Lirrefrenabile ritmo di Fiorenzo Carpi
- Gianfranco Capitta, 07.05.2015
Libri. In un volume, curato da Stella Casiraghi e Giulio Luciani, scritto con la figlia Martina, la storia
di uno dei nomi mitici del nostro panorama musicale. Dai lavori con Strehler alla canzone, il cinema
e la televisione
Fiorenzo Carpi è un nome mitico del nostro panorama musicale, come lo sono i grandi autori
operistici o i grandi compositori contemporanei. Lo dicono in molti, ed è facile crederci se solo si
passa in rassegna la lista delle sue composizioni, a cominciare dalle «canzoni», ognuna delle quali
individua in un accordo un’epoca, una situazione, un mood della storia d’Italia, dal dopoguerra fino
all’anno in cui è scomparso, nel 1997. Era nato nel 1918 a Milano, e la sua milanesità è stata certo
alla base della vena felice con cui ha raccontato (ma anche indagato, dipinto, proiettato) in musica
un intero paese.
Diplomato al Conservatorio alla fine della guerra, nel ’47 è già con Giorgio Strehler e Paolo Grassi a
fondare il Piccolo Teatro. Da quel momento Carpi resterà per sempre al fianco di Strehler, dando
tono, o levità o drammaticità, alle parole di tutti i suoi spettacoli: qualcosa di simile, tato per
intendersi, a quello che fu per Brecht Kurt Weill. E non fu neanche un sodalizio esclusivo. Perché
Fiorenzo Carpi diede ritmo musicale a molti altri artisti che nascevano in quegli anni fecondi, dai
Gobbi Franca Valeri con Bonucci e Caprioli, a Franco Parenti e Dario Fo. Con questi e con Franca
Rame fu in tv alla fatidica Canzonissima del ’62, come nelle commedie musicali prima del ’68 dei due
artisti.
Molte delle canzoni irrefrenabili di Fo sono state scritte da Carpi, che riuscì per altro a comporre per
Strehler canzoni che molti pensano siano patrimonio di musica popolare. Invece sono sue, da Ma mi
a Le Mantellate. Canzoni evocative per tutti, magari ascoltate da Ornella Vanoni o Gabriella Ferri,
ma che hanno dietro la sua vena creativa.
Così come sono fantastiche le sue escursioni al cinema o in televisione: dalle musiche meravigliose
per Comencini (da Incompreso al Pinocchio), al Diario di un maestro di De Seta, a quasi tutti i film di
Patrice Chereau, con cui lavorò anche a teatro. E poi Gassman, e i grandi sceneggiati, e i grandi
artisti. La sua opera è un patrimonio davvero sterminato, oltre che di livello altissimo. In compenso
era una persone mite e gentile, assai discreto e generoso, come testimonia chi ha avuto la fortuna di
conoscerlo.
Ora un libro curato da Stella Casiragh e Giulio Luciani, scritto in collaborazione con la figlia Martina
Carpi, dal titolo: Fiorenzo Carpi Ma mi (Skira, pp 168 con molte illustrazioni e testimonianze, 24
euro), ce ne ripropone la storia. Oggi molti amici ed estimatori del musicista lo presentano alle 18
alla libreria del Parco della musica a Roma: da Franca Valeri a Ugo Gregoretti, da Germano
Mazzocchetti a Nicola Piovani.
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