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Domenica 2 dicembre 2012 - ore 15.30
GIACOMO PUCCINI
(Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924)
LE VILLI
Opera-ballo in due atti
Libretto di:
FERDINANDO FONTANA
Prima rappresentazione (Le Willis)
Milano, Teatro Dal Verme, 31 maggio 1884
Prima rappresentazione in due atti (Le Villi)
Torino, Teatro Regio, il 26 dicembre 1884
Domenica 13 gennaio 2013 - ore
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Domenica 13 gennaio 2013 - ore 15.30
Tradizionale appuntamento con l’operetta:
Giuseppe Pietri
ADDIO GIOVINEZZA!
Scene goliardiche dalla commedia di Sandro Camasio e Nino Oxilia
versi di Alessandro De Stefani
Mario Salviati, Studente
ANDREA BRAGIOTTO
Dorina, Modista
TIZIANA
SCACIGA DELLA SILVA
Elena, donna velata
DANIELA STIGLIANO
Mamma Rosa, madre di Dorina
ANNA GIOVANELLI
Leone Dalpreda
WALTER RUBBOLI
Il bidello
DANIELE RUBBOLI
Teresa Salviati, madre di Mario
ANNA GIOVANELLI
Antonio Salviati, padre di Mario
DANIELE RUBBOLI
BALLETTO
ARTE DANZA LECCO
Coreografie
CRISTINA ROMANO
ORCHESTRA SINFONICA
DI LECCO
Maestro concertatore e direttore
DEBORA MORI
Produzione e scenografia
IL CENACOLO
FRANCESCANO
Regia
Direzione artistica
WALTER RUBBOLI
DANIELE RUBBOLI
INGRESSO: Prima platea: € 22,00 - Galleria: € 18,00 - Seconda platea: € 15,00
I BIGLIETTI saranno messi in vendita, il mercoledì e il sabato, dalle 15.00 alle 18.30.
La settimana precedente la rappresentazione, il mercoledì, il venerdì e il sabato
dalle 15.00 alle 18.30, e prima dell'inizio dello spettacolo.
PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: tel. 0341- 372329
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CENACOLO FRANCESCANO
Piazza Cappuccini, 3 - Lecco
NONA STAGIONE
LIRICA
2012/2013
Domenica 2 dicembre 2012 - ore 15.30
Opera-ballo in due atti - libretto di FERDINANDO FONTANA
Anna
Roberto
Guglielmo Wulf
Voce della Tregenda
DANIELA STIGLIANO
MIKHEIL SHESHABERIDZE
CARLO MARIA CANTONI
DANIELE RUBBOLI
ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO
Maestro concertatore e direttore
ALDO SALVAGNO
BALLETTO ARTE DANZA LECCO
Ballerine
MARTINA AMIGONI - VALENTINA CARUSO
GIULIA COMI - DAIANA CONCILIO
SARA CROTTA - ,JESSICA DE MARTINI
BARBARA FOMASI - LAURA FUMAGALLI
MICAELA FUMAGALLI - GLORIA IOTTINI
LISA PANZERI - ERICA SILIGONE
VALERIA VITALI - CLAUDIA ZOTTI
Coreografie
CRISTINA ROMANO
CORO “SIMON MAYR” DI BERGAMO
Maestro del Coro
SALVO SGRÒ
Direzione artistica e regia
DANIELE RUBBOLI
Assistente alla regia
CORINNA DE PAOLI
Costumi
ANGARONI&CIAPPESSONI
Produzione scene e organizzazione
IL CENACOLO FRANCESCANO
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GIACOMO PUCCINI E “LE VILLI”
Giacomo Puccini nasce a Lucca il 22
dicembre 1858 da una famiglia di
musicisti. Il padre, organista del duomo
di Lucca, muore quando il fanciullo ha da
poco compiuto i cinque anni. Ciò
nonostante, a Lucca, nessuno contesta che
il posto di organista del duomo, sia a lui
riservato. In attesa che il piccolo possa
adempiere all’incarico, lo zio Fortunato
Magi, ne assume provvisoriamente la
funzione mentre, alla vedova, viene
assegnata una, sia pur magra, pensione.
Il destino è dunque già segnato per
Giacomo che,
subito, dimostra talento
musicale, anche se non è propriamente un
bambino prodigio. I suoi maestri, Carlo
Giacomo Puccini
Angeloni e lo stesso Fortunato Magi, lo
con il librettista
giudicano poco incline allo studio e ne
Ferdinando Fontana
rimarcano l’indolenza e la pigrizia. Nel
contempo non possono però negare i progressi ottenuti grazie alla sua innata
predisposizione per la musica. All'età di diciotto anni il giovane studente presenta,
con buon successo a Lucca, la cantata Juno. Nel 1880, quando ha ormai compiuto
21 anni, una provvidenziale borsa di studio della Regina Margherita, gli permette di
trasferirsi Milano per studiare al Conservatorio. Qui ha la fortuna di incontrare,
quali maestri, il violinista Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli, musicista sulla
cresta dell’onda grazie al successo ottenuto con La Gioconda andata in scena alla
Scala nel 1876. Il ragazzo è maturato. Si assoggetta con impegno alla dura
disciplina dello studio scolastico: ne sente la necessità e ne avverte il giovamento.
Ridimensionato, dopo l’unità d’Italia, il ruolo dei “maestri di cappella”, si prefigura
obiettivi più ambiziosi, ma sa che deve presentarsi con le carte in regola per poter
sfondare nel difficile mondo del teatro d’opera. La musica è un’arte ma è anche un
mestiere. E i mestieri si studiano e si imparano. Nei tre anni di “apprendistato” a
Milano, Puccini non perde né un giorno né un’ora. Mette tutto a profitto: la scuola, i
maestri, i compagni, gli amici, i concerti, le rappresentazioni teatrali, la città...
Il 16 luglio del 1883 riceve il diploma di composizione con medaglia di bronzo. Due
giorni dopo viene pubblicamente eseguito, con impensato successo, il suo Capriccio
sinfonico, saggio di congedo dal Conservatorio. Filippo Filippi, il maggior critico
musicale del tempo, scriverà: “In Puccini c’è un deciso e rarissimo temperamento
musicale, specialmente sinfonista. Unità, stile, personalità, carattere”.
Ponchielli, musicista raffinato e uomo di grande generosità, ha in simpatia questo
suo diligente studente e si adopera per spianargli la strada nei salotti milanesi dove
si possono incontrare personalità del calibro di Arrigo Boito e Alfredo Catalani e, se
si è fortunati, anche i potenti editori Ricordi, Lucca o Sonzogno.
Proprio un “concorso, per un’opera inedita in un atto”, bandito dall’editore Edoardo
Sonzogno, nell’aprile di quello stesso 1883, sembra l’occasione provvidenziale per
riproporsi al pubblico milanese. Il manoscritto dovrà però essere presentato entro il
31 dicembre dello stesso anno e Puccini ancora non ha sottomano un libretto da
poter musicare. Lo soccorre il provvidenziale Ponchielli che lo invita nella sua villa di
Maggianico dove, durante la stagione estiva, è solito riunirsi il gruppo degli
“Scapigliati” milanesi. È lì che Ponchielli gli presenta il giornalista e poeta
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Ferdinando Fontana
il quale, alcuni anni dopo, rievocherà con vivezza
quell’episodio: “Era il luglio del 1883. Una mattina mi ero recato da Caprino
Bergamasco a Lecco. Nel tornare alla stazione di Lecco, mi imbattei nella colonia
artistico-estiva di Maggianico che rincasava. C’erano professoroni del Conservatorio
e giovani maestri: Ponchielli, Dominiceti, Saladino e altri. Fra essi Puccini. Salito
nella stessa vettura ferroviaria con Ponchielli, questi mi parlò delle intenzioni del
suo allievo per il Concorso Sonzogno, e mi propose di preparargli un libretto. Lì per
lì, vivo nella memoria il ricordo del successo del suo Capriccio sinfonico, mi parve
che, per il giovane maestro, ci volesse un argomento fantastico e gli spiegai il
cannovaccio delle Villi. Puccini accettò.” Il generoso Fontana, che allora aveva
trentatrè anni, aveva offerto a Puccini un libretto, ancora in stato di canovaccio,
sottraendolo ad altri cui era destinato. Il soggetto ricalcava la trama del balletto
Giselle, musicato nel 1841 da Adolphe Adam, su libretto di Théophile Gautier.
Il libretto fu pronto ai primi di settembre del 1883. Nei successivi quattro mesi
Puccini compose la sua opera-ballo Le Willis: un atto unico, in cui figurava anche
una parte sinfonica. L’esito del concorso fu negativo per Puccini: il lavoro non
venne neppure preso in considerazione dalla commissione. Ma nell’ambiente
milanese era ancora vivo il ricordo di quel Capriccio sinfonico tanto lodato dal
Filippi. Caldeggiati da Ponchielli e da Fontana, alcuni intellettuali e artisti milanesi
si riunirono in un salotto per ascoltare l’opera, suonata al pianoforte dal giovane
compositore. L’esecuzione fu così favorevolmente accolta dai presenti, fra i quali
Arrigo Boito, che subito si organizzò una colletta per ottenere le 450 lire occorrenti
per una sua rappresentazione al Teatro Dal Verme di Milano. La cifra fu
velocemente raggiunta grazie anche al contributo di Giulio Ricordi, editore dal fiuto
infallibile, che si impegnava anche a stampare gratuitamente il libretto.
L’opera andò in scena il 31 maggio del 1884. Il successo fu di proporzioni
eccezionali per un esordiente, con consensi entusiastici sia da parte del pubblico
che della critica. Puccini telegrafò alla madre: “Successo clamoroso. 18 chiamate.
Ripetuto tre volte finale primo. Sono felice”. Un momento di sollievo per Albina
Puccini, già gravemente ammalata, che si spegnerà il 17 luglio dello stesso anno.
Per la successiva rappresentazione al Regio di Torino, il 26 dicembre 1884, l'opera,
acquistata dall’Editore Ricordi, aveva già assunto la struttura in due atti: era stato
ritoccato il titolo (Le Villi anziché Le Willis) ed erano stati aggiunti tre “numeri”
musicali. Il primo atto fu arricchito con la romanza di Anna "Se come voi piccina", il
secondo con la scena drammatica del tenore "Ecco la casa... Dio che orrenda notte"
e la parte sinfonica con un intermezzo, “L'abbandono”, inserito prima della
“Tregenda”. Dopo la prima versione delle Willis, quattro furono le successive
versioni in due atti. Un lavoro di revisione e di modifiche, che denota il
perfezionismo dell'artista. Nel gennaio 1885, per la rappresentazione al Teatro alla
Scala, Puccini aggiunse la romanza di Roberto “Torna ai felici dì”. Nacque così una
tra le più lunghe "scena ed aria" per tenore, di tutta l’opera italiana.
Le Villi fu replicata con successo in molti teatri. Solo al San Carlo di Napoli, il 15
gennaio 1888, non incontrò il favore del pubblico che vide, nel giovane musicista,
soltanto un epigono di Wagner. Rappresentazioni memorabili furono ad Amburgo il
29 novembre 1892 con la direzione di Gustav Mahler, e al Metropolitan di New
York, il 17 dicembre 1908, con la direzione di Arturo Toscanini.
Dopo lo stiracchiato successo di stima dell’Edgar, i grandi successi di Puccini
metteranno nell’oblio Le Villi, un’opera giovanile che certamente non può competere
con Manon Lescaut, Boheme, Tosca e Madama Butterfly e le altre più famose
consorelle, ma che
presenta comunque una sua valenza artistica, e una
raffinatezza, difficile da riscontrare in altre partiture di musicisti contemporanei.
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FERDINANDO FONTANA
(Milano, 30 gennaio 1850 - Lugano, 12 maggio 1919)
Nato in una famiglia di artisti (sia il padre Carlo che il fratello Roberto furono
pittori), a sette anni entrò nel collegio dei Barnabiti. Ancora giovane, dovette
abbandonare gli studi a causa della morte della madre, per provvedere a sé e a due
sorelle minori. In questo periodo svolse i mestieri più umili, finché fu assunto
al Corriere di Milano come correttore di bozze. Fu così che Fontana entrò in contatto
col mondo del giornalismo e delle lettere.
Personalità non priva di tratti pittoreschi, appartenne agli ambienti della
“Scapigliatura” milanese. Fu uno scrittore molto versatile: oltre alle commedie e ai
libretti scrisse poesie, anche in dialetto, libri di viaggi e fu un apprezzato
giornalista, tra l'altro del Corriere della sera. Tra il 1878 e il 1879 fu corrispondente
da Berlino per la Gazzetta Piemontese.
Convinto e acceso socialista, partecipò ai moti milanesi del 1898. A causa delle
repressioni che ne seguirono, dovette rifugiarsi in Svizzera. Si stabilì a Montagnola,
nei pressi di Lugano, nella stessa casa che, più tardi sarà la dimora dello
scrittore Hermann Hesse. Rimase in Ticino fino alla morte, riducendo drasticamente
la sua attività letteraria e conducendo una vita modestissima.
Scrisse due commedie in dialetto milanese: La Pina Madamin e La Statôa del sciôr
Incioda, che ottennero un notevole successo e che furono interpretate da Edoardo
Ferravilla, il più grande comico del teatro milanese.
Durante il suo periodo milanese scrisse diversi libretti, due dei quali, Asrael e Il
signor di Pourceaugnac, per Alberto Franchetti. Dopo il felice esordio de Le villi,
l’Editore Ricordi legò Puccini al Fontana nel contratto per la successiva opera. La
nuova collaborazione si rivelerà problematica per la scarsa disponibilità del
librettista ad adattarsi alle esigenze del compositore. Dopo l'insuccesso dell'Edgar,
Fontana e Puccin si divisero. È da ricordare, tuttavia, che Puccini cominciò ad
interessarsi a Tosca, già nel 1889, proprio su consiglio del Fontana (anche il
musicista Alberto Franchetti era interessato al soggetto), che non nasconderà la
sua amarezza, quando la stesura del libretto sarà affidata a Luigi Illica e Giuseppe
Giacosa Al suo attivo anche la traduzione in italiano di numerose operette, tra
cui La vedova allegra e Il conte di Lussemburgo di Franz Lehár.
LA TRAMA
Le “Villi” nella mitologia dei popoli slavi sono spiriti di giovani fanciulle morte infelici
perchè tradite o abbandonate prima del matrimonio. Vendicative e spettrali,
incapaci di trovare riposo eterno nella morte, ogni notte tra il crepuscolo e l'alba
cercano i traditori d'amore che costringono a ballare convulsamente fino a
provocarne la morte per sfinimento. Alla morte del traditore, le Villi si dileguano e
con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore.
Nelle lingue slave, la radice “vila” significa “fata”.
ATTO PRIMO
In un piccolo villaggio della Foresta Nera, vivono i due fidanzati Roberto e Anna.
Roberto ha ereditato una certa sostanza da una vecchia zia, e si accinge ad andare
a Magonza per prenderne possesso. Mentre tutti si rallegrano, Anna è triste per la
partenza dell’amato. Oscuri presagi gravano sul suo cuore; ma il giovane la
rassicura giurandole che il suo amore non verrà mai meno. Guglielmo, il vecchio
padre di Anna, benedice i due innamorati prima della partenza di Roberto.
ATTO SECONDO
Dopo una parte sinfonica, si racconta come Roberto a Magonza avesse tradito Anna
per una donna di malaffare, e come in seguito a questo Anna fosse morta di dolore.
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Segue la descrizione della tregenda: “La leggenda racconta che le Villi, misteriose
creature morte di dolore, nelle notti di luna, si riuniscono per attendere gli uomini
rei di averle abbandonate e di non aver mantenuto la loro promessa di fedeltà.
Senza pietà esse compiono la loro vendetta, travolgendo gli sventurati in una danza
frenetica fino a farli morire”.
Profondamente amareggiato, il vecchio Guglielmo piange la morte della figlia e
invoca la vendetta delle Villi.
Roberto, dilapidata l’eredità, torna al paese. Ha degli strani presentimenti. Egli non
sa della tragica sorte di Anna; torna da lei per implorarne il perdono. Giunto al
villaggio, scorge il fantasma della fanciulla che gli si rivolge, con infinita tristezza,
ricordandogli le promesse di felicità e rifacciandogli suo spergiuro. Invoca vendetta
per il tradimento di cui si è macchiato. Roberto, sconvolto, si muove verso
l'immagine di Anna, che è diventata una Villi. Il giovane si rende conto che il suo
destino è segnato. È trascinato da Anna nella vertiginosa danza delle Villi. Cerca di
fuggire e chiede pietà, ma muore travolto nella ridda selvaggia. Guglielmo uscito
dalla propria capanna, visto il corpo esanime di Roberto, rende omaggio alla
giustizia divina.
GLI INTERPRETI
DANIELA STIGLIANO
(Soprano) ANNA
Dotata di una preziosa voce di soprano lirico e di
bella presenza scenica, ha debuttato nel 1996 nel
ruolo di Violetta ne La Traviata di Giuseppe Verdi.
Nel gennaio 1997 ha ottenuto il diploma di merito
al
concorso
"Sanremo
Musica
Classic
International”.
Si è presentata in diversi Teatri italiani e all’estero
con Otello, Trovatore, Aida, Traviata, Simon
Boccanegra di Verdi, Boheme, Madama Butterly,
Manon Lescaut e Turandot (Liù), Suor Angelica di
Puccini,
Pagliacci
di
Leoncavallo,
Adriana
Lecouvreur di Cilèa, Nozze di Figaro (Contessa) e
Don Giovanni (Donna Elvira) di Mozart. Ha
approfondito il repertorio di Musica Sacra interpretando varie volte come solista i
Requiem di Fauré, di Verdi e di Mozart, lo Stabat Mater di Pergolesi, il Gloria ed il
Magnificat di Vivaldi, il Messiah di Händel, l’ Exsultate Iubilate di W.A. Mozart, lo
Stabat Mater e la Petite Messe Solennelle di Rossini. Ha eseguito in prima mondiale
"Sacred Folk Song" di R. Andreoni ottenendo un notevole successo personale. Ha
tenuto alcuni concerti al Teatro Fraschini di Pavia tra i quali spicca quello con il
Baritono Ambrogio Maestri; al Teatro Verdi di Pisa, al Teatro Bonci di Cesena, al
Teatro Comunale di Piacenza, al Teatro Carani di Sassuolo, al Teatro Sociale di
Finale Emilia ed al Teatro della Rocca di Novellara. È stata inoltre protagonista
della serata dedicata a Maria Callas al Teatro Rosetum di Milano. Grande successo
ha riscosso la sua interpretazione di Aida al Teatro dell'Opera di Chişinău in
Moldavia, dove si è esibita anche in vari concerti lirici in prestigiose sale. Beniamina
del pubblico lecchese, da sempre collabora con il Cenacolo Francescano che l’ha
vista autorevole protagonista in Tosca, Cavalleria rusticana, Trovatore, Vedova
allegra, Otello, Simon Boccanegra, Manon Lescaut.
Ha partecipato a varie trasmissioni televisive sia su emittenti locali che nazionali
(RAI, Fininvest) e ha inciso vari CD.
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MIKHEIL SHESHABERIDZE
(tenore) ROBERTO
Giovane tenore georgiano, classe 1983,
ha
studiato al Conservatorio di Stato di Tblisi dove
si è diplomato nel 2005. Dal 2003 al 2005 ha
studiato anche con Paata Burchuladze e
ha
cantato i ruoli di Bastien in Bastien und
Bastienne, Tamino nel Flauto Magico di Mozart, e
Lensky nel l’Evgeny Oniegin di Ciaikovski.
Ha poi studiato con la signora Lella Cuberli a
Milano, dove oggi vive.
Nel 2010 ha studiato all’ Accademia di Renata
Tebaldi e Mario Del Monaco a Pesaro e, nel
mese di novembre, ha debuttato presso il Teatro
dell’Opera di Tbilisi in Georgia. Nel 2011 Ha
cantato in Italia a Trieste e Matera in Nabucco e
Madama Butterfly; ha interpretato Pinkerton in
Madama Butterfly di Puccini a Mantova,
Ventimiglia e Cremona. Recentemente,
al
Comunale di Forlì, sempre nella Madama Butterfly, è stato diretto da Paolo Olmi.
Con il Laboratorio Lirico Europeo di Daniele Rubboli, ha cantato in opere del
repertorio italiano e ha effettuato numerosi concerti lirici.
CARLO MARIA CANTONI
(baritono) GUGLIELMO VULF
Dopo la maturità scientifica nel 1989 e l'iscrizione
al D.A.M.S. di Bologna dove segue l'indirizzo
musicale e la storia del teatro, studia canto lirico
con Arrigo Pola e si perfeziona con Ottavio
Garaventa. Aldo Protti e Piero Cappuccilli e Angelo
Bertacchi. Baritono cantabile dal tipico colore
Verdiano, dopo alcuni anni di repertorio
Rossiniano e Mozartiano, nel 1997 debutta al
teatro Bonci di Cesena diretto dal M° G. Bartoli, in
una produzione di Rigoletto patrocinata dal
ministero italiano dell'alta cultura ed allestita dal
Conservatorio
Bruno
Maderna
con
grandi
apprezzamenti del pubblico e della critica per
mezzi vocali e presenza scenica. Vincitore e
finalista di numerosi concorsi Nazionali e
Internazionali tra cui: Ruggero Leoncavallo di
Brissago (Svizzera) nel 1997; Mario Del Monaco di
Marsala, nel 1998; Rosita e Ferrante Mecenati di Adria, nel 1998; Mattia Battistini,
di Rieti nel 2000. Ha cantato in quasi tutti i maggiori teatri Italiani e nelle più
importanti sale d'opera internazionali affiancando o collaborando con artisti quali:
Alberto Cupido, Alain Fondary, Antonio Salvadori, Amarilli Nizza, Svetla
Vassileva,Susan Neves, Olga Romanko, Giuseppe Giacomini, Franco Bonisolli,
Nicola Martinucci, Krystian Johansonn, Marco Berti, Roberto Aronica. Bruno
Bartoletti
Liliana
Cavani,
Carlo
Boccadoro,
Stefano
Rabaglia,
Ivan
Stefanutti,Massimo de Bernardt, Nichi Stefi, John Kuèrthen, Giuseppe Montanari,
Miriam Nèmkova, Giuseppe Giacomini, Antonello Madau Diaz. Il cospicuo repertorio
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lo vede protagonista in tutto il mondo in produzioni di: Aida, Rigoletto, Manon
Lescaut, Guglielmo Tell, Attila, Nabucco, Traviata, Don Carlos, Carmen, Ballo in
maschera, Trovatore, Otello, Cavalleria Rusticana, Tosca, Madama Butterfly. Nel
2006 è stato ospite protagonista al Festival di Monchau (Koln) Nel 2007 è Silvio nei
Pagliacci a Brissago e Rodrigo di Posa nel Don Carlos a Shangay presso il teatro
dell'Accademia Popolare delle Belle Arti, dov'è ritornato come ospite nel marzo 2009
per due Recital. Nel 2008 è stato invitato in Corea all'Incheon World Opera festival
per tre recite di Tosca e diversi Galà d'opera. In seguito ha compiuto una tournée
nelle principali città di Germania, Austria ed Inghilterra. Dal Febbraio al marzo
2009 è stato in Colombia per dei recital in Bogotà, Medellin, Manizales, Calì e Neiva
con grande successo personale. Ancora a Marzo 2009 è stato Amonasro in Aida a
Magdeburg e Berlino, due produzioni colossali in teatri-arena da dodicimila posti.
Nel 2009, è stato a Sofia (Bulgaria) dove ha interpretato Renato nel Ballo in
maschera. Sempre nel ruolo di Renato, si è presentato nei teatri di Austria,
Germania, Danimarca e Norvegia. Residente in provincia di Como, collabora
volentieri con il Cenacolo Francescano teatro nel quale, in questi anni, si è esibito
autorevolmente in Tosca, Cavalleria Rusticana, Traviata, Trovatore, Otello, Simon
Boccanegra, Aida.
SALVO SGRÒ
Maestro del Coro
Diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ha
frequentato
vari
corsi
di
specializzazione
e
perfezionamento in pianoforte, direzione di cori e
direzione d’orchestra. Apprezzato pianista, ha tenuto
numerosi concerti, quale solista, in formazioni
cameristiche e ha accompagnato artisti lirici di fama
internazionale, in numerosi tournee in Italia e all’estero.
Ha al suo attivo innumerevoli allestimenti di opere quale
Maestro Concertatore. Ha svolto intensa attività, come
Maestro Collaboratore, presso grandi teatri di tradizione
quali il Donizetti di Bergamo, il Grande di Brescia, il
Ponchielli di Cremona, La Fenice di Venezia, l‘ Opera di
Roma e il Maggio Musicale Fiorentino. Dal dicembre
2001, al luglio 2004, è stato Maestro collaboratore del
Coro al Teatro Carlo Felice di Genova. Attualmente è Maestro Collaboratore del
Direttore del Coro del Teatro alla Scala di Milano, Bruno Casoni. Dal 2005 collabora
con le Stagioni Liriche del Cenacolo Francescano, in qualità di Direttore del Coro
Simon Mayr di Bergamo e, in alcune rappresentazioni, quale Maestro concertatore
e direttore dell’ Orchestra Sinfonica di Lecco.
CORO LIRICO “SIMON MAYR”
Il Coro lirico Simon Mayr di Bergamo, è stato
fondato, da alcuni appassionati d’opera lirica,
coordinati dal Maestro Carlo Riva. Dal 1997 la
direzione artistica e musicale, è affidata al maestro
Salvo Sgrò. Il coro ha in repertorio le più famose
opere
italiane
dell’ottocento
e
del primo
novecento. Si esibisce in concerti ed in opere sia in
Italia che all’estero. Collabora
da anni con il
Cenacolo Francescano, dove si è esibito nelle
maggiori opere del grande repertorio lirico italiano.
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DANIELE RUBBOLI
Direttore artistico e regista
Giornalista, musicologo, storico della vocalità e del
teatro d’opera, è nato a Modena e ha lavorato in vari
quotidiani e settimanali prima di trasferirsi a Milano
nel 1980 come inviato di Tv sorrisi e canzoni. Dopo il
debutto in teatro a 9 anni, non ha più lasciato le
tavole del palcoscenico e ha portato avanti i due
impegni professionali fino al 1988 quando ha deciso
di dedicarsi solo al teatro musicale. A Milano ha
fondato e dirige il Laboratorio Lirico Europeo.
Scopritore di talenti e curatore di stagioni d'opera e
operetta in tutta Italia, scrive, mette in scena e
presenta i suoi spettacoli facendone protagonisti
sempre giovani artisti lirici nel cui futuro
professionale crede. Ha collaborato con la RAI, come autore e conduttore in video,
realizzando 17 documentari sul mondo musicale. Biografo di musicisti come
Leoncavallo e Arditi è tra i maggiori specialisti europei della romanza da salotto
Italiana e ha pubblicato 37 volumi quasi tutti di saggistica musicale. Ultimo, fresco
di stampa: Ansemo Colzani La forza del destino - Editore Bongiovanni, Bologna. La
sua collaborazione, con il Cenacolo Francescano, iniziata sin dalla prima edizione
di Lecco Lirica, è preziosa per l’autorevolezza e la competenza, ma soprattutto per
la stupefacente vitalità, la grande passione ed il coinvolgente amore per la musica e
il teatro.
CRISTINA ROMANO
(Coreografa)
La lecchese Cristina Romano, ballerina e coreografa,
ha studiato a Milano presso la prestigiosa Accademia
di Luciana Novaro. Si è poi perfezionata in Francia al
Paris Center di Parigi e al Cannes-Rosella Hightower
di Cannes e in America a New York al The Alvin
Ailey American Dance Center, al Luigi Dance Center
e al Steps Dance Center dove ha vinto una borsa di
studio. Ha inoltre conseguito brillantemente un
diploma alla Royal Accademy of Dance di Londra.
Per otto anni, ha insegnato all’Accademia di danza di
Luciana Novaro. Dal 1990, dirige la Scuola di Danza
Arte Danza Lecco. Col il balletto Arte Danza lecco,
Cristina Romano ha collaborato all’allestimento di
opere liriche e operette, con l’Orchestra Virgilio
Ranzato di Como e con il Laboratorio Lirico Europeo
di Milano al Teatro Rosetum di Milano ed in varie
città della Lombardia, con grande apprezzamento sia
da parte del pubblico che della critica. Ha firmato
tutte le coreografie delle stagioni liriche del Cenacolo Francescano
ARTE DANZA LECCO
Nel 1990, dopo un’intensa e proficua collaborazione con l’accademia di Luciana
Novaro, Cristina Romano fonda a Lecco una propria scuola di danza classica,
moderna e contemporanea. Nella sezione danza classica, a partire dai cinque anni,
le allieve apprendono il metodo di studio della Royal Academy of Dance di Londra e
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sostengono alla fine di ciascun anno accademico specifici esami, in cui le
esaminatrici ne valutano le capacità tecniche e artistiche rilasciando un diploma
riconosciuto a livello internazionale. Le allieve di tutti i livelli si esibiscono ogni anno
nel saggio che si tiene a giugno presso il Cenacolo Francescano. Le allieve dei corsi
professionali sono inserite nella compagnia del Laboratorio Lirico Europeo e si
esibiscono negli spettacoli di Lecco Lirica al Cenacolo Francescano e in importanti
teatri lombardi in produzioni di opere e operette. Partecipano altresì a concorsi sia
a livello individuale che di gruppo; in questo modo hanno l’opportunità di esibirsi e
di fare esperienza di palcoscenico prima di affrontare il mondo professionale.
Ballerine per questa rappresentazione:
MARTINA AMIGONI, VALENTINA CARUSO, GIULIA COMI,
DAIANA CONCILIO, SARA CROTTA, JESSICA DE MARTINI,
BARBARA FOMASI, LAURA FUMAGALLI, MICAELA FUMAGALLI,
GLORIA IOTTINI, LISA PANZERI, ERICA SILIGONE,
VALERIA VITALI, CLAUDIA ZOTTI
ALDO SALVAGNO
Maestro concertatore e direttore d’orchestra
Nato a Salerno si è diplomato in composizione nel
1996 al Conservatorio G.B.Martini di Bologna e si è
laureato in Storia della musica al Dams di Bologna.
Ha diretto in Germania, Ungheria, Francia,
Svizzera, Montecarlo, Stati Uniti, Giappone,
Australia orchestre quali la Kyoto Philarmonic
Orchestra l'Adelaide Symphony Orchestra, la
Melbourne Opera Orchestra l'Orchestra Filarmonica
di Torino, la Dearborn Symphony Orchestra. È
stato direttore principale dell'Orchestra Filarmonica
del Piemonte, della stagione lirica del teatro Civico
di Vercelli, e del Teatro di Irun in Spagna. Ha
debuttato in Giappone con Il Tabarro e Cavalleria
Rusticana al Loft Theatre di Nagoja e Madama
Butterfly alla Kyoto Concert Hall. Ha diretto negli Stati Uniti al Performing Arts
Center di Detroit nel Michigan. Dal 2004 è attivo in Australia dove ha diretto la
prima versione di Madama Butterfly, in prima assoluta per l'Australia. Dal 2007 è
direttore artistico del Concorso internazionale di Canto Anselmo Colzani di Budrio.
Ha in repertorio: La Vedova Allegra di Lehàr; La Traviata, il Trovatore, Rigoletto,
Aida, Falstaff, Simon Boccanegra, Nabucco, Don Carlos, Un Ballo In Maschera,
Macbeth, Otello di Verdi; Don Giovanni, Le Nozze Di Figaro, Cosi Fan Tutte, Die
Zauberflote, Bastiano e Bastiana di Mozart; Il Barbiere di Siviglia, L'italiana in
Algeri, La Cenerentola di Rossini; Don Pasquale, Lucia di Lammermoor, l'Elisir
d'amore, Rita, Il Campanello di Donizetti; Turandot, Tosca, La Bohème, Madama
Butterfly, Fanciulla del West, Il Trittico di Puccini; La Sonnambula e Norma di
Bellini; La Serva padrona di Pergolesi e di Paisiello; Carmen di Bizet; Die
Fledermaus e Eine Nacht in venedig di J.Strauss; L'Histoire du soldat di
Stravinsky; I Pagliacci di Leoncavallo; Cavalleria rusticana di Mascagni; Fidelio di
Beethoven; La Falce di Catalani; Salomè di R.Strauss; Candide di Bernstein; Le
astuzie femminili di Cimarosa; Andrea Chènier di Giordano; La Canterina di
Haydn. Al Cenacolo Francescano, Aldo Salvagno ha diretto l’Orchestra Sinfonica di
Lecco in Tosca (2005), Turandot (2008), Falstaff (2009), Otello (2010), Norma
(2011), Manon Lescaut (2012).
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ATTO PRIMO
Spianata nel bosco. A destra, sul dinanzi,
una casa modesta, quella di Guglielmo.
In fondo, a sinistra, un sentiero che si
perde nel folto salendo una rupe.
Da questa ad un'altra rupe un ponticello.
È primavera. Alberi in fiore.
Festoni di fiori pendenti da ogni parte.
La scena è pavesata a festa. Mensa presso
la casa, con bottiglie, bicchieri, cibarie, ecc.
Suonatori presso la mensa. Su una
seggiola, presso la casa, la valigia di
Roberto.
SCENA PRIMA
Guglielmo, Anna, Roberto, seduti a
capotavola. Coro di Montanare e
Montanari. - Suonatori. - Roberto è in abito
da viaggio.
Il ballo è il rival dell' amore …
E il cuore fa batter davver!
ALCUNI (a Guglielmo)
Ohe... Babbo Guglielmo!... Perdio,
Venite voi pure a danzar.
GUGLIELMO
Ebben, perchè no ?... Poffar mio!
Son vecchio, ma in gambe so star!
(Va a prendere una ragazza e la invita a
ballare con galanteria. Il vecchio
Guglielmo, ballando fra gli applausi e le
risa, esce colla danzatrice per la destra,
dietro la casa. - Tutti lo seguitano. –
La scena rimane vuota per un momento,
poi Anna rientra sola dal fondo)
SCENA SECONDA
Anna sola
ANNA (con un mazzolino di
CORO
Nontiscordardime)
Evviva i fidanzati!
Evviva il babbo Guglielmo!
Se come voi piccina
Io fossi, o vaghi fior,
Sempre sempre vicina
Potrei stare al mio amor.
Allor dirgli potrei:
" Io penso sempre a te! "
Ripeter gli vorrei:
" Non ti scordar di me! "
Voi, di me più felici,
Lo seguirete, o fior;
Per valli e per pendici
Seguirete il mio amor...
Deh, se il nome che avete
Menzognero non è,
Al mio amor ripetete:
" Non ti scordar di me! "
ANNA, GUGLIELMO e
ROBERTO
Grazie... Grazie.
(Anna e Roberto si allontanano dal fondo
dandosi il braccio. – Guglielmo resta a
mensa a trincare con qualche vecchio. –
Il Coro dei Montanari e delle Montanare
viene verso il proscenio)
MONTANARI e MONTANARE
(come chiacchierando fra loro)
Dalla vecchia di Magonza
Roberto ereditò!
Era avara la matrina...
Molt'oro accumulò...
Dunque povero stasera
Roberto partirà...
E a sposar la fidanzata
Ei ricco tornerà
(Va a mettere il mazzolino nella valigia di
Roberto)
SCENA TERZA
TUTTI (ridendo)
Ah!... Ah!... Tò... N'ho piacer!
E crepi chi ha molt'oro
E non ne sa goder!
(Si odono i preludi di un valzer. - Danze)
CORO
Su, gira!... Su, gira!... Su, gira!...
Su, balza!... Su, balza!...
Su, balza!...
La musica freme e delira,
La danza sospinge ed incalza.
Gira!…Balza!
Balza!… Gira!
Oh, volano rapide l'ore
Se il piede alla danza è leggier!
Roberto e Anna.
ROBERTO (vedendo l'atto di Anna e
avvicinandosele sorridendo)
Ah!... Ah!... T'ho colta!...
ANNA
Tu!...
ROBERTO (prendendo dalla valigia il
mazzolino lo bacia, poi lo ripone)
Grazie, Anna mia...
Ma un più gentil ricordo
Io chiederti vorrei...
ANNA
Quale?...
ROBERTO
Un sorriso...
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(Anna scuote mestamente la testa)
ALCUNI
Non esser, Anna mia,
mesta sì tanto;
Passeran pochi giorni e tornerò.
Pria che il giocondo raggio
Del sole abbia a svanir
Si parta!...
ANNA
ROBERTO (ad Anna)
Io tento invan
di trattenere il pianto...
Ho una tristezza
che vincer non so...
Foschi presagi mi turban la mente...
Mi par ch'io non ti debba più veder...
Anna, coraggio!
ROBERTO
Anna!...
ANNA
Io mi sento morir!
ALCUNI (a Roberto)
Della foresta al limite
Noi verremo con te...
ROBERTO (a Guglielmo)
Padre mio, benediteci!...
GUGLIELMO
ANNA
Stanotte sognai che morente
T'attendevo...
ROBERTO
Suvvia!... Quali pensier !
Pensa invece ai dì lieti che il destino
Ci promette, benigno al nostro
amor!...
ANNA
Ma... m'ami tu davver?...
ROBERTO
Mio cherubino,
Perchè dell'amor mio dubiti ancor?
Tu dell'infanzia mia
I giuochi dividesti e le carezze;
Da te soave e pia
Imparai della vita le dolcezze;
Ero povero, e tu l'affetto mio
Più d'ogni ricco volesti pregiar...
Ah... dubita di Dio...
Ma no, dell'amor mio non dubitar !
Io t'amo!... Io t'amo!
ANNA
Dolci e soavi accenti,
Deh vi scolpite
nel mio mesto cuore,
E nei foschi momenti
Dell'attesa alleviate il mio dolore!
Dolci e soavi accenti, il labbro mio
Oh quante volte vi dee mormorar:
"Ah, dubita di Dio...
"Ma no, dell'amor mio non dubitar !
"Io t'amo!... Io t'amo! "
(S'ode la campana dell'Angelus)
SCENA QUARTA
Montanari, Montanare, Guglielmo e Detti.
CORI
Presto!... Presto!... In viaggio!
È l'ora di partir!
Tutti qui intorno a me!
(Anna e Roberto s'inginocchiano ai piedi di
Guglielmo; tutti li imitano)
Angiol di Dio, che l'ali
Rivolgi al ciel stasera,
Reca questa preghiera
Al trono del Signor:
" Sia propizio il cammino
"Ad ogni pellegrino;
"Sorridano ai mortali
"I bei sogni d'amor! "
TUTTI
Angiol di Dio, che l'ali
Rivolgi al ciel stasera,
Reca questa preghiera
Al trono del Signor
"Sia propizio il cammino
"Ad ogni pellegrino;
"Sorridano ai mortali
"I bei sogni d'amor! "
(Finita la preghiera, Guglielmo abbraccia
Roberto, poi Roberto abbraccia Anna e
saluta i Montanari e le Montanare
stringendo loro la mano)
ROBERTO
Padre... Anna... Addio!...
GUGLIELMO, ANNA,
MONTANARI e MONTANARE
Addio, Roberto!
(Roberto con alcuni amici si avvia; giunti
sul ponticello ultimo saluto)
TUTTI
Addio!
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ATTO SECONDO
(Intermezzo sinfonico)
PRIMO TEMPO
(L' abbandono)
Di quei giorni a Magonza
una sirena
I vecchi e i giovinetti affascinava.
Ella trasse Roberto
all'orgia oscena
E l'affetto per Anna
ei vi obliava.
Intanto, afflitta
da ineffabil pena,
La fanciulla tradita lo aspettava.
Ma invan l'attese...
Ed al cader del verno
Ella chiudeva gli occhi
al sonno eterno.
(Durante il i tempo, all'alzarsi della tela, si
vede, dietro un velo, passare il corteggio
funebre di Anna che, uscendo dalla casa di
Wulf, attraversa la scena)
CORO DI DONNE
Come un giglio reciso
Nel feretro ella giace!
Raggio di luna è
il pallor del suo viso...
O pura virgo, requïesce in pace!...
SECONDO TEMPO
(La tregenda)
V'è nella Selva Nera
una leggenda
Che delle Villi
la leggenda è detta
E ai spergiuri d'amor
suona tremenda.
Se muor d'amore
qualche giovinetta
Nella selva ogni notte
la tregenda
Viene a danzare,
e il traditor vi aspetta;
Poi, se l'incontra,
con lui danza e ride
E, colla foga
del danzar, l'uccide.
Or per Roberto
venne un triste giorno.
Dalla sirena in cenci abbandonato
Egli alla Selva
pensò far ritorno,
E questa notte appunto
ei v'è tornato.
Già nel bosco s'avanza;
intorno, intorno
Riddan le Villi nell'aer gelato...
Ei, tremando di freddo
e di paura,
È già nel mezzo
della Selva oscura.
(Durante il secondo tempo si scorge lo
stesso paesaggio dell'atto primo, ma è il
verno; è notte; gli alberi, sfrondati e
stecchiti, sono sovraccarichi di neve; il
cielo è sereno e stellato; la luna illumina il
tetro paesaggio. Le Villi vengono a danzare,
precedute da fuochi fatui che guizzano da
ogni parte e percorrono la scena)
SCENA PRIMA
Guglielmo solo (siede sulla porta di casa in
atto di dolore profondo)
GUGLIELMO
No, possibil non è che invendicata
Resti la colpa sua. - Vivea beata
E tranquilla al mio fianco
La mia dolce figliola,
Ed egli venne... e, colla sua parola,
D'amor le smanie in lei destò...
(alzandosi con impeto)
Chi, dunque,
O scellerato, l'amor tuo ti chiese?
Chi i giuramenti tuoi?
Quali orribili offese
T'abbiam mai fatto noi
Per uccider quell'angelo,
E agli estremi miei giorni
Serbar cotanta angoscia?
No, possibil non è che invendicata
Resti colpa sì grande!
Anima santa della figlia mia,
Se la leggenda delle Villi è vera,
Deh non esser con lui,
qual fosti, pia...
Ma qui l'attendi al cader della sera...
S'io potessi saperti vendicata
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Lieto saluterei l'ultimo dì...
Ah, perdona, o Signor,
l'idea spietata
Che dal mio cor, che sanguina,
fuggì...
(rientra nella casa)
SCENA SECONDA
Coro di Villi interno, poi Roberto.
CORO
Ei giunge! Anna!... Anna!... Anna!...
Di morte alla condanna,
Alla vendetta - che qui l'aspetta,
Ei viene il traditor
Eccolo... Ei s'avvicina...
Su... Dannato... Cammina!...
(Roberto appare sul ponticello)
ROBERTO (fra sé)
Ecco la casa...
Dio, che orrenda notte!
Strane voci m'inseguono... Le Villi...
Evvia!... Son fole
(scende)
No, delle Villi - me non perseguita
La vendetta fatal!
Tu sol m'insegui, - rimorso!... Vipera
Dal veleno infernal!
Torna ai felici dì
Dolente il mio pensier...
Ridean del maggio i fior,
Fiorìa per me l'amor...
Or tutto si coprì
Di lugubre mister
Ed io non ho nel cuor
Che tristezza e terror!…
Forse ella vive!...
(guarda verso la casa, poi va verso di essa
come avesse presa una decisione)
Bussiam!
(fa per bussare, ma indietreggia come se
una forza ignota glielo impedisse)
Qual brivido
Mi colse!... Invan
Di quella soglia - tentai sul limite
Levar la man!
CORO DI VILLI (interno)
Su... Dannato, cammina!
ROBERTO (con spavento)
Pur d'intendere parmi
Davvero un canto funebre
(si inginocchia, come estenuato, per
pregare)
O sommo Iddio - del mio cammino,
Del mio destino - questa è la meta...
Fa che il perdono - la renda lieta...
Un solo istante... - E poi morrò!
CORO DI VILLI (interno)
Su!... Cammina!... Cammina!...
ROBERTO (balzando in piedi)
Pregar non posso!...
Ah, maledetto il dì
Che andai lontan di qui!...
E maledetta sia la tua bellezza,
O cortigiana vil...
Per te, quaggiù,
sofferse ogni amarezza
L'angiolo più gentil
Tu corrompesti la mia Giovinezza
Ad un verme simìl!
Maledetta in eterno!
Maledetta in eterno!
VOCE DI ANNA (interna)
Roberto!...
ROBERTO
Ciel!…
SCENA TERZA
Roberto - Anna, che appare sul ponticello.
ANNA
Roberto!
ROBERTO
La sua voce!
(volgendosi, scorgendo Anna e andando
verso di lei)
Dunque spento non sei,
dolce amor mio!
ANNA
Io non son più l'amor...
Son la vendetta!
(Roberto cade affranto su un sasso - Anna
scende verso di lui)
ROBERTO
Gran Dio!... Gran Dio!...
ANNA
Ricordi
Quel che dicevi nel mese dei fiori?
Tu dell'infanzia mia
I giuochi dividesti e le carezze...
Da te soave e pia
Imparai della vita le dolcezze...
Ero povero... E tu l'affetto mio
Più d'un ricco volesti pregiar...
Ah, dubita di Dio,
Ma no, dell'amor mio, non dubitar
Io t'amo!... Io t'amo!...
Io t'amai... Tu mi tradisti... Io ti
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attesi... e non venisti...
Ma è tremendo dolore
In silenzio soffrir!
Senza speranza in cuore
Mi facesti morir...
ROBERTO
L'amor mio della sua vita
Era il raggio... E l'ho tradlita.
Or serbato al mio cuore
È lo stesso martir...
Delirando d'amore
Anch'io debbo morir!...
(Roberto va verso Anna come spinto da una
forza ignota; poi fa per vincere il fascino
che lo investe, ma non può, e si slancia
verso di lei; Anna, avanzandosi, stende le
braccia e lo attira a sé. Intanto Le Villi
accorrono, circondano Roberto ed Anna
e li trascinano, danzando vertiginosamente,
fuori di scena)
SCENA QUARTA
Cori interni di Spiriti e di Villi, poi Roberto,
poi Anna, poi le Villi, poi Guglielmo.
SPIRITI e VILLI (internamente)
Qui noi t'aspettiamo traditor...
Da noi non attender pietà!
Chi in vita fu sordo all'amor
In morte perdono non ha...
Gira! Balza!...
Balza ! Gira!
(Roberto accorrendo ansimante, coi capelli
irti, va a bussare alla casa di Guglielmo;
poi, scorgendo le Villi, che l'inseguono
venendo dalla destra, fa per fuggire dalla
parte opposta; ma Anna appare dalla
sinistra, gli sbarra il passo, lo riafferra e lo
travolge nuovamente in una ridda,
fra le Villi che sopraggiungono)
ROBERTO (sfinito, cadendole ai piedi)
Anna... Pietà!...
(muore)
ANNA (disparendo)
Sei mio!
VILLI (seguendo Anna)
Osanna!...
GUGLIELMO (uscendo e vedendo il
cadavere di Roberto)
È giusto Iddio!...
F I N E
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Sabato 2 febbraio 2013 - ore 21.00
Il capolavoro di Gaetano Donizetti:
LUCIA DI LAMMERMOOR
Dramma tragico in due parti Libretto di SALVATORE CAMMARANO
Lord Enrico Asthon
Miss Lucia
Sir Edgardo di Ravenswood
Lord Arturo Bucklaw
Raimondo di Bidebent
Alisa
Normanno
WALTER FRANCESCHINI
ELISA MAFFI
ENRICO GIOVAGNOLI
ANDREA BRAGIOTTO
LUCA GALLO
LARA ROTILI
ROBERTO NATALE
CORO SIMON MAYR DI BERGAMO
ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO
Maestro concertatore e direttore
SALVO SGRÒ
Direzione artistica e regia
DANIELE RUBBOLI
Produzione e scenografia
IL CENACOLO FRANCESCANO
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Sabato 9 marzo 2013 - ore 21.00
Nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi
(1813-1901)
IL TROVATORE
Dramma tragico in quattro parti - Libretto di
Il Conte di Luna
Leonora
Azucena
Manrico
Ferrando
Ines
Ruiz
Un vechio zingaro
Un messo
SALVATORE CAMMARANO
WALTER FRANCESCHINI
MARIA SIMONA CIANCHI
ELENA SERRA
PAOLO LARDIZZONE
LUCA GALLO
ALESSANDRA FLORESTA
ROBERTO NATALE
UBALDO ROTTIGNI
ROBERTO NATALE
CORO SIMON MAYR DI BERGAMO
ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO
Maestro concertatore e direttore
SEBASTIANO ROLLI
Maestro del Coro
SALVO SGRÒ
Direzione artistica e regia
DANIELE RUBBOLI
Produzione e scenografia
IL CENACOLO FRANCESCANO
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ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO
Nata nel 1986 come Orchestra Giovanile, con intenti prevalentemente didattici
e formativi, ben presto si è imposta come punto di riferimento nel territorio
promovendo, accanto ad una costante formazione di giovani musicisti, concerti
pubblici, scambi culturali con altre associazioni musicali e collaborazioni con
analoghe istituzioni italiane e straniere.
L’Orchestra ha assunto una fisionomia che gli consente di affrontare
autorevolmente tutto il grande repertorio lirico/sinfonico e cameristico.
Il successo ottenuto con le sue “Stagioni Sinfoniche”, dal 2000, sostenute dalla
Fondazione Cariplo, dalla Fondazione della Provincia di Lecco, dalla Regione
Lombardia e dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Lecco, ha ottenuto
una vasta eco a livello regionale.
Con “Musica e Territorio”, rassegna itinerante di concerti cameristici nelle
Chiese ed Abbazie Romaniche della Provincia di Lecco, Alto Lago e altre
provincie della Lombardia, l’Orchestra ha ampliato il proprio raggio d’azione
suscitando interesse per i programmi proposti e contribuendo, nel contempo a
far apprezzare i capolavori artistici ed architettonici dei suggestivi luoghi in cui
si è esibita. Da varie “Stagioni”, oltre a programmare concerti per giovani
solisti, l’Orchestra favorisce la partecipazione di giovani Direttori. L’organico di
circa quaranta musicisti ed una attività considerevole (oltre trecento concerti
con quattro tournée in Francia, Belgio, Spagna e Svizzera) con proposte di alto
livello, qualifica oggi l’Orchestra come valore culturale della Regione. Grande
successo, l’Orchestra, riscuote anche nelle sue esibizioni nell’Opera Lirica.
In collaborazione con Il Cenacolo Francescano, il Laboratorio Lirico Europeo e il
Coro Simon Mayr di Bergamo, in questi anni, l’Orchestra ha allestito le
maggiori opere del repertorio italiano dell’ottocento e del primo novecento con
repliche in importanti teatri italiani. Nell’ottobre del 2010, l’Orchestra ha
organizzato un Corso di Direzione d’Orchestra diretto dal maestro Riccardo
Frizza con la partecipazione di stagisti italiani e della Comunità Europea.
ORGANICO PER QUESTA RAPPRESENTAZIONE
VIOLINI PRIMI
Stefano Grossi, Andrea Vigani,
Francesco Romeo, Ivan Zarrilli,
Gianmaria Bellisario, Elisa Biagi,
Carlo Patruno, Barbara Testori,
Chiara Ballabio, Blanka Csokai,
Dario Consensi.
VIOLE
David Arienti, Carlo Goj,
Luca Meschini.
VIOLONCELLI
Gisella Romeo, Daniela Vescovi.
CONTRABBASSI
Giuseppe Nardone,
Luciano Molteni.
FLAUTI
Stefano Canzi,
Laura Biondo.
OBOI
Marino Bedetti, Enrico Gaia.
CLARINETTI
Carlo Dell’Acqua, Valter Pomarico.
FAGOTTI
Oscar Locatelli, Paolo Valsecchi.
CORNI
Massimiliano Crotta, Silvio Romeo.
TROMBE
Sabrina Sanvito, Pierantonio Merlini.
TROMBONE
Luigi Bagnato.
PERCUSSIONI
Ernesto Colombo, Mauro Frigerio.
ARPA
Giuliano Mattioli.
Il Cenacolo Francescano, ringrazia:
ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO
CORO LIRICO SIMON MAYR - BERGAMO
SCUOLA DI BALLO “ARTE DANZA LECCO”
LABORATORIO LIRICO EUROPEO – MILANO
Associazione culturale “Il Cenacolo Francescano”
Piazza Cappuccini, 3 - 23900 Lecco – tel. / Fax 0341/372329
Web: www.cenacolofrancescano.com
E-Mail: [email protected]
Amici di Lecco Lirica
Stampato
in proprio - a cura di Angelo Cesana