Carissime e carissimi, questo messaggio per trasferirvi i documenti

Carissime e carissimi,
questo messaggio per trasferirvi i documenti che ad oggi in nostro possesso utili ad
istruire la discussione che avremo il diciotto di dicembre duemilanove con inizio
alle ore 10,30 presso la sede delle ACLI Lombardia in Via Bernardino Luini 5 a
Milano -fermata Cadorna linee metropolitane 1 e 2.
In allegato troverete quattro prodotti di altrettante riflessioni in materia di criteri di
qualità per l'esercizio di attività che gli Enti di terzo settore organizzano intendendo
così rispondere ai bisogni sociali della persona o delle Comunità.
Nello specifico troverete:
1. l'elaborato del momento di lavoro promosso dal Forum nell'aprile del 2009 (il
cui terzo capitolo si riferisce specificatamente al tema che sarà oggetto di
discussione il 18);
2. il testo del CNCA Lombardia in materia di linee guida per l'accreditamento
sociale;
3. il testo del documento di osservazioni che è stato trasmesso nelle scorse
settimane alla Regione Lombardia a commento della proposta di delibera di
giunta regionale riguardante le linee guida sull'accreditamento delle unità di
offerta sociali;
4. il documento del gruppo di lavoro interistituzionale istituito sul tema nella
provincia di Bergamo.
Saremo naturalmente grati a chi vorrà arricchire questo patrimonio documentale -e
con ciò la nostra futura discussione- con altre elaborazioni frutto delle esperienze e
riflessioni del terzo settore.
Arriviamo alla discussione del 18 di dicembre con la speranza di costruire un solida
base di riflessioni e posizioni condivise sulla base delle quali confrontarci con
l'Amministrazione regionale finalizzato alla definizione dei livelli di qualità del sistema
delle risposte ai bisogni sociali e dei meccanismi per promuoverne il continuo
miglioramento.
Se ci sarà una sede dedicata e riconosciuta istituzionalmente a produrre questo sforzo
non dipende solo da noi e ciò è comunque la prima delle richieste che abbiamo
formulato.
Ci siamo spesi in questa direzione per esprimere come, al di là di comprensibili
sofisticazioni tecniche, la qualità del sistema delle risposte ai bisogni sociali è tutt'uno
con due assi identitari del nostro mondo: la centralità della persona -della qualità e
della dignità del suo vivere, la costruzione di un ordine politico e sociale solidamente
ancorato all'applicazione del principio di sussidiarietà.
Ci spieghiamo meglio ricorrendo alle parole di Filippo Pizzolato “la sussidiarietà non è
un principio descrittivo dell’ordine sociale ma ha una componente prescrittiva da cui è
inseparabile. Il principio di sussidiarietà si spiega infatti entro una antropologia
personalistica per la quale la libertà individuale è preceduta dalla e generata nella
solidarietà di altri: alla libertà individuale è pertanto richiesto di farsi a propria volta
responsabilità.” Siamo perciò anche noi convinti che “nella necessità di garantire
questa tensione tra libertà e solidarietà si ricava lo spazio sussidiario delle istituzioni
pubbliche. [...] La società è il luogo di formazione e di svolgimento della personalità
individuale e, tuttavia, i rapporti sociali, da luogo di libertà e di partecipazione,
possono trasformarsi in ambiti di potere e di corrispondente soggezione. Nel mercato
tale fenomeno è diffuso e l’ordinamento lo contrasta anche a mezzo della legislazione
antitrust. L’intervento sussidiario consiste allora nel preservare l’eticità delle
formazioni sociali, e cioè nel conformarle affinché restino luoghi di partecipazione e
libertà effettive e sostanziali.”
Possiamo così spiegare meglio la connessione con l'altro pilastro dei nostri
ragionamenti. Per farlo ricorriamo alle parole di Giovanni Nervo “Il terzo settore [... ]
è diffuso e innervato alla base della società. Se ha piena coscienza della sua
responsabilità di fronte al bene comune, può essere stimolo delle istituzioni,
integrazione dei loro compiti, vigile custode della democrazia.”
Cadendo sull'oggetto di discussione che ci si impone per la prossima settimana vale
allora tenere presente una griglia di punti di forza e di debolezza che direttamente o
indirettamente incontreremo nella nostra discussione. Li descrive chiaramente Vinicio
Albanesi in questo modo:
“Tra i risultati virtuosi si può ricordare:
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aver impiegato energie verso persone che erano marginali e vivevano profondi
disagi sociali
aver inventato risposte concrete che partivano dalla vita reale delle persone,
fino a modellare veri e propri modelli educativi
aver contribuito a far crescere una coscienza sociale lenta e pigra, non scevra
da cinismi e da interessi particolari e di categoria
aver mantenuta, desta nel tempo, l’attenzione per la popolazione debole,
soggetta ad abbandoni
aver affrontato le nuove forme di disagio, senza sclerotizzarsi nelle risposte già
date.
Tra i punti critici
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aver confuso la lettura dei fenomeni con la loro gestione
non essere stati capaci di organizzare una forte e diffusa coscienza a vantaggio
dei più deboli
non essere stati capaci di ottenere una riforma sociale necessaria almeno
quanto quella dell’istruzione e della sanità
non aver costituito un fronte compatto, in grado di affrontare il sistema sociale
che, nel tempo, si era parcellizzato, con il passaggio delle competenze alle
Regioni.”
Con ciò è nostra intenzione alimentare una discussione e un'iniziativa che nel
mantenere l'azimut sulla centralità della persona sappia organizzare i passi necessari
per un sistema di risposte ai bisogni sociali orientato dalla qualità e finalizzato al suo
continuo incremento.
Buone cose e buon lavoro
per l'Ufficio di Segreteria del Forum
il Segretario (Sergio Silvotti)