1 1. PREMESSA Il Comune di Frattamaggiore sta dando esecuzione ad un programma di sviluppo dell’area destinata alla localizzazione degli insediamenti produttivi, posta a confine con i Comuni di Grumo Nevano ed Arzano. L’area, che si estende per circa 160.000,00 mq, è stata completamente urbanizzata da Comune e sono stati ricavati 32 lotti produttivi, già assegnati ai privati con una procedura di gara pubblica. Le urbanizzazioni primarie dall’area (strade, fogna, rete idrica, pubblica illuminazione, rete gas, rete elettrica), già ultimate, sono state realizzate usufruendo di un finanziamento regionale. Contemporaneamente il Comune è risultato destinatario di un altro finanziamento per la realizzazione di un Centro Servizi per le imprese da localizzare nell’area PIP. Il finanziamento concesso dalla Regione nell’ambito del Contratto di Investimento per lo sviluppo del polo tessile calzaturiero nei comuni a nord di Napoli, nonché le ulteriori risorse finanziarie conferite dal Comune, hanno consentito di completare parzialmente la struttura. L’Amministrazione Comunale, preso atto che le opere di urbanizzazione primaria sono state ultimate e sono stati assegnati i lotti produttivi, per dare uno sviluppo organico all’area PIP nella sua interezza, intende dare un impulso al completamento del Centro Servizi per renderlo funzionale alle funzioni preposte. Invero il Centro Servizi si compone di tre corpi di fabbrica, di cui due già ultimati ed il terzo completato al rustico. Le parti ultimate ospitano un polo espositivo, una sala conferenza, un barristorante con sottostante cucina. Il corpo al rustico nel progetto generale accoglie una serie di attività a servizio delle attività produttive dell’area. Al piano terra è previsto un bar-tabacchi-edicola, un locale per attività sanitarie, una banca, un ufficio postale, un infopoint, mentre il primo piano è destinato ad uffici. L’Amministrazione Comunale, constatate le mutate esigenze del territorio, ha deciso di modificare le destinazioni d’uso del corpo al rustico per destinarlo a Caserma per la Guardia di Finanza. A tale scopo sono stati intrapresi contatti preliminari con la Compagnia della Guardia di Finanza di Afragola e le parti hanno reciprocamente dichiarato formalmente l’interesse all’iniziativa. Il presente progetto riguarda quindi il completamento del corpo “B” del Centro Servizi per destinarlo ad uffici ed alloggi per la Guardia di Finanza. 2 2. PROFILO ARCHITETTONICO DELL’OPERA Il Centro Servizi è un edificio a corte che sorge su un’area di proprietà comunale regolare, di forma quasi quadrata. Si individuano tre corpi di fabbrica ognuno di due piani fuori terra. Il primo, denominato corpo “C” è destinato a padiglione espositivo dei prodotti dell’area PIP, il secondo, copro “A” e destinato a ristorante e sala conferenze ed il terzo, corpo “B” di forma planimetrica ad “L” mentre i primi due sono di forma rettangolare, è completato al rustico. Gli edifici configurano un ampio cortile centrale, che costituisce un luogo di incontro e favorisce l’aggregazione sociale e gli scambi commerciali. Il cortile è posto ad una quota più alta rispetto alla quota strada ed alle aree esterne alla corte ed è pavimentato con lastre di pietra naturale ed è servito da tre rampe pedonali di accesso, poste negli angoli opposti della corte stessa. Gli edifici sono stati tinteggiati con colori diversi per differenziare anche visivamente le attività funzionali che si in essi svolgono. L’intervento di progetto riguarda il corpo “B”, composto da due livelli in elevazione, per una superficie ad ogni piano di 950 mq, ed un seminterrato che impegna parzialmente l’area di sedime per circa 450 mq. E’ servito da due scale poste ai due estremi dell’edificio, di cui una collega il piano terra con il primo, mentre l’altra si sviluppa dal piano seminterrato alla copertura piana. Allo stato sono state completate le strutture e le tompagnature esterne, i corpi scala, e le parti esterne (intonaci, infissi e pitturazioni). L’interno dell’edificio trovasi ancora allo stato rustico, mancando le tramezzature, gli impianti e le finiture. 3 3. DESCRIZIONE DELL’ AREA E ANALISI DEI LUOGHI La località in cui dovrà sorgere la caserma è posta in zona Sepano nella parte centrale dell’area PIP, ed è agevolmente accessibile dai Comuni di Grumo Nevano ed Arzano Tramite il vicino svincolo della bretella di collegamento della SS 187, la struttura è molto ben collegata con le arterie primarie regionali (Asse Mediano, Circumvallazione Esterna di Napoli, Tangenziale, Asse di Supporto Nola-Villa Literno). La rete primaria regionale mette in comunicazione l’area in cui sorge l’edificio con la rete autostradale nazionale, con la stazione di Napoli Centrale e con l’aeroporto di Napoli, consentendo così un interscambio comodo e veloce. L’area è quasi pianeggiante e trovasi in prossimità del nucleo abitativo di Grumo Nevano. La superficie del lotto risulta di mq. 3000. Le strade poste a sud ed est presentano una discreta pendenza verso nord. 4 4. NORMATIVE E QUADRO LEGISLATIVO SPECIFICO DI RIFERIMENTO L’area sulla quale è ubicato l’edificio ricade nella zona PIP dotata di un piano esecutivo vigente ed è destinata ad attrezzature urbane collettive, funzione compatibile con la destinazione d’uso che si intende conferire alla struttura. Nella progettazione esecutiva della Caserma per la Guardia di finanza si è verificato e tenuto conto dei seguenti riferimenti legislativi e normativi: Urbanistica: P.R.G. e Piano P.I.P. vigenti nel Comune di Frattamaggiore (NA) e Regolamento edilizio - - Leggi Regionali. LL.PP.: decr. leg.vo 163/06 e successive mod. ed integ. e relativo Regolamento di attuazione DPR 380 del 06.06.2001 Portatori di handicap: L. n°13 del 9 gen. 1989 - - - D.M. n°236 del 14 giu.1989 - - - D.P.R. n°503 del 24 lug. del 1996 Sicurezza sul lavoro: D. Lgs. 81/2008 Impianti: L. n°186 del 1 mar. 1968 - - - L. n°37/2009- - - D.P.R. n°447 del 6 dic. 1991 - - - L. n°10 del 9 gen. 1991 - - - - - - C.M.I. 24 MI. SA 26 genn. 1993. - - - D.P.R. n. 412/93. Sanità: L. n°283 del 30 ap. 1962 - - - D.P.R. n°327 del 26 mar. 1980 - - - D.L. n°155 del 26 mar. 1997. Sicurezza segnaletica: D.P.R. n°524 del 8 giugno 1982--- D.L. n° 493 del 14 ago. 1996. Isolamento termico e acustico: L. n°10 del 9 gen. 1991. - - - D.P.R. n. 412/93. Progettazione caserma infrastruttura tipo: 5 Legge n° 16 del 06/02/1985 Direttiva Caserme Tutte le norme CEI e direttive CEE. Schema di Capitolato d’Appalto 6 5. METODOLOGIA DEL PROGETTO ESECUTIVO ED ANALISI. Le esigenze della committenza, definite nella fase della progettazione definitiva mediante diversi incontri con l’UTC, i rappresentanti della G.M., il Capitano ed i Tecnici della Guardia di Finanza, sono state ulteriormente dettagliate nella fase esecutiva e sono state stabilite le caratteristiche funzionali, dimensionali e morfologico-normative, tenendo conto delle indicazioni dettate dalla “Direttiva Caserme”. La tipologia dell’edificio esistente è rimasta invariata, e con la irrinunciabile collaborazione dei rappresentati del Guardia di finanza e dell’UTC è stato eseguito un insieme di operazioni che hanno consentito di elaborare l'organizzazione in schemi funzionali degli uffici e dell’accasermamento al piano terra ed al primo piano, compatibili con le caratteristiche dettate dalla “Direttiva Caserme”. La sua articolazione è stata la seguente: 1. a) analisi funzionale; 1. b) analisi dimensionale; 1 .c) analisi morfologica-normativa 1.a Analisi funzionale Individuate le unità funzionali, è stato steso un elenco, ordinandolo secondo un criterio che ha tenuto conto dell'importanza delle singole funzioni e delle loro reciproche relazioni, così come è riportato nelle indicazioni e nelle note metodologiche per la progettazione delle stazioni tipo della Direttiva Caserme, anche in funzione delle superfici interne ed esterne. Il sistema generale edilizio per le infrastrutture del Corpo comprende pertanto i seguenti sottosistemi: (a) Sottosistema operativo con destinazione direzionale e di supporto delle attività istituzionali; (b) Sottosistema residenziale collettivo con gli spazi alloggiativi della caserma, comprendente a sua volta: − zona residenziale di servizi e per attività sociali e ricreative assistenziali e sanitarie (cucina, mensa, sala TV. ecc.); − zona residenziale propriamente detta (camerate); (c) Sottosistema residenziale individuale con gli alloggi di servizio per il personale addetto ed i loro annessi; (d) Sottosistema dei servizi generali e tecnologici con spazi di supporto logistico ed integrativi alle attività operative, suddivisi in: - magazzini, depositi; - ricovero automezzi e nuclei riparazioni/posti di manutenzione; 7 - unità ambientali specifiche ed integrative (palestre, campi da tennis, locale FATS, poligono di tiro ecc.). Interrelazione tra sottosistema operativo e sottosistema residenziale collettivo. Come in tutte le infrastrutture di servizio per le organizzazioni istituzionali destinate a compiti che richiedono una struttura fortemente disciplinata, esiste una relazione fondamentale tra spazi destinati ad uffici operativi e di comando e spazi alloggiativi della caserma, dovuta al fatto che questi ultimi garantiscono il funzionamento dei primi, fornendo il personale di utilizzo e di continuo presidio. Ma oltre a questo ovvio e immediato rapporto funzionale, che determina in generale una stretta interconnessione, nelle infrastrutture prese in esame, i legami appaiono ancora più accentuati e forti per particolarità proprie degli interventi specifici. Infatti, gli uffici operativi, a causa delle ridotte dimensioni che ordinariamente si presentano in tali strutture, sono del tutto sprovvisti sia di spazi integrativi (bouvette, assistenza sanitaria), che di spazi destinati a momenti collettivi e di rappresentanza. Pertanto dovranno necessariamente avvalersi, per tali attività, degli ambienti di servizio sociali, ricreativi ed assistenziali dell’unità residenziale collettiva. Infine, sempre a causa delle limitate dimensioni dei due sottosistemi qui considerati, un altro legame importante verrà a crearsi per la necessità di unificare i servizi di accesso e di controllo, eliminando inutili duplicazioni, con una notevole riduzione del personale addetto. Interrelazioni tra sottosistema operativo e sottosistema residenziale individuale. Le relazioni intercorrenti tra tali unità sono di natura ambivalente e contraddittoria dovendosi garantire, da una parte, un collegamento immediato tra spazi operativi e alloggi individuali di servizio e, dall’altra, la necessaria autonomia e privacy degli alloggiamenti stessi. Ma tralasciando queste considerazioni di natura essenzialmente funzionale, le relazioni che intercorrono tra i due sottosistemi nel progetto sono soprattutto evidenziate in riferimento al ruolo rappresentativo che l’intera struttura edilizia, in quanto istituzionale, deve necessariamente svolgere. Sotto questo aspetto, sembra opportuno che l’autonomia delle residenze individuali debba essere fortemente accentuata essendo, di fatto, un elemento esterno ed estraneo all’istituzione stessa. Interrelazioni tra sottosistema operativo e sottosistema di servizio. Tra le attrezzature di servizio e gli uffici esiste un legame immediato di stretta dipendenza, determinato dal fatto che le prime permettono lo svolgimento di attività operative sia interne alla struttura operativa sia proiettate all’esterno della stessa. Tali attrezzature, pertanto, sono state 8 integrate come naturale espansione degli spazi operativi e sono state funzionalmente collegate ad essi. Per quel che riguarda le centrali tecnologiche pur ritenendosi, nel caso in esame, che la efficienza del servizio impiantistico prestato non implichi necessariamente una continuità spaziale, appare necessario prevedere una stretta integrazione all’unità operativa servita. Infatti, tale soluzione garantisce, da un lato, una maggiore sicurezza nei confronti di possibili azioni terroristiche con materiale esplodente e, dall’altro, minori costi d’impianto e di gestione, dovuti ad una più facile sorveglianza ed un minor sviluppo dei collegamenti. Interrelazioni tra sottosistema residenziale collettivo e sottosistema di servizio. Per quel che concerne la parte tecnologica, valgono le stesse considerazioni svolte al punto precedente. Per gli altri spazi di servizio è stato previsto nell’organismo un collegamento diretto, che risolva il bisogno di relazioni non solo con gli ambiti di deposito, ma anche con il parcheggio seminterrato. Interrelazioni tra sottosistema residenziale individuale e sottosistema di servizio. Contrariamente all’impostazione prevalente in passato che prevedeva una centralizzazione dei servizi tecnologici, è stato adottato il criterio di rendere completamente autosufficienti gli alloggi di servizio, al fine di ottenere una più immediata ed economica utilizzazione degli stessi. Pertanto è stato concepito, sotto l’aspetto impiantistico, le singole unità abitative completamente autonome e svincolate dal resto del complesso, dando a ciascuna di esse la completa gestione dei propri bisogni. Nella progettazione esecutiva le interrelazioni finora evidenziate hanno suggerito l’adozione di layout per il sistema generale complessivo organizzati secondo le seguenti scelte fondamentali: − rapporto di continuità tra sottosistema collettivo, con servizi di accesso e di controllo comune e, nei casi di ridotte dimensioni, con uso anche promiscuo del nodo verticale di collegamento; − completa separazione delle residenze individuali e loro ubicazione ad un estremo dell’area; sul fianco un sottosistema alloggiativo collettivo che, venendosi così a trovare in una posizione intermedia, svolgerà la funzione di separatore e di filtro con la zona operativa; − localizzazione del sottosistema dei servizi in livelli immediatamente sottostanti le strutture operative e alloggiative collettive, per garantire il giusto utilizzo degli stessi da parte di dette strutture. 9 1.b Analisi dimensionale e descrizione edificio L’edificio si sviluppa su tre livelli, un seminterrato, un piano terra e primo piano, oltre alla copertura scala. Gli spazi che lo costituiscono sono i seguenti: − corpo di guardia, composto da un ambiente di ridotte dimensioni e protetto da vetro blindato e fornito per le relazioni con l’esterno di passa documenti, parla e ascolta, e bocca di fuoco. Annesso al box è stata prevista una zona per il riposo, fornita di servizio igienico. − Filtro di accesso realizzato con porte interbloccate a mutuo consenso. − Sala d’attesa per i visitatori sotto il controllo del box di sorveglianza e con accesso diretto dal filtro. − Atrio. − Locale deposito corpi di reato, ubicato in prossimità del nucleo scala. L’area operativa comprenderà le seguenti unità ambientali: − Locali per le pattuglie, ubicati nelle immediate vicinanze dell’accesso alla zona. − Ufficio del Comandante sezione operativa/nucleo mobile, in rapporto diretto con i locali delle pattuglie. − Schedario. − Deposito corpi di reato (locale Reperti). − Locali per i fermati, composto da una cella di sicurezza per piano con annesso servizio igienico. − Deposito armi e munizioni (armeria), senza apertura con l’esterno fornito di porta blindata. L’area di comando sarà a sua volta costituita da: − Ufficio Comandante, di ampie dimensioni. Ufficio squadra Comando. − Υffici scrivani, terminali e magazzino informatico. L’area per i servizi operativi comprende le seguenti unità ambientali, in funzione del numero di sezioni: − Ufficio del Comandante della sezione operativa, in rapporto diretto con le pattuglie/drappello; − Ambienti per le pattuglie, realizzati in locali di ampie superfici. − Αrmeria ricavata in ambiente protetto fornito di porta blindata. − Depositi. L’area destinata al comando del Nucleo è costituita da: − Ufficio per il Comandante del Nucleo, in relazione con tutti i locali della zona. − Vano schedari, in area riservata, con possibilità di consultazione da parte delle pattuglie. I locali in cui si articolerà l’area comando saranno i seguenti: 10 − Uffici vari, in funzione delle diverse esigenze logistico funzionali (sezione AA.GG., sezione Amministrazione, sezione I ecc..). La parte operativa comprenderà invece: − Sala operativa, con annessa area apparati ed unità elaborativa. Avrà un rapporto immediato con la sala radio, che in alcune soluzioni è stata direttamente associata alla sala operativa, per ridurre l’impiego di personale. − Sala radiocomunicazioni. − Archivio di consultazione, in relazione con la sala operativa e rapporti anche con gli altri uffici della zona. Le superfici delle singole unità funzionali sono state determinate in base a parametri dimensionali che, normalmente, fanno riferimento all'utenza; così, visto il progetto definitivo sono state ricavate le dimensioni esatte degli ambienti sia al piano terra che al primo piano e seminterrato. (b) Zona alloggiativa La zona alloggiativa propriamente detta presenterà le seguenti unità ambientali: − camere a più letti, sono state previste soluzioni sia a due (scelta da privilegiarsi, qualora non ricorrano circostanze particolari) che a tre letti. Saranno fornite di uno spazio di servizio con lavabo, bidet, w.c. e doccia. Il sottosistema residenziale collettivo comprende le unità ambientali degli spazi propriamente alloggiativi e degli spazi di servizio della caserma. Esso trova realizzazione edilizia in un edificio legato più o meno organicamente a quello dei servizi operativi a secondo del tipo di lay-out generale prescelto. 11 Piano seminterrato Il piano seminterrato si sviluppa ………………………………………………... Le superfici sono le seguenti: Descrizione locale Superficie (mq) Autorimessa 265.77 Magazzino reperti 61.50 Armeria 37.38 Magazzino BB.MM. 35.55 Archivio 38.79 Piano rialzato Il piano rialzato si sviluppa ………………………………………………... Le superfici sono le seguenti: Descrizione locale Superficie (mq) Corpo di guardia 64.74 Deposito 2.95 Cella di sicurezza 9.07 Deposito corpo reati 16.83 Ricezione denunce 15.44 Polizia giudiziaria 4 cds 20.58 Bagno uomini 16.43 Capo sezione operativa 17.19 Verifica 1 27.80 Capo squadra comando 19.64 Verifica 2 13.64 Bagno donne 16.61 Comandante di compagnia 48.44 Capo squadra comando 28.52 Scrivani, terminali e magazzino informatico 40.64 Schedario 52.57 Schedario 58.97 Protocollo 20.50 Squadra di comando 43.67 Verifica 3 23.91 12 Descrizione locale Superficie (mq) Verifica 4 25.31 Polizia giudiziaria 2 23.73 Polizia giudiziaria 1 24.08 Attesa 45.24 Piano primo Il piano primo si sviluppa ………………………………………………... Le superfici sono le seguenti: Descrizione locale Superficie (mq) Bagno + deposito 30.12 Bagno + deposito 24.57 Deposito 2.95 Cella sicurezza 8.23 Ufficio moto 19.09 Nucleo mobile 1 36.38 Sala intercettazioni 19.19 Sala briefing 47.43 Magazzino 11.65 Letto 18.19 Letto 36.22 Letto 19.56 Letto 19.56 Letto 19.56 Letto matrimoniale 28.57 Studio 13.35 Soggiorno 39.78 Cucina 21.56 Bagno 3.62 Letto 13.36 Bagno 6.21 Letto 12.25 Letto 22.65 Stenditoio 13.62 13 Descrizione locale Superficie (mq) Lavatoio 15.03 Stanza comune - deposito 23.40 Spogliatoio uomini 21.72 Spogliatoio donne 21.35 Nucleo mobile 4 21.70 Nucleo mobile 3 21.70 Nucleo mobile 2 21.70 Capo nucleo mobile 29.77 14 1.c Analisi dell’area La composizione degli elementi acquisiti nella progettazione definitiva ha contraddistinto la presente fase che si articola in: 2.a schema planimetrico 2.b studio degli esterni 2.c rapporto interno-esterno 2.a Schema planimetrico E’ stata eseguita la composizione delle unità funzionali in raggruppamenti omogenei per destinazione d'uso, distribuiti da un sistema di percorrenze che si snodano in relazione ai flussi previsti. Ne è derivata la progettazione definitiva, indicativa della morfologia edilizia in termini di forme aperte, di rapporto interno-esterno. Si sono quindi affrontati i problemi connessi alla integrazione tra sistema planimetrico e struttura. Come precedentemente accennato l'impianto distributivo è stato articolato secondo le indicazioni, verificate anche a seguito della progettazione particolareggiata architettonica e degli impianti. Il fabbricato è posto al centro dell’area; intorno ad esso si articola la viabilità interna ed in prossimità delle recinzioni è posta una fascia di verde. 2.b Studio degli esterni La localizzazione dell’edificio esistente sul lotto ha consentito di definire le sistemazioni esterne ed in particolare la viabilità e gli accessi, l'area dei parcheggi anche in relazione all'orientamento agli accessi, alla dislocazione delle funzioni più importanti. ecc. Per motivi legati prettamente alla sicurezza delle strutture militari è stata prevista una separazione fisica invalicabile dalla parte del lotto destinata alla Guardia di finanza dalla restante parte del lotto che accoglierà i servizi all’area PIP. Sarà quindi realizzata una recinzione continua con muratura in cemento armato e sovrastante ringhiera secondo i grafici di progetto. Anche gli accessi saranno separati, nel senso che l’area destinata alla caserma sarà dotata di un ingresso carrabile ed uno pedonale indipendente dal Centro Servizi. L'intero complesso sarà delimitato perimetralmente da una recinzione di adeguate dimensioni idonea ad impedire precise azioni di fuoco, l’intrusione nella caserma ed ostacolare il lancio di oggetti ed ordigni, nella recinzione dovranno essere ricavati sia gli accessi esterni carrabili, a movimentazione elettrica, che altrettanti accessi pedonali in prossimità di ciascun passo carrabile. In prossimità dell'ingresso principale sarà previsto un posto di controllo. Dovranno essere, inoltre, previste le seguenti opere: - viabilità perimetrale lungo l'intera recinzione della larghezza minima di mt. 4.00; - viabilità interna della caserma ; 15 - parcheggi scoperti interni per il personale in servizio; - parcheggi per visitatori lungo l'intero fronte esterno; - camminamento perimetrale al piazzale; - sistemazione esterna delle aree a verde mediante piantumazione di alberi di medio fusto, essenze mediterranee e prato di sottofondo; - marciapiedi perimetrali a tutti gli edifici e a tutte le aree a parcheggio e a verde; - rete di smaltimento delle reti bianche fino ai collettori urbani e relative vasche di decantazione e filtraggio; - rete di smaltimento delle acque nere; - rete di adduzione e distribuzione idrica a servizio di tutti gli edifici; - rete di distribuzione antincendio a servizio di tutte le aree esterne; - rete telefonica; - rete di adduzione e distribuzione gas di città; - rete di allacciamento esterno e distribuzione elettrica con relativa centrale di trasformazione; - reti impiantistiche speciali (antintrusione, TV a circuito chiuso, telecontrollo, rete L.A.N., ecc.); - rete antincendio; nell’area di sedime dell’edificio e per la metà superficie della stessa, è stato ricavato un piano seminterrato/interrati destinato in parte ad autoreparto per i mezzi di servizio, in parte a depositi (custodia) e beni sequestrati. L'accesso carrabile al piano seminterrato avverrà dal piazzale esterno a mezzo di una adeguata rampa carrabile; l'accesso pedonale potrà avvenire dal piazzale esterno dalla rampa e dal fabbricato a mezzo della scala principale. 16 6. ABITABILITA’ È stata data la dovuta rilevanza progettuale alle seguenti problematiche: Ambiente La salvaguardia dell’ambiente è stato oggetto di notevole interesse durante la progettazione per la presenza di piantumazione e vegetazione caratterizzanti tipiche. La Caserma si integrerà con l’ambiente circostante senza stravolgere le caratteristiche dei luoghi. Si è tenuto conto anche del sottosuolo e dell’atmosfera, salvaguardando dall’inquinamento le falde acquifere con adeguato sistema fognario e smaltimento acque reflue. Il funzionamento degli impianti garantirà la salubrità dell’atmosfera. I materiali provenienti dagli scavi dovranno essere portati a rifiuto in cave autorizzate. Acustica Notevole importanza è stato dato a tale problema specie se la costruzione è situata nelle vicinanze di sedi viarie. Per ovviare al problema della coibenza acustica sono stati scelti i materiali idonei e sono state adeguatamente trattate le pareti esterne e divisorie, la copertura, gli infissi ecc. Illuminazione e colore Tutti gli ambienti avranno sempre una superficie finestrata superiore ad 1/8 di quella del pavimento e saranno trattati con colori prevalentemente chiari ed atti ad evitare fenomeni di abbagliamento. Termoigrometria Gli impianti e l’isolamento termico sono stati progettati in funzione delle norme e delle condizioni climatiche locali, in modo da ovviare anche ai problemi di umidità e condensa e nel rispetto totale della Legge 10/91. In particolare l’umidità interna dovrà essere compresa tra il 40% e il 60% e le correnti d’aria dovranno essere di 0,15/0,20 m/s come si evince dalla relazione specifica. Impianto idrico-sanitario La normativa di riferimento per il calcolo che segue è: UNI 9182, Impianti di alimentazione di acqua fredda e calda; UNI 9183, Sistemi di scarico delle acque usate. L’impianto di distribuzione dell’acqua all’interno dell’edificio prevede un allacciamento al Gestore in corrispondenza del muro di cinta della Caserma, dove sono localizzati anche i singoli gruppi misuratori. La distribuzione interna è prevista secondo un sistema a ramificazione, per cui l’adduzione avviene su ogni piano tramite l’alimentazione, da un collettore primario, apportata da colonne montanti (n. 5). 17 I particolari si evincono dalla specifica relazione e progetto. Antincendio Sono stati previsti e saranno posizionati n. 16 estintori al piano terra e 2 al piano primo, del tipo a polvere omologato, classe 13 A 89 BC. Impianto di condizionamento L’impianto termico è realizzato mediante l’installazione negli Ufficioici di un sistema di ventilconvezione a fancoils alimentati da gruppi termici e di refrigerazione posti sulla copertura della caserma, mentre gli alloggi (alloggio Comandante e camerate) sono stati trattati con sistemi tradizionali composti da un riscaldamento a caldaia a condensazione e radiatori e climatizzazione con split con unità refrigeranti singole esterne. Il calcolo dei carichi termici dell’intero edificio è stato effettuato partendo dalle dispersioni delle superfici delimitanti l’intero ambiente riscaldato, secondo le direttive imposte dalla normativa e tenuto conto di alcuni valori opportunamente tabellati. I particolari si evincono dalla specifica relazione e progetto. Impianti elettrico, messa a terra, video citofono ecc. Il progetto elettrico prevede la realizzazione degli impianti di illuminazione, di forza motrice, telefonico, di antenna TV, videocitofonico, apertura automatica dei cancelli d’ingresso, di trasmissione dati, di antintrusione, di diffusione sonora, di parla-ascolta, dell’impianto di terra delle parti comuni ed interne. Al piano interrato, previsto come locale di semplice deposito, sarà ubicata la centrale idrica, e come impianto elettrico sarà prevista una illuminazione a soffitto con relativi apparecchi di comando, tutto l’impianto sarà eseguito a vista secondo le norme CEI. Al piano terra saranno realizzati gli impianti sopra descritti. L’impianto elettrico previsto è del tipo sotto traccia con cavi in tubo rigido e flessibile in parte; solo nel seminterrato è stato previsto un impianto del tipo con tubi esterni a parete. L’alimentazione è direttamente in bassa tensione 230 V, 50 Hz fase neutro o fase-fase per forniture monofasi, 230/400 V, 50 Hz per le forniture trifasi. Per quanto attiene alla fornitura di energia elettrica, si è tenuto conto della potenza impegnata da quattro appartamenti di circa mq 100 cadauno siti al primo piano, degli alloggi di servizio e della richiesta degli stessi, dei singoli Ufficioici posti al piano terra, e si è valutata una potenza impegnata di 30 kW. Nel calcolo dell’impianto di illuminazione si è tenuto di tre sistemi di illuminazione che sono: − illuminazione diretta; − illuminazione indiretta; − illuminazione mista: 18 inoltre si è tenuto conto di una serie di fattori importanti quali: − tonalità di colore; − resa del colore; − illuminamento; − tipo di lampade; − uniformità dell’illuminamento; − abbagliamento. I principali parametri da prendere in considerazione per la realizzazione dell’impianto di illuminazione: - il livello ed uniformità dell’illuminazione; - il colore della luce e la resa del colore; - la limitazione dell’abbagliamento. Gli apparecchi di illuminazione utilizzati sono conformi alla norma CEI 34-21. Per una alimentazione supplementare a quella normale, che non generi alcuna interruzione nell’alimentazione dell’impianto, è stato previsto un UPS di tipo on-line con commutatore statico, caratterizzato dal fatto che il carico è alimentato in condizioni ordinarie attraverso l’inverter. I particolari si evincono dalla specifica relazione e progetto. 19 8. TRASFORMABILITÀ Per rispondere pienamente alle necessità di evoluzione delle attività e delle funzioni svolte, il sistema è stato caratterizzato come entità completamente trasformabile. Pertanto, fin dalla fase progettuale, è stata prevista la possibilità di apportare cambiamenti alla organizzazione ed alla dimensione degli spazi, sia attuando delle semplici riorganizzazioni funzionali, sia operando trasformazioni costruttive vere e proprie a seguito di complete rifunzionalizzazioni. In generale l’impostazione che ha sotteso le varie scelte progettuali ha consentito di ricavare spazi reversibili e suscettibili di varia sistemazione. Ovviamente nell’intero sistema edilizio non tutti gli elementi componenti godranno dello stesso grado di trasformabilità e si differenziano invece per un diverso livello di reversibilità a seconda della loro natura. In particolare possono essere individuati: (a) Spazi a massima trasformabilità A questa categoria appartengono indubbiamente gli spazi operativi degli Ufficio, che dovranno essere realizzati per consentire l’adozione di tipologie differenziate. Caratteristiche simili avranno anche le unità ambientali specifiche ed integrative del sottosistema dei servizi generali, per i quali le necessità saranno assai differenziate e assai mutevoli nel tempo. (b) Spazi a media trasformabilità Di questo tipo saranno gli spazi del sottosistema residenziale collettivo, per i quali si dovranno prevedere, data la stabilità delle attività svolte, più che complete rifunzionalizzazioni, più limitate trasformazioni tese ad adeguare lo standard abitativo (integrazioni degli spazi collettivi, riduzione delle camere a più letti a letto singolo ecc.). (c) Spazi di minima trasformabilità Nell’intero sistema generale le residenze individuali rappresentano il momento di massima stabilità, essendo le funzioni che in esse svolgono assai codificate e legate alla lenta evoluzione della società. Arredamento Nel progetto sono state realizzate tavole con arredamento tipo per permettere la progettazione esecutiva degli impianti. E’ stata prevista per tutti gli ambienti, così come prescritto negli indirizzi di progettazione, almeno una finestra assicurando la ventilazione permanente (naturale ed elettrica). In alcuni servizi privi di aerazione naturale è stato previsto l’impianto di aerazione forzata. Le pavimentazioni sono state previste: 20 • per i garage, depositi, locale gruppo elettrogeno e corridoio di disimpegno mattonelle di gres maiolicato antisdrucciolo facilmente lavabili; • per l’ingesso, l’atrio, attesa, disimpegno, locale piantone e ballatoi scale pavimentazioni in marmo lucido; • in tutti gli altri locali al piano rialzato ed al primo piano mattonelle in monocottura. I servizi igienici, distinti per sesso e reparti, compreso quello per disabili al piano terra, sono stati opportunamente dotati di tutti i sanitari necessari. Ampie vetrate sono state previste nell’ingresso, nell’atrio, nella attesa e nel locale piantone. Sistemazioni esterne e verde E’ stata data importanza alla salvaguardia del verde per conservare la memoria storica dei luoghi. Nel contempo non è stato trascurato l’arredo a verde dell’esterno prevedendo piantagioni tipiche della zona climatica. I viali e i marciapiedi sono stati progettati in funzione dell’accessibilità con mezzi veicolari verso le autorimesse, i box e i parcheggi separando altresì il flusso veicolare da quello pedonale. I parcheggi sono stati ubicati in maniera da non intralciare sia i percorsi pedonali che l’accessibilità. Utilizzo e manutenzione opere ed impianti È stato redatto il piano di manutenzione dell’edificio e di tutte le sue parti. Va precisato sin da ora che le opere e tutti i materiali scelti dovranno essere accompagnati dai certificati di qualità, di garanzia e di manutenzione e dovranno mantenere nel tempo la funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza e il valore economico. Il piano che è stato allegato al progetto esecutivo prevede: a) il manuale d’uso; b) il manuale di manutenzione; c) il programma di manutenzione Il manuale d’uso di tutto l’edificio contiene tutte le informazioni, in particolare degli impianti tecnologici, al fine di consentire agli utenti la perfetta conoscenza della caserma, i danni derivabili dalla impropria utilizzazione per evitare o limitare i danni e intervenire sollecitamente con interventi specialistici. Contiene ancora ubicazioni, collocazioni, dimensioni e quanto altro necessario, mediante rappresentazione grafica, descrizioni e/o modalità di tutti i materiali previsti e di tutti gli impianti. 21 Il manuale di manutenzione esplicita, per tutti i materiali e gli impianti, la descrizione delle risorse per gli interventi manutentivi, il livello delle prestazioni, la manutenzione da parte degli utenti e a cura del personale specializzato. Il programma di manutenzione prevede sistemi di controllo ed interventi a cadenza temporale prefissate con i sottoprogrammi per le prestazioni, controlli ed interventi di manutenzione. Barriere architettoniche Nella stesura del progetto si è previsto l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche agevolando l’accessibilità al pubblico e l’adattabilità. Materiali Tutti i materiali da impiegare saranno biologicamente adeguati e con conduttività inferiore a 0,116 w/m °C e garantiranno la durabilità, l’impermeabilità, l’isolamento termico ed acustico, l’incombustibilità e la buona resistenza meccanica. 22 9. CRITERI PROGETTUALI Nell'affrontare lo studio è stato opportuno mettere in relazione la struttura ai contenuti, considerare cioè il rapporto funzionale tra spazio costruito ed attività da svolgere al suo interno da operatori e pubblico, rapporto che nell'arco della giornata si configura come un processo dinamico, scandito da ritmi definiti. In tal senso, considerando la struttura, il bacino dell'utenza, il (numero degli utenti e del personale), le modalità con le quali gli addetti si distribuiranno nel manufatto, ne utilizzeranno percorsi, arredi, collegamenti interni ed esterni nelle diverse occasioni, il progetto è stato mirato alla configurazione di un organismo non statico, ma rispondente alle esigenze di una realtà complessa, nella quale spazio e fruitori si integrano nella trasformazione degli ambienti, secondo delle attività svolte al loro interno. Sono stati considerati, inoltre, punti di contatto tra i diversi reparti e gli ambienti di servizio per la gestione dell'organismo; tali ambienti assolvono pertanto a necessità ed a funzioni che possiamo considerare comuni alla caserma. 23 10. CARATTERISTICHE DI SICUREZZA Il sistema generale di infrastruttura, che qui si cerca di descrivere nei suoi aspetti prestazionali, presenterà differenziate caratteristiche di sicurezza ed in particolare le seguenti: (1) Caratteristiche di sicurezza relative all’architettura Come si è detto la sicurezza, intesa come risposta globale nel processo edilizio, comporta inevitabilmente il superamento di una prassi progettuale impostata su una protezione a posteriori e l’adozione di un impostazione metodologica che premi il momento della progettazione architettonica, fin dalla sua prima fase ideativa. E’ ormai chiaro che, solo introducendo la problematica della difesa nelle scelte di organizzazione e di distribuzione funzionale degli spazi, è possibile ottenere un livello di sicurezza realmente soddisfacente. Attenendosi a ciò, nel tentativo di definizione del modello di sistema generale, è stata operata innanzitutto la scelta di adottare un organismo architettonico il più unitario possibile, allo scopo di ridurre gli ambienti esterni e quindi facilitare il controllo. Inoltre ci si è indirizzati verso l’unificazione dei percorsi e dei flussi di interscambio con la realtà urbana circostante, centralizzando gli accessi all’area protetta esterna, e verso la separazione netta, in un proprio recinto autonomo, delle aree e degli edifici destinati agli alloggi individuali. A livello di area protetta interna, si è ritenuto opportuno unificare gli atri di accesso del sottosistema operativo e del sottosistema residenziale collettivo, utilizzando un unico box di controllo che avrà la diretta sorveglianza non solo dell’atrio e della attesa visitatori, ma anche dell’interno fronte principale d’ingresso e quindi dei diversi passi pedonali e carrabili. Nelle diverse soluzioni elaborate sono state individuate aree di maggiore e minore riservatezza a seconda che in esse sia immesso pubblico o comunque personale esterno alla Guardia di Finanza. Infine, sono stati enucleati ambienti di massima riservatezza quali, la sala operativa, la sala radio, le celle di sicurezza, i depositi corpi di reato e documenti riservati, le armerie, per i quali si prevede un accesso mediante sistemi automatizzati sotto controllo dell’unità generale. (2) Caratteristiche di sicurezza fisiche Per quanto riguarda la protezione dell’area riservata esterna, è stato concepito l’intero lotto separato dagli spazi pubblici e dalle proprietà contigue da una barriera di protezione meccanica, che svolgerà sia la funzione antintrusione, al fine d’impedire danneggiamenti, sottrazione di documenti ed evasioni, che antisabotaggio (bombe, tentativi di sfondamento azioni di fuoco). L’altezza prevista di detta barriera dovrà essere di circa tre metri, mentre per i materiali da adottarsi, allo scopo di ridurre l’effetto di “bunkerizzazione”, è stato previsto l’impiego di recinzioni 24 metalliche ad elementi verticali ravvicinati e sfalsati rivestiti da una cortina di piante per ridurre l’impatto visivo. Tali elementi, oltre a impedire ogni scavalcamento e ogni sfondamento, garantiscono anche una buona riduzione dell’onda d’urto in caso di attentati con bombe, ed un soddisfacente angolo di incidenza in caso di tiro con arma da fuoco. Agli infissi del piano terra e di altri ambienti dovranno essere applicati inferriate di sicurezza, eventualmente del tipo antilancio. Essi saranno realizzati con profilati ad alta resistenza ad anima di metallo e vetri stratificati antiproiettile con eventuale lastra interna in materiale plastico, per eliminare i fenomeni dello “spelling” e dello “splintering”. (3) Caratteristiche di sicurezza elettroniche Sulla barriera di protezione esterna dovrà essere messa in opera una protezione antiscavalcante costituita da dispositivi di rilevazione a microonde o a raggi infrarossi o a fili tesati e sensorizzati, per cui la variazione di tensione meccanica di un filo, provocata dall’intervento intrusivo, determinerà la segnalazione d’allarme. Per il controllo ottico dell’intera area esterna protetta e della fascia di accesso dovrà essere installato un impianto di televisione a circuito chiuso, costituito da una serie di telecamere non brandeggianti, con focale fissa e diaframma automatico, poste sulla sommità della barriera di protezione. L’impianto sarà comandato manualmente attraverso una centralina unica a commutazione di sequenza ed automaticamente dall’impianto di protezione allo scavalcamento. L’area protetta esterna sarà dotata di un impianto d’illuminazione notturna, con circuito di sicurezza alimentato in caso di emergenza dal gruppo elettrogeno. Nell’area protetta interna andranno previsti, per i locali di massima riservatezza, particolari sensori di rilevamento. Infine tutta l’area sarà salvaguardata da un impianto di avvisatori d’incendio, configurato in relazione al grado di rischio degli ambienti da proteggere. Nei locali contenenti documenti riservati o apparecchiature particolari quali: − archivi di documenti riservati − depositi corpi di reato − armerie e depositi munizioni − sale operative e telefoniche dovranno essere previsti impianti automatici di spegnimento. (4) Caratteristiche di sicurezza relative alle procedure gestionali. 25 Come si è detto più volte, gli spazi operativi delle infrastrutture saranno caratterizzati dalla completa capacità di trasformarsi per adeguarsi a future sopravvenienti esigenze non previste al momento della realizzazione . Questa qualità tipologica individua immediatamente, sul piano delle procedure gestionali, una totale disponibilità della soluzione generale suggerita per l’infrastruttura od adeguarsi a diversissime modalità di organizzazione del lavoro e dei comportamenti intersoggettivi all’interno di essa. Questa disponibilità, chiaramente, consentirà l’adozione di diversi sistemi organizzativi di sicurezza, non ponendo ad essi praticamente alcun vincolo. 26 1 Sommario 1. Premessa ....................................................................................................................................2 1.1 Leggi e norme da ottemperare ..............................................................................................3 1.2 Norme CEI/IEC .....................................................................................................................3 2. Dati di Progetto ............................................................................................................................4 2.1 Caratteristiche alimentazione elettrica ..................................................................................4 3. Criteri progettuali adottati per l’impianto elettrico ..........................................................................4 3.1 Protezione contro i contatti diretti ..........................................................................................4 3.2 Protezione contro i sovraccarichi ..........................................................................................4 3.3 Protezione contro i corto circuiti ............................................................................................5 3.4 Calcolo della caduta di tensione ...........................................................................................5 3.5 Protezione contro i contatti indiretti .......................................................................................5 4. Elenco delle opere previste ..........................................................................................................6 4.1 Impianto elettrico ..................................................................................................................6 5. Descrizione delle opere : criteri di progettazione e realizzazione degli impianti ............................6 5.1 Principali parametri elettrici ...................................................................................................6 5.2 Vie cavi e cavi .......................................................................................................................7 5.2.1 Protezione dei conduttori e loro tipologia .......................................................................7 5.2.2 Vie cavi e canalizzazioni ................................................................................................8 5.3 Quadri elettrici.......................................................................................................................8 5.3.1 Rispondenze normative .................................................................................................8 5.3.2 Requisiti generali di sicurezza ........................................................................................8 5.3.3 Difesa contro i contatti diretti ..........................................................................................9 5.3.4 Difesa contro i contatti indiretti .......................................................................................9 5.3.5 Difesa contro le sollecitazioni termiche nel normale esercizio ........................................9 5.3.6 Difesa contro le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito .................9 5.3.7 Difesa contro l'accesso alle apparecchiature .................................................................9 5.3.8 Interruttore generale di bassa tensione ........................................................................10 5.3.9 Identificazione degli interruttori ....................................................................................10 5.3.10 Schema dei quadri .......................................................................................................10 5.3.11 Apparecchi contenuti nei quadri ...................................................................................10 5.3.12 Selettività .....................................................................................................................10 5.3.13 Interruttori automatici magnetotermici ..........................................................................10 6. Impianti di illuminazione e F.M. .................................................................................................11 7. Impianto di terra. .......................................................................................................................12 1. Premessa 2 Oggetto e scopo della presente relazione tecnica è la descrizione dei criteri di progettazione per la realizzazione degli impianti elettrici a servizio del corpo “B” del Centro Servizi in area PIP in Frattamaggiore da destinare a Caserma per la Guardia di Finanza. Tutti gli impianti oggetto della presente relazione dovranno essere realizzati secondo le disposizioni delle norme e leggi vigenti in materia, di cui si allegano i principali richiami, ritenendosi comunque incluse tutte le norme pertinenti, anche se non richiamate specificamente. 1.1 Leggi e norme da ottemperare D.P.R. 547 del 27.04.1955 - Norme per la prevenzione degli infortuni e l'igiene del lavoro; Legge 186/68 - Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature, macchinari,installazioni impianti elettrici ed elettronici; Legge 46/90 - Norme di sicurezza degli impianti; D.P.R. 447/91 - Regolamento di attuazione della legge 46/90; D.L.GS. 81/08 e successivi aggiornamenti per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei luoghi di lavoro. 1.2 Norme CEI/IEC CEI 17.5 fasc. 1913E, EN 60947 - 2: Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2. Interruttori a corrente alternata. CEI 17-13/3 fasc. 1926, CEI 17-13/3VI fasc. 2504, EN 60439-3: Apparecchiature assemblate di protezione e di manovra per bassa tensione. Parte III: Prescrizioni particolari per apparecchiature assemblate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale non addestrato ha accesso al loro uso. Quadri di distribuzione ASD. CEI 20-22II, CEI 20-35 fasc. 688, CEI 20- 371 fasc. 739: Cavi isolati polivilicloruro di qualita R2, tensione nominale 0,6/1 KV, tensione di prova 4 KV C.A. non propaganti l'incendio e la fiamma ed a ridotta emissione di gas corrosivi. CEI-22II, CEI 20-371 fasc. 739, CEI 20-11, CEI 20-34: Cavi isolati in gomma EPR ad alto modulo con guaina 0,6/1 KV non propaganti l'incendio e a fiamma a ridotta emissione di gas corrosivi. CEI 23-8 fasc. 335, CEE EL 26 1968: Tubi protettivi rigidi in PVC e loro accessori per installazione fissa per uso domestico e similare. CEI 23-9 fasc. 823, IEC 669-1: Apparecchi di comando non automatici interruttori per installazione fissa per uso domestico e similare. CEI 23-14 fasc. 297, CEI 23-14V2 fasc. 1250V: Tubi protettivi flessibili a base di cloruro di polivinile PVC e loro accessori per posa fissa. CEI 2316 fasc. S430, CEI 23-16V1 fasc. S436, CEI 23-16V2 fasc. S606: Prese a spina di tipi complementari, per installazione fissa e mobile, destinate ad usi domestici e similari. CEI 23-18 fasc. 532, CEI 23-18V1 fasc. S635, CEI 23-18V2 fasc. S718, CEI 23-18V3 fasc. 1077V, CEI 23-18V4 fasc. 1522V, IEC 1009 EN 61009: Interruttori differenziali per usi domestici e similari ed interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi domestici e similari. CEI 23-22 fasc. 778: Canalette portacavi di materiale plastico per quadri elettrici. CEI 23-32 fasc. 1278, CEI 23-32 V1 fasc. 1903V: Sistemi di canali di materiale plastico isolante e loro accessori ad uso portacavi e portapparecchi per soffitto e parete. CEI 23-481 ediz. fasc. 2711: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. CEI 23-49 fasc. 2730: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e similari. Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed apparecchi che nell'uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile. CEI 23-51 fasc. 2731: Prescrizioni per la realizzazione, verifiche e prove dei quadri di distribuzione per installazione fisse per uso domestico o similare. CEI 61-108 fasc. 2355, CEI EN 60335-2-40: Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Norme particolari per le pompe di calore elettriche, per i condizionatori d'aria e per i deumidificatori. CEI 64-8/1 fasc. 1916: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. Parte Oggetto scopo e principi fondamentali. 3 CEI 64-8/2 fasc. 1917: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1000 in c.c. Parte 2 Definizioni. CEI 64-8/3 fasc. 1918: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. Parte 3 Caratteristiche generali. CEI 64-8/4 fasc. 1919: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. Parte 4 Prescrizioni per la sicurezza. CEI 64-8/5 fasc. 1920: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 V in c.c. Parte 5 Scelta ed installazione dei componenti elettrici. CEI 64-8/6 fasc. 1921: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 1500 in c.c. Parte 6 Verifiche. CEI 64-8/7 fasc. 1922: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in c.a. e a 15 in c.c. Parte 7 Ambienti ed applicazioni particolari. CEI 64-12 fasc. 2093G: Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso residenziale e terziario. 1.3 Documenti Allegati La presente relazione costituisce parte integrante della planimetria dell’impianto elettrico degli uffici, degli alloggi e delle aree esterne. 2. Dati di Progetto 2.1 Caratteristiche alimentazione elettrica - Alimentazione: 220 V derivante dalla rete elettrica esterna; - Ubicazione punto di consegna: per ciascun appartamento è previsto un nuovo allaccio; per il servizio condominiale di illuminazione è previsto invece un punto di connessione distinto con cabina e quadro generale direttamente sulla parete di recinzione su strada. A tale impianto sono connessi l’impianto di illuminazione esterna, impianto di illuminazione delle scale, l’impianto di sollevamento acqua, di automatismo dei cancelli e del videocitofono. L’ alimentazione deriva direttamente dalla cabina esterna a mezzo di cavidotti interrati. - Schema di collegamento a terra: TN-S. 3. Criteri progettuali adottati per l’impianto elettrico 3.1 Protezione contro i contatti diretti La protezione dai contatti diretti sarà ottenuta mediante la protezione delle parti attive con involucri dotati di grado di protezione minimo IPXXB, conforme a quanto richiesto dalle norme CEI 64-8/4 articolo 412.2 tenuto conto delle condizioni di esercizio. In alternativa sarà consentito anche l'utilizzo della protezione mediante isolamento delle parti attive che possa essere rimosso solo mediante distruzione. Inoltre saranno installati interruttori magnetotermici differenziali con Idn=30 mA a protezione dei circuiti in uscita. 3.2 Protezione contro i sovraccarichi La protezione dai sovraccarichi - con riferimento alla norma CEI 64-8/4, articolo 433.2 - sarà assicurata dalla corretta scelta dei dispositivi di protezione che dovrà essere coordinata con la portata della conduttura derivata e tale da soddisfare le seguenti condizioni: Ib < In < Iz If < 1,45 Iz indicando con: - Ib corrente d'impiego del circuito; - In corrente nominale del dispositivo di protezione; - Iz corrente convenzionale d'intervento del dispositivo di protezione in 2h (per interruttori aventi In < 60 A e 1 h). Ciò premesso, considerato che gli interruttori da adottare saranno di tipo automatico rispondenti 4 alle norme CEI 17-5 V edizione e che per essi varrà la seguente condizione: If < 1,3 In dai tabulati di calcolo tali relazioni risulteranno sempre soddisfatte. 3.3 Protezione contro i corto circuiti Tutte le correnti provocate da un corto circuito che avviene in un qualsiasi punto di un circuito, dovranno essere interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla temperatura limite ammissibile. Tale interruzione sara garantita da un dispositivo ad intervento automatico che soddisferà la seguente relazione: Icc < P.I. avendo indicato con: - Icc - corrente di corto circuito presente nel punto di installazione del dispositivo di protezione; - P.I. - potere di interruzione del dispositivo di protezione; - avendo inoltre supposto che la corrente di corto circuito nel punto di consegna (nuovo quadro elettrico) e < 6 KA. Considerato che i dispositivi di protezione adottati sono del tipo automatico magnetotermico (protezione contro i sovraccarichi e corto circuito) la condizione di protezione dal corto circuito in fondo alla linea risulterà soddisfatta. Inoltre per la protezione dei conduttori dovrà essere soddisfatta la seguente relazione: I<K*5 dove: - I t - valore dell'integrale di Joule o energia specifica passante, lasciata passare, per la durata del corto circuito, dal dispositivo di protezione. Valore fornito dal costruttore. - K - coefficiente che dipende dal tipo di conduttore e dal suo isolamento: - K = 115 per i conduttori in rame con isolante in PVC; - K = 135 per i conduttori in rame con isolante in gomma ordinaria o butilica; - K = 143 per i conduttori in rame con isolante in EPR e propilene reticolato; - S - sezione dei conduttori da proteggere in mmq. 3.4 Calcolo della caduta di tensione Nel dimensionamento dei circuiti oltre a considerare i criteri esposti nella protezione contro i sovraccarichi e cortocircuiti dovrà essere considerata la caduta di tensione massima ammessa per ogni circuito che non dovrà superare il valore del 4%. Il calcolo di verifica e stato effettuato tenendo presente le caratteristiche dei cavi, adottando i valori di resistenza e reattanza fornite dai costruttori e comunque verificando che essi siano in accordo con le tabelle CEI-UNEL 35027-70. La formula adottata e la seguente: V = k L Ib (R cos Φ + X sen Φ) dove: - k = coefficiente pari a 2 per i sistemi monofase; - L = lunghezza in metri; - Ib = corrente di impiego; - R = resistenza del cavo in M/m; - X = reattanza del cavo in M/m; - cos Φ = fattore di potenza; 3.5 Protezione contro i contatti indiretti Essendo in presenza di un sistema di alimentazione di tipo TN-S la protezione contro i contatti indiretti verrà effettuata con i criteri esposti nella norma CEI 64-8/4, articolo 413.1.3.3, ottemperando la seguente relazione: Zs x Ia < Uo dove: - Zs - impedenza dell'anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al punto di guasto e il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente, espressa in 5 Ohm; - Ia - e ls corrente che provoca l'interruzione automatica del dispositivo di protezione entro il tempo definito nella seguente tabella in funzione della tensione nominale Uo: Tempo di interruzione 120 230 400 >400 Uo(V) 0,8 0,4 0,2 0,1 oppure nelle condizioni specificate dalla stessa norma CEI 64-8/5 art. 413.3.5 entro un tempo convenzionale non superiore a cinque secondi; se si usa un interruttore differenziale Ia e la corrente differenziale nominale I n; - Uo - è la tensione nominale in c.a. valore efficace tra fase e terra. Ogni circuito terminale dovrà essere dotato di interruttore differenziale. 4. Elenco delle opere previste 4.1 Impianto elettrico Prelievo energia dal locale cabina elettrica. • Cavo di collegamento (da 5 x 185 mmq) posato in cavidotto di nuova realizzazione (interrato) per alimentazione Quadro Generale del laboratorio al piano terra, come da planimetria; • Realizzazione di nuovo Q.G. del blocco Laboratorio sul quale saranno accentrate tutte le protezioni ed i comandi relativi alla rete di distribuzione elettrica primaria; • Realizzazione di rete di alimentazione, con cavi multipolari, di tutti i sottoquadri di dipartimento nonchè utenze prioritarie; • Realizzazione di tutti i quadri di piano o di utenze specifiche (illuminazione emergenza, ecc.), come da schemi elettrici di progetto allegati; • Realizzazione di rete di distribuzione secondaria, a valle dei quadri di dipartimento o di zona, fino a raggiungere tutte le utenze di illuminazione e forza motrice previste in planimetria e tabulati allegati; • Realizzazione del collegamento della linea di protezione (PE), che avrà la funzione di proteggere da eventuali contatti indiretti, dalle masse dell’impianto al dispersore di terra ubicato nella cabina di trasformazione; • Attivazione, verifiche ed assistenza al collaudo degli impianti realizzati. 5. Descrizione delle opere : criteri di progettazione e realizzazione degli impianti 5.1 Principali parametri elettrici Nella scelta dei componenti degli impianti, si deve naturalmente far riferimento a dei parametri fondamentali che sono tipici di ciascun impianto. Tra questi basta citare le correnti di impiego, le cadute di tensione, la dispersione termica, i valori delle correnti di corto circuito presunte, ecc. Di tutto questo si e tenuto conto nell'approccio al progetto, elaborando una parte di essa con l'ausilio del computer (in particolare, per quanto riguarda il dimensionamento delle linee di alimentazione e il dimensionamento dei quadri elettrici, utilizzando il codice Tysistem nella versione 5.1 della BTicino; per quanto riguarda i componenti dell’impianti di illuminazione utilizzando il codice Tiplan nella versione 3.3 della BTicino) e presentando tutti i risultati dei 6 calcoli effettuati. In particolare, per tutti i circuiti luce e forza motrice normale, sono state eseguite al computer le seguenti fasi di progettazione: · memorizzazione dello schema circuitale · dimensionamento di tutti i cavi di collegamento · calcolo delle correnti di corto circuito · scelta degli apparecchi di protezione e comando · verifica della selettività · verifica delle protezioni dei cavi dai sovraccarichi e delle persone dai contatti indiretti. Mentre si rimanda per gli specifici controlli a tali elaborati di calcolo, nel seguito vengono illustrati i criteri che sono stati seguiti. 5.2 Vie cavi e cavi 5.2.1 Protezione dei conduttori e loro tipologia Per quanto concerne i conduttori che costituiscono le dorsali principali e secondarie degli impianti ed i circuiti terminali si e tenuto conto dei reali fabbisogni delle utenze finali e si e proceduto ad un calcolo preciso di tutti i parametri fondamentali per il corretto dimensionamento dei cavi di alimentazione di tutte le utenze. Nei calcoli allegati e possibile notare come ogni cavo sia dimensionato sul valore di corrente che deve portare (valore da noi calcolato sulla scorta delle effettive esigenze dell'utenza). Il calcolo delle sezioni dei cavi (sia dorsali che terminali) è effettuato secondo le normative attualmente vigenti, tenendo presenti: - tipo di cavo - tipo di isolamento - lunghezza della linea - tipo di posa - numero di cavi posati insieme - temperatura ambiente - valore della caduta di tensione (contenuta entro i valori consigliati dalle norme del 4%). Sulla scorta di questi dati, gli elaborati evidenziano tutti i cavi scelti sia per le dorsali principali che per le secondarie e per i circuiti terminali. Gli apparecchi scelti, a protezione delle stesse linee, sono stati poi scelti e coordinati in maniera da garantire la protezione dei cavi sia dai sovraccarichi che dai cortocircuiti, secondo le Norme CEI 64-8. Si sottolinea inoltre che, essendo l'edificio in oggetto destinato a personale dipendente e studenti, assume ancora più rilievo la necessità di rendere minime le possibilità di innesco d'incendio, attraverso l'adozione di cavi non propaganti l'incendio. Tale necessità e stata estesa a tutte le dorsali (che circolano in quelli che le norme definiscono sistemi di vie d'uscita quali corridoi, atri, scale, ecc.) ed inoltre alle linee terminali. Pertanto, nel nostro progetto, abbiamo previsto l'adozione di tutti cavi non propaganti l'incendio; in particolare cavi del tipo FG7 e FG7OR e conduttori unipolari N07V-K utilizzati secondo i criteri consentiti. Infine le condutture principali di distribuzione, a partire dal quadro generale di edificio agli altri quadri di sottodistribuzione e alle ulteriori dorsali e circuiti terminali, risponderanno ai seguenti requisiti. Sarà assolutamente evitata la posa dei cavi direttamente sotto intonaco; cavi e conduttori posati in canali chiusi e tubazioni saranno facilmente sfilabili. Le montanti, che portano l'alimentazione dal quadro generale di edificio agli altri quadri di smistamento o di piano, a distribuzione verticale, saranno ispezionabili in corrispondenza delle diramazioni principali (in particolare per i locali a destinazione uffici amministrativi). La sezione dei cavi delle dorsali è stata opportunamente maggiorata per tener conto di eventuali futuri ampliamenti. Per le connessioni dei conduttori aventi sezione fino a 95 mmq, saranno adoperati capicorda a pressione; per le connessioni dei conduttori aventi sezione oltre 95 mmq, saranno usati capicorda a saldare. Come già detto il dimensionamento tiene conto sia dei criteri termici che di caduta di tensione; saranno comunque rispettati i seguenti valori minimi: 7 - conduttori attivi: 1,5 mmq (rame); - conduttori di neutro: • per linee tripolari più neutro la stessa sezione del conduttore attivo fino alle sezione di 16 mmq; al di sopra la metà e comunque da tabelle CEI; • per linee monofasi la stessa sezione del conduttore di fase; • conduttore di protezione: il conduttore di protezione sara in accordo con le tabelle o le formule riportate nelle Norme CEI 64-8. Per ogni linea dorsale, verrà infine portato un conduttore di protezione, la cui sezione, come detto, sarà in accordo con le tabelle CEI: pertanto, quando si indicherà una linea in partenza da un quadro come 4*6 mmq si intenderà sempre un cavo di tale sezione, più un corrispondente conduttore di protezione di sezione pari a 6 mmq. 5.2.2 Vie cavi e canalizzazioni Quali percorsi cavi, si sono adoperati cavi in tubazioni posate interrate per i tratti da realizzare in prossimità con la cabina di trasformazione. Dalla cabina al quadro generale di bassa tensione del blocco laboratori sarà adoperato un cavidotto interrato avente le caratteristiche illustrate sugli elaborati; per le altre canalizzazioni principali e secondarie saranno adoperate canalizzazioni in acciaio zincato o smaltato a parete (canalizzazioni principali) o a soffitto (secondarie), mentre per le derivazioni terminali saranno adoperate tubazioni in PVC o in guaina flessibile spiroidale direttamente dalle passerelle metalliche a soffitto. L'esatto percorso di tali vie cavi e riportato chiaramente nelle allegate planimetrie di progetto. 5.3 Quadri elettrici Una particolare attenzione e stata posta alla scelta del tipo di distribuzione da realizzare. Sulla scorta delle necessita rilevate in campo, si e potuto innanzitutto fare una corretta analisi dei carichi e quindi studiare una razionalizzazione degli stessi. Si e giunti alle conclusioni riportate in precedenza che prevedono una distribuzione molto semplice ma, al tempo stesso, ottimale sia sotto il profilo della sicurezza che sotto quello della gestione. I quadri previsti sono i seguenti: 1. Quadro elettrico generale del blocco laboratori nel quale si attestano le linee in arrivo dai trasformatori; 2. Quadri di piano ubicati come da planimetrie. I quadri di cui sopra saranno realizzati in lamiera con relativa messa a terra. Inoltre, tutti i quadri elettrici in oggetto risponderanno a caratteristiche di modularità: essi saranno cioè concepiti e costruiti in maniera da consentire, sia in fase di prima realizzazione che in epoche successive, l'accoppiabilità di diversi quadri. Questo è un aspetto ritenuto estremamente importante per minimizzare i tempi di realizzazione dei quadri, potendo agire su carpenterie costruite in fabbrica da parte di primarie case costruttrici, sicure, collaudate e tali da poter essere assemblate con estrema facilita e minimi tempi. Nel seguito verranno riportate le caratteristiche peculiari di ciascun quadro e le normative cui rispondono. 5.3.1 Rispondenze normative I quadri avranno caratteristiche tali da rispondere e soddisfare le seguenti normative: - Norme CEI 17.13 - fascicolo 542: Norme per apparecchiature costruite in fabbrica ACF - Norme CEI 64.8 - fascicolo 1000:Impianti elettrici utilizzatori - Norme VDE 0100: Accessibilità per manutenzione e servizio - Norme DIN 43 800: Equipaggiamento con apparecchi d'installazione - Norme DIN/EN 50 022: Telai portapparecchi. 5.3.2 Requisiti generali di sicurezza Sia il Quadro Generale che gli altri quadri, risponderanno a requisiti fondamentali di sicurezza, soprattutto per quanto concerne la difesa contro: a) i contatti diretti; 8 b) i contatti indiretti; c) le sollecitazioni termiche nel normale esercizio; d) le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito; e) l'accesso alle apparecchiature di comando o di manovra da parte di personale non addetto o di estranei. Saranno equipaggiati con idonee apparecchiature di comando, manovra, protezione e segnalazione affinchè sia garantito il corretto esercizio dell'impianto da essi alimentato. Tutte le apparecchiature di protezione saranno caratterizzate da un'adeguata selettività che, in caso di guasto in un circuito, intervenga esclusivamente l'apparecchiatura posta a protezione del circuito interessato dal guasto, senza che l'evento provochi l'intervento di apparecchiature a monte. 5.3.3 Difesa contro i contatti diretti Per quanto attiene alla difesa contro i contatti diretti, tutti i quadri saranno suddivisi in sezioni indipendenti. 5.3.4 Difesa contro i contatti indiretti Per la difesa contro i contatti indiretti ogni quadro sarà munito di una barra di terra. A tale barra saranno connesse tutte le incastellature metalliche del quadro fisse, mobili o asportabili (se metalliche) e saranno collegati tutti i conduttori di protezioni relativi sia alle linee di alimentazione, sia alle linee derivate dal quadro. 5.3.5 Difesa contro le sollecitazioni termiche nel normale esercizio Per quanto concerne le sollecitazioni termiche, saranno in primo luogo valutate le condizioni termiche nel locale ove verranno installati i quadri, la struttura e la conformazione dei quadri ai fini dello smaltimento del calore in rapporto all'energia da distribuire. Ciò posto, saranno opportunamente studiati i posizionamenti ed i distanziamenti delle apparecchiature e dei conduttori in modo da garantire, anche nelle condizioni limite di esercizio, il raggiungimento all'interno dei quadri di una temperatura compatibile con l'affidabilità delle apparecchiature e dei conduttori. La sezione dei conduttori di connessione sarà commisurata alla corrente per la quale e stato dimensionato l'interruttore. 5.3.6 Difesa contro le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito La difesa contro le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito sara effettuata in primo luogo adottando apparecchiature in grado di resistere alle sollecitazioni della corrente di corto circuito che potrà verificarsi in corrispondenza del quadro, ed aventi potere di interruzione adeguato in caso di apparecchiatura di protezione. Tutte le sezioni e caratteristiche dei conduttori saranno verificate in rapporto al livello della corrente di corto circuito ed al valore dello I2T passante relativo all'apparecchiatura di protezione posta immediatamente a monte (norme CEI 64-8). Le apparecchiature scelte attraverso il sistema di calcolo i cui elaborati costituiscono parte integrante del presente progetto, saranno le più limitatrici esistenti in commercio e garantiscono la protezione dei cavi dimensionati. La scelta e caduta su apparecchi di elevate prestazioni, aventi la caratteristica di limitare fortemente l'energia specifica (I2T) lasciata passare in caso di corto circuito; questa peculiarità consente di meglio proteggere i cavi che partono da questi interruttori e, a parità di altre condizioni, di ridurre la sezione degli stessi. 5.3.7 Difesa contro l'accesso alle apparecchiature Per quanto concerne la difesa contro l'accesso alle apparecchiature di comando o di manovra, tutti i quadri ubicati in locali destinati non esclusivamente al loro contenimento saranno equipaggiati con sportelli muniti di serratura a chiave. 9 5.3.8 Interruttore generale di bassa tensione Come già indicato nei precedenti paragrafi, ogni quadro sara suddiviso in tante sezioni indipendenti per quante sono le classi di utenza alimentate dal quadro stesso (Luce normale + F.M. normale, ecc.). Ogni sezione di utenza sara equipaggiata con proprio interruttore generale di sezione normalmente costituito da un sezionatore. Dalla sezione di arrivo, mediante interposizione di adeguati sistemi distributivi (barraggio, morsettiere) saranno alimentati tutti gli interruttori generali delle sezioni di utenza cui e stato suddiviso il quadro. 5.3.9 Identificazione degli interruttori Tutti gli interruttori installati nei quadri saranno identificati mediante targhette amovibili realizzate con materiale metallico o plastico. 5.3.10 Schema dei quadri In ciascun quadro verrà installato un chiaro e duraturo disegno, riproducente lo schema elettrico del quadro, con l'indicazione delle utenze alimentate (denominazione, corrente, sezione linea). 5.3.11 Apparecchi contenuti nei quadri Nei quadri di distribuzione descritti, saranno montati apparecchi di interruzione e comando automatici, differenziali magnetotermici, fusibili. Tutti risponderanno alle seguenti caratteristiche dimensionali e costruttive. Gli interruttori automatici saranno del tipo modulare o, per correnti nominali superiori ai 63 A, del tipo scatolato; in particolare, gli interruttori automatici fino a 63 A, particolarmente compatti, avranno profondità di montaggio di 53 mm e altezza della calotta frontale di 45 mm. Il modulo sarà di 18 mm; essi saranno previsti per fissaggio a scatto su guide profilate a omega 35 mm (DIN EN 50022) ed avranno i morsetti facilmente accessibili ad una ispezione frontale. 5.3.12 Selettività La scelta del tipo e della taratura degli interruttori e stata effettuata tenendo ben presenti le condizioni d'impiego delle apparecchiature, in modo da garantire l'intervento della sola apparecchiatura posta immediatamente a monte del punto ove si produce il guasto, senza cioe che si verifichino interventi a catena. 5.3.13 Interruttori automatici magnetotermici Nel seguito, riportiamo le principali caratteristiche degli apparecchi di interruzione che sono stati scelti per essere montati nei quadri di distribuzione. 5.3.13.1 Generalità Gli interruttori automatici compatti quadripolari saranno corredati di sganciatore termico ritardato a taratura fissa, regolato in funzione della caricabilità di cavi e conduttori e di sganciatore elettromagnetico istantaneo a taratura fissa o regolabile per poter essere meglio adattato alle esigenze della distribuzione. 5.3.13.2 Norme di riferimento Gli interruttori suddetti rispondono alle prescrizioni internazionali IEC 157.1 e IEC 292-1 e alle Norme VDE 0660, CEI 17-5, BS4941 e BS4752. 5.3.13.3 Caratteristiche strutturali 10 Le dimensioni delle diverse grandezze costruttive sono modulari, in modo da poter facilmente combinare gli apparecchi, affiancandoli l'uno all'altro senza soluzione di continuità. Il modulo (in larghezza) di tutti gli apparecchi da 63A sarà di 35 mm. L'altezza del frontalino di tutti gli apparecchi sarà di 120 mm la qual cosa facilita la copertura delle parti in tensione dell'apparecchio. Gli sganciatori elettromagnetici istantanei sono regolabili mediante tre nottolini (uno per fase posti sul fronte dell'apparecchio). Gli interruttori sono costruiti in modo tale da realizzare l'apertura e la chiusura a scatto indipendentemente dalla volontà dell'operatore. Lo sgancio libero infine, escluderà qualsiasi impedimento allo sgancio causato dal dispositivo di comando. La situazione di contatto, aperto, chiuso o scattato, e indicata dalla posizione del dispositivo di comando. Gli interruttori in oggetto sono dotati di comando a levetta: essa potrà assumere tre posizioni: APERTO CHIUSO SCATTATO La levetta commuterà nella posizione "Scattato" solo quando l'interruttore si e aperto sotto l'azione di uno sganciatore sia termico sia elettromagnetico sia ausiliario, vale a dire a lancio di corrente o di minima tensione. In questo caso la levetta, prima di essere riportata in posizione di "Chiuso", dovrà essere portata in posizione di "Aperto" allo scopo di ricaricare la molla di sgancio. 5.3.13.4 Interruttori automatici di tipo modulare Nei quadri di piano verranno principalmente adoperati interruttori automatici magnetotermici differenziali, cosi come indicato nei calcoli effettuati al computer. Essi sono costituiti dall'insieme di due componenti raccolti nello stesso involucro: e possibile infatti trovare sia il dispositivo magnetotermico che quello differenziale nello stesso apparecchio. Le peculiari caratteristiche sono di seguito descritte. 5.3.13.5 Costruzioni e dimensioni Gli interruttori automatici magnetotermici differenziali sono molto compatti (profondita di montaggio appena 53 mm) e si armonizzano con gli altri apparecchi modulari per quanto riguarda le dimensioni. L'altezza della calotta frontale di 45 mm, il modulo di 18 mm, il fissaggio a scatto su guide profilate a omega 35 mm (DIN EN 50 022) e i morsetti (per i conduttori con sezione fino a 10 mmq) facilmente accessibili ad una ispezione frontale, rappresentano innegabili vantaggi di semplicità. Gli interruttori automatici modulari che saranno impiegati, dispongono di due rele, uno termico ed uno elettromagnetico; quello termico (bimetallo) interviene nel caso di piccole sovracorrenti (in funzione del rapporto tempo/sovraccarico), quello elettromagnetico nel caso di sovracorrenti elevate (cortocircuiti). Lo sganciatore elettromagnetico rapido stacca, in caso di cortocircuito, i contatti già dopo 0,8/1,2 ms. 6. Impianti di illuminazione e F.M. L'illuminazione dei locali appartamenti sarà realizzata a mezzo plafoniere a soffitto dotate di lampade fluorescenti oppure di lampade alogene integrate nella controsoffittatura. Tali lampade avranno un valore IRC compreso tra 85 e 90 e tonalità di luce corrispondente ad una temperatura di colore compresa tra 3.800 e 4.000 gradi, e saranno tutte dotate di reattore elettronico ad alta frequenza. Il livello di illuminamento di tutti i locali e stato mantenuto nei valori medio-alti previsti dalla normativa.UNI 10380 e sono stati considerati, assieme agli altri e già citati parametri, alla base dei calcoli illuminotecnici redatti per ciascun locale e dai quali e stato ricavato il posizionamento e la quantità delle plafoniere riportate nella planimetria. La scelta della tipologia delle plafoniere e stata realizzata secondo i seguenti criteri: - camere e corridoi, nonché scale: plafoniere quadrate 4*18 W con diffusore a specchio cablate e rifasate; Lampade FL 18/4/3B. 11 - WC e depositi: plafoniera rettangolare 2*36 W stagna (IP65) con corpo in policarbonato infrangibile ed autoestinguente con diffusore anch'esso in policarbonato c.s. prismatizzato all'interno cablata e rifasata; Lampade FL 36/4/3B. - locali impianti e servizi: plafoniera di tipo stagno IP 65 1x18 W con corpo in policarbonato infrangibile ed autoestinguente con diffusore anch'esso in policarbonato c.s. prismatizzato all'interno. Lampade FL 18/4/3B. - spazi simili all'aperto: proiettore per esterno con corpo in alluminio pressofuso ed alette di raffreddamento completo di riflettore in alluminio martellato 99,85 con ossidazione anodica. Diffusore in vetro temperato sp. 5 mm minimo. Verniciatura ad immersione di tipo epossidico. Portalampada in ceramica con contatti argentati. Cablaggio a norma. Lampada JMT 400W. - viali esterni: plafoniera installata su paletto in resina di altezza 4,00 mt o installata sulla copertura con apposita struttura in metallica fissata a mezzo di tasselli ad espansione. Corpo in alluminio pressofuso e verniciato con resine epossidiche. Riflettore in alluminio 99,85 stampato con ossidazione modica e brillantatura. Diffusore in vetro temperato, sp. 5 mm minimo, di tipo antiabbagliante. Portalampada in ceramica con contatti argentati. Cablaggio a norma. Lampada SAPE 70. Come si può rilevare dalle planimetrie oltre all’illuminazione normale dei locali, e stata anche prevista una illuminazione di sicurezza, ottenuta mediante l'utilizzo di corpi illuminanti dedicati allo scopo ed installati sostanzialmente in tutti i locali, tutte corredate di adeguato pittogramma opportunamente scelto in funzione del posizionamento della lampada posto sulla porta della scala. Le dette lampade saranno tutte alimentate da un circuito dedicato e saranno del tipo in materiale plastico autoestinguente (CEI 34-21/22) con circuito elettronico di controllo, classe di isolamento II, fusibile, spia rete/ricarica, e con batteria ermetica Ni-Cd tale da assicurare un’autonomia di almeno 60 minuti e un tempo di ricarica non superiore a 12 ore. Per l'alimentazione delle dette lampade saranno utilizzati cavi rispondenti alla NORMA CEI 20/45 mentre gli apparecchi saranno conformi alla NORMA CEI - EN 60598-2-22 fase 1748 - 3/1992. Il circuito dedicato all’illuminazione di emergenza, comandato da un interruttore specifico sul quadro generale, consentirà di: - effettuare i Test di funzionamento ed autonomia di tutti apparecchi contemporaneamente; - Abilitare e disabilitare le funzioni di emergenza; I citati impianti di illuminazione e prese saranno normalmente realizzati in tutti i locali (aule, laboratori, uffici, corridoi, atrii, ecc.) sotto-traccia a parete o sotto pavimento in modo da garantire una maggiore robustezza all'installazione. Ovviamente anche tutti i comandi, le prese e le cassette di transito e di derivazione, ad eccezione di quelle eventualmente installate all'interno dei controsoffitti (che potranno essere posate esterne), saranno del tipo da incasso, con coperchio avvitato. Il criterio di progettazione utilizzato, allo scopo di ottimizzare la funzionalità e la selettività dell'impianto, prevede, in tutti i locali ove si svolgono attività (aule, uffici, laboratori, aule speciali, segreterie ed ovunque riportato in planimetria), l'installazione di un quadretto locale, del tipo a parete, sul quale vengono accentrate la protezione generale sulla linea di alimentazione del locale (sia illuminazione che prese) di tipo magnetotermico differenziale ad alta sensibilità 0,03 A, nonchè gli interruttori di comando dell'illuminazione dello stesso locale. Nei locali o sulle utenze singole ove non e stata prevista l'installazione del citato quadretto, i circuiti di alimentazione saranno comuni a più locali o singoli per l'utenza interessata, con comando a protezione sul quadro di dipartimento. Comunque tutti i circuiti saranno protetti con proprio interruttore magnetotermico differenziale in modo da assicurare la totale protezione elettrica. Il raggruppamento di tutti i circuiti su quadri di dipartimento sarà realizzato in diverse sottosezioni, ognuna dotata di proprio sezionamento generale e suddivise in base alla tipologia di utilizzazione dei locali (aule, servizi, uffici, ecc.). 7. Impianto di terra. Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di terra realizzato a mezzo di dispersori verticali (in acciaio ramato o ferro zincato) collegati tra loro a mezzo di una treccia di rame nudo 12 avente sezione minima 1x35 mmq, direttamente interrata ad una profondità minima di cm 80. I pozzetti citati, saranno preferibilmente del tipo in resina con coperchio carrabile, aventi dimensioni minime di cm 30x30. Essi saranno normalmente disposti lungo il perimetro dell'edificio, con intervallo di circa 15 m, nonchè lungo il perimetro esterno del campo di basket all'aperto, in modo da realizzare una messa a terra diretta dei pali metallici dell'illuminazione. Il dispersore cosi realizzato, chiuso ad anello, sarà collegato al NODO DI TERRA ubicato nel locale Quadro Generale. Tale NODO sarà realizzato a mezzo barra di rame avente sezione minima di mm 50x4, di lunghezza adeguata ad accogliere, con opportuna bullonatura, fissata con appositi sostegni. 13 1 INDICE 1. PREMESSA 2. REQUISITI E DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI 2.1 Zona uffici – piano rialzato e primo 2.2 Residenza con alloggi – piano primo 2.3 AlloggioGenerale – piano primo 3. IMPIANTO CENTRALIZZATO 4. IMPIANTI AUTONOMI 5. TRATTAMENTO E DISTRIBUZIONE DELL’ARIA 6. RETE VENTILCONVETTORI 7. VALUTAZIONE DEI CARICHI TERMICI 8. PROPORZIONAMENTO VENTILCONVETTORI E CORPI SCALDANTI 9. PROPORZIONAMENTO UTA 10. DIMENSIONAMENTO CANALI 11. DIMENSIONAMENTO RETE TUBAZIONI UTA 12. DIMENSIONAMENTO RETE TUBAZIONI VENTILCONVETTORI E CORPI SCALDANTI 13. SISTEMA PER L’ESPULSIONE DELL’ARIA PRESENTE NELLE RETI ALLEGATI: Allegato 1: Carichi termici estivi ed invernali Allegato 2: Dimensionamento UTA 2 1. PREMESSA L’intervento consiste nella progettazione degli impianti meccanici, ed in particolare dell’impianto di climatizzazione e di produzione di acqua calda sanitaria, a servizio della nuova Caserma della Finanza del Comune diFrattamaggiore(NA). La struttura è così suddivisa: - zona uffici, al piano rialzato e parte del piano primo; - zona residenza con gli alloggi per i finanzieri, al piano primo; - alloggio del Generale della caserma, al piano primo. La scelta delle tipologie degli impianti è stata dettata dall’esigenza di mantenere condizioni termoigrometriche adeguate negli ambienti con diverse destinazioni d’uso e diverso orientamento, in ottemperanza alle prescrizioni dettate dalla normativa vigente. L’intero sistema provvederà a: - riscaldare e raffrescare gli ambienti; - garantire i dovuti ricambi d’aria esterna come da normativa; - produrre l’acqua calda sanitaria; ed sarà costituito da: - un impianto centralizzato con gruppo frigorifero a pompa di calore che alimenterà le unità di trattamento dell’aria e la rete di ventilconvettori della zona uffici/zona residenza; - impianto autonomo per il riscaldamento dei servizi igienici e la produzione di a.c.s. a servizio della zona residenza al piano primo; - impianti autonomi dual-split per il raffrescamento dell’alloggio del generale al piano primo; - impianto autonomo per il riscaldamento e la produzione di a.c.s. a servizio dell’alloggio del generale al piano primo. 3 2. REQUISITI E DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI 2.1 Zona uffici – Piano rialzato e primo L’area dedicata agli uffici è costituita dai seguenti ambienti: - uffici; - sala riunione; - sala d’attesa; - archivi; - servizi igienici; - disimpegni. La progettazione degli impianti tecnologici a servizio della zona sarà tale da le condizioni prestazionali di seguito indicate: • • Temperature e condizioni termoigrometriche esterne: Inverno Te = + 2°C U.R. = 80% Estate Te = +32°C U.R. = 60% Temperature e condizioni termoigrometriche interne di riferimento: Inverno Ti = 20°C U.R. = 50% Estate Ti = 26°C U.R. = 50% • Tolleranze temperature : ±1°C • Tolleranze umidità relativa : ±5% • Rinnovi d’aria: - Uffici → 40 mc/h persona - WC ed ambienti di servizio (non dotati di aperture naturali) → 10 Vol/h in estrazione - Archivi → 2 Vol/h 4 • Velocità dell’aria: - nei canali: il dimensionamento delle canalizzazioni componenti l’impianto verrà effettuato soddisfacendo le seguenti condizioni massime e non superabili: presa d’aria esterna ad espulsione 5,5 m/sec distribuzione orizzontale 4,0 m/sec - in uscita dalle bocchette: la velocità dell’aria in uscita dalle bocchette di mandata, misurata attraverso anemometro deve essere limitata a 2,5 m/s. la velocità frontale dell’aria alle bocchette di ripresa e di transito deve essere limitata a 1,5 m/sec. - negli ambienti: nelle zone in cui generalmente sostano persone la velocità dell’aria rilevata a 2 m dal pavimento non deve essere superiore a 0,5 m/sec. • Temperature dei fluidi: - Acqua calda prodotta in funzionamento invernale: • 45°C - Salto termico acqua calda: 5°C - Acqua refrigerata prodotta in funzionamento estivo: 7°C - Salto termico acqua refrigerata: 5°C Livello sonoro: In ogni ambiente, durante il funzionamento degli impianti, il livello sonoro non deve essere maggiore di 3 dB(A) del livello sonoro di fondo ad impianto fermo. Per ambienti nei quali il livello sonoro di fondo è inferiore ai 30 dB(A), il livello massimo di rumorosità raggiungibile ad impianto in funzione è di 33 dB(A). Le condizioni di cui sopra devono essere verificate in più punti dell’ambiente distribuiti, in particolare, dove sono normalmente presenti le persone. 5 Descrizione dell’impianto di condizionamento Per questa zona sarà previsto un impianto ad aria primaria e fan-coils. La tipologia impiantistica individuata è in grado di realizzare e mantenere nei locali le condizioni termiche, igrometriche e movimento dell’aria, dettate dalla normativa vigente, per il comfort delle persone e, contemporaneamente, è attenta alle esigenze di contenere i consumi energetici e di consentire un’efficace ed efficiente manutenzione dei vari componenti. L’aria verrà immessa negli ambienti mediante bocchette orizzontali e/o diffusori a coni circolari posti in controsoffitto mentre la ripresa avverrà tramite griglie poste a soffitto lungo il corridoio centrale; delle griglie di transito ubicate sulle porte degli uffici, posti in sovrappressione rispetto al corridoio, garantiranno il passaggio dell’aria da un locale all’altro. In generale, la portata di aria estratta con sistemi meccanici sarà sempre inferiore della portata inviata ai piani affinché tutti i locali si trovino in leggera sovrappressione rispetto all’ambiente esterno. In questo modo la parte restante dell’aria immessa, non estratta meccanicamente, verrà espulsa naturalmente attraverso le porte e le finestre. Le unità di trattamento aria, una per ogni piano, verranno posizionate in copertura e provvederanno a prelevare l’aria dall’esterno, filtrarla, riscaldarla ed umidificarla durante la stagione invernale ovvero raffreddarla e deumidificarla durante la stagione estiva, inviarla in ambiente mediante ventilatore centrifugo e canalizzazioni. I canali di estrazione, dello stesso tipo, faranno capo ad estrattori a cassone posti anch’essi in copertura. L’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle rientranze/dispersioni attraverso le pareti dei singoli locali e alla presenza delle apparecchiature elettriche interne, sarà affidato ai ventilconvettori del tipo: - orizzontali da incasso per gli uffici; - a pavimento in vista per i corridoi. I servizi, durante la stagione invernale, saranno riscaldati mediante dei termoconvettori elettrici; l’estrazione dell’aria viziata, per quelli non dotati di aperture naturali, verrà garantita da valvole di ripresa collegate ai suddetti estrattori. La produzione dell’acqua calda sanitaria verrà affidata a singoli bollitori, alimentati elettricamente, per ogni blocco di servizi igienici. 6 2.2 Residenza con alloggi – Piano primo L’area è costituita dagli alloggi, con rispettivi servizi igienici e zone connettive, destinati ai finanzieri di stazione all’interno della caserma. La progettazione degli impianti tecnologici a servizio della zona sarà tale da le condizioni prestazionali di seguito indicate: • • Temperature e condizioni termoigrometriche esterne: Inverno Te = + 2°C U.R. = 80% Estate Te = +32°C U.R. = 60% Temperature interne di riferimento: Inverno Ti = 20°C Estate Ti = 26°C • Tolleranze temperature : ±1°C • Velocità dell’aria: negli ambienti, in cui generalmente sostano persone, la velocità dell’aria rilevata a 2 m dal pavimento non deve essere superiore a 0,5 m/sec. • Temperature dei fluidi: - Acqua calda prodotta in funzionamento invernale (ventilconvettori): 45°C - Salto termico acqua calda (ventilconvettori): 5°C - Acqua calda prodotta in funzionamento invernale (radiatori): 70°C - Salto termico acqua calda (radiatori): 10°C - Acqua refrigerata prodotta in funzionamento estivo: 7°C - Salto termico acqua refrigerata: 5°C 7 • Livello sonoro: In ogni ambiente, durante il funzionamento degli impianti, il livello sonoro non deve essere maggiore di 3 dB(A) del livello sonoro di fondo ad impianto fermo. Per ambienti nei quali il livello sonoro di fondo è inferiore ai 30 dB(A), il livello massimo di rumorosità raggiungibile ad impianto in funzione è di 33 dB(A). Le condizioni di cui sopra devono essere verificate in più punti dell’ambiente distribuiti, in particolare, dove sono normalmente presenti le persone. Descrizione dell’impianto di condizionamento Per questa zona sarà previsto un impianto con fan-coils e radiatori con tubi orizzontali. La tipologia impiantistica individuata è in grado di realizzare e mantenere nei locali le condizioni termiche dettate dalla normativa vigente e, contemporaneamente, è attenta alle esigenze di contenere i consumi energetici e di consentire un’efficace ed efficiente manutenzione dei vari componenti. L’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle rientranze/dispersioni attraverso le pareti dei singoli locali e alla presenza delle apparecchiature elettriche interne, sarà affidato ai ventilconvettori del tipo orizzontali da incasso. I servizi, durante la stagione invernale, saranno riscaldati mediante dei radiatori con tubi orizzontali in acciaio; l’estrazione dell’aria viziata verrà garantita da singoli aspiratori centrifughi a soffitto. La produzione dell’acqua calda sanitaria verrà affidata ad un sistema centralizzato, a cui faranno capo anche i radiatori tubolari, composto da gruppo termico a condensazione e bollitore di accumulo. 8 2.3 Alloggio del generale – Piano primo L’area è costituita dall’alloggio destinato al generale della caserma. La progettazione degli impianti tecnologici a servizio della zona sarà tale da le condizioni prestazionali di seguito indicate: • • Temperature e condizioni termoigrometriche esterne: Inverno Te = + 2°C U.R. = 80% Estate Te = +32°C U.R. = 60% Temperature interne di riferimento: Inverno Ti = 20°C Estate Ti = 26°C • Tolleranze temperature : ±1°C • Velocità dell’aria: negli ambienti, in cui generalmente sostano persone, la velocità dell’aria rilevata a 2 m dal pavimento non deve essere superiore a 0,5 m/sec. • • Temperature dei fluidi: - Acqua calda prodotta in funzionamento invernale: 70°C - Salto termico acqua calda: 10°C - Acqua refrigerata prodotta in funzionamento estivo: 7°C - Salto termico acqua refrigerata: 5°C Livello sonoro: In ogni ambiente, durante il funzionamento degli impianti, il livello sonoro non deve essere maggiore di 3 dB(A) del livello sonoro di fondo ad impianto fermo. Per ambienti nei quali il livello sonoro di fondo è inferiore ai 30 dB(A), il livello massimo di rumorosità raggiungibile ad impianto in funzione è di 33 dB(A). Le condizioni di cui sopra devono essere verificate in più punti dell’ambiente distribuiti, in particolare, dove sono normalmente presenti le persone. 9 Descrizione dell’impianto di condizionamento Per questa zona è previsto un impianto con corpi scaldanti e split-system. La tipologia impiantistica individuata è in grado di realizzare e mantenere nei locali le condizioni termiche dettate dalla normativa vigente e, contemporaneamente, è attenta alle esigenze di contenere i consumi energetici e di consentire un’efficace ed efficiente manutenzione dei vari componenti. L’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle rientranze/dispersioni attraverso le pareti dei singoli locali e alla presenza delle apparecchiature elettriche interne, sarà affidato: - a radiatori in alluminio, durante la stagione invernale; - split a parete, durante la stagione estiva. I servizi, durante la stagione invernale, saranno riscaldati mediante dei radiatori con tubi orizzontali in acciaio collegati alla stessa caldaia murale a condensazione che servirà anche i radiatori in alluminio; quest’ultima provvederà anche alla produzione dell’acqua calda sanitaria. 10 3. IMPIANTO CENTRALIZZATO Sulla base delle tipologie impiantistiche riportate nel precedente paragrafo si è sviluppato il progetto che prevedrà l’installazione di un gruppo frigorifero ad inversione di ciclo, con gruppo idronico e desurriscaldatore integrati, da ubicare sulla copertura del fabbricato. La centrale termofrigorifera posta in copertura sarà composta, oltre al suddetto gruppo, dai collettori di distribuzione in acciaio, dai gruppi di pompaggio e dagli organi e/o apparecchiature di controllo e regolazione. La rete di distribuzione principale, per il collegamento alle batterie delle unità di trattamento dell’aria e alle unità terminali ai vari piani (ventilconvettori), sarà realizzata mediante tubazioni in acciaio nero senza saldature, opportunamente coibentate e rivestite con lamierino metallico, che si svilupperanno in orizzontale sulla copertura dell’edificio ed in verticale attraverso appositi cavedi. Per quanto riguarda la rete di distribuzione secondaria, realizzata mediante tubazioni in rame coibentato, raggiunto il piano rialzato e primo si diramerà orizzontalmente in controsoffitto fino a raggiungere le batterie delle unità terminali (ventilconvettori) a servizio dei vari ambienti. La rete di scarico della condensa sarà realizzata con tubazioni in PVC. L’acqua, che funge da fluido termovettore, riscaldata o raffreddata dal gruppo termofrigorifero verrà distribuita attraverso due circuiti distinti, entrambi serviti da una coppia di pompe centrifughe in parallelo, che alimenteranno rispettivamente le batterie di scambio termico della UTA e dei ventilconvettori della zona uffici/residenza. 11 4. IMPIANTI AUTONOMI Sistema di riscaldamento dei servizi igienici e produzione a.c.s. – Zona residenza Il sistema per il riscaldamento dei servizi igienici degli alloggi dei finanzieri e la produzione dell’acqua calda sanitaria, sarà composto da un gruppo termico a condensazione, installato in un apposito locale tecnico, che provvederà, mediante due circuiti separati, ad alimentare i radiatori a tubi orizzontai in acciaio ed il bollitore remoto per accumulo. Le distribuzioni principali saranno realizzate in acciaio nero, quella a servizio dei corpi scaldanti sfrutterà la pompa di serie del gruppo mentre su quella a servizio dell’a.c.s. sarà installata una coppia di pompe gemellari; la distribuzione secondaria, per i corpi scaldanti dei bagni, sarà realizzata con tubazioni in rame e collettore complanare. Sistema di riscaldamento e produzione a.c.s. – Alloggio del Generale Il sistema per il riscaldamento dell’alloggio del Generale e la produzione dell’acqua calda sanitaria, sarà composto da una caldaia murale a condensazione installata all’esterno e caratterizzata da più uscite/ingressi e, quindi, dalla possibilità di avere distribuzioni indipendenti: - circuito riscaldamento, a servizio dei radiatori in alluminio installati negli ambienti e radiatori a tubi orizzontali all’interno dei bagni; - circuito per la produzione istantanea dell’acqua calda sanitaria. Le distribuzioni principali, dalla caldaia fino ai collettori complanari, saranno realizzate in acciaio nero mentre quelle secondarie, dai collettori ai vari terminali, sarà realizzata con tubazioni in rame. Sistema di raffrescamento – Alloggio del Generale Al fine di garantire le condizioni interne in regime estivo all’interno dell’alloggio del Generale della caserma, verranno installati due sistemi dual-split composti rispettivamente da: - unità esterna motocondensante posta sulla copertura del fabbricato; - due unità interne a parete. Il collegamento tra l’unità esterna e quelle interne verrà realizzato mediante tubazioni in rame coibentato in cui circola il gas refrigerante (R410-A). Le unità, oltre ad avere la possibilità di regolazione e gestione locale, avranno tecnologia con inverter per adattarsi a tutte le esigenze di carico richiesto nelle varie condizioni d’uso, ottenendo così un notevole risparmio energetico; lo scarico condensa, prodotta in regime estivo, sarà convogliato negli scarichi dei servizi igienici. 12 5. TRATTAMENTO E DISTRIBUZIONE DELL’ARIA Sulla copertura dell’edificio saranno ubicate le due UTA a servizio delle zone uffici, in modo da essere vicine alle discese verticali dei canali e da non interferire con le altre apparecchiature previste per l’estrazione dell’aria viziata dai locali. Le batterie di riscaldamento e di post-riscaldamento dell’UTA saranno alimentate dall'acqua calda, alla temperatura di circa 45°C, proveniente rispettivamente dal gruppo frigorifero a ciclo reversibile e dal sistema desurriscaldatore. A monte di ciascuna batteria una valvola a tre vie motorizzata regolerà l'apporto di potenza termica in funzione delle richieste. Dal Gruppo TermoFrigorifero, l’acqua refrigerata alla temperatura di circa 7°C, raggiungerà la batteria di raffreddamento delle UTA a monte della quale una valvola regolerà l'apporto di potenza frigorifera in funzione della richiesta. L’aria esterna verrà trattata dalle UTA, e cioè raffreddata e deumidificata nel periodo estivo e riscaldata, umidificata e post-riscaldata nel periodo invernale; l’umidificazione verrà effettuata con vapore. Le UTA preposte a servizio degli uffici tratteranno l'aria di rinnovo nelle quantità previste dalla normativa vigente. Tale aria verrà inviata ai piani mediante un sistema di canalizzazioni verticali, correnti in appositi cavedi, e diramazioni orizzontali correnti in controsoffitto; le bocchette di mandata orizzontale, collegate ai canali mediante condotti flessibili fonoassorbenti, provvederanno ad immetterla in ambiente. All'aria di rinnovo viene affidata anche la funzione di bilanciare il carico latente. I risultati dei calcoli relativi alle zone in cui é stato suddiviso l’edificio sono di seguito riportate. UTA 01 Piano rialzato 02 Piano primo ARIA ESTERNA (mc/h) Q RAF (kW) Q RISC (kW) Q POST (kW) 3500 37,20 20,00 13,20 2160 22,30 12,30 8,10 13 6. RETE VENTILCONVETTORI I ventilconvettori provvederanno all’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle rientranze/dispersioni attraverso le pareti dei singoli locali, ognuno di essi sarà collegato ad un termostato ambiente per la regolazione della temperatura interna. L’impianto sarà a due tubi e, quindi, i ventilconvettori saranno dotati di un unica batteria “calda” e “fredda”. L’acqua nel periodo estivo dovrà essere miscelata in modo che la temperatura di mandata sia superiore alla temperatura di rugiada, limitando quindi, il formarsi di condensa di vapore d'acqua sulla batteria fredda del ventilconvettore; questa regolazione sarà affidata ad una valvola a tre vie posta a monte del circuito. Gli uffici al pano rialzato ed al piano primo verranno serviti mediante una rete di distribuzione a “ritorno inverso” che, vista la lunghezza dell’intero circuito, permette al sistema di auto bilanciarsi; la zona residenza verrà servita, invece, da una distribuzione a collettori. La possibilità che non tutto il carico igrometrico estivo venga abbattuto dall’aria immessa, trattata nel condizionatore centrale, richiede la realizzazione di una rete per lo smaltimento della condensa estiva, la quale verrà recapitata verso i vari blocchi di servizi igienici. Ai ventilconvettori installati nell’area uffici, che trattano l’aria ricircolata dell’ambiente, verrà affidata, invece, la funzione di bilanciare il carico sensibile. 14 7. VALUTAZIONE DEI CARICHI TERMICI Il calcolo della potenza invernale per il dimensionamento dell’impianto, quando funziona in modalità di riscaldamento, è stato condotto secondo la norma UNI EN 13789, mentre per le verifiche previste dal D.Lgs. 192/2005 e successive modifiche ed integrazioni si è fatto riferimento al calcolo del fabbisogno di energia secondo le norme UNI/TS 11300 ed UNI EN ISO 13790. I carichi termici estivi sono stati determinati invece, secondo il metodo dei fattori di accumulo (Carrier-Pizzetti). In particolare, con riferimento ai dati climatici della località di NAPOLI, si ha: - 17 m slm - 40°51’ latitudine Nord - 14°15’ longitudine Vento Dati invernali Dati estivi Temp. est. bulbo asciutto: 32 °C Regione C - Zona 3 Temperatura esterna: 2,0°C Temp. est. bulbo umido: 22,65°C Direzione prevalente: NE Gradi giorno: 1034 Umidità relativa: 45% Velocità: 2,3 m/s Zona climatica: C Escursione termica max: 10,5°C Carico termico Sensibile Invernale relativo ai Locali Il dimensionamento effettuato in base ai precedenti dati di progetto ha portato a valutare la potenza termica sensibile dispersa in inverno attraverso le superfici opache e vetrate. Carico termico Sensibile Estivo relativo ai Locali Il dimensionamento effettuato in base ai precedenti dati di progetto ha portato a valutare la potenza termica sensibile rientrante in estate attraverso le pareti opache e vetrate. Nel calcolo si è tenuto conto anche del carico dovuto della presenza delle persone ed i carichi endogeni. Carico termico Latente relativo ai Locali Il carico termico latente é dovuto essenzialmente alla presenza delle persone e delle apparecchiature all'interno dei locali da condizionare. Ricambi d’aria In tutti i locali saranno garantiti i ricambi d’aria previsti dalla normativa vigente, in particolare per ogni persona presente è stato calcolato un ricambio pari a 40 mc/h. 15 8. PROPORZIONAMENTO VENTILCONVETTORI E CORPI SCALDANTI Per l’area uffici e quella della residenza con alloggi il carico termico estivo ed invernale verrà abbattuto dai ventilconvettori posti all’interno dei locali; dalla valutazione dei carichi termici sensibili da abbattere all’interno dei singoli locali discende la potenzialità da attribuire a ciascun ventilconvettore e, quindi, la potenza relativa a ciascun ramo delle reti di distribuzione. Discorso analogo per i corpi scaldanti (radiatori in alluminio e tubi orizzontali in acciaio) posti all’interno dei servizi igienici della zona residenza e nell’alloggio del generale. La potenzialità di ciascun terminale e la sua posizione sono riportate sui grafici allegati. 9. DIMENSIONAMENTO UNITA' TRATTAMENTO ARIA (UTA) Il proporzionamento dell’UTA é stato effettuato sulla base del valore della portata di aria esterna necessaria a ventilare i locali della zona servita. UTA in funzionamento invernale Nota la portata d'aria da trattare in ciascuna UTA si sono determinate le potenze delle batterie di riscaldamento e di post-riscaldamento sulla base delle trasformazioni riportate nel diagramma psicrometrico mediante le relazioni di bilancio termico di seguito riportate: QR = 0,34 .V ( tui - ti ) (W) QPR = 0,34 V ( tuc - tic ) (W) La portata d'acqua necessaria alla umidificazione adiabatica della corrente d'aria, necessaria in regime invernale per compensare la bassa umidità assoluta dell'aria esterna, é stata determinata utilizzando la relazione di conservazione della massa: MH2O = 1,2 x V x (xiC - xi ) (kg/h ≡L/h) UTA in funzionamento estivo Nota la portata d'aria da trattare si é determinata la potenza della batteria di raffreddamento sulla base della trasformazione riportata nel diagramma psicrometrico mediante la relazione di bilancio termico riportata di seguito: QF = 1,4 x V x (hue - he ) (W) 16 La conoscenza della portata d’aria da trattare, ed il dimensionamento delle batterie e dell'umidificatore ha consentito di proporzionare l’UTA il cui schema costruttivo è riportato nelle tavole allegate di progetto. 10. DIMENSIONAMENTO CANALI Il calcolo delle dimensioni dei canali attraverso i quali viene distribuita l'aria da immettere nei singoli locali della zona servita dall'UTA é stato eseguito con il metodo della perdita di carico costante. La perdita di carico é stata scelta tra i valori di 0,02 e 0,07 mm c.a./m imponendo una velocità massima di 6,0 m/s nei canali principali e di 5,0 m/s nei canali secondari. In modo analogo si sono dimensionati i canali di ripresa con velocità massime di non oltre 6,0 m/s. Le dimensioni dei canali sono riportate sulle tavole di progetto. 11. DIMENSIONAMENTO RETE TUBAZIONI UTA Determinate le potenze delle batterie di scambio termico dell’UTA é stato possibile determinare la potenza servita da ciascun ramo della rete che si diparte dai collettori di centrale per raggiungere l’UTA. Dai valori di potenza termica e frigorifera attribuibili ai singoli rami di rete é possibile determinare la portata di acqua che circola nel ramo in base al salto termico che per le tubazioni calde é stato assunto pari a 45°C - 40°C= 5°C e per le tubazioni fredde é stato assunto pari a 12°C- 7°C= 5°C . La perdita di carico distribuita all'interno delle tubazioni é stata assunta tra i valori di 15 e 20 mm c. a./m. I diametri relativi ai tratti di tubazione sono riportati sulle tavole di progetto. 17 12. DIMENSIONAMENTO RETE TUBAZIONI VENTILCONVETTORI E CORPI SCALDANTI Determinate le potenze delle batterie di scambio termico dei ventilconvettori é stato possibile determinare la potenza servita da ciascun ramo della rete che si diparte dai collettori di centrale per raggiungere gli stessi. Dai valori di potenza termica e frigorifera attribuibili ai singoli rami di rete é possibile determinare la portata di acqua che circola nel ramo in base al salto termico che per le tubazioni calde é stato assunto pari a 45°C - 40°C= 5°C e per le tubazioni fredde é stato assunto pari a 12°C- 7°C= 5°C . La perdita di carico distribuita all'interno delle tubazioni é stata assunta tra i valori di 15 e 20 mm c. a./m. Di scorso analogo per i corpi scaldanti, per i quali il calcolo è stato eseguito per un valore del salto termico ∆T=10°C. I diametri relativi ai tratti di tubazione sono riportati sulle tavole di progetto. 13. SISTEMA PER L’ESPULSIONE DELL’ARIA PRESENTE NELLE RETI All’interno delle reti dell’acqua calda e fredda a seguito delle variazioni di temperatura e/o all’ingresso dell’acqua di reintegro ovvero al momento del riempimento dell’impianto si può accumulare una certa quantità d’aria che deve essere espulsa per consentire una circolazione corretta dell’acqua presente. L’inserimento di valvole di sfogo d’aria automatiche nei punti più alti dell’impianto consentirà la fuoriuscita dell’aria presente nell’impianto. Tali punti, in copertura in prossimità del gruppo e delle UTA, e nella zona più alta della rete ovvero all’ultimo piano, saranno individuati dopo che la rete sarà stata realizzata. 18 ALLEGATO 1 Carichi termici estivi ed invernali 19 CARICHI TERMICI INVERNALI UFFICI PIANO TERRA LOCALE 000001 000002 000003 000004 000005 000006 000007 000008 000009 000010 000011 000012 000013 000014 000015 000016 000017 000018 000019 000020 000021 000022 000023 000024 000025 SALA D'ATTESA UFFICIO 1 UFFICIO 2 UFFICIO 3 UFFICIO 4 UFFICIO 5 UFFICIO 6 UFFICIO 7 UFFICIO 8 UFFICIO 9 UFFICIO 10 UFFICIO 11 UFFICIO 12 UFFICIO 13 UFFICIO 14 UFFICIO 15 DISIMPEGNO LOCALE BLOCCO WC1 BLOCCO WC2 BLOCCO WC3 BLOCCO WC4 ARCHIVIO 1 ARCHIVIO 2 DISIMPEGNO 1 VOLUME (M³) TEMP. (°C) RIC. (1/H) VOL./H (M³/H) QTRA (W) QVEN (W) QTOT (W) S.DISP. QI C. T . (M²) (MJ/MESE) (MJ/°C) 177,2 62,0 82,4 68,8 111,2 78,6 54,4 94,6 93,2 99,6 94,0 165,8 114,0 173,0 162,4 80,8 364,1 67,2 36,8 60,0 60,0 26,0 230,4 210,2 264,0 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 53,16 18,60 24,72 20,64 33,36 23,58 16,32 28,38 27,96 29,88 28,20 49,74 34,20 51,90 48,72 24,24 109,22 20,16 11,04 18,00 18,00 7,80 69,12 63,06 79,20 2851 586 734 638 1017 707 470 1112 1099 1551 1110 2269 879 1599 1569 1105 2443 827 389 610 625 304 3260 2322 4449 334 117 155 130 210 148 102 178 176 188 177 312 215 326 306 152 686 127 69 113 113 49 434 396 497 3185 703 889 768 1227 855 572 1290 1275 1739 1287 2581 1094 1925 1875 1257 3129 954 458 723 738 353 3694 2718 4946 101,1 28,7 38,2 32,0 51,8 36,5 25,6 41,7 40,9 68,6 41,5 95,3 34,3 62,5 65,4 36,2 130,4 42,0 29,2 29,8 29,8 12,5 105,6 99,4 185,0 - 42,78 14,20 19,04 15,84 25,67 18,15 12,72 20,74 20,39 41,43 20,62 41,34 22,77 36,36 35,63 17,65 95,77 17,50 11,02 14,11 14,35 6,01 50,60 48,96 72,28 909,2 34525 5710 40235 1463,7 - 735,95 S.DISP. QI C. T . (M²) (MJ/MESE) (MJ/°C) 3030,7 UFFICI PIANO PRIMO LOCALE 000026 000027 000028 000029 000030 000031 000032 000033 000034 000035 000036 000037 000038 000039 000040 UFFICIO 16 UFFICIO 17 UFFICIO 18 UFFICIO 19 UFFICIO 20 UFFICIO 21 UFFICIO 22 SALA RIUNIONI ARCHIVIO 3 ARCHIVIO 4 BLOCCO WC5 BLOCCO WC6 BLOCCO WC7 BLOCCO WC8 DISIMPEGNO 2 VOLUME (M³) TEMP. (°C) RIC. (1/H) VOL./H (M³/H) QTRA (W) QVEN (W) QTOT (W) 70,7 134,7 69,9 109,3 79,2 79,2 79,2 175,6 77,9 79,4 50,3 44,4 46,3 29,6 150,2 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 21,20 40,40 20,98 32,80 23,75 23,75 23,75 52,67 23,37 23,81 15,10 13,32 13,88 8,88 45,05 1093 2097 1114 2365 1486 1493 1486 2720 1474 1497 1367 900 1316 405 1752 133 254 132 206 149 149 149 331 147 150 95 84 87 56 283 1226 2351 1246 2571 1635 1642 1635 3051 1621 1647 1462 984 1403 461 2035 34,3 65,3 33,7 69,9 36,2 36,4 36,2 85,2 35,9 36,6 44,5 30,5 41,4 14,7 50,1 - 28,77 54,78 28,31 46,92 31,10 31,38 31,10 71,48 30,62 31,24 23,69 19,84 22,02 12,31 69,11 382,7 22565 2405 24970 650,6 - 532,69 1275,7 20 RESIDENZA CON ALLOGGI LOCALE 000041 000042 000043 000044 000045 000046 000047 000048 VOLUME (M³) TEMP. (°C) RIC. (1/H) VOL./H (M³/H) QTRA (W) QVEN (W) QTOT (W) 66,6 133,2 70,3 70,3 66,6 81,4 50,3 133,2 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 19,98 39,96 21,09 21,09 19,98 24,42 15,10 39,96 978 2603 1126 1126 1091 1516 1246 1261 125 251 132 132 125 153 95 251 1103 2854 1258 1258 1216 1669 1341 1512 32,8 82,6 33,8 33,8 32,8 38,7 29,9 36,0 - 27,42 57,12 28,57 28,57 27,18 32,28 20,62 49,71 201,6 10947 1264 12211 320,4 - 271,47 S.DISP. QI C. T . (M²) (MJ/MESE) (MJ/°C) CAMERA 1 CAMERA 2 CAMERA 3 CAMERA 4 CAMERA 5 CAMERA 6 SALOTTINO CORRIDOIO 671,9 S.DISP. QI C. T . (M²) (MJ/MESE) (MJ/°C) ALLOGGIO DEL GENERALE LOCALE 000049 000050 000051 000052 000053 000054 000055 000056 000057 000058 LM LM LP S-P K STUDIO S1 S2 S3 INGRESSO VOLUME (M³) TEMP. (°C) RIC. (1/H) VOL./H (M³/H) QTRA (W) QVEN (W) QTOT (W) 87,0 45,1 49,2 148,4 78,4 49,2 18,5 22,2 13,3 33,7 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 20,00 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 0,30 26,09 13,54 14,76 44,51 23,53 14,76 5,55 6,66 4,00 10,10 1284 881 944 2181 1473 748 382 436 343 319 164 85 93 280 148 93 35 42 25 63 1448 966 1037 2461 1621 841 417 478 368 382 38,3 25,2 27,4 66,6 63,0 23,3 11,3 12,7 9,9 9,1 - 34,78 18,73 20,46 59,67 36,64 20,02 7,86 9,31 5,93 12,56 163,5 8991 1028 10019 286,6 - 225,97 545,0 21 CARICHI TERMICI ESTIVI UFFICI PIANO TERRA LOCALE 000001 000002 000003 000004 000005 000006 000007 000008 000009 000010 000011 000012 000013 000014 000015 000016 000017 000018 000019 000020 000021 000022 000023 000024 000025 SALA D'ATTESA UFFICIO 1 UFFICIO 2 UFFICIO 3 UFFICIO 4 UFFICIO 5 UFFICIO 6 UFFICIO 7 UFFICIO 8 UFFICIO 9 UFFICIO 10 UFFICIO 11 UFFICIO 12 UFFICIO 13 UFFICIO 14 UFFICIO 15 DISIMPEGNO LOCALE BLOCCO WC1 BLOCCO WC2 BLOCCO WC3 BLOCCO WC4 ARCHIVIO 1 ARCHIVIO 2 DISIMPEGNO 1 TOTALI VOLUME (M³) ORA MAX CARICO Q SENS. W Q LATENTE W Q TOTALE W R=QS/QT 177,2 62,0 82,4 68,8 111,2 78,6 54,4 94,6 93,2 99,6 94,0 165,8 114,0 173,0 162,4 80,8 364,1 67,2 36,8 60,0 60,0 26,0 230,4 210,2 264,0 15 14 14 14 14 14 14 15 15 15 15 15 15 9 15 9 15 14 15 14 14 14 9 17 10 2172 1434 1184 1462 2243 1537 1171 2024 2016 2109 1473 3577 2250 5264 3702 3007 1830 924 111 723 519 329 7261 2979 2986 491 198 264 185 283 209 175 272 271 344 219 424 233 636 249 193 250 46 25 41 41 18 158 144 181 2663 1632 1448 1647 2526 1746 1346 2296 2287 2453 1692 4001 2483 5900 3951 3200 2080 970 136 764 560 347 7419 3123 3167 0,8156 0,8786 0,8176 0,8877 0,8880 0,8803 0,8700 0,8815 0,8815 0,8598 0,8706 0,8940 0,9062 0,8922 0,9370 0,9397 0,8798 0,9526 0,8162 0,9463 0,9268 0,9481 0,9787 0,9539 0,9429 3030,7 15 45963 5550 51513 0,8923 VOLUME (M³) ORA MAX CARICO Q SENS. W Q LATENTE W Q TOTALE W 70,7 134,7 69,9 109,3 79,2 79,2 79,2 175,6 77,9 79,4 50,3 44,4 46,3 29,6 150,2 14 15 14 15 15 15 15 15 15 15 14 10 9 15 15 2479 4270 2570 2291 2488 2495 2488 4286 1168 1180 1474 719 1084 354 1788 255 506 255 230 261 261 261 673 53 54 35 30 32 20 103 2734 4776 2825 2521 2749 2756 2749 4959 1221 1234 1509 749 1116 374 1891 0,9067 0,8941 0,9097 0,9088 0,9051 0,9053 0,9051 0,8643 0,9566 0,9562 0,9768 0,9599 0,9713 0,9465 0,9455 1275,7 15 30855 3029 33884 0,9106 UFFICI PIANO PRIMO LOCALE 000026 000027 000028 000029 000030 000031 000032 000033 000034 000035 000036 000037 000038 000039 000040 TOTALI UFFICIO 16 UFFICIO 17 UFFICIO 18 UFFICIO 19 UFFICIO 20 UFFICIO 21 UFFICIO 22 SALA RIUNIONI ARCHIVIO 3 ARCHIVIO 4 BLOCCO WC5 BLOCCO WC6 BLOCCO WC7 BLOCCO WC8 DISIMPEGNO 2 R=QS/QT 22 RESIDENZA CON ALLOGGI LOCALE 000041 000042 000043 000044 000045 000046 000047 000048 CAMERA 1 CAMERA 2 CAMERA 3 CAMERA 4 CAMERA 5 CAMERA 6 SALOTTINO CORRIDOIO TOTALI VOLUME (M³) ORA MAX CARICO Q SENS. W Q LATENTE W Q TOTALE W R=QS/QT 66,6 133,2 70,3 70,3 66,6 81,4 50,3 133,2 15 15 15 15 15 9 15 15 1107 3390 1692 1677 1651 2669 1117 1481 77 183 109 109 107 117 127 91 1184 3573 1801 1786 1758 2786 1244 1572 0,9349 0,9488 0,9395 0,9390 0,9392 0,9580 0,8979 0,9421 671,9 15 13908 920 14828 0,9380 VOLUME (M³) ORA MAX CARICO Q SENS. W Q LATENTE W Q TOTALE W 87,0 45,1 49,2 148,4 78,4 49,2 18,5 22,2 13,3 33,7 15 9 9 15 9 15 17 9 9 15 1877 1274 1352 3139 1594 1067 655 513 468 328 121 62 95 225 95 95 13 15 9 23 1998 1336 1447 3364 1689 1162 668 528 477 351 0,9395 0,9536 0,9343 0,9331 0,9438 0,9182 0,9805 0,9716 0,9811 0,9345 545,0 15 11118 753 11871 0,9366 ALLOGGIO DEL GENERALE LOCALE 000049 000050 000051 000052 000053 000054 000055 000056 000057 000058 LM LM LP S-P K STUDIO S1 S2 S3 INGRESSO TOTALI MESE CALCOLO RIENTRATE : R=QS/QT 7 (LUGLIO) NOTA: I DATI SONO RELATIVI RISPETTIVAMENTE ALL'ORA DI MASSIMO CARICO DI LOCALE O DI IMPIANTO. 23 disimpegno 1 vano scala wc 1 locale sala d'attesa ufficio 1 disimpegno ufficio 2 ufficio 7 wc 2 ufficio 8 ufficio 3 ufficio 4 ufficio 9 ufficio 5 ufficio 10 ufficio 6 wc 4 vano scala Archivio 1 ufficio 15 ufficio 13 disimpegno wc 3 ufficio 12 Archivio 2 ufficio 14 ufficio 11 PIANTA DI RIFERIMENTO – PIANO TERRA 24 wc 7 wc 6 wc 5 vano scala ufficio 19 wc 8 ufficio 16 ufficio 20 ufficio 21 ufficio 17 ufficio 22 disimpegno 2 ufficio 18 Archivio 3 Archivio 4 sala riunioni salottino K S3 Lp corridoio corridoio S2 Lm camera 6 camera 1 S-P S1 studio LM camera 5 camera 4 camera 3 camera 2 PIANTA DI RIFERIMENTO – PIANO PRIMO 25 ALLEGATO 2 Dimensionamento UTA 26 -37,2 kWatt 13,2 kWatt -24,4 l/h Potenza batteria di postriscaldamento Acqua condensata 14,8 °C 26,0 °C 0 Watt 0 Watt 3'500 mc/h 3'500 mc/h 50 % 26 °C 55 % 32 °C Potenza batteria di raffreddamento T aria di immissione T dopo raffreddamento Potenza termica totale Potenza termica sensibile Volume aria totale Volume aria rinnovo Temperatura aria interna Umidità aria interna Temperatura aria esterna Umidità aria esterna DATI 0,00 0,0 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00 14,00 16,00 18,00 20,00 4,0 Miscela aria 2,0 6, 0 10,0 Aria interna 8,0 14,0 Immissione 12,0 14,8 16,0 20,0 T [°C] Raffreddamento 18,0 22,0 90% 28,0 80% Postrscaldamento 26,0 26,0 26,0 24,0 100% DIAGRAMMA PSICROMETRICO - ESTATE 32,0 38,0 10% 20% 30% 40% Aria esterna 36,0 50% 34,0 32,0 60% Retta ambiente 30,0 70% 40,0 UTA01 – PIANO TERRA – REGIME ESTIVO 27 x [g/kg a.s.] -15,0 l/h 8,1 kWatt Potenza batteria di postriscaldamento Acqua condensata -23,0 kWatt 14,8 °C 26,0 °C 0 Watt 0 Watt 2'160 mc/h 2'160 mc/h 50 % 26 °C 55 % 32 °C Potenza batteria di raffreddamento T aria di immissione T dopo raffreddamento Potenza termica totale Potenza termica sensibile Volume aria totale Volume aria rinnovo Temperatura aria interna Umidità aria interna Temperatura aria esterna Umidità aria esterna DATI 0,00 0,0 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00 14,00 16,00 18,00 20,00 4,0 Miscela aria 2,0 6, 0 10,0 Aria interna 8,0 14,0 Immissione 12,0 14,8 16,0 20,0 T [°C] Raffreddamento 18,0 22,0 90% 28,0 80% Postrscaldamento 26,0 26,0 26,0 24,0 100% DIAGRAMMA PSICROMETRICO - ESTATE 32,0 38,0 10% 20% 30% 40% Aria esterna 36,0 50% 34,0 32,0 60% Retta ambiente 30,0 70% 40,0 UTA02 – PIANO TERRA – REGIME ESTIVO 28 x [g/kg a.s.] 1,31 kWatt 22,0 kg/h Acqua condensata 19,96 kWatt 20,0 °C 0 Watt 0 Watt Q riscaldamento Q postriscaldamento T immissione OUTPUT DATI Potenza termica totale Potenza termica sensibile 3'500 mc/h 3'500 mc/h 18,0 °C T dopo il riscaldamento Volume aria totale Volume aria rinnovo 50 % 20 °C 50 % 2 °C Temperatura aria interna Umidità aria interna Temperatura aria esterna Umidità aria esterna INPUT DATI 0,00 -2,0 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00 14,00 16,00 18,00 20,00 2,0 Miscela aria 0,0 2,0 6,0 Aria interna 4,0 8,0 12,0 Immissione 10,0 16,0 18,0 T [°C] Riscaldamento 14,0 22,0 Umidificazione 20,0 18,0 20,0 24,0 100% Retta ambiente 50% Postrisc. 38,0 10% 20% 36,0 30% 40% 34,0 Aria esterna 32,0 60% 30,0 70% 28,0 80% 26,0 90% UTA01 – PIANO TERRA – REGIME INVERNALE 29 x [g/kg a.s.] 0,81 kWatt 13,6 kg/h Acqua condensata 12,32 kWatt 20,0 °C 0 Watt 0 Watt Q riscaldamento Q postriscaldamento T immissione OUTPUT DATI Potenza termica totale Potenza termica sensibile 2'160 mc/h 2'160 mc/h 18,0 °C T dopo il riscaldamento Volume aria totale Volume aria rinnovo 50 % 20 °C 50 % 2 °C Temperatura aria interna Umidità aria interna Temperatura aria esterna Umidità aria esterna INPUT DATI 0,00 -2,0 2,00 4,00 6,00 8,00 10,00 12,00 14,00 16,00 18,00 20,00 2,0 Miscela aria 0,0 2,0 6,0 Aria interna 4,0 8,0 12,0 Immissione 10,0 16,0 18,0 T [°C] Riscaldamento 14,0 22,0 Umidificazione 20,0 18,0 20,0 24,0 100% Retta ambiente 50% Postrisc. 38,0 10% 20% 36,0 30% 40% 34,0 Aria esterna 32,0 60% 30,0 70% 28,0 80% 26,0 90% UTA02 – PIANO TERRA – REGIME INVERNALE 30 x [g/kg a.s.] SPECIFICHE TECNICHE 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. 15. 16. 17. 18. 19. 20. GRUPPO FRIGO UNITA’ TRATTAMENTO ARIA COLLETTORI MANDATA E RITORNO ELETTROPOMPE CENTRIFUGHE VENTILCONVETTORI VALVOLAME E VALVOLE MOTORIZZATE TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE ACCIAIO NERO TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE FLUIDI IN RAME ISOLAMENTO TUBAZIONI E DERIVAZIONI UNITÀ MOTOCONDENSANTE ESTERNA (A CICLO INVERSO) UNITÀ INTERNA MOTOVENTILANTE A PARETE CANALIZZAZIONI CANALI FLESSIBILI DIFFUSORI ORIZZONTALI A CONI CIRCOLARI BOCCHETTE DI MANDATA GRIGLIE DI RIPRESA GRIGLIE DI TRANSITO GRUPPO TERMICO A CONDENSAZIONE CALDAIA MURALE A CONDENSAZIONE CORPI SCALDANTI 1. GRUPPO FRIGO Il gruppo frigorifero ad inversione di ciclo previsto è del tipo condensato ad aria, con ventilatori assiali per installazione all’esterno: - l’unità è caricata con refrigerante ecologico R410A; - completa di desurriscaldatore; - la struttura è costituita da un basamento in lamiera d’acciaio zincato a caldo, i pannelli del vano compressori sono rivestiti con materiale fonoassorbente ad alta densità; - i compressori sono di tipo ermetico rotativo scroll, completi del riscaldatore del carter, protezione termica elettronica con riarmo manuale centralizzato, motore elettrico a due poli; - i ventilatori sono di tipo assiale, con grado di protezione IP 54, sono dotati di un motore elettrico a 6 poli, provvisto di protezione termica incorporata; - evaporatore a fascio tubero con passaggio asimmetrici lato freon, isolato termicamente; - resistenza antigelo a protezione dell’evaporatore; - batteria di condensazione in tubi di rame ed alettatura a pacco in alluminio; - quadro elettrico di potenza e comando. Il gruppo idronico comprende: serbatoio di accumulo, pompa di circolazione, filtro acqua a Y con rete inox, flussostato ad acqua, manometro in aspirazione pompa, valvola di taratura della portata, valvola di sicurezza, vaso di espansione, sfiato d’aria, e scarico acqua. LA POTENZIALITÀ FRIGORIFERA È PARI A 160 KW. 2. UNITA’ TRATTAMENTO ARIA La macchina ha le seguenti caratteristiche: - cassa di contenimento metallica eseguita con struttura portante in lamiera zincata; - pannellatura di chiusura in lamiera di acciaio zincato opportunamente irrigidita; - in corrispondenza delle sezioni di ventilazione e delle batterie di trattamento, detti pannelli sono essere facilmente smontabili per la estrazione delle apparecchiature; - vasca metallica (controcassa) per il drenaggio dell’acqua di condensa eseguita in lamiera di acciaio inox (o alluminio) con collegamento per lo scarico; - rivestimento interno di materiale isolante dello spessore minimo di 30 mm stabilmente fissato alle pannellature; 31 - portine di ispezione e sospensioni antivibranti; ventilatore a basso numero di giri tale da garantire nei locali serviti livelli di rumorosità contenuti entro i limiti previsti dalla normativa vigente; presa aria esterna con serranda di taratura in acciaio zincata con alette multiple; sezione filtri del tipo piano più filtri a tasche; sezione batteria di post-riscaldamento alimentata ad acqua (temperatura fluido riscaldante 4540° C); sezione batteria di riscaldamento/raffreddamento (temperatura fluido riscaldante 45-40° C ), (temperatura acqua refrigerata 7/12° C ); umidificatori a vapore. 3. COLLETTORI MANDATA E RITORNO I collettori sono costituiti da tronchi di tubo Mannesmann, aventi un diametro interno almeno 1,25 più volte grande del diametro interno della tubazione più grande ad essi collegata. Gli attacchi sono muniti di controflange tipo UNI per pressione PN 16, hanno fondi bombati e sono muniti di attacchi per manometri e per termometri con bulbo ad immersione nonché di rubinetto di scarico. La distanza tra gli attacchi è essere tale da garantire la più ampia manovrabilità al valvolame montato. Sono stati inoltre verniciati e isolati, valvolame compreso, con isolamento dello stesso tipo delle tubazioni del circuito. Le tubazioni in arrivo così come il valvolame hanno isolamento indipendente. 4. ELETTROPOMPE CENTRIFUGHE Le pompe centrifughe sono con il corpo in ghisa e girante in bronzo, direttamente accoppiata al motore elettrico mediante giunto elastico. Il motore elettrico è a 4 poli, di tipo protetto autoventilato con rotore in c.c. Tutte le pompe sono munite di valvole d’intercettazione e di non ritorno, filtro meccanico e giunti antivibranti. 5. VENTILCONVETTORI I ventilconvettori orizzontali del tipo a 2 tubi dovranno essere costituiti da: - batteria fredda/calda in rame alluminio; - gruppo motoventilatore costituito da uno o due ventilatori centrifughi a doppia aspirazione direttamente accoppiati a motore elettrico monofase; - filtro di tipo rigenerabile di facile sostituzione; - comando a filo per regolazione velocità e completo di termostato; - bacinella di raccolta condensa, drenata in tubo zincato fino al più vicino scarico o rete di scarico. - massimo valore del livello della pressione sonora del ventilatore tale da rientrare entro i limiti previsti dalla normativa vigente; - mobile di contenimento (per quelli a pavimento in vista) dovrà essere rivestito internamente con materiale coibente e fonoassorbente ed avere pannelli del tipo smontabile per consentire una facile ispezione interna ed un facile accesso a tutte le parti meccaniche. 6. VALVOLAME E VALVOLE MOTORIZZATE Valvolame Le valvole installate sui circuiti di acqua calda sono del tipo per funzionamento con temperatura fino a 100°C e PN 16. Hanno corpo in ghisa sede del corpo, otturatore ed albero in bronzo. Le valvole installate sui circuiti di acqua refrigerata sono del tipo per funzionamento con temperatura normale e PN 16. Hanno corpo in ghisa e sede del corpo, otturatore e albero in bronzo. Alcune valvole montate sui collettori e sulle pompe sono del tipo a flusso avviato. Le valvole dopo la posa in opera sono state opportunamente isolate con isolamento dello stesso 32 tipo delle tubazioni su cui sono installate. Valvole motorizzate Sono costituite da valvole a tre vie deviatrici complete di motore elettrico. Le valvole avranno il corpo in ghisa o in acciaio con attacchi flangiati. Sede, otturatore e stelo sono in acciaio inox sostituibili. Le valvole sono complete di circuito di alimentazione e comando. Esse sono state fornite e poste in opera complete di isolamento dello stesso tipo delle tubazioni ad esse collegate e saranno dotate di valvole di by-pass. 7. TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE ACCIAIO NERO Le tubazioni, in acciaio nero trafilato della migliore qualità, sono sostenute mediante collettori passanti, onde permettere la dilatazione. Attorno a tutti i tubi attraversanti pavimenti, muri, soffitti, tramezzi sono stati forniti ed installati spezzoni di tubo zincato, detti spezzoni sono di diametro maggiore di almeno 10 mm rispetto ai tubi o all'isolamento delle tubazioni isolate. Per l'esecuzione dei circuiti i tubi sono del materiale, tipo e giunti riportati nelle seguenti tabelle: Servizio Materiale Tipo Tab. UNI Acqua refrigerata e calda acciaio nero senza saldatura Standard Isolamento tubazioni Tutti gli isolamenti per le tubazioni, il valvolame ed i collettori etc, sono conformi a quanto specificato nella seguente tabella: Servizio Materiale Spessore minimo Acqua calda guaina elastomerica 19 ÷ 25 mm Acqua refrigerata guaina elastomerica 19 ÷ 25 mm L'isolamento deve comunque essere tale che la quantità di calore trasmesso sia non più del 15% di quella che sarebbe trasmessa a tubo nudo. L'isolamento per le saracinesche, le valvole etc. è di spessore non inferiore a quello dei tubi che sono collegati con esse. Ogni isolamento è stato applicato dopo la verniciatura della tubazione con 2 mani di minio ed è costituito da: - strato isolante - finitura esterna in isogenopak e fasciatura con fascetta metallica alle testate (per i tratti posti all’interno dell’edificio) - finitura esterna in alluminio (per i tratti posti all’esterno e in centrale). Gli isolamenti in vista hanno fasce di riconoscimento nelle stesse colorazioni previste per il tipo di fluido che percorre le tubazioni. Verniciatura tubazioni Tutte le tubazioni sono state verniciate con 2 mani di minio antiruggine, comprese quelle isolate termicamente. 8. TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE IN RAME QUALITA’ DEI MATERIALI Le tubazioni in rame trafilato dovranno essere conformi alle norme UNI 5649/71 serie B pesante. Il tubo in rame sarà di tipo cotto, stoccato in rotoli, per diametri esterni fino a 22 mm; in verghe per diametri superiori. Tutte le tubazioni dovranno essere marcate dall’Ente di controllo per l’individuazione della serie di appartenenza. MODALITA’ DI ESECUZIONE Prima di essere posti in opera, tutti i tubi dovranno essere accuratamente puliti ed inoltre in fase di montaggio le loro estremità libere dovranno essere protette per evitare l’intromissione accidentale di materiali che possano in seguito provocarne l’ostruzione. 33 Per il collegamento del tubo di rame alle valvole o agli attacchi di apparecchiature, si dovranno impiegare raccordi meccanici di tipo adatto a garantire la perfetta tenuta in funzione delle pressioni di prova. CONTROLLI E COLLAUDI Prove delle reti di distribuzione a) Prova idraulica a freddo da eseguirsi se possibile, per tratti di rete, in corso di esecuzione degli impianti, ed in ogni caso ad impianti ultimati, prima di effettuare le successive prove descritte al punto b). Le prove di pressione generali sugli impianti e sui vari circuiti saranno eseguiti ad una pressione di prova non inferiore ad 1,5 volte la pressione di esercizio, lasciando il tutto sotto pressione per 12 ore. Eventuali apparecchiature, montate sulle tubazioni, che potessero danneggiarsi sotto tale pressione di prova, andranno preventivamente smontate ed i rispettivi attacchi andranno chiusi con tappi filettati o flange. L’esito della prova si riterrà positivo se nell’arco delle dodici ore non si saranno verificate perdite di pressione e non saranno state rilevate fughe o deformazioni permanenti. b) Prove preliminari di circolazione, di tenuta e di dilatazione con fluidi scaldanti e raffreddanti dopo che sia stata eseguita la prova di cui alla lettera a). Il risultato della prova sarà positivo solo quando in tutti i punti delle reti e negli apparecchi utilizzatori, il fluido arrivi alla temperatura stabilita, quando le dilatazioni non abbiano dato luogo a fughe o deformazioni permanenti. Tutte le prove di cui sopra dovranno essere eseguite in contraddittorio con la D.L. o chi delegato per essa, e di ognuna sarà redatto apposito verbale. S’intende che, nonostante l’esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, l’Appaltatore rimane responsabile delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo e fino al termine del periodo di garanzia. 9. ISOLAMENTO TUBAZIONI E DERIVAZIONI QUALITA’ DEI MATERIALI Gli isolamenti dovranno portare ben visibili i contrassegni distintivi dei circuiti di appartenenza delle tubazioni e del tipo di fluido trasportato. Gli spessori, se non specificati, dovranno essere conformi a quanto previsto dal D.P.R. 412/93 all.B per il contenimento dei consumi energetici. TABELLA COIBENTAZIONI FLUIDI Conduttivita’ termica utile dell’isolante w/M°c < 20 Diamtero esterno della tubazione mm 20 A 39 40 A 59 60 A 79 80 A 99 ≥ 100 0,030 13 19 26 33 37 40 0,032 14 21 29 36 40 44 0,034 15 23 31 39 44 48 0,036 17 25 34 43 47 52 0,038 18 28 37 46 51 56 0,040 20 30 40 50 55 60 0,042 22 32 43 54 59 64 0,044 24 35 46 58 63 69 Tabella 8 34 - Per valori di conduttività termica utile dell’isolante differenti da quelli indicati in tabella, i valori minimi dello spessore del materiale isolante sono ricavati per interpolazione lineare dei dati riportati nella tabella stessa. - I montanti verticali delle tubazioni devono essere posti al di qua dell’isolamento termico dell’involucro edilizio, verso l’interno del fabbricato ed i relativi spessori minimi dell’isolamento che risultano dalla tabella 8, vanno moltiplicati per 0,5. - Per tubazioni correnti entro strutture non affacciate né all’esterno né su locali non riscaldati gli spessori di cui alla tabella 8, vanno moltiplicati per 0,3. N.B. Gli spessori minimi del rivestimento, dovranno comunque rispettare i seguenti limiti: Linee del liquido 9 mm Linee del gas 13 mm MODALITA’ DI ESECUZIONE Le guaine dovranno normalmente essere infilate; dove ciò non fosse possibile, la guaina installata tramite taglio longitudinale, dovrà essere sigillata con apposito collante e la giunzione coperta con adatto nastro autoadesivo. Anche le giunzioni di testa tra le guaine dovranno essere sigillate perfettamente tramite collante. L’esecuzione di tutte le giunzioni dovrà costituire una perfetta barriera al vapore. Il collante ed il nastro autoadesivo utilizzati a tale scopo dovranno essere della marca e del tipo previsto dal costruttore del materiale isolante. L’esecuzione dell’isolamento dovrà rispettare tassativamente il manuale di montaggio della Ditta costruttrice. L’isolamento dovrà avere soluzione di continuità; le sezioni di inizio e di fine dovranno essere accuratamente sigillate. 10. UNITA’ ESTERNA MOTOCONDENSANTE (A INVERSIONE DI CICLO) Di tipo modulare dovrà essere dotata di: - compressore twin scroll montato su slitta per facilitarne l’estraibilità; - tecnologia inverter e valvole modulanti ad impulso per una erogazione della potenzialità in base al carico effettivo; - sistema per la gestione dell’olio; - ventilatore per l’espulsione dell’aria di condensazione con girante di grande diametro per pale a profilo aerodinamico per il contenimento della rumorosità; - sezionatore di sicurezza; - Refrigerante R410-A; - livello sonoro 58 db(A) ad 1 metro. 11. UNITA’ INTERNA MOTOVENTILANTE A PARETE Caratteristiche principali: - mobiletto in materiale plastico; - deflettori d’aria orientabili; - filtro d’aria sintetico lavabile; - pannello di comando e gestione remoto (o telecomando); - capacità di dosare la portata del refrigerante per l’ottimizzazione delle prestazioni; - livello sonoro alla velocità media di 39 db(A) a 1 metro; - scambiatore di calore in tubo alettato (Cu/Al); - ventilatore centrifugo a 3 velocità; - controllo potenza. 12. CANALIZZAZIONI 35 La Ditta assuntrice dovrà fornire ed installare tutte le canalizzazioni metalliche, i pezzi speciali, nonché i tratti di raccordo ai diffusori, e i relativi plenum. La Ditta assuntrice dovrà rivestire o comunque richiudere con adatto materiale tutti i residui fori che dovessero restare intorno alle canalizzazioni dove queste attraversino solai, pareti, o tramezzi. Dovrà, inoltre, evitare, con opportuni accorgimenti, che siano trasmesse vibrazioni tra canali e strutture e viceversa. I canali dovranno essere di lamiera zincata e saranno ampiamente rinforzati in modo da non subire deformazioni apprezzabili; dovranno, inoltre, essere sostenuti da apposite staffe convenientemente assicurate alla struttura dell'edificio. I canali presenteranno curve e raccordi tali da ridurre al minimo le perdite di carico e saranno provvisti di deflettori interni dove necessario o indicato dalla Direzione dei Lavori. Lo spessore minimo delle lamiere impiegate nella costruzione dei canali sarà: lato maggiore del canale o diametro spessore minimo inferiore a 300 mm 8/10 mm da 301 a 500 mm 10/10 mm da 501 a 1000 mm 12/10 mm Eventuali canali il cui lato maggiore sia superiore a 600 mm dovranno essere rinforzati trasversalmente con angolari 25x25x3 mm posti alla distanza di m 1,20. Tutti i canali di mandata saranno coibentati mediante materassini di lana minerale apprettata al neoprene (in alternativa con guaine elastomeriche a cellule chiuse). Lo spessore del materassino sarà di mm 15 nel caso di canali di sezione non superiore a 10 dmq e di mm 25 nei rimanenti casi. La velocità dell'aria nei canali di mandata non dovrà essere superiore a 6 m/s nei primi tratti di canalizzazione a partire dalla unità ad incasso in controsoffitto. La velocità scenderà fino a 2 m/s, progressivamente, nelle distribuzioni secondarie. La perdita di carico distribuita nei canali non dovrà essere superiore a 0,20 mm di c.a. per metro. NB: in alternativa ai canali metallici e relativo rivestimento, possono essere usati canali in poliuretano con doppio rivestimento in alluminio. 13. CANALI FLESSIBILI I canali flessibili serviranno per il collegamento tra canalizzazioni e terminali. Caratteristiche principali: - parte interna in strati di alluminio e poliestere; - spirale in acciaio armonico; - strato isolante in fibra di vetro (spessore 25 mm); - parte esterna in alluminio rinforzato con poliestere. 14. DIFFUSORI ORIZZONTALI A CONI CIRCOLARI Caratteristiche principali: - multidirezionali, che consentono la diffusione dell’aria dal soffitto in più direzioni; - materiale in alluminio estruso; - finitura anodizzata naturale; - fissaggio con clips o con viti in vista o con molle a pressione regolabili; - basse perdite di pressione; - livelli sonori contenuti; - complete di serranda di regolazione e di plenum; - montaggio su piastra 60x60 cm. 15. BOCCHETTE DI MANDATA Caratteristiche principali: - rettangolari e dotate di doppio filare dialette, orizzontale e verticale; 36 - materiale in alluminio estruso; finitura anodizzata naturale; fissaggio con clips o con viti in vista o con molle a pressione regolabili; basse perdite di pressione; livelli sonori contenuti; complete di serranda di regolazione e di plenum. 16. GRIGLIE DI RIPRESA Caratteristiche principali: - rettangolari ad alette fisse inclinate a 45°, passo 25 mm; - materiale in alluminio estruso; - fissaggio con molle a pressione su controtelaio o con viti in vista; - complete di serranda di regolazione e di plenum. 17. GRIGLIE DI TRANSITO Caratteristiche principali: - rettangolari ad alette fisse inclinate a 45°, passo 20 mm; - materiale in alluminio estruso; - fissaggio con viti in vista. 18. GRUPPO TERMICO A CONDENSAZIONE Gruppo termico a condensazione, alimentato con gas metano, modulante, in versione stagna (tipo C), per la gestione di impianti diretti e miscelati, composto da: - corpo di scambio in acciaio inox stabilizzato al titanio; - circuito idraulico con doppio ritorno; - sistema di combustione premiscelato a gas metano, modulante,con bruciatore a microfiamma; - scarico fumi/aspirazione aria Φ80, lunghezza max aspirazione+scarico 40 m; - sonda climatica esterna; - pannellatura in acciaio con frontale in materiale plastico - regolazione elettronica climatica di serie. Potenza termica nominale: 34 kW 19. CALDAIA MURALE A CONDENSAZIONE Caldaia murale a condensazione con bruciatore modulante per riscaldamento e produzione di acqua calda sanitaria, composto da: - riscaldamento e produzione a.c.s. istantanea con scambiatore a piastre integrato e coibentato; - corpo caldaia in alluminio ad elevata superficie di scambio; - vasca di raccolta e sifone di scarico condensa; - ventilatore a giri variabili ed alta prevalenza; - valvola gas elettrica a doppio otturatore con stabilizzatore di pressione; - modulazione aria/gas continua gestita con microprocesore; - sistema idraulico completo di circolatore ad alta prevalenza, valvola a tre vie motorizzata, valvola di sicurezza a 3 bar, vaso di espansione da 10 litri, rubinetto di scarico, filtro, etc; - pannello di comando con display digitale; - attacco raccordo fumi Φ80-100. Potenza termica nominale: 25 kW 20. CORPI SCALDANTI Corpi scaldanti costituiti da radiatori con tubi orizzontali in acciaio, verniciati a polveri epossidiche con colore base bianco, completi di mensole di sostegno, viti e tasselli. 37 Corpi scaldanti costituiti da radiatori in alluminio del tipo a piastre, completi di nipples di giunzione, tappi laterali, guarnizioni, verniciatura. Entrambi saranno completi di: detentore e valvola ad angolo con manopola, valvolina di sfiato. 38 Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi N. revisione Pag. 2 DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' PRINCIPALE Attività: (92) Autorimessa Individuata al punto < 92 > del DM 16/2/1982 RIFERIMENTO NORMATIVO DECRETO DEL M.I. DEL 1 FEBBRAIO 1986. Norme di sicurezza antincendio per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili. D.M. del 22/11/2002. Disposizioni in materia di parcamento di autoveicoli alimentati a gas di petrolio liquefatto all'interno di autorimesse in relazione al sistema di sicurezza dell'impianto. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 16/02/2007. Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 9/03/2007. Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale dei vigili del fuoco. D.P.R. N° 37 DEL 12 GENNAIO 1998. Regolamento recante disciplina dei provvedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell'articolo 20, comma 8, delle legge 15 marzo 1997 n° 59. DECRETO 4 MAGGIO 1998. Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei procedimenti di prevenzione incendi, nonché all'uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali dei vigili del fuoco. CIRCOLARE N. 9 del 5/5/1998. D.P.R. 12 GENNAIO 1998, n° 37 - Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi - Chiarimenti applicativi. D.M. 30/11/1983. Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi. Decreto n. 37 del 22/1/2008. Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2 dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli edifici.. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 7 gennaio 2005. Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio. DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 3 novembre 2004. Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio. Pag. 2 di 7 Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi N. revisione Pag. 3 RELAZIONE TECNICA La presente relazione è redatta in conformità al D.M. n. 38 del 1/2/1986. La caserma in oggetto sarà ubicata nel comparto P.I.P. del Comune di Frattamaggiore (NA) e sarà realizzata con elementi strutturali in conglomerato cementizio armato. L’intero edificio si sviluppa su tre livelli . Il piano seminterrato è destinato ad una autorimessa con numero di autoveicoli inferiore a nove; al piano rialzato sono sistemati gli uffici; al piano primo saranno ubicati gli alloggi per n° 1 2 militari, un alloggio per il comandante della caserma ed altri uffici. Le comunicazioni tra i vari livelli avverranno attraverso scale di tipo protette. La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio. L’unica attività rilevante ai fini antincendio risulta essere l’autorimessa che dispone al massimo di 9 autovetture. TERMINI E DEFINIZIONI I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983. 1.1. Classificazione L'attività ai sensi della normativa in vigore viene classificata come Autorimessa con numero autoveicoli < 9. Ubicazione Come già anticipato l’autorimessa sarà ubicata al piano interrato di un fabbricato con due livelli fuori terra destinati a caserma della Guardia di Finanaza. Tale edificio avrà un’altezza antincendio pari a 5.60 m. Elenco piani edificio dell'attività Piano Superficie autorimessa (m² netti) Superficie aerazione (m²) presente Piano seminterrato AUTORIMESSA 204 12.50 Piano seminterrato L'attività è classificabile come “di tipo misto” in quanto l'edificio è destinato anche ad altri usi. In relazione alla configurazione delle pareti perimetrali l'attività è di tipo chiuso. Per quanto riguarda le caratteristiche di esercizio l'attività è di tipo non sorvegliato, in quanto non sono previsti sistemi automatici di controllo ai fini antincendi e nemmeno sistemi di vigilanza continua durante l'orario d'apertura:quindi la superficie specifica di parcamento è di 20 m². In base all'organizzazione dello spazio interno, l’attività è di tipo a spazio aperto. 3.1 Isolamento L'attività è separata da edifici adiacenti con strutture di tipo non inferiore a REI 120. Le aperture dei locali non sono direttamente sottostanti ad aperture di locali destinati ad attività di cui ai punti 83, 84, 85, 86 e 87 del decreto ministeriale 16 febbraio 1982. 3.2 Altezza dei piani Il punto 3.2 del D.M. 1/2/1986 prevede che l'altezza minima sia di 2.4 m. Elenco altezze piani Piano Piano Interrato AUTORIMESSA Altezza (m) 2.90 Quota (m) -2.10 Pag. 3 di 7 Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi N. revisione Pag. 4 3.3 Superficie specifica di parcamento Elenco mezzi consentiti e presenti (4 motoveicoli = 1 mezzo - L.C. P713/4108 sott. 22/3 del 25/7/2000) Piano Superficie piano (m²) Controlli Piano seminterrato AUTORIMESSA 204 Non sorvegliata Superficie parcamento (m²) 20 N. mezzi presenti <9 3.4.1 Strutture dei locali I locali destinati all'attività sono realizzati con strutture non separanti non combustibili di tipo R 90. Le strutture del solaio e di separazione con altre parti dell'edificio hanno una resistenza al fuoco non inferiore a REI 90. L'attività comunicherà con i piani sovrastanti attraverso una scala protetta. 3.7 Accessi 3.7.0 Ingressi Elenco ingressi Ingresso N. 1 Larghezza [m] 4.00 3.8 Pavimento La pavimentazione è realizzata con materiali antisdrucciolevoli ed impermeabili. Le soglie dei vani di comunicazione fra i compartimenti hanno un livello lievemente superiore (3-4 cm) a quello dei pavimenti contigui per evitare spargimento di liquidi da un compartimento all'altro. 3.9 Ventilazione 3.9.0 Ventilazione naturale L'attività ha un sistema di aerazione naturale costituito da aperture, ricavate nelle pareti esterne , disposte in modo da consentire un efficace ricambio dell'aria nell'ambiente, nonché lo smaltimento del calore e dei fumi di un eventuale incendio, nel computo delle superficie di aerazione verrà conteggiato anche il varco di ingresso che disporrà di serramenti grigliati. Al fine di assicurare un'uniforme ventilazione dei locali, le aperture di aerazione sono distribuite il più possibile uniformemente a distanze reciproche non superiori a 40 metri. 3.9.1 Superficie di ventilazione Le aperture di aerazione naturale hanno una superficie non inferiore a 1/25 della superficie in pianta del compartimento. Altezza piano = 2.90 m Superficie piano = 204 m² Superficie ventilazione minima = (1/25) x Superficie piano = 8.16 m² Superficie ventilazione presente = 12.50m² Una frazione della superficie di ventilazione non inferiore a 0.003 m² per metro quadrato di pavimento è completamente priva di serramenti. 3.10 MISURE PER LO SFOLLAMENTO DELLE PERSONE IN CASO DI EMERGENZA 3.10.2 Vie di uscita Pag. 4 di 7 Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi N. revisione Pag. 5 L'attività è dotata di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli occupanti l'edificio in caso di emergenza. 3.10.3 Dimensionamento delle vie di uscita Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione. 3.10.4 Larghezza delle vie di uscita La larghezza delle vie di uscita è multipla del modulo di uscita (0.6 m) e non inferiore a due moduli. La misurazione delle uscite è stata eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo. 3.10.5 Ubicazione delle uscite La posizione delle uscite è tale da consentire il raggiungimento dei luoghi sicuri con percorsi non superiori a 40 m. MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA L'attività è provvista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti verso l'esterno. La misurazione delle uscite è eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo. Le porte che si aprono verso corridoi interni utilizzati come vie di deflusso sono realizzate in modo da non ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi. Tutte le uscite di sicurezza sono munite di infissi, apribili verso l'esterno e dotate di maniglioni antipanico. Il sistema di apertura delle porte è realizzato con maniglioni antipanico, che consentiranno l'apertura delle porte con semplice spinta esercitata dal pubblico. I maniglioni antipanico sono installati in conformità con quanto stabilito dal D.M. 3 novembre 2004 (G.U. n. 271 del 18/11/2004), in particolare: - i dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo sono installati in conformità alla EN 179 relativa a "Dispositivi per uscite d'emergenza azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta". Sulle porte di uscita sono installati cartelli con la scritta USCITA DI SICUREZZA - APERTURA A SPINTA ad un'altezza non inferiore a due metri dal suolo. Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione. I locali sono dotati di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli occupanti l'edificio in caso di emergenza. CALCOLO DELL'AFFOLLAMENTO E VERIFICA DELLE VIE DI ESODO Il tipo, il numero, l'ubicazione e la larghezza delle uscite sono determinate in base al massimo affollamento, calcolato secondo la tabella: Densità di affollamento - 0.1 per le autorimesse non sorvegliate L'attività avrà, una massimo affollamento pari a: Piano N. persone nel piano AUTORIMESSA 21 N. persone nei servizi del piano 0 TOTALE (persone) 21 Capacità di deflusso - c.d. = 37.5 per gli edifici sino a tre piani sotterranei Si ha, la seguente necessità di moduli, derivante dal calcolo effettuato con la formula: - moduli necessari = (max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano) Numero moduli necessari Piano Moduli necessari AUTORIMESSA 1 Max affollamento 21 Capacità deflusso 37.5 Pag. 5 di 7 Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi N. revisione Pag. 6 Misure in termini di moduli e di massimo affollamento consentito: (N.B.: Per ADDUZIONE si intende lo sbocco della via di esodo, mentre per LUNGHEZZA si intende la lunghezza del percorso di esodo fino a luogo sicuro). Elenco uscite Ubicazione AUTORIMESSA Uscita N. 1 2 Larghezza (m) 1.2 1.2 Lunghezza (m) 15 15 AUTORIMESSA Adduzione Luogo sicuro Scala protetta interna N. moduli 2 2 N.B. Nel computo della larghezza delle uscite sono conteggiate anche le rampe di accesso. Persone evacuabili e max affollamento ipotizzabile Piano N. Totale Moduli Persone Evacuabili AUTORIMESSA 4 150 Max Affoll. Ipotizzabile 21 La verifica dell’esodo appare abbondantemente soddisfatta. 3.10.7 SCALE Elenco scale Ubicazione AUTORIMESSA N. Scala N. 1 Larghezza (m) 1.2 Tipologia Interna Protezione protetta Essendo l'altezza antincendio minore di 32 m, le scale sono di tipo protetto. 5 IMPIANTO ELETTRICO Gli impianti elettrici e di messa a terra dell'attività sono realizzati in conformità alle norme di cui al D.M. 37/2008 e secondo le vigenti norme CEI. All'atto della richiesta di sopralluogo, per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi, sarà allegato alla richiesta stessa il certificato di collaudo dell'impianto elettrico o dichiarazione di conformità. 6 MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi sono realizzati a regola d'arte. 6.2 Estintori L'attività è dotata di un adeguato numero di estintori portatili. Gli Estintori sono di tipo omologato dal Ministero dell'Interno ai sensi del D.M. del 7/01/2005 (Gazzetta Ufficiale n. 28 del 4.02.2005) e successive modificazioni. Sono distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e si trovano: - in prossimità degli accessi - in vicinanza di aree di maggior pericolo Sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile. Appositi cartelli segnalatori ne facilitano l'individuazione, anche a distanza. Caratteristiche tecniche - disposti 1 ogni cinque autoveicoli per i primi venti autoveicoli; per i rimanenti, fino a duecento autoveicoli, uno ogni dieci autoveicoli; oltre duecento, uno ogni venti autoveicoli - capacità estinguente non inferiore a 21A - 89B Elenco estintori Piano AUTORIMESSA N. 3 Tipo Polvere chimica Classe 1 34A Classe 2 144B Pag. 6 di 7 Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi N. revisione Pag. 7 Sono installati in particolare i seguenti cartelli: - divieto di usare fiamme libere - divieto di depositare sostanze infiammabili o combustibili - divieto di eseguire riparazioni o prove motori - divieto di parcheggiare veicoli con perdite anormali di carburante o lubrificante - divieto di fumare - eventuale divieto di parcheggiare autoveicoli alimentati a gas GPL 10 NORME DI ESERCIZIO Nell'attività viene fatto divieto di: - usare fiamme libere - depositare sostanze infiammabili o combustibili - eseguire riparazioni o prove di motori - parcheggiare autoveicoli con perdite anormali di carburanti o lubrificanti Entro l'attività viene proibito fumare con divieto scritto a caratteri ben visibili. I pavimenti sono periodicamente lavati e i sistemi di raccolta delle acque di lavaggio sono ispezionati e puliti. Viene consentito il parcamento di autoveicoli alimentati a gas di petrolio liquefatto secondo le disposizioni del D.M. del 22/11/2002. Frattamaggiore, febbraio 2012 . Il Tecnico Pag. 7 di 7