrico, chiuso e
ben ventilato, con uno o più alimentatori (trasformatori raddrizzatori) 230Vac/12Vdc
all’interno, da collocare in ambiente sicuro, non accessibile se non da personale
autorizzato. Il quadro alimentatori dovrà essere alimentato a sua volta da apposita linea
elettrica 230Vac dedicata, in derivazione dal quadro (o sottoquadro) elettrico di zona e
dalla quale saranno derivate le alimentazioni dei singoli trasformatori. Se non esistente
con le caratteristiche adeguate, la nuova linea elettrica di alimentazione, dovrà essere
realizzate ex novo secondo la regola dell’arte per la quale l’impresa rilascerà apposita
dichiarazione di conformità. I quadri elettrici dovranno essere del tipo per posa parete, con
struttura in lamiera di acciaio verniciata mediante resine epossidiche, da equipaggiare con
porta in lamiera cieca e serratura a chiave, completo di accessori di fissaggio e supporti, in
acciaio zincato o alluminio, per l’installazione a scatto delle apparecchiature elettriche.
Qualora si utilizzeranno quadri o centralini elettrici in poliestere, essi dovranno essere a
doppio isolamento, autoestinguente e a bassissimo contenuto di alogeni; adatti a luoghi
pubblici o agli impieghi gravosi, grazie alla elevata resistenza agli urti dell’involucro e con
grado di protezione IP65. I centralini, in materiale isolante, da parete, dovranno essere
conformi alla norma Cei EN 60439-1 (CEI 17-70 “Guida all’applicazione delle norme dei
quadri di bassa tensione”). Gli apparecchi installati nei quadri elettrici saranno protetti da
pannelli di chiusura preventivamente lavorati per far sporgere l’organo di manovra delle
apparecchiature e dovranno essere completi di porta cartellini indicatori della funzione
svolta dagli apparecchi stessi. I pannelli frontali saranno fissati mediante viti in forature
predisposte e i supporti s’inseriranno nella struttura sfruttando le guide presenti sui fianchi
dei quadri. I quadri elettrici dovranno essere realizzati in conformità alle prescrizioni delle
Norme CEI 17-13 e CEI 23-51. I cablaggi interni dei quadri elettrici dovranno essere
realizzati con conduttori tipo N07G9-K, sezione pari a quella della linea alimentata, derivati
esclusivamente da sistemi di sbarre o da morsettiere ripartilinee. Non è ammesso
eseguire le derivazioni per ponticellamento sui morsetti dei vari interruttori o componenti.
5.5.1 Interruttori
All’interno dei quadri elettrici devono essere alloggiati gli interruttori che hanno due
funzioni :
-
protezione dei circuiti;
sezionamento, ovvero interruzione dell’alimentazione dei circuiti, ad esempio per
compiere lavori sull’impianto elettrico in tutta sicurezza.
Il numero di interruttori installati deriva principalmente da considerazioni di tipo funzionale.
Nel nostro caso è possibile proteggere l’impianto elettrico con un solo interruttore
magnetotermico-differenziale. Considerato che le linee elettriche e i quadri elettrici
saranno sottoposti alle intemperie, particolarmente frequenti e violente nei mesi
primaverili/estivi, gli interruttori dovranno anche essere auto-riarmanti.
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5.6 Linee elettriche di alimentazione delle unità di registrazione, degli alimentatori,
delle telecamere, canalizzazioni e tubazioni
Le linee elettriche di alimentazione dei quadri alimentatori e delle unità di registrazione, di
alimentazione delle telecamere dovranno essere realizzate secondo le prescrizioni dettate
dalla Norma CEI 64-8 “Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a
1000V in corrente alternata e a 1500V in corrente continua” per le quali dovrà essere
rilasciata apposita dichiarazione di conformità.
In particolare ci si dovrà attenere alle seguenti disposizioni generali :
• I conduttori, a meno che non si tratti di installazioni volanti, dovranno essere
sempre protetti e salvaguardati meccanicamente. Per dette protezioni si
utilizzeranno tubazioni, canali porta cavi guaina guida cavi.
• Posare i cavi elettrici nei canali porta cavi esistenti predisponendo opportuni setti
separatori e mantenendo un’adeguata distanza dei cavi, in particolare bisognerà
osservare un’adeguata distanza dagli eventuali cavi di energia esistenti.
• Laddove non esistano canali già installati oppure in essi non vi sia spazio a
sufficienza per la posa di nuovi cavi, si dovranno posare nuove tratte di
canali/tubazioni porta cavi in PVC, in derivazione/parallelo dei canali principali per
raggiungere i punti stabiliti ove installare le singole telecamere.
• I nuovi canali saranno in materiale metallico e/o in PVC autoestinguente per posa
diretta a parete o tramite mensole in piatto d’acciaio zincato o di idoneo materiale
plastico; per i mezzi di fissaggio in opera si dovrà tener conto del peso dei cavi da
sostenere; in generale il distanziamento dei supporti sarà stabilito di massima
intorno ai 70cm.
• Nei passaggi di parete dovranno essere previste opportune barriere tagliafiamma
per ripristinare i livelli di segnalazione assicurati dalle pareti.
• E’ preferibile la posa dei canali entro cavedi e controsoffitti; le operazioni di apertura
e chiusura a regola d’arte sono già comprese nel valore del presente appalto.
• All’esterno invece si dovranno predisporre tratte di tubazioni ( min Ø 25mm ) in
OVC serie rigida con grado di protezione IP65 dal foro di attraversamento della
parete esterna fino al supporto della telecamera; si raccomanda di limitare la
lunghezza delle tubazioni sulle facciate esterne allo stretti necessario.
• Qualora fosse necessario installare tratte di tubazioni ad altezze dal piano di
calpestio inferiori al 2,5m, le stesse dovranno essere realizzate con tubi, guaine
flessibili e cassette armati.
Nello specifico dovranno essere rispettate le disposizioni seguenti :
5.6.1 Tubi protettivi e scatole di derivazione
Si utilizzeranno tubi protettivi rigidi, per posa a parete e soffitto, in materiale
autoestinguente halogen free, certificato IMQ, in conformità alla norma EN 50267-2-2 che
è idoneo per le installazioni in ambienti pubblici e ad alta concentrazione di persone. Tale
materiale è infatti caratterizzato da minori emissioni tossiche e minore opacità dei fumi in
caso d’incendio, rispetto ai normali tubi in PVC autoestinguenti. Il diametro interno dei tubi
sarà pari ad almeno 1,3 volte il diametro del cerchio circoscritto al fascio dei cavi in esso
contenuti; inoltre, dovrà essere sufficientemente grande da permettere di sfilare e reProgetto definitivo-esecutivo: Relazione specialistica Rev.2
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infilare i cavi in esso contenuti con facilità e senza che ne risultino danneggiati i cavi stessi
o i tubi. Il percorso dei tubi protettivi, dovrà essere verticale e orizzontale (con minima
pendenza per favorire lo scarico di eventuale condensa) e ad ogni derivazione della linea
principale a quella secondaria ed in ogni locale servito, la tubazione dovrà essere
interrotta con scatole di derivazione. Le giunzioni dei conduttori dovranno essere eseguite
nelle scatole di derivazione, impiegando opportuni morsetti di serraggio a vite. Qualora di
preveda l’esistenza, nello stesso locale, di circuiti appartenenti a sistemi elettrici diversi,
questi dovranno essere protetti da tubi diversi e far capo a scatole separate. Tuttavia è
ammesso collocare i cavi nello stesso tubo e far capo alle stesse scatole, purché siano
isolati per la tensione più elevate e le singole scatole siano interamente unite di
diaframmi, non amovibili se non a mezzo di attrezzo, tra i morsetti destinati a serrare
conduttori appartenenti a sistemi diversi. Le tubazioni dovranno risultare con i singoli tratti
uniti tra loro, stretti da collari o flange, onde evitare discontinuità nella loro superficie
interna. I cavi non dovranno subire curvature di raggio inferiore a 15 volte il loro diametro.
5.6.2 Canali porta cavi in PVC rigido
I canali porta cavi, saranno del tipo in PVC rigido, autoestinguente, resistente agli urti, di
materiale resistente alla prova del filo incandescente alla temperatura di 960°C e che
pertanto può essere utilizzata in tutti quei locali soggetti a prevenzione incendi (es.
ospedali, scuole, banche, supermercati, ecc.) grado di protezione IP4X, con coperchio ad
incastro elastico, conforme alla norma CEI 23-32 e con il marchio IMQ e la marcatura CE.
La canala, certificata IMQ, sarà adatta, mediante setti divisori, per quelle installazioni
elettriche dove è richiesto di separare le diverse linee (corrente, telefono, computer),
completa d coperchio e predisposta per l’incastro dei separatori. I canali saranno per posa
diretta a parete, cornice, battiscopa o angolare. Il numero dei cavi installati dovrà essere
tale da consentire un’occupazione non superiore al 50% della sezione utile dei canali,
secondo quanto prescritto dalle norme CEI 64-8. Per il grado di protezione contro i contatti
diretti, si applica quanto richiesto dalle norme CEI 64-8, utilizzando i necessari accessori
(angoli, derivazioni, ecc.); opportune barriere dovranno separare cavi a tensioni nominali
differenti.
5.6.3 Cavi e conduttori
Si utilizzeranno cavi elettrici multipolari, resistenti alla fiamma, non propaganti la fiamma e
a basso sviluppo di fumi e gas tossici e corrosivi. Inoltre, si utilizzeranno cavi elettrici
idonei per ambienti in cui è fondamentale garantire la massima sicurezza alle persone
(scuole, uffici, cinema, ecc.), per installazione fissa entro tubazioni e canali porta cavi e
per cablaggi interni di quadri elettrici. I cavi dovranno essere provvisti lungo il percorso e
alle due estremità, di fascette distintive.
5.6.4 Isolamento dei cavi
I cavi utilizzati nei sistemi di prima categoria dovranno essere adatti per tensioni nominali
(U0/U) non inferiori a 450/750 V, simbolo di designazione 07. I cavi utilizzati nei circuiti di
segnalazione e comando dovranno essere adatti, invece, per tensioni nominali (U0/U) non
inferiori a 300/500 V, simbolo di designazione 05. Questi ultimi, se posati nello stesso
tubo, condotto o canale con cavi previsti con tensioni nominali superiori, dovranno essere
adatti alla tensione nominale.
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5.6.5 Colori distintivi dei conduttori
I conduttori impiegati nell’esecuzione degli impianti dovranno essere contrassegnati dalle
colorazioni previste dalle vigenti tabelle di unificazione CEI-UNEL 00722-74 e 00712. In
particolare, i conduttori di neutro dovranno essere contraddistinti esclusivamente con il
colore blu mentre quelli di protezione con il bicolore giallo-verde. I conduttori di fase
dovranno essere, invece, contraddistinti in modo univoco per tutto l’impianto dai seguenti
colori : nero, grigio e marrone.
5.6.6 Sezioni minime e cadute di tensione massime ammesse
Le sezioni dei conduttori, calcolate in funzione della potenza impegnata e della lunghezza
dei circuiti, in modo tale che la caduta di tensione non superi il valore del 4% della
tensione a vuoto, sarà scelta tra quelle unificate. In ogni caso, non dovranno essere
superati i valori delle portate di corrente ammessi dalle tabelle CEI-UNEL.
5.7 Linee di segnale video
Le linee di segnale video dovranno essere posate lungo le stesse canalizzazioni
individuate o realizzate per le linee elettriche di alimentazione. Per i collegamenti realizzati
mediante cavo coassiale RG59, senza giunzioni, dovranno essere conformi alla norma
CEI 20-35, composto di materiali :
• non propaganti l’incendio e a bassissima emissione di gas tossici e corrosivi
(halogen free);
• elettrici e dielettrici di qualità elevata con calza schermante in alluminio in grado di
offrire la massima protezione contro i disturbi video generati da interferenze
esterne.
Questa ultima caratteristica è di fondamentale importanza in quanto permette collegamenti
diretti tra telecamere e punto di arrivo anche oltre i 300 metri, mantenendo l’attenuazione
del segnale in limiti accettabili nella maggioranza della applicazioni TVCC. Sarà cura della
direzione lavori valutare di caso in caso ove eventualmente applicare dispositivi di
compensazione ed equalizzazione automatica delle perdite di segnale video in base alla
lunghezza della linea. In alternativa, laddove dovesse risultare necessario, è possibile
considerare la trasmissione del segnale video su cavo UTP.
Alternativa preferibile, al cablaggio di linea elettrica e linea video separati per ciascuna
telecamera,
è
quella
di
impiegare
cavi
precomposti
RG59+2x2+2x0,5
(video+alimentazione+dati) in doppia guaina non propaganti l’incendio e senza emissioni
di gas alogeni.
5.8 Protezione contro i fulmini e le sovratensioni.
Le telecamere a circuito chiuso sono dispositivi alquanto delicati e sensibili a diverse
problematiche di natura elettromagnetica.
In primo luogo le sovratensioni provenienti dal cablaggio video possono avere effetti
distruttivi molto gravi sui circuiti della telecamera. Macchine elettriche, sistemi di
illuminazione, scariche atmosferiche, cortocircuiti, possono generare picchi di tensione di
varia durata e natura in grado di distruggere irreparabilmente, in una frazione di secondo,
qualsiasi telecamera, spesso senza neppure lasciare una traccia evidente.
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La presenza di sovratensioni occasionali in un impianto TVCC genera frequenti
danneggiamenti delle telecamera con sparizione improvvisa del segnale video, senza che
si verifichino fenomeni anomali di preavviso.
Anche i ritorni di terra sono pericolosi in un sistema TVCC, soprattutto in impianti di
medio/grandi dimensioni. Piccole correnti parassite possono fluire lungo la calza del cavo
coassiale, sfruttando le differenze di potenziale fra i diversi punti di terra dell'impianto e
generando disturbi video indesiderati.
Nell’impianto devono essere implementati idonei dispositivi di protezione per le
telecamere e i ponti radio a circuito chiuso.
5.9 Prescrizioni tecniche generali per l’esecuzione delle opere civili
Disfacimenti delle pavimentazioni stradali
Il disfacimento della pavimentazione deve essere limitato alla superficie necessaria per
l’esecuzione degli scavi e deve essere condotta in modo da ridurre al minimo gli oneri per i
ripristini, nel rispetto delle normative degli Enti proprietari. E’ necessario ricorrere, quando
possibile, all’impiego di idonei mezzi meccanici ( es. frese, macchine a lame rotanti, ecc. )
per il disfacimento della pavimentazione e del relativo sottofondo. I mezzi utilizzati per i
disfacimenti, gli scavi, i reinterri, devono essere tali da non danneggiare, né durante il loro
spostamento ne durante l’esecuzione delle opere, il manto stradale ( ad es. i mezzi
cingolati devono essere provvisti di appositi pattini gommati ). Deve essere assicurata la
massima riutilizzabilità degli elementi di pavimentazione disfatta reimpiegabili mediante la
loro cernita e l’accatastamento ordinato in aree adeguatamente recintate nei pressi del sito
e quando esigenze di traffico o di sicurezza lo richiedano, i materiali devono essere
conservati in luogo diverso da quello di scavo fino al trasporto e reimpiego in sito.
Scavi
Le dimensioni dello scavo in terreno di qualsiasi natura devono essere adeguate
all’infrastruttura di posa da predisporre e tali da ridurre al minimo i ripristini e l’entità dei
materiali di riempimento. L’estradosso dell’infrastruttura deve essere a profondità minima
di 60 cm e in ogni caso, devono essere sempre rispettate le norme degli Enti proprietari
delle strade. La profondità dello scavo deve essere mantenuta il più possibile costante in
modo da evitare bruschi cambi di pendenza. La scelta dei mezzi più idonei per lo scavo
deve essere effettuata in relazione alle caratteristiche ambientali, alla stratigrafia del
terreno, ai servizi presenti nel sottosuolo, all’impianto da predisporre, alle indicazioni di
progetto.
Al fine di accertare l’eventuale presenza e la posizione di servizi presenti nel sottosuolo,
ostacoli preesistenti e la tipologia del terreno devono essere effettuate preventivamente :
- verifiche presso gli Enti proprietari delle strade e i Gestori dei servizi;
- sopralluoghi diretti;
- saggi del terreno;
- indagini del sottosuolo con tecniche geo-radar.
Ogni eventuale guasto riscontrato o provocato, durante l’esecuzione degli scavi, agli
impianti esistenti, nonché le fughe e le infiltrazioni da vicine condotte di gas o di acqua
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devono essere segnalati tempestivamente agli Enti interessati e al Committente per
adottare i provvedimenti del caso.
Gli attraversamenti stradali, quando non sia autorizzata la chiusura al traffico, devono
essere condotti in modo tale che rimanga sempre disponibile, per la circolazione, una
sufficiente porzione della sede stradale. Gli scavi in adiacenza ad alberi e l’eventuale
estirpazione di siepi e di radici devono essere sempre autorizzati dagli Enti preposti. Deve
essere assicurato il prosciugamento dello scavo dalle eventuali acque provenienti dal
sottosuolo o piovane. Deve inoltre essere effettuata opera di rinforzo del terreno in caso di
bisogno. Tutti i materiali non riutilizzabili provenienti dai disfacimenti e/o dagli scavi devono
essere trasportati alle discariche indicate dal Committente.
Reinterri e ripristini
Le operazioni di reinterro e di ripristino consistono rispettivamente nel riempimento degli
scavi e nel rifacimento delle pavimentazioni disfatte. I ripristini delle pavimentazioni stradali
( manti superficiali ) devono essere eseguiti in modo da ricostruire le pavimentazioni con le
caratteristiche tecniche ( spessore, qualità e quantità dei materiali, ecc. ) nel rispetto dei
disciplinari e/o le prescrizioni degli enti proprietari delle strade e in ogni caso garantendo il
rifacimento della struttura preesistente. In ogni caso, al fine di evitare successivi cedimenti,
per il reinterro deve essere utilizzato materiale, secondo le prescrizioni delle autorità
preposte all’amministrazione del sottosuolo, da costipare accuratamente in due riprese ( a
metà del reinterro e a completamento dello stesso ) mediante vibrocostipatore; solo per gli
scavi in terreno vegetale è possibile utilizzare materiale di risulta. Gli interventi di ripristino
devono essere condotti fino al rifacimento del sottofondo in conglomerato bituminoso e/o
cementizio (binder), nel rispetto dei vincoli tecnici per la realizzazione dei vari strati; il loro
mantenimento deve essere effettuato fino alla realizzazione del tappetino superficiale.
Devono essere rimessi in sito paracarri e cartelli indicatori eventualmente rimossi per lo
scavo. Deve inoltre essere assicurato il ripristino delle verniciature di passaggi pedonali,
piste ciclabili, segnaletica stradale, passi carrabili, ecc., con qualsiasi tecnica o materiale.
L’esecutore dell’intervento deve rispondere nei riguardi del Committente o di altri Enti
interessati, a norma dei Regolamenti vigenti, degli eventuali cedimenti od altri
inconvenienti che si dovessero verificare, in tempi successivi all’intervento, a causa della
cattiva esecuzione dell’opera. Gli interventi per verificare la regolarità della esecuzione
delle opere, sia durante il corso dei lavori sia ad opere ultimate, saranno eseguiti da
personale del Committente avvalendosi del supporto di personale messo a disposizione
dall’esecutore dell’intervento.
Infrastrutture interrate
L’infrastruttura di posa è costituita da tubi corrugati intervallati da pozzetti. La posa dei tubi
può essere effettuata sia con scavi a cielo aperto sia con tecniche di perforazione del
terreno non distruttive. Nel caso di scavi a cielo aperto il fondo dello scavo deve essere
accuratamente spianato e privato di sassi o spuntoni; e per la posa dei tubi deve essere
predisposto un letto di materiale inerte, a granulometria fine (sabbia) di circa 5 cm. Prima
della posa nel fondo dello scavo le teste dei tubi devono essere chiuse con gli appositi
tappi. La posa dei tubi deve essere eseguita, fra pozzetto e pozzetto, con andamento
rettilineo e limitando al necessario i punti di giunzione. I tubi devono entrare ed uscire dai
pozzetti, generalmente, dalle pareti più corte; soltanto nei cambi di direzione della dorsale i
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pacco tubi potranno uscire dal lato lungo del pozzetto. Qualora sia necessario, per la
presenza di ostacoli, curvare i tubi lungo il piano verticale od orizzontale, occorre ridurre al
minimo la loro curvatura al fine di facilitare la successiva posa dei cavi. Prima del reinterro
devono essere corretti gli eventuali serpeggiamenti che possono verificarsi durante la
posa. I tubi devono essere ricoperti per uno spessore di almeno 10 cm con materiali a
granulometria fine (sabbia). Durante il reinterro, per tutta la lunghezza dell’infrastruttura
deve essere posato un nastro segnalatore in modo tale che a completamento del reinterro
(dopo che il terreno viene costipato) quest’ultimo risulti a circa 30 cm dalla sommità dello
scavo. Al fine di evitare giunti tra i tubi corrugati negli attraversamenti, nei casi in cui è
necessario effettuare gli scavi per metà carreggiata alla volta, occorre predisporre i tubi
per tutta la lunghezza della tratta prevista, avendo cura di posarli nella prima metà dello
scavo per poi arrotolarli su se stessi al di fuori della trincea e, quindi, distenderli nella
rimanente parte dello scavo. All’interno dei tubi devono essere posati gli appositi cordini di
tiro in nylon necessari per la successiva posa della fune di tiro del cavo. Nel caso di tubi,
forniti in opera con un cordino metallico, deve essere prevista la sostituzione di
quest’ultimo con il cordino in nylon. Nella fase di chiusura con appositi tappi, si deve
collegare il cordino all’estremità del tappo, lasciandone all’interno una ricchezza di circa 60
cm. La giunzione dei tubi deve essere effettuata dopo aver avuto la certezza che il tubo
abbia raggiunto, nella sua sede, la configurazione definitiva e in modo da evitare gradini,
sbavature, disassamenti, ecc., che aumenterebbero le difficoltà al successivo tiro di cavi.
La giunzione dei tubi corrugati è eseguita utilizzando gli appositi accessori; quella del
tritubo utilizzando le apposite guaine termorestringenti e accessori. L’operazione di
giunzione deve essere realizzata in modo tale da evitare che acqua e polvere entrino nei
tubi e le due estremità da giuntare siano disallineate.
Pozzetti
L’utilizzo dei pozzetti, il cui numero, posizione e tipo sono definiti dal progetto, a
completamento dell’infrastruttura di posa ha lo scopo di :
- assicurare un adeguato spazio per effettuare la giunzione e/o diramazione dei
cavi;
- facilitare le operazioni di posa dei cavi (nel caso di cambio quota e/o direzione che
prevedono raggi di curvatura inferiori a quelli previsti dalle caratteristiche dei tubi);
- consentire un tempestivo ed agevole intervento di manutenzione.
I pozzetti sono di norma pozzetti prefabbricati modulari costituiti da un modulo di base,
elementi di sopralzo, per variarne le dimensioni a secondo delle necessità, e da una
soletta per l’alloggiamento del chiusino. La base dei pozzetti deve presentare un setto a
frattura in modo da consentire l’eventuale drenaggio di acque mentre il modulo di base è
provvisto di setti a frattura per l’accesso dei tubi, posti su tutti i lati. Per la chiusura dei
pozzetti devono essere utilizzati chiusini in ghisa sferoidale di classe D400 ( carico 400 kN
), rispondenti alle normative UNI EN 124, con semicoperchi incernierati e provvisti di
chiusure con cavi di sicurezza. In generale, salvo esigenze dettate da problematiche di
ordine tecnico o legate a permessi degli Enti proprietari delle strade, devono essere
installati pozzetti affioranti, il cui chiusino dopo il ripristino deve risultare a livello con la
pavimentazione stradale al fine di garantire la massima accessibilità all’infrastruttura per le
future opere di ampliamento e di manutenzione. La posizione dei pozzetti deve essere tale
da consentire l’accesso (ripetuto e continuo) limitando al massimo sospensioni e/o intralci
Progetto definitivo-esecutivo: Relazione specialistica Rev.2
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COMUNE DI FERNO
Provincia di Varese
alla circolazione stradale. Il fondo dello scavo che deve ospitare il pozzetto deve essere
fortemente costipato, anche con materiale a granulometria fine e , qualora necessario, con
una gettata di cemento al fine di creare una solida base di appoggio per la posa del
pozzetto. Il piano di appoggio del pozzetto e la profondità dello scavo devono essere tali
affinché il pozzetto risulti perfettamente in linea con la sagomatura del piano stradale. Gli
elementi in sopralzo in calcestruzzo, utilizzati per adeguare la profondità del pozzetto,
devono essere sigillati sia internamente sia esternamente con malta cementizia e al
termine di tale operazione si deve procedere all’asportazione dei residui di lavorazione e
alla perfetta pulizia del pozzetto. A seconda della costituzione del terreno, deve essere
valutata la possibilità di aprire o meno i setti frattura predisposti sul fondo del pozzetto per
il drenaggio delle acque. I tubi inseriti nelle zone predisposte con setti a frattura del
pozzetto devono essere bloccati lato esterno e lato interno con malta cementizia e devono
sporgere per almeno 15 cm all’interno. Il materiale di reinterro da posare adiacente alle
pareti del pozzetto deve essere inerte a granulometria fine ed opportunamente costipato.
L’ubicazione dei pozzetti deve essere effettuata non solo nel rispetto dei vincoli tecnici
(esigenze di posa, cambi di quota, di direzione) ma anche ottimizzata rispetto alle
esigenze future di accesso alla rete e quindi con distanze massime tra due pozzetti che
dipenderà dalle caratteristiche dell’area oggetto dell’intervento, stabilita in fase di
progettazione.
Progetto definitivo-esecutivo: Relazione specialistica Rev.2
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