Sonetto; quartine alternate (ABAB), terzine replicate (CDC CDC) In risposta alla tenzone circa la fenologia dell’amore iniziata da Giacomo Mostacci. Inizia mettendo in evidenza la manifestazione dell’amore generato dagli occhi e alimentato dal cuore; nella seconda quartina considera l’amore un “oggetto” lontano, sottolineando la falsità di quest’amore: per Giacomo da Lentini il vero amore nasce dagli occhi dell’innamorato che sono per il cuore un filtro che rivela la natura delle cose, aspetti negativi e positivi. Il cuore, ricevendo l’immagine della donna amata e ripensandola, alimenta il piacere e il desiderio. Si descrive, in un modo freddo e scientifico, la fenologia dell’amore che, secondo il poeta, domina la vita umana. L’unica figura retorica presente è l’anastrofe al verso n˚10; viene fatto largo del polisindeto, particolarmente nella seconda terzina. Amor è un desio che ven da core Per abbondanza di gran piacimento; e li occhi in prima generan l'amore e lo core li dà nutricamento. L’amore è un desiderio che viene dal cuore per l’intensità del piacere; e prima sono gli occhi a generare l’amore e il cuore poi li alimenta. Ben è alcuna fiata om amatore Senza vedere so 'namoramento, ma quell'amor che stringe con furore da la vista de li occhi ha nascimento: Talvolta può darsi che un uomo si innamori senza vedere l’oggetto del suo innamoramento, ma quell’amore che afferra con violenza ha origine dal senso della vista: che li occhi rappresentan a lo core d'onni cosa veden bono e rio, com'è formata naturalmente; che gli occhi rappresentano al cuore vedono ogni cosa positiva e negativa, come ogni cosa è formata naturalmente; e lo cor, che zo è concepitore, imagina, e li piace quel desio: e questo amore regna fra la gente. e il cuore, che riceve ciò, immagina, e gli piace quel desiderio: e questo amore si trova tra la gente