il desiderio e l`uomo contemporaneo. confronti

COMUNICATO STAMPA
Per il ciclo di incontri:
“Avete visto sorgere un mondo dopo Gesù senza Gesù,
voi siete i primi dei moderni” (C. Peguy)
IL DESIDERIO E L’UOMO CONTEMPORANEO. CONFRONTI
il Centro Culturale di Milano organizza:
> mercoledì 19 gennaio, ore 21
Aula Magna Università Cattolica di Milano Largo Gemelli, 1 - Milano [MM2 S.Ambrogio]
PERCHE’ SI E’ DETTO CHE DIO ERA MORTO
dialogo con Olivier Rey, filosofo, Université Sorbonne, Parigi
seguirà:
> martedì 1 marzo, ore 21
Aula Magna Università Cattolica di Milano Largo Gemelli, 1 - Milano [MM2 S.Ambrogio]
MODERNITA’ CONTRO MODERNISMO
dialogo con Fabrice Hadjadj, filosofo e scrittore, Tolone
e in aprile:
> (data da definirsi)
Aula Magna Università Cattolica di Milano Largo Gemelli, 1 - Milano [MM2 S.Ambrogio]
LA REALTA’ CI SFIDA CON L’AVVENIMENTO
dialogo con Alain Finkielkraut, filosofo, Ecole Polytechnique, Parigi
ingresso libero fino ad esaurimento posti,
si consiglia la prenotazione su www.cmc.milano.it / 02.86455162
Se c‟è un dato evidente nella vita delle nostre società è quello della perdita del gusto del
vivere. La crisi che stiamo vivendo ha evidenziato che non ci sono sistemi perfetti. Si tratta
di una crisi soprattutto antropologica, riguarda la concezione stessa della persona, tanto
che il Rapporto CENSIS 2010 ne ha individuato la natura in un «calo del desiderio» che si
manifesta in ogni aspetto della vita. La lettura dei bisogni è trasformata, vince la
suggestione del potere più convincente (sia di opposizione che di „governo‟). Il Centro
Culturale di Milano propone dei “Confronti” con persone e intellettuali che nella stessa
situazione dell‟Occidente riflettono sull‟uomo a partire dalla propria esperienza di cristiani,
riducendo quella frattura tra credere e sapere, tra vita personale e società.
“Nietzsche ci ha avvertito da tempo che la morte di Dio è perfettamente compatibile con una
“religiosità borghese”… Egli non ha pensato neppure un momento che la religione fosse finita. Ciò
che egli metteva in discussione è la capacità della religione di muovere la persona e aprire la sua
mente… La religione è divenuta un prodotto di consumo, una forma di intrattenimento tra le altre,
una fonte di conforto per i deboli o una stazione di servizi emotivi destinata ad appagare alcuni
bisogni irrazionali che essa è in grado di soddisfare meglio di ogni altra cosa. Per quanto possa
suonare unilaterale, la diagnosi di Nietzsche colpiva nel segno”.
E. L. Fortin “The regime of Separatism: theoretical considerations on the separation of Church and State”, 1996
Olivier Rey nasce in Francia nel 1964 da una famiglia in cui “Dio era l’oppio dei popoli”; ciò non
ha impedito che negli anni Dio lo afferrasse “con infinita dolcezza". La sua conversione è legata
all’incontro con l’archimandrita ortodosso Simeon. Intellettuale poliedrico di formazione
improntata sulle scienze, ha insegnato matematica per quindici anni
ed oggi si occupa di filosofia al prestigioso Centre National de la Recherche scientifique (CNRS) di
Parigi; ora sta lavorando anche ad un saggio su Billy Budd, opera postuma di Herman Melville.
Ricordiamo tra le sue pubblicazioni “Une folle solitude” (2006) e “Itineraire de l’egarement” (2003)
in cui Rey affronta lo smarrimento odierno sul senso della vita:
è convinto che “non è la scienza che può dare un senso, può solo riceverlo poiché è esplorazione del
mondo che Dio ci ha dato mediante la ragione che ci ha ugualmente dato”.
Centro Culturale di Milano, 10/01/11 - [email protected] - 02 86455162