indice - Comune di Frattamaggiore

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1. PREMESSA
Il Comune di Frattamaggiore sta dando esecuzione ad un programma di sviluppo dell’area destinata
alla localizzazione degli insediamenti produttivi, posta a confine con i Comuni di Grumo Nevano ed
Arzano.
L’area, che si estende per circa 160.000,00 mq, è stata completamente urbanizzata da Comune e
sono stati ricavati 32 lotti produttivi, già assegnati ai privati con una procedura di gara pubblica. Le
urbanizzazioni primarie dall’area (strade, fogna, rete idrica, pubblica illuminazione, rete gas, rete
elettrica), già ultimate, sono state realizzate usufruendo di un finanziamento regionale.
Contemporaneamente il Comune è risultato destinatario di un altro finanziamento per la
realizzazione di un Centro Servizi per le imprese da localizzare nell’area PIP. Il finanziamento
concesso dalla Regione nell’ambito del Contratto di Investimento per lo sviluppo del polo tessile
calzaturiero nei comuni a nord di Napoli, nonché le ulteriori risorse finanziarie conferite dal
Comune, hanno consentito di completare parzialmente la struttura.
L’Amministrazione Comunale, preso atto che le opere di urbanizzazione primaria sono state
ultimate e sono stati assegnati i lotti produttivi, per dare uno sviluppo organico all’area PIP nella
sua interezza, intende dare un impulso al completamento del Centro Servizi per renderlo funzionale
alle funzioni preposte.
Invero il Centro Servizi si compone di tre corpi di fabbrica, di cui due già ultimati ed il terzo
completato al rustico. Le parti ultimate ospitano un polo espositivo, una sala conferenza, un barristorante con sottostante cucina.
Il corpo al rustico nel progetto generale accoglie una serie di attività a servizio delle attività
produttive dell’area. Al piano terra è previsto un bar-tabacchi-edicola, un locale per attività
sanitarie, una banca, un ufficio postale, un infopoint, mentre il primo piano è destinato ad uffici.
L’Amministrazione Comunale, constatate le mutate esigenze del territorio, ha deciso di modificare
le destinazioni d’uso del corpo al rustico per destinarlo a Caserma per la Guardia di Finanza.
A tale scopo sono stati intrapresi contatti preliminari con la Compagnia della Guardia di Finanza di
Afragola e le parti hanno reciprocamente dichiarato formalmente l’interesse all’iniziativa.
Il presente progetto riguarda quindi il completamento del corpo “B” del Centro Servizi per
destinarlo ad uffici ed alloggi per la Guardia di Finanza.
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2. PROFILO ARCHITETTONICO DELL’OPERA
Il Centro Servizi è un edificio a corte che sorge su un’area di proprietà comunale regolare, di forma
quasi quadrata. Si individuano tre corpi di fabbrica ognuno di due piani fuori terra. Il primo,
denominato corpo “C” è destinato a padiglione espositivo dei prodotti dell’area PIP, il secondo,
copro “A” e destinato a ristorante e sala conferenze ed il terzo, corpo “B” di forma planimetrica ad
“L” mentre i primi due sono di forma rettangolare, è completato al rustico.
Gli edifici configurano un ampio cortile centrale, che costituisce un luogo di incontro e favorisce
l’aggregazione sociale e gli scambi commerciali. Il cortile è posto ad una quota più alta rispetto alla
quota strada ed alle aree esterne alla corte ed è pavimentato con lastre di pietra naturale ed è servito
da tre rampe pedonali di accesso, poste negli angoli opposti della corte stessa.
Gli edifici sono stati tinteggiati con colori diversi per differenziare anche visivamente le attività
funzionali che si in essi svolgono.
L’intervento di progetto riguarda il corpo “B”, composto da due livelli in elevazione, per una
superficie ad ogni piano di 950 mq, ed un seminterrato che impegna parzialmente l’area di sedime
per circa 450 mq. E’ servito da due scale poste ai due estremi dell’edificio, di cui una collega il
piano terra con il primo, mentre l’altra si sviluppa dal piano seminterrato alla copertura piana. Allo
stato sono state completate le strutture e le tompagnature esterne, i corpi scala, e le parti esterne
(intonaci, infissi e pitturazioni). L’interno dell’edificio trovasi ancora allo stato rustico, mancando le
tramezzature, gli impianti e le finiture.
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3. DESCRIZIONE DELL’ AREA E ANALISI DEI LUOGHI
La località in cui dovrà sorgere la caserma è posta in zona Sepano nella parte centrale dell’area PIP,
ed è agevolmente accessibile dai Comuni di Grumo Nevano ed Arzano
Tramite il vicino svincolo della bretella di collegamento della SS 187, la struttura è molto ben
collegata con le arterie primarie regionali (Asse Mediano, Circumvallazione Esterna di Napoli,
Tangenziale, Asse di Supporto Nola-Villa Literno). La rete primaria regionale mette in
comunicazione l’area in cui sorge l’edificio con la rete autostradale nazionale, con la stazione di
Napoli Centrale e con l’aeroporto di Napoli, consentendo così un interscambio comodo e veloce.
L’area è quasi pianeggiante e trovasi in prossimità del nucleo abitativo di Grumo Nevano.
La superficie del lotto risulta di mq. 3000.
Le strade poste a sud ed est presentano una discreta pendenza verso nord.
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4. NORMATIVE E QUADRO LEGISLATIVO SPECIFICO DI RIFERIMENTO
L’area sulla quale è ubicato l’edificio ricade nella zona PIP dotata di un piano esecutivo vigente ed
è destinata ad attrezzature urbane collettive, funzione compatibile con la destinazione d’uso che si
intende conferire alla struttura.
Nella progettazione esecutiva della Caserma per la Guardia di finanza si è verificato e tenuto conto
dei seguenti riferimenti legislativi e normativi:
Urbanistica:
P.R.G. e Piano P.I.P. vigenti nel Comune di Frattamaggiore (NA) e Regolamento edilizio - - Leggi Regionali.
LL.PP.:
decr. leg.vo 163/06 e successive mod. ed integ. e relativo Regolamento di attuazione
DPR 380 del 06.06.2001
Portatori di handicap:
L. n°13 del 9 gen. 1989 - - - D.M. n°236 del 14 giu.1989 - - - D.P.R. n°503 del 24 lug. del 1996
Sicurezza sul lavoro:
D. Lgs. 81/2008
Impianti:
L. n°186 del 1 mar. 1968 - - - L. n°37/2009- - - D.P.R. n°447 del 6 dic. 1991 - - - L. n°10 del 9
gen. 1991 - - - - - - C.M.I. 24 MI. SA 26 genn. 1993. - - - D.P.R. n. 412/93.
Sanità:
L. n°283 del 30 ap. 1962 - - - D.P.R. n°327 del 26 mar. 1980 - - - D.L. n°155 del 26 mar. 1997.
Sicurezza segnaletica:
D.P.R. n°524 del 8 giugno 1982--- D.L. n° 493 del 14 ago. 1996.
Isolamento termico e acustico:
L. n°10 del 9 gen. 1991. - - - D.P.R. n. 412/93.
Progettazione caserma infrastruttura tipo:
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Legge n° 16 del 06/02/1985
Direttiva Caserme
Tutte le norme CEI e direttive CEE.
Schema di Capitolato d’Appalto
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5. METODOLOGIA DEL PROGETTO ESECUTIVO ED ANALISI.
Le esigenze della committenza, definite nella fase della progettazione definitiva mediante diversi
incontri con l’UTC, i rappresentanti della G.M., il Capitano ed i Tecnici della Guardia di Finanza,
sono state ulteriormente dettagliate nella fase esecutiva e sono state stabilite le caratteristiche
funzionali, dimensionali e morfologico-normative, tenendo conto delle indicazioni dettate dalla
“Direttiva Caserme”.
La tipologia dell’edificio esistente è rimasta invariata, e con la irrinunciabile collaborazione dei
rappresentati del Guardia di finanza e dell’UTC è stato eseguito un insieme di operazioni che hanno
consentito di elaborare l'organizzazione in schemi funzionali degli uffici e dell’accasermamento al
piano terra ed al primo piano, compatibili con le caratteristiche dettate dalla “Direttiva Caserme”.
La sua articolazione è stata la seguente:
1. a) analisi funzionale;
1. b) analisi dimensionale;
1 .c) analisi morfologica-normativa
1.a Analisi funzionale
Individuate le unità funzionali, è stato steso un elenco, ordinandolo secondo un criterio che ha
tenuto conto dell'importanza delle singole funzioni e delle loro reciproche relazioni, così come è
riportato nelle indicazioni e nelle note metodologiche per la progettazione delle stazioni tipo della
Direttiva Caserme, anche in funzione delle superfici interne ed esterne.
Il sistema generale edilizio per le infrastrutture del Corpo comprende pertanto i seguenti
sottosistemi:
(a) Sottosistema operativo con destinazione direzionale e di supporto delle attività istituzionali;
(b) Sottosistema residenziale collettivo con gli spazi alloggiativi della caserma, comprendente a
sua volta:
− zona residenziale di servizi e per attività sociali e ricreative assistenziali e
sanitarie (cucina, mensa, sala TV. ecc.);
− zona residenziale propriamente detta (camerate);
(c) Sottosistema residenziale individuale con gli alloggi di servizio per il personale addetto ed i
loro annessi;
(d) Sottosistema dei servizi generali e tecnologici con spazi di supporto logistico ed integrativi
alle attività operative, suddivisi in:
- magazzini, depositi;
- ricovero automezzi e nuclei riparazioni/posti di manutenzione;
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- unità ambientali specifiche ed integrative (palestre, campi da tennis, locale FATS,
poligono di tiro ecc.).
Interrelazione tra sottosistema operativo e sottosistema residenziale collettivo.
Come in tutte le infrastrutture di servizio per le organizzazioni istituzionali destinate a compiti che
richiedono una struttura fortemente disciplinata, esiste una relazione fondamentale tra spazi
destinati ad uffici operativi e di comando e spazi alloggiativi della caserma, dovuta al fatto che
questi ultimi garantiscono il funzionamento dei primi, fornendo il personale di utilizzo e di continuo
presidio. Ma oltre a questo ovvio e immediato rapporto funzionale, che determina in generale una
stretta interconnessione, nelle infrastrutture prese in esame, i legami appaiono ancora più accentuati
e forti per particolarità proprie degli interventi specifici.
Infatti, gli uffici operativi, a causa delle ridotte dimensioni che ordinariamente si presentano in tali
strutture, sono del tutto sprovvisti sia di spazi integrativi (bouvette, assistenza sanitaria), che di
spazi destinati a momenti collettivi e di rappresentanza. Pertanto dovranno necessariamente
avvalersi, per tali attività, degli ambienti di servizio sociali, ricreativi ed assistenziali dell’unità
residenziale collettiva.
Infine, sempre a causa delle limitate dimensioni dei due sottosistemi qui considerati, un altro
legame importante verrà a crearsi per la necessità di unificare i servizi di accesso e di controllo,
eliminando inutili duplicazioni, con una notevole riduzione del personale addetto.
Interrelazioni tra sottosistema operativo e sottosistema residenziale individuale.
Le relazioni intercorrenti tra tali unità sono di natura ambivalente e contraddittoria dovendosi
garantire, da una parte, un collegamento immediato tra spazi operativi e alloggi individuali di
servizio e, dall’altra, la necessaria autonomia e privacy degli alloggiamenti stessi.
Ma tralasciando queste considerazioni di natura essenzialmente funzionale, le relazioni che
intercorrono tra i due sottosistemi nel progetto sono soprattutto evidenziate in riferimento al ruolo
rappresentativo che l’intera struttura edilizia, in quanto istituzionale, deve necessariamente
svolgere.
Sotto questo aspetto, sembra opportuno che l’autonomia delle residenze individuali debba essere
fortemente accentuata essendo, di fatto, un elemento esterno ed estraneo all’istituzione stessa.
Interrelazioni tra sottosistema operativo e sottosistema di servizio.
Tra le attrezzature di servizio e gli uffici esiste un legame immediato di stretta dipendenza,
determinato dal fatto che le prime permettono lo svolgimento di attività operative sia interne alla
struttura operativa sia proiettate all’esterno della stessa. Tali attrezzature, pertanto, sono state
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integrate come naturale espansione degli spazi operativi e sono state funzionalmente collegate ad
essi.
Per quel che riguarda le centrali tecnologiche pur ritenendosi, nel caso in esame, che la efficienza
del servizio impiantistico prestato non implichi necessariamente una continuità spaziale, appare
necessario prevedere una stretta integrazione all’unità operativa servita.
Infatti, tale soluzione garantisce, da un lato, una maggiore sicurezza nei confronti di possibili azioni
terroristiche con materiale esplodente e, dall’altro, minori costi d’impianto e di gestione, dovuti ad
una più facile sorveglianza ed un minor sviluppo dei collegamenti.
Interrelazioni tra sottosistema residenziale collettivo e sottosistema di servizio.
Per quel che concerne la parte tecnologica, valgono le stesse considerazioni svolte al punto
precedente.
Per gli altri spazi di servizio è stato previsto nell’organismo un collegamento diretto, che risolva il
bisogno di relazioni non solo con gli ambiti di deposito, ma anche con il parcheggio seminterrato.
Interrelazioni tra sottosistema residenziale individuale e sottosistema di servizio.
Contrariamente all’impostazione prevalente in passato che prevedeva una centralizzazione dei
servizi tecnologici, è stato adottato il criterio di rendere completamente autosufficienti gli alloggi di
servizio, al fine di ottenere una più immediata ed economica utilizzazione degli stessi.
Pertanto è stato concepito, sotto l’aspetto impiantistico, le singole unità abitative completamente
autonome e svincolate dal resto del complesso, dando a ciascuna di esse la completa gestione dei
propri bisogni.
Nella progettazione esecutiva le interrelazioni finora evidenziate hanno suggerito l’adozione di layout per il sistema generale complessivo organizzati secondo le seguenti scelte fondamentali:
− rapporto di continuità tra sottosistema collettivo, con servizi di accesso e di controllo comune e,
nei casi di ridotte dimensioni, con uso anche promiscuo del nodo verticale di collegamento;
− completa separazione delle residenze individuali e loro ubicazione ad un estremo dell’area; sul
fianco un sottosistema alloggiativo collettivo che, venendosi così a trovare in una posizione
intermedia, svolgerà la funzione di separatore e di filtro con la zona operativa;
− localizzazione del sottosistema dei servizi in livelli immediatamente sottostanti le strutture
operative e alloggiative collettive, per garantire il giusto utilizzo degli stessi da parte di dette
strutture.
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1.b Analisi dimensionale e descrizione edificio
L’edificio si sviluppa su tre livelli, un seminterrato, un piano terra e primo piano, oltre alla
copertura scala.
Gli spazi che lo costituiscono sono i seguenti:
− corpo di guardia, composto da un ambiente di ridotte dimensioni e protetto da vetro blindato e
fornito per le relazioni con l’esterno di passa documenti, parla e ascolta, e bocca di fuoco. Annesso
al box è stata prevista una zona per il riposo, fornita di servizio igienico.
− Filtro di accesso realizzato con porte interbloccate a mutuo consenso.
− Sala d’attesa per i visitatori sotto il controllo del box di sorveglianza e con accesso diretto dal
filtro.
− Atrio.
− Locale deposito corpi di reato, ubicato in prossimità del nucleo scala.
L’area operativa comprenderà le seguenti unità ambientali:
− Locali per le pattuglie, ubicati nelle immediate vicinanze dell’accesso alla zona.
− Ufficio del Comandante sezione operativa/nucleo mobile, in rapporto diretto con i locali delle
pattuglie.
− Schedario.
− Deposito corpi di reato (locale Reperti).
− Locali per i fermati, composto da una cella di sicurezza per piano con annesso servizio igienico.
− Deposito armi e munizioni (armeria), senza apertura con l’esterno fornito di porta blindata.
L’area di comando sarà a sua volta costituita da:
− Ufficio Comandante, di ampie dimensioni.
Ufficio squadra Comando.
− Υffici scrivani, terminali e magazzino informatico.
L’area per i servizi operativi comprende le seguenti unità ambientali, in funzione del numero di
sezioni:
− Ufficio del Comandante della sezione operativa, in rapporto diretto con le pattuglie/drappello;
− Ambienti per le pattuglie, realizzati in locali di ampie superfici.
− Αrmeria ricavata in ambiente protetto fornito di porta blindata.
− Depositi.
L’area destinata al comando del Nucleo è costituita da:
− Ufficio per il Comandante del Nucleo, in relazione con tutti i locali della zona.
− Vano schedari, in area riservata, con possibilità di consultazione da parte delle pattuglie.
I locali in cui si articolerà l’area comando saranno i seguenti:
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− Uffici vari, in funzione delle diverse esigenze logistico funzionali (sezione AA.GG., sezione
Amministrazione, sezione I ecc..).
La parte operativa comprenderà invece:
− Sala operativa, con annessa area apparati ed unità elaborativa.
Avrà un rapporto immediato con la sala radio, che in alcune soluzioni è stata direttamente associata
alla sala operativa, per ridurre l’impiego di personale.
− Sala radiocomunicazioni.
− Archivio di consultazione, in relazione con la sala operativa e rapporti anche con gli altri uffici
della zona.
Le superfici delle singole unità funzionali sono state determinate in base a parametri dimensionali
che, normalmente, fanno riferimento all'utenza; così, visto il progetto definitivo sono state ricavate
le dimensioni esatte degli ambienti sia al piano terra che al primo piano e seminterrato.
(b) Zona alloggiativa
La zona alloggiativa propriamente detta presenterà le seguenti unità ambientali:
− camere a più letti, sono state previste soluzioni sia a due (scelta da privilegiarsi, qualora non
ricorrano circostanze particolari) che a tre letti. Saranno fornite di uno spazio di servizio con lavabo,
bidet, w.c. e doccia.
Il sottosistema residenziale collettivo comprende le unità ambientali degli spazi propriamente
alloggiativi e degli spazi di servizio della caserma. Esso trova realizzazione edilizia in un edificio
legato più o meno organicamente a quello dei servizi operativi a secondo del tipo di lay-out
generale prescelto.
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Piano seminterrato
Il piano seminterrato si sviluppa ………………………………………………...
Le superfici sono le seguenti:
Descrizione locale
Superficie (mq)
Autorimessa
265.77
Magazzino reperti
61.50
Armeria
37.38
Magazzino BB.MM.
35.55
Archivio
38.79
Piano rialzato
Il piano rialzato si sviluppa ………………………………………………...
Le superfici sono le seguenti:
Descrizione locale
Superficie (mq)
Corpo di guardia
64.74
Deposito
2.95
Cella di sicurezza
9.07
Deposito corpo reati
16.83
Ricezione denunce
15.44
Polizia giudiziaria 4 cds
20.58
Bagno uomini
16.43
Capo sezione operativa
17.19
Verifica 1
27.80
Capo squadra comando
19.64
Verifica 2
13.64
Bagno donne
16.61
Comandante di compagnia
48.44
Capo squadra comando
28.52
Scrivani, terminali e magazzino informatico
40.64
Schedario
52.57
Schedario
58.97
Protocollo
20.50
Squadra di comando
43.67
Verifica 3
23.91
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Descrizione locale
Superficie (mq)
Verifica 4
25.31
Polizia giudiziaria 2
23.73
Polizia giudiziaria 1
24.08
Attesa
45.24
Piano primo
Il piano primo si sviluppa ………………………………………………...
Le superfici sono le seguenti:
Descrizione locale
Superficie (mq)
Bagno + deposito
30.12
Bagno + deposito
24.57
Deposito
2.95
Cella sicurezza
8.23
Ufficio moto
19.09
Nucleo mobile 1
36.38
Sala intercettazioni
19.19
Sala briefing
47.43
Magazzino
11.65
Letto
18.19
Letto
36.22
Letto
19.56
Letto
19.56
Letto
19.56
Letto matrimoniale
28.57
Studio
13.35
Soggiorno
39.78
Cucina
21.56
Bagno
3.62
Letto
13.36
Bagno
6.21
Letto
12.25
Letto
22.65
Stenditoio
13.62
13
Descrizione locale
Superficie (mq)
Lavatoio
15.03
Stanza comune - deposito
23.40
Spogliatoio uomini
21.72
Spogliatoio donne
21.35
Nucleo mobile 4
21.70
Nucleo mobile 3
21.70
Nucleo mobile 2
21.70
Capo nucleo mobile
29.77
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1.c Analisi dell’area
La composizione degli elementi acquisiti nella progettazione definitiva ha contraddistinto la
presente fase che si articola in:
2.a schema planimetrico
2.b studio degli esterni
2.c rapporto interno-esterno
2.a Schema planimetrico
E’ stata eseguita la composizione delle unità funzionali in raggruppamenti omogenei per
destinazione d'uso, distribuiti da un sistema di percorrenze che si snodano in relazione ai flussi
previsti. Ne è derivata la progettazione definitiva, indicativa della morfologia edilizia in termini di
forme aperte, di rapporto interno-esterno.
Si sono quindi affrontati i problemi connessi alla integrazione tra sistema planimetrico e struttura.
Come precedentemente accennato l'impianto distributivo è stato articolato secondo le indicazioni,
verificate anche a seguito della progettazione particolareggiata architettonica e degli impianti.
Il fabbricato è posto al centro dell’area; intorno ad esso si articola la viabilità interna ed in
prossimità delle recinzioni è posta una fascia di verde.
2.b Studio degli esterni
La localizzazione dell’edificio esistente sul lotto ha consentito di definire le sistemazioni esterne ed
in particolare la viabilità e gli accessi, l'area dei parcheggi anche in relazione all'orientamento agli
accessi, alla dislocazione delle funzioni più importanti. ecc.
Per motivi legati prettamente alla sicurezza delle strutture militari è stata prevista una separazione
fisica invalicabile dalla parte del lotto destinata alla Guardia di finanza dalla restante parte del lotto
che accoglierà i servizi all’area PIP. Sarà quindi realizzata una recinzione continua con muratura in
cemento armato e sovrastante ringhiera secondo i grafici di progetto. Anche gli accessi saranno
separati, nel senso che l’area destinata alla caserma sarà dotata di un ingresso carrabile ed uno
pedonale indipendente dal Centro Servizi.
L'intero complesso sarà delimitato perimetralmente da una recinzione di adeguate dimensioni
idonea ad impedire precise azioni di fuoco, l’intrusione nella caserma ed ostacolare il lancio di
oggetti ed ordigni, nella recinzione dovranno essere ricavati sia gli accessi esterni carrabili, a
movimentazione elettrica, che altrettanti accessi pedonali in prossimità di ciascun passo carrabile.
In prossimità dell'ingresso principale sarà previsto un posto di controllo.
Dovranno essere, inoltre, previste le seguenti opere:
- viabilità perimetrale lungo l'intera recinzione della larghezza minima di mt. 4.00;
- viabilità interna della caserma ;
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- parcheggi scoperti interni per il personale in servizio;
- parcheggi per visitatori lungo l'intero fronte esterno;
- camminamento perimetrale al piazzale;
- sistemazione esterna delle aree a verde mediante piantumazione di alberi di medio fusto, essenze
mediterranee e prato di sottofondo;
- marciapiedi perimetrali a tutti gli edifici e a tutte le aree a parcheggio e a verde;
- rete di smaltimento delle reti bianche fino ai collettori urbani e relative vasche di decantazione e
filtraggio;
- rete di smaltimento delle acque nere;
- rete di adduzione e distribuzione idrica a servizio di tutti gli edifici;
- rete di distribuzione antincendio a servizio di tutte le aree esterne;
- rete telefonica;
- rete di adduzione e distribuzione gas di città;
- rete di allacciamento esterno e distribuzione elettrica con relativa centrale di trasformazione;
- reti impiantistiche speciali (antintrusione, TV a circuito chiuso, telecontrollo, rete L.A.N., ecc.);
- rete antincendio;
nell’area di sedime dell’edificio e per la metà superficie della stessa, è stato ricavato un piano
seminterrato/interrati destinato in parte ad autoreparto per i mezzi di servizio, in parte a depositi
(custodia) e beni sequestrati.
L'accesso carrabile al piano seminterrato avverrà dal piazzale esterno a mezzo di una adeguata
rampa carrabile; l'accesso pedonale potrà avvenire dal piazzale esterno dalla rampa e dal fabbricato
a mezzo della scala principale.
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6. ABITABILITA’
È stata data la dovuta rilevanza progettuale alle seguenti problematiche:
Ambiente
La salvaguardia dell’ambiente è stato oggetto di notevole interesse durante la
progettazione per la presenza di piantumazione e vegetazione caratterizzanti tipiche.
La Caserma si integrerà con l’ambiente circostante senza stravolgere le caratteristiche
dei luoghi.
Si
è
tenuto
conto
anche
del
sottosuolo
e
dell’atmosfera,
salvaguardando
dall’inquinamento le falde acquifere con adeguato sistema fognario e smaltimento acque
reflue.
Il funzionamento degli impianti garantirà la salubrità dell’atmosfera.
I materiali provenienti dagli scavi dovranno essere portati a rifiuto in cave autorizzate.
Acustica
Notevole importanza è stato dato a tale problema specie se la costruzione è situata nelle
vicinanze di sedi viarie. Per ovviare al problema della coibenza acustica sono stati scelti
i materiali idonei e sono state adeguatamente trattate le pareti esterne e divisorie, la
copertura, gli infissi ecc.
Illuminazione e colore
Tutti gli ambienti avranno sempre una superficie finestrata superiore ad 1/8 di quella del
pavimento e saranno trattati con colori prevalentemente chiari ed atti ad evitare
fenomeni di abbagliamento.
Termoigrometria
Gli impianti e l’isolamento termico sono stati progettati in funzione delle norme e delle
condizioni climatiche locali, in modo da ovviare anche ai problemi di umidità e
condensa e nel rispetto totale della Legge 10/91. In particolare l’umidità interna dovrà
essere compresa tra il 40% e il 60% e le correnti d’aria dovranno essere di 0,15/0,20 m/s
come si evince dalla relazione specifica.
Impianto idrico-sanitario
La normativa di riferimento per il calcolo che segue è:
UNI 9182, Impianti di alimentazione di acqua fredda e calda;
UNI 9183, Sistemi di scarico delle acque usate.
L’impianto di distribuzione dell’acqua all’interno dell’edificio prevede un allacciamento
al Gestore in corrispondenza del muro di cinta della Caserma, dove sono localizzati anche
i singoli gruppi misuratori. La distribuzione interna è prevista secondo un sistema a
ramificazione, per cui l’adduzione avviene su ogni piano tramite l’alimentazione, da un
collettore primario, apportata da colonne montanti (n. 5).
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I particolari si evincono dalla specifica relazione e progetto.
Antincendio
Sono stati previsti e saranno posizionati n. 16 estintori al piano terra e 2 al piano primo,
del tipo a polvere omologato, classe 13 A 89 BC.
Impianto di condizionamento
L’impianto termico è realizzato mediante l’installazione negli Ufficioici di un sistema di
ventilconvezione a fancoils alimentati da gruppi termici e di refrigerazione posti sulla
copertura della caserma, mentre gli alloggi (alloggio Comandante e camerate) sono stati
trattati con sistemi tradizionali composti da un riscaldamento a caldaia a condensazione
e radiatori e climatizzazione con split con unità refrigeranti singole esterne.
Il calcolo dei carichi termici dell’intero edificio è stato effettuato partendo dalle
dispersioni delle superfici delimitanti l’intero ambiente riscaldato, secondo le direttive
imposte dalla normativa e tenuto conto di alcuni valori opportunamente tabellati.
I particolari si evincono dalla specifica relazione e progetto.
Impianti elettrico, messa a terra, video citofono ecc.
Il progetto elettrico prevede la realizzazione degli impianti di illuminazione, di forza
motrice, telefonico, di antenna TV, videocitofonico, apertura automatica dei cancelli
d’ingresso, di trasmissione dati, di antintrusione, di diffusione sonora, di parla-ascolta,
dell’impianto di terra delle parti comuni ed interne.
Al piano interrato, previsto come locale di semplice deposito, sarà ubicata la centrale
idrica, e come impianto elettrico sarà prevista una illuminazione a soffitto con relativi
apparecchi di comando, tutto l’impianto sarà eseguito a vista secondo le norme CEI.
Al piano terra saranno realizzati gli impianti sopra descritti.
L’impianto elettrico previsto è del tipo sotto traccia con cavi in tubo rigido e flessibile in
parte; solo nel seminterrato è stato previsto un impianto del tipo con tubi esterni a parete.
L’alimentazione è direttamente in bassa tensione 230 V, 50 Hz fase neutro o fase-fase
per forniture monofasi, 230/400 V, 50 Hz per le forniture trifasi. Per quanto attiene alla
fornitura di energia elettrica, si è tenuto conto della potenza impegnata da quattro
appartamenti di circa mq 100 cadauno siti al primo piano, degli alloggi di servizio e
della richiesta degli stessi, dei singoli Ufficioici posti al piano terra, e si è valutata una
potenza impegnata di 30 kW.
Nel calcolo dell’impianto di illuminazione si è tenuto di tre sistemi di illuminazione che
sono:
−
illuminazione diretta;
−
illuminazione indiretta;
−
illuminazione mista:
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inoltre si è tenuto conto di una serie di fattori importanti quali:
−
tonalità di colore;
−
resa del colore;
−
illuminamento;
−
tipo di lampade;
−
uniformità dell’illuminamento;
−
abbagliamento.
I principali parametri da prendere in considerazione per la realizzazione
dell’impianto di illuminazione:
- il livello ed uniformità dell’illuminazione;
- il colore della luce e la resa del colore;
- la limitazione dell’abbagliamento.
Gli apparecchi di illuminazione utilizzati sono conformi alla norma CEI 34-21.
Per una alimentazione supplementare a quella normale, che non generi alcuna
interruzione nell’alimentazione dell’impianto, è stato previsto un UPS di tipo on-line con
commutatore statico, caratterizzato dal fatto che il carico è alimentato in condizioni
ordinarie attraverso l’inverter.
I particolari si evincono dalla specifica relazione e progetto.
19
8. TRASFORMABILITÀ
Per rispondere pienamente alle necessità di evoluzione delle attività e delle funzioni svolte, il
sistema è stato caratterizzato come entità completamente trasformabile.
Pertanto, fin dalla fase progettuale, è stata prevista la possibilità di apportare cambiamenti alla
organizzazione ed alla dimensione degli spazi, sia attuando delle semplici riorganizzazioni
funzionali, sia operando trasformazioni costruttive vere e proprie a seguito di complete
rifunzionalizzazioni.
In generale l’impostazione che ha sotteso le varie scelte progettuali ha consentito di ricavare spazi
reversibili e suscettibili di varia sistemazione.
Ovviamente nell’intero sistema edilizio non tutti gli elementi componenti godranno dello stesso
grado di trasformabilità e si differenziano invece per un diverso livello di reversibilità a seconda
della loro natura.
In particolare possono essere individuati:
(a) Spazi a massima trasformabilità
A questa categoria appartengono indubbiamente gli spazi operativi degli Ufficio, che dovranno
essere realizzati per consentire l’adozione di tipologie differenziate.
Caratteristiche simili avranno anche le unità ambientali specifiche ed integrative del sottosistema
dei servizi generali, per i quali le necessità saranno assai differenziate e assai mutevoli nel tempo.
(b) Spazi a media trasformabilità
Di questo tipo saranno gli spazi del sottosistema residenziale collettivo, per i quali si dovranno
prevedere, data la stabilità delle attività svolte, più che complete rifunzionalizzazioni, più limitate
trasformazioni tese ad adeguare lo standard abitativo (integrazioni degli spazi collettivi, riduzione
delle camere a più letti a letto singolo ecc.).
(c) Spazi di minima trasformabilità
Nell’intero sistema generale le residenze individuali rappresentano il momento di massima stabilità,
essendo le funzioni che in esse svolgono assai codificate e legate alla lenta evoluzione della società.
Arredamento
Nel progetto sono state realizzate tavole con arredamento tipo per permettere la
progettazione esecutiva degli impianti.
E’ stata prevista per tutti gli ambienti, così come prescritto negli indirizzi di
progettazione, almeno una finestra assicurando la ventilazione permanente (naturale ed
elettrica). In alcuni servizi privi di aerazione naturale è stato previsto l’impianto di
aerazione forzata.
Le pavimentazioni sono state previste:
20
•
per i garage, depositi, locale gruppo elettrogeno e corridoio di disimpegno
mattonelle di gres maiolicato antisdrucciolo facilmente lavabili;
•
per l’ingesso, l’atrio, attesa, disimpegno, locale piantone e ballatoi scale
pavimentazioni in marmo lucido;
•
in tutti gli altri locali al piano rialzato ed al primo piano mattonelle in
monocottura.
I servizi igienici, distinti per sesso e reparti, compreso quello per disabili al piano terra,
sono stati opportunamente dotati di tutti i sanitari necessari.
Ampie vetrate sono state previste nell’ingresso, nell’atrio, nella attesa e nel locale
piantone.
Sistemazioni esterne e verde
E’ stata data importanza alla salvaguardia del verde per conservare la memoria storica
dei luoghi. Nel contempo non è stato trascurato l’arredo a verde dell’esterno prevedendo
piantagioni tipiche della zona climatica. I viali e i marciapiedi sono stati progettati in
funzione dell’accessibilità con mezzi veicolari verso le autorimesse, i box e i parcheggi
separando altresì il flusso veicolare da quello pedonale. I parcheggi sono stati ubicati in
maniera da non intralciare sia i percorsi pedonali che l’accessibilità.
Utilizzo e manutenzione opere ed impianti
È stato redatto il piano di manutenzione dell’edificio e di tutte le sue parti. Va precisato
sin da ora che le opere e tutti i materiali scelti dovranno essere accompagnati dai
certificati di qualità, di garanzia e di manutenzione e dovranno mantenere nel tempo la
funzionalità, le caratteristiche di qualità, l’efficienza e il valore economico. Il piano che
è stato allegato al progetto esecutivo prevede:
a) il manuale d’uso;
b) il manuale di manutenzione;
c) il programma di manutenzione
Il manuale d’uso di tutto l’edificio contiene tutte le informazioni, in particolare degli
impianti tecnologici, al fine di consentire agli utenti la perfetta conoscenza della
caserma, i danni derivabili dalla impropria utilizzazione per evitare o limitare i danni e
intervenire sollecitamente con interventi specialistici. Contiene ancora ubicazioni,
collocazioni, dimensioni e quanto altro necessario, mediante rappresentazione grafica,
descrizioni e/o modalità di tutti i materiali previsti e di tutti gli impianti.
21
Il manuale di manutenzione esplicita, per tutti i materiali e gli impianti, la descrizione
delle risorse per gli interventi manutentivi, il livello delle prestazioni, la manutenzione
da parte degli utenti e a cura del personale specializzato.
Il programma di manutenzione prevede sistemi di controllo ed interventi a cadenza
temporale prefissate con i sottoprogrammi per le prestazioni, controlli ed interventi di
manutenzione.
Barriere architettoniche
Nella stesura del progetto si è previsto l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche
agevolando l’accessibilità al pubblico e l’adattabilità.
Materiali
Tutti i materiali da impiegare saranno biologicamente adeguati e con conduttività
inferiore a 0,116 w/m °C e garantiranno la durabilità, l’impermeabilità, l’isolamento
termico ed acustico, l’incombustibilità e la buona resistenza meccanica.
22
9. CRITERI PROGETTUALI
Nell'affrontare lo studio è stato opportuno mettere in relazione la struttura ai contenuti, considerare
cioè il rapporto funzionale tra spazio costruito ed attività da svolgere al suo interno da operatori e
pubblico, rapporto che nell'arco della giornata si configura come un processo dinamico, scandito da
ritmi definiti.
In tal senso, considerando la struttura, il bacino dell'utenza, il (numero degli utenti e del personale),
le modalità con le quali gli addetti si distribuiranno nel manufatto, ne utilizzeranno percorsi, arredi,
collegamenti interni ed esterni nelle diverse occasioni, il progetto è stato mirato alla configurazione
di un organismo non statico, ma rispondente alle esigenze di una realtà complessa, nella quale
spazio e fruitori si integrano nella trasformazione degli ambienti, secondo delle attività svolte al
loro interno.
Sono stati considerati, inoltre, punti di contatto tra i diversi reparti e gli ambienti di servizio per la
gestione dell'organismo; tali ambienti assolvono pertanto a necessità ed a funzioni che possiamo
considerare comuni alla caserma.
23
10. CARATTERISTICHE DI SICUREZZA
Il sistema generale di infrastruttura, che qui si cerca di descrivere nei suoi aspetti prestazionali,
presenterà differenziate caratteristiche di sicurezza ed in particolare le seguenti:
(1) Caratteristiche di sicurezza relative all’architettura
Come si è detto la sicurezza, intesa come risposta globale nel processo edilizio, comporta
inevitabilmente il superamento di una prassi progettuale impostata su una protezione a posteriori e
l’adozione di un impostazione metodologica che premi il momento della progettazione
architettonica, fin dalla sua prima fase ideativa.
E’ ormai chiaro che, solo introducendo la problematica della difesa nelle scelte di organizzazione e
di distribuzione funzionale degli spazi, è possibile ottenere un livello di sicurezza realmente
soddisfacente.
Attenendosi a ciò, nel tentativo di definizione del modello di sistema generale, è stata operata
innanzitutto la scelta di adottare un organismo architettonico il più unitario possibile, allo scopo di
ridurre gli ambienti esterni e quindi facilitare il controllo.
Inoltre ci si è indirizzati verso l’unificazione dei percorsi e dei flussi di interscambio con la realtà
urbana circostante, centralizzando gli accessi all’area protetta esterna, e verso la separazione netta,
in un proprio recinto autonomo, delle aree e degli edifici destinati agli alloggi individuali.
A livello di area protetta interna, si è ritenuto opportuno unificare gli atri di accesso del sottosistema
operativo e del sottosistema residenziale collettivo, utilizzando un unico box di controllo che avrà la
diretta sorveglianza non solo dell’atrio e della attesa visitatori, ma anche dell’interno fronte
principale d’ingresso e quindi dei diversi passi pedonali e carrabili.
Nelle diverse soluzioni elaborate sono state individuate aree di maggiore e minore riservatezza a
seconda che in esse sia immesso pubblico o comunque personale esterno alla Guardia di Finanza.
Infine, sono stati enucleati ambienti di massima riservatezza quali, la sala operativa, la sala radio, le
celle di sicurezza, i depositi corpi di reato e documenti riservati, le armerie, per i quali si prevede un
accesso mediante sistemi automatizzati sotto controllo dell’unità generale.
(2) Caratteristiche di sicurezza fisiche
Per quanto riguarda la protezione dell’area riservata esterna, è stato concepito l’intero lotto separato
dagli spazi pubblici e dalle proprietà contigue da una barriera di protezione meccanica, che svolgerà
sia la funzione antintrusione, al fine d’impedire danneggiamenti, sottrazione di documenti ed
evasioni, che antisabotaggio (bombe, tentativi di sfondamento azioni di fuoco).
L’altezza prevista di detta barriera dovrà essere di circa tre metri, mentre per i materiali da adottarsi,
allo scopo di ridurre l’effetto di “bunkerizzazione”, è stato previsto l’impiego di recinzioni
24
metalliche ad elementi verticali ravvicinati e sfalsati rivestiti da una cortina di piante per ridurre
l’impatto visivo. Tali elementi, oltre a impedire ogni scavalcamento e ogni sfondamento,
garantiscono anche una buona riduzione dell’onda d’urto in caso di attentati con bombe, ed un
soddisfacente angolo di incidenza in caso di tiro con arma da fuoco.
Agli infissi del piano terra e di altri ambienti dovranno essere applicati inferriate di sicurezza,
eventualmente del tipo antilancio. Essi saranno realizzati con profilati ad alta resistenza ad anima di
metallo e vetri stratificati antiproiettile con eventuale lastra interna in materiale plastico, per
eliminare i fenomeni dello “spelling” e dello “splintering”.
(3) Caratteristiche di sicurezza elettroniche
Sulla barriera di protezione esterna dovrà essere messa in opera una protezione antiscavalcante
costituita da dispositivi di rilevazione a microonde o a raggi infrarossi o a fili tesati e sensorizzati,
per cui la variazione di tensione meccanica di un filo, provocata dall’intervento intrusivo,
determinerà la segnalazione d’allarme.
Per il controllo ottico dell’intera area esterna protetta e della fascia di accesso dovrà essere installato
un impianto di televisione a circuito chiuso, costituito da una serie di telecamere non brandeggianti,
con focale fissa e diaframma automatico, poste sulla sommità della barriera di protezione.
L’impianto sarà comandato manualmente attraverso una centralina unica a commutazione di
sequenza ed automaticamente dall’impianto di protezione allo scavalcamento.
L’area protetta esterna sarà dotata di un impianto d’illuminazione notturna, con circuito di sicurezza
alimentato in caso di emergenza dal gruppo elettrogeno.
Nell’area protetta interna andranno previsti, per i locali di massima riservatezza, particolari sensori
di rilevamento.
Infine tutta l’area sarà salvaguardata da un impianto di avvisatori d’incendio, configurato in
relazione al grado di rischio degli ambienti da proteggere.
Nei locali contenenti documenti riservati o apparecchiature particolari quali:
− archivi di documenti riservati
− depositi corpi di reato
− armerie e depositi munizioni
− sale operative e telefoniche
dovranno essere previsti impianti automatici di spegnimento.
(4) Caratteristiche di sicurezza relative alle procedure gestionali.
25
Come si è detto più volte, gli spazi operativi delle infrastrutture saranno caratterizzati dalla
completa capacità di trasformarsi per adeguarsi a future sopravvenienti esigenze non previste al
momento della realizzazione .
Questa qualità tipologica individua immediatamente, sul piano delle procedure gestionali, una totale
disponibilità della soluzione generale suggerita per l’infrastruttura od adeguarsi a diversissime
modalità di organizzazione del lavoro e dei comportamenti intersoggettivi all’interno di essa.
Questa disponibilità, chiaramente, consentirà l’adozione di diversi sistemi organizzativi di
sicurezza, non ponendo ad essi praticamente alcun vincolo.
26
1
Sommario
1. Premessa ....................................................................................................................................2
1.1
Leggi e norme da ottemperare ..............................................................................................3
1.2
Norme CEI/IEC .....................................................................................................................3
2. Dati di Progetto ............................................................................................................................4
2.1
Caratteristiche alimentazione elettrica ..................................................................................4
3. Criteri progettuali adottati per l’impianto elettrico ..........................................................................4
3.1
Protezione contro i contatti diretti ..........................................................................................4
3.2
Protezione contro i sovraccarichi ..........................................................................................4
3.3
Protezione contro i corto circuiti ............................................................................................5
3.4
Calcolo della caduta di tensione ...........................................................................................5
3.5
Protezione contro i contatti indiretti .......................................................................................5
4. Elenco delle opere previste ..........................................................................................................6
4.1
Impianto elettrico ..................................................................................................................6
5. Descrizione delle opere : criteri di progettazione e realizzazione degli impianti ............................6
5.1
Principali parametri elettrici ...................................................................................................6
5.2
Vie cavi e cavi .......................................................................................................................7
5.2.1
Protezione dei conduttori e loro tipologia .......................................................................7
5.2.2
Vie cavi e canalizzazioni ................................................................................................8
5.3
Quadri elettrici.......................................................................................................................8
5.3.1
Rispondenze normative .................................................................................................8
5.3.2
Requisiti generali di sicurezza ........................................................................................8
5.3.3
Difesa contro i contatti diretti ..........................................................................................9
5.3.4
Difesa contro i contatti indiretti .......................................................................................9
5.3.5
Difesa contro le sollecitazioni termiche nel normale esercizio ........................................9
5.3.6
Difesa contro le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito .................9
5.3.7
Difesa contro l'accesso alle apparecchiature .................................................................9
5.3.8
Interruttore generale di bassa tensione ........................................................................10
5.3.9
Identificazione degli interruttori ....................................................................................10
5.3.10
Schema dei quadri .......................................................................................................10
5.3.11
Apparecchi contenuti nei quadri ...................................................................................10
5.3.12
Selettività .....................................................................................................................10
5.3.13
Interruttori automatici magnetotermici ..........................................................................10
6. Impianti di illuminazione e F.M. .................................................................................................11
7. Impianto di terra. .......................................................................................................................12
1.
Premessa
2
Oggetto e scopo della presente relazione tecnica è la descrizione dei criteri di progettazione per
la realizzazione degli impianti elettrici a servizio del corpo “B” del Centro Servizi in area PIP in
Frattamaggiore da destinare a Caserma per la Guardia di Finanza.
Tutti gli impianti oggetto della presente relazione dovranno essere realizzati secondo le
disposizioni delle norme e leggi vigenti in materia, di cui si allegano i principali richiami,
ritenendosi comunque incluse tutte le norme pertinenti, anche se non richiamate specificamente.
1.1
Leggi e norme da ottemperare
D.P.R. 547 del 27.04.1955 - Norme per la prevenzione degli infortuni e l'igiene del lavoro;
Legge 186/68 - Disposizioni concernenti la produzione di materiali, apparecchiature,
macchinari,installazioni impianti elettrici ed elettronici;
Legge 46/90 - Norme di sicurezza degli impianti;
D.P.R. 447/91 - Regolamento di attuazione della legge 46/90;
D.L.GS. 81/08 e successivi aggiornamenti per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori nei
luoghi di lavoro.
1.2
Norme CEI/IEC
CEI 17.5 fasc. 1913E, EN 60947 - 2: Apparecchiature a bassa tensione. Parte 2. Interruttori a
corrente alternata.
CEI 17-13/3 fasc. 1926, CEI 17-13/3VI fasc. 2504, EN 60439-3: Apparecchiature assemblate di
protezione e di manovra per bassa tensione. Parte III: Prescrizioni particolari per apparecchiature
assemblate di protezione e di manovra destinate ad essere installate in luoghi dove personale
non addestrato ha accesso al loro uso. Quadri di distribuzione ASD.
CEI 20-22II, CEI 20-35 fasc. 688, CEI 20- 371 fasc. 739: Cavi isolati polivilicloruro di qualita R2,
tensione nominale 0,6/1 KV, tensione di prova 4 KV C.A. non propaganti l'incendio e la fiamma
ed a ridotta emissione di gas corrosivi.
CEI-22II, CEI 20-371 fasc. 739, CEI 20-11, CEI 20-34: Cavi isolati in gomma EPR ad alto modulo
con guaina 0,6/1 KV non propaganti l'incendio e a fiamma a ridotta emissione di gas corrosivi.
CEI 23-8 fasc. 335, CEE EL 26 1968: Tubi protettivi rigidi in PVC e loro accessori per
installazione fissa per uso domestico e similare.
CEI 23-9 fasc. 823, IEC 669-1: Apparecchi di comando non automatici interruttori per
installazione fissa per uso domestico e similare. CEI 23-14 fasc. 297, CEI 23-14V2 fasc. 1250V:
Tubi protettivi flessibili a base di cloruro di polivinile PVC e loro accessori per posa fissa. CEI 2316 fasc. S430,
CEI 23-16V1 fasc. S436, CEI 23-16V2 fasc. S606: Prese a spina di tipi complementari, per
installazione fissa e mobile, destinate ad usi domestici e similari.
CEI 23-18 fasc. 532, CEI 23-18V1 fasc. S635, CEI 23-18V2 fasc. S718, CEI 23-18V3 fasc.
1077V, CEI 23-18V4 fasc. 1522V, IEC 1009 EN 61009: Interruttori differenziali per usi domestici
e similari ed interruttori differenziali con sganciatori di sovracorrente incorporati per usi domestici
e similari.
CEI 23-22 fasc. 778: Canalette portacavi di materiale plastico per quadri elettrici. CEI 23-32 fasc.
1278,
CEI 23-32 V1 fasc. 1903V: Sistemi di canali di materiale plastico isolante e loro accessori ad uso
portacavi e portapparecchi per soffitto e parete.
CEI 23-481 ediz. fasc. 2711: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi
domestici e similari.
CEI 23-49 fasc. 2730: Involucri per apparecchi per installazioni elettriche fisse per usi domestici e
similari. Prescrizioni particolari per involucri destinati a contenere dispositivi di protezione ed
apparecchi che nell'uso ordinario dissipano una potenza non trascurabile.
CEI 23-51 fasc. 2731: Prescrizioni per la realizzazione, verifiche e prove dei quadri di
distribuzione per installazione fisse per uso domestico o similare.
CEI 61-108 fasc. 2355, CEI EN 60335-2-40: Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico
e similare. Norme particolari per le pompe di calore elettriche, per i condizionatori d'aria e per i
deumidificatori.
CEI 64-8/1 fasc. 1916: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
c.a. e a 1500 V in c.c. Parte Oggetto scopo e principi fondamentali.
3
CEI 64-8/2 fasc. 1917: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
c.a. e a 1000 in c.c. Parte 2 Definizioni.
CEI 64-8/3 fasc. 1918: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
c.a. e a 1500 V in c.c. Parte 3 Caratteristiche generali.
CEI 64-8/4 fasc. 1919: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
c.a. e a 1500
V in c.c. Parte 4 Prescrizioni per la sicurezza.
CEI 64-8/5 fasc. 1920: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
c.a. e a 1500 V in c.c. Parte 5 Scelta ed installazione dei componenti elettrici.
CEI 64-8/6 fasc. 1921: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
c.a. e a 1500 in c.c. Parte 6 Verifiche.
CEI 64-8/7 fasc. 1922: Impianti elettrici utilizzatori a tensione nominale non superiore a 1000 V in
c.a. e a 15 in c.c. Parte 7 Ambienti ed applicazioni particolari.
CEI 64-12 fasc. 2093G: Guida per l'esecuzione dell'impianto di terra negli edifici per uso
residenziale e terziario.
1.3
Documenti Allegati
La presente relazione costituisce parte integrante della planimetria dell’impianto elettrico degli
uffici, degli alloggi e delle aree esterne.
2.
Dati di Progetto
2.1 Caratteristiche alimentazione elettrica
- Alimentazione: 220 V derivante dalla rete elettrica esterna;
- Ubicazione punto di consegna: per ciascun appartamento è previsto un nuovo allaccio; per il
servizio condominiale di illuminazione è previsto invece un punto di connessione distinto con
cabina e quadro generale direttamente sulla parete di recinzione su strada. A tale impianto sono
connessi l’impianto di illuminazione esterna, impianto di illuminazione delle scale, l’impianto di
sollevamento acqua, di automatismo dei cancelli e del videocitofono.
L’ alimentazione deriva direttamente dalla cabina esterna a mezzo di cavidotti interrati.
- Schema di collegamento a terra: TN-S.
3.
Criteri progettuali adottati per l’impianto elettrico
3.1 Protezione contro i contatti diretti
La protezione dai contatti diretti sarà ottenuta mediante la protezione delle parti attive con
involucri dotati di grado di protezione minimo IPXXB, conforme a quanto richiesto dalle norme
CEI 64-8/4 articolo 412.2 tenuto conto delle condizioni di esercizio.
In alternativa sarà consentito anche l'utilizzo della protezione mediante isolamento delle parti
attive che possa essere rimosso solo mediante distruzione.
Inoltre saranno installati interruttori magnetotermici differenziali con Idn=30 mA a protezione dei
circuiti in uscita.
3.2 Protezione contro i sovraccarichi
La protezione dai sovraccarichi - con riferimento alla norma CEI 64-8/4, articolo 433.2 - sarà
assicurata dalla corretta scelta dei dispositivi di protezione che dovrà essere coordinata con la
portata della conduttura derivata e tale da soddisfare le seguenti condizioni:
Ib < In < Iz
If < 1,45 Iz
indicando con:
- Ib corrente d'impiego del circuito;
- In corrente nominale del dispositivo di protezione;
- Iz corrente convenzionale d'intervento del dispositivo di protezione in 2h (per interruttori aventi
In < 60 A e 1 h).
Ciò premesso, considerato che gli interruttori da adottare saranno di tipo automatico rispondenti
4
alle norme CEI 17-5 V edizione e che per essi varrà la seguente condizione:
If < 1,3 In
dai tabulati di calcolo tali relazioni risulteranno sempre soddisfatte.
3.3 Protezione contro i corto circuiti
Tutte le correnti provocate da un corto circuito che avviene in un qualsiasi punto di un circuito,
dovranno essere interrotte in un tempo non superiore a quello che porta i conduttori alla
temperatura limite ammissibile.
Tale interruzione sara garantita da un dispositivo ad intervento automatico che soddisferà la
seguente relazione:
Icc < P.I.
avendo indicato con:
- Icc - corrente di corto circuito presente nel punto di installazione del dispositivo di protezione;
- P.I. - potere di interruzione del dispositivo di protezione;
- avendo inoltre supposto che la corrente di corto circuito nel punto di consegna (nuovo quadro
elettrico) e < 6 KA.
Considerato che i dispositivi di protezione adottati sono del tipo automatico magnetotermico
(protezione contro i sovraccarichi e corto circuito) la condizione di protezione dal corto circuito in
fondo alla linea risulterà soddisfatta.
Inoltre per la protezione dei conduttori dovrà essere soddisfatta la seguente relazione:
I<K*5
dove:
- I t - valore dell'integrale di Joule o energia specifica passante, lasciata passare, per la durata
del corto circuito, dal dispositivo di protezione. Valore fornito dal costruttore.
- K - coefficiente che dipende dal tipo di conduttore e dal suo isolamento:
- K = 115 per i conduttori in rame con isolante in PVC;
- K = 135 per i conduttori in rame con isolante in gomma ordinaria o butilica;
- K = 143 per i conduttori in rame con isolante in EPR e propilene reticolato;
- S - sezione dei conduttori da proteggere in mmq.
3.4 Calcolo della caduta di tensione
Nel dimensionamento dei circuiti oltre a considerare i criteri esposti nella protezione contro i
sovraccarichi e cortocircuiti dovrà essere considerata la caduta di tensione massima ammessa
per ogni circuito che non dovrà superare il valore del 4%.
Il calcolo di verifica e stato effettuato tenendo presente le caratteristiche dei cavi, adottando i
valori di resistenza e reattanza fornite dai costruttori e comunque verificando che essi siano in
accordo con le tabelle CEI-UNEL 35027-70. La formula adottata e la seguente:
V = k L Ib (R cos Φ + X sen Φ)
dove:
- k = coefficiente pari a 2 per i sistemi monofase;
- L = lunghezza in metri;
- Ib = corrente di impiego;
- R = resistenza del cavo in M/m;
- X = reattanza del cavo in M/m;
- cos Φ = fattore di potenza;
3.5 Protezione contro i contatti indiretti
Essendo in presenza di un sistema di alimentazione di tipo TN-S la protezione contro i contatti
indiretti verrà effettuata con i criteri esposti nella norma CEI 64-8/4, articolo 413.1.3.3,
ottemperando la seguente relazione:
Zs x Ia < Uo
dove:
- Zs - impedenza dell'anello di guasto che comprende la sorgente, il conduttore attivo fino al
punto di guasto e il conduttore di protezione tra il punto di guasto e la sorgente, espressa in
5
Ohm;
- Ia - e ls corrente che provoca l'interruzione automatica del dispositivo di protezione entro il
tempo definito nella seguente tabella in funzione della tensione nominale Uo:
Tempo di
interruzione
120
230
400
>400
Uo(V)
0,8
0,4
0,2
0,1
oppure nelle condizioni specificate dalla stessa norma CEI 64-8/5 art. 413.3.5 entro un tempo
convenzionale non superiore a cinque secondi; se si usa un interruttore differenziale Ia e la
corrente differenziale nominale I n;
- Uo - è la tensione nominale in c.a. valore efficace tra fase e terra.
Ogni circuito terminale dovrà essere dotato di interruttore differenziale.
4.
Elenco delle opere previste
4.1 Impianto elettrico
Prelievo energia dal locale cabina elettrica.
•
Cavo di collegamento (da 5 x 185 mmq) posato in cavidotto di nuova realizzazione
(interrato) per alimentazione Quadro Generale del laboratorio al piano terra, come da
planimetria;
•
Realizzazione di nuovo Q.G. del blocco Laboratorio sul quale saranno accentrate tutte le
protezioni ed i comandi relativi alla rete di distribuzione elettrica primaria;
•
Realizzazione di rete di alimentazione, con cavi multipolari, di tutti i sottoquadri di
dipartimento nonchè utenze prioritarie;
•
Realizzazione di tutti i quadri di piano o di utenze specifiche (illuminazione emergenza,
ecc.), come da schemi elettrici di progetto allegati;
•
Realizzazione di rete di distribuzione secondaria, a valle dei quadri di dipartimento o di
zona, fino a raggiungere tutte le utenze di illuminazione e forza motrice previste in
planimetria e tabulati allegati;
•
Realizzazione del collegamento della linea di protezione (PE), che avrà la funzione di
proteggere da eventuali contatti indiretti, dalle masse dell’impianto al dispersore di terra
ubicato nella cabina di trasformazione;
•
Attivazione, verifiche ed assistenza al collaudo degli impianti realizzati.
5.
Descrizione delle opere : criteri di progettazione e realizzazione degli impianti
5.1
Principali parametri elettrici
Nella scelta dei componenti degli impianti, si deve naturalmente far riferimento a dei parametri
fondamentali che sono tipici di ciascun impianto.
Tra questi basta citare le correnti di impiego, le cadute di tensione, la dispersione termica, i valori
delle correnti di corto circuito presunte, ecc.
Di tutto questo si e tenuto conto nell'approccio al progetto, elaborando una parte di essa con
l'ausilio del computer (in particolare, per quanto riguarda il dimensionamento delle linee di
alimentazione e il dimensionamento dei quadri elettrici, utilizzando il codice Tysistem nella
versione 5.1 della BTicino; per quanto riguarda i componenti dell’impianti di illuminazione
utilizzando il codice Tiplan nella versione 3.3 della BTicino) e presentando tutti i risultati dei
6
calcoli effettuati.
In particolare, per tutti i circuiti luce e forza motrice normale, sono state eseguite al computer le
seguenti fasi di progettazione:
· memorizzazione dello schema circuitale
· dimensionamento di tutti i cavi di collegamento
· calcolo delle correnti di corto circuito
· scelta degli apparecchi di protezione e comando
· verifica della selettività
· verifica delle protezioni dei cavi dai sovraccarichi e delle persone dai contatti indiretti.
Mentre si rimanda per gli specifici controlli a tali elaborati di calcolo, nel seguito vengono illustrati
i criteri che sono stati seguiti.
5.2
Vie cavi e cavi
5.2.1 Protezione dei conduttori e loro tipologia
Per quanto concerne i conduttori che costituiscono le dorsali principali e secondarie degli impianti
ed i circuiti terminali si e tenuto conto dei reali fabbisogni delle utenze finali e si e proceduto ad
un calcolo preciso di tutti i parametri fondamentali per il corretto dimensionamento dei cavi di
alimentazione di tutte le utenze.
Nei calcoli allegati e possibile notare come ogni cavo sia dimensionato sul valore di corrente che
deve portare (valore da noi calcolato sulla scorta delle effettive esigenze dell'utenza).
Il calcolo delle sezioni dei cavi (sia dorsali che terminali) è effettuato secondo le normative
attualmente vigenti, tenendo presenti:
- tipo di cavo
- tipo di isolamento
- lunghezza della linea
- tipo di posa
- numero di cavi posati insieme
- temperatura ambiente
- valore della caduta di tensione (contenuta entro i valori consigliati dalle norme del 4%).
Sulla scorta di questi dati, gli elaborati evidenziano tutti i cavi scelti sia per le dorsali principali che
per le secondarie e per i circuiti terminali.
Gli apparecchi scelti, a protezione delle stesse linee, sono stati poi scelti e coordinati in maniera
da garantire la protezione dei cavi sia dai sovraccarichi che dai cortocircuiti, secondo le Norme
CEI 64-8.
Si sottolinea inoltre che, essendo l'edificio in oggetto destinato a personale dipendente e
studenti, assume ancora più rilievo la necessità di rendere minime le possibilità di innesco
d'incendio, attraverso l'adozione di cavi non propaganti l'incendio. Tale necessità e stata estesa a
tutte le dorsali (che circolano in quelli che le norme definiscono sistemi di vie d'uscita quali
corridoi, atri, scale, ecc.) ed inoltre alle linee terminali. Pertanto, nel nostro progetto, abbiamo
previsto l'adozione di tutti cavi non propaganti l'incendio; in particolare cavi del tipo FG7 e
FG7OR e conduttori unipolari N07V-K utilizzati secondo i criteri consentiti.
Infine le condutture principali di distribuzione, a partire dal quadro generale di edificio agli altri
quadri di sottodistribuzione e alle ulteriori dorsali e circuiti terminali, risponderanno ai seguenti
requisiti.
Sarà assolutamente evitata la posa dei cavi direttamente sotto intonaco; cavi e conduttori posati
in canali chiusi e tubazioni saranno facilmente sfilabili.
Le montanti, che portano l'alimentazione dal quadro generale di edificio agli altri quadri di
smistamento o di piano, a distribuzione verticale, saranno ispezionabili in corrispondenza delle
diramazioni principali (in particolare per i locali a destinazione uffici amministrativi).
La sezione dei cavi delle dorsali è stata opportunamente maggiorata per tener conto di
eventuali futuri ampliamenti.
Per le connessioni dei conduttori aventi sezione fino a 95 mmq, saranno adoperati capicorda a
pressione; per le connessioni dei conduttori aventi sezione oltre 95 mmq, saranno usati
capicorda a saldare.
Come già detto il dimensionamento tiene conto sia dei criteri termici che di caduta di tensione;
saranno comunque rispettati i seguenti valori minimi:
7
- conduttori attivi: 1,5 mmq (rame);
- conduttori di neutro:
• per linee tripolari più neutro la stessa sezione del conduttore attivo fino alle sezione di 16
mmq; al di sopra la metà e comunque da tabelle CEI;
• per linee monofasi la stessa sezione del conduttore di fase;
• conduttore di protezione: il conduttore di protezione sara in accordo con le tabelle o le
formule riportate nelle Norme CEI 64-8.
Per ogni linea dorsale, verrà infine portato un conduttore di protezione, la cui sezione, come
detto, sarà in accordo con le tabelle CEI: pertanto, quando si indicherà una linea in partenza da
un quadro come 4*6 mmq si intenderà sempre un cavo di tale sezione, più un corrispondente
conduttore di protezione di sezione pari a 6 mmq.
5.2.2 Vie cavi e canalizzazioni
Quali percorsi cavi, si sono adoperati cavi in tubazioni posate interrate per i tratti da realizzare in
prossimità con la cabina di trasformazione.
Dalla cabina al quadro generale di bassa tensione del blocco laboratori sarà adoperato un
cavidotto interrato avente le caratteristiche illustrate sugli elaborati; per le altre canalizzazioni
principali e secondarie saranno adoperate canalizzazioni in acciaio zincato o smaltato a parete
(canalizzazioni principali) o a soffitto (secondarie), mentre per le derivazioni terminali saranno
adoperate tubazioni in PVC o in guaina flessibile spiroidale direttamente dalle passerelle
metalliche a soffitto.
L'esatto percorso di tali vie cavi e riportato chiaramente nelle allegate planimetrie di progetto.
5.3
Quadri elettrici
Una particolare attenzione e stata posta alla scelta del tipo di distribuzione da realizzare. Sulla
scorta delle necessita rilevate in campo, si e potuto innanzitutto fare una corretta analisi dei
carichi e quindi studiare una razionalizzazione degli stessi. Si e giunti alle conclusioni riportate in
precedenza che prevedono una distribuzione molto semplice ma, al tempo stesso, ottimale sia
sotto il profilo della sicurezza che sotto quello della gestione. I quadri previsti sono i seguenti:
1. Quadro elettrico generale del blocco laboratori nel quale si attestano le linee in arrivo dai
trasformatori;
2. Quadri di piano ubicati come da planimetrie.
I quadri di cui sopra saranno realizzati in lamiera con relativa messa a terra.
Inoltre, tutti i quadri elettrici in oggetto risponderanno a caratteristiche di modularità: essi saranno
cioè concepiti e costruiti in maniera da consentire, sia in fase di prima realizzazione che in
epoche successive, l'accoppiabilità di diversi quadri. Questo è un aspetto ritenuto estremamente
importante per minimizzare i tempi di realizzazione dei quadri, potendo agire su carpenterie
costruite in fabbrica da parte di primarie case costruttrici, sicure, collaudate e tali da poter essere
assemblate con estrema facilita e minimi tempi. Nel seguito verranno riportate le caratteristiche
peculiari di ciascun quadro e le normative cui rispondono.
5.3.1 Rispondenze normative
I quadri avranno caratteristiche tali da rispondere e soddisfare le seguenti normative:
- Norme CEI 17.13 - fascicolo 542: Norme per apparecchiature costruite in fabbrica ACF
- Norme CEI 64.8 - fascicolo 1000:Impianti elettrici utilizzatori
- Norme VDE 0100: Accessibilità per manutenzione e servizio
- Norme DIN 43 800: Equipaggiamento con apparecchi d'installazione
- Norme DIN/EN 50 022: Telai portapparecchi.
5.3.2 Requisiti generali di sicurezza
Sia il Quadro Generale che gli altri quadri, risponderanno a requisiti fondamentali di sicurezza,
soprattutto per quanto concerne la difesa contro:
a) i contatti diretti;
8
b) i contatti indiretti;
c) le sollecitazioni termiche nel normale esercizio;
d) le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito;
e) l'accesso alle apparecchiature di comando o di manovra da parte di personale non addetto o
di estranei.
Saranno equipaggiati con idonee apparecchiature di comando, manovra, protezione e
segnalazione affinchè sia garantito il corretto esercizio dell'impianto da essi alimentato.
Tutte le apparecchiature di protezione saranno caratterizzate da un'adeguata selettività che, in
caso di guasto in un circuito, intervenga esclusivamente l'apparecchiatura posta a protezione del
circuito interessato dal guasto, senza che l'evento provochi l'intervento di apparecchiature a
monte.
5.3.3 Difesa contro i contatti diretti
Per quanto attiene alla difesa contro i contatti diretti, tutti i quadri saranno suddivisi in sezioni
indipendenti.
5.3.4 Difesa contro i contatti indiretti
Per la difesa contro i contatti indiretti ogni quadro sarà munito di una barra di terra.
A tale barra saranno connesse tutte le incastellature metalliche del quadro fisse, mobili o
asportabili (se metalliche) e saranno collegati tutti i conduttori di protezioni relativi sia alle linee di
alimentazione, sia alle linee derivate dal quadro.
5.3.5 Difesa contro le sollecitazioni termiche nel normale esercizio
Per quanto concerne le sollecitazioni termiche, saranno in primo luogo valutate le condizioni
termiche nel locale ove verranno installati i quadri, la struttura e la conformazione dei quadri ai
fini dello smaltimento del calore in rapporto all'energia da distribuire. Ciò posto, saranno
opportunamente studiati i posizionamenti ed i distanziamenti delle apparecchiature e dei
conduttori in modo da garantire, anche nelle condizioni limite di esercizio, il raggiungimento
all'interno dei quadri di una temperatura compatibile con l'affidabilità delle apparecchiature e dei
conduttori.
La sezione dei conduttori di connessione sarà commisurata alla corrente per la quale e stato
dimensionato l'interruttore.
5.3.6 Difesa contro le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito
La difesa contro le sollecitazioni termiche e dinamiche in caso di corto circuito sara effettuata in
primo luogo adottando apparecchiature in grado di resistere alle sollecitazioni della corrente di
corto circuito che potrà verificarsi in corrispondenza del quadro, ed aventi potere di interruzione
adeguato in caso di apparecchiatura di protezione.
Tutte le sezioni e caratteristiche dei conduttori saranno verificate in rapporto al livello della
corrente di corto circuito ed al valore dello I2T passante relativo all'apparecchiatura di protezione
posta immediatamente a monte (norme CEI 64-8). Le apparecchiature scelte attraverso il
sistema di calcolo i cui elaborati costituiscono parte integrante del presente progetto, saranno le
più limitatrici esistenti in commercio e garantiscono la protezione dei cavi dimensionati.
La scelta e caduta su apparecchi di elevate prestazioni, aventi la caratteristica di limitare
fortemente l'energia specifica (I2T) lasciata passare in caso di corto circuito; questa peculiarità
consente di meglio proteggere i cavi che partono da questi interruttori e, a parità di altre
condizioni, di ridurre la sezione degli stessi.
5.3.7 Difesa contro l'accesso alle apparecchiature
Per quanto concerne la difesa contro l'accesso alle apparecchiature di comando o di manovra,
tutti i quadri ubicati in locali destinati non esclusivamente al loro contenimento saranno
equipaggiati con sportelli muniti di serratura a chiave.
9
5.3.8 Interruttore generale di bassa tensione
Come già indicato nei precedenti paragrafi, ogni quadro sara suddiviso in tante sezioni
indipendenti per quante sono le classi di utenza alimentate dal quadro stesso (Luce normale +
F.M. normale, ecc.). Ogni sezione di utenza sara equipaggiata con proprio interruttore generale
di sezione normalmente costituito da un sezionatore.
Dalla sezione di arrivo, mediante interposizione di adeguati sistemi distributivi (barraggio,
morsettiere) saranno alimentati tutti gli interruttori generali delle sezioni di utenza cui e stato
suddiviso il quadro.
5.3.9 Identificazione degli interruttori
Tutti gli interruttori installati nei quadri saranno identificati mediante targhette amovibili realizzate
con materiale metallico o plastico.
5.3.10 Schema dei quadri
In ciascun quadro verrà installato un chiaro e duraturo disegno, riproducente lo schema elettrico
del quadro, con l'indicazione delle utenze alimentate (denominazione, corrente, sezione linea).
5.3.11 Apparecchi contenuti nei quadri
Nei quadri di distribuzione descritti, saranno montati apparecchi di interruzione e comando
automatici, differenziali magnetotermici, fusibili. Tutti risponderanno alle seguenti caratteristiche
dimensionali e costruttive.
Gli interruttori automatici saranno del tipo modulare o, per correnti nominali superiori ai 63 A, del
tipo scatolato; in particolare, gli interruttori automatici fino a 63 A, particolarmente compatti,
avranno profondità di montaggio di 53 mm e altezza della calotta frontale di 45 mm.
Il modulo sarà di 18 mm; essi saranno previsti per fissaggio a scatto su guide profilate a omega
35 mm (DIN EN 50022) ed avranno i morsetti facilmente accessibili ad una ispezione frontale.
5.3.12 Selettività
La scelta del tipo e della taratura degli interruttori e stata effettuata tenendo ben presenti le
condizioni d'impiego delle apparecchiature, in modo da garantire l'intervento della sola
apparecchiatura posta immediatamente a monte del punto ove si produce il guasto, senza cioe
che si verifichino interventi a catena.
5.3.13 Interruttori automatici magnetotermici
Nel seguito, riportiamo le principali caratteristiche degli apparecchi di interruzione che sono stati
scelti per essere montati nei quadri di distribuzione.
5.3.13.1
Generalità
Gli interruttori automatici compatti quadripolari saranno corredati di sganciatore termico ritardato
a taratura fissa, regolato in funzione della caricabilità di cavi e conduttori e di sganciatore
elettromagnetico istantaneo a taratura fissa o regolabile per poter essere meglio adattato alle
esigenze della distribuzione.
5.3.13.2
Norme di riferimento
Gli interruttori suddetti rispondono alle prescrizioni internazionali IEC 157.1 e IEC 292-1 e alle
Norme VDE 0660, CEI 17-5, BS4941 e BS4752.
5.3.13.3
Caratteristiche strutturali
10
Le dimensioni delle diverse grandezze costruttive sono modulari, in modo da poter facilmente
combinare gli apparecchi, affiancandoli l'uno all'altro senza soluzione di continuità.
Il modulo (in larghezza) di tutti gli apparecchi da 63A sarà di 35 mm. L'altezza del frontalino di
tutti gli apparecchi sarà di 120 mm la qual cosa facilita la copertura delle parti in tensione
dell'apparecchio.
Gli sganciatori elettromagnetici istantanei sono regolabili mediante tre nottolini (uno per fase posti
sul fronte dell'apparecchio).
Gli interruttori sono costruiti in modo tale da realizzare l'apertura e la chiusura a scatto
indipendentemente dalla volontà dell'operatore. Lo sgancio libero infine, escluderà qualsiasi
impedimento allo sgancio causato dal dispositivo di comando. La situazione di contatto, aperto,
chiuso o scattato, e indicata dalla posizione del dispositivo di comando. Gli interruttori in oggetto
sono dotati di comando a levetta: essa potrà assumere tre posizioni:
APERTO CHIUSO SCATTATO
La levetta commuterà nella posizione "Scattato" solo quando l'interruttore si e aperto sotto
l'azione di uno sganciatore sia termico sia elettromagnetico sia ausiliario, vale a dire a lancio di
corrente o di minima tensione.
In questo caso la levetta, prima di essere riportata in posizione di "Chiuso", dovrà essere portata
in posizione di "Aperto" allo scopo di ricaricare la molla di sgancio.
5.3.13.4
Interruttori automatici di tipo modulare
Nei quadri di piano verranno principalmente adoperati interruttori automatici magnetotermici
differenziali, cosi come indicato nei calcoli effettuati al computer. Essi sono costituiti dall'insieme
di due componenti raccolti nello stesso involucro: e possibile infatti trovare sia il dispositivo
magnetotermico che quello differenziale nello stesso apparecchio. Le peculiari caratteristiche
sono di seguito descritte.
5.3.13.5
Costruzioni e dimensioni
Gli interruttori automatici magnetotermici differenziali sono molto compatti (profondita di
montaggio appena 53 mm) e si armonizzano con gli altri apparecchi modulari per quanto
riguarda le dimensioni.
L'altezza della calotta frontale di 45 mm, il modulo di 18 mm, il fissaggio a scatto su guide
profilate a omega 35 mm (DIN EN 50 022) e i morsetti (per i conduttori con sezione fino a 10
mmq) facilmente accessibili ad una ispezione frontale, rappresentano innegabili vantaggi di
semplicità.
Gli interruttori automatici modulari che saranno impiegati, dispongono di due rele, uno termico ed
uno elettromagnetico; quello termico (bimetallo) interviene nel caso di piccole sovracorrenti (in
funzione del rapporto tempo/sovraccarico), quello elettromagnetico nel caso di sovracorrenti
elevate (cortocircuiti). Lo sganciatore elettromagnetico rapido stacca, in caso di cortocircuito, i
contatti già dopo 0,8/1,2 ms.
6.
Impianti di illuminazione e F.M.
L'illuminazione dei locali appartamenti sarà realizzata a mezzo plafoniere a soffitto dotate di
lampade fluorescenti oppure di lampade alogene integrate nella controsoffittatura.
Tali lampade avranno un valore IRC compreso tra 85 e 90 e tonalità di luce corrispondente ad
una temperatura di colore compresa tra 3.800 e 4.000 gradi, e saranno tutte dotate di reattore
elettronico ad alta frequenza.
Il livello di illuminamento di tutti i locali e stato mantenuto nei valori medio-alti previsti dalla
normativa.UNI 10380 e sono stati considerati, assieme agli altri e già citati parametri, alla base
dei calcoli illuminotecnici redatti per ciascun locale e dai quali e stato ricavato il posizionamento e
la quantità delle plafoniere riportate nella planimetria.
La scelta della tipologia delle plafoniere e stata realizzata secondo i seguenti criteri:
- camere e corridoi, nonché scale: plafoniere quadrate 4*18 W con diffusore a specchio cablate e
rifasate; Lampade FL 18/4/3B.
11
- WC e depositi: plafoniera rettangolare 2*36 W stagna (IP65) con corpo in policarbonato
infrangibile ed autoestinguente con diffusore anch'esso in policarbonato c.s. prismatizzato
all'interno cablata e rifasata; Lampade FL 36/4/3B.
- locali impianti e servizi: plafoniera di tipo stagno IP 65 1x18 W con corpo in policarbonato
infrangibile ed autoestinguente con diffusore anch'esso in policarbonato c.s. prismatizzato
all'interno. Lampade FL 18/4/3B.
- spazi simili all'aperto: proiettore per esterno con corpo in alluminio pressofuso
ed alette di raffreddamento completo di riflettore in alluminio martellato 99,85 con ossidazione
anodica. Diffusore in vetro temperato sp. 5 mm minimo. Verniciatura ad immersione di tipo
epossidico. Portalampada in ceramica con contatti argentati. Cablaggio a norma. Lampada JMT
400W.
- viali esterni: plafoniera installata su paletto in resina di altezza 4,00 mt o installata sulla
copertura con apposita struttura in metallica fissata a mezzo di tasselli ad espansione. Corpo in
alluminio pressofuso e verniciato con resine epossidiche. Riflettore in alluminio 99,85 stampato
con ossidazione modica e brillantatura. Diffusore in vetro temperato, sp. 5 mm minimo, di tipo
antiabbagliante. Portalampada in ceramica con contatti argentati. Cablaggio a norma. Lampada
SAPE 70.
Come si può rilevare dalle planimetrie oltre all’illuminazione normale dei locali, e stata anche
prevista una illuminazione di sicurezza, ottenuta mediante l'utilizzo di corpi illuminanti dedicati
allo scopo ed installati sostanzialmente in tutti i locali, tutte corredate di adeguato pittogramma
opportunamente scelto in funzione del posizionamento della lampada posto sulla porta della
scala.
Le dette lampade saranno tutte alimentate da un circuito dedicato e saranno del tipo in materiale
plastico autoestinguente (CEI 34-21/22) con circuito elettronico di controllo, classe di isolamento
II, fusibile, spia rete/ricarica, e con batteria ermetica Ni-Cd tale da assicurare un’autonomia di
almeno 60 minuti e un tempo di ricarica non superiore a 12 ore.
Per l'alimentazione delle dette lampade saranno utilizzati cavi rispondenti alla NORMA CEI 20/45
mentre gli apparecchi saranno conformi alla NORMA CEI - EN 60598-2-22 fase 1748 - 3/1992.
Il circuito dedicato all’illuminazione di emergenza, comandato da un interruttore specifico sul
quadro generale, consentirà di:
- effettuare i Test di funzionamento ed autonomia di tutti apparecchi contemporaneamente;
- Abilitare e disabilitare le funzioni di emergenza;
I citati impianti di illuminazione e prese saranno normalmente realizzati in tutti i locali (aule,
laboratori,
uffici, corridoi, atrii, ecc.) sotto-traccia a parete o sotto pavimento in modo da garantire una
maggiore robustezza all'installazione.
Ovviamente anche tutti i comandi, le prese e le cassette di transito e di derivazione, ad
eccezione di quelle eventualmente installate all'interno dei controsoffitti (che potranno essere
posate esterne), saranno del tipo da incasso, con coperchio avvitato.
Il criterio di progettazione utilizzato, allo scopo di ottimizzare la funzionalità e la selettività
dell'impianto, prevede, in tutti i locali ove si svolgono attività (aule, uffici, laboratori, aule speciali,
segreterie ed ovunque riportato in planimetria), l'installazione di un quadretto locale, del tipo a
parete, sul quale vengono accentrate la protezione generale sulla linea di alimentazione del
locale (sia illuminazione che prese) di tipo magnetotermico differenziale ad alta sensibilità 0,03 A,
nonchè gli interruttori di comando dell'illuminazione dello stesso locale.
Nei locali o sulle utenze singole ove non e stata prevista l'installazione del citato quadretto, i
circuiti di alimentazione saranno comuni a più locali o singoli per l'utenza interessata, con
comando a protezione sul quadro di dipartimento.
Comunque tutti i circuiti saranno protetti con proprio interruttore magnetotermico differenziale in
modo da assicurare la totale protezione elettrica.
Il raggruppamento di tutti i circuiti su quadri di dipartimento sarà realizzato in diverse sottosezioni,
ognuna dotata di proprio sezionamento generale e suddivise in base alla tipologia di utilizzazione
dei locali (aule, servizi, uffici, ecc.).
7.
Impianto di terra.
Il progetto prevede la realizzazione di un impianto di terra realizzato a mezzo di dispersori
verticali (in acciaio ramato o ferro zincato) collegati tra loro a mezzo di una treccia di rame nudo
12
avente sezione minima 1x35 mmq, direttamente interrata ad una profondità minima di cm 80.
I pozzetti citati, saranno preferibilmente del tipo in resina con coperchio carrabile, aventi
dimensioni minime di cm 30x30.
Essi saranno normalmente disposti lungo il perimetro dell'edificio, con intervallo di circa 15 m,
nonchè lungo il perimetro esterno del campo di basket all'aperto, in modo da realizzare una
messa a terra diretta dei pali metallici dell'illuminazione.
Il dispersore cosi realizzato, chiuso ad anello, sarà collegato al NODO DI TERRA ubicato nel
locale Quadro Generale. Tale NODO sarà realizzato a mezzo barra di rame avente sezione
minima di mm 50x4, di lunghezza adeguata ad accogliere, con opportuna bullonatura, fissata con
appositi sostegni.
13
1
INDICE
1.
PREMESSA
2.
REQUISITI E DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI
2.1
Zona uffici – piano rialzato e primo
2.2
Residenza con alloggi – piano primo
2.3
AlloggioGenerale – piano primo
3.
IMPIANTO CENTRALIZZATO
4.
IMPIANTI AUTONOMI
5.
TRATTAMENTO E DISTRIBUZIONE DELL’ARIA
6.
RETE VENTILCONVETTORI
7.
VALUTAZIONE DEI CARICHI TERMICI
8.
PROPORZIONAMENTO VENTILCONVETTORI E CORPI SCALDANTI
9.
PROPORZIONAMENTO UTA
10.
DIMENSIONAMENTO CANALI
11.
DIMENSIONAMENTO RETE TUBAZIONI UTA
12.
DIMENSIONAMENTO
RETE
TUBAZIONI
VENTILCONVETTORI
E
CORPI
SCALDANTI
13.
SISTEMA PER L’ESPULSIONE DELL’ARIA PRESENTE NELLE RETI
ALLEGATI:
Allegato 1:
Carichi termici estivi ed invernali
Allegato 2:
Dimensionamento UTA
2
1.
PREMESSA
L’intervento consiste nella progettazione degli impianti meccanici, ed in particolare dell’impianto di
climatizzazione e di produzione di acqua calda sanitaria, a servizio della nuova Caserma della
Finanza del Comune diFrattamaggiore(NA).
La struttura è così suddivisa:
-
zona uffici, al piano rialzato e parte del piano primo;
-
zona residenza con gli alloggi per i finanzieri, al piano primo;
-
alloggio del Generale della caserma, al piano primo.
La scelta delle tipologie degli impianti è stata dettata dall’esigenza di mantenere condizioni termoigrometriche adeguate negli ambienti con diverse destinazioni d’uso e diverso orientamento, in
ottemperanza alle prescrizioni dettate dalla normativa vigente.
L’intero sistema provvederà a:
-
riscaldare e raffrescare gli ambienti;
-
garantire i dovuti ricambi d’aria esterna come da normativa;
-
produrre l’acqua calda sanitaria;
ed sarà costituito da:
-
un impianto centralizzato con gruppo frigorifero a pompa di calore che alimenterà le unità di
trattamento dell’aria e la rete di ventilconvettori della zona uffici/zona residenza;
-
impianto autonomo per il riscaldamento dei servizi igienici e la produzione di a.c.s. a servizio
della zona residenza al piano primo;
-
impianti autonomi dual-split per il raffrescamento dell’alloggio del generale al piano primo;
-
impianto autonomo per il riscaldamento e la produzione di a.c.s. a servizio dell’alloggio del
generale al piano primo.
3
2.
REQUISITI E DESCRIZIONE DEGLI IMPIANTI
2.1
Zona uffici – Piano rialzato e primo
L’area dedicata agli uffici è costituita dai seguenti ambienti:
-
uffici;
-
sala riunione;
-
sala d’attesa;
-
archivi;
-
servizi igienici;
-
disimpegni.
La progettazione degli impianti tecnologici a servizio della zona sarà tale da le condizioni
prestazionali di seguito indicate:
•
•
Temperature e condizioni termoigrometriche esterne:
Inverno
Te = + 2°C
U.R. = 80%
Estate
Te = +32°C
U.R. = 60%
Temperature e condizioni termoigrometriche interne di riferimento:
Inverno
Ti = 20°C
U.R. = 50%
Estate
Ti = 26°C
U.R. = 50%
•
Tolleranze temperature : ±1°C
•
Tolleranze umidità relativa : ±5%
•
Rinnovi d’aria:
- Uffici → 40 mc/h persona
- WC ed ambienti di servizio (non dotati di aperture naturali) → 10 Vol/h in estrazione
- Archivi → 2 Vol/h
4
•
Velocità dell’aria:
- nei canali:
il
dimensionamento
delle
canalizzazioni
componenti
l’impianto
verrà
effettuato
soddisfacendo le seguenti condizioni massime e non superabili:
presa d’aria esterna ad espulsione
5,5 m/sec
distribuzione orizzontale
4,0 m/sec
- in uscita dalle bocchette:
la velocità dell’aria in uscita dalle bocchette di mandata, misurata attraverso anemometro
deve essere limitata a 2,5 m/s.
la velocità frontale dell’aria alle bocchette di ripresa e di transito deve essere limitata a 1,5
m/sec.
- negli ambienti:
nelle zone in cui generalmente sostano persone la velocità dell’aria rilevata a 2 m dal
pavimento non deve essere superiore a 0,5 m/sec.
•
Temperature dei fluidi:
- Acqua calda prodotta in funzionamento invernale:
•
45°C
- Salto termico acqua calda:
5°C
- Acqua refrigerata prodotta in funzionamento estivo:
7°C
- Salto termico acqua refrigerata:
5°C
Livello sonoro:
In ogni ambiente, durante il funzionamento degli impianti, il livello sonoro non deve essere
maggiore di 3 dB(A) del livello sonoro di fondo ad impianto fermo.
Per ambienti nei quali il livello sonoro di fondo è inferiore ai 30 dB(A), il livello massimo di
rumorosità raggiungibile ad impianto in funzione è di 33 dB(A).
Le condizioni di cui sopra devono essere verificate in più punti dell’ambiente distribuiti, in
particolare, dove sono normalmente presenti le persone.
5
Descrizione dell’impianto di condizionamento
Per questa zona sarà previsto un impianto ad aria primaria e fan-coils.
La tipologia impiantistica individuata è in grado di realizzare e mantenere nei locali le condizioni
termiche, igrometriche e movimento dell’aria, dettate dalla normativa vigente, per il comfort delle
persone e, contemporaneamente, è attenta alle esigenze di contenere i consumi energetici e di
consentire un’efficace ed efficiente manutenzione dei vari componenti.
L’aria verrà immessa negli ambienti mediante bocchette orizzontali e/o diffusori a coni circolari
posti in controsoffitto mentre la ripresa avverrà tramite griglie poste a soffitto lungo il corridoio
centrale; delle griglie di transito ubicate sulle porte degli uffici, posti in sovrappressione rispetto al
corridoio, garantiranno il passaggio dell’aria da un locale all’altro.
In generale, la portata di aria estratta con sistemi meccanici sarà sempre inferiore della portata
inviata ai piani affinché tutti i locali si trovino in leggera sovrappressione rispetto all’ambiente
esterno. In questo modo la parte restante dell’aria immessa, non estratta meccanicamente, verrà
espulsa naturalmente attraverso le porte e le finestre.
Le unità di trattamento aria, una per ogni piano, verranno posizionate in copertura e provvederanno
a prelevare l’aria dall’esterno, filtrarla, riscaldarla ed umidificarla durante la stagione invernale
ovvero raffreddarla e deumidificarla durante la stagione estiva, inviarla in ambiente mediante
ventilatore centrifugo e canalizzazioni. I canali di estrazione, dello stesso tipo, faranno capo ad
estrattori a cassone posti anch’essi in copertura.
L’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle rientranze/dispersioni attraverso le
pareti dei singoli locali e alla presenza delle apparecchiature elettriche interne, sarà affidato ai
ventilconvettori del tipo:
-
orizzontali da incasso per gli uffici;
-
a pavimento in vista per i corridoi.
I servizi, durante la stagione invernale, saranno riscaldati mediante dei termoconvettori elettrici;
l’estrazione dell’aria viziata, per quelli non dotati di aperture naturali, verrà garantita da valvole di
ripresa collegate ai suddetti estrattori.
La produzione dell’acqua calda sanitaria verrà affidata a singoli bollitori, alimentati elettricamente,
per ogni blocco di servizi igienici.
6
2.2
Residenza con alloggi – Piano primo
L’area è costituita dagli alloggi, con rispettivi servizi igienici e zone connettive, destinati ai
finanzieri di stazione all’interno della caserma.
La progettazione degli impianti tecnologici a servizio della zona sarà tale da le condizioni
prestazionali di seguito indicate:
•
•
Temperature e condizioni termoigrometriche esterne:
Inverno
Te = + 2°C
U.R. = 80%
Estate
Te = +32°C
U.R. = 60%
Temperature interne di riferimento:
Inverno
Ti = 20°C
Estate
Ti = 26°C
•
Tolleranze temperature : ±1°C
•
Velocità dell’aria:
negli ambienti, in cui generalmente sostano persone, la velocità dell’aria rilevata a 2 m dal
pavimento non deve essere superiore a 0,5 m/sec.
•
Temperature dei fluidi:
- Acqua calda prodotta in funzionamento invernale (ventilconvettori): 45°C
- Salto termico acqua calda (ventilconvettori):
5°C
- Acqua calda prodotta in funzionamento invernale (radiatori):
70°C
- Salto termico acqua calda (radiatori):
10°C
- Acqua refrigerata prodotta in funzionamento estivo:
7°C
- Salto termico acqua refrigerata:
5°C
7
•
Livello sonoro:
In ogni ambiente, durante il funzionamento degli impianti, il livello sonoro non deve essere
maggiore di 3 dB(A) del livello sonoro di fondo ad impianto fermo.
Per ambienti nei quali il livello sonoro di fondo è inferiore ai 30 dB(A), il livello massimo di
rumorosità raggiungibile ad impianto in funzione è di 33 dB(A).
Le condizioni di cui sopra devono essere verificate in più punti dell’ambiente distribuiti, in
particolare, dove sono normalmente presenti le persone.
Descrizione dell’impianto di condizionamento
Per questa zona sarà previsto un impianto con fan-coils e radiatori con tubi orizzontali.
La tipologia impiantistica individuata è in grado di realizzare e mantenere nei locali le condizioni
termiche dettate dalla normativa vigente e, contemporaneamente, è attenta alle esigenze di
contenere i consumi energetici e di consentire un’efficace ed efficiente manutenzione dei vari
componenti.
L’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle rientranze/dispersioni attraverso le
pareti dei singoli locali e alla presenza delle apparecchiature elettriche interne, sarà affidato ai
ventilconvettori del tipo orizzontali da incasso.
I servizi, durante la stagione invernale, saranno riscaldati mediante dei radiatori con tubi orizzontali
in acciaio; l’estrazione dell’aria viziata verrà garantita da singoli aspiratori centrifughi a soffitto.
La produzione dell’acqua calda sanitaria verrà affidata ad un sistema centralizzato, a cui faranno
capo anche i radiatori tubolari, composto da gruppo termico a condensazione e bollitore di
accumulo.
8
2.3
Alloggio del generale – Piano primo
L’area è costituita dall’alloggio destinato al generale della caserma.
La progettazione degli impianti tecnologici a servizio della zona sarà tale da le condizioni
prestazionali di seguito indicate:
•
•
Temperature e condizioni termoigrometriche esterne:
Inverno
Te = + 2°C
U.R. = 80%
Estate
Te = +32°C
U.R. = 60%
Temperature interne di riferimento:
Inverno
Ti = 20°C
Estate
Ti = 26°C
•
Tolleranze temperature : ±1°C
•
Velocità dell’aria:
negli ambienti, in cui generalmente sostano persone, la velocità dell’aria rilevata a 2 m dal
pavimento non deve essere superiore a 0,5 m/sec.
•
•
Temperature dei fluidi:
- Acqua calda prodotta in funzionamento invernale:
70°C
- Salto termico acqua calda:
10°C
- Acqua refrigerata prodotta in funzionamento estivo:
7°C
- Salto termico acqua refrigerata:
5°C
Livello sonoro:
In ogni ambiente, durante il funzionamento degli impianti, il livello sonoro non deve essere
maggiore di 3 dB(A) del livello sonoro di fondo ad impianto fermo.
Per ambienti nei quali il livello sonoro di fondo è inferiore ai 30 dB(A), il livello massimo di
rumorosità raggiungibile ad impianto in funzione è di 33 dB(A).
Le condizioni di cui sopra devono essere verificate in più punti dell’ambiente distribuiti, in
particolare, dove sono normalmente presenti le persone.
9
Descrizione dell’impianto di condizionamento
Per questa zona è previsto un impianto con corpi scaldanti e split-system.
La tipologia impiantistica individuata è in grado di realizzare e mantenere nei locali le condizioni
termiche dettate dalla normativa vigente e, contemporaneamente, è attenta alle esigenze di
contenere i consumi energetici e di consentire un’efficace ed efficiente manutenzione dei vari
componenti.
L’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle rientranze/dispersioni attraverso le
pareti dei singoli locali e alla presenza delle apparecchiature elettriche interne, sarà affidato:
-
a radiatori in alluminio, durante la stagione invernale;
-
split a parete, durante la stagione estiva.
I servizi, durante la stagione invernale, saranno riscaldati mediante dei radiatori con tubi orizzontali
in acciaio collegati alla stessa caldaia murale a condensazione che servirà anche i radiatori in
alluminio; quest’ultima provvederà anche alla produzione dell’acqua calda sanitaria.
10
3.
IMPIANTO CENTRALIZZATO
Sulla base delle tipologie impiantistiche riportate nel precedente paragrafo si è sviluppato il
progetto che prevedrà l’installazione di un gruppo frigorifero ad inversione di ciclo, con gruppo
idronico e desurriscaldatore integrati, da ubicare sulla copertura del fabbricato.
La centrale termofrigorifera posta in copertura sarà composta, oltre al suddetto gruppo, dai collettori
di distribuzione in acciaio, dai gruppi di pompaggio e dagli organi e/o apparecchiature di controllo e
regolazione.
La rete di distribuzione principale, per il collegamento alle batterie delle unità di trattamento
dell’aria e alle unità terminali ai vari piani (ventilconvettori), sarà realizzata mediante tubazioni in
acciaio nero senza saldature, opportunamente coibentate e rivestite con lamierino metallico, che si
svilupperanno in orizzontale sulla copertura dell’edificio ed in verticale attraverso appositi cavedi.
Per quanto riguarda la rete di distribuzione secondaria, realizzata mediante tubazioni in rame
coibentato, raggiunto il piano rialzato e primo si diramerà orizzontalmente in controsoffitto fino a
raggiungere le batterie delle unità terminali (ventilconvettori) a servizio dei vari ambienti.
La rete di scarico della condensa sarà realizzata con tubazioni in PVC.
L’acqua, che funge da fluido termovettore, riscaldata o raffreddata dal gruppo termofrigorifero
verrà distribuita attraverso due circuiti distinti, entrambi serviti da una coppia di pompe centrifughe
in parallelo, che alimenteranno rispettivamente le batterie di scambio termico della UTA e dei
ventilconvettori della zona uffici/residenza.
11
4.
IMPIANTI AUTONOMI
Sistema di riscaldamento dei servizi igienici e produzione a.c.s. – Zona residenza
Il sistema per il riscaldamento dei servizi igienici degli alloggi dei finanzieri e la produzione
dell’acqua calda sanitaria, sarà composto da un gruppo termico a condensazione, installato in un
apposito locale tecnico, che provvederà, mediante due circuiti separati, ad alimentare i radiatori a
tubi orizzontai in acciaio ed il bollitore remoto per accumulo.
Le distribuzioni principali saranno realizzate in acciaio nero, quella a servizio dei corpi scaldanti
sfrutterà la pompa di serie del gruppo mentre su quella a servizio dell’a.c.s. sarà installata una
coppia di pompe gemellari; la distribuzione secondaria, per i corpi scaldanti dei bagni, sarà
realizzata con tubazioni in rame e collettore complanare.
Sistema di riscaldamento e produzione a.c.s. – Alloggio del Generale
Il sistema per il riscaldamento dell’alloggio del Generale e la produzione dell’acqua calda sanitaria,
sarà composto da una caldaia murale a condensazione installata all’esterno e caratterizzata da più
uscite/ingressi e, quindi, dalla possibilità di avere distribuzioni indipendenti:
-
circuito riscaldamento, a servizio dei radiatori in alluminio installati negli ambienti e radiatori a
tubi orizzontali all’interno dei bagni;
-
circuito per la produzione istantanea dell’acqua calda sanitaria.
Le distribuzioni principali, dalla caldaia fino ai collettori complanari, saranno realizzate in acciaio
nero mentre quelle secondarie, dai collettori ai vari terminali, sarà realizzata con tubazioni in rame.
Sistema di raffrescamento – Alloggio del Generale
Al fine di garantire le condizioni interne in regime estivo all’interno dell’alloggio del Generale della
caserma, verranno installati due sistemi dual-split composti rispettivamente da:
-
unità esterna motocondensante posta sulla copertura del fabbricato;
-
due unità interne a parete.
Il collegamento tra l’unità esterna e quelle interne verrà realizzato mediante tubazioni in rame
coibentato in cui circola il gas refrigerante (R410-A).
Le unità, oltre ad avere la possibilità di regolazione e gestione locale, avranno tecnologia con
inverter per adattarsi a tutte le esigenze di carico richiesto nelle varie condizioni d’uso, ottenendo
così un notevole risparmio energetico; lo scarico condensa, prodotta in regime estivo, sarà
convogliato negli scarichi dei servizi igienici.
12
5.
TRATTAMENTO E DISTRIBUZIONE DELL’ARIA
Sulla copertura dell’edificio saranno ubicate le due UTA a servizio delle zone uffici, in modo da
essere vicine alle discese verticali dei canali e da non interferire con le altre apparecchiature
previste per l’estrazione dell’aria viziata dai locali.
Le batterie di riscaldamento e di post-riscaldamento dell’UTA saranno alimentate dall'acqua calda,
alla temperatura di circa 45°C, proveniente rispettivamente dal gruppo frigorifero a ciclo reversibile
e dal sistema desurriscaldatore. A monte di ciascuna batteria una valvola a tre vie motorizzata
regolerà l'apporto di potenza termica in funzione delle richieste.
Dal Gruppo TermoFrigorifero, l’acqua refrigerata alla temperatura di circa 7°C, raggiungerà la
batteria di raffreddamento delle UTA a monte della quale una valvola regolerà l'apporto di potenza
frigorifera in funzione della richiesta.
L’aria esterna verrà trattata dalle UTA, e cioè raffreddata e deumidificata nel periodo estivo e
riscaldata, umidificata e post-riscaldata nel periodo invernale; l’umidificazione verrà effettuata con
vapore.
Le UTA preposte a servizio degli uffici tratteranno l'aria di rinnovo nelle quantità previste dalla
normativa vigente. Tale aria verrà inviata ai piani mediante un sistema di canalizzazioni verticali,
correnti in appositi cavedi, e diramazioni orizzontali correnti in controsoffitto; le bocchette di
mandata orizzontale, collegate ai canali mediante condotti flessibili fonoassorbenti, provvederanno
ad immetterla in ambiente. All'aria di rinnovo viene affidata anche la funzione di bilanciare il carico
latente.
I risultati dei calcoli relativi alle zone in cui é stato suddiviso l’edificio sono di seguito riportate.
UTA
01
Piano rialzato
02
Piano primo
ARIA ESTERNA
(mc/h)
Q RAF
(kW)
Q RISC
(kW)
Q POST
(kW)
3500
37,20
20,00
13,20
2160
22,30
12,30
8,10
13
6.
RETE VENTILCONVETTORI
I ventilconvettori provvederanno all’abbattimento del carico termico estivo/invernale dovuto alle
rientranze/dispersioni attraverso le pareti dei singoli locali, ognuno di essi sarà collegato ad un
termostato ambiente per la regolazione della temperatura interna. L’impianto sarà a due tubi e,
quindi, i ventilconvettori saranno dotati di un unica batteria “calda” e “fredda”.
L’acqua nel periodo estivo dovrà essere miscelata in modo che la temperatura di mandata sia
superiore alla temperatura di rugiada, limitando quindi, il formarsi di condensa di vapore d'acqua
sulla batteria fredda del ventilconvettore; questa regolazione sarà affidata ad una valvola a tre vie
posta a monte del circuito.
Gli uffici al pano rialzato ed al piano primo verranno serviti mediante una rete di distribuzione a
“ritorno inverso” che, vista la lunghezza dell’intero circuito, permette al sistema di auto bilanciarsi;
la zona residenza verrà servita, invece, da una distribuzione a collettori.
La possibilità che non tutto il carico igrometrico estivo venga abbattuto dall’aria immessa, trattata
nel condizionatore centrale, richiede la realizzazione di una rete per lo smaltimento della condensa
estiva, la quale verrà recapitata verso i vari blocchi di servizi igienici.
Ai ventilconvettori installati nell’area uffici, che trattano l’aria ricircolata dell’ambiente, verrà
affidata, invece, la funzione di bilanciare il carico sensibile.
14
7.
VALUTAZIONE DEI CARICHI TERMICI
Il calcolo della potenza invernale per il dimensionamento dell’impianto, quando funziona in
modalità di riscaldamento, è stato condotto secondo la norma UNI EN 13789, mentre per le
verifiche previste dal D.Lgs. 192/2005 e successive modifiche ed integrazioni si è fatto riferimento
al calcolo del fabbisogno di energia secondo le norme UNI/TS 11300 ed UNI EN ISO 13790.
I carichi termici estivi sono stati determinati invece, secondo il metodo dei fattori di accumulo
(Carrier-Pizzetti).
In particolare, con riferimento ai dati climatici della località di NAPOLI, si ha:
-
17 m slm
-
40°51’ latitudine Nord
-
14°15’ longitudine
Vento
Dati invernali
Dati estivi
Temp. est. bulbo asciutto: 32 °C
Regione C - Zona 3
Temperatura esterna: 2,0°C
Temp. est. bulbo umido: 22,65°C
Direzione prevalente: NE Gradi giorno: 1034
Umidità relativa: 45%
Velocità: 2,3 m/s
Zona climatica: C
Escursione termica max: 10,5°C
Carico termico Sensibile Invernale relativo ai Locali
Il dimensionamento effettuato in base ai precedenti dati di progetto ha portato a valutare la potenza
termica sensibile dispersa in inverno attraverso le superfici opache e vetrate.
Carico termico Sensibile Estivo relativo ai Locali
Il dimensionamento effettuato in base ai precedenti dati di progetto ha portato a valutare la potenza
termica sensibile rientrante in estate attraverso le pareti opache e vetrate. Nel calcolo si è tenuto
conto anche del carico dovuto della presenza delle persone ed i carichi endogeni.
Carico termico Latente relativo ai Locali
Il carico termico latente é dovuto essenzialmente alla presenza delle persone
e delle
apparecchiature all'interno dei locali da condizionare.
Ricambi d’aria
In tutti i locali saranno garantiti i ricambi d’aria previsti dalla normativa vigente, in particolare per
ogni persona presente è stato calcolato un ricambio pari a 40 mc/h.
15
8.
PROPORZIONAMENTO VENTILCONVETTORI E CORPI SCALDANTI
Per l’area uffici e quella della residenza con alloggi il carico termico estivo ed invernale verrà
abbattuto dai ventilconvettori posti all’interno dei locali; dalla valutazione dei carichi termici
sensibili da abbattere all’interno dei singoli locali discende la potenzialità da attribuire a ciascun
ventilconvettore e, quindi, la potenza relativa a ciascun ramo delle reti di distribuzione.
Discorso analogo per i corpi scaldanti (radiatori in alluminio e tubi orizzontali in acciaio) posti
all’interno dei servizi igienici della zona residenza e nell’alloggio del generale.
La potenzialità di ciascun terminale e la sua posizione sono riportate sui grafici allegati.
9.
DIMENSIONAMENTO UNITA' TRATTAMENTO ARIA (UTA)
Il proporzionamento dell’UTA é stato effettuato sulla base del valore della portata di aria esterna
necessaria a ventilare i locali della zona servita.
UTA in funzionamento invernale
Nota la portata d'aria da trattare in ciascuna UTA si sono determinate le potenze delle batterie di
riscaldamento e di post-riscaldamento sulla base delle trasformazioni riportate nel diagramma
psicrometrico mediante le relazioni di bilancio termico di seguito riportate:
QR = 0,34 .V ( tui - ti )
(W)
QPR = 0,34 V ( tuc - tic )
(W)
La portata d'acqua necessaria alla umidificazione adiabatica della corrente d'aria, necessaria in
regime invernale per compensare la bassa umidità assoluta dell'aria esterna, é stata determinata
utilizzando la relazione di conservazione della massa:
MH2O = 1,2 x V x (xiC - xi )
(kg/h ≡L/h)
UTA in funzionamento estivo
Nota la portata d'aria da trattare si é determinata la potenza della batteria di raffreddamento sulla
base della trasformazione riportata nel diagramma psicrometrico mediante la relazione di bilancio
termico riportata di seguito:
QF = 1,4 x V x (hue - he )
(W)
16
La conoscenza della portata d’aria da trattare, ed il dimensionamento delle batterie e
dell'umidificatore ha consentito di proporzionare l’UTA il cui schema costruttivo è riportato nelle
tavole allegate di progetto.
10.
DIMENSIONAMENTO CANALI
Il calcolo delle dimensioni dei canali attraverso i quali viene distribuita l'aria da immettere nei
singoli locali della zona servita dall'UTA é stato eseguito con il metodo della perdita di carico
costante. La perdita di carico é stata scelta tra i valori di 0,02 e 0,07 mm c.a./m imponendo una
velocità massima di 6,0 m/s nei canali principali e di 5,0 m/s nei canali secondari.
In modo analogo si sono dimensionati i canali di ripresa con velocità massime di non oltre 6,0 m/s.
Le dimensioni dei canali sono riportate sulle tavole di progetto.
11.
DIMENSIONAMENTO RETE TUBAZIONI UTA
Determinate le potenze delle batterie di scambio termico dell’UTA é stato possibile determinare la
potenza servita da ciascun ramo della rete che si diparte dai collettori di centrale per raggiungere
l’UTA.
Dai valori di potenza termica e frigorifera attribuibili ai singoli rami di rete é possibile determinare
la portata di acqua che circola nel ramo in base al salto termico che per le tubazioni calde é stato
assunto pari a 45°C - 40°C= 5°C e per le tubazioni fredde é stato assunto pari a 12°C- 7°C= 5°C .
La perdita di carico distribuita all'interno delle tubazioni é stata assunta tra i valori di 15 e 20 mm c.
a./m.
I diametri relativi ai tratti di tubazione sono riportati sulle tavole di progetto.
17
12.
DIMENSIONAMENTO RETE TUBAZIONI VENTILCONVETTORI E CORPI
SCALDANTI
Determinate le potenze delle batterie di scambio termico dei ventilconvettori é stato possibile
determinare la potenza servita da ciascun ramo della rete che si diparte dai collettori di centrale per
raggiungere gli stessi.
Dai valori di potenza termica e frigorifera attribuibili ai singoli rami di rete é possibile determinare
la portata di acqua che circola nel ramo in base al salto termico che per le tubazioni calde é stato
assunto pari a 45°C - 40°C= 5°C e per le tubazioni fredde é stato assunto pari a 12°C- 7°C= 5°C .
La perdita di carico distribuita all'interno delle tubazioni é stata assunta tra i valori di 15 e 20 mm c.
a./m.
Di scorso analogo per i corpi scaldanti, per i quali il calcolo è stato eseguito per un valore del salto
termico ∆T=10°C.
I diametri relativi ai tratti di tubazione sono riportati sulle tavole di progetto.
13.
SISTEMA PER L’ESPULSIONE DELL’ARIA PRESENTE NELLE RETI
All’interno delle reti dell’acqua calda e fredda a seguito delle variazioni di temperatura e/o
all’ingresso dell’acqua di reintegro ovvero al momento del riempimento dell’impianto si può
accumulare una certa quantità d’aria che deve essere espulsa per consentire una circolazione
corretta dell’acqua presente.
L’inserimento di valvole di sfogo d’aria automatiche nei punti più alti dell’impianto consentirà la
fuoriuscita dell’aria presente nell’impianto. Tali punti, in copertura in prossimità del gruppo e delle
UTA, e nella zona più alta della rete ovvero all’ultimo piano, saranno individuati dopo che la rete
sarà stata realizzata.
18
ALLEGATO 1
Carichi termici estivi ed invernali
19
CARICHI TERMICI INVERNALI
UFFICI PIANO TERRA
LOCALE
000001
000002
000003
000004
000005
000006
000007
000008
000009
000010
000011
000012
000013
000014
000015
000016
000017
000018
000019
000020
000021
000022
000023
000024
000025
SALA D'ATTESA
UFFICIO 1
UFFICIO 2
UFFICIO 3
UFFICIO 4
UFFICIO 5
UFFICIO 6
UFFICIO 7
UFFICIO 8
UFFICIO 9
UFFICIO 10
UFFICIO 11
UFFICIO 12
UFFICIO 13
UFFICIO 14
UFFICIO 15
DISIMPEGNO
LOCALE
BLOCCO WC1
BLOCCO WC2
BLOCCO WC3
BLOCCO WC4
ARCHIVIO 1
ARCHIVIO 2
DISIMPEGNO 1
VOLUME
(M³)
TEMP.
(°C)
RIC.
(1/H)
VOL./H
(M³/H)
QTRA
(W)
QVEN
(W)
QTOT
(W)
S.DISP.
QI
C. T .
(M²) (MJ/MESE) (MJ/°C)
177,2
62,0
82,4
68,8
111,2
78,6
54,4
94,6
93,2
99,6
94,0
165,8
114,0
173,0
162,4
80,8
364,1
67,2
36,8
60,0
60,0
26,0
230,4
210,2
264,0
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
53,16
18,60
24,72
20,64
33,36
23,58
16,32
28,38
27,96
29,88
28,20
49,74
34,20
51,90
48,72
24,24
109,22
20,16
11,04
18,00
18,00
7,80
69,12
63,06
79,20
2851
586
734
638
1017
707
470
1112
1099
1551
1110
2269
879
1599
1569
1105
2443
827
389
610
625
304
3260
2322
4449
334
117
155
130
210
148
102
178
176
188
177
312
215
326
306
152
686
127
69
113
113
49
434
396
497
3185
703
889
768
1227
855
572
1290
1275
1739
1287
2581
1094
1925
1875
1257
3129
954
458
723
738
353
3694
2718
4946
101,1
28,7
38,2
32,0
51,8
36,5
25,6
41,7
40,9
68,6
41,5
95,3
34,3
62,5
65,4
36,2
130,4
42,0
29,2
29,8
29,8
12,5
105,6
99,4
185,0
-
42,78
14,20
19,04
15,84
25,67
18,15
12,72
20,74
20,39
41,43
20,62
41,34
22,77
36,36
35,63
17,65
95,77
17,50
11,02
14,11
14,35
6,01
50,60
48,96
72,28
909,2
34525
5710
40235
1463,7
-
735,95
S.DISP.
QI
C. T .
(M²) (MJ/MESE) (MJ/°C)
3030,7
UFFICI PIANO PRIMO
LOCALE
000026
000027
000028
000029
000030
000031
000032
000033
000034
000035
000036
000037
000038
000039
000040
UFFICIO 16
UFFICIO 17
UFFICIO 18
UFFICIO 19
UFFICIO 20
UFFICIO 21
UFFICIO 22
SALA RIUNIONI
ARCHIVIO 3
ARCHIVIO 4
BLOCCO WC5
BLOCCO WC6
BLOCCO WC7
BLOCCO WC8
DISIMPEGNO 2
VOLUME
(M³)
TEMP.
(°C)
RIC.
(1/H)
VOL./H
(M³/H)
QTRA
(W)
QVEN
(W)
QTOT
(W)
70,7
134,7
69,9
109,3
79,2
79,2
79,2
175,6
77,9
79,4
50,3
44,4
46,3
29,6
150,2
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
21,20
40,40
20,98
32,80
23,75
23,75
23,75
52,67
23,37
23,81
15,10
13,32
13,88
8,88
45,05
1093
2097
1114
2365
1486
1493
1486
2720
1474
1497
1367
900
1316
405
1752
133
254
132
206
149
149
149
331
147
150
95
84
87
56
283
1226
2351
1246
2571
1635
1642
1635
3051
1621
1647
1462
984
1403
461
2035
34,3
65,3
33,7
69,9
36,2
36,4
36,2
85,2
35,9
36,6
44,5
30,5
41,4
14,7
50,1
-
28,77
54,78
28,31
46,92
31,10
31,38
31,10
71,48
30,62
31,24
23,69
19,84
22,02
12,31
69,11
382,7
22565
2405
24970
650,6
-
532,69
1275,7
20
RESIDENZA CON ALLOGGI
LOCALE
000041
000042
000043
000044
000045
000046
000047
000048
VOLUME
(M³)
TEMP.
(°C)
RIC.
(1/H)
VOL./H
(M³/H)
QTRA
(W)
QVEN
(W)
QTOT
(W)
66,6
133,2
70,3
70,3
66,6
81,4
50,3
133,2
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
19,98
39,96
21,09
21,09
19,98
24,42
15,10
39,96
978
2603
1126
1126
1091
1516
1246
1261
125
251
132
132
125
153
95
251
1103
2854
1258
1258
1216
1669
1341
1512
32,8
82,6
33,8
33,8
32,8
38,7
29,9
36,0
-
27,42
57,12
28,57
28,57
27,18
32,28
20,62
49,71
201,6
10947
1264
12211
320,4
-
271,47
S.DISP.
QI
C. T .
(M²) (MJ/MESE) (MJ/°C)
CAMERA 1
CAMERA 2
CAMERA 3
CAMERA 4
CAMERA 5
CAMERA 6
SALOTTINO
CORRIDOIO
671,9
S.DISP.
QI
C. T .
(M²) (MJ/MESE) (MJ/°C)
ALLOGGIO DEL GENERALE
LOCALE
000049
000050
000051
000052
000053
000054
000055
000056
000057
000058
LM
LM
LP
S-P
K
STUDIO
S1
S2
S3
INGRESSO
VOLUME
(M³)
TEMP.
(°C)
RIC.
(1/H)
VOL./H
(M³/H)
QTRA
(W)
QVEN
(W)
QTOT
(W)
87,0
45,1
49,2
148,4
78,4
49,2
18,5
22,2
13,3
33,7
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
20,00
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
0,30
26,09
13,54
14,76
44,51
23,53
14,76
5,55
6,66
4,00
10,10
1284
881
944
2181
1473
748
382
436
343
319
164
85
93
280
148
93
35
42
25
63
1448
966
1037
2461
1621
841
417
478
368
382
38,3
25,2
27,4
66,6
63,0
23,3
11,3
12,7
9,9
9,1
-
34,78
18,73
20,46
59,67
36,64
20,02
7,86
9,31
5,93
12,56
163,5
8991
1028
10019
286,6
-
225,97
545,0
21
CARICHI TERMICI ESTIVI
UFFICI PIANO TERRA
LOCALE
000001
000002
000003
000004
000005
000006
000007
000008
000009
000010
000011
000012
000013
000014
000015
000016
000017
000018
000019
000020
000021
000022
000023
000024
000025
SALA D'ATTESA
UFFICIO 1
UFFICIO 2
UFFICIO 3
UFFICIO 4
UFFICIO 5
UFFICIO 6
UFFICIO 7
UFFICIO 8
UFFICIO 9
UFFICIO 10
UFFICIO 11
UFFICIO 12
UFFICIO 13
UFFICIO 14
UFFICIO 15
DISIMPEGNO
LOCALE
BLOCCO WC1
BLOCCO WC2
BLOCCO WC3
BLOCCO WC4
ARCHIVIO 1
ARCHIVIO 2
DISIMPEGNO 1
TOTALI
VOLUME
(M³)
ORA MAX
CARICO
Q SENS.
W
Q LATENTE
W
Q TOTALE
W
R=QS/QT
177,2
62,0
82,4
68,8
111,2
78,6
54,4
94,6
93,2
99,6
94,0
165,8
114,0
173,0
162,4
80,8
364,1
67,2
36,8
60,0
60,0
26,0
230,4
210,2
264,0
15
14
14
14
14
14
14
15
15
15
15
15
15
9
15
9
15
14
15
14
14
14
9
17
10
2172
1434
1184
1462
2243
1537
1171
2024
2016
2109
1473
3577
2250
5264
3702
3007
1830
924
111
723
519
329
7261
2979
2986
491
198
264
185
283
209
175
272
271
344
219
424
233
636
249
193
250
46
25
41
41
18
158
144
181
2663
1632
1448
1647
2526
1746
1346
2296
2287
2453
1692
4001
2483
5900
3951
3200
2080
970
136
764
560
347
7419
3123
3167
0,8156
0,8786
0,8176
0,8877
0,8880
0,8803
0,8700
0,8815
0,8815
0,8598
0,8706
0,8940
0,9062
0,8922
0,9370
0,9397
0,8798
0,9526
0,8162
0,9463
0,9268
0,9481
0,9787
0,9539
0,9429
3030,7
15
45963
5550
51513
0,8923
VOLUME
(M³)
ORA MAX
CARICO
Q SENS.
W
Q LATENTE
W
Q TOTALE
W
70,7
134,7
69,9
109,3
79,2
79,2
79,2
175,6
77,9
79,4
50,3
44,4
46,3
29,6
150,2
14
15
14
15
15
15
15
15
15
15
14
10
9
15
15
2479
4270
2570
2291
2488
2495
2488
4286
1168
1180
1474
719
1084
354
1788
255
506
255
230
261
261
261
673
53
54
35
30
32
20
103
2734
4776
2825
2521
2749
2756
2749
4959
1221
1234
1509
749
1116
374
1891
0,9067
0,8941
0,9097
0,9088
0,9051
0,9053
0,9051
0,8643
0,9566
0,9562
0,9768
0,9599
0,9713
0,9465
0,9455
1275,7
15
30855
3029
33884
0,9106
UFFICI PIANO PRIMO
LOCALE
000026
000027
000028
000029
000030
000031
000032
000033
000034
000035
000036
000037
000038
000039
000040
TOTALI
UFFICIO 16
UFFICIO 17
UFFICIO 18
UFFICIO 19
UFFICIO 20
UFFICIO 21
UFFICIO 22
SALA RIUNIONI
ARCHIVIO 3
ARCHIVIO 4
BLOCCO WC5
BLOCCO WC6
BLOCCO WC7
BLOCCO WC8
DISIMPEGNO 2
R=QS/QT
22
RESIDENZA CON ALLOGGI
LOCALE
000041
000042
000043
000044
000045
000046
000047
000048
CAMERA 1
CAMERA 2
CAMERA 3
CAMERA 4
CAMERA 5
CAMERA 6
SALOTTINO
CORRIDOIO
TOTALI
VOLUME
(M³)
ORA MAX
CARICO
Q SENS.
W
Q LATENTE
W
Q TOTALE
W
R=QS/QT
66,6
133,2
70,3
70,3
66,6
81,4
50,3
133,2
15
15
15
15
15
9
15
15
1107
3390
1692
1677
1651
2669
1117
1481
77
183
109
109
107
117
127
91
1184
3573
1801
1786
1758
2786
1244
1572
0,9349
0,9488
0,9395
0,9390
0,9392
0,9580
0,8979
0,9421
671,9
15
13908
920
14828
0,9380
VOLUME
(M³)
ORA MAX
CARICO
Q SENS.
W
Q LATENTE
W
Q TOTALE
W
87,0
45,1
49,2
148,4
78,4
49,2
18,5
22,2
13,3
33,7
15
9
9
15
9
15
17
9
9
15
1877
1274
1352
3139
1594
1067
655
513
468
328
121
62
95
225
95
95
13
15
9
23
1998
1336
1447
3364
1689
1162
668
528
477
351
0,9395
0,9536
0,9343
0,9331
0,9438
0,9182
0,9805
0,9716
0,9811
0,9345
545,0
15
11118
753
11871
0,9366
ALLOGGIO DEL GENERALE
LOCALE
000049
000050
000051
000052
000053
000054
000055
000056
000057
000058
LM
LM
LP
S-P
K
STUDIO
S1
S2
S3
INGRESSO
TOTALI
MESE CALCOLO RIENTRATE
:
R=QS/QT
7 (LUGLIO)
NOTA: I DATI SONO RELATIVI RISPETTIVAMENTE ALL'ORA DI MASSIMO CARICO DI LOCALE O DI IMPIANTO.
23
disimpegno 1
vano scala
wc 1
locale
sala d'attesa
ufficio 1
disimpegno
ufficio 2
ufficio 7
wc 2
ufficio 8
ufficio 3
ufficio 4
ufficio 9
ufficio 5
ufficio 10
ufficio 6
wc 4
vano scala
Archivio 1
ufficio 15
ufficio 13
disimpegno
wc 3
ufficio 12
Archivio 2
ufficio 14
ufficio 11
PIANTA DI RIFERIMENTO – PIANO TERRA
24
wc 7
wc 6
wc 5
vano scala
ufficio 19
wc 8
ufficio 16
ufficio 20
ufficio 21
ufficio 17
ufficio 22
disimpegno 2
ufficio 18
Archivio 3
Archivio 4
sala riunioni
salottino
K
S3
Lp
corridoio
corridoio
S2
Lm
camera 6
camera 1
S-P
S1
studio
LM
camera 5
camera 4
camera 3
camera 2
PIANTA DI RIFERIMENTO – PIANO PRIMO
25
ALLEGATO 2
Dimensionamento UTA
26
-37,2 kWatt
13,2 kWatt
-24,4 l/h
Potenza batteria di
postriscaldamento
Acqua condensata
14,8 °C
26,0 °C
0 Watt
0 Watt
3'500 mc/h
3'500 mc/h
50 %
26 °C
55 %
32 °C
Potenza batteria di
raffreddamento
T aria di immissione
T dopo raffreddamento
Potenza termica totale
Potenza termica sensibile
Volume aria totale
Volume aria rinnovo
Temperatura aria interna
Umidità aria interna
Temperatura aria esterna
Umidità aria esterna
DATI
0,00
0,0
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
14,00
16,00
18,00
20,00
4,0
Miscela aria
2,0
6, 0
10,0
Aria interna
8,0
14,0
Immissione
12,0
14,8
16,0
20,0
T [°C]
Raffreddamento
18,0
22,0
90%
28,0
80%
Postrscaldamento
26,0
26,0
26,0
24,0
100%
DIAGRAMMA PSICROMETRICO - ESTATE
32,0
38,0
10%
20%
30%
40%
Aria esterna
36,0
50%
34,0
32,0
60%
Retta ambiente
30,0
70%
40,0
UTA01 – PIANO TERRA – REGIME ESTIVO
27
x [g/kg a.s.]
-15,0 l/h
8,1 kWatt
Potenza batteria di
postriscaldamento
Acqua condensata
-23,0 kWatt
14,8 °C
26,0 °C
0 Watt
0 Watt
2'160 mc/h
2'160 mc/h
50 %
26 °C
55 %
32 °C
Potenza batteria di
raffreddamento
T aria di immissione
T dopo raffreddamento
Potenza termica totale
Potenza termica sensibile
Volume aria totale
Volume aria rinnovo
Temperatura aria interna
Umidità aria interna
Temperatura aria esterna
Umidità aria esterna
DATI
0,00
0,0
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
14,00
16,00
18,00
20,00
4,0
Miscela aria
2,0
6, 0
10,0
Aria interna
8,0
14,0
Immissione
12,0
14,8
16,0
20,0
T [°C]
Raffreddamento
18,0
22,0
90%
28,0
80%
Postrscaldamento
26,0
26,0
26,0
24,0
100%
DIAGRAMMA PSICROMETRICO - ESTATE
32,0
38,0
10%
20%
30%
40%
Aria esterna
36,0
50%
34,0
32,0
60%
Retta ambiente
30,0
70%
40,0
UTA02 – PIANO TERRA – REGIME ESTIVO
28
x [g/kg a.s.]
1,31 kWatt
22,0 kg/h
Acqua condensata
19,96 kWatt
20,0 °C
0 Watt
0 Watt
Q riscaldamento
Q postriscaldamento
T immissione
OUTPUT DATI
Potenza termica totale
Potenza termica sensibile
3'500 mc/h
3'500 mc/h
18,0 °C
T dopo il riscaldamento
Volume aria totale
Volume aria rinnovo
50 %
20 °C
50 %
2 °C
Temperatura aria interna
Umidità aria interna
Temperatura aria esterna
Umidità aria esterna
INPUT DATI
0,00
-2,0
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
14,00
16,00
18,00
20,00
2,0
Miscela aria
0,0
2,0
6,0
Aria interna
4,0
8,0
12,0
Immissione
10,0
16,0
18,0
T [°C]
Riscaldamento
14,0
22,0
Umidificazione
20,0
18,0
20,0
24,0
100%
Retta ambiente
50%
Postrisc.
38,0
10%
20%
36,0
30%
40%
34,0
Aria esterna
32,0
60%
30,0
70%
28,0
80%
26,0
90%
UTA01 – PIANO TERRA – REGIME INVERNALE
29
x [g/kg a.s.]
0,81 kWatt
13,6 kg/h
Acqua condensata
12,32 kWatt
20,0 °C
0 Watt
0 Watt
Q riscaldamento
Q postriscaldamento
T immissione
OUTPUT DATI
Potenza termica totale
Potenza termica sensibile
2'160 mc/h
2'160 mc/h
18,0 °C
T dopo il riscaldamento
Volume aria totale
Volume aria rinnovo
50 %
20 °C
50 %
2 °C
Temperatura aria interna
Umidità aria interna
Temperatura aria esterna
Umidità aria esterna
INPUT DATI
0,00
-2,0
2,00
4,00
6,00
8,00
10,00
12,00
14,00
16,00
18,00
20,00
2,0
Miscela aria
0,0
2,0
6,0
Aria interna
4,0
8,0
12,0
Immissione
10,0
16,0
18,0
T [°C]
Riscaldamento
14,0
22,0
Umidificazione
20,0
18,0
20,0
24,0
100%
Retta ambiente
50%
Postrisc.
38,0
10%
20%
36,0
30%
40%
34,0
Aria esterna
32,0
60%
30,0
70%
28,0
80%
26,0
90%
UTA02 – PIANO TERRA – REGIME INVERNALE
30
x [g/kg a.s.]
SPECIFICHE TECNICHE
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
9.
10.
11.
12.
13.
14.
15.
16.
17.
18.
19.
20.
GRUPPO FRIGO
UNITA’ TRATTAMENTO ARIA
COLLETTORI MANDATA E RITORNO
ELETTROPOMPE CENTRIFUGHE
VENTILCONVETTORI
VALVOLAME E VALVOLE MOTORIZZATE
TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE ACCIAIO NERO
TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE FLUIDI IN RAME
ISOLAMENTO TUBAZIONI E DERIVAZIONI
UNITÀ MOTOCONDENSANTE ESTERNA (A CICLO INVERSO)
UNITÀ INTERNA MOTOVENTILANTE A PARETE
CANALIZZAZIONI
CANALI FLESSIBILI
DIFFUSORI ORIZZONTALI A CONI CIRCOLARI
BOCCHETTE DI MANDATA
GRIGLIE DI RIPRESA
GRIGLIE DI TRANSITO
GRUPPO TERMICO A CONDENSAZIONE
CALDAIA MURALE A CONDENSAZIONE
CORPI SCALDANTI
1.
GRUPPO FRIGO
Il gruppo frigorifero ad inversione di ciclo previsto è del tipo condensato ad aria, con ventilatori
assiali per installazione all’esterno:
- l’unità è caricata con refrigerante ecologico R410A;
- completa di desurriscaldatore;
- la struttura è costituita da un basamento in lamiera d’acciaio zincato a caldo, i pannelli del vano
compressori sono rivestiti con materiale fonoassorbente ad alta densità;
- i compressori sono di tipo ermetico rotativo scroll, completi del riscaldatore del carter,
protezione termica elettronica con riarmo manuale centralizzato, motore elettrico a due poli;
- i ventilatori sono di tipo assiale, con grado di protezione IP 54, sono dotati di un motore
elettrico a 6 poli, provvisto di protezione termica incorporata;
- evaporatore a fascio tubero con passaggio asimmetrici lato freon, isolato termicamente;
- resistenza antigelo a protezione dell’evaporatore;
- batteria di condensazione in tubi di rame ed alettatura a pacco in alluminio;
- quadro elettrico di potenza e comando.
Il gruppo idronico comprende: serbatoio di accumulo, pompa di circolazione, filtro acqua a Y con
rete inox, flussostato ad acqua, manometro in aspirazione pompa, valvola di taratura della portata,
valvola di sicurezza, vaso di espansione, sfiato d’aria, e scarico acqua.
LA POTENZIALITÀ FRIGORIFERA È PARI A 160 KW.
2.
UNITA’ TRATTAMENTO ARIA
La macchina ha le seguenti caratteristiche:
- cassa di contenimento metallica eseguita con struttura portante in lamiera zincata;
- pannellatura di chiusura in lamiera di acciaio zincato opportunamente irrigidita;
- in corrispondenza delle sezioni di ventilazione e delle batterie di trattamento, detti pannelli sono
essere facilmente smontabili per la estrazione delle apparecchiature;
- vasca metallica (controcassa) per il drenaggio dell’acqua di condensa eseguita in lamiera di
acciaio inox (o alluminio) con collegamento per lo scarico;
- rivestimento interno di materiale isolante dello spessore minimo di 30 mm stabilmente fissato
alle pannellature;
31
-
portine di ispezione e sospensioni antivibranti;
ventilatore a basso numero di giri tale da garantire nei locali serviti livelli di rumorosità
contenuti entro i limiti previsti dalla normativa vigente;
presa aria esterna con serranda di taratura in acciaio zincata con alette multiple;
sezione filtri del tipo piano più filtri a tasche;
sezione batteria di post-riscaldamento alimentata ad acqua (temperatura fluido riscaldante 4540° C);
sezione batteria di riscaldamento/raffreddamento (temperatura fluido riscaldante 45-40° C ),
(temperatura acqua refrigerata 7/12° C );
umidificatori a vapore.
3.
COLLETTORI MANDATA E RITORNO
I collettori sono costituiti da tronchi di tubo Mannesmann, aventi un diametro interno almeno 1,25
più volte grande del diametro interno della tubazione più grande ad essi collegata.
Gli attacchi sono muniti di controflange tipo UNI per pressione PN 16, hanno fondi bombati e sono
muniti di attacchi per manometri e per termometri con bulbo ad immersione nonché di rubinetto di
scarico.
La distanza tra gli attacchi è essere tale da garantire la più ampia manovrabilità al valvolame
montato.
Sono stati inoltre verniciati e isolati, valvolame compreso, con isolamento dello stesso tipo delle
tubazioni del circuito.
Le tubazioni in arrivo così come il valvolame hanno isolamento indipendente.
4.
ELETTROPOMPE CENTRIFUGHE
Le pompe centrifughe sono con il corpo in ghisa e girante in bronzo, direttamente accoppiata al
motore elettrico mediante giunto elastico.
Il motore elettrico è a 4 poli, di tipo protetto autoventilato con rotore in c.c.
Tutte le pompe sono munite di valvole d’intercettazione e di non ritorno, filtro meccanico e giunti
antivibranti.
5.
VENTILCONVETTORI
I ventilconvettori orizzontali del tipo a 2 tubi dovranno essere costituiti da:
- batteria fredda/calda in rame alluminio;
- gruppo motoventilatore costituito da uno o due ventilatori centrifughi a doppia aspirazione
direttamente accoppiati a motore elettrico monofase;
- filtro di tipo rigenerabile di facile sostituzione;
- comando a filo per regolazione velocità e completo di termostato;
- bacinella di raccolta condensa, drenata in tubo zincato fino al più vicino scarico o rete di scarico.
- massimo valore del livello della pressione sonora del ventilatore tale da rientrare entro i limiti
previsti dalla normativa vigente;
- mobile di contenimento (per quelli a pavimento in vista) dovrà essere rivestito internamente con
materiale coibente e fonoassorbente ed avere pannelli del tipo smontabile per consentire una
facile ispezione interna ed un facile accesso a tutte le parti meccaniche.
6.
VALVOLAME E VALVOLE MOTORIZZATE
Valvolame
Le valvole installate sui circuiti di acqua calda sono del tipo per funzionamento con temperatura
fino a 100°C e PN 16. Hanno corpo in ghisa sede del corpo, otturatore ed albero in bronzo.
Le valvole installate sui circuiti di acqua refrigerata sono del tipo per funzionamento con
temperatura normale e PN 16. Hanno corpo in ghisa e sede del corpo, otturatore e albero in bronzo.
Alcune valvole montate sui collettori e sulle pompe sono del tipo a flusso avviato.
Le valvole dopo la posa in opera sono state opportunamente isolate con isolamento dello stesso
32
tipo delle tubazioni su cui sono installate.
Valvole motorizzate
Sono costituite da valvole a tre vie deviatrici complete di motore elettrico.
Le valvole avranno il corpo in ghisa o in acciaio con attacchi flangiati. Sede, otturatore e stelo sono
in acciaio inox sostituibili. Le valvole sono complete di circuito di alimentazione e comando. Esse
sono state fornite e poste in opera complete di isolamento dello stesso tipo delle tubazioni ad esse
collegate e saranno dotate di valvole di by-pass.
7.
TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE ACCIAIO NERO
Le tubazioni, in acciaio nero trafilato della migliore qualità, sono sostenute mediante collettori
passanti, onde permettere la dilatazione. Attorno a tutti i tubi attraversanti pavimenti, muri, soffitti,
tramezzi sono stati forniti ed installati spezzoni di tubo zincato, detti spezzoni sono di diametro
maggiore di almeno 10 mm rispetto ai tubi o all'isolamento delle tubazioni isolate.
Per l'esecuzione dei circuiti i tubi sono del materiale, tipo e giunti riportati nelle seguenti tabelle:
Servizio
Materiale
Tipo
Tab. UNI
Acqua refrigerata e calda
acciaio
nero senza saldatura
Standard
Isolamento tubazioni
Tutti gli isolamenti per le tubazioni, il valvolame ed i collettori etc, sono conformi a quanto
specificato nella seguente tabella:
Servizio
Materiale
Spessore minimo
Acqua calda
guaina elastomerica
19 ÷ 25 mm
Acqua refrigerata
guaina elastomerica
19 ÷ 25 mm
L'isolamento deve comunque essere tale che la quantità di calore trasmesso sia non più del 15% di
quella che sarebbe trasmessa a tubo nudo.
L'isolamento per le saracinesche, le valvole etc. è di spessore non inferiore a quello dei tubi che
sono collegati con esse.
Ogni isolamento è stato applicato dopo la verniciatura della tubazione con 2 mani di minio ed è
costituito da:
- strato isolante
- finitura esterna in isogenopak e fasciatura con fascetta metallica alle testate (per i tratti posti
all’interno dell’edificio)
- finitura esterna in alluminio (per i tratti posti all’esterno e in centrale).
Gli isolamenti in vista hanno fasce di riconoscimento nelle stesse colorazioni previste per il tipo di
fluido che percorre le tubazioni.
Verniciatura tubazioni
Tutte le tubazioni sono state verniciate con 2 mani di minio antiruggine, comprese quelle isolate
termicamente.
8.
TUBAZIONI DI DISTRIBUZIONE IN RAME
QUALITA’ DEI MATERIALI
Le tubazioni in rame trafilato dovranno essere conformi alle norme UNI 5649/71 serie B pesante.
Il tubo in rame sarà di tipo cotto, stoccato in rotoli, per diametri esterni fino a 22 mm; in verghe per
diametri superiori.
Tutte le tubazioni dovranno essere marcate dall’Ente di controllo per l’individuazione della serie di
appartenenza.
MODALITA’ DI ESECUZIONE
Prima di essere posti in opera, tutti i tubi dovranno essere accuratamente puliti ed inoltre in fase di
montaggio le loro estremità libere dovranno essere protette per evitare l’intromissione accidentale di
materiali che possano in seguito provocarne l’ostruzione.
33
Per il collegamento del tubo di rame alle valvole o agli attacchi di apparecchiature, si dovranno
impiegare raccordi meccanici di tipo adatto a garantire la perfetta tenuta in funzione delle pressioni
di prova.
CONTROLLI E COLLAUDI
Prove delle reti di distribuzione
a) Prova idraulica a freddo da eseguirsi se possibile, per tratti di rete, in corso di esecuzione degli
impianti, ed in ogni caso ad impianti ultimati, prima di effettuare le successive prove descritte al
punto b). Le prove di pressione generali sugli impianti e sui vari circuiti saranno eseguiti ad una
pressione di prova non inferiore ad 1,5 volte la pressione di esercizio, lasciando il tutto sotto
pressione per 12 ore. Eventuali apparecchiature, montate sulle tubazioni, che potessero
danneggiarsi sotto tale pressione di prova, andranno preventivamente smontate ed i rispettivi
attacchi andranno chiusi con tappi filettati o flange. L’esito della prova si riterrà positivo se
nell’arco delle dodici ore non si saranno verificate perdite di pressione e non saranno state
rilevate fughe o deformazioni permanenti.
b) Prove preliminari di circolazione, di tenuta e di dilatazione con fluidi scaldanti e raffreddanti
dopo che sia stata eseguita la prova di cui alla lettera a). Il risultato della prova sarà positivo
solo quando in tutti i punti delle reti e negli apparecchi utilizzatori, il fluido arrivi alla
temperatura stabilita, quando le dilatazioni non abbiano dato luogo a fughe o deformazioni
permanenti. Tutte le prove di cui sopra dovranno essere eseguite in contraddittorio con la D.L. o
chi delegato per essa, e di ognuna sarà redatto apposito verbale. S’intende che, nonostante
l’esito favorevole delle verifiche e prove preliminari suddette, l’Appaltatore rimane responsabile
delle deficienze che abbiano a riscontrarsi in seguito, anche dopo il collaudo e fino al termine
del periodo di garanzia.
9.
ISOLAMENTO TUBAZIONI E DERIVAZIONI
QUALITA’ DEI MATERIALI
Gli isolamenti dovranno portare ben visibili i contrassegni distintivi dei circuiti di appartenenza
delle tubazioni e del tipo di fluido trasportato.
Gli spessori, se non specificati, dovranno essere conformi a quanto previsto dal D.P.R. 412/93 all.B
per il contenimento dei consumi energetici.
TABELLA COIBENTAZIONI FLUIDI
Conduttivita’ termica utile
dell’isolante
w/M°c
< 20
Diamtero esterno della tubazione
mm
20 A 39
40 A 59
60 A 79
80 A 99
≥ 100
0,030
13
19
26
33
37
40
0,032
14
21
29
36
40
44
0,034
15
23
31
39
44
48
0,036
17
25
34
43
47
52
0,038
18
28
37
46
51
56
0,040
20
30
40
50
55
60
0,042
22
32
43
54
59
64
0,044
24
35
46
58
63
69
Tabella 8
34
-
Per valori di conduttività termica utile dell’isolante differenti da quelli indicati in tabella, i
valori minimi dello spessore del materiale isolante sono ricavati per interpolazione lineare dei
dati riportati nella tabella stessa.
- I montanti verticali delle tubazioni devono essere posti al di qua dell’isolamento termico
dell’involucro edilizio, verso l’interno del fabbricato ed i relativi spessori minimi
dell’isolamento che risultano dalla tabella 8, vanno moltiplicati per 0,5.
- Per tubazioni correnti entro strutture non affacciate né all’esterno né su locali non riscaldati gli
spessori di cui alla tabella 8, vanno moltiplicati per 0,3.
N.B.
Gli spessori minimi del rivestimento, dovranno comunque rispettare i seguenti
limiti:
Linee del liquido 9 mm
Linee del gas
13 mm
MODALITA’ DI ESECUZIONE
Le guaine dovranno normalmente essere infilate; dove ciò non fosse possibile, la guaina installata
tramite taglio longitudinale, dovrà essere sigillata con apposito collante e la giunzione coperta con
adatto nastro autoadesivo.
Anche le giunzioni di testa tra le guaine dovranno essere sigillate perfettamente tramite collante.
L’esecuzione di tutte le giunzioni dovrà costituire una perfetta barriera al vapore. Il collante ed il
nastro autoadesivo utilizzati a tale scopo dovranno essere della marca e del tipo previsto dal
costruttore del materiale isolante.
L’esecuzione dell’isolamento dovrà rispettare tassativamente il manuale di montaggio della Ditta
costruttrice.
L’isolamento dovrà avere soluzione di continuità; le sezioni di inizio e di fine dovranno essere
accuratamente sigillate.
10.
UNITA’ ESTERNA MOTOCONDENSANTE (A INVERSIONE DI CICLO)
Di tipo modulare dovrà essere dotata di:
- compressore twin scroll montato su slitta per facilitarne l’estraibilità;
- tecnologia inverter e valvole modulanti ad impulso per una erogazione della potenzialità
in
base al carico effettivo;
- sistema per la gestione dell’olio;
- ventilatore per l’espulsione dell’aria di condensazione con girante di grande diametro per pale a
profilo aerodinamico per il contenimento della rumorosità;
- sezionatore di sicurezza;
- Refrigerante R410-A;
- livello sonoro 58 db(A) ad 1 metro.
11.
UNITA’ INTERNA MOTOVENTILANTE A PARETE
Caratteristiche principali:
- mobiletto in materiale plastico;
- deflettori d’aria orientabili;
- filtro d’aria sintetico lavabile;
- pannello di comando e gestione remoto (o telecomando);
- capacità di dosare la portata del refrigerante per l’ottimizzazione delle prestazioni;
- livello sonoro alla velocità media di 39 db(A) a 1 metro;
- scambiatore di calore in tubo alettato (Cu/Al);
- ventilatore centrifugo a 3 velocità;
- controllo potenza.
12.
CANALIZZAZIONI
35
La Ditta assuntrice dovrà fornire ed installare tutte le canalizzazioni metalliche, i pezzi speciali,
nonché i tratti di raccordo ai diffusori, e i relativi plenum.
La Ditta assuntrice dovrà rivestire o comunque richiudere con adatto materiale tutti i residui fori che
dovessero restare intorno alle canalizzazioni dove queste attraversino solai, pareti, o tramezzi.
Dovrà, inoltre, evitare, con opportuni accorgimenti, che siano trasmesse vibrazioni tra canali e
strutture e viceversa.
I canali dovranno essere di lamiera zincata e saranno ampiamente rinforzati in modo da non subire
deformazioni apprezzabili; dovranno, inoltre, essere sostenuti da apposite staffe convenientemente
assicurate alla struttura dell'edificio.
I canali presenteranno curve e raccordi tali da ridurre al minimo le perdite di carico e saranno
provvisti di deflettori interni dove necessario o indicato dalla Direzione dei Lavori.
Lo spessore minimo delle lamiere impiegate nella costruzione dei canali sarà:
lato maggiore del canale o diametro
spessore minimo
inferiore a 300 mm
8/10 mm
da 301 a 500 mm
10/10 mm
da 501 a 1000 mm
12/10 mm
Eventuali canali il cui lato maggiore sia superiore a 600 mm dovranno essere rinforzati
trasversalmente con angolari 25x25x3 mm posti alla distanza di m 1,20.
Tutti i canali di mandata saranno coibentati mediante materassini di lana minerale apprettata al
neoprene (in alternativa con guaine elastomeriche a cellule chiuse). Lo spessore del materassino
sarà di mm 15 nel caso di canali di sezione non superiore a 10 dmq e di mm 25 nei rimanenti casi.
La velocità dell'aria nei canali di mandata non dovrà essere superiore a 6 m/s nei primi tratti di
canalizzazione a partire dalla unità ad incasso in controsoffitto. La velocità scenderà fino a 2 m/s,
progressivamente, nelle distribuzioni secondarie.
La perdita di carico distribuita nei canali non dovrà essere superiore a 0,20 mm di c.a. per metro.
NB: in alternativa ai canali metallici e relativo rivestimento, possono essere usati canali in
poliuretano con doppio rivestimento in alluminio.
13.
CANALI FLESSIBILI
I canali flessibili serviranno per il collegamento tra canalizzazioni e terminali.
Caratteristiche principali:
- parte interna in strati di alluminio e poliestere;
- spirale in acciaio armonico;
- strato isolante in fibra di vetro (spessore 25 mm);
- parte esterna in alluminio rinforzato con poliestere.
14.
DIFFUSORI ORIZZONTALI A CONI CIRCOLARI
Caratteristiche principali:
- multidirezionali, che consentono la diffusione dell’aria dal soffitto in più direzioni;
- materiale in alluminio estruso;
- finitura anodizzata naturale;
- fissaggio con clips o con viti in vista o con molle a pressione regolabili;
- basse perdite di pressione;
- livelli sonori contenuti;
- complete di serranda di regolazione e di plenum;
- montaggio su piastra 60x60 cm.
15.
BOCCHETTE DI MANDATA
Caratteristiche principali:
- rettangolari e dotate di doppio filare dialette, orizzontale e verticale;
36
-
materiale in alluminio estruso;
finitura anodizzata naturale;
fissaggio con clips o con viti in vista o con molle a pressione regolabili;
basse perdite di pressione;
livelli sonori contenuti;
complete di serranda di regolazione e di plenum.
16.
GRIGLIE DI RIPRESA
Caratteristiche principali:
- rettangolari ad alette fisse inclinate a 45°, passo 25 mm;
- materiale in alluminio estruso;
- fissaggio con molle a pressione su controtelaio o con viti in vista;
- complete di serranda di regolazione e di plenum.
17.
GRIGLIE DI TRANSITO
Caratteristiche principali:
- rettangolari ad alette fisse inclinate a 45°, passo 20 mm;
- materiale in alluminio estruso;
- fissaggio con viti in vista.
18.
GRUPPO TERMICO A CONDENSAZIONE
Gruppo termico a condensazione, alimentato con gas metano, modulante, in versione stagna (tipo
C), per la gestione di impianti diretti e miscelati, composto da:
- corpo di scambio in acciaio inox stabilizzato al titanio;
- circuito idraulico con doppio ritorno;
- sistema di combustione premiscelato a gas metano, modulante,con bruciatore a microfiamma;
- scarico fumi/aspirazione aria Φ80, lunghezza max aspirazione+scarico 40 m;
- sonda climatica esterna;
- pannellatura in acciaio con frontale in materiale plastico
- regolazione elettronica climatica di serie.
Potenza termica nominale: 34 kW
19.
CALDAIA MURALE A CONDENSAZIONE
Caldaia murale a condensazione con bruciatore modulante per riscaldamento e produzione di acqua
calda sanitaria, composto da:
- riscaldamento e produzione a.c.s. istantanea con scambiatore a piastre integrato e coibentato;
- corpo caldaia in alluminio ad elevata superficie di scambio;
- vasca di raccolta e sifone di scarico condensa;
- ventilatore a giri variabili ed alta prevalenza;
- valvola gas elettrica a doppio otturatore con stabilizzatore di pressione;
- modulazione aria/gas continua gestita con microprocesore;
- sistema idraulico completo di circolatore ad alta prevalenza, valvola a tre vie motorizzata,
valvola di sicurezza a 3 bar, vaso di espansione da 10 litri, rubinetto di scarico, filtro, etc;
- pannello di comando con display digitale;
- attacco raccordo fumi Φ80-100.
Potenza termica nominale: 25 kW
20.
CORPI SCALDANTI
Corpi scaldanti costituiti da radiatori con tubi orizzontali in acciaio, verniciati a polveri epossidiche
con colore base bianco, completi di mensole di sostegno, viti e tasselli.
37
Corpi scaldanti costituiti da radiatori in alluminio del tipo a piastre, completi di nipples di
giunzione, tappi laterali, guarnizioni, verniciatura.
Entrambi saranno completi di: detentore e valvola ad angolo con manopola, valvolina di sfiato.
38
Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi
N. revisione
Pag. 2
DATI GENERALI DELL'ATTIVITA' PRINCIPALE
Attività: (92) Autorimessa
Individuata al punto < 92 > del DM 16/2/1982
RIFERIMENTO NORMATIVO
DECRETO DEL M.I. DEL 1 FEBBRAIO 1986.
Norme di sicurezza antincendio per la costruzione e l'esercizio di autorimesse e simili.
D.M. del 22/11/2002.
Disposizioni in materia di parcamento di autoveicoli alimentati a gas di petrolio liquefatto all'interno di
autorimesse in relazione al sistema di sicurezza dell'impianto.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 16/02/2007.
Classificazione di resistenza al fuoco di prodotti ed elementi costruttivi di opere da costruzione.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO - 9/03/2007.
Prestazioni di resistenza al fuoco delle costruzioni nelle attività soggette al controllo del Corpo nazionale
dei vigili del fuoco.
D.P.R. N° 37 DEL 12 GENNAIO 1998.
Regolamento recante disciplina dei provvedimenti relativi alla prevenzione incendi, a norma dell'articolo 20,
comma 8, delle legge 15 marzo 1997 n° 59.
DECRETO 4 MAGGIO 1998.
Disposizioni relative alle modalità di presentazione ed al contenuto delle domande per l'avvio dei
procedimenti di prevenzione incendi, nonché all'uniformità dei connessi servizi resi dai comandi provinciali
dei vigili del fuoco.
CIRCOLARE N. 9 del 5/5/1998.
D.P.R. 12 GENNAIO 1998, n° 37 - Regolamento per la disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione
incendi - Chiarimenti applicativi.
D.M. 30/11/1983.
Termini, definizioni generali e simboli grafici di prevenzione incendi.
Decreto n. 37 del 22/1/2008.
Regolamento concernente l'attuazione dell'art. 11 quartedecies, comma 13, let. a) della legge n. 248 del 2
dicembre 2005, recante riordino delle disposizioni in materia di attività di installazione degli impianti degli
edifici..
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 7 gennaio 2005.
Norme tecniche e procedurali per la classificazione ed omologazione di estintori portatili di incendio.
DECRETO del MINISTERO DELL'INTERNO del 3 novembre 2004.
Disposizioni relative all'installazione ed alla manutenzione dei dispositivi per l'apertura delle porte installate
lungo le vie di esodo, relativamente alla sicurezza in caso d'incendio.
Pag. 2 di 7
Relazione Tecnica di Prevenzione Incendi
N. revisione
Pag. 3
RELAZIONE TECNICA
La presente relazione è redatta in conformità al D.M. n. 38 del 1/2/1986.
La caserma in oggetto sarà ubicata nel comparto P.I.P. del Comune di Frattamaggiore (NA) e sarà
realizzata con elementi strutturali in conglomerato cementizio armato.
L’intero edificio si sviluppa su tre livelli .
Il piano seminterrato è destinato ad una autorimessa con numero di autoveicoli inferiore a nove;
al piano rialzato sono sistemati gli uffici;
al piano primo saranno ubicati gli alloggi per n° 1 2 militari, un alloggio per il comandante della caserma ed
altri uffici.
Le comunicazioni tra i vari livelli avverranno attraverso scale di tipo protette.
La presente relazione ha per oggetto la verifica dei criteri di sicurezza antincendio, allo scopo di tutelare
l'incolumità delle persone e salvaguardare i beni contro il rischio di incendio.
L’unica attività rilevante ai fini antincendio risulta essere l’autorimessa che dispone al massimo di 9
autovetture.
TERMINI E DEFINIZIONI
I termini le definizioni e le tolleranze adottate sono quelli di cui al D.M. 30/11/1983.
1.1. Classificazione
L'attività ai sensi della normativa in vigore viene classificata come Autorimessa con numero autoveicoli < 9.
Ubicazione
Come già anticipato l’autorimessa sarà ubicata al piano interrato di un fabbricato con due livelli fuori terra
destinati a caserma della Guardia di Finanaza.
Tale edificio avrà un’altezza antincendio pari a 5.60 m.
Elenco piani edificio dell'attività
Piano
Superficie autorimessa
(m² netti)
Superficie
aerazione (m²)
presente
Piano seminterrato
AUTORIMESSA
204
12.50
Piano seminterrato
L'attività è classificabile come “di tipo misto” in quanto l'edificio è destinato anche ad altri usi.
In relazione alla configurazione delle pareti perimetrali l'attività è di tipo chiuso.
Per quanto riguarda le caratteristiche di esercizio l'attività è di tipo non sorvegliato, in quanto non sono
previsti sistemi automatici di controllo ai fini antincendi e nemmeno sistemi di vigilanza continua durante
l'orario d'apertura:quindi la superficie specifica di parcamento è di 20 m².
In base all'organizzazione dello spazio interno, l’attività è di tipo a spazio aperto.
3.1 Isolamento
L'attività è separata da edifici adiacenti con strutture di tipo non inferiore a REI 120.
Le aperture dei locali non sono direttamente sottostanti ad aperture di locali destinati ad attività di cui ai punti
83, 84, 85, 86 e 87 del decreto ministeriale 16 febbraio 1982.
3.2 Altezza dei piani
Il punto 3.2 del D.M. 1/2/1986 prevede che l'altezza minima sia di 2.4 m.
Elenco altezze piani
Piano
Piano Interrato
AUTORIMESSA
Altezza (m)
2.90
Quota (m)
-2.10
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3.3 Superficie specifica di parcamento
Elenco mezzi consentiti e presenti (4 motoveicoli = 1 mezzo - L.C. P713/4108 sott. 22/3 del 25/7/2000)
Piano
Superficie
piano (m²)
Controlli
Piano seminterrato
AUTORIMESSA
204
Non
sorvegliata
Superficie
parcamento
(m²)
20
N. mezzi
presenti
<9
3.4.1 Strutture dei locali
I locali destinati all'attività sono realizzati con strutture non separanti non combustibili di tipo R 90.
Le strutture del solaio e di separazione con altre parti dell'edificio hanno una resistenza al fuoco non inferiore
a REI 90.
L'attività comunicherà con i piani sovrastanti attraverso una scala protetta.
3.7 Accessi
3.7.0 Ingressi
Elenco ingressi
Ingresso N.
1
Larghezza [m]
4.00
3.8 Pavimento
La pavimentazione è realizzata con materiali antisdrucciolevoli ed impermeabili.
Le soglie dei vani di comunicazione fra i compartimenti hanno un livello lievemente superiore (3-4 cm) a
quello dei pavimenti contigui per evitare spargimento di liquidi da un compartimento all'altro.
3.9 Ventilazione
3.9.0 Ventilazione naturale
L'attività ha un sistema di aerazione naturale costituito da aperture, ricavate nelle pareti esterne , disposte in
modo da consentire un efficace ricambio dell'aria nell'ambiente, nonché lo smaltimento del calore e dei fumi
di un eventuale incendio, nel computo delle superficie di aerazione verrà conteggiato anche il varco di
ingresso che disporrà di serramenti grigliati.
Al fine di assicurare un'uniforme ventilazione dei locali, le aperture di aerazione sono distribuite il più
possibile uniformemente a distanze reciproche non superiori a 40 metri.
3.9.1 Superficie di ventilazione
Le aperture di aerazione naturale hanno una superficie non inferiore a 1/25 della superficie in pianta del
compartimento.
Altezza piano = 2.90 m
Superficie piano = 204 m²
Superficie ventilazione minima = (1/25) x Superficie piano = 8.16 m²
Superficie ventilazione presente = 12.50m²
Una frazione della superficie di ventilazione non inferiore a 0.003 m² per metro quadrato di pavimento è
completamente priva di serramenti.
3.10 MISURE PER LO SFOLLAMENTO DELLE PERSONE IN CASO DI EMERGENZA
3.10.2 Vie di uscita
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L'attività è dotata di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli
occupanti l'edificio in caso di emergenza.
3.10.3 Dimensionamento delle vie di uscita
Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e
mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione.
3.10.4 Larghezza delle vie di uscita
La larghezza delle vie di uscita è multipla del modulo di uscita (0.6 m) e non inferiore a due moduli.
La misurazione delle uscite è stata eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo.
3.10.5 Ubicazione delle uscite
La posizione delle uscite è tale da consentire il raggiungimento dei luoghi sicuri con percorsi non superiori a
40 m.
MISURE PER L'EVACUAZIONE IN CASO DI EMERGENZA
L'attività è provvista di un sistema organizzato di vie di uscita per il deflusso rapido e ordinato degli occupanti
verso l'esterno.
La misurazione delle uscite è eseguita nel punto più stretto delle vie di esodo.
Le porte che si aprono verso corridoi interni utilizzati come vie di deflusso sono realizzate in modo da non
ridurre la larghezza utile dei corridoi stessi.
Tutte le uscite di sicurezza sono munite di infissi, apribili verso l'esterno e dotate di maniglioni antipanico.
Il sistema di apertura delle porte è realizzato con maniglioni antipanico, che consentiranno l'apertura delle
porte con semplice spinta esercitata dal pubblico.
I maniglioni antipanico sono installati in conformità con quanto stabilito dal D.M. 3 novembre 2004 (G.U. n.
271 del 18/11/2004), in particolare:
- i dispositivi per l'apertura delle porte installate lungo le vie di esodo sono installati in conformità alla EN 179
relativa a "Dispositivi per uscite d'emergenza azionati mediante maniglia a leva o piastra a spinta".
Sulle porte di uscita sono installati cartelli con la scritta USCITA DI SICUREZZA - APERTURA A SPINTA ad un'altezza non inferiore a due metri dal suolo.
Le uscite di sicurezza sono segnalate anche in caso di spegnimento dell'impianto di illuminazione e
mantenute sempre sgombre da materiali o da altri impedimenti che possono ostacolarne l'utilizzazione.
I locali sono dotati di un numero di uscite di sicurezza, tali da permettere la rapida evacuazione di tutti gli
occupanti l'edificio in caso di emergenza.
CALCOLO DELL'AFFOLLAMENTO E VERIFICA DELLE VIE DI ESODO
Il tipo, il numero, l'ubicazione e la larghezza delle uscite sono determinate in base al massimo affollamento,
calcolato secondo la tabella:
Densità di affollamento
- 0.1 per le autorimesse non sorvegliate
L'attività avrà, una massimo affollamento pari a:
Piano
N. persone nel piano
AUTORIMESSA
21
N. persone nei servizi del
piano
0
TOTALE (persone)
21
Capacità di deflusso
- c.d. = 37.5 per gli edifici sino a tre piani sotterranei
Si ha, la seguente necessità di moduli, derivante dal calcolo effettuato con la formula:
- moduli necessari = (max affollamento del piano) / (capacità di deflusso del piano)
Numero moduli necessari
Piano
Moduli necessari
AUTORIMESSA
1
Max affollamento
21
Capacità deflusso
37.5
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Misure in termini di moduli e di massimo affollamento consentito:
(N.B.: Per ADDUZIONE si intende lo sbocco della via di esodo, mentre per LUNGHEZZA si intende la
lunghezza del percorso di esodo fino a luogo sicuro).
Elenco uscite
Ubicazione
AUTORIMESSA
Uscita N.
1
2
Larghezza (m)
1.2
1.2
Lunghezza (m)
15
15
AUTORIMESSA
Adduzione
Luogo sicuro
Scala protetta
interna
N. moduli
2
2
N.B. Nel computo della larghezza delle uscite sono conteggiate anche le rampe di accesso.
Persone evacuabili e max affollamento ipotizzabile
Piano
N. Totale Moduli
Persone Evacuabili
AUTORIMESSA
4
150
Max Affoll. Ipotizzabile
21
La verifica dell’esodo appare abbondantemente soddisfatta.
3.10.7 SCALE
Elenco scale
Ubicazione
AUTORIMESSA
N.
Scala N. 1
Larghezza (m)
1.2
Tipologia
Interna
Protezione
protetta
Essendo l'altezza antincendio minore di 32 m, le scale sono di tipo protetto.
5 IMPIANTO ELETTRICO
Gli impianti elettrici e di messa a terra dell'attività sono realizzati in conformità alle norme di cui al D.M.
37/2008 e secondo le vigenti norme CEI.
All'atto della richiesta di sopralluogo, per il rilascio del Certificato di Prevenzione Incendi, sarà allegato alla
richiesta stessa il certificato di collaudo dell'impianto elettrico o dichiarazione di conformità.
6 MEZZI ED IMPIANTI DI ESTINZIONE DEGLI INCENDI
Le apparecchiature e gli impianti di estinzione degli incendi sono realizzati a regola d'arte.
6.2 Estintori
L'attività è dotata di un adeguato numero di estintori portatili.
Gli Estintori sono di tipo omologato dal Ministero dell'Interno ai sensi del D.M. del 7/01/2005 (Gazzetta
Ufficiale n. 28 del 4.02.2005) e successive modificazioni.
Sono distribuiti in modo uniforme nell'area da proteggere, e si trovano:
- in prossimità degli accessi
- in vicinanza di aree di maggior pericolo
Sono ubicati in posizione facilmente accessibile e visibile.
Appositi cartelli segnalatori ne facilitano l'individuazione, anche a distanza.
Caratteristiche tecniche
- disposti 1 ogni cinque autoveicoli per i primi venti autoveicoli; per i rimanenti, fino a duecento autoveicoli,
uno ogni dieci autoveicoli; oltre duecento, uno ogni venti autoveicoli
- capacità estinguente non inferiore a 21A - 89B
Elenco estintori
Piano
AUTORIMESSA
N.
3
Tipo
Polvere chimica
Classe 1
34A
Classe 2
144B
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Sono installati in particolare i seguenti cartelli:
- divieto di usare fiamme libere
- divieto di depositare sostanze infiammabili o combustibili
- divieto di eseguire riparazioni o prove motori
- divieto di parcheggiare veicoli con perdite anormali di carburante o lubrificante
- divieto di fumare
- eventuale divieto di parcheggiare autoveicoli alimentati a gas GPL
10 NORME DI ESERCIZIO
Nell'attività viene fatto divieto di:
- usare fiamme libere
- depositare sostanze infiammabili o combustibili
- eseguire riparazioni o prove di motori
- parcheggiare autoveicoli con perdite anormali di carburanti o lubrificanti
Entro l'attività viene proibito fumare con divieto scritto a caratteri ben visibili.
I pavimenti sono periodicamente lavati e i sistemi di raccolta delle acque di lavaggio sono ispezionati e puliti.
Viene consentito il parcamento di autoveicoli alimentati a gas di petrolio liquefatto secondo le disposizioni del
D.M. del 22/11/2002.
Frattamaggiore, febbraio 2012
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Il Tecnico
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