festival del teatro contemporaneo veneto
PPTV
Produttori Professionali
Teatrali Veneti
Comune di Padova
Assessorato alla Cultura
SGUARDI
SGUARDI
festival del teatro
contemporaneo veneto
padova
16 17 18 settembre 2010
numero zero
numero zero
Iniziativa regionale realizzata in attuazione
della L.R. 14.1.2003 n.3 art. 22
festival del teatro contemporaneo veneto
PTTV
Produttori Professionali
Teatrali Veneti
Tam Teatromusica Padova
Tib Teatro Belluno
Teatro del Lemming Rovigo
Pantakin Venezia
Teatro Scientifico Verona
Viva Opera CIrcus Vallese di Oppeano (Verona)
Ensemble Vicenza Sovizzo (Vicenza)
SGUARDI
festival del teatro contemporaneo veneto
numero zero
direzione organizzativa
Labros Mangheras
comitato artistico
Andrea Porcheddu (coordinatore)
Massimo Munaro
Daniela Nicosia
Pierantonio Rizzato
Cinzia Zanellato
segreteria artistica
Susanna Piccin
direzione tecnica
Davide Babolin
edizioni
Daniela Sacco
immagine coordinata
Sergio Brugiolo
ufficio stampa
Elena Casadoro
2
sguardi numero zero
Nasce Sguardi Festival del Teatro Contemporaneo Veneto, con l’intento di tessere relazioni,
incrociare visioni, promuovere il confronto tra le realtà produttive del nostro territorio e
tra queste e gli operatori culturali, i critici, i teatri, gli artisti delle altre regioni italiane.
Lo sguardo che rivolgiamo al teatro veneto è trasversale nella pluralità delle sue forme e
dei suoi contenuti; e questo costituisce la ricchezza e la particolarità della proposta artistica
del nostro Festival, nella convinzione che, attraverso le sue diverse sfaccettature, il teatro
veneto meriti di essere riconsiderato e valorizzato nel sistema teatrale italiano ed europeo.
Sguardi è dunque a un tempo un Festival e una vetrina, che coltiva l’obiettivo di diventare,
nel tempo, una risorsa per la produzione teatrale veneta, mettendola in relazione con
quella nazionale e internazionale.
L’attuale crisi economica, che investe tutti i settori produttivi, riducendo i finanziamenti
pubblici, in particolare nella cultura, richiede soluzioni innovative come in questo caso in
cui i soci della PPTV hanno investito le proprie risorse in un progetto comune, rinunciando
alla loro quota del finanziamento regionale per l’Associazione, per dar vita, dopo anni di
silenzio, a questo primo Festival che testimonia non solo delle produzioni artistiche degli
associati, ma delle tante voci del Teatro Contemporaneo Veneto.
Festival–vetrina, iniziativa che si rende ancora più necessaria oggi, perché atta a favorire
le possibilità di mercato per le strutture e gli artisti veneti che, ne siamo consapevoli, ge­
neralmente faticano ad ottenere una reale visibilità nel panorama teatrale.
Per tutte queste ragioni il mio sincero ringraziamento va a tutti i soci della PPTV per l’im­
pegno profuso e la lungimiranza dello sguardo, e soprattutto alla Regione del Veneto, per
aver creduto fin dall’inizio in questo progetto, favorendone la realizzazione non solo con
un sostegno economico, ma anche attraverso la condivisione delle sue finalità.
Un grazie anche al Comune di Padova che ospita nei suoi teatri gli spettacoli di Sguardi e
allo Stabile del Veneto, per la collaborazione riservataci, con l’augurio, che per il prossimo
Festival, essa possa tradursi in una progettualità comune a favore del teatro veneto.
Un grazie a tutto il comitato artistico, presieduto da Andrea Porcheddu, che per diversi
mesi ci ha accompagnato misurandosi nel non facile compito di operare delle scelte.
La multiformità del teatro veneto non è sempre facile da intercettare, noi abbiamo desiderato
farlo, individuando nelle scelte artistiche di merito un segno distintivo del nostro Festival.
Un grazie infine a tutte le compagnie e gli artisti presenti, con l’augurio che per tutti, gio­
vani e meno giovani, il Festival possa donare loro nuovi sguardi e nuove energie.
Labros Mangheras
Presidente
PPTV Produttori Professionali Teatrali Veneti
labros mangheras
3
La tradizione del teatro veneto sia professionale che amatoriale è fortemente radicata
nella cultura del nostro territorio e risale a lontane origini che si ripetono oggi in una
scena contemporanea estremamente vivace e propositiva.
Ed è proprio di questa vivacità che Sguardi vuole essere il testimone, una vetrina di talenti
per le qualità artistiche e per il livello culturale della proposta.
Il sostegno e la presenza della Regione a questa iniziativa vogliono pertanto essere la con­
ferma della responsabilità di una Amministrazione che è consapevole delle trasformazioni
e dei processi di crescita che il sistema dello spettacolo del Veneto ha avviato e che è in
prima fila nel promuovere, sostenere e valorizzare il teatro contemporaneo Veneto.
On. Marino Zorzato
Vice Presidente – Assessore alla Cultura
Regione del Veneto
La partecipazione regionale a Sguardi, Festival del Teatro Contemporaneo Veneto nell’am­
bito della legge che sostiene progetti di valorizzazione della cultura e dell’identità veneta,
ha sicuramente un significato particolare.
La scelta è stata determinata dalla consapevolezza che la cultura e la tradizione veneta si ra­
dica fortemente nel tessuto regionale in quanto espressione che nasce nel e dal territorio.
In tal senso il teatro veneto rappresenta linfa vitale sia per il suo valore culturale sia per­
ché è testimone di una realtà espressiva che spesso è strettamente connessa alle altre
identità anche sotto il profilo linguistico.
La cultura della nostra Regione è una cultura di tradizioni, è la storia di un popolo spesso
rappresentato anche nelle sue più intime peculiarità e di questa rappresentazione il teatro
ne è una delle massime espressioni.
È un progetto di ampio respiro questo Festival del Teatro Contemporaneo Veneto, Sguardi,
fortemente voluto dalla Regione del Veneto, promosso e organizzato dall’Associazione
dei Produttori Professionali Teatrali Veneti (PPTV), nella consapevolezza che proprio in
un momento storico di crisi profonda della cultura, come quello che stiamo attraversando,
sia quanto mai necessario il rilancio del valore dell’innovazione e lo stimolo alla crescita
delle nuove realtà emergenti.
È quindi con grande interesse che la nostra amministrazione ha accolto la proposta di rea­
lizzare a Padova il numero zero del Festival, una ricca kermesse di eventi e una vetrina in
grado di valorizzare efficacemente il teatro di eccellenza prodotto nel nostro territorio.
Un Festival che nel futuro si propone come rassegna annuale che si sposterà con modalità
itinerante in altre città venete, con l’intento di diventare punto di riferimento nazionale
e luogo di confronto per artisti, produttori e operatori del settore, nonché per il pubblico
e la critica.
La sfida dunque parte da Padova, dove lo scorso giugno ha avuto luogo, sempre a cura di
PPTV, il convegno sulle Residenze Teatrali nel Veneto, altro tema di grande attualità nel
panorama nazionale.
La nostra città si mette “in scena” nelle giornate del 16, 17 e 18 settembre, ospitando il Fe­
stival nelle diverse sedi teatrali, pubbliche e private, come il Teatro Verdi, il Teatro delle
Maddalene, il Cinema Teatro MPX, il Cinema Lux, il Teatro Studio, in un lungo e appassionato
happening del miglior teatro professionale del nostro territorio, dalle compagnie storiche
a quelle emergenti, per uno sguardo complessivo sul Veneto che produce esiti artistici di
assoluto rilievo e qualità.
Andrea Colasio
Assessore ai musei, alle politiche culturali
allo spettacolo e al castello Carraresi
Comune di Padova
Daniele Stival
Assessore regionale
all’Identità Veneta
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marino zorzato - daniele stival
andrea colasio
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Sguardi #0. Numero zero, anno zero
Inizia così, forse un po’ in sordina ma con molta determinazione, una nuova avventura.
L’obiettivo è chiaro: fare il punto – tutto teatrale, si intende – in una realtà in costante
movimento, in flagrante crescita. Confrontarci, insomma, con la dialettica continua tra
una visione standardizzata (e ormai banalizzata) del nordest imprenditoriale e razzi­
stello e una vivacissima vita teatrale.
Sembra proprio, infatti, che il teatro sia una risposta concreta, un anticorpo attivo alle
derive più superficiali e diffuse che considerano il Veneto terra di capannoni industriali
e di ottusi capitalisti. Certo: esiste quel Veneto. Ma il teatro – nelle sue forme consoli­
date o emergenti – è una franca e immediata contromisura, un controcanto attivo, ca­
pace di parlare e mostrare vie d’uscita.
Allora ecco il Festival-vetrina Sguardi.
Sguardi si affianca al lavoro egregio svolto da tempo da realtà consolidate, da teatri e
festival che operano costantemente per la crescita e la diffusione di una cultura, non
solo teatrale, che pensa a un presente vivibile e a un futuro possibile. Nasce dalla pro­
posta di un consorzio di produttori teatrali: e volentieri ho accettato l’invito di coordi­
nare il comitato artistico che aveva il compito di “selezionare” tra le tante domande
pervenute. Compito non facile: avremmo voluto avere molti più spazi a disposizione nel
palinsesto del numero Zero di questa manifestazione. Ma siamo certi che il numero Uno,
che si ipotizza ad aprile nella città-simbolo di Venezia, avrà altrettante (e forse più)
domande e potrà presentare nuove e diverse proposte.
Per questa edizione di Sguardi #0 abbiamo cercato – d’accordo con Cinzia Zanellato,
Daniela Nicosia, Pierantonio Rizzato, Massimo Munaro, e con la preziosa assistenza di
Susanna Piccin – di fornire una prospettiva ampia, sfaccettata per codici e stili. Quel
che ne emerge è un panorama variegato, vivacissimo, con punte eccellenti. Le poetiche
– come è giusto che sia – sono le più diverse: da un teatro di impianto e canone tradi­
zionale, a tensioni più estreme e performative, passando per suggestioni di teatrodanza o di nuove drammaturgie.
Il Veneto dei Teatri è intrigante proprio perché complexio oppositorum: c’è di tutto, e
con gusto si spazia dal concettuale astratto di Silvia Costa, al teatro rap dei Babilonia;
dal teatro circo di Pantakin alla commedia dell’arte rivisitata in salsa balcanica da Pic­
cionaia; dal lavoro d’attore di VeneziaInscena o TibTeatro al teatro poesia di Vasco
Mirandola...
Sono solo alcuni nomi, alcuni esempi di un territorio che potrebbe avere, oggi, il ruolo
che ha avuto la Romagna cosiddetta Felix negli anni Novanta: una terra in cui far con­
vivere tradizione e ricerca, aprendo a sperimentazioni anche estreme, ma con la pos­
sibilità di disegnare nuove mappe, nuove geografie, e forse – attraverso il teatro – nuove
società.
6
Per quel che riguarda la selezione, Sguardi #0 è dunque una vetrina, un’ipotesi, una
proposta possibile. Abbiamo preferito lasciar crescere e maturare alcune giovani realtà
sicuramente interessanti e promettenti, dando loro appuntamento all’edizione 2011. Poi
abbiamo cercato di dar spazio alle strutture e agli artisti che da tempo operano nel ter­
ritorio, ma che non godono ancora di visibilità nazionale e internazionale.
Nella vastità della proposta (degna di un festival nazionale di medie dimensioni), si in­
contrano davvero mondi, linguaggi, tipi lontanissimi: non tutto è condivisibile, non tutto
è capolavoro. La commissione ha discusso a lungo, sono entrati in gioco elementi di va­
lutazione diversi, criteri non solo artistici. Ma il risultato finale, nel suo complesso, mi
sembra davvero soddisfacente.
Attendiamo, dunque, operatori, studiosi, critici e spettatori e li invitiamo a un confronto
e a una riflessione. Sguardi è una fullimmersion nel teatro del Veneto, in questi anni Dieci
del nuovo secolo: per provare a capire assieme cosa sta succedendo in questa regione.
Andrea Porcheddu
coordinatore artistico
andrea porcheddu
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giovedì
16 settembre 2010
ore 10.00 Teatro Studio
SGUARDI
festival del teatro
contemporaneo veneto
padova
16 17 18 settembre 2010
numero zero
Sogno creativo
Juri Roverato [pp.12-13]
ore 11.00 Teatro Studio
Il ragazzo
dell’ultimo banco
venerdì
17 settembre 2010
Ciranò e il suo invadente naso
L’isola del tesoro
Viva Opera CIrcus [pp.36-37]
La storia di Iqbal
ore 11.30 Teatro Studio
Teatro dei Vaganti [pp.24-25]
Insorta distesa
ore 11.30 Cinema Teatro MPX
Plumes dans la tête [pp.38-39]
Rivelazione
ore 15.00 Cinema Teatro MPX
Anagoor [pp.26-27]
Pop star
ore 15.00 Teatro Studio
Babilonia Teatri [pp.40-41]
La Piccionaia - I Carrara [pp.16-17]
Andata/Ritorno/Andata
Teatro Scientifico [pp.28-29]
ore 16.30 Cinema Lux
ore 17.00 Cinema Lux
Giulietta
ore 16.30 Cinema Lux
Colectivo tbt - Carichi Sospesi [pp.42-43]
Fondazione AIDA [pp.18-19]
Veneti Fair
Marta Dalla Via [pp.30-31]
ore 18.00 Teatro delle Maddalene
ore 19.00 Teatro delle Maddalene
Annibale
non l’ha mai fatto
Tam Teatromusica [pp.20-21]
North b-East
E se fosse lieve
ore 19.00 Teatro delle Maddalene
Vasco Mirandola [pp.44-45]
Amleto
ore 21.00 Teatro delle Maddalene
Teatro del Lemming [pp.32-33]
ore 21.00 Teatro Verdi
ore 21.00 Teatro Verdi
Cirk
Galileo
La Bancarotta o sia
Mercante fallito
Tib Teatro [pp.34-35]
Vitaliano Trevisan [pp.46-47]
PROVE DI DRAMMATURGIA - PROGETTO SPECIALE
ore 22.30 Teatro Verdi
ore 22.30 Teatro Verdi
ore 22.30 Teatro delle Maddalene
Ikea Orario
L’infinito
Il vecchio Stefano Pantakin [pp.22-23]
Maria Conte PROVE DI DRAMMATURGIA
8
ore 10.00 Cinema Lux
ore 10.00 Cinema Lux
VeneziaInscena - Questa Nave [pp.14-15]
ore 15.00 Cinema Teatro MPX
sabato
18 settembre 2010
Paolo Puppa
Tiziano Scarpa
[p.48]
PROVE DI DRAMMATURGIA
[p.49]
PROVE DI DRAMMATURGIA
[p.49]
calendario
9
informazioni
come arrivare
[email protected] 049 654669 e 049 656692 dal lunedì al venerdì 9.00 - 13.00
TEATRO DELLE MADDALENE
via San Giovanni di Verdara 40
autobus 9, 11
fermata via Beato Pellegrino
TEATRO VERDI
ufficio stampa
via dei Livello 32
autobus 5, 6 (per via Sorio), 10, minibus Diretto Piazze
Elena Casadoro
334 8602488 [email protected]
TEATRO STUDIO (TPR)
biglietteria
CINEMA TEATRO MPX
i biglietti sono in vendita nelle biglietterie degli spazi
del Festival, a partire da mezz’ora prima dell’inizio
degli spettacoli
via Sorio 116
autobus 6, 12, M, Diretto Duomo
via Bonporti, 22
autobus Diretto Duomo, Diretto piazze
oppure 5, 6, 10 CINEMA LUX
biglietti singolo spettacolo
unico 5.00 euro
ridotto 2.00 euro
per chi esibisce un biglietto già acquistato
nella stessa giornata
via Felice Cavallotti 9 tram per capolinea Sud Guizza, fermata Santa Croce
autobus 22, 24
la linea 41 sostituisce nei giorni festivi le linee 6 e 16
la linea 42 sostituisce nei giorni festivi le linee 5 e 9
[si ringrazia il circolo The Last Tycoon www.tycoon.pd.it]
10
informazioni, biglietteria
come arrivare
11
di e con Juri Roverato
regia e coreografia Juri Roverato
durata 25 minuti, 24 minuti e 19 secondi
Teatro Studio
giovedì 16 settembre 2010 ore 10.00
12
Juri Roverato è danzatore e insegnante di
Danceability, è laureato in filosofia, è affetto
da tetraparesi spastica grave. Ha praticato
arti marziali, Danceability, Contact Improv­
visation e tecniche affini. Docente di Dan­
ceability dal 2001, inizia ad insegnare a bam­
bini ed adulti in Italia e all’estero, da solo o
in collaborazione con altri. Danza …sull’Am­
mmore…, con Il Cortile, Uscita di sicurezza e
Un giorno perfetto, con l’Ottavo Giorno. Dal
2005 al 2009 collabora con Laura Scudella
con cui tiene corsi e danza L’incontro. Nel
2006 ha partecipato alla Cerimonia di Aper­
tura delle Paraolimpiadi invernali. Nel 2007
partecipa a Ninfee al Filarmonico di Verona
con Luciana Savignano e coreografia di Su­
sanna Beltrami. Dal 2008 al 2009 lavora con
la Socìetas Raffaello Sanzio in Divina Com­
media - Purgatorio, con debutto al Festival
d’Avignone e successiva tournée mondiale.
Dal 2007 partecipa a convegni e tiene lezioni
presso l’Università di Padova.
juri roverato
foto Roberto Casotto
Sogno creativo
La Creazione è uno dei grandi ed eterni mi­
steri, presente in ogni cultura umana, in ogni
tempo, in ogni luogo. “Da dove veniamo? Chi
siamo? Dove andiamo?”: sono domande che
l’uomo si è sempre fatto, probabilmente da
quando ha avuto una qualche consapevolezza
di esistere, e che si farà sempre. Spesso ha
risposto alle proprie domande con miti, con
la religione, con la scienza, ma ciò che lo ha
contraddistinto è sempre stato il fatto che
non ha mai smesso di cercare, d’interrogarsi,
né tanto meno di darsi delle spiegazioni che
di volta in volta lo rassicuravano.
Ogni risposta, probabilmente, ha una parte
di verità; se si uniscono più risposte, si può
avere la speranza di aprirsi a nuovi orizzonti
e trovare nuove strade. Prendere spunto da
tradizioni completamente diverse tra loro
permette di dare a tutti molteplici chiavi di
lettura, senza escludere nessuno.
Non si ha la pretesa di mettere in scena la
Creazione di per sé, ma è una sorta di Crea­
zione della vita stessa dell’autore del pezzo,
prendendo spunto dallo studio di vari miti di
molti popoli diversi, provenienti da luoghi e
tempi completamente diversi fra loro, ma
che hanno in comune la ricerca per un fan­
tastico mistero quale è e sempre sarà la
Creazione.
Juri Roverato
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di Juan Mayorga
con Adriano Iurissevich, Francesca D’Este,
Francesca Bindelli, Giulio Canestrelli,
Alessio Bobbo, Mario Pola
luci Alessandro Scarpa
scenografia e costumi Gaia Dolcetta
foto di scena Tommaso Saccarola
assistente regia Alessio Nardin
regia Adriano Iurissevich
produzione VeneziaInscena - Questa Nave
con il contributo di Comune di Venezia Attività
e Produzioni Culturali, Spettacolo, Sistema
Bibliotecario, Ministero Spagnolo di Cultura,
Regione Veneto.
durata 1 ora e 50 minuti
Teatro Studio
giovedì 16 settembre 2010 ore 11.00
14
Dal 1999 come centro di formazione e dal
2005 come compagnia, VeneziaInscena de­
dica particolare attenzione alla ricerca e pro­
duzione della Commedia dell’Arte con corsi
e spettacoli in Italia e in vari festival europei.
Nel 2007 co-fonda l’Accademia Teatrale Ve­
neta, nel 2008 si apre alla drammaturgia
contemporanea con produzioni rassegne e
convegni a carattere internazionale con il
sostegno di istituzioni locali ed europee e la
partecipazione di studiosi e artisti di livello
internazionale. La direzione artistica è affi­
data a Adriano Iurissevich.
www.veneziainscena.com
La Compagnia Questa Nave viene fondata da
Francesca D’Este e Antonino Varvarà nel 1990
a Marghera. Dapprima solo nel Teatrino di
Via Pasini, e poi anche al Teatro Aurora di
Marghera, la Compagnia inizia un lavoro di
diffusione della cultura delle arti sceniche
contemporanee che la vede impegnata su
più fronti: le produzioni (tra le ultime, ricor­
diamo Curva Sud, Flatlandia, Mare Mio e Lucia
nel bosco con quelle cose lì), la formazione
(è tra i soci fondatori dell’Accademia Teatrale
Veneta di Venezia), l’organizzazione di eventi
culturali (Stagione di Teatro Contemporaneo
del Teatro Aurora).
www.questanave.com
veneziainscena – questa nave
foto Tommaso Saccarola
Il ragazzo
dell’ultimo banco
Juan Mayorga, l’autore contemporaneo spa­
gnolo più rappresentato in patria e all’estero,
vive in Italia un momento di grande interesse
(premio UBU 2007). Ne Il ragazzo dell’ultimo
banco amalgama magistralmente elementi di
dura e penetrante critica sociale a istanze di
ricerca formale (elisione temporale, compe­
netrazione di piano narrativo e azione, compresenza di spazialità diverse, lingua parlata
realista e forma astratta) senza mai perdere
la leggerezza dell’ironia e il gusto della bat­
tuta caustica. Una tensione costante anima
la scena, i personaggi si snodano in comples­
sità shakespeariane e il pubblico è costante­
mente richiamato a colmare i vuoti, spinto a
raccordare in sequenze narrative i fili di­
sgiunti dell’azione. Due sono gli assi lungo
cui questo gioco si sviluppa: da una parte la
cooperazione autore-lettore che si stabilisce
tra Claudio, liceale particolarmente portato
per la scrittura, e Giordano, suo professore;
dall’altra il nesso autore-personaggio che se­
gna il rapporto tra Claudio e il compagno di
classe Massimiliano, la cui vita privata –
agiata e all’insegna della ricchezza, al con­
trario di quella di Claudio – diviene spunto e
incentivo dell’immaginario del primo. Nei temi
che via via gli vengono assegnati in classe
Claudio descrive infatti le visite a casa di
Massimiliano, con uno stile volutamente in
bilico tra il cronachistico e il fantastico.
Adriano Iurissevich
15
Ciranò e il suo
invadente naso
liberamente tratto da Cyrano de Bergerac
di Edmond Rostand
con Marco Artusi, Evarossella Biolo,
Matteo Cremon, Gianluigi (Igi) Meggiorin,
Beatrice Niero
drammaturgia e regia Ketti Grunchi
consulenza artistica Carlo Presotto
e Maril Van Den Broeck
durata 1 ora e 20 minuti
Cinema Teatro MPX
giovedì 16 settembre 2010 ore 15.00
16
Ciranò ha il naso di un clown e l’animo di un
poeta. Imprudente in amore come in guerra,
ama la poesia e le parole, e con quelle com­
batte, fino alla morte. È un funambolo del
verso, si batte per testimoniare la vera, pro­
fonda libertà della poesia. Ciranò non ha pau­
ra ad affrontare i ricchi, i potenti, gli egoisti,
i mentitori… e la stupidità. È puro come lo
sono i bambini, o i grandi con il cuore rimasto
bambino. Per questo raccontiamo la storia
di Cyrano con le parole del bambino più vec­
chio del mondo: il clown, il trickster, il luna­
tico che da centinaia di anni ha il cuore gonfio
di poesia e di stupore, ardore e amori im­
possibili. Come Cyrano è un cavaliere corag­
gioso, cade, si rialza, tenta imprese impossi­
bili, si arroventa di collera o si innamora
perdutamente nel giro di pochi secondi. E da
tempo immemore nasconde dietro il suo
grande naso piccole e grandi bugie.
Dopo la felice esperienza di Sogno di una
notte di mezza estate, un gruppo di 5 attori
di poliedrica esperienza, guidati da Ketti
Grunchi e Carlo Presotto presentano una sto­
ria delicata, dai tratti comici e allo stesso
tempo profondi. Uno spettacolo ricco di ener­
gia, poesia. Un teatro ingenuo che intende
rivolgersi a un pubblico molto vasto, etero­
geneo e composito. Amore, poesia, diversità,
passione per la libertà.
La piccionaia - I Carrara in più di 30 anni di
attività ha vissuto varie trasformazioni, ri­
manendo fedele alla pratica di un teatro che
muta insieme ai suoi spettatori.
La forma attuale è quella di una rete di artisti,
tecnici e organizzatori che agisce con diverse
compagnie di produzione teatrale e sviluppa
i propri progetti di gestione su diversi teatri
del Veneto. Una sempre maggiore importanza
ha rivestito negli anni la scelta di una dedica
particolare, quella rivolta alle giovani gene­
razioni, nella convinzione che il teatro trova
alimento nel continuo esercizio di disegnare
il futuro nel presente. La coscienza e il ri­
spetto delle radici saldamente affondate nel
teatro popolare si manifestano oggi nella cura
per un lavoro d’arte e di artigianato insieme.
Artisti fondatori come Titino e Armando Car­
rara oggi sviluppano i loro percorsi da solisti,
in collaborazione con prestigiose figure del
teatro e della cultura italiana. Carlo Presotto
e Ketti Grunchi hanno raccolto il testimone e
si sono posti già l’obiettivo di passarlo ai gio­
vani attori, che stanno crescendo in una delle
case ospitali del teatro italiano.
www.piccionaia.it
la piccionaia - i carrara
17
Giulietta
da Federico Fellini
adattamento Monica Ceccardi
e Lorenzo Bassotto
con Monica Ceccardi
regia Lorenzo Bassotto
scene Gino Copelli, realizzate
da Guglielmo Avesani e Roberto Macchi
costumi Sonia Mirandola
elaborazioni ed effetti audio Stefano Papetti
registrazioni di Giancarlo dalla Chiara
tecnico audio luci Claudio Modugno
foto e grafica Barbara Rigon
produzione Fondazione Aida – Teatro Stabile
di Innovazione di Verona
con il contributo di Regione del Veneto
durata 1 ora e 15 minuti
Cinema Lux
giovedì 16 settembre 2010 ore 17.00
18
Giulietta di Federico Fellini è l’idea-soggetto
scritta in forma di monologo di quello che nel
1965 diventerà il film Giulietta degli spiriti.
Giulietta è una bambina in un corpo di donna,
sposata con l’unico uomo che abbia mai amato.
Il suo mondo inizia a crollare a seguito del
tradimento del marito, e da quel momento si
riaccendono in lei voci, spiriti, espressioni dei
suoi più veri desideri e delle sue più segrete
paure. È assediata, in bilico tra sogno e veglia,
tra normalità e follia, tra menzogna e verità,
ed è chiamata a vivere una battaglia contro e
con i suoi spiriti, per poter rinascere più forte
e cosciente di sé.
Nella danza macabra della sua vita, Giulietta
diviene la sua stessa maschera. I suoi occhi os­
servano con urgenza lo spettatore, interrogano
il limite del palcoscenico, luogo intimamente
contraddittorio nel quale una cosa è e al tempo
stesso non è, nel quale la vita e l’arte entrano
in risonanza riflettendosi nel silenzio di parole
che sono, ancora e sempre, di là da venire.
Fondazione Aida, nata a Verona nel 1983, nel
1987 ottiene dal Ministero per i Beni e le Attività
Culturali il riconoscimento di teatro stabile di
innovazione per ragazzi e nel 1996 si costituisce
come Fondazione privata. Ha ospitato le principali
compagnie italiane per ragazzi e molti testimoni
del teatro contemporaneo. Organizza corsi e
laboratori teatrali con il riconoscimento del
Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca;
un progetto speciale è quello del “Laboratorio
Teatrale Universitario”, realizzato in convenzione
con l’Università di Verona. Nel 2000 avvia una
stretta collaborazione con il Teatrino dei Fondi
di San Miniato, assieme al quale dà avvio alla
nuova vita della casa editrice specializzata in
teatro Titivillus; inaugura un Centro di Scrittura
Drammaturgica e il Festival della Fotografia di
Spettacolo “Occhi di Scena”. Con il Centro Po­
lifunzionale Don Calabria e l’ULSS 20 – Settore
Sociale di Verona, ha realizzato “Diversamente
in scena”, progetto che coinvolge persone con
disabilità. Dal 2003 è diventata un centro di
formazione professionale accreditato dalla Re­
gione del Veneto. Aderisce ai principali network
europei del settore come EUnetART e Assitej e
ha promosso importanti progetti come “Leonardo
Da Vinci” vinto nel 2004 e “Maratona Letteraria
Europea” del 2007. Nel 2006 ha realizzato a
New York City in collaborazione con l’Istituto
Italiano di Cultura un progetto su Beni Montresor
con la mostra From Color to light e lo spettacolo
House of Flowers, House of Stars. Sempre a
New York nel 2007 ha ideato e promosso la
rassegna teatrale, musicale e cinematografica
Pier Paolo Pasolini-Poet of Ashes. È partner
italiano nel progetto internazionale “ReconArt
Reconciliation through Art: Perceptions of
Hijab”, co-finanziato dalla Commisione Europea
all’interno del Programma di Cultura 2007-2013
“Crossing Borders-Connecting Cultures”.
www.f-aida.it
fondazione aida
19
di Maria Cinzia Zanellato
e Andrea Pennacchi
con Farid Kessaci, Andrea Pennacchi,
Claudia Fabris
video di scena Raffaella Rivi
luci e suono Alessandro Martinello
organizzazione Paola Valente
realizzato con il contributo di Assessorato
Politiche Sociali Regione Veneto
progetto Tam Teatrocarcere N.C.P. Due Palazzi Padova
durata 1 ora
Teatro delle Maddalene
giovedì 16 settembre 2010 ore 19.00
20
Tam Teatromusica è compagnia teatrale di
produzione e di progetto nata nel 1980 e ri­
conosciuta dal Ministero per i Beni e le Atti­
vità Culturali. Si esprime nell’area della ri­
cerca e sperimentazione sui linguaggi visivi
e musicali. Realizza produzioni teatrali rivolte
sia all’area dell’infanzia che del teatro con­
temporaneo. Sperimenta la propria poetica
anche in ambiti di diversità, tra cui il progetto
Teatro Carcere, laboratorio permanente rea­
lizzato dal 1995 con un gruppo di detenuti
del Carcere Due Palazzi di Padova. Collabora
dal 1999 al 2004 con l’Ente Teatrale Italiano
e il Ministero di Grazia e Giustizia al progetto
di formazione per giovani dell’area del disa­
gio. Nel 2000 crea Atti Minori, nucleo di gio­
vani attori e musicisti di diversa provenienza
geografica e sociale con i quali approfondisce
il rapporto tra immagine e suono.
www.tamteatromusica.it
tam teatromusica
foto Andrea Cravotta
Annibale
non l’ha mai fatto
Annibale non l’ha mai fatto nasce dal progetto
di Tam Teatromusica presso il carcere Due
Palazzi di Padova. Lo spettacolo racconta del
cartaginese che, 37 nonni fa, intraprese il
viaggio verso l’Italia che sarebbe entrato
nella leggenda. Seguito da ventimila uomini,
non percorse la via del mare, la più breve,
ma passò per la Spagna, attraversò le Alpi
con 37 elefanti ed entrò in Italia, dove i Celti
della Padania lo accolsero a braccia aperte.
È una storia come tante; ma per noi è inte­
ressante chi questa storia la porta con sé: la
narrazione di Annibale è affidata a un attore
detenuto migrante. Farid ha sostenuto il
passo portando corrispondenze e verità tra
la migrazione storica di uomini e animali
dell’esercito di Annibale, e la sua storia di
migrante algerino/cartaginese contempora­
neo. Come i mahouts degli elefanti di Anni­
bale, Farid è protagonista, suo malgrado, di
un movimento storico. Nell’era del testimone
oggettivo, freddo redattore a distanza, il nar­
ratore detenuto è il testimone interno della
materia umana su cui poggia la Storia.
21
Cirk
con Emmanuelle Annoni, Giovanna Bolzan,
Emanuele Pasqualini, Benoit Roland,
Francesco Caspani
musiche originali di Andrea Mazzacavallo
scenografie e costumi di Licia Lucchese
luci Enrico Maso / Enrico Fabris
fonica di Alessandro D’Ambrosi / Angelo
Giordano
assistente alla regia Marianna Fernetich
responsabile di produzione Carlotta Vinanti
direzione generale Aldo Giuponi
produzione Pantakin da Venezia,
Ministero per i Beni e le Attività Culturali,
Comune di Venezia – Assessorato alla
Produzione Culturale, PPTV (Produttori
Professionali Teatrali Veneti), Regione
del Veneto
durata 1 ora e 10 minuti
si ringraziano
CEDAC (Centro Educativo
di Documentazione delle Arti Circensi)
di Verona, Scuola di Formazione Arti
Circensi Flic di Torino
Teatro Verdi
giovedì 16 settembre 2010 ore 21.00
22
Dopo la fortunata esperienza nell’ambito del
progetto “Arcipelago Circo Teatro”, che ha
esplorato le potenzialità del teatro acroba­
tico, di figura e di piazza, Pantakin prosegue
il suo percorso di ricerca nell’ambito del Nou­
veau Cirque con una nuova produzione. A di­
rigere questo spettacolo è stato chiamato il
regista olandese Ted Keijser. Con lui un cast
di attori e artisti circensi di diversa naziona­
lità (Italia, Belgio e Svizzera). Al centro di
questa ricerca è la figura del clown che di­
venta trait d’union tra la spettacolarità del
circo e la poesia del teatro. Lo spettacolo
narra la storia di un piccolo circo alla dispe­
rata ricerca di stupire il suo pubblico con nu­
meri strabilianti che possono vivere però solo
grazie alla fantasia degli spettatori, guidati
dalla forza evocativa della musica. Cinque gli
attori in pista, cinque personaggi con carat­
teri e abilità differenti, che vivono e fanno
vivere in scena la fantasia dell’immaginifico,
per poi ritrovarsi semplicemente a fare i conti
con le piccole grandi difficoltà del vivere quo­
tidiano. La pertica cinese, la giocoleria,
l’acrobatica e la clownerie trasformano un
banale litigio in una rissa acrobatica, una di­
chiarazione d’amore in un’esplosione di fuo­
chi artificiali. Perché cos’è la vita?! Nient’al­
tro che una tragedia tutta da ridere!
Pantakin da Venezia nata nel 1995 per dedi­
carsi alla ricerca della commedia dell’arte e
alla realizzazione di eventi legati al territorio,
nel 1998 inizia la collaborazione con il regista
e scenografo Marcello Chiarenza che apre la
ricerca sul teatro figurativo. Nel 2000 si de­
dica al genere del Circo Contemporaneo con
il progetto “Arcipelago Circo Teatro” guidato
assieme ad Alessandro Serena. Punto di par­
tenza è uno studio degli stili espressivi proprio
delle arti popolari rivisitate, amalgamate e
indirizzate al Circo Contemporaneo. Il progetto
collabora con la Biennale di Venezia e con
l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ve­
nezia per la coproduzione Visioni, che sfocia
nello spettacolo Ombra di luna, prodotto nel
2001. È del 2003 lo spettacolo di teatro acro­
batico africano Creature che, sostenuto dalla
Comunità Europea, l’Istituto Italiano di Cultura
di Nairobi, l’Ambasciata Olandese a Nairobi e
l’Associazione Sarakasi Trust, è in tournée in
Italia ed Europa dal 2004 al 2007. È del 2006
la produzione di teatro acrobatico caraibico
Tesoro che, in tournée in Europa per due anni,
è segnalato fra i migliori spettacoli alla Fiera
del Teatro di Tàrrega in Spagna. A Venezia nel
2001, 2002, 2004, 2006 e 2007 la Compagnia
dà vita al progetto Il circo in città, presentando
le proprie produzioni e ospitando artisti di
fama internazionale. I risultati ottenuti du­
rante questi sette anni di lavoro hanno portato
Pantakin a strutturare una vera e propria se­
zione dedicata al Circo Teatro negli ambiti
della produzione e distribuzione di spettacoli
e nell’ideazione e realizzazione di eventi.
www.pantakin.it
pantakin
23
La storia di Iqbal
liberamente tratto
dal romanzo di Francesco d’Adamo
drammaturgia e regia di Giovanni Signori
con Mariella Soggia e Chiara Tietto
durata 55 minuti
Cinema Lux
venerdì 17 settembre 2010 ore 10.00
24
Iqbal Masih all’età di 5 anni viene ceduto a
un fabbricante di tappeti in cambio di pochi
dollari. Potrebbe questo, essere l’inizio di
una schiavitù senza fine, ma un giorno Iqbal
incontra gli attivisti del Fronte di Liberazione
dal lavoro minorile, e per la prima volta sco­
pre di avere dei diritti; decide quindi di rac­
contare la sua storia e il suo discorso fa scal­
pore e viene pubblicato da alcuni giornali
locali. Iqbal incontra Eshan Ullah Khan leader
del Fronte di Liberazione e sua guida e di­
venta simbolo e portavoce del dramma dei
bambini lavoratori. Da grande avrebbe voluto
fare l’avvocato per aiutare i bambini lavora­
tori a liberarsi dalle catene che anche lui
aveva conosciuto. Ma la storia della sua li­
bertà è breve. Il 16 aprile del 1995 gli sparano
a bruciapelo mentre corre in bicicletta nella
sua città natale, “Un complotto della mafia
dei tappeti ” dirà Eshan Ullah Khan.
Non è questa una storia facile da raccontare:
denuncia il dramma del lavoro minorile che
coinvolge milioni di bambini. Perché quindi
raccontarla ai nostri ragazzi? Noi pensiamo
che anche loro abbiano il diritto, il dovere,
di sapere. Lo spettacolo, affidato alla recita­
zione di due attrici, non si sottrae alla de­
nuncia e si rivolge a un pubblico che copre
una fascia di età tra gli 8 e i 12 anni, corri­
spondente più o meno all’età che hanno i
bambini di cui raccontiamo.
Giovanni Signori
Fondata a Verona nel 1990 da Giovanni Signori
e Mariella Soggia, la Compagnia Teatro dei
Vaganti decide di occuparsi fin da subito di
infanzia e gioventù, con produzioni che in­
dagano l’universo della fiaba e della narrativa
per ragazzi, impegnandola in tournée italiane
ed estere. Dal 2000 la Compagnia si dedica
a una forma di Teatro Etico per i Ragazzi che
si affianca alle più tradizionali produzioni le­
gate alla fiaba. La prima produzione di questo
nuovo capitolo è una rivisitazione di Pelle
d’Asino di Perrault, un tentativo di affrontare
il tema della violenza sui minori all’interno
della famiglia; con La Storia di Iqbal viene
affrontato il tema della schiavitù minorile.
Radicata sul territorio di appartenenza con
progetti sui temi della Legalità e della Pace
la compagnia conduce laboratori all’interno
di scuole elementari e medie. All’inizio del
2010 è coinvolta nell’istituzione della nuova
associazione DIM Teatro Aperto con lo spe­
cifico impegno di gestire in convenzione con
il Comune di Castelnuovo del Garda il mo­
derno teatro comunale.
www.teatrodeivaganti.it
teatro dei vaganti
25
Rivelazione
Sette meditazioni intorno a Giorgione
con Paola Dallan e Marco Menegoni
regia Simone Derai
drammaturgia Laura Curino, Simone Derai,
Maria Grazia Tonon
video Simone Derai, Moreno Callegari
durata 1 ora e 10 minuti
Cinema Teatro MPX
venerdì 17 settembre 2010 ore 11.30
26
Giorgione è una delle figure più enigmatiche
della storia dell’arte. Metterlo a fuoco è come
osservare la costellazione delle Pleiadi, le
sette sorelle: riesce meglio se non si fissano
direttamente. Anagoor cerca di narrare Gior­
gione attraverso gli occhi di chi lo frequenta
fin dall’infanzia, sovrapponendolo alle imma­
gini del quotidiano, e Laura Curino che lo ri­
vela per storie concentriche all’ospite stu­
pefatto: “Nei giorni di residenza sono stata
lì per insegnare loro l’arte del narrare. Loro
erano lì per insegnarmi l’artista Giorgione.
Anche al tempo di Giorgione, l’antica bottega,
il laboratorio degli artisti generava così il sa­
pere: nel lavoro, nello studio e nello scam­
bio”. In questa sorta di lezione d’arte, sono
raccontati l’artista, il suo tempo, il respiro
delle opere, il clima che le pervade. Rivela­
zione è la condivisione sincera di una ricerca
e un ponte verso altre opere, di pari passo
alla mostra dedicata a Giorgione nel V Cen­
tenario della scomparsa.
“Volgiamo insieme lo sguardo verso le sette
stelle di una ideale costellazione Giorgione.
Per ciascun astro vi proponiamo una medi­
tazione. Silenzio, natura umana, desiderio,
giustizia, fede, diluvio e tempo sono i temi
che nutrono le sette contemplazioni di al­
trettante opere di Giorgione: la Pala, i ritratti,
la Venere Dormiente, la Giuditta, i Tre Filosofi,
la Tempesta, il Fregio. Alla Pala e al Fregio il
compito di aprire e chiudere il cerchio di que­
sto piccolo e prezioso firmamento”.
Anagoor
Anagoor, nato a Castelfranco Veneto nel 2000,
ha raccolto nel tempo, attorno alle figure di
Simone Derai e Paola Dallan, quelle di Anna
Bragagnolo, Marco Menegoni, Moreno Calle­
gari, Eloisa Bressan e Pierantonio Bragagnolo.
La formazione dei componenti include lo studio
della filologia classica, della storia dell’arte,
dell’architettura, delle arti visive, della danza,
della musica e un lungo apprendistato teatrale.
Oggi Anagoor è una delle più impegnate nuove
compagnie teatrali del Veneto e una ricono­
sciuta forza promotrice della diffusione dei
linguaggi performativi contemporanei. Nel
2009 riceve per Tempesta una Segnalazione
Speciale al Premio Scenario andando a costi­
tuire la Generazione Scenario 2009, insieme
a Codice Ivan, Marta Cuscunà, e al gruppo
Odemà. Nel 2008 è finalista con *jeug- al Pre­
mio Extra – segnali dalla nuova scena italiana.
Nel 2007 “Il Corriere della Sera”, insieme a
Regione Veneto e Fuori Biennale, nella pub­
blicazione Please Disturb lo annovera tra le
principali quattro compagnie venete di teatro
contemporaneo. OperaEstate Festival e Re­
gione Veneto nel 2007 lo inseriscono in Piat­
taforma Teatro Veneto, vetrina delle principali
nuove realtà teatrali della regione. Nel 2008,
Anagoor ha inaugurato, a Castelminio di Resana (TV), La Conigliera, culla per le arti performative contemporanee, spazio che offre
appoggio e residenza anche ad altri artisti.
Dal 2003 Anagoor organizza a Castelfranco
Veneto ogni estate un appuntamento dedicato
alla scena contemporanea invitando artisti na­
zionali e internazionali.
www.anagoor.com
anagoor
27
Andata/Ritorno/Andata
progetto Jana Balkan
scrittura drammaturgica Marco Ongaro
con Isabella Caserta e Marco Ongaro
regia Walter Manfrè
musica e canzoni di Marco Ongaro
arrangiate da Enrico Terragnoli
video Luca Caserta
scene Laboratorio Teatrale,
costumi Mariana Berdeaga
produzione Teatro Scientifico
durata 1 ora e 10 minuti
Teatro Studio
venerdì 17 settembre 2010 ore 15.00
28
“Un movimento continuo, andata / ritorno /
andata, domina questa nostra riflessione /
spettacolo sull’andamento della vita umana.
Il tema del viaggio, ormai desueto per la con­
tinuità con cui è stato trattato dai poeti,
torna qui prepotente come costante di una
povera anima che, se non fosse per la propria
ingenuità e la solarità che la pervade, sa­
rebbe da catalogare nel ciclo dei vinti di ver­
ghiana memoria. Ma qui la nostra eroina
vince. Vince. Non trionfa. Sa attraversare con
ostinazione il momento Peripezie che ogni
racconto impone e arrivare al porto sicuro
di un luogo senza mare dove sa ristabilire
l’Equilibrio. Il linguaggio poetico si mescola
alla cronaca, il quotidiano diventa sogno, il
dolore racconto. […] E le canzoni, storie an­
ch’esse di altri, di sogni di altri, di vite di
altri si intersecano con preghiere e sussurri
e canti folklorici e litanie per essere insieme,
tutti, Poesia”.
Walter Manfrè
Teatro Scientifico – Teatro/Laboratorio è
una struttura stabile di produzione teatrale
nata nel 1969 per volontà di Ezio Maria Ca­
serta e Jana Balkan. Riconosciuta dal Mini­
stero per i Beni e le Attività Culturali e dalla
Regione Veneto, la compagnia è attiva a Ve­
rona, nel territorio regionale e nazionale, ol­
tre che avere al suo attivo numerose tournée
all’estero. Il nucleo artistico/organizzativo,
pur contando sull’apporto di attori e tecnici
scritturati, da anni è invariato e ruota attorno
alla famiglia d’arte dei Caserta. Dopo la tra­
gica scomparsa di Ezio Maria Caserta nel
1997, la cooperativa è presieduta da Jana
Balkan con la direzione artistica di Isabella
Caserta e si avvale anche della collaborazione
di registi esterni. Orientato verso la dram­
maturgia italiana contemporanea e il reper­
torio veneto (ricerca antropologica), il Teatro
Scientifico reinterpreta testi classici, realizza
progetti artistici e di formazione rivolti alle
giovani generazioni, organizza rassegne ed
eventi in collaborazione con Comune e Pro­
vincia di Verona, diversi Comuni del territorio,
Associazioni ed enti pubblici e privati.
www.teatroscientifico.com
teatro scientifico
foto Andrea Darra
Lo spettacolo si sviluppa con una successione
di quadri, che giustificano la decisione del
lungo viaggio fatto da Olga da un villaggio
della Moldavia al nuovo Eldorado dell’Italia.
Sistemarsi e poi tornare al proprio paese,
costruire una casa nel proprio villaggio, as­
sicurare ai figli un futuro migliore. E tutto
questo con il desiderio del ritorno, che si fa
sempre più forte accanto alla nostalgia. Olga
ci racconta della sua terra, delle tradizioni
che costituiscono l’anima e la forza di un po­
polo economicamente povero, ma allo stesso
tempo ricco di valori morali e di dignità. Le
canzoni di Ongaro, che canta dal vivo, ac­
compagnano e scandiscono i passaggi della
narrazione.
29
di e con Marta Dalla Via
regia Angela Malfitano
video Roberto Di Fresco
drammaturgia Marta Dalla Via
e Angela Malfitano
produzione
associazione culturale “Tra un atto e l’altro”
e associazione culturale “Minimalimmoralia”
durata 50 minuti
Cinema Lux
venerdì 17 settembre 2010 ore 16.30
30
Questo spettacolo è orgogliosamente tra le
nuove produzioni dell’Associazione “Tra un
atto e l’altro”, fatta con pochi mezzi e molta
libertà. Marta ha tante storie vere da rac­
contare, unite a un’attitudine formidabile all’imitazione e a una vena polemica potente
e ancora intatta. Prendo tutta l’energia di
Marta e la uso come una medicina, come un
antidoto ai veleni. Facile immaginare che la
miscela degli elementi provochi un’alchimia
deflagrante e attuale.
Angela Malfitano
Marta Dalla Via, attrice e performer, inizia il
suo percorso artistico con Pippo Delbono,
Laura Curino, Francesca Mazza. Diplomata nel
2001 presso la Scuola di Teatro di Bologna di­
retta da Alessandra Galante Garrone, tra­
scorre un periodo di lavoro presso il Cirque
Baroque a Parigi dove studia acrobatica aerea,
giocoleria e tecniche di clown. Si laurea nel
2003 al Dams di Bologna. Nel 2004 a Parigi
approfondisce lo studio della commedia dell’arte con Carlo Boso. Dal 2002 lavora con la
compagnia Pantakin da Venezia con la quale
vince il leone d’oro alla Biennale di Venezia
nel 2006 e il premio della critica nel 2008.
Dal 2006 è autrice dei suoi allestimenti dove
mescola tecniche di maschera e clown alla
nuova drammaturgia. Nel 2008 vince il primo
premio del concorso Menabò con la perfor­
mance La Olga 1958, e fonda insieme a Claudia
De Luca e Roberto Di Fresco l’associazione.
culturale “Minimalimmoralia” che cura le pro­
duzioni teatrali, Romeo è altrove (2009), A
Jane Austen (2009). Nel 2010 vince il Carlino
D’oro come comico più originale. Scrive e
mette in scena Veneti Fair con la regia di An­
gela Malfitano che debutta al Napoli Fringe
Festival 2010.
marta dalla via
foto Fabio Casali
Veneti Fair
Con estrema sincerità e cuore ho deciso di
addentrarmi in un labirinto che conosco bene.
Conosco bene il Veneto e i suoi abitanti, quel
particolare dialetto del Vicentino, conosco a
fondo le contraddizioni di questa terra nella
quale ho vissuto e combattuto per vent’anni
e che ho lasciato senza rimpianti dieci anni
fa. Ora, nella storia di questo divorzio, emer­
gono ricordi che mi spingono a una riflessione
su temi come: il senso di appartenenza, l’emi­
grazione italiana, l’amore per la patria. Lo
spettacolo, attraverso una girandola di per­
sonaggi, si sviluppa in equilibrio su una corda
tesa tra crudeltà e umorismo. Mi preme par­
lare di città e di persone soffermandomi su
alcuni spunti politici. Mi interessa provocare
pensieri in chi ascolta, suscitare un desiderio
di confronto. Il Nord è così diverso dal Sud?
Marta Dalla Via
31
con Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini,
Fiorella Tommasini, Alessio Papa,
Mario Previato, Boris Ventura,
Andrea Dellai, Giovanni Refosco,
Federica Festa, Katia Raguso
musica e regia Massimo Munaro
produzione Teatro del Lemming
durata 1 ora
Teatro delle Maddalene
venerdì 17 settembre 2010 ore 19.00
32
Rivelatosi negli anni ‘90 come uno dei gruppi
di punta del nuovo teatro italiano, il Teatro
del Lemming si dedica da molti anni alla de­
finizione di un linguaggio teatrale in grado di
realizzare un efficace coinvolgimento dram­
maturgico e sensoriale dello spettatore. Per
il gruppo guidato dal regista e drammaturgo
Massimo Munaro il teatro, per avere un senso
oggi, deve affrancarsi dalla pretesa mediatica
di rivolgersi a un pubblico indifferenziato e
recuperare un rapporto diretto con ciascuno
spettatore, rendendolo partecipe e soggetto
drammaturgico di un’esperienza. Questa ri­
cerca si è concretizzata nella Tetralogia dello
spettatore, comprensiva, in omaggio allo spi­
rito greco che guida da sempre il gruppo, dei
lavori: Edipo ; Dioniso e Penteo ; Amore e Psi­
che ; Odisseo che presuppongono l’ingresso,
rispettivamente, di uno, nove, due e trenta
spettatori. Negli ultimi anni la ricerca teatrale
del gruppo si è spostata dal coinvolgimento
diretto del singolo spettatore alla riflessione
sul senso e il significato di comunità, pae­
saggio mancante oggi del nostro vivere civile,
nella sfida di ripensare il Teatro come luogo
di un rito collettivo. Amleto si inserisce in
questa ricerca che ha dato vita a Il rovescio
e il dritto, dittico teatrale dedicato all’esi­
stenzialismo francese, a Nekya – Inferno, Pur­
gatorio, Paradiso, riscrittura delle tre Cantiche
dantesche, e Antigone, debuttato alla Bien­
nale di Venezia nel marzo 2009.
www.teatrodellemming.com
teatro del lemming
foto Paolo Ferrari
Amleto
Amleto è l’opera che, più di ogni altra costi­
tuisce il mito fondante della modernità. Amleto
è un personaggio scisso, dilaniato fra fede
umanista e scetticismo conoscitivo, fra segno
e simulacro. È dilaniato dalla contesa fra il
nome del padre e richiamo affettivo della ma­
dre, fra passato aureo e presente decadente,
fra eros e rifiuto del corpo, fra ragione e follia,
fra follia recitata e follia sperimentata diret­
tamente. Amleto è condannato a vivere in un
mondo rovesciato. Ogni valore è stato sosti­
tuito da una copia rivoltante. Il suo mondo,
come il nostro, non solo cospira a desacraliz­
zare tutto, ma rende ciò che consideravamo
sacro una farsa sempre più abbietta. In questo
mondo la strategia di Amleto è di giocare a
rovesciare ogni paradosso. Così, nella sua na­
tura scopertamente meta teatrale, l’Amleto
shakespeariano pone al centro il problema del
teatro. Da una parte teatro come spettacolo,
cioè simulacro, inganno, ipocrisia. In questo
senso lo “spettacolo” ha ormai completa­
mente invaso, insieme al regno di Danimarca,
alla sua corte e ai suoi cortigiani, l’intero no­
stro mondo contemporaneo: qui la realtà si
afferma come perpetua finzione. A questa
spettacolarità diffusa Amleto oppone un teatro
che smaschera l’inganno, uno strumento in
grado di prendere in trappola la coscienza
dello spettatore.
Questo ingranaggio di misfatti, di cui soltanto
alcuni sono visibili, fa di Amleto quella mac­
china infernale in cui la lucidità dello spettatore
esce turbata come quella del protagonista.
33
Galileo
testo, regia e scene Daniela Nicosia
con Solimano Pontarollo e Piera Ardessi
consulenza musicale Paolo Da Col
luci e suono Paolo Pellicciari
scenotecnico Luigino Marchetti
costruzione oggetti di scena Luigi Bortot
realizzazione costumi Atelier Raptus & Rose
produzione Tib Teatro
in collaborazione con Università degli Studi
di Padova - Dipartimento di Astronomia
e Fondazione Teatri delle Dolomiti
durata 1 ora e 10 minuti
Teatro Verdi
venerdì 17 settembre 2010 ore 21.00
34
Nel mio Galileo, ho scelto di raccontare
l’uomo. Di rileggerne la vita solo accennando
alla vicenda scientifica o meglio politica che
lo condusse al processo, alla condanna e al­
l’abiura. Brecht, di cui conservo nel testo
una breve citazione, ne ha scritto come me­
glio non si può. Eppure, nel caso di Galilei,
scienza e vita si intersecano in quella sua
fede nell’uomo, creatura in cui egli rintraccia
Dio, un Dio presente nella materia e la cui
esistenza è resa palese dall’intelligenza di
cui ci ha fatto dono.
Mi ha commosso la sua umana vulnerabilità,
il voler mettere ogni cosa a posto, seppur
goffamente, nel suo privato, il suo disinvolto
rapporto col denaro, la generosità istintiva,
il piacere del dubbio, di porsi sempre nuove
domande, il piacere per il sapere. Mi ha com­
mosso la sua fiducia bambina negli altri, la
caparbietà, l’ostinazione nel perseguire le
sue idee, la rinuncia apparente a se stesso,
che è perdita e vittoria insieme. Galileo ha
vinto e ha perseguito sempre il suo scopo
che poi era anche il suo piacere. Il sensuale
piacere del pensiero, così vivo in lui, come il
piacere dei sensi. Egli sembra dirci “non c’è
scissione tra spirito e materia” e, in ciò, è
ancora profondamente rivoluzionario.
Ma più di ogni cosa mi ha commosso il suo
assoluto, devastante amore per la vita. Que­
sta commozione ho voluto raccontare.
Daniela Nicosia
Tib Teatro, compagnia di Residenza Teatrale, è
una struttura di produzione riconosciuta dal
Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla
Regione del Veneto, che opera presso il Teatro
Comunale di Belluno dando vita a progetti re­
sidenziali finalizzati al radicamento della cultura
teatrale nel territorio d’appartenenza e progetti
produttivi di respiro nazionale come il Festival
“Filo d’Arianna” o lo spettacolo Polvere ovvero
la storia del Teatro, presentato alla Biennale di
Venezia 2006, che sviluppa la ricerca artistica
di Daniela Nicosia (Premio ANCT - Associazione
Nazionale Critici di Teatro 2004) sui rapporti
tra architettura e teatro.
La poetica che percorre i differenti spettacoli
si nutre di un pensiero che, nel perseguire un
teatro dell’emozione, individua in differenti
fonti drammaturgiche (dalla letteratura alla mu­
sica, alle strutture architettoniche dei luoghi)
sempre nuove possibilità di scritture per la
scena. Scena connotata da un segno voluta­
mente essenziale, in un contesto formalmente
rigoroso che lascia spazio al testo, scaturito
da un processo minuzioso di scavo nella parola,
quale luogo elettivo dell’emozione.
Una drammaturgia viva che, insieme al fluire
iterato dei gesti degli attori, alle accurate as­
solvenze di musica, compone il tessuto emotivo
dello spettacolo in cui la parola, consegnata
all’attore, è approdo, necessità dettata dalle
dinamiche sceniche. Un teatro che intende leg­
gere e rappresentare il presente, senza per
questo far ricorso alla cronaca o ai linguaggi
della quotidianità, attraverso storie emblema­
tiche delle tensioni contemporanee.
Con lo spettacolo Galileo, produzione 2010, è di
scena il pensiero scientifico e filosofico moderno
che si riversa nel sempre attuale dibattito sui
rapporti tra ragione e fede, scienza e società.
www.tibteatro.it
tib teatro
35
liberamente ispirato
all’opera di Robert Louis Stevenson
altre fonti
Storie di pirati di Daniel Defoe
Storia dei pirati di Nigel Cawthorne
Storia generale dei pirati di Capitano Johnson
Il pirata di Joseph Conrad
La vera storia del pirata Long John Silver
di Björn Larsson
Il corsaro nero di Emilio Salgari
di e con Gianni Franceschini
musiche originali di Marco Remondini
elaborazioni video di Marco Spagnolli
coproduzione Viva Opera CIrcus –
La Piccionaia - I Carrara
durata 1 ora
Cinema Lux
sabato 18 settembre 2010 ore 10.00
36
Viva Opera CIrcus è una compagnia di artisti
diretta da Gianni Franceschini che svolge da
anni un intenso lavoro di produzione, diffu­
sione e educazione teatrale rivolto, in parti­
colare, alle giovani generazioni, attraverso
la produzione e la programmazione di spet­
tacoli, laboratori, percorsi artistici e didattici,
progetti speciali, in collaborazione con di­
verse realtà del territorio. La produzione ar­
tistica della compagnia annovera numerosi
spettacoli, originali rielaborazioni di testi per
lo più tratti dal repertorio favolistico classico
per l’infanzia e alcuni allestimenti per adulti.
La proposta artistica per il mondo dell’infan­
zia è affiancata da quella legata al rapporto
memoria/radici, teatro popolare/teatro ve­
neto, che si sviluppa sia in una dimensione
di recupero del grande patrimonio della tra­
dizione, sia in quello di una ricerca per un
teatro veneto contemporaneo. Parallela­
mente alla tournée degli spettacoli, Viva
Opera CIrcus si occupa, sul territorio locale,
dell’organizzazione e gestione di rassegne
di teatro scuola e di teatro per famiglie.
www.vivaoperacircus.it
viva opera circus
foto Marco Spagnolli
L’isola del tesoro
Un vecchio pirata, Long John Silver, racconta
della sua vita, delle sue avventure e disav­
venture e della ricerca dell’isola del tesoro.
Il racconto di Stevenson è pretesto per rac­
contare non solo le vicende piratesche, ma
per disegnare le atmosfere della vita in mare,
personaggi e avvenimenti di un modo di af­
frontare l’esistenza tra curiosità, rischio, ma­
linconia e gioia, di vagare sempre alla ricerca
di qualcosa di misterioso, come se fosse una
metafora avventurosa e colorata della vita
di tutti noi, fatta di ostacoli e imprevisti, di
paure e gioie, di speranze e delusioni, desi­
deri e risultati. Un quadro fantastico che cela
l’avventura della vita, della crescita, della
presa di coscienza di se e del mondo, quello
che capita al giovane Jim nello straordinario
romanzo di Stevenson.
I linguaggi usati sono quelli che caratteriz­
zano da tempo il lavoro di Gianni Franceschini.
La narrazione è al centro dell’azione dram­
matica, ma il narratore è sempre un perso­
naggio, dunque l’interpretazione e il lavoro
sull’attore si sviluppano e si completano con
l’azione performativa nella pittura estempo­
ranea, nell’uso di segni, macchie e colori che
creano suggestione e stupore nel racconto,
nell’animazione di proiezioni video.
37
di Silvia Costa
con Nathaly Sanchez
disegno sonoro Lorenzo Tomio
disegno luci Giacomo Gorini
sculture di scena Plastikart Studio
Zimmermann & Amoroso
si ringraziano
Francesco e Paolo Catterin
per l’assistenza e le soluzioni tecniche
durata 30 minuti
Teatro Studio
sabato 18 settembre 2010 ore 11.30
38
Plumes dans la tête nasce nel 2007 dalla
collaborazione tra l’attrice e performer Silvia
Costa (per il corpo e il suo pensiero) insieme
al musicista e compositore Lorenzo Tomio
(per il suono e il suo movimento). Non un
gruppo a formazione fissa, ma un contenitore
di idee, pronto a far posto a cose e persone.
La ricerca in atto è di creare immagini che
tocchino lo sguardo e il cervello dello spetta­
tore; siano esse fatte di corpi, spazi, strutture
o suoni. Tali elementi si combinano ogni volta
in maniera differente, senza gerarchie se non
quelle dettate dall’idea. Il primo lavoro La
quiescenza del seme è stato uno dei vincitori
del bando di produzione Dimora Fragile, del
festival ES.Terni 07 di Terni, mentre Figure è
stato realizzato con il sostegno dell’Ente Tea­
trale Italiano all’interno del progetto “Nuove
Creatività”.
www.plumesdanslatete.com
plumes dans la tête
foto Giulia Fedel
Insorta distesa
Su un’immagine addormentata si apre il mio
percorso verso l’incorruttibilità e la perfezione
(devo arrivare all’oro, devo arrivare all’oro).
Come un archeologo scopro nella terra oggetti
che devono essere riportati alla luce (la luce
si dipinge con l’oro, che si manifesta come
luce, come pura luce) dopo aver custodito
dentro i loro gusci vuoti forme di corpi, me­
moria di gesti. Sono rimasti lì, bloccati nel
tempo, immutati sotto strati di polvere e se­
dimento.
Spacco la superficie per scoprire cosa c’è den­
tro (dov’è l’oro? dove l’hanno nascosto?).
Non ne rimane che un’impronta insostanziale,
resti astrali di esseri che ricominciano da dove
erano stati fissati. Quei confini, sbarrando e
ritenendo, mantenevano vivo, sebbene rigido,
il loro contenuto. Tutto era al sicuro. Integro.
Immutato.(chiudete dentro l’oro, chiudetelo
dentro). Ciò che era nascosto, intrappolato,
fermato in un con-formato viene lasciato in­
sorgere. Il suo aspetto appartiene all’oscuro
perché la luce lì, in quell’involucro formante,
non poteva arrivare. La sua natura appartiene
all’ombra, alla notte, alla materia putrefacente
che dovrà venire sublimata (deve funzionare,
deve funzionare). L’oro è alla fase di elemento
da ricercare, non ce n’è esperienza, non lo si
può ancora né vedere né toccare.
Silvia Costa
39
di Valeria Raimondi e Enrico Castellani
realizzazione di Enrico Castellani,
Ilaria Dalle Donne, Valeria Raimondi,
Vincenzo Todesco
con Enrico Castellani, Ilaria Dalle Donne,
Valeria Raimondi, Luca Scotton
scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe
costumi Babilonia Teatri/Franca Piccoli
luci e audio Babilonia Teatri/Luca Scotton
organizzazione Alice Castellani
coproduzione Babilonia Teatri, Festival
Internazionale Castel dei Mondi di Andria,
Operaestate Festival Veneto
durata 55 minuti
Cinema Teatro MPX
sabato 18 settembre 2010 ore 15.00
40
babilonia teatri
fumetto di Ilaria Dalle Donne
Pop star
Pop star è uno spettacolo volutamente scan­
zonato, che sceglie di non essere drammatico
per raccontare una realtà che lo è in modo
profondo. Un lavoro allo stesso tempo lineare
e delirante, che coniuga rigore formale e fol­
lia narrativa. Tre personaggi vomitano le loro
storie, che procedono parallele. Apparente­
mente lontane l’una dall’altra. Col procedere
dello spettacolo si scopre quali sono i legami
tra i protagonisti. Come in un thriller la ma­
tassa si scioglie solo alla fine. Una fine glo­
riosa e truce, commovente e splatter, tenera
e crudele. Una fine da veri cannibali che sa­
crifica tutto, anche la vita, in nome della
fama e del successo, come solo la più auten­
tica e decadente delle pop star sarebbe in
grado di fare. Pop star è un intreccio da di­
stricare. È l’idea di un destino comune e inar­
restabile. Un labirinto senza via d’uscita. La
fissità degli attori sul palco diventa la forza
della messa in scena: permette alla storia di
vivere senza bisogno di interpretazione e
l’introduzione di inserti esplosivi che resti­
tuiscono la forza, la violenza, l’ironia della
realtà come della pièce.
Babilonia Teatri, è per un teatro pop/per un
teatro rock/per un teatro punk.
Nel 2006 è finalista del Premio Scenario In­
fanzia con Panopticon Frankenstein, spettacolo
sul mondo del carcere. Nel 2007 con made in
italy vince l’undicesima edizione del Premio
Scenario, con Panopticon Frankenstein vince
Piattaforma Veneto (Operaestate Festival Ve­
neto) e debutta underwork spettacolo precario
– tre attori tre vasche da bagno tre galline -.
Nel 2008 a B-Motion di Operaestate Festival
Veneto presenta il primo studio del nuovo
spettacolo Pornobboy e l’anteprima di Termi­
nus di Mark O’Rowe a Trend - nuove frontiere
della scena britannica - su commissione di Ro­
dolfo di Giammarco.
Nell’estate 2009 debuttano Pornobboy e Pop
star; made in italy riceve la nomination ai
Premi Ubu nella categoria miglior novità ita­
liana/ricerca drammaturgica. Del 2010 è il Pre­
mio Speciale Ubu 2009 alla compagnia e made
in italy vince la prima edizione del Premio Ver­
tigine. Debutta The best of al Festival delle
Colline Torinesi eThis is the end my only friend
the end a Santarcangelo 40; in autunno è pre­
vista l’anteprima del nuovo lavoro The end.
www.babiloniateatri.it
41
drammaturgia, allestimento e interpretazione
Marco Tizianel e Silvio Barbiero
disegno luci, musiche originali Paolo Tizianel
consulenza coreografica Margherita Pirotto
produzione Colectivo tbt - Carichi Sospesi
con il sostegno di Echidna Cultura
durata 1 ora
Cinema Teatro MPX
sabato 18 settembre 2010 ore 16.30
42
L’associazione culturale Carichi Sospesi nasce
a Padova nel 1998 con l’intento di promuovere
laboratori di animazione teatrale nel disagio
psichico e fisico, di produrre spettacoli teatrali.
Nel 2003 viene aperto il circolo culturale, un
luogo di incontro e di confronto per creare un
teatro aperto, in grado di accogliere oltre agli
spettacoli e ai corsi anche una forma di so­
cialità. A oggi la programmazione invernale
teatrale e musicale delle ultime cinque stagioni
ha ospitato oltre 300 compagnie e gruppi.
www.carichisospesi.com
colectivo tbt - carichi sospesi
foto Valentina Mieli
North b-East
C’è un inquinamento che sfugge alle sigle e
ai numeri, più sottile delle polveri, più impal­
pabile dei gas e dei fumi. Gli effetti sono im­
prevedibili: si infila nelle trame dei nostri
cuori, deviando i pensieri e le azioni. È un di­
sagio diffuso, che ci siamo costruiti attorno,
giorno dopo giorno, senza lasciare vie di
scampo. Per noi metterli in scena è stato
come guardarci a uno specchio deformato
dalla fantasia e dalla paura, il tentativo di
raccontare quello che è sotto i nostri occhi,
spesso così chiaro alle menti, ma che sfugge
ai nostri cuori.
Un bancario perfettamente integrato ma ci­
nico; uno studente fuori corso che sconta i
costi di vita del mito nordestino e la discrimi­
nazione sociale: si sfiorano, si specchiano e
infine s’incontrano. Mentre corrono parallele
nella Padania Valley, due storie personali si
raccontano intrecciandosi come fili di una
trama più estesa. Il paesaggio urbano, evocato
nelle sue vie e nei riferimenti collettivi, com­
partecipa da protagonista. È il luogo che in­
quinando trasforma, appunto, in north b-east.
Il Colectivo tbt fondato nel 2009 da Marco
Tizianel, Silvio Barbiero e Paolo Tizianel ha
come primo lavoro North b-East e intende
porsi come nuova realtà autoriale emergente
nell’attuale panorama teatrale contempora­
neo del Nord Est.
Marco Tizianel, classe ‘67, si dedica al teatro
dal 1989. Si forma con Vasco Mirandola, Gian­
carlo Previati, Maria Grazia Mandruzzato, Ted
Keijser, Giovanni Fusetti, Michela Lucenti e
vari altri. Come attore partecipa a numerose
produzioni che spaziano dal teatro di strada,
al teatro per ragazzi e per la prima infanzia,
al teatro di ricerca. Dal 2004 collabora con la
compagnia TAM Teatromusica di Padova con
le produzioni Al di Là e Anima Blu. Dal 2007
collabora con il Teatro dei Sassi di Matera di­
retto da Massimo Lanzetta con il progetto
“Grubus Theatre”. Ha scritto il monologo Ot­
tani e North b-East
Silvio Barbiero, classe ‘72, si forma presso il
T.P.R., C.U.T., e con Maria Grazia Mandruzzato,
Naira Gonzales, Michele Sambin, Pierangela
Allegro, Michela Lucenti, Juri Ferrini, Matteo
Destro, Boris Ruge, Maurizio Ciccolella, Fe­
derica Granata, Roberto Anglisani, Massimi­
liano Civica, Serena Sinigaglia Carlos Alsina,
Andrea Brunello e altri ancora. Ha scritto il
monologo Rumeni d’Italia e North b-East.
Paolo Tizianel, classe ‘73, fin da adolescente
suona e compone in varie band cittadine spa­
ziando dal reggae al rock al punk alla musica
elettronica ottenendo buoni apprezzamenti;
è stato definito: “colonna portante nella ri­
cerca musicale dell’underground padovano”.
Dal 2008 entra in forze al TAM Teatromusica
di Padova come Responsabile Tecnico e come
musicista/performer, nello stesso anno dà
vita al progetto musicale Beniamino Noia che
vince l’edizione 2010 del premio musicale na­
zionale Arezzo wave. Ha scritto nel 2005 il
monologo Danzica, prossima produzione del
Colectivo tbt.
43
da un’idea di Vasco Mirandola
coreografie di Enrica Salvatori
disegni e sculture di Carlo Schiavon
costumi di Silvana Galota
disegno luci di Luca Diodato
e lo sguardo leggero di Giorgio Rossi
produzione
Mirandola-Salvatori, Sosta Palmizi
durata 1 ora
Teatro delle Maddalene
sabato 18 settembre 2010 ore 18.00
44
Enrica Salvatori inizia a danzare nel 1980
con Gruppo Charà diretto da Marina Campiglio.
Studia con Michel Hallet, Trudy Kressel. Nel
1989 è ospite della Folkwang Hochschule di
Essen dove studia con Hans Züllig, Jean
Cebron, Malou Airaudo, Dominique Mercy, Lutz
Forster, Christine Kono, Agnes Pallai. Nel 1991
entra a far parte della compagnia Folkwang
Tanz Studio di Essen diretta da Pina Bausch e
partecipa a tutte le produzioni. Danza con i
coreografi Caroline Carlson, Suzanne Linke,
Mark Sieczkarek, Raffaella Giordano, Urs Die­
trich, Rainer Behr. Nel 1992 è nell’Iphigenia in
Tauris con il Tanztheater di Wuppertal diretto
da Pina Bausch e Frauen Ballet con la coreografia
di Suzanne Linke. Nel 1993 con la compagnia
FTS con coreografie di Suzanne Linke e Urs
Dietrich, nel 1994 Le Sacre du printemps di
Pina Bausch con il Tanztheater Wuppertal.
vasco mirandola
foto Caterina Santinello
E se fosse lieve
Siamo partiti da una domanda: “E se la poesia
si facesse piccola, lieve, tanto da stare in una
mano per essere offerta allo sguardo?”. Ci
sono poeti che hanno accompagnato il nostro
percorso artistico e umano, a loro dobbiamo
una grande riconoscenza, ci hanno nutrito,
curato, bene-detto. I poeti sono i nostri angeli
custodi, rinominano per noi il mondo, usano
parole che ci stimolano ad aprire gli occhi
sulla realtà, a prendere coscienza della pro­
fondità della condizione umana e del nostro
comune destino. Abbiamo preso delle poesie,
scegliendole per colore, odore, amore, sudore,
dolore. Le abbiamo tenute accanto per sen­
tirle battere e respirare. Abbiamo immaginato
uno spazio vuoto come il nostro stupore di
fronte alle cose del mondo, e le abbiamo lib­
erate per vedere dove si andavano a posare.
All’inizio non si facevano toccare ma col
tempo sono arrivate al giardino delle mani. È
allora che abbiamo sentito quel suono, e in
quel suono c’eravamo noi e il mondo.
E se fosse lieve si interroga su cosa è la poe­
sia, di come si attacca alle cose, di come di­
venta aria, sangue, terra. La danza ci sogna
intorno, traduce, cammina le parole.
I disegni e le sculture di Carlo Schiavon fanno
di tutto per non dare troppo fastidio e chie­
dono in cambio solo di non essere dimenti­
cate. La musica c’è ma non si vede.
Vasco Mirandola
Vasco Mirandola ha recitato nei film Vagabondi,
Notte Italiana, Il Prete Bello, Il Toro di Carlo
Mazzacurati; Mediterraneo di Gabriele Salvatores
(premio Oscar nel 1992 come miglior film stra­
niero); Colpo di luna di Alberto Simone (premiato
al Festival di Berlino nel 1995); Il cielo è sempre
più blu di A.L.Grimaldi; Quello che sento corto­
metraggio di Fabio Mollo presentato al Festival
di Venezia nel 2004; Come Dio Comanda di
Gabriele Salvatores. Ha partecipato a varie
trasmissioni televisive. Ha pubblicato i libri di
poesie: Non urlare che mi rovini il prezzemolo
(Ed. Studio Tesi) e Il solito tram tram (Ed.
Comix). Ha collaborato con la Compagnia di
danza contemporanea Sosta Palmizi con lo
spettacolo Piume, premio Danza e Danza nel
1998, Gli Scordati, Robe da Paz. Con un gruppo
di attori sordi ha creato la compagnia MUK di
cui ha curato tre produzioni: A me frega Niente,
Prove di volo, Oltre ; ha lavorato nell’ambito
del disagio tenendo laboratori in Italia e al­
l’estero. Sue ultime produzioni sono: Avrei
tanto bisogno di dire su testi di Pino Roveredo
(2007), Questa non è un’epoca che favorisce
le arti (2008) sui testi di David Mamet, Il
giorno della stella nova, dialogo Galileiano per
la regia di Roberto Citran (2009). Da alcuni
anni fa percorsi di letture di romanzi e poesie
nelle case e in ambientazioni particolari.
45
La Bancarotta
o sia
Mercante fallito
PROVE DI DRAMMATURGIA
- PROGETTO SPECIALE
commedia parte scritta e parte
a soggetto, e ora cambiata,
riformata e in più moderna
forma ridotta
prima parte
lettura scenica
di Vitaliano Trevisan
con Giancarlo Previati,
Valentina Brusaferro, Riccardo Bocci,
Vasco Mirandola, Pino Costalunga,
Vitaliano Trevisan, Mirco Artuso
regia Michele De Vita Conti
coproduzione Assurdo Teatro
e Glossa Teatro
durata 1 ora e 10 minuti
Teatro delle Maddalene
sabato 18 settembre 2010 ore 21.00
46
“Un bancarottiere fraudolento é un delin­
quente che, abusando della fiducia del pub­
blico, fa disonore a se stesso, rovina la sua
famiglia, deruba, tradisce i privati e fa torto
al commercio in generale (...), e mi estesi
fino agli uomini di legge, che, gettando pol­
vere negli occhi dei creditori, danno il tempo
ai bancarottieri dolosi di rendere i loro falli­
menti più sicuri e redditizi.” Così Goldoni,
nei Mémoires, a proposito della Bancarotta,
o sia Mercante fallito, rappresentata al San
Samuele nel carnevale del 1741. Lo scenario
reale cui Goldoni fa esplicito riferimento,
sembra non essere affatto lontano da quello
del nostro presente, anzi: mai come oggi
detto scenario assume la cifra dell’universale,
o, se si preferisce, del globale. Ora, ecco il
nostro intendimento: partire dal testo usando
le specifiche goldoniane come un programma
di interfaccia per leggere il presente e inne­
starlo in quel passato. Il tempo in cui si svol­
gerà l’azione sarà giocoforza incerto: né ora,
né allora, o, se si preferisce, ora e allora. E a
dissolutezza andrà a sommarsi dissolutezza,
a cinismo cinismo, mentre tutti i personaggi
continueranno, per tutto il tempo, a tirar su
col naso. Da ultimo, un cenno alla lingua: ve­
neto naturalmente, ma essendo il luogo dell’azione non più Venezia, ma quella gigante­
sca e informe e cancerosa metropoli del
nord-est in cui, consapevolmente o meno, ci
ritroviamo a vivere, ogni attore porterà la
sua cadenza a seconda dell’area di prove­
nienza. Riscrivere e rimettere in scena, viste
le premesse, comunque vada sarà un falli­
mento.
Vitaliano Trevisan
Vitaliano Trevisan, classe 1960, scrittore e
drammaturgo. Noto al pubblico dal 2002 con
I quindicimila passi, ha pubblicato la raccolta
Grotteschi e arabeschi. I suoi testi teatrali
sono stati messi in scena, tra gli altri, da Val­
ter Malosti e Toni Servillo; di recente pubbli­
cazione per Einaudi I due monologhi, ossia
Oscillazioni e Solo RH, portato in scena a
Roma da Roberto Herlitzka. È il protagonista
del film Primo Amore di Matteo Garrone di
cui è anche co-sceneggiatore, e attore nel
film Il riparo di Marco Simon Puccioni, miglior
film al Festival di Annecy nel 2007, nel 2009
nel film Dall’altra parte del mare di Veronica
Perugini, oltre che nella fiction C’era una
volta la città dei matti del 2010. Nel 2008 ha
ricevuto a Parigi il Premio Campiello Europa.
È del 2010 la pubblicazione di Tristissimi giar­
dini, edito da Laterza.
vitaliano trevisan
47
Il vecchio Stefano
Paolo Puppa
Teatro delle Maddalene
sabato 18 settembre ore 22.30
durata 30 minuti
PROVE DI
DRAMMATURGIA
Ikea Orario
Maria Conte
Teatro Verdi
giovedì 16 settembre ore 22.30
durata 30 minuti
Esposizione mobili: svariati tipi di letto, reparto materassi, divani letto, camere e ricostruzioni di interi appartamenti, tutti rigo­
rosamente testabili dai numerosi clienti che
giornalmente frequentano l’Ikea. E di notte?
Per le più disparate ragioni i più comuni e
schizofrenici personaggi potrebbero popolare
questa gigantesca casa. Un labirinto dome­
stico, che diventa una città in miniatura da
cui emergono, imitando la Soho di Martin
Scorsese, problematiche contemporanea­
mente sociali e intimamente personali. Una
carrellata di visioni, di personaggi ambivalenti e duplici, che vanno a formare un pano­
rama paradossalmente avveniristico e retro­
grado.
Maria Conte, nata a Treviso nel 1984, si laurea
in Letteratura, musica e spettacolo all’Uni­
versità degli studi di Roma “La Sapienza”.
Dopo un anno di regia alla Link Academy, in
cui insegna Giancarlo Marinelli, si trasferisce
a Venezia dove si specializza allo Iuav in
Scienze e tecniche del teatro. Nel suo per­
corso formativo collabora come tirocinante
al Teatro Due di Parma seguendo degli spettacoli di Walter Le Moli e Roberto Cavosi. A
oggi è tra i finalisti del concorso “Il centro
del discorso” indetto da Manifatture Knos di
Lecce ed è impegnata come assistente alla
regia nella realizzazione di diversi spettacoli
della prossima stagione del Nuovo Teatro
Nuovo di Napoli.
48
L’infinito
Tiziano Scarpa
Teatro Verdi
venerdì 17 settembre ore 22.30
durata 30 minuti
La notte degli orali di maturità, un ragazzo
ripassa le poesie di Leopardi. Che gli si ma­
terializza di colpo in casa. Giacomo infatti
ha appena scritto l’Infinito, e ha fallito la
fuga da Recanati: così si è impegnato spa­
smodicamente per evadere dal suo mondo e
dal suo tempo con la forza dello spirito, e ci
è riuscito contro le sue stesse aspettative. I
due sono coetanei, cominciano a familiarizzare. Il giovane Leopardi fa la conoscenza
della storia contemporanea, del progresso
tecnologico...
Tiziano Scarpa, classe 1963, scrittore e dram­
maturgo. Autore di numerosi romanzi, tra cui
Occhi sulla graticola del 1996, Kamikaze d’Oc­
cidente del 2003 e Stabat Mater, Premio
Strega 2009, e il più recente Le Cose Fonda­
mentali; ha scritto anche racconti, interventi
critici, poesie, radiodrammi. Per il teatro ha
pubblicato numerosi testi, da ultimo L’inseguitore nel 2008, messo in scena da Arturo
Cirillo. Nel 2007 ha vinto il premio speciale
Chi è di scena per il migliore adattamento
contemporaneo di Goldoni per la dramma­
turgia de L’ultima casa presentato in occa­
sione del 39. Festival Internazionale del Tea­
tro della Biennale, con la messa in scena di
Pantakin. Intensa è anche la sua attività performativa, fra le sue principali letture sceni­
che: Pop corn; Groppi d’amore nella scuraglia;
e il più recente I versi delle bestie.
Il monologo, è tratto dal copione di Paolo Puppa
Venire, a Venezia, edito da Bompiani, dove è
titolato Il geometra. Si immagina che un regista
americano di corti intervisti dodici abitanti veneziani, per un’inchiesta sull’acqua alta. E i
personaggi confessano allora la propria vita
quotidiana e il loro rapporto con casa e con gli
amori privati. Qui, un vecchio geometra, vedovo
e in pensione, sfoga la propria ossessione nei
riguardi del figlio che in luna di miele gli di­
sturba, nella camera accanto alla sua, i sonni
innocenti grazie a rumorosi amplessi.
Paolo Puppa, ordinario di Storia del teatro e
dello spettacolo alla Facoltà di Lingue e Letterature dell’Università di Venezia, ha insegnato e
diretto laboratori teatrali in università straniere
(Londra, Los Angeles, New York, Princeton,Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles). Dirige
la collana di drammaturgia “Il Metauro”. Ha pub­
blicato numerosi volumi di storia dello spettacolo,
monografie e saggi vari, tra cui studi su Piran­
dello, Ibsen, Fo, D’Annunzio, Svevo, Rolland,
Goldoni, Brook, Baseggio, Ferrero (di recente,
coeditor di History of the Italian Theatre per la
Cambridge University Press, e di Encyclopedy of
the Italian Literature per la Routdlege). Nel 2005,
per Einaudi ha curato l’edizione di The open door
di Peter Brook. Nel 2009 per Bulzoni ha coedito
Voci e anime, corpi e scritture, su Eleonora Duse
e sempre per Bulzoni nel 2010 La voce solitariamonologhi d’attore nella scena italiana tra vec­
chio e nuovo millennio. Come drammaturgo, ha
all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rap­
presentati anche all’estero, tra cui La collina di
Euridice (premio Pirandello ‘96) e Zio mio (premio
Bignami-Riccione ‘99). Si ricordano, in particolare
Famiglie di notte (Sellerio 2000) e Venire, a
Venezia (Bompiani 2004). Nel 2006 ha ottenuto
il premio come autore dall’Associazione critici
di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato.
Nel 2008 ha vinto il premio teatrale Campiglia
Marittima con Tim e Tom.
prove di drammaturgia
49
Fondazione Aida Giulietta [email protected]
Ailuros Doublethink [email protected]
Amistad Millimetri. Sensazioni di cose minime
[email protected]
Anagoor Rivelazione [email protected]
Artisti a Progetto Mele Ferrarini Telepasolini
[email protected]
Babilonia Teatri Pop star [email protected]
Gruppo Teatrale di Bagnoli di sopra
[email protected]
La Bottega delle fiabe Don Chisciotte
[email protected]
Francesca Botti Electroshow [email protected]
Colectivo tbt - Carichi Sospesi North b-East
[email protected]
Stefania Carlesso Il sole splende per te
[email protected]
Teatro a Sud Est ¡Que viva Frida! [email protected]
Codice a Curve Cave! [email protected]
Consortio Luce nera [email protected]
Marta Dalla Via Veneti Fair [email protected]
Diecimenodieci Questa non è una pipa
[email protected]
Dinamici Teatri The other side [email protected]
Ensemble Vicenza Teatro Oh! Scusa dormivi
[email protected]
Fagarazzi & Zuffellato Enimirc [email protected]
Farmacia Zoo:è La distanza [email protected]
Glossa Teatro / Pino Costalunga Il tesoro di Gianni
[email protected]
I Gotturni Gaber Mon Amour - il menestrello
delle coscienze [email protected]
Teatro Invisibile Di-pendenze [email protected]
Itineris Teatro Fra mezz’ora saremo affondati
[email protected]
Josephine Cre(A)zioni Comunque sia… bisogna
avere occhi [email protected]
Kairós Tempeste [email protected]
Teatro del Lemming Amleto
[email protected]
M.A.A.M. Teatro indipendenteTimone d’Atene
[email protected]
Mangopapayakiwi Teatro Living Room
[email protected]
Manonuda Teatro La dote della sposa
[email protected]
Nicoletta Maragno M’ama? [email protected]
Lorenzo Maragoni The very happy hour
[email protected]
MetaArte Vitae [email protected]
Vasco Mirandola E se fosse lieve [email protected]
MusaFragile N. - Voici l’Homme [email protected]
Noninerenti Mors.e [email protected]
Onda R Famiglie da legare [email protected]
Gruppo Ortelio Brucialo, grazie [email protected]
Pantakin Cirk [email protected]
50
Plumes dans la tête Insorta distesa
[email protected]
Punto in movimento triplo Amleto mortale
[email protected]
Flavio Pavan Casanova e la sua mamma
[email protected]
Antonio Panzuto Metamorfosi [email protected]
La Piccionaia – I Carrara Teatro Stabile di Innovazione
Ciranò e il suo invadente naso
[email protected]
Progetto Welcome! [email protected]
Caroline Pagani Hamletelia [email protected]
Questa Nave Lucia nel bosco con quelle cose lì
[email protected]
Teatrino della neve Bocca di rosa e il fannullone
[email protected]
Juri Roverato Sogno creativo [email protected]
Teatro Scientifico Andata/Ritorno/Andata
[email protected]
SPAZIOROSABERGAMO Il diario di Eva
[email protected]
Tam Teatromusica Annibale non l’ha mai fatto
[email protected]
Compagnia Teatrocontinuo Giganti – Viaggio in Utopia
[email protected]
Teatroasincrono La Cura [email protected]
Teatro Popolare di Ricerca - CUT Mio padre
[email protected]
Tib Teatro Galileo [email protected]
Teatro dei Vaganti La storia di Iqbal [email protected]
Theama Teatro L’anatra all’arancia
[email protected]
Compagnia Tre Punti Il cappotto
[email protected]
VeneziaInscena - Questa Nave
Il ragazzo dell’ultimo banco
[email protected]
Vitaliano Trevisan / Assurdo Teatro e Glossa Teatro
La Bancarotta o sia Mercante fallito
[email protected] [email protected]
Viva Opera Circus L’isola del tesoro
[email protected]
partecipanti al bando di sguardi
L’Associazione PPTV (Produttori
Professionali Teatrali Veneti)
nasce nel 2002 al fine di riunire
le strutture venete che si occupano
di produzione teatrale in maniera
professionale.
È costituita dai seguenti organismi teatrali:
Tam Teatromusica Padova
Tib Teatro Belluno
Teatro del Lemming Rovigo
Pantakin Venezia
Teatro Scientifico Verona
Viva Opera CIrcus Vallese di Oppeano
(Verona)
Ensemble Vicenza Sovizzo (Vicenza)
I nostri organismi teatrali operano
in situazioni in cui è riconoscibile
e riconosciuta (da uno o più Enti
territoriali: Comuni, Provincia, Regione
oltre che in molti casi, dal Ministero
per i Beni e le Attività Culturali)
un’attività legata ad uno o più settori
dell’innovazione teatrale (ricerca, teatro
ragazzi, nuova drammaturgia, teatro
sociale, teatro comunità, ecc.) interagente
anche con le altre arti sceniche (musica,
danza, ecc.) e altre discipline culturali.
La PPTV oggi intende costituirsi
come strumento non solo di tutela
e di valorizzazione delle esperienze
di teatro di innovazione presenti a livello
regionale, ma anche come strumento
di elaborazione di proposte utili al sistema
teatrale complessivo.
produttori professionali teatrali veneti
51
arrivederci