0 Domenica 2 dicembre 2012 - ore 15.30 GIACOMO PUCCINI (Lucca, 22 dicembre 1858 – Bruxelles, 29 novembre 1924) LE VILLI Opera-ballo in due atti Libretto di: FERDINANDO FONTANA Prima rappresentazione (Le Willis) Milano, Teatro Dal Verme, 31 maggio 1884 Prima rappresentazione in due atti (Le Villi) Torino, Teatro Regio, il 26 dicembre 1884 Domenica 13 gennaio 2013 - ore 1 Domenica 13 gennaio 2013 - ore 15.30 Tradizionale appuntamento con l’operetta: Giuseppe Pietri ADDIO GIOVINEZZA! Scene goliardiche dalla commedia di Sandro Camasio e Nino Oxilia versi di Alessandro De Stefani Mario Salviati, Studente ANDREA BRAGIOTTO Dorina, Modista TIZIANA SCACIGA DELLA SILVA Elena, donna velata DANIELA STIGLIANO Mamma Rosa, madre di Dorina ANNA GIOVANELLI Leone Dalpreda WALTER RUBBOLI Il bidello DANIELE RUBBOLI Teresa Salviati, madre di Mario ANNA GIOVANELLI Antonio Salviati, padre di Mario DANIELE RUBBOLI BALLETTO ARTE DANZA LECCO Coreografie CRISTINA ROMANO ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO Maestro concertatore e direttore DEBORA MORI Produzione e scenografia IL CENACOLO FRANCESCANO Regia Direzione artistica WALTER RUBBOLI DANIELE RUBBOLI INGRESSO: Prima platea: € 22,00 - Galleria: € 18,00 - Seconda platea: € 15,00 I BIGLIETTI saranno messi in vendita, il mercoledì e il sabato, dalle 15.00 alle 18.30. La settimana precedente la rappresentazione, il mercoledì, il venerdì e il sabato dalle 15.00 alle 18.30, e prima dell'inizio dello spettacolo. PER INFORMAZIONI E PRENOTAZIONI: tel. 0341- 372329 1 CENACOLO FRANCESCANO Piazza Cappuccini, 3 - Lecco NONA STAGIONE LIRICA 2012/2013 Domenica 2 dicembre 2012 - ore 15.30 Opera-ballo in due atti - libretto di FERDINANDO FONTANA Anna Roberto Guglielmo Wulf Voce della Tregenda DANIELA STIGLIANO MIKHEIL SHESHABERIDZE CARLO MARIA CANTONI DANIELE RUBBOLI ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO Maestro concertatore e direttore ALDO SALVAGNO BALLETTO ARTE DANZA LECCO Ballerine MARTINA AMIGONI - VALENTINA CARUSO GIULIA COMI - DAIANA CONCILIO SARA CROTTA - ,JESSICA DE MARTINI BARBARA FOMASI - LAURA FUMAGALLI MICAELA FUMAGALLI - GLORIA IOTTINI LISA PANZERI - ERICA SILIGONE VALERIA VITALI - CLAUDIA ZOTTI Coreografie CRISTINA ROMANO CORO “SIMON MAYR” DI BERGAMO Maestro del Coro SALVO SGRÒ Direzione artistica e regia DANIELE RUBBOLI Assistente alla regia CORINNA DE PAOLI Costumi ANGARONI&CIAPPESSONI Produzione scene e organizzazione IL CENACOLO FRANCESCANO 2 GIACOMO PUCCINI E “LE VILLI” Giacomo Puccini nasce a Lucca il 22 dicembre 1858 da una famiglia di musicisti. Il padre, organista del duomo di Lucca, muore quando il fanciullo ha da poco compiuto i cinque anni. Ciò nonostante, a Lucca, nessuno contesta che il posto di organista del duomo, sia a lui riservato. In attesa che il piccolo possa adempiere all’incarico, lo zio Fortunato Magi, ne assume provvisoriamente la funzione mentre, alla vedova, viene assegnata una, sia pur magra, pensione. Il destino è dunque già segnato per Giacomo che, subito, dimostra talento musicale, anche se non è propriamente un bambino prodigio. I suoi maestri, Carlo Giacomo Puccini Angeloni e lo stesso Fortunato Magi, lo con il librettista giudicano poco incline allo studio e ne Ferdinando Fontana rimarcano l’indolenza e la pigrizia. Nel contempo non possono però negare i progressi ottenuti grazie alla sua innata predisposizione per la musica. All'età di diciotto anni il giovane studente presenta, con buon successo a Lucca, la cantata Juno. Nel 1880, quando ha ormai compiuto 21 anni, una provvidenziale borsa di studio della Regina Margherita, gli permette di trasferirsi Milano per studiare al Conservatorio. Qui ha la fortuna di incontrare, quali maestri, il violinista Antonio Bazzini e Amilcare Ponchielli, musicista sulla cresta dell’onda grazie al successo ottenuto con La Gioconda andata in scena alla Scala nel 1876. Il ragazzo è maturato. Si assoggetta con impegno alla dura disciplina dello studio scolastico: ne sente la necessità e ne avverte il giovamento. Ridimensionato, dopo l’unità d’Italia, il ruolo dei “maestri di cappella”, si prefigura obiettivi più ambiziosi, ma sa che deve presentarsi con le carte in regola per poter sfondare nel difficile mondo del teatro d’opera. La musica è un’arte ma è anche un mestiere. E i mestieri si studiano e si imparano. Nei tre anni di “apprendistato” a Milano, Puccini non perde né un giorno né un’ora. Mette tutto a profitto: la scuola, i maestri, i compagni, gli amici, i concerti, le rappresentazioni teatrali, la città... Il 16 luglio del 1883 riceve il diploma di composizione con medaglia di bronzo. Due giorni dopo viene pubblicamente eseguito, con impensato successo, il suo Capriccio sinfonico, saggio di congedo dal Conservatorio. Filippo Filippi, il maggior critico musicale del tempo, scriverà: “In Puccini c’è un deciso e rarissimo temperamento musicale, specialmente sinfonista. Unità, stile, personalità, carattere”. Ponchielli, musicista raffinato e uomo di grande generosità, ha in simpatia questo suo diligente studente e si adopera per spianargli la strada nei salotti milanesi dove si possono incontrare personalità del calibro di Arrigo Boito e Alfredo Catalani e, se si è fortunati, anche i potenti editori Ricordi, Lucca o Sonzogno. Proprio un “concorso, per un’opera inedita in un atto”, bandito dall’editore Edoardo Sonzogno, nell’aprile di quello stesso 1883, sembra l’occasione provvidenziale per riproporsi al pubblico milanese. Il manoscritto dovrà però essere presentato entro il 31 dicembre dello stesso anno e Puccini ancora non ha sottomano un libretto da poter musicare. Lo soccorre il provvidenziale Ponchielli che lo invita nella sua villa di Maggianico dove, durante la stagione estiva, è solito riunirsi il gruppo degli “Scapigliati” milanesi. È lì che Ponchielli gli presenta il giornalista e poeta 3 Ferdinando Fontana il quale, alcuni anni dopo, rievocherà con vivezza quell’episodio: “Era il luglio del 1883. Una mattina mi ero recato da Caprino Bergamasco a Lecco. Nel tornare alla stazione di Lecco, mi imbattei nella colonia artistico-estiva di Maggianico che rincasava. C’erano professoroni del Conservatorio e giovani maestri: Ponchielli, Dominiceti, Saladino e altri. Fra essi Puccini. Salito nella stessa vettura ferroviaria con Ponchielli, questi mi parlò delle intenzioni del suo allievo per il Concorso Sonzogno, e mi propose di preparargli un libretto. Lì per lì, vivo nella memoria il ricordo del successo del suo Capriccio sinfonico, mi parve che, per il giovane maestro, ci volesse un argomento fantastico e gli spiegai il cannovaccio delle Villi. Puccini accettò.” Il generoso Fontana, che allora aveva trentatrè anni, aveva offerto a Puccini un libretto, ancora in stato di canovaccio, sottraendolo ad altri cui era destinato. Il soggetto ricalcava la trama del balletto Giselle, musicato nel 1841 da Adolphe Adam, su libretto di Théophile Gautier. Il libretto fu pronto ai primi di settembre del 1883. Nei successivi quattro mesi Puccini compose la sua opera-ballo Le Willis: un atto unico, in cui figurava anche una parte sinfonica. L’esito del concorso fu negativo per Puccini: il lavoro non venne neppure preso in considerazione dalla commissione. Ma nell’ambiente milanese era ancora vivo il ricordo di quel Capriccio sinfonico tanto lodato dal Filippi. Caldeggiati da Ponchielli e da Fontana, alcuni intellettuali e artisti milanesi si riunirono in un salotto per ascoltare l’opera, suonata al pianoforte dal giovane compositore. L’esecuzione fu così favorevolmente accolta dai presenti, fra i quali Arrigo Boito, che subito si organizzò una colletta per ottenere le 450 lire occorrenti per una sua rappresentazione al Teatro Dal Verme di Milano. La cifra fu velocemente raggiunta grazie anche al contributo di Giulio Ricordi, editore dal fiuto infallibile, che si impegnava anche a stampare gratuitamente il libretto. L’opera andò in scena il 31 maggio del 1884. Il successo fu di proporzioni eccezionali per un esordiente, con consensi entusiastici sia da parte del pubblico che della critica. Puccini telegrafò alla madre: “Successo clamoroso. 18 chiamate. Ripetuto tre volte finale primo. Sono felice”. Un momento di sollievo per Albina Puccini, già gravemente ammalata, che si spegnerà il 17 luglio dello stesso anno. Per la successiva rappresentazione al Regio di Torino, il 26 dicembre 1884, l'opera, acquistata dall’Editore Ricordi, aveva già assunto la struttura in due atti: era stato ritoccato il titolo (Le Villi anziché Le Willis) ed erano stati aggiunti tre “numeri” musicali. Il primo atto fu arricchito con la romanza di Anna "Se come voi piccina", il secondo con la scena drammatica del tenore "Ecco la casa... Dio che orrenda notte" e la parte sinfonica con un intermezzo, “L'abbandono”, inserito prima della “Tregenda”. Dopo la prima versione delle Willis, quattro furono le successive versioni in due atti. Un lavoro di revisione e di modifiche, che denota il perfezionismo dell'artista. Nel gennaio 1885, per la rappresentazione al Teatro alla Scala, Puccini aggiunse la romanza di Roberto “Torna ai felici dì”. Nacque così una tra le più lunghe "scena ed aria" per tenore, di tutta l’opera italiana. Le Villi fu replicata con successo in molti teatri. Solo al San Carlo di Napoli, il 15 gennaio 1888, non incontrò il favore del pubblico che vide, nel giovane musicista, soltanto un epigono di Wagner. Rappresentazioni memorabili furono ad Amburgo il 29 novembre 1892 con la direzione di Gustav Mahler, e al Metropolitan di New York, il 17 dicembre 1908, con la direzione di Arturo Toscanini. Dopo lo stiracchiato successo di stima dell’Edgar, i grandi successi di Puccini metteranno nell’oblio Le Villi, un’opera giovanile che certamente non può competere con Manon Lescaut, Boheme, Tosca e Madama Butterfly e le altre più famose consorelle, ma che presenta comunque una sua valenza artistica, e una raffinatezza, difficile da riscontrare in altre partiture di musicisti contemporanei. 4 FERDINANDO FONTANA (Milano, 30 gennaio 1850 - Lugano, 12 maggio 1919) Nato in una famiglia di artisti (sia il padre Carlo che il fratello Roberto furono pittori), a sette anni entrò nel collegio dei Barnabiti. Ancora giovane, dovette abbandonare gli studi a causa della morte della madre, per provvedere a sé e a due sorelle minori. In questo periodo svolse i mestieri più umili, finché fu assunto al Corriere di Milano come correttore di bozze. Fu così che Fontana entrò in contatto col mondo del giornalismo e delle lettere. Personalità non priva di tratti pittoreschi, appartenne agli ambienti della “Scapigliatura” milanese. Fu uno scrittore molto versatile: oltre alle commedie e ai libretti scrisse poesie, anche in dialetto, libri di viaggi e fu un apprezzato giornalista, tra l'altro del Corriere della sera. Tra il 1878 e il 1879 fu corrispondente da Berlino per la Gazzetta Piemontese. Convinto e acceso socialista, partecipò ai moti milanesi del 1898. A causa delle repressioni che ne seguirono, dovette rifugiarsi in Svizzera. Si stabilì a Montagnola, nei pressi di Lugano, nella stessa casa che, più tardi sarà la dimora dello scrittore Hermann Hesse. Rimase in Ticino fino alla morte, riducendo drasticamente la sua attività letteraria e conducendo una vita modestissima. Scrisse due commedie in dialetto milanese: La Pina Madamin e La Statôa del sciôr Incioda, che ottennero un notevole successo e che furono interpretate da Edoardo Ferravilla, il più grande comico del teatro milanese. Durante il suo periodo milanese scrisse diversi libretti, due dei quali, Asrael e Il signor di Pourceaugnac, per Alberto Franchetti. Dopo il felice esordio de Le villi, l’Editore Ricordi legò Puccini al Fontana nel contratto per la successiva opera. La nuova collaborazione si rivelerà problematica per la scarsa disponibilità del librettista ad adattarsi alle esigenze del compositore. Dopo l'insuccesso dell'Edgar, Fontana e Puccin si divisero. È da ricordare, tuttavia, che Puccini cominciò ad interessarsi a Tosca, già nel 1889, proprio su consiglio del Fontana (anche il musicista Alberto Franchetti era interessato al soggetto), che non nasconderà la sua amarezza, quando la stesura del libretto sarà affidata a Luigi Illica e Giuseppe Giacosa Al suo attivo anche la traduzione in italiano di numerose operette, tra cui La vedova allegra e Il conte di Lussemburgo di Franz Lehár. LA TRAMA Le “Villi” nella mitologia dei popoli slavi sono spiriti di giovani fanciulle morte infelici perchè tradite o abbandonate prima del matrimonio. Vendicative e spettrali, incapaci di trovare riposo eterno nella morte, ogni notte tra il crepuscolo e l'alba cercano i traditori d'amore che costringono a ballare convulsamente fino a provocarne la morte per sfinimento. Alla morte del traditore, le Villi si dileguano e con esse svanisce, finalmente placato, il fantasma della fanciulla morta per amore. Nelle lingue slave, la radice “vila” significa “fata”. ATTO PRIMO In un piccolo villaggio della Foresta Nera, vivono i due fidanzati Roberto e Anna. Roberto ha ereditato una certa sostanza da una vecchia zia, e si accinge ad andare a Magonza per prenderne possesso. Mentre tutti si rallegrano, Anna è triste per la partenza dell’amato. Oscuri presagi gravano sul suo cuore; ma il giovane la rassicura giurandole che il suo amore non verrà mai meno. Guglielmo, il vecchio padre di Anna, benedice i due innamorati prima della partenza di Roberto. ATTO SECONDO Dopo una parte sinfonica, si racconta come Roberto a Magonza avesse tradito Anna per una donna di malaffare, e come in seguito a questo Anna fosse morta di dolore. 5 Segue la descrizione della tregenda: “La leggenda racconta che le Villi, misteriose creature morte di dolore, nelle notti di luna, si riuniscono per attendere gli uomini rei di averle abbandonate e di non aver mantenuto la loro promessa di fedeltà. Senza pietà esse compiono la loro vendetta, travolgendo gli sventurati in una danza frenetica fino a farli morire”. Profondamente amareggiato, il vecchio Guglielmo piange la morte della figlia e invoca la vendetta delle Villi. Roberto, dilapidata l’eredità, torna al paese. Ha degli strani presentimenti. Egli non sa della tragica sorte di Anna; torna da lei per implorarne il perdono. Giunto al villaggio, scorge il fantasma della fanciulla che gli si rivolge, con infinita tristezza, ricordandogli le promesse di felicità e rifacciandogli suo spergiuro. Invoca vendetta per il tradimento di cui si è macchiato. Roberto, sconvolto, si muove verso l'immagine di Anna, che è diventata una Villi. Il giovane si rende conto che il suo destino è segnato. È trascinato da Anna nella vertiginosa danza delle Villi. Cerca di fuggire e chiede pietà, ma muore travolto nella ridda selvaggia. Guglielmo uscito dalla propria capanna, visto il corpo esanime di Roberto, rende omaggio alla giustizia divina. GLI INTERPRETI DANIELA STIGLIANO (Soprano) ANNA Dotata di una preziosa voce di soprano lirico e di bella presenza scenica, ha debuttato nel 1996 nel ruolo di Violetta ne La Traviata di Giuseppe Verdi. Nel gennaio 1997 ha ottenuto il diploma di merito al concorso "Sanremo Musica Classic International”. Si è presentata in diversi Teatri italiani e all’estero con Otello, Trovatore, Aida, Traviata, Simon Boccanegra di Verdi, Boheme, Madama Butterly, Manon Lescaut e Turandot (Liù), Suor Angelica di Puccini, Pagliacci di Leoncavallo, Adriana Lecouvreur di Cilèa, Nozze di Figaro (Contessa) e Don Giovanni (Donna Elvira) di Mozart. Ha approfondito il repertorio di Musica Sacra interpretando varie volte come solista i Requiem di Fauré, di Verdi e di Mozart, lo Stabat Mater di Pergolesi, il Gloria ed il Magnificat di Vivaldi, il Messiah di Händel, l’ Exsultate Iubilate di W.A. Mozart, lo Stabat Mater e la Petite Messe Solennelle di Rossini. Ha eseguito in prima mondiale "Sacred Folk Song" di R. Andreoni ottenendo un notevole successo personale. Ha tenuto alcuni concerti al Teatro Fraschini di Pavia tra i quali spicca quello con il Baritono Ambrogio Maestri; al Teatro Verdi di Pisa, al Teatro Bonci di Cesena, al Teatro Comunale di Piacenza, al Teatro Carani di Sassuolo, al Teatro Sociale di Finale Emilia ed al Teatro della Rocca di Novellara. È stata inoltre protagonista della serata dedicata a Maria Callas al Teatro Rosetum di Milano. Grande successo ha riscosso la sua interpretazione di Aida al Teatro dell'Opera di Chişinău in Moldavia, dove si è esibita anche in vari concerti lirici in prestigiose sale. Beniamina del pubblico lecchese, da sempre collabora con il Cenacolo Francescano che l’ha vista autorevole protagonista in Tosca, Cavalleria rusticana, Trovatore, Vedova allegra, Otello, Simon Boccanegra, Manon Lescaut. Ha partecipato a varie trasmissioni televisive sia su emittenti locali che nazionali (RAI, Fininvest) e ha inciso vari CD. 6 MIKHEIL SHESHABERIDZE (tenore) ROBERTO Giovane tenore georgiano, classe 1983, ha studiato al Conservatorio di Stato di Tblisi dove si è diplomato nel 2005. Dal 2003 al 2005 ha studiato anche con Paata Burchuladze e ha cantato i ruoli di Bastien in Bastien und Bastienne, Tamino nel Flauto Magico di Mozart, e Lensky nel l’Evgeny Oniegin di Ciaikovski. Ha poi studiato con la signora Lella Cuberli a Milano, dove oggi vive. Nel 2010 ha studiato all’ Accademia di Renata Tebaldi e Mario Del Monaco a Pesaro e, nel mese di novembre, ha debuttato presso il Teatro dell’Opera di Tbilisi in Georgia. Nel 2011 Ha cantato in Italia a Trieste e Matera in Nabucco e Madama Butterfly; ha interpretato Pinkerton in Madama Butterfly di Puccini a Mantova, Ventimiglia e Cremona. Recentemente, al Comunale di Forlì, sempre nella Madama Butterfly, è stato diretto da Paolo Olmi. Con il Laboratorio Lirico Europeo di Daniele Rubboli, ha cantato in opere del repertorio italiano e ha effettuato numerosi concerti lirici. CARLO MARIA CANTONI (baritono) GUGLIELMO VULF Dopo la maturità scientifica nel 1989 e l'iscrizione al D.A.M.S. di Bologna dove segue l'indirizzo musicale e la storia del teatro, studia canto lirico con Arrigo Pola e si perfeziona con Ottavio Garaventa. Aldo Protti e Piero Cappuccilli e Angelo Bertacchi. Baritono cantabile dal tipico colore Verdiano, dopo alcuni anni di repertorio Rossiniano e Mozartiano, nel 1997 debutta al teatro Bonci di Cesena diretto dal M° G. Bartoli, in una produzione di Rigoletto patrocinata dal ministero italiano dell'alta cultura ed allestita dal Conservatorio Bruno Maderna con grandi apprezzamenti del pubblico e della critica per mezzi vocali e presenza scenica. Vincitore e finalista di numerosi concorsi Nazionali e Internazionali tra cui: Ruggero Leoncavallo di Brissago (Svizzera) nel 1997; Mario Del Monaco di Marsala, nel 1998; Rosita e Ferrante Mecenati di Adria, nel 1998; Mattia Battistini, di Rieti nel 2000. Ha cantato in quasi tutti i maggiori teatri Italiani e nelle più importanti sale d'opera internazionali affiancando o collaborando con artisti quali: Alberto Cupido, Alain Fondary, Antonio Salvadori, Amarilli Nizza, Svetla Vassileva,Susan Neves, Olga Romanko, Giuseppe Giacomini, Franco Bonisolli, Nicola Martinucci, Krystian Johansonn, Marco Berti, Roberto Aronica. Bruno Bartoletti Liliana Cavani, Carlo Boccadoro, Stefano Rabaglia, Ivan Stefanutti,Massimo de Bernardt, Nichi Stefi, John Kuèrthen, Giuseppe Montanari, Miriam Nèmkova, Giuseppe Giacomini, Antonello Madau Diaz. Il cospicuo repertorio 7 lo vede protagonista in tutto il mondo in produzioni di: Aida, Rigoletto, Manon Lescaut, Guglielmo Tell, Attila, Nabucco, Traviata, Don Carlos, Carmen, Ballo in maschera, Trovatore, Otello, Cavalleria Rusticana, Tosca, Madama Butterfly. Nel 2006 è stato ospite protagonista al Festival di Monchau (Koln) Nel 2007 è Silvio nei Pagliacci a Brissago e Rodrigo di Posa nel Don Carlos a Shangay presso il teatro dell'Accademia Popolare delle Belle Arti, dov'è ritornato come ospite nel marzo 2009 per due Recital. Nel 2008 è stato invitato in Corea all'Incheon World Opera festival per tre recite di Tosca e diversi Galà d'opera. In seguito ha compiuto una tournée nelle principali città di Germania, Austria ed Inghilterra. Dal Febbraio al marzo 2009 è stato in Colombia per dei recital in Bogotà, Medellin, Manizales, Calì e Neiva con grande successo personale. Ancora a Marzo 2009 è stato Amonasro in Aida a Magdeburg e Berlino, due produzioni colossali in teatri-arena da dodicimila posti. Nel 2009, è stato a Sofia (Bulgaria) dove ha interpretato Renato nel Ballo in maschera. Sempre nel ruolo di Renato, si è presentato nei teatri di Austria, Germania, Danimarca e Norvegia. Residente in provincia di Como, collabora volentieri con il Cenacolo Francescano teatro nel quale, in questi anni, si è esibito autorevolmente in Tosca, Cavalleria Rusticana, Traviata, Trovatore, Otello, Simon Boccanegra, Aida. SALVO SGRÒ Maestro del Coro Diplomato al Conservatorio Giuseppe Verdi di Milano, ha frequentato vari corsi di specializzazione e perfezionamento in pianoforte, direzione di cori e direzione d’orchestra. Apprezzato pianista, ha tenuto numerosi concerti, quale solista, in formazioni cameristiche e ha accompagnato artisti lirici di fama internazionale, in numerosi tournee in Italia e all’estero. Ha al suo attivo innumerevoli allestimenti di opere quale Maestro Concertatore. Ha svolto intensa attività, come Maestro Collaboratore, presso grandi teatri di tradizione quali il Donizetti di Bergamo, il Grande di Brescia, il Ponchielli di Cremona, La Fenice di Venezia, l‘ Opera di Roma e il Maggio Musicale Fiorentino. Dal dicembre 2001, al luglio 2004, è stato Maestro collaboratore del Coro al Teatro Carlo Felice di Genova. Attualmente è Maestro Collaboratore del Direttore del Coro del Teatro alla Scala di Milano, Bruno Casoni. Dal 2005 collabora con le Stagioni Liriche del Cenacolo Francescano, in qualità di Direttore del Coro Simon Mayr di Bergamo e, in alcune rappresentazioni, quale Maestro concertatore e direttore dell’ Orchestra Sinfonica di Lecco. CORO LIRICO “SIMON MAYR” Il Coro lirico Simon Mayr di Bergamo, è stato fondato, da alcuni appassionati d’opera lirica, coordinati dal Maestro Carlo Riva. Dal 1997 la direzione artistica e musicale, è affidata al maestro Salvo Sgrò. Il coro ha in repertorio le più famose opere italiane dell’ottocento e del primo novecento. Si esibisce in concerti ed in opere sia in Italia che all’estero. Collabora da anni con il Cenacolo Francescano, dove si è esibito nelle maggiori opere del grande repertorio lirico italiano. 8 DANIELE RUBBOLI Direttore artistico e regista Giornalista, musicologo, storico della vocalità e del teatro d’opera, è nato a Modena e ha lavorato in vari quotidiani e settimanali prima di trasferirsi a Milano nel 1980 come inviato di Tv sorrisi e canzoni. Dopo il debutto in teatro a 9 anni, non ha più lasciato le tavole del palcoscenico e ha portato avanti i due impegni professionali fino al 1988 quando ha deciso di dedicarsi solo al teatro musicale. A Milano ha fondato e dirige il Laboratorio Lirico Europeo. Scopritore di talenti e curatore di stagioni d'opera e operetta in tutta Italia, scrive, mette in scena e presenta i suoi spettacoli facendone protagonisti sempre giovani artisti lirici nel cui futuro professionale crede. Ha collaborato con la RAI, come autore e conduttore in video, realizzando 17 documentari sul mondo musicale. Biografo di musicisti come Leoncavallo e Arditi è tra i maggiori specialisti europei della romanza da salotto Italiana e ha pubblicato 37 volumi quasi tutti di saggistica musicale. Ultimo, fresco di stampa: Ansemo Colzani La forza del destino - Editore Bongiovanni, Bologna. La sua collaborazione, con il Cenacolo Francescano, iniziata sin dalla prima edizione di Lecco Lirica, è preziosa per l’autorevolezza e la competenza, ma soprattutto per la stupefacente vitalità, la grande passione ed il coinvolgente amore per la musica e il teatro. CRISTINA ROMANO (Coreografa) La lecchese Cristina Romano, ballerina e coreografa, ha studiato a Milano presso la prestigiosa Accademia di Luciana Novaro. Si è poi perfezionata in Francia al Paris Center di Parigi e al Cannes-Rosella Hightower di Cannes e in America a New York al The Alvin Ailey American Dance Center, al Luigi Dance Center e al Steps Dance Center dove ha vinto una borsa di studio. Ha inoltre conseguito brillantemente un diploma alla Royal Accademy of Dance di Londra. Per otto anni, ha insegnato all’Accademia di danza di Luciana Novaro. Dal 1990, dirige la Scuola di Danza Arte Danza Lecco. Col il balletto Arte Danza lecco, Cristina Romano ha collaborato all’allestimento di opere liriche e operette, con l’Orchestra Virgilio Ranzato di Como e con il Laboratorio Lirico Europeo di Milano al Teatro Rosetum di Milano ed in varie città della Lombardia, con grande apprezzamento sia da parte del pubblico che della critica. Ha firmato tutte le coreografie delle stagioni liriche del Cenacolo Francescano ARTE DANZA LECCO Nel 1990, dopo un’intensa e proficua collaborazione con l’accademia di Luciana Novaro, Cristina Romano fonda a Lecco una propria scuola di danza classica, moderna e contemporanea. Nella sezione danza classica, a partire dai cinque anni, le allieve apprendono il metodo di studio della Royal Academy of Dance di Londra e 9 sostengono alla fine di ciascun anno accademico specifici esami, in cui le esaminatrici ne valutano le capacità tecniche e artistiche rilasciando un diploma riconosciuto a livello internazionale. Le allieve di tutti i livelli si esibiscono ogni anno nel saggio che si tiene a giugno presso il Cenacolo Francescano. Le allieve dei corsi professionali sono inserite nella compagnia del Laboratorio Lirico Europeo e si esibiscono negli spettacoli di Lecco Lirica al Cenacolo Francescano e in importanti teatri lombardi in produzioni di opere e operette. Partecipano altresì a concorsi sia a livello individuale che di gruppo; in questo modo hanno l’opportunità di esibirsi e di fare esperienza di palcoscenico prima di affrontare il mondo professionale. Ballerine per questa rappresentazione: MARTINA AMIGONI, VALENTINA CARUSO, GIULIA COMI, DAIANA CONCILIO, SARA CROTTA, JESSICA DE MARTINI, BARBARA FOMASI, LAURA FUMAGALLI, MICAELA FUMAGALLI, GLORIA IOTTINI, LISA PANZERI, ERICA SILIGONE, VALERIA VITALI, CLAUDIA ZOTTI ALDO SALVAGNO Maestro concertatore e direttore d’orchestra Nato a Salerno si è diplomato in composizione nel 1996 al Conservatorio G.B.Martini di Bologna e si è laureato in Storia della musica al Dams di Bologna. Ha diretto in Germania, Ungheria, Francia, Svizzera, Montecarlo, Stati Uniti, Giappone, Australia orchestre quali la Kyoto Philarmonic Orchestra l'Adelaide Symphony Orchestra, la Melbourne Opera Orchestra l'Orchestra Filarmonica di Torino, la Dearborn Symphony Orchestra. È stato direttore principale dell'Orchestra Filarmonica del Piemonte, della stagione lirica del teatro Civico di Vercelli, e del Teatro di Irun in Spagna. Ha debuttato in Giappone con Il Tabarro e Cavalleria Rusticana al Loft Theatre di Nagoja e Madama Butterfly alla Kyoto Concert Hall. Ha diretto negli Stati Uniti al Performing Arts Center di Detroit nel Michigan. Dal 2004 è attivo in Australia dove ha diretto la prima versione di Madama Butterfly, in prima assoluta per l'Australia. Dal 2007 è direttore artistico del Concorso internazionale di Canto Anselmo Colzani di Budrio. Ha in repertorio: La Vedova Allegra di Lehàr; La Traviata, il Trovatore, Rigoletto, Aida, Falstaff, Simon Boccanegra, Nabucco, Don Carlos, Un Ballo In Maschera, Macbeth, Otello di Verdi; Don Giovanni, Le Nozze Di Figaro, Cosi Fan Tutte, Die Zauberflote, Bastiano e Bastiana di Mozart; Il Barbiere di Siviglia, L'italiana in Algeri, La Cenerentola di Rossini; Don Pasquale, Lucia di Lammermoor, l'Elisir d'amore, Rita, Il Campanello di Donizetti; Turandot, Tosca, La Bohème, Madama Butterfly, Fanciulla del West, Il Trittico di Puccini; La Sonnambula e Norma di Bellini; La Serva padrona di Pergolesi e di Paisiello; Carmen di Bizet; Die Fledermaus e Eine Nacht in venedig di J.Strauss; L'Histoire du soldat di Stravinsky; I Pagliacci di Leoncavallo; Cavalleria rusticana di Mascagni; Fidelio di Beethoven; La Falce di Catalani; Salomè di R.Strauss; Candide di Bernstein; Le astuzie femminili di Cimarosa; Andrea Chènier di Giordano; La Canterina di Haydn. Al Cenacolo Francescano, Aldo Salvagno ha diretto l’Orchestra Sinfonica di Lecco in Tosca (2005), Turandot (2008), Falstaff (2009), Otello (2010), Norma (2011), Manon Lescaut (2012). 10 ATTO PRIMO Spianata nel bosco. A destra, sul dinanzi, una casa modesta, quella di Guglielmo. In fondo, a sinistra, un sentiero che si perde nel folto salendo una rupe. Da questa ad un'altra rupe un ponticello. È primavera. Alberi in fiore. Festoni di fiori pendenti da ogni parte. La scena è pavesata a festa. Mensa presso la casa, con bottiglie, bicchieri, cibarie, ecc. Suonatori presso la mensa. Su una seggiola, presso la casa, la valigia di Roberto. SCENA PRIMA Guglielmo, Anna, Roberto, seduti a capotavola. Coro di Montanare e Montanari. - Suonatori. - Roberto è in abito da viaggio. Il ballo è il rival dell' amore … E il cuore fa batter davver! ALCUNI (a Guglielmo) Ohe... Babbo Guglielmo!... Perdio, Venite voi pure a danzar. GUGLIELMO Ebben, perchè no ?... Poffar mio! Son vecchio, ma in gambe so star! (Va a prendere una ragazza e la invita a ballare con galanteria. Il vecchio Guglielmo, ballando fra gli applausi e le risa, esce colla danzatrice per la destra, dietro la casa. - Tutti lo seguitano. – La scena rimane vuota per un momento, poi Anna rientra sola dal fondo) SCENA SECONDA Anna sola ANNA (con un mazzolino di CORO Nontiscordardime) Evviva i fidanzati! Evviva il babbo Guglielmo! Se come voi piccina Io fossi, o vaghi fior, Sempre sempre vicina Potrei stare al mio amor. Allor dirgli potrei: " Io penso sempre a te! " Ripeter gli vorrei: " Non ti scordar di me! " Voi, di me più felici, Lo seguirete, o fior; Per valli e per pendici Seguirete il mio amor... Deh, se il nome che avete Menzognero non è, Al mio amor ripetete: " Non ti scordar di me! " ANNA, GUGLIELMO e ROBERTO Grazie... Grazie. (Anna e Roberto si allontanano dal fondo dandosi il braccio. – Guglielmo resta a mensa a trincare con qualche vecchio. – Il Coro dei Montanari e delle Montanare viene verso il proscenio) MONTANARI e MONTANARE (come chiacchierando fra loro) Dalla vecchia di Magonza Roberto ereditò! Era avara la matrina... Molt'oro accumulò... Dunque povero stasera Roberto partirà... E a sposar la fidanzata Ei ricco tornerà (Va a mettere il mazzolino nella valigia di Roberto) SCENA TERZA TUTTI (ridendo) Ah!... Ah!... Tò... N'ho piacer! E crepi chi ha molt'oro E non ne sa goder! (Si odono i preludi di un valzer. - Danze) CORO Su, gira!... Su, gira!... Su, gira!... Su, balza!... Su, balza!... Su, balza!... La musica freme e delira, La danza sospinge ed incalza. Gira!…Balza! Balza!… Gira! Oh, volano rapide l'ore Se il piede alla danza è leggier! Roberto e Anna. ROBERTO (vedendo l'atto di Anna e avvicinandosele sorridendo) Ah!... Ah!... T'ho colta!... ANNA Tu!... ROBERTO (prendendo dalla valigia il mazzolino lo bacia, poi lo ripone) Grazie, Anna mia... Ma un più gentil ricordo Io chiederti vorrei... ANNA Quale?... ROBERTO Un sorriso... 11 (Anna scuote mestamente la testa) ALCUNI Non esser, Anna mia, mesta sì tanto; Passeran pochi giorni e tornerò. Pria che il giocondo raggio Del sole abbia a svanir Si parta!... ANNA ROBERTO (ad Anna) Io tento invan di trattenere il pianto... Ho una tristezza che vincer non so... Foschi presagi mi turban la mente... Mi par ch'io non ti debba più veder... Anna, coraggio! ROBERTO Anna!... ANNA Io mi sento morir! ALCUNI (a Roberto) Della foresta al limite Noi verremo con te... ROBERTO (a Guglielmo) Padre mio, benediteci!... GUGLIELMO ANNA Stanotte sognai che morente T'attendevo... ROBERTO Suvvia!... Quali pensier ! Pensa invece ai dì lieti che il destino Ci promette, benigno al nostro amor!... ANNA Ma... m'ami tu davver?... ROBERTO Mio cherubino, Perchè dell'amor mio dubiti ancor? Tu dell'infanzia mia I giuochi dividesti e le carezze; Da te soave e pia Imparai della vita le dolcezze; Ero povero, e tu l'affetto mio Più d'ogni ricco volesti pregiar... Ah... dubita di Dio... Ma no, dell'amor mio non dubitar ! Io t'amo!... Io t'amo! ANNA Dolci e soavi accenti, Deh vi scolpite nel mio mesto cuore, E nei foschi momenti Dell'attesa alleviate il mio dolore! Dolci e soavi accenti, il labbro mio Oh quante volte vi dee mormorar: "Ah, dubita di Dio... "Ma no, dell'amor mio non dubitar ! "Io t'amo!... Io t'amo! " (S'ode la campana dell'Angelus) SCENA QUARTA Montanari, Montanare, Guglielmo e Detti. CORI Presto!... Presto!... In viaggio! È l'ora di partir! Tutti qui intorno a me! (Anna e Roberto s'inginocchiano ai piedi di Guglielmo; tutti li imitano) Angiol di Dio, che l'ali Rivolgi al ciel stasera, Reca questa preghiera Al trono del Signor: " Sia propizio il cammino "Ad ogni pellegrino; "Sorridano ai mortali "I bei sogni d'amor! " TUTTI Angiol di Dio, che l'ali Rivolgi al ciel stasera, Reca questa preghiera Al trono del Signor "Sia propizio il cammino "Ad ogni pellegrino; "Sorridano ai mortali "I bei sogni d'amor! " (Finita la preghiera, Guglielmo abbraccia Roberto, poi Roberto abbraccia Anna e saluta i Montanari e le Montanare stringendo loro la mano) ROBERTO Padre... Anna... Addio!... GUGLIELMO, ANNA, MONTANARI e MONTANARE Addio, Roberto! (Roberto con alcuni amici si avvia; giunti sul ponticello ultimo saluto) TUTTI Addio! 12 ATTO SECONDO (Intermezzo sinfonico) PRIMO TEMPO (L' abbandono) Di quei giorni a Magonza una sirena I vecchi e i giovinetti affascinava. Ella trasse Roberto all'orgia oscena E l'affetto per Anna ei vi obliava. Intanto, afflitta da ineffabil pena, La fanciulla tradita lo aspettava. Ma invan l'attese... Ed al cader del verno Ella chiudeva gli occhi al sonno eterno. (Durante il i tempo, all'alzarsi della tela, si vede, dietro un velo, passare il corteggio funebre di Anna che, uscendo dalla casa di Wulf, attraversa la scena) CORO DI DONNE Come un giglio reciso Nel feretro ella giace! Raggio di luna è il pallor del suo viso... O pura virgo, requïesce in pace!... SECONDO TEMPO (La tregenda) V'è nella Selva Nera una leggenda Che delle Villi la leggenda è detta E ai spergiuri d'amor suona tremenda. Se muor d'amore qualche giovinetta Nella selva ogni notte la tregenda Viene a danzare, e il traditor vi aspetta; Poi, se l'incontra, con lui danza e ride E, colla foga del danzar, l'uccide. Or per Roberto venne un triste giorno. Dalla sirena in cenci abbandonato Egli alla Selva pensò far ritorno, E questa notte appunto ei v'è tornato. Già nel bosco s'avanza; intorno, intorno Riddan le Villi nell'aer gelato... Ei, tremando di freddo e di paura, È già nel mezzo della Selva oscura. (Durante il secondo tempo si scorge lo stesso paesaggio dell'atto primo, ma è il verno; è notte; gli alberi, sfrondati e stecchiti, sono sovraccarichi di neve; il cielo è sereno e stellato; la luna illumina il tetro paesaggio. Le Villi vengono a danzare, precedute da fuochi fatui che guizzano da ogni parte e percorrono la scena) SCENA PRIMA Guglielmo solo (siede sulla porta di casa in atto di dolore profondo) GUGLIELMO No, possibil non è che invendicata Resti la colpa sua. - Vivea beata E tranquilla al mio fianco La mia dolce figliola, Ed egli venne... e, colla sua parola, D'amor le smanie in lei destò... (alzandosi con impeto) Chi, dunque, O scellerato, l'amor tuo ti chiese? Chi i giuramenti tuoi? Quali orribili offese T'abbiam mai fatto noi Per uccider quell'angelo, E agli estremi miei giorni Serbar cotanta angoscia? No, possibil non è che invendicata Resti colpa sì grande! Anima santa della figlia mia, Se la leggenda delle Villi è vera, Deh non esser con lui, qual fosti, pia... Ma qui l'attendi al cader della sera... S'io potessi saperti vendicata 13 Lieto saluterei l'ultimo dì... Ah, perdona, o Signor, l'idea spietata Che dal mio cor, che sanguina, fuggì... (rientra nella casa) SCENA SECONDA Coro di Villi interno, poi Roberto. CORO Ei giunge! Anna!... Anna!... Anna!... Di morte alla condanna, Alla vendetta - che qui l'aspetta, Ei viene il traditor Eccolo... Ei s'avvicina... Su... Dannato... Cammina!... (Roberto appare sul ponticello) ROBERTO (fra sé) Ecco la casa... Dio, che orrenda notte! Strane voci m'inseguono... Le Villi... Evvia!... Son fole (scende) No, delle Villi - me non perseguita La vendetta fatal! Tu sol m'insegui, - rimorso!... Vipera Dal veleno infernal! Torna ai felici dì Dolente il mio pensier... Ridean del maggio i fior, Fiorìa per me l'amor... Or tutto si coprì Di lugubre mister Ed io non ho nel cuor Che tristezza e terror!… Forse ella vive!... (guarda verso la casa, poi va verso di essa come avesse presa una decisione) Bussiam! (fa per bussare, ma indietreggia come se una forza ignota glielo impedisse) Qual brivido Mi colse!... Invan Di quella soglia - tentai sul limite Levar la man! CORO DI VILLI (interno) Su... Dannato, cammina! ROBERTO (con spavento) Pur d'intendere parmi Davvero un canto funebre (si inginocchia, come estenuato, per pregare) O sommo Iddio - del mio cammino, Del mio destino - questa è la meta... Fa che il perdono - la renda lieta... Un solo istante... - E poi morrò! CORO DI VILLI (interno) Su!... Cammina!... Cammina!... ROBERTO (balzando in piedi) Pregar non posso!... Ah, maledetto il dì Che andai lontan di qui!... E maledetta sia la tua bellezza, O cortigiana vil... Per te, quaggiù, sofferse ogni amarezza L'angiolo più gentil Tu corrompesti la mia Giovinezza Ad un verme simìl! Maledetta in eterno! Maledetta in eterno! VOCE DI ANNA (interna) Roberto!... ROBERTO Ciel!… SCENA TERZA Roberto - Anna, che appare sul ponticello. ANNA Roberto! ROBERTO La sua voce! (volgendosi, scorgendo Anna e andando verso di lei) Dunque spento non sei, dolce amor mio! ANNA Io non son più l'amor... Son la vendetta! (Roberto cade affranto su un sasso - Anna scende verso di lui) ROBERTO Gran Dio!... Gran Dio!... ANNA Ricordi Quel che dicevi nel mese dei fiori? Tu dell'infanzia mia I giuochi dividesti e le carezze... Da te soave e pia Imparai della vita le dolcezze... Ero povero... E tu l'affetto mio Più d'un ricco volesti pregiar... Ah, dubita di Dio, Ma no, dell'amor mio, non dubitar Io t'amo!... Io t'amo!... Io t'amai... Tu mi tradisti... Io ti 14 attesi... e non venisti... Ma è tremendo dolore In silenzio soffrir! Senza speranza in cuore Mi facesti morir... ROBERTO L'amor mio della sua vita Era il raggio... E l'ho tradlita. Or serbato al mio cuore È lo stesso martir... Delirando d'amore Anch'io debbo morir!... (Roberto va verso Anna come spinto da una forza ignota; poi fa per vincere il fascino che lo investe, ma non può, e si slancia verso di lei; Anna, avanzandosi, stende le braccia e lo attira a sé. Intanto Le Villi accorrono, circondano Roberto ed Anna e li trascinano, danzando vertiginosamente, fuori di scena) SCENA QUARTA Cori interni di Spiriti e di Villi, poi Roberto, poi Anna, poi le Villi, poi Guglielmo. SPIRITI e VILLI (internamente) Qui noi t'aspettiamo traditor... Da noi non attender pietà! Chi in vita fu sordo all'amor In morte perdono non ha... Gira! Balza!... Balza ! Gira! (Roberto accorrendo ansimante, coi capelli irti, va a bussare alla casa di Guglielmo; poi, scorgendo le Villi, che l'inseguono venendo dalla destra, fa per fuggire dalla parte opposta; ma Anna appare dalla sinistra, gli sbarra il passo, lo riafferra e lo travolge nuovamente in una ridda, fra le Villi che sopraggiungono) ROBERTO (sfinito, cadendole ai piedi) Anna... Pietà!... (muore) ANNA (disparendo) Sei mio! VILLI (seguendo Anna) Osanna!... GUGLIELMO (uscendo e vedendo il cadavere di Roberto) È giusto Iddio!... F I N E 15 Sabato 2 febbraio 2013 - ore 21.00 Il capolavoro di Gaetano Donizetti: LUCIA DI LAMMERMOOR Dramma tragico in due parti Libretto di SALVATORE CAMMARANO Lord Enrico Asthon Miss Lucia Sir Edgardo di Ravenswood Lord Arturo Bucklaw Raimondo di Bidebent Alisa Normanno WALTER FRANCESCHINI ELISA MAFFI ENRICO GIOVAGNOLI ANDREA BRAGIOTTO LUCA GALLO LARA ROTILI ROBERTO NATALE CORO SIMON MAYR DI BERGAMO ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO Maestro concertatore e direttore SALVO SGRÒ Direzione artistica e regia DANIELE RUBBOLI Produzione e scenografia IL CENACOLO FRANCESCANO 16 Sabato 9 marzo 2013 - ore 21.00 Nel bicentenario della nascita di Giuseppe Verdi (1813-1901) IL TROVATORE Dramma tragico in quattro parti - Libretto di Il Conte di Luna Leonora Azucena Manrico Ferrando Ines Ruiz Un vechio zingaro Un messo SALVATORE CAMMARANO WALTER FRANCESCHINI MARIA SIMONA CIANCHI ELENA SERRA PAOLO LARDIZZONE LUCA GALLO ALESSANDRA FLORESTA ROBERTO NATALE UBALDO ROTTIGNI ROBERTO NATALE CORO SIMON MAYR DI BERGAMO ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO Maestro concertatore e direttore SEBASTIANO ROLLI Maestro del Coro SALVO SGRÒ Direzione artistica e regia DANIELE RUBBOLI Produzione e scenografia IL CENACOLO FRANCESCANO 17 ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO Nata nel 1986 come Orchestra Giovanile, con intenti prevalentemente didattici e formativi, ben presto si è imposta come punto di riferimento nel territorio promovendo, accanto ad una costante formazione di giovani musicisti, concerti pubblici, scambi culturali con altre associazioni musicali e collaborazioni con analoghe istituzioni italiane e straniere. L’Orchestra ha assunto una fisionomia che gli consente di affrontare autorevolmente tutto il grande repertorio lirico/sinfonico e cameristico. Il successo ottenuto con le sue “Stagioni Sinfoniche”, dal 2000, sostenute dalla Fondazione Cariplo, dalla Fondazione della Provincia di Lecco, dalla Regione Lombardia e dall’Assessorato alla Cultura della Provincia di Lecco, ha ottenuto una vasta eco a livello regionale. Con “Musica e Territorio”, rassegna itinerante di concerti cameristici nelle Chiese ed Abbazie Romaniche della Provincia di Lecco, Alto Lago e altre provincie della Lombardia, l’Orchestra ha ampliato il proprio raggio d’azione suscitando interesse per i programmi proposti e contribuendo, nel contempo a far apprezzare i capolavori artistici ed architettonici dei suggestivi luoghi in cui si è esibita. Da varie “Stagioni”, oltre a programmare concerti per giovani solisti, l’Orchestra favorisce la partecipazione di giovani Direttori. L’organico di circa quaranta musicisti ed una attività considerevole (oltre trecento concerti con quattro tournée in Francia, Belgio, Spagna e Svizzera) con proposte di alto livello, qualifica oggi l’Orchestra come valore culturale della Regione. Grande successo, l’Orchestra, riscuote anche nelle sue esibizioni nell’Opera Lirica. In collaborazione con Il Cenacolo Francescano, il Laboratorio Lirico Europeo e il Coro Simon Mayr di Bergamo, in questi anni, l’Orchestra ha allestito le maggiori opere del repertorio italiano dell’ottocento e del primo novecento con repliche in importanti teatri italiani. Nell’ottobre del 2010, l’Orchestra ha organizzato un Corso di Direzione d’Orchestra diretto dal maestro Riccardo Frizza con la partecipazione di stagisti italiani e della Comunità Europea. ORGANICO PER QUESTA RAPPRESENTAZIONE VIOLINI PRIMI Stefano Grossi, Andrea Vigani, Francesco Romeo, Ivan Zarrilli, Gianmaria Bellisario, Elisa Biagi, Carlo Patruno, Barbara Testori, Chiara Ballabio, Blanka Csokai, Dario Consensi. VIOLE David Arienti, Carlo Goj, Luca Meschini. VIOLONCELLI Gisella Romeo, Daniela Vescovi. CONTRABBASSI Giuseppe Nardone, Luciano Molteni. FLAUTI Stefano Canzi, Laura Biondo. OBOI Marino Bedetti, Enrico Gaia. CLARINETTI Carlo Dell’Acqua, Valter Pomarico. FAGOTTI Oscar Locatelli, Paolo Valsecchi. CORNI Massimiliano Crotta, Silvio Romeo. TROMBE Sabrina Sanvito, Pierantonio Merlini. TROMBONE Luigi Bagnato. PERCUSSIONI Ernesto Colombo, Mauro Frigerio. ARPA Giuliano Mattioli. Il Cenacolo Francescano, ringrazia: ORCHESTRA SINFONICA DI LECCO CORO LIRICO SIMON MAYR - BERGAMO SCUOLA DI BALLO “ARTE DANZA LECCO” LABORATORIO LIRICO EUROPEO – MILANO Associazione culturale “Il Cenacolo Francescano” Piazza Cappuccini, 3 - 23900 Lecco – tel. / Fax 0341/372329 Web: www.cenacolofrancescano.com E-Mail: [email protected] Amici di Lecco Lirica Stampato in proprio - a cura di Angelo Cesana