Leggendo qua e la, ovvero

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LEGGENDO QUA E LA ovvero,
Notizie alla rinfusa
PIANTE
I Fringillidi (ai quali il canarino appartiene) in natura, non hanno a disposizione,
i semi secchi che noi regolarmente forniamo in cattività. Originali delle Isole
Canarie, si adattano al clima ed ai luoghi mangiando i semi prativi presenti nella
aree in cui soggiornano. Non a caso, il periodo riproduttivo dei Fringillidi coincide
con la germinazione delle erbacee (periodo compreso tra marzo e luglio) con
cui alimentare frequentemente i Pullus con i loro semi immaturi ma ricchi di
vitamine e proteine ed avere così un rapido accrescimento dei novelli.
Non a caso gli uccelli granivori che vivono nelle zone interne, nidificano prima
degli uccelli che vivono sulla costa, proprio perché sulla costa le erbe fioriscono
e producono semi in ritardo.
Tra le varie erbe che in natura offrono nutrimento ai fringillidi se ne elencano
alcune.
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Centocchio: Piantina appartenente alla famiglia delle Cariofillacee, alta
pochi centimetri, forma dei tappeti di foglioline tenere costellate di
minuscoli fiorellini bianchi a forma di stellina. E' molto comune, facile da
trovare e riconoscere soprattutto in primavera e autunno quando
l'altezza della vegetazione circostante rimane limitata. E' commestibile
anche per gli umani, lessato o in minestre, soprattutto associato all'ortica.
Va somministrata agli uccelli quando le estremità sono piene di semi di
color beige. Attenzione a non confondersi con altra stellaria dai fiori
azzurri e pilucchi su foglie e steli.
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Cardo maggiore: questa pianta non dovrebbe mai mancare negli
allevamenti di Cardellini e Spinus in genere. Anche per i Canarini vanno
benissimo specialmente se appesi nei gabbioni di svezzamento dei
novelli. Vanno ottimamente anche nelle gabbie di cova nel periodo da
Maggio a Luglio quando i semi sono ancora teneri e lattiginosi. Se invece
si vuole raccogliere i semi per somministrarli durante l’inverno bisogna
aspettare fine luglio-agosto, sperando che i cardellini liberi li lascino
arrivare alla maturazione.
Tarassaco: Il tarassaco cresce spontaneamente nelle zone di pianura fino
ad alta quota, in alcuni casi con carattere infestante. È una pianta tipica
del clima temperato e, anche se per crescere non ha bisogno di terreni e
di esposizioni particolari, predilige maggiormente un suolo sciolto e gli
spazi aperti, soleggiati o a mezzombra. In Italia cresce dovunque e lo si
può trovare facilmente nei prati, negli incolti, lungo i sentieri e ai bordi
delle strade. Contiene acido taraxinico utile come disintossicante ed
epatoprotettore. Contiene anche vitamine B1,B2,C, E. Va messa a
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disposizione tutta la pianta in qualsiasi momento dell’anno va sempre
bene.
Senecione: Questa pianta è molto robusta ed è perenne ha un fusto
eretto, striato un poco zigzagante, produce molte foglie di grandi
dimensioni ed acuminate. Produce dei fiori gialli che hanno pochi petali,
fiorisce da Luglio ad Agosto nei prati boschi e luoghi ombrosi. I
Cardellini sono ghiotti dei piccoli semi che questa pianta produce a tra
luglio e la fine dell’estate. In provincia di Lecce viene chiamata “erba
cardillara”.
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Piantaggine: Alcuni principi attivi contenuti da questa eccellente pianta
sono: mucillagini, sostanze amare, tannini e il glucoside aucubina. Hanno
proprietà astringenti intestinali e stimolano la diuresi, vanno bene anche
per tracheiti e faringiti. I semi sia allo stato lattiginoso che maturi,
agiscono come regolatori intestinali e decongestionanti dei bronchi. La
Piantaggine cresce particolarmente nelle regioni centro settentrionali dove
si trova nei prati, nei campi, lungo le strade e in tutti i luoghi erbosi.
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Cicoria: E’ indubbio il potere rinfrescante di questa pianta, con i suoi
fiori di color azzurrino è presente in tutta la penisola, si può
somministrare sia allo stato fogliare che lo stelo con semi lattiginosi e
maturi, ha un leggero potere lassativo e tonico anche le radici, se ben
lavate e triturate nel pastone aiutano la regolazione intestinale e la
crescita dei nidiacei.
Lattuga selvatica: Ha un leggero effetto ipnotico e narcotico, molto
simile a quello dell'oppio ricavato dal Papaver somniferum.
Alcuni allevatori usano somministrarla ai soggetti che non vogliono
abituarsi alla gabbia da mostra, durante la fase di preparazione a
quest’ultime. Invece se usata durante la nidificazione, rendono più
calmi i piccoli e quindi invece di uscire da nido prematuramente a volte
anche a 13 giorni, vi rimangono tranquilli anche fino a 20-22 giorni, è
però povera di vitamine. L'ingrediente attivo della lattuga selvatica è il
lattughino.
Borsa di pastore: Della Borsa di pastore si raccoglie la parte aerea tutto
l’anno perché i semi cadono appena nascono e quindi danno origine a tante
generazioni in un anno. Si usa normalmente la pianta fresca. Hanno un
grande potere astringente. E per chi alleva Verzellini è una vera panacea,
alcuni soggetti abbandonano di alimentarsi di semi secchi fino a quando
possono alimentarsi di questa pianta.
Crespino: E’ una pianta che ha una altezza che varia da 50-150 cm.
Fiorisce da giugno ad ottobre. Gli uccelli sono particolarmente ghiotti delle
sue infiorescenza, turgide di semi immaturi, contenuti nei capolini
peduncolati.
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Portulaca: La portulaca è una pianta che appartiene alle speci infestanti,
una delle più diffuse nelle colture estive. Raccolta allo stato spontaneo,
viene consumata in molte regioni mediterranee come insalata Ottima per
l’alimentazione degli uccelli, bisogna stare attenti alla colorazione dei gialli
essendo molto carica di carotene, contiene anche l’acido omega 3, un
elevato contenuto di proteine e polisaccaridi idrosolubili.
PASTONCINO
PER CHI VUOLE AUTOPRODURRE IL PASTONE DA
SOMMINISTRARE AI CANARINI NEL PERIODO RIPRODUTTIVO
Le prime regole basilari da osservare, sono le seguenti:
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Far bollire le uova per un tempo minimo di 15 minuti fino ad un massimo
di 30 minuti. Questo regola va osservata indipendentemente dal tipo di
pastone che si andrà a preparare;
Il pastone da noi prodotto, va somministrato in piccole dosi (tanto quanto
necessario per essere consumato nel giro di circa 4 ore. L’ideale, per chi
non ha problemi di lavoro e/o tempo, è somministrarlo ogni 2 ore.);
Le quantità di pastone da preparare dovrebbero essere commisurate al
consumo giornaliero;
Per il pastone eccedente e/o se per mancanza di tempo bisogna preparare
pastone sufficiente per 3 – 4 giorni, questo deve essere tenuto/conservato
in frigorifero, a temperatura non inferiore a +5°;
Ecco di seguito alcune ricette
Ricetta - 1
Quantità in grammi Ingrediente
400
Pane all’olio grattato
200
Farina di grano
100
Farina di soia
100
Latte in polvere
100
Avena frantumata
100
Pellettato per pulcini
Ricetta – 2
Quantità in grammi Ingrediente
500
Biscotti all’uovo (savoiardi)
200
Pane grattugiato
100
Farina di piselli
100
Farina integrale
100
Semolino per pappine
Ricetta - 3
Pastone da mantenimento da inumidire con succo di frutta e due volte a
settimana con yogurt
Quantità in grammi Ingrediente
600
Fette biscottate
200
farina di mais
100
Farina di mandorle
100
Kellog’s alla frutta triturati
Ricetta - 4
Questa ricetta è utile per quanti non dispongono al mattino del tempo necessario
per la preparazione giornaliera del pastone e quindi devono prepararlo in
momenti diversi.
Quantità in grammi Ingrediente
1000
Farina di mais precotta
3
Uova
½
Cucchiaino da caffè di Miele
Procedimento
Cuocere un chilo di farina di mais per polenta (del tipo precotta),
durante la fase di cottura, aggiungere le tre uova. La consistenza deve
essere leggermente liquida. Terminata la fase di cottura, versare quanto
ottenuto nei contenitori per il ghiaccio, lasciare raffreddare e riporre il
tutto in ghiacciaia (reparto congelatore). Ogni sera, secondo l’esigenza
e le quantità necessarie per soddisfare i nostri soggetti, si prelevano dal
congelatore un numero “n” di cubetti del nostro pastone, ponendoli in
un piatto, lasciandoli così scongelare per tutta la notte. Al mattino
troveremo il nostro pastone scongelato ed a temperatura ambiente
pronto per essere somministrato.
Questo tipo di pastone non è consigliato a chi alleva soggetti Lipocromici essendo
il mais un alimento colorante.
Se si ha la necessità di aggiungere, al nostro pastoncino, sostanze coloranti tipo
Carophill, cantaxantina, betacarotene, etc., per meglio far amalgamare queste
ultime, possiamo aggiungere ½ cucchiaino di olio d’oliva mescolando il tutto in
modo omogeneo.
Anche i gusci delle uova precedentemente utilizzate possono essere riciclati ed
usati come calcio e/o grit, ecco come procedere.
Lavare i gusci d’uova e metterli a bollire per almeno 20 minuti. Al termine della
bollitura, necessaria per la loro disinfettazione, asciugarli, se necessario
passandoli in un forno e triturarli finemente (con l’utilizzo di un trituratore
elettrico) se si vogliono utilizzarli come calcio. Se si vogliono utilizzare come grit,
basta triturarli più grossolanamente.
Se usiamo i pastoncini normalmente in commercio del tipo secco e vogliamo
renderli più morbidi e appetitosi, possiamo inumidirli mediante molteplici
elementi.
Primo fra tutti mediante l’utilizzo di
 Semi germinati e/o semi bolliti;
in alternativa possiamo usare tritandoli finemente e/o utilizzando il loro succo:
 Carote;
 Broccoletti;
 Mela;
 Succhi di frutta;
 Yogurt; (possibilmente bianco)
 Succo d’arancia;
 Acqua vitaminizzata;
 Acqua glucosata;
 Latte scremato;
N.B. E’ importante non rendere il pastone una poltiglia ma abbastanza
umido da gonfiarsi e restare morbido.
YOGURT/FERMENTI LATTICI
Il colon e/o intestino grasso ospita da 10 a 100 miliardi di miliardi di batteri e
microbi di quelli presenti su ogni essere umano/animale. Quindi su ogni essere
animale sono presenti batteri, archei, protozoi. Tutto ciò è stato affermato da un
dei nuovi rami scientifici che sta seguendo la genetica “la Metagenomica”
La Metagenomica è lo studio di metagenomi, e cioè, lo studio del materiale recuperato
direttamente da campioni ambientali. Il vasto campo da essa racchiuso, può anche essere
indicato come la genomica ambientale, ecogenomics o genomica comunità. Studia la
convivenza tra gli animali, intesi come organismo ospitante (microbioma), e la
somma dei geni della comunità ospitata (microbiota). La metagenomica offre un
obiettivo potente per la visualizzazione del mondo microbico che ha il potenziale per
rivoluzionare la comprensione del mondo vivente per intero.
Tutto ciò ha provocato l’ennesima rivoluzione della medicina e l'ennesima
rivoluzione dell'alimentazione con l’introduzione degli alimenti “Probiotici". Gli
alimenti "probiotici" che sono preposti a regolare il transito nel colon, sono il
Lactobacillus casei e il Streptococcus termophilus.
Tutti gli essere animali sono ricoperti di microbi dalle unghie dei piedi/zampe al
vertice della testa/la punta del becco, e quindi, la mancanza di igiene aggrava il
carico/la presenza di microbi.
Nel colon ad esempio, prevalgono due grandi famiglie di batteri di antica
trasmissione, i Firmicutes e i Bacteroides. I primi contano ben 250 generi di
batteri, tra cui tutte le declinazioni di Lactobacillus, Mycoplasma, Bacillus,
Clostridium e Streptococcus. I più antichi sono i Bacteroides, presenti nel mare,
sulla terra e in tutti gli animali a sangue caldo. Sono abitati da Fusobatteri,
Ruminococchi, Peptococchi, Bifidobatteri, Attinobatteri, tribù diverse ma solidali
di una popolazione che comprende tra i 10 e i 100 miliardi di miliardi di individui,
ognuno con il suo Dna.
I microbi intestinali sono quasi tutti benefici. Essi producono gli enzimi necessari
per il funzionamento del metabolismo. In loro assenza subiremo
l’avvelenamento da tutte le sostanze alimentari ingerite tipo, zuccheri,
carboidrati, grassi e paradossalmente, moriremmo sia di fame che
d'indigestione.
L'uso dei batteri in medicina risale al ricercatore, Louis Pasteur.
Ad esempio, i vaccini insegnano ai sistemi immunitari a riconoscere un battero
un microbo un virus nemico e nocivo per l’individuo, per essere poi pronti quando
c’è ne sarà bisogno. Da circa vent'anni case farmaceutiche, in vasche di
fermentazione, producono sostanze salvavita, come l'insulina. Dal 2005, sono
stati creati in vitro, batteri geneticamente modificati e sono utilizzati, in via
sperimentale, per aggredire e distruggere le cellule tumorali.
Metagenomica La parola "metagenomica" è stata coniata nel 1998 da Jo
Handelsman, una genetista dell'Università del Wisconsin, specializzata nei
patogeni delle piante.
Si tratta di microrganismi, presenti in Natura nel terreno e nelle piante, che sono
contenuti in elevate concentrazioni nel Latte materno, dove prendono il nome
di Lactobacilli. Essi sono deputati a colonizzare l’intestino del neonato, dove
prendono il nome di flora batterica intestinale. Questi batteri saranno ospiti
dell’intestino per tutta la vita, proteggendo l’individuo dalla maggior parte delle
allergie ed infezioni, e garantendo il normale funzionamento del tratto
intestinale. I fermenti lattici (Lattobacilli), come dice il loro nome, sono collegati
con la produzione di Acido Lattico.
Si trovano comunemente nel Latte e nel formaggio (sono importanti per la
maturazione del formaggio), ma certe specie sono anche rintracciabili in grande
numero
nella
flora
intestinale
degli
esseri
viventi
In alcuni Paesi i fermenti lattici sono stati usati per centinaia di anni in
combinazione con Lieviti e Streptococchi per produrre bevande o Latte
fermentato, come nel caso dello Yogurt (Lactobacillus bulgaricus) dell'Europa
orientale e centrale, del Busa del Turkestan, del Kefir dei cosacchi, del Koumiss
dell'Asia centrale e del Leben dell'Egitto.
I Lactobacilli sono riconducibili alle seguenti azioni:
Producono Vitamine, e ciò è possibile solo se questi Lattobacilli sono presenti
nell'intestino.
Producono un fattore di crescita
Prevengono assai bene l'avvelenamento da cibi e le infezioni locali o sistemiche
provocate dall’entrata dei germi nell’organismo attraverso l’intestino (es.
dissenteria, colera).
In presenza di una sana flora batterica intestinale questi microrganismi patogeni
non
sono
infatti
in
grado
di
moltiplicarsi
e
diffondere.
La quantità di questi importanti Lactobacilli diminuisce progressivamente con
l'invecchiamento.
Ora dire che lo yogurt è nocivo ai canarini secondo me è dire una eresia, anche
se alcune scuole di pensiero lo denigrano nell’uso per gli uccelli in quanto non
hanno l’enzima che fa digerire le proteine del latte. L’unico problema, rispetto
all’uovo che deperisce prima, quindi andrebbe sostituito ogni tre-quattro ore e
nelle giornate di calura estiva anche ogni due ore, quindi è poco pratico.
Sicuramente non è consigliabile associare il carbone vegetale al pastoncino con
lo yogurt in quanto si sommerebbero da una parte il potere assorbente del
carbone e dall’altra la funzione del lactobacillus.
Alcuni allevatori usano somministrare lo yogurt nell’acqua da bere a giorni alterni
durante tutto il periodo delle cove, ripeto l’unico oggettivo problema è la facilità
con la quale i batteri deperiscono e muoiono, infatti per questo protocollo
bisogna
usare
acqua
minerale
o
comunque
priva
di
cloro.
Lo yogurt in commercio è tutto buono ma per i nostri scopi bisogna usare quello
senza zucchero o frutta cioè usare quello naturale. Per le dosi, nell’ammorbidire
il pastone è facile perché ci si rende conto dalla consistenza dello stesso, invece
se si decide di unirlo all’acqua da bere, bisogna usare i beverini piccoli, diluendolo
in misura di 250 gr. per litro di acqua ricordandosi di sostituire l’acqua due volte
al giorno (almeno d’estate). L’Aggiunta di vitamina B è consigliata, infatti
essendo facilmente deperibile si ottimizza il risultato cambiando la bevanda due
volte al giorno.
articolo di Sergio Palma
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