07/10/2016 Gaetano Pesce al Museo Novecento e in Piazza Santa

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07/10/2016
Gaetano Pesce al Museo Novecento e in Piazza Santa Maria Novella
Dal 21 ottobre. Mostra promossa dal Comune di Firenze e organizzata da Mus.e
Gaetano Pesce inaugura a Firenze le nuove sale espositive del Museo Novecento ed espone in Piazza
Santa Maria Novella una scultura monumentale site specific dedicata alla condizione della donna oggi. La
mostra “Maestà tradita”, promossa dal Comune di Firenze e organizzata da Mus.e con la consulenza
storico-artistica di Sergio Risaliti e Vittorio Sgarbi, sarà aperta dal 21 ottobre 2016 all’8 febbraio 2017.
L’artista, designer, architetto, creatore di icone della nostra epoca come la celebre Up, fin dalla fine degli anni
’60 ha messo al centro della propria ricerca interdisciplinare proprio la donna, e con essa l’intero universo
femminile, collegando in questa sua intuizione gli aspetti più profondi e arcaici dell'essere femminile alla
realtà sociale, politica ed economica del nostro tempo. Antropologia, storia dell’arte, sociologia, folclore,
biopolitica, geopolitica: nel suo approccio Gaetano Pesce abbraccia tutte le tecniche e le diverse fonti
culturali per riproporre esperienze e informazioni in forme fantastiche, sperimentando immagini e materiali
con una libertà espressiva e iconografica assolutamente esemplari. Secondo Pesce: "... la multidisciplinarietá
artistica visita il nostro tempo... non ama le gerarchie tra i diversi linguaggi dell'espressione... la creatività
odierna non si ritrova più nella coerenza... I linguaggi riconoscibili annoiano, e appartengono al passato... la
complessità del nostro tempo riflette diversità di valori, anche contraddittori, che formano il pluralismo,
l'incoerenza e il comportamento molteplice. La natura femminile, con le sue sfaccettature, coincide con
l'essere della nostra epoca: per questo penso che la donna sarà la protagonista del tempo futuro”.
Fin degli esordi, Gaetano Pesce ha contribuito ad abbattere i confini tra architettura, arte e industria,
costruendo un universo immaginifico di progetti e oggetti diventati vere e proprie icone della creatività, ormai
riconosciuti e analizzati in tutto il mondo accademico e non solo. Le opere “multidisciplinari” di Pesce fanno,
infatti, parte delle collezioni permanenti delle più importanti istituzioni culturali. Presente in tutti i più
prestigiosi musei americani, dal MOMA al Met, Pesce ha esposto ovunque in Europa, dal parigino Centre
Pompidou al MAXXI di Roma.
In Piazza Santa Maria Novella, posta in relazione con la magnifica facciata della basilica progettata da Leon
Battista Alberti su un impianto precedente, Pesce esporrà una scultura inedita, concepita per lo spazio
pubblico, in relazione con il contesto storico-artistico -religioso. Si tratta di una monumentale figura di donna,
avvolta in un lungo mantello, una sorta di mater matuta ( come quella conservata al Museo Archeologico di
Firenze), ma anche archetipo ispirato alla “Maestà” cristiana (l’iconografia della Madonna in trono), e quindi
eco contemporaneo di quella celeberrima "Madonna Rucellai ” commissionata nel 1285 a Duccio di
Boninsegna dalla confraternita dei Laudesi per la cappella della compagnia in Santa Maria Novella, poi
spostata alla fine del cinquecento nella cappella Rucellai della chiesa domenicana, e infine trasferita agli
Uffizi nel XX secolo. La Maestà tradita è seduta su un trono che a sua volta appoggia su un alto piedistallo.
La figura di regina e madre si presenta però con segni di inequivocabile sofferenza. Il suo mantello è anche
corpo, corpo tutto nudo, di nuda pelle. Ma anche corpo scorticato e flagellato, nuda carne esposta e segnata
da prepotenza e violenza, sia fisica sia verbale. Una grande e pesante sfera di metallo arrugginito è legata al
piede destro della figura con una grossa catena, quale simbolo della schiavitù a cui migliaia di donne, ancora
oggi, sono costrette in diverse parti del mondo. La composizione riflette nella sua odierna presentazione le
forme della celebre Up, che è una reinvenzione delle Veneri paleolitiche, simboli di fertilità e di sacralità, in un
collegamento tra potenze della terra e del cosmo. A lato della facciata di Santa Maria Novella, la Maestà
tradita vuole essere un monumento alla ‘liberazione’ femminile e del femminile, testo di accusa e manifesto di
una nuova civiltà, condanna per un mondo maschile che continua a tradire, offendere e violentare la sacralità
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del corpo femminile, della nuda carne del femminile, costringendola a sopportare la pena di “essere donna”,
esperienze di mercificazione, manipolazione ed emarginazione insopportabile.
Nel Museo Novecento, il percorso espositivo si snoda tra le nuove sale espositive e la Cappella interna, in
un'esposizione dalla doppia valenza: performativa e antologica. Con trenta disegni, di cui moltissimi inediti,
viene ad essere rappresentata l’evoluzione, dagli anni Sessanta ad oggi, di quella che è stata la tematica
fondamentale di uno dei più grandi interpreti dell’arte e dell’architettura contemporanea: quella della donna
come centro del mondo, e del femminino come forza creativa assoluta. Ogni sala costituirà un’installazione
multidisciplinare che comunica attraverso odori, sostanze liquide, suoni, elementi vari, la difficoltà di essere
donna in un mondo ancora dominato dalla omogenea e conservativa natura maschile. La mostra è ricca di
momenti performativi che coinvolgono il visitatore in un viaggio emotivo e sensoriale sviluppato senza
retorica ma con poetico, crudo espressionismo. L’evento ha quindi un carattere esemplare in quanto avviene
in una città che ha fondato i canoni della bellezza universale a partire dal maschile, centro dell’universo,
esaltando la corporeità virile come tempio di virtù e coraggio, di forza e divino ingegno. In piazza Santa Maria
Novella, la Maestà tradita si pone in definitiva come immagine dialettica a quella di molta statuaria
rinascimentale, in particolare dei ‘giganti' di Piazza Signoria.
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