La leggenda di Alba Longa Anche se le rovine antiche stanno lì, a 555 mt. s.l.m. a dimostrare il contrario, si può quasi certamente affermare che una Albalonga non è mai esistita. O meglio non è mai esistita come centro urbano unico. Le dispute infatti tra tutti quelli che hanno ipotizzato la sua presenza in un luogo piuttosto che in un altro nei colli Albani, sono destinate ad essere risolte con questa affermazione. Si può ipotizzare infatti che la fiera città dei Latini, distrutta secondo tradizione da Tullo Ostilio, non fosse una vera e propria città impostata urbanisticamente, quanto piuttosto una serie di piccole aggregazioni distribuite lungo le piste che portavano al Monte Cavo, sede di quel Giove Laziale a cui facevano riferimento la genti latine. La leggenda quindi, che la vuole fondata da Ascanio figlio di Enea, che ne fu anche il primo degli 11 re che la governarono fino alla fondazione di Roma ed alla conquista da parte dei romani stessi ed alla sua distruzione (avvenuta forse nell’anno 7 a.C. con relativa deportazione degli abitanti) non sembra essere supportata dalla realtà dei fatti, soprattutto per la sua incerta collocazione. Era Alba sia l’area occupata da Castel Gandolfo, ma anche Palazzolo, ricordata per la sua tomba coi fasci littori, ma anche l’attuale Albano, o forse tantissime altre località; con certezza probabilmente non lo sapremo mai. Ma forse, pensandoci bene per chi non è uno studioso è più importante conservare la memoria di una guerra leggendaria decisa da quello epico duello tra i 3 Orazi (romani) e i 3 Curiazi (albani) che conoscere l’esatto nome di rovine ormai illeggibili. In fondo mettendo in dubbio le leggende da Alba Longa non si mette in dubbio anche quella relativa alla nascita di 2 gemelli figli di Rea Silvia (legittima principessa albana) e del dio Marte che fondarono una città che proprio per questa origine ebbe maggior fortuna nella storia ?