cop_freddo_08_12 23-01-2013 9:42 Pagina 1 REF RIG SPEC ERA IALE NTI PAT ENT INI N° 364 ORGANO UFFICIALE CENTRO STUDI GALILEO per il tecnico della refrigerazione e climatizzazione IL CENTRO STUDI GALILEO N. 1 NEI PATENTINI FRIGORISTI IN ITALIA E ALL’ESTERO La conclusione degli esami per il patentino in Casale Monferrato, Capitale del Freddo, organizzati per Aeronautica Militare e NATO e per responsabili e presidenti di Associazioni estere sotto l’egida delle Nazioni Unite Anno XXXVI - N. 10 - 2012 - Sped. a. p. - 70% - Fil. Alessandria - Dir. resp. E. Buoni - Via Alessandria, 26 - Tel. 0142.453684 - 15033 Casale Monferrato cop_freddo_08_12 23-01-2013 9:42 Pagina 2 pubb_09_12 23-01-2013 9:53 Pagina 3 pubb_09_12 23-01-2013 9:53 Pagina 4 SE VUOI UN RISCALDAMENTO CHE PENSI A TUTTO, PENSA A ROTEX. Soluzioni avanzate di riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria: pompe di calore aria-acqua, impianti solari, sistemi radianti a pavimento, caldaie a condensazione. Rotex è un’azienda tedesca nata nel 1973, specializzata nella produzione di sistemi di riscaldamento completi. È presente in 21 paesi e da più di trent’anni investe nella ricerca e nello sviluppo di tecnologie uniche sul mercato, innovative e altamente efficienti. I sistemi Rotex, che si distinguono per facilità d’installazione e d’uso, sfruttano fonti di energia rinnovabile. Rotex è il marchio della Divisione Riscaldamento di pubb_09_12 23-01-2013 9:53 Pagina 5 pubb_09_12 23-01-2013 9:53 Pagina 6 pubb_09_12 23-01-2013 9:53 Pagina 7 pubb_09_12 23-01-2013 9:54 Pagina 8 pubb_09_12 23-01-2013 9:54 Pagina 9 pubb_09_12 23-01-2013 9:54 Pagina 10 pubb_09_12 23-01-2013 9:54 Pagina 11 pubb_09_12 23-01-2013 9:54 Pagina 12 Tecnici specializzati negli ultimi corsi e patentini del Centro Studi Galileo Tecnici di 3 generazioni in più di 36 anni di corsi con una media di oltre 3000 allievi all’anno si sono specializzati ai corsi CSG GLI ATTESTATI DEI CORSI, I PIÙ RICHIESTI DALLE AZIENDE, SONO ALTRESÌ UTILI PER LA FORMAZIONE DEI DIPENDENTI PREVISTA DAL DLGS 81/2008 (EX LEGGE 626) E DALLA CERTIFICAZIONE DI QUALITÀ L’elenco completo di tutti i nominativi, divisi per provincia, dei tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo si può trovare su www.centrogalileo.it (alla voce “Corsi > organizzazione”) DAL NUMERO PRECEDENTE CONTINUA L’ELENCO DEI TECNICI SPECIALIZZATI NEGLI ULTIMI CORSI NELLE VARIE REGIONI ITALIANE Marino Bassi, esaminatore CSG, verifica la corretta rilevazione delle temperature. Video su www.youtube.com ricerca “Centro Studi Galileo” Foto su www.centrogalileo.it e www.facebook.com/centrogalileo TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A CASALE MONF.TO Cicchetti Stefano ASSISTAIR DI CICCHETTI snc Mozzate Gedda Livio FRIGO EPOREDIA DI GEDDA LIVIO Pecco Giammarino Giorgio GIESSEDUE srl Cavaria Nardini Marco NARDINI CLIMA Empoli Morini Francesco PAMGEL srl Stiava - Massa Rosa Ceresini Lorenzo PAMGEL srl Stiava - Massa Rosa Manfredi Andrea SOS HOUSE MULTISERVICE Firenze TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF A ROMA Del Sureto Fabrizio BOMBARDIER TRANSP. Fiumicino Colonna Roberto ELETTROSTART srl Patrica Picchi Massimo FAO Roma Crispiciani Mario FAO Roma Trinca Alessandro FAO Roma Sforzini Marco JOHNSON CONTROLS srl Roma Morena Alussi Simone JOHNSON CONTROLS srl Roma Morena Gissi Alessandro JOHNSON CONTROLS srl Roma Morena Fanton Luca GIESSEDUE srl Cavaria Invernizzi Alessandro LODICLIMA srl Fr. S. Grato Lodi TECNICI CHE HANNO OTTENUTO IL PATENTINO ITALIANO FRIGORISTI - PIF AD AGLIANA Ferrari Mario Fabio GEOS srl Massa Tesfit Simon ISOCLIMA DI GIANNINI MARIO & C. snc Firenze Corso di Tecniche Frigorifere Specializzazione: il docente del corso Fabio Braidotti ha istruito i tecnici su tutti gli aspetti teorico-pratici, indispensabili anche per il superamento del Patentino Frigoristi. Le fasi teoriche più importanti, che risultano complesse molte volte anche per i più esperti tecnici del freddo, che non hanno svolto formazione, sono il diagramma entalpico, la normativa ambientale e le unità di misura fondamentali, derivate e i fattori di conversione. Per quanto riguarda la parte pratica sono molti i tecnici che hanno lacune sul recupero del refrigerante. 13 CASTEL srl Borin Marcello Pessano con Bornago COOPSERVICE scpa Battistini Mauro Corbelli Alessandro Reggio Emilia CURCIO GIANCARLO Milano DE LOS SANTOS YSUIZA ELAZ MARTIN San Giuliano M.se EFFETREIMPIANTI srl Ferrara Giuseppe Alessio Milano FERRARIO DAVIDE Limbiate Il docente dei corsi di tecniche frigorifere di Roma, Napoli, Bari e di manutenzione avanzata di Agliana, oltre che di moltissimi corsi ad hoc in tutta Italia, Donato Caricasole, svolge nella sede toscana le prove di verifica pressioni e temperature su un impianto raffreddato ad acqua. Inghes Mauro JOHNSON CONTROLS srl Roma Morena Lattanzi Claudio JOHNSON CONTROLS srl Roma Morena Mazzanti Guido JOHNSON CONTROLS srl Roma Morena Pescitelli Alessandro MONFRIGO DI MONTANUCCI Roma Raponi Luigi TERMOCLIMA SERVICE srl Patrica OLIVI IMPIANTI sas Livrieri Giuseppe Polizzi Giuseppe Schiavon Roberto Castiglione PROVENZANO GIUSEPPE San Giusto RIGA ITALO Rivoli SORRISO MICHELE Torino TROMBETTA NICOLA Torino CORSI A MILANO BARATELLI ANDREA Suisio BERARDI MARCO Gussago BF DI BIANCHI SIMONE Bianchi Simone Cambiago BURBUI LUCA Torrazza Coste GASPANI GIANBATTISTA Capriate S.G. IEM ITALIA srl Pogliani Alessio Maria Novara INVERNIZZI TERMOIDRAULICA Invernizzi Giacomo Viganò MARCI GIOVANNI Genova MERANTE CLAUDIO Meda MURA MARCO San Donato M.se NASILLO ANTONIO Torino CORSI A TORINO BETA DI BILANCIA snc Sandrone Fabio Torino DAILY CAFFÈ DI BALZANO Balzano Davide Lachina Francesco Torino GARCIA WALTER Torino MORETTO SANDRO Torino MP TECHNOLOGIES snc Gatti Christian Rivoli NASILLO ANTONIO Torino 14 Esame svolto per l’Aeronautica militare nella sede principale di Casale Monferrato nel nuovo laboratorio appositamente allestito con impianti didattici, strumentazione per controllo delle perdite, carica-vuoto, recuperatore, bombole di recupero, refrigerante, bilance, termometri, manometri digitali ed analogici e molto altro; materiale indispensabile e tarato come da regolamentazioni e decreti del Ministero dell’Ambiente e di Accredia. CHEF SERVICE snc Niccolini Francesco S. Pietro Palazzi Cecina COMAIR spa Talluri Alessandro Prato ISOCLIMA snc DI GIANNINI MARIO & C. Tesfit Simon Firenze ITEL SERVICE DI LORIERI Lerici Oriano Passiglia Alessandro La Spezia KW APPARECCHI SCIENTIF. srl Farmeschi Michele Monteriggioni MUGHETTI STEFANO Panicale Halvart Koppen, alto funzionario UNEP, svolge l’ultima prova pratica: la verifica in pressione della tubazione da lui costruita tramite cartelle, bicchierino e saldatura ossi-propano con lega 5% di argento. La tubazione ha tenuto egregiamente a 10 bar con prova di tenuta con millebolle. Il patentino è ora alle poste direzione Parigi-uffici UNEP. PRECICAST sa Canacci Roberto Novazzano Svizzera SCAD COOP. Fersini Davide Masciago PROGIMPIANTI srl Munoz Mora Cristian Ronald Milano SCORTEGAGNA JMMY Carate B.za PUNTO SERVICE scarl Bruognolo Paolo Caresanablot QUELCHEVISERVE sas Lamberti Marco Milano SABBATINO LUCA Paullo TACCA ARANA OSCAR San Donato M.se TERMOIMPIANTI srl Abd El Masih Makram Fekry Labib Milano TURRO ASSISTENZA DI LONGOBARDO Longobardo Fabio Milano VERECOND srl Luccarelli Maurizio Usmate Velate CORSI AD AGLIANA 2M TEKNOIMPIANTI srl De Gennaro Giuseppe Giuffrida Antonino Arezzo AGUIARI ALESSANDRO Firenze BANDINELLI CLAUDIO Montale NARDINI CLIMA Nardini Marco Empoli NEW CHEF SERVICE srl Galligani Riccardo S.P. Palazzi Cecina PAMGEL srl Ceresini Lorenzo Morini Francesco Stiava - Massa Rosa ROMAGNOLI GUGLIELMO Firenze SANITEL srl Freschi Filippo Firenze SOS HOUSE MULTISERVICE Manfredi Andrea Firenze Svolgimento, nel nuovissimo laboratorio del Centro Studi Galileo a Casale Monferrato, dell’esame teorico: 30 domande, con 18 risposte corrette si supera la prova e si accede alla prova pratica. La media ponderata teoria-pratica deve però essere 70% del punteggio totale. 15 De Benedetto Giovanni Di Maio Gennaro Fratangeli Claudio Mariani Elio Mattia Gianluca Pantaleo Uccio Andreas Sapio Cataldo Somma Andrea Ciampino AL SYSTEM snc DI ALFIERI & SPINATO Da Re Oscar Vittorio Veneto ARTE E CAFFÈ DI MARRONE Marrone Luciano Roma BANZI IVANO Roma Nella foto il candidato come da regolamento 1516/2007 svolge il controllo delle perdite su impianto. Questa operazione è obbligatoria e deve essere svolta con periodicità minima di 1 anno (a seconda della quantità ivi contenuta) da un tecnico che possiede il Patentino Italiano Frigoristi PIF. Dapprima devono essere verificate le giunzioni meccaniche sul lato di alta pressione, quindi le brasature e per ultimo le parti in bassa pressione. Le vibrazioni sono spesso causa di perdite dei refrigeranti, emissioni dannose per il problema dell’effetto serra. VESPUCCI SAMUEL La Spezia SAVINI ALESSANDRO Fidenza VILLANELLI RICCARDO Campi Bisenzio SOGEDI srl Piccolo Massimo Mirandola CORSI A BOLOGNA BIANCHI REMO Monte San Pietro TECOS ITALIA srl Agresti Stefano Ferrari Roberto Frignani Pellegrino Traversetolo CHIACCHIERINI PAOLO Cupra Marittima TROMBINI ALFREDO Bosco COOPSERVICE scpa Corbelli Alessandro Reggio Emilia BARAKAT AHMED Roma BOMBARDIER TRANSP. Del Sureto Fabrizio Fiumicino BORRIELLO CHRISTIAN Roma CORSI A ROMA CAVALIERE ELETTRODOMESTICI Cavaliere Angelo Monopoli ADENLE SAMSON OLUSOLA San Sebastiano al Vesuvio CHIACCHIERINI PAOLO Cupra Marittima AERONAUTICA MIL. 2° REP. GENIO AM Bultrini Francesco Ciavattone Donato CIANFAGLIONI srl Fasciani Emiliano Ciampino COOPSERVICE scpa Battistini Mauro Gualano Giacomo Reggio Emilia ELECTRO SYSTEM Balboni Vladimiro San Pietro in Casale KOFFI EDOUKOU ROGER Noceto IDEL IMPIANTI Salvatori Roberto Palagano MANTOVANI MASSIMO Ferrara MARTINELLI RAFFAELE snc Sangiorgi Marco Altedo di Malalbergo PENTA BEVANDE srl Menozzi Stefano Castelfranco Emilia SAMA DI MARCHI SERGIO Marchi Sergio Calderara di Reno 16 Un allievo sostiene la prova pratica con l’esaminatore CSG Alfredo Marrocchelli durante una delle diverse sessioni consecutive svolte a Napoli presso la RAIME, sede esami CSG, alle quali hanno partecipato circa 50 tecnici del freddo partenopei che, tra i primi in Italia, hanno ottenuto la Certificazione Patentino Italiano Frigoristi PIF. Appena uscirà il registro potranno iscriversi direttamente allo stesso, evitando lungaggini burocratiche o di dover attendere per mancanza di posti agli esami. DEL MANSO MANUEL Albano GRIMANI GIORGIO Magliano Sabina DELTAPRO srl Mazzanti Fabrizio Roma GUZZO PASQUALE Roma DG SERVICE DI GIROLAMETTO Girolametto Diego Riese Pio X DI IORIO ROBERTO GIORGIO Pontedera DI LORENZO ALESSIO Roma ECOFRIGORIFERI DI LA PERNA Morellato David Civitavecchia ELETTROSTART srl Colonna Roberto Patrica ELETTROTECNICA LOMBARDO Lombardo Daniel Passoscuro FAO Crispiciani Mario Picchi Massimo Trinca Alessandro Roma GALLENZI DAMIANO Genzano di Roma GESERIND srl Severin Andrea Borgo San Michele H2O srl Galbiati Damiano Roma IBS MANUTENZIONI DI GAMBRIOLI Gambrioli Enrico Frascati IM IMPIANTI DI IANNIELLO Ianniello Mario Casagiove JOHNSON CONTROLS srl Alussi Simone Gissi Alessandro Inghes Mauro Lattanzi Claudio Mazzanti Guido Sforzini Marco Roma Morena MD TECH srl Di Ianni Ettore Orvieto MINISTERO DIFESA - UTTAT Di Fazio Luigi Nettuno MM IMPIANTI srl Merra Sergio Roma RST DI ROSSATO Rossato Roberto San Polo dei Cavalieri RUGGIERO LUIGI Anacapri Esame Patentino Frigoristi svolto a Bolzano con l’Associazione LVH/APA dei frigoristi altoatesini. La fase di brasatura consiste nella realizzazione delle cartelle con l’apposita utensileria, del bicchierino con l’allargatubi e nella realizzazione di una saldatura verificando quindi con un test di pressione di azoto la tenuta in tutte le sue parti della tubazione realizzata. SB SERVICE DI STEFANO BIANCINI Biancini Stefano Roma SIRTI spa Richichi Raffaele Milano STEA srl Florea Costica Firenze TECHNE spa Mariam Bocu Nicosur Pascarella Pietro Vincenzo Pulcini Alessandro Albino TECHNO SKY srl Martines Giuseppe Roma TECNOSYSTEM 3 snc Maciejewski Jacek Waclaw Roma TEKNOSERVIZI srl Ussi Leonardo Ospedaletto L’allievo è intento, durante la prova pratica dell’esame PIF, a verificare le temperature, pressioni, correnti assorbite, sottoraffreddamento, surriscaldamento su un impianto didattico appositamente costruito per tale prova. L’esame si è svolto presso la sede esami CSG di Motta di Livenza presso l’Elettronica Veneta. Il CSG dispone di 12 sedi esami in ogni zona del territorio italiano, isole comprese. TERMOCLIMA SERVICE srl Raponi Luigi Patrica ZIRPOLO TERMOIDRAULICA Zirpolo Angelo Montefalcione 17 CORSI A MOTTA DI LIVENZA 40° SOTTOZERO DI QUARANTA Quaranta Giorgio Quaranta Manrico Bagnatica BONALDO & C. GRANDI IMPIANTI srl Harbas Salem Treviso ERRETIESSE srl De Bon Maurizio Mareno di Piave GRANZOTTO srl Piccoli Fabio Susegana GROSSELE AGOSTINO Cartigliano HOFER GROUP srl Gafriller Markus Kusstatscher Walter S. Cristina HOLLY’S COFFEE DI MIAH WALI MD Miah Wali Md Montecchio Maggiore TECNICOLD DI STEVANIN snc Stevanin Fabio Marostica Prova di Carica, vuoto e recupero del refrigerante fluorurato, vero problema e motivo del patentino. Infatti il corretto uso di questi gas, al fine di evitare che influiscano sull’ambiente, aumentando il riscaldamento globale della terra, è la ragione dell’esistenza del patentino. Inoltre il tecnico deve verificare che l’impianto, per lo stesso problema, funzioni in condizioni ottimali dal punto di vista energetico. CORSI A BARI COMITEC DI PETRUZZELLA Petruzzella Corrado Molfetta CRIOTECNICA Mastrodomenico Arcangelo Laterza FRIGOKLIMA DI SCISCIO Sciscio Michele Laterza GENTILE RUGGIERO Barletta GRAPS VINCENZO Taranto LACATENA FRANCESCO Alberobello LOGLISCI SIMONE Gravina In Puglia PICCINNI MARCO Modugno SANTERAMO VINCENZO Barletta Il Patentino Italiano Frigoristi PIF vale in tutti i Paesi dell’Europa a 27 indistintamente. Per cui un tecnico che ora prende questa qualifica professionale può andare a lavorare in qualsiasi Stato membro. Nella foto: fase del patentino europeo frigoristi con Gaviati che esamina i candidati. Controlla lo svolgimento dell’esame l’ispettore inglese Kelvin Kelly di Business Edge Ltd, WaterlooVille, Portsmouth UK. 18 SIRAM spa Baldassarre Simone Campagna Paolo Colabufo Michele Lazzaro Orazio Loiacono Vito Morrone Maurizio Pignatelli Ignazio Antonio Milano SPINEL CAFFè srl Sambati Andrea Elvis Parabita VITULLI SIMEONE Grumo Appula WIRELESS COMPUTER Catalano Pasquale Minervino Murge CORSI A NAPOLI ALFATERMO snc Senatore Salvatore Nocera Inferiore ARTEMA srl Buccino Pasquale Nocera Inf. CENTRO STUDI SOCRATE Vettura Luigi Formia CISAP srl Pirozzi Giovanni Vollero Gianluca Pomigliano D’Arco COPPOLA RENATO Avellino FINTECNO srl Romano Gaetano Napoli GRIECO PASQUALE Grieco Pasquale Santaniello Salvatore Napoli GRILLO VINCENZO Torre del Greco LUPIANO ALESSANDRO Battipaglia M2M ENGINEERING sas Bellofatto Michele Grazzanise MANUTENCOOP F.M. Brienza Antonio Montone Antonio D’Alessio Catello De Masi Ciro Quintavalle Gennaro Pozzuoli MEGARIDE ELETTROCLIMA srl Savastano Francesco Napoli NUOVA FRIGO TECNICA VOCCIA Voccia Claudio Michele Scafati PADUANO GIOVANNI Torre del Greco ROVI srl Vitale Rocco Grottaminarda RUBINO sas Rubino Michele Montesano sulla Marcellana SA&RO sas Corradini Salvatore Marcianise SPARTACO RAFFAELE Ariano Irpino SPEZZAFERRO IMP. TECNOLOGICA Spezzaferro Elio Pozzuoli TERMEDIL srl Angri Sabato Beneduce Donato Tito Ugo Napoli ZUNNO ARREDAMENTI Mancino Mirco Capaccio CORSO AD HOC PRESSO TESTO spa DI SETTIMO MILANESE AURELIO CARMINATI ACQUA CLIMA GAS Carminati Aurelio BAGGIO ROMERO CABERLOTTO TECNOIMPIANTI Caberlotto Marco Quaggia Mattia DI GREGORIO DOMENICO Di Gregorio Domenico Di Gregorio Marco Piccino Christian EMMECI SERVICES Colombo Maurizio EURO IMPIANTI Ruo Giovanni GRANILI STEFANO LP IMPIANTI srl Longo Harry MGM DI MACRINI Macrini Giovanni MANUTECK srl Mariani Michele PAPAVERO Papavero Andrea RISI LUIGI Risi Elia CORSO AD HOC PRESSO ABI DI BRESCIA STEMA IMPIANTI srl Bosani Stefano BCE DI BETTARIGA FELICE Bettariga Felice VELASCO ROBERTO IMPIANTI Velasco Roberto BONOMI GIOVANNI Bonomi Giuliano CORSI AD HOC PER SIRAM spa A MILANO, NAPOLI E PADOVA Abdullahi Hussein Mahad Addezio Gennaro Barrasso Giuseppe Bastianello Michele Bertino Luigi Bertoldi Massimiliano Berton Mauro Borzelli Antonio Brocchieri Davide Cerillo Michele Chinellato Roberto Ciccarelli Luigi Condemi Antonio Cuzzit Giovanni De Simone Raffaele Di Chiara Daniele Di Napoli Gaetano Donda Francesco Esposito Vincenzo Ferrero Alessandro Figoni Mirko Filippig Sergio Formicola Antonio Gambaro Manuel Golin Oscar Grosso Gianfranco Iacuzzo Sergio Laudani Luca Liguori Domenico Losso Fabio Lucchini Attilio Masiello Raffaele Meles Raffaele Neri Salvatore Padovan Marco Pagano Fabio Palomba Salvatore Pisano Giovanni Piscopo Gennaro Poncina Sandro Romano Domenico Salvati Pietro Sannino Raffaele Schioppa Ciro Sfolciaghi Rolando Sgobbo Maurizio Stingone Raffaele Stombellini Ennio Stombellini Stefano Taccogna Aniello Tagliavini Roberto Tomasello Angelo Mario Troia Giacomo Verdi Giovan Battista Voltolina Lorenzo Zago Luigi ELETTROIMPIANTI MARCHINA snc Marchina Angelo ELETTROTERMICA TREBESCHI srl Zerbini Simone GARDA CALOR DI FLORIOLI & C. snc Corani Piergiacomo IDRATERM snc Bontempi Yury Casula Piermario Pedroni Alessandro IDRAULICA COMAI snc Comai Giorgio IDRAULICA F.LLI DELLEDONNE Delledonne Roberto IDRAULICA FRATELLI RAMPINI snc Rampini Maurizio IDRAULICAMENTE srl Tognoli Roberto IDROSERVICE DI FERRARI & BRUNELLI Maggioni Andrea IEMEGI DI MERITI GIOVANNI Meriti Giovanni OPI IMPIANTI IDRAULICI DI ORITI NIOSI Oriti Niosi Giuseppe RIGEL SNC DI SUGHI & C. Sughi Franco SALETTI GIUSEPPE Saletti Giuseppe SOLAZZI UGO & C. snc Cucco Eduardo TA IMPIANTI IDRAULICI srl Turla Roberto TOBANELLI GIANCARLO Tobanelli Alessio 19 Industrie che collaborano alla attività della rivista mensile Industria & Formazione divise per ordine categorico Per ogni informazione gli abbonati possono rivolgersi a nome di Industria & Formazione ai dirigenti evidenziati nelle Industrie sottoelencate, oppure alla segreteria generale tel. 0142 / 452403 SCONTI PER GLI ISCRITTI ALLʼASSOCIAZIONE DEI TECNICI ITALIANI DEL FREDDO-ATF PRODUZIONE COMPONENTI BITZER ITALIA compressori Pietro Trevisan 36100 Vicenza Tel. 0444/962020 www.bitzer.it CASTEL valvole, filtri, rubinetti, spie del liquido Adalberto Salina 20060 Pessano c/Bornago Tel. 02/957021 - 2153828 www.castel.it DANFOSS compressori, filtri, spie del liquido, valvole Massimo Alotto 10137 Torino Tel. 011/3000511 www.danfoss.com DATCOR controlli di livello, valvole a solenoide, valvole di non ritorno, valvole pulsanti Angelo Richelli 20132 Milano Tel. 02/26142097 www.datcor.net FRIGOR GAS ricambi, riparazione e revisione compressori Alessandro Trezzi 20091 Bresso Tel. 02/6100048 www.frigorgas.com MARIEL fluidi refrigeranti, attrezzatura, carica e vuoto Luciano Faccin 28013 Gattico Tel. 0322/838319 www.mariel.it RIVACOLD gruppi frigoriferi preassemblati Giorgio Signoretti 61020 Montecchio Tel. 0721/919911 www.rivacold.com SICCOM ITALIA produttori pompe scarico condensa Roberto Galvani 21047 Saronno Tel. 02/96706890 www.siccom.com TERMORAMA componenti e compressori Vittorio Massariello 20098 San Giuliano Milanese Tel. 02/9881005 www.termorama.com DENA TESTO DORIN apparecchi di controllo, sicurezza e regolazione Fabio Mastromatteo 20019 Settimo Milanese Tel. 02/335191 www.testo.it accumulatori di liquido, filtri Franco Deambrosis 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/454007 www.dena.it compressori Giovanni Dorin 50061 Compiobbi Tel. 055/623211 www.dorin.com EMBRACO EUROPE compressori ermetici Marek Zgliczynski 10023 Chieri Tel. 011/9405625 www.embraco.com EMERSON CLIMATE TECHNOLOGIES compressori, componenti Floriano Servizi 21047 Saronno Tel. 02/961781 www.ecopeland.com 20 VULKAN ITALIA cercafughe, connessioni tubi, giunti lokring Massimo Grassi 15067 Novi Ligure Tel. 0143/310265 www.vulkan.com WIGAM componenti, gruppi manometrici, pompe vuoto, stazioni di ricarica, lavaggio Gastone Vangelisti 52018 Castel San Niccolò Tel. 0575/5011 www.wigam.com RIVENDITORI COMPONENTI CENTRO COTER unità condensanti, aeroevaporatori, accessori Nicola Troilo 70032 Bitonto Tel. 080/3752657 www.centrocoter.it ECR ITALY compressori, controlli, gas refrigeranti chimici Marco Curato 20128 Milano Tel.02/25200879 www.ecritaly.it ELVE revisione compressori frigoriferi Franco Boraso 30020 Fossalta di Piave Tel. 0421/679944 www.elve.it FRIGO PENTA accessori per refrigerazione e condizionamento Giuseppe Sciarretta 09030 Elmas Tel. 070/241160 FRIGOPLANNING ventilatori, frigoriferi industriali e componenti Antonio Gambardella 83100 Avellino Tel. 0825/780955 www.frigoplanning.com KLIMAX SYSTEM compressori, accessori, strumenti di misura, condizionatori Vittorino Pigozzi 20032 Cormano Tel . 02/66304888 www.klimaxsystem.it LF RICAMBI ricambi per refrigerazione commerciale e cucine professionali Michele Magnani 47522 Cesena Tel. 0547/341111 www.lfricambi724.it MORELLI accessori per refrigerazione e condizionamento, compressori, condensatori, evaporatori Fausto Morelli 50127 Firenze Tel. 055/351542 www.morellispa.it NEW COLD SYSTEM componentistica per refrigerazione e condizionamento Madi Sakande 40131 Bologna Tel. 051/6347360 www.coldsystem.it RCP parti di ricambio per compressori frigoriferi Armando Cannas 00040 Cecchina di Albano Laziale Tel. 06/9341097 www.rcpsrl.com RECO componenti e impianti per la refrigerazione e il condizionamento Stefano Natale 70123 Bari Tel. 080/5347627 www.re-co.it RECOM compressori avvolgimenti frigoriferi Emiliano Diana 20068 Peschiera Borromeo Tel. 02/55302288 www.recomsas.com VIOLA componenti per refrigerazione e condizionamento, saldatura, impianti Vittorio Chinni 70123 Bari Tel. 080/5050888 UNICOMP componenti e accessori per refrigerazione e condizionamento Armando Cannas 00041 Albano Laziale Tel. 06/9344411 www.unicompsrl.com REFRIGERAZIONE COMMERCIALE FRAMEC armadi e banchi frigoriferi, trasporti refrigerati, armadi frigoriferi Roberto Bovo 15020 S. Giorgio Monferrato Tel. 0142/478211 www.framec.it MONDIAL GROUP armadi frigoriferi Claudio Fossati 15020 S. Giorgio Monferrato Tel. 0142/478211 www.mondialgroup.it SANDEN VENDO EUROPE distributori automatici Valter Degiovanni 15030 Coniolo Tel. 0142/335153 www.sandenvendo.com FRIGORIFERI SPECIALI ANGELANTONI FRIGORIFERI camere climatiche, criogenia, tecnologie avanzate Cesare Angelantoni 20126 Milano Tel. 02/2551941 www.angelantoni.it PRODOTTI CHIMICI N.C.R. BIOCHEMICAL tecnologie chimiche per la refrigerazione Marco Novi 40050 Castello dʼArgile Tel. 051/6869611 www.ncr-biochemical.it STUDIO BORRI ROBERTO prodotti chimici, torri raffreddamento 10096 Collegno Tel. 011/4056337 SALDATURA BRASOTEK saldatura Raffaele Presutto 71016 San Severo Tel. 0882/223726 www.brasotek.com ITALBRAS saldatura e brasatura Nicola Bordin 36100 Vicenza Tel. 0444/347569 www.italbras.com RIV.O.GAS. gas refrigeranti chimici Paolo Secco 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/452202 www.rivogas.it SALDOGAS gas e componenti per la saldatura Antonio Marotta 80146 Napoli Tel. 081/2280111 www.saldogas.it OXYWELD saldatura e brasatura Diego Andreetta 33077 Sacile Tel. 0434/737001 www.oweld.com DANFOSS CELLE FRIGORIFERE ARREDAMENTI FRIGORBOX celle e magazzini frigoriferi, pannelli isolanti Contardo Fantini 42019 Scandiano Tel. 0522/983565 www.frigorbox.it REFRIGITAL indumenti e accessori per il freddo Andrea Taccone 17100 Savona Tel. 019/802426 www.refrigital.it SPERANZA FRANCESCO accessori per la refrigerazione e condizionamento 89029 Taurianova Tel. 0966/645463 CAMION FRIGORIFERI COLD CAR trasporti refrigerati Giuseppe Morano 15040 Occimiano Tel. 0142/400611 www.coldcar.it FLUIDI FRIGORIGENI HONEYWELL FLUORINE gas espandenti, gas refrigeranti chimici Giancarlo Matteo 20020 Lainate Tel. 02/892589600 www.honeywell.com RIVOIRA fluidi secondari monofasici, gas refrigeranti chimici Ennio Campagna Alessandro Borri 20157 Milano Tel. 02/35793309 www.rivoiragas.com SOLVAY FLUOR ITALIA gas refrigeranti chimici Alberto Nicoletti 20146 Milano Tel. 02/29092284 www.solvay.it REGOLAZIONE CAREL regolazione elettronica, sistemi di supervisione Laura Galvani 35020 Brugine Tel. 049/9716611 www.carel.it compressori, filtri, spie del liquido, valvole Massimo Alotto 10137 Torino Tel. 011/3000511 www.danfoss.com ECONORMA regolatori di temperatura e umidità Mario Mattiuzzi 31020 San Vendemiano Tel. 0438/409049 www.econorma.com TESTO apparecchi di controllo, sicurezza e regolazione Fabio Mastromatteo 20019 Settimo Milanese Tel. 02/335191 www.testo.it ENERGIE RINNOVABILI CLER ENERGIE ALTERNATIVE installazione solare fotovoltaico Giovanni Filippi 15033 Casale Monferrato Tel. 0142/454216 www.clersrl.it GMP ENGINEERING impianti solari termici Giuseppe Pullini 20093 Cologno M.se Tel. 02/25410672 www.gmpengineering.it ROBUR tecnologie avanzate per la climatizzazione a metano Ferruccio De Paoli 24040 Verdellino Tel. 035/888111 www.robur.it TSE ACCOMANDITA impianti solari termici Claudio Minelli 43039 Salsomaggiore Terme Tel. 0524/523668 www.accomandita.com ARIA CONDIZIONATA ARGOCLIMA impianti condizionamento, split, multisplit, VRF, pompe di calore Domenico Zanchetta 21013 Gallarate Tel. 0331/755111 www.argoclima.com DAIKIN AIR CONDITIONING ITALY aria condizionata, vendita condizionatori Stefano Germagnoli 20097 S. Donato M.se Tel. 02/516191 www.daikin.com RECIR riscaldamento e condizionamento Giovanni Migliori 00159 Roma Tel. 06/43534503 TERMOIDRAULICA AGOSTINI accessori condizionamento Fabrizio Agostini 00178 Roma Tel. 06/7183958 www.t-agostini.com TORRI DI RAFFREDDAMENTO E CONDENSATORI EVAPORATIVI BALTICARE torri di raffreddamento, condensatori, assistenza termoecologica Massimo Moltoni 20052 Monza Tel. 039/747582 www.balticare.it MITA torri di raffreddamento Tommaso Fontana 27010 Siziano Tel. 0382/67599 www.mita-tech.it ENTI CERTIFICATORI BUREAU VERITAS ITALIA ente certificatore Cristina Norcia Massimo Dutto 20126 Milano Tel. 02/27091307-27091230 www.bureauveritas.com/certificazione IMQ - ISTITUTO MARCHIO DI QUALITÀ ente certificatore Vincenzo Aiello 00184 Roma Tel. 06/50991867 www.imq.it SOFTWARE ACCA SOFTWARE software per riscaldamento, condizionamento ed energie rinnovabili Antonio Cianciulli 83048 Montella Tel. 0827/69504 www.acca.it ENERCLIMA software condizionamento, refrigerazione Marcello Collantin 35125 Padova Tel. 049/8829652 21 Sommario Direttore responsabile Enrico Buoni Responsabile di Redazione M.C. Guaschino Comitato scientifico Marco Buoni, Enrico Girola, PierFrancesco Fantoni, Luigi Nano, Alfredo Sacchi Redazione e Amministrazione Centro Studi Galileo srl via Alessandria, 26 15033 Casale Monferrato tel. 0142/452403 fax 0142/525200 Pubblicità tel. 0142/453684 Grafica e impaginazione A.Vi. Casale M. Fotocomposizione e stampa A. Valterza - Casale Monferrato E-mail: [email protected] Tecnici specializzati negli ultimi corsi del Centro Studi Galileo 13 Industrie che collaborano all’attività della rivista mensile Industria&Formazione divise in ordine categorico 20 Editoriale La nuova regolamentazione europea Patentini PIF e PEF M. Buoni – Vice Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association – AREA e Segretario Associazione dei Tecnici Italiani del Freddo – ATF La riduzione graduale del consumo di HFC nell’UE: valutazione delle implicazioni per il settore RAC A. Voigt – Presidente EPEE European Partnership for Energy and the Environment I refrigeranti naturali M. Chasserot – Shecco 29 Compressori con ciclo transcritico a CO2 - Introduzione – Il sistema – Risultati – Conclusioni – Il primo riscaldatore d’acqua a CO2 su misura per i bisogni europei – Introduzione – Il sistema – Risultati – Osservazioni della campagna di test sul campo – Soddisfazione degli utenti finali – Sistema davvero ecologico – produzione locale – Riassunto. Refrigerazione commerciale: quale refrigerante-tecnologia emergerà? E. Winandy, G. Hundy – Emerson Climate Technologies, Belgium www.EUenergycentre.org per l’attività in U.K. e India Introduzione – Tipologie di sistemi – Condizioni al contorno e caratteristiche del sistema – Casi analizzati – Comparazione del consumo di energia – Costi di investimento – Conclusioni. www.associazioneATF.org per l’attività dell’Associazione dei Tecnici del Freddo (ATF) Principi di base del condizionamento dell’aria Corrispondente in Francia: CVC La rivista viene inviata a: 1) installatori, manutentori, riparatori, produttori e progettisti di: A) impianti frigoriferi industriali, commerciali e domestici; B) impianti di condizionamento e pompe di calore. 2) Utilizzatori, produttori e rivenditori di componenti per la refrigerazione. 3) Produttori e concessionari di gelati e surgelati. N. 364 - Periodico mensile - Autorizzazione del Tribunale di Casale M. n. 123 del 13.6.1977 - Spedizione in a. p. - 70% Filiale di Alessandria - Abbonamento annuo (10 numeri) € 36,00 da versare sul ccp 10763159 intestato a Industria & Formazione. Estero € 91,00 - una copia € 3,60 arretrati € 5,00. 52 25 Consumo e domanda – La necessità di una riduzione graduale precoce dell’HFC 404A – Uso di refrigeranti leggermente infiammabili – Risultati per i 7 principali settori di mercato – Conclusioni dello studio. www.centrogalileo.it continuamente aggiornato Corrispondente in Argentina: La Tecnica del Frio 23 32 38 Funzionamento delle pompe di calore geotermiche con basse temperature del sottosuolo P.F. Fantoni – 139ª lezione Introduzione – Il problema dei congelamenti dello scambiatore freddo – Analisi delle temperature di lavoro – Temperature del sottosuolo. 41 Refrigeranti alternativi E. Campagna – Rivoira Glicole etilenico e propilenico – Idrocarburi per refrigerazione – Altri gas “non fluorurati” – Solvostar: il fluido ideale per la pulizia degli impianti frigoriferi 44 Consigli pratici per valvole termostatiche M. Della Ragione – Danfoss Introduzione – Surriscaldamento – Sottoraffreddamento – Equalizzazione della pressione esterna – Cariche – Scelta della valvola di espansione termostatica – Identificazione – Installazione – Taratura – Valore – Cambiamento dell’insieme orificio. Accorgimenti per limitare le fughe di refrigerante dal circuito frigorifero: prevenire è meglio che curare P.F. Fantoni – 159ª lezione 48 Introduzione – Quando l’impianto funziona scarico – Obbligatorietà dei controlli – Ogni fuga di gas è un danno per l’ambiente – Altri danni – Cosa fare per evitare le perdite di refrigerante. Glossario dei termini della refrigerazione e del condizionamento 50 (Parte centoventitreesima) – A cura di P. Fantoni Aggiungi agli amici “Centro Studi Galileo” su Facebook Diventa follower di “Centro Studi Galileo” su Twitter Cerca i video di “Centro Studi Galileo” su YouTube Editoriale: il Patentino Frigoristi CSG è diventato un modello mondiale La nuova regolamentazione europea Patentini PIF e PEF Metti in mano all’istituto di formazione N° 1 in Italia e all’Estero la tua formazione e la tua certificazione per la tua Qualifica Patentino Italiano Frigoristi. Il tuo lavoro è importante! MARCO BUONI Vice-Presidente Air Conditioning and Refrigeration European Association - AREA Segretario Generale Associazione deiTecnici italiani del Freddo - ATFCoordinatore pratico dei corsi nazionali del Centro Studi Galileo L’uscita della proposta di revisione della regolamentazione europea 842/06 è alle nostre spalle ed è stata dibattuta ampiamente negli ultimi due numeri della rivista per il tecnico del freddo e del condizionamento Industria&Formazione. La proposta, passata la fase tecnica della Commissione Europea in cui è stata formulata (da noi seguita negli ultimi 4 anni), giungerà alla fase politica di dibattimento nelle aule del Parlamento e del Consiglio Europeo. Ora restano i numerosi pareri a favore o contro tale proposta; nell’anno lavorativo che ci apprestiamo ad incominciare saranno argomenti di fondamentale importanza che entreranno prepotentemente nelle abitudini lavorative di tutti i Tecnici del Freddo italiani ed europei a partire dal 2014. Alcuni aspetti verranno probabilmente modificati o integrati, rispetto alla attuale normativa sull’uso dei gas refrigeranti fluorurati, tra i quali: – L’obbligo di usare altri gas refrigeranti, eliminandone o sostituendone alcuni con alternative (ad esempio R404 e R507). – L’estensione del nostro patentino appena conseguito anche ai gas refrigeranti naturali ammoniaca, idrocarburi e anidride carbonica. – L’effettuazione del controllo delle perdite su un numero maggiore di impianti, diminuendo la quantità di refrigerante per cui questa operazione diventa obbligatoria, estendendola anche ai camion. – L’abolizione della precarica di refrigerante negli impianti split. L’Europa parla di futuro ma in Italia dobbiamo ancora adeguarci al presente. Ancora molti tecnici non sanno che: – Per tutti gli impianti con più di 3 kg bisogna compilare il registro dell’apparecchiatura. – Tutti gli impianti con più di 3 kg devono essere ispezionati almeno una volta all’anno, con trascrizione dei risultati sul registro. – Gli impianti possono essere ispezionati, installati, manutenuti e riparati solo da personale e aziende in possesso della relativa certificazione, il Patentino Italiano Frigoristi PIF. Il responsabile del registro, ovvero il responsabile dell’Ente che ha in gestione da parte del Ministero dell’Ambiente per conto delle Camere di Commercio il registro e che deve occuparsi del suo corretto funzionamento e implementazione, Marco Botteri di EcoCerved al recente convegno svolto il 30 novembre per spiegare e chiarire lo stato dell’arte, in materia di certificazione, ha affermato che le persone/aziende che già ora si adeguano e ottengono il patentino avranno un vantaggio competitivo in quanto rientreranno per primi nei termini di legge; infatti da quando la notizia dell’attivazione del registro telematico sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana ci saranno solo 2 mesi di tempo per ottenere la certificazione e l’iscrizione a tale albo, estendibile di altri 6 mesi se si comprova la pluriennale esperienza dell’ operatore nel settore. Già oggi sono molte le aziende di refrigerazione, condizionamento e pompe di calore che richiedono il possesso del patentino, come si può anche vedere sul sito ufficiale www.centrogalileo.it nella pagina “Richieste Assunzioni”. Per quanto riguarda gli appalti, inoltre, la richiesta di tale certificazione da parte degli enti pubblici quali scuole, ospedali, comuni, enti partecipati sarà inevitabile e quindi sarà pure inevitabile la corsa di tutti gli operatori verso l’ottenimento del Patentino Italiano Frigoristi PIF, con il rischio che ciò potrà accadere in un momento dell’anno poco adatto a “pause formative” rispetto alle esigenze di mercato di chi lavora nel condizionamento, dettate dal clima e dalle temperature. Da oltre 2 anni, il CSG dà la possibilità di ottenere il PIF (prima il PEF) realizzando in ogni regione italiana l’esaminazione, avvalendosi di esaminatori altamente qualificati e docenti che forniscono una preparazione ottimale ai candidati, spiegando compiutamente ogni argomento e fornendo quindi gli elementi necessari per superare egregiamente l’esame sia nella sua fase teorica sia nella fase pratica. La grandissima esperienza di formazione in questo settore, che contraddistingue il Centro Studi Galileo come istituto di formazione primo in Italia fin dal 1975 ed ora punto di riferimento anche delle Nazioni Unite, permette di superare tale sfida che il candidato può affrontare in maniera serena e ricco di informazioni che solo la competenza di un ente con così grande esperienza può trasmettere. 23 Scegliendo infatti l’istituto numero uno in Italia il candidato ha la possibilità di rapportarsi con docenti, esaminatori e assistenti che svolgono tali attività con il Centro Studi Galileo da oltre 20 anni (alcuni quasi 30) come: Giuseppe Bisagno, Fabio Braidotti, Donato Caricasole, Marcello Collantin, Gianfranco Cattabriga, PierFrancesco Fantoni, Ennio Gricini.. Questa profonda competenza viene trasmessa a ciascun candidato per permettergli di passare positivamente questa prova, indispensabile per la continuazione della propria carriera lavorativa da Tecnico che installa, ripara, fa manutenzione, assistenza, controllo perdite, recupero di refrigerante sugli impianti di refrigerazione, condizionamento e pompe di calore. Le 2 giornate di preparazione all’esame, anche queste condotte dai più importanti esperti e docenti a livello nazionale (che a loro volta sono esperti anche di fama internazionale), sono molto importanti perché danno all’allievo un inquadramento generale rispetto all’esame che affronterà il 3° giorno. Nella prima giornata, infatti, viene presentata tutta la teoria che è alla base delle domande dell’esame teorico, trattando in particolare: unità di misura, (divise tra fondamentali e derivate), conversioni tra unità, diagramma entalpico del refrigerante (definendo pressioni e temperature nelle varie fasi dell’impianto quali compressione, condensazione, espansione, evaporazione, calcolando sottoraffreddamento e surriscaldamento) e tutte le normative di riferimento che su questo patentino si basano per permettere al tecnico di svolgere le operazioni tipiche del suo lavoro. La seconda giornata si svolgerà sugli stessi impianti che verranno utilizzati per esaminare i candidati nelle operazioni pratiche tipiche del lavoro del frigorista e cioè: si effettueranno, su impianto didattico, le operazioni di controllo delle temperature-pressioni con verifica e report sul funzionamento dell’impianto, fasi di recupero, carica, vuoto, controllo perdite, messa in pressione. Su apposito scheletro, infine, verrà costruita una tubazione con cartelle, bicchierino, brasatura in ambiente in presenza di azoto, pressatura con azoto e verifica della tenu- 24 ta della tubazione così costruita dal tecnico come da competenza 10 della regolamentazione 303 sul Patentino Frigoristi. Il candidato che risponde correttamente al 60% delle domande e che supera il 60% delle operazioni pratiche svolte con buona manualità, avendo una media ponderata su entrambe le prove di almeno il 70% supera correttamente la prova del Patentino Italiano Frigoristi e potrà svolgere quindi tutte le opera- zioni tipiche del frigorista. L’iscrizione al registro nazionale avverrà automaticamente da parte dell’Ente di certificazione. Alla data di stesura di questo articolo il CSG ha già patentato in tutta Italia con schema di certificazione italiano PIF oltre 300 Tecnici del Freddo che all’uscita del registro potranno subito operare sugli impianti, primi fra tutti, avendo già adempiuto a tutte le procedure del caso. IL CSG N° 1 NEI PATENTINI IL CENTRO STUDI GALILEO IN COLLABORAZIONE CON EUROPEAN ENERGY CENTRE - UK, ASSOCIAZIONE TECNICI DEL FREDDO, UNITED NATIONS ENVIRONMENT PROGRAMME E NEI CONVEGNI PURE CON L’INTERNATIONAL INSTITUTE OF REFRIGERATION E LE MAGGIORI ASSOCIAZIONI ED ENTI MONDIALI HA DIMOSTRATO DI ESSERE IL N° 1 NELLE CERTIFICAZIONI/PATENTINI IN ITALIA E ALL’ESTERO. Già quasi quarant’anni fa, quando è iniziata l’attività del CSG, con i suoi corsi e convegni di formazione e informazione, il Centro Studi Galileo era il n°1 in Italia nella refrigerazione e aria condizionata. Da allora già negli anni ’70 - ’80 con le sue migliaia di corsi e centinaia di convegni con tutte le maggiori industrie, enti pubblici e privati il CSG ha portato avanti un’iniziativa capillare didattica unica (abbiamo un grosso volume di documenti, provenienti dai media, che hanno capillarmente seguito passo passo lo svolgimento di tutta l’attività di questi primi decenni). Ora, per rispondere in modo ottimale alle richieste di un mercato e di una società sempre più globali, le nostre certificazioni (patentini), provviste di valore legale a livello sia italiano sia europeo, consentono di ottemperare agli obblighi di legge, e sono anche conseguibili dai privati, al fine di proporsi sul mercato del lavoro in maniera più appetibile. In conclusione al fine di ottimizzare più di qualunque altra organizzazione italiana ed estera la formazione per i frigoristi, il CSG ha impostato una completa procedura organizzativa comprensiva di numerose attività: 1) e-learning, 2) aggiornamento e approfondimento sulle certificazioni e i patentini grazie alla collaborazione con le Nazioni Unite e la Commissione europea, 3) collaborazione con molte associazioni estere, per le quali da tempo siamo un modello, 4) informazione/formazione mediante appositi ausilii informatici, 5) informazione/formazione mediante la ns rivista Industria & Formazione, 6) informazione/formazione a livello internazionale grazie alla ns rivista ISI 2012-2013 (International Special Issue), distribuita pure a tutti i Summit dell’ONU e da noi pubblicata in collaborazione appunto con le Nazioni Unite, 7) organizzando a livello formativo ed informativo convegni europei/mondiali sull’argomento, come il XV convegno europeo sulle ultime tecnologie con riferimento ai patentini che si terrà il 7/8 giugno 2013 presso il Politecnico di Milano. VEDERE DOCUMENTAZIONE PER OGNI PUNTO SU WWW.CENTROGALILEO.IT E SUI PRECEDENTI NUMERI DI INDUSTRIA & FORMAZIONE Enrico Buoni Speciale impatto revisione regolamentazione europea sull’industria La riduzione graduale del consumo di HFC nell’UE: valutazione delle implicazioni per il settore RAC ANDREA VOIGT Presidente EPEE European Partnership for Energy and the Environment Consumo e domanda di refrigerante in Europa Domanda e consumo di refrigerante, Mtonnes CO2 21. C'è una differenza tra il consumo di refrigerante nell'UE (definizione del Protocollo di Montreal che esclude l'import / export di apparecchi precaricati) e la domanda nell'UE (che include tali import / export). La differenza sostanziale è legata al mercato dei condizionatori d'aria di dimensioni ridotte, nel quale vi sono livelli significativi di importazioni di prodotti precaricati. La differenza tra previsioni di consumo e di domanda nell'SKM Refrigerants Model è illustrata in Figura ES 5. NB: il riutilizzo del refrigerante recuperato non è incluso nelle definizioni di consumo e domanda, che comprendono solamente l'uso di refrigerante vergine. In questo rapporto, la parola “consumo” si riferisce sempre alla definizione di consumo del Protocollo di Montreal e la parola “domanda” si riferisce sempre a consumo + importazioni di prodotti – esportazioni di prodotti. La necessità di una riduzione graduale precoce dell'HFC 404A 22. L'analisi mostra la relativa importanza dell'HFC 404A in termini di consumo ed emissioni. L'SKM Refrigerants Model mostra che l'HFC 404A costituirà circa il 50% delle emissioni dirette nel periodo compreso tra il 2015 e il 2020, secondo lo Scenario A. 23. Alcuni recenti rapporti, come l'Oko Recherche 2011, l'Erie Armines 2011 e il TEAP 2012 non evidenziano l'importante opportunità rappresentata da una riduzione graduale e precoce dell'HFC 404A. Il TEAP 2012 fa, invece, riferimento a un gruppo singolo di refrigeranti con “GWP medio / alto” che inserisce l'HFC 134a nello stesso gruppo dell'HFC 404A, nonostante i fattori di GWP siano 3 volte maggiori. Questo semplifica troppo la categorizzazione dei refrigeranti e dà a chi detiene il potere decisionale scarsa assistenza circa le migliori opzioni Figura ES 5: Domanda e consumo, Mtonnes CO2 disponibili per la riduzione graduaTutti i settori RAC, Scenario D, EU 27 le dell'HFC. Nessuno dei rapporti summenzionati fa preciso riferimento all'uso precoce di altri refrigeranti con GWP medio per impianti nuovi nel breve termine, né alla possibilità di effettuare un retrofilling con un prodotto alternativo nei sistemi esistenti. EU Domanda EU Consumo 24. Evitare l'uso di refrigeranti con GWP molto alto presenta il vantaggio della riduzione delle emissioni dirette del 50% - 70% (presupponendo percentuali di fuga uguali). Le politiche di riduzione graduale dell'HFC dovrebbero permettere agli utenti finali di comprendere quest'opportunità. Chi decide su tali politiche deve capire che l'uso a 25 breve termine di altri HFC con GWP medio sarà un vantaggio per l'ambiente. Nel periodo che va dal 2013 al 2018, l'uso dell'HFC 404A può essere ridotto sostanzialmente mediante l'uso di prodotti alternativi con GWP medio. Nello stesso periodo, possono essere usati anche refrigeranti con GWP molto bassi, come la CO2, ma solamente in impianti nuovi. 25. L'analisi mostra che una riduzione graduale precoce dell'HFC404A è essenziale per il raggiungimento del target di riduzione graduale del 30% entro il 2020. Uso di refrigeranti leggermente infiammabili 26. Probabilmente l'uso di refrigeranti leggermente infiammabili sarà una strategia importante per ottenere tagli profondi nel consumo di HFC. Refrigeranti come l'HFC 32, gli HFO e le miscele di HFO offrono GWP bassi o molto bassi uniti a una buona prestazione. Tuttavia, è probabile che barriere “istituzionali” legate ai Codici Deontologici e alla normativa nazionale sulla sicurezza ne limiteranno l'uso nel breve termine. Per l'industria RAC è importante facilitare la comprensione dei rischi connessi ai refrigeranti leggermente infiammabili e per le autorità interessate è importante aggiornare gli standard e le norme al fine di consentirne un uso più diffuso. Risultati per i 7 principali settori di mercato RAC 27. La Figura ES 6 mostra la suddivisione nel consumo di refrigerante, misurato in tonnellate di CO2 equivalente, tra i 7 principali settori di mercato RAC. La figura mostra che il mercato maggiore è quello della refrigerazione commerciale, con il suo 40% del consumo totale nel 2010 e 46% nel 2020. Nei seguenti paragrafi sono riassunti i risultati principali per ogni settore di mercato. 28. Il settore della Refrigerazione Domestica rappresenta solamente lo 0,2% del consumo di gas refrigeranti a effetto serra del 2010. Il valore è basso perché (a) il settore fa già un ampio uso di refrigeranti con GWP molto basso (HC) e (b) i livelli di fuga sono molto bassi, quindi il consumo per la manutenzione è minimo. Nel 1990 il settore domestico rappresentava circa il 15% del consumo, a causa dell'uso del CFC 12 che ha un GWP molto elevato. Il settore domestico rappresenta il 10% del consumo totale di elettricità del 2010 nell'industria RAC. Questo dimostra che il settore domestico è molto più ampio di quanto indichino i dati sul consumo di gas refrigeranti a effetto serra nel 2010. Si stima che, in questo settore, il 90% dei nuovi impianti usi già gli HC. Il resto usa l'HFC 134a. È possibile che, nei nuovi impianti, l'R134a possa essere sostituito con HC o con l'HFO 1234yf prima del 2020. 29. Il settore della Refrigerazione Commerciale rappresenta il 40% del consumo di gas refrigeranti a effetto serra del 2010. La maggior parte di questo consumo (85%) è imputabile ai grandi impianti di refrigerazione dei supermercati, che impiegano un refrigerante con GWP elevato, l'HFC 404A, nella maggior parte dei casi. Il resto del consumo si divide tra i piccoli sistemi ermetici e le unità condensanti singole. Le percentuali di fuga sono storicamente elevate nel settore commerciale. Nel settore dei supermercati verranno testate molte nuove tecnologie ed è probabile che, in futuro, verranno ampiamente usati impianti di refrigerazione a CO2. Anche le miscele di HFO e gli HC avranno probabilmente un ruolo importante nel settore commerciale. Il potenziale per la sostituzione (retrofill) dell'HFC 404A con l'HFC 407A o con il 407F nei sistemi esistenti è buono. Questi prodotti alternativi hanno un GWP pari a circa la metà di quello dell'HFC 404A e possono inoltre offrire un miglioramento in termini di efficienza energetica. Consumo di refrigeranti ad effetto serra, Mtonnes CO2 Figura ES 6: Consumo di refrigeranti ad effetto serra, Mtonnes CO2 Tutti i settori della refrigerazione, Scenario A, EU 27 26 7 - Condizionamento auto 6 - Pompe di calore Chillers e Hydronic 5 - Stazioni fisse di aria condizionata, pompe di calore 4 - Refrigerazione industriale 3 - Trasporti refrigerati 2 - Refrigerazione commerciale 1 - Refrigerazione domestica 30. Il settore dei Trasporti refrigerati rappresenta il 2% del consumo di gas refrigeranti a effetto serra del 2010. Questo settore include la refrigerazione usata in furgoni, camion e container. I sistemi attuali fanno un uso significativo del refrigerante ad elevato GWP HFC 404A. In questo settore, il passaggio ai refrigeranti alternativi è stato molto contenuto. Nel breve termine, i refrigeranti con GWP medio, come l'HFC 407A o il 407F, potrebbero essere impiegati al posto dell'HFC 404A. Entro il 2020, le miscele di HFO potrebbero rappresentare l'alternativa economicamente più vantaggiosa. Anche la CO2 potrebbe trovare applicazione in questo settore. 31. Il settore della Refrigerazione Industriale rappresenta il 15% del consumo di gas refrigeranti a effetto serra del 2010. Questo è un settore complesso con un'ampia gamma di requisiti in termini di dimensione dei sistemi e di livello di temperatura. E’ ancora in uso una quantità significativa di HCFC 22 che dovrà essere gradualmente vietato entro la fine del 2014 in base al Regolamento sulla Protezione dello Strato di Ozono. L'ammoniaca è ampiamente usata nei sistemi di grandi dimensioni. Gli HFC vengono usati principalmente in sistemi industriali relativamente piccoli (tra i 20 e i 200 kW). I sistemi attuali che impiegano l'HFC fanno un uso significativo del refrigerante ad elevato GWP HFC 404A. Possono essere adottate varie alternative. L'ammoniaca è adatta ai sistemi di grandi dimensioni e anche la CO2 potrebbe avere un suo ruolo, specialmente se il recupero del calore diventasse un vantaggio secondario, ma utile. Entro il 2020, le miscele di HFO potrebbero rappresentare un'importante alternativa per i sistemi di piccole dimensioni. 32. Il settore del Condizionamento dell'Aria Fisso e delle Pompe di Calore rappresenta il 15% del consumo di gas refrigeranti a effetto serra del 2010. Questo settore, in rapida crescita, include vari tipi di sistemi aria/aria tra cui unità per solo raffreddamento, unità reversibili (che offrono condizionamento dell'aria in estate e pompaggio di calore in inverno) e pompe di calore per solo riscaldamento. Attualmente il refrigerante prescelto per molti sistemi è l'HFC 410A, un refrigerante con GWP medio (2.088). Questo refrigerante offre elevati livelli di efficienza energetica e rende i sistemi più compatti (grazie alla dimensione ridotta del compressore). Nel breve termine, per questo settore non sono disponibili prodotti alternativi ininfiammabili con un'applicazione economicamente vantaggiosa. Se potessero essere accettati i refrigeranti leggermente infiammabili, attualmente l'opzione disponibile sarebbe l'HFC 32 (GWP 675). Entro il 2020, probabilmente sarà ampiamente disponibile anche una miscela di HFO leggermente infiammabile e vantaggiosa. L'elevato livello di crescita di questo mercato porterà a un maggiore consumo di HFC finché non verranno introdotti prodotti alternativi con GWP inferiore. In questo settore le pompe di calore daranno un importante contributo alla riduzione delle emissioni di CO2 connesse all'energia, specialmente quando la fornitura di elettricità diventerà decarbonizzata. 33. Il settore dei Refrigeratori (chiller) e delle Pompe di Calore idroniche rappresenta il 9% del consumo di gas refrigeranti a effetto serra del 2010. Questo settore include vari tipi di sistemi idronici (basati sull'acqua) tra cui refrigeratori ad acqua , refrigeratori ad adqua per raffreddamento et per riscaldamento e pompe di calore per solo riscaldamento. Le percentuali di fuga sono basse rispetto a molti altri settori di mercato perché a maggior parte degli impianti è realizzata in fabbrica. Per i sistemi di dimensioni piccole e medie c'è un buon potenziale per l'uso di prodotti alternativi leggermente infiammabili come l'HFC 32 o miscele di HFO. Nei sistemi più grandi, si sta già testando l'HFO 1234ze come alternativa all'HFC 134a; possono inoltre essere presi in considerazione ammoniaca e HC. 34. Il settore del Condizionamento dell'Aria Mobile (MAC) rappresenta il 20% del consumo di gas refrigeranti a effetto serra del 2010. Questo settore include il condizionamento dell'aria delle auto e il condizionamento dell'aria in veicoli più grandi come bus e treni. Il consumo e le emissioni che interessano questo settore si ridurranno rapidamente dopo il 2020, quando l'impatto della Direttiva MAC avrà il suo massimo effetto. Il consumo nel settore MAC delle auto scenderà dai 18 milioni di tonnellate di CO2 del 2010 ad appena 0,04 milioni di tonnellate di CO2 nel 2030. Il consumo in bus e treni non scenderà altrettanto rapidamente, perché non sono ancora disponibili prodotti alternativi così vantaggiosi. Entro il 2020 potrebbe essere disponibile una miscela di HFO ininfiammabile adatta all'uso. Conclusioni dello Studio 35. Le principali conclusioni dello studio sono le seguenti: a) Fare previsioni precise per un periodo di 20 - 30 anni è molto difficile, specialmente perché alcuni dei refrigeranti che verranno usati non sono ancora in commercio o sono ancora nelle prime fasi del loro sviluppo commerciale. b) La prevenzione delle fughe è una strategia determinante volta alla riduzione graduale dell'HFC. Le fughe comportano il 60% della domanda di refrigerante, se consideriamo lo Scenario A. Applicando l'attuale Regolamento sui Gas Fluorurati, ci sono ottime possibilità di ridurre notevolmente le fughe. Le misure supplementari, previste dal Regolamento revisionato, finalizzate a minimizzare le fughe aiuteranno a raggiungere la riduzione graduale degli HFC. c) La riduzione graduale del consumo dell'HFC 404A può portare a tagli precoci e profondi. Per questo refrigerante con un GWP elevato ci sono già dei prodotti alternativi disponibili per praticamente tutti i tipi di impianti nuovi e in molti sistemi esistenti l'attuale refrigerante può essere sostituito con refrigeranti con GWP medio. d) L'efficienza energetica continua ad avere un'importanza cruciale. L'80% del totale delle emissioni RAC nel 2015 deriveranno dall'energia, di cui il 20% dalle perdite dirette di refrigerante. La proporzione di emissioni legate all'energia aumenterà con l'effettiva riduzione graduale degli HFC. Gli sforzi finalizzati a migliorare l'efficienza non devono essere compromessi da limitazioni inadeguate sull'uso del refrigerante. e) I vantaggi energetici derivanti dalle pompe di calore sono potenzialmente maggiori rispetto ai risultati di una riduzione graduale dell'HFC. Nel 2030, le riduzioni di emissioni nette ottenute grazie alle pompe di calore (rispetto alle caldaie a gas) potrebbero supe- 27 rare i 150 milioni di tonnellate di CO2, rispetto alla diminuzione di circa 65 milioni di tonnellate di CO2 proveniente dalla riduzione graduale degli HFC. Per massimizzare tale beneficio, è di vitale importanza che si renda disponibile un refrigerante per pompe di calore efficiente dal punto di vista energetico. f) Le linee di riferimento delle proposte di riduzione graduale di Nord America (NA) e UE RED non sono realistiche, essendo basate sul consumo dei periodi 2005 - 2008 e 2004 - 2006. Non tengono conto degli aumenti del consumo dal 2008 e, di conseguenza, impediscono di raggiungere i primi stadi della riduzione graduale. Le linee di riferimento definite per il periodo 2010 - 2012 offrirebbero un miglior punto di partenza per delineare un profilo di riduzione graduale. g) Per avvicinarsi alla proposta NA di riduzione graduale sono necessari profondi tagli al consumo. Smettere di usare l'HFC 404A il prima possibile (attraverso l'uso di HFC con un GWP medio in tempi brevi) e lanciare iniziative finalizzate alla riduzione delle fughe sono strategie importanti e poco costose. L'uso di CO2, ammoniaca, HC, HFO e miscele di HFO negli impianti nuovi dei relativi mercati porterà alla maggior parte dei tagli agli HFC sul lungo termine. h) I profili di riduzione graduale UE RED et RED 10 sono troppo difficili da raggiungere in maniera economicamente vantaggiosa. I tagli precoci sono eccessivi (a causa di linee di riferimento irrealistiche che non riflettono la crescita di mercato) e anche lo step finale è troppo profondo (10% della linea di riferimento rispetto alla proposta NA del 15%). i) La rapida disponibilità e lo sviluppo commerciale delle miscele HFO potrebbero avere un'importante influenza in certi settori di mercato, specialmente nei mercati in rapida crescita di condizionamento dell'aria e pompe di calore. j) Gli sforzi per rimuovere le barriere all'uso di refrigeranti leggermente infiammabili (es.: modifiche alle norme antincendio nazionali o ai codici di sicurezza) permetteranno un ingresso molto più rapido dei prodotti alternativi con GWP basso. k) Il vantaggio economico medio delle misure di riduzione graduale nei settori RAC nel loro insieme rientra nell'intervallo €15 - €25 per tonnellata risparmiata. Questi dati risentono dei presupposti iniziali: si possono pertanto ottenere costi di abbattimento nel range €4 - €43 per tonnellata risparmiata. l) Il vantaggio economico medio delle misure di riduzione graduale nei settori non RAC è migliore: circa €10 per tonnellata risparmiata per aerosol, schiume e protezione antincendio. m) E’ importante capire la distinzione tra consumo in UE (senza HFC nei prodotti precaricati) e domanda in UE (che prende in considerazione anche gli HFC nei prodotti precaricati importati). Un processo di riduzione graduale che guarda unicamente al consumo potrebbe permettere l'importazione illimitata di impianti precaricati contenenti gas soggetti a riduzione graduale: questa “falla”, all'interno di una politica volta alla riduzione graduale, va ovviamente evitata. 28 ULTIME NOTIZIE ■ LEGISLAZIONE Revisione del Regolamento sugli F-gas – La Commissione Europea ha pubblicato la versione definitiva della sua proposta di revisione del Regolamento 842/2006 sui gas ad effetto serra. Rispetto alla bozza, la versione definitiva attenua l’abolizione di certe apparecchiature, rende la certificazione un cammino più impegnativo (attraverso la formazione obbligatoria dei candidati) e differisce leggermente nel tempo l’abolizione delle apparecchiature pre-caricate. L’AREA ha elaborato una propria proposta di modifica costituita da alcuni suggerimenti, ritenuti migliorativi rispetto a quanto elaborato dalla Commissione, basati sulle seguenti priorità: • Formazione e certificazione • Assistenza e manutenzione di impianti che utilizzano refrigeranti con GWP > 2500 • Eliminazione delle apparecchiature di refrigerazione, condizionamento e pompe di calore pre-caricate e non ermeticamente sigillate (Pagina 3 della Newsletter AREA su bit.ly/AREA6-2012) Direttiva PED – Non è necessario rivedere le disposizioni della Direttiva sulle attrezzature in pressione, in quanto attualmente essa è conforme alle necessità. Questo il risultato di uno studio effettuato, che stabilisce anche alcune raccomandazioni per la sua piena e completa implementazione, nonchè alcuni aspetti di difficile applicabilità nel campo della refrigerazione e del condizionamento dell’aria. (Pagina 4 della Newsletter AREA su bit.ly/AREA6-2012) Ecolabel per pompe di calore – La Commissione Europea ha annunciato il prolungamento del marchio Ecolabel per le pompe di calore anche per il 2013. Dopo questa scadenza tale prolungamento risulta incerto. In base alla bozza di certificazione le pompe di calore ad acqua dovrebbero rimanere incluse nel marchio Ecolabel per i generatori di calore, mentre quelle ariaacqua e quelle terreno-acqua dovrebbero rimanerne escluse. (Pagina 4 della Newsletter AREA su bit.ly/AREA6-2012) Ecodesign per la refrigerazione commerciale – La Commissione Europea sta valutando i risultati della consultazione condotta tra le aziende produttrici di apparecchiature per la refrigerazione commerciale riguardo la futura Direttiva Ecodesign, in particolare per quanto riguarda i seguenti settori: • unità condensanti • chiller per processi indistriali • armadi frigoriferi • celle frigorifere • abbattitori di temperatura In particolare dovranno essere individuati alcuni requisiti minimi per i chiller per processi industriali e migliorati gli standard per le piccole celle frigorifere (per ulteriori dettagli vedi il seguente link). (Pagina 4 della Newsletter AREA su bit.ly/AREA6-2012) Speciale nuove tecnologie nei refrigeranti I refrigeranti naturali MARC CHASSEROT Shecco COMPRESSORI CON CICLO TRANSCRITICO A CO2 GIACOMO PISANO Dorin Dorin entrò nel campo della refrigerazione nel 1932 con la sua prima gamma di compressori centrifughi. Il primo tipo transcritico a CO2 fu commissionato nel 1999. Dorin produce più di 70.000 compressori all’anno. devono essere superate alcune sfide, soprattutto collegate alle caratteristiche termodinamiche del refrigerante, come le alte temperature di scarico (fino ai 200 °C), che hanno un impatto sulla temperatura dell’olio e sulla temperatura del refrigerante sulla linea di aspirazione e sulla densità. Questo influenza la lubrificazione e anche il rendimento volumetrico e isoentropico del compressore. Diverse idee di progettazione hanno un impatto sul trasferimento e dissipazione di calore del compressore. Migliorando la dispersione di calore del gas di scarico è possibile aumentare l’affidabilità e il rendimento del compressore. I principali risultati di alcuni esperimenti sono riassunti e descritti qui di seguito. Figura 1. Esperimento A. Il sistema È stata messa a punto una nuova generazione di compressori transcritici per CO2, con una cilindrata del compressore che va da 1.1 m3/h a 26.6 m3/h e un motore da 1.5 hp a 40 hp. Le gamme di compressori più recenti (CD200, CD300, CD400) offrono una scelta più ampia in termini di modelli disponibili, rendendo possibile realizzare installazioni di qualsiasi misura, da quelli residenziali a quelli commerciali e industriali. I compressori sono stati sviluppati con piattaforme semiermetiche con 2 e 4 cilindri. La capacità operativa dei compressori abbraccia un ventaglio di applicazioni molto ampio, con una pressione di esercizio fino a 150 bar; i test di duraFigura 2. Esperimento B. Introduzione L’anidride carbonica (R744 - CO2) è considerata oggi giorno una delle più interessanti soluzioni a lungo termine per molti tipi di applicazioni. Il compressore rappresenta uno dei componenti più critici nelle applicazioni a ciclo transcritico a CO2. Nella progettazione dei compressori con CO2 29 Figura 3. Temperatura di mandata e dell’olio per esperimenti A e B. ta hanno evidenziato la robustezza dei compressori, in grado di funzionare con pressioni differenziali fino a 120 bar e 200°C di temperatura di scarico. Il modello di compressore testato è stato CD1900H, 11.62 m3/h, 20 hp. Per via di un’eccellente temperatura di compressione, è stata data particolare attenzione alla dispersione di calore nello stadio di alta pressione del compressore. Due importanti esperimenti (A e B) sono stati portati a termine e testati come viene illustrato nella Figura 1 e Figura 2. L’ipotesi B ha l’intenzione di separare ermeticamente la testa dello stadio di alta pressione (rosso) dallo stadio di bassa pressione (blu) e il corpo del compressore. Dissipando il calore nell’ambiente grazie alla convezione nell’atmosfera circostante, questo evita o limita la conduzione al corpo del compressore e, in particolar modo, al serbatoio dell’olio. RISULTATI il modello di compressore CD1900H fu minuziosamente testato in due progetti e fu dotato di sensori di pressione e temperatura per monitorare il suo comportamento e le sue prestazioni: ● è stato usato un flussimetro di Coriolis per misurare il flusso del refrigerante e un Wattmetro per misurare il consumo energetico del compressore; ● è stato usato un olio 68 cSt con viscosità nominale (PAG) come lubrificante. Le due ipotesi furono testate con equi- 30 Figura 4. Efficienze volumetriche e isoentropiche per esperimenti A e B. valenti condizioni di valutazione e furono registrati e analizzati i principali parametri operazionali. I risultati della fase sperimentale sono riassunti e mostrati nella figura 3 e 4. La figura 3 mette in evidenza aspetti importanti correlati all’affidabilità del compressore. Il progetto dell’esperimento B causa una consistente riduzione del livello di temperatura sia del compressore sia del lubrificante grazie alla summenzionata dissipazione termale del calore. Perciò, l’esperimento B è preferibile dati alcuni vantaggi, per esempio: – livello più basso della temperatura della compressione, riducendo al minimo il rischio di decomposizione dell’olio – temperatura del lubrificante più bassa, che porta ad aumentare la lubricità dell’olio con conseguente aumento della durata del compressore La figura 4 offre una chiara indicazione del perché il progetto dell’esperimento B venga preferito, dato che funziona decisamente meglio dell’esperimento A in termini di prestazione volumetrica e isoentropica. CONCLUSIONI Come già annunciato, benefici consistenti emergono dal miglioramento del calore di dissipazione dallo stadio di alta pressione del compressore verso l’ambiente circostante, sia in termini di affidabilità sia in termini di prestazione. É ora disponibile una nuova generazione di compressori con ciclo transcritico a CO2. IL PRIMO RISCALDATORE D’ACQUA A CO2 SU MISURA PER I BISOGNI EUROPEI SYLVAN GILLAUX Sanden Introduzione La riduzione delle emissioni CO2 suona come un chiaro leitmotiv per coloro che sono interessati al pianeta. Obiettivi concreti sono stati ora adottati dall’Unione Europea per promuovere le tecnologie ecologiche e ridurre il consumo dell’energia attraverso il famoso “20-20-20”. In rapporto a questo scenario, SANDEN ha deciso di usare le conoscenze nel campo della tecnologia del riscaldamento e raffreddamento per il consumo dell’energia primaria nelle singole dimore familiari di ~50 kWhpe/m2 all’anno (kWh di energia primaria su metri quadrati all’anno), cercando di progettare sistemi migliori di Acqua Calda Sanitaria Domestica (domestic hot Water DHW). Il sistema SANDEN sta mettendo a disposizione le cosiddette soluzioni “Eco Cute” per il mercato giapponese da alcuni anni. Tuttavia, l’importazione di questa tecnologia adattata ai specifici bisogni degli utenti nipponici non corrisponde AquaECO2 significa migliorare il fattore SPF diminuendo le perdite statiche. Conseguentemente alla sua alta capacità di riscaldamento, AquaECO2, è in grado di fornire sufficiente acqua calda a diverse famiglie (da 2 a 12 persone). Sistema davvero ecologico AquaECO2 combina un consumo molto basso di energia attraverso le sue alte prestazioni con un refrigerante veramente ecologico. Senza considerare i vantaggi della prestazione, la scelta del refrigerante rappresenta in sé ampi risparmi in termini di emissioni di CO2. alla sua filosofia: la tecnologia deve essere adatta al mercato, non viceversa. Questa è la ragione per cui è stata condotta un completa osservazione ai bisogni del mercato per definire i criteri di progettazione che condurrebbero a migliori prestazioni prima di iniziare qualsiasi progresso. La conclusione di questo studio è stata che la CO2 rappresenta il miglior refrigerante possibile per raggiungere ottimi livelli di prestazione stagionale (il coefficiente stagionale di prestazione “sCOP” o fattore di prestazione stagionale “SPF”). Questo si deve a una modalità termodinamica 100% superiore alla piena gamma di temperature, all’assenza di un back-up elettrico, alle proprietà termofisiche della CO2 e di trasporto. Attraverso la combinazione di queste prestazioni con le sue qualità veramente ecologiche, la CO2 sta superando chiaramente i classici refrigeranti HFC utilizzati, come l’R134a. Per confermare in loco queste caratteristiche, si è deciso di condurre una campagna di controllo su 10 prodotti in una delle zone più fredde della Francia. Sono stati necessari due anni e mezzo per raggiungere il prodotto finale, soddisfacendo tutti i requisiti per gli utenti finali e fornendo anche al mercato europeo una soluzione per produrre acqua calda “domestica” veramente in modo ecologico. RISULTATI Osservazioni della campagna di test sul campo Sono state raggiunte le prestazioni reali in loco e i livelli di comfort, assicurando la completa soddisfazione di 10 famiglie da quasi tre anni. Inoltre, le due ultime generazioni di prototipi sono state installate un anno dopo per avvalorare la nostra produzione di massa: queste stanno funzionando da quasi 2 anni. SANDEN ha osservato un livello SPF che ha raggiunto l’iniziale obiettivo di 2, significa che una pompa di calore sfrutta chiaramente le proprietà della CO2, permettendo di riscaldare l’acqua durante l’anno senza un back-up elettrico. Una caratteristica chiave di questa campagna di test sul campo è la prestazione del sistema in estreme condizioni (fuori la gamma di temperatura teorica) con una temperatura esterna di -19 °C: il livello del COP era a 1.6, che è praticamente il doppio di qualsiasi caldaia con resistenza elettrica. Questo spiega il perché la CO2 permette un SPF migliore se confrontato con qualsiasi altra caldaia termodinamica che usa gli HFC e che non può funzionare senza un back-up elettrico con temperature fredde. Soddisfazione degli utenti finali il comfort è un indicatore chiave per valutare un sistema DHW: il vantaggio per una pompa di calore DHW è quello di riuscire a riscaldare molto velocemente. Iniziando da un serbatoio pieno di acqua fredda, sono sufficienti 20 minuti per farsi una doccia e 2 ore per riscaldare interamente l’acqua immagazzinata. Questa caratteristica permette una riduzione nel volume del serbatoio con 150 litri a 165°C, che Installazione e facilità di manutenzione AquaECO2 è stato progettato per un’installazione interna estremamente facile, per assicurare che il suo livello di innata prestazione non sia danneggiata da un’installazione non ottimizzata. Inoltre, la disposizione flessibile del prodotto (verticale o orizzontale) permette di adattarlo a qualsiasi tipo di casa. Produzione locale Seguendo un progetto congiuntamente diretto da un team di ingegneri giapponesi e francesi, la produzione è esclusivamente gestita dal già esistente impianto di produzione europea SANDEN Manufacturing Europe a Tinténiac (Bretagna, Francia). Riassunto Acqua calda sanitaria DHW sempre disponibile ● Intelligentemente adattato ai bisogni europei ● Sistema effettivamente ecologico – Alta prestazione: in cima alla classe SPF per le basse bollette di energia – Naturale, non infiammabile, refrigerante non tossico – Analisi del ciclo vitale: fissa nuovi riferimenti ● COP = 3.2 secondo le condizioni standard EN16147 ● Molto silenzioso (40 dBA) ● Affidabile: basato su una tecnologia (invertitore CO2) usato da alcuni anni in Giappone e testato nel campo in Europa ● Facile installazione interna (verticale o orizzontale) e mantenimento ● Fabbricato in Francia ● 31 Speciale il futuro delle applicazioni di refrigerazione Refrigerazione commerciale: quale refrigerante-tecnologia emergerà? WINANDY E. - HUNDY G. Emerson Climate Technologies, Belgium Questo studio teorico prende in considerazione differenti sistemi e refrigeranti per applicazioni tipiche nei supermercati: sono stati analizzati i consumi annuali, le emissioni CO2 e i costi di investimento per un totale di 14 casi relativi a 5 tipologie di sistemi. Sono inoltre state considerate condizioni di funzionamento realistiche sia per il nord che per il sud Europa, mentre i dati prestazionali dei compressori sono stati ricavati dai software ufficiali dei costruttori insieme alle condizioni tipiche di surriscaldamento e sottoraffreddamento. L’analisi mostra che un sistema transcritico a R744, con un consumo annuale equivalente a quello di un sistema centralizzato ad R404A, può fornire il miglior TEWI nel nord Europa, ma con costi più elevati. I sistemi a espansione diretta con R407A possono fornire ottimi risultati e nel sud Europa possono essere migliori anche rispetto a sistemi ad R744. negli ultimi 10 anni. La scelta di utilizzare un refrigerante con un GWP inferiore può ridurre significamente l’impatto delle emissioni dirette. La tipologia del sistema, il refrigerante e l’ubicazione determinano l’impatto ambientale e i costi di esercizio. Sono stati considerati solamente nuovi supermercati poiché questi permettono l’applicazione delle più recenti soluzioni costruttive. Come riferimento è stato considerato un supermercato di circa 10001200m2 con un sistema centralizzato a R404A: i carichi frigoriferi sono di 18kW per il sistema a bassa temperatura (LT) e di 75kW per la media temperatura (MT). Per i sistemi in cascata il carico MT è stato aumentato per considerare il calore generato dal circuito LT. In totale sono state considerate 14 combinazioni tra tipologie di sistemi e refrigeranti. Non sono state considerate soluzioni integrate tra condizionamento, riscaldamento e recupero di calore. Il Caso 1 viene preso come riferimento per valutare tutte le altre alternative. TIPOLOGIE DI SISTEMI INTRODUZIONE Negli ultimi anni si sono intensificate le discussioni in merito alla scelta del miglior refrigerante per applicazioni nella refrigerazione commerciale. Studi relativi alle perdite di refrigerante hanno rivelato il reale effetto delle emissioni HFC nei sistemi centralizzati. Oggi in Europa l’R404A è il refrigerante più utilizzato nei sistemi avviati 32 Sono stati considerati i seguenti 5 sistemi illustrati nella figura 1: 1. Sistema centralizzato ad espansione diretta (DX) con HFC sia per la bassa che per la media temperatura (centrale compressori con condensatore esterno raffreddato ad aria). 2. Sistema distribuito DX con unità posizionate vicino ai banchi frigoriferi (compressori più piccoli posizionati in prossimità del condensatore). 3. Sistema in cascata in cui il calore del circuito LT viene smaltito nello stadio in aspirazione del circuito MT (il sistema MT è ad espansione diretta). 4. Sistema in cui il refrigerante secondario distribuisce nel supermercato il raffreddamento MT, mentre il circuito LT funziona come un sistema in cascata. 5. Sistema booster ad R744 transcritico con un sistema in cascata per LT e transcritico per MT. CONDIZIONI AL CONTORNO E CARATTERISTICHE DEL SISTEMA Per poter comparare i diversi sistemi sono state fissate le condizioni di funzionamento e sono state fatte alcune semplificazioni. Profilo annuale temperatura ambiente Per il nord Europa è stata considerata una temperatura di condensazione di 25°C mentre per il sud Europa è stato considerato un valore di 30 °C. Il valore per il nord Europa tiene conto di una temperatura media di 15 °C con una differenza di temperatura al condensatore di 10K e una temperatura minima di 20 °C. I dati Meteonorm (2009) mostrano una temperatura ambiente tra 14 e 16 °C per un certo numero di città del nord Europa e quindi 15 °C rappresenta una scelta corretta. Il valore di 10 °C è stato considerato anche per le ore con temperatura ambiente inferiore a causa del limite di 20 °C sulla temperatura di Figura 1. Tipologie di sistema. condensazione minima. Lo stesso ragionamento è stato applicato ad una tipica città del sud Europa che ha una temperatura ambiente tra 18 e 20 °C. Condizioni al contorno Le condizioni al contorno sono riassunte nella tabella 1. Inoltre il surriscaldamento è stato considerato 10K in tutti i casi e il sottoraffreddamento è stato considerato nullo, tranne che per il caso con R744 transcritico in cui è stato ottimizzato. La differenza di temperatura nello scambiatore per il sistema in cascata è 5K con conseguente abbassamento delle condizioni MT. Il valore di “Evap. kW” si riferisce ai ventilatori, illuminazione, defrost e il consumo per la circolazione del fluido nel circuito secondario è pari a 1kW. Consumo e COP Il COP, definito come rapporto tra capacità frigorifera e potenza assorbita, è il parametro che determina il consumo annuo: il carico frigorifero diviso per il COP e moltiplicato per le ore annuali fornisce il consumo annuo. Il carico è stato considerato costante in tutti i casi analizzati. I dati prestazionali sono stati ricavati 33 Tabella 1. Carichi e condizioni operative. Bassa Temperatura Sistema DX Central. e Distrib. Carico kW Temp. Evap. °C Temp. Conden. °C Fan Conden. kW Evap. kW 18 -35 25 o 30 1 4 DX in DX cascata e in cascata secondario R410A R744 18 -35 -5 0 4 dal software Copeland Select 7.3 e dai software e cataloghi degli altri costruttori di compressori. Nel caso in cui i dati non erano disponibili si è considerata l’efficienza tipica dei compressori scroll. Per quanto riguarda i sistemi ad R744, la tecnologia e il metodo con cui viene applicata insieme al tipo di controllo hanno una significativa influenza sull’efficienza del sistema: il funzionamento in condizioni subcritiche può offrire una migliore efficienza rispetto agli attuali sistemi convenzionali, ma questo vantaggio è annullato dalla bassa efficienza in funzionamento transcritico quando si hanno temperature ambiente elevate. Recenti studi hanno mostrato che nel nord Europa sistemi transcritici ottimizzati ad R744 sia per LT che per MT possono operare con COP medi simili a quelli dei sistemi ad R404A. Questa considerazione viene normalmente fatta quando si valutano i meriti di una soluzione che impiega un refrigerante totalmente naturale: in questo caso il sistema deve operare in condizioni 34 Media Temperatura 18 -32 -5 0 4 R744 Booster DX Central. e Distrib. Cascata Secondario R744 transcritico 18 -32 ottimizzato 0 4 75 -5 25 o 30 3.5 10 97 -10 25 o 30 4.5 10 97 -10 25 o 30 4.5 10 97 -5 ottimizzato 4.5 10 Figura 2. COP per sistemi HFC e R744, con controllo di mandata per HFC. COP R744 subcritico R744 migliore HFC HFC controllo alta pressione R744 peggiore R744 transcritico 0 20 Temperatura aria esterna subcritiche per la maggior parte del tempo e questo succede quando la temperatura ambiente è inferiore a circa 18 °C. Il vantaggio del sistema ad R744 deriva anche dalle basse perdite 40 di carico e al migliore scambio termico che permettono di ridurre il lavoro del compressore. Anche il sottoraffreddamento aiuta i sistemi ad R744 e normalmente nei sistemi ottimizzati alcuni K di sottoraffreddamento sono necessari per raggiungere il COP e quindi i consumi annui dei sistemi convenzionali. Nei sistemi ad R744 la pressione può essere fatta variare con temperature inferiori a 20 °C. La figura 2 mostra le variazioni del COP in funzione della temperatura esterna. Considerando tutti questi benefici, il sistema booster ad R744 può raggiungere lo stesso COP medio di una soluzione tipica nel nord Europa. Nel sud Europa il sistema transcritico risulta avere un COP inferiore del 10% rispetto a un sistema HFC di media temperatura a causa delle maggiori ore di funzionamento in condizioni transcritiche. Sono stati considerati la potenza ausiliaria per le vetrine (4kW per LT e 10kW per MT), i ventilatori del condensatore (11kW in totale) e 1kW per la pompa di circolazione. Tasso di perdite e carica refrigerante E’ stato considerato un fattore di generazione medio di 0.4kg CO2/kWh per l’Europa in base all’European Commission Directorate-General for Transport and Energy (EU DGTREN), 2003. Per rappresentare le tipiche prestazioni dei nuovi sistemi DX ad R404A in Europa è stato considerato un tasso di perdita annuale del 15%. Nel caso dei sistemi DX distribuiti, le unità condensanti possono essere assemblate in fabbrica permettendo di controllarne la qualità: la carica di refrigerante e le perdite sono inferiore grazie all’impiego di tubazioni di diametri inferiori. Per il circuito secondario MT viene utilizzata una carica di refrigerante inferiore e le perdite sono ridotte grazie alla costruzione in fabbrica. La carica per un sistema DX distribuito è stata considerata il 75% di quella equivalente ad un sistema centralizzato e per i sistemi in cascata la carica media kg/kW è la stessa dei sistemi DX. I valori di carica del secondario MT sono quelli tipici dei chiller assemblati in fabbrica. Per l’analisi del TEWI è stata considerata una vita di 10 anni in base alle indicazioni del British Refrigeration Association/Institute of Refrigeration. E’ stato assunto che il 95% della carica di refrigerante sia recuperata dopo il periodo di 10 anni. I valori di GWP Tabella 2. Tasso Perdite Refrigerante e carica sistema. Sistema Tasso perdita % carica pa Carica kg/kW carico DX Bassa Temperatura DX Bassa Temperatura - Sistema distribuito DX Media Temperatura DX Media Temperatura - Sistema Distribuito Media Temperatura Secondario Media Temperatura - Sistema Secondario ad R290 Media Temperatura - Sistema Secondario HFO 15 10 15 10 5 5 5 4 3 2 1.5 0.5 0.75 1 Tabella 3. Riassunto dei casi. Caso 1 Modello DX Ref LT R404A Ref MT R404A 2 DX R404A R404A 3 DX R404A 4 5 6 7 8 9 10 11 12 13 14 DX DX distrib DX distrib Cascata Cascata Cascata Cascata Secondario Secondario Secondario CO2 Booster R404A R404A R407A R744 R744 R744 R744 R744 R744 R744 R744 Tecnologia LT Tecnologia MT Scroll EVI Scroll Semiermetico Semiermetico standard standard Semiermetico Discus R407A Scroll EVI R404A Scroll EVI R407A Scroll EVI R404A Scroll R407A Scroll R134a Semi R134a Scroll R410A chiller Scroll R290 chiller Scroll HFO chiller Scroll R744 Scroll e Semi R134a sono quelli forniti dal IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) Fourth Assessment Report: Climate Change 2007. Sono invece stati ignorati il contenuto di carbone nei Semiermetico Discus Scroll Scroll Scroll Scroll Scroll Discus Scroll Scroll Scroll Scroll Semi materiali utilizzati per costruire l’impianto di refrigerazione, l’energia utilizzata per la costruzione e la distribuzione. CASI ANALIZZATI Sono stati analizzati quattordici casi. Il Caso 1 viene preso come riferimento e considera la tecnologia più recente con compressori scroll dotati di iniezione di vapore (EVI) e compressori scroll ZB per la media temperatura. Gli altri casi con sistemi DX considerano vari tipi di refrigeranti e compressori. I sistemi distribuiti normalmente utilizzano compressori scroll più piccoli rispetto ai modelli semiermetici. Per i sistemi distribuiti sono stati considerate due opzioni di refrigerante: il refrigerante R134a non è stato considerato in quanto la necessità di avere una capacità superiore di circa il 70% 35 Figura 3. Consumo annuale di energia. Consumo energetico, MWh/Anno, Sud Europa Bassa temperatura comporta componenti con ingombri superiori, più pesanti e più costosi e quindi vengono eliminati i vantaggi di questa tipologia di sistemi. I sistemi in cascata considerano un circuito ad R744 per il circuito LT e vari Media temperatura refrigeranti alternativi per il circuito MT. I sistemi con circuito secondario, che non hanno il circuito MT all’interno del supermercato, possono utilizzare refrigeranti infiammabili o HFO in quanto il refrigerante rimane al di fuori delle aree pubbliche. Un sistema completo a R744 è esaminato nel Caso 14. I Casi 13 e 14 sono visti come possibili soluzioni future e quindi sono stati considerati per mostrare le possibili implicazioni ambientali e di costo. Figura 4. Comparazione TEWI. Emissione CO2 ciclo vita, Ton (TEWI), Sud Europa MT Energia 36 BT Energia MT Perdite BT Perdite Figura 5. Costi di investimento. Compressori COMPARAZIONE DEL CONSUMO DI ENERGIA Nella figura 3 sono mostrati i consumi annuali di elettricità in kWh inclusi compressori, vetrine, pompa del circuito secondario per ogni tipologia di sistema. COSTI DI INVESTIMENTO Una comparazione dei costi è stata fatta utilizzando i costi differenziali tra ciascun elemento come riportato nella figura 5. Sono stati considerati tutti i componenti del sistema di refrigerazione tranne le vetrine. CONCLUSIONI Nessuna tecnologia è risultata vincente su tutti i fronti. L’espansione diretta è la miglior soluzione per l’efficienza Altri componenti Installazione energetica e per i costi di investimento specialmente nel caso in cui il design dell’edificio ne permetta l’ottimizzazione impiantistica. Per le emissioni di CO2, o il TEWI, il sistema a R744 transcritico può risultare vincente nel caso in cui sia ottimizzato in modo tale da ottenere un consumo annuo di energia simile a quello di un sistema DX. Questo è usualmente l’obiettivo dei progettisti di questi sistemi e non può essere ottenuto in applicazioni nel Sud Europa. E’ probabile che nell’immediato futuro la soluzione CO2 transcritica sia penalizzata in termini di costo. Sistemi a circuito secondario possono essere una buona alternativa. Oggi un buon compromesso è costituito dal R407A o da un altro refrigerante della serie R407 nel caso in cui le perdite possano essere controllate e limitate poiché le emissioni dirette sono inferiori in proporzione ai valori di GWP. Migliori sistemi di controllo delle perdite Condensatore Refrigerante porteranno a ulteriori migliori vantaggi nell’utilizzo del R407A. Attualmente la ricerca di nuove soluzioni è dettata dall’attenzione per le nuove legislazioni e la necessità di trovare soluzioni sempre più ecologiche. Soluzioni nel breve termine tramite semplici imposizioni legislative possono andare contro l’obiettivo comune di riduzione delle emissioni specialmente se non si da all’industria il tempo necessario per effettuare i necessari investimenti. Ciascuna delle alternative ai sistemi centralizzati ad R404A vede la ricerca di soluzione ai limiti della tecnologia in termini di riduzione delle perdite, integrazione con i sistemi energetici degli edifici e nel recupero del calore. Non di meno diventano importanti efficaci sistemi di monitoraggio per controllare e mantenere nel tempo le prestazioni energetiche dei sistemi. ● 37 Speciale corso di climatizzazione per i soci ATF Principi di base del condizionamento dell’aria 139ª lezione Funzionamento delle pompe di calore geotermiche con basse temperature del sottosuolo (Continua dal numero precedente) PIERFRANCESCO FANTONI CENTOTRENTANOVESIMA LEZIONE DI BASE SUL CONDIZIONAMENTO DELL’ARIA Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni di base semplificate per gli associati sul condizionamento dell’aria, così come da 15 anni sulla nostra stessa rivista il prof. Ing. Pierfrancesco Fantoni tiene le lezioni di base sulle tecniche frigorifere. Vedi www.centrogalileo.it. Il prof. Ing. Fantoni è inoltre coordinatore didattico e docente del Centro Studi Galileo presso le sedi dei corsi CSG in cui periodicamente vengono svolte decine di incontri su condizionamento, refrigerazione e energie alternative. In particolare sia nelle lezioni in aula sia nelle lezioni sulla rivista vengono spiegati in modo semplice e completo gli aspetti teorico-pratici degli impianti e dei loro componenti. È ORA DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni 0142.452403 È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. 38 INTRODUZIONE A differenza del condizionamento dell’aria, nel funzionamento di una pompa di calore esiste la possibilità che l’evaporatore si brini durante il suo funzionamento o che la temperatura al suo interno scenda al di sotto dello zero nel caso di utilizzo di scambiatori a piastre. Tale tipo di scambiatori risulta essere particolarmente delicato sotto questo punto di vista, per cui è necessario tenere sempre presente quali sono le minime temperature possibili che possono entrare in gioco, conducendo un’analisi dettagliata di esse a partire dalle temperature tipiche che può avere durante la stagone più fredda il terreno in cui sono posizionate le sonde. IL PROBLEMA DEI CONGELAMENTI DELLO SCAMBIATORE FREDDO Una delle tipiche problematiche legata al funzionamento di una pompa di calore è quella relativa alla necessità di dover procedere allo sbrinamento periodico dello scambiatore che preleva il calore dalla sorgente fredda quando le temperature di evaporazione scendono al di sotto di 0 °C. Tale Figura 1. Schema del flusso del calore in una pompa di calore geotermica. evento si verifica allorquando la temperatura della sorgente non necessariamente è negativa: considerando, infatti, che il ∆t in evaporazione può essere, ovviamente a seconda del tipo di applicazione, mediamente compreso tra 5 e 10 °C, questo significa che se la temperatura della sorgente da cui si attinge il calore cala al di sotto di 10 °C può accadere che la temperatura di evaporazione del refrigerante scenda a valori negativi. Nelle pompe di calore ad aria il fenomeno del brinamento dell’evaporatore è anche legato al contenuto di umidità dell’aria, per cui risultano particolarmente critiche, sotto questo punto di vista, le condizioni di lavoro in cui la temperatura dell’aria esterna si aggira attorno ai 5-6 °C, o meno, ed il suo contenuto di umidità è molto elevato, dell’ordine dell’80-90%, o più. In tali situazioni la batteria alettata posta sull’unità esterna tende a brinarsi in maniera consistente ed è necessario ricorrere al periodico e costante sbrinamento di essa attraverso l’inversione del ciclo frigorifero. Nelle pompe di calore ad acqua non esiste il problema del brinamento esterno dello scambiatore a piastre, bensì c’è la possibilità che l’acqua da cui si attinge il calore possa solidificarsi all’interno dello scambiatore stesso a causa del calore che le viene sottratto dal refrigerante nel caso in cui essa abbia una temperatura di entrata che si approssimi a 0 °C. ANALISI DELLE TEMPERATURE DI LAVORO Nelle pompe di calore geotermiche la fonte di calore è rappresentata dal sottosuolo. L’utilizzo del calore del sottosuolo, però, non avviene in maniera diretta da parte della pompa di calore, ossia lo scambiatore freddo non viene posizionato direttamente nel terreno. Per attingere tale calore viene utilizzato un circuito di captazione costituito da un insieme di sonde al cui interno scorre un fluido. Tale fluido ha il compito di veicolare il calore dal sottosuolo allo scambiatore a piastre della pompa di calore, che è generalmente sistemata all’interno dell’edificio da riscaldare (vedi figura 1). All’interno dello scambiatore a piastre Figura 2. Esempio delle possibili temperature di lavoro dello scambiatore freddo di una pompa di calore geotermica. Figura 3. Vista in sezione del possibile andamento delle temperature del terreno nelle vicinanze di una sonda del circuito di captazione di una pompa di calore. il trasferimento del calore tra il fluido proveniente da circuito di captazione ed il refrigerante è favorito da un certo differenziale di temperatura tra i due fluidi. A seguito di tale scambio il refrigerante acquista il calore necessario per evaporare mentre il fluido di lavoro subisce un rafreddamento. Tale raffreddamento, ovviamente, dipende da una serie di fattori ma possiamo stimarlo indicativamente in circa 5-7 °C. Nella figura 2 viene rappresentata, a titolo di esempio, una possibile situazione di lavoro. Il fluido proveniente dal circuito di captazione della pompa di calore entra nello scambiatore ad una temperatura di + 6°C, cede calore e si raffredda fino alla temperatura di +1 °C. La temperatura di evaporazione del refrigerante è di circa -3 °C. Nel caso in cui il fluido di lavoro sia semplicemente acqua, tale situazione rappresenta un caso limite, dato che un ulteriore abbassamento della temperatura dell’acqua porterebbe alla possibilità di un suo congelamento all’interno dello scambiatore a piastre, con blocco della circolazione e seri danni allo scambiatore stesso. TEMPERATURE DEL SOTTOSUOLO La temperatura del fluido di lavoro che circola nelle sonde della pompa geotermica dipende dalla temperatura media della sorgente fredda da cui si attinge il calore, cioè generalmente il terreno. Tale temperatura risulta essere sem- 39 pre maggiore della temperatura del fluido per garantire il flusso termico desiderato. Nel caso di posizionamento delle sonde orizzontalmente gli strati di terreno interessati risultano essere quelli più superficiali, ossia quelli maggiormenti soggetti a variazioni di temperatura durante l’anno. Nel caso di posizionamento delle sonde verticalmente, invece, si può ritenere più costante la temperatura del terreno durante l’arco dell’intero anno. Quindi la problematica del monitoraggio della temperatura del fluido di lavoro all’interno dello scambiatore a piastre della pompa di calore risulta essere più significativo nel caso in cui il circuito di captazione è disposto orizzontalmente, dato che in questo caso il terreno può risentire maggiormente delle fluttuazioni della temperatura ambiente che si verificano durante l’anno. A seconda delle caratteristiche del terreno e delle modalità di posa delle sonde è possibile registrare variazioni di temperatura anche di 4-5 °C con cadute della temperatura anche al di sotto di 10 °C, valore che comincia ad essere di allarme. Un ulteriore considerazione va fatta, però, in merito. La temperatura del terreno nei dintorni della sonda di captazione può tendere a diminuire significativamente rispetto alla temperatura media del terreno quando il terreno stesso non è in grado di “rimpiazzare” il calore che gli viene sottratto dal fluido che circola nella sonda. Si possono creare, così, dei gradienti di temperatura (vedi figura 3) che portano ad un ulteriore abbassamento della temperatura del fluido di lavoro che così giungerà all’ingresso dello scambiatore a piaste ancora più freddo, con ulteriore aggravio della situazione. Il raffreddamento che il fluido di lavoro subisce all’interno dello scambiatore a piastre risulta dipendere anche dalle portate dei due fluidi che si scambiano il calore. Quindi, oltre ad un attenta analisi dell’andamento delle temperature del terreno, risulta necessario pensare attentamente alle quantità di refrigerante e di fluido di lavoro che scorrono all’interno dell’evaporatore. ● 40 CALENDARIO CORSI 2013 ed esami certificazione Frigoristi Per programmi, informazioni e dettagli: Tel. 0142 452403 - Fax 0142 341009 www.centrogalileo.it (alla voce “corsi”) Speciale refrigeranti alternativi Refrigeranti alternativi ENNIO CAMPAGNA Rivoira I Glicoli comunemente utilizzati sono: • Glicole Etilenico: è il fluido più economico e più largamente utilizzato per lo scambio termico. • Glicole Propilenico: ha una minore tossicità rispetto al Glicole Etilenico ed è pertanto raccomandato per applicazioni di tipo alimentare. GLICOLE ETILENICO E PROPILENICO I fluidi di trasferimento calore sono utilizzati nei grandi impianti di refrigerazione, quando si vuole ridurre la quantita di gas refrigerante da utilizzare nell’impianto, o quando si utilizzano gas potenzialmente pericolosi (ammoniaca, idrocarburi, ecc.) ed e necessario, per motivi di sicurezza, mantenere il circuito contenente il gas refrigerante lontano dalle aree aperte al pubblico. Cubo glicole I Glicoli sono poi addittivati con inibitori di corrosione, che servono ad evitare la corrosione dei metalli con i quali andra in contatto la soluzione glicolata. Rivoira, per le applicazioni di refrigerazione, propone tre tipi differenti di Glicole: • Glicole Etilenico Inibito • Glicole Propilenico Inibito • Dowcal N: Glicole Propilenico Inibito, con inibitori certificati per usi alimentari. La presenza di inibitori contrasta la formazione di acidità nel circuito, estende la vita delle apparecchiature, riduce i costi di manutenzione e rende più sicuro ed affi dabile il funzionamento dell’impianto. Glicole Propilenico * incluso il Dowcal N Glicole Etilenico N.B.: si sconsiglia una miscelazione superiore al 60% in peso, per i seguenti motivi: - oltre al 60% di Glicole non si riduce più il punto di congelamento. - al crescere della % di Glicole aumenta molto la viscosita della soluzione e quindi la potenza assorbita dalle pompe di circolazione. 41 Confezioni disponibili: • Fusti a perdere da 220 / 230 kg. • Cubi a perdere da 1000 kg. I Glicoli non sono utilizzati puri, ma vengono miscelati con acqua (si raccomanda l’uso di acqua demineralizzata) in varie percentuali, in funzione del grado di protezione al congelamento richiesto dall’applicazione, permettendo l’utilizzo di queste soluzioni in un campo di temperature di -45 °C a +120 °C. La percentuale di diluizione va quindi scelta in modo da ottenere una tempe- ratura di congelamento inferiore alla minima raggiungibile dall’impianto, ma senza eccedere troppo, per evitare che la soluzione diventi troppo viscosa. I punti di congelamento in funzione della diluizione in acqua sono indicati nella tabella qui sotto riportata. IDROCARBURI PER REFRIGERAZIONE zati, ma solo prevedendo una centrale frigorifera confinata e l’utilizzo di un fluido termovettore. L’utilizzo di idrocarburi come gas refrigeranti negli ultimi anni ha avuto un certo sviluppo per la tendenza sulla spinta del Protocollo di Kyoto, ad utilizzare fluidi ad effetto serra ridotto o nullo. Gli idrocarburi più utilizzati in refrigerazione sono i seguenti: Le bombole per Idrocarburi hanno le seguenti caratteristiche: • capacita di 40 o 12,5 litri; • ogiva di colore ROSSO; • pressione di bollo: 48 bar; • valvola con attacco UNI 4405; • bombole ricaricabili. Gli idrocarburi sono però dei gas altamente infiammabili e, per motivi di sicurezza, si utilizzano prevalentemente in sistemi con piccole cariche di gas. Impianti di refrigerazione con cariche di gas elevate possono essere realiz- • R-290 (Propano per refrigerazione) Si usa in piccoli refrigeratori commerciali, in genere a temperatura positiva ed in qualche impianto industriale, anche per temperature negative. • R-600a (Isobutano per refrigerazione) E’ utilizzato prevalentemente nei frigoriferi domestici. ALTRI GAS “NON FLUORURATI” La gamma dei fluidi refrigeranti Rivoira è completata da altri gas “non fluorurati” e da una serie di prodotti per la pulizia degli impianti frigoriferi. 42 I principali gas non fluorurati Rivoira sono qui a fianco elencati. Nella tabella sottostante, sono riportate le caratteristiche principali dei fluidi refrigeranti non fluorurati. • Ammoniaca anidra (NH3); • Anidride carbonica (CO2); • Azoto. SOLVOSTAR: IL FLUIDO IDEALE PER LA PULIZIA DEGLI IMPIANTI FRIGORIFERI Il fluido “SolvoStar” è una miscela azeotropica di pentafluoropropano e dicloroetilene, pressurizzata con azoto, utilizzabile per la pulizia degli impianti di refrigerazione e condizionamento. La pulizia del circuito frigorifero e un requisito indispensabile al buon funzionamento di un impianto di refrigerazione o condizionamento. In particolare è necessario intervenire con un agente pulente quando si verifica la bruciatura del compressore, quando si effettua un retrofit che preveda la totale eliminazione del vecchio olio lubri- ficante, o quando, in occasione di manutenzioni periodiche, si deve eliminare la presenza di particelle di metallo, di morchie, o di olio acido nel circuito. Il SolvoStar non distrugge lo strato di ozono ed è quindi il sostituto del R141b (solvente ormai vietato nella Comunita Europea). Vantaggi • Buon grado di solubilità con i lubrificanti utilizzati con i refrigeranti HCFC ed HFC: olii minerali, alchilbenzenici ed esteri di poliolo (POE). • Prodotto sicuro: non infiammabile, non tossico, non dannoso per lo strato d’ozono. • Compatibile con la maggior parte dei materiali correntemente impiegati negli impianti di refrigerazione. • Facilità d’uso: essendo pressurizzato con azoto, per caricare il prodotto in un circuito, non è necessaria una pompa. • Facilità di estrazione dal sistema: dato il basso punto di ebollizione, l’asciugatura del sistema è rapida e non restano residui di solventi nel circuito. Nella tabella sottostante, sono riportate le caratteristiche principali del Solvostar. RIVISTA DIGITALE Tutte le riviste possono essere pure sfogliate online in formato digitale. Al seguente link: http://bit.ly/rivista9-2012 può prendere visione delle ultime notizie dal mondo della refrigerazione e del condizionamento 43 Assistenza tecnica agli abbonati - soci ATF Consigli pratici per valvole termostatiche MARIARITA DELLA RAGIONE Danfoss INTRODUZIONE Una valvola di espansione termostatica è costituita da un elemento termostatico (1) che è separato dal corpo valvola mediante una membrana. Un tubo capillare collega l’elemento con un bulbo (2), un corpo valvola con sede della valvola (3) e una molla (4). Funzionamento della valvola di espansione termostatica: Il funzionamento della valvola di espansione termostatica è determinato da 3 pressioni fondamentali: P1: Pressione del bulbo, che agisce sulla parte superiore della membrana e tende ad aprire la valvola. P2: Pressione di evaporazione che agisce sulla parte inferiore della membrana e tende a chiudere la valvola. P3: Pressione della molla che agisce ugualmente sulla parte inferiore della membrana e tende a chiudere la valvola. La regolazione della valvola di espansione termostatica è basata sull’equilibrio sulle 3 forze descritte. La molla viene utilizzata per tarare il surriscaldamento. SURRISCALDAMENTO Il surriscaldamento viene misurato nel punto della tubazione di aspirazione dove è montato il bulbo ed è la differenza tra la temperatura al bulbo e la pressione/temperatura di evaporazione nello stesso posto. 44 Il surriscaldamento viene misurato in Kelvin (K) e viene usato come segnale per regolare l’iniezione di liquido attraverso la valvola di espansione. SOTTORAFFREDDAMENTO Il sottoraffreddamento viene definito come la differenza tra la temperatura di condensazione e quella del liquido all’entrata della valvola di espansione. Il sottoraffreddamento viene misurato in Kelvin (K). Il sottoraffreddamento del refrigerante liquido è necessario per evitare bolle di vapore nel refrigerante a monte della valvola di espansione. La presenza di bolle di vapore nel refrigerante liquido riduce la capacità della valvola di espansione facendo diminuire l’alimentazione di liquido all’evaporatore. Nella maggior parte dei casi è adeguato un sottoraffreddamento di 4-5 Kelvin. EQUALIZZAZIONE DELLA PRESSIONE ESTERNA Bisogna sempre impiegare valvole di espansione con equalizzazione esterna se si usano distributori di liquido. L’impiego di distributori comporta una caduta di pressione di 1 bar su distributore e ranghi del distributore. Si raccomanda l’impiego di valvole di espansione con equalizzazione esterna in impianti frigoriferi con evaporatori o scambiatori di calore a piastre, in cui la caduta di pressione sarà normalmente superiore a quella corrispondente a 2K. CARICHE Le valvole di espansione termostatica possono avere uno dei 3 differenti tipi di carica: 1. Carica universale 2. Carica MOP 3. Carica MOP con ballast, di serie per le valvole di espansione Danfoss con MOP. Carica universale Le valvole con carica del 1° tipo sono usate nella maggior parte degli impianti frigoriferi, in cui non è necessaria una limitazione della pressione e in cui il bulbo può essere posto in è posizione più calda dell’elemento oppure con alte temperature/ pressioni di evaporazione. La carica universale ha una carica di liquido nel bulbo. Grazie alla grande quantità di carica, nel bulbo ci sarà un residuo di carica anche se l’elemento è più freddo o più caldo del bulbo. Carica MOP Le valvole di espansione con carica MOP sono usate soprattutto su unità di fabbricazione industriale, per le quali si desideri una limitazione della pressione di aspirazione in fase di avviamento, per esempio nel settore trasporti ed in impianti di condizionamento aria. Tutte le valvole con MOP hanno una piccolissima carica nel bulbo. Ciò significa che la valvola o l’elemento devono essere posti in posizione più calda del bulbo. In caso contrario può verificarsi una migrazione della carica dal bulbo all’elemento e la valvola di espansione cessa di funzionare. La carica MOP ha una carica limitata nel bulbo. MOP significa Maximum Operating Pressure ed è la massima pressione di aspirazione/ evaporazione permessa nella tubazione di aspirazione/evaporazione. La carica sarà evaporata, quando la temperatura avrà raggiunto il punto MOP. Mano a mano che aumenta la pressione di aspirazione la valvola di espansione comincia a chiudersi a circa 0,3/0,4 bar sotto il punto MOP e sarà completamente chiusa quando la pressione di aspirazione è uguale al punto MOP. II MOP viene spesso chiamato “Protezione da sovraccarichi del motore”. Carica MOP a ballast Le valvole di espansione con cariche MOP a ballast si usano soprattutto in impianti frigoriferi con evaporatori “ad alta dinamicità”; per esempio in impianti di condiziona mento aria e evaporatori a piastra con grande trasmissione di calore. Con cariche MOP a ballast si può ottenere un surriscaldamento inferiore di 2-4 K rispetto ad altri tipi di carica. Il bulbo della valvola di espansione termostatica contiene un materiale a grande porosità e superficie in rapporto al peso. La carica MOP con ballast ha una funzione di attenuazione sulla regolazione della valvola di espansione. La valvola si apre lentamente con l’aumentare della temperatura del bulbo e si chiude rapidamente se la temperatura del bulbo si abbassa. SCELTA DELLA VALVOLA DI ESPANSIONE TERMOSTATICA La valvola di espansione termostatica può essere scelta quando si conoscono i dati seguenti: • Tipo di refrigerante • Capacità dell’evaporatore • Pressione di evaporazione • Pressione di condensazione • sottoraffreddamento • Caduta di pressione attraverso la valvola • Equalizzazione della pressione interna ed esterna. IDENTIFICAZIONE L’elemento termostatico è provvisto di un’iscrizione al laser sulla parte superiore della membrana. Il codice indica il tipo di refrigerante per cui la valvola è stata progettata: B = R410A N = R134a S = R404A/RS07 X = R22 Z = R407C Questa incisione indica il tipo di valvola (con il codice numerico), il campo di temperatura di evaporazione, il punto di MOP, il refrigerante e la massima pressione di esercizio. (PS/MWP). Nelle TE20 e TES5, la capacità nominale è stampigliata su una fascetta che si trova sul corpo valvola. L’insieme orificio per T2 e TE2 è contrassegnato con le dimensioni dello stesso (es 06) e con la data di produzione, contrassegnata dalla settimana e dall’ultimo numero dell’anno (es 279). Il codice dell’orificio è anche indicato sul tappo del suo contenitore di plastica. Sulle TE 5 e TE 12 la stampigliatura superiore indica su quale valvola si può usare l’orificio in questione. Quella inferiore indica la dimensione dell’orificio (01). Sulle TE 20 e TE 55 la stampigliatura inferiore (50/35 TR 45 N/B) indica la capacità nominale nei due campi di temperatura di evaporazione N e B e il refrigerante (50/35TR= 175kW in campo N e 123kW in campo B). La stampigliatura superiore (TEX55) indica il tipo di valvola con cui l’orificio può essere utilizzato. INSTALLAZIONE La valvola di espansione viene montata sulla tubazione del liquido a monte dell’evaporatore e il suo bulbo viene fissato sulla tubazione di aspirazione il più vicino possibile all’evaporatore. Se c’è equalizzazione della pressione esterna, la tubazione di equalizzazione viene collegata con la tubazione di aspirazione immediatamente dopo il bulbo. Si raccomanda di montare il bulbo su un tratto orizzontale della tubazione di aspirazione e in una posizione corrispondente alle lancette dell’orologio tra l’1 e le 4. La posizione dipende dal diametro esterno del tubo. Nota: Il bulbo non va mai montato sul fondo della tubazione di aspirazione, poiche riceverebbe falsi impulsi di comando a causa dell’olio presente in fondo al tubo stesso. Il bulbo deve essere in grado di percepire la temperatura del vapore surriscaldato aspirato e non deve perciò essere collocato in modo tale da essere influenzato da altre fonti di freddo o di calore. Se il bulbo si trova esposto a correnti di aria calda, si raccomanda di isolarlo. La fascetta fissabulbo Danfoss consente un’installazione sicura del bulbo sulla tubazione, assicurando un contatto termico ideale tra il bulbo e la tubazione. Utilizzando una chiave TORX per fissare la fascetta, viene garantito il contatto termico senza rischiare di danneggiare la fascetta. Il bulbo non deve essere montato dopo uno scambiatore di calore, poiche ne deriverebbero falsi impulsi di comando alla valvola di espansione. Il bulbo non deve essere montato vicino a componenti con grande massa, poi che anche questo provocherebbe un falso impulso di comando alla valvola di espansione. 46 Come menzionato precedentemente, il bulbo deve essere installato nella parte orizzontale della tubazione di aspirazione, immediatamente a valle dell’evaporatore. Non deve essere installato su un collettore o un tubo verticale dopo una sacca d’olio. Il bulbo della valvola di espansione deve essere sempre montato a monte di trappole di liquido. TARATURA La valvola di espansione viene fornita con una taratura di fabbrica che andrà bene nella maggior parte dei casi. Qualora sia necessaria una taratura ulteriore, vi si potrà procedere per mezzo dell’asta di regolazione della valvola di espansione. Facendo ruotare l’asta in senso orario, si aumenta il surriscaldamento della valvola di espansione, mentre facendola ruotare in senso antiorario si diminuisce il surriscaldamento. Per le T /TE 2 un giro di rotazione dell’asta fa variare il surriscaldamento di circa 4 K a una temperatura di evaporazione di 0 °C. VALORE Per le TE 5 e grandezze successive una rotazione di un giro dell’asta fa variare il surriscaldamento di circa 0,5 K a una temperatura di evaporazione di 0 °C. Per TUA /TUB e grandezze successive una rotazione di un giro dell’asta fa variare il surriscaldamento di circa 3 K° a una temperatura di evaporazione di 0 °C. La pendolazione nell’evaporatore può essere eliminato adottando la seguente procedura: Per eliminare la pendolazione dell’evaporatore, aumentare il surriscaldamento ruotando più volte l’asta di regolazione in senso orario, fino ad arrestarla. Ruotare l’asta in senso antiorario gradino per gradino finche non ricomincia la pendolazione. Da questa posizione ruotare l’asta di un giro in senso orario,(solo 1/4 di giro per le valvole T/TE 2). A questa taratura l’impianto frigorifero non pendola e l’evaporatore viene pienamente utilizzato. Un’oscillazione del surriscaldamento di 1 K non viene considerata pendolazione. Se il surriscaldamento nell’evaporatore è troppo alto, ciò può essere dovuto ad una insufficiente alimentazione di liquido refrigerante. Il surriscaldamento si può ridurre ruotando l’asta di regolazione della valvola di espansione gradino per gradino in senso antiorario fino a constatare la pendolazione. Da questa posizione ruotare l’asta di circa un giro completo in senso orario, (soltanto 1/4 di giro per T /TE 2). Con questa taratura l’evaporatore è pienamente utilizzato. Un’oscillazione del surriscalda mento di 1 K non viene considerata pendolazione. CAMBIAMENTO DELL’INSIEME ORIFICIO Se non si trova una taratura di surriscaldamento, in cui l’evaporatore non pendoli, ciò può essere dovuto al fatto che la capacità della valvola è troppo grande e che l’insieme orificio o la valvola devono essere sostituiti con altri di capacità minori. Se il surriscaldamento dell’evaporatore è troppo grande, la capacità della valvola è troppo piccola e l’insieme orificio deve essere sostituito da uno di capacità maggiore. Le valvole TE, T2, TUA, TCAE sono fornite con orificio intercambiabile. ULTIME NOTIZIE ■ LEGISLAZIONE Direttiva Efficienza energetica – Il 14 novembre è stata pubblicata in Gazzetta Ufficiale la Direttiva sull’Efficienza Energetica. Ora gli Stati membri hanno 18 mesi di tempo (entro maggio/giugno 2014) per recepire all’interno delle leggi nazionali la maggior parte delle disposizioni della Direttiva ed implementarle. Alcune disposizioni dovranno essere recepite in tempi minori come, ad esempio, quella riguardante la comunicazione dei progetti nazionali di efficienza energetica (entro un anno). Altre hanno scadenza maggiore, come ad esempio la valutazione delle possibilità di attuazione di impianti di teleriscaldamento e cogenerazione (fine 2015) Nel primo semestre del 2014 la Commissione valuterà i risultati ottenuti nel perseguimento dell’obiettivo del 20% di efficienza energetica e su eventuali ulteriori misure necessarie per il suo ottenimento. (Pagina 5 della Newsletter AREA, dettagli su bit.ly/AREA6-2012) ■ REFRIGERANTI Direttiva Ecodesign e refrigeranti – AREA ed EPEE hanno elaborato una dichiarazione comune (sottoscritta poi anche da ASERCOM) in disaccordo riguardo l’intento di assoggettare l’uso di refrigeranti alla Direttiva Ecodesign. Questo, infatti, comporterebbe tre rischi: 1. la regolamentazione dell’uso dei refrigeranti ricadrebbe sotto diverse Regolamentazioni, con il rischio di poca chiarezza in merito 2. la Direttiva Ecodesign tratta dell’efficienza energetica e non può entrare nel merito sull’utilizzo di determinati refrigeranti 3. le prestazioni e l’efficienza energetica delle apparecchiature frigorifere non dipende unicamente dal GWP del refrigerante che impiegano, ma da un numero molto maggiore di parametri. Limitarsi a considerare il solo GWP porterebbe inevitabilmente a peggiorare le prestazioni di tali apparecchiature (Pagina 3 della Newsletter AREA, dettagli su bit.ly/AREA6-2012) Vendita illegale di refrigeranti su internet – Il problema della vendita illegale di refrigeranti (proibiti e non) su internet è all’ordine del giorno in molti Paesi. Molte volte, infatti, manca la comunicazione riguardante i relativi Regolamenti da rispettare, la necessità di essere certificati per poter acquistare refrigerante, gli obblighi normativi per i rivenditori. In Francia sono state programmati per Google degli avvisi di allerta per la seguente lista di parole-chiave: Refrigerante, Freon, R12, R502, R22, R134a, R143a, R404A, R407C, R410A, R417A, R507A. Si intende inoltre procedere contro quei siti che vendono refrigerante in maniera illegale. (Pagina 6 della Newsletter AREA, dettagli su bit.ly/AREA6-2012) False etichette sui compressori – La consuetudine di impiegare false etichette per esportare apparecchiature caricate con CFC aumenta sempre di più. In Svezia è stato scoperto un caso di false etichette di diverse marche tutte riportanti lo stesso modello e numero di produzione. ACR News ha anche riferito su alcuni casi di frigoriferi dismessi contenenti CFC ed indicati invece come R600a. (Pagina 6 della Newsletter AREA, dettagli su bit.ly/AREA6-2012) 47 Speciale corso di tecniche frigorifere per i soci ATF Accorgimenti per limitare le fughe di refrigerante dal circuito frigorifero: prevenire è meglio che curare 159ª lezione di base PIERFRANCESCO FANTONI ARTICOLO DI PREPARAZIONE AL PATENTINO FRIGORISTI CENTOCINQUANTANOVESIMA LEZIONE SUI CONCETTI DI BASE SULLE TECNICHE FRIGORIFERE Continuiamo con questo numero il ciclo di lezioni semplificate per i soci ATF del corso teorico-pratico di tecniche frigorifere curato dal prof. ing. Pierfrancesco Fantoni. In particolare con questo ciclo di lezioni di base abbiamo voluto, in questi 15 anni, presentare la didattica del prof. ing. Fantoni, che ha tenuto, su questa stessa linea, lezioni sulle tecniche della refrigerazione ed in particolare di specializzazione sulla termodinamica del circuito frigorifero. Visionare su www.centrogalileo.it ulteriori informazioni tecniche alle voci “articoli” e “organizzazione corsi” 1) calendario corsi 2013, 2) programmi, 3) elenco tecnici specializzati negli ultimi anni nei corsi del Centro Studi Galileo divisi per provincia, 4) esempi video-corsi, 5) foto attività didattica. È ORA DISPONIBILE LA RACCOLTA COMPLETA DEGLI ARTICOLI DEL PROF. FANTONI Per informazioni 0142.452403 48 Introduzione Il problema delle perdite di gas dai circuiti frigoriferi è la spina nel fianco di alcuni tecnici frigoristi, che non pongono la dovuta attenzione a tale tipo di eventi. Oltre alle normative, che assegnano all’individuazione delle eventuali fughe da un impianto la priorità delle operazioni di manutenzione periodica da effettuare, sussistono numerose conseguenze che suggeriscono di porre molta attenzione nell’individuazione e soprattutto nella prevenzione dei difetti di tenuta. Per tutte le tipologie di refrigeranti di natura sintetica esistono precise disposizioni che obbligano ad eseguire controlli periodici del circuito frigorifero e ad adoperarsi affinchè la riparazione delle perdite sia la più immediata possibile. Quando l’impianto funziona scarico Sono numerose le ragioni che devono essere tenute in considerazione per giustificare il fatto che in un circuito frigorifero il rischio fughe deve essere sempre ridotto al minimo. La conseguenza della perdita di efficienza dell’impianto è una delle più importanti. Una fuga anche di piccole dimensioni può portare a diminuzioni dell’efficienza energetica che possono essere comunemente dell’ordine del 10-15%, mentre fughe di entità importanti possono portare anche a dimezzare la capacità frigorifera dell’impianto in poco tempo con raddoppio dei consumi energetici e dei relativi costi di funzionamento. Studi effettuati presso laboratori di prova specifici hanno dimostrato come la diminuzione di carica del circuito dovuta ad una perdita di gas risulta avere un modesto effetto sulla potenza impegnata dal compressore. Notevole, invece, è la conseguenza sulla capacità di raffreddamento dell’impianto, che diminuisce già del 45% anche per perdite dell’ordine del 15%. Obbligatorietà dei controlli Dal punto di vista normativo sia per i refrigeranti clorofluorocarburi che per gli idroclorofluorocarburi e idrofluorocarburi è previsto che il proprietario dell’impianto faccia eseguire con periodicità delle verifiche sulla tenuta del circuito frigorifero qualora la carica di refrigerante non sia inferiore a 3 chilogrammi. Per i refrigeranti CFC e HCFC è vigente il Regolamento Europeo 1005/2009 che impone che le imprese che gestiscono apparecchiature di refrigerazione, condizionamento d’aria o pompe di calore facciano eseguire periodicamente dei controlli secondo quanto riportato nella tabella 1. Inoltre prescrive che, quando individuata, una fuga vada riparata il più presto possibile e comunque entro 14 giorni dalla sua individuazione. In aggiunta a ciò, una volta riparata la fuga, è necessario eseguire un’ulteriore verifica sul circuito entro 1 mese dalla riparazione per verificare se Tabella 1. Frequenza dei controlli Ogni 12 mesi Ogni 6 mesi Ogni 3 mesi Tipo di circuito Non ermeticamente Ermeticamente sigillato sigillato Circuito con carica Circuito con carica pari o superiore a 3 kg pari o superiore a 6 kg di CFC o HCFC di CFC o HCFC Circuito con carica pari o superiore a 30 kg di CFC o HCFC Circuito con carica pari o superiore a 300 kg di CFC o HCFC essa è stata efficace ed ha portato ad una totale eliminazione della fuga. Ricordiamo che tali disposizioni sono vigenti, ad esempio, per i vecchi circuiti ancora funzionanti a R12 o R502 e per i circuiti frigoriferi degli impianti un po’ più recenti caricati con R22. Sempre per i refrigeranti CFC ed HCFC in Italia vige il Decreto del Presidente della Repubblica n. 147 del 2006. In esso si stabilisce che “qualora si rilevi una perdita che richieda una ricarica superiore al 10 per cento del contenuto totale del circuito frigorifero, l’impianto o l’apparecchiatura deve essere riparato entro trenta giorni dalla verifica e può essere messo in funzione solo dopo che la perdita sia stata riparata”. Per i refrigeranti HFC vige il Regolamento Europeo 842 del 2006 che stabilisce per gli impianti frigoriferi controlli periodici analoghi a quelli riportati in tabella 1. Inoltre anch’esso impone che “Le applicazioni sono controllate per individuare perdite entro un mese dalla riparazione della perdita per accertare che la riparazione sia stata efficace”. Appartengono a tale famiglia di gas l’R134a, l’R404A, l’R407C, l’R410A, l’R507 e molte altre miscele presenti oggigiorno sul mercato. utilizzo è gia definitivamente cessato o è prossimo ad esserlo. I refrigeranti HFC sono sostanze che contribuiscono ad aumentare l’effetto serra e quindi comportano un aumento della temperatura media della Terra. In via del tutto indicativa possiamo stimare che nelle piccole apparecchiature frigorifere commerciali (vetrine, armadi refrigerati, piccole celle frigorifere, ecc.) che mediamente hanno una carica fino a 4-5 chilogrammi di gas le perdite siano dell’ordine del 1015%. Appropriati e specifici accorgimenti possono portare il tasso di perdita al di sotto dell’ 1%. Anche nei circuiti frigoriferi di più grandi dimensioni, con cariche di decine e decine di chilogrammi di refrigerante (ad esempio chiller, magazzini refrigerati, ecc.) in cui si può stimare un tasso medio di perdita del 4% è possibile ridurre l’entità delle perdite fino a valori inferiori all’1%. Questo significa evitare l’immissione in atmosfera di una grande quantità di refrigerante e quindi attenuare notevolmente l’inquinamento ambientale. Probabilmente se tali attenzione fossero state poste con maggiore decisione in passato non si sarebbe arrivati all’emanazione di norme così restrittive e vincolanti come quelle attuali in materia di uso di determinate tipologie di refrigeranti. Ogni fuga di gas è un danno per l’ambiente Altri danni I refrigeranti utilizzati in refrigerazione e condizionamento, vecchi e nuovi, hanno una stabilità chimica notevole che permette loro di permanere in atmosfera per decine e decine di anni e raggiungere, così, gli strati più esterni dell’atmosfera. I refrigeranti CFC e HCFC sono sostanze che contribuiscono ad impoverire lo strato di ozono stratosferico, e per tale ragione il loro La presenza di fughe dal circuito frigorifero comporta problemi di funzionamento all’impianto. Oltre a perdere la propria potenza frigorifera, che significa una diminuzione della capacità di raffreddamento, l’impianto tenderà a funzionare con pressioni basse, elevati valori di surriscaldamento, temperature di lavoro del compressore molto alte. Le caratteristiche dell’olio di lubrificazione vengono intaccate ed esso tenderà a carbonizzarsi, con produzione di microparticelle solide che porteranno a problematiche di funzionamento del compressore stesso e di sostanze acide. I rischi sono bruciature degli avvolgimenti del motore, corrosione degli isolamenti dei conduttori elettrici, rischi di rigature dei cilindri e dei pistoni, malfunzionamento delle valvole e molti altri inconvenienti. Figura 1. Perdita di refrigerante da una giunzione individuata attraverso l’utilizzo di una soluzione acqua/sapone. La ridotta capacità frigorifera porta come conseguenza l’aumento delle temperature dei locali raffreddati e la possibilità che le derrate conservate subiscano dei danni irreparabili. Cosa fare per evitare le perdite di refrigerante Il costante e periodico monitoraggio del circuito frigorifero per rilevare la presenza di eventuali perdite è sicuramente una pratica utile al fine di limitare le conseguenze negative causate dalla presenza di fughe. Tuttavia esso non permette di evitare tali fughe, dato che è un accorgimento che permette di intervenire a posteriori, ossia solo quando la fuga si è già verificata. Molto più redditizie, sotto questo punto di vista, sono alcune pratiche che quando entrano a far parte delle abituali lavorazioni del frigorista consentono di prevenire il verificarsi di fughe risultando, così, molto più efficaci nel limitare la possibilità di difetti di tenuta del circuito frigorifero. ● È vietata la riproduzione dei disegni su qualsiasi tipo di supporto. 49 GLOSSARIO DEI TERMINI DELLA REFRIGERAZIONE E DEL CONDIZIONAMENTO (Parte centoventitreesima) A cura dell’ing. PIERFRANCESCO FANTONI Densità: Rappresenta la massa contenuta in un volume pari a 1 m3 di una certa sostanza. Mentre la densità dei solidi e dei liquidi può essere considerata sostanzialmente costante al variare della temperatura, quella dei gas dipende invece da essa. All’aumentare della temperatura, infatti, la densità di un gas diminuisce, in quanto a parità di massa, il volume del gas aumenta. Ciò risulta particolarmente importante nell’ambito del ciclo frigorifero, dove la quantità in peso di gas aspirato dal compressore ad ogni ciclo dipende proprio dalla sua densità. A parità di pressioni di lavoro, il compressore è in grado di aspirare ad ogni ciclo sempre il medesimo volume di refrigerante allo stato gassoso. A seconda della densità del gas, a tale volume corrisponde una quantità in peso diversa. Così, ad esempio, maggiore è la densità del vapore che percorre la linea di aspirazione, maggiore è la massa di gas che viene aspirata ad ogni ciclo e minore deve essere il lavoro compiuto dal compressore per spostare una determinata quantità in peso di refrigerante dal lato di bassa a quello di alta pressione. La densità nel Sistema Internazionale si esprime in kg/m3. EUROVENT/CECOMAF: Associazione nata nel 1996 a Lione (Francia) dall’unione delle due omonime associazioni. Fanno parte di 50 EUROVENT/CECOMAF 15 associazioni nazionali in rappresentanza di 11 nazioni, anche non propriamente appartenenti all’Unione Europea. Tali associazioni raggruppano al loro interno i costruttori di apparecchi per la refrigerazione, di condizionamento dell’aria e di ventilazione. Eurovent/Cecomaf ha lo scopo di sviluppare programmi di certificazione per le industrie produttrici di componenti per impianti aeraulici e di refrigerazione; di partecipare ai programmi di standardizzazione internazionali; di divulgare le novità inerenti l’uso dei refrigeranti, dei risparmi energetici e della qualità dell’aria interna; di sviluppare ricerche di cooperazione, di rappresentare in sede internazionale tutti i costruttori aderenti all’associazione. Eurovent esegue programmi di certificazione per le seguenti apparecchiature: condizionatori d’aria di benessere, condizionatori per centri di calcolo, ventilconvettori, chiller, scambiatori di calore, torri di raffreddamento, centrali di trattamento aria, banchi refrigerati, ecc. Un’apparecchiatura, una volta certificata, può fregiarsi del marchio Eurovent Certified Performance: essa garantisce che i prodotti immessi sul mercato sono stati controllati e che sono conformi alle caratteristiche dichiarate dal costruttore. LCCP: Life Cycle Climate Performance (prestazione ambientale del ciclo di vita). È una misura delle emissioni complessive di un impianto frigorifero, per la refrigerazione o il condizionamento dell’aria, che provocano effetto serra. Tale misura prende in considerazione l’intero arco di vita di un impianto, dal momento della sua nascita a quello della sua dismissione. Concorrono a determinare il valore dell’LCCP le procedure di produzione dei refrigeranti, le emissioni che si verificano durante la sua vita lavorativa, nonché le emissioni derivanti dai cicli di produzione dei componenti impiegati per la fabbricazione dell’impianto. Per tale ragione l’LCCP viene considerato il più oggettivo parametro per quantificare l’impatto sull’effetto serra di un impianto frigorifero. MPG: Mono Propylenic Glycol (glicole mono propilenico). Sostanza che viene impiegata come fluido secondario negli impianti di refrigerazione ad espansione indiretta. Tra le sue caratteristiche principali vi è il basso punto di congelamento, per cui tale fluido può venire pompato in forma liquida negli impianti di raffreddamento anche a basse temperature. Ossiacetilenica, saldatura: Tecnica di saldatura che porta alla giunzione di due pezzi mediante l’apporto di materiale esterno, senza che via sia fusione del materiale dei due giunti. L’energia calorifica necessaria alla fusione del materiale d’apporto viene fornita da una fiamma generata dalla combustione di ossigeno ed acetilene. Tale combustione permette alla fiamma di raggiungere temperature all’incirca di 3000 °C. La tecnica della saldatura ossiacetilenica è stata sviluppata tra la fine del XIX e gli inizi del XX secolo e viene ancor oggi largamente utilizzata laddove non è disponibile l’energia elettrica o non è possibile utilizzare la saldatura ad arco per ragioni di sicurezza. I materiali che meglio si prestano a tale tipo di saldatura sono il rame e l’acciaio. Raffreddamento misto: Tipologia di raffreddamento delle derrate alimentari che avviene contemporaneamente sia per convezione che per conduzione. Il raffreddamento per convezione viene realizzato attraverso un evaporatore statico o ventilato e l’impiego di un fluido vettore intermedio (generalmente aria) che consente il duplice scambio di calore tra l’evaporatore stesso e la merce da raffreddare mentre il raffreddamento per conduzione avviene mediante delle piastre raffreddate che fungono anche da supporto per la merce, che può quindi essere direttamente collocata su di esse. La combinazione dei due tipi di raffreddamento può venire utilizzata, ad esempio, nelle vetrine frigorifere ove si ha la necessità di conservare particolari tipi di prodotti. ● E’ severamente vietato riprodurre anche parzialmente il presente glossario. cop_freddo_08_12 23-01-2013 9:42 Pagina 51 cop_freddo_08_12 23-01-2013 9:42 Pagina 52