Bollettino dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza Anno III - numero 3 quadrimestrale dicembre 2010 Toscana rls presentazione Dalla regione Sicurezza in agricoltura: approvato il piano regionale pag 2 Sicurezza negli ambienti domestici pag 3 La radioprotezione nelle attività sanitarie pag 3 dossier Salute e sicurezza nel settore della grande distribuzione pag 4-10 DAL TERRITORIO Comunicati dai servizi prevenzione delle aziende USL della Toscana pag 11-19 Lettere pag 19 in evidenza Un ricordo di Piero Mirabelli, minatore RLS pag 20 Regione Toscana Diritti Valori Innovazione Sostenibilità Quale prevenzione per un lavoro più sicuro? D esidero aprire questa presentazione con un ringraziamento a tutti coloro che hanno contribuito alla realizzazione dei seminari territoriali che si sono svolti quest’anno, nell’ambito del programma regionale “Il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione”. I seminari hanno visto la partecipazione di oltre cinquecento rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza (RLS), ma anche di altre figure della prevenzione aziendale quali medici competenti, responsabili dei servizi di prevenzione e protezione (RSPP), oltre a operatori dei servizi pubblici di prevenzione e controllo, per un totale di oltre mille presenze. è stata un’occasione importante di approfondimento e di confronto, da disseminare e proseguire nei luoghi di lavoro, con l’obiettivo di promuovere una sempre maggiore collaborazione e partecipazione di tutti i soggetti coinvolti nella realizzazione concreta del principio della sicurezza sul lavoro. In tal senso è un nostro obiettivo anche favorire lo sviluppo e la diffusione di “buone prassi”, di esperienze positive di gestione della sicurezza, unitamente allo sviluppo di un sistema territoriale integrato di prevenzione ed assistenza. Il nostro intento è infatti quello di rafforzare la cultura della sicurezza a tutti i livelli. E’ per questo che la Regione Toscana sta portando avanti un’importante azione di sensibilizzazione nei confronti dei giovani, con consistenti finanziamenti che due recenti bandi hanno destinato alle scuole toscane di ogni ordine e grado, per la realizzazione di progetti educativi interdisciplinari in materia di sicurezza e salute sul lavoro, con lo scopo di far crescere l’attenzione del mondo scolastico intorno ai temi della prevenzione, del lavoro sicuro, dell’educazione alla salute. L’auspicio è che, investendo sull’educazione dei giovani prima dell’ingresso nel mondo del lavoro, si contribuisca ad un “cambio di mentalità” e quindi ad una maggiore consapevolezza nei datori di lavoro e lavoratori di domani dell’importanza di lavorare in sicurezza. Colgo l’occasione per anticiparvi un’altra iniziativa che partirà a breve. Anche il prossimo anno un importante sforzo sarà destinato alla prevenzione degli infortuni in edilizia, settore che per frequenza e gravità degli accadimenti costituisce una priorità a livello nazionale. Nell’ambito delle azioni previste dal Piano nazionale di prevenzione in edilizia, la Regione Toscana aderirà ad una campagna d’informazione e comunicazione che vedrà la fattiva partecipazione di tutti gli attori del sistema, dagli enti e organismi pubblici preposti alla prevenzione vigilanza e controllo, alle parti sociali, agli ordini e collegi professionali. La campagna sarà indirizzata in particolare alle figure che hanno compiti e responsabilità sui cantieri, coinvolgendo quindi datori di lavoro, direttori di cantiere, RSPP, ma anche i lavoratori stessi e le loro rappresentanze. Azioni mirate riguarderanno poi specifiche problematiche che risultano con ogni evidenza strettamente connesse alla prevenzione e alla sicurezza, come l’irregolarità del lavoro, i diritti e doveri dei lavoratori e le tematiche connesse alla massiccia presenza di lavoratori stranieri. Un modello di prevenzione efficace si costruisce infatti agendo sull’intero sistema del lavoro, individuandone attraverso un percorso di integrazione e condivisione, gli aspetti più fragili, quelli da correggere e quelli da rafforzare. Daniela Scaramuccia Assessore al Diritto alla salute della Regione Toscana 50x70_LOC_PREVEDILIZIA.indd 1 09/11/10 15:44 2 dalla regione Sicurezza in agricoltura: approvato il piano regionale è stato approvato con decreto del 5 novembre 2010, n°5395 il piano regionale “Azioni per la tutela della salute e sicurezza dei lavoratori del comparto agricolo e forestale 2010/2012 “nel quale si declinano gli impegni e obiettivi comuni mutuati dal Piano nazionale di prevenzione in agricoltura e selvicoltura e quelli derivanti dal Piano sanitario regionale. Fra le attività comuni a tutte le Regioni sono da annoverare l’implementazione quantitativa e qualitativa dell’attività di vigilanza e l’attivazione di campagne di informazione e sensibilizzazione sulla sicurezza delle macchine e attrezzature agricole, in particolare del trattore in considerazione del ruolo importante che questo ha fra gli agenti di infortuni mortali del comparto. In generale nel Piano regionale sono declinate per ogni misura di prevenzione le attività da realizzare nel triennio di validità, con particolare riguardo alle attività di informazione / formazione e comunicazione, in considerazione della importante novità introdotta dal D. lgs. 81/2008 che estende anche per i lavoratori autonomi obblighi in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, interessando così la maggior parte delle aziende agricole toscane (e nazionali). Sulla base poi della esperienza decennale maturata dalla Regione Toscana con precedenti progetti dedicati a questo settore produttivo, nel Piano regionale sono presenti anche progetti tesi ad affrontare specifiche problematiche come nel caso di piani mirati dedicati distintamente per il settore forestale e per il florovivaismo o a peculiari aspetti produttivi come nel progetto dello sviluppo della sicurezza nella filiera bosco-legno-energia. Il Piano è stato condiviso già in fase di elaborazione con il Tavolo Tecnico Regionale “ Sicurezza e salute nel comparto agricolo forestale” in cui trovano rappresentanza le principali componenti sociali e pubbliche coinvolte in materia di sicurezza e igiene del lavoro per il comparto e i Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende ASL della Toscana. Questa metodologia di condivisione sarà applicata anche nel prosieguo delle fasi di realizzazione del Piano; le aziende USL che presenteranno i piani operativi, con i quali attuare sul territorio le attività elencate nel piano regionale, sono infatti tenute ad operare il più ampio coinvolgimento dei soggetti afferenti al comparto, coinvolgendoli in qualità di partner o collaboratori nella elaborazione e realizzazione delle specifiche azioni. Per favorire l’incontro fra le parti e la condivisione dei piani operativi di azienda USL si realizzerà nei primi mesi del 2011 un Workshop nel quale oltre ad illustrare le attività e i progetti di prossima attuazione si individueranno i rispettivi partner. L’impegno di condivisione della Regione Toscana proseguirà con l’aggiornamento periodico del Tavolo Tecnico regionale sullo stato di avanzamento del Piano e nell’organizzare incontri specifici per la diffusione dei risultati conseguiti. Il Piano regionale, i piani operativi di azienda USL e periodici report saranno consultabili sul sito regionale all’indirizzo: www.regione.toscana.it/sst/aree/dipartimento/index.html Cecilia Nannicini, Settore Prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, Regione Toscana 3 DALLA REGIONE Sicurezza negli ambienti domestici G li incidenti domestici rappresentano un fenomeno di grande rilevanza nell'ambito dei temi legati alla prevenzione degli eventi evitabili, e secondo quanto riporta anche il Piano Sanitario Nazionale, un fenomeno in costante aumento. In tal senso la Regione Toscana ha emanato la legge n. 24 del 4 febbraio 2005 riguardante le “Norme per la promozione della salute e della sicurezza negli ambienti domestici”, che afferma che “è compito del Servizio Sanitario Regionale programmare azioni di educazione sanitaria e campagne informative contro il rischio infortunistico negli ambienti domestici, attività di formazione continua sulla valutazione ed individuazione dei rischi presenti negli ambiti domestici, anche attraverso iniziative che migliorino e qualifichino le attività correlate agli obblighi delle imprese installatrici e di manutenzione degli impianti domestici, promuovendo la collaborazione con altri soggetti pubblici che hanno competenza in materia”. Tra i vari progetti promossi e finanziati dalla Regione Toscana sulla sicurezza negli ambienti domestici, si evidenzia il Piano integrato di salute “Prevenzione degli infortuni e dei rischi domestici” che ha coinvolto più soggetti istituzionali operanti nel territorio, al fine di conseguire maggiori sinergie possibili. Per questo motivo, hanno partecipato al progetto la Regione Toscana, l’Azienda Sanitaria di Firenze, l’Università degli Studi di Firenze, il Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, Anci Toscana e il Comune di Firenze. Si tratta di un importante ed organico lavoro a livello nazionale in tema di prevenzione degli infortuni domestici e con la speranza che possa costituire, nel prossimo futuro, un utile riferimento per quanti, a vario titolo, si interesseranno di questo importante argomento. Da questa ricerca è stato tratto il libro “Fondamenti di Prevenzione degli incidenti domestici. Dai fattori di rischio ai suggerimenti per la progettazione”, che si fregia di una presentazione a firma del Segretario Generale della Presidenza del- la Repubblica, per conto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, che esprime “vivo apprezzamento per l’iniziativa promossa dalla Regione Toscana”, descritta come “un importante ed efficace strumento di educazione alla consapevole valutazione dei rischi, certamente utile al fine di salvaguardare l’integrità fisica e la salute di chi vive e lavora in casa”. Il testo del libro è scaricabile dal sito della Regione Toscana all'indirizzo: www.regione.toscana.it/regione/export/RT/sito-RT/Contenuti/sezioni/ emergenza_sicurezza/visualizza_asset. html_683454722.html Alberto Lauretta, Settore Prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, Regione Toscana La radioprotezione nelle attività sanitarie: uscito un “manuale informativo ai fini della radioprotezione” N el panorama generale dei diversi agenti di rischio, le radiazioni ionizzanti occupano un posto particolare facendo infatti riferimento a una legge specifica, il D.Lgs. 230/95, cui lo stesso testo unico sulla sicurezza rimanda esplicitamente. La formazione e l’informazione del personale esposto al rischio da radiazioni ionizzanti rappresentano comunque, oltre che uno specifico obbligo di legge, uno strumento fondamentale per la costruzione ed il mantenimento di tutto il sistema della sicurezza in questo campo, sia per quanto riguarda gli operatori, sia i pazienti. La Regione Toscana, tramite il coordinamento dell’Azienda Ospedaliera-Universitaria di Careggi con il contributo delle strutture di fisica sanitaria della regione toscana, ha realizzato un “Manuale informativo ai fini della radioprotezione” specificatamente rivolto agli operatori del settore sanitario che svolgono un’attività professionale in presenza di radiazioni ionizzanti. Esso è realizzato su un CD-ROM che ne consente la “lettura” su base interattiva e multimediale, ma dal quale è anche possibile stampare la versione in formato cartaceo. Il contenuto è strutturato per sezioni, le prime cinque di carattere generale relative alle basi della radioprotezione e altre quattro costituenti la parte più originale del manuale, relative ciascuna ai diversi specifici settori sanitari in cui si fa uso di radiazioni ionizzanti L’uso delle tecniche interattive contribui- sce ulteriormente a semplificare la lettura e ad avvicinarsi al professionista consentendogli di meglio accedere alle parti di proprio interesse e agli approfondimenti che egli giudichi rilevanti. Questo CD-ROM sarà distribuito a tutti i lavoratori coinvolti con l’impiego delle radiazioni ionizzanti presso le strutture sanitarie della regione toscana, tramite le Unità Operative di Fisica Sanitaria delle Aziende Sanitarie dal mese di aprile 2011. Elisabetta Catani, Settore Prevenzione, igiene e sicurezza sui luoghi di lavoro, Regione Toscana 4 dossier - Salute e sicurezza nel settore della grande distribuzione Introduzione A bbiamo voluto dedicare il dossier di questo numero al settore lavorativo della grande distribuzione sia perché è in espansione da un punto di vista numerico sia perché sono sempre più numerose le denunce di malattie professionali (soprattutto relative ai disturbi degli arti superiori) che provengono dai lavoratori di questo comparto. Proprio per quest’ultimo motivo le ASL della Toscana hanno previsto dei piani mirati di indagine su questo settore, alcuni dei quali sono illustrati nelle pagine seguenti. Il comparto “grande distribuzione” comprende i lavoratori delle grandi strutture commerciali (supermercati, ipermercati, discount) sia alimentari che non. Chiaramente le mansioni sono diverse (cassiera, addetto all’allestimento scaffali, addetto alla vendita, banconiere, macellaio etc), ciascuna con propri rischi specifici, ma i lavoratori della grande distribuzione si differenziano tra loro anche per la miriade di tipologie contrattuali con la quale sono assunti ( part time verticali e orizzontali, tempo indeterminato o determinato, a progetto, a chiamata, interinali) oltre al fatto che molto spesso alcuni servizi sono appaltati a cooperative o ditte esterne all’interno delle quali si ripresenta la stessa variabilità. Questo aspetto influisce anch’esso sulla sicurezza e salute degli addetti aggiungendo allo stress legato ai ritmi serrati di lavoro e alla frequente precarietà anche quello di orari estremamente variabili, a volte parcellizzati, estesi ai giorni festivi che provocano una predominanza del tempo-lavoro sul tempo-vita (famiglia e tempo libero) con la possibile insorgenza a lungo andare di patologie psicosociali correlate al lavoro. Troverete un articolo sullo stress in questo settore ma gli studi sull’argomento non sono ancora molti, certamente l’entrata in vigore dell’obbligo di valutazione del rischio stress sui luoghi di lavoro dovrebbe contribuire ad aumentare le conoscenze, e quindi le misure di prevenzione, in questo campo. Antonella Bruschi Dipartimento di prevenzione USL 5 Pisa Gli infortuni sul lavoro nella “grande distribuzione” L a grande distribuzione, secondo la definizione ISTAT, è identificata dalle imprese che possiedono punti vendita operanti nella forma di supermercato, ipermercato, hard discount, grande magazzino, altra impresa specializzata di grande superficie. Abbiamo analizzato il fenomeno infortunistico in questo tipo di attività, utilizzando i dati dei flussi informativi Inail-IspeslRegioni disponibili c/o il CeRIMP (Centro Regionale Infortuni e Malattie Professionali della Regione Toscana). Si riporta di seguito una sintetica analisi degli eventi e della tipologia dei danni, relativa agli infortuni sul lavoro denunciati in Toscana negli anni 2006-2008 e definiti positivamente dall’Inail (esclusi quelli in itinere). Poiché il codice Ateco (classificazione delle attività economiche adottata dall’Inail e utilizzata per l’estrazione dei casi) non permette di fare una precisa distinzione fra grande distribuzione e piccoli esercizi, abbiamo deciso di condurre l’indagine solo su Ipermercati, Supermercati, Discount di alimentari e Grandi magazzini (rispettivamente codici Ateco G 52.11.1, G 52.11.2, G 52.11.3, G 52.12.1). L’analisi condotta, che risulta dunque parziale e non esaustiva di tutta la grande distribuzione, ci sembra però che possa fornire un’immagine interessante del fenomeno infortunistico nelle attività economiche con questo tipo di organizzazione. Va precisato che i dati analizzati non consentono una adeguata ricostruzione delle dinamiche o delle cause e che non è possibile esprimere valutazioni in merito agli indici di frequenza e di gravità del fenomeno perché non si dispone del denominatore (cioè del numero di addetti o del numero di ore lavorate nel periodo di riferimento). L’Osservatorio nazionale del commercio indica che in Toscana, dal 2006 al 2008, si è verificata una crescita dei supermercati sia in termini di esercizi che di addetti (con un calo nel 2007), e una riduzione dei grandi magazzini e soprattutto degli ipermercati; nel 2009 è proseguita la crescita dei supermercati, hanno ripreso i grandi magazzini mentre è continuato il trend negativo degli ipermercati. Nel periodo 2006-2008 gli infortuni sul lavoro riconosciuti dall’Inail sono stati 3.888; di questi, 39 sono stati stradali, di cui uno mortale. L’andamento nel triennio ha visto un incremento fra il 2006 ed il 2007 (+14%), seguito da una riduzione nel 2008 (-12%). La quasi totalità degli infortuni (97%) ha causato un’invalidità temporanea, il 2% un’invalidità permanente e l’1% è stato definito “regolare senza indennizzo”. La distribuzione degli infortuni per genere evidenzia una ripartizione analoga fra i due sessi, con un andamento crescente per le donne, che salgono al 55% nel 2008. Per quanto riguarda l’età, 2 infortuni su 3 hanno coinvolto lavoratori tra 30 e 50 anni, il 21% minori di 30 anni e l’11% ultra 50enni. La distribuzione temporale evidenzia un andamento abbastanza omogeneo sia nei mesi dell’anno sia nella settimana: lunedì, venerdì e sabato sono i giorni in cui accadono relativamente più infortuni pari rispettivamente al 18 e 17%, mentre la domenica scende ovviamente (3%). C’è una concentrazione di infortuni nelle prime ore di lavoro: il 28% nella prima ora, il 41% nelle prime due. 5 dossier - Salute e sicurezza nel settore della grande distribuzione Dal punto di vista territoriale, il 29% degli infortuni è accaduto nella provincia di Firenze dove si concentra, peraltro, il maggior numero di addetti e di esercizi nella grande distribuzione, seguono Livorno (14%) e Pisa (12%), chiude Grosseto con il 4%. Rispetto alla tipologia di esercizio, emerge una netta prevalenza degli infortuni nei supermercati (in linea con la diffusione sul territorio di tali attività e loro numero di addetti - Osservatorio nazionale del commercio), seguiti dagli ipermercati, dai discount alimentari ed infine dai grandi magazzini. Tabella 1: numero di infortuni per anno e tipologia di attività Tipo di attività 2006 Numero infortuni per anno 2007 2008 Totale % Ipermercati 200 342 237 779 20% Supermercati 955 976 922 2853 73% Discount 46 63 67 176 5% Grandi magazzini 35 27 18 80 2% 1236 1408 1244 3888 100% Totale La quasi totalità degli infortunati sono italiani (97%), solo 122 infortuni hanno coinvolto lavoratori di nazionalità straniere. L’assenza media per infortunio è stata pari a 21,6 giorni; il 18% ha comportato un’assenza superiore a 30 giorni. Natura e sede della lesione La parte del corpo che risulta più colpita è l’arto superiore e la lesione più frequente è la ferita; la ferita della mano è il tipo di lesione più frequente in assoluto (33%) . L’arto inferiore è interessato prevalentemente da contusioni al piede e lussazioni/distorsioni alla caviglia, che insieme rappresentano l’11% di tutte le lesioni. Il 10% degli infortuni è a carico della colonna vertebrale (lesioni da sforzo nel 30% dei casi e lussazioni/distorsioni nel 45%). • • • La lettura di questi dati, nonostante che le informazioni sulle modalità di accadimento siano parziali e che non consentano una ricostruzione precisa delle cause, fornisce alcuni spunti di riflessione: l’elevato numero di ferite alla mano, correlato all’utilizzo di strumenti taglienti (manuali o meccanici) negli esercizi commerciali con vendita di alimenti (fortemente rappresentati nella nostra indagine), pone dubbi sul corretto uso dei dispositivi di protezione individuali; le lesioni al piede e alla caviglia (contusioni, lussazioni e fratture, che complessivamente rappresentano il 13% di tutte le lesioni) richiamano l’attenzione sia sull’uso dei dispositivi di protezione individuali che sugli ambienti di lavoro e sulle cadute delle persone; l’interessamento della colonna vertebrale, in attività che comportano movimentazioni manuali, sollevamento di carichi e posizioni scorrette suggerisce la necessità di migliorare gli interventi di prevenzione. Marta Dei, Francesca Tosti Dipartimento di Prevenzione Az.USL 7 Siena Alberto Baldasseroni, Giulia Lubrano CeRIMP Tabella 2: n. di infortuni per natura e sede della lesione Natura Ferita Contusione Lussazione distorsione Frattura Lesioni da altri agenti Corpi estranei Lesioni da sforzo Altre Totale arto superiore 1377 363 209 84 30 9 19 6 2097 arto inferiore 46 447 298 68 3 0 5 0 867 colonna vertebrale 0 79 174 15 2 0 117 0 387 testa 75 100 0 6 24 23 0 0 228 cingolo toracico 0 70 84 2 0 0 10 0 166 parete toracica 0 50 14 21 0 0 3 0 88 collo 1 7 19 0 2 0 1 0 30 organi interni 4 5 2 1 1 0 4 0 17 Sede 6 dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi rischi per la salute nella grande distribuzione I l lavoro nella grande distribuzione si caratterizza per una molteplicità di compiti e mansioni quali: cassa, preparazione scaffali, confezionamento frutta e verdura, preparazione carni, vendita assistita (gastronomia, panetteria/pasticceria, pescheria), scarico merci e magazzino. I rischi alla salute, pur variando secondo il reparto e le mansioni svolte, sono legati per la gran parte a fattori igienici ambientali, quali l’esposizione a condizioni microclimatiche sfavorevoli, e a fattori di tipo organizzativo ed ergonomico. I possibili danni alla salute che ne derivano consistono in: 1. Patologie funzionali della colonna vertebrale legate alla postura fissa prolungata e/o sovraccarico meccanico. 2. Patologie organiche-degenerative a carico dei vari tratti della colonna vertebrale (artrosi, discopatie, ernia discale, ecc.) dovute ad attività di lavoro che comporta fissità posturale e/o trasferimento carichi. 3. Patologie articolari e periarticolari dell’arto superiore ricomprese nel termine di Cumulative Trauma Disorders (tendiniti, tenosinoviti, epicondiliti, sindrome del tunnel carpale, ecc.) legate all’effettuazione di movimenti ripetitivi dell’arto superiore. La prevalenza di tali patologie nei lavoratori addetti varia con il genere, l’età, la mansione svolta. I disturbi al rachide cervicale e dorsale prevalgono negli addetti/e alla cassa e scaffalatura, mentre i disturbi al rachide lombare prevalgono nei maschi addetti ad attività di movimentazione manuale dei carichi. Altre malattie riscontrabili nei lavoratori della grande distribuzione sono: • Dermatite eczematosa alle mani, prevalente negli addetti/e alla scaffalatura e legata al contatto con materiali irritanti o allergizzanti, quali ad esempio i detersivi. Patologie oculari da affaticamento (sindrome astenopica) che colpiscono in misura più rilevante gli addetti alla cassa, presumibilmente in relazione alle caratteristiche d’illuminazione dei posti di lavoro e alla necessità di osservare oggetti in continuo movimento. Da tutto ciò emerge l’opportunità che i lavoratori dei supermercati siano sottoposti a una sorveglianza sanitaria periodica con particolare attenzione alla valutazione delle patologie del rachide e dell’arto superiore. Tale sorveglianza sanitaria ha il duplice scopo: 1. Individuare i soggetti affetti da patologie allo stato iniziale in modo da permettere un’adeguata azione preventiva; 2. Individuare i soggetti affetti da patologie conclamate in modo da adibirli a compiti lavorativi che non presentino rischi di aggravamento. Inoltre, è necessaria un’azione di prevenzione primaria che sia orientata verso una ristrutturazione ergonomica dei posti di lavoro (casse con spazi adeguati e sedili regolabili) e una modifica delle modalità di svolgimento dei compiti lavorativi (alternanza di compiti lavorativi tali da consentire pause posturali che permettano il recupero fisiologico). Per quanto riguarda la movimentazione dei pesi sono necessari l’adozione e l’uso costante di ausili meccanici al carico e scarico merci, allo stoccaggio in magazzino e alla scaffalatura. Utile la dotazione di guanti leggeri in tessuto traspirante per gli addetti alle operazioni di scaffalatura. • Tina Panzone Dipartimento di prevenzione Az. USL 3 Pistoia Stress, percezione del rischio e dello stato di salute in un magazzino della grande distribuzione N el corso del 2007 - 2008 è stata effettuata una indagine conoscitiva in un magazzino della grande distribuzione volta a rilevare la percezione dei lavoratori per quanto riguarda lo stato di salute, la percezione del rischio e la valutazione del clima di sicurezza e dello stress nelle operazioni lavorative di questo settore . L’indagine ha richiesto varie fasi preliminari con le aziende coinvolte e con le rappresentanze dei lavoratori e RLS per organizzare la somministrazione di questionari per la rilevazione dello stress, per la rilevazione del clima di sicurezza, ed un questionario predisposto per capire quale fosse la percezione del rischio lavorativo. Per la somministrazione è stata scelta la modalità “autosomministrata” con supporto di personale del Dipartimento della Prevenzione della Az. USL 11 di Empoli. I dati rilevati dai questionari sono stati elaborati statisticamente dall’Istituto di Psicologia della Salute dell’Università degli Studi di Firenze. L’analisi dei questionari ha rilevato che per quanto attiene la percezione dello stato di salute il 28% del campione indagato (334 lavoratori) riferisce un peggioramento con prevalenza di sintomi legati a disturbi muscolo-scheletrici ( mal di schiena, disturbi al cingolo scapolare e agli arti) con una lieve prevalenza di tali sintomatologie nei lavoratori dei reparti con temperature più sfavorevoli ; relativamente allo stress lavorativo è risultato che il 29% dei lavoratori si trova in una situazione di High strain (alta domanda lavorativa e bassa libertà decisionale) e il 27% nella situazione di Passive (bassa domanda ma altresì basso controllo) ; per la percezione del rischio e del clima di sicurezza si rileva uno stretto legame con la mansione svolta dai lavoratori. A ruoli di maggior potere e controllo corrisponde una minore percezione del rischio come altresì ad un'elevata percezione di clima di sicurezza si associa una minore percezione del rischio lavorativo. In conclusione si può quindi affermare di trovarsi in una situazione lavorativa complessa in cui numerosi fattori intervengono sulla percezione dei lavoratori riguardo alla tematiche della sicurezza, del rischio lavorativo, dello stress e dello stato di salute. A. Moggio, C. Mengozzi, S. Capaccioli Dipartimento della Prevenzione Az. USL 11 Empoli 7 dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi Problematiche di tutela della salute delle lavoratrici nella grande distribuzione T ra i fenomeni più importanti nell’evoluzione occupazionale del terziario degli ultimi 20 anni c’è sicuramente la forte diminuzione dei piccoli esercizi e dei relativi addetti con la parallela crescita dell’occupazione prevalentemente femminile nella grande distribuzione. Il personale di questo comparto è caratterizzato da un gran numero di addette spesso in condizioni di lavoro a elevata incertezza: part time, lavori temporanei, stagionali, ad hoc, spesso a bassa qualificazione professionale, a bassi livelli retributivi. Da una indagine fatta dall’Ires del Piemonte nel marzo 2010 infatti emerge che la forte crescita occupazionale ha comportato una esplosione delle forme contrattuali atipiche (18% di tutti i contratti esistenti) connesse in particolare con l’assunzione femminile che rappresentano mediamente il 75% del totale degli addetti. Tale caratterizzazione femminile del lavoro in questo settore economico si è intensificata soprattutto negli ultimi anni e un ruolo importante lo ha sicuramente avuto l’incremento dell’utilizzo del part-time: più del 50% delle donne assunte nel 2008, sono state assunte con contratti part-time, favoriti dal sistema di turnazione degli addetti durante gli orari di apertura degli esercizi commerciali. Inoltre sono presenti altre forme contrattuali atipiche di varia natura: contratti a tempo determinato (14%) le collaborazioni a progetto (6%) e l’apprendistato (6%) oltre alle prestazioni occasionali, il lavoro interinale, le partite IVA e i contratti di inserimento che insieme raggiungono il 12%. Dall’analisi dell’organizzazione e delle diffuse forme contrattuali atipiche in questo settore, emerge chiaramente che uno dei principali problemi di salute su cui porre particolare attenzione è costituito dal fenomeno dello stress lavoro correlato, direttamente e indirettamente correlato al precariato, fino alla segnalazione di vero e proprio mobbing come denunciato da dipendenti in alcune catene distributive. La valutazione del rischio stress lavoro correlato deve essere condotta necessariamente con un approccio che tenga conto delle differenze di genere ovvero sulla base del diverso impatto sulla salute delle costrittività organizzative tra gli uomini (che tra l’altro hanno spesso contratti full time e con una propria specificità professionale: magazzinieri, macellai, gestori di negozio etc) e le donne (peraltro con situazioni lavorative più precarie o part time, assunte in modo generico, come addette vendita o cassiere, e con una diversa resistenza allo stress psicofisico anche in considerazione dei problemi sociali e familiari). Anche sul versante del rischio chimico, legato per esempio all’utilizzo di prodotti chimici per le pulizie e la disinfezione, oltre che in caso di altre esposizioni come alcuni conservanti alimentari che hanno caratteristiche allergizzanti per le addette alla gastronomia, emergono importanti differenze di genere relativamente alla diversa sensibilità cutanea e respiratoria tra uomini e donne: i casi di dermatite allergica da contatto professionale sono segnalati infatti quasi esclusivamente nel personale femminile. Altre importanti differenze di genere sono rappresentate dai rischi professionali che hanno come organo bersaglio l’apparato muscolo-scheletrico in cui gli effetti sono differenti qualora si tratti di uomini o di donne. I movimenti ripetitivi a carico degli arti superiori, in particolare nelle addette alla cassa, rappresentano un fattore di rischio tipico del comparto ove la corrispondente patologia, la Sindrome da Tunnel Carpale, ha una frequenza molto più alta tra le cassiere, circa il 30% del totale delle lavoratrici esaminate. Un altro rischio importante per l’apparato articolare, con effetti di diversa gravità a seconda del genere, è costituito dalla movimentazione manuale dei carichi che determina una prevalenza delle patologie a carico della colonna vertebrale e della spalla più significativa tra le lavoratrici ed in particolare in quelle con maggiore anzianità lavorativa ed età, rispetto ai lavoratori di pari età e anzianità lavorativa. è importante segnalare tuttavia che verso questo comparto, di recente riorganizzazione ma a cui non ha finora corrisposto un’adeguata attenzione alle ricadute in tema di salute dei lavoratori e in particolare delle lavoratrici, la Regione Toscana sta ponendo particolare attenzione tramite l’attivazione di alcuni piani mirati di prevenzione specifici per l’analisi dei rischi e delle possibili soluzioni. Oriana Rossi Dipartimento di Prevenzione USL 6 Livorno 8 dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi il piano mirato prevenzione delle patologie muscoloscheletriche nel comparto “grande distribuzione” in toscana Premessa In tutto il mondo industrializzato sono in diminuzione le malattie tipiche da lavoro mentre si assiste ad una sempre maggior visibilità delle malattie delle strutture ossee, articolari e tendinee da sovraccarico biomeccanico correlate a movimenti ripetitivi, alla movimentazione dei carichi e alle posture incongrue. Quanto detto è da attribuire sia alla maggiore attenzione posta dalla medicina del lavoro alle patologie suddette in virtù dell’evoluzione del quadro legislativo che, a partire dal D. Lgs. 626/94, ha focalizzato su di esse l’attenzione, sia al progredire delle tecniche diagnostiche che ne ha consentito una più agevole individuazione. Ciò è stato recepito dal Decreto Ministeriale del 9 aprile 2008 che ha aggiornato le tabelle delle malattie professionali, inserendovi quelle da sovraccarico biomeccanico (arto superiore e ginocchio) e l’ernia discale lombare da vibrazioni trasmesse al corpo intero e da movimentazione manuale dei carichi. Considerato che nelle malattie professionali è riscontrabile una relazione causa-effetto diretta tra un agente nocivo lavorativo e la malattia, le patologie in questione vengono definite dall’OMS malattie correlate al lavoro, in quanto attribuibili a cause multifattoriali e riscontrabili anche nella popolazione non esposta, dove possono essere causate dall’invecchiamento, da attività sportive e hobbistiche, da pregressi traumatismi, o rappresentare l’evoluzione di altre malattie in cui il ruolo dell’attività lavorativa è nullo. Va comunque sottolineato che, pur se il lavoro agisce solo come concausa, nella fattispecie l’INAIL riconosce la professionalità della patologia. In questi ultimi anni sono state studiate molte lavorazioni e quelle risultanti come tipiche lavorazioni a rischio per gli arti superiori sono elencate in un documento di consenso pubblicato nel 2003 sulla rivista “La Medicina del Lavoro” da cui è estratto l'elenco di lavorazioni a rischio sotto riportato. Descrizione del progetto Il comparto della Grande Distribuzione rappresenta anche in Toscana, come e forse più che nel resto del paese, in virtù anche del notevole sviluppo del sistema cooperativistico, un settore economico preminente in termini di fatturato ed occupazione con un trend crescente anche nell’attuale congiuntura economica. In esso si evidenziano significativi rischi e danni correlabili alla posture di lavoro, alla movimentazione manuale dei carichi ed ai movimenti ripetitivi. I dati della letteratura e le esperienze compiute dai servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro documentano la presenza di problemi ergonomici rilevanti nelle attività svolte nel comparto a cui conseguono, con relativa frequenza, patologie a carico dell’apparato locomotore, in particolare all’arto superiore, riconducibili all’attività lavorativa. Da notare peraltro come la tabella sopra riportata contenga, tra le varie lavorazioni ritenute possibile causa di patologie da sovraccarico biomeccanico, attività svolte nelle unità della grande distribuzione quali le operazioni di cassa al supermercato e quelle di lavorazione delle carni. Significativa l’esperienza compiuta nella ASL di Firenze presso la U.F. P.I.S.L.L. della Zona Sud Est, che citiamo a titolo informativo ed esemplificativo, nella quale, partendo dall’osservazione di disturbi all’arto superiore di un’addetta ad un supermercato, si è sviluppata un’azione che ha portato alla individuazione in altri lavoratori dello stesso supermercato di numerose patologie, pre- Elenco di lavorazioni a rischio presunto di sovraccarico biomeccanico degli arti (presenti per almeno 4 ore complessive in un turno di lavoro) Lavorazioni a ritmi prefissati e/o con obiettivi di produzione - Montaggio, assemblaggio, microassemblaggio su linea - Preparazioni manuali, confezionamento, imballaggi, ecc. su linea - Levigatura e/o sbavatura e/o rifinitura ecc. manuale e/o con strumenti vibranti nella lavorazione del legno, plastica, ceramica, ecc. - Approvvigionamento e/o scarico linea o macchina (corni, frese, presse, macchine da stampa, macchine tessili, filatoi, ecc.) per il trattamento superficiale di manufatti (in metallo, legno, resine, plastica, stoffa, ecc.) - Operazioni di cernita, selezione con uso degli arti superiori (ad es. nell'industria ceramica, del bottone, alimentare, ecc.) - Operazioni di taglio manuale o con taglierine elettriche, cucitura manuale o a macchina, orlatura e altre rifiniture, stiratura a mano o con presse nel settore abbigliamento, nelle lavanderie, nell'industria calzaturiera e pelletterie, ecc. - Lavorazione delle carni: macellazione, taglio e confezionamento Altre lavorazioni a ritmi non vincolati ma eseguiti con continuità e/o a ritmi elevati - Operazioni di cassa in supermercato - Decorazione, rifinitura su tornio Uso di martello o mazza per almeno 1/3 del turno di lavoro Uso di badile per almeno 1/3 del turno di lavoro Uso di attrezzi manuali che comportano uso di forza (leve, pinze, tenaglia, taglierina, raschietti, punteruoli, ecc.) Scultura, incisione, taglio manuale di marmi, legni, pietre, metalli, ecc. Lavorazioni con operazioni di taglio manuale (coltelli, forbici, ecc.) Operazioni di posatura (pavimenti, tegole, ecc.) Lavoro al videoterminale (limitatamente per i compiti di data-entry, cad-cam, grafica) Imbiancatura, verniciatura, stuccatura, raschiatura ecc. nel trattamento di superfici Lavorazioni con uso di strumenti vibranti quali mole, frese, martelli, scalpelli pneumatici, ecc. Alcune lavorazioni agricole e/o di allevamento bestiame quali potatura, raccolta e cernita, tosatura, mungitura, sessatura pollame, ecc. Meritevoli di attenzione risultano essere anche altre attività quali: musicista professionista, massofisioterapista, parrucchiere, addetti a cucine e ristorazione collettiva, addetti alle pulizie quando l'attività sia svolta con continuità per buona parte della giornata lavorativa. - - - - - - - - - - 9 dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi valentemente di tipo infiammatorio, a carico dei distretti dell’arto superiore (spalla, gomito, polso). Ne sono scaturite denuncie di malattia professionale all’INAIL che hanno prodotto un numero relativamente elevato di riconoscimenti. Nell’esperienza in questione inoltre, partendo dal problema di salute evidenziato, è stata intrapresa un’indagine ergonomica rivolta ad alcune mansioni lavorative ritenute a maggior rischio che ha permesso di focalizzare i problemi in modo più puntuale, l’indagine si è articolata nel seguente modo: • analisi del documento di valutazione del rischio del Servizio di Prevenzione e Protezione (S.P.P.) di un’azienda del comparto; • somministrazione di questionari ai lavoratori ed esecuzione di videoriprese della mansione per il calcolo dell’Indice Check List OCRA; • confronto dei risultati con uno studio analogo condotto dall’Unità di Ricerca EPM (Ergonomia Postura e Movimento ) del dipartimento di Medicina del Lavoro della Clinica del Lavoro L. Devoto di Milano. In considerazione di quanto sopra illustrato, partendo proprio dall’esperienza appena descritta, il settore PISLL della ASL 10 di Firenze, dopo essersi confrontato con gli operatori di altre ASL della Regione che hanno condotto esperienze analoghe, ha proposto un progetto da sviluppare in collaborazione con le altre realtà territoriali. L’intervento, il cui obiettivo generale è quello di migliorare le condizioni di lavoro nel comparto della grande distribuzione al fine di prevenire l’insorgenza di patologie da sovraccarico biomeccanico all’arto superiore e alla colonna vertebrale, ha visto l’adesione, insieme alla già citata ASL 10, delle ASL 3 (Pistoia), 5 (Pisa), 7 (Siena), 8 (Arezzo) e 12 (Versilia) ed è finanziato dalla Regione Toscana come progetto di rilevanza regionale. Il progetto, che vedrà coinvolti nella sua attuazione tecnici della prevenzione, medici del lavoro, ingegneri ed infermieri dei servizi di prevenzione nei luoghi di lavoro delle A.S.L. indicate sopra, si articolerà sostanzialmente in due parti fondamentali: 1. studio dell’ambiente e dell’organizzazione del lavoro con rilievo delle principali criticità ergonomiche utilizzando opportune metodiche avvalendosi, ove ritenuto opportuno, della collaborazione del centro specializzato indicato sopra (Unità di Ricerca EPM-Milano); 2. studio delle condizioni di salute dei lavoratori del comparto addetti ad attività comportanti disergonomie e ricerca attiva delle malattie professionali da sovraccarico biomeccanico attraverso indagini di primo livello effettuate dal personale sanitario delle UU.FF. P.I.S.L.L. ed approfondimenti diagnostici di secondo livello, eseguiti anche presso strutture specialistiche del servizio pubblico, per i soggetti risultati positivi. I dati e le osservazioni che scaturiranno dalle azioni descritte ai punti precedenti, condotte in un campione rappresentativo di punti vendita e di lavoratori, verranno utilizzati per la predisposizione e la pubblicazione di indirizzi operativi regionali che conterranno gli standard minimi di riferimento per la progettazione e la gestione dei posti di lavoro nella grande distribuzione. L’intervento nel suo complesso avrà un’impronta prevalente di tipo informativo-assistenziale e prevede il coinvolgimento nelle fasi attuative dei soggetti titolari, delle organizzazioni sindacali, dei rappresentanti dei lavoratori, dei servizi di prevenzione e protezione e dei medici competenti; questi ultimi verranno coinvolti nel miglioramento della qualità della sorveglianza sanitaria per la quale, come detto sopra, verranno individuati specifici percorsi diagnostici di secondo livello all’interno della struttura pubblica. Il progetto prevede anche momenti formativi e di addestramento all’uso di appositi strumenti informativi degli operatori che parteciperanno alla sua realizzazione. Si prevede l’elaborazione dei dati ricavati dalle indagini sanitarie anche con il supporto della già citata Unità di Ricerca EPM di Milano. In conclusione riteniamo che la buona riuscita dell’intervento possa dipendere, oltre che dalle capacità e dal grado di preparazione degli operatori che lo condurranno, anche dall’interazione che gli stessi riusciranno a stabilire con i soggetti coinvolti, in questa ottica è nostra ferma convinzione che i rappresentanti dei lavoratori possano svolgere un ruolo determinante. In particolare siamo dell’opinione che la loro conoscenza del lavoro ed il compito di facilitatori delle relazioni con i lavoratori che potranno garantire, illustrando il fine e il significato dell’indagine, possano assicurare che quest’ultima rispecchi le effettive e quotidiane condizioni lavorative. Roberto Bolognesi, Andrea Belli, Giancarla Monechi Dipartimento di Prevenzione Az. USL 10 Firenze Sindrome del tunnel carpale in un gruppo di lavoratori addetti alle casse nella grande distribuzione N umerosi studi hanno mostrato che l’esposizione a sovraccarico ergonomico del polso in ambiente lavorativo è correlato con lo sviluppo di sindrome del tunnel carpale (CTD). In uno studio condotto dal NIOSH è stata riscontrata un’alta prevalenza di CTD tra le cassiere dei supermercati, in particolare a carico della spalla e del polso. Lo scopo dello studio condotto dalla UF. PSLL di Pisa è quello di valutare tale associazione in un gruppo di cassiere della grande distribuzione. Tutti i lavoratori addetti alle casse in tre grandi supermercati sono stati esaminati utilizzando il questionario anamnestico sulle patologie degli arti superiori e la scheda di valutazione clinica degli arti superiori elaborati dall’Unità di Ricerca EPM di Milano. I soggetti positivi alle parestesie sono stati sottoposti a elettroneurografia utilizzando un apparecchio computerizzato portatile. Risultati Sono stati esaminati 135 lavoratori il 33% dei quali ha presentato reperti elettroneurografici indicativi di CTS, tale percentuale è molto elevata, considerando che in un campione di popolazione generale di 6254 soggetti la prevalenza di CTS è risultata essere del 2.1% negli uomini e del 5.3% nelle donne. Ciò indica l’urgenza di interventi di tipo preventivo primario, in particolare il miglioramento ergonomico delle postazioni e la formazione del personale sulle corrette posizioni da assumere durante il lavoro. è inoltre importante una corretta sorveglianza sanitaria mirata su questo tipo di patologie. Cinzia Di Pede Dipartimento di Prevenzione Az. USL 5 Pisa 10 dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi Cosa può fare l’RLS? 1. Conoscere ed essere in grado di rintracciare le varie figure della propria azienda: Responsabile del servizio prevenzione e protezione (RSPP,) Medico competente (MC), preposti e dirigenti 2. Leggere il documento di valutazione di rischi (DVR) anche con l’ottica delle differenze di genere e con particolare riferimento ai rischi da stress lavoro-correlati, movimenti ripetitivi, rischi da movimentazione manuale dei carichi, rischi chimici, turnazioni, orari e pause di lavoro, 3. Verificare i risultati della sorveglianza sanitaria nella relazione sanitaria annuale 4. Chiedere le motivazioni del protocollo sanitario rispetto ai rischi aziendali e verificare il significato e la periodicità degli accertamenti integrativi proposti dal MC 5. Verificare se la cartella sanitaria e di rischio utilizzata corrisponde ai requisiti del D.Lgs 81/08 6. Chiedere incontri con il MC e RSPP su problemi specifici compresi eventuali sopralluoghi congiunti. 7. Leggere il registro infortuni 8. Effettuare una raccolta attiva dei problemi riferiti dai compagni di lavoro con questionari ad hoc, riunioni o con altre metodologie comunicative 9. Proporre sopralluoghi mirati per le postazioni valutate critiche dai lavoratori e lavoratrici 10. Contribuire alla eventuale scelta delle postazioni alternative in caso di giudizio di non idoneità specifica alla mansione dei lavoratori Oriana Rossi Dipartimento di Prevenzione USL 6 Livorno Il ruolo del RLS nella grande distribuzione I l ruolo dell’RLS nella grande distribuzione è ampio, complesso, difficile, e questo perché i fattori di rischio sono innumerevoli e soprattutto sono quasi tutti derivanti dalla ricerca spasmodica della famosa “produttività”. Le maggiori fonti di rischio sono la Movimentazione Manuale dei Carichi, i rischi chimici e biologici delle produzioni, ecc.. Questi temi però, sono stati già ampiamente presi in considerazione e vorrei soffermarmi principalmente su una forma di rischio “psicofisico” che è la diversità e complessità “contrattuale”. Nel mio stesso luogo di lavoro, la Coop e quindi la distribuzione cooperativa, ma anche in un più ampio terreno come quello della grande distribuzione e del commercio che vanta circa “due milioni” di lavoratori in tutta Italia, le forme contrattuali usate sono svariate: full-time, part-time, stagionali, a somministrazione, giornalieri, ecc... Tutti questi titoli indicativi, andrebbero suddivisi ognuno in altri sottogruppi come ad esempio, i part-time a 30 ore, a 28, a 24, a 20 (si arriva perfino a 16 ore) settimanali ed anche contratti “week-end“. Ci vorrebbe poi un ulteriore scomponimento, dovuto alle stagionalità, che inevitabilmente sono proprie di questo settore ed alle quali si fa fronte con una richiesta di estensioni contrattuali temporanee e straordinari. Inoltre, non dobbiamo trascurare che circa il 70-80% dei lavoratori ha un contratto part-time con una retribuzione media intorno ai 6-700 euro al mese, quindi è chiaro che non si riesce a vivere e si ricorre ad un secondo lavoro, spesso non in regola, con tutti i problemi sociali che comporta ma soprattutto, di salute e di “stress” psico-fisico come: la mancanza del giorno di riposo obbligatorio (in quanto si hanno due contratti diversi ed orari differenti), di recupero fisico tra un turno e l’altro (spesso ci si alza di buon mattino e si torna a casa in tarda notte) e di sollievo mentale (non avendo quasi mai la possibilità di usufruire di uno stacco temporale tra un lavoro e l‘altro). Infine c’è da considerare il fatto che le aziende sposano una politica commerciale frutto ed (allo stesso tempo) arma del capitalismo moderno a totale carico dei lavoratori, spesso colpendo con maggior forza ed impatto nelle loro fasce più deboli, come: le aperture domenicali (che, specie per i part-time e tempi determinati, sono quasi sempre obbligatorie da contratto) che comportano innumerevoli volte l’uso dell’orario spezzato nel week-end, con conseguente privazione della propria vita sociale. Per farla breve, se il dato ufficiale è che in Italia esistono più di 40 forme contrattuali diverse, i settori della grande distribuzione e del commercio le prevedono tutte o quasi, quindi i rischi dovuti alla MMC, ai DPI, ecc.., di fronte alla difficoltà di un lavoro stabile, duraturo e giustamente remunerato come il nostro, passano inevitabilmente in secondo piano. Ecco perché si può capire quanto sia difficile il ruolo del RLS e come esso/a si deve saper destreg- giare su molti aspetti ed ambiti e fungere spesso da “psicologo” nei confronti delle richieste espresse dal singolo lavoratore. In tutta questa complessità poi c’è anche la componente aziendale che assicura ed anzi, spesso incentiva un rischio ineluttabile e direi, invisibile agli occhi dello stesso lavoratore. Infatti, almeno in questo settore, c’è da sfatare oramai in via definitiva il motto che la “sicurezza non ha prezzo” anzi, certo che ha un prezzo e le aziende lo conoscono fin troppo bene. Si taglia sulla manutenzione della struttura, dei mezzi e dell’attrezzatura, si riduce la spesa per nuovi macchinari e per i DPI, si spende molto meno in formazione ed informazione verso i lavoratori, si limita il potere decisionale e di portafoglio da parte dei preposti o dei direttori di struttura. Inoltre, si specula sugli appalti, si cerca sempre di essere al limite con le normative in vigore e si prendono volentieri anche sanzioni che però sono molto inferiori all’effettiva spesa per mettersi in regola. In conclusione, posso tranquillamente dire che il ruolo del RLS nella grande distribuzione e del commercio diventa quasi “eroico”. Stretto tra questi due fuochi, l’azienda poco propensa ad investire in sicurezza ed il lavoratore intimorito dalla propria precarietà contrattuale, l’RLS può fare ben poco se non quello di farsi trovare sempre presente e provare ad intervenire prima di arrivare al vero e proprio infortunio. Valeri Valeriano RLS Ipercoop Livorno 11 DAL TERRITORIO Movimentazione manuale e/o con ausili meccanici delle merci nella grande distribuzione L’iniziativa del seminario territoriale tenutasi all’interno della rete Rls regionale, ha posto in evidenza la posizione dell’rls all’interno della grande distribuzione. L’rls ha conoscenze trasversali ai diversi comparti che ha maturato con la propria esperienza in primis di lavoratore e che gli ha permesso di analizzare mediante il confronto con le altre figure quali rspp, datore di lavoro e medico competente, tanti aspetti inerenti la movimentazione manuale dei carichi. Gli aspetti emersi relativi a questa operazione che coinvolge in modo trasversale tutti i reparti di tutti i centri appartenenti alla grande distribuzione indipendentemente dalla dimensione dell’ipermercato, sono relativi alla tipologia di movimenti compiuti dai lavoratori, dall’analisi effettuata dei rischi correlati a tale operazione, dalla stagionalità lavorativa, dal criterio di gestione delle turnazioni del personale, dalle procedure interne operative adottate. Al fine di mettere in luce queste problematiche sono stati analizzati con un focus group reparto per reparto le criticità ed evidenziate le procedure risolutive adot- tate dai diversi ipermercati. L’rls evidenzia in particolare modo il rapporto stretto con i lavoratori capi reparto che mediante incontri programmati riportano l’analisi dei rischi evidenziati e le linee operative specifiche di ogni reparto. L’rls si fa portavoce di linee risolutive che mediante la figura del’Rspp, riescono ad arrivare all’attenzione del datore di lavoro che percepisce in questo modo le problematiche relative allo specifico ipermercato. Le scelte organizzative e gestionali adottate in modo univoco e generale da la catena di distribuzione vengono poi tradotte in linee operative specifiche dalla elaborazione del Dvr specifico dell’ipermercato in oggetto. La figura del medico competente emerge in questo settore con una certa rilevanza in relazione a due aspetti principalmente trattati quali movimenti ripetuti e stress da lavoro correlato, causati essenzialmente da problematiche di gestione delle turnazioni del personale e da ritmi lavorativi che impongono un cambio di funzione del lavoratore anche all’interno della stessa giornata lavorativa. Un particolare accento viene posto sulla criticità della stagionalità del lavoro, tale da avere carenze formative e di continuità lavorativa che incidono negativamente USL1 Massa Carrara Referente: Gianni Trevisan Cristina Rognini 0585/657928 [email protected] [email protected] 800 487328 sulla conduzione in sicurezza delle operazioni lavorative quotidiane. L’attenzione posta dal’Rls al lavoro svolto in condizioni di sicurezza ha portato ad un continuo confronto con revisioni e riunioni periodiche delle procedure di sicurezza, adottate all’interno dell’ipermercato, tali da rendere il rapporto Rls-Rspp-Datore di lavoro e Medico competente elemento fondamentale. 12 DAL TERRITORIO il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali E’ il filo conduttore del Seminario organizzato il 22 ottobre 2010 dal Dipartimento della Prevenzione della A.USL 2 di Lucca. L’incontro seminariale è stata l’occasione per analizzare i ruoli ed i rapporti tra le varie figure della prevenzione in azienda, destinatarie del seminario stesso, quali datori di lavoro, medici competenti, responsabili e addetti dei servizi di prevenzione e protezione aziendale, consulenti, con una particolare attenzione per l’RLS, al fine di favorire processi di collaborazione e di partecipazione, essenziali per il raggiungimento di maggiori livelli di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Le parti sociali avevano indicato nelle “malattie muscolo-scheletriche da sovraccarico biomeccanico lavorativo” l’argomento da approfondire durante il seminario, stante l’elevato numero di segnalazioni come malattia professionale. Argomento che comunque, nell’occasione del seminario, doveva ed ha rappresentato soprattutto lo “spunto” sul quale far dialogare e col- il metodo "feedback" nel comparto produttivo del vivaismo ornamentale a pistoia. Il piano mirato Prevenzione e tutela della salute in Agricoltura, vale a dire lo studio del fenomeno infortunistico relativo all’impiego delle macchine ed attrezzature nel comparto produttivo del vivaismo ornamentale, ha fornito la possibilità di sperimentare il metodo di lavoro “Feedback” con la collaborazione del Dipartimento della Prevenzione della Azienda USL 7 di Siena nelle persone del Dott. Fabio Strambi e Massimo Bartalini. Tale metodo si basa sul confronto, all’interno di un gruppo di lavoro multidisciplinare, di tutte le figure interessate al miglioramento della sicurezza delle macchine prese in esame. In sintesi il metodo "Feedback" si articola in questo modo: Preliminarmente viene scelta la macchina alla quale applicare il metodo e su di essa si raccolgono informazioni riguardanti la diffusione sul territorio e i settori produttivi nella quale viene utilizzata poi si costruisce un “dossier di macchina” che contiene: standards ed altra documentazione, comunque riferita alla definizione degli standards, dei comitati tecnici CEN; linee guida, predisposte da organi tecnici o strutture ed enti di ricerca (ad es. laborare tra loro le varie figure aziendali della prevenzione, in un percorso non solo previsto dalla legge ma auspicabilmente sempre più spontaneamente adottato dalle ditte, nella consapevolezza sperimentata della sua rilevanza quale strumento privilegiato di prevenzione di tutti i rischi presenti in azienda. Soddisfacente il numero dei partecipanti, rappresentate le varie figure aziendali della prevenzione con una netta prevalenza di RLS. Presenti altresì le varie sigle sindacali, nonché altri Enti competenti in materia di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. Ampio il dibattito. Lusinghieri i commenti quali emersi dal questionario di gradimento, sull’interesse per gli argomenti trattati giudicati per lo più come “interessanti o molto interessanti”, come pure la soddisfazione per come gli argomenti stessi sono stati trattati è stata valutata con giudizio di ”buono-ottimo”. Pure “buonaottima” è stata giudicata l’organizzazione nonché la chiarezza ed efficacia dei relatori e la durata del seminario. Pochi i giudizi di sola sufficienza. Non sono stati espressi giudizi di inadeguatezza o insufficienza. Tra le segnalazioni emerse dal questionario l’invito in prospettiva ad occuparsi ISPESL, Regioni, Ministeri ed altri); statistiche generali sugli infortuni accaduti durante l'uso della macchina e risultati di specifiche analisi e ricerche condotte sulle occasioni di lavoro e sulle modalità di accadimento degli infortuni; notifiche e richieste di accertamenti in applicazione della clausola di salvaguardia per la macchina oggetto della ricerca , atti di polizia giudiziaria; informazioni reperibili presso i costruttori; diffusione della macchina sul territorio; libretti di uso e manutenzione dei vari tipi di macchine prodotti dai principali costruttori; altro materiale da varie fonti: pubblicazioni, circolari, documenti tecnici, filmati, fotografie, ecc... Dalle informazioni sulla diffusione nel territorio della macchina, anche coinvolgendo i Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza, vengono decisi gli ambiti territoriali e le aziende ove condurre la ricerca. Le aziende devono essere coinvolte preliminarmente e deve essere richiesta loro la collaborazione. Si eseguono sopralluoghi conoscitivi nelle corso dei quali si raccolgono, tramite apposite schede, informazioni su: l’azienda e sulla tipologia produttiva (dimensione, produzione artigianale o industriale, ecc..); la quantità e qualità delle macchine in studio presenti USL2 Lucca Referenti: Roberto Taddeucci Mauro Venturelli 0583/729470 0583/729458 0583/729490 [email protected] [email protected] 800 535165 anche di altri argomenti quali lo stress, la responsabilità dell’RLS, i mezzi anticaduta, la durata dei D.P.I., la formazione ed informazione, le sostanze pericolose, le radiazioni ottiche ed i campi magnetici, la polvere, nonchè la opportunità di incontri seminariali organizzati delle varie ASL toscane distribuiti nel corso dell’anno anziché essere concentrati in due soli mesi. Roberto Taddeucci Dipartimento di Prevenzione Az. USL 2 Lucca USL3 Pistoia Referente: Marzia Dolfi 0572/927938/39/40 0572/927941 [email protected] Massimo Barbani 0573/353431 [email protected] 800 204040 13 DAL TERRITORIO nell’azienda (costruttore, modello e tipo, anno di costruzione, stato di manutenzione, presenza o meno dei dispositivi di sicurezza previsti dalle norme); le caratteristiche degli ambienti ove le macchine operano (spazi, condizioni illuminotecniche, eventuale inquinamento ambientale da rumore, vibrazioni, microclima, sostanze chimiche; le procedure di lavoro adottate, formazione specifica dei lavoratori e degli utilizzatori; le dinamiche di infortu- ni sul lavoro o di mancati infortuni (incidenti che non hanno determinato danni alle persone) dei quali si trova traccia nella documentazione aziendale (registri degli infortuni) o nella memoria degli utilizzatori presenti. Nel sopralluogo si prende visione delle modalità di uso della macchina e si raccolgono fotografie che potrebbero essere utili per descrivere le modalità operative nelle successive fasi dell'attività. fare una “vera” valutazione dei rischi, specialmente le cosiddette “microimprese”, alle quali infatti, come è stato annunciato Il 17 novembre 2011 presso la sala del Pel- nelle conclusioni dal Dr. Aldo Fedi, nuolegrinaio Novo dell’Ospedale di Prato si è vo Direttore della U.O. Igiene e Salute tenuto l’annuale Seminario di informazio- nei Luoghi di Lavoro di Prato, si rivolge ne dei Rappresentanti dei lavoratori per la un piano mirato della Regione Toscana sicurezza (RLS), promosso alla Regione che dall’anno prossimo prenderà avvio in Toscana ed organizzato dall’azienda USL tutte le aziende USL della regione allo 4 con la collaborazione del Tavolo Tecnico scopo di fornire a queste imprese assiProvinciale sulla sicurezza. L’iniziativa ha stenza e informazione per la valutazione riscontrato una numerosa partecipazione dei rischi. Anche la rilevazione dei casi (oltre 130 persone) con una platea com- di malattia professionale, già complessa, posita. Oltre ai RLS erano presenti Me- diventa ancora più difficile a causa dei dici Competenti, professionisti, Respon- continui cambiamenti di mansioni e rosabili dei Servizi di prevenzione aziendali, tazioni dei lavoratori e della difficoltà che sindacalisti, lavoratori e datori di lavoro. questo crea nella ricostruzione dell’espoIl Seminario ha affrontato il tema mol- sizione dei lavoratori: anche su questo to delicato della “valutazione dei rischi tema, prenderà avvio a breve un Piano in tempi di crisi”. Sono state presentate, Mirato promosso dalla Regione Toscana dai RLS due ampie relazioni scaturite dai volto alla “Ricerca Attiva” delle malattie gruppi di lavoro misti (rappresentanti dei professionali. lavoratori medici competenti e RSPP) che hanno preceduto e preparato il Seminario. Le relazioni hanno sviluppato i temi, ripresi dagli interventi successivi e dalla tavola rotonda, di come i rischi per la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro possano essere accentuati a causa del periodo che sta attraversando la nostra economia, evidenziando al contempo l’esistenza di strumenti “buone prassi” adottate ed adottabili per mantenere, e anche migliorare, i livelli di sicurezza già raggiunti, soprattutto grazie al dialogo ed alla “collaborazione” di tutte le figure aziendali deputate alla prevenzione. Tra i fattori in grado di aggravare i rischi sono stati evidenziati il forte ricambio di personale ed i cambiamenti di mansione, le modifiche dei cicli produttivi, l’aumento dei lavoratori stranieri, oggettivamente meno attrezzati rispetto ai problemi di salute, nonché il fatto che la formazioneinformazione dei lavoratori e l’aggiornamento del previsto documento aziendale della valutazione dei Rischi siano visti solo come costi e quindi da ridurre in tutti i modi. Insomma in questo periodo di difficoltà, le aziende fanno ancora più fatica a Seminario RLS “La valutazione dei rischi in tempi di crisi” Per ogni ditta si identifica, uno o più lavoratori esperti nell'uso della macchina. Gli utilizzatori prescelti parteciperanno al gruppo di lavoro assieme ai tecnici che hanno preparato il dossier di macchina ed eseguito i sopralluoghi. Massimo Barbani Dipartimento di Prevenzione Az. USL 3 Pistoia USL4 Prato Referente: Mauro Abbarchi 0574/435535-03 0574/435501 [email protected] 800 554952 In figura viene riportato il manifesto pubblicitario della X conferenza provinciale "Prevenzione, salute e sicurezza nei luoghi di lavoro" che è stato elaborato da Gaia Daveth della V Agr I.P.C.S.S.T.S.P.A. Francesco Datini - 1° calassificato nella sezione manifesto al concorso a premi organizzato nel corso dell'anno scolastico 2009/2010 dalla Provincia di Prato. 14 DAL TERRITORIO Il seminario rivolto ai RLS svoltosi a Pisa il 24 Novembre nell’ambito degli incontri regionali 2010 “il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione” ha avuto come argomento centrale i lavoratori migranti e le problematiche relative al loro inserimento in sicurezza nei cicli produttivi. Il seminario è stato preceduto da un lavoro di gruppo cui hanno partecipato RLS, Medici Competenti e RSPP di ditte con forte incidenza di lavoratori stranieri. Dal lavoro di gruppo sono emerse le principali criticità : • le difficoltà linguistiche che rendono problematica la formazione e l’informazione ma anche la raccolta di informazioni durante la visita medica; • la ricattabilità di questi lavoratori il cui permesso di soggiorno è legato al contratto di lavoro e che fa sì che accettino le postazioni e i ritmi di lavoro peggiori, che dichiarino di saper svolgere compiti per i quali in realtà non hanno esperienza, che al medico competente non rivelino eventuali problemi di salute; • l’incertezza sulla reale identità del lavoratore ( talvolta si assiste allo scambio di documenti tra di loro); • la non conoscenza delle funzio- “La gestione e la comunicazione dei rischi per la salute e la sicurezza nel processo delle manutenzioni”. Il 30 settembre 2010 alle ore 8,30 presso la Sala congressi dell’ Ente Livornese Scuola Edile, via Piemonte 62 a Livorno si è tenuto, il seminario tecnico – informativo rivolto agli RLS e a tutti i soggetti della prevenzione nei luoghi di lavoro dal titolo : “La gestione e la comunicazione dei rischi per la salute e la sicurezza nel processo delle manutenzioni” organizzato dal Dipartimento di Prevenzione dell'Az. USL6 di Livorno nell’ambito del progetto RLS in Toscana: “il dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione”. E’ stata una interessante occasione per analizzare i ruoli ed i rapporti tra le figure della prevenzione aziendale alla luce di quanto delineato dal D. Lgs. n. 81/2008 e favorire i processi di collaborazione e di partecipazione, essenziali al raggiungimento di maggiori livelli di sicurezza e salute nei luoghi di lavoro. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con le parti sociali, sindacali e datoriali con cui è stato individuato il tema • ni degli enti competenti in materia di sicurezza (PSLL, DPL, INAIL, INPS) e dei patronati; per alcune comunità (senegalesi, indiane) la presenza di un leader carismatico le cui istruzioni hanno più valore di quelle impartite dal RSPP o dal preposto. A queste criticità si è cercato di proporre soluzioni alcune praticabili all’interno dei luoghi di lavoro altre che necessitano interventi di enti competenti. I risultati del lavoro di gruppo sono stati discussi durante il seminario all’interno del quale è stato anche presentato il progetto di comunicazione rivolto ai lavoratori migranti iscritti nelle liste delle agenzie interinali condotto dal PSLL della zona Valdera e recentemente conclusosi. Tale progetto ha previsto la realizzazione di 20 incontri, con il coinvolgimento di 133 lavoratori provenienti da 19 paesi con una netta prevalenza (89%) di senegalesi. Nel corso degli incontri, ai quali erano sempre presenti mediatori culturali per sopperire alle carenze linguistiche, era illustrata l’organizzazione della sicurezza nei luoghi di lavoro con particolare riferimenti al ruolo e alle funzioni di RLS, della manutenzione. Tale argomento è stato scelto con l’intenzione di porre particolare attenzione alle cause e agli effetti della mancata manutenzione sulla sicurezza e salute dei lavoratori nonché ai rischi lavorativi di chi fa manutenzione. Peraltro la problematica delle manutenzioni è di forte attualità anche a causa dei recenti infortuni gravi avvenuti nel nostro territorio proprio in questo settore ed è peraltro in sintonia con la campagna Europea 2010/2011 dedicata alla Manutenzione Sicura. Questo seminario si pone inoltre come conclusione di un percorso formativo specifico rivolto a RLS e a preposti o RSPP del territorio livornese, effettuato nel corso del 2010 e finanziato dalla Provincia di Livorno, finalizzato a proporre e indurre azioni positive utili a migliorare il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutti i soggetti interessati nel processo delle manutenzioni. Questa giornata è stata preceduta da un importante lavoro di approfondimento effettuato da alcuni gruppi di lavoro ad hoc costituiti da una piccola ma significativa rappresentanza di RLS, medici competenti, datori di lavoro, RSPP ecc. USL5 Pisa Referente: Antonella Bruschi 0587/273669-85 0587/273660 [email protected] 800 663310 Datore di Lavoro e Medico Competente e le funzioni del PSLL. Poi erano descritti i sistemi di sicurezza delle principali attrezzature del settore metalmeccanico, i DPI e la segnaletica di sicurezza, il tutto con una metodologia essenzialmente visiva per ovviare ai deficit di comprensione linguistica. Nell’ultima parte del seminario si è parlato della ricerca attiva delle malattie professionali condotta dal settore PSLL con alcuni progetti mirati. Infine è stato lasciato ampio spazio agli interventi dei RLS presenti, uno dei quali è pubblicato sul questo bollettino nella sezione lettere. Antonella Bruschi Dipartimento di Prevenzione Az. USL 5 Pisa USL6 Livorno Referenti: Oriana Rossi Massimo Ughi 0586/223966-88 0586/223961 [email protected] [email protected] 800 271171 Quanto emerso dal lavoro dei gruppi è stato presentato durante il seminario con l’obiettivo di valorizzare alcune proposte di “buone pratiche” discusse all’interno del gruppo. Per informazioni sulle presentazioni potete contattare: Drssa Oriana Rossi [email protected] Oriana Rossi Dipartimento di Prevenzione Az. USL 6 Livorno 15 DAL TERRITORIO Il seminario per RLS in provincia di Siena Il 19 novembre 2010 si è svolto a Siena il Seminario “Il Rappresentante dei Lavoratori per la Sicurezza in un contesto di piccola e media impresa. Il Rappresentante Territoriale dei Lavoratori per la Sicurezza come contributo alla partecipazione nelle micro e piccole imprese”. Erano presenti 66 RLS oltre a 20 rappresentanti dei sindacati e delle imprese. Sono stati presentati i piani mirati di intervento che verranno svolti dalle UF PISLL nei prossimi anni e gli RLS presenti hanno riportato considerazioni e osservazioni inerenti lo svolgimento del loro ruolo. Le principali questioni segnalate sono state: La multiculturalità: la presenza in azienda di lavoratori di tante nazionalità diverse, determina un problema di comprensione della lingua che si ripercuote sull’efficacia della formazione, in tutte le forme con le quali viene praticata, dalle esperienze in aula fino ai depliant informativi consegnati al lavoratore; il problema è importante e, se non affrontato adeguatamente, può vanificare la formazione stessa. La sicurezza in tempi di crisi economica: la ditta che attraversa una crisi produttiva sviluppa, rispetto alla sicurezza, un comportamento che è stato definito “da minimo di legge”, tanto da ricorrere ad es. alla manutenzione solo quando si arriva alla rottura della macchina, dell’impianto, del pezzo... e anche quando la buona volontà ci sarebbe, la mancanza di fondi frena gli investimenti. Ruolo, agibilità, tempi: gli RLS hanno, specie nelle aziende più grandi, poche ore per svolgere il loro ruolo, in particolare per fare i sopralluoghi in tutte le sedi, come invece sarebbe necessario, oppure per consultare il documento di valutazione dei rischi, che gli si chiede di consultare in azienda e spesso dopo l’orario di lavoro. Il Datore di Lavoro non vive compiutamente il rapporto col RLS come una consultazione da cui può ottenere dei vantaggi ma come un obbligo che minaccia la sua autonomia decisionale. Pertanto è difficile instaurare rapporti non conflittuali e veramente costruttivi con l’azienda e accade spesso che le riunioni siano solo formali. D’altro canto, anche il tentativo di interpretare un ruolo di rappresentanza dei lavoratori è talvolta arduo, a causa della mentalità dei lavoratori. Meccanismi premianti: da più parti è stato sottolineato il problema che quando una ditta inserisce la riduzione del numero di infortuni nel meccanismo premiante per i lavoratori, talvolta può accadere che gli infortuni di minore gravità vengano trasformati in malattia. Infine, interessante è stata l’esposizione dell’esperienza degli RLS Territoriali OPTA (facilitata dalla presentazione di un apposito video): queste figure (3 in provincia di Siena) hanno svolto fin’ora una funzione di “consulente” del datore di lavoro, contribuendo a sensibilizzarlo nei confronti della sicurezza, mentre è mancata una vera funzione di rappresentanza dei lavoratori. In una parte delle aziende il percorso di prevenzione viene costruito insieme al datore di lavoro, mentre in altre il RLS T non viene consultato né per il documento di valutazione dei rischi e tanto meno per il POS. è generalizzato inoltre il problema di comunicare con il USL7 Siena Referente: Marta Dei 0577-994920 0577/994935 [email protected] 800 354529 medico competente. Per migliorare la capacità di comunicazione, è stata proposta l’istituzione di un forum e di una newsletter da spedire a tutte le aziende, e chiesto uno specifico incontro con la A.USL per concordare azioni sinergiche su specifici piani di lavoro. Alla giornata hanno portato il loro contributo anche un datore di lavoro e un RSPP. Quest’ultimo (RSPP di una scuola) ha sottolineato l’importanza di formare alla sicurezza gli studenti di oggi che domani saranno lavoratori, progettisti, consulenti, dirigenti. Gli RLS hanno richiesto di aumentare le occasioni di incontro fra RLS e gli altri soggetti e di organizzare incontri per settore; rispetto ai temi da approfondire, i più gettonati sono stati la sicurezza, lo stress lavoro correlato, le competenze del RLS ed i suoi rapporti con gli altri soggetti aziendali della prevenzione. 16 DAL TERRITORIO Strutturazione organizzativa e valutazione del rischio: ruoli e rapporti tra RLS e le altre figure del sistema di prevenzione Nell'ambito del seminario per RLS di Arezzo è stato costituito un gruppo di lavoro preliminare con i soggetti della prevenzione aziendale al fine di verificare le problematiche legate al ruolo e ai rapporti fra i vari soggetti nel processo di valutazione del rischio che potesse costituire una buona pratica operativa. Il gruppo è stato costituito in collaborazione con le associazioni datoriali, che hanno indicato tre datori di lavoro, le associazioni sindacali, che hanno indicato tre dei quattro RLS presenti, e l'associazione dei medici competenti di Arezzo che ha indicato uno dei due medici competenti. La figura del datore di lavoro (d.d.l.) è stata ritenuta la figura centrale del sistema di prevenzione aziendale, sia per gli aspetti di strutturazione organizzativa, sia per gli aspetti di valutazione dei rischi presenti in azienda. Tale figura, per svolgere al meglio le proprie funzioni ha necessità di una formazione adeguata, non solo sulla base di quanto previsto dalla legge, compresi i corsi di aggiornamento periodico, ma deve essere supportata dalla struttura pubblica sia attraverso il contatto diretto con i servizi di prevenzione (Sportello? e/o altro), sia attraverso momenti di formazione aggiuntiva concordati con le associazioni datoriali, preferibilmente legati a piani mirati di intervento. Diventa indispensabile per il d.d.l. relazionarsi con gli altri soggetti a partire dal RSPP interno o esterno, e nello stesso tempo con i RLS e Medico Competente (MC) . Tale collegamento, oltre che nella fase iniziale di valutazione risulta altresì indispensabile almeno nelle situazioni in cui ci sia modifica del processo produttivo (cambio o introduzione di nuove sostanze o materie prime, sostituzione e/o introduzione di macchinari) e della organizzazione del lavoro (riguardante persone, strutture, turnazioni e orari di lavoro etc). Lo stesso processo di raccordo va previsto in occasione di cambiamenti normativi (scadenze, nuovi obblighi etc) Sotto questo profilo potrebbe risultare particolarmente utile il raccordo con Associazioni datoriali e/o altri soggetti che informino tempestivamente sulle nuove normative relative all'attività di prevenzione nel mondo del lavoro. Il Responsabile SPP per cui sono previsti capacità e requisiti professionali interno o esterno all'azienda, si ritiene possa costituire il vero snodo tecnico e gestionale del sistema di prevenzione. Ruolo che si immagina più complicato nelle situazioni di esternalizzazione della figura. Si è ritenuto inoltre che i flussi fra datore di lavoro e RLS debbano rappresentare il cardine del processo conoscitivo dei rischi e pericoli presenti all'interno dell'azienda e, nello stesso tempo, esaltarne il ruolo di rappresentanza dei lavoratori quali soggetti attivi di prevenzione. Se ne deduce che la presenza di un RLS correttamente individuato e adeguatamente formato, costituisca una strutturazione organizzativa indispensabile affinché il processo di prevenzione risulti più efficace. La formazione del rappresentante dei lavoratori a partire da quella iniziale con una quota parte da dedicare ai rischi specifici si ritiene solo teoricamente valida in quanto insufficiente per il ruolo svolto. L'aspetto dell'aggiornamento annuale si ritiene fondamentale. Per gli aspetti di soluzione di questa criticità potrebbe pertanto valere quanto già indicato per la figura del datore di lavoro. Un aspetto di carattere generale, ritenuto prerequisito fondamentale, riguarda l'autonomia del medico competente (M.C.) che deve essere garantita dal datore di lavoro e fatta propria come prassi del medico competente quale garanzia di imparzialità di giudizio ossia finalizzata esclusivamente alla prevenzione degli infortuni e delle malattie professionali. Problematiche aperte e prospettive future Per alcuni aspetti quali la formazione, abbiamo già riportato delle indicazioni di possibili miglioramenti; altri aspetti, quali quelli legati al rappresentante dei lavoratori territoriale, al sistema di promozione della salute e sicurezza, le ipotesi di soluzione vanno subordinate a una analisi di dettaglio che potrebbe essere frutto di un tavolo di lavoro permanente che si preoccupi di proporre delle buone pratiche dopo averne vagliato l'efficacia e l'esportabilità rispetto ai risultati concreti, il miglioramento dei processi in atto e la sostenibilità economica. L'aspetto relativo alla strutturazione organizzativa si ritiene da sviluppare e, in analogia con quanto avviene nel nostro territorio per aziende associate a Confindustria, di realizzare una sperimentazione per gli aspetti del sistema di gestione, così come previsto nell'art. 30 del D.Lgs. 81/08 anche per le USL8 Arezzo Referente: G. Ezio Rotondo 055/9106438 055/9106440 [email protected] 800 754482 aziende cosiddette microimprese che costituiscono la maggioranza delle aziende del territorio. Sintesi della relazione prodotta dal seguente gruppo di lavoro: Cornioli Mauro - Martinelli Lorenzo - Selvolini Paolo - Parigi Massimo - Vannuccini Luca - Serantoni Emanuele - Anghiari Silvia - Cerofolini Mauro - Landini Carla Mini Marco - Marletti Antonio - Rotondo G. Ezio - Bartoli Attilio La versione integrale della relazione può essere richiesta al seguente indirizzo e_ mail: [email protected] 17 DAL TERRITORIO Il giorno 26 novembre 2010 presso la sala ex cinema di Alberese (GR) si è svolto il seminario tecnico-informativo connesso al progetto “Rete regionale dei rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza” imperniato sul dialogo e la collaborazione come strumenti di prevenzione in particolare sul tema trasversale della movimentazione manuale dei carichi, valutazione del rischio e gestione delle misure di prevenzione. Il seminario è stato preceduto da incontri con le associazioni sindacali, e dei datori di lavoro dei settori economici interessati (agricoltura, industria, edilizia, ecc.), al termine dei quali le stesse associazioni hanno individuato le aziende in cui poter sviluppare il tema dei rischi inerenti la movimentazione manuale dei carichi, attraverso la promozione del dialogo tra le figure istituzionali preposte quali datore di lavoro o suo rappresentante, il servizio di prevenzione e protezione aziendale, il rappresentante dei lavoratori e il medico competente di ogni singola impresa. Al termine delle riunioni sono state individuate le seguenti aziende: impianto chimico industriale “Scarlino Energia” di Scarlino; azienda agricola “Castello d’Albola” di Roccastrada; “ente Parco Regionale della Maremma” di Alberese, Grosseto; azienda ittica “Piscicoltura eredi di Fornaciari Argo” di Castiglione Della Pescaia; stabilimento termale “Terme di Saturnia” di Manciano; azienda commerciale “Edilcommercio” di Grosseto; impresa edile “Arazzi di Arazzi Alessandro di Grosseto; Alle ditte di cui sopra si è aggiunta anche la nostra Azienda Sanitaria Locale n. 9 di Grosseto. Vista l’eteoregeneità delle imprese con attività completamente diverse tra loro, al fine di rendere il lavoro omogeneo e per quanto possibile sviluppare il clima di collaborazione, all’interno di ogni team aziendale, è stato inserito un Tecnico della Prevenzione della nostra ASL, adeguatamente preparato al fine di promuovere e favorire il raggiungimento degli obiettivi prefissati. Durante il seminario si sono visti i frutti del lavoro svolto, i singoli relatori, tra cui diversi RLS, hanno riportato le esperienze di confronto, dialogo e collaborazione avvenute all’interno di ogni singola azienda. Oltre alle aziende che hanno contribuito direttamente, al seminario hanno partecipato numerosi RLS, RLST, RSPP, rappre- utilizzo dei dispositivi di sicurezza in auto: problema di vita e di lavoro probabilità di rimanere coscienti dopo un incidente stradale. Per conoscere la situazione fiorentina dal 2003 il Dipartimento di Prevenzione della ASL 10 (Firenze) e il Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Università degli Studi di Firenze hanno effettuato rilevazioni sulla percentuale d’uso delle cinture di sicurezza nel territorio della ASL 10 (Firenze). Nel dicembre 2003 e nel giugno 2004 sono state effettuate due campagne di rilevazione dell’utilizzo delle cinture di sicurezza da parte di conducenti e passeggeri di varie tipologie di veicoli in 4 punti di rilevazione, ciascuno con caratteristiche di viabilità diverse, in 5 diverse fasce orarie. Il periodo di osservazione per ogni rilevazione è stato di 30’. Dal 2005 è stato invece effettuato un monitoraggio mensile di tale fenomeno con modalità analoghe alle rilevazioni precedenti. Nelle due campagne del 2003 e del 2004 sono stati presi in esame complessivamente 16175 veicoli (6788 nel primo anno e 9386 nel secondo), dei quali l’80,4% erano In Italia nel 2007 i decessi per cause accidentali e violente sono stati 24459 e hanno rappresentato, nel loro insieme, la prima causa di morte tra i giovani fino a 34 anni. Tra i decessi per cause accidentali circa 5100 sono stati causati da incidenti stradali mentre circa 1200 da infortuni sul lavoro. Questi ultimi sono diminuiti del 10% rispetto al 2006 ma sono aumentati gli eventi mortali avvenuti su strada. Se si sommano i circa 300 morti registrati per infortuni avvenuti “in itinere” (che hanno fatto registrare un incremento del 9,5% rispetto al 2006), con i 342 decessi avvenuti su strada in occasione di lavoro, viene complessivamente raggiunta la quota del 52,1% di tutti gli infortuni mortali sul lavoro verificatisi nell’anno 2007. è noto che l’utilizzo sistematico dei dispositivi di sicurezza in auto diminuisce sensibilmente la gravità dei danni alla persona conseguenti a incidenti stradali (valore stimato pari al 55%) e aumenta la USL9 Grosseto Referente: Paolo Nannetti 0566/59628 055/59526 [email protected] 800 579579 sentanti delle associazioni imprenditoriali, sindacali, professionisti e imprese della Provincia di Grosseto. Per gli interessati il materiale può essere richiesto all’indirizzo [email protected]. Paolo Nannetti Dipartimanto di Prvenzione Az. U.S.L. 9 di Grosseto USL10 Firenze Referenti: Roberto Bolognesi Laura Fontana 055/8451625 055/8451628 roberto.bolognesi@asf. toscana.it 800 432270 veicoli privati, il 12,1% aziendali privati e il 7,4% aziendali pubblici. In Tabella 1 e nel Grafico 1 sono riportati i dati relativi alle osservazioni mensili del periodo 2005-2009. 18 dossier - Salute e sicurezza nel comparto dei servizi Tabella 1. Numero di veicoli osservati nel periodo 2005-2009. Tipologia veicolo anno Totale 2005 12076 2006 9834 2007 8755 2008 8007 2009 7224 45896 2478 2171 2019 2110 1972 10750 Veicolo aziendale pubblico 447 403 365 370 270 1855 Totale 15001 12408 11139 10487 9466 58501 Auto privata Veicolo aziendale privato L’uso dei dispositivi di sicurezza è risultato differente per tipologia di veicolo: conducenti e passeggeri di veicoli aziendali (privati e pubblici) presentano una percentuale di utilizzo sempre minore degli utenti di veicoli non aziendali. Risulta pertanto necessario progettare interventi specifici per promuovere comportamenti corretti anche tra i lavoratori, che potrebbero essere promossi sia nell’ambito dei progetti più generali per la diffusione di comportamenti corretti alla guida, sia nell’ambito della gestione della sicurezza nelle singole aziende. Grafico 1. Utilizzo percentuale delle cinture di sicurezza per tipologia di veicolo utilizzato (dati complessivi dei soggetti osservati) nel periodo 2003-2009. Seminario del 29 Ottobre 2010 Nell’ambito del progetto regionale “Rete Regionale dei RLS”, anche quest’anno è stato organizzato un seminario tecnicoinformativo che si è svolto presso la Sala Conferenze E. Chiarugi della Azienda USL 11 di Empoli il giorno 29.10.2010. Il seminario organizzato quest’anno, come gli altri che si sono svolti nel periodo Settembre-Novembre 2010 in varie aree della Toscana, aveva come obiettivi principali: la valorizzazione del ruolo del RLS, in sintonia con quanto delineato dal D.Lgs.81/08 e la promozione di una proficua comunicazione e cooperazione tra RLS, Datore di Lavoro, RSPP, Medico Competente e Lavoratori, per favorire condizioni di maggiore sicurezza in azienda. Per l’iniziativa abbiamo sperimentato un metodo di lavoro diverso rispetto agli anni scorsi: il Seminario del 29.10.2010 per il quale l’invito era stato allargato a tutte le “figure aziendali della prevenzione”, è stato preceduto da tavoli di confronto ai quali è stata invitata una rappresentanza di RLS, Medici Competenti ed RSPP, coinvolgendo anche le organizzazioni sindacali e le associazioni datoriali. Il tema su cui queste figure si sono confrontate è stato “L’importanza della partecipazione dei lavoratori alla valutazione dei rischi, come poter strutturare un proficuo dialogo in azienda tra il RLS e le altre figure della prevenzione”. Sono stati organizzati in totale cinque tavoli di confronto: tre tavoli per le figure della prevenzione che operano nel comparto delle concerie e due tavoli per le figure della prevenzione che operano in aziende di vari comparti. I partecipanti ai tavoli di confronto sono stati in totale 65 di cui: RLS RLST RSPP Medici Competenti Consulenti Rapp. Sindacati e Ass. Datoriali 41 1 9 9 2 6 Le osservazioni e proposte scaturite da questi gruppi di confronto sono state presentate da tre RLS a tutti i partecipanti al seminario generale del 29 di ottobre e su queste è stata aperta la discussione. Il 29 Ottobre hanno partecipato al seminario, complessivamente, 100 persone tra cui 47 RLS, 10 Medici Competenti, 11 RSPP. I questionari di gradimento compilati dai partecipanti sono stati 67 e dall’elaborazione di questi è emerso che il giudizio sull’iniziativa è stato complessivamente positivo. E’ stato sottolineato in particolare che il seminario e le attività precedenti sono state una utile occasione di confronto tra le varie figure della prevenzione, giudicata da tutti come una assoluta novità. L’organizzazione di tavoli di confronto USL11 Empoli Referente: Silvia Giusti 0571/704849 [email protected] 800 514236 tra un numero contenuto di persone con ruoli diversi, ha riscosso molti consensi. E’ emersa la richiesta da parte dei RLS di ulteriori giornate di approfondimento su temi specifici, organizzate per comparto, sempre con la partecipazione delle varie figure della prevenzione. Il materiale di riepilogo con le riflessioni e proposte emerse dal seminario sarà inoltrato ai RLS ed alle altre figure che nelle varie aziende si occupano di prevenzione. Per contatti o contributi: Silvia Giusti - Dip. Prevenzione Az. USL 11 Empoli Tel. 0571 704849 Emanuele Marroncini - Dip. Prevenzione Az. USL 11 Empoli Tel. 0571 704845 19 DAL TERRITORIO alcol nei luoghi di lavoro: un rischio nuovo, un vecchio pericolo. Il 4 novembre scorso presso l’Auditorium dell’Ospedale Versilia si è svolto il seminario regionale per Rappresentanti dei Lavoratori per la Sicurezza. L’incontro è stato dedicato al tema della prevenzione dei rischi alcol correlati in ambito lavorativo, a conclusione di uno specifico iter formativo che l’azienda USL di Viareggio ha organizzato nel corso del 2010. Il Servizio di Prevenzione, Igiene e Sicurezza nei Luoghi di Lavoro ha iniziato, su richiesta di lavoratori, nel novembre 2009 un percorso informativo e formativo sull’alcol per RLS, datori di lavoro e medici competenti, con un obiettivo di prevenzione ambizioso: rendere i partecipanti in grado di conoscere e riconoscere il ruolo dell’alcol come rischio aggiuntivo per la performance lavorativa. Per quanto attiene ai medici competenti l’obiettivo è stato anche quello di metterli in grado di usare strumenti efficaci per la valutazione delle problematiche connesse all’uso di alcolici sui luoghi di lavoro ai fini di una corretta gestione delle idoneità al lavoro. Tutto quanto sopra per mettere in grado i partecipanti di predisporre e sperimentare in azienda procedure di lavoro e regolamenti trasparenti e condivisi da inserire nel documento di prevenzione aziendale per la gestione complessiva del rischio alcol, con un lavoro di équipe che coinvolga tutto lo staff di prevenzione aziendale (datore di lavoro/dirigente, RSPP, RSL, MC). Il percorso è stato così strutturato: una giornata seminariale (8 ore) rivolta a datori di lavoro, lavoratori e medici competenti a inizio giugno 2010, che ha visto partecipare attivamente oltre 100 persone; un corso (16 ore) in collaborazione con esperti del Centro Alcologico Regionale della Toscana e Ser.T. della USL 12 di Viareggio, a cui hanno aderito complessivamente 34 medici competenti e 8 grandi aziende con l’intero staff di prevenzione. Le richieste di iscrizione hanno superato la disponibilità dei posti ed è stato necessario realizzare due edizioni del corso. Il “cuore” del seminario per RLS del 4 novembre scorso è stato il racconto delle singole esperienze e dei programmi di intervento impostati all’interno delle aziende da parte di coloro che hanno partecipato al percorso formativo. Hanno relazionato due RLS, un RSPP esterno che opera anche come consulente di molte aziende edili, lapidee ed estrattive e tre medici competenti. Le proposte di buone pratiche aziendali e le modalità di comportamento illustrate nel corso dell’incontro saranno oggetto di diretta sperimentazione nei prossimi mesi nei luoghi di lavoro. Riteniamo, con il percorso formativo rea- USL12 Viareggio Referente: Enrico Galileo Catelani 0584 6858807 0584 6858929 [email protected] 800 235303 lizzato, di aver dato risposte ai bisogni dei datori di lavoro, lavoratori e medici competenti e di aver contribuito ad incrementare le conoscenze sull’argomento alcol, fornendo strumenti di valutazione e gestione del rischio in accordo con i principi etici e gli indirizzi scientifici più avanzati. Le attività attualmente in sviluppo nelle aziende “test” saranno oggetto di monitoraggio da parte del servizio di PISLL e le procedure che si andranno a dimostrare efficaci costituiranno materiale utilizzabile per la gran parte delle aziende con rischi alcol correlati, cioè con mansioni previste dall’allegato alla legge 125/2001. Lucia Bramanti Dipartimento di Prevenzione Az. USL 12 Viareggio Lettere Pubblichiamo uno stralcio dell’intervento fatto da un RLS nel corso del Seminario svoltosi a Pisa ricordando a chi fosse interessato che è possibile richiedere la versione completa scrivendo a: a.bruschi@usl5. toscana.it Lavoratori migranti in una ditta metalmeccanica della Valdera Sono RLS della Piaggio, grossa azienda metalmeccanica della valdera, nel periodo di maggior richiesta produttiva, da marzo a luglio, entrano in azienda molti lavoratori con contratto a termine (circa 600), tra questi alcuni sono stranieri. Il problema che emerge con i lavoratori stranieri è spesso il sapere poco l'italiano e non avere il coraggio di dire non ho capito. Purtroppo molti di loro sono ricattabili con il permesso di soggiorno che e' legato al posto di lavoro, quindi se hanno un problema relativo al lavoro, spesso non hanno il coraggio di esporlo, questo comunque vale anche per i precari italiani. Come rls voglio evidenziare che in piaggio viene fatto poco addestramento e formazione ai lavoratori, sia italiani che stranieri, bastano pochi minuti di addestramento per poi lasciarli da soli a tenere la cadenza della produzione, questo porta spesso i lavoratori a lavorare in modo sbagliato pur di farcela subito sforzando gli arti superiori, infatti constatiamo che i lavoratori prima si ammalavano dopo molti anni di lavoro, adesso manifestano disturbi dopo pochi anni di lavoro. La piaggio non ha tenuto conto delle richieste degli rls, relative alla sostituzione di avvitatori che danno il contraccolpo o che sono pesanti perchè gli avvitatori con la batteria incorporata oltre che dare un forte contraccolpo sono pesanti e danneggiano i lavoratori, spesso i materiali da montare vengono sostituiti con materiale peggiore più duro e per montarlo i lavoratori devono cercare con l'uso di grasso o scaldandolo con lampade di riuscire a montarlo, ci sono materiali come le ruote, gli sterzi, le marmitte, che sono pesanti ed i lavoratori devono montare a braccia senza l'aiuto di paranchi. Da circa 2 anni ad oggi ho seguito personalmente 65 lavoratori dipendenti piaggio che hanno problemi agli arti superiori, alla colonna, di ipoacusia, ecc., questi lavoratori hanno richiesto il riconoscimento di malattia professionale all'inail e la maggior parte di loro lo ha ottenuto. Come RLS segnalo anche il mancato rispetto da parte dell’azienda dell’accordo integrativo aziendale firmato nel 2009 al capitolo sicurezza: gli rls (dice l'integrativo) hanno un ruolo importante e devono essere coinvolti maggiormente per trovare la soluzione ai problemi individuati con l'apporto di esperti concordemente scelti che abbiano conoscenza degli argomenti trattati. Questo coinvolgimento manca per tutte le decisioni importanti. Bellagamba Antonella rls rsu fiom in piaggio 20 in evidenza Un ricordo di Pietro Mirabelli, minatore e RLS Pietro Mirabelli era un minatore, uno di quelli che scavano gallerie; lavoro difficile, duro, pericoloso. Lavoro itinerante, a termine. Quando la galleria è finita bisogna andare a cercarne una nuova da iniziare, altro luogo, spesso altra ditta, altri compagni di lavoro, comunque sempre lontano da casa e dalla propria terra. Pietro Mirabelli era anche un rappresentante dei lavoratori (RLS), ruvido e testardo come ci si può immaginare un calabrese o un montanaro e lui era calabrese e montanaro, veniva da Pagliarelle, una frazione di Petilia Policastro abbarbicata sulle falde della Sila. Pietro Mirabelli lo abbiamo conosciuto quando è venuto a lavorare sull’alta velocità, faceva capo al campo base “Carlone” e di mestiere faceva il lancista* alla galleria Vaglia, nelle viscere di Monte Morello. Pietro Mirabelli ha lottato con le unghie con i denti per la sicurezza sul lavoro in galleria ma non solo, ha lottato anche per la dignità, contro la silicosi e per turni più umani, perché la persona non è una macchina che puoi usare come vuoi fino a quando non si rompe. A Pagliarelle aveva voluto una piazza ed un monumento per i minatori e tutti gli anni d’agosto, Direttore responsabile Daniela Gianelli Responsabile editoriale Antonella Bruschi Comitato scientifico Mauro Abbarchi, Massimo Barbani, Lionella Bardazzi, Roberto Bolognesi, Antonella Bruschi, Enrico Galileo Catelani, Marta Dei, Marzia Dolfi, Silvia Giusti, Cristina Rognin, Paolo Nannetti, Oriana Rossi, Ezio Rotondo, Roberto Taddeucci, Gianni Trevisan, Massimo Ughi, Mauro Venturelli, Alfredo Zallocco, Daniela Volpi Redazione Antonella Bruschi, Domenico Taddeo Per inviare i vostri articoli [email protected] Impaginazione, grafica e stampa Felici Editore srl Editore Felici Editore Srl via Carducci 60 56010 Ghezzano (Pisa) tel. 050 878159 - fax 050 8755897 www.felicieditore.it quando i minatori tornano per le ferie aveva voluto una festa. Ruvido e testardo anche con i lavoratori ed anche con noi, anche se sapeva che eravamo li apposta per verificare il rispetto delle norme e delle misure di salute e sicurezza.. Pietro Mirabelli si è sempre esposto in prima persona, era diventato la pecora nera, quello dal quale ci si possono aspettare grane e conflitti sindacali, lui l’RLS cercava di farlo davvero e con passione, era scomodo. La galleria Vaglia è terminata, oggi ci si passa con il Frecciarossa per andare a Bologna e tutte le volte che mi capita di percorrere quel lungo budello di 19 chilometri sto incollato al finestrino e nel buio nero ricordo, quasi metro per metro, mentre il fronte lentamente avanzava, fatti, storie, volti di tanti che ho conosciuto, momenti belli e drammatici. La galleria Vaglia è terminata e Pietro se n’era andato. L’avevo rivisto qualche mese addietro in un cantiere della Variante Autostradale di Valico, ci eravamo salutati, lui aveva abbozzato un mezzo sorriso ma mi era parso più serio e triste. Il 22 di settembre ero al lavoro quando è arrivata la notizia e al momento non pareva vero, possibile: Pietro era morto in qualche punto sotto il monte Ceneri in Svizzera, Canton Ticino mentre la- vorava per la realizzazione della linea ad alta velocità. Poi, man mano che passavano le ore i particolari che si aggiungevano: amareggiato, si sentiva solo, così si era sfogato con un amico, il turno di notte, al fronte, il distacco di un masso dalla volta della galleria, la morte sotto i ferri mentre tentavano inutilmente di riacciuffarlo. Il 26 settembre ci siamo rivisti in diversi a Pagliarelle, tanto dolore, tanti occhi lucidi, strette di mano, dignità di tante parole non dette o sottintese, in quella sua piazza le parole di circostanza di qualche autorità e lui, solo nella bara con la sua vita di 54 anni stroncata. Tre figli, di cui uno, minatore come lui ed una donna oggi vedova. Ciao Pietro. Alessandro Muller, Tecnico della Prevenzione a nome di tutti gli operatori del Settore PISLL che hanno avuto modo di conoscere Mirabelli e confrontarsi con lui. il lancista è l’operatore che tramite una macchina particolare proietta il cemento sulle pareti appena scavate, per evitare crolli in attesa di riprendere lo scavo o di consolidare ulteriormente il terreno. * Nel prossimo numero parleremo di…. Nel dossier del prossimo numero affronteremo il tema dei rischi psicosociali. In una recente circolare ministeriale sono state pubblicate le indicazioni per la valutazione dello stress lavoro-correlato elaborate dalla Commissione consultiva permanente per la salute e sicurezza sul lavoro, la valutazione del rischio psicosociale è di fatto obbligatoria per tutte le aziende dal 1 Gennaio 2011. L’argomento è molto articolato e il nostro contributo non potrà certo essere esaustivo, chiediamo come sempre la vostra collaborazione anche sotto forma di quesiti su particolari aspetti che desiderate vedere approfonditi. alcuni indirizzi web sul tema della sicurezza nei luoghi di lavoro www.sicurezzaonline.it: il vortal della sicurezza http://guide.supereva.it/salute_e_sicurezza_sul_lavoro/ la guida gestita dall’Avv.Dubini http://www.medlav.unimo.it/ov/ rischi lavorativi in ambiente ospedaliero www.parapetto.it portale/blog senza scopo di lucro www. prevenzionecantieri.it Realizzato dall’Azienda Usl n.5 di Pisa con la collaborazione di tutte le Aziende Usl della Toscana www.regione.toscana.it