INQUINAMENTO ATMOSFERICO Gisella Giaimo, 3A geom. DEFINIZIONE DI “INQUINAMENTO ATMOSFERICO” Per inquinamento atmosferico si intende ogni modificazione della normale composizione o stato fisico dell'aria atmosferica, dovuta alla presenza nella stessa di una o più sostanze in quantità e con caratteristiche tali da alterare le normali condizioni ambientali e di salubrità dell'aria; a costituire pericolo ovvero pregiudizio diretto o indiretto per la salute dell’uomo; da compromettere le attività ricreative e gli altri usi legittimi dell’ambiente; alterare le risorse biologiche e gli ecosistemi ed i beni materiali pubblici e privati (DPR n. 203, 24 maggio 1988 ) FONTI DEGLI INQUINANTI ATMOSFERICI SORGENTI STAZIONARIE: 1) ATTIVITA’ RURALI (COLTIVAZIONI, MINIERE, CAVE) 2) INDUSTRIE SINGOLE E ZONE INDUSTRIALI 3) AGGLOMERATI ABITATIVI (RISCALDAMENTO, INCENERITORI DI RIFIUTI LIQUIDI E DI FANGHI PROVENIENTI DAI RIFIUTI LIQUIDI, FOCOLARI, CUCINE, LAVANDERIE, ETC.) SORGENTI MOBILI VEICOLI MOTORIZZATI (TERRESTRI, AEREI) SORGENTI “INDOOR” (FUMO DI TABACCO, ACARI, MUFFE, MICRORGANISMI, ALLERGENI DA ANIMALI DOMESTICI, ETC.) SORGENTI NATURALI (EROSIONE DEL SUOLO, VULCANI, P OLLINI VEGETALI, MICRORGANISMI ecc.) SMOG = SMOKE (FUMO) + FOG (NEBBIA) ESISTONO DUE TIPI DI SMOG: LO SMOG RIDUCENTE LO SMOG OSSIDANTE SMOG RIDUCENTE: SI VERIFICA QUANDO PREVALE LA PRESENZA DI OSSIDI DI ZOLFO E PARTICELLE PULVISCOLARI CHE DERIVANO DALL’USO DI COMBUSTIBILI FOSSILI PER COMBUSTIONI, IN PRESENZA DI UN CLIMA NON MOLTO SOLEGGIATO E/O CALDO (ESEMPIO TIPICO: CLIMA DEL REGNO UNITO) SMOG OSSIDANTE: (FOTOCHIMICO): SI VERIFICA QUANDO PREVALE LA PRESENZA DI OSSIDI DI AZOTO ED IDROCARBURI IN PRESENZA DI UN CLIMA CALDO E MOLTO SOLEGGIATO CONDIZIONI CLINICHE DI ALTO RISCHIO PREDISPONENTI A RISPOSTE DI TIPO ACUTO A SEGUITO DI ESPOSIZIONE ALL’INQUINAMENTO ATMOSFERICO PATOLOGIE A CARICO DELL’APPARATO RESPIRATORIO Bronchite cronica Asma Enfisema polmonare Altre malattie croniche dell’apparato respiratorio PATOLOGIE A CARICO DEL SISTEMA CARDIO CIRCOLATORIO Ipertensione essenziale benigna Reumatismo articolare acuto con complicazioni cardiache Ischemia cardiaca Disturbi circolatori dell’encefalo Ipertensione con compromissione cardiaca e renale SCHEMI DEI POSSIBILI EFFETTI SULL’UOMO DERIVANTI DA INALAZIONE E DA CONTATTO CON INQUINANTI ATMOSFERICI Effetti a breve termine Molestia, disagio, irritazione Tossicità specifica Affezioni respiratorie acute (ARA) Effetti a lungo termine Bronchite cronica Cancro polmonare Maggiore mortalità CONSEGUENZE DERIVANTI DA ESPOSIZIONE AD INQUINANTI ATMOSFERICI (AMERICAN THORACIC SOCIETY, 1985) Irritazione oculare, nasale o delle prime vie aeree Infezioni del tratto respiratorio superiore con riduzione delle normali attività quotidiane (assenze lavorative e scolastiche) Tosse, catarro e sibili respiratori Riduzione della funzione polmonare Sintomi associati al declino della funzione polmonare Attacchi acuti in pazienti con affezioni respiratorie croniche Infezioni del tratto respiratorio inferiore Aumento nella frequenza di attacchi asmatici Aumento della mortalità Inquinamento atmosferico Deriva da combustioni dei derivati del petrolio e del carbone, in continuo, sensibile, preoccupante aumento, anche perché non si è ancora raggiunto un accordo internazionale, nemmeno nelle ultime conferenze, come il COP 11, il COP 12 e Il COP 15 rispettivamente del 2005, del 2006 e del 2009 Le combustioni, specie nelle aree urbane, rendono l’aria molto spesso irrespirabile,come nella foto a Pechino, specie per l’accumulo Houston Giorno chiaro e giorno inquinato Effetti sull’ambiente La presenza di sostanze inquinanti nell’aria può causare gravidanni al patrimonio animale, forestale ed agricolo nonché alleopere d’arte e ai beni culturali e paesaggistici. Per esempio: a livello locale può provocare la distruzione di piccole aree boschive. Nelle aree fortemente urbanizzate può causare fenomeni di “smog fotochimico” , miscela di sostanze inquinanti originata dalle reazioni fra idrocarburi e ossidi di azoto nella bassa atmosfera, per l'effetto della radiazione solare. Può infine originare le cosiddette “piogge acide” il processo di ricaduta dall’atmosfera di particelle, gas e Meccanismo di formazione dello smog fotochimico. L'NO della combustione produce NO 2 che con forte irraggiamento solare produce ossigeno libero e quindi ozono. Biossido di azoto e ozono sono tossici per l'uomo e la vegetazione Sono provocate da anidride solforosa e altri gas prodotti dalla combustione di carbone e petrolio, questi ricadono a terra con la pioggia sotto forma di acidi, con effetti nocivi sulla salute, sui monumenti e sull'ambiente. Anche le emissioni di biossido di azoto emesse dai veicoli a motore provocano piogge acide. Effetti sull’uomo L’inquinamento atmosferico comporta spesso numerose conseguenze a carico della salute, soprattutto nei casi in cui si verifichi un brusco innalzamento delle concentrazioni dei comuni contaminanti dell’aria (inquinamento acuto). In questi casi, l’aumentata esposizione a vari irritanti atmosferici provoca la riduzione della funzionalità polmonare, l’aumento delle malattie respiratorie nei bambini, gli attacchi acuti di bronchite e l’aggravamento dei quadri di asma. Il tutto comporta un forte incremento nel numero dei decessi fra le persone più sensibili a determinati inquinanti, come gli anziani o le persone affette da malattie respiratorie e cardiovascolari. Famosi sono alcuni casi che si verificarono il secolo scorso: a Londra, ad esempio, fra il 5 ed il 9 dicembre 1952 morirono più di 4000 persone già sofferenti di malattie polmonari a causa di una densa coltre di smog che ristagnava in città da vari giorni, anche perché a quel tempo il riscaldamento anche domestco era solo a carbone. Londra dunque nel 1952 è una città nera, sporca e nebbiosa. Lo era comunque sempre stata, a quanto si ricordano i londinesi, tanto che quel famoso dicembre non ci facevano più caso del solito. Il "Fumo di Londra" era un elemento della città sin dal medio evo, raccontato da Dickens e presente nelle storie dei nonni. Fonte : http://brunoleoni.servingfreedom.net/Slides/Ramella1-03-2004.ppt Fonte: The London smog disaster of 1952 Fonte: http://www.dissal.unige.it/NewFiles/Supporti/Inquinamento Atmosferico.pdf Vulcano Mayon – Filippine Possiamo avere anche un grande inquinamento atmosferico per importanti emissioni di polveri vulcaniche, come ad es. le grandi eruzioni di Coseguina - Nicaragua nel 1835, del Krakatoa nel 1882, del S. Helen nel 1980 e del Pinatubo nel giugno 1991. 7 marzo 2000 Uno spettacolo magnifico. Anelli di fumo sull’Etna durante l’eruzione del 1 Giugno 2000 Courtesy M. Fulle Scienziati della NASA hanno scoperto che l'incremento dell'oscillazione artica, un fenomeno responsabile del riscaldamento di alcune zone dell'emisfero settentrionale, sarebbe collegato con la grande eruzione del monte Pinatubo del giugno1991. Le temperature invernali di molte zone emerse alle medie e alte altitudini sono risultate, nei due anni successivi all'eruzione, più miti nonostante che la coltre di particelle vulcaniche avesse oscurato il cielo con la conseguente schermatura della luce solare. La cenere ancora presente sulle strade molti mesi dopo la grande eruzione del Giugno 1991 Durante le eruzioni più esplosive immense nubi, formate di ceneri, gas e pulviscolo, vengono proiettate a gran velocità nell’atmosfera e talvolta raggiungono anche la stratosfera, dove le particelle vulcaniche riescono a rimanere anche per qualche anno, prima di ricadere, per effetto della gravità, nella troposfera. La nube vulcanica però, oltre che polveri e ceneri, contiene anche vapore acqueo e gas, fra i quali l’anidride solforosa è senz’altro il più importante. Giunta nella stratosfera, l’anidride solforosa viene difatti convertita in triossido di zolfo o in solfati: composti che, a contatto con il vapore acqueo, si trasformano facilmente in acido solforico H2SO4. Novembre 2002 - CATANIA - Oltre 130 tonnellate di cenere dell'Etna sono state raccolte in cinque ore ieri a Catania dal personale della «Catania Multiservizi Spa» e «Dusty», coordinati dalla Direzione Nettezza Urbana. Si è trattato della cenere contenuta nei sacchetti riempiti dai catanesi e depositati accanto ai cassonetti dell'immondizia. I sacchetti sono stati svuotati all'interno di grossi contenitori. Etna Eruzione del 3 Agosto 2001 Grande emissione di Biossido di solfo in rosso violaceo sulla foto da satellite Nube relativamente tossica per le vie aeree L’acido così generato si trova generalmente allo stato di vapore e condensa assieme al vapore acqueo dando vita a minuscole goccioline costituite per circa il 75% di acido solforico e per la restante parte d’acqua. L’effetto principale della nube vulcanica nella stratosfera è quello di riflettere parte della radiazione solare incidente, provocando un lieve raffreddamento della parte più bassa dell’atmosfera e quindi anche della superficie terrestre. Gli aerosol immessi nella stratosfera mediante attività vulcanica possono attenuare notevolmente, anche in misura del 20-30%, la radiazione solare diretta incidente, anche se in realtà un concomitante aumento della radiazione diffusa verso il basso riduce tale schermaggio a valori del 5-7%. Indice VEI Volcanic Explosivity Index (VEI) basato su una serie di eventi osservabili durante l’eruzione VEI Tipo di eruzione Altezza della nube Frequenza Esempio 0 non esplosiva < 100 m ogni giorno Kilauea 1 moderata 100-1000 m ogni giorno Stromboli 2 esplosiva 1-5 km settimanale Galeras, 1992 3 violenta 3-15 km annuale Ruiz, 1985 4 catastrofica 10-25 km decennale Galunggung, 1982 5 parossistica > 25 km secolare St. Helens, 1981 6 colossale > 25 km secolare Krakatoa, 1883 7 super-colossale > 25 km millenaria Tambora, 1815 8 mega-colossale > 25 km Ogni 10.000 anni Yellowstone, 2 milioni di anni fa In accordo con questa scala le eruzioni particolarmente violente, per fortuna, accadono molto raramente. In particolare nel XX secolo le eruzioni con indice VEI maggiore a 4 sono state circa una decina. Ecco, al riguardo, le più intense, tutte con VEI prossimo a 6: Santa Maria (Guatemala 1902), Katmai (Stati Uniti 1911), Pinatubo (Filippine 1991). Negli ultimi 5000-10.000 anni l’esplosione più violenta di cui si abbia memoria è quella del Monte Tambora (Indonesia, 1815) che immise nella stratosfera circa 200 milioni di tonnellate di acido solforico: un’eruzione da VEI = 7. La quantità di materia vulcanica immessa nell’alta atmosfera non dipende solo dalla violenza dell’eruzione, ma anche dalla direzione in cui l’esplosione si sfoga. L’impatto della nube sul clima è strettamente legato, invece, oltre che alla quantità di polveri e gas, anche alla loro particolare composizione chimica. Per tale motivo nel 1970 il climatologo inglese Hubert Lamb definì una nuova scala, quella del Dust Veil Index (DVI), con cui classificare le eruzioni sia in base alla loro intensità che al loro impatto sul clima. In particolare, il DVI consente di stimare in quale misura la nube vulcanica renda più o meno opaca l’atmosfera e lo zero della scala è stato realizzato in modo da ottenere DVI = 1000 per la catastrofica eruzione del Krakatoa (1883). Valori superiori a 200 sono ritenuti potenzialmente sufficienti a produrre sensibili mutamenti climatici, per tempi non lunghi, in zone anche molto lontane dal vulcano, mentre eruzioni con valori DVI superiori a 1000 sarebbero in grado di influenzare il clima per periodi anche di 5-10 anni su gran parte del Pianeta. Courtesy Andrea Giuliacci Motivi di inquinamento SPECIE IN VIA D’ESTINZIONE Il DODO estinto La cicogna e l’orango asiatico in via d’estinzione Costante e progressivo aumento del biossido di carbonio (CO2) nell’aria, il cui valore è passato da 282 ppm nel 1870 a quasi 380 ppm nel 2006. Ciclo del CO2 in atmosfera, in mare e sul suolo Immissione nell’atmosfera di clorofluorocarburi (CFC). Essi sono in grado di raggiungere lo strato di ozono stratosferico, posto a circa 25 km. di altezza, determinandone periodiche contrazioni della concentrazione, denominate “Buco dell’ozono”. Variazioni nella presenza del “Buco dell’Ozono” in Antartide dal 1980 al 1991 Deplezione dell’ozono nel periodo dal 1955 al 1995 in Nord America, Europa ed Asia Veloce e progressiva distruzione delle grandi foreste del pianeta Incendi importanti dal satellite Incendi di foreste dal satellite Incendi molto vasti nella California Meridionale in foto da satellite Spostamenti di grandi masse oceaniche, a diversa temperatura, di recentissima analisi, ma ancora troppo sconosciute nelle loro cause.