festival del teatro contemporaneo veneto PPTV Produttori Professionali Teatrali Veneti Comune di Padova Assessorato alla Cultura SGUARDI SGUARDI festival del teatro contemporaneo veneto padova 16 17 18 settembre 2010 numero zero numero zero Iniziativa regionale realizzata in attuazione della L.R. 14.1.2003 n.3 art. 22 festival del teatro contemporaneo veneto PTTV Produttori Professionali Teatrali Veneti Tam Teatromusica Padova Tib Teatro Belluno Teatro del Lemming Rovigo Pantakin Venezia Teatro Scientifico Verona Viva Opera CIrcus Vallese di Oppeano (Verona) Ensemble Vicenza Sovizzo (Vicenza) SGUARDI festival del teatro contemporaneo veneto numero zero direzione organizzativa Labros Mangheras comitato artistico Andrea Porcheddu (coordinatore) Massimo Munaro Daniela Nicosia Pierantonio Rizzato Cinzia Zanellato segreteria artistica Susanna Piccin direzione tecnica Davide Babolin edizioni Daniela Sacco immagine coordinata Sergio Brugiolo ufficio stampa Elena Casadoro 2 sguardi numero zero Nasce Sguardi Festival del Teatro Contemporaneo Veneto, con l’intento di tessere relazioni, incrociare visioni, promuovere il confronto tra le realtà produttive del nostro territorio e tra queste e gli operatori culturali, i critici, i teatri, gli artisti delle altre regioni italiane. Lo sguardo che rivolgiamo al teatro veneto è trasversale nella pluralità delle sue forme e dei suoi contenuti; e questo costituisce la ricchezza e la particolarità della proposta artistica del nostro Festival, nella convinzione che, attraverso le sue diverse sfaccettature, il teatro veneto meriti di essere riconsiderato e valorizzato nel sistema teatrale italiano ed europeo. Sguardi è dunque a un tempo un Festival e una vetrina, che coltiva l’obiettivo di diventare, nel tempo, una risorsa per la produzione teatrale veneta, mettendola in relazione con quella nazionale e internazionale. L’attuale crisi economica, che investe tutti i settori produttivi, riducendo i finanziamenti pubblici, in particolare nella cultura, richiede soluzioni innovative come in questo caso in cui i soci della PPTV hanno investito le proprie risorse in un progetto comune, rinunciando alla loro quota del finanziamento regionale per l’Associazione, per dar vita, dopo anni di silenzio, a questo primo Festival che testimonia non solo delle produzioni artistiche degli associati, ma delle tante voci del Teatro Contemporaneo Veneto. Festival–vetrina, iniziativa che si rende ancora più necessaria oggi, perché atta a favorire le possibilità di mercato per le strutture e gli artisti veneti che, ne siamo consapevoli, ge­ neralmente faticano ad ottenere una reale visibilità nel panorama teatrale. Per tutte queste ragioni il mio sincero ringraziamento va a tutti i soci della PPTV per l’im­ pegno profuso e la lungimiranza dello sguardo, e soprattutto alla Regione del Veneto, per aver creduto fin dall’inizio in questo progetto, favorendone la realizzazione non solo con un sostegno economico, ma anche attraverso la condivisione delle sue finalità. Un grazie anche al Comune di Padova che ospita nei suoi teatri gli spettacoli di Sguardi e allo Stabile del Veneto, per la collaborazione riservataci, con l’augurio, che per il prossimo Festival, essa possa tradursi in una progettualità comune a favore del teatro veneto. Un grazie a tutto il comitato artistico, presieduto da Andrea Porcheddu, che per diversi mesi ci ha accompagnato misurandosi nel non facile compito di operare delle scelte. La multiformità del teatro veneto non è sempre facile da intercettare, noi abbiamo desiderato farlo, individuando nelle scelte artistiche di merito un segno distintivo del nostro Festival. Un grazie infine a tutte le compagnie e gli artisti presenti, con l’augurio che per tutti, gio­ vani e meno giovani, il Festival possa donare loro nuovi sguardi e nuove energie. Labros Mangheras Presidente PPTV Produttori Professionali Teatrali Veneti labros mangheras 3 La tradizione del teatro veneto sia professionale che amatoriale è fortemente radicata nella cultura del nostro territorio e risale a lontane origini che si ripetono oggi in una scena contemporanea estremamente vivace e propositiva. Ed è proprio di questa vivacità che Sguardi vuole essere il testimone, una vetrina di talenti per le qualità artistiche e per il livello culturale della proposta. Il sostegno e la presenza della Regione a questa iniziativa vogliono pertanto essere la con­ ferma della responsabilità di una Amministrazione che è consapevole delle trasformazioni e dei processi di crescita che il sistema dello spettacolo del Veneto ha avviato e che è in prima fila nel promuovere, sostenere e valorizzare il teatro contemporaneo Veneto. On. Marino Zorzato Vice Presidente – Assessore alla Cultura Regione del Veneto La partecipazione regionale a Sguardi, Festival del Teatro Contemporaneo Veneto nell’am­ bito della legge che sostiene progetti di valorizzazione della cultura e dell’identità veneta, ha sicuramente un significato particolare. La scelta è stata determinata dalla consapevolezza che la cultura e la tradizione veneta si ra­ dica fortemente nel tessuto regionale in quanto espressione che nasce nel e dal territorio. In tal senso il teatro veneto rappresenta linfa vitale sia per il suo valore culturale sia per­ ché è testimone di una realtà espressiva che spesso è strettamente connessa alle altre identità anche sotto il profilo linguistico. La cultura della nostra Regione è una cultura di tradizioni, è la storia di un popolo spesso rappresentato anche nelle sue più intime peculiarità e di questa rappresentazione il teatro ne è una delle massime espressioni. È un progetto di ampio respiro questo Festival del Teatro Contemporaneo Veneto, Sguardi, fortemente voluto dalla Regione del Veneto, promosso e organizzato dall’Associazione dei Produttori Professionali Teatrali Veneti (PPTV), nella consapevolezza che proprio in un momento storico di crisi profonda della cultura, come quello che stiamo attraversando, sia quanto mai necessario il rilancio del valore dell’innovazione e lo stimolo alla crescita delle nuove realtà emergenti. È quindi con grande interesse che la nostra amministrazione ha accolto la proposta di rea­ lizzare a Padova il numero zero del Festival, una ricca kermesse di eventi e una vetrina in grado di valorizzare efficacemente il teatro di eccellenza prodotto nel nostro territorio. Un Festival che nel futuro si propone come rassegna annuale che si sposterà con modalità itinerante in altre città venete, con l’intento di diventare punto di riferimento nazionale e luogo di confronto per artisti, produttori e operatori del settore, nonché per il pubblico e la critica. La sfida dunque parte da Padova, dove lo scorso giugno ha avuto luogo, sempre a cura di PPTV, il convegno sulle Residenze Teatrali nel Veneto, altro tema di grande attualità nel panorama nazionale. La nostra città si mette “in scena” nelle giornate del 16, 17 e 18 settembre, ospitando il Fe­ stival nelle diverse sedi teatrali, pubbliche e private, come il Teatro Verdi, il Teatro delle Maddalene, il Cinema Teatro MPX, il Cinema Lux, il Teatro Studio, in un lungo e appassionato happening del miglior teatro professionale del nostro territorio, dalle compagnie storiche a quelle emergenti, per uno sguardo complessivo sul Veneto che produce esiti artistici di assoluto rilievo e qualità. Andrea Colasio Assessore ai musei, alle politiche culturali allo spettacolo e al castello Carraresi Comune di Padova Daniele Stival Assessore regionale all’Identità Veneta 4 marino zorzato - daniele stival andrea colasio 5 Sguardi #0. Numero zero, anno zero Inizia così, forse un po’ in sordina ma con molta determinazione, una nuova avventura. L’obiettivo è chiaro: fare il punto – tutto teatrale, si intende – in una realtà in costante movimento, in flagrante crescita. Confrontarci, insomma, con la dialettica continua tra una visione standardizzata (e ormai banalizzata) del nordest imprenditoriale e razzi­ stello e una vivacissima vita teatrale. Sembra proprio, infatti, che il teatro sia una risposta concreta, un anticorpo attivo alle derive più superficiali e diffuse che considerano il Veneto terra di capannoni industriali e di ottusi capitalisti. Certo: esiste quel Veneto. Ma il teatro – nelle sue forme consoli­ date o emergenti – è una franca e immediata contromisura, un controcanto attivo, ca­ pace di parlare e mostrare vie d’uscita. Allora ecco il Festival-vetrina Sguardi. Sguardi si affianca al lavoro egregio svolto da tempo da realtà consolidate, da teatri e festival che operano costantemente per la crescita e la diffusione di una cultura, non solo teatrale, che pensa a un presente vivibile e a un futuro possibile. Nasce dalla pro­ posta di un consorzio di produttori teatrali: e volentieri ho accettato l’invito di coordi­ nare il comitato artistico che aveva il compito di “selezionare” tra le tante domande pervenute. Compito non facile: avremmo voluto avere molti più spazi a disposizione nel palinsesto del numero Zero di questa manifestazione. Ma siamo certi che il numero Uno, che si ipotizza ad aprile nella città-simbolo di Venezia, avrà altrettante (e forse più) domande e potrà presentare nuove e diverse proposte. Per questa edizione di Sguardi #0 abbiamo cercato – d’accordo con Cinzia Zanellato, Daniela Nicosia, Pierantonio Rizzato, Massimo Munaro, e con la preziosa assistenza di Susanna Piccin – di fornire una prospettiva ampia, sfaccettata per codici e stili. Quel che ne emerge è un panorama variegato, vivacissimo, con punte eccellenti. Le poetiche – come è giusto che sia – sono le più diverse: da un teatro di impianto e canone tradi­ zionale, a tensioni più estreme e performative, passando per suggestioni di teatrodanza o di nuove drammaturgie. Il Veneto dei Teatri è intrigante proprio perché complexio oppositorum: c’è di tutto, e con gusto si spazia dal concettuale astratto di Silvia Costa, al teatro rap dei Babilonia; dal teatro circo di Pantakin alla commedia dell’arte rivisitata in salsa balcanica da Pic­ cionaia; dal lavoro d’attore di VeneziaInscena o TibTeatro al teatro poesia di Vasco Mirandola... Sono solo alcuni nomi, alcuni esempi di un territorio che potrebbe avere, oggi, il ruolo che ha avuto la Romagna cosiddetta Felix negli anni Novanta: una terra in cui far con­ vivere tradizione e ricerca, aprendo a sperimentazioni anche estreme, ma con la pos­ sibilità di disegnare nuove mappe, nuove geografie, e forse – attraverso il teatro – nuove società. 6 Per quel che riguarda la selezione, Sguardi #0 è dunque una vetrina, un’ipotesi, una proposta possibile. Abbiamo preferito lasciar crescere e maturare alcune giovani realtà sicuramente interessanti e promettenti, dando loro appuntamento all’edizione 2011. Poi abbiamo cercato di dar spazio alle strutture e agli artisti che da tempo operano nel ter­ ritorio, ma che non godono ancora di visibilità nazionale e internazionale. Nella vastità della proposta (degna di un festival nazionale di medie dimensioni), si in­ contrano davvero mondi, linguaggi, tipi lontanissimi: non tutto è condivisibile, non tutto è capolavoro. La commissione ha discusso a lungo, sono entrati in gioco elementi di va­ lutazione diversi, criteri non solo artistici. Ma il risultato finale, nel suo complesso, mi sembra davvero soddisfacente. Attendiamo, dunque, operatori, studiosi, critici e spettatori e li invitiamo a un confronto e a una riflessione. Sguardi è una fullimmersion nel teatro del Veneto, in questi anni Dieci del nuovo secolo: per provare a capire assieme cosa sta succedendo in questa regione. Andrea Porcheddu coordinatore artistico andrea porcheddu 7 giovedì 16 settembre 2010 ore 10.00 Teatro Studio SGUARDI festival del teatro contemporaneo veneto padova 16 17 18 settembre 2010 numero zero Sogno creativo Juri Roverato [pp.12-13] ore 11.00 Teatro Studio Il ragazzo dell’ultimo banco venerdì 17 settembre 2010 Ciranò e il suo invadente naso L’isola del tesoro Viva Opera CIrcus [pp.36-37] La storia di Iqbal ore 11.30 Teatro Studio Teatro dei Vaganti [pp.24-25] Insorta distesa ore 11.30 Cinema Teatro MPX Plumes dans la tête [pp.38-39] Rivelazione ore 15.00 Cinema Teatro MPX Anagoor [pp.26-27] Pop star ore 15.00 Teatro Studio Babilonia Teatri [pp.40-41] La Piccionaia - I Carrara [pp.16-17] Andata/Ritorno/Andata Teatro Scientifico [pp.28-29] ore 16.30 Cinema Lux ore 17.00 Cinema Lux Giulietta ore 16.30 Cinema Lux Colectivo tbt - Carichi Sospesi [pp.42-43] Fondazione AIDA [pp.18-19] Veneti Fair Marta Dalla Via [pp.30-31] ore 18.00 Teatro delle Maddalene ore 19.00 Teatro delle Maddalene Annibale non l’ha mai fatto Tam Teatromusica [pp.20-21] North b-East E se fosse lieve ore 19.00 Teatro delle Maddalene Vasco Mirandola [pp.44-45] Amleto ore 21.00 Teatro delle Maddalene Teatro del Lemming [pp.32-33] ore 21.00 Teatro Verdi ore 21.00 Teatro Verdi Cirk Galileo La Bancarotta o sia Mercante fallito Tib Teatro [pp.34-35] Vitaliano Trevisan [pp.46-47] PROVE DI DRAMMATURGIA - PROGETTO SPECIALE ore 22.30 Teatro Verdi ore 22.30 Teatro Verdi ore 22.30 Teatro delle Maddalene Ikea Orario L’infinito Il vecchio Stefano Pantakin [pp.22-23] Maria Conte PROVE DI DRAMMATURGIA 8 ore 10.00 Cinema Lux ore 10.00 Cinema Lux VeneziaInscena - Questa Nave [pp.14-15] ore 15.00 Cinema Teatro MPX sabato 18 settembre 2010 Paolo Puppa Tiziano Scarpa [p.48] PROVE DI DRAMMATURGIA [p.49] PROVE DI DRAMMATURGIA [p.49] calendario 9 informazioni come arrivare [email protected] 049 654669 e 049 656692 dal lunedì al venerdì 9.00 - 13.00 TEATRO DELLE MADDALENE via San Giovanni di Verdara 40 autobus 9, 11 fermata via Beato Pellegrino TEATRO VERDI ufficio stampa via dei Livello 32 autobus 5, 6 (per via Sorio), 10, minibus Diretto Piazze Elena Casadoro 334 8602488 [email protected] TEATRO STUDIO (TPR) biglietteria CINEMA TEATRO MPX i biglietti sono in vendita nelle biglietterie degli spazi del Festival, a partire da mezz’ora prima dell’inizio degli spettacoli via Sorio 116 autobus 6, 12, M, Diretto Duomo via Bonporti, 22 autobus Diretto Duomo, Diretto piazze oppure 5, 6, 10 CINEMA LUX biglietti singolo spettacolo unico 5.00 euro ridotto 2.00 euro per chi esibisce un biglietto già acquistato nella stessa giornata via Felice Cavallotti 9 tram per capolinea Sud Guizza, fermata Santa Croce autobus 22, 24 la linea 41 sostituisce nei giorni festivi le linee 6 e 16 la linea 42 sostituisce nei giorni festivi le linee 5 e 9 [si ringrazia il circolo The Last Tycoon www.tycoon.pd.it] 10 informazioni, biglietteria come arrivare 11 di e con Juri Roverato regia e coreografia Juri Roverato durata 25 minuti, 24 minuti e 19 secondi Teatro Studio giovedì 16 settembre 2010 ore 10.00 12 Juri Roverato è danzatore e insegnante di Danceability, è laureato in filosofia, è affetto da tetraparesi spastica grave. Ha praticato arti marziali, Danceability, Contact Improv­ visation e tecniche affini. Docente di Dan­ ceability dal 2001, inizia ad insegnare a bam­ bini ed adulti in Italia e all’estero, da solo o in collaborazione con altri. Danza …sull’Am­ mmore…, con Il Cortile, Uscita di sicurezza e Un giorno perfetto, con l’Ottavo Giorno. Dal 2005 al 2009 collabora con Laura Scudella con cui tiene corsi e danza L’incontro. Nel 2006 ha partecipato alla Cerimonia di Aper­ tura delle Paraolimpiadi invernali. Nel 2007 partecipa a Ninfee al Filarmonico di Verona con Luciana Savignano e coreografia di Su­ sanna Beltrami. Dal 2008 al 2009 lavora con la Socìetas Raffaello Sanzio in Divina Com­ media - Purgatorio, con debutto al Festival d’Avignone e successiva tournée mondiale. Dal 2007 partecipa a convegni e tiene lezioni presso l’Università di Padova. juri roverato foto Roberto Casotto Sogno creativo La Creazione è uno dei grandi ed eterni mi­ steri, presente in ogni cultura umana, in ogni tempo, in ogni luogo. “Da dove veniamo? Chi siamo? Dove andiamo?”: sono domande che l’uomo si è sempre fatto, probabilmente da quando ha avuto una qualche consapevolezza di esistere, e che si farà sempre. Spesso ha risposto alle proprie domande con miti, con la religione, con la scienza, ma ciò che lo ha contraddistinto è sempre stato il fatto che non ha mai smesso di cercare, d’interrogarsi, né tanto meno di darsi delle spiegazioni che di volta in volta lo rassicuravano. Ogni risposta, probabilmente, ha una parte di verità; se si uniscono più risposte, si può avere la speranza di aprirsi a nuovi orizzonti e trovare nuove strade. Prendere spunto da tradizioni completamente diverse tra loro permette di dare a tutti molteplici chiavi di lettura, senza escludere nessuno. Non si ha la pretesa di mettere in scena la Creazione di per sé, ma è una sorta di Crea­ zione della vita stessa dell’autore del pezzo, prendendo spunto dallo studio di vari miti di molti popoli diversi, provenienti da luoghi e tempi completamente diversi fra loro, ma che hanno in comune la ricerca per un fan­ tastico mistero quale è e sempre sarà la Creazione. Juri Roverato 13 di Juan Mayorga con Adriano Iurissevich, Francesca D’Este, Francesca Bindelli, Giulio Canestrelli, Alessio Bobbo, Mario Pola luci Alessandro Scarpa scenografia e costumi Gaia Dolcetta foto di scena Tommaso Saccarola assistente regia Alessio Nardin regia Adriano Iurissevich produzione VeneziaInscena - Questa Nave con il contributo di Comune di Venezia Attività e Produzioni Culturali, Spettacolo, Sistema Bibliotecario, Ministero Spagnolo di Cultura, Regione Veneto. durata 1 ora e 50 minuti Teatro Studio giovedì 16 settembre 2010 ore 11.00 14 Dal 1999 come centro di formazione e dal 2005 come compagnia, VeneziaInscena de­ dica particolare attenzione alla ricerca e pro­ duzione della Commedia dell’Arte con corsi e spettacoli in Italia e in vari festival europei. Nel 2007 co-fonda l’Accademia Teatrale Ve­ neta, nel 2008 si apre alla drammaturgia contemporanea con produzioni rassegne e convegni a carattere internazionale con il sostegno di istituzioni locali ed europee e la partecipazione di studiosi e artisti di livello internazionale. La direzione artistica è affi­ data a Adriano Iurissevich. www.veneziainscena.com La Compagnia Questa Nave viene fondata da Francesca D’Este e Antonino Varvarà nel 1990 a Marghera. Dapprima solo nel Teatrino di Via Pasini, e poi anche al Teatro Aurora di Marghera, la Compagnia inizia un lavoro di diffusione della cultura delle arti sceniche contemporanee che la vede impegnata su più fronti: le produzioni (tra le ultime, ricor­ diamo Curva Sud, Flatlandia, Mare Mio e Lucia nel bosco con quelle cose lì), la formazione (è tra i soci fondatori dell’Accademia Teatrale Veneta di Venezia), l’organizzazione di eventi culturali (Stagione di Teatro Contemporaneo del Teatro Aurora). www.questanave.com veneziainscena – questa nave foto Tommaso Saccarola Il ragazzo dell’ultimo banco Juan Mayorga, l’autore contemporaneo spa­ gnolo più rappresentato in patria e all’estero, vive in Italia un momento di grande interesse (premio UBU 2007). Ne Il ragazzo dell’ultimo banco amalgama magistralmente elementi di dura e penetrante critica sociale a istanze di ricerca formale (elisione temporale, compe­ netrazione di piano narrativo e azione, compresenza di spazialità diverse, lingua parlata realista e forma astratta) senza mai perdere la leggerezza dell’ironia e il gusto della bat­ tuta caustica. Una tensione costante anima la scena, i personaggi si snodano in comples­ sità shakespeariane e il pubblico è costante­ mente richiamato a colmare i vuoti, spinto a raccordare in sequenze narrative i fili di­ sgiunti dell’azione. Due sono gli assi lungo cui questo gioco si sviluppa: da una parte la cooperazione autore-lettore che si stabilisce tra Claudio, liceale particolarmente portato per la scrittura, e Giordano, suo professore; dall’altra il nesso autore-personaggio che se­ gna il rapporto tra Claudio e il compagno di classe Massimiliano, la cui vita privata – agiata e all’insegna della ricchezza, al con­ trario di quella di Claudio – diviene spunto e incentivo dell’immaginario del primo. Nei temi che via via gli vengono assegnati in classe Claudio descrive infatti le visite a casa di Massimiliano, con uno stile volutamente in bilico tra il cronachistico e il fantastico. Adriano Iurissevich 15 Ciranò e il suo invadente naso liberamente tratto da Cyrano de Bergerac di Edmond Rostand con Marco Artusi, Evarossella Biolo, Matteo Cremon, Gianluigi (Igi) Meggiorin, Beatrice Niero drammaturgia e regia Ketti Grunchi consulenza artistica Carlo Presotto e Maril Van Den Broeck durata 1 ora e 20 minuti Cinema Teatro MPX giovedì 16 settembre 2010 ore 15.00 16 Ciranò ha il naso di un clown e l’animo di un poeta. Imprudente in amore come in guerra, ama la poesia e le parole, e con quelle com­ batte, fino alla morte. È un funambolo del verso, si batte per testimoniare la vera, pro­ fonda libertà della poesia. Ciranò non ha pau­ ra ad affrontare i ricchi, i potenti, gli egoisti, i mentitori… e la stupidità. È puro come lo sono i bambini, o i grandi con il cuore rimasto bambino. Per questo raccontiamo la storia di Cyrano con le parole del bambino più vec­ chio del mondo: il clown, il trickster, il luna­ tico che da centinaia di anni ha il cuore gonfio di poesia e di stupore, ardore e amori im­ possibili. Come Cyrano è un cavaliere corag­ gioso, cade, si rialza, tenta imprese impossi­ bili, si arroventa di collera o si innamora perdutamente nel giro di pochi secondi. E da tempo immemore nasconde dietro il suo grande naso piccole e grandi bugie. Dopo la felice esperienza di Sogno di una notte di mezza estate, un gruppo di 5 attori di poliedrica esperienza, guidati da Ketti Grunchi e Carlo Presotto presentano una sto­ ria delicata, dai tratti comici e allo stesso tempo profondi. Uno spettacolo ricco di ener­ gia, poesia. Un teatro ingenuo che intende rivolgersi a un pubblico molto vasto, etero­ geneo e composito. Amore, poesia, diversità, passione per la libertà. La piccionaia - I Carrara in più di 30 anni di attività ha vissuto varie trasformazioni, ri­ manendo fedele alla pratica di un teatro che muta insieme ai suoi spettatori. La forma attuale è quella di una rete di artisti, tecnici e organizzatori che agisce con diverse compagnie di produzione teatrale e sviluppa i propri progetti di gestione su diversi teatri del Veneto. Una sempre maggiore importanza ha rivestito negli anni la scelta di una dedica particolare, quella rivolta alle giovani gene­ razioni, nella convinzione che il teatro trova alimento nel continuo esercizio di disegnare il futuro nel presente. La coscienza e il ri­ spetto delle radici saldamente affondate nel teatro popolare si manifestano oggi nella cura per un lavoro d’arte e di artigianato insieme. Artisti fondatori come Titino e Armando Car­ rara oggi sviluppano i loro percorsi da solisti, in collaborazione con prestigiose figure del teatro e della cultura italiana. Carlo Presotto e Ketti Grunchi hanno raccolto il testimone e si sono posti già l’obiettivo di passarlo ai gio­ vani attori, che stanno crescendo in una delle case ospitali del teatro italiano. www.piccionaia.it la piccionaia - i carrara 17 Giulietta da Federico Fellini adattamento Monica Ceccardi e Lorenzo Bassotto con Monica Ceccardi regia Lorenzo Bassotto scene Gino Copelli, realizzate da Guglielmo Avesani e Roberto Macchi costumi Sonia Mirandola elaborazioni ed effetti audio Stefano Papetti registrazioni di Giancarlo dalla Chiara tecnico audio luci Claudio Modugno foto e grafica Barbara Rigon produzione Fondazione Aida – Teatro Stabile di Innovazione di Verona con il contributo di Regione del Veneto durata 1 ora e 15 minuti Cinema Lux giovedì 16 settembre 2010 ore 17.00 18 Giulietta di Federico Fellini è l’idea-soggetto scritta in forma di monologo di quello che nel 1965 diventerà il film Giulietta degli spiriti. Giulietta è una bambina in un corpo di donna, sposata con l’unico uomo che abbia mai amato. Il suo mondo inizia a crollare a seguito del tradimento del marito, e da quel momento si riaccendono in lei voci, spiriti, espressioni dei suoi più veri desideri e delle sue più segrete paure. È assediata, in bilico tra sogno e veglia, tra normalità e follia, tra menzogna e verità, ed è chiamata a vivere una battaglia contro e con i suoi spiriti, per poter rinascere più forte e cosciente di sé. Nella danza macabra della sua vita, Giulietta diviene la sua stessa maschera. I suoi occhi os­ servano con urgenza lo spettatore, interrogano il limite del palcoscenico, luogo intimamente contraddittorio nel quale una cosa è e al tempo stesso non è, nel quale la vita e l’arte entrano in risonanza riflettendosi nel silenzio di parole che sono, ancora e sempre, di là da venire. Fondazione Aida, nata a Verona nel 1983, nel 1987 ottiene dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali il riconoscimento di teatro stabile di innovazione per ragazzi e nel 1996 si costituisce come Fondazione privata. Ha ospitato le principali compagnie italiane per ragazzi e molti testimoni del teatro contemporaneo. Organizza corsi e laboratori teatrali con il riconoscimento del Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca; un progetto speciale è quello del “Laboratorio Teatrale Universitario”, realizzato in convenzione con l’Università di Verona. Nel 2000 avvia una stretta collaborazione con il Teatrino dei Fondi di San Miniato, assieme al quale dà avvio alla nuova vita della casa editrice specializzata in teatro Titivillus; inaugura un Centro di Scrittura Drammaturgica e il Festival della Fotografia di Spettacolo “Occhi di Scena”. Con il Centro Po­ lifunzionale Don Calabria e l’ULSS 20 – Settore Sociale di Verona, ha realizzato “Diversamente in scena”, progetto che coinvolge persone con disabilità. Dal 2003 è diventata un centro di formazione professionale accreditato dalla Re­ gione del Veneto. Aderisce ai principali network europei del settore come EUnetART e Assitej e ha promosso importanti progetti come “Leonardo Da Vinci” vinto nel 2004 e “Maratona Letteraria Europea” del 2007. Nel 2006 ha realizzato a New York City in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura un progetto su Beni Montresor con la mostra From Color to light e lo spettacolo House of Flowers, House of Stars. Sempre a New York nel 2007 ha ideato e promosso la rassegna teatrale, musicale e cinematografica Pier Paolo Pasolini-Poet of Ashes. È partner italiano nel progetto internazionale “ReconArt Reconciliation through Art: Perceptions of Hijab”, co-finanziato dalla Commisione Europea all’interno del Programma di Cultura 2007-2013 “Crossing Borders-Connecting Cultures”. www.f-aida.it fondazione aida 19 di Maria Cinzia Zanellato e Andrea Pennacchi con Farid Kessaci, Andrea Pennacchi, Claudia Fabris video di scena Raffaella Rivi luci e suono Alessandro Martinello organizzazione Paola Valente realizzato con il contributo di Assessorato Politiche Sociali Regione Veneto progetto Tam Teatrocarcere N.C.P. Due Palazzi Padova durata 1 ora Teatro delle Maddalene giovedì 16 settembre 2010 ore 19.00 20 Tam Teatromusica è compagnia teatrale di produzione e di progetto nata nel 1980 e ri­ conosciuta dal Ministero per i Beni e le Atti­ vità Culturali. Si esprime nell’area della ri­ cerca e sperimentazione sui linguaggi visivi e musicali. Realizza produzioni teatrali rivolte sia all’area dell’infanzia che del teatro con­ temporaneo. Sperimenta la propria poetica anche in ambiti di diversità, tra cui il progetto Teatro Carcere, laboratorio permanente rea­ lizzato dal 1995 con un gruppo di detenuti del Carcere Due Palazzi di Padova. Collabora dal 1999 al 2004 con l’Ente Teatrale Italiano e il Ministero di Grazia e Giustizia al progetto di formazione per giovani dell’area del disa­ gio. Nel 2000 crea Atti Minori, nucleo di gio­ vani attori e musicisti di diversa provenienza geografica e sociale con i quali approfondisce il rapporto tra immagine e suono. www.tamteatromusica.it tam teatromusica foto Andrea Cravotta Annibale non l’ha mai fatto Annibale non l’ha mai fatto nasce dal progetto di Tam Teatromusica presso il carcere Due Palazzi di Padova. Lo spettacolo racconta del cartaginese che, 37 nonni fa, intraprese il viaggio verso l’Italia che sarebbe entrato nella leggenda. Seguito da ventimila uomini, non percorse la via del mare, la più breve, ma passò per la Spagna, attraversò le Alpi con 37 elefanti ed entrò in Italia, dove i Celti della Padania lo accolsero a braccia aperte. È una storia come tante; ma per noi è inte­ ressante chi questa storia la porta con sé: la narrazione di Annibale è affidata a un attore detenuto migrante. Farid ha sostenuto il passo portando corrispondenze e verità tra la migrazione storica di uomini e animali dell’esercito di Annibale, e la sua storia di migrante algerino/cartaginese contempora­ neo. Come i mahouts degli elefanti di Anni­ bale, Farid è protagonista, suo malgrado, di un movimento storico. Nell’era del testimone oggettivo, freddo redattore a distanza, il nar­ ratore detenuto è il testimone interno della materia umana su cui poggia la Storia. 21 Cirk con Emmanuelle Annoni, Giovanna Bolzan, Emanuele Pasqualini, Benoit Roland, Francesco Caspani musiche originali di Andrea Mazzacavallo scenografie e costumi di Licia Lucchese luci Enrico Maso / Enrico Fabris fonica di Alessandro D’Ambrosi / Angelo Giordano assistente alla regia Marianna Fernetich responsabile di produzione Carlotta Vinanti direzione generale Aldo Giuponi produzione Pantakin da Venezia, Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Comune di Venezia – Assessorato alla Produzione Culturale, PPTV (Produttori Professionali Teatrali Veneti), Regione del Veneto durata 1 ora e 10 minuti si ringraziano CEDAC (Centro Educativo di Documentazione delle Arti Circensi) di Verona, Scuola di Formazione Arti Circensi Flic di Torino Teatro Verdi giovedì 16 settembre 2010 ore 21.00 22 Dopo la fortunata esperienza nell’ambito del progetto “Arcipelago Circo Teatro”, che ha esplorato le potenzialità del teatro acroba­ tico, di figura e di piazza, Pantakin prosegue il suo percorso di ricerca nell’ambito del Nou­ veau Cirque con una nuova produzione. A di­ rigere questo spettacolo è stato chiamato il regista olandese Ted Keijser. Con lui un cast di attori e artisti circensi di diversa naziona­ lità (Italia, Belgio e Svizzera). Al centro di questa ricerca è la figura del clown che di­ venta trait d’union tra la spettacolarità del circo e la poesia del teatro. Lo spettacolo narra la storia di un piccolo circo alla dispe­ rata ricerca di stupire il suo pubblico con nu­ meri strabilianti che possono vivere però solo grazie alla fantasia degli spettatori, guidati dalla forza evocativa della musica. Cinque gli attori in pista, cinque personaggi con carat­ teri e abilità differenti, che vivono e fanno vivere in scena la fantasia dell’immaginifico, per poi ritrovarsi semplicemente a fare i conti con le piccole grandi difficoltà del vivere quo­ tidiano. La pertica cinese, la giocoleria, l’acrobatica e la clownerie trasformano un banale litigio in una rissa acrobatica, una di­ chiarazione d’amore in un’esplosione di fuo­ chi artificiali. Perché cos’è la vita?! Nient’al­ tro che una tragedia tutta da ridere! Pantakin da Venezia nata nel 1995 per dedi­ carsi alla ricerca della commedia dell’arte e alla realizzazione di eventi legati al territorio, nel 1998 inizia la collaborazione con il regista e scenografo Marcello Chiarenza che apre la ricerca sul teatro figurativo. Nel 2000 si de­ dica al genere del Circo Contemporaneo con il progetto “Arcipelago Circo Teatro” guidato assieme ad Alessandro Serena. Punto di par­ tenza è uno studio degli stili espressivi proprio delle arti popolari rivisitate, amalgamate e indirizzate al Circo Contemporaneo. Il progetto collabora con la Biennale di Venezia e con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Ve­ nezia per la coproduzione Visioni, che sfocia nello spettacolo Ombra di luna, prodotto nel 2001. È del 2003 lo spettacolo di teatro acro­ batico africano Creature che, sostenuto dalla Comunità Europea, l’Istituto Italiano di Cultura di Nairobi, l’Ambasciata Olandese a Nairobi e l’Associazione Sarakasi Trust, è in tournée in Italia ed Europa dal 2004 al 2007. È del 2006 la produzione di teatro acrobatico caraibico Tesoro che, in tournée in Europa per due anni, è segnalato fra i migliori spettacoli alla Fiera del Teatro di Tàrrega in Spagna. A Venezia nel 2001, 2002, 2004, 2006 e 2007 la Compagnia dà vita al progetto Il circo in città, presentando le proprie produzioni e ospitando artisti di fama internazionale. I risultati ottenuti du­ rante questi sette anni di lavoro hanno portato Pantakin a strutturare una vera e propria se­ zione dedicata al Circo Teatro negli ambiti della produzione e distribuzione di spettacoli e nell’ideazione e realizzazione di eventi. www.pantakin.it pantakin 23 La storia di Iqbal liberamente tratto dal romanzo di Francesco d’Adamo drammaturgia e regia di Giovanni Signori con Mariella Soggia e Chiara Tietto durata 55 minuti Cinema Lux venerdì 17 settembre 2010 ore 10.00 24 Iqbal Masih all’età di 5 anni viene ceduto a un fabbricante di tappeti in cambio di pochi dollari. Potrebbe questo, essere l’inizio di una schiavitù senza fine, ma un giorno Iqbal incontra gli attivisti del Fronte di Liberazione dal lavoro minorile, e per la prima volta sco­ pre di avere dei diritti; decide quindi di rac­ contare la sua storia e il suo discorso fa scal­ pore e viene pubblicato da alcuni giornali locali. Iqbal incontra Eshan Ullah Khan leader del Fronte di Liberazione e sua guida e di­ venta simbolo e portavoce del dramma dei bambini lavoratori. Da grande avrebbe voluto fare l’avvocato per aiutare i bambini lavora­ tori a liberarsi dalle catene che anche lui aveva conosciuto. Ma la storia della sua li­ bertà è breve. Il 16 aprile del 1995 gli sparano a bruciapelo mentre corre in bicicletta nella sua città natale, “Un complotto della mafia dei tappeti ” dirà Eshan Ullah Khan. Non è questa una storia facile da raccontare: denuncia il dramma del lavoro minorile che coinvolge milioni di bambini. Perché quindi raccontarla ai nostri ragazzi? Noi pensiamo che anche loro abbiano il diritto, il dovere, di sapere. Lo spettacolo, affidato alla recita­ zione di due attrici, non si sottrae alla de­ nuncia e si rivolge a un pubblico che copre una fascia di età tra gli 8 e i 12 anni, corri­ spondente più o meno all’età che hanno i bambini di cui raccontiamo. Giovanni Signori Fondata a Verona nel 1990 da Giovanni Signori e Mariella Soggia, la Compagnia Teatro dei Vaganti decide di occuparsi fin da subito di infanzia e gioventù, con produzioni che in­ dagano l’universo della fiaba e della narrativa per ragazzi, impegnandola in tournée italiane ed estere. Dal 2000 la Compagnia si dedica a una forma di Teatro Etico per i Ragazzi che si affianca alle più tradizionali produzioni le­ gate alla fiaba. La prima produzione di questo nuovo capitolo è una rivisitazione di Pelle d’Asino di Perrault, un tentativo di affrontare il tema della violenza sui minori all’interno della famiglia; con La Storia di Iqbal viene affrontato il tema della schiavitù minorile. Radicata sul territorio di appartenenza con progetti sui temi della Legalità e della Pace la compagnia conduce laboratori all’interno di scuole elementari e medie. All’inizio del 2010 è coinvolta nell’istituzione della nuova associazione DIM Teatro Aperto con lo spe­ cifico impegno di gestire in convenzione con il Comune di Castelnuovo del Garda il mo­ derno teatro comunale. www.teatrodeivaganti.it teatro dei vaganti 25 Rivelazione Sette meditazioni intorno a Giorgione con Paola Dallan e Marco Menegoni regia Simone Derai drammaturgia Laura Curino, Simone Derai, Maria Grazia Tonon video Simone Derai, Moreno Callegari durata 1 ora e 10 minuti Cinema Teatro MPX venerdì 17 settembre 2010 ore 11.30 26 Giorgione è una delle figure più enigmatiche della storia dell’arte. Metterlo a fuoco è come osservare la costellazione delle Pleiadi, le sette sorelle: riesce meglio se non si fissano direttamente. Anagoor cerca di narrare Gior­ gione attraverso gli occhi di chi lo frequenta fin dall’infanzia, sovrapponendolo alle imma­ gini del quotidiano, e Laura Curino che lo ri­ vela per storie concentriche all’ospite stu­ pefatto: “Nei giorni di residenza sono stata lì per insegnare loro l’arte del narrare. Loro erano lì per insegnarmi l’artista Giorgione. Anche al tempo di Giorgione, l’antica bottega, il laboratorio degli artisti generava così il sa­ pere: nel lavoro, nello studio e nello scam­ bio”. In questa sorta di lezione d’arte, sono raccontati l’artista, il suo tempo, il respiro delle opere, il clima che le pervade. Rivela­ zione è la condivisione sincera di una ricerca e un ponte verso altre opere, di pari passo alla mostra dedicata a Giorgione nel V Cen­ tenario della scomparsa. “Volgiamo insieme lo sguardo verso le sette stelle di una ideale costellazione Giorgione. Per ciascun astro vi proponiamo una medi­ tazione. Silenzio, natura umana, desiderio, giustizia, fede, diluvio e tempo sono i temi che nutrono le sette contemplazioni di al­ trettante opere di Giorgione: la Pala, i ritratti, la Venere Dormiente, la Giuditta, i Tre Filosofi, la Tempesta, il Fregio. Alla Pala e al Fregio il compito di aprire e chiudere il cerchio di que­ sto piccolo e prezioso firmamento”. Anagoor Anagoor, nato a Castelfranco Veneto nel 2000, ha raccolto nel tempo, attorno alle figure di Simone Derai e Paola Dallan, quelle di Anna Bragagnolo, Marco Menegoni, Moreno Calle­ gari, Eloisa Bressan e Pierantonio Bragagnolo. La formazione dei componenti include lo studio della filologia classica, della storia dell’arte, dell’architettura, delle arti visive, della danza, della musica e un lungo apprendistato teatrale. Oggi Anagoor è una delle più impegnate nuove compagnie teatrali del Veneto e una ricono­ sciuta forza promotrice della diffusione dei linguaggi performativi contemporanei. Nel 2009 riceve per Tempesta una Segnalazione Speciale al Premio Scenario andando a costi­ tuire la Generazione Scenario 2009, insieme a Codice Ivan, Marta Cuscunà, e al gruppo Odemà. Nel 2008 è finalista con *jeug- al Pre­ mio Extra – segnali dalla nuova scena italiana. Nel 2007 “Il Corriere della Sera”, insieme a Regione Veneto e Fuori Biennale, nella pub­ blicazione Please Disturb lo annovera tra le principali quattro compagnie venete di teatro contemporaneo. OperaEstate Festival e Re­ gione Veneto nel 2007 lo inseriscono in Piat­ taforma Teatro Veneto, vetrina delle principali nuove realtà teatrali della regione. Nel 2008, Anagoor ha inaugurato, a Castelminio di Resana (TV), La Conigliera, culla per le arti performative contemporanee, spazio che offre appoggio e residenza anche ad altri artisti. Dal 2003 Anagoor organizza a Castelfranco Veneto ogni estate un appuntamento dedicato alla scena contemporanea invitando artisti na­ zionali e internazionali. www.anagoor.com anagoor 27 Andata/Ritorno/Andata progetto Jana Balkan scrittura drammaturgica Marco Ongaro con Isabella Caserta e Marco Ongaro regia Walter Manfrè musica e canzoni di Marco Ongaro arrangiate da Enrico Terragnoli video Luca Caserta scene Laboratorio Teatrale, costumi Mariana Berdeaga produzione Teatro Scientifico durata 1 ora e 10 minuti Teatro Studio venerdì 17 settembre 2010 ore 15.00 28 “Un movimento continuo, andata / ritorno / andata, domina questa nostra riflessione / spettacolo sull’andamento della vita umana. Il tema del viaggio, ormai desueto per la con­ tinuità con cui è stato trattato dai poeti, torna qui prepotente come costante di una povera anima che, se non fosse per la propria ingenuità e la solarità che la pervade, sa­ rebbe da catalogare nel ciclo dei vinti di ver­ ghiana memoria. Ma qui la nostra eroina vince. Vince. Non trionfa. Sa attraversare con ostinazione il momento Peripezie che ogni racconto impone e arrivare al porto sicuro di un luogo senza mare dove sa ristabilire l’Equilibrio. Il linguaggio poetico si mescola alla cronaca, il quotidiano diventa sogno, il dolore racconto. […] E le canzoni, storie an­ ch’esse di altri, di sogni di altri, di vite di altri si intersecano con preghiere e sussurri e canti folklorici e litanie per essere insieme, tutti, Poesia”. Walter Manfrè Teatro Scientifico – Teatro/Laboratorio è una struttura stabile di produzione teatrale nata nel 1969 per volontà di Ezio Maria Ca­ serta e Jana Balkan. Riconosciuta dal Mini­ stero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione Veneto, la compagnia è attiva a Ve­ rona, nel territorio regionale e nazionale, ol­ tre che avere al suo attivo numerose tournée all’estero. Il nucleo artistico/organizzativo, pur contando sull’apporto di attori e tecnici scritturati, da anni è invariato e ruota attorno alla famiglia d’arte dei Caserta. Dopo la tra­ gica scomparsa di Ezio Maria Caserta nel 1997, la cooperativa è presieduta da Jana Balkan con la direzione artistica di Isabella Caserta e si avvale anche della collaborazione di registi esterni. Orientato verso la dram­ maturgia italiana contemporanea e il reper­ torio veneto (ricerca antropologica), il Teatro Scientifico reinterpreta testi classici, realizza progetti artistici e di formazione rivolti alle giovani generazioni, organizza rassegne ed eventi in collaborazione con Comune e Pro­ vincia di Verona, diversi Comuni del territorio, Associazioni ed enti pubblici e privati. www.teatroscientifico.com teatro scientifico foto Andrea Darra Lo spettacolo si sviluppa con una successione di quadri, che giustificano la decisione del lungo viaggio fatto da Olga da un villaggio della Moldavia al nuovo Eldorado dell’Italia. Sistemarsi e poi tornare al proprio paese, costruire una casa nel proprio villaggio, as­ sicurare ai figli un futuro migliore. E tutto questo con il desiderio del ritorno, che si fa sempre più forte accanto alla nostalgia. Olga ci racconta della sua terra, delle tradizioni che costituiscono l’anima e la forza di un po­ polo economicamente povero, ma allo stesso tempo ricco di valori morali e di dignità. Le canzoni di Ongaro, che canta dal vivo, ac­ compagnano e scandiscono i passaggi della narrazione. 29 di e con Marta Dalla Via regia Angela Malfitano video Roberto Di Fresco drammaturgia Marta Dalla Via e Angela Malfitano produzione associazione culturale “Tra un atto e l’altro” e associazione culturale “Minimalimmoralia” durata 50 minuti Cinema Lux venerdì 17 settembre 2010 ore 16.30 30 Questo spettacolo è orgogliosamente tra le nuove produzioni dell’Associazione “Tra un atto e l’altro”, fatta con pochi mezzi e molta libertà. Marta ha tante storie vere da rac­ contare, unite a un’attitudine formidabile all’imitazione e a una vena polemica potente e ancora intatta. Prendo tutta l’energia di Marta e la uso come una medicina, come un antidoto ai veleni. Facile immaginare che la miscela degli elementi provochi un’alchimia deflagrante e attuale. Angela Malfitano Marta Dalla Via, attrice e performer, inizia il suo percorso artistico con Pippo Delbono, Laura Curino, Francesca Mazza. Diplomata nel 2001 presso la Scuola di Teatro di Bologna di­ retta da Alessandra Galante Garrone, tra­ scorre un periodo di lavoro presso il Cirque Baroque a Parigi dove studia acrobatica aerea, giocoleria e tecniche di clown. Si laurea nel 2003 al Dams di Bologna. Nel 2004 a Parigi approfondisce lo studio della commedia dell’arte con Carlo Boso. Dal 2002 lavora con la compagnia Pantakin da Venezia con la quale vince il leone d’oro alla Biennale di Venezia nel 2006 e il premio della critica nel 2008. Dal 2006 è autrice dei suoi allestimenti dove mescola tecniche di maschera e clown alla nuova drammaturgia. Nel 2008 vince il primo premio del concorso Menabò con la perfor­ mance La Olga 1958, e fonda insieme a Claudia De Luca e Roberto Di Fresco l’associazione. culturale “Minimalimmoralia” che cura le pro­ duzioni teatrali, Romeo è altrove (2009), A Jane Austen (2009). Nel 2010 vince il Carlino D’oro come comico più originale. Scrive e mette in scena Veneti Fair con la regia di An­ gela Malfitano che debutta al Napoli Fringe Festival 2010. marta dalla via foto Fabio Casali Veneti Fair Con estrema sincerità e cuore ho deciso di addentrarmi in un labirinto che conosco bene. Conosco bene il Veneto e i suoi abitanti, quel particolare dialetto del Vicentino, conosco a fondo le contraddizioni di questa terra nella quale ho vissuto e combattuto per vent’anni e che ho lasciato senza rimpianti dieci anni fa. Ora, nella storia di questo divorzio, emer­ gono ricordi che mi spingono a una riflessione su temi come: il senso di appartenenza, l’emi­ grazione italiana, l’amore per la patria. Lo spettacolo, attraverso una girandola di per­ sonaggi, si sviluppa in equilibrio su una corda tesa tra crudeltà e umorismo. Mi preme par­ lare di città e di persone soffermandomi su alcuni spunti politici. Mi interessa provocare pensieri in chi ascolta, suscitare un desiderio di confronto. Il Nord è così diverso dal Sud? Marta Dalla Via 31 con Chiara Elisa Rossini, Diana Ferrantini, Fiorella Tommasini, Alessio Papa, Mario Previato, Boris Ventura, Andrea Dellai, Giovanni Refosco, Federica Festa, Katia Raguso musica e regia Massimo Munaro produzione Teatro del Lemming durata 1 ora Teatro delle Maddalene venerdì 17 settembre 2010 ore 19.00 32 Rivelatosi negli anni ‘90 come uno dei gruppi di punta del nuovo teatro italiano, il Teatro del Lemming si dedica da molti anni alla de­ finizione di un linguaggio teatrale in grado di realizzare un efficace coinvolgimento dram­ maturgico e sensoriale dello spettatore. Per il gruppo guidato dal regista e drammaturgo Massimo Munaro il teatro, per avere un senso oggi, deve affrancarsi dalla pretesa mediatica di rivolgersi a un pubblico indifferenziato e recuperare un rapporto diretto con ciascuno spettatore, rendendolo partecipe e soggetto drammaturgico di un’esperienza. Questa ri­ cerca si è concretizzata nella Tetralogia dello spettatore, comprensiva, in omaggio allo spi­ rito greco che guida da sempre il gruppo, dei lavori: Edipo ; Dioniso e Penteo ; Amore e Psi­ che ; Odisseo che presuppongono l’ingresso, rispettivamente, di uno, nove, due e trenta spettatori. Negli ultimi anni la ricerca teatrale del gruppo si è spostata dal coinvolgimento diretto del singolo spettatore alla riflessione sul senso e il significato di comunità, pae­ saggio mancante oggi del nostro vivere civile, nella sfida di ripensare il Teatro come luogo di un rito collettivo. Amleto si inserisce in questa ricerca che ha dato vita a Il rovescio e il dritto, dittico teatrale dedicato all’esi­ stenzialismo francese, a Nekya – Inferno, Pur­ gatorio, Paradiso, riscrittura delle tre Cantiche dantesche, e Antigone, debuttato alla Bien­ nale di Venezia nel marzo 2009. www.teatrodellemming.com teatro del lemming foto Paolo Ferrari Amleto Amleto è l’opera che, più di ogni altra costi­ tuisce il mito fondante della modernità. Amleto è un personaggio scisso, dilaniato fra fede umanista e scetticismo conoscitivo, fra segno e simulacro. È dilaniato dalla contesa fra il nome del padre e richiamo affettivo della ma­ dre, fra passato aureo e presente decadente, fra eros e rifiuto del corpo, fra ragione e follia, fra follia recitata e follia sperimentata diret­ tamente. Amleto è condannato a vivere in un mondo rovesciato. Ogni valore è stato sosti­ tuito da una copia rivoltante. Il suo mondo, come il nostro, non solo cospira a desacraliz­ zare tutto, ma rende ciò che consideravamo sacro una farsa sempre più abbietta. In questo mondo la strategia di Amleto è di giocare a rovesciare ogni paradosso. Così, nella sua na­ tura scopertamente meta teatrale, l’Amleto shakespeariano pone al centro il problema del teatro. Da una parte teatro come spettacolo, cioè simulacro, inganno, ipocrisia. In questo senso lo “spettacolo” ha ormai completa­ mente invaso, insieme al regno di Danimarca, alla sua corte e ai suoi cortigiani, l’intero no­ stro mondo contemporaneo: qui la realtà si afferma come perpetua finzione. A questa spettacolarità diffusa Amleto oppone un teatro che smaschera l’inganno, uno strumento in grado di prendere in trappola la coscienza dello spettatore. Questo ingranaggio di misfatti, di cui soltanto alcuni sono visibili, fa di Amleto quella mac­ china infernale in cui la lucidità dello spettatore esce turbata come quella del protagonista. 33 Galileo testo, regia e scene Daniela Nicosia con Solimano Pontarollo e Piera Ardessi consulenza musicale Paolo Da Col luci e suono Paolo Pellicciari scenotecnico Luigino Marchetti costruzione oggetti di scena Luigi Bortot realizzazione costumi Atelier Raptus & Rose produzione Tib Teatro in collaborazione con Università degli Studi di Padova - Dipartimento di Astronomia e Fondazione Teatri delle Dolomiti durata 1 ora e 10 minuti Teatro Verdi venerdì 17 settembre 2010 ore 21.00 34 Nel mio Galileo, ho scelto di raccontare l’uomo. Di rileggerne la vita solo accennando alla vicenda scientifica o meglio politica che lo condusse al processo, alla condanna e al­ l’abiura. Brecht, di cui conservo nel testo una breve citazione, ne ha scritto come me­ glio non si può. Eppure, nel caso di Galilei, scienza e vita si intersecano in quella sua fede nell’uomo, creatura in cui egli rintraccia Dio, un Dio presente nella materia e la cui esistenza è resa palese dall’intelligenza di cui ci ha fatto dono. Mi ha commosso la sua umana vulnerabilità, il voler mettere ogni cosa a posto, seppur goffamente, nel suo privato, il suo disinvolto rapporto col denaro, la generosità istintiva, il piacere del dubbio, di porsi sempre nuove domande, il piacere per il sapere. Mi ha com­ mosso la sua fiducia bambina negli altri, la caparbietà, l’ostinazione nel perseguire le sue idee, la rinuncia apparente a se stesso, che è perdita e vittoria insieme. Galileo ha vinto e ha perseguito sempre il suo scopo che poi era anche il suo piacere. Il sensuale piacere del pensiero, così vivo in lui, come il piacere dei sensi. Egli sembra dirci “non c’è scissione tra spirito e materia” e, in ciò, è ancora profondamente rivoluzionario. Ma più di ogni cosa mi ha commosso il suo assoluto, devastante amore per la vita. Que­ sta commozione ho voluto raccontare. Daniela Nicosia Tib Teatro, compagnia di Residenza Teatrale, è una struttura di produzione riconosciuta dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali e dalla Regione del Veneto, che opera presso il Teatro Comunale di Belluno dando vita a progetti re­ sidenziali finalizzati al radicamento della cultura teatrale nel territorio d’appartenenza e progetti produttivi di respiro nazionale come il Festival “Filo d’Arianna” o lo spettacolo Polvere ovvero la storia del Teatro, presentato alla Biennale di Venezia 2006, che sviluppa la ricerca artistica di Daniela Nicosia (Premio ANCT - Associazione Nazionale Critici di Teatro 2004) sui rapporti tra architettura e teatro. La poetica che percorre i differenti spettacoli si nutre di un pensiero che, nel perseguire un teatro dell’emozione, individua in differenti fonti drammaturgiche (dalla letteratura alla mu­ sica, alle strutture architettoniche dei luoghi) sempre nuove possibilità di scritture per la scena. Scena connotata da un segno voluta­ mente essenziale, in un contesto formalmente rigoroso che lascia spazio al testo, scaturito da un processo minuzioso di scavo nella parola, quale luogo elettivo dell’emozione. Una drammaturgia viva che, insieme al fluire iterato dei gesti degli attori, alle accurate as­ solvenze di musica, compone il tessuto emotivo dello spettacolo in cui la parola, consegnata all’attore, è approdo, necessità dettata dalle dinamiche sceniche. Un teatro che intende leg­ gere e rappresentare il presente, senza per questo far ricorso alla cronaca o ai linguaggi della quotidianità, attraverso storie emblema­ tiche delle tensioni contemporanee. Con lo spettacolo Galileo, produzione 2010, è di scena il pensiero scientifico e filosofico moderno che si riversa nel sempre attuale dibattito sui rapporti tra ragione e fede, scienza e società. www.tibteatro.it tib teatro 35 liberamente ispirato all’opera di Robert Louis Stevenson altre fonti Storie di pirati di Daniel Defoe Storia dei pirati di Nigel Cawthorne Storia generale dei pirati di Capitano Johnson Il pirata di Joseph Conrad La vera storia del pirata Long John Silver di Björn Larsson Il corsaro nero di Emilio Salgari di e con Gianni Franceschini musiche originali di Marco Remondini elaborazioni video di Marco Spagnolli coproduzione Viva Opera CIrcus – La Piccionaia - I Carrara durata 1 ora Cinema Lux sabato 18 settembre 2010 ore 10.00 36 Viva Opera CIrcus è una compagnia di artisti diretta da Gianni Franceschini che svolge da anni un intenso lavoro di produzione, diffu­ sione e educazione teatrale rivolto, in parti­ colare, alle giovani generazioni, attraverso la produzione e la programmazione di spet­ tacoli, laboratori, percorsi artistici e didattici, progetti speciali, in collaborazione con di­ verse realtà del territorio. La produzione ar­ tistica della compagnia annovera numerosi spettacoli, originali rielaborazioni di testi per lo più tratti dal repertorio favolistico classico per l’infanzia e alcuni allestimenti per adulti. La proposta artistica per il mondo dell’infan­ zia è affiancata da quella legata al rapporto memoria/radici, teatro popolare/teatro ve­ neto, che si sviluppa sia in una dimensione di recupero del grande patrimonio della tra­ dizione, sia in quello di una ricerca per un teatro veneto contemporaneo. Parallela­ mente alla tournée degli spettacoli, Viva Opera CIrcus si occupa, sul territorio locale, dell’organizzazione e gestione di rassegne di teatro scuola e di teatro per famiglie. www.vivaoperacircus.it viva opera circus foto Marco Spagnolli L’isola del tesoro Un vecchio pirata, Long John Silver, racconta della sua vita, delle sue avventure e disav­ venture e della ricerca dell’isola del tesoro. Il racconto di Stevenson è pretesto per rac­ contare non solo le vicende piratesche, ma per disegnare le atmosfere della vita in mare, personaggi e avvenimenti di un modo di af­ frontare l’esistenza tra curiosità, rischio, ma­ linconia e gioia, di vagare sempre alla ricerca di qualcosa di misterioso, come se fosse una metafora avventurosa e colorata della vita di tutti noi, fatta di ostacoli e imprevisti, di paure e gioie, di speranze e delusioni, desi­ deri e risultati. Un quadro fantastico che cela l’avventura della vita, della crescita, della presa di coscienza di se e del mondo, quello che capita al giovane Jim nello straordinario romanzo di Stevenson. I linguaggi usati sono quelli che caratteriz­ zano da tempo il lavoro di Gianni Franceschini. La narrazione è al centro dell’azione dram­ matica, ma il narratore è sempre un perso­ naggio, dunque l’interpretazione e il lavoro sull’attore si sviluppano e si completano con l’azione performativa nella pittura estempo­ ranea, nell’uso di segni, macchie e colori che creano suggestione e stupore nel racconto, nell’animazione di proiezioni video. 37 di Silvia Costa con Nathaly Sanchez disegno sonoro Lorenzo Tomio disegno luci Giacomo Gorini sculture di scena Plastikart Studio Zimmermann & Amoroso si ringraziano Francesco e Paolo Catterin per l’assistenza e le soluzioni tecniche durata 30 minuti Teatro Studio sabato 18 settembre 2010 ore 11.30 38 Plumes dans la tête nasce nel 2007 dalla collaborazione tra l’attrice e performer Silvia Costa (per il corpo e il suo pensiero) insieme al musicista e compositore Lorenzo Tomio (per il suono e il suo movimento). Non un gruppo a formazione fissa, ma un contenitore di idee, pronto a far posto a cose e persone. La ricerca in atto è di creare immagini che tocchino lo sguardo e il cervello dello spetta­ tore; siano esse fatte di corpi, spazi, strutture o suoni. Tali elementi si combinano ogni volta in maniera differente, senza gerarchie se non quelle dettate dall’idea. Il primo lavoro La quiescenza del seme è stato uno dei vincitori del bando di produzione Dimora Fragile, del festival ES.Terni 07 di Terni, mentre Figure è stato realizzato con il sostegno dell’Ente Tea­ trale Italiano all’interno del progetto “Nuove Creatività”. www.plumesdanslatete.com plumes dans la tête foto Giulia Fedel Insorta distesa Su un’immagine addormentata si apre il mio percorso verso l’incorruttibilità e la perfezione (devo arrivare all’oro, devo arrivare all’oro). Come un archeologo scopro nella terra oggetti che devono essere riportati alla luce (la luce si dipinge con l’oro, che si manifesta come luce, come pura luce) dopo aver custodito dentro i loro gusci vuoti forme di corpi, me­ moria di gesti. Sono rimasti lì, bloccati nel tempo, immutati sotto strati di polvere e se­ dimento. Spacco la superficie per scoprire cosa c’è den­ tro (dov’è l’oro? dove l’hanno nascosto?). Non ne rimane che un’impronta insostanziale, resti astrali di esseri che ricominciano da dove erano stati fissati. Quei confini, sbarrando e ritenendo, mantenevano vivo, sebbene rigido, il loro contenuto. Tutto era al sicuro. Integro. Immutato.(chiudete dentro l’oro, chiudetelo dentro). Ciò che era nascosto, intrappolato, fermato in un con-formato viene lasciato in­ sorgere. Il suo aspetto appartiene all’oscuro perché la luce lì, in quell’involucro formante, non poteva arrivare. La sua natura appartiene all’ombra, alla notte, alla materia putrefacente che dovrà venire sublimata (deve funzionare, deve funzionare). L’oro è alla fase di elemento da ricercare, non ce n’è esperienza, non lo si può ancora né vedere né toccare. Silvia Costa 39 di Valeria Raimondi e Enrico Castellani realizzazione di Enrico Castellani, Ilaria Dalle Donne, Valeria Raimondi, Vincenzo Todesco con Enrico Castellani, Ilaria Dalle Donne, Valeria Raimondi, Luca Scotton scene Babilonia Teatri/Gianni Volpe costumi Babilonia Teatri/Franca Piccoli luci e audio Babilonia Teatri/Luca Scotton organizzazione Alice Castellani coproduzione Babilonia Teatri, Festival Internazionale Castel dei Mondi di Andria, Operaestate Festival Veneto durata 55 minuti Cinema Teatro MPX sabato 18 settembre 2010 ore 15.00 40 babilonia teatri fumetto di Ilaria Dalle Donne Pop star Pop star è uno spettacolo volutamente scan­ zonato, che sceglie di non essere drammatico per raccontare una realtà che lo è in modo profondo. Un lavoro allo stesso tempo lineare e delirante, che coniuga rigore formale e fol­ lia narrativa. Tre personaggi vomitano le loro storie, che procedono parallele. Apparente­ mente lontane l’una dall’altra. Col procedere dello spettacolo si scopre quali sono i legami tra i protagonisti. Come in un thriller la ma­ tassa si scioglie solo alla fine. Una fine glo­ riosa e truce, commovente e splatter, tenera e crudele. Una fine da veri cannibali che sa­ crifica tutto, anche la vita, in nome della fama e del successo, come solo la più auten­ tica e decadente delle pop star sarebbe in grado di fare. Pop star è un intreccio da di­ stricare. È l’idea di un destino comune e inar­ restabile. Un labirinto senza via d’uscita. La fissità degli attori sul palco diventa la forza della messa in scena: permette alla storia di vivere senza bisogno di interpretazione e l’introduzione di inserti esplosivi che resti­ tuiscono la forza, la violenza, l’ironia della realtà come della pièce. Babilonia Teatri, è per un teatro pop/per un teatro rock/per un teatro punk. Nel 2006 è finalista del Premio Scenario In­ fanzia con Panopticon Frankenstein, spettacolo sul mondo del carcere. Nel 2007 con made in italy vince l’undicesima edizione del Premio Scenario, con Panopticon Frankenstein vince Piattaforma Veneto (Operaestate Festival Ve­ neto) e debutta underwork spettacolo precario – tre attori tre vasche da bagno tre galline -. Nel 2008 a B-Motion di Operaestate Festival Veneto presenta il primo studio del nuovo spettacolo Pornobboy e l’anteprima di Termi­ nus di Mark O’Rowe a Trend - nuove frontiere della scena britannica - su commissione di Ro­ dolfo di Giammarco. Nell’estate 2009 debuttano Pornobboy e Pop star; made in italy riceve la nomination ai Premi Ubu nella categoria miglior novità ita­ liana/ricerca drammaturgica. Del 2010 è il Pre­ mio Speciale Ubu 2009 alla compagnia e made in italy vince la prima edizione del Premio Ver­ tigine. Debutta The best of al Festival delle Colline Torinesi eThis is the end my only friend the end a Santarcangelo 40; in autunno è pre­ vista l’anteprima del nuovo lavoro The end. www.babiloniateatri.it 41 drammaturgia, allestimento e interpretazione Marco Tizianel e Silvio Barbiero disegno luci, musiche originali Paolo Tizianel consulenza coreografica Margherita Pirotto produzione Colectivo tbt - Carichi Sospesi con il sostegno di Echidna Cultura durata 1 ora Cinema Teatro MPX sabato 18 settembre 2010 ore 16.30 42 L’associazione culturale Carichi Sospesi nasce a Padova nel 1998 con l’intento di promuovere laboratori di animazione teatrale nel disagio psichico e fisico, di produrre spettacoli teatrali. Nel 2003 viene aperto il circolo culturale, un luogo di incontro e di confronto per creare un teatro aperto, in grado di accogliere oltre agli spettacoli e ai corsi anche una forma di so­ cialità. A oggi la programmazione invernale teatrale e musicale delle ultime cinque stagioni ha ospitato oltre 300 compagnie e gruppi. www.carichisospesi.com colectivo tbt - carichi sospesi foto Valentina Mieli North b-East C’è un inquinamento che sfugge alle sigle e ai numeri, più sottile delle polveri, più impal­ pabile dei gas e dei fumi. Gli effetti sono im­ prevedibili: si infila nelle trame dei nostri cuori, deviando i pensieri e le azioni. È un di­ sagio diffuso, che ci siamo costruiti attorno, giorno dopo giorno, senza lasciare vie di scampo. Per noi metterli in scena è stato come guardarci a uno specchio deformato dalla fantasia e dalla paura, il tentativo di raccontare quello che è sotto i nostri occhi, spesso così chiaro alle menti, ma che sfugge ai nostri cuori. Un bancario perfettamente integrato ma ci­ nico; uno studente fuori corso che sconta i costi di vita del mito nordestino e la discrimi­ nazione sociale: si sfiorano, si specchiano e infine s’incontrano. Mentre corrono parallele nella Padania Valley, due storie personali si raccontano intrecciandosi come fili di una trama più estesa. Il paesaggio urbano, evocato nelle sue vie e nei riferimenti collettivi, com­ partecipa da protagonista. È il luogo che in­ quinando trasforma, appunto, in north b-east. Il Colectivo tbt fondato nel 2009 da Marco Tizianel, Silvio Barbiero e Paolo Tizianel ha come primo lavoro North b-East e intende porsi come nuova realtà autoriale emergente nell’attuale panorama teatrale contempora­ neo del Nord Est. Marco Tizianel, classe ‘67, si dedica al teatro dal 1989. Si forma con Vasco Mirandola, Gian­ carlo Previati, Maria Grazia Mandruzzato, Ted Keijser, Giovanni Fusetti, Michela Lucenti e vari altri. Come attore partecipa a numerose produzioni che spaziano dal teatro di strada, al teatro per ragazzi e per la prima infanzia, al teatro di ricerca. Dal 2004 collabora con la compagnia TAM Teatromusica di Padova con le produzioni Al di Là e Anima Blu. Dal 2007 collabora con il Teatro dei Sassi di Matera di­ retto da Massimo Lanzetta con il progetto “Grubus Theatre”. Ha scritto il monologo Ot­ tani e North b-East Silvio Barbiero, classe ‘72, si forma presso il T.P.R., C.U.T., e con Maria Grazia Mandruzzato, Naira Gonzales, Michele Sambin, Pierangela Allegro, Michela Lucenti, Juri Ferrini, Matteo Destro, Boris Ruge, Maurizio Ciccolella, Fe­ derica Granata, Roberto Anglisani, Massimi­ liano Civica, Serena Sinigaglia Carlos Alsina, Andrea Brunello e altri ancora. Ha scritto il monologo Rumeni d’Italia e North b-East. Paolo Tizianel, classe ‘73, fin da adolescente suona e compone in varie band cittadine spa­ ziando dal reggae al rock al punk alla musica elettronica ottenendo buoni apprezzamenti; è stato definito: “colonna portante nella ri­ cerca musicale dell’underground padovano”. Dal 2008 entra in forze al TAM Teatromusica di Padova come Responsabile Tecnico e come musicista/performer, nello stesso anno dà vita al progetto musicale Beniamino Noia che vince l’edizione 2010 del premio musicale na­ zionale Arezzo wave. Ha scritto nel 2005 il monologo Danzica, prossima produzione del Colectivo tbt. 43 da un’idea di Vasco Mirandola coreografie di Enrica Salvatori disegni e sculture di Carlo Schiavon costumi di Silvana Galota disegno luci di Luca Diodato e lo sguardo leggero di Giorgio Rossi produzione Mirandola-Salvatori, Sosta Palmizi durata 1 ora Teatro delle Maddalene sabato 18 settembre 2010 ore 18.00 44 Enrica Salvatori inizia a danzare nel 1980 con Gruppo Charà diretto da Marina Campiglio. Studia con Michel Hallet, Trudy Kressel. Nel 1989 è ospite della Folkwang Hochschule di Essen dove studia con Hans Züllig, Jean Cebron, Malou Airaudo, Dominique Mercy, Lutz Forster, Christine Kono, Agnes Pallai. Nel 1991 entra a far parte della compagnia Folkwang Tanz Studio di Essen diretta da Pina Bausch e partecipa a tutte le produzioni. Danza con i coreografi Caroline Carlson, Suzanne Linke, Mark Sieczkarek, Raffaella Giordano, Urs Die­ trich, Rainer Behr. Nel 1992 è nell’Iphigenia in Tauris con il Tanztheater di Wuppertal diretto da Pina Bausch e Frauen Ballet con la coreografia di Suzanne Linke. Nel 1993 con la compagnia FTS con coreografie di Suzanne Linke e Urs Dietrich, nel 1994 Le Sacre du printemps di Pina Bausch con il Tanztheater Wuppertal. vasco mirandola foto Caterina Santinello E se fosse lieve Siamo partiti da una domanda: “E se la poesia si facesse piccola, lieve, tanto da stare in una mano per essere offerta allo sguardo?”. Ci sono poeti che hanno accompagnato il nostro percorso artistico e umano, a loro dobbiamo una grande riconoscenza, ci hanno nutrito, curato, bene-detto. I poeti sono i nostri angeli custodi, rinominano per noi il mondo, usano parole che ci stimolano ad aprire gli occhi sulla realtà, a prendere coscienza della pro­ fondità della condizione umana e del nostro comune destino. Abbiamo preso delle poesie, scegliendole per colore, odore, amore, sudore, dolore. Le abbiamo tenute accanto per sen­ tirle battere e respirare. Abbiamo immaginato uno spazio vuoto come il nostro stupore di fronte alle cose del mondo, e le abbiamo lib­ erate per vedere dove si andavano a posare. All’inizio non si facevano toccare ma col tempo sono arrivate al giardino delle mani. È allora che abbiamo sentito quel suono, e in quel suono c’eravamo noi e il mondo. E se fosse lieve si interroga su cosa è la poe­ sia, di come si attacca alle cose, di come di­ venta aria, sangue, terra. La danza ci sogna intorno, traduce, cammina le parole. I disegni e le sculture di Carlo Schiavon fanno di tutto per non dare troppo fastidio e chie­ dono in cambio solo di non essere dimenti­ cate. La musica c’è ma non si vede. Vasco Mirandola Vasco Mirandola ha recitato nei film Vagabondi, Notte Italiana, Il Prete Bello, Il Toro di Carlo Mazzacurati; Mediterraneo di Gabriele Salvatores (premio Oscar nel 1992 come miglior film stra­ niero); Colpo di luna di Alberto Simone (premiato al Festival di Berlino nel 1995); Il cielo è sempre più blu di A.L.Grimaldi; Quello che sento corto­ metraggio di Fabio Mollo presentato al Festival di Venezia nel 2004; Come Dio Comanda di Gabriele Salvatores. Ha partecipato a varie trasmissioni televisive. Ha pubblicato i libri di poesie: Non urlare che mi rovini il prezzemolo (Ed. Studio Tesi) e Il solito tram tram (Ed. Comix). Ha collaborato con la Compagnia di danza contemporanea Sosta Palmizi con lo spettacolo Piume, premio Danza e Danza nel 1998, Gli Scordati, Robe da Paz. Con un gruppo di attori sordi ha creato la compagnia MUK di cui ha curato tre produzioni: A me frega Niente, Prove di volo, Oltre ; ha lavorato nell’ambito del disagio tenendo laboratori in Italia e al­ l’estero. Sue ultime produzioni sono: Avrei tanto bisogno di dire su testi di Pino Roveredo (2007), Questa non è un’epoca che favorisce le arti (2008) sui testi di David Mamet, Il giorno della stella nova, dialogo Galileiano per la regia di Roberto Citran (2009). Da alcuni anni fa percorsi di letture di romanzi e poesie nelle case e in ambientazioni particolari. 45 La Bancarotta o sia Mercante fallito PROVE DI DRAMMATURGIA - PROGETTO SPECIALE commedia parte scritta e parte a soggetto, e ora cambiata, riformata e in più moderna forma ridotta prima parte lettura scenica di Vitaliano Trevisan con Giancarlo Previati, Valentina Brusaferro, Riccardo Bocci, Vasco Mirandola, Pino Costalunga, Vitaliano Trevisan, Mirco Artuso regia Michele De Vita Conti coproduzione Assurdo Teatro e Glossa Teatro durata 1 ora e 10 minuti Teatro delle Maddalene sabato 18 settembre 2010 ore 21.00 46 “Un bancarottiere fraudolento é un delin­ quente che, abusando della fiducia del pub­ blico, fa disonore a se stesso, rovina la sua famiglia, deruba, tradisce i privati e fa torto al commercio in generale (...), e mi estesi fino agli uomini di legge, che, gettando pol­ vere negli occhi dei creditori, danno il tempo ai bancarottieri dolosi di rendere i loro falli­ menti più sicuri e redditizi.” Così Goldoni, nei Mémoires, a proposito della Bancarotta, o sia Mercante fallito, rappresentata al San Samuele nel carnevale del 1741. Lo scenario reale cui Goldoni fa esplicito riferimento, sembra non essere affatto lontano da quello del nostro presente, anzi: mai come oggi detto scenario assume la cifra dell’universale, o, se si preferisce, del globale. Ora, ecco il nostro intendimento: partire dal testo usando le specifiche goldoniane come un programma di interfaccia per leggere il presente e inne­ starlo in quel passato. Il tempo in cui si svol­ gerà l’azione sarà giocoforza incerto: né ora, né allora, o, se si preferisce, ora e allora. E a dissolutezza andrà a sommarsi dissolutezza, a cinismo cinismo, mentre tutti i personaggi continueranno, per tutto il tempo, a tirar su col naso. Da ultimo, un cenno alla lingua: ve­ neto naturalmente, ma essendo il luogo dell’azione non più Venezia, ma quella gigante­ sca e informe e cancerosa metropoli del nord-est in cui, consapevolmente o meno, ci ritroviamo a vivere, ogni attore porterà la sua cadenza a seconda dell’area di prove­ nienza. Riscrivere e rimettere in scena, viste le premesse, comunque vada sarà un falli­ mento. Vitaliano Trevisan Vitaliano Trevisan, classe 1960, scrittore e drammaturgo. Noto al pubblico dal 2002 con I quindicimila passi, ha pubblicato la raccolta Grotteschi e arabeschi. I suoi testi teatrali sono stati messi in scena, tra gli altri, da Val­ ter Malosti e Toni Servillo; di recente pubbli­ cazione per Einaudi I due monologhi, ossia Oscillazioni e Solo RH, portato in scena a Roma da Roberto Herlitzka. È il protagonista del film Primo Amore di Matteo Garrone di cui è anche co-sceneggiatore, e attore nel film Il riparo di Marco Simon Puccioni, miglior film al Festival di Annecy nel 2007, nel 2009 nel film Dall’altra parte del mare di Veronica Perugini, oltre che nella fiction C’era una volta la città dei matti del 2010. Nel 2008 ha ricevuto a Parigi il Premio Campiello Europa. È del 2010 la pubblicazione di Tristissimi giar­ dini, edito da Laterza. vitaliano trevisan 47 Il vecchio Stefano Paolo Puppa Teatro delle Maddalene sabato 18 settembre ore 22.30 durata 30 minuti PROVE DI DRAMMATURGIA Ikea Orario Maria Conte Teatro Verdi giovedì 16 settembre ore 22.30 durata 30 minuti Esposizione mobili: svariati tipi di letto, reparto materassi, divani letto, camere e ricostruzioni di interi appartamenti, tutti rigo­ rosamente testabili dai numerosi clienti che giornalmente frequentano l’Ikea. E di notte? Per le più disparate ragioni i più comuni e schizofrenici personaggi potrebbero popolare questa gigantesca casa. Un labirinto dome­ stico, che diventa una città in miniatura da cui emergono, imitando la Soho di Martin Scorsese, problematiche contemporanea­ mente sociali e intimamente personali. Una carrellata di visioni, di personaggi ambivalenti e duplici, che vanno a formare un pano­ rama paradossalmente avveniristico e retro­ grado. Maria Conte, nata a Treviso nel 1984, si laurea in Letteratura, musica e spettacolo all’Uni­ versità degli studi di Roma “La Sapienza”. Dopo un anno di regia alla Link Academy, in cui insegna Giancarlo Marinelli, si trasferisce a Venezia dove si specializza allo Iuav in Scienze e tecniche del teatro. Nel suo per­ corso formativo collabora come tirocinante al Teatro Due di Parma seguendo degli spettacoli di Walter Le Moli e Roberto Cavosi. A oggi è tra i finalisti del concorso “Il centro del discorso” indetto da Manifatture Knos di Lecce ed è impegnata come assistente alla regia nella realizzazione di diversi spettacoli della prossima stagione del Nuovo Teatro Nuovo di Napoli. 48 L’infinito Tiziano Scarpa Teatro Verdi venerdì 17 settembre ore 22.30 durata 30 minuti La notte degli orali di maturità, un ragazzo ripassa le poesie di Leopardi. Che gli si ma­ terializza di colpo in casa. Giacomo infatti ha appena scritto l’Infinito, e ha fallito la fuga da Recanati: così si è impegnato spa­ smodicamente per evadere dal suo mondo e dal suo tempo con la forza dello spirito, e ci è riuscito contro le sue stesse aspettative. I due sono coetanei, cominciano a familiarizzare. Il giovane Leopardi fa la conoscenza della storia contemporanea, del progresso tecnologico... Tiziano Scarpa, classe 1963, scrittore e dram­ maturgo. Autore di numerosi romanzi, tra cui Occhi sulla graticola del 1996, Kamikaze d’Oc­ cidente del 2003 e Stabat Mater, Premio Strega 2009, e il più recente Le Cose Fonda­ mentali; ha scritto anche racconti, interventi critici, poesie, radiodrammi. Per il teatro ha pubblicato numerosi testi, da ultimo L’inseguitore nel 2008, messo in scena da Arturo Cirillo. Nel 2007 ha vinto il premio speciale Chi è di scena per il migliore adattamento contemporaneo di Goldoni per la dramma­ turgia de L’ultima casa presentato in occa­ sione del 39. Festival Internazionale del Tea­ tro della Biennale, con la messa in scena di Pantakin. Intensa è anche la sua attività performativa, fra le sue principali letture sceni­ che: Pop corn; Groppi d’amore nella scuraglia; e il più recente I versi delle bestie. Il monologo, è tratto dal copione di Paolo Puppa Venire, a Venezia, edito da Bompiani, dove è titolato Il geometra. Si immagina che un regista americano di corti intervisti dodici abitanti veneziani, per un’inchiesta sull’acqua alta. E i personaggi confessano allora la propria vita quotidiana e il loro rapporto con casa e con gli amori privati. Qui, un vecchio geometra, vedovo e in pensione, sfoga la propria ossessione nei riguardi del figlio che in luna di miele gli di­ sturba, nella camera accanto alla sua, i sonni innocenti grazie a rumorosi amplessi. Paolo Puppa, ordinario di Storia del teatro e dello spettacolo alla Facoltà di Lingue e Letterature dell’Università di Venezia, ha insegnato e diretto laboratori teatrali in università straniere (Londra, Los Angeles, New York, Princeton,Toronto, Middlebury, Budapest, Parigi, Lilles). Dirige la collana di drammaturgia “Il Metauro”. Ha pub­ blicato numerosi volumi di storia dello spettacolo, monografie e saggi vari, tra cui studi su Piran­ dello, Ibsen, Fo, D’Annunzio, Svevo, Rolland, Goldoni, Brook, Baseggio, Ferrero (di recente, coeditor di History of the Italian Theatre per la Cambridge University Press, e di Encyclopedy of the Italian Literature per la Routdlege). Nel 2005, per Einaudi ha curato l’edizione di The open door di Peter Brook. Nel 2009 per Bulzoni ha coedito Voci e anime, corpi e scritture, su Eleonora Duse e sempre per Bulzoni nel 2010 La voce solitariamonologhi d’attore nella scena italiana tra vec­ chio e nuovo millennio. Come drammaturgo, ha all’attivo molti copioni, pubblicati, tradotti e rap­ presentati anche all’estero, tra cui La collina di Euridice (premio Pirandello ‘96) e Zio mio (premio Bignami-Riccione ‘99). Si ricordano, in particolare Famiglie di notte (Sellerio 2000) e Venire, a Venezia (Bompiani 2004). Nel 2006 ha ottenuto il premio come autore dall’Associazione critici di teatro per Parole di Giuda da lui stesso recitato. Nel 2008 ha vinto il premio teatrale Campiglia Marittima con Tim e Tom. prove di drammaturgia 49 Fondazione Aida Giulietta [email protected] Ailuros Doublethink [email protected] Amistad Millimetri. Sensazioni di cose minime [email protected] Anagoor Rivelazione [email protected] Artisti a Progetto Mele Ferrarini Telepasolini [email protected] Babilonia Teatri Pop star [email protected] Gruppo Teatrale di Bagnoli di sopra [email protected] La Bottega delle fiabe Don Chisciotte [email protected] Francesca Botti Electroshow [email protected] Colectivo tbt - Carichi Sospesi North b-East [email protected] Stefania Carlesso Il sole splende per te [email protected] Teatro a Sud Est ¡Que viva Frida! [email protected] Codice a Curve Cave! [email protected] Consortio Luce nera [email protected] Marta Dalla Via Veneti Fair [email protected] Diecimenodieci Questa non è una pipa [email protected] Dinamici Teatri The other side [email protected] Ensemble Vicenza Teatro Oh! 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È costituita dai seguenti organismi teatrali: Tam Teatromusica Padova Tib Teatro Belluno Teatro del Lemming Rovigo Pantakin Venezia Teatro Scientifico Verona Viva Opera CIrcus Vallese di Oppeano (Verona) Ensemble Vicenza Sovizzo (Vicenza) I nostri organismi teatrali operano in situazioni in cui è riconoscibile e riconosciuta (da uno o più Enti territoriali: Comuni, Provincia, Regione oltre che in molti casi, dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali) un’attività legata ad uno o più settori dell’innovazione teatrale (ricerca, teatro ragazzi, nuova drammaturgia, teatro sociale, teatro comunità, ecc.) interagente anche con le altre arti sceniche (musica, danza, ecc.) e altre discipline culturali. La PPTV oggi intende costituirsi come strumento non solo di tutela e di valorizzazione delle esperienze di teatro di innovazione presenti a livello regionale, ma anche come strumento di elaborazione di proposte utili al sistema teatrale complessivo. produttori professionali teatrali veneti 51 arrivederci