dal territorio - USL 6 Livorno

Bollettino dei rappresentanti dei
lavoratori per la sicurezza
Anno III - numero 3
quadrimestrale dicembre 2010
Toscana rls
presentazione
Dalla regione
Sicurezza in agricoltura: approvato il piano
regionale
pag 2
Sicurezza negli ambienti domestici pag 3
La radioprotezione nelle attività
sanitarie
pag 3
dossier
Salute e sicurezza nel settore della grande
distribuzione pag 4-10
DAL TERRITORIO
Comunicati dai servizi prevenzione delle
aziende USL della Toscana
pag 11-19
Lettere
pag 19
in evidenza
Un ricordo di Piero Mirabelli, minatore RLS
pag 20
Regione Toscana
Diritti Valori Innovazione Sostenibilità
Quale prevenzione per un
lavoro più sicuro?
D
esidero aprire questa presentazione con un ringraziamento a tutti coloro che
hanno contribuito alla realizzazione dei seminari territoriali che si sono svolti
quest’anno, nell’ambito del programma regionale “Il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione”.
I seminari hanno visto la partecipazione di oltre cinquecento rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), ma anche di altre figure della prevenzione aziendale
quali medici competenti, responsabili dei servizi di prevenzione e protezione (RSPP),
oltre a operatori dei servizi pubblici di prevenzione e controllo, per un totale di oltre
mille presenze. è stata un’occasione importante di approfondimento e di confronto, da
disseminare e proseguire nei luoghi di lavoro, con l’obiettivo di promuovere una sempre
maggiore collaborazione e partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione
concreta del principio della sicurezza sul lavoro. In tal senso è un nostro obiettivo anche
favorire lo sviluppo e la diffusione di “buone prassi”, di esperienze positive di gestione
della sicurezza, unitamente allo sviluppo di un sistema territoriale integrato di prevenzione ed assistenza.
Il nostro intento è infatti quello di rafforzare la cultura della sicurezza a tutti i livelli. E’
per questo che la Regione Toscana sta portando avanti un’importante azione di sensibilizzazione nei confronti dei giovani, con consistenti finanziamenti che due recenti
bandi hanno destinato alle scuole toscane di ogni ordine e grado, per la realizzazione
di progetti educativi interdisciplinari in materia di sicurezza e salute sul lavoro, con lo
scopo di far crescere l’attenzione del mondo scolastico intorno ai temi
della prevenzione, del lavoro sicuro, dell’educazione alla salute. L’auspicio è che, investendo sull’educazione dei giovani prima dell’ingresso
nel mondo del lavoro, si contribuisca ad un “cambio di mentalità” e
quindi ad una maggiore consapevolezza nei datori di lavoro e lavoratori di domani dell’importanza di lavorare in sicurezza.
Colgo l’occasione per anticiparvi un’altra iniziativa che partirà a breve.
Anche il prossimo anno un importante sforzo sarà destinato alla prevenzione degli infortuni in edilizia, settore che per frequenza e gravità
degli accadimenti costituisce una priorità a livello nazionale.
Nell’ambito delle azioni previste dal Piano nazionale di prevenzione
in edilizia, la Regione Toscana aderirà ad una campagna d’informazione e comunicazione che vedrà la fattiva partecipazione di tutti gli
attori del sistema, dagli enti e organismi pubblici preposti alla prevenzione vigilanza e controllo, alle parti sociali, agli ordini e collegi
professionali. La campagna sarà indirizzata in particolare alle figure
che hanno compiti e responsabilità sui cantieri, coinvolgendo quindi
datori di lavoro, direttori di cantiere, RSPP, ma anche i lavoratori stessi e le loro rappresentanze.
Azioni mirate riguarderanno poi specifiche problematiche che risultano con ogni evidenza strettamente connesse alla prevenzione e alla
sicurezza, come l’irregolarità del lavoro, i diritti e doveri dei lavoratori
e le tematiche connesse alla massiccia presenza di lavoratori stranieri.
Un modello di prevenzione efficace si costruisce infatti agendo sull’intero sistema del lavoro, individuandone attraverso un percorso di integrazione e condivisione, gli aspetti più fragili, quelli da correggere e
quelli da rafforzare.
Daniela Scaramuccia
Assessore al Diritto alla salute della
Regione Toscana
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2
dalla regione
Sicurezza in agricoltura: approvato il piano
regionale
è
stato approvato con decreto del 5
novembre 2010, n°5395 il piano
regionale “Azioni per la tutela della
salute e sicurezza dei lavoratori del comparto agricolo e forestale 2010/2012 “nel
quale si declinano gli impegni e obiettivi
comuni mutuati dal Piano nazionale di
prevenzione in agricoltura e selvicoltura
e quelli derivanti dal Piano sanitario regionale. Fra le attività comuni a tutte le
Regioni sono da annoverare l’implementazione quantitativa e qualitativa dell’attività di vigilanza e l’attivazione di campagne di informazione e sensibilizzazione
sulla sicurezza delle macchine e attrezzature agricole, in particolare del trattore in
considerazione del ruolo importante che
questo ha fra gli agenti di infortuni mortali del comparto. In generale nel Piano
regionale sono declinate per ogni misura di prevenzione le attività da realizzare
nel triennio di validità, con particolare
riguardo alle attività di informazione /
formazione e comunicazione, in considerazione della importante novità introdotta
dal D. lgs. 81/2008 che estende anche per
i lavoratori autonomi obblighi in materia
di sicurezza sui luoghi di lavoro, interessando così la maggior parte delle aziende
agricole toscane (e nazionali).
Sulla base poi della esperienza decennale
maturata dalla Regione Toscana con precedenti progetti dedicati a questo settore produttivo, nel Piano regionale sono
presenti anche progetti tesi ad affrontare
specifiche problematiche come nel caso di
piani mirati dedicati distintamente per il
settore forestale e per il florovivaismo o a
peculiari aspetti produttivi come nel progetto dello sviluppo della sicurezza nella
filiera bosco-legno-energia.
Il Piano è stato condiviso già in fase di
elaborazione con il Tavolo Tecnico Regionale “ Sicurezza e salute nel comparto
agricolo forestale” in cui trovano rappresentanza le principali componenti sociali e
pubbliche coinvolte in materia di sicurezza e igiene del lavoro per il comparto e i
Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende ASL della Toscana. Questa metodologia di condivisione sarà applicata anche
nel prosieguo delle fasi di realizzazione
del Piano; le aziende USL che presenteranno i piani operativi, con i quali attuare
sul territorio le attività elencate nel piano
regionale, sono infatti tenute ad operare
il più ampio coinvolgimento dei soggetti
afferenti al comparto, coinvolgendoli in
qualità di partner o collaboratori nella elaborazione e realizzazione delle specifiche
azioni. Per favorire l’incontro fra le parti e la condivisione dei piani operativi di
azienda USL si realizzerà nei primi mesi
del 2011 un Workshop nel quale oltre ad
illustrare le attività e i progetti di prossima
attuazione si individueranno i rispettivi
partner. L’impegno di condivisione della
Regione Toscana proseguirà con l’aggiornamento periodico del Tavolo Tecnico
regionale sullo stato di avanzamento del
Piano e nell’organizzare incontri specifici
per la diffusione dei risultati conseguiti.
Il Piano regionale, i piani operativi di
azienda USL e periodici report saranno
consultabili sul sito regionale all’indirizzo:
www.regione.toscana.it/sst/aree/dipartimento/index.html
Cecilia Nannicini,
Settore Prevenzione, igiene e sicurezza
sui luoghi di lavoro, Regione Toscana
3
DALLA REGIONE
Sicurezza negli ambienti domestici
G
li incidenti domestici rappresentano un fenomeno di grande
rilevanza nell'ambito dei temi legati alla prevenzione degli eventi evitabili,
e secondo quanto riporta anche il Piano
Sanitario Nazionale, un fenomeno in costante aumento.
In tal senso la Regione Toscana ha emanato la legge n. 24 del 4 febbraio 2005
riguardante le “Norme per la promozione della salute e della sicurezza negli
ambienti domestici”, che afferma che “è
compito del Servizio Sanitario Regionale programmare azioni di educazione
sanitaria e campagne informative contro
il rischio infortunistico negli ambienti
domestici, attività di formazione continua sulla valutazione ed individuazione
dei rischi presenti negli ambiti domestici,
anche attraverso iniziative che migliorino e qualifichino le attività correlate agli
obblighi delle imprese installatrici e di
manutenzione degli impianti domestici,
promuovendo la collaborazione con altri
soggetti pubblici che hanno competenza
in materia”.
Tra i vari progetti promossi e finanziati dalla Regione Toscana sulla sicurezza
negli ambienti domestici, si evidenzia
il Piano integrato di salute “Prevenzione degli infortuni e dei rischi domestici”
che ha coinvolto più soggetti istituzionali
operanti nel territorio, al fine di conseguire maggiori sinergie possibili. Per questo
motivo, hanno partecipato al progetto la
Regione Toscana, l’Azienda Sanitaria di
Firenze, l’Università degli Studi di Firenze, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Anci Toscana e il Comune di Firenze.
Si tratta di un importante ed organico lavoro a livello nazionale in tema di prevenzione degli infortuni domestici e con la
speranza che possa costituire, nel prossimo futuro, un utile riferimento per quanti,
a vario titolo, si interesseranno di questo
importante argomento.
Da questa ricerca è stato tratto il libro
“Fondamenti di Prevenzione degli incidenti domestici. Dai fattori di rischio ai
suggerimenti per la progettazione”, che
si fregia di una presentazione a firma del
Segretario Generale della Presidenza del-
la Repubblica, per conto del Presidente
della Repubblica Giorgio Napolitano, che
esprime “vivo apprezzamento per l’iniziativa promossa dalla Regione Toscana”,
descritta come “un importante ed efficace
strumento di educazione alla consapevole
valutazione dei rischi, certamente utile al
fine di salvaguardare l’integrità fisica e la
salute di chi vive e lavora in casa”.
Il testo del libro è scaricabile dal sito della
Regione Toscana all'indirizzo:
www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/
emergenza_sicurezza/visualizza_asset.
html_683454722.html
Alberto Lauretta,
Settore Prevenzione, igiene e sicurezza sui
luoghi di lavoro, Regione Toscana
La radioprotezione nelle attività sanitarie:
uscito un “manuale informativo ai fini della
radioprotezione”
N
el panorama generale dei diversi
agenti di rischio, le radiazioni ionizzanti occupano un posto particolare facendo infatti riferimento a una
legge specifica, il D.Lgs. 230/95, cui lo
stesso testo unico sulla sicurezza rimanda
esplicitamente.
La formazione e l’informazione del personale esposto al rischio da radiazioni ionizzanti rappresentano comunque, oltre che
uno specifico obbligo di legge, uno strumento fondamentale per la costruzione ed
il mantenimento di tutto il sistema della
sicurezza in questo campo, sia per quanto
riguarda gli operatori, sia i pazienti.
La Regione Toscana, tramite il coordinamento dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Careggi con il contributo delle
strutture di fisica sanitaria della regione
toscana, ha realizzato un “Manuale informativo ai fini della radioprotezione”
specificatamente rivolto agli operatori del
settore sanitario che svolgono un’attività
professionale in presenza di radiazioni ionizzanti.
Esso è realizzato su un CD-ROM che
ne consente la “lettura” su base interattiva e multimediale, ma dal quale è anche
possibile stampare la versione in formato
cartaceo.
Il contenuto è strutturato per sezioni, le
prime cinque di carattere generale relative alle basi della radioprotezione e altre
quattro costituenti la parte più originale
del manuale, relative ciascuna ai diversi
specifici settori sanitari in cui si fa uso di
radiazioni ionizzanti
L’uso delle tecniche interattive contribui-
sce ulteriormente a semplificare la lettura
e ad avvicinarsi al professionista consentendogli di meglio accedere alle parti di
proprio interesse e agli approfondimenti
che egli giudichi rilevanti.
Questo CD-ROM sarà distribuito a tutti
i lavoratori coinvolti con l’impiego delle
radiazioni ionizzanti presso le strutture
sanitarie della regione toscana, tramite le
Unità Operative di Fisica Sanitaria delle Aziende Sanitarie dal mese di aprile
2011.
Elisabetta Catani,
Settore Prevenzione, igiene e sicurezza
sui luoghi di lavoro, Regione Toscana
4
dossier - Salute e sicurezza nel settore della grande distribuzione
Introduzione
A
bbiamo voluto dedicare il dossier di questo numero al
settore lavorativo della grande distribuzione sia perché
è in espansione da un punto di vista numerico sia perché
sono sempre più numerose le denunce di malattie professionali
(soprattutto relative ai disturbi degli arti superiori) che provengono dai lavoratori di questo comparto.
Proprio per quest’ultimo motivo le ASL della Toscana hanno
previsto dei piani mirati di indagine su questo settore, alcuni dei
quali sono illustrati nelle pagine seguenti.
Il comparto “grande distribuzione” comprende i lavoratori delle grandi strutture commerciali (supermercati, ipermercati, discount) sia alimentari che non.
Chiaramente le mansioni sono diverse (cassiera, addetto all’allestimento scaffali, addetto alla vendita, banconiere, macellaio
etc), ciascuna con propri rischi specifici, ma i lavoratori della
grande distribuzione si differenziano tra loro anche per la miriade di tipologie contrattuali con la quale sono assunti ( part
time verticali e orizzontali, tempo indeterminato o determinato,
a progetto, a chiamata, interinali) oltre al fatto che molto spesso
alcuni servizi sono appaltati a cooperative o ditte esterne all’interno delle quali si ripresenta la stessa variabilità.
Questo aspetto influisce anch’esso sulla sicurezza e salute degli
addetti aggiungendo allo stress legato ai ritmi serrati di lavoro e
alla frequente precarietà anche quello di orari estremamente variabili, a volte parcellizzati, estesi ai giorni festivi che provocano
una predominanza del tempo-lavoro sul tempo-vita (famiglia
e tempo libero) con la possibile insorgenza a lungo andare di
patologie psicosociali correlate al lavoro.
Troverete un articolo sullo stress in questo settore ma gli studi
sull’argomento non sono ancora molti, certamente l’entrata in
vigore dell’obbligo di valutazione del rischio stress sui luoghi
di lavoro dovrebbe contribuire ad aumentare le conoscenze, e
quindi le misure di prevenzione, in questo campo.
Antonella Bruschi
Dipartimento di prevenzione
USL 5 Pisa
Gli infortuni sul lavoro nella “grande distribuzione”
L
a grande distribuzione, secondo la definizione ISTAT,
è identificata dalle imprese che possiedono punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, hard
discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande
superficie.
Abbiamo analizzato il fenomeno infortunistico in questo tipo
di attività, utilizzando i dati dei flussi informativi Inail-IspeslRegioni disponibili c/o il CeRIMP (Centro Regionale Infortuni
e Malattie Professionali della Regione Toscana). Si riporta di seguito una sintetica analisi degli eventi e della tipologia dei danni,
relativa agli infortuni sul lavoro denunciati in Toscana negli anni
2006-2008 e definiti positivamente dall’Inail (esclusi quelli in
itinere). Poiché il codice Ateco (classificazione delle attività economiche adottata dall’Inail e utilizzata per l’estrazione dei casi)
non permette di fare una precisa distinzione fra grande distribuzione e piccoli esercizi, abbiamo deciso di condurre l’indagine
solo su Ipermercati, Supermercati, Discount di alimentari e Grandi
magazzini (rispettivamente codici Ateco G 52.11.1, G 52.11.2,
G 52.11.3, G 52.12.1).
L’analisi condotta, che risulta dunque parziale e non esaustiva di
tutta la grande distribuzione, ci sembra però che possa fornire
un’immagine interessante del fenomeno infortunistico nelle attività economiche con questo tipo di organizzazione.
Va precisato che i dati analizzati non consentono una adeguata
ricostruzione delle dinamiche o delle cause e che non è possibile
esprimere valutazioni in merito agli indici di frequenza e di gravità del fenomeno perché non si dispone del denominatore (cioè
del numero di addetti o del numero di ore lavorate nel periodo
di riferimento). L’Osservatorio nazionale del commercio indica
che in Toscana, dal 2006 al 2008, si è verificata una crescita dei
supermercati sia in termini di esercizi che di addetti (con un calo
nel 2007), e una riduzione dei grandi magazzini e soprattutto
degli ipermercati; nel 2009 è proseguita la crescita dei supermercati, hanno ripreso i grandi magazzini mentre è continuato il
trend negativo degli ipermercati.
Nel periodo 2006-2008 gli infortuni sul lavoro riconosciuti
dall’Inail sono stati 3.888; di questi, 39 sono stati stradali, di cui
uno mortale. L’andamento nel triennio ha visto un incremento fra il 2006 ed il 2007 (+14%), seguito da una riduzione nel
2008 (-12%). La quasi totalità degli infortuni (97%) ha causato
un’invalidità temporanea, il 2% un’invalidità permanente e l’1%
è stato definito “regolare senza indennizzo”.
La distribuzione degli infortuni per genere evidenzia una ripartizione analoga fra i due sessi, con un andamento crescente per le
donne, che salgono al 55% nel 2008.
Per quanto riguarda l’età, 2 infortuni su 3 hanno coinvolto lavoratori tra 30 e 50 anni, il 21% minori di 30 anni e l’11% ultra
50enni.
La distribuzione temporale evidenzia un andamento abbastanza omogeneo sia nei mesi dell’anno sia nella settimana: lunedì,
venerdì e sabato sono i giorni in cui accadono relativamente più
infortuni pari rispettivamente al 18 e 17%, mentre la domenica
scende ovviamente (3%).
C’è una concentrazione di infortuni nelle prime ore di lavoro: il
28% nella prima ora, il 41% nelle prime due.
5
dossier - Salute e sicurezza nel settore della grande distribuzione
Dal punto di vista territoriale, il 29% degli infortuni è accaduto
nella provincia di Firenze dove si concentra, peraltro, il maggior
numero di addetti e di esercizi nella grande distribuzione, seguono Livorno (14%) e Pisa (12%), chiude Grosseto con il 4%.
Rispetto alla tipologia di esercizio, emerge una netta prevalenza degli infortuni nei supermercati (in linea con la diffusione sul
territorio di tali attività e loro numero di addetti - Osservatorio
nazionale del commercio), seguiti dagli ipermercati, dai discount
alimentari ed infine dai grandi magazzini.
Tabella 1: numero di infortuni per anno e tipologia di attività
Tipo di attività
2006
Numero infortuni per anno
2007 2008 Totale
%
Ipermercati
200
342
237
779
20%
Supermercati
955
976
922
2853
73%
Discount
46
63
67
176
5%
Grandi magazzini
35
27
18
80
2%
1236
1408
1244
3888
100%
Totale
La quasi totalità degli infortunati sono italiani (97%), solo 122
infortuni hanno coinvolto lavoratori di nazionalità straniere.
L’assenza media per infortunio è stata pari a 21,6 giorni; il 18%
ha comportato un’assenza superiore a 30 giorni.
Natura e sede della lesione
La parte del corpo che risulta più colpita è l’arto superiore e la
lesione più frequente è la ferita; la ferita della mano è il tipo di
lesione più frequente in assoluto (33%) .
L’arto inferiore è interessato prevalentemente da contusioni al
piede e lussazioni/distorsioni alla caviglia, che insieme rappresentano l’11% di tutte le lesioni.
Il 10% degli infortuni è a carico della colonna vertebrale (lesioni
da sforzo nel 30% dei casi e lussazioni/distorsioni nel 45%).
•
•
•
La lettura di questi dati, nonostante che le informazioni sulle
modalità di accadimento siano parziali e che non consentano
una ricostruzione precisa delle cause, fornisce alcuni spunti di
riflessione:
l’elevato numero di ferite alla mano, correlato all’utilizzo
di strumenti taglienti (manuali o meccanici) negli esercizi
commerciali con vendita di alimenti (fortemente rappresentati nella nostra indagine), pone dubbi sul corretto uso dei
dispositivi di protezione individuali;
le lesioni al piede e alla caviglia (contusioni, lussazioni e fratture, che complessivamente rappresentano il 13% di tutte le
lesioni) richiamano l’attenzione sia sull’uso dei dispositivi
di protezione individuali che sugli ambienti di lavoro e sulle
cadute delle persone;
l’interessamento della colonna vertebrale, in attività che
comportano movimentazioni manuali, sollevamento di carichi e posizioni scorrette suggerisce la necessità di migliorare
gli interventi di prevenzione.
Marta Dei, Francesca Tosti
Dipartimento di Prevenzione Az.USL 7 Siena
Alberto Baldasseroni, Giulia Lubrano
CeRIMP
Tabella 2: n. di infortuni per natura e sede della lesione
Natura
Ferita
Contusione
Lussazione
distorsione
Frattura
Lesioni da
altri agenti
Corpi
estranei
Lesioni
da sforzo
Altre
Totale
arto superiore
1377
363
209
84
30
9
19
6
2097
arto inferiore
46
447
298
68
3
0
5
0
867
colonna vertebrale
0
79
174
15
2
0
117
0
387
testa
75
100
0
6
24
23
0
0
228
cingolo toracico
0
70
84
2
0
0
10
0
166
parete toracica
0
50
14
21
0
0
3
0
88
collo
1
7
19
0
2
0
1
0
30
organi interni
4
5
2
1
1
0
4
0
17
Sede
6
dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi
rischi per la salute nella grande distribuzione
I
l lavoro nella grande distribuzione si caratterizza per una
molteplicità di compiti e mansioni quali: cassa, preparazione
scaffali, confezionamento frutta e verdura, preparazione carni, vendita assistita (gastronomia, panetteria/pasticceria, pescheria), scarico merci e magazzino.
I rischi alla salute, pur variando secondo il reparto e le mansioni
svolte, sono legati per la gran parte a fattori igienici ambientali,
quali l’esposizione a condizioni microclimatiche sfavorevoli, e a
fattori di tipo organizzativo ed ergonomico.
I possibili danni alla salute che ne derivano consistono in:
1. Patologie funzionali della colonna vertebrale legate alla postura fissa prolungata e/o sovraccarico meccanico.
2. Patologie organiche-degenerative a carico dei vari tratti della colonna vertebrale (artrosi, discopatie, ernia discale, ecc.)
dovute ad attività di lavoro che comporta fissità posturale
e/o trasferimento carichi.
3. Patologie articolari e periarticolari dell’arto superiore ricomprese nel termine di Cumulative Trauma Disorders (tendiniti, tenosinoviti, epicondiliti, sindrome del tunnel carpale,
ecc.) legate all’effettuazione di movimenti ripetitivi dell’arto
superiore.
La prevalenza di tali patologie nei lavoratori addetti varia con il
genere, l’età, la mansione svolta. I disturbi al rachide cervicale e
dorsale prevalgono negli addetti/e alla cassa e scaffalatura, mentre i disturbi al rachide lombare prevalgono nei maschi addetti ad
attività di movimentazione manuale dei carichi.
Altre malattie riscontrabili nei lavoratori della grande distribuzione sono:
• Dermatite eczematosa alle mani, prevalente negli addetti/e
alla scaffalatura e legata al contatto con materiali irritanti o
allergizzanti, quali ad esempio i detersivi.
Patologie oculari da affaticamento (sindrome astenopica)
che colpiscono in misura più rilevante gli addetti alla cassa,
presumibilmente in relazione alle caratteristiche d’illuminazione dei posti di lavoro e alla necessità di osservare oggetti
in continuo movimento.
Da tutto ciò emerge l’opportunità che i lavoratori dei supermercati siano sottoposti a una sorveglianza sanitaria periodica con
particolare attenzione alla valutazione delle patologie del rachide e dell’arto superiore. Tale sorveglianza sanitaria ha il duplice
scopo:
1. Individuare i soggetti affetti da patologie allo stato iniziale
in modo da permettere un’adeguata azione preventiva;
2. Individuare i soggetti affetti da patologie conclamate in
modo da adibirli a compiti lavorativi che non presentino rischi di aggravamento.
Inoltre, è necessaria un’azione di prevenzione primaria che sia
orientata verso una ristrutturazione ergonomica dei posti di lavoro (casse con spazi adeguati e sedili regolabili) e una modifica
delle modalità di svolgimento dei compiti lavorativi (alternanza
di compiti lavorativi tali da consentire pause posturali che permettano il recupero fisiologico). Per quanto riguarda la movimentazione dei pesi sono necessari l’adozione e l’uso costante
di ausili meccanici al carico e scarico merci, allo stoccaggio in
magazzino e alla scaffalatura.
Utile la dotazione di guanti leggeri in tessuto traspirante per gli
addetti alle operazioni di scaffalatura.
•
Tina Panzone
Dipartimento di prevenzione
Az. USL 3 Pistoia
Stress, percezione del rischio e dello stato di salute
in un magazzino della grande distribuzione
N
el corso del 2007 - 2008 è stata effettuata una indagine
conoscitiva in un magazzino della grande distribuzione
volta a rilevare la percezione dei lavoratori per quanto
riguarda lo stato di salute, la percezione del rischio e la valutazione del clima di sicurezza e dello stress nelle operazioni lavorative
di questo settore .
L’indagine ha richiesto varie fasi preliminari con le aziende coinvolte e con le rappresentanze dei lavoratori e RLS per organizzare la somministrazione di questionari per la rilevazione dello
stress, per la rilevazione del clima di sicurezza, ed un questionario
predisposto per capire quale fosse la percezione del rischio lavorativo. Per la somministrazione è stata scelta la modalità “autosomministrata” con supporto di personale del Dipartimento
della Prevenzione della Az. USL 11 di Empoli. I dati rilevati
dai questionari sono stati elaborati statisticamente dall’Istituto di
Psicologia della Salute dell’Università degli Studi di Firenze.
L’analisi dei questionari ha rilevato che per quanto attiene la percezione dello stato di salute il 28% del campione indagato (334
lavoratori) riferisce un peggioramento con prevalenza di sintomi legati a disturbi muscolo-scheletrici ( mal di schiena, disturbi
al cingolo scapolare e agli arti) con una lieve prevalenza di tali
sintomatologie nei lavoratori dei reparti con temperature più
sfavorevoli ; relativamente allo stress lavorativo è risultato che il
29% dei lavoratori si trova in una situazione di High strain (alta
domanda lavorativa e bassa libertà decisionale) e il 27% nella situazione di Passive (bassa domanda ma altresì basso controllo) ;
per la percezione del rischio e del clima di sicurezza si rileva uno
stretto legame con la mansione svolta dai lavoratori. A ruoli di
maggior potere e controllo corrisponde una minore percezione
del rischio come altresì ad un'elevata percezione di clima di sicurezza si associa una minore percezione del rischio lavorativo.
In conclusione si può quindi affermare di trovarsi in una situazione lavorativa complessa in cui numerosi fattori intervengono
sulla percezione dei lavoratori riguardo alla tematiche della sicurezza, del rischio lavorativo, dello stress e dello stato di salute.
A. Moggio, C. Mengozzi, S. Capaccioli
Dipartimento della Prevenzione Az. USL 11 Empoli
7
dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi
Problematiche di tutela della salute delle lavoratrici
nella grande distribuzione
T
ra i fenomeni più importanti nell’evoluzione occupazionale del terziario degli ultimi 20 anni c’è sicuramente la
forte diminuzione dei piccoli esercizi e dei relativi addetti
con la parallela crescita dell’occupazione prevalentemente femminile nella grande distribuzione. Il personale di questo comparto è caratterizzato da un gran numero di addette spesso in condizioni di lavoro a elevata incertezza: part time, lavori temporanei,
stagionali, ad hoc, spesso a bassa qualificazione professionale, a
bassi livelli retributivi. Da una indagine fatta dall’Ires del Piemonte nel marzo 2010 infatti emerge che la forte crescita occupazionale ha comportato una esplosione delle forme contrattuali
atipiche (18% di tutti i contratti esistenti) connesse in particolare con l’assunzione femminile che rappresentano mediamente il
75% del totale degli addetti. Tale caratterizzazione femminile del
lavoro in questo settore economico si è intensificata soprattutto
negli ultimi anni e un ruolo importante lo ha sicuramente avuto
l’incremento dell’utilizzo del part-time: più del 50% delle donne assunte nel 2008, sono state assunte con contratti part-time,
favoriti dal sistema di turnazione degli addetti durante gli orari
di apertura degli esercizi commerciali. Inoltre sono presenti altre
forme contrattuali atipiche di varia natura: contratti a tempo determinato (14%) le collaborazioni a progetto (6%) e l’apprendistato (6%) oltre alle prestazioni occasionali, il lavoro interinale, le
partite IVA e i contratti di inserimento che insieme raggiungono
il 12%.
Dall’analisi dell’organizzazione e delle diffuse forme contrattuali atipiche in questo settore, emerge chiaramente che uno dei
principali problemi di salute su cui porre particolare attenzione è
costituito dal fenomeno dello stress lavoro correlato, direttamente e indirettamente correlato al precariato, fino alla segnalazione
di vero e proprio mobbing come denunciato da dipendenti in
alcune catene distributive. La valutazione del rischio stress lavoro
correlato deve essere condotta necessariamente con un approccio
che tenga conto delle differenze di genere ovvero sulla base del
diverso impatto sulla salute delle costrittività organizzative tra gli
uomini (che tra l’altro hanno spesso contratti full time e con una
propria specificità professionale: magazzinieri, macellai, gestori
di negozio etc) e le donne (peraltro con situazioni lavorative più
precarie o part time, assunte in modo generico, come addette
vendita o cassiere, e con una diversa resistenza allo stress psicofisico anche in considerazione dei problemi sociali e familiari).
Anche sul versante del rischio chimico, legato per esempio all’utilizzo di prodotti chimici per le pulizie e la disinfezione, oltre che
in caso di altre esposizioni come alcuni conservanti alimentari
che hanno caratteristiche allergizzanti per le addette alla gastronomia, emergono importanti differenze di genere relativamente
alla diversa sensibilità cutanea e respiratoria tra uomini e donne:
i casi di dermatite allergica da contatto professionale sono segnalati infatti quasi esclusivamente nel personale femminile.
Altre importanti differenze di genere sono rappresentate dai rischi professionali che hanno come organo bersaglio l’apparato
muscolo-scheletrico in cui gli effetti sono differenti qualora si
tratti di uomini o di donne. I movimenti ripetitivi a carico degli
arti superiori, in particolare nelle addette alla cassa, rappresentano un fattore di rischio tipico del comparto ove la corrispondente patologia, la Sindrome da Tunnel Carpale, ha una frequenza
molto più alta tra le cassiere, circa il 30% del totale delle lavoratrici esaminate. Un altro rischio importante per l’apparato articolare, con effetti di diversa gravità a seconda del genere, è costituito dalla movimentazione manuale dei carichi che determina
una prevalenza delle patologie a carico della colonna vertebrale
e della spalla più significativa tra le lavoratrici ed in particolare
in quelle con maggiore anzianità lavorativa ed età, rispetto ai
lavoratori di pari età e anzianità lavorativa.
è importante segnalare tuttavia che verso questo comparto, di
recente riorganizzazione ma a cui non ha finora corrisposto
un’adeguata attenzione alle ricadute in tema di salute dei lavoratori e in particolare delle lavoratrici, la Regione Toscana sta
ponendo particolare attenzione tramite l’attivazione di alcuni
piani mirati di prevenzione specifici per l’analisi dei rischi e delle
possibili soluzioni.
Oriana Rossi
Dipartimento di Prevenzione USL 6 Livorno
8
dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi
il piano mirato prevenzione delle patologie
muscoloscheletriche nel comparto “grande
distribuzione” in toscana
Premessa
In tutto il mondo industrializzato sono in diminuzione le malattie
tipiche da lavoro mentre si assiste ad una sempre maggior visibilità delle malattie delle strutture ossee, articolari e tendinee da sovraccarico biomeccanico correlate a movimenti ripetitivi, alla movimentazione dei carichi e alle posture incongrue. Quanto detto è
da attribuire sia alla maggiore attenzione posta dalla medicina del
lavoro alle patologie suddette in virtù dell’evoluzione del quadro
legislativo che, a partire dal D. Lgs. 626/94, ha focalizzato su di
esse l’attenzione, sia al progredire delle tecniche diagnostiche che
ne ha consentito una più agevole individuazione.
Ciò è stato recepito dal Decreto Ministeriale del 9 aprile 2008
che ha aggiornato le tabelle delle malattie professionali, inserendovi quelle da sovraccarico biomeccanico (arto superiore e
ginocchio) e l’ernia discale lombare da vibrazioni trasmesse al
corpo intero e da movimentazione manuale dei carichi.
Considerato che nelle malattie professionali è riscontrabile una
relazione causa-effetto diretta tra un agente nocivo lavorativo e
la malattia, le patologie in questione vengono definite dall’OMS
malattie correlate al lavoro, in quanto attribuibili a cause multifattoriali e riscontrabili anche nella popolazione non esposta, dove
possono essere causate dall’invecchiamento, da attività sportive e
hobbistiche, da pregressi traumatismi, o rappresentare l’evoluzione di altre malattie in cui il ruolo dell’attività lavorativa è nullo.
Va comunque sottolineato che, pur se il lavoro agisce solo come
concausa, nella fattispecie l’INAIL riconosce la professionalità
della patologia. In questi ultimi anni sono state studiate molte
lavorazioni e quelle risultanti come tipiche lavorazioni a rischio
per gli arti superiori sono elencate in un documento di consenso
pubblicato nel 2003 sulla rivista “La Medicina del Lavoro” da cui
è estratto l'elenco di lavorazioni a rischio sotto riportato.
Descrizione del progetto
Il comparto della Grande Distribuzione rappresenta anche in Toscana, come e forse più che nel resto del paese, in virtù anche del
notevole sviluppo del sistema cooperativistico, un settore economico preminente in termini di fatturato ed occupazione con un
trend crescente anche nell’attuale congiuntura economica. In esso
si evidenziano significativi rischi e danni correlabili alla posture
di lavoro, alla movimentazione manuale dei carichi ed ai movimenti ripetitivi. I dati della letteratura e le esperienze compiute
dai servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro documentano la
presenza di problemi ergonomici rilevanti nelle attività svolte nel
comparto a cui conseguono, con relativa frequenza, patologie a
carico dell’apparato locomotore, in particolare all’arto superiore,
riconducibili all’attività lavorativa. Da notare peraltro come la
tabella sopra riportata contenga, tra le varie lavorazioni ritenute
possibile causa di patologie da sovraccarico biomeccanico, attività
svolte nelle unità della grande distribuzione quali le operazioni di
cassa al supermercato e quelle di lavorazione delle carni.
Significativa l’esperienza compiuta nella ASL di Firenze presso
la U.F. P.I.S.L.L. della Zona Sud Est, che citiamo a titolo informativo ed esemplificativo, nella quale, partendo dall’osservazione
di disturbi all’arto superiore di un’addetta ad un supermercato, si
è sviluppata un’azione che ha portato alla individuazione in altri
lavoratori dello stesso supermercato di numerose patologie, pre-
Elenco di lavorazioni a rischio presunto di sovraccarico biomeccanico degli arti (presenti per almeno 4 ore complessive in un turno di lavoro)
Lavorazioni a ritmi prefissati e/o con obiettivi di produzione
- Montaggio, assemblaggio, microassemblaggio su linea
- Preparazioni manuali, confezionamento, imballaggi, ecc. su linea
- Levigatura e/o sbavatura e/o rifinitura ecc. manuale e/o con strumenti vibranti nella lavorazione del legno, plastica, ceramica, ecc.
- Approvvigionamento e/o scarico linea o macchina (corni, frese, presse, macchine da stampa, macchine tessili, filatoi, ecc.) per il trattamento superficiale
di manufatti (in metallo, legno, resine, plastica, stoffa, ecc.)
- Operazioni di cernita, selezione con uso degli arti superiori (ad es. nell'industria ceramica, del bottone, alimentare, ecc.)
- Operazioni di taglio manuale o con taglierine elettriche, cucitura manuale o a macchina, orlatura e altre rifiniture, stiratura a mano o con presse nel
settore abbigliamento, nelle lavanderie, nell'industria calzaturiera e pelletterie, ecc.
- Lavorazione delle carni: macellazione, taglio e confezionamento
Altre lavorazioni a ritmi non vincolati ma eseguiti con continuità e/o a ritmi elevati
- Operazioni di cassa in supermercato
- Decorazione, rifinitura su tornio
Uso di martello o mazza per almeno 1/3 del turno di lavoro
Uso di badile per almeno 1/3 del turno di lavoro
Uso di attrezzi manuali che comportano uso di forza (leve, pinze, tenaglia, taglierina, raschietti, punteruoli, ecc.)
Scultura, incisione, taglio manuale di marmi, legni, pietre, metalli, ecc.
Lavorazioni con operazioni di taglio manuale (coltelli, forbici, ecc.)
Operazioni di posatura (pavimenti, tegole, ecc.)
Lavoro al videoterminale (limitatamente per i compiti di data-entry, cad-cam, grafica)
Imbiancatura, verniciatura, stuccatura, raschiatura ecc. nel trattamento di superfici
Lavorazioni con uso di strumenti vibranti quali mole, frese, martelli, scalpelli pneumatici, ecc.
Alcune lavorazioni agricole e/o di allevamento bestiame quali potatura, raccolta e cernita, tosatura, mungitura, sessatura pollame, ecc.
Meritevoli di attenzione risultano essere anche altre attività quali: musicista professionista, massofisioterapista, parrucchiere, addetti a cucine e ristorazione
collettiva, addetti alle pulizie quando l'attività sia svolta con continuità per buona parte della giornata lavorativa.
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9
dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi
valentemente di tipo infiammatorio, a carico dei distretti dell’arto superiore (spalla, gomito, polso). Ne sono scaturite denuncie
di malattia professionale all’INAIL che hanno prodotto un numero relativamente elevato di riconoscimenti. Nell’esperienza in
questione inoltre, partendo dal problema di salute evidenziato, è
stata intrapresa un’indagine ergonomica rivolta ad alcune mansioni lavorative ritenute a maggior rischio che ha permesso di
focalizzare i problemi in modo più puntuale, l’indagine si è articolata nel seguente modo:
• analisi del documento di valutazione del rischio del Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.) di un’azienda del
comparto;
• somministrazione di questionari ai lavoratori ed esecuzione di videoriprese della mansione per il calcolo dell’Indice
Check List OCRA;
• confronto dei risultati con uno studio analogo condotto
dall’Unità di Ricerca EPM (Ergonomia Postura e Movimento ) del dipartimento di Medicina del Lavoro della Clinica del Lavoro L. Devoto di Milano.
In considerazione di quanto sopra illustrato, partendo proprio
dall’esperienza appena descritta, il settore PISLL della ASL 10
di Firenze, dopo essersi confrontato con gli operatori di altre
ASL della Regione che hanno condotto esperienze analoghe, ha
proposto un progetto da sviluppare in collaborazione con le altre
realtà territoriali.
L’intervento, il cui obiettivo generale è quello di migliorare le
condizioni di lavoro nel comparto della grande distribuzione al
fine di prevenire l’insorgenza di patologie da sovraccarico biomeccanico all’arto superiore e alla colonna vertebrale, ha visto
l’adesione, insieme alla già citata ASL 10, delle ASL 3 (Pistoia),
5 (Pisa), 7 (Siena), 8 (Arezzo) e 12 (Versilia) ed è finanziato dalla
Regione Toscana come progetto di rilevanza regionale.
Il progetto, che vedrà coinvolti nella sua attuazione tecnici della
prevenzione, medici del lavoro, ingegneri ed infermieri dei servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro delle A.S.L. indicate sopra,
si articolerà sostanzialmente in due parti fondamentali:
1. studio dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro con
rilievo delle principali criticità ergonomiche utilizzando
opportune metodiche avvalendosi, ove ritenuto opportuno,
della collaborazione del centro specializzato indicato sopra
(Unità di Ricerca EPM-Milano);
2. studio delle condizioni di salute dei lavoratori del comparto
addetti ad attività comportanti disergonomie e ricerca attiva delle malattie professionali da sovraccarico biomeccanico
attraverso indagini di primo livello effettuate dal personale
sanitario delle UU.FF. P.I.S.L.L. ed approfondimenti diagnostici di secondo livello, eseguiti anche presso strutture
specialistiche del servizio pubblico, per i soggetti risultati
positivi.
I dati e le osservazioni che scaturiranno dalle azioni descritte
ai punti precedenti, condotte in un campione rappresentativo di
punti vendita e di lavoratori, verranno utilizzati per la predisposizione e la pubblicazione di indirizzi operativi regionali che conterranno gli standard minimi di riferimento per la progettazione
e la gestione dei posti di lavoro nella grande distribuzione.
L’intervento nel suo complesso avrà un’impronta prevalente di
tipo informativo-assistenziale e prevede il coinvolgimento nelle
fasi attuative dei soggetti titolari, delle organizzazioni sindacali,
dei rappresentanti dei lavoratori, dei servizi di prevenzione e protezione e dei medici competenti; questi ultimi verranno coinvolti
nel miglioramento della qualità della sorveglianza sanitaria per
la quale, come detto sopra, verranno individuati specifici percorsi
diagnostici di secondo livello all’interno della struttura pubblica.
Il progetto prevede anche momenti formativi e di addestramento
all’uso di appositi strumenti informativi degli operatori che parteciperanno alla sua realizzazione. Si prevede l’elaborazione dei
dati ricavati dalle indagini sanitarie anche con il supporto della
già citata Unità di Ricerca EPM di Milano.
In conclusione riteniamo che la buona riuscita dell’intervento
possa dipendere, oltre che dalle capacità e dal grado di preparazione degli operatori che lo condurranno, anche dall’interazione
che gli stessi riusciranno a stabilire con i soggetti coinvolti, in
questa ottica è nostra ferma convinzione che i rappresentanti dei
lavoratori possano svolgere un ruolo determinante. In particolare
siamo dell’opinione che la loro conoscenza del lavoro ed il compito di facilitatori delle relazioni con i lavoratori che potranno
garantire, illustrando il fine e il significato dell’indagine, possano assicurare che quest’ultima rispecchi le effettive e quotidiane
condizioni lavorative.
Roberto Bolognesi, Andrea Belli, Giancarla Monechi
Dipartimento di Prevenzione Az. USL 10 Firenze
Sindrome del tunnel carpale in un gruppo di lavoratori addetti
alle casse nella grande distribuzione
N
umerosi studi hanno mostrato che l’esposizione a sovraccarico ergonomico del polso in ambiente lavorativo
è correlato con lo sviluppo di sindrome del tunnel carpale (CTD). In uno studio condotto dal NIOSH è stata riscontrata un’alta prevalenza di CTD tra le cassiere dei supermercati,
in particolare a carico della spalla e del polso. Lo scopo dello
studio condotto dalla UF. PSLL di Pisa è quello di valutare tale
associazione in un gruppo di cassiere della grande distribuzione.
Tutti i lavoratori addetti alle casse in tre grandi supermercati sono stati esaminati utilizzando il questionario anamnestico
sulle patologie degli arti superiori e la scheda di valutazione clinica degli arti superiori elaborati dall’Unità di Ricerca EPM
di Milano. I soggetti positivi alle parestesie sono stati sottoposti
a elettroneurografia utilizzando un apparecchio computerizzato
portatile.
Risultati
Sono stati esaminati 135 lavoratori il 33% dei quali ha presentato
reperti elettroneurografici indicativi di CTS, tale percentuale è
molto elevata, considerando che in un campione di popolazione
generale di 6254 soggetti la prevalenza di CTS è risultata essere
del 2.1% negli uomini e del 5.3% nelle donne.
Ciò indica l’urgenza di interventi di tipo preventivo primario,
in particolare il miglioramento ergonomico delle postazioni e
la formazione del personale sulle corrette posizioni da assumere
durante il lavoro.
è inoltre importante una corretta sorveglianza sanitaria mirata
su questo tipo di patologie.
Cinzia Di Pede
Dipartimento di Prevenzione Az. USL 5 Pisa
10
dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi
Cosa può fare l’RLS?
1. Conoscere ed essere in grado di rintracciare le varie figure
della propria azienda: Responsabile del servizio prevenzione
e protezione (RSPP,) Medico competente (MC), preposti e
dirigenti
2. Leggere il documento di valutazione di rischi (DVR) anche
con l’ottica delle differenze di genere e con particolare riferimento ai rischi da stress lavoro-correlati, movimenti ripetitivi,
rischi da movimentazione manuale dei carichi, rischi chimici,
turnazioni, orari e pause di lavoro,
3. Verificare i risultati della sorveglianza sanitaria nella relazione sanitaria annuale
4. Chiedere le motivazioni del protocollo sanitario rispetto ai
rischi aziendali e verificare il significato e la periodicità degli
accertamenti integrativi proposti dal MC
5. Verificare se la cartella sanitaria e di rischio utilizzata corrisponde ai requisiti del D.Lgs 81/08
6. Chiedere incontri con il MC e RSPP su problemi specifici
compresi eventuali sopralluoghi congiunti.
7. Leggere il registro infortuni
8. Effettuare una raccolta attiva dei problemi riferiti dai compagni di lavoro con questionari ad hoc, riunioni o con altre
metodologie comunicative
9. Proporre sopralluoghi mirati per le postazioni valutate critiche dai lavoratori e lavoratrici
10. Contribuire alla eventuale scelta delle postazioni alternative
in caso di giudizio di non idoneità specifica alla mansione
dei lavoratori
Oriana Rossi
Dipartimento di Prevenzione USL 6 Livorno
Il ruolo del RLS nella grande distribuzione
I
l ruolo dell’RLS nella grande distribuzione è ampio, complesso, difficile, e
questo perché i fattori di rischio sono
innumerevoli e soprattutto sono quasi tutti derivanti dalla ricerca spasmodica della
famosa “produttività”. Le maggiori fonti
di rischio sono la Movimentazione Manuale dei Carichi, i rischi chimici e biologici delle produzioni, ecc.. Questi temi
però, sono stati già ampiamente presi in
considerazione e vorrei soffermarmi principalmente su una forma di rischio “psicofisico” che è la diversità e complessità “contrattuale”. Nel mio stesso luogo di lavoro,
la Coop e quindi la distribuzione cooperativa, ma anche in un più ampio terreno
come quello della grande distribuzione e
del commercio che vanta circa “due milioni” di lavoratori in tutta Italia, le forme
contrattuali usate sono svariate: full-time,
part-time, stagionali, a somministrazione,
giornalieri, ecc... Tutti questi titoli indicativi, andrebbero suddivisi ognuno in altri
sottogruppi come ad esempio, i part-time
a 30 ore, a 28, a 24, a 20 (si arriva perfino
a 16 ore) settimanali ed anche contratti
“week-end“. Ci vorrebbe poi un ulteriore
scomponimento, dovuto alle stagionalità,
che inevitabilmente sono proprie di questo settore ed alle quali si fa fronte con
una richiesta di estensioni contrattuali
temporanee e straordinari.
Inoltre, non dobbiamo trascurare che circa
il 70-80% dei lavoratori ha un contratto
part-time con una retribuzione media
intorno ai 6-700 euro al mese, quindi è
chiaro che non si riesce a vivere e si ricorre
ad un secondo lavoro, spesso non in regola, con tutti i problemi sociali che comporta ma soprattutto, di salute e di “stress”
psico-fisico come: la mancanza del giorno
di riposo obbligatorio (in quanto si hanno
due contratti diversi ed orari differenti), di
recupero fisico tra un turno e l’altro (spesso ci si alza di buon mattino e si torna a
casa in tarda notte) e di sollievo mentale (non avendo quasi mai la possibilità di
usufruire di uno stacco temporale tra un
lavoro e l‘altro).
Infine c’è da considerare il fatto che le
aziende sposano una politica commerciale frutto ed (allo stesso tempo) arma del
capitalismo moderno a totale carico dei
lavoratori, spesso colpendo con maggior
forza ed impatto nelle loro fasce più deboli, come: le aperture domenicali (che,
specie per i part-time e tempi determinati, sono quasi sempre obbligatorie da contratto) che comportano innumerevoli volte l’uso dell’orario spezzato nel week-end,
con conseguente privazione della propria
vita sociale.
Per farla breve, se il dato ufficiale è che in
Italia esistono più di 40 forme contrattuali
diverse, i settori della grande distribuzione e del commercio le prevedono tutte o
quasi, quindi i rischi dovuti alla MMC, ai
DPI, ecc.., di fronte alla difficoltà di un
lavoro stabile, duraturo e giustamente remunerato come il nostro, passano inevitabilmente in secondo piano. Ecco perché si
può capire quanto sia difficile il ruolo del
RLS e come esso/a si deve saper destreg-
giare su molti aspetti ed ambiti e fungere
spesso da “psicologo” nei confronti delle
richieste espresse dal singolo lavoratore.
In tutta questa complessità poi c’è anche
la componente aziendale che assicura ed
anzi, spesso incentiva un rischio ineluttabile e direi, invisibile agli occhi dello stesso
lavoratore. Infatti, almeno in questo settore, c’è da sfatare oramai in via definitiva
il motto che la “sicurezza non ha prezzo”
anzi, certo che ha un prezzo e le aziende
lo conoscono fin troppo bene.
Si taglia sulla manutenzione della struttura, dei mezzi e dell’attrezzatura, si riduce
la spesa per nuovi macchinari e per i DPI,
si spende molto meno in formazione ed
informazione verso i lavoratori, si limita il
potere decisionale e di portafoglio da parte dei preposti o dei direttori di struttura.
Inoltre, si specula sugli appalti, si cerca
sempre di essere al limite con le normative in vigore e si prendono volentieri anche sanzioni che però sono molto inferiori
all’effettiva spesa per mettersi in regola.
In conclusione, posso tranquillamente
dire che il ruolo del RLS nella grande distribuzione e del commercio diventa quasi “eroico”. Stretto tra questi due fuochi,
l’azienda poco propensa ad investire in
sicurezza ed il lavoratore intimorito dalla
propria precarietà contrattuale, l’RLS può
fare ben poco se non quello di farsi trovare
sempre presente e provare ad intervenire
prima di arrivare al vero e proprio infortunio.
Valeri Valeriano RLS Ipercoop Livorno
11
DAL TERRITORIO
Movimentazione manuale e/o con ausili
meccanici delle merci nella grande distribuzione
L’iniziativa del seminario territoriale tenutasi all’interno della rete Rls regionale,
ha posto in evidenza la posizione dell’rls
all’interno della grande distribuzione.
L’rls ha conoscenze trasversali ai diversi
comparti che ha maturato con la propria
esperienza in primis di lavoratore e che
gli ha permesso di analizzare mediante
il confronto con le altre figure quali rspp,
datore di lavoro e medico competente,
tanti aspetti inerenti la movimentazione
manuale dei carichi. Gli aspetti emersi
relativi a questa operazione che coinvolge in modo trasversale tutti i reparti
di tutti i centri appartenenti alla grande
distribuzione indipendentemente dalla
dimensione dell’ipermercato, sono relativi
alla tipologia di movimenti compiuti dai
lavoratori, dall’analisi effettuata dei rischi
correlati a tale operazione, dalla stagionalità lavorativa, dal criterio di gestione delle
turnazioni del personale, dalle procedure
interne operative adottate.
Al fine di mettere in luce queste problematiche sono stati analizzati con un focus
group reparto per reparto le criticità ed
evidenziate le procedure risolutive adot-
tate dai diversi ipermercati. L’rls evidenzia in particolare modo il rapporto stretto
con i lavoratori capi reparto che mediante
incontri programmati riportano l’analisi
dei rischi evidenziati e le linee operative
specifiche di ogni reparto. L’rls si fa portavoce di linee risolutive che mediante
la figura del’Rspp, riescono ad arrivare
all’attenzione del datore di lavoro che percepisce in questo modo le problematiche
relative allo specifico ipermercato. Le
scelte organizzative e gestionali adottate
in modo univoco e generale da la catena
di distribuzione vengono poi tradotte in
linee operative specifiche dalla elaborazione del Dvr specifico dell’ipermercato in
oggetto.
La figura del medico competente emerge
in questo settore con una certa rilevanza
in relazione a due aspetti principalmente
trattati quali movimenti ripetuti e stress
da lavoro correlato, causati essenzialmente
da problematiche di gestione delle turnazioni del personale e da ritmi lavorativi
che impongono un cambio di funzione
del lavoratore anche all’interno della stessa giornata lavorativa.
Un particolare accento viene posto sulla
criticità della stagionalità del lavoro, tale
da avere carenze formative e di continuità lavorativa che incidono negativamente
USL1
Massa
Carrara
Referente:
Gianni Trevisan
Cristina Rognini
 0585/657928
[email protected]
[email protected]
800 487328
sulla conduzione in sicurezza delle operazioni lavorative quotidiane.
L’attenzione posta dal’Rls al lavoro svolto
in condizioni di sicurezza ha portato ad un
continuo confronto con revisioni e riunioni periodiche delle procedure di sicurezza,
adottate all’interno dell’ipermercato, tali
da rendere il rapporto Rls-Rspp-Datore
di lavoro e Medico competente elemento
fondamentale.
12
DAL TERRITORIO
il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione degli infortuni e
delle malattie professionali
E’ il filo conduttore del Seminario organizzato il 22 ottobre 2010 dal Dipartimento della Prevenzione della A.USL 2
di Lucca.
L’incontro seminariale è stata l’occasione
per analizzare i ruoli ed i rapporti tra le
varie figure della prevenzione in azienda,
destinatarie del seminario stesso, quali datori di lavoro, medici competenti, responsabili e addetti dei servizi di prevenzione e
protezione aziendale, consulenti, con una
particolare attenzione per l’RLS, al fine
di favorire processi di collaborazione e di
partecipazione, essenziali per il raggiungimento di maggiori livelli di sicurezza e
salute nei luoghi di lavoro.
Le parti sociali avevano indicato nelle
“malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico lavorativo” l’argomento da approfondire durante il seminario, stante l’elevato numero di segnalazioni
come malattia professionale. Argomento
che comunque, nell’occasione del seminario, doveva ed ha rappresentato soprattutto lo “spunto” sul quale far dialogare e col-
il metodo "feedback" nel comparto
produttivo del vivaismo ornamentale
a pistoia. Il piano mirato Prevenzione
e tutela della salute in Agricoltura, vale
a dire lo studio del fenomeno infortunistico relativo all’impiego delle macchine
ed attrezzature nel comparto produttivo
del vivaismo ornamentale, ha fornito la
possibilità di sperimentare il metodo di
lavoro “Feedback” con la collaborazione
del Dipartimento della Prevenzione della Azienda USL 7 di Siena nelle persone
del Dott. Fabio Strambi e Massimo Bartalini. Tale metodo si basa sul confronto,
all’interno di un gruppo di lavoro multidisciplinare, di tutte le figure interessate al
miglioramento della sicurezza delle macchine prese in esame. In sintesi il metodo
"Feedback" si articola in questo modo:
Preliminarmente viene scelta la macchina
alla quale applicare il metodo e su di essa
si raccolgono informazioni riguardanti la
diffusione sul territorio e i settori produttivi nella quale viene utilizzata poi si
costruisce un “dossier di macchina” che
contiene: standards ed altra documentazione, comunque riferita alla definizione degli standards, dei comitati tecnici
CEN; linee guida, predisposte da organi
tecnici o strutture ed enti di ricerca (ad es.
laborare tra loro le varie figure aziendali
della prevenzione, in un percorso non solo
previsto dalla legge ma auspicabilmente
sempre più spontaneamente adottato dalle ditte, nella consapevolezza sperimentata della sua rilevanza quale strumento
privilegiato di prevenzione di tutti i rischi
presenti in azienda.
Soddisfacente il numero dei partecipanti,
rappresentate le varie figure aziendali della prevenzione con una netta prevalenza
di RLS. Presenti altresì le varie sigle sindacali, nonché altri Enti competenti in
materia di sicurezza e salute nei luoghi di
lavoro. Ampio il dibattito. Lusinghieri i
commenti quali emersi dal questionario di
gradimento, sull’interesse per gli argomenti trattati giudicati per lo più come “interessanti o molto interessanti”, come pure
la soddisfazione per come gli argomenti
stessi sono stati trattati è stata valutata con
giudizio di ”buono-ottimo”. Pure “buonaottima” è stata giudicata l’organizzazione
nonché la chiarezza ed efficacia dei relatori e la durata del seminario. Pochi i giudizi
di sola sufficienza. Non sono stati espressi
giudizi di inadeguatezza o insufficienza.
Tra le segnalazioni emerse dal questionario l’invito in prospettiva ad occuparsi
ISPESL, Regioni, Ministeri ed altri); statistiche generali sugli infortuni accaduti
durante l'uso della macchina e risultati di
specifiche analisi e ricerche condotte sulle occasioni di lavoro e sulle modalità di
accadimento degli infortuni; notifiche e
richieste di accertamenti in applicazione
della clausola di salvaguardia per la macchina oggetto della ricerca , atti di polizia
giudiziaria; informazioni reperibili presso
i costruttori; diffusione della macchina sul
territorio; libretti di uso e manutenzione
dei vari tipi di macchine prodotti dai principali costruttori; altro materiale da varie
fonti: pubblicazioni, circolari, documenti
tecnici, filmati, fotografie, ecc...
Dalle informazioni sulla diffusione nel
territorio della macchina, anche coinvolgendo i Rappresentanti dei Lavoratori
per la Sicurezza, vengono decisi gli ambiti
territoriali e le aziende ove condurre la ricerca. Le aziende devono essere coinvolte
preliminarmente e deve essere richiesta
loro la collaborazione. Si eseguono sopralluoghi conoscitivi nelle corso dei quali si
raccolgono, tramite apposite schede, informazioni su: l’azienda e sulla tipologia
produttiva (dimensione, produzione artigianale o industriale, ecc..); la quantità e
qualità delle macchine in studio presenti
USL2
Lucca
Referenti:
Roberto Taddeucci
Mauro Venturelli
0583/729470
0583/729458
 0583/729490
[email protected]
[email protected]
800 535165
anche di altri argomenti quali lo stress, la
responsabilità dell’RLS, i mezzi anticaduta, la durata dei D.P.I., la formazione ed
informazione, le sostanze pericolose, le radiazioni ottiche ed i campi magnetici, la
polvere, nonchè la opportunità di incontri
seminariali organizzati delle varie ASL
toscane distribuiti nel corso dell’anno anziché essere concentrati in due soli mesi.
Roberto Taddeucci
Dipartimento di Prevenzione
Az. USL 2 Lucca
USL3
Pistoia
Referente:
Marzia Dolfi
0572/927938/39/40
 0572/927941
[email protected]
Massimo Barbani
0573/353431
[email protected]
800 204040
13
DAL TERRITORIO
nell’azienda (costruttore, modello e tipo,
anno di costruzione, stato di manutenzione, presenza o meno dei dispositivi di
sicurezza previsti dalle norme); le caratteristiche degli ambienti ove le macchine
operano (spazi, condizioni illuminotecniche, eventuale inquinamento ambientale
da rumore, vibrazioni, microclima, sostanze chimiche; le procedure di lavoro adottate, formazione specifica dei lavoratori e
degli utilizzatori; le dinamiche di infortu-
ni sul lavoro o di mancati infortuni (incidenti che non hanno determinato danni
alle persone) dei quali si trova traccia nella
documentazione aziendale (registri degli
infortuni) o nella memoria degli utilizzatori presenti.
Nel sopralluogo si prende visione delle
modalità di uso della macchina e si raccolgono fotografie che potrebbero essere
utili per descrivere le modalità operative
nelle successive fasi dell'attività.
fare una “vera” valutazione dei rischi, specialmente le cosiddette “microimprese”,
alle quali infatti, come è stato annunciato
Il 17 novembre 2011 presso la sala del Pel- nelle conclusioni dal Dr. Aldo Fedi, nuolegrinaio Novo dell’Ospedale di Prato si è vo Direttore della U.O. Igiene e Salute
tenuto l’annuale Seminario di informazio- nei Luoghi di Lavoro di Prato, si rivolge
ne dei Rappresentanti dei lavoratori per la un piano mirato della Regione Toscana
sicurezza (RLS), promosso alla Regione che dall’anno prossimo prenderà avvio in
Toscana ed organizzato dall’azienda USL tutte le aziende USL della regione allo
4 con la collaborazione del Tavolo Tecnico scopo di fornire a queste imprese assiProvinciale sulla sicurezza. L’iniziativa ha stenza e informazione per la valutazione
riscontrato una numerosa partecipazione dei rischi. Anche la rilevazione dei casi
(oltre 130 persone) con una platea com- di malattia professionale, già complessa,
posita. Oltre ai RLS erano presenti Me- diventa ancora più difficile a causa dei
dici Competenti, professionisti, Respon- continui cambiamenti di mansioni e rosabili dei Servizi di prevenzione aziendali, tazioni dei lavoratori e della difficoltà che
sindacalisti, lavoratori e datori di lavoro. questo crea nella ricostruzione dell’espoIl Seminario ha affrontato il tema mol- sizione dei lavoratori: anche su questo
to delicato della “valutazione dei rischi tema, prenderà avvio a breve un Piano
in tempi di crisi”. Sono state presentate, Mirato promosso dalla Regione Toscana
dai RLS due ampie relazioni scaturite dai volto alla “Ricerca Attiva” delle malattie
gruppi di lavoro misti (rappresentanti dei professionali.
lavoratori medici competenti e RSPP) che
hanno preceduto e preparato il Seminario.
Le relazioni hanno sviluppato i temi, ripresi dagli interventi successivi e dalla tavola
rotonda, di come i rischi per la salute e la
sicurezza nei luoghi di lavoro possano essere accentuati a causa del periodo che sta
attraversando la nostra economia, evidenziando al contempo l’esistenza di strumenti
“buone prassi” adottate ed adottabili per
mantenere, e anche migliorare, i livelli di
sicurezza già raggiunti, soprattutto grazie al
dialogo ed alla “collaborazione” di tutte le
figure aziendali deputate alla prevenzione.
Tra i fattori in grado di aggravare i rischi
sono stati evidenziati il forte ricambio di
personale ed i cambiamenti di mansione,
le modifiche dei cicli produttivi, l’aumento dei lavoratori stranieri, oggettivamente
meno attrezzati rispetto ai problemi di
salute, nonché il fatto che la formazioneinformazione dei lavoratori e l’aggiornamento del previsto documento aziendale
della valutazione dei Rischi siano visti solo
come costi e quindi da ridurre in tutti i
modi. Insomma in questo periodo di difficoltà, le aziende fanno ancora più fatica a
Seminario RLS “La valutazione dei rischi in tempi di crisi”
Per ogni ditta si identifica, uno o più lavoratori esperti nell'uso della macchina.
Gli utilizzatori prescelti parteciperanno
al gruppo di lavoro assieme ai tecnici che
hanno preparato il dossier di macchina ed
eseguito i sopralluoghi.
Massimo Barbani
Dipartimento di Prevenzione
Az. USL 3 Pistoia
USL4
Prato
Referente:
Mauro Abbarchi
0574/435535-03
 0574/435501
[email protected]
800 554952
In figura viene riportato il manifesto pubblicitario della X conferenza
provinciale "Prevenzione, salute e
sicurezza nei luoghi di lavoro" che è
stato elaborato da Gaia Daveth della V Agr I.P.C.S.S.T.S.P.A. Francesco Datini - 1° calassificato nella sezione manifesto al concorso a premi
organizzato nel corso dell'anno scolastico 2009/2010 dalla Provincia di
Prato.
14
DAL TERRITORIO
Il seminario rivolto ai RLS svoltosi a Pisa
il 24 Novembre nell’ambito degli incontri
regionali 2010 “il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione” ha
avuto come argomento centrale i lavoratori migranti e le problematiche relative
al loro inserimento in sicurezza nei cicli
produttivi.
Il seminario è stato preceduto da un lavoro di gruppo cui hanno partecipato RLS,
Medici Competenti e RSPP di ditte con
forte incidenza di lavoratori stranieri.
Dal lavoro di gruppo sono emerse le principali criticità :
• le difficoltà linguistiche che rendono
problematica la formazione e l’informazione ma anche la raccolta di informazioni durante la visita medica;
• la ricattabilità di questi lavoratori il
cui permesso di soggiorno è legato
al contratto di lavoro e che fa sì che
accettino le postazioni e i ritmi di lavoro peggiori, che dichiarino di saper
svolgere compiti per i quali in realtà
non hanno esperienza, che al medico
competente non rivelino eventuali
problemi di salute;
• l’incertezza sulla reale identità del
lavoratore ( talvolta si assiste allo
scambio di documenti tra di loro);
• la non conoscenza delle funzio-
“La gestione e la comunicazione dei rischi per la salute e la sicurezza nel processo delle manutenzioni”.
Il 30 settembre 2010 alle ore 8,30 presso la Sala congressi dell’ Ente Livornese
Scuola Edile, via Piemonte 62 a Livorno
si è tenuto, il seminario tecnico – informativo rivolto agli RLS e a tutti i soggetti
della prevenzione nei luoghi di lavoro dal
titolo : “La gestione e la comunicazione
dei rischi per la salute e la sicurezza nel
processo delle manutenzioni” organizzato
dal Dipartimento di Prevenzione dell'Az.
USL6 di Livorno nell’ambito del progetto
RLS in Toscana: “il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione”.
E’ stata una interessante occasione per
analizzare i ruoli ed i rapporti tra le figure della prevenzione aziendale alla luce di
quanto delineato dal D. Lgs. n. 81/2008
e favorire i processi di collaborazione e
di partecipazione, essenziali al raggiungimento di maggiori livelli di sicurezza e
salute nei luoghi di lavoro.
L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con le parti sociali, sindacali e datoriali con cui è stato individuato il tema
•
ni degli enti competenti in materia
di sicurezza (PSLL, DPL, INAIL,
INPS) e dei patronati;
per alcune comunità (senegalesi, indiane) la presenza di un leader carismatico le cui istruzioni hanno più
valore di quelle impartite dal RSPP
o dal preposto.
A queste criticità si è cercato di proporre soluzioni alcune praticabili all’interno
dei luoghi di lavoro altre che necessitano
interventi di enti competenti.
I risultati del lavoro di gruppo sono stati
discussi durante il seminario all’interno
del quale è stato anche presentato il progetto di comunicazione rivolto ai lavoratori migranti iscritti nelle liste delle agenzie interinali condotto dal PSLL della
zona Valdera e recentemente conclusosi.
Tale progetto ha previsto la realizzazione di 20 incontri, con il coinvolgimento
di 133 lavoratori provenienti da 19 paesi
con una netta prevalenza (89%) di senegalesi.
Nel corso degli incontri, ai quali erano
sempre presenti mediatori culturali per
sopperire alle carenze linguistiche, era
illustrata l’organizzazione della sicurezza
nei luoghi di lavoro con particolare riferimenti al ruolo e alle funzioni di RLS,
della manutenzione. Tale argomento è
stato scelto con l’intenzione di porre particolare attenzione alle cause e agli effetti
della mancata manutenzione sulla sicurezza e salute dei lavoratori nonché ai rischi
lavorativi di chi fa manutenzione. Peraltro
la problematica delle manutenzioni è di
forte attualità anche a causa dei recenti
infortuni gravi avvenuti nel nostro territorio proprio in questo settore ed è peraltro in sintonia con la campagna Europea
2010/2011 dedicata alla Manutenzione
Sicura. Questo seminario si pone inoltre
come conclusione di un percorso formativo specifico rivolto a RLS e a preposti
o RSPP del territorio livornese, effettuato
nel corso del 2010 e finanziato dalla Provincia di Livorno, finalizzato a proporre e
indurre azioni positive utili a migliorare il
coinvolgimento e la responsabilizzazione
di tutti i soggetti interessati nel processo
delle manutenzioni.
Questa giornata è stata preceduta da un
importante lavoro di approfondimento
effettuato da alcuni gruppi di lavoro ad
hoc costituiti da una piccola ma significativa rappresentanza di RLS, medici
competenti, datori di lavoro, RSPP ecc.
USL5
Pisa
Referente:
Antonella Bruschi
0587/273669-85
 0587/273660
[email protected]
800 663310
Datore di Lavoro e Medico Competente e
le funzioni del PSLL.
Poi erano descritti i sistemi di sicurezza
delle principali attrezzature del settore
metalmeccanico, i DPI e la segnaletica di
sicurezza, il tutto con una metodologia essenzialmente visiva per ovviare ai deficit di
comprensione linguistica.
Nell’ultima parte del seminario si è parlato della ricerca attiva delle malattie professionali condotta dal settore PSLL con
alcuni progetti mirati.
Infine è stato lasciato ampio spazio agli
interventi dei RLS presenti, uno dei quali
è pubblicato sul questo bollettino nella sezione lettere.
Antonella Bruschi
Dipartimento di Prevenzione Az. USL 5 Pisa
USL6
Livorno
Referenti:
Oriana Rossi
Massimo Ughi
 0586/223966-88
 0586/223961
[email protected]
[email protected]
800 271171
Quanto emerso dal lavoro dei gruppi è
stato presentato durante il seminario con
l’obiettivo di valorizzare alcune proposte
di “buone pratiche” discusse all’interno del
gruppo.
Per informazioni sulle presentazioni potete contattare: Drssa Oriana Rossi
[email protected]
Oriana Rossi
Dipartimento di Prevenzione
Az. USL 6 Livorno
15
DAL TERRITORIO
Il seminario per RLS in provincia di
Siena
Il 19 novembre 2010 si è svolto a Siena il
Seminario “Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza in un contesto di piccola
e media impresa. Il Rappresentante Territoriale dei Lavoratori per la Sicurezza come
contributo alla partecipazione nelle micro e
piccole imprese”. Erano presenti 66 RLS
oltre a 20 rappresentanti dei sindacati e
delle imprese.
Sono stati presentati i piani mirati di intervento che verranno svolti dalle UF PISLL nei prossimi anni e gli RLS presenti
hanno riportato considerazioni e osservazioni inerenti lo svolgimento del loro ruolo. Le principali questioni segnalate sono
state:
La multiculturalità: la presenza in azienda di lavoratori di tante nazionalità diverse,
determina un problema di comprensione
della lingua che si ripercuote sull’efficacia
della formazione, in tutte le forme con le
quali viene praticata, dalle esperienze in
aula fino ai depliant informativi consegnati al lavoratore; il problema è importante e, se non affrontato adeguatamente,
può vanificare la formazione stessa.
La sicurezza in tempi di crisi economica:
la ditta che attraversa una crisi produttiva
sviluppa, rispetto alla sicurezza, un comportamento che è stato definito “da minimo di legge”, tanto da ricorrere ad es. alla
manutenzione solo quando si arriva alla
rottura della macchina, dell’impianto, del
pezzo... e anche quando la buona volontà
ci sarebbe, la mancanza di fondi frena gli
investimenti.
Ruolo, agibilità, tempi: gli RLS hanno,
specie nelle aziende più grandi, poche ore
per svolgere il loro ruolo, in particolare per
fare i sopralluoghi in tutte le sedi, come
invece sarebbe necessario, oppure per consultare il documento di valutazione dei
rischi, che gli si chiede di consultare in
azienda e spesso dopo l’orario di lavoro. Il
Datore di Lavoro non vive compiutamente il rapporto col RLS come una consultazione da cui può ottenere dei vantaggi
ma come un obbligo che minaccia la sua
autonomia decisionale. Pertanto è difficile
instaurare rapporti non conflittuali e veramente costruttivi con l’azienda e accade
spesso che le riunioni siano solo formali.
D’altro canto, anche il tentativo di interpretare un ruolo di rappresentanza dei
lavoratori è talvolta arduo, a causa della
mentalità dei lavoratori.
Meccanismi premianti: da più parti è
stato sottolineato il problema che quando
una ditta inserisce la riduzione del numero di infortuni nel meccanismo premiante
per i lavoratori, talvolta può accadere che
gli infortuni di minore gravità vengano
trasformati in malattia.
Infine, interessante è stata l’esposizione
dell’esperienza degli RLS Territoriali
OPTA (facilitata dalla presentazione di
un apposito video): queste figure (3 in
provincia di Siena) hanno svolto fin’ora
una funzione di “consulente” del datore di
lavoro, contribuendo a sensibilizzarlo nei
confronti della sicurezza, mentre è mancata una vera funzione di rappresentanza
dei lavoratori. In una parte delle aziende
il percorso di prevenzione viene costruito
insieme al datore di lavoro, mentre in altre il RLS T non viene consultato né per
il documento di valutazione dei rischi e
tanto meno per il POS. è generalizzato
inoltre il problema di comunicare con il
USL7
Siena
Referente:
Marta Dei
0577-994920
 0577/994935
[email protected]
800 354529
medico competente. Per migliorare la capacità di comunicazione, è stata proposta
l’istituzione di un forum e di una newsletter da spedire a tutte le aziende, e chiesto
uno specifico incontro con la A.USL per
concordare azioni sinergiche su specifici
piani di lavoro.
Alla giornata hanno portato il loro contributo anche un datore di lavoro e un
RSPP. Quest’ultimo (RSPP di una scuola) ha sottolineato l’importanza di formare
alla sicurezza gli studenti di oggi che domani saranno lavoratori, progettisti, consulenti, dirigenti.
Gli RLS hanno richiesto di aumentare le
occasioni di incontro fra RLS e gli altri
soggetti e di organizzare incontri per settore; rispetto ai temi da approfondire, i più
gettonati sono stati la sicurezza, lo stress
lavoro correlato, le competenze del RLS
ed i suoi rapporti con gli altri soggetti
aziendali della prevenzione.
16
DAL TERRITORIO
Strutturazione organizzativa e valutazione del rischio: ruoli e rapporti tra
RLS e le altre figure del sistema di prevenzione
Nell'ambito del seminario per RLS di
Arezzo è stato costituito un gruppo di lavoro preliminare con i soggetti della prevenzione aziendale al fine di verificare le
problematiche legate al ruolo e ai rapporti
fra i vari soggetti nel processo di valutazione del rischio che potesse costituire
una buona pratica operativa. Il gruppo è
stato costituito in collaborazione con le
associazioni datoriali, che hanno indicato
tre datori di lavoro, le associazioni sindacali, che hanno indicato tre dei quattro
RLS presenti, e l'associazione dei medici
competenti di Arezzo che ha indicato uno
dei due medici competenti.
La figura del datore di lavoro (d.d.l.) è stata ritenuta la figura centrale del sistema di
prevenzione aziendale, sia per gli aspetti
di strutturazione organizzativa, sia per gli
aspetti di valutazione dei rischi presenti in
azienda.
Tale figura, per svolgere al meglio le proprie funzioni ha necessità di una formazione adeguata, non solo sulla base di
quanto previsto dalla legge, compresi i
corsi di aggiornamento periodico, ma deve
essere supportata dalla struttura pubblica
sia attraverso il contatto diretto con i servizi di prevenzione (Sportello? e/o altro),
sia attraverso momenti di formazione
aggiuntiva concordati con le associazioni
datoriali, preferibilmente legati a piani
mirati di intervento.
Diventa indispensabile per il d.d.l. relazionarsi con gli altri soggetti a partire dal
RSPP interno o esterno, e nello stesso
tempo con i RLS e Medico Competente
(MC) .
Tale collegamento, oltre che nella fase iniziale di valutazione risulta altresì indispensabile almeno nelle situazioni in cui ci sia
modifica del processo produttivo (cambio
o introduzione di nuove sostanze o materie prime, sostituzione e/o introduzione
di macchinari) e della organizzazione del
lavoro (riguardante persone, strutture, turnazioni e orari di lavoro etc).
Lo stesso processo di raccordo va previsto
in occasione di cambiamenti normativi
(scadenze, nuovi obblighi etc)
Sotto questo profilo potrebbe risultare
particolarmente utile il raccordo con Associazioni datoriali e/o altri soggetti che
informino tempestivamente sulle nuove
normative relative all'attività di prevenzione nel mondo del lavoro.
Il Responsabile SPP per cui sono previsti
capacità e requisiti professionali interno
o esterno all'azienda, si ritiene possa costituire il vero snodo tecnico e gestionale
del sistema di prevenzione. Ruolo che si
immagina più complicato nelle situazioni
di esternalizzazione della figura.
Si è ritenuto inoltre che i flussi fra datore di lavoro e RLS debbano rappresentare il cardine del processo conoscitivo
dei rischi e pericoli presenti all'interno
dell'azienda e, nello stesso tempo, esaltarne il ruolo di rappresentanza dei lavoratori quali soggetti attivi di prevenzione.
Se ne deduce che la presenza di un RLS
correttamente individuato e adeguatamente formato, costituisca una strutturazione organizzativa indispensabile affinché il processo di prevenzione risulti più
efficace.
La formazione del rappresentante dei lavoratori a partire da quella iniziale con
una quota parte da dedicare ai rischi specifici si ritiene solo teoricamente valida
in quanto insufficiente per il ruolo svolto.
L'aspetto dell'aggiornamento annuale si
ritiene fondamentale.
Per gli aspetti di soluzione di questa criticità potrebbe pertanto valere quanto già
indicato per la figura del datore di lavoro.
Un aspetto di carattere generale, ritenuto
prerequisito fondamentale, riguarda l'autonomia del medico competente (M.C.)
che deve essere garantita dal datore di lavoro e fatta propria come prassi del medico
competente quale garanzia di imparzialità
di giudizio ossia finalizzata esclusivamente alla prevenzione degli infortuni e delle
malattie professionali.
Problematiche aperte e prospettive future
Per alcuni aspetti quali la formazione,
abbiamo già riportato delle indicazioni
di possibili miglioramenti; altri aspetti,
quali quelli legati al rappresentante dei
lavoratori territoriale, al sistema di promozione della salute e sicurezza, le ipotesi di soluzione vanno subordinate a una
analisi di dettaglio che potrebbe essere
frutto di un tavolo di lavoro permanente
che si preoccupi di proporre delle buone
pratiche dopo averne vagliato l'efficacia e
l'esportabilità rispetto ai risultati concreti,
il miglioramento dei processi in atto e la
sostenibilità economica. L'aspetto relativo alla strutturazione organizzativa si
ritiene da sviluppare e, in analogia con
quanto avviene nel nostro territorio per
aziende associate a Confindustria, di realizzare una sperimentazione per gli aspetti
del sistema di gestione, così come previsto
nell'art. 30 del D.Lgs. 81/08 anche per le
USL8
Arezzo
Referente:
G. Ezio Rotondo
055/9106438
 055/9106440
[email protected]
800 754482
aziende cosiddette microimprese che costituiscono la maggioranza delle aziende
del territorio.
Sintesi della relazione prodotta dal seguente gruppo di lavoro:
Cornioli Mauro - Martinelli Lorenzo - Selvolini Paolo - Parigi Massimo - Vannuccini
Luca - Serantoni Emanuele - Anghiari Silvia - Cerofolini Mauro - Landini Carla Mini Marco - Marletti Antonio - Rotondo
G. Ezio - Bartoli Attilio
La versione integrale della relazione può
essere richiesta al seguente indirizzo e_
mail: [email protected]
17
DAL TERRITORIO
Il giorno 26 novembre 2010 presso la sala
ex cinema di Alberese (GR) si è svolto il
seminario tecnico-informativo connesso
al progetto “Rete regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza” imperniato sul dialogo e la collaborazione come
strumenti di prevenzione in particolare
sul tema trasversale della movimentazione manuale dei carichi, valutazione del
rischio e gestione delle misure di prevenzione.
Il seminario è stato preceduto da incontri
con le associazioni sindacali, e dei datori
di lavoro dei settori economici interessati (agricoltura, industria, edilizia, ecc.),
al termine dei quali le stesse associazioni
hanno individuato le aziende in cui poter
sviluppare il tema dei rischi inerenti la
movimentazione manuale dei carichi, attraverso la promozione del dialogo tra le
figure istituzionali preposte quali datore
di lavoro o suo rappresentante, il servizio
di prevenzione e protezione aziendale, il
rappresentante dei lavoratori e il medico
competente di ogni singola impresa.
Al termine delle riunioni sono state individuate le seguenti aziende:
impianto chimico industriale “Scarlino
Energia” di Scarlino;
azienda agricola “Castello d’Albola” di
Roccastrada;
“ente Parco Regionale della Maremma” di
Alberese, Grosseto;
azienda ittica “Piscicoltura eredi di Fornaciari Argo” di Castiglione Della Pescaia;
stabilimento termale “Terme di Saturnia”
di Manciano;
azienda commerciale “Edilcommercio” di
Grosseto;
impresa edile “Arazzi di Arazzi Alessandro di Grosseto;
Alle ditte di cui sopra si è aggiunta anche
la nostra Azienda Sanitaria Locale n. 9 di
Grosseto.
Vista l’eteoregeneità delle imprese con
attività completamente diverse tra loro, al
fine di rendere il lavoro omogeneo e per
quanto possibile sviluppare il clima di
collaborazione, all’interno di ogni team
aziendale, è stato inserito un Tecnico della
Prevenzione della nostra ASL, adeguatamente preparato al fine di promuovere e
favorire il raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
Durante il seminario si sono visti i frutti
del lavoro svolto, i singoli relatori, tra cui
diversi RLS, hanno riportato le esperienze
di confronto, dialogo e collaborazione avvenute all’interno di ogni singola azienda.
Oltre alle aziende che hanno contribuito
direttamente, al seminario hanno partecipato numerosi RLS, RLST, RSPP, rappre-
utilizzo dei dispositivi di sicurezza in
auto: problema di vita e di lavoro
probabilità di rimanere coscienti dopo un
incidente stradale.
Per conoscere la situazione fiorentina dal
2003 il Dipartimento di Prevenzione della ASL 10 (Firenze) e il Dipartimento
di Sanità Pubblica dell’Università degli
Studi di Firenze hanno effettuato rilevazioni sulla percentuale d’uso delle cinture
di sicurezza nel territorio della ASL 10
(Firenze).
Nel dicembre 2003 e nel giugno 2004
sono state effettuate due campagne di
rilevazione dell’utilizzo delle cinture di
sicurezza da parte di conducenti e passeggeri di varie tipologie di veicoli in 4 punti
di rilevazione, ciascuno con caratteristiche di viabilità diverse, in 5 diverse fasce
orarie. Il periodo di osservazione per ogni
rilevazione è stato di 30’. Dal 2005 è stato
invece effettuato un monitoraggio mensile
di tale fenomeno con modalità analoghe
alle rilevazioni precedenti.
Nelle due campagne del 2003 e del 2004
sono stati presi in esame complessivamente 16175 veicoli (6788 nel primo anno e
9386 nel secondo), dei quali l’80,4% erano
In Italia nel 2007 i decessi per cause accidentali e violente sono stati 24459 e
hanno rappresentato, nel loro insieme, la
prima causa di morte tra i giovani fino a
34 anni. Tra i decessi per cause accidentali
circa 5100 sono stati causati da incidenti
stradali mentre circa 1200 da infortuni sul
lavoro. Questi ultimi sono diminuiti del
10% rispetto al 2006 ma sono aumentati
gli eventi mortali avvenuti su strada. Se si
sommano i circa 300 morti registrati per
infortuni avvenuti “in itinere” (che hanno
fatto registrare un incremento del 9,5%
rispetto al 2006), con i 342 decessi avvenuti su strada in occasione di lavoro, viene
complessivamente raggiunta la quota del
52,1% di tutti gli infortuni mortali sul lavoro verificatisi nell’anno 2007.
è noto che l’utilizzo sistematico dei dispositivi di sicurezza in auto diminuisce
sensibilmente la gravità dei danni alla
persona conseguenti a incidenti stradali
(valore stimato pari al 55%) e aumenta la
USL9
Grosseto
Referente:
Paolo Nannetti
0566/59628
055/59526
[email protected]
800 579579
sentanti delle associazioni imprenditoriali,
sindacali, professionisti e imprese della
Provincia di Grosseto.
Per gli interessati il materiale può essere
richiesto all’indirizzo
[email protected].
Paolo Nannetti
Dipartimanto di Prvenzione
Az. U.S.L. 9 di Grosseto
USL10
Firenze
Referenti:
Roberto Bolognesi
Laura Fontana
055/8451625
055/8451628
roberto.bolognesi@asf.
toscana.it
800 432270
veicoli privati, il 12,1% aziendali privati e
il 7,4% aziendali pubblici.
In Tabella 1 e nel Grafico 1 sono riportati
i dati relativi alle osservazioni mensili del
periodo 2005-2009.
18
dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi
Tabella 1. Numero di veicoli osservati nel periodo 2005-2009.
Tipologia veicolo
anno
Totale
2005
12076
2006
9834
2007
8755
2008
8007
2009
7224
45896
2478
2171
2019
2110
1972
10750
Veicolo aziendale pubblico
447
403
365
370
270
1855
Totale
15001
12408
11139
10487
9466
58501
Auto privata
Veicolo aziendale privato
L’uso dei dispositivi di sicurezza è risultato
differente per tipologia di veicolo: conducenti e passeggeri di veicoli aziendali (privati e pubblici) presentano una percentuale di utilizzo sempre minore degli utenti di
veicoli non aziendali.
Risulta pertanto necessario progettare interventi specifici per promuovere comportamenti corretti anche tra i lavoratori, che
potrebbero essere promossi sia nell’ambito
dei progetti più generali per la diffusione
di comportamenti corretti alla guida, sia
nell’ambito della gestione della sicurezza
nelle singole aziende.
Grafico 1. Utilizzo percentuale delle cinture
di sicurezza per tipologia di veicolo utilizzato
(dati complessivi dei soggetti osservati) nel
periodo 2003-2009.
Seminario del 29 Ottobre 2010
Nell’ambito del progetto regionale “Rete
Regionale dei RLS”, anche quest’anno è
stato organizzato un seminario tecnicoinformativo che si è svolto presso la Sala
Conferenze E. Chiarugi della Azienda
USL 11 di Empoli il giorno 29.10.2010.
Il seminario organizzato quest’anno, come
gli altri che si sono svolti nel periodo Settembre-Novembre 2010 in varie aree della
Toscana, aveva come obiettivi principali: la
valorizzazione del ruolo del RLS, in sintonia con quanto delineato dal D.Lgs.81/08
e la promozione di una proficua comunicazione e cooperazione tra RLS, Datore
di Lavoro, RSPP, Medico Competente
e Lavoratori, per favorire condizioni di
maggiore sicurezza in azienda.
Per l’iniziativa abbiamo sperimentato un
metodo di lavoro diverso rispetto agli anni
scorsi: il Seminario del 29.10.2010 per il
quale l’invito era stato allargato a tutte
le “figure aziendali della prevenzione”, è
stato preceduto da tavoli di confronto ai
quali è stata invitata una rappresentanza
di RLS, Medici Competenti ed RSPP,
coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali. Il tema
su cui queste figure si sono confrontate è
stato “L’importanza della partecipazione
dei lavoratori alla valutazione dei rischi,
come poter strutturare un proficuo dialogo in azienda tra il RLS e le altre figure
della prevenzione”.
Sono stati organizzati in totale cinque tavoli di confronto: tre tavoli per le figure
della prevenzione che operano nel comparto delle concerie e due tavoli per le
figure della prevenzione che operano in
aziende di vari comparti. I partecipanti ai
tavoli di confronto sono stati in totale 65
di cui:
RLS
RLST
RSPP
Medici Competenti
Consulenti
Rapp. Sindacati e Ass. Datoriali
41
1
9
9
2
6
Le osservazioni e proposte scaturite da
questi gruppi di confronto sono state presentate da tre RLS a tutti i partecipanti al
seminario generale del 29 di ottobre e su
queste è stata aperta la discussione.
Il 29 Ottobre hanno partecipato al seminario, complessivamente, 100 persone tra
cui 47 RLS, 10 Medici Competenti, 11
RSPP.
I questionari di gradimento compilati dai
partecipanti sono stati 67 e dall’elaborazione di questi è emerso che il giudizio
sull’iniziativa è stato complessivamente
positivo. E’ stato sottolineato in particolare che il seminario e le attività precedenti
sono state una utile occasione di confronto tra le varie figure della prevenzione,
giudicata da tutti come una assoluta novità. L’organizzazione di tavoli di confronto
USL11
Empoli
Referente:
Silvia Giusti
0571/704849
[email protected]
800 514236
tra un numero contenuto di persone con
ruoli diversi, ha riscosso molti consensi.
E’ emersa la richiesta da parte dei RLS di
ulteriori giornate di approfondimento su
temi specifici, organizzate per comparto,
sempre con la partecipazione delle varie figure della prevenzione. Il materiale di riepilogo con le riflessioni e proposte emerse
dal seminario sarà inoltrato ai RLS ed alle
altre figure che nelle varie aziende si
occupano di prevenzione.
Per contatti o contributi:
Silvia Giusti - Dip. Prevenzione Az. USL
11 Empoli
Tel. 0571 704849
Emanuele Marroncini - Dip. Prevenzione
Az. USL 11 Empoli
Tel. 0571 704845
19
DAL TERRITORIO
alcol nei luoghi di lavoro: un rischio
nuovo, un vecchio pericolo.
Il 4 novembre scorso presso l’Auditorium
dell’Ospedale Versilia si è svolto il seminario regionale per Rappresentanti dei
Lavoratori per la Sicurezza. L’incontro è
stato dedicato al tema della prevenzione
dei rischi alcol correlati in ambito lavorativo, a conclusione di uno specifico iter
formativo che l’azienda USL di Viareggio
ha organizzato nel corso del 2010.
Il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro ha iniziato,
su richiesta di lavoratori, nel novembre
2009 un percorso informativo e formativo
sull’alcol per RLS, datori di lavoro e medici competenti, con un obiettivo di prevenzione ambizioso: rendere i partecipanti in
grado di conoscere e riconoscere il ruolo
dell’alcol come rischio aggiuntivo per la
performance lavorativa.
Per quanto attiene ai medici competenti
l’obiettivo è stato anche quello di metterli
in grado di usare strumenti efficaci per la
valutazione delle problematiche connesse
all’uso di alcolici sui luoghi di lavoro ai
fini di una corretta gestione delle idoneità
al lavoro. Tutto quanto sopra per mettere in grado i partecipanti di predisporre e
sperimentare in azienda procedure di lavoro e regolamenti trasparenti e condivisi
da inserire nel documento di prevenzione aziendale per la gestione complessiva
del rischio alcol, con un lavoro di équipe
che coinvolga tutto lo staff di prevenzione aziendale (datore di lavoro/dirigente,
RSPP, RSL, MC).
Il percorso è stato così strutturato:
una giornata seminariale (8 ore) rivolta a
datori di lavoro, lavoratori e medici competenti a inizio giugno 2010, che ha visto
partecipare attivamente oltre 100 persone;
un corso (16 ore) in collaborazione con
esperti del Centro Alcologico Regionale
della Toscana e Ser.T. della USL 12 di
Viareggio, a cui hanno aderito complessivamente 34 medici competenti e 8 grandi
aziende con l’intero staff di prevenzione.
Le richieste di iscrizione hanno superato
la disponibilità dei posti ed è stato necessario realizzare due edizioni del corso.
Il “cuore” del seminario per RLS del 4 novembre scorso è stato il racconto delle singole esperienze e dei programmi di intervento impostati all’interno delle aziende
da parte di coloro che hanno partecipato
al percorso formativo. Hanno relazionato due RLS, un RSPP esterno che opera
anche come consulente di molte aziende
edili, lapidee ed estrattive e tre medici
competenti. Le proposte di buone pratiche aziendali e le modalità di comportamento illustrate nel corso dell’incontro saranno oggetto di diretta sperimentazione
nei prossimi mesi nei luoghi di lavoro.
Riteniamo, con il percorso formativo rea-
USL12
Viareggio
Referente:
Enrico Galileo Catelani
0584 6858807
0584 6858929
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800 235303
lizzato, di aver dato risposte ai bisogni dei
datori di lavoro, lavoratori e medici competenti e di aver contribuito ad incrementare le conoscenze sull’argomento alcol,
fornendo strumenti di valutazione e gestione del rischio in accordo con i principi
etici e gli indirizzi scientifici più avanzati.
Le attività attualmente in sviluppo nelle
aziende “test” saranno oggetto di monitoraggio da parte del servizio di PISLL e
le procedure che si andranno a dimostrare
efficaci costituiranno materiale utilizzabile
per la gran parte delle aziende con rischi
alcol correlati, cioè con mansioni previste
dall’allegato alla legge 125/2001.
Lucia Bramanti
Dipartimento di Prevenzione Az.
USL 12 Viareggio
Lettere
Pubblichiamo uno stralcio dell’intervento
fatto da un RLS nel corso del Seminario
svoltosi a Pisa ricordando a chi fosse interessato che è possibile richiedere la versione completa scrivendo a: a.bruschi@usl5.
toscana.it
Lavoratori migranti in una ditta metalmeccanica della Valdera
Sono RLS della Piaggio, grossa azienda
metalmeccanica della valdera, nel periodo
di maggior richiesta produttiva, da marzo
a luglio, entrano in azienda molti lavoratori con contratto a termine (circa 600),
tra questi alcuni sono stranieri. Il problema che emerge con i lavoratori stranieri è
spesso il sapere poco l'italiano e non avere
il coraggio di dire non ho capito. Purtroppo molti di loro sono ricattabili con il permesso di soggiorno che e' legato al posto
di lavoro, quindi se hanno un problema
relativo al lavoro, spesso non hanno il coraggio di esporlo, questo comunque vale
anche per i precari italiani.
Come rls voglio evidenziare che in piaggio
viene fatto poco addestramento e formazione ai lavoratori, sia italiani che stranieri, bastano pochi minuti di addestramento
per poi lasciarli da soli a tenere la cadenza
della produzione, questo porta spesso i lavoratori a lavorare in modo sbagliato pur
di farcela subito sforzando gli arti superiori, infatti constatiamo che i lavoratori
prima si ammalavano dopo molti anni di
lavoro, adesso manifestano disturbi dopo
pochi anni di lavoro.
La piaggio non ha tenuto conto delle richieste degli rls, relative alla sostituzione di avvitatori che danno il contraccolpo
o che sono pesanti perchè gli avvitatori
con la batteria incorporata oltre che dare
un forte contraccolpo sono pesanti e danneggiano i lavoratori, spesso i materiali da
montare vengono sostituiti con materiale
peggiore più duro e per montarlo i lavoratori devono cercare con l'uso di grasso
o scaldandolo con lampade di riuscire a
montarlo, ci sono materiali come le ruote,
gli sterzi, le marmitte, che sono pesanti ed
i lavoratori devono montare a braccia senza l'aiuto di paranchi.
Da circa 2 anni ad oggi ho seguito personalmente 65 lavoratori dipendenti piaggio
che hanno problemi agli arti superiori, alla
colonna, di ipoacusia, ecc., questi lavoratori hanno richiesto il riconoscimento di
malattia professionale all'inail e la maggior parte di loro lo ha ottenuto.
Come RLS segnalo anche il mancato rispetto da parte dell’azienda dell’accordo
integrativo aziendale firmato nel 2009 al
capitolo sicurezza: gli rls (dice l'integrativo) hanno un ruolo importante e devono
essere coinvolti maggiormente per trovare
la soluzione ai problemi individuati con
l'apporto di esperti concordemente scelti
che abbiano conoscenza degli argomenti
trattati. Questo coinvolgimento manca
per tutte le decisioni importanti.
Bellagamba Antonella
rls rsu fiom in piaggio
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in evidenza
Un ricordo di Pietro Mirabelli, minatore e RLS
Pietro Mirabelli era un minatore, uno di
quelli che scavano gallerie; lavoro difficile, duro, pericoloso. Lavoro itinerante, a
termine. Quando la galleria è finita bisogna andare a cercarne una nuova da iniziare, altro luogo, spesso altra ditta, altri
compagni di lavoro, comunque sempre
lontano da casa e dalla propria terra.
Pietro Mirabelli era anche un rappresentante dei lavoratori (RLS), ruvido e
testardo come ci si può immaginare un
calabrese o un montanaro e lui era calabrese e montanaro, veniva da Pagliarelle,
una frazione di Petilia Policastro abbarbicata sulle falde della Sila.
Pietro Mirabelli lo abbiamo conosciuto
quando è venuto a lavorare sull’alta velocità, faceva capo al campo base “Carlone” e di mestiere faceva il lancista* alla
galleria Vaglia, nelle viscere di Monte
Morello.
Pietro Mirabelli ha lottato con le unghie
con i denti per la sicurezza sul lavoro in
galleria ma non solo, ha lottato anche per
la dignità, contro la silicosi e per turni
più umani, perché la persona non è una
macchina che puoi usare come vuoi fino a
quando non si rompe. A Pagliarelle aveva voluto una piazza ed un monumento
per i minatori e tutti gli anni d’agosto,
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quando i minatori tornano per le ferie
aveva voluto una festa.
Ruvido e testardo anche con i lavoratori ed anche con noi, anche se sapeva
che eravamo li apposta per verificare il
rispetto delle norme e delle misure di salute e sicurezza..
Pietro Mirabelli si è sempre esposto in
prima persona, era diventato la pecora
nera, quello dal quale ci si possono aspettare grane e conflitti sindacali, lui l’RLS
cercava di farlo davvero e con passione,
era scomodo.
La galleria Vaglia è terminata, oggi ci si
passa con il Frecciarossa per andare a
Bologna e tutte le volte che mi capita di
percorrere quel lungo budello di 19 chilometri sto incollato al finestrino e nel
buio nero ricordo, quasi metro per metro,
mentre il fronte lentamente avanzava,
fatti, storie, volti di tanti che ho conosciuto, momenti belli e drammatici.
La galleria Vaglia è terminata e Pietro
se n’era andato. L’avevo rivisto qualche
mese addietro in un cantiere della Variante Autostradale di Valico, ci eravamo
salutati, lui aveva abbozzato un mezzo
sorriso ma mi era parso più serio e triste.
Il 22 di settembre ero al lavoro quando
è arrivata la notizia e al momento non
pareva vero, possibile: Pietro era morto
in qualche punto sotto il monte Ceneri
in Svizzera, Canton Ticino mentre la-
vorava per la realizzazione della linea ad
alta velocità.
Poi, man mano che passavano le ore i
particolari che si aggiungevano: amareggiato, si sentiva solo, così si era sfogato
con un amico, il turno di notte, al fronte,
il distacco di un masso dalla volta della
galleria, la morte sotto i ferri mentre tentavano inutilmente di riacciuffarlo.
Il 26 settembre ci siamo rivisti in diversi
a Pagliarelle, tanto dolore, tanti occhi lucidi, strette di mano, dignità di tante parole non dette o sottintese, in quella sua
piazza le parole di circostanza di qualche
autorità e lui, solo nella bara con la sua
vita di 54 anni stroncata. Tre figli, di cui
uno, minatore come lui ed una donna
oggi vedova.
Ciao Pietro.
Alessandro Muller,
Tecnico della Prevenzione
a nome di tutti gli operatori del Settore
PISLL che hanno avuto modo di
conoscere Mirabelli e confrontarsi con lui.
il lancista è l’operatore che tramite una
macchina particolare proietta il cemento
sulle pareti appena scavate, per evitare
crolli in attesa di riprendere lo scavo o di
consolidare ulteriormente il terreno.
*
Nel prossimo numero parleremo di….
Nel dossier del prossimo numero affronteremo il tema dei rischi psicosociali.
In una recente circolare ministeriale sono state pubblicate le indicazioni per la valutazione
dello stress lavoro-correlato elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la
salute e sicurezza sul lavoro, la valutazione del rischio psicosociale è di fatto obbligatoria
per tutte le aziende dal 1 Gennaio 2011. L’argomento è molto articolato e il nostro contributo non potrà certo essere esaustivo, chiediamo come sempre la vostra collaborazione
anche sotto forma di quesiti su particolari aspetti che desiderate vedere approfonditi.
alcuni indirizzi web
sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro
www.sicurezzaonline.it: il vortal della sicurezza
http://guide.supereva.it/salute_e_sicurezza_sul_lavoro/ la guida gestita dall’Avv.Dubini
http://www.medlav.unimo.it/ov/ rischi lavorativi in ambiente ospedaliero
www.parapetto.it portale/blog senza scopo di lucro
www. prevenzionecantieri.it
Realizzato dall’Azienda Usl n.5 di Pisa con la
collaborazione di tutte le Aziende Usl della Toscana
www.regione.toscana.it