Agricoltura civica e sociale: cooperare per cambiare La società cambierà quando l’etica investirà le nostre riflessioni1 Galasso. A., Durastanti F.2 Abstract L’Agricoltura Sociale (AS) è settore in crescita che dimostra come oggi, l’agricoltura possa offrire percorsi di innovazione sociale in grado di coniugare la produzione di beni alimentari con la produzione di percorsi di qualità sociale. Percorsi che cercano di trovare soluzioni nuove a problemi che riguardano la comunità e che vedono nella partecipazione della società civile un attore attivo nei processi di cambiamento e di costruzione di nuove strategie. Ma è possibile, e come, dare sostegno a queste esperienze affinché non restino solo esperienze virtuose e pionieristiche, ma diventino percorsi utili e replicabili? Come passare dall’innovazione alla strutturazione di processi capaci di garantire nel tempo un rinnovamento? Queste sono le riflessioni che il contributo riporta ed evidenzia provando anche a illustrare alcuni progetti già in atto in AS. In una fase di crisi del welfare pubblico, l’agricoltura L'agricoltura sociale impiega le risorse sta sviluppando risposte interessanti, estendendo dell'azienda agricola oltre che per la produzione di collaborazioni o partenariati e costruendo “reti di beni alimentari anche per organizzare servizi volti imprese-non imprese”, originali nella realtà italiana e a migliorare la qualità della vita delle persone che vi lavorano, in particolare delle fasce più deboli europea e portatrici di innovazione sociale. Sta e/o a rischio di marginalizzazione, e della sviluppando nuova capacità collaborativa, comunità che vi ruota intorno. sussidiarietà tra l’azione del Pubblico e del Privato, fra profit e non profit, e la produzione di valori sia L’agricoltura civica persegue il bene comune economici che sociali da parte dei sistemi produttivi degli individui che, secondo i principi dell'economia civile, è il risultato di tutti i livelli in grado di interloquire e costruire alleanze su base di benessere dei singoli individui di una valoriale con i consumatori. collettività. Per questa ragione, l'agricoltura civica AiCARE nel corso degli ultimi 10 anni ha maturato si fonda sul coinvolgimento delle comunità locali significative esperienze, in Italia ed all’estero, che le e dei cittadini, abbraccia sistemi di produzione e hanno consentito di interloquire con molteplici di commercializzazione innovativi, e rappresenta una visione della società fondata su pratiche portatori di interesse, con soggetti del sistema sociali, economiche e ambientali sostenibili, pubblico, col mondo dei consumatori ed avere quindi sull’etica, sul senso di responsabilità, sulla un quadro, certamente non esaustivo ma reciprocità. Vi fanno riferimento le esperienze di qualitativamente importante, del settore, delle sue agricoltura sociale, di educazione/didattica, di orti esigenze e delle tendenze in atto. AiCARE ha condivisi, di consumo critico. sviluppato la propria competenza ed esperienza in particolare nel settore dell’agricoltura sociale (AS). L’AS è un tema emergente, riconosciuto anche dall’entrata in vigore della legge nazionale sull’agricoltura sociale (legge 141/2015, 23 settembre 2015). L’AS si ispira ai principi dell’economia civile e rappresenta una visione della società fondata su pratiche sociali, economiche e ambientali sostenibili, sull’etica, sul senso di responsabilità, sulla reciprocità. Insieme all’AS vi sono anche esperienze di educazione e didattica nella natura, di orti condivisi e di consumo critico che fanno riferimento all’economia civile e, nello specifico, all’agricoltura civica (o civile) (Di Iacovo e al. 2014, Galasso 2014). L’AS non è un fenomeno solo italiano. AiCARE, in collaborazione con l’Università di Pisa, ha realizzato attività di studio e di indagine, di confronto e di scambio, coinvolgendo diverse esperienze europee attive nel settore dell’AS, alcune delle quali possono trovare interesse nelle soluzioni ed attuazioni individuate anche in Italia. Fra queste si segnalano: il progetto europeo SoFar – Social 1 Pierre Rabhi: saggista, agricoltore bio, pioniere ed esperto di agroecologia, fondatore del Movimento Colibris in cui AiCARE si riconosce. Video-intervista a Pierre Rabhi: https://www.youtube.com/watch?v=UiTe8CWsoS8 2 AiCARE Agenzia Italiana per la Campagna e l’Agricoltura Responsabile e Etica Farming che ha individuato/selezionato casi studio di esperienze condotte in diversi Paesi europei (Olanda, Germania, Belgio, Francia, Irlanda, Slovenia), alcune delle quali condotte e/o sviluppatesi in esperienze di rete; la Comunità di Pratiche internazionale Farming for Health; le collaborazioni con la rete francese Astra per l’AS; è, inoltre, utile guardare anche ai lavori tenutisi nel corso della Conferenza Internazionale “Agriculture in an Urbanizing Society - Reconnecting Agriculture and Food Chians to Societal Needs” (Roma, settembre 2015), nel corso dei quali si sono confrontati gruppi di lavoro e di ricerca attivi sul tema che indagano le realtà agricole più innovative, analizzandone anche le caratteristiche di replicabilità. Per quanto riguarda il quadro italiano, le esperienze sono molte ed alcune sono ben sviluppate in termini di partnership, di attività, di numero di persone coinvolte (utenti), altre, in alcuni territori, risultano essere frammentate per ragioni morfologiche, istituzionali e sociali. Soprattutto in questi ultimi casi diventa essenziale creare nuove alleanze, reti multi-attoriali e multi-competenti di innovazione sociale che richiedono tempo e processi di mediazione per facilitare il necessario cambio di visioni e di routine operative. L’AS lega/intreccia politiche agricole, sociali, del lavoro, formative, educative, sanitarie e della giustizia in un progressivo avvicinamento delle risposte ai bisogni delle persone. In questo momento l'AS nel nostro Paese rappresenta un grande laboratorio diffuso, che a livello locale è in grado di generare cambiamento. Pensiamo si renda necessario lavorare nello sviluppo di conoscenze e di strumenti per il supporto dei diversi attori nella realizzazione di processi dell'AS, per sviluppare relazioni dirette produttoriconsumatori, per aumentare e valorizzare i prodotti realizzati all'interno di iniziative di AS e diffondere buoni progetti. Attraverso i percorsi di AS si realizzano prodotti alimentari ottenuti nel pieno rispetto delle regole, nel rispetto del lavoro e delle persone coinvolte, inserendo al lavoro anche persone a bassa contrattualità. Pertanto ripensare e riflettere sulle modalità di produzione del cibo, è certamente un passo importante per i territori. Per poter approfondire queste riflessioni e definire strategie di lavoro, AiCARE insieme al Dipartimento di Scienze Veterinarie dell’Università di Pisa ha ideato e promuove il progetto I Buoni Frutti. I Buoni Frutti è stato prima un viaggio in tutta Italia, in 40 tappe, presso fattorie didattiche, aziende agro-sociali, aziende agricole che sperimentano formule innovative e virtuose per l'ambiente e la collettività, orti e giardini condivisi: un libro ne racconta l'esperienza (Durastanti e al., 2011). Oggi I Buoni Frutti è diventato un marchio e un sistema di franchising sociale (Moruzzo e al., 2015) per lo sviluppo dell’AS in Italia, che ha l’obiettivo di valorizzare i prodotti realizzati all’interno di percorsi di AS e promuovere buoni progetti di AS mediante la diffusione di modelli di lavoro testati. Il progetto si fonda su un modello originale che coniuga agricoltura e welfare, e a partire dalle esperienze emergenti ed in crescita nel Paese di questa agricoltura innovativa, su un’idea forte di rete e su un marchio. Il sistema di rete, proprio già delle singole esperienze pilota del settore dell’AS attive in reti territoriali multi-attori, consente alle persone di lavorare insieme e condividere valori ed obiettivi sociali oltre che economici e pone in relazione i diversi soggetti coinvolti: imprese sociali e cooperative, ricerca e sistema delle competenze tecniche, consumatori fruitori dei prodotti di AS, prodotti che possono essere valorizzati attraverso un circuito/rete contraddistinto da un marchio specifico. Il marchio è difatti in grado di accomunare tutti gli aderenti alla rete e di identificarli in modo diretto ed immediato agli occhi di consumatori, famiglie, istituzioni, associazioni. Il marchio fornisce alle imprese un forte elemento identitario, in quanto rappresenta l’aspetto tangibile di appartenenza ad un network nazionale dell’AS che condivide finalità e valori espressi nei disciplinari e strumenti che ne regolano il funzionamento. I prodotti da AS trovano forza nell’evoluzione della domanda e nelle tendenze di mercato attuali e possono avere un ruolo importante nello sviluppo di modelli alternativi, andando oltre i rapporti economici tradizionali ed esplorare più da vicino e meno parzialmente il ruolo che l’agricoltura può svolgere per le persone, i luoghi e i loro bisogni. L’attenzione di cui l’AS gode oggi nella società è frutto di numerose e decennali sperimentazioni da parte di centinaia (oggi si stimano oltre 1.000) imprese e di componenti più attente e sensibili della società civile. Le pratiche di AS rientrano quindi in quel laboratorio diffuso che è oggi l’innovazione sociale. Nella società civile oggi c’è tanta innovazione, è un laboratorio che apre nuove strade all’insegna di una maggiore sostenibilità, ponendo quasi sempre al centro l’essere umano e la natura, sperimentando soluzioni per l’avvenire. La società civile fa, dunque, politica nel senso che moltissime persone cercano di lavorare per cambiare in meglio la società (Rabhi, 2011). Tuttavia, è opportuno sottolineare come non sia sufficiente sperimentare in modo creativo i propri progetti o attivare percorsi locali di innovazione per generare un cambiamento in grado di offrire risposte (e risposte eque) alla crescente complessità dei bisogni sociali se nello stesso ambito dei cosiddetti progetti di innovazione sociale talvolta si osservano: competizione, difesa di rendite di posizione, difficoltà a trasferire le acquisizioni fatte o se, ancora, le regole del gioco rimangono sempre le solite ed incontestate leggi del mercato. Perché si possa produrre un cambiamento diffuso è necessario che gli innovatori e le pratiche di cui sono portatori entrino in stretto rapporto e in stretta capacità di interazione con i soggetti preposti alla definizione delle regole e degli strumenti, con la dimensione cioè strettamente politica, che quest’ultima sia capace di coglierne gli elementi di innovazione e farli diventare patrimonio esteso e che pratiche innovative e politica operino in un’ottica “civile” facendo prevalere l’interesse collettivo agli interessi di parte che potrebbero sorgere e “indurre in tentazione”. Alcune delle questioni aperte da affrontare con urgenza sono dunque: come generare la “diffusione virale” che crea cambiamento? Quali sono i principali ostacoli? Come costruire dei tavoli di lavoro all’insegna della reale collaborazione e condivisione? Come si collocano gratuità e reciprocità in un sistema con regole differenti? Vi è disparità di forze? Non esiste economia civile senza lo Stato. Ma lo Stato è sempre “civil servant”? Il rischio, nel non affrontare queste questioni, è di restare nel sentiero dell’attivazione individuale (Dodaro, 2016), di piegarsi alle logiche della concorrenza e del mercato e di non avviarsi sul sentiero più complesso ma necessario dell’innovazione sociale, chiamata invece ad elaborare risposte ai bisogni sociali creando nuove relazioni e nuove collaborazioni e soluzioni che da pionieristiche possano diventare di sistema, in cui la logica della sostenibilità sociale e degli impatti sociali saranno diventati gli obiettivi principali. Dal tipo di sentiero intrapreso ne conseguirà nel primo caso un rallentamento dei processi in atto ed un (ab)uso delle espressioni “innovazione sociale” e delle pratiche (quali l’agricoltura sociale) ad essa riconducibili, utilizzate già in modo talvolta ambiguo e retorico, nel secondo caso una spinta decisa verso la costruzione di alternative e quindi un’occasione di rinnovamento. Key-words agricoltura sociale, economia civile, etica, innovazione sociale, partecipazione. Bibliografia Di Iacovo F., Fonte M., Galasso A., Agricoltura civica e filiera corta – Nuove pratiche, forme d’impresa e relazioni tra produttori e consumatori, Working paper Gruppo 2013 – Coldiretti, 2014 Dodaro M., Innovazione sociale o solo attivazione individuale?, Che Fare, 2016 Durastanti F ., Galasso A., Orefice G., Paolini S., Rizzuto M. (a cura di), I Buoni Frutti. Viaggio nell’Italia della nuova agricoltura civica, etica e responsabile, Agra Editrice, Roma, 2011 Galasso A., Agricoltura civica: analisi delle esperienze innovative raccolte nel corso del concorso Agricoltura Civica Award, In Agricoltura sociale e civica, Giarè F. (a cura di), Inea Istituto Nazionale Economia Agraria, 2014 Moruzzo R., Di Iacovo F., Galasso A., Paolini S., Scarpellini P., Social franchising and social farming, for promoting the co-production of knowledge and values: the IBF case. 2nd International Conference Agriculture in an Urbanizing Society (Roma, Italia, 14-17 Settembre), 2015 Rabhi P., Manifesto per la terra e per l’uomo, ADD Editore, Torino, 2011 Sitografia Agriculture in an urbanizing society www.agricultureinanurbanizingsociety.com AiCARE www.aicare.it Movimento Colibris www.colibris-lemouvement.org I Buoni Frutti www.ibuonifrutti.eu