Ruta siriana Peganum Harmala Nitrariaceae Etimologia: prende il nome dal principio attivo in essa contenuto: gli alcaloidi harmina e harmalina. Habitat: Questa pianta predilige zone incolte, aride: le steppe, i bordi delle strade. Portamento: la Peganum harmala è un arbusto perenne che cresce fino ad un metro. Provenienza: nativa delle aride zone del Nord Africa, dei deserti Medio Orientali, in tutto il Pakistan, l’ India e di alcune regioni che si affacciano sul mediterraneo. Si è naturalizzata perfettamente nel Sudamerica. Morfologia della specie: Foglie: alterne, sessili, con profonde e numerose divisioni lineari; sono lunghe fino a 5 cm. Il colore è verde vivace e l’odore intenso se vengono spezzate e sfregate. Fiori: sono ermafroditi , solitari, disposti alla sommità dei rami, di colore bianco. La corolla, di circa 3 cm di diametro, ha cinque petali ovali, bianchi all’interno, verdastri all’esterno; gli stami sono numerosi (fino a 15), con lunghe antere gialle. La fioritura avviene nel periodo compreso tra maggio e agosto. Frutti: consiste in un ovario sormontato da stilo. Ha le sembianze di un cappero ed è in grado di contenere fino a 50 semi di forma piramidale e dal colore marrone intenso. I frutti possono essere raccolti in piena fioritura, alla fine dell’estate, ancora verdi, e lasciati seccare al sole. Fusto: fittamente ramificato, in maturità diventa legnoso. Ambiente di coltura: Terreno: Predilige i suoli asciutti, ben drenati, anche poveri e aridi. Si consiglia di far crescere la pianta in vaso per il primo anno. Durante la primavera successiva può essere trapiantata in suolo prima che 9 Il fiore della Peganum Harmala la nuova crescita abbia inizio. Esposizione alla luce: specie eliofila. Se la luce solare non fosse in grado di soddisfare il fabbisogno della pianta, questa cadrebbe in uno stato letargico, dando chiara impressione della morte definitiva. Tuttavia si riscontrano esperienze in cui il Pegano è imprevedibilmente ‘risorto’ non appena ritrovato il suo ambiente ideale. Acqua: Le piantine sono molto suscettibili all'eccesso d'acqua, dovrà perciò essere moderata la somministrazione. Temperatura: la Ruta siriana può essere coltivata all'aperto nelle fasce a clima caldo. Ciononostante sopporta temperature rigidissime, anche fino ai -20 C°, purchè il terreno sia secco. Se mancassero queste condizioni conviene cautelarla in luogo riparato durante i rigidi inverni. Sono provate esperienze di totale riposo stagionale, ovvero per tutto il periodo invernale le piante sono state messe in un luogo chiuso, al buio. Il Pegano è sopravvissuto egregiamente rinvigorendo nei mesi estivi ai nuovi raggi solari. Cura e trattamento: Semina: è consigliabile seminare in substrati misti, terra e sabbia, ad Aprile o Maggio. Occorre bagnare leggermente il terreno e permettere alla superficie di asciugarsi tra un intervento e l’altro. Impollinazione: Entomofila. Semi di Peganum Harmala Ricettario: Dal seme si estrae un pigmento rosso, ampiamente utilizzato in Asia occidentale per colorare i tappeti ed è conosciuto con il nome di turco rosso o rosso siriano. Proprietà medicinali: I semi sono impiegati nelle terapie antielmintiche, vermifughe come diuretico, digestivo, abortivo... si ritiene anche che l’olio ottenuto dal seme sia afrodisiaco. I semi così come le radici contengono alcaloidi quali l'harmina, l'harmalina e il tetraidroharmina. Questi agiscono da MAO-inibitori (inibitori della monoamino ossidasi), ovvero impediscono la metabolizzazione di alcune molecole quali la psilocibina e il DMT. Il preparato ottenuto dalla combinazione di un MAOinibitore con una pianta contenente DMT (Mimosa hostilis, Psychotria viridis, Phalaris arundinacea o Diplopterys cabrerana) è storicamente e tradizionalmente chiamato Ayahuasca (vite dell’anima/ vite dei I frutti sferici che contengono fino a 50 nuovi semi 10 morti): un potentissimo allucinogeno considerato sacro presso molte tribù indigene. L’ harmina in particolar modo, somministrata da un medico qualificato, si ritiene sia uno stimolante proponibile in svariate terapie (l’assunzione orale di soli 25 milligrammi, stimola l’attività mentale, procura euforia e in questo limite è prescrivibile anche come antidepressivo), ma l’abuso (200 fino a 750 milligrammi) può deprimere il sistema nervoso centrale pericolosamente provocando allucinazioni, stati di delirio e in talune circostanze può essere perfino letale. Nella leggenda: Si perde nei millenni la tradizione di consumare la bevanda sacra Ayahuasca: nei riti degli sciamani in India per la consultazione degli oracoli e dei morti. La sua esistenza è già attestata dal terzo millennio a.C. in Siria grazie al rinvenimento di semi ritrovati nei siti Selenkahiye, Hamam et al-Raqai sulla costa dell’ Eufrate. Un sacchetto dei suoi semi, si appende al muro, vicino alla porta d’ingresso, per scacciare le malie e proteggersi da occhi invidiosi. Si usa sfilare dalle serte di questo talismano i semi ormai secchi per bruciarli come l’incenso e diffonderne il profumo “purificatore” per la casa. Questo pratica si presume risalga ai Persiani che solevano inebriarsi dei fumi durante i rituali zoroastriani così com’è descritto nel testo religioso dell’Avesta e nelle fonti antiche iraniane. Il Peganum harmala è anche la magica erba omerica Moli, che Hermes raccolse per Ulisse come antidoto alle pozioni della maga Circe. John William Waterhouse: Circe offre la coppa ad Odisseo 11