IMMIGRAZIONE ED ESPERIENZA MIGRATORIA NEL RACCONTO DEI CITTADINI STRANIERI. IL CASO DI CADÌZ 1 Sintesi del report di ricerca a cura di Antonio Ciniero 2 La Spagna inizia a divenire meta di flussi migratori a partire dagli anni ’80. Tale situazione è condizionata, da un lato, dagli effetti delle politiche di stop emanate nel ’73 dai paesi europei tradizionalmente recettori di flussi migratori (Francia, Gran Bretagna, Germania, Svizzera, Belgio, Olanda), dall’altro, dal processo di transizione politica post-franchista e dalla conseguente consolidazione della democrazia liberale. In questo periodo, l’assetto economico spagnolo muta profondamente: si passa da una società tardivamente industrializzata ad una società di servizi, situazione che, direttamente e indirettamente, porterà la Spagna, negli anni compresi tra il 2000 e il 2005, a divenire a pieno titolo un paese di immigrazione. La città di Cadìz, per la sua posizione geografica, è stata per lungo tempo, e continua tutt’ora ad essere, una delle principali porte di ingresso dell’Europa. D'altronde, già nel XVIII secolo è uno dei principali porti della Spagna e città di frontiera, crocevia di incontri e scambi culturali tra vecchio e nuovo mondo. Città di transito dunque, ma anche città d’approdo. Oggi Cadìz, non è solo un luogo di passaggio per uomini e donne in fuga dall’Africa, diretti in Europa o in altre parti del paese, come i mass-media spesso l’hanno descritta, ma è sempre più una città di in cui donne e uomini decidono di fermarsi a vivere, in cui provare a realizzare il proprio progetto migratorio. Sono più di 46 mila i cittadini stranieri che oggi vivono a Cadìz. Con lo studio sull’immigrazione a Cadiz, nato nell’ambito del progetto HOST Hospitality, Otherness, Society and Theatre, si è voluto ricostruire parte del panorama migratorio che caratterizza la città, per provare a ricomporre frammenti di realtà, aspetti sociali, dinamiche migratorie, a partire dalla raccolta delle voci e dei racconti che gli stessi cittadini stranieri fanno della loro esperienza migratoria. Muovendo da questi presupposti, l’indagine, chiaramente, non ha avuto alcuna pretesa di esaustività: non si è andati alla ricerca di risultati da generalizzare, ma ci si è concentrati sull’analisi degli elementi significativi e paradigmatici dell’esperienza migratoria rintracciabili nei racconti di chi la migrazione l’ha esperita in prima persona. Partendo dal particolare, dai singoli racconti, è stato possibile ricostruire dinamiche più generali, proprio perché la quotidianità dei soggetti si configura sempre come uno spazio dove prendono forma, venendo declinate in maniera specifica, le macro-dinamiche sociali. In essa è possibile cogliere le conseguenze delle dinamiche sociali più generali (effetti della legislazione, condizioni lavorative, processi di discriminazione). Se l’attenzione sociologica si rivolge alla vita degli uomini e soprattutto alle intersezioni delle loro vite con la realtà sociale, è possibile ricostruire questo rapporto cogliendo il modo secondo cui si presenta e si sintetizza nella biografia o nei racconti dei soggetti. Nel complesso sono state realizzate venti interviste a donne e uomini di diverse età (dai diciannove ai cinquanta anni). Nelle interviste sono state affrontate varie tematiche, in parte stabilite a priori (in fase di 1 L’indagine Immigrazione ed esperienza migratoria nel racconto dei cittadini stranieri. Il caso di Cadìz è stata condotta, da Antonio Ciniero e Paola Medici, nell’ambito del progetto HOST Hospitality, Otherness, Society and Theatre - HOST Culture Programme 2007/13- Strand 1.2.1. 2 Antonio Ciniero è dottorando in Teoria e Ricerca Sociale presso il Dipartimenti di Storia, Società e Studi sull’Uomo, dell’Università del Salento. pianificazione dell’indagine), ma, in gran parte, emerse nell’ambito della relazione dialogica che si instaurava di volta in volta con l’interlocutore. Tra i temi, quelli più ricorrenti, le condizioni di vita nel paese di origine, i motivi che hanno spinto i soggetti alla partenza, il viaggio, l’arrivo nella nuova società e il racconto della propria quotidianità nella città di Cadìz. In particolare, largo spazio è stato dato all’analisi del racconto delle sensazioni provate durante il viaggio, alla ricostruzione delle motivazioni che hanno spinto i soggetti a scegliere la Spagna, e Cadìz in particolare, come luogo di destinazione, alle modalità con cui si mantengono i rapporti con la famiglia e con il paese di origine. Significative sono state anche le narrazioni riguardo al tema del lavoro, della crisi economica, delle discriminazioni subite, del modo di vivere i nuovi stili e i modelli culturali incontrati in Spagna e del modo di immaginare il proprio futuro. Molti sono stati racconti sofferti, in cui si scorgevano i fallimenti di un progetto migratorio a lungo pianificato, sognato, immaginato, ma sgretolatosi una volta giunti nella nuova realtà. In altri racconti invece si sono sottolineati i successi ottenuti grazie alla scelta di intraprendere il viaggio, i sogni realizzati. Sofferti o meno che siano, tutti i racconti restituiscono, sebbene solo in parte, tutta la complessità che è propria di ogni progetto migratorio, un progetto che investe sempre non solo, come è ovvio che sia, la totalità della vita dei singoli, ma anche l’insieme delle relazioni che questi conservano con il loro mondo di provenienza e quelle che instaurano nel luogo di destinazione Nella contemporanee società sempre più globali, complesse e interdipendenti, non poche volte l’immagine dei cittadini stranieri che viene veicolata dai mass-media e dai maitre à pensée mainstreaming è un immagine negativa. Lo straniero diventa il potenziale nemico della società, l’hostis da cui difendersi. Un’entità spersonalizzata, priva di caratteristiche individuali. Una sorta di archetipo che incarna e cristallizza in sé una serie di paure che hanno evidentemente altra origine. Paure cavalcate spesso in maniera strumentale da miopi scelte politiche e istituzionali o da ancor più miopi calcoli elettorali. Ridare un’identità ai cittadini stranieri, raccontarne la storia, i desideri, le aspettative come si è fatto con questo lavoro, può contribuire a ribaltare quest’immagine. Le società spagnola, come la quasi totalità delle società nelle quali viviamo sono di fatto società poli-culturali, cosmopolite, ma non ancora compiutamente interculturali. Per essere tali serve una chiara volontà politica che muova in questa direzione. Raggiungere l’obiettivo della costruzione di una società interculturale non è cosa semplice, né automatica. È necessario anzitutto una conoscenza approfondita del fenomeno, libera da visioni etnocentriche e, a tal proposito, la diffusione di studi che evitino la reificazione del fenomeno e contemporaneamente originino dal racconto dei protagonisti è un primo, seppur limitato, passo verso questa direzione.