documento generale di sicurezza e salute sul lavoro

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REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA E SALUTE
SUL LAVORO
REV.
0
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DATA
16.10.2003
IL DIRETTORE SPP
Ing. Alessandro Selbmann
IL DIRETTORE GENERALE
Dott. Bruno Cisbani
INDICE
Ø FINALITA’ DEL DOCUMENTO………………………………………………………….….4
Ø POLITICA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO………………………..5
Ø ORGANIGRAMMA AZIENDALE…………………………………………...……...………..7
Ø DEFINIZIONE DEI COMPITI E DELLE RESPONSABILITA’...………………………...9
o DATORE DI LAVORO
o DIRIGENTI, PREPOSTI, LAVORATORI
o UNITA’ OPERATIVE
Ø SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE……………………………………………18
Ø IL GRUPPO DI RIFERIMENTO AZIENDALE PER LA SICUREZZA……………..….33
Ø I GRUPPI DI LAVORO AZIENDALI PER LA SICUREZZA…………………………….38
Ø SORVEGLIANZA SANITARIA……………………………………………………...….…. 47
Ø FISICA SANITARIA……………………………………………………………………….…53
Ø RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA…….…………....……60
Ø RIUNIONE PERIODICA DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI……..….62
Ø GESTIONE DELL’EMERGENZA …………………………………………………….……65
Ø GESTIONE DEGLI INFORTUNI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI………….73
Ø GESTIONE DEL PERSONALE ………………………...….....…………………………….79
o PREMESSA
o INIZIO RAPPORTO DI LAVORO
o SPOSTAMENTI, TRASFERIMENTI, COMANDI
o FINE RAPPORTO DI LAVORO
o LAVORO NOTTURNO
o MATERNITA’
Ø GESTIONE DELLE INFRASTRUTTURE (AMBIENTI, IMPIANTI)…………………...87
o PREMESSA
o FASE PROGETTUALE
o AFFIDAMENTO LAVORI
o ESECUZIONE LAVORI
o PRESA IN CONSEGNA E UTILIZZO LOCALI
o PROCEDURA PER VARIAZIONI, RISTRUTTURAZIONI, TRASFERIMENTI,
CAMBIO DESTINAZIONE D’USO
o MANUTENZIONI E VERIFICHE DI SICUREZZA
o LOCALI IN LOCAZIONE
2
Ø GESTIONE DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO …………………………………..107
o SCELTA
o ACQUISTO
o COLLAUDO
o UTILIZZO
o MANUTENZIONI
o VERIFICHE DI SICUREZZA
Ø GESTIONE DELLE APPARECCHIATURE BIOMEDICHE…….……………………..110
o PROPOSTA DI ACQUISTO, DONAZIONE, LOCAZIONE, COMODATO…
o ACQUISTO
o INSTALLAZIONE E COLLAUDO
o CONSEGNA
o UTILIZZAZIONE
o VERIFICHE E CONTROLLI
Ø
PRESIDI MEDICO CHIRURGICI NON INVENTARIABILI…………………………..115
o PROPOSTA DI ACQUISTO: VALUTAZIONE PRELIMINARE
o ACQUISTO
o CONSEGNA
o PERIODO DI PROVA
o UTILIZZAZIONE
Ø GESTIONE DEI COMPOSTI E PREPARATI CHIMICI…….………………………….118
o SCELTA
o ACQUISTO
o STOCCAGGIO
o DISTRIBUZIONE
Ø GESTIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE……………………121
o PREMESSA
o DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE NECESSARIE
o SCELTA E ACQUISTO
o CONSEGNA
o UTILIZZO
Ø LA GESTIONE DEI LAVORI IN APPALTO…………………..…………………………129
o VERIFICA IDONEITA’ TECNICO PROFESSIONALE
o SCAMBIO DI INFORMAZIONI
o COOPERAZIONE E COORDINAMENTO
Ø LA VALUTAZIONE DEI RISCHI LAVORATIVI…………………..………..………….136
o ASPETTI METODOLOGICI E ORGANIZZATIVI
o CRITERI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
Ø L’INFORMAZIONE, LA FORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO
IN MATERIA DI SICUREZZA E SALUTE………………………………………………139
Ø LA DOCUMENTAZIONE DI SICUREZZA………………………………………………147
Ø GESTIONE DEI RAPPORTI CON GLI ORGANI DI VIGILANZA…….……………...152
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FINALITA’ DEL DOCUMENTO
Il presente documento ha come finalità l’integrazione degli obiettivi e delle politiche per la salute
e la sicurezza sul lavoro con la progettazione e la gestione dei sistemi lavorativi dell’Azienda
Sanitaria di Viterbo.
Tale integrazione definisce le modalità per individuare, all’interno della struttura organizzativa
aziendale, le responsabilità, le procedure, i processi e le risorse per la realizzazione della politica
aziendale di prevenzione, nel rispetto delle norme di salute e sicurezza vigenti.
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REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
POLITICA PER LA SICUREZZA E LA SALUTE SUL LAVORO
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POLITICA PER LA SICUREZZA E SALUTE SUL LAVORO
L’Azienda considera la salute e la sicurezza nei propri luoghi di lavoro (SSL) come parte
integrante della gestione aziendale.
La responsabilità della gestione della SSL riguarda l’intera organizzazione aziendale, dal Datore
di Lavoro sino ad ogni lavoratore, ciascuno secondo le proprie attribuzioni e competenze
A tal fine l’Azienda si riferisce ai seguenti principi ispiratori:
Ø
Ø
Ø
Ø
il rispetto della legislazione e degli accordi applicabili alla SSL;
il miglioramento continuo e la prevenzione;
la dotazione di risorse umane e strumentali necessarie;
la sensibilizzazione e la formazione del personale per svolgere i propri compiti in sicurezza
e per assumere le proprie responsabilità in materia di SSL;
Ø il coinvolgimento e la consultazione dei lavoratori, anche attraverso i loro rappresentanti per
la sicurezza;
Ø il riesame periodico della politica di sicurezza e del relativo sistema di gestione;
Ø la definizione e la diffusione all’interno dell’Azienda degli obiettivi di SSL e dei relativi
programmi di attuazione.
Per l’attuazione della politica per la sicurezza e la salute sul lavoro, l’azienda tiene in
considerazione, ove applicabile, il documento: “LINEE GUIDA PER UN SISTEMA DI
GESTIONE DELLA SALUTE E DELLA SICUREZZA SUL LAVORO (SGSL)” edito dall’UNI
nel settembre 2001.
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REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
ORGANIGRAMMA AZIENDALE
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ORGANIGRAMMA AZIENDALE
La struttura organizzativa aziendale è riportata nell’Atto Aziendale (Supplemento n°2 del
30.5.2003 al B.U.R.L. n°15 del 30.5.2003).
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SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
DEFINIZIONE DEI COMPITI E DELLE RESPONSABILITA’
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DEFINIZIONE DEI COMPITI E DELLE RESPONSABILITA’
DATORE DI LAVORO
Secondo l’art.2, comma 1, lettera b) del D.L.vo 626/94, nelle Pubbliche Amministrazioni per
Datore di Lavoro si intende il dirigente al quale spettano poteri di gestione.
I poteri di gestione vanno intesi come poteri decisionali e di spesa.
In base a questa definizione nell’Azienda il datore di lavoro si identifica con il DIRETTORE
GENERALE.
Le funzioni del Direttore Generale sono riportati nell’Atto Aziendale.
Per quanto riguarda in particolare la sicurezza, il Direttore Generale è responsabile della
funzionalità dell’organizzazione aziendale ed in particolare della applicazione delle norme in
materia di sicurezza e salute dei lavoratori sul luogo di lavoro. Tra le funzioni non delegabili,
riservate esclusivamente al Direttore Generale, rientrano:
Ø la designazione del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (art.4, comma 4,
lettera a, D.Lgs. 626/94);
Ø la valutazione dei rischi lavorativi con la elaborazione del relativo documento, per le quali
si avvale del Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione e del medico competente
(art.4, commi 1 e 2, D.Lgs. 626/94).
Ad eccezione delle funzioni non delegabili, il datore di lavoro può delegare ad altri soggetti alcuni
dei propri obblighi.
I doveri generali sulla sicurezza che fanno capo al Direttore Generale sono:
Ø Fornire all’Azienda un’organizzazione razionale nel cui ambito sono presenti le competenze
necessarie per poter gestire, coordinare, controllare e verificare l’andamento delle operazioni
e i risultati, in modo che:
o Vengano forniti ambienti, impianti e attrezzature che abbiano i requisiti di salubrità,
efficienza e sicurezza in relazione agli scopi da conseguire e agli specifici rischi
emergenti dalle particolarità delle lavorazioni da eseguire;
o Per gli immobili utilizzati a qualunque titolo dalla ASL dei quali la stessa non è
proprietaria, venga richiesto ai soggetti che ne abbiano l’obbligo giuridico, la
realizzazione degli interventi strutturali e di manutenzione necessari per la sicurezza
dei locali e degli edifici in uso.
o Vengano mantenuti i livelli di salubrità, efficienza e sicurezza di partenza e vengano
migliorati nel corso dell’esercizio secondo il progresso tecnico e l’esperienza;
Ø Nell’ambito delle risorse finanziarie disponibili e sulla base delle priorità, definire:
o un programma di realizzazione progressiva delle misure generali per la protezione
della salute e per la sicurezza dei lavoratori;
o un programma per il miglioramento continuo dei livelli di sicurezza e salute;
o un programma per la informazione e la formazione continua di tutto il personale in
materia di sicurezza e salute;
Ø Nell’ambito dello schema organizzativo e funzionale dell’Azienda, definire i compiti, le
responsabilità e la relativa autorità in materia di sicurezza e salute;
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Ø Vigilare e controllare affinché i programmi, le attività e le direttive date, riguardanti la
sicurezza, vengano concretamente attuate in modo efficiente;
Ø definire l’organizzazione del Servizio Prevenzione e Protezione;
Ø Nominare il Medico Competente.
Ad eccezione delle funzioni non delegabili, il Direttore Generale può, al fine di rendere più
efficace l’azione di prevenzione e sicurezza, delegare in tutto o in parte ai direttori sanitario e
amministrativo e agli altri dirigenti dell’Azienda, le altre funzioni riguardanti la sicurezza.
DELEGA DEI COMPITI IN MATERIA DI SICUREZZA E SALUTE
La legislazione, nell’attribuire i poteri, configura anche gli ambiti dei diritti e dei doveri che
ciascun soggetto ha nei confronti della sicurezza. I doveri sono legittimamente delegabili a
determinate condizioni e determinati criteri.
Questa Azienda definisce i seguenti criteri cui intende ispirarsi nell’adozione dell’ISTITUTO
DELLA DELEGA:
⇒ La delega deve corrispondere alle effettive necessità dell’organizzazione aziendale (stante la
complessità e l’articolazione dell’Azienda Sanitaria di Viterbo, l’istituto della delega è
senz’altro giustificato);
⇒ La delega deve essere conferita con atto scritto;
⇒ L’atto di delega deve essere esplicito e specifico: non ci devono essere dubbi sul contenuto
dell’incarico affidato né sul destinatario;
⇒ Al delegato deve essere attribuita ampia capacità decisionale nelle materie oggetto della delega;
⇒ Il delegato, nei casi previsti, deve poter disporre autonomamente delle somme sufficienti ad
espletare i propri compiti;
⇒ Il delegato deve essere persona capace (capacità tecniche, culturali,….) ed idonea allo
svolgimento dei compiti che gli sono stati assegnati;
⇒ Il delegato deve essere consapevole della delega e deve avere accettato di svolgere l’incarico;
⇒ Il delegante non deve ingerirsi nello svolgimento dei compiti assegnati al delegato;
⇒ Il delegante, se venuto a conoscenza della cattiva gestione della delega, deve intervenire a
pretendere il puntuale svolgimento dei compiti delegati;
⇒ Il delegante deve organizzare un sistema che gli consenta di vigilare sull’operato del delegato.
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DIRIGENTI
(DIRETTORI DI DIPARTIMENTO O DI STRUTTURA COMPLESSA, DIRIGENTI DI
STRUTTURA SEMPLICE)
Organizzano e dirigono il lavoro e impartiscono disposizioni in maniera autonoma nell’ambito
dell’unità organizzativa di competenza.
I dirigenti aziendali si conformano alle indicazioni contenute nei vari capitoli del presente
documento.
Doveri generali :
Ø Assicurare l’efficienza e la sicurezza della struttura organizzativa da essi diretta;
Ø Assicurare l’efficienza e la sicurezza delle strutture, degli impianti, delle attrezzature sia nella
fase di progettazione che di gestione, promovendo in continuo l’adeguamento alla evoluzione
sia normativa che tecnologica;
Ø Prefissare le direttive generali sulle modalità operative e le tecniche di lavorazione, in particolar
modo per i lavori a maggior rischio, aggiornandole in relazione dei mutamenti organizzativi e
produttivi che hanno rilevanza ai fini della salute e della sicurezza del lavoro;
Ø Assicurare il controllo operativo su ambienti, impianti, macchine e attrezzature;
Ø Vigilare su tutta l’attività di prevenzione riguardante il rispetto sia dei dettati normativi, sia delle
procedure di sicurezza interne;
Ø Fornire la corretta informazione e formazione ai lavoratori;
Ø Fornire ai lavoratori i necessari dispositivi di protezione individuale;
Ø Predisporre le misure e l’organizzazione necessarie per la prevenzione degli incendi,
evacuazione dei lavoratori, il pronto soccorso e la gestione delle situazioni di emergenza.
In particolare i doveri generali si concretizzano nelle seguenti attività:
Ø scelta di ambienti, impianti, attrezzature di lavoro, sostanze dei preparati chimici tenendo conto
delle condizioni e delle caratteristiche specifiche del lavoro da svolgere e della necessità di
ridurre e, se possibile eliminare, i rischi presenti negli ambienti di lavoro;
Ø affidamento dei compiti lavorativi in considerazione delle capacità e delle condizioni di salute
dei singoli lavoratori attraverso il giudizio di idoneità alla mansione specifica espresso dal
medico competente;
Ø organizzazione del lavoro e procedure operative adeguate in modo tale da:
o Evitare i rischi e, ove ciò non sia possibile, ridurli fino a valori accettabili;
o Limitare al minimo del numero dei lavoratori esposti ai rischi;
o Utilizzare correttamente gli ambienti, gli impianti, le attrezzature di lavoro, le sostanze e
i preparati chimici;
o segnalare tempestivamente qualsiasi inconveniente che possa pregiudicare la sicurezza e
la salute dei lavoratori
Ø attivazione per la risoluzione di problemi riguardanti la sicurezza e la salute dei lavoratori e per
la eliminazione di situazioni di rischio;
Ø promozione dell’effettuazione della manutenzione e della pulizia su ambienti, impianti,
attrezzature;
Ø assicurare che i lavoratori ricevano la necessaria informazione, formazione e, ove previsto, il
necessario addestramento ai fini della sicurezza e della salute su:
o Rischi;
o Misure di prevenzione e procedure operative da adottare;
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Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
o Uso corretto di ambienti, impianti, attrezzature, sostanze e preparati chimici, dispositivi
di protezione individuale;
o Procedure da attuare in caso di infortunio sul lavoro;
assicurare che tutte le necessarie istruzioni per l’uso in sicurezza siano presenti sul posto di
lavoro e siano disponibili i libretti d’uso, le note informative, le schede di sicurezza;
organizzazione di un sistema di controllo e verifica per monitorare l’andamento e l’esito delle
attività intraprese ai fini della tutela della sicurezza e della salute dei lavoratori;
collaborazione alla valutazione dei rischi;
richiedere l’intervento del Servizio Prevenzione e Protezione in occasione di:
o infortuni sul lavoro o incidenti anche senza infortunio;
o interventi degli organi di vigilanza (Vigili del Fuoco, NAS, Vigili Urbani, ARPA,
ecc…)
accertarsi affinché i lavoratori esposti ai rischi si sottopongano a sorveglianza sanitaria;
garantire l’applicazione delle prescrizioni emesse dal Medico Competente e contenute nei
Certificati di Idoneità;
nel caso vengano effettuati interventi all’interno dell’unità organizzativa di competenza da parte
di imprese appaltatrici o lavoratori autonomi:
o organizzazione dell’informazione agli stessi sui rischi specifici esistenti negli ambienti
in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di emergenza adottate;
o organizzazione ed effettuazione della cooperazione per l’attuazione delle misure di
prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto
dell’appalto;
o coordinamento degli interventi di protezione e prevenzione dai rischi cui sono esposti i
lavoratori, tramite informazione reciproca anche al fine di eliminare i rischi dovuti alle
interferenze tra i lavori delle diverse imprese coinvolte.
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PREPOSTI
Per ciascuna struttura organizzativa il dirigente responsabile individua l’operatore o gli operatori
cui affidare l’incarico di preposto per la sicurezza.
I preposti hanno il dovere di far osservare le disposizioni impartite dal dirigente e lo informano
circa l’andamento e l’esito delle attività intraprese.
I preposti aziendali si conformano alle indicazioni contenute nei vari capitoli del presente
documento.
Nell’ambito ed in conformità alle direttive impartite dal dirigente, i preposti:
Ø Collaborano con il dirigente coadiuvandolo nello svolgimento dei suoi doveri inerenti la
sicurezza e per la organizzazione del lavoro in sicurezza;
Ø Sorvegliano e controllano lo svolgimento delle attività lavorative;
Ø Verificano l’attuazione delle misure e delle procedure di prevenzione e protezione;
Ø Vigilano sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuale;
Ø Si accertano che gli ambienti, gli impianti, le attrezzature di lavoro, i composti o preparati
chimici nonché le attrezzature di protezione vengano utilizzati correttamente;
Ø Intervengono direttamente in caso di problemi riguardanti la sicurezza, attivandosi in
accordo con il dirigente, per promuoverne la risoluzione;
Ø Informano il dirigente su qualsiasi problema riguardante la sicurezza.
LAVORATORI
(CIASCUN OPERATORE DIPENDENTE DELL’AZIENDA)
Ciascun lavoratore deve prendersi cura della propria sicurezza e della propria salute e di quella
delle altre persone presenti sul luogo di lavoro, su cui possono ricadere gli effetti delle sue azioni o
omissioni, conformemente alla sua formazione ed alle istruzioni e ai mezzi forniti dall’Azienda.
I lavoratori aziendali si conformano alle indicazioni contenute nei vari capitoli del presente
documento secondo la informazione e la formazione ricevuta dai rispettivi dirigenti e preposti.
In particolare i lavoratori:
a) osservano le disposizioni e le istruzioni impartite dai dirigenti e dai preposti, ai fini della
protezione collettiva ed individuale;
b) utilizzano correttamente i macchinari, le apparecchiature, gli utensili, le sostanze e i
preparati pericolosi, i mezzi di trasporto e le altre attrezzature di lavoro, nonché i dispositivi
di sicurezza;
c) utilizzano in modo appropriato i dispositivi di protezione messi a loro disposizione;
d) segnalano immediatamente al dirigente o al preposto le deficienze dei mezzi e dispositivi di
cui alle lettere b) e c), nonché le altre eventuali condizioni di pericolo di cui vengono a
conoscenza, adoperandosi direttamente, in caso di urgenza, nell'ambito delle loro
competenze e possibilità, per eliminare o ridurre tali deficienze o pericoli, dandone notizia al
rappresentante dei lavoratori per la sicurezza;
e) non rimuovono o modificano senza autorizzazione i dispositivi di sicurezza o di
segnalazione o di controllo;
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f) non compiono di propria iniziativa operazioni o manovre che non sono di loro competenza
ovvero che possono compromettere la sicurezza propria o di altri lavoratori;
g) si sottopongono ai controlli sanitari previsti nei loro confronti;
h) contribuiscono, insieme al datore di lavoro, ai dirigenti e ai preposti, all'adempimento di tutti
gli obblighi imposti dall'autorità competente o comunque necessari per tutelare la sicurezza
e la salute dei lavoratori durante il lavoro;
i) comunicano senza ritardo al proprio dirigente o al preposto qualsiasi modifica del proprio
stato di salute che possa influire sulla idoneità alla mansione specifica (in particolare l’inizio
della gestazione) per dar modo agli stessi di adottare, d’intesa con il medico competente, le
misure necessarie di prevenzione e protezione dai rischi. La comunicazione può essere fatta
direttamente al medico competente.
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RUOLO E COMPITI DEI SERVIZI DELL’AZIENDA
UNITA’ OPERATIVA IMMOBILI E TECNOLOGIE
L’Unità Operativa Immobili e Tecnologie si conforma alle indicazioni contenute nei vari capitoli
del presente documento.
Per quanto concerne gli ambienti di lavoro e gli impianti:
Ø Assicura che i nuovi ambienti di lavoro e la ristrutturazione di quelli già utilizzati, vengano
progettati nel rispetto della normativa vigente di igiene e sicurezza e assicurino parametri
microclimatici e livelli di inquinamento chimico, fisico e biologico compatibili con quelli
previsti dalle norme;
Ø Assicura che gli ambienti di lavoro e gli impianti siano messi a disposizione delle unità
operative rispondenti alle norme di igiene e sicurezza e assicurino parametri microclimatici
e livelli di inquinamento chimico, fisico e biologico compatibili con quelli previsti dalle
norme anche provvedendo alle necessarie misurazioni strumentali;
Ø Tiene tutta la documentazione tecnico amministrativa inerente le sicurezza;
Ø Assicura la manutenzione ordinaria e straordinaria in modo che vengano mantenuti nel
tempo i livelli di igiene e sicurezza;
Ø Controlla e vigilare sulla puntuale osservanza dei contratti di manutenzione;
Ø Assicura l’effettuazione dei controlli di sicurezza previsti dalla normativa vigente;
Ø Per gli immobili utilizzati a qualunque titolo dalla ASL dei quali la stessa non è proprietaria:
o Per quelli già utilizzati richiede ai soggetti che ne abbiano l’obbligo giuridico, la
realizzazione degli interventi strutturali e di manutenzione necessari per la sicurezza
dei locali e degli edifici in uso;
o Per quelli di nuova utilizzazione acquisisce dai soggetti che ne abbiano l’obbligo
giuridico, tutte le necessarie certificazioni prima della presa in carico;
Ø Predispone programmi per l’adeguamento alle vigenti norme di sicurezza e di igiene
evidenziando eventuali priorità;
Ø Predispone programmi per la manutenzione straordinaria e per la ristrutturazione
evidenziando eventuali priorità;
Ø Assicura che nelle varie fasi dell’iter tracciato dalla legge quadro e dal regolamento per le
opere pubbliche siano rispettati tutti gli adempimenti previsti dalla vigente normativa
nonché in materia di sicurezza dei cantieri temporanei e mobili;
Ø Intervenire per quanto di propria competenza nelle situazioni di emergenza ed in particolare
secondo quanto previsto dai piani di emergenza.
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UNITA’ OPERATIVA APPROVVIGIONAMENTI E LOGISTICA
L’Unità Operativa si conforma alle indicazioni contenute nei vari capitoli del presente documento.
Per quanto concerne le attrezzature di lavoro (macchinari, apparecchi elettromedicali….)
compiti generali sono:
i
Ø Assicurare che le attrezzature di lavoro acquisite in Azienda:
o siano rispondenti alle vigenti norme di prevenzione e sicurezza;
o siano corredate della necessaria documentazione tecnica, certificativa e informativa;
o siano installate secondo le istruzioni del fabbricante;
o siano installate in modo tale da ridurre i rischi per gli utilizzatori e per altre persone,
tenendo conto degli altri rischi presenti nell’ambiente;
o siano sottoposte a regolare manutenzione secondo quanto previsto dal costruttore;
o siano sottoposte a controlli periodici di sicurezza secondo le istruzioni del
fabbricante e secondo quanto previsto dalle norme vigenti;
UNITA’ OPERATIVA FARMACIA
L’Unità Operativa Farmacia collabora, per quanto di propria competenza, con tutte le altre unità
operative aziendali sui temi della prevenzione e della protezione dai rischi lavorativi, fornendo
anche consulenza e assistenza tecnico scientifica nelle materie specifiche.
L’Unità Operativa Farmacia si conforma alle indicazioni contenute nei vari capitoli del presente
documento.
Con riferimento ai propri compiti istituzionali l’Unità Operativa Farmacia provvede a:
Ø controllare che tutto il materiale trattato dal Servizio (dispositivi medici, dispositivi
diagnostici in vitro, dispositivi di protezione individuale, sostanze o preparati chimici,
farmaci) che viene fornito all’Azienda e che viene distribuito alle unità operative, sia
rispondente alle vigenti normative di sicurezza e sia accompagnato dalla necessaria
documentazione tecnica e informativa;
Ø fornire i dispositivi di protezione individuale alle unità operative che ne fanno richiesta;
Ø fornire l’informazione agli utilizzatori.
UNITA’ OPERATIVA RISORSE UMANE
L’Unità Operativa Risorse Umane si conforma alle indicazioni contenute nei vari capitoli del
presente documento.
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REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
IL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
18
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
* Via S. Lorenzo, 101 – 01100 VITERBO
'O761-339608 FAX 0761-226472
www.asl.vt.it/azienda/area_staff/spp
SERVIZIO
PREVENZIONE E PROTEZIONE
REV.
0
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Data
10.2.2000
11.6.2002
1.10.2002
31.5.2003
IL DIRETTORE
Ing. Alessandro Selbmann
19
e.mail: [email protected]
INDICE
COMPITI DEL SERVIZIO
ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO
Ø
PRINCIPI GENERALI
Ø
RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
Ø
COMPITI E FUNZIONI COMUNI A TUTTI I SETTORI E A TUTTE LE AREE
Ø
SETTORE FORMAZIONE E COMUNICAZIONE
Ø
SETTORE RISCHI DA AGENTI BIOLOGICI
Ø
SETTORE RISCHI DA AGENTI CHIMICI
Ø
SETTORE MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI E DEI PAZIENTI
Ø
SETTORE USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
Ø
SETTORE PREVENZIONE E PROTEZIONE ANTINCENDIO
Ø
SETTORE RISCHI PER LA SICUREZZA
Ø
SETTORE RISCHI DA AGENTI FISICI
Ø
AREA A: OSPEDALI BELCOLLE, ACQUAPENDENTE, CIVITACASTELLANA
Ø
AREA B: OSPEDALI MONTEFIASCONE, RONCIGLIONE, TARQUINIA, AREA
TERRITORIALE
DIAGRAMMA ORGANIZZATIVO
MODALITA’ DI ACCESSO AL SERVIZIO
Ø PREMESSA
Ø ATTIVITA’ SU RICHIESTA
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COMPITI DEL SERVIZIO
I compiti del Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale sono quelli stabiliti dall’art. 9 del
D.L.gs 626/94. In particolare il Servizio svolge all’interno dell’Azienda le seguenti attività:
⇒ COLLABORAZIONE CON LA DIREZIONE STRATEGICA PER TUTTE LE QUESTIONI
RIGUARDANTI L’APPLICAZIONE DELLE MISURE PER LA PROTEZIONE DELLA
SALUTE E PER LA SICUREZZA IN AZIENDA
Ø Supporto alla Direzione Strategica in campo normativo, tecnico, organizzativo per
l’applicazione in Azienda delle misure di protezione della salute e per la sicurezza;
Ø Coordinamento del Gruppo di Riferimento Aziendale per la Sicurezza (vedi
regolamento)
Ø Rappresentanza del Datore di Lavoro nei riguardi degli Organi di Vigilanza
Ø Presa in carico delle prescrizioni impartite dagli Organi di Vigilanza
⇒ INDIVIDUAZIONE DEI FATTORI DI RISCHIO, VALUTAZIONE DEI RISCHI,
INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE PER LA SICUREZZA E LA SALUBRITA’ DEGLI
AMBIENTI DI LAVORO, ELABORAZIONE DELLE PROCEDURE DI SICUREZZA
Ø Coordinamento e partecipazione ai Gruppi di Lavoro Aziendali per la Sicurezza (vedi
regolamento)
⇒ COORDINAMENTO DELLA ELABORAZIONE E REDAZIONE DEI DOCUMENTI (art.4
D.Lgs. 626/94)
⇒ CONSULENZA E PARERI PER LA SICUREZZA
Ø In campo tecnico e normativo per la tutela della salute e della sicurezza
Ø Sicurezza delle attività nei cantieri di lavoro all’interno dell’Azienda
Ø Sicurezza nei lavori affidati in appalto;
Ø acquisto dei dispositivi di protezione individuale
Ø acquisto di attrezzature di lavoro
Ø acquisto di prodotti e preparati chimici
Ø sistemazione dei luoghi di lavoro
⇒ INFORMAZIONE E FORMAZIONE PER LA SICUREZZA
Ø Informazione a tutti i dipendenti dell’Azienda
Ø Partecipazione alla programmazione dell’attività di formazione
Ø Coordinamento dei corsi di formazione per la sicurezza
Ø attività didattica specialistica per la sicurezza
⇒ INTERVENTI URGENTI NEI LUOGHI DI LAVORO
Ø In caso di infortunio
Ø In caso di interventi degli Organi di Vigilanza
Ø In caso di situazioni di emergenza
⇒ ANALISI DEL FENOMENO INFORTUNISTICO E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Ø Raccolta informazioni su ogni singolo episodio di infortunio sul lavoro
Ø Emissione di documenti statistici aziendali sugli infortuni sul lavoro
Ø Assistenza e collaborazione con il Medico Competente nei casi di malattia professionale.
⇒ PARTECIPAZIONE ALLA RIUNIONE PERIODICA DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
DAI RISCHI
21
ORGANIZZAZIONE DEL SERVIZIO
PRINCIPI GENERALI
•
•
Il Servizio Prevenzione e Protezione è articolato in Settori e in Aree coordinati ciascuno da un
referente;
il Servizio, nel garantire per tutta l’Azienda il coordinamento delle attività di cui all’all’art.9
del D.L.626/94, assicura il coordinamento e la sinergia trai compiti dei Settori e delle Aree
nell’ottica del lavoro di gruppo.
RESPONSABILE DEL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
COMPITI E FUNZIONI
• Coordinamento, programmazione e verifica di tutte le attività del Servizio;
• Coordinamento dei Referenti dei Settori e delle Aree;
• Rapporti con la Direzione Generale;
• Rapporti con il coordinatore dei Medici Competenti;
• Rapporti con il coordinamento dei Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza;
• Rapporti con il coordinamento degli Organi di Vigilanza;
• Rappresentanza della Direzione Generale nei gruppi di lavoro aziendali per la sicurezza;
• Coordinamento del Gruppo di Riferimento Aziendale per la Sicurezza
• Partecipazione alla Riunione Periodica di Prevenzione e Protezione dai Rischi.
COMPITI E FUNZIONI COMUNI
A TUTTI I SETTORI E A TUTTE LE AREE
Ø Contribuire, insieme ai dirigenti e ai preposti, a fornire informazioni a tutti gli operatori
dell’Azienda in merito a:
o L’organizzazione, le funzioni e il ruolo del Servizio Prevenzione e Protezione;
o L’organizzazione, le funzioni e il ruolo del Medico Competente;
o L’organizzazione della sicurezza in Azienda;
o I ruoli dei vari soggetti della sicurezza in Azienda;
o I rischi per la sicurezza e la salute e le misure e le attività di protezione e prevenzione
adottate.
Ø Fornire consulenza e pareri in campo tecnico e normativo sulla sicurezza e sull’igiene nei
luoghi di lavoro a soggetti ed organismi aziendali;
Ø Attività didattica specialistica in materia di sicurezza e salute.
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SETTORE
FORMAZIONE E COMUNICAZIONE
COMPITI E FUNZIONI
•
•
•
Programmazione e coordinamento delle attività di informazione e formazione in materia di
sicurezza e salute organizzate dal SPP;
Elaborazione delle metodologie didattiche più opportune da adottare nelle iniziative di
formazione organizzate dal SPP;
Gestione amministrativa del Servizio.
REFERENTE DI SETTORE
FUNZIONI:
a) programmazione e coordinamento di tutte le attività del settore;
SETTORE
PROTEZIONE DA AGENTI BIOLOGICI
COMPITI E FUNZIONI
• con riferimento ai compiti di cui all’art.9 del D.L.626/94, effettuazione delle attività
specialistiche relativamente ai rischi di esposizione ad agenti biologici connessi con
l’esposizione a:
Ø organismi e microrganismi patogeni e non,
Ø colture cellulari,
Ø endoparassiti umani,
presenti nell’ambiente a seguito di emissione e/o trattamento e manipolazione;
• pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro aziendali;
• pareri sull’acquisto di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuale;
• interventi nei luoghi di lavoro;
• Analisi del fenomeno infortunistico connesso all’esposizione a rischio biologico;
REFERENTE DI SETTORE
FUNZIONI:
a) programmazione e coordinamento di tutte le attività del settore con autonomia e
responsabilità proprie e con ampia discrezionalità operativa;
b) partecipazione ai gruppi di lavoro aziendali con compiti di:
Ø Responsabile del procedimento di valutazione dei rischi e di elaborazione dei
documenti di sicurezza;
Ø Funzioni di segreteria del gruppo di lavoro.
23
SETTORE
PROTEZIONE DA AGENTI CHIMICI, CANCEROGENI E MUTAGENI
COMPITI E FUNZIONI:
• con riferimento ai compiti di cui all’art.9 del D.L.626/94, effettuazione delle attività
specialistiche relativamente ai rischi di esposizione ad agenti chimici, cancerogeni e mutageni:
a) rischi di esposizione connessi con l’impiego di sostanze chimiche, tossiche o nocive in
relazione a:
1. ingestione
2. contatto cutaneo
3. inalazione per presenza di inquinanti aerodispersi sotto forma di:
• polveri
• fumi
• nebbie
• gas
• vapori
b) agenti cancerogeni e mutageni;
• pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro aziendali;
• pareri sull’acquisto di sostanze e preparati pericolosi, di attrezzature di lavoro e di dispositivi di
protezione individuale;
• interventi nei luoghi di lavoro;
• elaborazione delle metodologie di campionamento ambientale di agenti chimici;
• esecuzione di campionamenti ambientali di agenti chimici;
• Analisi del fenomeno infortunistico connesso al rischio chimico;
REFERENTE DI SETTORE
FUNZIONI:
a) programmazione e coordinamento di tutte le attività del settore con autonomia e
responsabilità proprie e con ampia discrezionalità operativa;
b) partecipazione ai gruppi di lavoro aziendali con compiti di:
Ø Responsabile del procedimento di valutazione dei rischi e di elaborazione dei
documenti di sicurezza;
Ø Funzioni di segreteria del gruppo di lavoro.
24
SETTORE
MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI E DEI PAZIENTI
COMPITI E FUNZIONI:
• con riferimento ai compiti di cui all’art.9 del D.L.626/94, effettuazione delle attività
specialistiche relativamente ai rischi nelle attività che prevedono operazioni di movimentazione
manuale dei carichi o di pazienti;
• pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro aziendali;
• pareri sull’acquisto di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuale;
• interventi nei luoghi di lavoro;
• elaborazione delle metodologie di misura dei fattori di rischio;
• esecuzione delle misurazioni strumentali necessarie a quantificare il rischio;
• Analisi del fenomeno infortunistico connesso al rischio movimentazione manuale carichi;
REFERENTE DI SETTORE
FUNZIONI:
a) programmazione e coordinamento di tutte le attività del settore con autonomia e
responsabilità proprie e con ampia discrezionalità operativa;
b) coordinamento dei FACILITATORI nelle varie unità operative per il rischio da
movimentazione manuale dei carichi e dei pazienti;
c) partecipazione ai gruppi di lavoro aziendali con compiti di:
Ø Responsabile del procedimento di valutazione dei rischi e di elaborazione dei
documenti di sicurezza;
Ø Funzioni di segreteria del gruppo di lavoro.
SETTORE
USO DI ATTREZZATURE MUNITE DI VIDEOTERMINALI
COMPITI E FUNZIONI:
• con riferimento ai compiti di cui all’art.9 del D.L.626/94, effettuazione delle attività
specialistiche relativamente ai rischi nelle attività che prevedono l’uso di attrezzature munite di
videoterminali;
• pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro aziendali;
• pareri sull’acquisto di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuale;
• interventi nei luoghi di lavoro;
• elaborazione delle metodologie di misura dei fattori di rischio;
• esecuzione delle misurazioni strumentali necessarie a quantificare il rischio;
REFERENTE DI SETTORE
FUNZIONI:
a) programmazione e coordinamento di tutte le attività del settore con autonomia e
responsabilità proprie e con ampia discrezionalità operativa;
b) partecipazione ai gruppi di lavoro aziendali con compiti di:
Ø Responsabile del procedimento di valutazione dei rischi e di elaborazione dei
documenti di sicurezza;
Ø Funzioni di segreteria del gruppo di lavoro.
25
SETTORE
PREVENZIONE E PROTEZIONE ANTINCENDIO
(rtt.12 e 13 D.L.626/94)
COMPITI E FUNZIONI:
• con riferimento ai compiti di cui all’art.9 del D.L.626/94, effettuazione delle attività
specialistiche relativamente al rischio di incendio:
a) Rischi derivanti dall’uso di sostanze pericolose (infiammabili, comburenti, esplosive);
b) Prevenzione e protezione dall’incendio e dall’esplosione;
c)
Organizzazione e gestione dell’emergenza;
• pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro aziendali;
• pareri sull’acquisto di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuale;
• interventi nei luoghi di lavoro;
• coordinamento delle SQUADRE DI EMERGENZA;
• programmazione e coordinamento delle prove simulate per l’attuazione dei piani di emergenza;
• programmazione e coordinamento dei corsi di formazione per gli operatori delle squadre di
emergenza;
• analisi degli incidenti e delle situazioni di emergenza occorsi in Azienda;
• Contribuire, insieme ai dirigenti e ai preposti, a fornire informazioni a tutti gli operatori
dell’Azienda in merito alle procedure che riguardano la lotta antincendio e l’attuazione dei piani
di emergenza.
REFERENTE DI SETTORE
FUNZIONI:
a) programmazione e coordinamento di tutte le attività del settore con autonomia e
responsabilità proprie e con ampia discrezionalità operativa;
b) partecipazione ai gruppi di lavoro aziendali con compiti di:
Ø Responsabile del procedimento di valutazione dei rischi e di elaborazione e
aggiornamento dei documenti di sicurezza e dei piani di emergenza;
Ø Funzioni di segreteria del gruppo di lavoro.
c) collegamento e raccordo con il Comando Provinciale dei Vigili del Fuoco;
26
SETTORE
RISCHI PER LA SICUREZZA
COMPITI E FUNZIONI:
• con riferimento ai compiti di cui all’art.9 del D.L.626/94, effettuazione delle attività
specialistiche relativamente ai rischi infortunistici:
a) Sicurezza delle strutture
b) Sicurezza delle attrezzature di lavoro
c) Sicurezza degli impianti
• consulenza sulla sicurezza nei lavori affidati in appalto
• consulenza sulla sicurezza delle attività nei cantieri di lavoro all’interno dell’Azienda
• pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro aziendali;
• pareri sull’acquisto di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuale;
• interventi nei luoghi di lavoro;
• Analisi del fenomeno infortunistico;
REFERENTE DI SETTORE
FUNZIONI:
a) programmazione e coordinamento di tutte le attività del settore con autonomia e
responsabilità proprie e con ampia discrezionalità operativa;
b) partecipazione ai gruppi di lavoro aziendali con compiti di:
Ø Responsabile del procedimento di valutazione dei rischi e di elaborazione dei
documenti di sicurezza;
Ø Funzioni di segreteria del gruppo di lavoro.
SETTORE
PROTEZIONE DA AGENTI FISICI
COMPITI E FUNZIONI:
• con riferimento ai compiti di cui all’art.9 del D.L.626/94, effettuazione delle attività
specialistiche relativamente ai rischi di esposizione ad agenti fisici connessi con:
a)
Rumore, vibrazioni e ultrasuoni;
b) Radiazioni non ionizzanti;
c)
Microclima;
d) Illuminazione;
• pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro aziendali;
• pareri sull’acquisto di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuale;
• interventi nei luoghi di lavoro;
• esecuzione dei monitoraggi ambientali;
• elaborazione delle metodologie di campionamento e misurazione di agenti fisici;
Per il momento non si ritiene necessario istituire un vero e proprio settore all’interno del SPP. I
compiti del settore potranno essere espletati dal Settore Sicurezza o dal Settore Chimico del SPP
usufruendo della collaborazione dalla Unità Operativa Fisica Sanitaria. Tale Unità, infatti, è
incaricata per delibera istitutiva (n. 1348 del 29/09/00) e successive assegnazioni di incarico della
“attività di consulenza concernente … il rischio fisico in Azienda” e della “…verifica di sicurezza
in apparecchiature di imaging acustico ed NMR”. E’ anche attiva nel settore della sicurezza laser
(con ispezioni sui siti e sulle nuove apparecchiature).
27
AREA A
OSPEDALI BELCOLLE, ACQUAPENDENTE, CIVITACASTELLANA
AREA B
OSPEDALI MONTEFIASCONE, RONCIGLIONE, TARQUINIA
AREA TERRITORIALE
REFERENTE DI AREA
FUNZIONI:
a) Effettuazione delle attività di base relativamente ai compiti di cui all’art.9 del
D.L.626/94 con autonomia e responsabilità proprie e con ampia discrezionalità operativa;
b) Rapporti con tutte le figure coinvolte nella attività di valutazione dei rischi (dirigenti,
preposti, lavoratori, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza);
c) Rapporti con il Medico Competente locale;
d) Rapporti con il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza locale;
e) Rapporti con gli Organi di Vigilanza in sede locale;
f) Presenza durante gli interventi degli Organi di Vigilanza;
g) Presa in carico delle prescrizioni degli Organi di Vigilanza in sede locale;
h) pareri su progetti e su modifiche di luoghi di lavoro;
i) pareri sull’acquisto di attrezzature di lavoro e di dispositivi di protezione individuale;
j) interventi nei luoghi di lavoro.
28
DIAGRAMMA ORGANIZZATIVO
DIRIGENTE
RESPONSABILE
SETTORE
FORMAZIONE E
COMUNICAZIONE
AREA A
Ospedale BELCOLLE
Ospedale ACQUAPENDENTE
Ospedale CIVITACASTELLANA
SETTORE
RISCHIO BIOLOGICO
SETTORE
RISCHI AGENTI CHIMICI –
CANCEROGENI - MUTAGENI
AREA B
Ospedale MONTEFIASCONE
Ospedale RONCIGLIONE
Ospedale TARQUINIA
SERVIZI EXTRA OSPEDALIERI
SETTORE
MOVIMENTAZIONE MANUALE
CARICHI E PAZIENTI
SETTORE
USO VIDEOTERMINALI
SETTORE
RISCHIO INCENDIO
SETTORE
RISCHI PER LA
SICUREZZA
29
MODALITA’ DI ACCESSO
AL SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
PREMESSA
L’azione del Servizio si può suddividere in:
•
Attività programmate;
•
Attività su richiesta, che comprendono:
A)
B)
C)
D)
informazione;
interventi nei luoghi di lavoro;
interventi urgenti;
consulenze e pareri.
ATTIVITA’ SU RICHIESTA
A) INFORMAZIONE (art.9, comma 1, lettera f)
Le attività di informazione verranno erogate compatibilmente con le conoscenze e con i dati in
possesso del Servizio, in base allo stato di attuazione del D.Lgs.626, ed in maniera concordata e
coordinata con tutti gli altri soggetti tenuti all’obbligo di informazione (datore di lavoro, dirigenti,
preposti).
Possono essere fornite dal Servizio anche su richiesta di singoli dipendenti dell’Azienda.
INFORMAZIONE AI DIPENDENTI
Il Servizio fornisce ai dipendenti che ne facciano richiesta, informazioni su:
•
•
•
•
•
•
•
•
•
I rischi per la sicurezza e la salute connessi all’attività dell’Azienda in generale;
Le misure e le attività di protezione e prevenzione adottate;
I rischi specifici cui sono esposti in relazione all’attività svolta;
Le normative di sicurezza;
Le disposizioni aziendali in materia di sicurezza;
I pericoli connessi all’uso delle sostanze e dei preparati pericolosi sulla base delle schede di
sicurezza previste dalla normativa vigente;
Le procedure che riguardano il pronto soccorso, la lotta antincendio, l’evacuazione dei
lavoratori;
La composizione e i compiti del Servizio Prevenzione e Protezione;
I nominativi dei lavoratori incaricati della applicazione delle misure di lotta antincendio e di
pronto soccorso.
30
INFORMAZIONI AI RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
Il Servizio fornisce ai Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza che ne facciano richiesta,
informazioni in merito a:
•
•
•
Quanto già previsto per tutti i lavoratori;
Documentazione aziendale inerente la valutazione dei rischi e le misure di prevenzione relative;
I dati sulle sostanze e sui preparati pericolosi, le macchine, gli impianti, l’organizzazione e gli
ambienti di lavoro, gli infortuni e le malattie professionali.
B) INTERVENTI NEI LUOGHI DI LAVORO
Il Servizio fornisce pareri, consulenze e valutazioni, su richiesta di:
•
•
•
•
Dirigenti;
Preposti;
Lavoratori;
Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.
Nella nuova ottica partecipativa disegnata dal D.Lgs.626, il Servizio Prevenzione e Protezione,
durante gli interventi nei luoghi di lavoro privilegia una ricerca collegiale del miglioramento della
sicurezza e della salute per gli operatori: a tal fine l’intervento viene concordato, a seconda del caso,
con il Datore di Lavoro, con il Dirigente del Dipartimento o della Unità Organizzativa interessata.
Durante gli interventi programmati degli Organi di Vigilanza (Ispettorato del Lavoro, Ispettori del
Servizio Prevenzione Igiene e Sicurezza della Azienda stessa, Vigili del Fuoco….) la Direzione
Aziendale, i Dirigenti e Preposti debbono richiedere la presenza del Servizio Prevenzione e
Protezione in quanto rappresentante del Datore di Lavoro e per tutelare i diritti di tutti i soggetti
aziendali nell’ambito delle rispettive competenze e responsabilità.
CRITERIO GENERALE PER L’ACCESSO ALLE ATTIVITA’ A) e B)
Le richieste di informazioni e/o interventi vanno indirizzate prioritariamente al preposto, ovvero
al dirigente responsabile della propria unità organizzativa, i quali si attiveranno per quanto di loro
competenza. E’ comunque possibile che ciascun lavoratore possa direttamente rivolgersi al Servizio
Prevenzione e Protezione.
31
C) INTERVENTI URGENTI
I dirigenti e i preposti possono richiedere l’intervento immediato del Servizio Prevenzione e
Protezione, che assicura la pronta disponibilità 24 ore su 24, nei seguenti casi:
• a seguito di infortuni sul lavoro occorsi a:
-
dipendenti dell’azienda;
dipendenti di ditte appaltatrici;
lavoratori autonomi che operano all’interno delle strutture dell’Azienda;
•
a seguito di incidenti (anche senza infortunio) relativi a macchine, attrezzature, impianti,
strutture;
•
a seguito di infortuni occorsi a pazienti, utenti o a visitatori;
•
in caso di situazioni di emergenza come previsto dai Piani di Emergenza;
•
in caso di interventi degli Organi di Vigilanza.
Tale intervento è finalizzato a fornire consulenza e assistenza per valutare l’ opportunità di porre
in atto eventuali ulteriori misure di prevenzione e protezione per evitare successivi infortuni o
incidenti.
Gli interventi urgenti possono essere richiesti anche verbalmente.
D) CONSULENZE E PARERI
I Dirigenti possono richiedere al Servizio Prevenzione e Protezione la consulenza e il parere
tecnico e normativo in caso di:
Ø scelta e acquisti di dispositivi di protezione individuale, di attrezzature di lavoro, di sostanze e
preparati chimici;
Ø scelta, installazione, messa norma di impianti;
Ø progetti di nuovi ambienti, ristrutturazioni o messa a norma di ambienti esistenti;
Ø sicurezza delle attività nei cantieri di lavoro all’interno dell’Azienda;
Ø sicurezza nei lavori affidati in appalto.
Il Servizio Prevenzione e Protezione assicura il parere o la consulenza entro i seguenti tempi:
PARERE O CONSULENZA SU
progetti di ristrutturazione
Acquisti
TEMPO MASSIMO DI RISPOSTA
30 giorni
15 giorni
Il parere o la consulenza vengono espressi tenendo conto delle situazioni strutturali,
impiantistiche, organizzative e lavorative riscontrate.
32
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
IL GRUPPO DI RIFERIMENTO AZIENDALE PER LA SICUREZZA
(GRAS)
33
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
GRUPPO DI RIFERIMENTO AZIENDALE
PER LA SICUREZZA
REGOLAMENTO
34
0. PREMESSA
Il presente documento disciplina il funzionamento del Gruppo di Riferimento Aziendale per la
Sicurezza (GRAS) istituito dal Direttore Generale con Determinazione n°2 del 30 marzo 2000.
Il documento rappresenta uno strumento di lavoro in progress, per cui è prevista la possibilità di
aggiornamento in base ad eventuali necessità.
1.
DESCRIZIONE DELLE REVISIONI
Rev.1: Riformulazione degli obiettivi e specificazione dei compiti del gruppo alla luce delle
“LINEE GUIDA PER UN SISTEMA DI GESTIONE DELLA SALUTE E SICUREZZA SUL
LAVORO” elaborate dall’UNI e dall’INAIL nel settembre 2001.
1. OBIETTIVI DEL GRUPPO DI LAVORO
Obbiettivo del GRAS è quello di supportare la Direzione Strategica nella applicazione in Azienda
della normativa di igiene e sicurezza sul lavoro, ed in particolare:
Ø nella analisi e valutazione delle criticità,
Ø nella individuazione delle priorità,
Ø nell’indicazione, nella promozione, nel controllo e nella verifica delle fasi attuative.
2. COMPONENTI DEL GRUPPO E LORO FUNZIONI
I componenti del GRAS sono:
Ø Il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione (coordinatore del gruppo);
Ø Il Direttore Sanitario Aziendale o suo delegato;
Ø Il Direttore Amministrativo Aziendale o suo delegato;
Ø ……Direttori da individuare
Ø Il Dirigente U.O. Immobili e Tecnologie;
Ø Il Dirigente U.O. Approvvigionamenti e Logistica;
Ø Il Dirigente della U.O. Risorse Umane;
Ø Il Coordinatore dei Medici Competenti;
Ø un operatore del SPP con funzioni di segretario.
Il coordinatore del gruppo svolgerà i seguenti compiti:
• Convoca le riunioni del gruppo e ne presiede i lavori;
• Predispone una relazione periodica per la Direzione Generale;
• Formula proposte di aggiornamento del presente documento.
3. FUNZIONAMENTO DEL GRUPPO
Il GRAS si riunisce ogni volta sia necessario. Di ogni riunione verrà redatto verbale a cura del
segretario del gruppo.
35
4. COMPITI DEL GRAS
5.1 ANALISI E VALUTAZIONE DELLE CRITICITA’
Ø analisi dei risultati della valutazione dei rischi ……………………………..(dati forniti da SPP)
Ø analisi del fenomeno infortunistico in Azienda
(dipendenti, pazienti, dipendenti di ditte appaltatrici) ……………………….(dati forniti da SPP)
Ø analisi delle malattie professionali dei dipendenti aziendali
……….…....(dati forniti da SPP)
Ø analisi dei risultati della sorveglianza sanitaria dei dipendenti ….…………...(dati forniti da MC)
Ø analisi delle prescrizioni degli organi di vigilanza
(VV.FF., NAS, SPISLL, Igiene Pubblica,…) …………………….…..……..(dati forniti da SPP)
Ø analisi delle proposte formulate dai gruppi di lavoro per la sicurezza
………………………………………………………………………..……... (dati forniti da SPP)
Ø analisi della normativa vigente in materia di sicurezza e salute
5.2 INDIVIDUAZIONE DELLE PRIORITA’
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
nell’attuazione della normativa
nella valutazione dei rischi
nell’attuazione delle misure infrastrutturali
negli acquisti
nelle misure organizzative
nella migliore utilizzazione delle risorse umane
nelle iniziative di formazione per la sicurezza
5.3 INDICAZIONE E PROMOZIONE DELLE FASI ATTUATIVE
Ø creazione di nuovi gruppi di lavoro per la sicurezza
Ø attivazione dei processi nelle UU.OO. interessate
Ø elaborazione di protocolli aziendali
5.4 CONTROLLO E VERIFICA DELLE FASI ATTUATIVE
Ø
Ø
Ø
Ø
monitoraggio dell’attuazione delle misure
analisi dei dati di ritorno
verifica dei risultati
monitoraggio dell’attività dei gruppi di lavoro per la sicurezza (dati forniti da SPP)
36
DIREZIONE STRATEGICA
SPP
GRUPPO DI
RIFERIMENTO
SICUREZZA
MC
DIRIGENTI -AREA
-DIPARTIMENTO
-UNITA’ OPERATIVA
UNITA’ OPERATIVA
APPROVVIGIONAMENTI
E LOGISTICA
PREPOSTI
UNITA’ OPERATIVA
IMMOBILI E
TECNOLOGIE
UNITA’ OPERATIVA
RISORSE UMANE
RR.LL.SS.
LAVORATORI
RAPPRESENTANTI
LAVORATORI SICUREZZA
37
GRUPPI DI LAVORO
SICUREZZA
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
I GRUPPI DI LAVORO AZIENDALI PER LA SICUREZZA
(GLAS)
38
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
* Via S. Lorenzo, 101 – 01100 VITERBO
'O761-339608
FAX 0761-226472
e.mail: [email protected]
GRUPPI DI LAVORO AZIENDALI
PER LA SICUREZZA
(GLAS)
REGOLAMENTO
rev
0
1
Data
15.5.2002
IL DIRIGENTE SPP
Ing. Alessandro Selbmann
IL DIRETTORE GENERALE
Dott. Bruno Cisbani
39
INDICE
Ø DEFINIZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO…………………………….3
Ø ISTITUZIONE …………………………………………………………….3
Ø COMPOSIZIONE …………………………………………………………4
Ø FINALITA’ E COMPITI …………………………………………………6
Ø PROCEDURE DI EMISSIONE / DIFFUSIONE DI DOCUMENTI
E ATTI PRODOTTI…………………………………………………………..8
40
DEFINIZIONE DEI GRUPPI DI LAVORO
I Gruppi di Lavoro Aziendali per la Sicurezza (GLAS) sono strumenti operativi a carattere temporaneo,
istituiti per facilitare l’applicazione del D.Lgs. 626/94 nell’ASL.
Sono composti da diverse professionalità presenti in Azienda, selezionate in base alla materia trattata ed
agli obiettivi che si intendono raggiungere.
ISTITUZIONE
La necessità di istituire gruppi di lavoro per la sicurezza scaturisce dalle seguenti considerazioni:
Ø
l’analisi delle situazioni e lo studio delle soluzioni applicabili necessita di un intervento
multidisciplinare;
Ø le misure di prevenzione e protezione da attuare devono essere quanto più possibile condivise, per
superare la complessità della loro attuazione pratica;
I gruppi di lavoro vengono istituiti formalmente con determinazione del Direttore Generale.
I nominativi dei componenti vengono proposti dal Servizio Prevenzione e Protezione, d’intesa con il
Coordinatore dei Medici Competenti e la Dirigenza Aziendale.
41
COMPOSIZIONE
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
I compiti del Servizio Prevenzione e Protezione sono sanciti dal D.Lgs. 626/94.
L’ attività di tutti i gruppi di lavoro è coordinata dal Dirigente del S.P.P., in quanto rappresentante
della Direzione Strategica per l’applicazione in Azienda del D.Lgs.626/94.
Le finalità ed i compiti dei gruppi di lavoro per la sicurezza sono quelli di integrare l’attività del SPP.
In tutti i gruppi di lavoro è presente un Operatore del SPP in qualità di:
Ø Responsabile del procedimento di valutazione dei rischi e di elaborazione dei documenti di
sicurezza;
Ø Funzioni di segreteria.
MEDICO COMPETENTE
Il Medico Competente partecipa ai gruppi di lavoro:
Ø In attuazione del D.Lgs. 626/94, in quanto deputato alla valutazione dei rischi insieme al S.P.P.;
Ø Per completare il quadro delle conoscenze sui rischi lavorativi, portando al gruppo di lavoro
informazioni sullo stato sanitario del personale esposto ai rischi;
Ø per mettere a disposizione le sue conoscenze specifiche.
DIREZIONI SANITARIE
Le direzioni sanitarie ospedaliere partecipano ai lavori dei gruppi:
Ø In quanto deputate a farsi carico degli aspetti igienico organizzativi dei rispettivi Presidi;
Ø Per valutare l’applicabilità delle misure tecniche, organizzative e procedurali proposte dal gruppo di
lavoro e quindi programmarne e facilitarne l’applicazione;
Ø In quanto specialisti / esperti in igiene ospedaliera.
42
UNITA’ OPERATIVE INTERESSATE
UNITA’ OPERATIVE OGGETTO DELLA VALUTAZIONE
Ai lavori dei gruppi partecipano rappresentanti delle unità operative oggetto della valutazione, al fine di:
Ø Portare un contributo di esperienza e professionalità, nonché di conoscenza della realtà lavorativa
oggetto della valutazione;
Ø Concorrere a valutare l’applicabilità delle misure ipotizzate.
U.O. APPROVVIGIONAMENTI E U.O. IMMOBILI E TECNOLOGIE
I gruppi di lavoro sono integrati con la partecipazione delle Unità Operative Approvvigionamenti e
Immobili e Tecnologie con la funzione di:
Ø Raccordo tra le misure tecniche ritenute necessarie dal gruppo di lavoro e le unità operative
interessate alla loro realizzazione pratica e successiva gestione;
Ø Raccogliere le indicazioni tecniche emerse dai lavori del gruppo, inserendole nella programmazione
delle proprie attività;
Ø Dare un contributo di competenza tecnica nella individuazione e nelle scelte effettuate dai gruppi di
lavoro riguardo alle attrezzature ed agli ambienti di lavoro.
SERVIZIO ASSISTENZA INFERMIERISTICA
Il SAI partecipa ai lavori dei gruppi sulla base dei regolamenti aziendali, per mettere in atto le misure
di tutela della salute e di sicurezza degli operatori e dell’utenza”.
SPECIALISTI ED ESPERTI
Ai gruppi di lavoro viene chiamato a partecipare personale con esperienza e conoscenze tecnicoscientifiche utili nelle varie fasi del lavoro per integrare le professionalità già presenti.
43
FINALITA’ E COMPITI
•
PROGRAMMAZIONE ED ESECUZIONE DELLA VALUTAZIONE DEI RISCHI
Ferme restando le competenze specifiche sulla valutazione dei rischi che il D.Lgs. 626/94 assegna al
Datore di Lavoro, al Servizio Prevenzione e Protezione e al Medico Competente, la funzione dei gruppi
di lavoro è quella di integrare le professionalità presenti nel SPP aziendale, contribuendo a rendere la
valutazione più coerente con le varie realtà aziendali.
•
INDIVIDUAZIONE DELLE MISURE TECNICHE, ORGANIZZATIVE E PROCEDURALI PER
IL MIGLIORAMENTO DEI LIVELLI DI SICUREZZA E SALUTE E DEI SISTEMI DI
CONTROLLO
A completamento della valutazione dei rischi, il gruppo di lavoro studia ed individua le misure
tecniche, organizzative e procedurali più idonee per ridurre i rischi e per aumentare i livelli di sicurezza
e salute riscontrati.
•
ELABORAZIONE delle PROCEDURE DI SICUREZZA e dei SISTEMI DI CONTROLLO
I gruppi di lavoro debbono avere al loro interno tutte le figure e le professionalità necessarie per la
valutazione della idoneità delle procedure di sicurezza e per la loro successiva approvazione.
L’elaborazione delle procedure è di regola demandata alle singole unità operative interessate; il gruppo
di lavoro valuterà le procedure sulla base dei risultati della valutazione dei rischi assicurando anche che
le procedure siano, oltre che idonee al miglioramento della salute e della sicurezza, anche il più possibile
applicabili e condivise anche da parte degli operatori.
L’applicazione pratica delle procedure deve comprendere un meccanismo di monitoraggio mediante il
quale vengono acquisite eventuali osservazioni, proposte migliorative o proposte di modifica da parte
degli operatori.
•
PROGRAMMAZIONE DEI CAMPIONAMENTI AMBIENTALI E VALUTAZIONE DEI
RISULTATI
Per la valutazione di determinati rischi si richiede anche l’ esecuzione di misurazioni,
campionamenti,ecc…
In tal senso il gruppo di lavoro:
individua la necessità di eseguire tali analisi,
formula proposte pratiche sulla metodica più opportuna da adottare,
formula, su basi sia tecniche che economiche, proposte circa il soggetto da incaricare della
esecuzione delle misurazioni;
• programma l’esecuzione delle misurazioni;
• valuta i risultati delle misurazioni;
• individua gli interventi tecnici, organizzativi o procedurali da attuare per migliorare i livelli di
sicurezza e salute.
•
•
•
44
•
INDIVIDUAZIONE DELLE NECESSITA’, DELLE CARATTERISTICHE E
PROGRAMMAZIONE ACQUISTO ATTREZZATURE PER LA SICUREZZA
I gruppi di lavoro individuano le necessità e le caratteristiche tecniche delle attrezzature di sicurezza
necessarie nei luoghi di lavoro oggetto della valutazione e forniscono il parere all’U.O.
Approvvigionamenti e alla Commissione per la Valutazione e l’Acquisto di Attrezzature Sanitarie.
La presenza di un operatore della U.O. Approvvigionamenti e Logistica, è finalizzata ad assicurare la
programmazione degli acquisti.
Una volta acquistate e assegnate, le attrezzature saranno oggetto di verifica per l’accertamento di
eventuali criticità o problematiche da parte degli utilizzatori.
•
INDIVIDUAZIONE E PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI STRUTTURALI
NECESSARI
I gruppi di lavoro individuano le necessità e le caratteristiche tecniche degli interventi strutturali e
impiantistici necessari nei luoghi di lavoro oggetto della valutazione.
La presenza di un operatore della U.O. Immobili e Tecnologie, è finalizzata ad assicurare la
programmazione degli interventi strutturali e impiantistici necessari (competenza specifica di tale U.O.).
In caso di lavori ristrutturazione di ambienti o presidi, i gruppi di lavoro possono essere interessati a
formulare pareri o proposte sui progetti, al fine di minimizzare i rischi specifici nell’assetto finale.
•
INDIVIDUAZIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALI NECESSARI
I gruppi di lavoro integrano la funzione di consulenza tecnica sulla individuazione delle caratteristiche
dei DPI svolta dal Servizio Prevenzione e Protezione. In particolare il gruppi assicurano l’ applicabilità
pratica dei dispositivi, dal punto di vista organizzativo e da quello sanitario.
•
ANALISI CRITICA DEL FENOMENO INFORTUNISTICO IN AZIENDA
I risultati della analisi statistica degli infortuni in Azienda effettuata dal Servizio Prevenzione e
Protezione, viene messa a disposizione dei vari gruppi di lavoro per:
• completare il quadro di conoscenza dei rischi presenti;
• studiare eventuali azioni correttive;
• studiare l’evoluzione del fenomeno;
• proporre eventuali, ulteriori indicatori da utilizzare in sede di analisi del fenomeno, per una più
completa conoscenza dello stesso.
•
ELABORAZIONE DEI PIANI DI FORMAZIONE PER IL PERSONALE
Il gruppo di lavoro, una volta eseguita la valutazione dei rischi trattati, durante la fase di applicazione
pratica delle misure di prevenzione e protezione ha la possibilità di elaborare interventi di formazione
per gli operatori che vi risultano esposti, proponendo programmi, docenti, metodologie didattiche
d’intesa con la U.O. Formazione, Qualità, Comunicazione interna e Educazione alla Salute ed
eventualmente con il Servizio Assistenza Infermieristica per gli interventi mirati al personale
infermieristico.
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PROCEDURE DI EMISSIONE / DIFFUSIONE
DI DOCUMENTI E ATTI PRODOTTI
I gruppi di lavoro per la sicurezza producono i seguenti atti:
Ø DOCUMENTI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
Ø LINEE GUIDA AZIENDALI IN MATERIA DI SICUREZZA E SALUTE
Ø PARERI O INDICAZIONI IN MATERIA DI SICUREZZA E SALUTE.
I DOCUMENTI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI e le LINEE GUIDA AZIENDALI , prima della
emissione e della successiva diffusione, vanno sottoposte alla Direzione Generale per la necessaria
approvazione.
46
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
SORVEGLIANZA SANITARIA
47
I MEDICI COMPETENTI
In Azienda svolgono il compito di medici competenti, medici dipendenti dell’Azienda stessa, in
possesso dei necessari requisiti previsti dalla vigente normativa.
I medici competenti operano nei presidi ospedalieri e nei distretti con una suddivisione delle
competenze di tipo territoriale. Le prestazioni relative alla sorveglianza sanitaria vengono tutte effettuate
presso la sede di lavoro del personale dipendente, tramite accessi periodici e programmati
preventivamente, utilizzando le strutture ambulatoriali messe a disposizione dai direttori sanitari e/o
dirigenti dei distretti.
L’accesso alle prestazioni da parte dei dipendenti avviene su convocazione scritta effettuata dal
personale di direzione sanitaria sulla base di precise indicazioni (scadenze prefissate dal protocollo di
sorveglianza sanitaria) che il medico competente ha cura di comunicare periodicamente tramite uno
“scadenzario”.
Per quanto riguarda l’espletamento degli accertamenti sanitari straordinari: visite a richiesta del
dipendente, accertamenti sanitari al rientro di infortunio e/o malattia, accertamenti sanitari di fine
rapporto di lavoro, il lavoratore e/o il dirigente (direttore sanitario o di distretto), comunicano per
iscritto la richiesta al m.c. che provvede all’effettuazione della prestazione presso le sedi di sua
competenza.
RUOLO E COMPITI DEL MEDICO COMPETENTE
La figura del medico competente e’ obbligatoriamente prevista in tutte le aziende, pubbliche o private,
dove sono presenti rischi o lavorazioni per le quali le normative vigenti prevedono l’obbligo della
sorveglianza sanitaria dei lavoratori.
I compiti del medico competente sono stabiliti dagli artt. 16 e 17 del D.Lgs. 626/94 e dal D.Lgs 25/02.
In particolare nell’ Azienda essi svolgono le seguenti attività:
VALUTAZIONE DEI RISCHI E PREVENZIONE
Ø COLLABORAZIONE ALLA VALUTAZIONE DEI RISCHI E ALLA PREDISPOSIZIONE
DELLE MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE:
Questa collaborazione è assicurata tramite la partecipazione del medico competente sia al Gruppo di
Riferimento Aziendale per la Sicurezza (GRAS), sia ai Gruppi di Lavoro Aziendali per la Sicurezza
(GLAS), sia ai sopralluoghi che il Servizio Prevenzione e Protezione svolge nei vari luoghi di
lavoro.
Per quanto riguarda la tutela della salute delle lavoratrici in gravidanza, il medico competente
individua le condizioni di lavoro pericolose e indica le mansioni compatibili con la gravidanza.
Il medico competente viene chiamato a partecipare (relativamente ai rischi di natura igienicosanitaria) alla formulazione di pareri da parte del Servizio Prevenzione e Protezione sugli acquisti e
sulla disposizione dei luoghi di lavoro.
Ø VISITA DEGLI AMBIENTI DI LAVORO
La visita avviene sia in occasione della valutazione dei rischi, sia durante gli interventi programmati
e su richiesta che vengono svolti congiuntamente dai medici competenti e dal SPP.
48
Ø PARTECIPAZIONE ALLA PROGRAMMAZIONE DEL CONTROLLO DELL’ESPOSIZIONE
DEI LAVORATORI
Il medico competente partecipa alla programmazione del controllo dell’esposizione dei lavoratori
(monitoraggio biologico e ambientale) attraverso i Gruppi di Lavoro per la Sicurezza.
Ø PARTECIPAZIONE ALLA RIUNIONE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE
Il medico competente partecipa alla Riunione Periodica di Prevenzione e Protezione.
ATTIVITA’ CONNESSE AGLI ACCERTAMENTI DELLO STATO
DI SALUTE DEI LAVORATORI
Ø SORVEGLIANZA SANITARIA
La sorveglianza sanitaria comprende:
1) ACCERTAMENTI PREVENTIVI:
Sono l’insieme degli accertamenti di tipo clinico, strumentale e di laboratorio volti a valutare le
condizioni (congenite o acquisite) degli organi ed apparati che saranno “bersaglio” dei fattori di
rischio professionali, con lo scopo di valutare l’idoneità psicofisica del soggetto alla mansione
specifica e alla luce dei rischi che questa comporta e sono previsti per tutti i fattori di rischio per
i quali e’ in vigore una normativa specifica o per i quali e’ stata formalmente eseguita una
valutazione del rischio.
2) ACCERTAMENTI PERIODICI:
Sono l’insieme di accertamenti clinici, strumentali e di laboratorio intesi a controllare
l’insorgenza di eventuali modificazioni precoci e reversibili in senso peggiorativo dello stato di
salute causate dall’esposizione a specifici agenti professionali di rischio durante lo svolgimento
dell’attività lavorativa. Sono anche utili per valutare eventuali patologie comuni degli organi
bersaglio dei fattori di rischio che potrebbero essere insorte dopo gli accertamenti preventivi e
periodici effettuati in precedenza e che potrebbero favorire l’insorgenza di una malattia
professionale o correlata al lavoro. La loro periodicità viene stabilita per legge, nel caso di rischi
normati, o e’ fissata dal medico competente in relazione ai risultati della valutazione del rischio.
3) ACCERTAMENTI DI FINE RAPPORTO DI LAVORO:
Sono previsti per gli esposti a radiazioni ionizzanti e a rischio chimico non moderato.
4) ACCERTAMENTI A RICHIESTA DEL LAVORATORE:
Fanno parte della sorveglianza sanitaria se correlati ai rischi professionali (visita a richiesta
periodica anticipata), e/o permettono al medico del lavoro di evidenziare eventuali rischi
precedentemente non valutati cui il lavoratore attribuisce la sintomatologia (visita a richiesta del
lavoratore). La presenza della reale presenza ed entità dei fattori di rischio viene verificata con il
servizio di prevenzione e protezione.
49
La finalità della sorveglianza sanitaria e’ di consentire al medico competente di giungere alla
formulazione del giudizio di idoneità alla mansione specifica per ogni singolo lavoratore e di
evidenziare precocemente possibili specifiche modificazioni in senso peggiorativo dello stato di
salute del lavoratore esposto ad uno o più specifici fattori di rischio.
Il giudizio può essere di tre tipi:
1. idoneità assoluta
2. idoneità con prescrizione (il soggetto può continuare a svolgere la mansione solo se vengono
adottate misure adeguate di sicurezza: riduzione della frequenza e durata di alcune fasi del lavoro,
uso di specifici DPI, riduzione del peso massimo di carico movimentabile manualmente)
3. non idoneità temporanea o permanente (il soggetto dovrà cambiare mansione o essere trasferito in
altro reparto o servizio).
Il certificato di idoneità viene redatto in duplice copia: una è rilasciata al dipendente, una è inviata al
Direttore della U.O. interessata. Se il certificato contiene prescrizioni, una copia viene inviata al
Direttore della U.O. Risorse Umane.
Qualora il medico competente esprima un giudizio di non idoneità alla mansione specifica,
parziale, o totale, temporanea o permanente ne informa per iscritto il Direttore Sanitario del presidio
ospedaliero o del distretto, il dirigente della unità operativa e il lavoratore. Il medico competente non
comunica la motivazione per cui si esprime un giudizio di non idoneità, facendo parte del segreto
professionale.
Nei casi di giudizio di inidoneità parziale o temporanea o totale, il lavoratore o il datore di lavoro
hanno la possibilità di fare ricorso, entro 30 giorni dalla data di comunicazione del giudizio
medesimo, all’organo di vigilanza (U.O. SPISLL) che dispone, dopo eventuali ulteriori
accertamenti, la conferma, la modifica o la revoca del giudizio stesso.
La sorveglianza sanitaria viene eseguita nei casi previsti dalla vigente normativa ed in particolare
i casi previsti sono rappresentati da due situazioni:
1) casi in cui esiste un’indicazione esplicita da parte del legislatore della specifica
lavorazione da sottoporre a sorveglianza sanitaria
2) casi in cui la sorveglianza sanitaria non e’ prevista in maniera specifica dal legislatore ma
deriva dall’obbligo generale stabilito dall’art. 3 del D.Lgs 626/94 di ricorrere al controllo
sanitario dei lavoratori quale misura di prevenzione in funzione dei rischi specifici, da valutare
caso per caso. Tale necessità scaturisce dal documento di valutazione dei rischi.
Ø PREDISPOSIZIONE DI UN PROTOCOLLO DI SORVEGLIANZA SANITARIA GENERALE
Sulla base della conoscenza dei rischi lavorativi dell’analisi delle mansioni specifiche, degli
orientamenti legislativi e delle evidenze scientifiche, il medico competente predispone un Protocollo
di Sorveglianza Sanitaria.
Questo protocollo viene definito per reparto o per mansione e varia per gli accertamenti sanitari
preventivi rispetto a quelli periodici e per cessazione del rapporto di lavoro. Il protocollo contiene:
a. gli accertamenti strumentali e/o di laboratorio necessari a formulare il giudizio di
idoneità
b. la periodicità adottata per ogni singolo accertamento (distinguendo tra visita preventiva e
visita periodica),
c. i rischi presenti e, dove siano stati valutati, vanno riportati i valori di tali misure, per ogni
rischio va indicato il riferimento normativo per cui si attiva la sorveglianza sanitaria,
qualora si tratti di un rischio “non tabellato” si farà riferimento all’art. 4 del 626/94.
50
Ø ESECUZIONE O PRESCRIZIONE E VALUTAZIONE DI ESAMI CLINICI, BIOLOGICI,
INDAGINI DIAGNOSTICHE, VISITE SPECIALISTICHE
A tal fine il medico competente si avvale, ove possibile, delle strutture e dei medici specialisti
dell’Azienda.
Ø ISTITUZIONE E AGGIORNAMENTO DELLE CARTELLE SANITARIE E DI RISCHIO
la CARTELLA SANITARIA E DI RISCHIO e’ uno degli strumenti essenziali per
l’espletamento di una corretta sorveglianza sanitaria dei dipendenti: essa costituisce la memoria
storica della loro vita lavorativa ed ha una rilevanza anche medico legale. Costituisce in sostanza
un supporto cartaceo indispensabile ai fini della prevenzione.
La cartella contiene:
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
indicazioni esplicite dei rischi lavorativi;
dati anagrafici;
anamnesi familiare;
anamnesi fisiologica;
anamnesi lavorativa;
anamnesi patologica remota e prossima;
stato vaccinale;
dati riguardanti infortuni sul lavoro, malattie professionali, invalidità;
un quadro esaustivo clinico del dipendente con esame obiettivo e risultati di accertamenti
integrativi;
10. idoneità alla mansione specifica;
Viene custodita presso il datore di lavoro con salvaguardia del segreto professionale e nel rispetto
della legge sulla privacy.
Ø TENUTA E AGGIORNAMENTO DEI REGISTRI DI ESPOSIZIONE
CANCEROGENI, AGENTI BIOLOGICI, RADIAZIONI IONIZZANTI.
AD
AGENTI
Ø OBBLIGO DELLA DENUNCIA E DEL REFERTO
In caso di diagnosi di presunta malattia di origine professionale il medico competente comunica senza
ritardo il referto:
Ø all’autorità giudiziaria;
Ø all’INAIL.
INFORMAZIONE E FORMAZIONE
Ø
IL MEDICO COMPETENTE FORNISCE INFORMAZIONI AI LAVORATORI E AI
RAPPRESENTANTI PER LA SICUREZZA SUL SIGNIFICATO DEGLI ACCERTAMENTI
SANITARI, SULLA NECESSITA’ DI PROSEGUIRLI ANCHE DOPO LA CESSAZIONE
DALLA ESPOSIZIONE AD AGENTI CON EFFETTI A LUNGO TERMINE.
Ø
INFORMA CIASCUN LAVORATORE SUI RISULTATI DEI PROPRI ACCERTAMENTI
SANITARI E FORNISCE A RICHIESTA COPIA DELLA DOCUMENTAZIONE SANITARIA.
L’informazione avviene in occasione della visita medica.
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Ø
COMUNICA NELLA RIUNIONI PERIODICHE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE I
RISULTATI ANONIMI COLLETTIVI DELLA SORVEGLIANZA SANITARIA E NE
ILLUSTRA IL SIGNIFICATO .
Ø
PARTECIPA AI CORSI DI FORMAZIONE IN MATERIA DI SICUREZZA E SALUTE
ORGANIZZATI DALL’AZIENDA E RIVOLTI AL PROPRIO PERSONALE
Ø
ELABORAZIONE DELLA RELAZIONE SUI RISULTATI ANONIMI COLLETTIVI DELLA
SORVEGLIANZA SANITARIA:
Rappresenta l’atto conclusivo dell’operato del medico competente nei confronti del gruppo di
lavoratori: è uno strumento utilizzabile per una più completa e mirata valutazione dei rischi,
contribuisce alla verifica dell’efficacia delle misure preventive adottate dall’azienda, e’ l’indicatore,
in sostanza, per eccellenza di valutazione e di controllo rispetto all’adeguatezza delle misure
preventive e protettive messe in atto per contenere i rischi lavorativi.
La relazione annuale e’ l’unico modo che consente al medico competente di divulgare i dati sulla
salute.
Rappresenta anche uno strumento riepilogativo dell’attività svolta dal medico competente.
Attraverso l’analisi aggregata dei dati di gruppi omogenei di lavoratori si ricavano utili dati,
strumento di conoscenza per i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza, di verifica ed eventuale
modifica del documento di valutazione dei rischi.
PRONTO SOCCORSO
Il medico competente collabora all’organizzazione del pronto soccorso e alla tenuta dei relativi
presidi.
52
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
LA FISICA SANITARIA
53
UNITÀ OPERATIVA DI FISICA SANITARIA
Strutture: Laboratorio di Fisica Sanitaria U.O. Radioterapia; Ufficio di Radioprotezione di Belcolle.
Principali riferimenti legislativi : D. Lsvo 230/95 ed integrazioni (D. Lsvo 241/00 – D.
Lsvo 257/01); D.Lsvo 187/00. D.P.R. 128/69; D.P.R. 761/79; LR 9/88; D.P.R. 542/94.
Principali collaborazioni (tutte attivate) : U.O. Radioterapia; UU.OO. Radiologia;
Direzioni Sanitarie dei vari PP.OO. ; U.O. Approvvigionamenti e Logistica.; U.O.
Immobili e Tecnologie; U.O. Ingegneria Clinica; S.P.P.; U.O. Medici Competenti.
ATTRIBUZIONI E COMPETENZE
1) ATTIVITÀ CONCERNENTE LE APPARECCHIATURE RADIOLOGICHE E GLI
IMPIANTI
La struttura segue l’ intero ciclo di produzione di ciascuna singola apparecchiatura dalla sua richiesta
da parte della U.O. interessata fino alla sua dismissione. Essa :
Ø rilascia pareri alla Commissione Attrezzature in merito alla congruità delle richieste di acquisto o di
dismissione;
Ø partecipa alla stesura dei capitolati di appalto per l’ acquisto o la locazione di ciascuna singola
apparecchiatura, definendo in particolare le caratteristiche tecniche minime;
Ø esegue le prove di accettazione e di stato tendenti ad accertare, in fase di collaudo, la rispondenza
alle caratteristiche di capitolato e la osservanza dei requisiti minimi di legge sotto il profilo
radiologico;
Ø esegue le prove periodiche di costanza allo scopo di verificare la conservazione delle performances
della apparecchiatura e suggerisce gli interventi correttivi eventualmente necessari(D. Lsvo 187/00);
Ø si occupa della progettazione dei siti radiologici in ambito aziendale e della loro verifica sotto l’
aspetto della funzionalità radiologica e della radioprotezione (D. Lsvo 230/95);
Ø tiene un elenco aggiornato delle apparecchiature esistenti e del loro status di funzionamento;
Ø consiglia la dismissione delle apparecchiature obsolete o non funzionanti;
Ø stende ed aggiorna i protocolli per la esecuzione delle prove suddette in modo da mantenere l’
allineamento con il progresso tecnologico.
2) ATTIVITÀ CONCERNENTE LA RADIOPROTEZIONE DEL PAZIENTE
La struttura si occupa della ottimizzazione delle procedure di radiodiagnostica, quindi della verifica
della osservanza dei livelli di riferimento in diagnostica (questa attività, obbligatoria per legge, verrà
attivata nel corso del 2003) e della definizione degli interventi correttivi necessari da apportare alle
procedure diagnostiche. Essa inoltre provvede al controllo della registrazione delle procedure ai fini
della dosimetria della popolazione (interfacciamento con il Ministero della Sanità). (D. Lsvo 187/00)
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Consulenze varie (con rilascio di relazioni ufficiali firmate) quali : pazienti in gravidanza; pazienti con
protesi in NMR o in radioterapia; pazienti con pacemakers in radioterapia; sovrapposizione di campi o
dosi di recupero in radioterapia; dispositivi di contenzione o bolus; irradiazione di emoderivati. (D.Lsvo
187/00)
3) ATTIVITÀ CONCERNENTE LA RADIOPROTEZIONE DEL PERSONALE
La struttura esegue la sorveglianza fisica di radioprotezione su tutto il personale radioesposto della
azienda..La struttura coordina tutti i preposti alla radioprotezione competenti per territorio. (D. Lsvo
230/95)
Essa gestisce l’ archivio centralizzato di radioprotezione.
4) ATTIVITÀ CONCERNENTE LA SICUREZZA
La struttura assolve funzioni di consulenza sul rischio fisico da radiazioni ionizzanti e non ionizzanti
(laser, ultrasuoni, campi elettromagnetici) anche di concerto con l’ S.P.P.
Alla struttura è attribuito l’ incarico di sicurezza in NMR .(D.P.R. 542/94)
5) ATTIVITÀ CLINICA
La struttura assolve tutte le funzioni di treatment planning in radioterapia, dal lato fisico. Tale attività
comprende : commissioning dei fasci usati in terapia (al momento uno fotonico e sei elettronici);
calibrazione periodica del LINAC; Controlli di qualità periodici su LINAC e simulatore. Formulazione
dei piani di trattamento 2D e 3D in collaborazione con il medico radioterapista. Calcolo della dose al
punto. Trattamenti con campi complessi (es. linfoma di Hodgkin).
(D.Lsvo 187/00) Tale attività è compresa nel tariffario regionale delle prestazioni e fa parte del processo
documentato in cartella clinica (la quale è firmata dal personale fisico della struttura per la parte di sua
responsabilità).
6) DIDATTICA E FORMAZIONE
Il personale della struttura svolge attività di docenza presso il corso di laurea di I° livello per T.S.R.M.
attivato dalla Università degli Studi di Roma “La Sapienza” nella sede di Viterbo – ex Osp. Grande
degli Infermi, per quanto concerne le discipline fisico-tecnologiche.
La struttura collabora alla attività di formazione del personale sanitario alla sicurezza, in relazione ai
rischi fisici (D.Lsvo 230/95, D.Lsvo 626/94), anche in collaborazione con l’ S.P.P. e le Direzioni
sanitarie. Essa svolge attività di formazione anche informale per il personale medico e T.S.R.M. nei temi
connessi al suo ambito.
7) RADIOPROTEZIONE DELLA POPOLAZIONE
In osservanza della LR 9/88, la direzione della struttura è coinvolta nella Commissione Provinciale per
la Protezione della popolazione dai rischi delle radiazioni ionizzanti.
Tale Commissione, ora afferente all’ ARPA Lazio, fornisce pareri tecnici per il rilascio delle
autorizzazioni concernenti l’ installazione di apparecchi radiogeni, soprattutto per uso medico.
55
A.S.L. VITERBO
PROCEDURE DI RADIOPROTEZIONE
A) NUOVO ESPOSTO
1. La Direzione Sanitaria comunicherà alla Unità Operativa di Fisica Sanitaria.ed ai medici
incaricati della Sorveglianza Medica i nominativi del personale assegnato presso i seguenti
reparti con rischio da radiazioni:
Ambulatorio endoscopico
Anestesia e Rianimazione
Cardiologia
Chirurgia
Ortopedia
Radiologia
Radioterapia
Sala Operatoria
2. La Unità Operativa di Fisica Sanitaria trasmetterà al Responsabile del reparto la nota con
l’indicazione di non esporre il lavoratore a rischio da radiazioni (scheda n.1) con allegata la
scheda informativa dell’attivita’ lavorativa (scheda n.2).
3. La Unità Operativa di Fisica Sanitaria farà visionare la scheda compilata all’Esperto
Qualificato che effettuerà la classificazione dell’operatore.
4. Nel caso l’operatore sia classificato “ESPOSTO” l’Unità Operativa di Fisica Sanitaria.
prenderà accordi con il Medico Autorizzato (Cat.A) o il Medico Competente (Cat. B) per la
visita medica preventiva.
5. Il Medico addetto alla Sorveglianza Medica comunicherà per iscritto il giudizio di idoneità
all’Unità Operativa di Fisica Sanitaria. che, in caso di responso positivo, provvederà a
consegnare al lavoratore il dosimetro personale e le seguenti note, facendo firmare per
ricevuta:
a.
b.
c.
d.
lettera con la classificazione e la data di inizio esposizione (scheda n.3);
le norme interne di protezione;
le modalita’ di utilizzazione del dosimetro personale.
la scheda informativa sulle esposizioni precedenti e contemporanee del lavoratore
(scheda n.4) e quella relativa alla dichiarazione del lavoratore esterno/autonomo.
e. dichiarazione di consenso relativa alla Privacy
6. L’Unità Operativa di Fisica Sanitaria. farà compilare e firmare la scheda dosimetrica nel
riquadro delle esposizioni contemporanee.
7. L’Unità Operativa di Fisica Sanitaria. predisporrà la scheda dosimetrica personale per la
vidimazione da parte del Direttore Sanitario.
56
8. I Medici addetti alla Sorveglianza Medica trasmetteranno all’Unità Operativa di Fisica
Sanitaria. e al Direttore Sanitario i giudizi di idoneità relativi alle visite mediche preventive e
periodiche entro 10 giorni dalla visita.
ATTENZIONE
Se l’operatore proviene da un’altra sezione della A.S.L verranno omessi i passi 7),8). L’Unità
Operativa di Fisica Sanitaria e il medico incaricato della Sorveglianza Medica provvederanno
agli adempimenti interni eventualmente necessari.
B) CESSAZIONE
1. La Direzione Sanitaria comunicherà per scritto all’Unità Operativa di Fisica Sanitaria. e al
Medico addetto alla Sorveglianza Medica la cessazione di un operatore dalle mansioni con
rischio da radiazioni, specificando se se tale cessazione è dovuta a:
• fine rapporto di lavoro (dimissioni, pensione, ecc.);
• trasferimento presso altri reparti o presidi della A.S.L.;
• gravidanza, aspettativa, ecc.
2. In caso di cessazione del rapporto di lavoro:
• l’Unità Operativa di Fisica Sanitaria. provvederà a far chiudere la scheda
dosimetrica dall’Esperto Qualificato e a trasmetterla al Medico addetto alla
Sorveglianza Medica (scheda n.5);
• il Medico effettuerà la visita finale e provvederà ad inviare all’ISPESL sia la
scheda dosimetrica che il documento sanitario.
3. In caso di cessazione dell’esposizione, ma non del rapporto di lavoro, l’Unità Operativa di
Fisica Sanitaria. e il Medico addetto alla Sorveglianza Medica provvederanno a chiudere e
conservare, rispettivamente, la documentazione di Sorveglianza Fisica e quella di
Sorveglianza Medica, ognuno per quanto di propria competenza.
Viterbo, 7 aprile 2003
57
A.S.L. VITERBO
PROCEDURE DI RADIOPROTEZIONE
STUDENTI Corso Tecnico Sanitario di Radiologia Medica
A) CONDIZIONI DI ESPOSIZIONE DEGLI STUDENTI DEL CORSO T.S.R.M.
A.1) Studenti del I° Anno
In linea di massima la loro attività è limitata alla semplice simulazione di procedure radiologiche senza
scatto o emissione raggi effettiva. Possono occasionalmente essere presenti in sala comandi durante la
emissione raggi (si rammenta che le sale comandi sono classificate zona libera).
Sulla base di quanto sopra, gli studenti del primo anno sono classificati non esposti.
A.2) Studenti del II° e III° Anno
Possono essere coinvolti in esercitazioni con emissione raggi in grafia e scopia, occasionalmente anche
in sala raggi ma sempre ad una distanza minima dalla sorgente di almeno due metri.
Sulla base di quanto sopra, gli studenti del secondo e terzo anno sono (cautelativamente) classificati
esposti di categoria B.
In virtù della tipologia delle sorgenti radiogene disponibili al momento in ambito aziendale, gli studenti
del II° e III° anno verranno considerati soggetti ad esposizione globale esterna. Sebbene la legge non lo
richieda , essi saranno cautelativamente soggetti a dosimetria individuale con film badge.
La periodicità delle rilevazioni e registrazioni di dose sarà la stessa che per i lavoratori esposti di
categoria B.
I limiti di esposizione per apprendisti e studenti di età superiore a 16 anni sono fissati dalla legge come
identici ai lavoratori esposti di eguale categoria.
Quanto detto non si applica alla Medicina Nucleare. Per la attività didattica presso detta struttura
si dovrà provvedere separatamente.
Resta inteso che nel periodo estivo (giugno-ottobre) gli studenti del I°, II° e III° anno sono considerati
non esposti.
A) NUOVI ESPOSTI
9. Il Coordinatore del Corso di Laurea in Tecnico Sanitario di Radiologia Medica comunicherà,
ogni anno accademico e non più tardi del mese di ottobre, alla U.O. Medici Competenti ed
alla U.O. Fisica Sanitaria i nominativi degli studenti del II° e III° anno di corso, inclusi i
ripetenti ed i fuori corso.
10. La U.O. Medici Competenti provvederà all’ espletamento della visita di idoneità ai sensi del
D. Lsvo 230/95 e successive integrazioni e modificazioni. Copia del certificato di idoneità
sarà inviato dalla U.O. Medici Competenti alla U.O. Fisica Sanitaria. Contestualmente alla
prima visita medica, la U.O. Medici Competenti farà firmare allo studente la informativa
58
sull’ obbligo di visita medica finale. La U.O. Medici Competenti provvederà alla apertura del
documento sanitario personale.
11. La U.O. Fisica Sanitaria, in caso di idoneità positiva, provvederà a consegnare allo studente
il dosimetro personale e le seguenti note, facendo firmare per ricevuta:
a. lettera con la classificazione e la data di inizio esposizione (scheda n.3);
b. le norme interne di protezione;
c. le modalita’ di utilizzazione del dosimetro personale.
d. dichiarazione di consenso relativa alla Privacy
12. La U.O. Fisica Sanitaria. farà compilare e firmare la scheda dosimetrica nel riquadro delle
esposizioni contemporanee.
13. La U.O Fisica Sanitaria. predisporrà la scheda dosimetrica personale per la vidimazione da
parte del Direttore Sanitario.
14. La U.O. Medici Competenti trasmetterà alla U.O Fisica Sanitaria. e al Direttore Sanitario i
giudizi di idoneità relativi alle visite mediche preventive e periodiche.
B) CESSAZIONE
1
Il Coordinatore del Corso di Laurea in Tecnico Sanitario di Radiologia Medica
comunicherà alla U.O. Medici Competenti ed alla U.O. Fisica Sanitaria i nominativi degli
studenti del II° e III° anno di corso, inclusi i ripetenti ed i fuori corso, che abbiano terminato o
abbandonato il corso degli studi. La comunicazione dovrà avvenire entro 30 giorni dalla
cessazione.
2
In caso di cessazione :
• l’Unità Funzionale di Fisica Sanitaria. provvederà a far chiudere la scheda
dosimetrica dall’Esperto Qualificato e a trasmetterla al Medico addetto alla
Sorveglianza Medica (scheda n.5);
• il Medico effettuerà la visita finale e provvederà ad inviare all’Ispettorato Medico
Centrale sia la scheda dosimetrica che il documento sanitario.
59
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
60
In base agli accordi intercorsi tra AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO e Organizzazioni
Sindacali, sanciti con deliberazione n°1836 del 16.9.1998, il numero dei Rappresentanti dei Lavoratori
per la Sicurezza risulta come di seguito elencato:
DISTRETTO
1
2
3
4
5
NUMERO RRLLSS
3
3
6
3
3
Successivamente la RSU, in data 23.2.2001 ha proceduto, ai sensi dell’art.18 del D.Lgs. 626/94, alla
designazione dei RRLLSS in ambito aziendale, modificando il numero dei rappresentanti del Distretto 3
in 5 unità e quelli del Distretto 5 in 4 unità:
DISTRETTO
1
2
3
4
5
NUMERO RRLLSS
3
3
5
3
4
I nominativi dei RRLLSS designati in data 23.2.2001 erano di carattere temporaneo, in attesa dello
svolgimento delle elezioni del rinnovo delle R.S.U.
Il rinnovo delle R.S.U. si è svolto in data 20.11.2001 ed è in programma la designazione dei nuovi
RRLLSS. Nel frattempo rimangono in carica i precedenti nominativi.
61
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
LA RIUNIONE PERIODICA
DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI
62
LA RIUNIONE PERIODICA DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DAI RISCHI
Il Direttore Generale indice almeno una volta all’anno, tramite il Servizio Prevenzione e Protezione, la
Riunione Periodica di Prevenzione e Protezione dai Rischi prevista dall’art. 11 del D.Lgs 626/94.
Alla riunione partecipano:
Ø
Ø
Ø
Ø
Ø
il Direttore Generale o suo delegato,
il Responsabile del Servizio Prevenzione e Protezione,
il Coordinatore dei Medici Competenti,
l’Esperto Qualificato (art.80, comma 3, D.Lgs 230/95),
i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza.
Nel corso della riunione vengono presi in esame:
Ø i Documenti di Valutazione di Rischi,
Ø i dispositivi di protezione individuale,
Ø i programmi di informazione e formazione del personale ai fini della sicurezza e della protezione
della salute.
Il Servizio Prevenzione e Protezione provvede alla redazione del Verbale della riunione. Il Servizio
provvede altresì all’archiviazione dei verbali.
L’ASL di Viterbo, nella attuazione del principio che la gestione della sicurezza richiede la
partecipazione attiva dei vari soggetti che operano nell’organizzazione del lavoro, ha istituito gruppi di
lavoro pluridisciplinari che si riuniscono periodicamente in:
Ø riunioni dei Gruppi di Lavoro per la Sicurezza;
Ø riunioni del Gruppo di Riferimento per la Sicurezza.
All’interno di questa organizzazione, la Riunione Periodica assume la caratteristica di momento di
verifica e controllo di tutta l’attività di prevenzione in Azienda, nonché di integrazione di tutte le diverse
funzioni coinvolte.
63
RIUNIONI PERIODICHE PER LA SICUREZZA IN AZIENDA
RIUNIONE PERIODICA
DI PREVENZIONE E
PROTEZIONE DAI
RISCHI
RIUNIONI
GRUPPO DI
RIFERIMENTO PER LA
SICUREZZA
RIUNIONI
GRUPPO DI
LAVORO
A
RIUNIONI
GRUPPO DI
LAVORO
B
64
RIUNIONI
GRUPPO DI
LAVORO
C
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DELL’EMERGENZA
65
PREVENZIONE INCENDI
E GESTIONE DELL’EMERGENZA
PREMESSA
Il D.Lgs. 626/94, fra le misure necessarie per la salute e la sicurezza dei lavoratori, attribuisce al
datore di lavoro anche l’obbligo di adottare le misure necessarie per la prevenzione incendi e in generale
per la gestione dell’emergenza di designare gli operatori incaricati dell’attuazione delle misure stesse
nonché di evacuazione in caso di pericolo grave e immediato, di salvataggio, di pronto soccorso e
comunque, di gestione dell’emergenza.
CLASSIFICAZIONE DELLE ATTIVITA’
E DEFINIZIONE DELL’EMERGENZA
Con il D.M. 10.03.98 vengono classificate tutte la attività lavorative in relazione al rischio incendio:
•
•
•
attività a elevato rischio
attività a medio rischio
attività a basso rischio
Gli ospedali, per le conseguenze che il verificarsi di un incendio potrebbe avere, sono stati inclusi
nelle attività a rischio incendio elevato mentre tutte le strutture territoriali dell’Azienda, terapeutiche e
ambulatoriali, e gli uffici amministrativi, ricadono fra quelle a basso rischio in quanto le condizioni di
esercizio offrono scarsa possibilità di sviluppo di focolai.
66
EMERGENZA NEGLI OSPEDALI
L’ospedale è una struttura complessa e decisamente vulnerabile in quanto soggetta a numerosi fattori
di rischio:
• incendio
• allagamento
• evento sismico
• esplosione
• nube tossica
• dispersione di sostanze chimiche
• atto terroristico
questo fa si che l’emergenza risulti così strutturata:
EMERGENZA INTERNA
EMERGENZA
INCENDIO
PRIMO
INTERV.
EMERGENZA
ALTRI RISCHI
EVACUAZ.
PARZIALE
EVACUAZ.
TOTALE
In pratica, sia per l’emergenza incendio che per quella derivante da altri fattori, sono previste tre fasi
operative che vanno da un primo intervento all’evacuazione parziale dell’area interessata, fino
all’evacuazione dell’intero presidio.
Ogni fase prevede il coinvolgimento di diverse figure e determina una serie di misure organizzative e
procedurali che costituiscono il PIANO DI EMERGENZA INTERNO.
LIVELLI DI EMERGENZA
Per la stesura del Piano si rende necessario definire preventivamente i livelli dell’emergenza
individuando due condizioni:
•
EMERGENZA LIMITATA: a seguito di quegli incidenti che possono essere facilmente controllati
anche dal solo personale operativo del reparto o dalla Squadra di Emergenza. Corrispondono a una
situazione di pericolo a carattere limitato che non comporta estensione del rischio.
•
EMERGENZA ESTESA: a seguito di quegli incidenti che non possono essere controllati soltanto
dalla Squadra di Emergenza ma necessitano della mobilitazione di forze esterne.
67
CONTENUTI DEL PIANO DI EMERGENZA INTERNO
A)- OBIETTIVI A CARATTERE GENERALE
•
salvaguardare l’incolumità dei lavoratori, dei degenti, dei visitatori e di altre persone presenti
nell’ospedale
•
ridurre al minimo eventuali danni ad impianti, attrezzature, documentazioni
B)- OBIETTIVI OPERATIVI
•
definire una strategia ed una tattica per l’organizzazione e la gestione dell’emergenza
•
organizzare i soccorsi e l’intervento
•
evitare che gli effetti dell’incidente si propaghino ad altre zone dell’ospedale
•
organizzare l’evacuazione delle persone presenti nelle aree a rischio
68
C)- STRUTTURA DELL’EMERGENZA
COMITATO DI EMERGENZA
COORDINATORE
DELL’EMERGENZA
(Direttore San. del presidio)
CAPO DIPARTIM.
EMERGENZA
REFERENTE
S.A.I.
RESPONSABILE
U.O. IMMOBILI
E TECNOLOGIE
RESP. SERV.
PREVENZIONE E
PROTEZIONE
DITTA
MANUTENZ.
IMPIANTI
SQUADRA DI
EMERGENZA
69
COMPITI DEL COMITATO DI EMERGENZA
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
VALUTARE PRELIMINARMENTE LE SITUAZIONI SULLA BASE DELLE PRIME
INFORMAZIONI RICEVUTE
RECARSI IL PIU’ PRESTO POSSIBILE PRESSO IL CENTRO DI CONTROLLO
DELL’EMERGENZA (CENTRALINO)
ACQUISIRE TUTTE LE INFORMAZIONI NECESSARIE PER AVERE UN QUADRO PRECISO
DELL’EVENTO
VALUTARE, DEFINIRE O CONFERMARE LA CATEGORIA DELL’EMERGENZA
VALUTARE POSSIBILI SVILUPPI DELL’INCIDENTE
COORDINARE LA FERMATA O LA MESSA IN SICUREZZA DEGLI IMPIANTI
PREOCCUPARSI CHE IL RIPRISTINO DELLA EROGAZIONE DEI SERVIZI VITALI
AVVENGA IL PRIMA POSSIBILE
DIRIGERE TUTTE LE OPERAZIONI ALL’INTERNO DELL’AREA COINVOLTA
VALUTARE LA NECESSITA’ DELL’ EVACUAZIONE DELL’AREA INTERESSATA E
DALLE ALTRE AREE A RISCHIO E COORDINARNE L’EFFETTUAZIONE
ASSICURARSI CHE LE VITTIME RICEVANO I SOCCORSI NECESSARI
ASSICURARSI CHE VENGA EFFETTUATA LA VERIFICA DEI DISPERSI
ASSICURARSI CHE VENGA ATTIVATO IL PIANO DI EMERGENZA AZIENDALE
CONTROLLARE IL TRAFFICO DA E VERSO IL LUOGO DELL’INCIDENTE
ASSICURARSI CHE VENGANO PRESERVATE EVENTUALI PROVE DELL’ACCADUTO
DICHIARARE LA FINE DELLO STATO DI EMERGENZA
D)- SQUADRE DI EMERGENZA
Gli addetti alle squadre di emergenza sono individuati nei Pronto Soccorso di tutti i presidi
ospedalieri. Per il presidio di Belcolle, data la diversa consistenza della struttura, è stato necessario
estendere la designazione anche al personale in forza ai reparti di Medicina e Ortopedia Uomini e a
Malattie Infettive.
Gli operatori designati operano sui tre turni lavorativi garantendo quindi una presenza costante di
almeno due addetti per ogni turno di lavoro.
Tali operatori sono visivamente riconoscibili tramite un fregio identificativo posto sul taschino della
divisa.
Inoltre, per accrescere il livello di sicurezza, la designazione delle persone suddette è estesa anche agli
operatori delle squadre tecniche presenti in ogni ospedale i quali, oltre a garantire un eventuale
intervento sugli impianti, sono in grado di offrire un ulteriore contributo nella lotta contro gli incendi.
70
D)- STRUMENTI PER L’EMERGENZA
•
i punti chiave del presidio ospedaliero, cioè il CENTRO DI CONTROLLO (centralino) e il
CENTRO DI COORDINAMENTO DELL’EMERGENZA (Pronto Soccorso)
•
i luoghi di raduno sicuri, come il compartimento adiacente a quello evacuato e il punto di raccolta
individuato in un’area esterna del presidio
•
i sistemi di comunicazione e telecomunicazione come tutte le linee telefoniche che fanno capo al
centralino e il ponte radio che collega tutti i presidi ospedalieri dell’Azienda con la centrale
operativa del 118
•
i dispositivi di protezione individuale in dotazione alle squadre di emergenza, contenuti in appositi
armadi antincendio
•
i mezzi di trasporto persone quali tutte le ambulanze del 118 e le altre autovetture in dotazione al
presidio
E)- GESTIONE DELL’EMERGENZA
In questo capitolo viene definita la segnaletica di sicurezza indicante le procedure da seguire in caso di
emergenza.
Tali procedure risultano indirizzate a tutte le figure per le quali il Piano di Emergenza prevede un ruolo
bel preciso e sempre per questi operatori, vengono predisposte delle schede operative sulle quali sono
riportati i relativi compiti.
F)- FORMAZIONE E INFORMAZIONE
Il D.M. 10.03.98 stabilisce i contenuti minimi della formazione per gli addetti all’emergenza in
relazione alla tipologia delle attività e al livello di rischio incendio delle stesse.
In particolare i componenti delle squadre di emergenza partecipano al corso di formazione previsto per
le attività a rischio incendio elevato che prevede una parte di teoria, una di addestramento e la verifica
finale di idoneità la cui commissione esaminatrice è costituita da funzionari del comando provinciale dei
Vigili del Fuoco.
Le squadre di emergenza hanno i seguenti compiti:
•
•
•
•
•
•
•
IN CASO DI CHIAMATA, RICHIEDERE IMMEDIATAMENTE LA SOSTITUZIONE
TRAMITE PERSONALE DEI REPARTI DI DEGENZA CHE HANNO ALMENO DUE UNITA’
IN SERVIZIO (solo per la squadra del Pronto Soccorso)
CLASSIFICARE PROVVISORIAMENTE L’EMERGENZA FINO ALL’ARRIVO DEL
COORDINATORE
FAR ALLONTANARE DALLA ZONA OGGETTO DELL’INTERVENTO I PAZIENTI, I
VISITATORI ED ALTRI ESTRANEI EVENTUALMETE PRESENTI
AGIRE CONTRO GLI INCENDI E GLI ALTRI EVENTI
POSSIBILMENTE NON AGIRE MAI DA SOLI MA ALMENO IN COPPIA CON ALTRA
PERSONA
RICERCARE E RECUPERARE I FERITI E PRESTARE I SOCCORSI
RECUPERARE LE VITTIME
71
•
•
•
MANTENERE I SERVIZI DI COLLEGAMENTO, SORVEGLIANZA,
COMUNICAZIONE, ECC…
COORDINARE LOCALMENTE LE OPERAZIONI DI EVACUAZIONE
ACCERTARSI DELL’AVVENUTA EVACUAZIONE
PRESIDIO,
Come previsto dal decreto ministeriale già citato almeno una volta l’anno in ogni presidio ospedaliero
viene effettuata una prova di simulazione incendio finalizzata all’addestramento oltre che delle
squadre anche di tutto il personale in genere.
Tali prove procederanno gradualmente nel livello di applicazione parallelamente all’evoluzione del
Piano di emergenza.
PROGETTAZIONE E APPROVAZIONE
DEI PIANI DI EMERGENZA
I Piani di emergenza vengono elaborati da un apposito gruppo di lavoro composto dai Direttori
Sanitari di presidio, dall’U.O. Immobili e Tecnologie, dall’ U.O. Approvvigionamenti e Logistica., da
personale dell’area infermieristica e dal Servizio Prevenzione.
IL REGISTRO ANTINCENDIO
In ottemperanza a quanto sancito dal D.P.R. n°37 del 12.01.98 che disciplina i procedimenti di
controllo delle condizioni di sicurezza per la prevenzione incendi di competenza dei comandi provinciali
dei Vigili del Fuoco, è approntato un apposito registro su cui annotare tutte le operazioni effettuate sui
sistemi ed i mezzi di protezione antincendio e l’attività di formazione e informazione del personale.
Il registro rappresenta un sistema di gestione il cui obiettivo è costituito dalla corretta pianificazione e
programmazione degli interventi effettuati in modo tale da garantire la piena e continua efficienza dei
sistemi e delle risorse umane coinvolti nella protezione antincendio.
Il registro non è aziendale ma specifico per ciascun presidio ospedaliero all’interno dei quali risulta
formalmente individuata una persona per la gestione del registro stesso.
72
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DEGLI INFORTUNI
E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
73
GESTIONE DEGLI INFORTUNI
E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
INDICE
PARAGRAFO
ARGOMENTO
1.
Definizioni
2.
Gestione Amministrativa
3.
Gestione Civilistica e Penale
74
GESTIONE DEGLI INFORTUNI
E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
L’Azienda , in armonia con quanto disposto dalle normative vigenti in materia, ha organizzato la
gestione degli eventi infortunistici e delle malattie di probabile origine professionale nei modi e con
le procedure di seguito indicate.
1.0
DEFINIZIONI
Prima di esaminare i criteri, gli adempimenti previsti ed i soggetti interessati alla gestione degli
infortuni e delle malattie professionali è bene definire e distinguere le due diverse casistiche;
a) Infortunio sul lavoro
violenta lesione di una o più parti del corpo prodotta da un evento
indesiderato o da agenti esterni durante l’attività lavorativa
con larghi margini interpretativi ( ivi compresi gli infortuni occorsi durante il normale percorso di andata e ritorno dal luogo di
abitazione a quello di lavoro, durante il normale percorso che collega due diverse sedi di lavoro o durante il normale percorso di
andata e ritorno dal luogo di lavoro a quello di consumazione
abituale dei pasti; fatti salvi i casi di esclusione previsti all’art.12
del D.Lgs. 23 febbraio 2000, n° 38).
b) Malattia professionale processo morboso direttamente connesso con lo svolgimento
della prestazione lavorativa e che agisce lentamente e
progressivamente nell’organismo del lavoratore
determinandovi una lesione.
La lavorazione causa della patologia deve essere compresa nelle
tabelle riportate negli allegati 4 e 5 del D.P.R. 1124/65 e
successive modifiche ed integrazioni.
Una malattia pertanto non è considerata “professionale” se non è
tra quelle tabellate o se il lavoratore non riesce a dimostrare che,
pur non essendo tabellata, è stata comunque contratta a causa della
lavorazione svolta ( Corte costituzionale, sentenza del 18 febbraio
1988, n° 179; art. 10, comma 4, D. Lgs. 38/2000).
75
2.0
GESTIONE AMMINISTRATIVA E STATISTICA
DEGLI EVENTI INFORTUNISTICI E DELLE MALATTIE PROFESSIONALI
Con riferimento alla gestione amministrativa degli eventi infortunistici o delle accertate patologie
di probabile natura professionale, l’Azienda è organizzata nel modo seguente:
•
sono stati designati, con atto formale, in ciascuna delle strutture elencate:
o ospedale Acquapendente
o ospedale Montefiascone
o ospedale Tarquinia
o ospedale Civitacastellana
o ospedale Ronciglione
o ex-FNCA Vetralla
o U.O. Risorse Umane Viterbo
due dipendenti dell’area amministrativa quali Responsabili della tenuta e corretta gestione dei
registri degli infortuni e delle malattie professionali nonché degli adempimenti relativi alle
comunicazioni all’INAIL; a tal uopo i soggetti predetti hanno anche formale atto di delega per la
firma, a nome e per conto del datore di lavoro, degli atti necessari alla corretta gestione
amministrativa degli eventi in argomento. I termini utili per le relative denunce all’INAIL sono
di:
Ø 2 giorni per gli infortuni con prognosi che comporta astensione dal lavoro
superiore a 3 giorni;
Ø per le malattie di presunta causa professionale, entro 5 giorni dalla data in cui il
lavoratore ha presentato denuncia.
•
l’U.O. S.P.P. cura anche la gestione statistica degli infortuni e delle malattie professionali e
redige annualmente una relazione organica degli stessi eventi, completa anche di quelli riferiti
ad utenti-visitatori e dipendenti di imprese appaltatrici, con una disamina delle dinamiche o
eventi più frequenti e/o preoccupanti ed i suggerimenti di carattere tecnico-organizzativo o
procedurale per eliminare o ridurre al minimo i rischi eventualmente emersi.
Perché si possa concretizzare quanto in precedenza descritto è indispensabile, oltre che reso
obbligatorio dalle normative vigenti:
Ø che “i lavoratori, salvo impedimento per causa di forza maggiore, segnalino immediatamente al
proprio dirigente o preposto gli infortuni, comprese le lesioni di piccola entità, loro occorsi in
occasione di lavoro”;
Ø che il dirigente o preposto avvertito dell’infortunio, invii immediatamente il lavoratore al
pronto soccorso per le cure e la refertazione del caso;
Ø che il lavoratore interessato recapitati nel più breve tempo possibile al Responsabile della tenuta
del registro infortuni di competenza il referto di infortunio o di malattia di presunta origine
professionale relativo all’INAIL.
Il rientro al lavoro del dipendente infortunato è subordinato alla presentazione di relativa certificazione
di “avvenuta guarigione” rilasciata dall’INAIL.
Per gli “incidenti” che espongono il dipendente al rischio di contaminazione con liquidi o sostanze
biologiche è stata formalizzata la procedura “ post esposizione” che è allegata al presente capitolo.
Alla pagina seguente è riportato, in sintesi, l’iter di una corretta gestione amministrativa dell’infortunio.
76
TAVOLA 1
L’INFORTUNATO
AVVERTE
IL PROPRIO DIRIGENTE
O PREPOSTO
SI RECA
( VIENE INVIATO )
AL PRONTO SOCCORSO
RECAPITA
(senza ritardo)
La Certificazione per L’INAIL
Responsabile adempimenti
Infortuni e INAIL
COMPILA IL
REGISTRO
INFORTUNI E
TRASMETTE LA
CERTIFICAZIONE
ALL’INAIL
PRESENTA
IL CERTIFICATO DI
AVVENUTA GUARIGIONE
al
Responsabile adempimenti
Infortuni e INAIL
COMPLETA
IL REGISTRO
INFORTUNI
RIENTRA AL LAVORO
77
3.0
GESTIONE DELL’ASPETTO CIVILISTICO E/O PENALE
CONNESSO CON L’EVENTO INFORTUNISTICO O
DELLA MALATTIA PROFESSIONALE
Per ogni evento infortunistico determinato da imperizia, imprudenza, negligenza o violazione di
legge e per ogni caso di malattia con sospetta origine professionale, è configurabile l’ipotesi di reato per
“lesioni personali colpose”. L’organo di vigilanza, attivato attraverso propri canali predefiniti, è tenuto
ad intervenire nella immediatezza del fatto, per gli infortuni giudicati di un certo rilievo in relazione alla
dinamica od alla prognosi, programmando, invece, nel tempo il sopralluogo negli altri casi. La
procedibilità, invece, è obbligatoria “d’ufficio” a partire da prognosi di 40 giorni o quando vi siano
lesioni permanenti o vi sia stato imminente pericolo di vita; negli altri casi la procedibilità è solo a
querela di parte.
L’Azienda, per i casi di cui alla fattispecie, adotta il seguente comportamento:
a) ogni direzione sanitaria dei presidi ospedalieri aziendali, ogni pronto soccorso ed ogni
servizio di centralino (interno ai presidi ospedalieri) è in possesso del turno di pronta
disponibilità del personale del Servizio Prevenzione e Protezione che è attivato, per ogni
infortunio, a prescindere dai giorni di prognosi, a cura del medico del pronto soccorso o del
Responsabile del Servizio o U.O. dal quale dipende l’infortunato.
b) detto personale, una volta avvertito, gestisce direttamente l’aspetto “prevenzionistico”
dell’evento sentendo l’infortunato e/o eventuali persone presenti al fatto e valutando,
unitamente al Responsabile o Preposto del Servizio o U.O. dell’infortunato, se l’evento è
meramente accidentale o se sono necessari interventi strutturali, tecnici, procedurali o
organizzativi al fine di evitare il ripetersi di situazioni anomale.
c) nel caso di intervento dell’organo di vigilanza, il personale del Servizio Prevenzione e
Protezione assicura la propria presenza per l’intera fase delle indagini curando in modo
particolare:
-
che tutti gli atti di Polizia Giudiziaria vengano svolti secondo le regole del C.P.P.;
che siano acquisiti agli atti tutti i documenti o informazioni ritenuti utili a difesa
dell’Azienda;
che il verbale di sopralluogo redatto, prima della sottoscrizione per conferma dei presenti,
venga interamente letto ed eventualmente corretto nelle parti non chiare.
Il personale del Servizio P.P., che in questa fase rappresenta il Datore di Lavoro, è delegato a
prendere in carico anche eventuali prescrizioni impartite dall’organo di vigilanza; lo stesso dovrà, nel
più breve tempo possibile, trasmettere alla Direzione Generale detto verbale di prescrizioni e concordare
con la stessa le azioni future. Sarà cura, comunque, dell’U.O. S.P.P. tenere lo scadenzario aggiornato
delle prescrizioni, disposizioni, ordinanze, ecc… ; seguirne l’iter per gli adempimenti e/o richieste di
proroghe tenendo informati, senza ritardo, sia la Direzione Generale che i Responsabili di Servizi o
UU.OO. direttamente coinvolti, a tal proposito vedasi anche il capitolo relativo alla “gestione dei
rapporti con gli organi di vigilanza”.
In tutti i casi di sospette malattie professionali o di infortuni determinati da agenti biologici, chimici,
fisici, cancerogeni, movimentazione di carichi o pazienti, il personale dell’U.O. S.P.P. si avvale, per gli
adempimenti di competenza e precedentemente illustrati, della collaborazione dei medici competenti e/o
di tutte quelle professionalità aziendali ritenute utili allo scopo.
78
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DEL PERSONALE
79
GESTIONE DEL PERSONALE
INDICE
PARAGRAFO
ARGOMENTO
1.
Premessa
2.
Inizio rapporto lavoro
3.
Spostamenti/trasf/ comandi
4.
Fine rapporto lavoro
5.
Lavoro notturno
6.
Maternità
80
GESTIONE DEL PERSONALE
1.0
PREMESSA
Agli effetti dell’applicazione delle norme di tutela della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, si
intende per lavoratore qualsiasi soggetto che presta la propria attività alle dipendenze di un datore di
lavoro con rapporto di lavoro subordinato anche speciale.
Sono equiparati ai lavoratori gli allievi degli istituti di istruzione ed universitari , i partecipanti a corsi
di formazione professionale nei quali si faccia uso di laboratori, apparecchi ed attrezzature di lavoro in
genere, agenti chimici fisici e biologici nonché gli utenti dei servizi di orientamento o di formazione
scolastica , universitaria e professionale avviati presso datori di lavoro per agevolare o per perfezionare
le loro scelte professionali.
In una Azienda complessa ed articolata come è la ASL in argomento sono rappresentate quasi tutte le
categorie dei lavoratori, o soggetti ad essi equiparati ai fini dell’applicazione delle norme di sicurezza, in
precedenza descritti.
Vi sono, infatti, dipendenti a tempo indeterminato, a tempo determinato, con rapporto di lavoro
speciale ( SUMAI), allievi universitari dei corsi di laurea breve in scienze infermieristiche o tecnici di
radiologia; tirocinanti e/o volontari operanti presso l’Azienda al fine di perfezionare le loro scelte
professionali ( medici, biologi, psicologi, assistenti sociali, infermieri, ecc..).
Per tutti i soggetti sopra indicati, rientrando a pieno titolo nella definizione di lavoratore espressa
dall’art. 2, primo comma lettera a, del D.Lgs. 626/94, trovano applicazione le disposizioni alle
normative di sicurezza che, ai fini della corretta e puntuale gestione del personale, comportano gli
adempimenti illustrati ai paragrafi successivi, per ogni fase significativa del rapporto di lavoro di
seguito elencata:
•
Inizio del rapporto di lavoro;
•
Spostamenti;
•
Fine rapporto;
•
Lavoro notturno;
•
Maternità.
81
2.0
INIZIO RAPPORTO DI LAVORO
L’art. 4, comma 5 lettera c, del D.Lgs. 626/94 impone al datore di lavoro/dirigente l’obbligo di tener
conto, nell’affidare i compiti ai lavoratori, delle capacità e delle condizioni degli stessi in rapporto alla
loro salute e alla sicurezza.
Tradotto in pratica quest’obbligo si può riassumere in due adempimenti fondamentali da porre in
essere prima dell’inizio dell’attività lavorativa del neo-dipendente:
Ø il primo adempimento è quello di un accertamento sanitario mirato a constatare l’assenza di
controindicazioni all’attività cui i lavoratori sono destinati, ai fini della valutazione della loro
idoneità alla mansione specifica (art. 16, comma 2 lettera a, D.Lgs. 626/94). A tal fine si precisa che
il mero certificato di “ sana e robusta costituzione fisica” non rappresenta adempimento rispetto a
quanto dettato dal sopra richiamato art. 16 D.Lgs. 626/94.
Ø Il secondo adempimento è quello relativo alla informazione e formazione dei lavoratori previsto
dagli artt. 21 e 22, comma 2 lettera a, del D.Lgs. 626/94; argomento, questo, trattato in altro
specifico capitolo del presente documento.
2.01 I soggetti destinatari dell’obbligo per l’accertamento sanitario preventivo, ognuno per la
propria rispettiva competenza, sono:
•
•
•
•
•
•
•
•
2.02
Medici Competenti
Medicina Legale
Unità Operativa Risorse Umane – Settore Giuridico- Ufficio Assunzioni a Tempo
Indeterminato (responsabile del procedimento);
Unità Operativa Risorse Umane- Settore Reclutamento Forza Lavoro (responsabile del
procedimento);
Unità Operativa Risorse Umane- Settore Giuridico- Ufficio Tirocini e Volontariato
(responsabile del procedimento);
Servizio Acquisti e Vendite Prestazioni Sanitarie (responsabile del procedimento);
Responsabile del Servizio o UU.OO. che dovrà prendere in forza il lavoratore;
Unità Operativa Fisica Sanitaria.
L’ U.O. RISORSE UMANE deve:
•
•
2.03
Richiedere, tra la documentazione preventiva ad ogni assunzione, il certificato di idoneità
all’impiego rilasciato dall’U.O. Medicina Legale;
Comunicare per scritto anche al coordinatore dei Medici Competenti i nuovi rapporti di
lavoro alle dipendenze della ASL;
I MEDICI COMPETENTI devono:
•
•
•
Elaborare un protocollo degli accertamenti clinici ed eventuali esami biologici ed indagini
diagnostiche cui debbono essere sottoposti i lavoratori preventivamente (non oltre il
quindicesimo giorno dalla data di assunzione) alla assegnazione ad una mansione in un
reparto o servizio cui è obbligatoria la sorveglianza sanitaria;
Trasmettere ad ogni Servizio o UU.OO., sopra indicati, l’elenco degli accertamenti
preventivi necessari ( per mansione specifica e/o per Reparto o Servizio di destinazione) e le
modalità di esecuzione degli stessi;
Effettuare, senza ritardi, gli accertamenti previsti al personale inviato dai responsabili in
precedenza indicati;
82
•
•
•
Valutare, in caso di dipendente proveniente da altre attività lavorative con obbligo di visite
mediche, la relativa cartella sanitaria e di rischio (ove presente);
Trasmettere, al Dirigente del Servizio interessato ed al Responsabile della U.O. Risorse
Umane, copia del certificato con il quale si esprime il giudizio di idoneità alla mansione
specifica del lavoratore;
Trasmettere all’U.O. Fisica Sanitaria il giudizio di idoneità ai fini del rilascio del dosimetro
personale al lavoratore.
2.04
I Responsabili dei procedimenti dei Servizi o UU.OO. che dovranno prendere in forza il
lavoratore, devono:
•
Richiedere gli accertamenti sanitari previsti, secondo il protocollo comunicato dai Medici
Competenti, ed assicurarsi dell’avvenuto adempimento a tale richiesta;
• Richiedere, in caso il dipendente provenga da altra attività lavorativa con obbligo di visite
mediche periodiche, di consegnare o portare in visione al Medico Competente la propria
cartella sanitaria e di rischio o di rilasciare una delega scritta perché detta documentazione
sia richiesta d’ufficio; in caso di non presentazione della cartella sanitaria e di rischio,
richiedere, all’ente di provenienza, copia dell’ultimo certificato di idoneità alla mansione;
• Avviare alla visita medica preventiva presso il Medico Competente con l’indicazione della
mansione specifica cui sarà destinato il lavoratore preso in carico;
• Tener conto, nell’affidare al dipendente una mansione o dei compiti lavorativi, delle
condizioni di salute del lavoratore attraverso il giudizio di idoneità alla mansione specifica
espresso dal Medico Competente.
In particolare la Direzione Sanitaria di presidio ospedaliero comunica alla U.O. Fisica Sanitaria
ed al medico competente i nominativi del personale assegnato presso i reparti con rischio di
radiazioni ionizzanti, nonché le nuove assegnazioni.
3.0
SPOSTAMENTI / TRASFERIMENTI / COMANDI
In questo paragrafo vengono esaminate esclusivamente le casistiche inerenti agli spostamenti,
trasferimenti (interni alla ASL) e comandi esterni.
Situazioni diverse (es. trasferimenti o comandi da altre ASL) rientrano nella casistica trattata al
precedente paragrafo 2.0.
3.1
DEFINIZIONI
•
Spostamento : un cambio di attività, all’interno dello stesso Servizio o U.O., che non
comporta mutamenti di qualifica. Tali spostamenti possono essere
dettati da motivi organizzativi o di opportunità (es. un infermiere
professionale di un reparto con esposizione al rischio di movimentazione
pazienti, per motivi di salute, viene adibito all’interno dello stesso
Servizio o U.O., ove possibile, ad altra attività non soggetta al rischio
movimentazione);
83
•
Trasferimento: lo spostamento da un Servizio o una U.O. ad altro che potrebbe
comportare, qualora definitivo, anche il cambio di qualifica.
Tali trasferimenti spesso sono consequenziali al riconoscimento di
una patologia che preclude o limita l’idoneità del soggetto ad una
attività o mansione specifica.
Per i lavoratori sottoposti a sorveglianza sanitaria,di cui all’art.16 del
D.Lgs. 626/94 detto riconoscimento deve essere certificato dal Medico
Competente negli altri casi dal Collegio Medico Legale Aziendale;
•
Comando:
3.2
il trasferimento di un soggetto ad altra sede di lavoro o ente diverso,
anche interregionale, nei casi e per i motivi previsti dalle normative
vigenti ( C.C.N.L. del comparto e Legge 28.07.1999, n° 266).
ADEMPIMENTI NECESSARI
•
Spostamento tale tipo di provvedimento non necessita di atti particolari (delibera o
determinazione)
ma può essere attuato anche con una semplice
comunicazione verbale del Dirigente del Servizio o U.O.. E’ opportuno, però,
formalizzare per iscritto tale provvedimento qualora dettato da motivi di
opportunità legati alla salute e sicurezza del lavoratore interessato.
Il Dirigente, prima di affidare il nuovo compito al dipendente interessato,
dovrà tener conto delle condizioni di salute dello stesso in relazione ai rischi
connessi alla nuova attività, avvalendosi della collaborazione del S.P.P. e dei
Medici Competenti e, se necessario, della Fisica Sanitaria (vedi Procedure di
radioprotezione).
•
Trasferimento tale provvedimento, qualunque sia il motivo che lo ha determinato, deve
essere formalizzato dall’U.O. Risorse Umanee comunicato per iscritto ai
dirigenti dei Servizi o UU.OO. interessati ( quello di provenienza e quello di
destinazione del lavoratore) al lavoratore medesimo e, nel caso di lavoratore
soggetto alla sorveglianza sanitaria, ai Medici Competenti. Anche in questo
caso il Dirigente, prima di affidare compiti al dipendente interessato, dovrà
tener conto delle condizioni di salute dello stesso in relazione ai rischi
connessi alla nuova attività, avvalendosi della collaborazione del S.P.P e dei
Medici Competenti e, se necessario, della Fisica Sanitaria (vedi Procedure di
radioprotezione).
•
Comando
Tale tipo di provvedimento, da un punto di vista amministrativo,
necessita di essere formalizzato attraverso deliberazione, pertanto gli
adempimenti previsti sono a carico del responsabile del procedimento. Detto
provvedimento, da un punto di vista della tutela della salute e sicurezza nei
luoghi di lavoro, ha rilevanza solamente per il personale in ingresso alla
ASL, atteso che l’orientamento giurisprudenziale prevalente individua nel
concreto rapporto di subordinazione le figure di lavoratore, di datore di
lavoro e dirigente. Per i soggetti in argomento, quindi, vale quanto riportato
nei precedenti paragrafi relativi all’inizio del rapporto di lavoro e/o al
trasferimento (vedi anche la tabella riassuntiva a conclusione del presente
capitolo).
In particolare la Direzione Sanitaria di presidio ospedaliero comunica alla U.O. Fisica Sanitaria
ed al medico competente gli spostamenti e i trasferimenti del personale presso i reparti con
rischio di radiazioni ionizzanti..
84
4.0
FINE RAPPORTO DI LAVORO
Qualunque sia il motivo che determina la cessazione del rapporto di lavoro, gli adempimenti previsti
sono:
PER I LAVORATORI ESPOSTI AGLI AGENTI CHIMICI PERICOLOSI E A RADIAZIONI
IONIZZANTI
• Sorveglianza sanitaria all’atto della cessazione del rapporto di lavoro. In tale occasione
Il medico competente deve fornire al lavoratore le eventuali indicazioni relative alle
prescrizioni mediche da osservare;
PER TUTTI I LAVORATORI SOTTOPOSTI A SORVEGLIANZA SANITARIA
• Archiviazione della cartella sanitaria del soggetto interessato;
• Trasmissione, dietro richiesta dell’interessato o di Medico Competente di altra ditta o ente
nuovo sede di lavoro del soggetto, di copia della relativa cartella sanitaria;
PER I LAVORATORI ESPOSTI AD AGENTI CANCEROGENI, MUTAGENI, CHIMICI,
BIOLOGICI, A RADIAZIONI IONIZZANTI
• Trasmissione all’ISPESL, competente per territorio, della cartella sanitaria e di rischio;
Per assolvere a tali adempimenti legislativi l’U.O. Risorse Umane comunica per scritto al coordinatore
dei Medici Competenti le cessazioni dei rapporti di lavoro.
In particolare la Direzione Sanitaria di presidio ospedaliero comunica alla U.O. Fisica Sanitaria ed al
medico competente le cessazioni dall’esposizione del personale assegnato presso i reparti con rischio di
radiazioni ionizzanti.
5.0
LAVORO NOTTURNO
I Dirigenti del personale adibito a lavoro notturno devono preoccuparsi di:
•
organizzare i turni in modo tale che l’orario di lavoro non superi le otto ore nelle ventiquattro
ore ( fatta eccezione per il personale dirigente e direttivo per il quale non trova applicazione
la presente norma);
•
interdire dal lavoro, dalle ore 24 alle ore 6, le donne dall’accertamento dello stato di
gravidanza fino al compimento di un anno di età del bambino (art. 53. 1° comma, D. Lgs.26
marzo 2001, n° 151);
•
accertarsi che i lavoratori notturni si sottopongano agli accertamenti sanitari previsti dall’art.
5 del D.lgs. 532/99 attraverso il medico competente.
Altri casi di interdizione dal lavoro notturno possono essere determinati dalla commissione medica
aziendale.
85
6.0
MATERNITA’
Le normative vigenti in materia di tutela e sostegno della maternità prevedono i seguenti istituti:
•
Astensione obbligatoria dal lavoro;
•
Astensione facoltativa;
•
Interdizione dal lavoro
L’astensione obbligatoria prevede un periodo di allontanamento dal lavoro, senza alcuna penalizzazione
economica, di cinque mesi, normalmente ripartiti in due mesi antecedenti al parto e tre mesi successivi.
L’astensione facoltativa è subordinata ad una precisa richiesta della interessata e prevede riduzioni di
stipendio.
L’interdizione dal lavoro è concessa dall’Ispettorato Provinciale del Lavoro a seguito di complicanze
della gravidanza certificate o impossibilità di utilizzo della gestante in ambiente idoneo a garantire la
salute e la sicurezza.
Le lavoratrici soggette a sorveglianza sanitaria per fattori di rischio chimico, fisico, biologico,
radiazioni ionizzanti e movimentazione manuale di carichi o pazienti, devono comunicare senza
ritardo, al proprio Dirigente, l’inizio della gestazione per dar modo allo stesso di adottare, d’intesa con
il medico competente, le misure necessarie affinché l’esposizione al rischio sia evitata, modificandone
temporaneamente le condizioni o mansioni di lavoro o, qualora ciò non sia possibile, dispensandole dal
lavoro.
Come riportato, infine, al precedente paragrafo 5, deve essere interdetto a tutte le lavoratrici dalla data
di accertamento della gravidanza e fino al compimento di un anno di età del bambino il lavoro dalle ore
24 alle ore 6.
In particolare la Direzione Sanitaria di presidio ospedaliero comunica alla U.O. Fisica Sanitaria ed al
medico competente i nominativi delle lavoratrici in stato di gravidanza che cessano l’esposizione alle
radiazioni ionizzanti.
86
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DELLE INFRASTRUTTURE
(ambienti, impianti)
87
GESTIONE DELLE INFRASTRUTTURE
AMBIENTI / IMPIANTI
INDICE
PARAGRAFO
ARGOMENTO
1.
Premessa
2.
Fase Progettuale
3.
Affidamento Lavori
4.
Esecuzione lavori
5.
6.
Presa in consegna ed utilizzo locali
Variazioni
Ristrutturazioni
Trasferimenti
Cambio destinazione d’uso
Procedure per
7.
Manutenzioni e verifiche di sicurezza
8.
Locali in locazione
88
GESTIONE DELLE INFRASTRUTTURE
AMBIENTI / IMPIANTI
1.0
PREMESSA
La materia trattata nel presente capitolo, dal punto di vista della sicurezza e tutela della salute, è
regolamentata dalle seguenti normative:
•
Legge 109/94 e successive modifiche ed integrazioni;
•
D.Lgs. 626/94 e successive modifiche ed integrazioni;
•
D.Lgs. 494/96 e successive modifiche ed integrazioni;
•
D.P.R. 21 dicembre 1999,n° 554, regolamento di attuazione della legge quadro in materia
di lavori pubblici.
Di seguito, alla luce delle normative di riferimento e per le finalità della tutela della salute e sicurezza
nei luoghi di lavoro, vengono esaminate tutte le fasi che comportano la gestione delle infrastrutture
ASL di Viterbo (progettuale, di appalto, di collaudo, di utilizzo, di manutenzione, di locazione, di
verifiche di sicurezza nonché della procedure per variazioni di destinazione d’uso o ristrutturazioni)
definendo le procedure corrette da seguire per ogni singola fase.
Al fine di una facile lettura del presente capitolo, trattandosi di materia complessa, ogni fase presa in
considerazione consterà di una premessa,ove sono riportate tutte le normative di riferimento, e di una
tavola riassuntiva ( schema a blocchi) di come, nella ASL di Viterbo, sono pianificate le varie
responsabilità e competenze dei singoli soggetti previsti e coinvolti.
Il Servizio di Prevenzione e Protezione aziendale, per ognuna delle fasi trattate, si rende disponibile
alla collaborazione con i soggetti incaricati o responsabili dei singoli procedimenti.
89
TAVOLA 1
SCHEMA RIASSUNTIVO DELL’ITER TRACCIATO
DALLA LEGGE QUADRO E DAL REGOLAMENTO
PER OGNI SINGOLA OPERA PUBBLICA
PROGRAMMAZIONE
PROGETTAZIONE
AFFIDAMENTO
SERVIZI DI
INGEGNERIA
AFFIDAMENTO LAVORI
ESECUZIONE
CONCLUSIONE
In vari momenti dell’iter s’inserisce l’affidamento dei servizi d’ingegneria che, per tale motivo, è
stato riportato al di fuori della successione delle macrofasi. L’affidamento di detti servizi, infatti,
può riguardare la progettazione, la direzione lavori, il coordinamento in fase di progettazione ed
esecuzione, il collaudo e così via.
90
2.0
FASE PROGETTUALE
La ASL di Viterbo, come ogni pubblica amministrazione, elabora un programma triennale relativo ai
“lavori pubblici”, conseguente ad una identificazione e quantificazione dei propri bisogni e subordinato
ad uno studio di fattibilità, dando incarico per la redazione al dirigente della u.o. Immobili e
Tecnologie.
L’art. 7 del D.P.R. 21 dicembre 1999, n° 554 prescrive che “ le fasi di progettazione,affidamento ed
esecuzione di ogni singolo intervento, sono seguite sotto la diretta responsabilità e vigilanza di un
responsabile del procedimento nominato dalle amministrazioni aggiudicatrici nell’ambito del proprio
organico, prima della fase di predisposizione del progetto preliminare. Il responsabile del
procedimento provvede a creare le condizioni affinché il processo realizzato dall’intervento risulti
condotto in modo unitario in relazione ai tempi e ai costi preventivati, alla qualità richiesta, alla
manutenzione programmata,alla sicurezza e alla salute dei lavoratori ed in conformità a qualsiasi
altra disposizione di legge in materia”.
Il Responsabile del Procedimento viene nominato dal dirigente dell’U.O. Immobili e Tecnologie
incaricato della redazione del piano triennale progetto.
L’ art. 7 del D.P.R. 554/99, appena sopra richiamato, stabilisce che “ il responsabile del procedimento
è un tecnico in possesso di titolo di studio adeguato alla natura dell’intervento da realizzare, abilitato
all’esercizio della professione o, quando l’abilitazione non sia prevista dalle norme vigenti, è un
funzionario con idonea professionalità e con anzianità di servizio in ruolo non inferiore a cinque
anni”.
Considerato che l’art. 2, comma 1 lettera c, del D.Lgs. 494/96 stabilisce che nel caso di appalto di
opera pubblica, il responsabile dei lavori ( l’alter ego del committente) è il responsabile del
procedimento, questo soggetto riassume in se, limitatamente all’incarico ricevuto ed alla autonomia
economica, gli obblighi e le responsabilità del committente, stabilite dall’art. 3 del D.Lgs. 494/96, e
quelle proprie del responsabile del procedimento stabilite dall’art. 8 del D.P.R. 554 del 1999. Il
committente, soggetto titolare del potere decisionale e di spesa relativo alla gestione dell’appalto, può
incorrere esclusivamente nella culpa in eligendo, qualora abbia nominato responsabile del procedimento
un soggetto con capacità o attitudini non adeguate all’incarico, o alla culpa in vigilando, nel caso non
organizzi adeguati controlli sull’operato del soggetto incaricato.
91
•
Gli obblighi del responsabile del procedimento sono così riassunti :
TAVOLA 2
RIFERIMENTO LEGISLATIVO
OBBLIGO
Verifica del rispetto dei principi ergonomici
nella concezione dei posti di lavoro e nella scelta
delle attrezzature;
riduzione dei rischi alla fonte.
Verifica del rispetto, da parte dei progettisti dei
luoghi di lavoro e degli impianti,dei principi
generali di prevenzione in materia di sicurezza e
di salute al momento delle scelte progettuali e
tecniche.
Designa, nei casi previsti, contestualmente
all’incarico di progettazione il coordinatore della
sicurezza per la progettazione.
Coordina le attività necessarie alla redazione del
progetto definitivo ed esecutivo nonché alla
redazione del piano di sicurezza e di
coordinamento.
Vigila sulla attività del coordinatore della
sicurezza per la progettazione e valuta il piano
di sicurezza e coordinamento ed il fascicolo
tecnico predisposto.
Relazione periodicamente il committente circa
l’assolvimento dell’incarico ricevuto
art. 3 D.Lgs. 626/94
Art. 6 D.Lgs. 626/94
Art. 3, comma 3, D.Lgs. 494/96
Art.8, comma 3 lettera c, D.P.R. 554/99
Art. .8, comma 1 lettera f, D.P.R. 554/99
Art. 8, comma 3 lettera d, D.P.R. 554/99
Clausola da inserire nell’atto di incarico,
prevedendo anche le periodicità, al fine di
eliminare la culpa in vigilando a carico
del committente.
92
TAVOLA 3
PROGRAMMAZIONE DEI LAVORI
IN TRE FASI
PROGRAMMAZIONE
STRATEGICA
PROGRAMMAZIONE
OPERATIVA
PROGRAMMAZIONE
ESECUTIVA
Identificazione
e quantificazione
dei bisogni
Studio
di fattibilità
Progetto
Preliminare
93
PROGRAMMA
TRIENNALE
Elenco Annuale
Bilancio
TAVOLA 4
SOGGETTI INTERESSATI ALLE FASI PROGETTUALI
RILEVANTI AI FINI DELLA SICUREZZA
Con riferimento alle fasi progettuali ed a conclusione del presente paragrafo si individuano i
soggetti che hanno obblighi rilevanti nella gestione delle fasi in argomento:
DIRETTORE
GENERALE
DIRIGENTE U.O.
IMMOBILI E
TECNOLOGIE
PROGRAMMAZIONE
STRATEGICA
PROGRAMMAZIONE
OPERATIVA
NOMINA
RESPONSABILE
DEL PROCEDIMENTO
Richieste
Parere VV.F.
e Parere Preventivo
Dipartimento di Prevenzione
Nomina
Coordinatore
per la Progettazione
PROGRAMMAZIONE
ESECUTIVA
94
NOTE ALLA TAV. 4
1) Il responsabile del procedimento, deve essere nominato dal Dirigente dell’U.O. Immobili
e Tecnologie obbligatoriamente prima della fase di predisposizione del progetto preliminare da inserire nell’elenco annuale di cui all’art. 14, comma 1, della Legge 109/94;
2) Il responsabile del procedimento, ai sensi e per gli effetti dell’art. 8, comma 2, del D.P.R.
n° 554/99 assume anche il ruolo di Responsabile dei Lavori di cui al D.Lgs. 494/96 e,
come tale, rappresenta ed assume le responsabilità proprie del committente ; tale incarico,
però, deve essere esplicitamente indicato nell’atto di designazione, volontariamente accettato dal responsabile del procedimento al quale deve essere garantita anche l’autonomia
decisionale ed economica per adempiere direttamente agli obblighi connessi con la qualifica di responsabile dei lavori, in caso contrario detti obblighi ricadranno immancabilmente
sul committente, così come definito all’art. 2 del D.Lgs. 494/96 e dall’atto aziendale;
3) Il responsabile del procedimento, nel suo ruolo di responsabile dei lavori, contestualmente
all’affidamento dell’incarico di progettazione designa, nei casi previsti, il coordinatore per
la progettazione.
95
RIEPILOGO SINTETICO FASE DI PROGRAMMAZIONE
E PROGETTAZIONE
TAVOLA 5
La Direzione Strategica
con il Responsabile del U.O. Immobili e Tecnologie:
Identificano e quantificano i Bisogni Aziendali
e Individuano gli Interventi Necessari
Il Dirigente dell’U.O. Immobili e Tecnologie
è responsabile di:
Studio di fattibilità; programma triennale;
nomina del Responsabile del Procedimento
Il Responsabile del Procedimento ha il compito di:
Affidamento elaborazione progetto preliminare, definitivo
ed esecutivo;Elenco annuale dei lavori;
Nominare Coordinatore in fase di Progettazione;
Richiedere i pareri preventivi previsti ( VV.F.- Dip. Prev.);
Fornire dati ed informazioni sull’andamento delle attività
al Dirigente cui è affidato il programma triennale.
96
3.0
FASE DI AFFIDAMENTO DEI LAVORI
La fase in argomento può sinteticamente essere così riassunta:
•
BANDO DI GARA
RESPONSABILE
•
•
DEL
AGGIUDICAZIONE
PROCEDIMENTO
CONTRATTO
Restando nel mero ambito della Sicurezza e delle normative ad essa riconducibili, le attività appena
sopra indicate vedono quale unico soggetto titolare di obblighi penalmente rilevanti il Responsabile del
Procedimento .
A tale soggetto spettano i compiti di seguito evidenziati:
• Coordina e verifica la predisposizione dei bandi di gara accertandosi in modo particolare che sia
messo a disposizione di tutti i concorrenti il Piano di Sicurezza e Coordinamento e che siano
ben evidenziati i requisiti minimi a garanzia della idoneità tecnico-professionale che debbono
essere in possesso delle imprese;
• Convoca e presiede le procedure di licitazione privata e di appalto concorso e, ove ne ravvisi la
necessità, un incontro preliminare per l’illustrazione del progetto e per consentire osservazioni
sullo stesso;
Prima di formalizzare l’aggiudicazione dell’appalto e la consegna dei lavori :
•
•
Verifica l’idoneità tecnico professionale delle imprese esecutrici e di eventuali lavoratori
autonomi;
Chiede alle imprese esecutrici una dichiarazione dell’organico medio annuo, distinto per
qualifica, corredata dagli estremi delle posizioni INPS ed INAIL dei lavoratori, delle iscrizioni
alle casse edili nonché una dichiarazione relativa al contratto collettivo applicato ai lavoratori
dipendenti. (*)
(*)
Le stesse procedure, per quanto previste ed applicabili, devono essere seguite anche nella eventualità di
lavori in economia ( per cottimi), regolamentati dall’art.142 e seguenti del D.P.R. 21 dicembre 1999, n°
554.
97
4.0
ESECUZIONE DEI LAVORI
Prioritariamente all’inizio della fase esecutiva, il Responsabile del Procedimento dovrà:
•
•
•
•
•
Designare il coordinatore per l’esecuzione dei lavori * (1), nei casi previsti;
Designare il Direttore dei Lavori *(1);
Comunicare alle imprese esecutrici i nominativi dei coordinatori per la progettazione e per
l’esecuzione dei lavori e accertarsi che siano indicati nel cartello di cantiere;
Trasmettere agli organi competenti (Dipartimento Prevenzione ASL e Direzione P.le del
Lavoro) la notifica preliminare, nei casi previsti dall’art. 11 del D.Lgs. 494/96;
Autorizzare il Direttore dei Lavori alla consegna dei lavori alle imprese esecutrici.
Da questo momento i soggetti titolari di obblighi penalmente rilevanti nella gestione dei lavori in
sicurezza sono:
Il Responsabile del Procedimento
che rivestendo anche l’incarico di
Responsabile dei Lavori
rappresenta il committente e,come tale,
deve verificare gli adempimenti all’art. 4,
comma 1, e 5, comma 1 lett.a.
Il Coordinatore in fase di
Esecuzione
titolare degli obblighi previsti dall’art.5
del D.Lgs. 494/96
DIRETTORE DEI LAVORI
titolare dei compiti previsti dall’art. 124
del D.P.R. 21 dicembre 1999, n° 554
Note:
*(1) l’art. 127 del D.P.R. 21 dicembre 1999, n° 554 dispone che “ le funzioni del coordinatore
per l’esecuzione dei lavori sono svolti dal direttore dei lavori ”.
98
5.0
PRESA IN CONSEGNA ED UTILIZZO DEI LOCALI
Una volta che i lavori sono ultimati e prima che i locali vengano adibiti ad attività lavorative l’u.o.
Immobili e tecnologie, nella persona del Dirigente o del Responsabile del Procedimento dovrà essere in
possesso di :
•
Certificato di collaudo o certificato di regolare esecuzione dei lavori, in relazione alla natura o
entità dell’opera eseguita;
•
Progetti , dichiarazioni di conformità, certificazione di collaudo di tutti gli impianti a servizio
della struttura o locali ( rilasciati da soggetti abilitati);
•
Certificazione di agibilità;
•
Fascicolo tecnico, qualora previsto, predisposto dal coordinatore in fase di progettazione e
redatto dal coordinatore in fase di esecuzione.
Qualora l’azienda abbia necessità di occupare od utilizzare l’opera realizzata ovvero parte della stessa
prima che intervenga il collaudo provvisorio, si può procedere alla presa in consegna anticipata alle
condizioni previste dall’art. 200 del D.P.R. 21 dicembre 1999, n° 554.
Il Dirigente o Responsabile Servizio o U.O. nel prendere in consegna i locali a lui affidati dovrà
verificarne l’esatta destinazione d’uso progettuale e la rispondenza della stessa alle esigenze operative.
Dovrà verificare altresì il possesso da parte dell’Azienda delle certificazioni in precedenza indicate.
Nel caso di locali adibiti ad uso medico, il Dirigente o Responsabile del Servizio o U.O., dovrà
formalizzare la destinazione d’uso dei singoli locali (punto 1.2.01. della norma CEI 64-13.
La procedura di consegna dei locali al Dirigente o Responsabile del Servizio o U.O. deve essere
necessariamente formalizzata.
*
Per quanto attiene alla gestione delle attrezzature l’argomento è trattato in altro apposito capitolo.
99
6.0
PROCEDURE PER VARIAZIONI-RISTRUTTURAZIONITRASFERIMENTI- CAMBIO DI DESTINAZIONE D’USO
Il presente capitolo contiene tutti gli adempimenti che debbono essere assolti preliminarmente nei casi
di trasferimenti, cambio di destinazione d’uso, ristrutturazioni, ampliamenti di locali in cui vengono
esercitate attività aziendali o a servizio delle stesse.
Anche nei casi in esame l’input è determinato da nuove esigenze o bisogni aziendali o per migliorare
le condizioni strutturali o ambientali esistenti al fine di assicurare che luoghi di vita e di lavoro, per
dipendenti e gli utenti, siano rispondenti alle vigenti disposizioni in materia.
Queste esigenze esplicitate dai responsabili di Servizi o UU.OO. direttamente interessati, una volta
recepite dalla Direzione Strategica e trasmesse per competenza al dirigente dell’U.O. Immobili e
Tecnologie, se fattibili, anche dal punto di vista della copertura economica, entrano nella
programmazione operativa ed esecutiva.
Anche in questi casi la figura di riferimento per gli adempimenti in materia di prevenzione è
rappresentata dal responsabile del procedimento.
Di seguito vengono riportati alcuni esempi esplicativi riferiti ai casi più frequenti in ambito aziendale:
6.01
TRASFERIMENTO DI UNA ATTIVITA’ IN ALTRI LOCALI CON PARI
DESTINAZIONE D’USO
Non sono necessari adempimenti particolari; è opportuno solamente verificare se, in relazione al
numero dei lavoratori che vi saranno impegnati ed in base all’affluenza di eventuale utenza prevista, la
superficie in pianta, l’illuminazione ed aerazione naturali sono sufficienti e se gli impianti a servizio
sono idonei.
Qualora gli impianti elettrici o gli impianti di condizionamento o riscaldamento siano stati oggetto di
rifacimento o adeguamento è necessario essere in possesso della attestazione di conformità ai sensi
della L. 46/90 ( tale norma trova applicazione anche in locali interni a strutture ospedaliere per i soli
impianti elettrici).
Per gli impianti elettrici la dichiarazione di conformità equivale a tutti gli effetti ad omologazione
dell’impianto.
Entro trenta giorni dalla messa in esercizio dell’impianto elettrico, il responsabile del procedimento
del trasferimento dell’attività invia la dichiarazione di conformità all’ISPESL ed al Dipartimento di
Prevenzione.
6.02
TRASFERIMENTO DI UNA ATTIVITA’ IN ALTRI LOCALI CON DESTINAZIONE D’USO PREGRESSA DIVERSA
CAMBIO DESTINAZIONE D’USO
E’ obbligatorio, ai sensi della Legge Regionale n°76/80 darne comunicazione preventiva al
Dipartimento di Prevenzione Aziendale, compilando l’apposito modello “Rapporto Informativo per i
nuovi insediamenti, ampliamenti ed adattamenti di locali e/o di impianti già esistenti da adibirsi ad
attività produttive di beni e servizi” (allegato al presente capitolo) che ha valore quale notifica ai sensi
dell’art. 48 del D.P.R. 303/56.
Il parere rilasciato dal Dipartimento di Prevenzione costituisce garanzia, per il responsabile del
Servizio interessato, della idoneità dal punto di vista della prevenzione dei locali esaminati.
100
6.03
AMPLIAMENTO DI UNA ATTIVITA’
Il caso di cui alla fattispecie deve necessariamente essere scisso in due sottocasi; il primo riguarda
l’accorpamento di altri locali alla attività di riferimento, in questo caso vale quanto già riportato nei due
paragrafi precedenti a seconda che i locali da accorpare abbiano già la medesima destinazione d’uso (I°
CASO) o occorra un cambio di destinazione d’uso (II° CASO).
L’altra ipotesi si riferisce, invece, espressamente alle attività sanitaria nel caso che l’ampliamento, per
esempio, riguardi l’aumento del numero dei posti letto e/o l’attivazione di prestazioni sanitarie
aggiuntive rispetto a quelle precedentemente svolte; in queste eventualità trova puntuale applicazione il
D.P.R. 14 gennaio 1997 in materia di requisiti strutturali, tecnologici ed organizzativi minimi per
l’esercizio delle attività sanitarie da parte di strutture pubbliche e private.
6.04
RISTRUTTURAZIONI DI LOCALI, EDIFICI, ECC…
Nel caso in esame, oltre ai normali adempimenti amministrativi quali la comunicazione al Sindaco
(del Comune ove insiste l’immobile) di Dichiarazione Inizio Attività (DIA) a firma di professionista
abilitato, vanno assolti, da parte del Responsabile del Procedimento d’intesa con il Dirigente del
Servizio o struttura interessata dai lavori, così come gli obblighi previsti dall’art. 7 del D.lgs.626/94
(vedi anche il capitolo gestione appalti); ove necessario, invece, gli obblighi previsti dal D.Lgs. 494/96
vanno assolti come indicato ai paragrafi precedenti di questo capitolo.
Trattandosi di materie complesse, che vanno esaminate caso per caso, è opportuno fare riferimento al
Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale che deve essere a completa disposizione per eventuali
chiarimenti ed informazioni utili per un puntuale e corretto assolvimento degli obblighi sopra indicati.
E’ obbligatorio comunque, qualora l’intervento comporti anche modifiche strutturali significative e/o
cambi di destinazioni d’uso, darne preventiva comunicazione al Dipartimento di Prevenzione aziendale
nei modi e con gli strumenti previsti al precedente paragrafo 6.02.
N.B.
Nei casi di cambi di destinazione d’uso o interventi con modifiche strutturali di locali siti in edifici in
possesso di certificato antincendio o nulla osta provvisorio di prevenzione incendi, è necessario che il
Responsabile del Procedimento ne dia comunicazione al Comando Provinciale dei VV.F. corredando la
notifica con relazione tecnica a firma di professionista abilitato od a cura dell’U.O. Immobili e
Tecnologie.
101
6.05
LOCALI SOGGETTI AD AUTORIZZAZIONI , NULLA OSTA
O CERTIFICAZIONI PARTICOLARI
Nel presente paragrafo sono esaminati i locali soggetti a particolari autorizzazioni nonché le Autorità od
Enti preposti al rilascio delle stesse.
LOCALE SOGGETTO
CUCINE (1)
MENSE
(1)
Centrale di Produzione Calore
con potenzialità superiore a
30 mila Kcal/h
AUTORIMESSE
per un numero di veicoli
superiori a 9
DEPOSITI GAS COMBUS.
IN SERBATOI FISSI :
a)- compressi da 0,75 a 2 mc
b)- liquefatti da 0,3 a 2 mc
DEPOSITI LIQUIDI INFIAM
E/O COMBUSTIBILI > 25 mc
DEPOSITI GAS COMBURENTI IN SERBATOI FISSI :
a)- compressi > a 3 mc
b)- liquefatti > a 2 mc
DEPOSITO MATERIALE
CARTACEO
superiore a 50 q.li
DEPOSITO DI PELLICOLE
RADIOGRAFICHE
superiore a 100 q.li
AMBULATORI MEDICI (2)
LOCALI CON APPARECCHI
CONTENENTI ISOTOPI
RADIOATTIVI O GENERATORI DI RADIAZIONI
IONIZZANTI
TIPO DI CERTIFICAZIONE AUTORITA’ PREPOSTA
Autorizzazione sanitaria
Sindaco
Autorizzazione sanitaria
Sindaco
Certificato Prevenzione Incendi
idem
idem
idem
idem
idem
idem
idem
idem
idem
idem
idem
idem
Nulla-Osta Igienico-Sanitario
Comunicazione S.I.P.A. e
Direzione Provinciale Lavoro
Corredata da relazione di un
Fisico Sanitario
Note:
(1)
(2)
Comando p.le VV.F.
Solo se detti servizi sono affidati in appalto;
Solo se esterni a strutture ospedaliere.
102
Dirigente
S.I.P.A.
-Responsabile S.I.P.A.
-Direzione P.le del Lavoro
6.06 SOGGETTI, UFFICI O SERVIZI PREPOSTI ALLA REGOLARIZZAZIONE
DEGLI ADEMPIMENTI IN PRECEDENZA RIPORTATI
Nel presente paragrafo sono individuati i soggetti, uffici o servizi dell’Azienda che hanno il compito
di provvedere agli adempimenti in precedenza indicati.
E’ il caso di sottolineare che solamente l’U.O. Immobili e Tecnologie può autorizzare lavori edili o ad
essi equiparati in locali o strutture aziendali.
TIPO DI CERTIFICAZIONE
O DOCUMENTAZIONE
Autorizzazione Sanitaria
Nulla Osta igienico-sanitario
AUTORITA’ PREPOSTA
AL RILASCIO O RICEVIM.
SINDACO
Responsabile
S.I.P.A.
Comunicazione detenzione di
Responsabile
S.I.P.A.
apparecchi radioattivi
Direzione P.le del Lavoro
Certificato Prevenzione Incendi Comando P.le VV.F.
SOGGETTO O UFFICIO
OBBLIGATO
Responsabile ditta appaltatrice
Responsabile del distretto o
u.o. interessata
idem
Responsabile del Procedimento
U.O. Immobili e Tecnologie
Dichiarazione Inizio Attività
Professionista Esterno o
(D.I.A.)
SINDACO
U.O. Immobili e Tecnologie
Comunicazione ex art. 48 del
Dipartimento di Prevenzione
Responsabile del distretto o u.o.
D.P.R. 303/56 o L.R. 76/80
interessata in collaborazione
con l’u.o. SPP
Adempimenti previsti dall’art. 7 Atti interni da esibire a richiesta Responsabile del distretto o u.o.
del D.Lgs. 626/94
dell’organo di vigilanza
interessata in collaborazione
con SPP e u.o. Immob. e Tecn.
Adempimenti previsti dal
Responsabile del Procedimento
D.Lgs. 494/96
Idem
e Coordinatori Sicurezza
Dichiarazione di conformità
Impresa esecutrice impianto
Responsabile del Procedimento
L. 46/90
notifica impianto elettrico di
terra entro 30 giorni dalla messa ISPESL
Responsabile del Procedimento
in esercizio (D.P.R. 462/2001)
Dipartimento di Prevenzione
103
7.0
GESTIONE
DELLE MANUTENZIONI E VERIFICHE DI SICUREZZA
Per esaminare la gestione delle manutenzioni di strutture ed impianti occorre preliminarmente fare
una distinzione tra gli immobili esistenti e quelli in programma di ristrutturazione o costruzione.
7.01
IMMOBILI ESISTENTI
Per gli immobili ed impianti già esistenti è organizzata, sotto forma di gestione in appalto, la
manutenzione ordinaria di:
•
intera struttura ed impianti a servizio della stessa, sotto forma di “Global Service”, per
il presidio ospedaliero di Belcolle;
•
impianti tecnologici ( termoidraulici, elettrici, ascensori,antincendio montacarichi, ecc…
), sotto forma di singoli appalti per tipologia d’impianto, per tutti i restanti presidi
ospedalieri e per le strutture dei Servizi territoriali di proprietà aziendale.
Nei rispettivi capitolati d’appalto, gestiti dall’U.O. Immobili e Tecnologie, sono riportate te tipologie e
modalità di intervento, le periodicità delle singole manutenzioni, il soggetto dell’U.O. Immobili e
Tecnologie che ha il compito di accertare la puntuale osservanza di quanto contrattualmente stabilito.
7.02
IMMOBILI IN FASE DI RISTRUTTURAZIONE O COSTRUZIONE
Per gli immobili di cui alla fattispecie, può trovare applicazione:
a)
l’art. 3, comma 3, del D.Lgs. 494/96 ( cantieri con presenza anche non contemporanea di più
imprese e la cui entità presunta è superiore a 200 uomini-giorno o i cui lavori comportano i
rischi particolari elencati nell’allegato II del D.Lgs. in parola);
b)
l’art. 16, comma 5, della Legge 109/94 così come regolamentato dall’art. 40 del D.P.R. 554/99
nei casi di:
• progetti affidati dopo 6 mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento
(D.P.R. 554/99) se relativi a lavori di importo pari o superiore a € 35.000.000;
• progetti affidati dopo 12 mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento
(D.P.R. 554/99) se relativi a lavori di importo pari o superiore a € 25.000.000;
• progetti affidati dopo 18 mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento
(D.P.R. 554/99) se relativi a lavori di importo pari o superiore a € 10.000.000
e inferiori 25.000.000;
• progetti affidati dopo 24 mesi dalla data di entrata in vigore del presente regolamento
(D.P.R. 554/99) se relativi a lavori di importo inferiore a € 10.000.000, fatto salvo il
potere di deroga del Responsabile del Procedimento ai sensi dell’art. 16, comma 2, della
Legge.
Nella ipotesi di cui alla lettera a) le manutenzioni ordinarie relative alle strutture ad agli impianti
tecnologici a servizio delle stesse saranno previste e regolamentate dal fascicolo tecnico
predisposto dal coordinatore per la sicurezza in fase di progettazione , completato dal coordinatore per
la sicurezza in fase di esecuzione e da quest’ultimo consegnato, al termine dei lavori, al responsabile
104
del procedimento il quale provvederà affinché le prescrizioni di manutenzione ordinaria contenute nel
fascicolo tecnico siano inserite nel programma di manutenzione da chiunque eseguito.
Nella ipotesi di cui alla lettera b) dovrà essere redatto il piano di manutenzione costituito dai
seguenti documenti operativi:
• manuale d’uso;
• manuale di manutenzione;
• programma di manutenzione;
Detti documenti devono essere redatti in fase di progettazione e sottoposti, a cura del direttore lei
lavori, al controllo ed alla verifica di validità, al termine della realizzazione dell’opera, con gli eventuali
aggiornamenti resi necessari dai problemi emersi durante l’esecuzione dei lavori.
Copia del manuale d’uso deve essere notificata al responsabile del Distretto, Servizio o U.O. che
gestirà l’immobile in argomento o porzione dello stesso.
Copia del manuale di manutenzione e del programma di manutenzione devono essere, invece,
notificati al soggetto Responsabile del Procedimento dell’appalto di manutenzione del manufatto.
7.03
VERIFICHE DI SICUREZZA
Qualsiasi impianto a servizio di ambienti o luoghi di lavoro deve essere oggetto di idonea
manutenzione al fine di garantire nel tempo la rispondenza ai requisiti in materia di tutela della sicurezza
e salute dei dipendenti e di eventuali utenti o visitatori.
Come già riportato al paragrafo 7.01 tutti gli impianti tecnologici sono già oggetto di regolari
manutenzioni ordinarie regolamentate nei capitolati e disciplinari dei singoli appalti.
Vi sono però attrezzature, impianti o parti di essi che sono soggetti a verifiche periodiche che possono
essere effettuate esclusivamente da Enti o soggetti abilitati ( esempio impianto elettrico di terra,
apparecchi a pressione, ascensori, montalettighe ecc..).
Lo scadenzario di dette verifiche viene istituito presso l’U.O. Immobili e Tecnologie che individuerà
un responsabile del procedimento al quale spetta il compito di provvedere, per tempo, ad inoltrare le
relative richieste o solleciti.
Tale disposizione è estesa anche per gli immobili in locazione, trattati nel successivo paragrafo, atteso
che l’obbligo delle verifiche ricade sulla figura del “ datore di lavoro”.
105
8.0
GESTIONE LOCALI IN LOCAZIONE
L’Azienda gestisce i locali in locazione, dal punto di vista della prevenzione nei confronti dei
dipendenti aziendali nonché di eventuali utenti o visitatori, secondo le seguenti procedure:
a) nomina da parte del Dirigente dell’U.O. Immobili e Tecnologie di un Responsabile del
Procedimento che dovrà accertare che l’immobile, o la porzione dello stesso oggetto di
locazione, sia in possesso della destinazione d’uso cui il conduttore intende adibirlo;
b) il locatore deve consegnare al conduttore (Responsabile del Procedimento) copia di tutta la
documentazione atta a garantire il tranquillo godimento e l’uso dell’immobile per gli scopi
dichiarati, ed in particolare:
• l’agibilità dei locali;
• l’idoneità degli impianti che devono essere in possesso di tutte le certificazioni
previste dalle normative vigenti;
• la rispondenza dei locali al D.P.R. 384/79 e 503/96 ( assenza di barriere
architettoniche);
c) prima della stipula del relativo contratto di locazione, il Responsabile del Procedimento, dovrà
accertarsi che:
• ogni singolo locale risulti idoneo all’effettivo uso cui sarà destinato;
• che la superficie in pianta, di ogni locale, sia idonea in relazione al numero dei dipendenti
che ivi dovranno svolgere la propria attività;
• la sufficiente aerazione ed illuminazione naturale;
• la presenza di idonee e sufficienti vie ed uscite di emergenza;
• la dotazione sufficiente di idonei servizi igienici.
E’ ovvio che l’accertamento di cui alla lettera c) non può prescindere da una fattiva
collaborazione con il Responsabile del Servizio o U.O. direttamente interessata, ferma restando
la piena disponibilità del Servizio Prevenzione e Protezione per eventuale assistenza o
consulenza.
d) Prima dell’inizio della attività lavorativa nei locali in argomento, il Responsabile del Servizio o
U.O. unitamente
al Responsabile del Procedimento, dovranno accertarsi e provvedere
affinché:
• L’impianto elettrico, in ogni sua parte, sia idoneo per le singole destinazioni d’uso
effettive dei locali ed in relazione agli utilizzatori da esso alimentati;
• Sia presente la segnaletica di sicurezza prevista;
• Siano presenti estintori del tipo idoneo ed in numero sufficiente;
• Vi sia una illuminazione di sicurezza a garantire la visibilità lungo le vie ed uscite
di emergenza.
e) Il Dirigente del Servizio o U.O. interessata deve impegnarsi affinchè durante l’utilizzo in
locazione non devono avvenire mutamenti delle destinazioni dei locali e gli stessi devono essere
mantenuti nello stato primitivo di idoneità;
f) Il Responsabile del Procedimento dovrà inserire nel contratto di locazione l’obbligo per il
locatore di effettuare tutte le opere di manutenzione straordinaria che nel corso degli anni si
rendessero necessari al fine di garantire la rispondenza dei locali ai requisiti minimi di sicurezza
ed igiene in relazione alla destinazione d’uso formalizzata.
106
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO
107
GESTIONE DELLE ATTREZZATURE DI LAVORO
PROPOSTA DI ACQUISTO: VALUTAZIONE PRELIMINARE
AZIONE
RELAZIONE
VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI
DELL’AMBIENTE DI LAVORO
VALUTAZIONE DA PARTE DELLA COMMISSIONE
AZIENDALE
ESITO DELLA VALUTAZIONE PRELIMINARE
UO COMPETENTE
DIRIGENTE UO PROPONENTE
SPP - MC
COMMISSIONE ATTREZZATURE
AZIENDALE
COMMISSIONE ATTREZZATURE
AZIENDALE
ACQUISTO
AZIONE
ELABORAZIONE CAPITOLATO TIPO
GARA ASL SECONDO CAPITOLATO
INDIVIDUAZIONE EVENTUALI DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
EVENTUALE ACQUISTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE
INDIVIDUAZIONE PRESIDI E DISPOSITIVI NECESSARI
PREVISTI DAL LIBRETTO DI ISTRUZIONI
EVENTUALE ACQUISTO DI PRESIDI E DISPOSITIVI
NECESSARI
INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI STRUTTURALI E
IMPIANTISTICI
EVENTUALE EFFETTUAZIONE DEGLI INTERVENTI
STRUTTURALI E IMPIANTISTICI
EVENTUALE ACQUISTO ATTREZZATURE
UO COMPETENTE
COMMISSIONE
ACQ
SPP-MC
ACQ
(SPP-UO ACQ)
ACQ
(UOIT-SPP)
UOIT
ACQ
INSTALLAZIONE E COLLAUDO
AZIONE
INSTALLAZIONE IN CONFORMITA’
DELLE ISTRUZIONI DEL FABBRICANTE
ACQUISIZIONE CERTIFICAZIONE DI
INSTALLAZIONE A REGOLA D’ARTE
COLLAUDO
ACQUISIZIONE CERTIFICATO DI
COLLAUDO
UO COMPETENTE
UO IT - UO ACQ
UOIT – UO ACQ
UOIT – UO ACQ
UOIT – UO ACQ
108
CONSEGNA
AZIONE
CONSEGNA DELL’ATTREZZATURA
ALL’UO INSIEME AL LIBRETTO DI USO E
MANUTENZIONE
FORMAZIONE ED EVENTUALE
ADDESTRAMENTO SULL’USO CORRETTO
DELL’ATTREZZATURA
CONSEGNA EVENTUALI DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
CONSEGNA PRESIDI E DISPOSITIVI
NECESSARI PREVISTI DAL LIBRETTO DI
ISTRUZIONE
UO COMPETENTE
UOIT – UO ACQ
DIRIGENTE – PREPOSTO
DELL’UO UTILIZZATRICE
DIRIGENTE-PREPOSTO
DIRIGENTE-PREPOSTO
UTILIZZAZIONE
AZIONE
APPLICAZIONE NELL’UO DI MISURE ORGANIZZATIVE PER
LA RIDUZIONE DEI RISCHI:
Ø RIDUZIONE AL MINIMO DEL NUMERO DEGLI ESPOSTI
Ø RIDUZIONE AL MINIMO DELLA DURATA E
DELL’INTENSITA’ DELL’ESPOSIZIONE
INFORMAZIONE AGLI UTILIZZATORI SULLE CORRETTE
PROCEDURE DI UTILIZZO DELL’ATTREZZATURA, DEI
DISPOSITIVI ACCESSORI, DEGLI IMPIANTI E DELLE
ATTREZZATURE COINVOLTE
INCARICARE APPOSITO PERSONALE PER L’USO DI
ATTREZZATURE CHE RICHIEDONO CONOSCENZE O
RESPONSABILITA’ PARTICOLARI
UTILIZZO CORRETTO DELL’ATTREZZATURA
MANUTENZIONE PERIODICA COME PREVISTO DAL
LIBRETTO DI ISTRUZIONI
SEGNALAZIONE EVENTUALI PROBLEMI O INCONVENIENTI
DURANTE IL FUNZIONAMENTO
VALUTAZIONE DEI RISCHI
EVENTUALE PROGRAMMAZIONE MISURAZIONE AGENTI
CHIMICI, FISICI, BIOLOGICI
EVENTUALE PROGRAMMAZIONE SORVEGLIANZA
SANITARIA SUGLI ESPOSTI
UO COMPETENTE
DIR-PREP
DIR-PREP
DIRIGENTE
PERSONALE
UTILIZZATORE
UO ACQ – UOIT
PERSONALE
UTILIZZATORE
SPP-MC
SPP-MC
MC
VERIFICHE E CONTROLLI
AZIONE
OVE PREVISTO DA NORME, EFFETTUAZIONE VERIFICHE DI
PRIMA INSTALLAZIONE E PERIODICHE
109
UO COMPETENTE
UOIT – UO ACQ
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DELLE APPARECCHIATURE BIOMEDICHE
110
GESTIONE DELLE APPARECCHIATURE BIOMEDICHE
INDICE
1.
2.
3.
Premessa
Proposta di acquisto /Donazione/Locazione
Comodato d’Uso ,ecc..
Acquisto
4.
Installazione e Collaudo
5.
Consegna
6.
Utilizzazione
7.
Verifiche e Controlli
111
1.0
PREMESSA
Nel presente capitolo viene trattata la gestione delle apparecchiature biomediche intese quali:
•
Apparecchi elettromedicali ( così come definiti dalla norma CEI 62-5);
•
Dispositivi medici ( così come definiti dal D. Lgs. 24.02.1997, n° 46).
Al fine, però, di rendere le seguenti indicazioni concretamente attuabili per le apparecchiature
biomediche, di seguito trattate, è da intendere gli apparecchi elettromedicali e i dispositivi medici
“inventariabili” con esclusione quindi di tutte le attrezzature minute.
2.0
PROPOSTA DI ACQUISTO / DONAZIONE / LOCAZIONE / COMODATO D’USO,
ecc.
AZIONE
U.O. COMPETENTE
RELAZIONE (input iniziale)
DIRIGENTE U.O. PROPONENTE
È indispensabile che detta relazione venga redatta correlata dal parere favorevole del Responsabile
riempiendo apposita modulistica predisposta
Macro C.d.R.
dall’U.O. Approvvigionamenti e Logistica
VALUTAZIONE DELLE CONDIZIONI
SPP MC
DELL’AMBIENTE DI LAVORO
Responsabile U.O.I.C.
detto soggetto, per una corretta valutazione,
PARERE TECNICO DA PARTE DEL
deve avvalersi, secondo la tipologia –l’utilizzo
RESPONSABILE DELL’U.O. I.C.
specifico ed i rischi correlati con
l’apparecchiatura in esame, dei pareri preventivi
delle varie professionalità aziendali ( U.O.I.T. –
SPP- MC- U.O.F.S. ecc…)
INDIVIDUAZIONE EVENTUALI
INTERVENTI STRUTTURALI E
U.O.I.T.- S.P.P.
IMPIANTISTICI
TRASMISSIONE PARERE TECNICO
Responsabile UOIC
ALL’U.O. APP. e LOG.
112
3.0
ACQUISTO/ ACCETTAZIONE DONAZIONE/ LOCAZIONE /COMODATO D’USO
AZIONE
U.O. COMPETENTE
ELABORAZIONE CAPITOLATO TIPO
UOIC-UOFS-SPP-MC-UOAPP.e LOG:
ELABORAZIONE ATTO ACCETTAZIONE
AFFARI GENERALI
DONAZIONE
GARA ASL SECONDO CAPITOLATO
U.O. APP.e LOG.
EFFETTUAZIONE EVENTUALI INTERVENTI
U.O. I.T.
STRUTTURALI E IMPIANTISTICI
INDIVIDUAZIONE EVENTUALI D.P.I. NECESSARI
SPP- MC
INDIVIDUAZIONE PRESIDI E DISPOSITIVI
SPP- UO APP.e LOG.
PREVISTI DAL LIBRETTO DI ISTRUZIONE
EVENTUALE ACQUISTO DI PRESIDI D.P.I. E
UO APP.E LOG.
DISPOSITIVI NECESSARI
4.0 INSTALLAZIONE E COLLAUDO
AZIONE
INSTALLAZIONE IN CONFORMITA’ ALLE ISTRUZIONI
DEL FABBRICANTE
ACQUISIZIONE CERTIFICAZIONE DI INSTALLAZIONE
A REGOLA D’ARTE
COLLAUDO-ACCETTAZIONE APPARECCHIATURAED ACQUISIZIONE CERTIFICAZIONE DI
CONFORMITA’
5.0
U.O.
COMPETENTE
Ditta fornitrice
UOIC
UOIC
CONSEGNA
AZIONE
CONSEGNA DELL’APPARECCHIATURA
BIOMEDICA ALL’U.O. UNITAMENTE AL
LIBRETTO D’USO E MANUTENZIONE
FORMAZIONE ED EVENTUALE
ADDESTRAMENTO SULL’USO CORRETTO
DELL’APPARECCHIATURA
CONSEGNA EVENTUALI D.P.I. NECESSARI
PER L’UTILIZZO DELL’APPARECCHIATURA
CONSEGNA EVENTUALI PRESIDI E
DISPOSITIVI PREVISTI DAL LIBRETTO DI
ISTRUZIONE
U.O. COMPETENTE
UO APP.e LOG.
attraverso la ditta fornitrice
DIRIGENTE- PREPOSTO DELL’UO
UTILIZZATRICE
attraverso la ditta fornitrice
DIRIGENTE- PREPOSTO DELL’UO
UTILIZZATRICE
DIRIGENTE- PREPOSTO DELL’UO
UTILIZZATRICE
N.B. All’atto della consegna dell’apparecchiatura all’U.O. utilizzatrice deve necessariamente, nei casi
previsti, corrispondere anche la notifica di “carico” dell’attrezzatura all’impresa appaltatrice dei servizi
di manutenzione delle apparecchiature biomediche.
113
6.0
UTILIZZAZIONE
AZIONE
APPLICAZIONE NELL’UO DI MISURE
ORGANIZZATIVE PER LA RIDUZIONE DEI RISCHI
INFORMAZIONE AGLI UTILIZZATORI SULLE
CORRETTE PROCEDURE DI UTILIZZO DELLE
APPARECCHIATURE
EVENTUALE APPOSIZIONE DI SEGNALETICA DI
SICUREZZA PREVISTA
UTILIZZO CORRETTO DELL’APPARECCHIATURA
MANUTENZIONE PERIODICA COME PREVISTO DAL
LIBRETTO DI ISTRUZIONI
SEGNALAZIONE EVENTUALI PROBLEMI O
INCONVENIENTI DURANTE IL FUNZIONAMENTO
VALUTAZIONE DEI RISCHI
EVENTUALE PROGRAMMAZIONE MISURAZIONE
AGENTI CHIMICI,FISICI, BIOLOGICI
EVENTUALE PROGRAMMAZIONE SORVEGLIANZA
SANITARIA SUGLI ESPOSTI
U.O. COMPETENTE
DIRIGENTE- PREPOSTO
DELL’UO UTILIZZATRICE
DIRIGENTE- PREPOSTO
DELL’UO UTILIZZATRICE
DIRIGENTE- PREPOSTO
DELL’UO UTILIZZATRICE
PERSONALE UTILIZZATORE
IMPRESA APPALTATRICE
UO INGEGNERIA CLINICA
PERSONALE UTILIZZATORE
SPP-MC
SPP-MC
MC
7.0 VERIFICHE E CONTROLLI
AZIONE
OVE PREVISTO DA NORME,
EFFETTUAZIONE VERIFICHE DI PRIMA
INSTALLAZIONE E PERIODICHE
OVE PREVISTO DA DISCIPLINARE DI
TECNICO DI APPALTO
UO COMPETENTE
UOIC
attraverso impresa appaltatrice
DITTA APPALTATRICE
IL DISCIPLINARE TECNICO PER L’APPALTO DI SERVIZI DI MANUTENZIONE DELLE
APPARECCHIATURE BIOMEDICHE E IL MANUALE DELLE PROCEDURE INTERNE
RELATIVO ALL’ACQUISTO, ACCETTAZIONE DI DONAZIONI, LOCAZIONE,NOLEGGIO,
COMODATO D’USO DELLE ATTREZZATURE BIOMEDICHE, REDATTI A CURA DELLA
U.O. APPROVVIGIONAMENTI E LOGISTICA E U.O. IMMOBILI E TECNOLOGIE–
COMPLETANO IL PRESENTE DOCUMENTO DI SICUREZZA AZIENDALE ED
INTEGRANO EVENTUALI OMISSIONI NELLA TRATTAZIONE IN PRECEDENZA
SCHEMATIZZATA.
114
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DEI DISPOSITIVI MEDICI
PRESIDI MEDICO CHIRURGICI NON INVENTARIABILI
115
GESTIONE DEI DISPOSITIVI MEDICI
PROPOSTA DI ACQUISTO: VALUTAZIONE PRELIMINARE
AZIONE
RELAZIONE
VALUTAZIONE DA PARTE DELLA COMMISSIONE
AZIENDALE
ESITO DELLA VALUTAZIONE PRELIMINARE
UO COMPETENTE
DIRIGENTE UO PROPONENTE
COMMISSIONE AZIENDALE
COMMISSIONE AZIENDALE
ACQUISTO
AZIONE
ELABORAZIONE CAPITOLATO TIPO
GARA ASL SECONDO CAPITOLATO
INDIVIDUAZIONE EVENTUALI DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
EVENTUALE ACQUISTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE
INDIVIDUAZIONE PRESIDI E DISPOSITIVI NECESSARI
PREVISTI DAL LIBRETTO DI ISTRUZIONI
EVENTUALE ACQUISTO DI PRESIDI E DISPOSITIVI
NECESSARI
INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI STRUTTURALI E
IMPIANTISTICI
EVENTUALE EFFETTUAZIONE DEGLI INTERVENTI
STRUTTURALI E IMPIANTISTICI
EVENTUALE ACQUISTO ATTREZZATURE
UO COMPETENTE
COMMISSIONE
ACQ
SPP-MC
ACQ
(SPP-UO ACQ)
ACQ
(UOIT-SPP)
UOIT
ACQ
CONSEGNA
AZIONE
CONSEGNA DELL’ATTREZZATURA
ALL’UO INSIEME AL LIBRETTO DI USO E
MANUTENZIONE
FORMAZIONE ED EVENTUALE
ADDESTRAMENTO SULL’USO CORRETTO
DELL’ATTREZZATURA
CONSEGNA EVENTUALI DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
CONSEGNA PRESIDI E DISPOSITIVI
NECESSARI PREVISTI DAL LIBRETTO DI
ISTRUZIONE
UO COMPETENTE
UOIT – UO ACQ
DIRIGENTE – PREPOSTO DELL’UO
UTILIZZATRICE
DIRIGENTE - PREPOSTO
DIRIGENTE - PREPOSTO
116
PERIODO DI PROVA
AZIONE
PER TALUNI DISPOSITIVI, PRIMA DELL’AGGIUDICAZIONE
DEFINITIVA, PUO’ ESSERE PREVISTO UN PERIODO DI PROVA
PER AVERE UN GIUDIZIO DA PARTE DEGLI UTILIZZATORI
UO COMPETENTE
DIR-PREPUTILIZZATORI
UTILIZZAZIONE
AZIONE
APPLICAZIONE NELL’UO DI MISURE ORGANIZZATIVE PER
LA RIDUZIONE DEI RISCHI:
Ø RIDUZIONE AL MINIMO DEL NUMERO DEGLI ESPOSTI
Ø RIDUZIONE AL MINIMO DELLA DURATA E
DELL’INTENSITA’ DELL’ESPOSIZIONE
INFORMAZIONE AGLI UTILIZZATORI SULLE CORRETTE
PROCEDURE DI UTILIZZO DELL’ATTREZZATURA, DEI
DISPOSITIVI ACCESSORI, DEGLI IMPIANTI E DELLE
ATTREZZATURE COINVOLTE
INCARICARE APPOSITO PERSONALE PER L’USO DI
DISPOSITIVI CHE RICHIEDONO CONOSCENZE O
RESPONSABILITA’ PARTICOLARI
UTILIZZO CORRETTO DEL DISPOSITIVO
MANUTENZIONE PERIODICA COME PREVISTO DAL
LIBRETTO DI ISTRUZIONI
SEGNALAZIONE EVENTUALI PROBLEMI O INCONVENIENTI
DURANTE IL FUNZIONAMENTO
VALUTAZIONE DEI RISCHI
EVENTUALE PROGRAMMAZIONE MISURAZIONE AGENTI
CHIMICI, FISICI, BIOLOGICI
EVENTUALE PROGRAMMAZIONE SORVEGLIANZA
SANITARIA SUGLI ESPOSTI
117
UO COMPETENTE
DIR-PREP
DIR-PREP
DIRIGENTE
PERSONALE
UTILIZZATORE
UO ACQ
PERSONALE
UTILIZZATORE
SPP-MC
SPP-MC
MC
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DI SOSTANZE E PREPARATI CHIMICI
118
GESTIONE DI SOSTANZE E PREPARATI CHIMICI
(IN CONTENITORE)
PROPOSTA DI ACQUISTO: VALUTAZIONE PRELIMINARE
AZIONE
RELAZIONE
ESAME DEL CICLO LAVORATIVO
INDAGINE DI MERCATO SU PRODOTTI ANALOGHI
INDIVIDUAZIONE PRODOTTO MENO PERICOLOSO
SULLA BASE DELLE SCHEDE DI SICUREZZA
VALUTAZIONE DELLE MISURE DI PREVENZIONE
E PROTEZIONE ESISTENTI NEL LUOGO DI
UTILIZZO
ESITO DELLA VALUTAZIONE PRELIMINARE
UO COMPETENTE
DIRIGENTE UO PROPONENTE
SPP-MC
FARM
SPP-MC
SPP-MC
SPP-MC-FARM
ACQUISTO
AZIONE
GARA ASL SECONDO CAPITOLATO
INDIVIDUAZIONE DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE
EVENTUALE ACQUISTO DISPOSITIVI DI PROTEZIONE
INDIVIDUALE
INDIVIDUAZIONE PRESIDI E DISPOSITIVI NECESSARI
PREVISTI DALLA SCHEDA DI SICUREZZA
EVENTUALE ACQUISTO DI PRESIDI E DISPOSITIVI
NECESSARI
INDIVIDUAZIONE DEGLI INTERVENTI STRUTTURALI,
IMPIANTISTICI E DI ACQUISTO ATTREZZATURE
EVENTUALE EFFETTUAZIONE DEGLI INTERVENTI
STRUTTURALI E IMPIANTISTICI (aspirazione, ricambio
aria,…..)
EVENTUALE ACQUISTO ATTREZZATURE (cappe aspirazione,
armadi di sicurezza …….)
119
UO COMPETENTE
ACQ
SPP-MC
ACQ
(SPP-FARM)
ACQ
(UOIT-SPP)
UOIT
ACQ
CONSEGNA
AZIONE
CONSEGNA PRODOTTO ALL’UO INSIEME
ALLA SCHEDA DI SICUREZZA
INFORMAZIONE AGLI UTILIZZATORI SUL
CONTENUTO DELLA SCHEDA
CONSEGNA EVENTUALI DISPOSITIVI DI
PROTEZIONE INDIVIDUALE
CONSEGNA PRESIDI E DISPOSITIVI
NECESSARI PREVISTI DALLA SCHEDA DI
SICUREZZA
UO COMPETENTE
FARM
UTILIZZAZIONE
AZIONE
APPLICAZIONE NELL’UO DI MISURE ORGANIZZATIVE PER
LA RIDUZIONE DEI RISCHI:
Ø RIDUZIONE AL MINIMO DEL NUMERO DEGLI ESPOSTI
Ø RIDUZIONE AL MINIMO DELLA DURATA E
DELL’INTENSITA’ DELL’ESPOSIZIONE
Ø RIDUZIONE AL MINIMO DELLA QUANTITA’ DEGLI
AGENTI PRESENTI SUL LUOGO DI LAVORO
INFORMAZIONE AGLI UTILIZZATORI SULLE CORRETTE
PROCEDURE DI UTILIZZO DEL PRODOTTO, DEI DISPOSITIVI
ACCESSORI, DEGLI IMPIANTI E DELLE ATTREZZATURE
COINVOLTE
VALUTAZIONE DEI RISCHI
EVENTUALE PROGRAMMAZIONE MISURAZIONE AGENTI
CHIMICI
Ø EVENTUALE PROGRAMMAZIONE SORVEGLIANZA
SANITARIA SUGLI ESPOSTI
120
UO COMPETENTE
DIR-PREP
DIR-PREP
SPP-MC
SPP-MC
MC
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
121
GESTIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
INDICE
PARAGRAFO
ARGOMENTO
8.
Premessa
9.
Definizione e caratteristiche necessarie
10.
Scelta/ Acquisto
11.
Consegna
12.
Utilizzo
122
GESTIONE DEI DISPOSITIVI DI PROTEZIONE INDIVIDUALE
1.0
PREMESSA
In presenza di un rischio, che non può essere eliminato o sufficientemente ridotto attraverso
misure tecniche preventive, con idonee procedure organizzative o da con mezzi di protezione
collettivi, il Dirigente deve necessariamente dotare il personale esposto al rischio di idonei D.P.I.
La materia relativa all’oggetto è regolamentata dal D.Lgs. 4 dicembre 1992, n° 475 e dal D.Lgs. 19
settembre 1994, n° 626 e dalle loro successive integrazioni e modifiche.
Gli artt. 40, 41,42,43, 44 e 45 del Dlgs. 626/94 stabiliscono nell’ordine:
• La definizione di D.P.I.;
• Quando è obbligatorio il loro utilizzo;
• I loro requisiti necessari;
• Gli obblighi del Datore di Lavoro (Dirigenti e Preposti);
• Gli obblighi dei lavoratori;
• I criteri per l’individuazione e l’uso.
Il D.Lgs.475/92 stabilisce, invece, i requisiti essenziali dei d.p.i. nonché i marchi e la
documentazione di cui debbono essere dotati.
Le fasi della gestione aziendale dei dispositivi di protezione individuale possono essere riassunti nei
seguenti quattro momenti significativi:
• Scelta;
• Acquisto;
• Consegna;
• Utilizzo.
E’ bene sottolineare preliminarmente che ad ognuno di questi atti, se viziato da violazioni alle
normative sopra citate, corrisponde una responsabilità penale a carico del responsabile del procedimento
(dirigente/preposto) titolare o incaricato del relativo atto (scelta, acquisto, consegna, utilizzo, un
mancato o scorretto utilizzo dei d.p.i. oltre a comportare responsabilità per il lavoratore può
comportarne anche a carico del dirigente e/o preposto per eventuale culpa in vigilando).
2.0
DEFINIZIONE E CARATTERISTICHE NECESSARIE
Una corretta scelta dei d.p.i. deve tener conto:
•
•
•
•
Dell’adeguatezza dei dispositivi rispetto ai rischi da prevenire;
Dell’adeguatezza rispetto alle condizioni ambientali;
Delle esigenze ergonomiche e di salute dei lavoratori;
Della adattabilità alle necessità dell’utilizzatore.
Per i motivi appena accennati è necessario che la proposta di acquisto dei d.p.i. venga effettuata
dal dirigente dell’u.o. interessata, acquisiti i pareri di :
•
•
•
•
Servizio di Prevenzione e Protezione che ha effettuato la valutazione del rischio ;
Medici Competenti per i rischi di natura igienico-sanitaria;
per i d.p.i. relativi al personale del comparto sanitario;
S.I.O.T.A.
Rappresentanti dei lavoratori interessati per i lavoratori diversi da quelli del punto precedente
123
•
Dipartimento Farmaceutico ove necessario.
Una volta che il dirigente ha acquisito il parere del gruppo di lavoro sopra indicato, provvederà a
trasmettere la richiesta, al Servizio/Ufficio incaricato della scelta e acquisto diretto o dell’espletamento
delle procedure per eventuali gare.
3.0
SCELTA- ACQUISTO
La scelta ed acquisto dei d.p.i., può avvenire in modo diretto, per importi modesti, attingendo ai fondi
economali, oppure attraverso l’espletamento di una gara per l’appalto di fornitura, per quantitativi o
importi ragguardevoli.
Nel primo caso il responsabile del procedimento deve verificare, avvalendosi anche dell’apporto
professionale del S.P.P. aziendale, che i d.p.i. in fase di acquisto corrispondano a quelli indicati e siano
in possesso dei requisiti previsti per legge.
Nel secondo caso, invece, la commissione che esaminerà le offerte pervenute deve tenere in debito
conto i requisiti dei d.p.i. riportati al precedente paragrafo 2.0; a tal fine, pertanto, è indispensabile che
della commissione facciano parte i soggetti indicati sempre al suddetto paragrafo 2.0.
In determinati casi, la commissione può decidere sulla necessità o meno di effettuare un periodo di
prova dei dispositivi prima della aggiudicazione definitiva.
Per le quantità di d.p.i. da acquistare è necessario prevedere anche una adeguata scorta degli stessi al
fine di evitare improvvise mancanze.
4.0
CONSEGNA
Una fase importantissima nella gestione aziendale dei d.p.i. è quella della formalizzazione della
consegna dei dispositivi ai lavoratori interessati; tale consegna deve essere preceduta o contesta- le alle
informazioni circa il significato dei d.p.i. ed al loro corretto utilizzo.
Una fase importante per i seguenti motivi:
•
•
•
fonte di prova dell’avvenuta consegna;
fonte di prova dell’avvenuta informazione;
trasmissione delle notizie in merito al soggetto cui segnalare eventuali mancanze, difetti
o inconvenienti relativi ai d.p.i;
Il Servizio Prevenzione e Protezione Aziendale, a tal proposito, ha predisposto lo stampato allegato
relativo ad una formale e corretta consegna dei d.p.i., significando che i Dirigenti interessati possono
avvalersi, per la fase di informazione, delle professionalità specifiche di tecnici del S.P.P. e/o dell’U.O.
Medici Competenti.
La fase di informazione, da chiunque sia espletata, non può prescindere dalla scheda tecnica a corredo
del d.p.i. consegnato.
Copia di tale scheda tecnica, obbligatoriamente redatta in lingua italiana, deve essere conservata in
reparto/servizio/ufficio/uu.oo. a disposizione dei lavoratori interessati e dei loro rappresentanti per la
sicurezza (r.l.s.).
Il deposito di tutti i d.p.i. riferiti al personale sanitario deve essere predisposto nelle farmacie interne ai
presidi ospedalieri mentre scorte adeguate per il fabbisogno corrente devono essere attrezzate presso le
singole uu.oo. e gestite da un preposto, all’uopo designato dal dirigente.
124
Qualunque sia la modalità di deposito degli altri d.p.i. deve essere comunque nota ai dirigenti e
proposti delle uu.oo. interessate i quali debbono assicurare presso i rispettivi luoghi di lavoro scorte
adeguate per il fabbisogno corrente.
Deve essere comunque noto a tutto il personale interessato, per eventuali situazioni di emergenza, il
luogo o il posto cui sono mantenute le scorte dei d.p.i. e deve essere garantita, in ogni caso,
l’accessibilità a tale postazione.
5.0
UTILIZZO
Per quanto attiene all’utilizzo dei d.p.i. è opportuno distinguere gli obblighi a carico di:
• LAVORATORI
• DIRIGENTI E PREPOSTI
5.01.
OBBLIGHI DEI LAVORATORI
(art. 44 D.Lgs. 626/94)
I lavoratori devono :
•
•
•
•
•
Utilizzare i d.p.i. conformemente all’informazione o formazione ricevute;
Aver cura dei d.p.i. messi a loro disposizione;
Non apportarvi modifiche;
Sottoporsi , nei casi previsti per legge, alla formazione o addestramento sull’uso dei d.p.i.
Segnalare immediatamente, al soggetto indicato dal dirigente, qualsiasi
difetto o
inconveniente da essi rilevato nei d.p.i. a loro disposizione.
5.02
OBBLIGHI DEI DIRIGENTI E PREPOSTI
I Dirigenti e preposti devono:
•
•
•
Effettuare controlli periodici circa l’efficienza dei d.p.i.;
Vigilare sull’utilizzo puntuale e corretto dei d.p.i. in relazione alle direttive impartite e
conformemente alle informazione date;
Controllare frequentemente l’adeguatezza delle scorte e provvedere senza ritardi al puntuale
reintegro delle stesse;
E’ opportuno sottolineare che la tolleranza, di dirigenti e preposti, di situazioni anomale rispetto al
puntuale e corretto utilizzo dei d.p.i. da parte dei lavoratori interessati, equivale ad un tacito consenso
del modus operandi scorretto vanificando, di fatto, tutta l’opera di informazione e sensibilizzazione
sull’importanza dell’uso corretto dei d.p.i.
5.03
OBBLIGO DEI RESPONSABILI DI FARMACIA
•
Controllare con periodicità mensile la situazione di magazzino al fine di provvedere in tempo
utile a trasmettere all’ufficio acquisti eventuali ordinativi.
5.04
OBBLIGHI DEI RESPONSABILI ACQUISTI
•
Provvedere senza ritardi agli ordinativi necessari senza discostarsi autonomamente dalla scelta operata dalla commissione preposta.
125
TAVOLA 1
GESTIONE DEI D.P.I.
( TABELLE RIEPILOGATIVE)
PROPOSTA DI ACQUISTO : VALUTAZIONE PRELIMINARE
AZIONE
U.O. COMPETENTE
RICHIESTA CON RELAZIONE SU RISCHI
DIRIGENTE U.O. INTERESSATA
SPECIFICI
PARERI INDICATIVI SU D.P.I. NECESSARI
SPP MC
E LORO REQUISITI MINIMI
PARERI INDACATIVI CIRCA LE ESIGENZE
SIOTA- RAPPRESENTANTI LAV.
ERGONOMICHE E ADATTABILITA’ ALLE
NECESSITA’ DEGLI UTILIZZATORI
INDAGINE DI MERCATO
FARM. – APPROVV. E LOGISTICA
ESITO DELLA VALUTAZIONE
SPP- MC- SIOTA- Rapp.Lav. FARM.
PRELIMINARE
APPROVV. E LOGISTICA
SCELTA / ACQUISTO
AZIONE
U.O. COMPETENTE
INDIZIONE GARA (secondo esito della valutazione prelim) APPROVV. E LOGISTICA
SCELTA D.P.I. DA ACQUISTARE
COMMISSIONE ESAMIN.
ACQUISTO D.P.I.
APPROVV. E LOGISTICA
CONSEGNA
AZIONE
CONSEGNA D.P.I. ALL’U.O. UNITAMENTE ALLA
SCHEDA DI SICUREZZA
CONSEGNA AGLI OPERATORI TRAMITE SCHEDA
FORNITURA (all. 1)
FORMAZIONE ED INFORMAZIONE DEL PERSONALE
CIRCA IL SIGNIFICATO ED IL CORRETTO USO D.P.I.
126
U.O. COMPETENTE
FARM. ACQ.
DIRIG. / PREPOSTO
U.O.
DIRIG./PREPOSTO U.O.
(eventuale collb. SPP. MC)
UTILIZZO
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
AZIONE
Utilizzare i d.p.i. conformemente
all’informazione o formazione
ricevute;
Aver cura dei d.p.i. messi a loro
disposizione;
Non apportarvi modifiche;
Sottoporsi , nei casi previsti per legge,
alla formazione o addestramento
sull’uso dei d.p.i.
Segnalare immediatamente, al soggetto
indicato dal dirigente, qualsiasi
difetto o inconveniente da essi rilevato
nei d.p.i. a loro disposizione.
U.O. o SOGG. COMPETENTE
LAVORATORI
Effettuare controlli periodici circa
l’efficienza dei d.p.i.;
Vigilare sull’utilizzo puntuale e corretto
dei d.p.i. in relazione
alle direttive impartite e conformemente
alle informazione date;
Controllare frequentemente
l’adeguatezza delle scorte e provvedere
senza ritardi al puntuale reintegro delle
stesse;
DIRIGENTE
E
PREPOSTO
Controllare con periodicità mensile la
situazione di magazzino al fine
di provvedere in tempo utile a
trasmettere all’ufficio acquisti eventuali
ordinativi.
FARM.
Provvedere senza ritardi agli ordinativi
necessari senza discostarsi autonomamente dalla scelta operata dalla
commissione preposta.
ACQ.
127
ALL. 1
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
Prot. _________________
Viterbo, lì________________________
Oggetto: Fornitura D.P.I.
Il sottoscritto
, nella sua qualità di Dirigente
( cognome e nome)
di _______________________________________________
del
(Servizio-reparto-u.o.)
(specificare)
DICHIARA
con la mansione di__________________
di aver fornito al dipendente
(cognome e nome)
(specificare)
i sottoelencati D.P.I:
D.P.I.
TIPO E/O MARCA
NUMERO E/O PAIA
Il lavoratore è stato altresì informato che è suo preciso dovere aver cura dei dispositivi di protezione
personali forniti, di non apportarvi modifiche, di utilizzarli nei modi e per le attività illustrate con…….
……………………………………………………………………………………………………………...
( specificare le modalità delle informazioni)
e di segnalare con tempestività a …………………………………………………………………………..
(specificare il soggetto)
qualsiasi mancanza, difetto o inconveniente al riguardo.
In caso di inadempienza saranno attivate le sanzioni disciplinari ai sensi dell’art. 30, comma 4 lettera d,
del vigente C.C.N.L. e, nei casi più gravi possono trovare applicazione le sanzioni penali previste dalle
vigenti normative in materia di sicurezza nei luoghi di lavoro.
PER RICEVUTA E PRESA VISIONE
IL DIPENDENTE
_________________________________
IL DIRIGENTE
_________________________
128
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
LA GESTIONE DEI LAVORI IN APPALTO
129
GESTIONE DEI LAVORI IN APPALTO
INDICE
PARAGRAFO
ARGOMENTO
1.
PREMESSA
2.
VERIFICA
3.
INFORMAZIONE
4.
COOPERAZIONE
5.
COORDINAMENTO
6.
PROCEDURE AZIENDALI
130
GESTIONE DEI LAVORI IN APPALTO
1.0
PREMESSA
La materia relativa all’oggetto è regolamentata:
Ø dalla Legge quadro sui lavori pubblici 11 febbraio 1994, n° 109 e successive modificazioni e
regolamento di attuazione, per le attività di costruzione, demolizione, recupero, ristrutturazione,
restauro e manutenzione di opere ed impianti (questo parte è già stata trattata nel capitolo della
Gestione delle Infrastrutture,vedi anche il paragrafo 2.1 del presente capitolo);
Ø dall’art. 7 del D.Lgs. 626/94 , così come integrato e modificato dal D.Lgs. 242/96, in ogni caso di
affidamento di lavori all’interno dell’Azienda ad imprese appaltatrici o lavoratori autonomi.
Il succitato art. 7 pone a carico del committente quattro obblighi distinti:
•
•
•
•
2.0-
Obbligo di verifica;
Obbligo di informazione
Obbligo di cooperazione
Obbligo di coordinamento
OBBLIGO DI VERIFICA
(art. 7, comma 1 lettera a- …. Verifica, anche attraverso l’iscrizione alla CCIAA, l’idoneità
tecnico-professionale delle imprese appaltatrice o dei lavoratori autonomi in relazione ai lavori da
affidare in appalto o contratto d’opera)
Detto obbligo ricade immancabilmente sul funzionario “responsabile del procedimento” che
materialmente si occupa della gestione della gara di appalto.
Questo obbligo consiste nell’accertamento preliminare circa le capacità delle ditte appaltatrici di
gestire in sicurezza, verso i propri lavoratori ed i dipendenti aziendali, le attività oggetto dell’appalto. La
suddetta verifica non può esaurirsi con la richiesta del solo certificato camerale ma deve essere
finalizzata ad un monitoraggio indicativo circa l’affidabilità dell’impresa sotto l’aspetto sicurezza , per
questo motivo è necessario richiedere anche il documento di sicurezza redatto ai sensi dell’art. 4,
comma 2, del D.Lgs. 626/94 contenente tra l’altro:
• Il nominativo del responsabile del S.P.P.;
• Il nominativo del medico competente ( ove previsto);
• Il nominativo dei lavoratori che avranno accesso in azienda o nelle aree ad essa pertinenti,
corredato dalle singole posizioni contributive e assicurative;
• una dichiarazione attestante l’avvenuta formazione ed informazione dei lavoratori circa i rischi
specifici relativi alla attività esercitata.
Qualora la ditta appaltatrice, trovandosi nelle condizioni di cui all’art. 4 comma 11 del D.Lgs. 626/94,
presenti la sola autocertificazione dovrà completare la stessa con le notizie sopra elencate.
131
3.0
INFORMAZIONI
(art. 7, comma 1 lettera b,….. fornisce alle ditte appaltatrici dettagliate informazioni sui rischi
specifici esistenti nell’ambiente in cui sono destinati ad operare e sulle misure di prevenzione e di
emergenza adottate in relazione alla propria attività)
Questo obbligo, anch’esso preliminare all’ingresso in ambienti o aree aziendali dei lavoratori delle
ditte esterne, consiste nel fornire alle imprese appaltatrici tutte le informazioni circa i rischi esistenti
negli ambienti in cui dovranno operare e circa le misure di prevenzione , protezione ed emergenza
adottate dall’Azienda.
Il puntuale assolvimento dell’obbligo in argomento si realizza nel modo che segue:
•
Al momento dell’affidamento dell’appalto, il responsabile del procedimento dovrà trasmettere
all’impresa appaltatrice l’opuscolo redatto a cura del S.P.P. Aziendale “ informazioni sui rischi
presenti nell’Azienda Sanitaria di Viterbo per gli addetti alle imprese appaltatrici o lavoratori
autonomi” relativo ai rischi generali e specifici esistenti nell’ambiente in cui si troveranno ad
operare. Tali informazioni comprendono, in generale, anche le misure di prevenzione e di
emergenza adottate in relazione, ovviamente, ai rischi valutati.
•
Al momento dell’ingresso nei singoli ambienti, luoghi di lavoro, per l’espletamento delle attività
oggetto dell’appalto informazioni più dettagliate, comprendenti anche eventuali procedure
formalizzate o prassi consolidate, saranno fornite direttamente dal Dirigente locale o da un
preposto da lui indicato.
4.0
COOPERAZIONE
( art. 7, comma 2 lettera a , … i datori di lavoro committenti cooperano all’attuazione delle misure di
prevenzione e protezione dai rischi sul lavoro incidenti sull’attività lavorativa oggetto dell’appalto)
La cooperazione, fra i lavoratori di diverse imprese e nello svolgimento di un lavoro in uno stesso
ambiente, è una prassi consolidata da tempo; questa si attua molto spesso attraverso l’uso promiscuo di
impianti o attrezzature.
L’art. 7 del D.Lgs. 626/94, nel riconoscere in modo implicito questa situazione, impone che la
cooperazione e collaborazione non siano esclusivamente limitate alla sola realizzazione dei lavori
oggetto dell’appalto, ma estese anche alla prevenzione dei rischi sul lavoro.
Ai datori di lavoro (committenti ed appaltatori) viene inoltre richiesto di informarsi reciprocamente
sull’andamento delle attività dal punto di vista della sicurezza e della salute e di intervenire per
eliminare quei rischi dovuti alle interferenze fra i lavoratori di diverse imprese e all’uso comune di
impianti ed attrezzature.
Qualunque sia il sistema mirato ad eliminare i rischi citati, deve essere comunque attuato attraverso il
coordinamento degli interventi di prevenzione e protezione.
132
5.0
COORDINAMENTO
( art 7, comma 2 lettera b, … i committenti coordinano gli interventi di protezione e prevenzione dai
rischi cui sono esposti i lavoratori, informandosi reciprocamente anche al fine di eliminare rischi
dovuti alle interferenze tra i lavoratori delle diverse imprese coinvolte nell’esecuzione dell’attività
complessiva. Art. 7 , comma 3, …. Il datore di lavoro committente promuove la cooperazione ed il
coordinamento. Tale obbligo non si estende ai rischi specifici propri delle attività delle imprese
appaltatrici o dei singoli lavoratori autonomi)
Con la nuova cultura della sicurezza, introdotta dal D.Lgs. 626/94, il committente non può più
limitarsi ad una mera azione di “informazione” nei riguardi dell’appaltatore circa i rischi presenti
nell’ambiente di lavoro trascurando poi nel seguito la concreta gestione della sicurezza.
In base, quindi, al comma 3 dell’art. 7 del D.Lgs. 626/94, il committente deve promuovere la
cooperazione ed il coordinamento degli interventi di prevenzione e protezione.
Emerge, in questo articolo, la chiara volontà del legislatore di determinare una più rilevante
responsabilizzazione del committente nel rapporto con l’appaltatore sugli aspetti di sicurezza del lavoro
di quest’ultimo, sciogliendo, di fatto, qualsiasi equivoco sulla presunta possibilità di “non ingerenza”
del committente che spesso ha favorito condizioni di rischio, sia per i dipendenti delle imprese
appaltatrici che per i lavoratori aziendali e/o utenti, per la totale assenza di organizzazione delle imprese
contemporaneamente presenti.
6.0
PROCEDURE AZIENDALI
Per motivi di opportunità sono stati distinti gli appalti per lavori pubblici ( attività di costruzione,
demolizione, recupero, ristrutturazione, restauro e manutenzione di opere ed impianti) da quelli di
fornitura di servizi.
Tale distinzione si è resa necessaria perché, ai fini della sicurezza, le sopra indicate attività sono
regolamentate da normative diverse.
6.1
NORMATIVE DI RIFERIMENTO PER I LAVORI PUBBLICI
•
•
•
•
•
Legge 11 febbraio 1994, n° 109;
D.Lgs. 14 agosto 1996, n° 494;
Legge 18 novembre 1998, n° 415;
D.Lgs. 19 novembre 1999, n° 528;
D.P.R.21 dicembre 1999, n° 554.
Le procedure aziendali relative a tale materia, come accennato nella premessa al capitolo in
argomento, sono state ampiamente trattate in altra parte del presente documento.
133
6.2
FORNITURE DI SERVIZI
Gli adempimenti previsti ed il significato degli stessi sono stati illustrati nei paragrafi precedenti
del presente capitolo; di seguito vengono invece descritte le modalità con le quali si deve ottemperare
agli obblighi previsti nonché le uu.oo. o i soggetti sui quali incombe il dovere adempiere ai relativi
precetti.
Obbligo di verifica
Per un puntuale adempimento dell’obbligo in argomento è necessario richiede ed ottenere dalla
ditta appaltatrice, prima che abbia inizio l’attività oggetto dell’appalto, la documentazione specificata al
paragrafo 1.1 del presente capitolo.
Il Dirigente dell’U.O. che formalizzerà il contratto di appalto deve dare precise disposizioni agli
eventuali propri collaboratori cui sarà affidata la “responsabilità del procedimento” al fine di soddisfare
al precetto in argomento.
Si precisa che gli artt. 89 e 90 del D.Lgs. 626/94 prevedono la responsabilità e le sanzioni per
l’inadempienza all’obbligo in argomento sia a carico del dirigente che del preposto (responsabile del
procedimento).
Obbligo di informazioni
Contestualmente agli adempimenti di verifica, appena trattati, il Dirigente o il Responsabile del
Procedimento di affidamento dell’appalto dovrà trasmettere alla ditta appaltatrice copia dell’opuscolo “
informazioni sui rischi presenti nell’Azienda Sanitaria di Viterbo per gli addetti alle imprese
appaltatrici o lavoratori autonomi”nonché comunicare al Servizio Prevenzione e Protezione
Aziendale la denominazione della ditta appaltatrice e l’oggetto dell’appalto affidatole.
Il Servizio di Prevenzione e Protezione Aziendale, portato così a conoscenza dei fatti e affinché gli
obblighi legislativi non si esauriscano in una mera corrispondenza cartacea in special modo per appalti
a lungo termine e/o che interessano più uu.oo., dovrà fissare un incontro con i responsabili della ditta
appaltatrice nel quale saranno esaminati e discussi i rispettivi documenti di sicurezza, in relazione alla
specificità dei lavori oggetto dell’appalto ed alle uu.oo. interessate. Nell’occasione saranno formalizzate
eventuali procedure non riportate nell’opuscolo informativo.
A tale incontro, se previsto in relazione ai rischi specifici, dovrà partecipare anche il coordinatore
dell’u.o. Medici Competenti o un suo delegato.
Per quanto attiene, invece, le situazioni di rischio particolari o contingenti presenti nel contesto della
esecuzione dei lavori oggetto dell’appalto, le informazioni dettagliate saranno fornite direttamente dal
Dirigente locale o da un preposto da lui indicato.
Obblighi di Cooperazione e Coordinamento
Detti compiti saranno affidati ai Dirigenti delle uu.oo. interessate dall’appalto o ai preposti all’uopo
individuati.
Tenendo peraltro presente che agli obblighi sin qui descritti va aggiunto anche quello di assicurare un
controllo (vigilanza) sul puntuale assolvimento di quanto riportato nel capitolato d’appalto, si ritiene
opportuno, anche al fine di evitare al massimo dispersione di risorse umane e organizzazioni di attività
parallele, affidare ai soggetti incaricati del controllo in argomento anche la vigilanza circa il puntuale
assolvimento agli obblighi di cooperazione e coordinamento mediante specifici quesiti riportati nella
check list che i soggetti incaricati debbono periodicamente riempire.
134
TABELLA RIASSUNTIVA
ADEMPIMENTO
VERIFICA
AZIONE
Accertamento preliminare
delle capacità tecnico
professionali della ditta
appaltatrice ( con la richiesta della documentazione
indicata al par. 1.1)
• trasmissione preventiva
dell’apposito opuscolo
redatto dal S.P.P.
(informazioni generiche)
SOGGETTO RESP.
RESPONSABILE
DEL
PROCEDIMENTO
RESPONSABILE
DEL
PROCEDIMENTO
INFORMAZIONE
•
COOPERAZIONE
COORDINAMENTO
informazioni dettagliate
DIRIGENTE O
al momento dell’accesso
PREPOSTO U.O.
ai singoli luoghi di
lavoro
Uso promiscuo di impianti attrezzature o servizi;
DATORE DI LAVORO O
Informazione reciproche
PREPOSTO DITTA
su rischi specifici;
APPALTATRICE
Cooperazione per l’attuaE
zione delle misure di
DIRIGENTE / PREPOSTO
prevenzione e protezione
U.O. INTERESSATA
da attuare.
135
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
LA VALUTAZIONE DEI RISCHI LAVORATIVI
136
PREMESSA
L’Azienda Sanitaria di Viterbo riconosce l’importanza fondamentale del processo di valutazione dei
rischi quale strumento di conoscenza e di identificazione delle criticità per avviare tutte le conseguenti
azioni tese al miglioramento dei livelli di sicurezza e salute. Il processo di valutazione contribuisce alla
programmazione degli interventi organizzativi, tecnologici e procedurali a livello aziendale.
E’ fondamentale, quindi, svolgere una attività in grado di fornire le giuste informazioni per progettare
e attuare interventi in grado di affrontare in modo mirato gli aspetti maggiormente significativi che
possano favorire in modo rilevante le condizioni di sicurezza. A tal fine la valutazione dei rischi è stata
programmata in Azienda, non solo per dar seguito ad un dettame di legge, ma per disporre di uno
strumento realmente operativo in grado di fornire indicazioni di cui si necessita per realizzare interventi
che concretamente portino a significativi miglioramenti.
Per questi motivi la valutazione dei rischi viene effettuata tramite un lavoro di gruppo che vede
protagonisti:
Ø
Ø
Ø
Ø
il Servizio Prevenzione e Protezione e i Medici Competenti;
i soggetti che, nell’organigramma aziendale, hanno il compito di organizzare il lavoro;
i lavoratori ed i loro rappresentanti;
specialisti in grado di dare i contributi tecnico scientifici necessari.
PROGRAMMAZIONE DELLA VALUTAZIONE
La programmazione della valutazione dei rischi avviene secondo le seguenti metodologie:
Ø annualmente viene concordato a livello aziendale un piano di valutazione dei rischi, secondo criteri
di priorità che tengono conto anche della programmazione generale in Azienda; lo strumento tramite
il quale viene discussa e delineata annualmente la programmazione della valutazione è il Gruppo di
Riferimento Aziendale per la Sicurezza (GRAS);
Ø al di fuori delle attività programmate, la valutazione dei rischi viene effettuata su richiesta da parte
di dirigenti, preposti, Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza; le richieste vengono evase
rispettando criteri di priorità;
Ø l’Azienda riconosce all’analisi statistica del fenomeno infortunistico uno strumento fondamentale di
conoscenza che contribuisce alla valutazione dei rischi lavorativi; annualmente viene elaborata dal
SPP una relazione a riguardo alla quale viene data ampia diffusione.
METODOLOGIA DELLA VALUTAZIONE
La valutazione dei rischi viene effettuata in Azienda, coinvolgendo di regola tutti i soggetti che
possono dare contributi importanti ai fini sia della conoscenza del fenomeno, sia allo studio delle misure
più opportune di prevenzione e protezione da attuare. I Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza
vengono consultati una volta operativi (dopo che hanno ricevuto una formazione adeguata).
In tal senso, a seconda della tipologia di problematica da affrontare e della portata dell’intervento,
vengono seguite le seguenti metodologie:
Ø attivazione dei Gruppi di Lavoro per la Sicurezza, coordinati dal Servizio Prevenzione e Protezione
(vedi capitolo relativo), che hanno trai loro compiti anche quello della valutazione dei rischi;
137
Ø interventi del Servizio Prevenzione e Protezione con la collaborazione, ove necessario, del Medico
Competente; ad alcune fasi della valutazione partecipano i dirigenti, i preposti e i lavoratori delle
unità operative interessate;
Sinteticamente, la valutazione dei rischi viene effettuata secondo le seguenti fasi:
Ø FASE CONOSCITIVA: acquisizione di dati e informazioni sull’ambiente di lavoro, sui materiali, su
elementi e composti chimici, sugli agenti fisici e biologici, sui processi lavorativi, sul fenomeno
infortunistico e sullo stato di salute dei lavoratori;
Ø FASE VALUTATIVA: valutazione dei rischi e valutazione delle misure di prevenzione e protezione
adottate, nonché individuazione degli operatori esposti;
Ø FASE PROGETTUALE: studio delle misure tecniche, organizzative e procedurali, di prevenzione e
protezione concretamente attuabili per migliorare i livelli di sicurezza salute;
Ø FASE PROGRAMMATORIA: programmazione della attuazione delle misure individuate.
CRITERI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI
L’azienda Sanitaria di Viterbo adotta criteri di valutazione dei rischi che sono esplicitati su un
apposito Documento “CRITERI DI VALUTAZIONE DEI RISCHI” a cura del Servizio Prevenzione e
Protezione.
DOCUMENTI DI VALUTAZIONE
All’esito della valutazione dei rischi viene emesso un Documento che viene distribuito a tutti i
soggetti interessati.
Il Documento viene aggiornato periodicamente a seconda di eventuali modifiche o evoluzioni dei
rischi.
138
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
L’INFORMAZIONE, LA FORMAZIONE E L’ADDESTRAMENTO
IN MATERIA DI SICUREZZA E SALUTE
139
PREMESSA
L’ASL di Viterbo, nella convinzione che l’informazione, la formazione e l’addestramento in materia
di sicurezza e salute costituiscono uno strumento decisivo per la realizzazione del modello di
prevenzione indicato dal D.Lgs. 626/94, le ha inserite come parte integrante della strategia generale
dell’Azienda, al pari della valutazione dei rischi lavorativi. L’Azienda considera la valorizzazione delle
risorse umane nel campo dell’igiene e della sicurezza come un processo dinamico che affianca le scelte
organizzative e tecnologiche aziendali.
Nella convinzione della straordinaria importanza e della grande ricaduta sull’organizzazione e sui
comportamenti dei singoli, l’Azienda ha inserito le attività e gli eventi di informazione, formazione e
addestramento, in un piano generale coordinato che cammina di pari passo con la valutazione dei rischi
lavorativi e con la crescita organizzativa e tecnologica dell’Azienda stessa. Detto piano generale tiene
conto altresì di criteri di priorità anche al fine di rendere più proficuo il processo di crescita della cultura
della sicurezza a tutti i livelli della organizzazione aziendale.
SOGGETTI
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
Ø
Ø
Ø
Ø
Propone i programmi di informazione e formazione;
Partecipa alle attività formative;
Coordina eventi formativi;
Fornisce ai lavoratori, ai dirigenti ed ai preposti le informazioni secondo i seguenti canali principali:
o In occasione di riunioni, incontri, ecc…;
o In occasione di interventi nei luoghi di lavoro durante la valutazione dei rischi, a seguito di
infortunio, su richiesta, ecc….;
o Durante i corsi di informazione e formazione.
Le informazioni riguardano:
o I contenuti delle norma di igiene e sicurezza;
o I ruoli ed i compiti dei soggetti ai vari livelli della organizzazione aziendale;
o Il Servizio Prevenzione e Protezione;
o I rischi generali connessi con l’attività dell’Azienda in generale;
o I rischi specifici connessi con lo svolgimento delle attività lavorative;
o Le misure di prevenzione e sicurezza per far fronte ai fattori di rischio.
IL MEDICO COMPETENTE
Ø Collabora alle attività di informazione e formazione e partecipa alle iniziative formative;
Ø Nel corso della effettuazione degli accertamenti preventivi e periodici, nonché nel corso dei
sopralluoghi, provvede a fornire le informazioni ai lavoratori.
140
L’ESPERTO QUALIFICATO
Ø Collabora alle attività di informazione e formazione e partecipa alle iniziative formative;
Ø Provvede a fornire informazioni ai lavoratori sui rischi e sulle misure di prevenzione e protezione
limitatamente ai rischi derivanti dalle radiazioni ionizzanti.
DIRIGENTI E PREPOSTI
Garantiscono che gli operatori che fanno parte delle rispettive Unità Operative e che, comunque, sono
inseriti nei rispettivi programmi di lavoro prendendo le necessarie direttive operative, ricevano una
formazione sufficiente ed adeguata in materia di sicurezza e salute, con particolare riferimento al
rispettivo posto di lavoro ed alle rispettive mansioni.
SPECIALISTI
Alle iniziative di formazione e addestramento in materia di sicurezza e salute possono venire chiamati
a partecipare, in qualità di docenti, specialisti in determinate materie o in determinati settori tecnologici.
L’Azienda ha in organico vari specialisti ed esperti che collaborano sia alle attività di valutazione dei
rischi, che a quelle di formazione e addestramento in materia di sicurezza e salute. Nel caso si ravvisi la
necessità, verrà fatto ricorso a specialisti esterni.
Un caso particolare è rappresentato dall’utilizzo di professionalità facenti parte di ditte esterne
fornitrici all’ASL di beni e/o servizi acquistati. In questo caso si ritiene opportuno affidare la necessaria
formazione e addestramento sull’utilizzo corretto ed in sicurezza di detti beni e/ servizi da parte del
personale dipendente ASL alla stessa ditta fornitrice, in quanto in possesso di tutto il bagaglio
necessario di conoscenze tecniche e procedurali. La formazione e l’addestramento vanno effettuati sotto
il controllo e la responsabilità dei dirigenti ed i preposti delle rispettive Unità Operative. Sarà necessario
documentare la avvenuta formazione e addestramento (attestato di partecipazione).
141
CRITERI GENERALI DI RIFERIMENTO PER LA PROGETTAZIONE DEI
CORSI DI FORMAZIONE
Il D. Lgs. 626/94 attribuisce alla Formazione un ruolo fondamentale, di importanza strategica nella
prevenzione.
Il S.P.P. dell’ ASL VT, nell’ esplicare la propria azione tesa al miglioramento costante delle
condizioni di sicurezza e salute dei lavoratori, ha recepito in pieno la nuova ottica apportata dal citato
Decreto, dedicando particolare attenzione alle attività di informazione/formazione e addestramento.
In particolare, i criteri utilizzati nella progettazione dei Corsi sono i seguenti:
- le priorità scaturiscono coordinando gli esiti della valutazione dei rischi effettuata e l’ esame degli
infortuni realmente verificatisi nella nostra Azienda;
- nel delineare tempi e modi di effettuazione dei Corsi, di norma si fa riferimento alle indicazioni
scaturite in seno ai vari Gruppi di Lavoro appositamente individuati ed ai quali partecipano
rappresentanti dei vari profili professionali interessati;
- la partecipazione dei lavoratori ai Corsi viene stabilita in maniera tale da non interferire nella
articolazione del servizio a cui sono assegnati, interessando preventivamente Dirigenti e Preposti
delle UU.OO. interessate;
- per motivi volti a razionalizzare le risorse ed a raggiungere più facilmente gli obiettivi sperati,
l’attività di formazione viene normalmente rivolta a gruppi omogenei di lavoratori;
- i criteri di qualità utilizzati sono rispondenti agli standards richiesti, e precisamente:
Ø analisi della domanda e dei bisogni formativi dei partecipanti
Ø definizione di obiettivi chiari, realistici e misurabili
Ø adozione di metodi didattici efficaci e adeguati agli obiettivi, alle persone ed alle risorse
disponibili, nonché di insegnanti qualificati
Ø valutazione dei risultati raggiunti in termini di apprendimento
Ø valutazione del Corso da parte dei partecipanti
Inoltre, poiché la qualità della formazione, fondata sui criteri sopra elencati rappresenta una
condizione necessaria, ma non sempre sufficiente a garantire l’ effettivo raggiungimento degli obiettivi
per i quali la formazione stessa viene messa in atto, grande attenzione viene rivolta a quella che si può
definire come utilita’ della formazione.
Per poter essere “utile” alla persona, all’ azienda, alla societa’, etc., la “qualità” sopra descritta non
deve essere disgiunta dalla concreta possibilita’ di incidere sulla sicurezza e sulla salute.
E’ per questo che l’ impronta data ai Corsi è rivolta ad una evoluzione dei comportamenti, che passa
attraverso la promozione di una diversa “cultura” della sicurezza, l’ apprendimento di nuove
conoscenze, il miglioramento delle capacità relazionali (soprattutto in ambiti in cui la sicurezza dell’
ambiente di lavoro dipende dal buon comportamento di ciascuno).
Per ottenere una concreta attuazione di quanto previsto dalle disposizioni legislative in materia e di
conseguenza un reale miglioramento delle condizioni di lavoro, quindi, la strategia che viene messa in
atto è quella di coinvolgere i lavoratori quanto più direttamente possibile, (quasi sempre sono
direttamente rappresentati in seno all’ équipe dei docenti), proponendo un modello formativo che
preveda forme di apprendimento concreto, in stretta correlazione con l’ attività giornalmente svolta e
quindi con i problemi che da essa scaturiscono.
142
Con ciò riteniamo di stimolare i lavoratori stessi ad assumersi consapevolmente quel “ruolo attivo”
che il D.Lgs. 626//94 affida loro, anche perché la misura dell’ utilità della formazione è data dal grado di
autonomia dei lavoratori e dalla loro capacità di contribuire alla soluzione dei problemi.
ORGANIZZAZIONE
GENERALE
DELL’INFORMAZIONE,
FORMAZIONE E DELL’ADDESTRAMENTO
DELLA
INFORMAZIONE, FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO PERMANENTE da parte
di DIRIGENTI E PREPOSTI
Rappresenta tutta quella serie di attività di informazione, formazione e addestramento in materia di
sicurezza e salute nei confronti del personale, che le disposizioni legislative affidano al controllo e alla
responsabilità del dirigente e del preposto.
Tali attività erano previste anche prima dell’entrata in vigore del D.Lgs 626/94 in quanto obblighi
contenuti anche in leggi precedenti. Con l’entrata in vigore del citato decreto, l’Azienda ha provveduto
alla razionalizzazione ed al potenziamento di tali attività.
In particolare i dirigenti ed i preposti devono assicurare che ciascun lavoratore riceva la necessaria
informazione, formazione e, ove previsto o se necessario, addestramento ai fini della sicurezza e della
salute su:
Ø Rischi,
Ø Misure di prevenzione e procedure operative da adottare,
Ø Uso corretto di ambienti, impianti, attrezzature, sostanze e preparati chimici, dispositivi di
protezione individuale.
Tali attività debbono essere attivate:
Ø Prima dell’affidamento al lavoratore della mansione specifica,
Ø Nel caso di introduzione di nuove attrezzature, tecnologie, sostanze o preparati pericolosi,
Ø In caso di evoluzione dei rischi lavorativi,
Ø In caso di insorgenza di nuovi rischi lavorativi.
I dirigenti ed i preposti possono chiedere consulenza al Servizio Prevenzione e Protezione, al Medico
Competente e all’Esperto Qualificato per lo svolgimento di queste attività.
Per la formazione e l’addestramento sull’uso di attrezzature, macchinari, impianti, dispositivi, i
dirigenti ed i preposti possono chiedere la collaborazione di specialisti delle ditte fornitrici.
L’addestramento sarà previsto:
Ø Per i lavoratori incaricati dell’uso di attrezzature e dispositivi che richiedono conoscenze e
responsabilità particolari in relazione ai loro rischi specifici anche in relazione a quelli causati ad
altre persone;
Ø Per l’uso di dispositivi di protezione individuale appartenenti alla terza categoria ai sensi del D.Lgs
475/92 (protezione vie respiratorie, protezione da radiazioni ionizzanti, protezione da chemioterapici
antiblastici, ecc..);
Ø Per i lavoratori incaricati delle operazioni di movimentazione manuale dei pazienti.
143
INFORMAZIONE PERMANENTE da parte del SERVIZIO PREVENZIONE E
PROTEZIONE, del MEDICO COMPETENTE, dell’ESPERTO QUALIFICATO
Rappresenta l’informazione permanete in materia di sicurezza e salute che questi organismi svolgono
nei confronti di tutti gli operatori dell’Azienda, in ottemperanza delle disposizioni legislative in materia.
CORSI DI FORMAZIONE E CORSI DI FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO
La programmazione dell’effettuazione dei corsi di formazione per la sicurezza tiene conto dei seguenti
elementi:
Ø Stato di avanzamento della valutazione dei rischi lavorativi e necessità di rendere coerente l’attività
di formazione con i relativi risultati;
Ø Criteri di priorità scaturiti dalla valutazione dei rischi;
Ø Armonizzazione con la programmazione generale dell’attività di formazione in Azienda;
Ø Rispetto degli obiettivi strategici generali dell’Azienda.
CORSI DI FORMAZIONE PER I DIRIGENTI
La formazione e l’aggiornamento dei dirigenti responsabili di unità operative in materia di sicurezza e
salute vengono ritenuti importanti proprio in considerazione del ruolo essenziale che tali figure svolgono
nella organizzazione della prevenzione in Azienda, ed in particolare:
Ø Per la valutazione i contenuti delle nuove normative in modo che possano impostare correttamente le
strategie concernenti l’organizzazione in sicurezza dei processi lavorativi;
Ø Per contribuire attivamente al processo di valutazione dei rischi ed alla individuazione delle misure
di prevenzione e protezione;
Ø Per adempiere correttamente al loro obbligo di informazione e formazione nei confronti dei
lavoratori.
Per queste ragioni è stato deciso di iniziare l’attività formativa proprio dai dirigenti.
CORSI DI FORMAZIONE PER I PREPOSTI
La formazione e l’aggiornamento dei preposti è considerata importante al pari di quella dei dirigenti.
Per questa ragione subito dopo
CORSI DI FORMAZIONE PER I LAVORATORI ESPOSTI A RISCHI PARTICOLARI
Dai risultati della valutazione dei rischi risultano settori lavorativi nei quali si ritiene opportuno
affiancare all’opera di informazione e formazione svolta dai dirigenti e dai preposti, corsi di formazione
appositamente progettati. Detti corsi vengono programmati in modo da coordinarsi con i risultati della
valutazione dei rischi per rendere più efficace l’opera di riduzione dei rischi e di miglioramento costante
dei livelli di sicurezza e salute.
Nell’Azienda si individuano almeno i seguenti rischi particolari per i quali si ritiene comunque
necessaria la progettazione di attività formative mirate:
Ø Esposizione ed agenti biologici;
Ø Esposizione a chemioterapici antiblastici;
Ø Esposizione ad agenti chimici pericolosi;
Ø Esposizione ad agenti cancerogeni e mutageni;
144
Ø
Ø
Ø
Ø
Addetti alla movimentazione dei carichi e dei pazienti;
Addetti a videoterminali;
Esposizione a radiazioni ionizzanti;
Esposizione a radiazioni non ionizzanti (laser, onde elettromagnetiche,…..).
CORSI DI FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO PER I LAVORATORI INCARICATI DELLA
PREVENZIONE INCENDI
In attuazione dell’art.7 del Decreto 10 marzo 1998, l’Azienda assicura la formazione dei lavoratori
addetti alla prevenzione incendi, alla lotta antincendio e gestione dell’emergenza secondo quanto
previsto nell’allegato IX.
CORSI DI FORMAZIONE PER I RAPPRESENTANTI DEI LAVORATORI PER LA SICUREZZA
Una volta designati i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, sarà opportuno provvedere ad
una loro adeguata formazione per metterli in grado di assolvere al meglio ai loro compiti fondamentali
per la completa applicazione delle disposizioni previste dal D.Lgs. 626/94.
Si prevede quindi di progettare e realizzare opportuni corsi di formazione mirati a queste specifiche
professionalità nel rispetto del Decreto 16 gennaio 1997 (serie generale – n.27) che individua i contenuti
minimi della formazione e la durata minima dei corsi.
145
INFORMAZIONE
FORMAZIONE
ADDESTRAMENTO
PERMANENTE
da parte di
DIRIGENTI E
PREPOSTI
COLLABORAZIONE
SPP-MC-EQ
INFORMAZIONE
da parte
SPP-MC-EQ
PIANO INTEGRATO
DELLE ATTIVITA’ DI
INFORMAZIONE
FORMAZIONE E
ADDESTRAMENTO
Ø
Ø
Ø
CORSI DI FORMAZIONE
(E ADDESTRAMENTO)
Ø
Ø
146
PER DIRIGENTI
PER PREPOSTI
PER LAVORATORI ESPOSTI A RISCHI
PARTICOLARI
PER LAVORATORI INCARICATI
DELLA PREVENZIONE INCENDI
PER I RAPPRESENTANTI DEI
LAVORATORI PER LA SICUREZZA
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
LA DOCUMENTAZIONE DI SICUREZZA
147
GESTIONE DELLA DOCUMENTAZIONE DI SICUREZZA
DOCUMENTO
DOCUMENTI DI
VALUTAZIONE DEI
RISCHI (art. 4 D.Lgs.
626/94)
Gestione e Revisione
Il Direttore Generale, tramite
il S.P.P.,
RISULTATI DELLE
MISURAZIONI
DEGLI AGENTI
CHIMICI , FISICI E
BIOLOGICI
PIANI DI
EMERGENZA
INCENDIO DEI
PRESIDI
OSPEDALIERI
Il S.P.P. e i GRUPPI DI
LAVORO all’uopo istituiti;
•
•
•
•
•
•
Direttore Sanitario del
•
Presidio con il quale
collaborano tutte le figure che •
fanno parte del Piano, ciascuno
per quanto di competenza.
•
•
CERTIFICATI
PREVENZIONE
INCENDI
NULLA OSTA
PROVVISORI
LIBRETTI DI
OMOLOGAZIONE
(ENPI-ANCC-ISPESL)
ATTREZZATURE E
IMPIANTI
U.O. Immobili e Tecnologie
VERBALI DI
VERIFICA
ATTREZZATURE
(art.35,comma4-quaterAllegato XIV D.Lgs.
626/94)
U.O. Approvvigionamenti e
Logistica e U.O. Immobili e
Tecnologie, ognuno per le
proprie rispettive competenze,
•
•
•
•
•
UU.OO. Approvvigionamenti •
e Logistica e Immobili e
Tecnologie, ognuno per le
proprie rispettive competenze,
148
•
•
Chi è tenuto a conoscerlo
tutti i dirigenti direttamente o
indirettamente interessati al rischio
valutato ;
medici competenti
rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza.
Dirigenti dei Servizi o UU.OO.
interessate;
Medici Competenti
RR.LL.SS.
Dirigenti e Preposti UU.OO.
interessate
Dirigente U.O.Immobili e
Tecnologie
Squadre di Emergenza
personale che nel piano ha un ruolo
attivo
SPP
VV.F. territorialmente competenti
I Direttori Sanitari
Dirigenti delle strutture interessate
Il S.P.P.
I Responsabili ed i Preposti dei
Servizi o UU.OO. nei quali
l’apparecchio o l’impianto di cui
trattasi costituisce attrezzatura di
lavoro ai sensi dell’art. 34 del
D.Lgs. 626/94.
SPP
I Responsabili ed i Preposti dei
Servizi o UU.OO. nei quali
l’apparecchio o l’impianto di cui
trattasi costituisce attrezzatura di
lavoro ai sensi dell’art. 34 del
D.Lgs. 626/94.
DOCUMENTO
VERBALI DI
VERIFICA:
• Impianti di messa a
terra
• Impianti di
protezione contro le
scariche
atmosferiche
• Impianti elettrici in
luoghi pericolosi
PROGETTI DI
LUOGHI O POSTI
DI LAVORO E DI
IMPIANTI
Gestione e Revisione
UU.OO. Immobili e
•
Tecnologie, che dovrà
provvedere anche alla richieste
delle previste verifiche
periodiche.
DICHIARAZIONE DI
CONFORMITA’ DA
PARTE DI
INSTALLATORI E
MONTATORI DI
IMPIANTI ,
MACCHINE O ALTRI
MEZZI TECNICI
VERBALI DI
PRESCRIZIONE, DI
DISPOSIZIONE, DI
DIFFIDA DA PARTE
DEGLI ORGANI DI
VIGILANZA
U.O. Immobili e Tecnologie o •
U.O. Approvvigionamenti e
Logistica a seconda delle
rispettive competenze.
VERBALI DELLA
RIUNIONE
PERIODICA DI
PREVENZIONE E
PROTEZIONE
U.O. Immobili e Tecnologie
•
•
Il S.P.P. , in quanto delegato a
rappresentare il Direttore
Generale per gli obblighi
connessi alla presa in carico
degli atti in argomento, alla
tenuta del relativo scadenzario,
alla redazione di eventuali
richieste di proroga o invio di
memorie scritte o quant’altro
ritenuto necessario.
Il S.P.P. per conto del
Direttore Generale
149
•
•
•
•
Chi è tenuto a conoscerlo
I Responsabili ed i Preposti dei
Servizi o UU.OO. nei quali
l’apparecchio o l’impianto di cui
trattasi costituisce attrezzatura di
lavoro ai sensi dell’art. 34 del
D.Lgs. 626/94.
I responsabili dei Servizi o UU.OO.
cui i luoghi o posti di lavoro sono
destinati,
SPP
I Responsabili ed i Preposti dei
Servizi o UU.OO. nei quali
l’apparecchio o l’impianto di cui
trattasi costituisce attrezzatura di
lavoro ai sensi dell’art. 34 del
D.Lgs. 626/94.
La Direzione Aziendale
I responsabili dei Servizi o UU.OO.
comunque interessate al problema
rilevato o alla risoluzione dello
stesso;
I rappresentanti dei lavoratori per la
sicurezza.
I Medici Competenti
Tutti i partecipanti di diritto alla
riunione:
• Direttore Generale
• R.S.P.P.
• Medici Competenti
• RR.LL.SS.
• Esperto Qualificato
oltre ad eventuali altri soggetti chiamati
a partecipare in rappresentanza di uno
dei membri di diritto o per altri motivi.
DOCUMENTO
ATTESTAZIONE
DELLA AVVENUTA
FORMAZIONE O
ADDESTRAMENTO
Gestione e Revisione
Il dirigente e il preposto del
Servizio o U.O. relativo ai
dipendenti formati.
DICHIARAZIONE DI
CONFORMITA’ DEI
PRODOTTI
MARCATI “CE”
•
•
LIBRETTI DI
•
ISTRUZIONE PER
L’USO DELLE
ATTREZZATURE DI
LAVORO (art. 37,
•
D.Lgs. 626/94 - DPR
459/96 )
ISTRUZIONI PER
L’USO DEI
DISPOSITIVI
MEDICI
(D.Lgs. 46/97 )
•
•
ISTRUZIONI PER
L’USO DEI
DISPOSITIVI
MEDICO –
DIAGNOSTICI IN
VITRO
(D.Lgs. 332/00)
SCHEDE DI
SICUREZZA
AGENTI CHIMICI
(D.Lgs. 25/02-52/97 e
285/98)
•
•
•
•
•
•
•
•
dirigenti e preposti dei
Servizi o UU.OO. nelle
quali il prodotto in
argomento viene
conservato, manipolato o
utilizzato.
U.O. Approvvigionamenti
e Logistica
dirigenti e preposti dei
Servizi o UU.OO. nelle
quali l’attrezzatura viene
utilizzata,
U.O. Approvvigionamenti
e Logistica o U.O.
Immobili e Tecnologie, a
seconda delle competenze
dirigenti e preposti dei
Servizi o UU.OO. nelle
quali il prodotto in
argomento viene conservato
o utilizzato.
U.O. Ingegneria Clinica o
U.O. Farmacia a seconda
delle competenze
•
•
•
•
•
•
Chi è tenuto a conoscerlo
RR.LL.SS.
SPP
Medico Competente
SPP
Operatori dei Servizi o UU.OOO.
ove l’attrezzatura trova impiego.
SPP
RR.LL.SS.
Operatori di tutti i Servizi o
UU.OO. ove il dispositivo trova
impiego.
SPP
RR.LL.SS.
•
dirigenti e preposti dei
Servizi o UU.OO. nelle
quali il prodotto in
argomento viene conservato •
o utilizzato.
•
U.O. Farmacia
Operatori di tutti i Servizi o
UU.OO. ove il dispositivo trova
impiego.
SPP
RR.LL.SS.
dirigenti e preposti dei
•
Servizi o UU.OO. nelle
quali il prodotto in
argomento viene conservato •
o utilizzato.
•
U.O. Approvvigionamenti
e Logistica o U.O.
Farmacia a seconda delle
competenze
Operatori di tutti i Servizi o
UU.OO. ove l’agente trova
impiego.
SPP
RR.LL.SS.
150
DOCUMENTO
Gestione e Revisione
NOTE
• dirigenti o preposti dei
INFORMATIVE DEL
Servizi o UU.OO. nelle
FABBRICANTE SUI
quali il dispositivo in
DISPOSITIVI DI
argomento viene conservato
PROTEZIONE
o utilizzato.
INDIVIDUALE
• U.O. Approvvigionamenti
(all.II D.Lgs. 475/92)
e Logistica
• U.O. Farmacia
VERBALI DI
• Il Dirigente e il Preposto
CONSEGNA DEI
del Servizio o UU.OO.
DISPOSITIVI DI
interessata,
PROTEZIONE
INDIVIDUALE
ALL’UTILIZZATORE
PROCEDURE DI
• Il Dirigente e il Preposto
SICUREZZA
del Servizio o UU.OO.
interessata,
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
•
GIUDIZI DI
IDONEITA’ ALLA
MANSIONE
SPECIFICA
CARTELLA
SANITARIA DI
RISCHIO
•
•
Il medico competente
Dirigente e Preposto del
Servizio o UU.OO. del
lavoratore interessato;
Il medico competente
•
•
•
•
•
•
•
REGISTRO DEGLI
Il medico competente
ESPOSTI AD
AGENTI
CANCEROGENI E
MUTAGENI
(art.70 D.Lgs. 626/94)
REGISTRO DEGLI
Il medico competente
ESPOSTI AD
AGENTI BIOLOGICI
DEL GRUPPO 3
OVVERO 4
(art. 87, D.Lgs. 626/94)
•
•
•
•
151
Chi è tenuto a conoscerlo
Operatori di tutti i Servizi o
UU.OO. ove il dispositivo trova
impiego.
SPP
Medico Competente
Esperto Qualificato
RR.LL.SS.
Operatori di tutti i Servizi o
UU.OO. nei quali detti D.P.I.
vengono utilizzati,
SPP
Medico Competente
RR.LL.SS.
Operatori direttamente o
indirettamente interessati;
S.P.P.
Medici competenti,
RR.LL.SS.
se necessario, i responsabili delle
ditte appaltatrici, che hanno propri
dipendenti nei luoghi o aree
interessate dalle procedure in
parola,
se necessario, con apposita
segnaletica essenziale, anche gli
utenti o visitatori delle strutture.
Il Dirigente o il Preposto del
Servizio o UU.OO. interessata
Il diretto interessato;
Il U.O. Risorse Umane
Il diretto interessato (può accedere
al contenuto)
Il personale medico dell’Organo di
Vigilanza, su precisa delega
dell’Autorità Giudiziaria;
I lavoratori interessati;
Il Servizio di Prevenzione e
Protezione;
I rappresentati dei lavoratori per la
sicurezza.
I lavoratori interessati;
Il Servizio di Prevenzione e
Protezione;
I rappresentati dei lavoratori per la
sicurezza
REGIONE LAZIO
AZIENDA SANITARIA LOCALE VITERBO
SERVIZIO PREVENZIONE E PROTEZIONE
DOCUMENTO GENERALE
DI SICUREZZA
GESTIONE DEI RAPPORTI CON GLI ORGANI DI VIGILANZA
152
GESTIONE DEI RAPPORTI
CON GLI ORGANI DI VIGILANZA
1.0
PREMESSA
L’Azienda, in considerazione della complessità dei propri compiti istituzionali, dell’entità del proprio
organico e della localizzazione su l’intero territorio provinciale di proprie strutture o servizi, ritiene
necessario delegare all’U.O. S.P.P. il compito di rappresentare la Direzione Strategica nei rapporti con
l’Organo di Vigilanza, così come definito all’art. 1 lettera b) del D.Lgs. 758/94.
2.0
GESTIONE DEI RAPPORTI
La gestione dei rapporti tra Azienda ed Organo di Vigilanza, basate nel più assoluto rispetto dei
singoli ruoli, funzioni e compiti istituzionali, è articolata secondo le procedure appresso indicate:
•
I Tecnici del Dipartimento di Prevenzione richiedono la presenza di un operatore dell’U.O.
S.P.P. nell’ambito degli accessi in ambienti ASL per attività di verifica, controllo o vigilanza;
•
Qualora il sopralluogo o accesso è effettuato da Enti o Funzionari “esterni” alla ASL (VV.F.ISPESL- NAS- ARPA, VV.UU. ecc…) sarà il Responsabile del Servizio o U.O. interessato a
richiedere l’intervento di operatori S.P.P. ;
•
Gli operatori dell’U.O. S.P.P. garantiscono la loro reperibilità ( H 24) anche per assolvere ai
citati compiti d’istituto;
•
Gli operatori dell’U.O. S.P.P hanno la delega per la presa in carico di eventuali prescrizioni,
disposizioni, ordinanze e verbali in genere riferiti a presunte violazioni in materia di igiene e
prevenzione nei luoghi di lavoro;
•
La presenza, nel corso delle ispezioni, di operatori dell’S.P.P. è finalizzata per rappresentare e
garantire l’Azienda ma non deve in nessun modo essere di ostacolo alle attività ispettive.
Qualora , a seguito di infortunio, l’intervento dell’operatore S.P.P. dovesse precedere quello
dell’Organo di Vigilanza il primo obiettivo dovrà essere quello di evitare ulteriori pericoli o
rischi per i dipendenti, utenti, visitatori e raccogliere quante più informazioni possibili al fine di
ricostruire l’esatta dinamica dell’infortunio. In nessun modo si dovrà intervenire su macchine e
impianti o modificare lo stato dei mezzi o luoghi correlati con l’infortunio.
•
•
L’ operatore S.P.P. non ha titolo per assistere ad eventuali sommarie informazioni raccolte
dall’Organo di Vigilanza ma ha facoltà di chiedere che vengano trascritte a verbale eventuali
dichiarazioni sue o di altre persone a conoscenza di fatti o circostanze inerenti all’infortunio/
malattia professionale o che vengano acquisiti formalmente agli atti documenti o quant’altro
ritenuto utile ai fini della difesa dell’Azienda;
•
Il Responsabile del S.P.P. deve trasmettere, nel più breve tempo possibile, alla Direzione
Generale copia di quanto rilasciato dall’Organo di Vigilanza ( prescrizioni, disposizioni,
ordinanze, ecc..) e concordare con la stessa le azioni conseguenti;
153
•
Il responsabile del S.P.P. nomina uno o più collaboratori quali, Responsabili del Procedimento,
affinché istituiscano uno scadenzario dei “sospesi con l’Organo di Vigilanza” e seguano gli atti
sino all’avvenuto adempimento o alla naturale conclusione di quanto “restato in sospeso”;
•
Detti Responsabili del Procedimento controllano le varie scadenze, curano i rapporti con
eventuali altri Servizi o UU.OO. direttamente interessati ( Immobili e Tecnologie,
Approvvigionamenti e Logistica, ecc…), provvedono, per tempo, a redigere e sottoporre alla
firma del D.G. eventuali richieste di proroghe, ricorsi in opposizione, memorie scritte ecc… ;
•
Il nominativo del Responsabile del Procedimento, relativo ad ogni singola pratica aperta, deve
essere notificato all’Organo di Vigilanza interessato;
•
L’organo di Vigilanza, di conseguenza, notifica a detti Responsabili del Procedimento ogni atto
relativo alla fattispecie in precedenza trattata, fatte salve le situazioni che, ai sensi di legge,
richiedono una diversa procedura.
•
Il Responsabile del Dipartimento di Prevenzione ed il Responsabile dell’U.O. S.P.P.
formalizzano un protocollo corretto ed idoneo e impartiscono precise direttive al fine di una
puntuale attuazione delle presenti procedure operative.
154
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