Politiche sanitarie. Una riflessione filosofica Dr.ssa Marta Colombo – Dr. Federico Pennestrì Università Vita-Salute San Raffaele Facoltà di Filosofia A.A. 2014/15 Prima parte Le politiche sanitarie lombarde Premesse, obiettivi, prospettive Dalle politiche sanitarie nazionali alle politiche sanitarie regionali. Un quadro storico-legislativo • D.Lgs. 833/1978 – Istituzione del Sistema Sanitario Nazionale 1. In sostituzione delle casse mutuarie (assicurazione sociale di malattia: creava gravi disparità di trattamento fra lavoratori, disoccupati, sottoccupati) 2. Welfare pubblico (gestito dallo stato), universalistico (rivolto a tutti), solidaristico (contribuisco anche per gli altri) e finanziato attraverso la fiscalità generale. 3. Obiettivo primario: garantire a tutti i livelli essenziali di assistenza (successivamente codificati e introdotti come LEA) 4. Creazione delle Unità Sanitarie Locali (USL). Gestite dal comune, avevano lo scopo di gestire il finanziamento e l‟erogazione delle prestazioni • D.Lgs. 833/1978 – Istituzione del Sistema Sanitario Nazionale 1. In sostituzione delle casse mutuarie (assicurazione sociale di malattia: creava gravi disparità di trattamento fra lavoratori, disoccupati, sottoccupati) 2. Welfare pubblico (gestito dallo stato), universalistico (rivolto a tutti), solidaristico (contribuisco anche per gli altri) e finanziato attraverso la fiscalità generale. 3. Obiettivo primario: garantire a tutti i livelli essenziali di assistenza (successivamente codificati e introdotti come LEA) 4. Creazione delle Unità Sanitarie Locali (USL). Gestite dal comune, avevano lo scopo di gestire il finanziamento e l‟erogazione delle prestazioni Alberto Sordi, Il medico della mutua, 1968 • Critica ad un sistema sanitario corrotto e inefficiente, fondato su logiche clientelari e medici arrivisti interessati più alla carriera e al denaro che all‟efficacia del proprio servizio • La figura del medico della mutua diventa stereotipo del medico poco valido e dell‟inefficienza del sistema sanitario pubblico fondato sulle mutue Due modelli di servizi sanitari Modello Bismarck Modello Beveridge (Germania, fine Ottocento) (Regno Unito, anni „40) • Assicurazione sociale di malattia • Finanziatori: i salariati con i loro contributi • Beneficiari: i salariati e le loro famiglie • Prestazioni proporzionate al proprio contributo • Ruolo dello stato: garantire copertura minima a chi non lavora, erogazione delle cure • In Europa è adottato da Austria, Francia, Germania Lussemburgo, Olanda, Svizzera • Servizio sanitario nazionale • Finanziatore: fiscalità generale • Beneficiari: tutti i cittadini • Prestazioni forfettarie • Ruolo dello stato: finanziamento, regolamentazione (pianificazione e controllo) ed erogazione delle cure • In Europa è adottato da Danimarca, Finlandia, Gran Bretagna, Grecia, Irlanda, Islanda, Italia, Norvegia, Portogallo, Spagna, Svezia • Dd.Lgss. 502/1992, 517/1993 – La riforma della riforma Necessità di razionalizzare le risorse combattendo inefficienze, clientelarismi politici e confusa ripartizione fra i poteri (Stato, Regioni, Comuni) • Aziendalizzazione. USL diventano ASL, aziende acquirenti dei servizi, divise da Aziende Ospedaliere (AO), erogatrici dei servizi. Ad entrambe viene conferita ampia autonomia contabile e gestionale e profilo aziendale orientato alla customer satisfaction • Regionalizzazione. ASL guidate da un Direttore Generale (nominato dalla Regione) e da Direttori Sanitario e Amministrativo (nominati dal DG) • Concorrenza amministrata. Accreditamento di erogatori privati previa verifiche di criteri qualitativi: pur mantenendo universalità e solidarietà del finanziamento pubblico, viene incentivata la concorrenzialità • Il finanziamento non avviene a piè di lista ma secondo il criterio a prestazione individuato dai DRG (diagnosis related groups, 1995). • Anni ‟70, Proff. Thompson e Fetter dell‟Università di Yale (U.S.A.): stabiliscono per ogni patologia un pacchetto di cura standard che richiede una spesa standard. F. A piè di lista Rimborso delle spese sostenute dall‟erogatore all‟interno di un intervallo di tempo Difficoltà nel valutare efficacia ed efficienza delle prestazioni effettuate F. Tramite DRG Rimborso delle spese sostenute dall‟erogatore in corrispondenza delle effettive prestazioni rendicontate stimolazione all‟efficienza Dd.Lgss. 299/1999 – La riforma “ter” • Ulteriore incremento della regionalizzazione • L‟autonomia regionale induce i singoli SSR a strutturarsi in modi diversi: la Lombardia è l‟unica che mantiene un forte orientamento alla competizione, mentre la tendenza generale (su tutte Toscana ed Emilia Romagna) è l‟orientamento alla cooperazione fra privati e pubblici (es. strumento del contracting out) • La visione riformatrice del „92/‟93 ha anticipato i processi analoghi avviati da grandi paesi dell‟UE come Germania, Spagna e Olanda. La riforma del „99 ha rallentato questo processo, salvo per regione Lombardia che continua in quella direzione (G. Pelissero et al., La spesa sanitaria italiana. Quel che si vede, quel che non si vede, 2013) • In effetti, i principi delle politiche sanitarie difesi da Regione Lombardia corrispondono in buona sostanza a quelli sottesi alla cd. “Riforma della riforma”. Politiche sanitarie regionali. Premesse antropologiche e principi ispiratori • Uno Stato orientato agli estremi opposti del welfare centralizzato e del liberismo si fonda su una antropologia negativa: l‟uomo è un essere essenzialmente individualista che va dominato attraverso il potere centrale oppure trova equilibrio attraverso la competizione • Welfare state: nasce da società composta da individui hobbesiani la cui vità è “animalesca, brutale e breve” che vanno controllati in modo paternalistico-coercitivo (Leviatano) • Liberismo (neoclassico): nasce da società composta da individui che obbediscono per lo più ad un calcolo utilitaristico di carattere economico. La competizione nel perseguimento degli obiettivi trova un equilibro attraverso il meccanismo della mano invisibile, che produce il bene collettivo a partire dal male individuale. • Entrambi i modelli vengono considerati insoddisfacenti Limiti del welfare state 1. Non fornisce incentivi all‟efficienza e all‟innovazione dei servizi 2. E‟ inadeguato ai bisogni degli utenti perché i servizi, programmati lontano dal territorio, diventano spesso superficiali se non paternalistici (decisioni arbitrarie, poco informate, poco efficienti) 3. Non è equo: le classi svantaggiate per istruzione e risorse economiche, che si vorrebbero agevolare, restano in realtà in balia della macchina burocratica più di quelle avvantaggiate, che spesso sanno muoversi avvalendosi di canali favorevoli o preferenziali (Bugnoli e Vittadini, La sussidiarietà in Lombardia, 2008) 4. Non equo anche perché la spesa pubblica viene consumata largamente dai pazienti cronici e dalle fasce di età più alta e reddito più basso, a fronte del 40% dei cittadini che non usufruiscono dei benefici corrispondenti ai propri contributi. (O perché non ne hanno bisogno, o perché le prestazioni di cui necessitano non sono coperte). Coloro che si rivolgono al privato spesso non lo fanno davvero liberamente, ma a causa di una grave sfiducia nei confronti della sanità pubblica (Secondo un rapporto prodotto nel 2010 dalla Commissione Europea su La Sicurezza del Paziente e la Qualità dell‟Assistenza Sanitaria, il 46% dei cittadini teme di farsi curare dal servizio pubblico) (Pelissero et al., La spesa sanitaria italiana, 2013) Limiti del liberismo 1. Limite strutturale: il meccanismo della mano invisibile per cui il mercato funzionerebbe da regolatore sociale è lungi dal mostrare come dal male individuale si giunga al bene collettivo, come confermano le frequenti crisi finanziarie, economiche e sociali prodotte dalla competizione sfrenata 2. Limite antropologico: “L‟impresa non va ridotta ad una macchina che produce utili, ma rappresenta il tentativo di un uomo insieme ad altri uomini e in base a diversi livelli di responsabilità di contribuire al bene comune attraverso l‟opera del proprio ingegno e del proprio lavoro, anche materiale” La terza via della sussidiarietà • Antropologia positiva: l‟uomo è mosso anche da desideri originali positivi o “socializzanti” che lo inducono ad attivarsi socialmente con lo scopo di partecipare al bene comune, esprimendo libertà e responsabilità • Pasini, Confini irregolari. Cittadinanza sanitaria in prospettiva comparata e multilivello, 2011: tradizione di attivismo sociale e senso civico è peculiare della Lombardia • L‟individuo si serve di stato e mercato: il governo deve sostenere (subsidium afferre) e regolare le iniziative spontanee dal basso, che funzionano da prezioso supporto alle proprie strutture di welfare già esistenti • Riportare al centro gli istinti sociali, e non atomistici, degli individui • Sussidiarietà verticale: SSN SSR ASL. 1. Il Sistema Sanitario Nazionale definisce i macroobiettivi (PSN, LEA, studi epidemiologici) e finanzia; 2. il Sistema Regionale gestisce i fondi nazionali e garantisce il soddisfacimento degli obiettivi (eventuali disavanzi oppure obiettivi più ambiziosi vanno coperti con risorse proprie – es. finanziamenti di privati e fiscalità regionale) 3. ASL è centro di coordinamento delle attività territoriali* • Sussidiarietà orizzontale: collaborazione pubblico-privato. (approfondiremo dopo) Teoria dei quasi-mercati • Ispirazione inglese, fine anni ‟80 • I quasi mercati sono sistemi nei quali lo Stato finanzia ma non necessariamente eroga direttamente i servizi • “Mercati” perché gli erogatori competono tra loro nell‟attrarre gli utenti, ricevendo risorse pubbliche proporzionate • “Quasi” perché differiscono dai mercati tradizionali 1. Domanda: il cittadino sceglie dove curarsi ma paga attraverso il finanziatore pubblico e gli strumenti che questo attiva (es. voucher e buoni) 2. Offerta: gli erogatori privati (profit e non-profit) concorrono ma devono essere accreditati, e i propri servizi vengono per la maggior parte finanziati dal sistema pubblico Teoria dei quasi-mercati • Gli schemi tradizionali di erogazione dei servizi pubblici attribuiscono allo Stato il compito di individuare i destinatari e di stabilire a priori di quali servizi devono beneficiare, quando e soprattutto da chi devono riceverli. • I sistemi di quasi mercato attribuiscono ai cittadini le prerogative essenziali del potere d‟acquisto, ovvero la possibilità di scegliere quale beneficio ottenere, quando e da chi acquistarlo, pur mantenendo lo stato un ruolo di programmazione e regolazione. • Accreditamento top-down (attuato dalle ASL), gestione delle risorse bottom-up (gli erogatori che beneficiano della sussidiarietà ne dispongono liberamente – salvo soddisfacimento standard qualitativi). Il cittadino al centro • Customer driven health-care: l‟offerta si organizza in funzione della domanda e dei bisogni che emergono sul territorio, che le realtà immerse nel tessuto sociale sanno cogliere meglio (cfr. anche tendenza da parte degli ospedali a trasformare reparti rigidamente specializzati in unità operative multifunzionali). • Binomio libertà-responsabilità 1. Non solo libertà della domanda (cittadini/pazienti/clienti) e responsabilità dell‟offerta (erogatori pubblici e privati). 2. Ma anche libertà dell‟offerta (erogatori privati scelgono a cosa dedicarsi sulla base dei propri desideri socializzanti) e responsabilità della domanda (il cittadino assume un ruolo attivo nel gestire la propria fragilità, in primo luogo scegliendo dove e come curarsi). Nuovi obiettivi, vecchie intuizioni • Il malato non deve essere un “polo passivo in attesa di un beneficio”, ma un polo attivo in grado di informarsi e di scegliere. Paziente agente. • Idea ippocratica della cura 1. “Nell‟impostazione della cura – che, è bene sottolinearlo subito, riguarda sia i sani, affinché rimangano tali, sia i malati, affinché ritrovino la salute – il medico deve aver presente che la relazione non è a due, medico e malattia, ma a tre: la malattia, il malato e il medico. Il medico è servitore dell‟arte, il malato deve opporsi alla malattia insieme al medico (Ippocrate, Epidemie, V° sec. a.C.). 2. “Il medico, da parte sua non è il protagonista, ma il servitore dell‟arte. I protagonisti sono quindi il malato e la scienza medica a cui il malato può accedere tramite un esperto” (Bottaccioli, Filosofia per la medicina, medicina per la filosofia. Grecia e Cina a confronto, 2010). Come può il paziente esercitare tanta responsabilità? 1. Riduzione dell‟asimmetria informativa fra erogatori e beneficiari attraverso strumenti trasparenti e accessibili di valutazione dell‟offerta e di rendiconto dei risultati 2. Rimessa al centro del MMG (Medico di Medicina Generale) o PLS (Pediatra di Libera Scelta) come figura guida non solo all‟inizio, al momento di orientarsi fra le offerte, ma anche durante il percorso terapeutico, soprattutto se cronico. Dalla cura al prendersi cura 1. “Il paziente non è un caso da risolvere, ma una persona da accompagnare”; “Se ci si prende cura nel tempo, ci si cura di meno” 2. Visione olistica della salute come benessere fisico, psichico e sociale (W.H.O. 1948) integrazione socio-sanitaria: assistenza integrata alla diverse forme di fragilità (malattia, anzianità, disabilità, tossicodipendenze, ludopatie ecc.) 3. Dalla spesa sociale all‟investimento sociale: impostare una corretta strategia di presa in carico che integri tutti i LEA sul paziente, compresa la prevenzione e la promozione della salute I pazienti ricorrono meno alle cure ospedaliere (acuzie), l‟evoluzione della patologia rallenta, migliora la qualità della vita del cittadino e allo stesso tempo vengono ridotti i costi a carico del Sistema Sanitario. Dalla teoria alla pratica. Riforme, criticità, opportunità. Sussidiarietà orizzontale: 4 direzioni 1. Esternalizzazione dei servizi: l‟erogatore pubblico delega determinate prestazioni all‟erogatore privato attraverso la contrattazione dei finanziamenti (contracting out) 2. Governance privata parallela top-down o incubazione progettuale: le istituzioni stimolano l‟intervento privato nel sociale per avviare progetti volti a colmare una mancanza di servizi nel territorio (sostegno a priori) 3. Governance privata parallela bottom-up: valorizzazione delle iniziative private attraverso la meritocrazia sociale (sostegno a posteriori) 4. Governance top-down: controllo e regolazione dei servizi da parte del pubblico nei confronti del privato • L.r. 31/1997 sussidiarietà rivolta non solo a sanità e socio-sanità, ma anche ad educazione, istruzione, formazione professionale • In una pluralità di attori e prestazioni, lo scopo è integrare le informazioni biografiche rilevanti dal punto di vista sociosanitario in una cartella personale costantemente aggiornata e accessibile al Sistema Informativo Sociosanitario • I professionisti della cura possono trovare rapidamente ciò che cercano e scambiarsi informazioni in caso lavorino in equipe Dalla cura al prendersi cura (I) • Dalla spesa sociale all‟investimento sociale: proposta di istituire il Family fund, in emulazione del Child trust fund (GB, 2005). 1. Assegnazione alle famiglie di una somma di denaro in buoni o doti che queste possono destinare, nel lungo periodo, all‟acquisto dei servizi ritenuti più confacenti alle loro necessità (istruzione dei figli, cura degli anziani, cure mediche particolari ecc.) 2. I finanziamenti sono vincolati a determinate condizioni e soggetti a rivalutazioni in corso (monitoraggio dell‟uso). 3. “Spostare il finanziamento pubblico direttamente sugli utenti più che sull‟offerta, ed ex ante più che a posteriori”. 4. “Con il family fund si passa dal concetto di spesa sociale a quello di investimento sociale, permettendo di rafforzare il binomio libertà-responsabilità” (dal Libro Bianco dello sviluppo del sistema socio-sanitario in Lombardia, 2014). Dalla cura al prendersi cura (II) • • • • • • Attivazione del cittadino in condizioni di fragilità e domus centred care. Il cittadino che vive un disagio può fare richiesta di assistenza all‟ASL, previa valutazione del MMG, e ottenere il finanziamento delle prestazioni di equipe multiprofessionali (care givers) coordinate da un case manager (MMG, PLS, Fondazione, ONLUS, AO, privato accreditato). ASL definisce il profilo di assistenza (valutazione multidimensionale del bisogno); indica un ventaglio di erogatori; ad erogatori scelti e prestazioni avvenute effettua la verifica. Il finanziamento avviene attraverso voucher socio-sanitari o pacchetti CReG (Chronic Related Groups o “DRG della cronicità”). Lo scopo è quello di ridurre l‟ospedalizzazione alla cura della sola acuzie, aumentando l‟attività ambulatoriale o ancor meglio domestica. Importanza psicologica dell‟essere curati fra le mura di casa. Criticità e prospettive Nell‟offerta • Il controllo della competizione fra gli erogatori attraverso gli strumenti della valutazione di qualità e dell‟accreditamento è alla base del sistema. Rischi: 1) chi controlla può distorcere gli effettivi risultati in termini di efficienza ed efficacia allo scopo di promuovere quegli erogatori a cui è legato da interessi personali; 2) chi eroga i servizi ha l‟interesse ad accattivarsi gli amministratori per mantenere il proprio ruolo e i propri finanziamenti Rotazione e formazione del personale • Rischio del cream skimming (scrematura delle prestazioni poco remunerative) causato dai DRG: se l‟offerta è libera, gli ospedali privati che possono scegliere quali prestazioni erogare potranno concentrarsi su quelle acute (rapide e remunerative: es. traumi e malattie infettive) e sovraccaricare gli ospedali pubblici di quelle più lunghe e meno remunerative (assistenza ai cronici es. dialisi) Criticità e prospettive Nella domanda • • • Libertà di scelta e responsabilizzazione sono in principio lineari rispetto allo spirito del tempo, nella misura in cui incentivano i cittadini all‟esercizio dell‟autonomia. Tuttavia è ragionevole confidare così tanto (voucher, family fund) nella razionalità di persone che spesso non sono informate e si ritrovano in condizioni di fragilità? Asimmetria informativa risolvibile attraverso sostegno di MMG, PLS o case manager. Fragilità: il rischio è che avanzino pretese irragionevoli nei confronti della medicina, incapaci di sopportare sofferenza e imperfezione (es. sovraccarico liste d‟attesa per esami o visite di controllo superflue). Il MMG può limitare le richieste di assistenza a ciò che è essenziale, ma si è sempre liberi di scegliere un altro MMG più disponibile che carichi il SSN dei capricci del singolo. Criticità e prospettive In conclusione • • • Il limite del sistema sanitario centralistico da cui si sono prese le distanze con la riforma del 92/93 e con le politiche sanitarie di Regione Lombardia è quello di un welfare paternalistico, inefficacie e lontano dalle esigenze territoriali Rischi di conferire troppo potere all‟offerta. All‟opposto, se un sistema fondato sulla recettività rispetto alle esigenze di assistenza locali (customer driven market) permette di razionalizzare organizzazione e risorse, l‟orientamento all‟iniziativa responsabile di un cittadino fragile e disinformato rischia di produrre l‟effetto contrario Rischi di conferire troppo potere alla domanda. Un‟adeguata formazione alla competenza e trasparenza dell‟offerta; un‟adeguata informazione ed educazione alla salute della domanda (a scuola?); il crescente sostegno del MMG; possono tuttavia rendere gradualmente credibile e auspicabile il processo in atto. * NB (v. slide 14) • Recentemente si è deciso di sostituire alle ASL le ATS, “Agenzie per la tutela della salute” (La Provincia di Como, articolo del 2 Aprile 2015). • 6 articolazioni di competenza sovra-provinciale che si rimettono alle decisioni della Regione (Milano). • E‟ una novità rispetto a quanto dichiarato nel Libro Bianco dello Sviluppo Socio-Sanitario, presentato il 4 Luglio 2014. • L‟idea è che da una parte si vogliano ridurre i costi amministrativi, accorpando le ASL in minori centri dalla competenza territoriale maggiore; dall‟altra, diversamente dagli obiettivi emersi nel Libro Bianco, sia attribuisca più potere alla regione e si riduca la località.