I Solisti del Teatro 2016 - XXIII Edizione
19 luglio – 7 settembre 2016
Giardini della Filarmonica Romana
Via Flaminia 118
SOLISTI
19 LUGLIO – prima nazionale
Beat 72
presenta
La voce in-umana
Regia di Marco Carniti
con Carmen Giardina
scena Marco Carniti / Paolo Carbone
musiche Pivio
foto Arturo Carniti
“LA VOCE IN-UMANA” da Jean Cocteau riletta da Marco Carniti diventa un gioco ironico di teatro
dell’assurdo che incastra la nostra dolorosa protagonista in un ingranaggio infernale di routine quotidiana.
Una farsa sull’amore dei nostri giorni. Una rilettura ritmica e musicale del testo originale che scopre le
pieghe della comicità nella disperazione della nevrosi del mal d’amore.
“ L’amore è soltanto follia, e si merita una stanza al buio e una frusta come per i pazzi . Il solo motivo per cui
gli innamorati non vengono puniti e curati è perché questo tipo di pazzia è talmente diffuso , che chi
dovrebbe frustare è a sua volta innamorato.” Shakespeare “As you like it”
20 LUGLIO
Albert Music
presenta
Io non so mai chi sono
con Grazia Di Michele e Platinette
Musicisti: Fabiano Lelli alle chitarre, Andy Bartolucci alla batteria e percussioni, Francesco
Puglisi al contrabbasso e Daniela Iezzi, corista.
IO NON SO MAI CHI SONO è il nuovo spettacolo teatrale di Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi
(Platinette). Il titolo del recital è ripreso dall’inciso di “Io sono una finestra”, il brano che gli stessi artisti
hanno presentato al Festival di Sanremo del 2015, aggiudicandosi il premio Lunezia per il miglior testo e il
premio Le cento radio per la migliore interpretazione. Se il brano sanremese era una sfida al pregiudizio, che
spesso rischia di non far comprendere la bellezza dell’essere umano, con IO NON SO MAI CHI SONO
Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi, con ironia e dolcezza, fanno un ulteriore passo nel complesso mondo
della psiche, dove si forma l’identità di ciascuno di noi. Tra parole e musica Grazia e Mauro portano in scena
il tema dell’identità a partire dalla sua manifestazione più eclatante: la sua perdita.
Canzoni e monologhi, duetti e dialoghi compongono la struttura su cui fioriscono momenti esilaranti e di
grande poesia. “Indossiamo quotidianamente tante maschere per proteggere quell’io che riteniamo fragile –
dichiara Grazia Di Michele. IO NON SO MAI CHI SONO nasce dal sospetto che liberare quell’io interiore
possa immergerci nella bellezza e nell’amore. Ne abbiamo le prove e ve le vogliamo mostrare.”
Lo spettacolo ha debuttato a Roma al teatro Lo Spazio il 2 maggio 2016 con repliche il 3 e 4 maggio 2016,
registrando tre sold out e convincendo pubblico e critica.
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21 LUGLIO – prima nazionale
L’Associazione culturale Centrarte Mediterranea
presenta
Le Toghe in giallo
in La cricca della banca romana
di Luigi Di Majo e Andrej Adramelek
Una frenesia edilizia nel 1870 investe Roma, diventata capitale d’Italia. È il boom delle Banche; il valore dei
terreni sale alle stelle. La speculazione urbanistica sprofonda presto nella voragine del fallimento.
L’ingordigia dei politici, con i loro affiliati, né è la maggiore causa. La Banca Romana è sull’orlo della
bancarotta, ha messo in circolazione circa 50 milioni (svariati miliardi di oggi) falsi, stampati
clandestinamente a Londra con la stessa numerazione di serie di quelli originali. Protagonista è il comm.
Bernardo Tanlongo, governatore della banca, in collusione con ministri, politici, giornalisti, liberi
professionisti, proposto senatore dal Presidente del Consiglio Giovanni Giolitti. La Banca Romana si è presto
trasformata in una piovra, i cui tentacoli si sono proiettati, fuori e dentro il tempo, coinvolgendo anche
l’attualità. E’ uno spettacolo che riunisce in un unico processo simbolico le inchieste giudiziarie e
parlamentari sulla Banca Romana. In questo immaginario scenario teatrale, specchio di una società cinica e
corrotta, ho pensato, con un salto temporale, ad dr. Mabuse di Fritz Lang, film muto del ’22, mentre le
camice nere marciavano su Roma, dopo una tragica guerra.
22 LUGLIO
Teatro Vascello – Centro di produzione teatrale
presenta
Dichiaro guerra al tempo
A cura di Daniele Salvo
con Manuela Kustermann e Melania Giglio
Musiche: Pink Floyd, David Bowie, Queen, Rolling Stones, Joni Mitchell, Peter Gabriel.
Due donne giacciono sprofondate negli abissi del tempo. Una in epoca elisabettiana, l’altra in epoca
moderna. Abitano la stessa stanza. Non si vedono, non si parlano direttamente, ma sicuramente si
percepiscono. La stanza è la stanza della memoria. Ovunque, manoscritti, versi, perpetue parole, spartiti
musicali. I versi appartengono a William Shakespeare. Nella stanza dell'immaginario del grande poeta ci si
può anche smarrire. Là ci sono pochi oggetti, lo spazio è denso, percorso da sussurri e voci dimenticate,
memorie di antiche interpretazioni, ombre in transito e riflessi di luce abbaglianti. Il poeta è testimone
instancabile di un mondo che non c'è più, una realtà costruita con dedizione, fede, potenza espressiva,
serietà, competenza e valori indiscutibili. Il poeta frequenta il futuro nella vita di ogni giorno, si batte per la
verità, cade in deliquio, trema, sviene per un istante e in quell'istante elabora universi, sogna l'infinito e tenta
di decifrarne la grammatica. Così è la scrittura di Shakespeare, scrittura “vivente”, tracciata nell'inconscio dei
suoi interpreti. Così è la sua Poesia. Questo viaggiatore dell’illusione e del sogno parla una lingua di
cristallo, si misura con ogni possibile realtà, ogni forma di tradimento e, come dal fondo di un pozzo, si
affanna a parlare a tutti gli uomini ancora “vivi”, tramite versi che ci parlano delle paure di un vecchio, degli
incubi notturni di un Re lasciato solo dalle figlie, delle notti d’amore di una Regina, degli affanni di un giovane
principe, dei pensieri di un grande condottiero... La stanza che ospita quest'uomo ha grandi pareti di fumo
che soffrono dell’instabilità propria dei sogni e quindi mutano continuamente. Proprio perché è “strumento
divino”, proprio perché dialoga con gli angeli, il Poeta non deve solo divertirci (di-vertere = distrarre da), ma
ha la possibilità di aiutarci a ritrovare la nostra grazia perduta, la nostra innocenza, a lungo vagheggiata e
rimpianta, cancellata inesorabilmente dal cinismo e dalla superficialità della nostra vita quotidiana. Così le
due donne iniziano un dialogo senza fine, dove, da due diverse dimensioni, si interrogano ancora e ancora
sulla vera natura dell’amore. Sul confine tra amore e amicizia. In che cosa differiscono l’amore passionale e
quello ideale? Quando possiamo parlare di affinità elettive? Shakespeare nei suoi sonetti indaga tutti i
possibili aspetti dell’amore. E l’amore stesso diviene così lo strumento d’eccellenza per conoscere se stessi,
l’altro, il mondo, la poesia, la bellezza e la caducità. Una conversazione infinita, dove il gioco dei sentimenti è
vissuto fino in fondo e porta le due donne ad osservare con dolcissima compassione la fatale caducità del
nostro tempo terreno . Perché è proprio il Tempo, con il suo inganno, il suo orrore, il suo splendore, a
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rappresentare il vero grande tema dei Sonetti di Shakespeare. Amore e Tempo. Entrambi caduchi. Entrambi
infiniti. E noi sempre in guerra. Con entrambi.
24 LUGLIO
Compagnia Fattore K
presenta
Refugees
Ideato e diretto da Ugo Bentivegna
Letture a cura di, Valeria Contadino, Ugo Bentivegna
Con la Partecipazione di Agnese Allegra, Enrica Arcuri, Vito Blasi, Marco Ciardo, Stefano
Grillo
Nel corso della storia, in ogni regione del mondo, individui o intere popolazioni hanno abbandonato le loro
case per sfuggire a persecuzioni, conflitti armati e violenze. Mentre oggi almeno 50 milioni di persone nel
mondo stanno vivendo questa esperienza, i paesi, ricchi o poveri, chiudono loro le porte.
Lo spettacolo è particolarmente adatto a scolaresche e/o all’interno di rassegne dedicate al sociale.
25 LUGLIO
MAMMA..ZZO
Scritto da Marco Terenzi e Federica Cifola
Regia di Marco Terenzi
Grafica ed aiuto regia di Massimiliano Papaleo
Avete mai provato a: fare la spesa, allattare, chattare, twittare, cambiare un pannolino, lavorare, preparare la
cena, le pappette, svegliarsi di notte perché un frugoletto piange…tutto lo stesso giorno, sapendo che il
giorno dopo...tutto questo accadrà di nuovo?
Dice: ma lo fanno tutte le mamme!
Rispondo: ma io pensavo che scherzassero!
Che bello diventare mamma, da donna grande, adulta, consapevole.
E’ bello…perché non sei più una ragazzina!
Appunto! Non sei più una ragazzina e non ce la fai a spingere la carrozzina…e tra un po’, al parco, sarà tua
figlia a spingere la tua.
Con la maternità cambia tutto: il ristorante deve avere per forza un clown all’ingresso, il cinema è solo una
serie infinita di ere glaciali, la canzone che canticchi sempre è la sigla di Peppa Pig e il massimo della
sessualità che rimane con tuo marito, è un abbraccio voluttuoso nell’intimità dell' alcova...stando ben attenti
però a non schiacciare quel bambino che da quando è nato, dorme fisso in mezzo a voi.
Federica Cifola, nello spettacolo, ironizzerà sul ruolo di madre, ponendosi dubbi e inquietanti interrogativi,
analizzando anche i percorsi di alcune mamme famose della storia, della politica e dell’attualità: dalla
mamma di Nerone alle prese con un bambino “focoso”, alla mamma di Renzi alle prese con un figlio che
rottamava i vecchi giocattoli: invece del trenino di legno, già voleva il Frecciarossa!
Ma nessun consiglio di una mamma, potrà mai aiutare veramente un’altra mamma.
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26 LUGLIO – prima nazionale
Alt Academy
presenta
Social Life
Uno spettacolo di Michele Cosentini
con Luca Ferrini, Sveva Tedeschi, Guglielmo Lello, Noemi Quercia
Si sono spese molte parole sui pericoli e sulle patologie dei social networks, e questo spettacolo non ha la
pretesa di essere un trattato sociologico. Semplicemente mette in scena le dinamiche di una modalità
comunicativa che rappresenta l’involuzione delle vecchie chat; in queste ultime, i rapporti erano quasi
esclusivamente virtuali, basati sulla parola scritta e con nomi sostituiti da nickname; rare le foto, ancor più i
video (le webcam erano cosa per ricchi o per nerd), e per i puristi finanche le emoticon erano una
bestemmia. Niente pulsanti “mi piace”. Dovevi proprio ingegnarti a scrivere, con buona pace dei congiuntivi
sballati e degli apostrofi, e lavorare di immaginazione, anche se spesso malata. Quando arrivava il momento
dell’incontro con il sopravvalutato sconosciuto, si spezzava l’incanto: la fantasia, si sa, può giocare brutti
scherzi. Sui social e su Facebook in particolare, invece, non ci sono sconosciuti propriamente detti: sono tutti
amici, i nomi sono palesi, le facce e i corpi anche, spesso ci si conosce nella vita. Non ci sono filtri né pudori,
si parla “come se magna” e talvolta, paradossalmente, il non-anonimato tira fuori il peggio. Reale e virtuale si
fondono e si confondono. Ed è proprio questo che “Social Life” vuole mettere in scena: storie in cui le umane
debolezze, la superficialità, la volgarità, la cattiveria e perfino la violenza si trasmettono dal reale al virtuale e
viceversa. Inutile dire che è soprattutto il mondo degli adolescenti ad esserne coinvolto: gli episodi di
cyberbullismo, spesso portatori di gravi disagi se non addirittura di morte, purtroppo riempiono le pagine di
cronaca. Ma c’è anche un universo meno estremo e quindi meno visibile: storie di inadeguatezze, di
solitudini grottescamente mascherate, di amori sballati, di video deliranti, di discorsi insensati, di rapporti
falsati, di selfie imbarazzanti, di intolleranze amplificate dal mezzo. Di scontro tra ciò che si è e ciò che si
vorrebbe essere. Adolescenti presi nella rete, dunque, ma non solo: perché spesso i loro padri e le loro
madri non sono meno fragili e vulnerabili davanti al mezzo. Se è vero che la tragedia, quando si ripresenta,
si trasforma in farsa, il dramma tende ad assumere venature comiche fin dalla sua prima apparizione: ecco
dunque che “Social Life” contiene anche elementi grotteschi ed esorcizzanti. Tragico e buffo, epico e
ridicolo. Come la vita, virtuale e non.
27 LUGLIO
Bluteatro
presenta
Il dono
regia e adattamento: Luca Bargagna
con Viviana Altieri, Vincenzo D’Amato, Elisabetta Mandalari, Luca Mascolo, Alessandro
Meringolo, Massimo Odierna, Sara Putignano.
Uscito la prima volta negli Stati Uniti nel 1999, l'opera rappresenta un ulteriore passo avanti nel percorso
letterario di David Foster Wallace che estremizza ulteriormente la sua cifra stilistica. Qui le tecniche
dell’avanguardia letteraria esaltano con crudeltà l’assurda realtà che ritraggono. Attraverso la scelta della
formula sarcastica dell’intervista Wallace ci propone un catalogo di tipi intimamente odiosi, laidi, voci di
un’umanità allucinata, che per non soccombere si vomita addosso tutto il veleno possibile. Questi «uomini
schifosi» sono mostri che - vittime o carnefici – divorano la propria carne lacerata creando un fermo
immagine dell'irreale o dell’iperreale, che ci fa sentire come intrappolati in una stanza chiusa in loro
compagnia. BluTeatro mette in scena questo catalogo di personaggi violenti e visionari, che galleggiano in
un vuoto spirituale, e innescati dal perverso meccanismo dell’intervista ci regalano inconsapevolmente
brandelli di verità o di iper-verità, gesti compiuti in virtù dell’assurdo che li circonda. Wallace è autore che
lavora per somme, dalla scrittura vertiginosa, barocca. Una lingua ardua, difficile, ma proprio per questo
ricca di fascino e necessaria per la capacità di penetrare nel fondo delle cose. BluTeatro, dopo aver messo
in scena “Verso occidente l’impero dirige il suo corso”, ancora una volta si pone la sfida di mettere in scena
un romanzo di Foster Wallace, testando il confine tra la parola scritta e quella agita. Ed è proprio la scrittura
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di Wallace il centro e il motore del lavoro teatrale, così come la ricerca delle possibilità recitative che questa
lingua offre.
28 LUGLIO – prima nazionale
UPNOS
Presenta
Girls like that
regia Emiliano Russo
con Flaminia Cuzzoli, Diletta Masetti, Flavia Mancinelli, Ottavia Orticello, Cristian Pelliccia,
Francesca Vidali
GIRLS LIKE THAT è un’opera che parla di ragazze, ragazzi, femminismo, amicizia, sentirsi parte del
branco, percezione di se stesse/i e condivisione online. Quando una foto di Scarlett nuda si diffonde in
pochi minuti per tutta la scuola e sui social network, la reazione delle sue compagne svela le sottese
dinamiche sociali. Le ragazze infatti, precedentemente sue intime amiche, ora prendono le distanze da
Scarlett, mostrando le loro vulnerabilità e ansie riguardo al rendere pubbliche la propria immagine e la
propria sessualità. E quando anche la foto di Russel nudo – il ragazzo più cool di tutta la scuola- diventa
virale, viene altresì svelato il diverso trattamento a cui vengono sottoposti i due sessi. Quanto a lungo potrà
rimanere in silenzio Scarlett?
GIRLS LIKE THAT è un’opera coinvolgente e stimolante che si muove tra il momento presente del qui-edora e momenti chiave nella Storia quando alcune giovani donne hanno sfidato le convenzioni sociali del
proprio tempo, battendosi per la parità.
L’opera esplora come il concetto di femminismo sia cambiato nel corso del tempo e cosa significhi per le/i
giovani di oggi. Un’opera impellente ed esplosiva che esplora l’uguaglianza di gender e le pressioni che
gravano sulla contemporanea “generazione digitale”.
29 LUGLIO
Cinema 7607
Daniele Vicari presenterà il mokumentary dal titolo "Uno, nessuno" girato con gli allievi della
scuola Gian Maria Volontè sul lavoro di formazione dell'attore.
1 AGOSTO – prima nazionale
Sycamore T Company
presenta
Orfeo ed Euridice – dal mito ai nostri giorni
Regia di Graziano Piazza
con Viola Graziosi – voce recitante
e Sarah Biacchi – mezzosoprano
Orfeo ed Euridice è una delle perle dell'antichità classica. Orfeo era un poeta e musicista figlio di Apollo, dio
della musica, e di Calliope, musa del canto. Si dice che quando cantava succedevano cose incredibili, gli
uccelli si fermavano sulla sua testa ad ascoltarlo, i pesci uscivano fuori dall'acqua, gli alberi si avvicinavano e
persino le montagne lo seguivano sul suo cammino. Orfeo cantava canzoni d'amore, innamorato della
bellissima ninfa Euridice. Ma Orfeo non era l'unico ad essere innamorato di lei, lo era anche Aristeo. Un
giorno questi le saltò addosso mentre lei faceva il bagno nuda ed ella scappo via, ma nella sua fuga calpestò
un serpente velenoso e morì. Quando Orfeo apprese la morte dell'amata decise di andarla a riprendere
nell'aldilà, convinto che il suo canto potesse conquistare anche gli inferi. Così intraprende una lunga discesa
nell'Ade, lungo la quale riesce a conquistare tutti coloro che ne impediscono i vari passaggi. Arrivato
finalmente davanti al dio Ade e a Persefone, implora loro di restituirgli Euridice. Riesce a convincerli alla sola
condizione di non guardarla mai in faccia prima di essere entrambi alla luce del sole. Inizia allora la salita di
Orfeo seguito da Euridice e da Ermes, il controllore. A più riprese lo assale il dubbio che l'amata lo stia
seguendo e tende l'orecchio per udirne i passi, ma poi si ricorda la promessa fatta e non si gira.
All'improvviso però è lei a chiamarlo con voce suadente "sono forse diventata così brutta che non mi vuoi
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guardare?". Lui resiste, e lei insiste gli chiede un bacio e lui resiste. Poi finalmente sente la luce del sole
scaldargli il volto, sente di aver varcato la soglia del mondo dei vivi e si gira a guardarla. Ma lei era rimasta
qualche passo indietro, non aveva ancora varcato la soglia... Così muore per la seconda volta.
In Lei dunque capirà, la protagonista si trova in questa terra di confine, davanti a una sorta di corte
d'appello dove si rivolge ad un giudice che lei chiama Signor Presidente, per confessare il perché della sua
chiamata, e richiedere l'assoluzione. Questi aveva concesso ad Orfeo di portare la donna fuori della "Casa di
riposo" (metafora del regno dei morti), a patto di non voltarsi a guardarla. Tuttavia varie ragioni - tra le quali
la convinzione che l'uomo sia sceso a prenderla per cantare la Verità sconosciuta ai vivi più che per amore
di lei, e la consapevolezza del fatto che i morti non conoscono le verità ultime più dei vivi - inducono la
giovane donna a chiamare "con voce ferma" l'amato facendolo voltare; in questo modo non dovrà dargli il
dispiacere di rivelare che non è possibile conoscere la verità e trarre fama da ciò, in quanto nemmeno i morti
la possiedono. L'uomo si volta e lei, dispiaciuta e serena a un tempo, ripiomba nel vuoto dell'immensa Casa
di Riposo.
Questo Concerto per voce lirica e voce recitante vuole creare un ponte tra classicità e contemporaneità
per mettere al centro proprio la ricerca della Verità. Il canto come veicolo supremo per raggiungere le più
alte vette del lirismo e dell'incanto apre il cuore all'esperienza del sentimento. Su questo terreno la voce
narrante divenuta intima e vicina a noi, trova un passaggio segreto verso il luogo più profondo della nostra
anima.
2 AGOSTO
Lunaria Teatro
presenta
La lunga vita di Marianna Ucrìa
con Raffaella Azim
e Francesca Conte – interprete L.I.S. Lingua Italiana dei Segni
Fin dalle sue prime pagine il romanzo di Dacia Maraini, vincitore nel 1990 del Premio Campiello, immerge il
lettore nel clima cupo e pieno di contraddizioni della Sicilia del Settecento. Mentre in Europa trionfa il Secolo
dei Lumi, a Palermo, in un tempo scandito da impiccagioni, autodafé, matrimoni d’interesse e monacazioni,
si consuma la vicenda di Marianna, della nobile famiglia degli Ucrìa. “Sposare, figliare, fare sposare le figlie,
farle figliare, e fare in modo che le figlie sposate facciano figliare le loro figlie che a loro volta si sposino e
figlino…”, è questo il motto della discendenza Ucrìa, che in questo modo è riuscita ad imparentarsi per via
femminile con le più grandi famiglie palermitane. Marianna, costretta ad andare in sposa a soli tredici anni a
suo zio, investita “con rimproveri e proverbi” quando osa sottrarsi al suo ruolo di moglie, sembra all’inizio
destinata alla medesima sorte. Lei è però diversa, sordomuta, ma proprio da questa menomazione trarrà la
forza per elevarsi al di sopra della chiusura e della meschinità che la circonda.
Dacia Maraini è una scrittrice, poetessa, saggista, drammaturga e sceneggiatrice italiana. Tra i premi vinti,
oltre al Premio Cimitile, Campiello e Strega, c'è anche il Premio Pinuccio Tatarella.
Raffaella Azim, prima attrice del teatro italiano, è stata diretta tra gli altri da: Aldo Trionfo, Dario Fo, Carlo
Cecchi, Franco Parenti, Giancarlo Sbragia, Lina Wertmuller.
3 AGOSTO
Corpo di Ballo di Danza e Professione diretto da Sergio Ariota in collaborazioni Antonio
Desiderio – Artist Managment
presenta
“Don Quixote”
Con Ekaterina Oleynik, prima ballerina del Teatro dell’Opera di Minsk, e Armand Zazani, del
Teatro dell’Opera di Tirana
Coreografia: Maria Grazia Garofoli
Musica: Ludwig Minkus
La drammaturgia di questo balletto è ispirata, al contrario di tutti gli altri, all’opera del grande scrittore Miguel
de Cervantes, nella quale ognuno è costretto a reinterpretare la realtà come meglio crede.
Realtà che appare ambigua e sfuggente, ed il confine tra la stessa ed il fantastico sfuma nel calore e nei
colori di questa Spagna sognata ed amata.
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“Io sono nato per vivere morendo”
cit. Miguel de Cervantes
Non ci saranno scene ma solo elementi scenici e attrezzeria utili alla comprensione dello spettacolo.
E’ necessario un tappeto, ma a questo provvederò io se ci saranno i tecnici per montarlo.
Le luci non hanno bisogno di particolari effetti.
4 AGOSTO
Stardust srl
presenta
Mumble mumble – ovvero confessioni di un orfano d’arte
di Emanuele Salce e Andrea Pergolari
con Emanuele Salce e Paolo Giommarelli
Mumble Mumble è un racconto in tre tempi in cui Emanuele Salce narra impudicamente le vicende di due
funerali e mezzo (e le gesta dei protagonisti che in quei giorni si distinsero...). Nel primo, quello di suo
padre Luciano, quando aveva poco più di vent'anni e, reduce da una nottata di eccessi etilici, si trovò a
dover gestire da solo l'accadimento affrontando, nelle condizioni peggiori, una realtà a lui sconosciuta ed
assai scomoda fra para-parenti a caccia di lascito, addetti alle onoranze funebri che lo inseguivano con
cataloghi di bare e la ragazza per cui spasimava che non gli si concedeva. Nel secondo, quello di Vittorio
Gassman, marito di sua madre, vissuto da trentenne più lucido e consapevole, in cui si assiste ad un vero e
proprio Carnevale del sacro e del profano, fra autorità politiche improbabili e presenzialisti d'ogni risma: dai
colleghi minori, a venditori d'automobili, religiosi frustrati, furfanti che nella calca stappavano bottiglie di vino
pregiate per concludere il tutto con la semifinale degli Europei del 2000 Olanda - Italia con scene da stadio.
Nel terzo (metaforicamente) il suo: vissuto attraverso l'incontro con una bionda australiana e una défaillance
occorsagli in un museo di Sydney, con un finale in crescendo, fino a giungere ad una vera e propria
liberazione non solo simbolica. A fare da contraltare in scena lo spettatore-regista Paolo Giommarelli, ora
complice, ora provocatore della confessione, passando con candida disinvoltura da Achille Campanile a
Petrarca fino ad un trattato di procto-gastroenterologia.
Il racconto conclusivo dello spettacolo, che narra dell'incontro tra il protagonista e una bionda australiana,
seguito da un'imbarazzante defaillance, ha catturato l’attenzione di Sandro Veronesi che, nel suo ultimo
romanzo “Terre rare” scrive: “La storia narrata nel capitolo dieci della prima parte non è farina del sacco
dell’autore, è una cover dello strepitoso monologo autobiografico di Emanuele Salce contenuto nel suo
spettacolo intitolato Mumble mumble – ovvero confessioni di un orfano d’arte (di E. Salce e A.
Pergolari). Oltre al ringraziamento per il permesso di rielaborarla, l’autore gli rivolge tutta la propria
ammirazione”.
5 AGOSTO
Cinema 7607
Proiezione del documentario realizzato da Francesca Archibugi dal titolo "Gabbiani" della durata
di circa 90 minuti.
6 AGOSTO- prima nazionale
Associazione culturale Jucundus Cantus Ensemble musica rinascimentale e barocca
presenta
" Julia d'alma e d'amoroso foco ..la Divina Giulia Gonzaga"
Regia di Fatima Scialdone
in collaborazione con Fernando Pannullo
Direzione artistica: Anna D’Acunto
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Lo spettacolo , scritto da Fernando Pannullo in forma di monologo breve con musica, canto, del 1500 , si
articola e si sviluppa nell’alternanza di queste diverse forme d’arte, tutte volte al racconto di una delle storie
più avvincenti e sconvolgenti della storia , e che vede la sua perfetta realizzazione scenica all’interno di
Palazzi nobiliari e Castelli e teatri d’epoca, proprio nell’intento di riscoprire attraverso la storia di Giulia
Gonzaga e la sua corte, anche quel patrimonio architettonico così prezioso di cui l’Italia è ricca. La parte
musicale è affidata alla Dir. Artistica del gruppo Jucundus Cantus Prof. Anna D’Acunto, mentre la parte
drammaturgica è stata elaborata , per l’attrice Fatima Scialdone dall’autore Fernando Pannullo, già
collaboratore a numerosi spettacoli del Maestro Maurizio Scaparro, nonché autore di tutte le opere storiche /
teatrali per Fatima Scialdone. La consulenza del Prof De Fazio, con il prezioso apporto di materiale storico,
perché anche autore di un testo su Giulia Gonzaga, arricchisce di approfondimenti, e di pagine preziose
originali il testo. La prima nazionale , è stata dicembre 2013 in occasione dell’anniversario dei 500 anni
dalla nascita di Giulia Gonzaga nel Castello di Fondi, dove Lei visse dopo essere andata in sposa appena
tredicenne nell'agosto del 1526 a Vespasiano Colonna (1480-1528), conte di Fondi e duca di Traetto. Lo
spettacolo completo ha una durata i circa 1.h .15.min in un tempo unico. Abiti originali d’epoca, strumenti
musicali del 1500, cantanti, daranno vita ad uno spaccato di storia che farà rivivere non solo un personaggio
così emblematico e di grande modernità femminile, ma anche una struttura architettonica di grande valore ,
il tutto sapientemente raccontato, dalle brevi note introduttive di una “ conversazione con il pubblico”
affidata ad una preziosa docente universitaria studiosa di Donne del 1500, che passerà all’attrice Fatima
Scialdone, nel ruolo di Giulia Gonzaga, il compito di condurci in questo avvincente momento del passato.
8 AGOSTO
Festival ROMA POESIA
presenta
Poesia. Nuova generazione
Cassandra, un paesaggio
con Ivan Schiavone, Pier Paolo Cipitelli, Fabio Zeppetella, Ida Vinella e Silvia Sbordoni, Patrizia
Casagrande e Andrea Rettagliati.
Apertura a cura di Ada Sirente
Oz, viaggio astratto su quattro punti cardinali e una coda
con Sara Davidovics
Tre piccoli poemi a cura di Luigi Cinque e Alireza Mortazavi
9 AGOSTO
Festival ROMA POESIA
presenta
Il trombettiere
di David Riondino e Milo Manara
Per voce recitante, trombettista, banda sinfonica e disegni d’autore
Tre piccoli poemi a cura di Luigi Cinque e Alireza Mortazavi
10 AGOSTO
Festival ROMA POESIA
presenta
Teatro Poesia Concerto
Studio per la messinscena di uno smarrimento tra l’Appennino lucano e una canzone d’ammore
Con: Canio Lo Guercio, Franco Arminio, Alessandro D’Alessandro e Emanuele Curti
Tre piccoli poemi a cura di Luigi Cinque e Alireza Mortazavi
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11 AGOSTO
Alyax
presenta
Nothing like the sun
con Paolo Bonacelli
regia di Marcello Cava
musica dal vivo di PHLOX
Shakespeare non fu soltanto il più grande drammaturgo dell’età moderna; fu anche un grande poeta lirico,
capace di riprendere la tradizione rinascimentale della poesia d’amore e insieme di dissacrarne la “moda”, il
suo scadere nei moduli convenzionali del post-petrarchismo. Ciò avviene in particolare nella seconda
sezione dei Sonetti (1609) ispirati a un’ignota “dark lady”, ove l’amore idealizzato per il “fair youth” della
prima sezione, viene rovesciato in una febbre mai acquietata, lussuria, vergogna. Il tono è quello di una
confessione privata, ma con una forte carica drammatica, nella quale il tradimento, costitutivo di questa
relazione erotica, coinvolge lo statuto del linguaggio e l’identità dell’io poetico, delineando un’inquietante
immagine dell’arte come menzogna.
La lettura pubblica di una scelta di questi sonetti, in sinergia con un filo rosso musicale, sarebbe un
contributo originale all’attuale celebrazione di Shakespeare nell’occasione della ricorrenza dei quattrocento
anni dalla sua morte.
21 AGOSTO
Cardellino SRL e Fondazione Luzzati Teatro della Tosse Onlus
presenta
Città inferno
con Ippolita Baldini, Rachele Canella, Melania Genna, Elena Gigliotti, Carolina Leporatti,
Monica Palomby, Daniela Vitale
All’interno di una prigione vivono le detenute di questa storia, liberamente ispirata al film: “Nella Città,
l’inferno” di Pietro Castellani, con Anna Magnani e Giulietta Masina. Assassine, fattucchiere, peccaminose e
ladre seriali provenienti da tutta Italia e realmente esistite nelle pagine di cronaca nera, si trovano ad
occupare un ristrettissimo spazio vitale. Interpretano quindi delle criminali collocate in un tempo che va dagli
anni 40 ad oggi, sopravvissute fino ad oggi, ma non invecchiate. Ognuna è rimasta uguale a se stessa,
come nel giorno in cui è stata portata in prigione. E quando nel cuore della cella fa ingresso un’innocente,
non sono in grado di capirne l’essenza o la possibilità stessa, dell’innocenza. Eccetto che: sono donne. Sono
donne anche loro. Hanno amato, e ameranno. Hanno un corpo, o l’hanno avuto. Sette cuori che battono in
due metri per due possono fare tanto rumore. Troppo, per chi colpe non ne ha, e vuole piangere in silenzio.
Città/inferno è un musical di dolori e abbandoni, dei vivi fuori invocati come i morti, delle superstizioni, delle
canzoni passionali, dell’Italia peggiore, da nord a sud, passando per il centro. E’ un regalo. Per chi voce e
nome, oggi, non li ricorda più. Le detenute sono protagoniste di un dramma a tratti comico, a tratti tanto
amaro, e vivono all’interno di un carcere immaginario. Provengono da tutta Italia e ciò sarà causa di
incomunicabilità, fino a che l’insieme di queste lingue provocherà la bellezza musicale che è l’Italia stessa,
fra alti e bassi, parolacce, litigi, e canzoni. In un giorno come tutti gli altri, in cui ci si industria a raccattare
sigarette di nascosto, a preparare il caffè con ogni mezzo possibile, fa ingresso al carcere una donna
innocente. La fine, come sempre, non è delle migliori. Una volta ottenuta la libertà, la giovane donna farà
ritorno alla disperata vita della galera, con colpi di scena, emozioni contrastanti , complicità e conflitti.
Rigorosamente in bianco e nero , a vederle vicine, queste donne, sembrano uscite dal vecchio film al
quale si ispirano. Questa la trama. All’interno di essa, si aprono parentesi che esprimono anima e
aspirazioni di donne che non vedono la luce da troppo tempo. Le vedremo piangere , guardare con gli
specchietti il mondo di fuori, innamorate dell’amore che non hanno più. Le vedremo giocare a calcio , senza
pallone, pur di sopravvivere. Sopra di loro stelle e attimi di libertà. Il linguaggio e la poetica di nO (Dance
first. Think later) sono volti alla fusione della scrittura scenica in improvvisazione insieme alla danza,
eseguita da attrici che ballerine non sono. Le vedremo ballare il bisogno di libertà che però esse stesse
rinnegano, fino a voler rimanere per sempre protette dalle sbarre , al confine con la vita vera. Scene dal film
si alternano a scene interamente inventate dalla fantasia , ma soprattutto alle esperienze di vita delle
detenute di cui raccontiamo la storia attraverso proiezioni e registrazioni. Città / Inferno è un esempio di
riassunto assoluto fra il teatro che mettiamo in scena, il cinema da cui prendiamo ispirazione e il
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documentario delle storie vere che portiamo in vita. La musica, tutta, dagli anni 40 a oggi, darà voce ai loro
sogni notturni, alle loro origini così popolarmente carnali. Seguendo la trama di una storia semplice che parla
di diversità, di donne, di violenza e condivisione forzata . Ma nello sviscerarla sarà incluso il rischio più bello.
Quello in cui il cuore si mescola alla storia, offrendo suggestioni nostalgiche , euforiche , slanci. Un viaggio
nella disperazione di donne che fanno di tutto per non apparire disperate. Ma che graffiano il cuore con occhi
struggenti e facce sporche, piene di loro, recluse ma leggere nei sogni che oltrepassano il teatro stesso ,
unendosi ai sogni di chi libero è.
22 AGOSTO
Associazione Teatro Festival
presenta
Mita Medici canta Califano
con Mita Medici
Musicisti: Federico Codini al sax, Andrea Cardoni alla chitarra, Andrea Caprini al basso e
Gabriele Giovenali alla batteria
Mita Medici canta Califano, accompagnata da una band fantastica e da tre ballerini che aiutano a sognare,
diretti da Luca Bruni. E i fortunati spettatori diventano così i testimoni di una grande alchimia, una di quelle
magie che fanno la storia del teatro: di uno di quei rari prodigi in cui la realtà supera la fantasia, in cui non c’è
più bisogno di far finta di crederci perché quello che ci si ritrova davanti è un pezzo di vita, un pezzo di verità
ammaliante.
Si ascolta cantare Mita, la si vede muoversi piena di grazia e femminilità, commuoversi quando si rivolge al
suo Franco e si resta affascinati dal quel cuore ancora scosso da aneliti di amore autentico.
23 AGOSTO
PigrecoDelta – distribuzione teatrale
presenta
Todo Cambia - Viaggio intimo con Mercedes Sosa
scritto da Pino Ammendola e interpretato da Maria Letizia Gorga
Musiche arrangiate ed eseguite da Stefano De Meo al pianoforte e Pino Iodice alla chitarra
Amava farsi chiamare La Negra, perché era sempre dalla parte degli ultimi e con rara coerenza per
un’artista ha usato la sua arte sempre come strumento di lotta a favore del popolo. Il suo destino è
racchiuso nella sua voce ed è questa la chiave che abbiamo usato per raccontare l’indimenticabile
Mercedes Sosa. La parabola umana di una donna nata poverissima eppure dotata della ricchezza più
grande: l’amore per la vita e il desiderio di battersi contro l’ingiustizia. Un percorso umano non certo facile,
ma soprattutto il canto vissuto come strumento di comunicazione e di battaglia politica. Il racconto, come
negli altri testi dell’autore, si lega in una partitura ininterrotta alle canzoni, inseguendo questa duplice e mai
disgiunta realtà di donna e di artista. Si scoprono i segreti di un’anima tormentata che, dietro la sua
inguaribile voglia di lottare per il bene degli altri, nasconde un senso profondo di solitudine e di dolore.
Dolore che diventa dramma per un esilio inflitto da un regime totalitario che ha procurato alla sua patria, la
martoriata Argentina, oltre 30 mila vittime e che l’ha resa testimone internazionale della silenziosa battaglia
della Madri di Plaza de Mayo. Mercedes, come tutti i grandi che se ne vanno, ha lasciato un vuoto
incolmabile. Ma ci ha lasciato anche un messaggio: “Todo cambia” tutto cambia, proprio quando pensiamo
che nulla cambierà, lo spettacolo vuole quindi, attraverso la voce di Maria Letizia Gorga, rinnovare nei
nostri tempi bui, questo grido di speranza e di amore per la vita.
24 AGOSTO
Noantre
Un’idea di Simona Patitucci
Testo e Liriche di Toni Fornari
Regia Toni Fornari
Musiche e canzoni Massimo Sigillò Massara
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Aiuto regia Giancarlo Teodori
Con Simona Patitucci, Valentina Martino Ghiglia, Gloria Miele, Ilaria Nestovito e Noemi
Sferlazza
Le grandi figure femminili storicamente accertate, ma anche i miti, le leggende, gli archetipi femminili,
insomma le Donne che sono state protagoniste della storia della Città Eterna dalla sua fondazione.
Faremo la conoscenza della Lupa, ovvero Acca Larentia, di Agrippina la madre di Nerone, della Papessa
Giovanna, di Donna Olimpia Pamphili, ovvero “la Pimpaccia”, di Margherita Luti, la Fornarina di
Trastevere, di Lucina il finto cantore evirato, Silvestra la “strega”, Enrichetta Caracciolo la Monaca
Garibaldina, di Giuditta Tavani Arquati eroina della Repubblica Romana Lina Cavalieri la regina della
Belle Epoque , Annetta la prostituta della casa della Stonata, Celeste di Porto la famigerata “stella di
piazza Giudia”, Elide la sartina delle sorelle Fontana. A queste donne verrà restituita la voce, e la possibilità
di raccontarsi e magari anche di rettificare alcune, diciamo così, “inesattezze” storiche. I loro racconti
saranno sostenuti da brani musicali originali composti dal Maestro Massimo Sigillò Massara , che
arricchiranno e renderanno ancor più vivide e suggestive le atmosfere create. Un’occasione, non solo per
riscoprire l’universo femminile di Roma, ma anche un sentito ed affettuoso omaggio ad un mai abbastanza
ricordato autore e regista che di Roma è stato grande cantore ed appassionato narratore, ovvero Gigi Magni.
La drammaturgia di Toni Fornari e Simona Patitucci sarà ispirata anche ad alcune delle sue opere teatrali e
cinematografiche, pur rimanendo originale nella sua concezione e scrittura. Uno spettacolo adatto ad un
pubblico eterogeneo, un racconto musicale vivace ed al tempo stesso commovente, come sono state le
molte vite delle Romane.
25 AGOSTO – prima nazionale
Ergo sum
presenta
Uno, nessuno e centomila
con Enrico Lo Verso
Adattamento e regia di Alessandra Pizzi
Fotografia di Flavio e Frank
Grafica di Gabriele Spedicato
L’omaggio a Luigi Pirandello, in occasione del centesimo anniversario della pubblicazione del suo più
celebre dei romanzi: la storia di un uomo che sceglie di mettere in discussione la propria vita, a partire da un
dettaglio, minimo insignificante. Il pretesto è un appunto, un’osservazione banale che viene dall’esterno. I
dubbi di un’esistenza si dipanano intorno ad un particolare fisico. Le cento maschere della quotidianità,
lasciano il posto alla ricerca del SE’ autentico, vero, profondo. Un unico testo narrativo, per una messa in
scena sempre diversa, affidata al racconto di Enrico Lo Verso, che “vive” un nuovo Vitangelo Moscarda,
l’uomo “senza tempo”. Un’interpretazione naturalistica, immediata, “schietta”, volta a sottolineare la
contemporaneità di un messaggio universale, univoco, perenne: la ricerca della propria essenza, dentro la
giungla quotidiana di omologazioni. La vita si apre come in un gioco di scatole cinesi, e nel fondo è
l’essenza. Abbandonare i centomila, per cercare l’uno, a volte può significare fare i conti con il nessuno. Ma
forse è un prezzo che conviene pagare, pur di assaporare la vita.
26 AGOSTO
Cinema 7607
incontro con SmartIt, una società cooperativa per il sostegno del lavoro degli artisti presente in 9
paesi europei
27 AGOSTO
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Centomila, uno, nessuno: la curiosa storia di Luigi Pirandello
Scritto e diretto da Giuseppe Argirò
E’ un viaggio ironico e appassionato nel multiforme universo dello scrittore siciliano, un ritratto inedito
disegnato attraverso le figure più significative della sua vita, le sue opere, il suo pensiero; una riflessione
scanzonata e umoristica sull’uomo del Novecento, a cui solo la scena può dare voce. “Una notte di giugno
caddi come una lucciola sotto un gran pino solitario in una campagna d’olivi saraceni affacciata agli orli d’un
altipiano d’argille azzurre sul mare africano”. Così Pirandello descrive l’inizio del suo “involontario soggiorno
sulla terra”. L’uomo nato dal Caos si consegna al mito e guarda vivere i suoi personaggi che riannodano i fili
segreti e misteriosi della sua biografia. L’autore agrigentino la vita l’ha scritta e l’ha vissuta, identificandosi in
ognuna delle sue creature. Lo spettacolo, affidato alle profonde risonanze di Giuseppe Pambieri, racconta gli
aspetti meno visitati dell’esistenza di Pirandello: dal rapporto con la domestica Maria Stella che nutrì
l’immaginazione religiosa dell’autore e il suo mondo magico popolare, tanto da guadagnarsi una citazione
nella prefazione dei Sei personaggi, alla figura del precettore, custode del suo apprendistato culturale, dai
tumultuosi anni giovanili e dal rapporto conflittuale con il padre al soggiorno tedesco e agli amori specchio di
un immaginario erotico ossessivo e di una personalità complessa e tormentata. La drammaturgia rivela
l’uomo Pirandello con le parole dei suoi personaggi, attraversando narrativa, poesia e teatro: da Il fu Mattia
Pascal al Padre dei Sei personaggi, dall’Enrico IV a Laudisi del Così è (se vi pare) e a Leone Gala de Il
giuoco delle parti, fino a L’uomo dal fiore in bocca. I temi dell’amore, della follia, della morte, del tragico
emergono dall’inconscio dei diversi protagonisti e trovano spazio in una realtà sempre attuale. La scena così
come la vita non conclude e Pirandello ne è la metafora più viva, come testimoniano I giganti della montagna
e l’incontro fra Ilse e Cotrone vicino all’olivo saraceno, dove tutto ebbe inizio, ma non una fine.
29 AGOSTO
Esperimenti – GDO Dance Company
presenta
Monarch: Antigone
coreografia di Mattia de Virgiliis
danzatori: Valeria Decarli, Mattia de Virgiliis,
Alessandro Fava, Eleonora Lippi, Elena Martello, Aran Garcia Perez, Martina Ragni, Daniele
Toti
Molti conflitti sono espressi nello scontro tra Antigone e Creonte: quello tra i sessi, tra generazioni, tra
individuo e società. Tutti conflitti che tornano come costante nell’esperienza umana. "Monarch: Antigone" ne
propone una lettura che sottolinea la violenza nei confronti delle donne. Quella violenza psicologica che
possiamo definire dominio, controllo, subordinazione. Negazione delle emozioni “calde” come la pietas e
l’amore in nome di “fredde” regole imposte col potere e sostenute per convenienza da una maggioranza
(Coro) che a fronte della trasgressione e della ribellione di Antigone la abbandona e ne decreta la follia e la
punizione condannandola. L’umanità non odia il male e neanche chi lo compie: perseguita solo chi lo
nomina. Gli interpreti di questa performance, attraverso una danza intensa, di grande fisicità e privata da
qualsiasi espressione puramente estetica, lanciano un messaggio drammatico, quasi disperato ma
accompagnato da un monito: la farfalla Monarch migra verso lidi molto lontani (intercontinentali), troppo
lontani perché vi possa giungere durante la sua breve vita. Dunque si ferma, depone le uova e muore. Sarà
la nuova generazione di farfalle a continuare il viaggio. E avanti così fino ad arrivare a destinazione…
30 AGOSTO
L’Associazione Culturale Dragqueenmania
presenta
Le ragazze del Freak Show (splendori e miserie della famiglia Bellaclave)
ideato, scritto e diretto da La Karl Du Pigné
supervisione alla regia Emanuela Dessy
con la partecipazione straordinaria di Chiara Pavoni
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Che ci fa un nugolo di drag e faux queen da fare invidia ad un vero e proprio freak show, nel caldo torrido di
una Roma semi-deserta, con valigie, trousses di trucchi e paillettes, vestiti di scena e le loro immancabili
piccole scarpe da Cenerentola, mentre stanno per salire su un palco in mezzo a un giardino nel centro di
Roma? Nessuno lo sa, e le carte di questo gioco saranno scoperte un po’ per volta, perché arrivano alla
chetichella, non parlano, si muovono nello spazio scenico come delle marionette che pian piano prendono
vita. E raccontano una storia, con i loro trucchi, le loro piccole manie personali, i loro playback, la musica che
accompagna ogni loro performance, accompagnate da una voce narrante che le presenta e le dissacra.
Quando si dice che la varietà e la diversità sono ricchezza, non si pensa certo a questo, perché un
fantasma si aggira tra le quinte e sul palcoscenico: è Cleopatra Bellaclave, capostipite di una famiglia di
teatranti. Una grande attrice dei tempi che furono che con tenacia nasconde un segreto inconfessabile e usa
tutti i mezzi a sua disposizione affinchè non venga svelato. In un turbinio di viaggi in treno, spettacoli en
travesti, vecchi teatri e sipari impolverati la verità stenta a palesarsi. Nel delirio della preparazione dei
debutti in Spagna, Inghilterra e Francia le fantastiche queen si mettono in gioco e, con colpi di scena,
sorprese inaspettate, siparietti esilaranti, tra frizzi e lazzi, cattiverie gratuite (che gratuite non sono mai),
presentazioni stile rivista e i playback delle migliori esibizioni in drag, vanno all’affannosa ricerca della verità.
L’happy ending non è garantito.
31 AGOSTO
Esperimenti – GDO Dance Company
presenta
Hopera
regia di Federica Galimberti
con Mattia de Virgiliis, Francesco di Luzio e Federica Galimberti
Poetico e coinvolgente viaggio onirico nelle arie e melodie celebri del Bel Canto italiano ed europeo, che con
raffinatezza ed ironia, con poesia e sorrisi, vengono interpretate e riportate all’oggi per farne apprezzare
grandezza ed immortalità. Un tocco delicato, un rispettoso approccio che riavvicina il pubblico a quella
‘grande bellezza’ grazie al gioco ironico e leggero di un linguaggio giovane, nuovo, contaminato, fruibile ma
anche prezioso e di contenuto drammaturgico che riesce ad esaltare e dare forma alle arie di Verdi,
Leoncavallo, Rossini, Handel, Mozart, autori prolifici di opere eccelse dalle melodie immortali che richiamano
anni infuocati di storia e densi di avvenimenti, per creare un’opera unica, ‘HOPERA’, appunto.
Uno humor sottile accompagna la leggerezza romantica e sentimentale dell’Opera trascinando lo spettatore
in suggestioni impalpabili e paradossali, scaturendo sorriso e divertimento nella fruizione quasi
inconsapevole di un patrimonio musicale di grande spessore, apparentemente desueto, ma in realtà attuale
e fresco, se saputo leggere ed apprezzare. HOPERA, costruito con una levità coreografica non facile da
ottenere, è un fuoco di artificio, che a volte conturba a volte avviluppa lo spettatore nel repentino susseguirsi
di scene, atmosfere e situazioni. Il risultato è quel sorriso e quella allegria contagiosa che accomuna grandi
e piccoli, che avvicina mondi diversi e lontani nell’approccio ad un patrimonio musicale di grande spessore
ma ‘difficile’ ai più. Ancora una volta sono tradizione ed innovazione il binomio vincente caratteristica della
Compagnia, capace di elevata qualità senza rinunciare, grazie a questa, ad una preziosa fruibilità del lavoro.
Una netta prevalenza maschile nel Cast di HOPERA, anche questa nota caratteristica della Compagnia, che
vede solo tre danzatrici e ben sei danzatori. Performers davvero molto diversi tra loro per linee, gestualità e
fisicità ma del tutto omogenei nella produzione del lavoro corale che armonizza e ne completa il virtuosismo
e li rende un tutt’uno molto interessante.
1 SETTEMBRE - prima nazionale
Alt Academy
presenta
Sandro Penna
con Pino Strabioli
Alberto Melone e Guglielmo Lello
Fisarmonica
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110 anni fa nasceva uno dei massimi poeti del novecento: Sandro Penna. Pino Strabioli, in compagnia di
due attori giovani e una giovanissima fisarmonicista, ci racconta “Sandro Penna”, “il solo poeta italiano che
abbia parlato a gola spiegata dicendo chiaramente chi era e che cosa voleva”, come disse di lui Cesare
Garboli. Ispirandosi alla piccola pubblicazione “Autobiografia al magnetofono”, dove Penna - allegro e
disperato - parla di sesso e desiderio, d’infanzia e scrittura, di Roma e di poeti, Strabioli ripercorrerà con
ironia sottile, leggerezza e disincanto, sfrontatezza e garbo la sua vita, in una serata che sarà anche un
omaggio al grande Paolo Poli.
2 SETTEMBRE
Cinema 7607
Beatrice Kruger presenta E-Talenta
a seguire, FESTA DI ARTISTI 7607 CON live music e ospiti a sorpresa.
3 SETTEMBRE
Concerto rock
“Jesus was homeless”
Tiziano Rizzuti: vocals, guitars, keyboards
Fulvio Glerean : guitar
Motoreddu: bass
Alessandro Vona: drums
4 SETTEMBRE
Teatrodinverno
presenta
Polvere di stelle
Atto unico scritto, diretto ed interpretato da Lucia Dore e Giuseppe Ligios
Arrangiamento musicale Gianfranco Salvio
Liberamente ispirato all’omonimo film, scritto e diretto nel 1973 da Alberto Sordi che ne è anche
interprete insieme a Monica Vitti, “Polvere di Stelle” propone un omaggio al varietà e
all’avanspettacolo, fratello povero del teatro di rivista. Protagonista è la vita scombinata e precaria di
due artisti, la soubrette Dea Dani e il capocomico Mimmo Adami, che per sbarcare il lunario girano di
città in città esibendosi in piazze senza fama ne gloria. Alla continua ricerca dell’alchimia giusta che
gli permetta di raggiungere la tanto agognata notorietà, i due si ritrovano ad attingere a piene mani
da pezzi che hanno reso celebre questa forma di intrattenimento tanto in voga nell’Italia a cavallo tra
gli anni 30 e 50.
Ne scaturisce un allestimento sempre in bilico tra dialoghi, canzoni e sketch che rendono omaggio a
personaggi del calibro di Walter Chiari, Bice Valori, Alberto Sordi, Monica Vitti, Ettore Petrolini, Fred
Buscaglione, Nino Taranto, Gabriella Ferri, Claudio Villa, Benni, Trilussa, Totò… passando per la
carnale sceneggiata napoletana, la malinconia delle canzoni di Edith Piaf fino all’Opera da Tre Soldi
di Bertolt Brecht. Gli attori Lucia Dore e Giuseppe Ligios, autori della stesura teatrale, si cimentano
in un terreno artistico estremante insidioso che li vede vestire i panni di cantanti e “danseur”
alquanto petroliniani.
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5 SETTEMBRE
Bluteatro
presenta
Donne d’acqua dolce
scritto, diretto e interpretato da Viviana Altieri
ed Elisabetta Mandalari
Le due attrici attraverso il loro immaginario si pongono l’obiettivo di interrogarsi sul complesso universo
femminile. Infatti mettere in scena la rappresentazione del mondo da parte delle donne è una delle cose più
urgenti che le interpreti sentono di dover fare. Attraverso monologhi, sketch e personaggi ispirati ai Monty
Python e alla drammaturgia contemporanea americana, sul palco con ironia e sorriso mostreranno più modi
di essere donna. I loro complici saranno trucchi, parrucche, tacchi, e paillettes. Due amiche partono per le
vacanze; le quattro scene di cui sono protagoniste ( il viaggio in aereo, il relax in spiaggia, la serata in
discoteca, l’ultimo saluto alla spiaggia) sono intervallate dall’ingresso di altri personaggi femminili,
personaggi metateatrali che appartengono al mondo delle due amiche in vacanza ( e da questo emergono )
ma allo stesso tempo rompono la quarta parete e sono in dialogo aperto con lo spettatore che in alcuni casi
viene coinvolto direttamente. I cinque monolghi/interruzioni sono liberamente tratti da “Accessories” di
Gloria Calderòn Kellett e interpretati dalle due attrici con una forte caratterizzazione quasi cabarettistica (la
donna delle pulizie /centralinista erotica barese, la sposa in viaggio di nozze spoletina, la cacciatrice di
uomini napoletana, Eva fiorentina e infine l’insegnate di corteggiamento brasiliana). Videoproiezioni
raccordate alle scene teatrali traghettano lo spettatore da una situazione all’altra. A completare il
pittoresco e affascinate quadro di femminilità eterodossa sopraggiunge anche un momento musicale light
trasch: una parodia di un famoso pezzo di lady Gaga che due nuove stelle emergenti della canzone pop
interpretano come se fossero in un mega concerto. Ma a chiudere lo spettacolo intervengono ancora una
volta le due amiche, questa volta anziane, che grazie ad un adattamento ad hoc “indossano” le parole di
uno dei più famosi e amati sketch dei Monty Python (Four Yorkshire man).
6 SETTEMBRE – prima nazionale
Compagnia Orsini
presenta
Nel corpo del giardino
drammaturgia e regia di Valeria Patera
con Maria Paiato
Lei, la protagonista, amava la vita che assaggiava con gusto e intensità, la letteratura, le parole, le piante, i
fiori poi un giorno il suo corpo prese una direzione inattesa, un indirizzo sconosciuto e tragico. Anche lei
dovette cambiare direzione, cambiare indirizzo ai gesti e ai giorni. Un intenso e toccante percorso interiore a
conoscere e con-prendere, prendere con sé una malattia che sta invadendo il corpo sottraendolo al
movimento, alla sensibilità, un dialogo con l’inesorabilità della Natura nella sua ambivalenza di inesorabile
morte e inesorabile bellezza che rinasce sempre. Qui la protagonista accompagna la propria malattia
attraverso l’adorato giardino, le molte piante amate e curate, la grazia del loro rifiorire, del loro darsi nella
bellezza ad ogni primavera sono il contrappunto meraviglioso alla danza delle cure mediche, alle speranze,
alle delusioni, alla paura e al coraggio che risorge sempre come nuova corolla da vecchio fiore che fu.
Il racconto s’impregna di emozioni intense, di poesia profonda come le radici della vita e si fa cerimonia del
vivere supremo a dispetto di tutto.
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7 SETTEMBRE
Mentecomica
presenta
Ti vuoi mettere con me?
con Micaela Andreozzi,
Paola Tiziana Cruciani e Giorgio Scarselli
regia di Paola Tiziana Cruciani
musiche dal vivo di Alessandro Greggia
“Dreams are my reality"... Era il tempo delle mele, il sabato pomeriggio, una palla di specchietti girava sul
soffitto del salotto: poche coppie dondolavano al centro della stanza. Lei gli teneva le mani sulle spalle, lui le
teneva a pinza sui fianchi e tutte le mani erano sudate. Poi arrivava qualcuno con una scopa e la coppia
scoppiava fino al lento successivo. Sul sesso circolavano poche notizie e annosi quesiti restavano insoluti:
"Si può rimanere incinta con un bacio?" Le confuse spiegazioni dei genitori riuscivano solo ad alimentare i
dubbi… Non restava che scrivere alla Posta del Cuore. L'adolescenza e la cameretta, il diario, il telefono, la
gita scolastica e il primo amore: indimenticabili, drammatici e involontariamente esilaranti momenti che
hanno segnato la vita di ciascuno di noi. Ma siamo davvero cambiati? E se potessimo per un attimo tornare
indietro a quell'incantevole istante in non eravamo né carne né pesce, ma in cui tutto stava per accadere?
dal 31 LUGLIO al 18 AGOSTO (n. 10 gg)
Teatro Mobile Ass. Cult.
presenta
SHAKESPEARE NEL PARCO
appunti per Sogno di una notte di mezza estate
laboratorio e spettacolo a cura di Marcello Cava
Un progetto di laboratorio intensivo, gratuito e rivolto ad un gruppo selezionato di student e studentesse, e di
docenti di scuole superiori e delle tre università romane. Il laboratorio si svolgerà in dieci giorni ed in orari
pomeridiani, presso I Solisti del Teatro e sarà a cura di Marcello Cava. L’obbiettivo è un approccio pratico
e multidisciplinare ad alcune partiture shakespeareane finalizzato ad un primo esito dal vivo per un gruppo
ristretto di spettatori che si svolgeranno in concomitanza con la presentazione del recital NOTHING LIKE
THE SUN. I laboratori sono rivolti a giovani con diversi gradi di esperienza e formazione interessati ad un
apprendimento teorico e pratico che porterà ad un coinvolgimento diretto come attori e collaboratori. Gli esiti
pubblici in forma itinerante e con l’utilizzo di apposite audiocuffie saranno presentati ad un numero
selezionato di spettatori che vi parteciperanno a titolo gratuito o con una sottoscrizione volontaria per il
recupero delle spese. Gli eventi pubblici avverranno in giorni ed orari e con modalità tali da non ostacolare la
programmazione prevista. Si tratta, secondo una formula consolidata, di una serie di stages intensivi tutti
con un primo esito conclusivo e con previsione di ulteriori sviluppi, dove l'apprendimento teorico e pratico
sarà diretto subito alla realizzazione finale ovvero alla piccola rappresentazione dal vivo. Per la recitazione e
il lavoro d'attore così come per la parte tecnica e videofotografica, I partecipanti saranno seguiti da
professionisti di primo livello che parteciperanno anche attivamente all'esito finale previsto. Il testo-titolo o,
meglio, il contenitore-pretesto sarà il “Sogno di una notte di mezza estate”, la commedia ‘degli inganni’
composta, fra il 1596 e il 1598, da William Shakespeare.
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