La storia del presepe Dopo tutta la vicenda del Crocifisso nella scuola e nel luoghi pubblici con quel che ne è seguito di risposte da parte di tutte o quasi le componenti della cultura, mi sembra opportuno predisporre un modestissimo “Vademecum” a un segno, il presepe, che è fortemente espressivo delle nostre radici e della nostra identità cristiana e cattolica Chi descrive la Natività? Sono San Luca e San Matteo nei loro Vangeli gli unici a descrivere la Natività. Nei loro brani, infatti, c'è già tutta la sacra rappresentazione che a partire dal medioevo prenderà il nome latino di "praesepium". Oggi la parola assume il significato non solo di "mangiatoia", bensì dell’intera rappresentazione della natività in tutte le sue sfumature...del Presepe, appunto! Chi è stato il primo ad inserire nel Presepe il bue, l’asinello e i pastori? San Luca parla soltanto dell'umile nascita di Gesù a Betlemme (...giunse per lei il tempo di partorire e diede alla luce il suo figlio primogenito. Lo avvolse in fasce e lo depose in una mangiatoia, perché per loro non c'era posto nell'albergo. In quella stessa regione si trovavano dei pastori: vegliavano all'aperto e di notte facevano la guardia al loro gregge....), poi il greco Origene (prima metà del III secolo) all'iconografia originaria aggiunse altri particolari, infatti colloca Gesù in una grotta, parla dei doni dei pastori, di un bue e di un asinello, che riscaldano il piccolo con il proprio alito, richiamandosi probabilmente ad una antica profezia di Isaia. (1,3). E i Re Magi? È il Vangelo di San Matteo a parlare di Re Magi venuti ad adorare il Salvatore: "...alcuni Magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: "Dov’è il Re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella e siamo venuti per adorarlo". Ma qual è l’origine esatta del Presepio? E’ difficile da definire l'origine esatta del Presepio, in quanto è il prodotto di un lungo processo. Una cosa è certa che già nel secondo secolo troviamo nelle catacombe romane di Priscilla, lungo la via Salaria a Roma, rappresentate scene della nascita di Gesù, come la Madonna con in grembo il bambino. Sul soffitto di una nicchia approfondita a galleria per la presenza di una tomba venerata, c'è lo stucco, in parte caduto, del Buon Pastore, immagine di Cristo in un giardino con alberi in stucco e rami e fiori dipinti in verde e rosso. All'estrema destra della pittura si può ammirare una scena suggestiva: la Madonna seduta col Bambino sulle ginocchia e accanto a lei un profeta in tunica e pallio che addita una stella, allusione alla profezia di Balaam: "Una stella spunta da Giacobbe e uno scettro sorge da Israele." (Nu 24,15-17) Lo stile e la localizzazione (nella parte iniziale del cimitero) la fanno ritenere l'immagine della Madonna più antica del mondo: inizi del III secolo. Anche nelle catacombe di San Sebastiano, vi è un affresco che raffigura la mangiatoia con due animali: il bue e l’asinello. Che cosa sono le tettoie? È storicamente documentato che già nel Quarto secolo, per volere di Papa Liberio I (352-366), veniva eretta nel giorno di Natale, nella Basilica S. Maria “ad presepe” 1 (oggi nota come S. Maria Maggiore) una “tettoia” sorretta da tronchi d’albero (quasi lo schema essenziale di una stalla), tale tettoia veniva posta davanti all'altare presso il quale, il 24 dicembre di ogni anno, veniva celebrata la Messa di mezzanotte. Papa Liberio era succeduto a Papa Giulio I (337-352) il quale nel 337 aveva stabilito che il 25 dicembre fosse festeggiato come il giorno della nascita di Gesù. Tettoie solo a Roma? No. Altre “tettoie” furono erette in altre Chiese di Roma (S. Maria in Trastevere), a Napoli nella Chiesa di S. Maria della Rotonda, e certamente in altre Chiese di altre città. Si sa pure che Papa Gregorio III (731-741) fece sistemare sotto la tettoia di S. Maria Maggiore una statua d’oro della Madonna con il Bambino e che anche in altre chiese furono collocati sotto tali tettoie pitture o statue che ricordavano il Sacro Evento. Il primo presepe dove venne realizzato? In alcuni studi si dice che il primo presepe fu realizzato a Napoli nel 1025 presso una chiesa chiamata Santa Maria ad Presepe. Questa Chiesa sorgeva in piazza San Domenico Maggiore, e qui per la prima volta furono esposte alcune statue lignee che raffiguravano la natività del Gesù. E San Francesco? Secondo la tradizione il primo presepio vivente così come lo vediamo realizzare ancor oggi, con la grotta al centro e tutti gli uomini che vanno verso il Bambino, ha origine, dal desiderio di San Francesco D'Assisi di far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Betlemme, con personaggi reali, pastori, contadini, frati e nobili tutti coinvolti nella rievocazione che ebbe luogo a Greccio, piccolo centro del Lazio, in provincia di Rieti, ai confini con l' Umbria, nella notte di Natale del 1223. Perché allora si dice che il primo presepio fu realizzato a Greccio? Quello che San Francesco fece a Greccio fu magistralmente dipinto da Giotto nell'affresco della Basilica Superiore di Assisi. Fu il primo presepio e Greccio viene oggi celebrato come luogo di nascita del presepe. Arnolfo di Cambio scolpì per Papa Onofrio IV nel legno nel 1283 e del quale oggi si conservano solo alcune statue nella chiesa di S. Maria Maggiore in Roma. Le statue, ad altezza naturale, rappresentano: la Madonna col Bambino sulle ginocchia, San Giuseppe, il bue e l'asinello; davanti alla Madonna c'è uno dei re Magi. Ma non erano vietate le rappresentazioni di drammi sacri in Chiesa? Si, erano vietate. Fu Papa Onorio III che dette a Francesco una particolare autorizzazione che gli permise solo di celebrare la Santa Messa in una grotta naturale invece che in chiesa, così egli eresse una mangiatoia all'interno di una caverna in un bosco, vi portò un asino ed un bue viventi, ma senza la Sacra Famiglia, rivisse la nascita del Signore. Ma allora qual è il più antico presepio? Quando si diffuse a livello popolare la realizzazione del Presepio? A partire dal IV secolo la Natività diviene uno dei temi dominanti dell'arte religiosa e in questa produzione spiccano per valore artistico: la natività e l'adorazione dei Magi del dittico composto da cinque parti in avorio e pietre preziose che si ammira nel Duomo di Milano e che risale al V secolo e i mosaici della Cappella Palatina a Palermo, del 2 Battistero di S. Maria a Venezia e delle Basiliche di S. Maria Maggiore e S. Maria in Trastevere a Roma. In queste opere dove si fa evidente l'influsso orientale, l'ambiente descritto è la grotta, che in quei tempi si utilizzava per il ricovero degli animali,gli artisti producono statue di legno o terracotta che sistemano davanti a una pittura riproducente un paesaggio come sfondo alla scena della Natività. Il presepe veniva esposto all'interno delle chiese nel periodo natalizio. La diffusione a livello popolare si realizzò pienamente nel 1800: ogni famiglia in occasione del Natale costruiva un presepe in casa riproducendo la Natività secondo la tradizione con statuine in gesso o terracotta, carta pesta e altri materiali per gli scenari, forniti dagli artigiani. In Puglia, specialmente a Lecce, fu introdotto un uso innovativo della cartapesta, policroma o trattata a fuoco, drappeggiata su uno scheletro di fil di ferro e stoppa. A Roma le famiglie importanti gareggiavano tra loro nel costruire i presepi più imponenti, ambientati nella stessa città o nella campagna romana, che permettevano di visitare ai concittadini e ai turisti. Nel corso del Novecento poi, e soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale, ci fu un indebolimento della tradizione del presepe, anche per il fiorire della tradizione dell'Albero di Natale. Ma ormai nelle nostre case convivono albero di Natale che ha più una colorazione consumistica a motivo dei regali che vi si appendono, e il Presepio. Il gusto e l’inventiva si sono però affinati e i nostri giorni vedono rifiorire l’arte presepistica con opere che denotano cura dei particolari e desideri di inserire quel mistero di un Dio che si fa uomo nella trama della vita di ogni giorno. Ormai sono molti gli artisti che realizzano queste opere in dimensioni abbastanza grandi, tali da occupare degli ampi vani. E così da opera occasionale, il Presepio è diventato un’opera d’arte permanente che attira visitatori in luoghi piccoli, e centri sperduti dell’Appennino. Nicola Incampo 3