Cervicale: se paghi, subito. Se no dopo 40 giorni - Lunedì 13 giugno, il mio medico curante mi prescrive una radiografia alla cervicale e mi dice: “Se vai domattina a Morciano te la fanno subito”. Martedì, 14 giugno, devo andare all’Ospedale Civile Cervesi di Cattolica per le analisi annuali del sangue come donatore Avis, faccio il mio prelievo, poi penso: dato che sono qui vado a vedere se posso anche fare la radiografia. Vado allo sportello della Radiologia e mi dicono che devo andare allo sportello prenotazioni, vado allo sportello prenotazioni e l’incaricata mi dice: “Con il Servizio Sanitario (popolarmente detto con la Mutua) oppure a pagamento?” Rispondo, ovviamente: “Con il servizio sanitario nazionale” (perché devo spendere dei soldi se si può farne a meno?); “Allora la prenotazione è per il 24 luglio prossimo e paga un ticket di 17 euro”, mi risponde l’impiegata. “E se la faccio a pagamento?” Chiedo io. “Allora posso prenotargliela per domani e costa 36 euro”, è la nuova risposta. Ah! Penso fra me e me, se pago me la fanno domani, se invece voglio pagare solo il ticket devo aspettare oltre un mese. Decido di ascoltare il consiglio del mio medico e vado a Morciano. Arrivo, consegno la richiesta, pago il ticket previsto, l’impiegata mi consegna un numero di prenotazione e mi fa accomodare. Dopo circa mezz’ora sono fuori con la radiografia fatta da ritirare il giorno seguente. Tornando da Morciano mi si accavallano alcune riflessioni: Come? A Cattolica, all’Ospedale pubblico, se pago la radiografia me la fanno subito, se voglio pagare solo il ticket (come è mio diritto) me la fanno fra 40 giorni. A Morciano, invece, presso una Clinica privata pago solo il ticket e mi fanno subito l’esame richiesto. C’è qualcosa che non quadra. Forse ho capito male. Arrivo a Cattolica e torno all’Ospedale; voglio accertarmi di avere capito bene. Rifaccio la domanda all’impiegata dicendo: “Circa un’ora fa lei mi ha detto che se pago mi fate la radiografia domani, altrimenti, se pago solo il ticket, me la fate fra 40 giorni, forse ho capito male?” “NO, no, lei ha capito benissimo, queste sono le disposizioni” mi risponde la signora dello sportello. Cerco allora educatamente di spiegare alla signora che mi sembra molto strano che in una Regione come l’Emilia Romagna, amministrata da sempre da un Giunta di Centrosinistra, famosa per la sua efficienza e sensibilità (forse solo a parole?) verso i ceti più deboli, un Ospedale Pubblico applichi una filosofia di stampo biecamente capitalista del tipo : se sei ricco e puoi pagare hai il servizio richiesto quasi subito, se sei “uno sfigato” uno che non può pagare, aspetti un mese e a chi interessa quello che può succedere nel frattempo? Inoltre, non capisco perché, invece, una Clinica Privata mi fa subito la radiografia facendomi pagare solo il ticket. Forse perché è più efficiente e magari anche più sensibile, nel senso che non fa differenza fra chi può pagare e chi no? Non vi racconto la risposta della signora dello sportello che, ovviamente, non poteva essere convincente, in quanto era un arrampicarsi sugli specchi e un ribadire che questa situazione dipendeva dalle risorse disponibili. E allora ho pensato: basta!! Non si può continuare a dire che qualsiasi inefficienza, dovuta ad assenza di sensibilità, poca buona volontà e carenza di validi criteri di priorità (per esempio l’urgenza e non i soldi) è un problema legato alle risorse. Ormai ne abbiamo le scatole piene di questa storia. Non mi si venga a dire che in Emilia Romagna (non nel Burundi) non ci sono risorse sufficienti per un banale radiografia, che guarda caso, se pago, me la si può fare subito fuori. Scusate la franchezza, ma per me si tratta solo di totale assenza di sensibilità e attenzione verso le esigenze delle persone, in particolare verso le meno abbienti e di assoluta inefficienza organizzativa. Sarei contento che qualcuno mi smentisse, se però non lo fa nessuno lascio ai lettori trarre le considerazioni del caso. Le mie sono queste: per la Ragione Emilia Romagna e per la Ausl di Rimini: se sei ricco e puoi pagare hai i servizi che chiedi, se sei povero, ti arrangi e aspetti. E aspetti in silenzio, perché di Berlusconi e del Centrodestra è normale parlare male, criticare il Centrosinistra, invece, oggi non è di moda, in quanto come minimo vieni tacciato di qualunquismo. La verità, però, rivendica la sua libertà e non la si può nascondere troppo; prima o poi viene a galla. Gianfranco Vanzini Ausl, la risposta – In riferimento alla lettera che scrive in merito alla prestazione RX cervicale, è necessario fare alcune precisazioni: la differenza dei tempi di attesa riferita alle 2 strutture sanitarie, è imputabile principalmente alla diversa pressione esercitata dall’utenza. L’Ospedale Cervesi di Cattolica risponde a un maggiore numero di persone rispetto a quello della Casa di Cura Montanari di Morciano oltre al fatto che deve anche “servire” i reparti ospedalieri, ma anche il Pronto Soccorso stesso. Si fa presente inoltre che al momento della prenotazione presso il Cervesi di Cattolica, in altri punti di erogazione aziendale, i tempi di attesa erano inferiori (dai 15 ai 26 giorni). A tal proposito è opportuno fare presente che l’Azienda Usl ogni settimana ha un’offerta pubblica su tutto il territorio della provincia, di 1000 esami radiologici come quello effettuato dal signore (esami radiologici del distretto osseo) oltre ai 1.500 esami, sempre di questo genere, effettuati ogni settimana come attività di Pronto Soccorso. Si ricorda inoltre che l’Ausl garantisce un accesso diretto alla propria struttura (Pronto Soccorso) in caso di necessità urgenti del paziente; il caso del signore è invece riconducibile a una prestazione ordinaria, per cui i tempi massimi di riferimento per l’erogazione della stessa, sono di 60 giorni. I 40 giorni richiesti di prenotazione al Cervesi, rientrano quindi nel tetto massimale previsto (60 giorni) e indicato dai Livelli Essenziali di assistenza. Il fatto che l’effettuazione dell’esame in libera professione era prenotabile il giorno successivo alla richiesta, dipende dal fatto che per tale prestazione non c’è domanda in libera professione, dal momento che l’Ausl dispone di un’ampia offerta per quel tipo di prestazione (i 1000 + 1500 esami che si effettuano ogni settimana) che assorbe la domanda dell’utenza. Ausl Rimini