Il romanzo criminale sulla pelle del fisco

GRANDI TRUFFE I IL CASO D I A R Z I G N A N O
Ilromanzocriminale
sulla pelle del fisco
In due anni gli indagati sono diventati 300: industriali pellettieri
e commercialisti accusati di avere falsificato fatture per 1,4 miliardi
ed evaso iva per 300 milioni. Il fulcro del sistema? L'esattoria locale.
DI G I O R G I O STUR LESE T O S I
0
Paolo Bonelli, capo
della polizia
tributaria di Vicenza.
Andrea Ghiotto,
38 anni, imprenditore
del cuoio: indagato.
—>FATTI
74
kuando ifinanzieriavevano svolto i
[primi accertamentifiscali,26 me'si fa, nessuno aveva la minima idea
del verminaio che sarebbe venuto
Tuce. Si, è vero, ad Arzignano, una ricallacittadina
luce
ca
alle porte di Vicenza famosa
per le sue industrie conciarie, le voci giravano da tempo. Ma nelle piccole città, si
sa, la gente sparla volentieri dei concorrenti e nessuno ci fa caso. E invece il tenente
colonnello Paolo Borrelli, a capo del Nucleo di polizia tributaria della Guardia di
finanza di Vicenza, si è messo a cercare riscontri a quelle voci. Scoperchiando un sistema di illeciti che per le sue dimensioni
e per la rete d'indagati e di arrestati, in tutto più di 300, non ha precedenti in Italia.
Ma che ancora fatica ad approdare sui giornali nazionali.
Era l'agosto del 2008 quando le fiamme gialle di Vicenza cominciarono a scartabellare uà i documenti contabili delle
aziende che costituiscono uno dei primi
distretti industriali d'Europa per la concia
della pelle, quello di Arzignano. Insospettiti dall'elevato tasso di mortalità di società intestate a personaggi sconosciuti nel
settore conciario, aziendine che però si aggiudicavano commesse milionarie dai
paesi esportatori, i militari scoprirono che
piccole società a responsabilità limitata,
spesso con un capitale di appena 10 mila
PANORAMA
1 gennaio 201 ì
euro, acquistavano tonnellate di pellame
pregiato per poi rivenderlo ad altre società, quasi tutte «cartiere», cioè create allo
scopo di produrre false fatture, che trattavano la merce fino al destinatario finale.
Le più grandi aziende di arredamento e
di automobili del Paese, ignare delle ombre dellafiliera,con quelle pelli foderavano divani e sedili, facendoricchii loro fornitori. Nacque così l'operazione Dirty leather (pelle sporca). Che ancora oggi scuote il mondo industriale di una ricca provincia, le agenzie delle entrate di un'intera regione e una categoria di professionisti, quella dei commercialisti.
Un terremoto che solo in parte si può
spiegare con i numeri, clamorosi: 200 società coinvolte nell'indagine, false fatturazioni per 1 miliardo e 400 milioni di euro, iva evasa per altri 300 milioni e un imponibile soggetto a tassazione recuperato,
finora, che ammonta a 600 milioni. Un
intero sistema è stato scoperchiato, con
centinaia d'imprenditori e di professionisti indagati o chiusi in cella. Come Andrea
Ghiotto, oggiribattezzato«Mister evasione» dai giornali locali, industriale della pelle con molteplici interessi, patron di una
squadra di calcio a cinque vincitrice del
campionato di categoria, che nel doppiofondo blindato della sua Audi A8 nascondeva buste piene di banconote da 500 eu-
Settecento aziende Arzignano,
27 naia abitanti, in provincia
di Vicenza: è il cuore del distretto
industriale della pelle,
tra i primi in Europa con 700
aziende, 8.500 addetti e una quota
export al 59 per cento
ro prelevate da una società del Monte Titano, la Fin Project finanziaria, riconducibile alla Banca commerciale di San Marinò. Il suo ruolo, ha confessato lo stesso
Ghiotto mentre era agli arresti, era quello
di riportare a Vicenza i capitali versati dai
colleghi imprenditori sui conti nebulosi
del piccolo paradiso fiscale.
Ma facevano male a fidarsi di lui, gli evasori vicentini.
Perché Ghiotto filmava tutti
i loro incontri nella sua camera all'hotel Principe di
Arzignano, il suo quartier generale. Centinaia di ore di filmati sequestrati dagli investigatori che, insieme alle
prove documentali raccolte, hanno convinto moki indagati a confessare.
Cera persino un maresciallo della Guardia di finanza, Luigi Giovine, accusato di
aggiustare gli accertamenti: è già stato allontanato dal corpo e gli ex colleghi gli
contestano danni erariali e d'immagine,
intanto gli hanno congelato stipendio e
pensione. E c'era anche il consulente finanziario Marcello Sedda che, dopo settimane di carcere, si è deciso a confessare
Oggi racconta di avere fatto da intermediario per una tangente da 200 mila euro
all'Agenzia delle entrate di Arzignano. La
stecca era stata versata da Bruno Mastrotto, il locale «re della pelle», che in cambio
aveva ottenuto di ridurre a 700 mila euro
un debito verso l'erario di 7 milioni. È da
quella ammissione che è venuta la svolta:
il procuratore capo di Vicenza, Nelson
Ivano SaJvarani fche è in pensione dalla
fine di novembre), ha capito a quel punto che ad Arzignano c'era ben altro: evasione, corruzione, reati contro la pubblica
PRIMA « D I R T Y L E A T H E R » , POI « R E S E T »
Il Prìncipe
L'hotel
Principe:
qui Chiotto
incontrava
e filmava
gli incontri
con altri
[ indagati
Due operazioni ancora in corso
Ottobre 2 0 0 8 Dopo le prime verifiche sulle
aziende del distretto conciario di Arzignano parte
l'inchiesta Diny leather (pelle sporca) su una
maxifrode fiscale. In manette finiscono i primi
cinque prestanome, accusati di frode fiscale.
Q
27 marzo 2 0 0 9 Gli indagati aumentano
e airivano le prime condanne pei' direttissima
e alcuni patteggiamenti di imprenditori e dirigenti
davanti al gip di Vicenza Agatella Giuffrida.
15 dicembre 2 0 0 9 Seconda pane dell'inchiesta
Dirty leather, con decine d'indagali tra gli
altri finisce in cella Andrea Ghiotto, industriale
conciario di Arzignano. Arrestati il fiscalista
Marcello Sedda e il maresciallo della Finanza
Luigi Giovine. Scattano 109 perquisizioni
e parte l'operazione Reset (azzeramento).
Luigi Giovine,
maresciallo
della Finanza
arrestato nel 2009.
1° marzo 2010 Vengono indagati i vertici
e alcuni dipendenti dell'Agenzia delle entrate
di Arzignano. Emeige un complesso sistema
di contabilità parallela che coinvolge decine
di aziende. Il 26 del mese i primi dipendenti
infedeli dell'agenzia ammettono gli illeciti.
Q
Nelson Ivano
Salvarani, 71 anni
procuratore di Vicenza.
Giugno2010Airiva una nuova ondata
di arresti e di misure interdittive. In carcere
o agli airesti domiciliari finisce un'altra decina
di commercialisti di Arzignano.
13 dicembre 2010 Si chiude la prima pane
dell'indagine Reset: 107 sono i nuovi indagali,
con tangenti per 2,3 milioni, 105 episodi
di coiruzione, 8,5 milioni sottiatti all'erano.
Sequestrati conti, beni immobili e automobili
per oltre 1,7 milioni di euro.
PANORAMA I "7 C
1 gennaio 2011 \ / J
GRANDI TRUFFE I IL CASO DI ARZIGNANO
Operazioni // comando della polizia
tributaria di Vicenza rivela i risultati
dell'operazione Reset, il 13 dicembre
2010: 107 sono i nuovi indagati.
amministrazione. Nel dicembre 2009 scat- procura, era Vittorio Bonadeo, |un protano 109 perquisizioni: inizia l'operazio- fessionista tra i più noti in città. Le interne Reset (azzeramento), se possibile an- cettazioni sembrano incastrarlo e lo stescora più approfondita e sorprendente del- so Bonadeo, finito agli anesti, ha parzialmente ammesso di avere pagato mazzetl'indagine Dirty leather da cui deriva. Gli
inquirenti scoprono infatti nelle aziende te o (come le definisce lui) «regalie». 1 suoi
una contabilità parallela per centinaia e figli, professionisti nello studio paterno,
centinaia di milioni. E dentro, fino al col- lo difendono e sostengono che la proculo, ci sono in molti. A cominciare dal di- ra gli contesta solo otto casi fra centinaia
rettore dell'Agenzia delle entrate di Arzi- di clienti e che le società che aveva nel porgnano. Raccontano molti testimoni che i tafoglio non avevano bisogno di trattafunzionari dell'amministrazione fiscale re- • menti di favore da parte dell'Agenzia delfrattari al sistema venivano isolati, desti- le entrate di Arzignano perché, proprio a
nati a mansioni dequalificate, mobbizza- causa del loro alto fatturato, ricadevano
ti. Secondo le accuse, a fare carriera (e tan- sotto la competenza della Direzione regioti soldi) erano invece i componenti delle nale delle entrate di Venezia.
squadre di accertatoli, premiati dal diretMa anche qui stanno arrivando gli intore Roberto Soraci, anch'egli indagato.
vestigatori. Per il giudice delle indagini preA organizzare il calendario delle ispe- liminari, Stefano Furlani, il magistrato che
zioni tributarie e a decidere su chi fare gli
ha firmato una lunga serie di arresti imaccertamentifiscali,tra i 700 imprendito- portanti nel Vicentino, esisteva «un vasto
ri della pelle attivi in zona, sarebbero sta- sistema di corruttela il cui cardine erano
ti alcuni commercialisti. A capo di questa certamente funzionari compiacenti ma,
banda dei «colletti bianchi», secondo la
forse ancora di più, professionisti senza
scrupoli pronti a intervenire per pilotare
le verifiche e gli esiti delle stesse».
Per il giudice ceni commercial isti, come
Bonadeo, «parevano i veri gestori di fatto
dell'ufficio delle entrate». Non solo evitavano i controlli alle aziende amiche, ma
arrivavano a farli eseguire a piacimento,
garantendo all'industriale di turno una
sorta di immunità per gli anni successivi
Le indagini proseguono: per l'inizio del
2011 sono attese le richieste di rinvio a giudizio, ma già adesso molti indagati sembrano propensi a rompere il patto che per
anni (e secondo alcuni testimoni attivo già
dagli anni Ottanta) li ha uniti in nome di
guadagni facili e illeciti. Decinedi imprenditori coinvolti, infatti, e con loro i fiscalisti arrestati, dichiarano di essere vittime di
una concussione. Sostengono cioè di essere stati obbligati dai funzionari infedeli
del fisco a versare le tangenti per poter sopravvivere in un mercato viziato e corrotto. Di tutt altro tenore sono le dichiarazioni di alcuni dipendenti delle agenzie del-
le entrate coinvolte (Arzignano, Vicenza e, in parte, Venezia), che ammettono la
corruzione, ma negano di avere mai chiesto alcunché.
A fare chiarezza sul punto è però lo stesso gip lurlani: a suo dire, i vantaggi maggiori andavano proprio agli industriali che,
grazie ai favori ottenuti in cambio di modeste stecche, per anni avrebbero nascosto
all'erario guadagni colossali. Denaro che
sistematicamente sarebbe stato riciclato
per fondare altre ricchezze illecite.
E qualche conferma sembra arrivare dalle ispezioni svolte in alcuni istituti bancari della zona. Dalle quali emerge un ulteriore scenario. Per il momento gli inquirenti si limitano a dichiarare che alcuni
funzionari di banca compiacenti sono stati denunciati al Dipartimento del Tesoro
per ripetute violazioni delle normative antiricicJaggio. Gli accertamenti sono in corso, ma il nuovo filone di indagini già scuote mezzo Veneto. Forse più dell'alluvione
di novembre.
•
Vittorio Bonadeo.
76 anni,
commercialista
vicentino: indagato.
Sitisi
Al centro dell'indagine Un'auto
della Finanza davanti all'Agenzia
delle entrale di Arzignano: i venici
e alcuni addetti sono sotto inchiesta.