PARTI DESCRITTIVE AREE TEMATICHE 2013

PIANO DI ZONA 2011 – 2015
RIPIANIFICAZIONE ANNO 2013
PARTI DESCRITTIVE E TABELLE AZIONI
Area Infanzia – Adolescenza - Famiglia
pag.
2
Area Adulti – Anziani
pag.
21
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
pag.
37
43
48
52
55
57
Area Immigrazione
pag.
60
Area Disabilità
pag.
72
Area Salute Mentale
pag.
90
Area Dipendenze
pag. 112
Tabelle risorse e fonti di finanziamento per area di intervento
pag. 146
Area Marginalità Sociale
-
Persone senza dimora
Carcere ed esecuzione penale esterna
Vittime di abuso e sfruttamento sessuale - Tratta
Nomadi
Povertà e Immigrazione/Minori stranieri non accompagnati
Interventi assistenziali a favore di cittadini stranieri
AREA INFANZIA – ADOLESCENZA - FAMIGLIA
PRIORITÀ 1
DIFFICOLTÀ DELLE FAMIGLIE NELLA GESTIONE DELLA VITA QUOTIDIANA
Problemi - Bisogni:
Difficoltà dei genitori unici nell’accudimento /gestione/crescita dei
figli
Fragilità del ruolo educativo genitoriale
Fragilità del ruolo genitoriale in presenza di figli adolescenti, in
particolare, nel caso di famiglia straniera
Difficoltà nella conciliazione dei tempi di cura e dei tempi di lavoro
Separazioni conflittuali in presenza di figli minori
Problematiche della donna
Disagio economico delle famiglie
Difficoltà di reperimento di alloggi
Difficoltà nella ricerca di lavoro
Politiche
1. Promozione della famiglia e dei servizi dedicati - sviluppo di interventi di promozione
della socializzazione e delle relazioni tra famiglie e tra generazioni
2. Promozione e sostegno della genitorialità – incentivazione degli interventi dei consultori
familiari pubblici e privati – scuole genitori, conferenze, incontri, sportello donna
3. Sostegno e protezione della genitorialità - programmazione di politiche e interventi di
sostegno/sgravi di ordine economico e tariffario – sportello lavoro – sviluppo della
mediazione familiare
4. Politiche e interventi di supporto alla funzione educativa dei genitori (sostegno
educativo, doposcuola…)
5. Coordinamento istituzionale e interistituzionale per lo sviluppo di politiche a sostegno
della famiglia
2
A
Z
I
O
N
I
-
Attività di sostegno alla genitorialità
Assegnazioni economiche per il sostegno alla domiciliarità e dell'autonomia personale (assegno di cura)
Centri di aggregazione (= centri di animazione territoriali)
Centri Diurni estivi (comprensivi attività estive per minori)
Comunità educative diurne per minori/adolescenti o altri servizi semi-residenziali
Consultori Familiari: Spazio Giovani, Percorsi per coppie genitoriali ad alta conflittualità, Sostegno all’esercizio della genitorialità condivisa nella coppia separata
o divorziata, anche straniera/mista, Spazio Neutro (genitori separati), Servizio di mediazione familiare
NPI e PEE
Pediatria di Comunità
Contributi economici ad integrazione del reddito familiare
Contributi e integrazioni a rette per asili nido
Contributi e integrazioni a rette per strutture residenziali
Contributi e integrazioni a rette per strutture semiresidenziali
Convenzione con Centro Veneto Progetto Donna
Contatto Giovani
Lavoro di comunità
Progetto “Education to Talent (E.T.)- attività formative e di accompagnamento a supporto dei bambini con buon potenziale cognitivo (Servizio
UOC NPI)
Progetto di ricerca sanitaria finalizzata “GR 2010-2318865 THE LAUSANNE TRILOGUE PLAY” – potenziamento del sostegno ai ragazzi con
problemi psicopatologici”(Servizio UOC NPI)
Progetto "Passo dopo passo": laboratorio socio - educativo pomeridiano per i ragazzi (Limena)
Progetto Scuola Genitori
Promozione reti di solidarietà familiare
Servizio di mediazione familiare
Servizio sociale professionale
Sostegno all’inserimento lavorativo
Sostegno socio - educativo scolastico
Sostegno socio - educativo territoriale
Sportello Donna
Sportello genitori – attività di consulenza
Trasporto sociale
Progetto prevenzione della dispersione scolastica
N.B. In grassetto corsivo sono indicate le azioni innovative
3
PRIORITÀ 2
PROBLEMI DELLA FAMIGLIA NEL TEMPO DELLA MATERNITÀ
Problemi - Bisogni:
Fragilità del ruolo genitoriale alla nascita di un figlio, in particolare,
nel caso di famiglia straniera
Aumento dell’infertilità/sterilità nella popolazione adulta in età
fertile
Difficoltà della famiglia adottiva
Interruzione volontaria di gravidanza nelle minorenni
Cultura dei paesi a tradizione escissoria: Mutilazioni Genitali
Femminili (MGF) nelle bambine (L. n. 7 del 9/01/2006).
A
Z
I
O
N
I
-
-
Politiche
1. Promozione e sostegno della genitorialità
2. Promozione e sostegno alla genitorialità adottiva
3. Coordinamento interistituzionale e con il privato sociale (applicazione linee
guida-protocolli di collaborazione)
4. Sostegno alle minorenni
5. Sostegno e protezione della genitorialità
6. Prevenzione e contrasto alle MGF
Attività di sostegno alla genitorialità
Consultori Familiari: sostegno psicologico dopo il parto, prevenzione delle IVG - presa in carico precoce di
maternità giovane, attività di Spazio Giovani, individuazione e prevenzione della maternità fragile e della
depressione post – partum, sostegno alle minorenni e alle loro famiglie
Centro per le famiglie (compreso il Centro dello Spes che offre, tra l’altro, spazio neutro)
Équipe adozioni: gruppi di informazione - formazione sull’adozione nazionale ed internazionale, Supporto alla
genitorialità adottiva
Logopedia
Pediatria di Comunità
Progetto di prevenzione – contrasto e riabilitazione delle MGF, (in ottemperanza alla l.7/2006) inclusa la
formazione degli operatori socio-sanitari
Progetto Scuola Genitori
Servizio di NPI-PEE
Servizio sociale professionale
Sportello genitori – attività di consulenza
4
PRIORITÀ 3
DISOMOGENEA PRESENZA NEL TERRITORIO DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA
Problemi - Bisogni:
Politiche
Promozione al benessere dei bambini
1. Promuovere le azioni che sostengono il potenziamento dei servizi educativi per
l’infanzia
2. Promuovere la diversificazione delle tipologie di intervento rivolte all’infanzia
A
Z
I
O
N
I
-
Contributi e integrazioni a rette per asili nido
Contributi e integrazioni a rette per servizi integrativi o innovativi prima infanzia
Contributi e integrazioni a rette per strutture semiresidenziali
Ludoteche, Servizi Ludico – Ricreativi
Progetto “Tane Orsetti”
Servizi integrativi o innovativi prima infanzia (Nidi in famiglia, micronidi)
Strutture prima infanzia (asili nido, nido integrato, centri infanzia)
5
PRIORITÀ 4
-
GRAVI DISAGI DEI MINORI
Problemi - Bisogni:
-
difficoltà socio - educative, relazionali e psicologiche dei minori
difficoltà di apprendimento e problemi di tipo affettivo
carenze genitoriali di cura ed educative
grave trascuratezza/incapacità genitoriale
abusi e maltrattamenti
maltrattamento e abuso in famiglie straniere
disagio psichico
gravi disturbi neuropsichici
gravi disturbi del comportamento
deficit di attenzione e/o iperattività
Politiche
1.
2.
3.
4.
5.
6.
7.
8.
consolidamento dei processi di deistituzionalizzazione e promozione delle risorse accoglienti
sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di maltrattamento e abuso sessuale
sviluppo dei processi di accompagnamento dei percorsi adottivi per i bambini adottati con fragilità
sviluppo dei percorsi di presa in carico specialistica di ragazzi con psicopatologia, deficit di
attenzione e/ iperattività e delle loro famiglie
sostegno alla crescita del minore in idoneo ambiente eterofamiliare
tutela del diritto dei minori alla relazione con entrambi i genitori
sviluppo dell’integrazione tra servizi
sostegno e promozione dell’autonomia della donna con figli.
6
A
Z
I
O
N
I
-
-
Affiancamento figura professionale psicologo ai servizi sociali (Padova)
Ambulatorio disturbi alimentari del 3° Servizio Psichiatrico Ulss
Appartamenti di sgancio per mamma – bambino
Assistenza domiciliare
Centri per l’Affido (con apertura CASF presso Distretto n.4)
Centro I Girasoli - Progetto Regionale di Cura e Protezione dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie in situazione di maltrattamento e abuso;
collaborazione con Procure per audizione minori, consulenza agli operatori del sistema dei servizi per i casi di maltrattamento e abuso,
formazione operatori sui temi del maltrattamento/abuso, coordinamento rete servizi
Comunità educative diurne
Comunità educative residenziali (comunità educativa per minori, comunità educativa per minori con Pronta Accoglienza, comunità educativa
mamma – bambino, comunità familiare)
Comunità educative riabilitative per preadolescenti/adolescenti
Consulenza legale al personale (Padova)
Consultori Familiari: Percorsi per coppie genitoriali ad alta conflittualità, Sostegno all’esercizio della genitorialità condivisa nella coppia
separata o divorziata, anche straniera/mista, Spazio Neutro (genitori separati)
Contributi alle famiglie affidatarie
Contributi e integrazioni a rette per strutture residenziali
Logopedia
NPI-PEE: Presa in carico di minori con difficoltà socio - educative, relazionali, psicologiche, di apprendimento, Servizio ambulatoriale di
Neuropsichiatria e psicopatologia dell’età evolutiva
Progetto prevenzione della dispersione scolastica
Promozione reti di solidarietà familiare
Servizio di mediazione familiare
Servizio sociale professionale - Servizio tutela minori
Servizio semiresidenziale per adolescenti con psicopatologia (UOC NPI)
Sostegno socio - educativo scolastico
Sostegno socio - educativo territoriale
Spazio neutro (genitori – figli in affido o in comunità con provvedimento T.M.)
Tavolo di concertazione per le politiche a favore dei giovani
Trasferimenti per l’attivazione di servizi (affido familiare)
Unità Operativa Complessa NP Infanzia e Adolescenza (compreso Servizio ambulatoriale per minori con deficit di attenzione e/o iperattività)
7
PRIORITÀ 5
RISCHIO DI DEVIANZA PER I RAGAZZI
Problemi - Bisogni:
- aumento numero ragazzi con problemi di comportamento
- consumi di alcol e droghe, con abbassamento dell’età di uso e abuso
- fatiche nell’acquisizione delle autonomie
- scarsa partecipazione alla vita comunitaria
- disagio dei giovani
- carenza di coordinamento delle politiche per i giovani
A
Z
I
O
N
I
-
Politiche
1. Promozione al benessere di adolescenti e giovani
a) programmazione di servizi di informazione e sensibilizzazione
b) programmazione di interventi di prevenzione
2. Sostegno a adolescenti e giovani
a) programmazione di servizi per adolescenti
b) programmazione di interventi che perseguano finalità di prevenzione,
educazione alla sicurezza/legalità, promozione
cittadinanza e responsabilità sociale
c) promozione di politiche coordinate per favorire l’autonomia dei giovani
d) coordinamento politiche per i giovani
Animazione territoriale
Attività di sostegno alla genitorialità
Centri di aggregazione
Consultorio Familiare: attività di Spazio Giovani
Contatto Giovani
Informagiovani
Progetto "Padova Meeteen"
Progetto prevenzione della dispersione scolastica
Progetto Scuola Genitori
Progetto "Tutti per uno"
Programmi per il servizio civile
Programmi per la creatività giovanile
Programmi per la mobilità giovanile
Sportello di ascolto e consulenza
Sportello genitori – attività di consulenza
Tavolo di rete
8
PRIORITÀ 6
DIFFICOLTÀ DI INTEGRAZIONE SOCIALE DEI MINORI STRANIERI
Problemi - Bisogni:
Politiche
1. Promozione al benessere di bambini e ragazzi stranieri e delle loro famiglie
A
Z
I
O
N
I
-
Centri di aggregazione
Centri Diurni estivi
Centri per l’Affido (con apertura CASF presso Distretto n.4)
Consultori Familiare: Attività di Spazio Giovani
Contatto Giovani
Contributi alle famiglie affidatarie
Contributi economici ad integrazione del reddito familiare
Équipe adozioni
Interventi di facilitazione linguistica nelle scuole
Laboratorio di integrazione interculturale (nelle scuole)
Logopedia
Mediazione linguistico - culturale
NPI-PEE
Sostegno socio-educativo scolastico
Sostegno socio-educativo territoriale
Sportello di ascolto e consulenza
Servizio Sociale Professionale - Servizio Tutela minori
Struttura A.P. Immigrazione
Supporto all’inserimento lavorativo
Trasferimenti per l’attivazione di servizi (affido familiare)
Unità Operativa Complessa NP Infanzia e Adolescenza (compreso Servizio ambulatoriale per minori con deficit di
attenzione e/o iperattività)
9
PRIORITÀ 7 (di sistema)
ESIGENZA DI SVILUPPO DELL’INTEGRAZIONE NEL SISTEMA DEI SERVIZI
Problemi - Bisogni:
- carenza di coordinamento intra-istituzionale
- carenza di coordinamento inter-istituzionale
- carenza di collaborazione tra i servizi
- carenza di coordinamento tra pubblico e privato sociale
Politiche
1. Sviluppo del coordinamento e dell’integrazione tra i servizi
10
A
Z
I
O
N
I
-
-
Attuazione indicazioni Pubblico tutore
Collaborazione con Procure per audizione minori - Centro I Girasoli
Comunicazione scuola servizi ( accordo di programma per applicazione L.104/92 – avvio gruppo di lavoro per i
minori Stranieri)
Coordinamento interdisciplinare tra servizi (psichiatria, neuropsichiatria infantile, ecc.)
Coordinamento tra CASF
Procedure accreditate per l'integrazione ospedale territorio in ambito materno – infantile
Protocolli/linee guida per servizi sociali, socio-sanitari, Scuole, Istituzioni Giudiziarie
Realizzazione azioni previste dalla DGR Veneto 2416/08 (e attuazione protocollo di collaborazione NPI - Centro
Adozione e protocollo di collaborazione Contatto Giovani –Consultori Familiari)
Rivalutazione protocollo buone prassi (con costituzione di un gruppo di monitoraggio)
Studio di fattibilità per attivazione UO per il ricovero delle urgenze psichiatriche in età evolutiva (10
p.l.)
Sviluppo dell’integrazione tra UOC Neuropsichiatria I.A. e il sistema dei servizi
Sviluppo di un protocollo operativo per le valutazioni psichiatriche degli adulti nell’ambito della tutela minori
Tavolo di rete
Tavolo inter-istituzionale territoriale immigrazione ULSS
UVMD (e avvio informatizzazione)
11
PRIORITÀ 8 (di sistema)
NECESSITÀ DI AZIONI PER SOSTENERE GLI OPERATORI AD AFFRONTARE LA COMPLESSITÀ E LE
TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA SOCIALE
Problemi - Bisogni:
Politiche
1. Migliorare il sistema di offerta dei servizi
2. Garantire lo sviluppo delle competenze e il miglioramento delle modalità di
lavoro degli operatori
3. Garantire adeguati standard di personale nei servizi sociali.
A
Z
I
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N
I
-
-
Formazione insegnanti
Formazione e consulenza agli operatori dei diversi servizi sui temi del maltrattamento e abuso (Centro I
Girasoli)
Formazione operatori dei servizi sociali
Realizzazione azioni previste dalla DGR Veneto 2416/08 (e attuazione protocolli di collaborazione NPI - Centro
Adozione e Contatto Giovani –Consultori Familiari)
Sperimentazione nuovi modelli di intervento nei casi di maltrattamento e abuso
Supervisione professionale agli operatori dei servizi sociali
12
1A-Tabella mantenimento
Interventi
Soggetti responsabili della
gestione
Posti/utenti
totale
finanziamenti
Risorse per la
gestione
corrente
AMBULATORIO DISTURBI
ALIMENTARI 3 SERVIZIO
PSICHIATRICO
ULSS 16
n.d.
risorse interne
Attività di informazione e
sensibilizzazione
Comune di Piove di Sacco
30
5.000,00
Regione - Ulss - Comuni - Altro
n.d.
risorse interne
Padova, Piove
200
155.926,00
117
270.615,23
Padova, Rubano, Selvazzano,
Spes
Comune di Padova
715
214.252,60
Ulss
n.d.
risorse interne
ULSS - Comuni - scuola
n.d.
risorse interne
CONSULTORIO FAMILIARE
ULSS 16
n.d.
3.181.540,51
CONTATTO GIOVANI
ULSS 16
n.d.
150.658,48
Attuazione indicazioni Pubblico
Tutore
Centri per l'affido
CENTRO GIRASOLI
Centro per le famiglie
Consulenza legale al personale
Collaborazione con Procure per
audizione minori (Centro i
Girasoli)
Comunicazione scuola servizi
Contributi e integrazioni a rette
per strutture semi residenziali
Contributi economici ad
integrazione del reddito
familiare
ULSS 16
Padova
Tutti i Comuni (27 rispondenti)
Risorse per
investimenti
Note
6.000,00
111
1.266
165.257,00
685.293,00
13
Interventi
Soggetti responsabili della
gestione
CONVENZIONE CON CENTRO
VENETO PROGETTI DONNA
ULSS 16
EQUIPE ADOZIONI
ULSS 16
totale
Posti/utenti
finanziamenti
Ulss, Unipd, Uff. Prov.
Scolastico, Associazioni
comuni
LAVORO DI COMUNITA'
Padova
Mediazione linguistico - culturale
NPI - PEE
Padiatria di Comunità
Note
20.000,00
419.808,91
Ulss
Formazione operatore servizi
sociali
LOGOPEDIA
Risorse per
investimenti
176
225
Formazione e consulenza agli
operatori dei diversi servizi sui
temi del maltrattamento e
dell’abuso (Centro i Girasoli)
Formazione insegnanti
Risorse per la
gestione
corrente
ULSS 16
Albignasego, Montegrotto,
Padova, RUBANO( Noventa non
arrivato dato)
ULSS 16
n.d.
risorse interne
n.d.
risorse interne
n.d.
risorse interne
1.000
1.609
azione
di
sistema
azione
di
sistema
azione
di
sistema
71.382,92
757.459,32
287.680,69
367
n.d.
ULSS 16
1.695.190,15
4.024.113,56
21.314
Procedure accreditate per
l'integrazione ospedale territorio
in ambito materno-infantile
progetto "Passo dopo Passo"
ULSS 16
risorse interne
Comune di Limena
35
azione
di
sistema
23.950,00
14
Interventi
Soggetti responsabili
della gestione
PROGETTO DI PREVENZIONE CONTRASTO E RIABILITAZIONE DELLE
MGF INCLUSA LA FORMAZIONE
OPERATORI SOCIOSANITARI
ULSS 16
Progetto di prevenzione della
dispersione e promozione del successo
scolastico
progetto Padova meeteen
PADOVA
PROGETTO SCUOLA-GENITORI
Progetto tutti per uno
totale
Posti/utenti
finanziamenti
Risorse per la
gestione
corrente
Risorse per
investimenti
Note
38.698,06
375
139.694,00
5.000
Padova
n.d.
Limena, Montegrotto,
Padova, Selvazzano
Comune Padova
805
14.226,71
23.584,48
15.033,20
168
Programmi creatività giovanile
Comune Padova
Programmi mobilità giovanile
Comune Padova
248.146
154.497,40
Programmi serv. Civile
Comune Padova
88728,35
46.111,90
Protocolli Linee Guida per servizi
sociali, sociosanitari, scuole, istituzioni
giudiziarie
Realizzazione azioni previste da DGR
2416
Servizio di Mediazione Familiare
Ulss Privato Sociale
(Ospedale CAV Culla
segreta)
comuni - ulss
167.899,25
risorse interne
azione di
sistema
risorse interne
azione di
sistema
Brugine, Ulss
risorse interne
15
Interventi
Servizio Semiresidenziale per
adolescenti con psicopatologia
Servizio Sociale Professionale-Servizio
tutela minori
Sostegno all'inserimento lavorativo
Spazio Neutro (genitori-figli con
provvedimento TM)
Soggetti responsabili
della gestione
STRUTTURA A.P. IMMIGRAZIONE
Supervisione professionale agli
operatori dei servizi sociali
Sviluppo dell’integrazione tra UOA
Neuropsichiatria I. A. e il sistema dei
servizi
Risorse per la
gestione
corrente
ULSS 16
n.d.
94.602,00
TOTALE COMUNI
3917
1.718.814,00
Comune di Padova
Risorse per
investimenti
Note
0,00
Padova
Sperimentazione nuovi modelli di
Ulss
intervento nei casi di maltrattamento e
abuso
Sportello di ascolto e consulenza
Noventa
giovani
SPORTELLO DONNA
Abano, Noventa, Ponte,
Saonara
Sportello Genitori - attività di
consulenza
totale
Posti/utenti
finanziamenti
25
7.226,71
risorse interne
15
65
azione di
sistema
5.000,00
n.d.
Albignasego, Legnaro,
Noventa, Sacoclongo,
Saonara, Selvazzano
ULSS 16
227
19.825,00
269
289.200,29
Abano
7
225,00
Ulss
risorse interne
azione di
sistema
16
Interventi
Sviluppo di un protocollo
operativo per le valutazioni
psichiatriche degli adulti
nell’ambito della tutela minori
Tavolo di rete
Soggetti responsabili
della gestione
totale
finanziamenti
Posti/utenti
Risorse per la
gestione
corrente
Comuni e Ulss
risorse interne
Comune di Selvazzano
220
14.000,00
TAVOLO INTER-ISTITUZIONALE
TERRITORIALE IMMIGRAZIONE
ULSS
Trasferimenti per l'attivazione di
servizi (affido familiare)
ULSS 16
11
risorse interne
Padova
n.d.
8.564,00
UOC NPI
ULSS 16
n.d.
1.433.060,64
Risorse per
investimenti
Note
azione di
sistema
17
1B-Tabella potenziam – riconver
Interventi
Affiancamento figura
professionale psicologo
Soggetti responsabili della
gestione
totale
Posti/utenti
finanziamenti
Risorse per
la gestione
corrente
Risorse per
investimenti
Note
Padova, Piove di Sacco
122
74.191,86
AGGIUNTO 1
COMUNE
12 Comuni
83
139.331,00
AGGIUNTI 11
COMUNI
38
77.744,00
14 Comuni qui elencati
1375
76.676,00
8 Comuni
781
381.718,00
Centri diurni estivi( ex centro
ricreativo estivo)
Tutti i Comuni (15 rispondenti)
4343
645.865,00
Contributi alle famiglie affidatarie
Tutti i Comuni (17 rispondenti)
153
554.343,00
Contributi e integrazioni a rette
per asili nido
Tutti i comuni (10 rispondenti)
829
1.080.912,00
AUMENTATI E
CAMBIATI I
COMUNI
COINVOLTI
AUMENTATO
IL NUMERO
DEI COMUNI
AUMENTATO
IL NUMERO
DEI COMUNI
DIMINUITO
IL NUMERO
DEI COMUNI
AUMENTATI E
CAMBIATI I
COMUNI
COINVOLTI
DIMINUITO
IL NUMERO
DEI COMUNI
COIVOLTI
AUMENTATO
IL NUMERO
DEI COMUNI
AUMENTATI E
CAMBIATI I
COMUNI
COINVOLTI
18
Assegnazioni economiche per il
sostegno alla domiciliarità e
alla'autonomia personale
(assegno di cura)
Assistenza Domiciliare
Attività di sostegno alla
genitorialità
Centri di Aggregazione Sociale
Contributi e integrazioni a rette
per servizi integrativi o innovativi
prima infanzia
Contributi e integrazioni a rette
per strutture residenziali
Tutti i Comuni (12 rispondenti)
126.075,00
Tutti i comuni (3 rispondenti)
134.421,00
124
Tutti i comuni (15 rispondenti)
2.258.930,00
178
Interventi
Informagiovani
Soggetti responsabili della
gestione
totale
Posti/utenti
finanziamenti
Risorse per
la gestione
corrente
14
Interventi di facilitazione
linguistica nelle scuole
Padova
Progetto Tane Orsetti
PADOVA
30.000
704.044,00
2.000
74.000,00
39.569,82
78
Promozione reti solidarietà
familiare
Rivalutazione protocollo Buone
Prassi
Servizi ludico ricreativi
LUDOTECHE
Comune di Albignasego
risorse interne
comuni - ulss
risorse interne
7 COMUNI
288.572,35
806
Sostegno socio-educativo
scolastico
Tutti i comuni (17 rispondenti)
459
228.301,00
Sostegno socio-educativo
territoriale
Tutti i comuni (25 rispondenti)
1.132
767.176,00
Trasporto Sociale
Cadoneghe,Cervarese,
Padova,Rovolon, Saccolongo
Selvazzano,Teolo
UVMD (informatizzazione)
Comuni e Ulss
6.866,00
risorse interne
Risorse per
investimenti
Note
AUMENTATO
IL NUMERO
DEI COMUNI
DIMINUITO
IL NUMERO
DEI COMUNI
COIVOLTI
aumento
delle risorse
destinate
Cambiato il
comune
coinvolto
potenziamen
to dell'azione
di sistema
DIMINUITO
IL NUMERO
DEI COMUNI
COIVOLTI
AUMENTATI
E CAMBIATI
I COMUNI
COINVOLTI
AUMENTATO
IL NUMERO
DEI COMUNI
AUMENTATO
IL NUMERO
DEI COMUNI
potenziamen
to dell'azione
di sistema
19
1C -Tabella Azioni innovative
Interventi
Progetto EDUCATION TO
TALENT (E.T.)- attività
formative e di
accompagnamento a
supporto dei bambini con
buon potenziale cognitivo)
Soggetti responsabili della
gestione
ULSS 16 UOC NPI
ULSS 16 PADOVA UOC NPI
Progetto di ricerca
sanitaria finalizzata “GR
2010-2318865 THE
LAUSANNE TRILOGUE PLAY”
– potenziamento del
sostegno ai ragazzi con
problemi
psicopatologici”(Servizio
UOC NPI)
Centri per l'affido
Coordinamento tra CASF
totale
finanziame
nti
Posti/uten
ti
Risorse per la
gestione
corrente
Risorse per
investimenti
Note
44.800,00
200.000,00
Selvazzano per Distretto 4
157.174,00
Comuni di Padova, Piove di
Sacco, Selvazzano
risorse interne
azione di sistema
20
AREA ADULTI-ANZIANI
L’invecchiamento della popolazione: una sfida e un’opportunità
La popolazione del nostro paese non solo invecchia ma si trasforma e si riduce progressivamente per il declino della fertilità e del tasso di
natalità. Dati ISTAT prevedono che nel 2050 gli over 65enni attualmente il 18% della popolazione Italiana diventeranno il 34,4% e gli over 80,
attualmente il 4,3% della popolazione, il 14,2%.
E’ evidente che i parametri utilizzati per pianificare le risorse e offrire i servizi assistenziali necessari devono tener conto del cambiamento che
sta subendo la popolazione anziana. Peraltro, se invecchiare non è una malattia, e gli anziani sani possono ricoprire ancora significativi ruoli
sociali all’interno della famiglia e della società, non vi è dubbio che il loro aumento numerico si accompagna ad un aumento numerico assoluto
di coloro che soffrono di gravi limitazioni, ossia di anziani con fragilità, nonostante nell’ultimo trentennio siano stati posti in atto interventi di
prevenzione e cura di comuni e importanti malattie. Basti pensare che circa il 12% degli ultra - sessantacinquenni oggi è affetto da Diabete
mellito. Meno di metà della popolazione italiana anziana è in condizione di peso normali, solo il 38% degli uomini e il 44% delle donne. Il 20 %
degli ultra-sessantenni è inoltre è affetto da bronco pneumopatia cronica ostruttiva, che è la causa del 13% dei ricoveri ospedalieri e dipende
per la maggior parte dei casi da fumo di sigaretta, anche passivo, e da polveri e agenti inquinanti. Tra i soggetti con più di 80 anni, il 10 % è
affetto da scompenso cardiaco mentre la sordità con relativi disturbi della comunicazione colpisce una persona su due dopo i 75 anni.
La comparsa di alcune malattie sopraelencate sono da attribuire al contesto sociale nel suo complesso, a stili di vita e consuetudini errate. Non
c’è tempo da perdere, quindi, nell’attuare una serie di azioni di prevenzione delle malattie e promozione della salute.
Dati generali relativi alla Popolazione Anziana ULSS 16
Nel territorio dell’ULSS 16 di Padova si è assistito negli ultimi anni al progressivo invecchiamento della popolazione, rispecchiando peraltro
l’andamento demografico globale Italiano e degli altri paesi industrializzati.
Il Piano di Zona Area Anziani ha come bacino di utenza gli anziani del nuovo Territorio dell’ULSS 16 che a fronte di una popolazione
complessiva (al 1/1/2011) di 491.191 abitanti suddivisa in 29 comuni, conta 101.292 residenti di età superiore ai 65 anni pari al 20,6% della
popolazione totale. La popolazione ultra settantacinquenne, età in cui si stima che oltre l’88% degli anziani abbia bisogno di qualche aiuto per
una vita indipendente, è pari a 46.663 abitanti (9,5% della popolazione (Font: Ufficio Statistica dell’Ulss 16).
Obiettivi prioritari del presente piano di zona sono l’adozione di politiche coerenti e coordinate nell’ottica della prevenzione e della promozione
della salute: favorire il consumo di cibi sani e un’alimentazione corretta; contrastare l’uso di tabacco e alcool; favorire stili di vita che
contemplino una maggiore attività fisica idonea; favorire il mantenimento del tono muscolare e della massa ossea.
In particolare gli interventi riguardano:
- la promozione del benessere psico-fisico;
- l’assistenza all’anziano in situazioni di fragilità;
- il supporto alle famiglie che accudiscono anziani.
21
Il contesto demografico nell’Ulss 16 di Padova
I residenti nei 29 Comuni dell’ULSS 16 all’1/1/2011, secondo i dati ISTAT, sono 491.191, 1/5 dei quali ha 65 anni o più, ed è composto, in
maggioranza, da donne (Tab. 1.1.).
Classi
d’età
65-69
70-74
75-79
80-84
85-89
90-94
95-99
100+
Totale
MASCHI
N°
%
12.195 29,2%
11.578 27,8%
8.490 20,4%
5.576 13,4%
2.886
6,9%
769
1,8%
215
0,5%
6
0,0%
41.715 100%
FEMMINE
N°
%
14.122 23,7%
14.065 23,6%
11.938 20,0%
9.626 16,2%
6.477 10,9%
2.335
3,9%
976
1,6%
38
0,1%
59.577 100%
Totale
N°
26.317
25.643
20.428
15.202
9.363
3.104
1.191
44
101.292
%
26,0%
25,3%
20,2%
15,0%
9,2%
3,1%
1,2%
0,0%
100%
Tabella 1.1: distribuzione per età e genere – Popolazione ultra65enne ULSS 16 al 1/1/2011
Fonte dei dati: ISTAT. Elaborazione: U.O. Statistica dell'U.L.S.S. n° 16
Questa percentuale di ultra 65enni (20,6%) è molto allineata alla percentuale italiana (20.1%) ma va ricordato che rappresenta la media tra
aree geografiche molto diverse. I 6 Distretti della ULSS 16 infatti presentano una proporzione decisamente disomogenea di popolazione ultra
65enne che va dal 17,5 % dei distretti 4 e 6 al 23,7% del Distretto 1, come evidenziato nella tabella 1.2:
Distretto N.
1
2
3
4
5
6
Totale
16
N. Anziani % sulla popolazione
ultra 65enni
generale del
Distretto
27.421
23,7%
20.441
21,4%
20.333
20,5%
13.617
17,5%
7.921
21,3%
11.559
17,5%
ULSS
101.292
20,6%
Tabella 1.2: numerosità e percentuale di ultra 65enni per Distretto in ULSS 16 – al 1/1/2011
Fonte dei dati: ISTAT
22
PRIORITÀ DEL PIANO DI ZONA 2011-2015
PRIORITÀ N. 1
ISOLAMENTO, SOLITUDINE E SEDENTARIETÀ DELL’ANZIANO E RINUNCIA AL RUOLO SOCIALE
Fa parte dell’essere umano la consapevolezza della connessione tra percezione della propria identità e senso della propria utilità sociale.
L’interruzione per pensionamento a circa 65 anni dell’attività lavorativa in una società, in cui l’identità sociale degli individui ruota intorno ad un
asse principale costituito dal lavoro, coincide con la percezione di inutilità e con l’instaurarsi di problemi di salute, in molti casi connessi alla
perdita del ruolo sociale.
Politiche
1.
2.
3.
4.
Garantire la continuità del livello di socializzazione degli anziani e la partecipazione alla vita sociale della comunità di appartenenza;
Favorire l’accesso alla banca dati relativa alle attività di volontariato compatibili con l’età anziana;
Sostenere la mobilità degli anziani nel proprio ambiente di vita e nel territorio;
Promuovere il coinvolgimento degli anziani in attività socialmente utili anche remunerate.
A. Azioni finalizzate a contrastare il rischio di rinuncia al ruolo sociale dell’anziano e il suo isolamento:
- Centri di Aggregazione Sociale
- Laboratori creativi
- Soggiorni climatici
- Attività Culturali e Formative
- Trasporto sociale
- Centri Diurni per persone anziane autosufficienti
- Falansterio (Housing sociale)
- Centri di Ascolto
- Servizio Nonni vigili
- Progetto regionale recupero e riciclo ausili con utilizzo anche di lavoro di anziani in pensione (DGR 1378 del 12.5.2009)
- Attività Motorie
- Attività di informazione e sensibilizzazione
- Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati
B. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate in forma trasversale a tutte le azioni a
sostegno delle persone:
- Servizio Sociale Professionale
23
Indicatori:
Percentuale annua dal 2011 – trend di crescita di anziani inseriti in:
- Attività motorie;
- Attività lavoro socialmente utile, anche remunerato
PRIORITÀ N. 2
FRAGILITÀ PSICO-FISICA DELLE PERSONE ANZIANE, SOLE E IN COPPIA
L’invecchiamento è un processo continuo che inizia convenzionalmente a 65 anni e la fragilità di conseguenza è il complessivo declino fisico e
mentale, diverso da persona a persona, che cambia nel tempo con il cambiare delle condizioni di salute e di vita.
La fragilità viene vista come la perdita di risorse in differenti ambiti funzionali (fisico – biologico – psicologico – sociale), che conducono ad un
calo della capacità di riserva per far fronte a stress di varia natura. Essa è, di fatto, una diminuzione della capacità nel portare avanti le
principali attività sociali e pratiche della vita quotidiana.
Politiche
1. Avviare a fianco delle attuali forme di assistenza, orientate prioritariamente ad intervenire nei confronti del cittadino già in condizioni di
disagio o patologia conclamata, un insieme di interventi integrati programmati in un’ottica di gestione multidisciplinare atti a cogliere i
segnali di rischio o prodromici di malattia e finalizzati a contenere la traiettoria di sviluppo della malattia o evitare l’insorgere di problemi
associati all’età.
2. Garantire una presa in carico globale del bisogno degli anziani integrando e ottimizzando i servizi della rete;
3. Approfondire la conoscenza dei bisogni delle persone anziane fragili.
Per la realizzazione di queste politiche si predispongono le seguenti azioni:
A. Azioni finalizzate a garantire il monitoraggio delle condizioni psicofisiche degli anziani fragili per garantire interventi
direttamente correlati al manifestarsi di eventi sanitari acuti o di disagi e difficoltà:
- Aiuto Anziani
- TeleAdozione
- Telesoccorso
- Telefonata Amica
- Pronto Anziani
B. Azioni che realizzano una prevenzione di base e integrano i bisogni degli anziani legati alla progressiva riduzione delle
competenze e delle capacità di vita autonoma:
- Centri Diurni per persone anziane autosufficienti
- Assistenza Domiciliare Socio Assistenziale
- Distribuzione Pasti e/o Lavanderia a domicilio
- Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari
24
-
Inserimenti temporanei (brevi soggiorni) in struttura residenziale e in centro diurno a sostegno della domiciliarità1
Casa per Persone Anziane autosufficienti
Trasporto sociale
Sportelli Integrati Distrettuali
Punti Unici
Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati
C. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate in forma trasversale a tutte le azioni a
sostegno delle persone:
- Servizio Sociale Professionale
D. Azione finalizzata a fornire un’analisi della fragilità dell’anziano e della sua evoluzione nel tempo per individuare i correttivi
che si possono attivare per evitare il ricorso, per esempio, ai ricoveri ospedalieri troppo frequenti:
- Banca dati fragilità attraverso la partecipazione al progetto regionale con la Johns Hopkins University di Baltimora (USA)
Indicatori :
- Aumento progressivo percentuale dell’età media per la richiesta di inserimento in Centro Servizi;
- Aumento in percentuale n. UVDM per progetto assistenziale domiciliare in rapporto a progetto assistenziale per accoglienza in Centro
Servizi.
PRIORITÀ N. 3
AUMENTO DI ANZIANI CON MALATTIA DI ALZHEIMER E ALTRE FORME DI DEMENZA.
La problematica è strettamente collegata ai processi di invecchiamento della popolazione, in particolare all’innalzarsi dell’età media dell’anziano.
L’aumento di queste malattie croniche e degenerative è causa di disabilità che condizionano pesantemente la qualità della vita dell’anziano che
ne è colpito e determinano importanti ripercussioni a livello assistenziale sotto vari profili in particolare di carattere economico e organizzativo
sia per la famiglia che per il sistema dei servizi a seguito della crescente domanda di assistenza continuativa.
Prendersi cura del malato di Alzheimer, in generale, dei soggetti colpiti da decadimento cognitivo significa affrontare una molteplicità di aspetti
di pertinenza sanitaria e sociale con un intreccio di competenze, conoscenze e servizi che devono agire necessariamente in modo integrato se
si intende realizzare una risposta organizzativa efficace ai bisogni del malato e della famiglia.
Il ruolo, in particolare, di chi assiste un malato di Alzheimer è complesso e articolato poiché non coinvolge solamente la tutela dei bisogni fisici,
l’esigenza continua di sorveglianza nelle fasi intermedia e finale della malattia, l’ assistenza personale (igiene e cura della persona) e gestione
della casa, ma anche la presa in carico della dimensione, psichica affettiva e sociale. In altre parole, il caregiver è chiamato all’importante e
1
Per favorire l’accesso delle persone a tale servizio sono stanziate specifiche risorse regionali che garantiscono forme di riduzione nel pagamento della retta alberghiera, in ragione
della situazione economica dell’assistito (ISEE). Tale valutazione viene effettuata in sede di UVMD per tramite dell’Assistente Sociale del Comune di residenza del
beneficiario. (attualmente sospesa. Si concorda la possibilità di ingresso immediato in NAISS, da Ospedale o PS, nel caso la famiglia si accolli i costi della quota alberghiera. Nel
caso di possibile necessità di intervento economico dell’Amministrazione Comunale appare indispensabile il passaggio preliminare in UVMD).
25
difficile ruolo di promuovere il mantenimento/miglioramento della qualità della vita e della dignità del malato. I percorsi di auto - mutuo aiuto
consentono ai familiari e al caregiver uno spazio di parola in cui esprimere i propri bisogni e sentirsi valorizzati e riconosciuti.
Politiche
1. Garantire il coordinamento, la collaborazione e la compresenza delle professionalità diverse della rete assistenziale superando le rigidità
tecniche e istituzionali al fine di garantire la costruzione di progetti di qualità per gli interessati;
2. Sostenere la famiglia che si fa carico di malati affetti da diverse forme di demenza senile attraverso la costruzione, da parte dei soggetti che
di tali tematiche si occupano, di una relazione di accompagnamento finalizzato a trasformare la famiglia in “soggetto attivo” non vittima della
malattia del congiunto.
Per la realizzazione di queste politiche si predispongono le seguenti azioni:
A. Azioni che garantiscono il livello di valutazione interprofessionale della malattia e l’avvio coordinato dei servizi e delle
prestazioni socio sanitarie:
- Sportelli Integrati Distrettuali
- Valutazione multidimensionale (UVDM)
- Punti Unici
B. Azioni finalizzate a garantire le cure al malato e contestualmente a supportare il carico assistenziale del caregiver:
- Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari
- Inserimenti temporanei (brevi soggiorni) in struttura residenziale e in centro diurno a sostegno della domiciliarità
- Distribuzione Pasti e/o Lavanderia a domicilio
- Assegni di Cura
- Trasporto sociale
- Corsi di Auto Mutuo Aiuto per familiari e caregiver
- Incontri di formazione per familiari, caregivers e volontari
- Percorsi formativi per i caregivers differenziati per le diverse fasi della malattia
- Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati
- Studio di fattibilità per l’attivazione di un nucleo SAPA
C. Azioni che appartengono a tipologie assistenziali diverse e destinate a supportare i bisogni che i pazienti con demenza
richiedono nell’arco della storia naturale della malattia. Si tratta di azioni che offrono una soluzione intermedia tra le cure
domiciliari e l’istituzionalizzazione permanente, sollevando i familiari per alcune ore del giorno dal peso assistenziale,
garantendo, in alcuni casi, una terapia riabilitativa fisica, occupazionale e neuropsicologica:
- Centri Diurni assistenziali/riabilitativi per persone anziane non autosufficienti
- Centri Servizi per persone anziane non autosufficienti
- C.D.C. (Centri di Decadimento Cognitivo)
- Attività di informazione e sensibilizzazione
- Interventi, anche ambulatoriali, di stimolazione cognitiva rivolti ai pazienti nelle prime fasi della malattia
26
D. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate, in forma trasversale a tutte le azioni a
sostegno delle persone:
- Servizio Sociale Professionale
Indicatori:
- Monitoraggio richieste di inserimento in Centri di Servizi;
- Aumento utenti servizi domiciliari.
PRIORITÀ N. 4
AUMENTO DEL CARICO ASSISTENZIALE DELLE FAMIGLIE/CAREGIVER DELLE PERSONE ANZIANE AFFETTE
DA MALATTIE GRAVI E INVALIDANTI.
La malattia di un familiare anziano, specialmente se cronica e invalidante, costituisce uno dei passaggi più critici di una famiglia: In particolare,
il caregiver all’interno della famiglia è colui/e che si fa carico in modo attivo della persona malata e detiene, per scelta o per necessità, il ruolo
primario nell’assistenza. L’impegno anche in termini di ore giornaliere, a volte, è molto importante e i familiari o il caregiver devono in alcuni
casi ridurre o interrompere la loro rete di relazioni per far fronte al compito assistenziale.
La situazione di stress può essere molto elevata e incide anche sulla salute del caregiver, soprattutto se si tratta del coniuge a sua volta
anziano. I risvolti di un impegno assistenziale importante possono investire il piano della vita privata e sociale, della salute, il vissuto emotivo e
la sfera economica.
Politiche
1.
2.
3.
4.
Allungare la permanenza e la qualità della vita dell’anziano a domicilio per ritardare gli ingressi definitivi nelle strutture residenziali;
Supportare il carico assistenziale ed emotivo per prevenire forme di stress della famiglia/caregiver, con conseguente richiesta di ricoveri
frequenti del congiunto e precoci istituzionalizzazioni;
Realizzare una continuità assistenziale attuando una presa in carico complessiva dei bisogni del paziente e della sua famiglia;
Garantire la continuità territorio/ospedale/territorio evitando i ricoveri ripetuti e promuovendo le dimissioni concordate dei pazienti.
A. Azioni necessarie nella presa in carico degli anziani affetti da patologie multiple per l’acquisizione di una corretta diagnosi
socio sanitaria che permetta di tradurre i problemi di salute e i problemi assistenziali in interventi adeguati:
- Sportelli Integrati
- Punti Unici
- Valutazione multidimensionale (UVDM)
B. Azioni finalizzate all’assistenza dell’anziano multiproblematico con il supporto di un sistema coordinato di servizi e azioni per
mantenere più a lungo possibile l’anziano a domicilio e garantire contestualmente il supporto ai familiari accudenti:
- Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari
- Distribuzione Pasti e/o Lavanderia a domicilio
27
- Centri Diurni assistenziali/riabilitativi per persone anziane non autosufficienti
- Inserimenti temporanei in struttura residenziale e in centro diurno a sostegno della domiciliarità, proponendo all’ULSS di
valutare la possibilità di riservare sperimentalmente n. 3 impegnative di residenzialità agli inserimenti temporanei
-
Trasporto sociale
Assegno di Cura
Attività specialistica a domicilio e/o presso Centri di Servizi
Ambulatorio Integrato dell’Anziano
Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati
C. Azioni finalizzate a gestire le dimissioni dall’ospedale e il rientro a domicilio dell’anziano dopo un ricovero ospedaliero:
- SECC (Servizio di Continuità delle Cure)
- Definizione percorsi assistenziali per la continuità delle cure
- Triage socio-sanitario (OSA)
D. Azioni finalizzate ad affrontare l’inserimento in una nuova struttura di degenza e/o accoglienza caratterizzata da minor costo
assistenziale diversa dall’ospedale, eventualmente anche con la partecipazione finanziaria dell’assistito. Si tratta di strutture
che garantiscono sorveglianza medica, assistenza infermieristica e/o riabilitazione all’interno di un progetto di cure integrate
di durata variabile:
- Struttura Intermedia/ Ospedale di Comunità
- Nuclei Alta Intensità Socio-Sanitaria (NAISS) / Unità di Riabilitazione Territoriale (URT)
- Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti
- Hospice
- Stati Vegetativi Permanenti (SVP)
E. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate, in forma trasversale a tutte le azioni a
sostegno delle persone:
- Servizio Sociale Professionale
Indicatori:
- Percentuale aumento n. anziani affetti da demenza senile accolti presso i Centri Diurni
- Numero di residenze che hanno attivato PL di NAISS
PRIORITÀ N. 5
TENDENZA ALLA FRAMMENTAZIONE NELL’EROGAZIONE DELLE PRESTAZIONI RIVOLTE AGLI ANZIANI E
CONSEGUENTE PERDITA DELLA DIMENSIONE DI PRESA IN CARICO GLOBALE DELLA PERSONA
L’obiettivo è garantire e assicurare risposte integrate ai bisogni socio-assistenziali e socio-sanitari delle persone anziane e delle loro famiglie
attraverso una valutazione delle risorse più idonee a rispondere al bisogno.
28
Per realizzare la priorità e le politiche ad essa correlate è necessario riproporre la centralità del cittadino rispetto alla rete dei servizi. Tale rete
dei servizi, negli ultimi anni, sta andando incontro ad un notevole sviluppo, frutto della specializzazione dei servizi e del contributo mirato dei
privato sociale e sta assumendo un ruolo sempre più importante nel garantire i livelli essenziali di assistenza al cittadino.
L’assistenza primaria, grazie alla rete dei servizi, intercetta i bisogni percepiti dalla popolazione attivando percorsi omogenei di natura socio
sanitaria.
Politiche
1.
2.
3.
Favorire l’integrazione delle procedure di informazione, accoglienza e monitoraggio dei casi in carico;
Ottimizzare le potenzialità del modello di rete superando la divisione settoriale ed autoreferenziale dei servizi per realizzare una rete
integrata dei servizi e rispondere senza vuoti assistenziali alla globalità e mutabilità dei bisogni;
Integrare le risorse socio sanitarie proprie e dei centri di servizio con le risorse territoriali a supporto delle attività socio sanitarie domiciliari.
A. Azioni che presiedono al processo di integrazione dei Servizi:
- Valutazione multidimensionale (UVDM)
- Valutazione multidimensionale UVDM in Videoconferenza
- Sportelli Integrati Distrettuali
- Adozione linee operative omogenee per accesso ai servizi domiciliari comunali, ai contributi economici e all’integrazione delle rette per
progetti di semiresidenzialità e residenzialità
- Apertura dei centri di servizio con attività rivolte agli anziani del territorio (attività motoria, mensa, attività diurne di socializzazione,…)
- Nucleo Cure Palliative domiciliare: Integrazione tra Infermieri Distretti - MMG - OOSS Comuni - Volontari
Indicatori:
- Raggiungimento del 2% del tasso di copertura della popolazione anziana con interventi ADI
- Numero di accordi tra Centri servizi e Comuni, tra Centri di servizi e distretti relativi ad attività comuni a supporto della domiciliarità
29
AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015
Azioni di Mantenimento
Interventi
Soggetti responsabili della
Gestione
Centri di Aggregazione Sociale
Laboratori creativi
Attività Motorie
Attività di informazione e sensibilizzazione
Interventi per l'integrazione sociale dei soggetti deboli o a
rischio - Centri di ascolto telefonici
Comuni / Centri Servizi
Servizio Sociale Professionale
Comuni / ULSS
Telesoccorso – telecontrollo
Tele Adozione
Pronto Anziano
Comuni
Centro Ascolto S. Camillo
Associazione Invecchiamento
Attivo e Solidarietà
Intergenerazionale - IASI
Pro Senectute c/o Altavita IRA /
Progetto Senes
ULSS
Centri Diurni per persone anziane autosufficienti
Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari
Assistenza domiciliare Socio Assistenziale
Distribuzione pasti e/o Lavanderia a domicilio
Trasporto sociale
Comuni / Privato Sociale
Comuni
Privato Sociale / Comuni
Valutazione multidimensionale
Comuni / ULSS
(UVDM): quale strumento privilegiato per la definizione del
P.A.I., anche in videoconferenza
Assegnazioni economiche alle persone anziane per il
Comuni
sostegno della domiciliarità e dell'autonomia personale
Politica/che
di riferimento
Anno
Posti
/
utenti
Risorse
€
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
1.1
1.1
1.1
1.1
1.1
2.1
2013
16.045
940.052,00
2013
496
14.525,00
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
1.1
2.1
3.2
4.3
2.1
2.1
2.2
2013
7.143
1.075.245,00
2013
2013
2013
1692
8.180,00
Volontariato
Quote dei
Soci
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
1.1
2.2
3.2
4.2
2.2
3.2
1.3
2.2
3.2
4.2
3.1
4.1
5.1
3.2
4.2
2013
300
10.000,00
2013
638
1.650.728,00
2013
1110
2.289.736,00
2013
1212
142.695,00
2013
5088
Risorse
interne
2013
2640
5.312.133,00
30
Punti Unici
ULSS
Centro polifunzionale “A. Spinelli” per anziani del
comune di Cadoneghe
Casa per persone anziane autosufficienti
“Pensionato Piaggi”
Casa per persone anziane autosufficienti
Cadoneghe
Casa Albergo/mini alloggi per anziani – Residenza
“Airone”
Casa per persone anziane autosufficienti
Casa per persone anziane autosufficienti
Casa per persone anziane autosufficienti
Casa per persone anziane autosufficienti
Casa per persone anziane autosufficienti “L.
Configliachi”
Centri Diurni per persone anziane non
autosufficienti
Centro Diurno “Anziani a Casa Propria”
Altavita IRA – Padova
Residenza Parco del Sole –
CODESS Sociale - Padova
OIC
Centro Nazareth –
Fondazione OIC – Padova
Residenza Breda – Istituto
Configliachi
Casa Sogggiorno CRAUP –
Piove di Sacco
Casa di riposo MARIA
BAMBINA - Padova
Istituto “L. Configliachi” Padova
Centro Diurno Monte Grande
Centro Diurno “Madre Teresa di Calcutta”
OPSA - Rubano
Centro Diurno Villa Altichiero
Centro Diurno “Casetta Michelino”
Centro Diurno Anziani CRAUP
2.2
3.1
4.1
1.1
2.2
2.2
2013
Risorse
interne
2013
PL: 23
20.766,00
2013
PL: 88
1.663.726,00
Politica 2.2
2013
PL: 33
NR
Politica 1.1
Politica 2.2
Politica 2.2
2013
PL: 115
NR
2013
PL: 188
NR
Politica 2.2
2013
PL: 32
NR
Politica 2.2
2013
PL: 12
NR
Politica 2.2
2013
PL:
6
NR
Politica 2.2
2013
PL: 35
NR
2013
20
2013
2013
30
20
2013
2013
2013
12
40
10
2013
30 (aut. ma
non
convenzionati)
40
Privato Sociale
Ass. “Anziani a Casa
Propria” Onlus PD
Altavita IRA – Padova
Centro Servizi di Noventa
Padovana
Centro Servizi Villa Altichiero
Ass.ne Progetto Senes
Centro Residenziale
Umberto 1° - Piove di Sacco
Altavita IRA - Selvazzano
Casa Famiglia Gidoni
Centro Diurno “Le Magnolie”
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica 3.2
Politica 4.4
1.545.793,58
31
Centro di Servizi per persone anziane
non autosufficienti
Privato Sociale
Casa di Riposo di Noventa Padovana
IPAB - Noventa Padovana
2013
Casa di Riposo Maria Bambina
Casa di Soggiorno “Residenza Breda”
Istituto Riposo per Anziani
Congregazione Suore - Padova
Istituto L. Configliachi
Altavita IRA – Padova
2013
2013
2013
Istituto Riposo per Anziani – Palazzo Bolis
Altavita IRA – Padova
2013
Centro Servizi “Civitas Vitae” Residenza Santa Fondazione O.I.C.
Chiara
Centro Servizi “Civitas Vitae” Residenza
Fondazione O.I.C.
Giubileo
Centro Servizi Nazareth
Fondazione O.I.C.
Residenza “Parco del Sole”
CODESS Sociale - Padova
Politica
3.2
Politica
4.4
42.266.527,00
2013
PL 66 (I°) + 24
(II°) = 90
PL 60
PL 108
PL 30 (Tulipani – I°)
246(I°)+ 120(II°) =
396
PL 96 (I°) + 24 (II)
= 120 di cui 20 PL
CRIC
PL 312 + 213 (I°)
+168 (II°) = 693
2013
2013
2013
PL 72 (I°)
140(I°)+24 (II°) =
164
Centro Servizi Villa Altichiero
Centro Villa Altichiero - Padova
Casa Soggiorno “L. Configliachi”
Istituto “L. Configliachi” Padova
Centro Servizi “A. Galvan” Pontelongo
CRAUP
Piove di Sacco
2013 83 (I°) + 24 (II°) =
107
2013 229 (I°) + 48 (II°)
= 277
2013 66 (I°) + 24 (II°) =
90
2013 96(I°) + 18 (II°) =
114
CRAUP
Piove di Sacco
Comuni / ULSS
2013 85 (I°) + 24 (II°) =
109
2013
34 (I°)
Opera Provvidenza
Sant’Antonio – Rubano
Opera Provvidenza
Sant’Antonio – Rubano
2013
Centro Servizi “Antonio Galvan”
Casa Soggiorno “Umberto Primo”
R.S.A. – “Umberto Primo” via Botta
Centro Residenziale “Madre Teresa di
Calcutta”
Casa Soggiorno Mons. Bordignon
Casa “Massimiliano Kolbe”
30 (II°)
2013 PL: 48 (I) + 24 (II°)
32
Casa per persone Anziane Non Autosufficienti
“Casa Sacro Cuore” – religiosi
RSA di base e RSA di cura e recupero ad
indirizzo mentale c/o Ospedale ai Colli
Ordine dei Frati Minori Saccolongo
Ulss - Padova
Inserimenti temporanei in struttura
residenziale e in centro diurno a sostegno
della domiciliarità
Centro Servizi Residenziali Ulss
16
Ospedale di Comunità - Struttura Intermedia
ULSS c/o Fondazione OIC Padova
OIC - Padova
Hospice c/o OIC
Hospice - Casa Santa Chiara
Stati Vegetativi Permanenti SVP
Stati Vegetativi Permanenti SVP
Casa alloggio malati di AIDS – Suore
Elisabettine
Attività di informazione e di sostegno ai
caregivers dei malati di demenza
Attività di sostegno ai pazienti Alzheimer e
famiglie – CdC
Incontri di formazione per familiari,
caregivers e volontari
Istituto Suore Elisabettine Padova
ULSS c/o Fondazione OIC Padova
CRAUP
Piove di Sacco
Istituto Suore Elisabettine Padova
Ass.ne Alzheimer – Casa Madre
Teresa di Calcutta – Fondazione
Cariparo ULSS
Dipartimento dell’Anziano /
Associazione Invecchiamento
attivo
Gruppo auto mutuo aiuto familiari e corso per ULSS – CRAUP - Associazioni
caregivers (Caffè Alzheimer)
Servizio di Continuità delle Cure (SECC)
ULSS – AOP
Attività specialistiche ambulatoriali /
domiciliari presso Centri di Servizi
ULSS
Politica
2.2
Politica
2.2
Politica
3.2
Politica
4.2
Politica
2.2
Politica
3.2
Politica
4.2
Politica
4.4
Politica
4.4
Politica
4.4
Politica
4.4
Politica
4.4
Politica
4.4
Politica
3.2
Politica
3.2
Politica
3.2
Politica
3.2
Politica
4.3
Politica
4.3
2013
PL: 25
2013
PL:29
1.516.581,30
2013
18
36.218,00
2013
60
3.370.000,00
2013
12
904.489,00
2013
7
432.192,00
2013
24
1.445.832,00
2013
6
343.558,00
2013
5
297.388,00
2013
250
121.250,00
2013
Risorse interne
2013
Risorse interne e
volontariato
2013
15
2.400,00
2013
3500
312.000,00
2013
3057
Risorse interne
33
Ambulatorio Integrato dell’Anziano
ULSS
Anziani impegnati in attività di recupero di
presidi e ausili sanitari
Banca dati fragilità attraverso la
partecipazione al progetto regionale ACG con
la Johns Hopkins University di Baltimora
(USA)
C.R.I.C. per la diagnosi del decadimento
cognitivo
Progetto regionale OIC (DGR
1378 del 12.5.2009)
ULSS
Az. Ospedaliera c/o Altavita IRA
Bolis
Politica
4.3
Politica
4.4
Politica
2.3
2013
Politica
3.2
2013
3404
2013
Risorse interne
Residuo finanziamento
regionale € 60.000
Finanziamento
regionale € 45.000
2013
20
Finanziamento
regionale e mobilità
sanitaria
34
Azioni di potenziamento
Interventi
Studio di fattibilità ampliamento attività remunerate
di anziani Servizio Nonni Vigili
Sportelli Integrati Distrettuali, con particolare
riguardo all’area piovese, e definizione di un sistema
informativo per la rilevazione delle domande e
dell’attività
Verifiche del livelli di attuazione dei regolamenti e
protocolli riferiti alla UVDM
Definizione di protocolli per migliorare appropriatezza
e omogeneità nell’assegnazione di protesi/ausili
Soggetti responsabili della Politica/che di
Gestione
riferimento
(Abano / Albignasego /
Politica 1.4
Padova / Selvazzano) /
Privato sociale / Altavita IRA
Anno
2013
Risorse interne
ULSS
2.2
3.1
4.1
5.3
3.1
2013
Risorse interne
2013
Risorse interne
Politica 4.4
2013
Politica 5.2
2013
Risorse interne e Parte
finanziamento
regionale
Risorse interne
Politica 4.2
2013
Risorse interne
ULSS
Regione Veneto / ULSS 16 /
Privato Sociale – O.I.C
DGR n. 1378 del 12.05.2009
Comuni
Studio per la definizione di un regolamento unitario
per l’integrazione retta per l’accesso alle strutture
residenziali
Riattivazione attività specialistica domiciliare e presso ULSS
Centri di Servizi nell’area Piovese
Politica
Politica
Politica
Politica
Politica
Posti /
utenti
Risorse
35
Azioni innovative
Interventi
Soggetti responsabili della
Gestione
Studio
di
fattibilità
housing
sociale Comune di Maserà / privato
(falansterio)
per
persone
anziane sociale (Altavita – Fondazione
autosufficienti o borderline
Moscon)
Studio di fattibilità per l’apertura dei centri di Comuni / Enti Gestori (Altavita IRA
servizio con attività rivolte agli anziani del
– OPSA - Villa Altichiero - OIC)
territorio (attività motoria, mensa, attività
diurne di socializzazione,…)
Studio di fattibilità realizzazione di un
Privato Sociale (Coop. T.err.A.)
Osservatorio Stabile sulla qualità della vita
dell’anziano
Studio di fattibilità per estendere l’attività di
Associazione Alzheimer Madre
auto mutuo aiuto a tutto il territorio
Teresa di Calcutta – ULSS- Comuni
Studio di fattibilità per attivazione ”Sportello
Privato Sociale (Ass.ne
di Consulenza volontario“ per
Amministrazione di Sostegno
l’Amministrazione di Sostegno
ONLUS) / Comuni / Ulss
Studio di fattibilità per l’attivazione di un
Ulss – Az. Ospedaliera – Altavita
nucleo SAPA
IRA - OPSA
Studio di fattibilità realizzazione assistenza
Privato sociale (Ass.ne Valentina
domiciliare a pazienti oncologici in fase
Penello)/ULSS
terminale
Politica/che di
riferimento
Politica 1.1
Anno
Posti /
utenti
Risorse
2013
Risorse
interne
Politica 4.4
2013
Risorse
interne
Politica 2.3
2013
Risorse
interne
Politica 3.2
2013
Politica 2.2
2013
Risorse
interne
Risorse
interne
Politica 3.2
2013
Politica 4.3
2013
Risorse
interne
Risorse
interne
36
AREA MARGINALITÀ SOCIALE
PERSONE SENZA DIMORA
Dati generali e principali problematiche
I cittadini senza dimora presenti nel territorio sono persone in stato di disagio sociale, in situazioni di povertà estrema, che in larga misura
vivono in strada o sono ospitate in strutture socio – sanitarie. Dal 2005 (anno in cui è stata svolta la ricerca sulle persone senza dimora
dell’Osservatorio Regionale che aveva quantificato il numero di psd nel territorio di Padova in 300 unità) ad oggi, il numero è stato fortemente
influenzato da vari eventi: dismissione completa del Complesso Serenissima di Via Anelli (Giugno 2006), approvazione dell’indulto (Agosto
2006), entrata in Europa della Romania (Gennaio 2007), progressivi flussi di persone straniere che provengono dalle aree di maggiore
migrazione dell’Africa e della Cina e l’approvazione delle “disposizioni in materia di sicurezza pubblica” (2009).
I cittadini senza dimora sono perlopiù presenti nel territorio urbano, maschi (80%); di questi una buona parte è rappresentata da
persone straniere (56%), in povertà estrema di recente immigrazione e che vivono una situazione di esclusione non ancora consolidata
ma che presentano un rischio elevato di cadere in percorsi di progressivo impoverimento ed isolamento. Le persone contattate dal
servizio di Unità di Strada di Padova nell’anno 2012 sono state circa 300 a cui è possibile sommare circa 200 utenti in carico ai Servizi
Sociali di Padova.
Le principali problematiche riguardanti i cittadini senza dimora, sono:
- il soddisfacimento dei bisogni primari (alimentarsi, dedicarsi all’igiene personale, cambiarsi e lavarsi gli indumenti, ecc.)
- problematiche legate alla salute (problemi di medicina generale, salute mentale, dipendenza da sostanze stupefacenti e alcool)
- assenza di riferimenti abitativi o di accoglienza;
- difficoltà di orientamento ai servizi, di re-inserimento sociale (trovare e mantenere un lavoro, iscrizione anagrafica, titolo di
soggiorno, ecc.);
- problematiche psico-relazionali (assenza di relazioni familiari e sociali, deficit nella capacità di fronteggiare gli eventi drammatici della
vita ecc).
Si evidenzia che la maggior parte delle risposte a questo target viene erogata attraverso servizi presenti nel territorio cittadino, ciò comporta la
necessità di coinvolgere i servizi invianti nella compartecipazione alla spesa (es: l’ospitalità in Asilo Notturno per persone non residenti a Padova
comporta una spesa mensile a carico dell’ente inviante pari a 250 € da 1 a 30 gg.+ 55€ all’ingresso per accertamenti sanitari).
Lo strumento di governance degli interventi sociali e socio-sanitari rivolti alle persone senza dimora, tramite il quale il Settore Servizi Sociali del
Comune di Padova si raccorda con gli Enti pubblici e privati che operano nella città di Padova, è costituito dal “Coordinamento Cittadino per i
senza dimora” (istituito con deliberazione di G.C. n. 1749 del 10/4/1990 e convocato ogni 3-4 mesi circa).
In riferimento alla “dimora” si sottolinea, in chiusura ed in termini di considerazione, come nel corso dell'anno 2012 si sia rilevato un
incremento dei cittadini che hanno perso la possibilità di far fronte alle spese di una casa a causa della situazione economica in cui versa il
nostro Paese e a causa del progressivo incremento del tasso di disoccupazione; tale aspetto ha generato un incremento delle richieste di
alloggio al Comune di Padova che, se fino al 2011 era nelle condizioni di coprire tutte le esigenze, si trova ora scoperto di risorse. Tale aspetto
critico si anticipa possa farsi ulteriormente gravoso nel corso dell'anno 2013 pertanto la direzione potrebbe essere quella di raccogliere proposte
anche da parte della Regione in modo da valutare che tipo di risorse poter dedicare alla gestione di una criticità che caratterizza non solo la
città di Padova ma il Paese tutto nel momento storico che stiamo vivendo.
37
PRIORITÀ DEL PIANO DI ZONA 2011-2015
PRIORITÀ N. 1
TUTELA DELLA SALUTE E RIDUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SANITARIE CORRELATE ALLA VITA DI
STRADA
Le persone che vivono in stato di grave marginalità e senza dimora presentano situazioni sanitarie spesso compromesse sia per la provenienza
da contesti di marginalità sia per la trascuratezza igienico-sanitaria; provengono inoltre da Paesi nei quali alcune malattie trasmissibili non
sono state ancora del tutto debellate o i cui protocolli sanitari non sono comparabili con gli standards garantiti in Italia.
In particolare nella stagione invernale l’incolumità fisica di chi vive in strada è fortemente a rischio, così come l’aumento del disagio e le
problematiche sociali e socio-sanitarie.
Le persone senza dimora manifestano inoltre un disagio esistenziale spesso accompagnato da disturbi psichiatrici il cui trattamento risulta
indispensabile per la definizione di progetti individualizzati di presa in carico; nel contempo presentano difficoltà nell’accesso ai servizi di salute
mentale, limitando la possibilità di proporre adeguati interventi terapeutico-riabilitativi.
Politiche
1. Prevenire il disagio socio-sanitario derivante dalle problematiche di salute, mediante la collaborazione e l’integrazione tra servizi.
2. Realizzare un sistema integrato di risorse rivolte all’ascolto, all’accoglienza e al monitoraggio del territorio nel periodo invernale,
rafforzando il piano di interventi di accoglienza e attività di coordinamento con operatori e volontari.
PRIORITÀ N. 2
AGGANCIO CON IL TARGET IN STRADA E INTERVENTI DI BASSA SOGLIA
Parte della popolazione dei senza dimora presente nel territorio non si rivolge ai servizi territoriali per diversi motivi: abbandono di programmi
di presa in carico definiti con i servizi, rifiuto delle regole di convivenza richieste presso le strutture di accoglienza esistenti, condizioni di
clandestinità, carcerazioni ecc.
Il servizio di Unità di Strada della “Ass. Noi Famiglie”
finanziato dall’Amministrazione del Comune di Padova segnala che da giugno a
novembre 2011 sono stati effettuati n. 1068 contatti in strada e viste n. 247 persone. Parte delle persone contattate non si rivolge ai servizi
territoriali.
Politiche
1. Rafforzare gli interventi di riduzione del danno che mirino alla promozione della salute psico–fisica, al recupero dei mezzi di
sostentamento, alla riattivazione della rete sociale esistente.
2. Offrire adeguate informazioni di ambito socio-sanitario, legale e amministrativo consolidando e potenziando i servizi di ascolto,
orientamento e counselling.
38
PRIORITÀ N. 3
PERCORSI INDIVIDUALIZZATI VOLTI AL REINSERIMENTO SOCIALE E LAVORATIVO
La persona senza dimora vive la presenza contemporanea di bisogni e problemi diversi e multidimensionali. Spesso tale disagio ha carattere di
cronicità che implica una difficoltà nell’individuare risposte appropriate, per cui è necessario valutare il percorso di emarginazione di ogni
singola persona e le risorse personali, creando specifiche modalità di intervento (percorsi di accompagnamento e affiancamento sociale, progetti
di inserimento lavorativo) e contesti di intervento (centri diurni, sportelli tematici di orientamento, laboratori occupazionali, strutture di
sgancio).
Politiche
1. Supportare percorsi individuali monitorando e sostenendo l’autonomia delle persone all’interno di contesti protetti (es. i centri diurni).
2. Promuovere percorsi di inserimento occupazionale e di accompagnamento all’autonomia mediante:
- attività produttive di assemblaggio, orto biologico, informatica di base integrate ad attività singole e di gruppo di sostegno
psicologico;
- percorsi di orientamento al lavoro, accompagnamento e affiancamento sociale al fine di agevolare l’aggancio e i passaggi delle
persone all’interno della rete dei servizi;
- avvio di inserimenti lavorativi presso cooperative sociali di tipo B tramite borse lavoro;
3. Consolidare il sistema di accoglienza flessibile e articolato mediante strutture di I e II accoglienza o gruppi-appartamento al fine di offrire
un contesto relazionale-affettivo idoneo a tutelare e a promuovere il benessere psicologico e fisico della persona e la sua autonomia.
4. Avviare attività di presa in carico di servizio sociale.
AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015
Tipologia di
Interventi
Azione
Mantenimento Servizio ambulatoriale presso l’Asilo Notturno
Soggetti
Politica/che
responsabili della gestione
di
riferimento
Comune di Padova e ULSS n.
1a
16
Comune di Padova
1b
Mantenimento Progetto Accoglienza Invernale presso le
seguenti Strutture:
Ex Scuola Gabelli, Parrocchie di Caritas
Diocesana, Centro Mondo Amico, Albergo Casa
a Colori
Mantenimento Servizio di Segretariato Accoglienza Invernale Associazione Noi Famiglie
presso “Casetta Borgomagno”
Mantenimento Ambulatorio CUAMM CARITAS
Caritas Diocesana
Anno
Posti/utenti Risorse (Euro)
2013
289 (U)
20.000,00(*)
2013
240 (U)
80.622,00(*)
1b
2013
520 (U)
1a
2013
218 (U)
Vedi sopra dato
aggregato
progetto
Accoglienza
Invernale
14.000,00 (*)
39
Tipologia di
Soggetti
Politica/che
responsabili della gestione
di
Azione
riferimento
Mantenimento Struttura A.P. Immigrazione - Spazio Ascolto e ULSS n. 16
1a
Ambulatorio ost-gin multietnico – ambulatorio
pediatrico multietnico
Mantenimento Consegna viveri e beni di prima necessità
Croce Rossa Italiana
1a
Mantenimento Poliambulatorio Specialistico
Croce Rossa Italiana
1a
Anno
Mantenimento Interventi a bassa soglia di accesso progetto
“Penelope”
Mantenimento Ambulatorio Mobile
Croce Rossa Italiana
1a
2013
Croce Rossa Italiana
1a
2013
Mantenimento Unità di strada progetto “Emergenza Freddo”
Croce Rossa Italiana
1a
2013
2a
2a
2a
2a
2013
2013
2013
2013
2b
2013
N.R.
N.R.
2b
2b
2a
2a
2a
2013
2013
2013
2013
2013
N.R.
N.R.
1979 (U)
60.000,00
N.R.
6.000,00(*)
10118 (U)
117.000,00
2a
2b
3a
3b e 3a
2013
2013
2013
2013
N.R.
N.R.
81 (U)
5 (U)
N.R.
N.R.
40.000,00(*)
30.000,00(*)
3c
2013
82 (P)
306.079,00 (*)
3a
2013
50 (U)
3.000,00
3c
2013
16 (posti)
N.R.
Mantenimento Servizio
Mantenimento Servizio
Mantenimento Servizio
Mantenimento Servizio
Interventi
Unità di Strada
Associazione Noi Famiglie
Docce presso “Casetta Borgomagno” Associazione Noi Famiglie
Unità di Strada – Comunità Sant’Egidio Comunità Sant’Egidio
di Unità di Strada – Progetto Balù
Associazione "Noi sulla
Strada"
Mantenimento Centro di Ascolto
Associazione Noi Famiglie
Padovane
Mantenimento Centro di Ascolto – Caritas Dicoesana
Caritas Diocesana
Mantenimento Centro di Ascolto - Pane dei Poveri
Caritas Antoniana
Mantenimento Servizio Mensa cucine economiche popolari
Diocesi di Padova
Mantenimento Servizio Mensa
Padri Cappuccini
Mantenimento Progetto Promozione umana: Consegna Viveri Associazione “Beati i
e beni di prima necessità, sostegno economico Costruttori di Pace”
e sostegno all’abitare
Mantenimento Consegna Viveri e beni di prima necessità
San Vincenzo de Paoli
Mantenimento Servizio Avvocati di Strada
Granello di Senape
Mantenimento Centro Diurno “La Bussola”
Gruppo R
Mantenimento Attività Diurne Occupazionali e Servizio di
Cooperativa Cosep
accompagnamento e affiancamento sociale
Comune di Padova
Mantenimento Asilo Notturno comunale – Gestione
Comune di Padova
cooperativa Cosep
Mantenimento Redazione, stampa, e distribuzione del giornale Associazione Noi sulla Strada
di strada dell’Asilo Notturno “Pensieri Senza
Tetto”
Mantenimento Dormitorio San Carlo – Ass. Elisabetta
Associazione Elisabetta
D’Ungheria
d’Ungheria
Posti/utenti Risorse (Euro)
2013
497 (U)
2013
2013
241.313,00
(dato aggregato)
1090 (U)
14.500,00 (*)
198 (U)
Vedi sopra dato
698 accessi
aggregato
7500 contatti Vedi sopra dato
aggregato
205 (U)
Vedi sopra dato
408 accessi
aggregato
2010 contatti Vedi sopra dato
aggregato
175 (U)
24.600,00 (*)
282 (U)
34.920,80 (*)
volontariato
N.R.
3.500,00
40
Tipologia di
Interventi
Azione
Mantenimento Accoglienza di I livello presso Parrocchie e
Centro Mondo Amico
Mantenimento Struttura di Accoglienza Adulti
Potenziament Inserimenti residenziali adulti senza dimora
o
(gruppi appartamento, appartamenti,
comunità, strutture) – Comune di Padova
Soggetti
Politica/che
responsabili della gestione
di
riferimento
Caritas Diocesana
3c
Anno
2013
30 (P)
N.R.
Associazione Emmaus - Lion
di Albignasego
Ass. Murialdo
Ass. Noi Famiglie Padovane
Comunità mamma Romana
Associazione Gruppo Progetti
Uomo
Cooperativa Gruppo R
Congregazione Padri
Rogazionisti
Oasi
3c
2013
N.R.
NR.
3a
2013
32
135.000,00
Posti/utenti Risorse (Euro)
Mantenimento Albergo Casa a Colori
Coop. Città Solare
3c
2013
100
Mantenimento Laboratorio occupazionale
Mantenimento Inserimenti lavorativi
Gruppo R
Coop. Città Solare
3a
3b
2013
2013
25 (U)
5 (U)
3d
2013
3234
24.000,00
(12.000,00 vari
Comuni
autofinanziament
i)
305.000,00 (*)
50.000,00 (di cui
€ 10.000,00
Comuni)
370.366,00
1, 2, 3
2013
2013
N.R.
N.R.
N.R.
N.R.
2a
2013
82
1.200,00
Mantenimento Attività di servizio sociale professionale e
segretariato sociale
Comune di Padova,
Albignasego, Limena, Maserà
di Padova, Cervarese S.
Croce, Cadoneghe, Abano
Terme, Torreglia, Ponte San
Nicolò, Saonara, S. Angelo di
Piove di Sacco, Piove di Sacco,
Pontelongo, Legnaro,
Mestrino, Codevigo,
Montegrotto, Brugine
Mantenimento Fondo sociale straordinario di solidarietà
Cariparo e Caritas Diocesana
Mantenimento Coordinamento Cittadino
Comune di Padova, ULSS n.
16 e altri Enti e Associazioni
Mantenimento Attività di animazione presso Asilo Notturno del Associazione Noi sulla Strada
Comune di Padova
41
Tipologia di
Interventi
Anno
Mantenimento Attività di Housing Sociale
Soggetti
Politica/che
responsabili della gestione
di
riferimento
Fondazione La Casa
3b
2013
70
Sostituita
Comune di Padova
3b
2013
9
Mantenimento Agenzia di Intermediazione all’abitare
Coop. Nuovo Villaggio
3b
2013
200
INNOVATIVA Servizio di accompagnamento ed
affiancamento sociale
Comune di Padova
Coop. Il Sestante
2013
INNOVATIVA Servizio di accompagnamento all’abitare
Comune di Padova
Coop. Nuovo Villaggio
2013
INNOVATIVA Progetto Buon Lavoro – Padova : erogazione
buoni lavoro
INNOVATIVA Accompagnamento al lavoro
Settore Risorse Umane
2013
Azione
Progetto di Pubblica Utilità
Ass. Noi Sulla Strada
3a
2013
Posti/utenti Risorse (Euro)
N.R.
400.000,00
(200.000,00
sogg. Privati e
Enti+
200.000,00
ricavi da beni
patrimoniali)
Azione
programmata da
altro settore del
Comune di
Padova vedi dati
di cui sopra
100.000,00
(Fondazione La
Casa
Onlus+20.000,0
0 vari Comuni+
30.000 altri e
cofinanziamenti
34.585,59 di cui
25939,19
Regione Veneto
e 8.646,40 (*)
Dato aggregato
al punto
precedente
300.000,00 (*)
3.000,00
(*) Quota a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali
42
CARCERE ED ESECUZIONE PENALE ESTERNA
Dati generali e principali problematiche
La realtà del carcere a Padova continua ad essere destinataria di proposte e progetti espressi da numerosi soggetti che si occupano della
formazione culturale, sociale, lavorativa dei detenuti.
-
Nel territorio sono presenti due carceri:
la “Casa di Reclusione” dove si trovano detenuti con sentenza definitiva e pena superiore a due anni. Vi sono attualmente 830 detenuti. La
capienza tollerabile è di 460 unità.
la “Casa Circondariale” dove si trovano gli arrestati delle provincia di Padova in attesa di giudizio. Le presenze al circondariale sono circa 250,
con picchi di 273 unità (capienza tollerabile 139 unità). Due gli elementi caratterizzanti alla Casa Circondariale: elevato turn-over della
popolazione detenuta e altissima percentuale di ristretti stranieri (in media l’80 % del totale al circondariale).
In entrambe le realtà carcerarie si stanno affrontando notevoli problemi di sovraffollamento, in linea con il trend nazionale, ma con aspetti di
forte criticità peculiari della realtà locale.
Dove non è possibile parlare di reinserimento (i detenuti stranieri sono per lo più privi di regolare permesso di soggiorno) bisogna comunque
agire in termini di prevenzione della recidiva, fermo restando la necessità di impegnare risorse ed energie, prima delle dimissioni, nella
ricerca di contesti sociali adeguati nonché la necessità di attuare scelte connesse alle politiche di controllo e sicurezza del territorio.
Nel territorio di Padova è presente l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna del Ministero di Giustizia competente per le province di Padova e Rovigo e
di parte della Provincia di Vicenza. Gli utenti in carico sono al 21.10.2010 sono n. 933 di cui n. 247 sottoposti a misura alternativa. Tale
utenza presenta sempre più aspetti di multiproblematicità che necessitano di una presa in carico integrata da parte dei servizi interessati.
Risulta opportuno pertanto dare continuità ai contenuti del Piano Carcere Cittadino triennale appena concluso.
Si sottolinea l'impegno economico della Fondazione CARIPARO rispetto agli interventi realizzati dal 2008 a tutt’oggi.
Detenuti presenti e capienza delle carceri in Veneto al 31.10.2010 (dati del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria –
elaborazione del Centro Studi di Ristretti Orizzonti)
Regio
ne
N. Istituti
Veneto
10
Capienza
regolamentare
1965
Tot.
deten
uti
prese
nti
3325
di cui
Stranie
ri
di cui
donne
1930
203
di cui in
Semilibertà
44
di cui in
Semilibertà stranieri
8
PRIORITÀ N. 1
MIGLIORAMENTO DELLA VITA CARCERARIA E TUTELA DELLA SALUTE
All’interno degli Istituti Penitenziari diventa fondamentale individuare azioni ed interventi finalizzati al miglioramento della vita carceraria e alla
tutela della salute.
43
Particolare attenzione va rivolta a soggetti tossicodipendenti, alcooldipendenti o con diagnosi di patologia psichiatrica.
L’Azienda ULSS 16 ha dato attuazione alla Delibera della Regione Veneto che ha recepito il DPCM del 01/04/2008 ed ha posto in essere tutti gli
atti ed i provvedimenti necessari ad attuare il trasferimento al servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, rapporti di lavoro, risorse
finanziarie, attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria. Viene evidenziata la necessità di creare occasioni di confronto per
rendere più efficace la collaborazione tra Istituti Penitenziari e Servizi Sanitari al fine di migliorare le prestazioni rese e i tempi di risposta ai
bisogni sanitari del detenuto. In particolare risulta urgente realizzare un Gabinetto dentistico presso la Casa Circondariale.
Politiche
1. Prevenire il disagio socio-sanitario derivante dalle problematiche di salute, mediante la collaborazione e l’integrazione tra servizi, dando
in special modo continuità, nell'arco del quinquennio, ai seguenti interventi:
- presenza in Istituto di un medico di guardia nelle 24 ore, di uno psichiatra nelle 4 ore giornaliere, del dirigente sanitario e di medici
specialistici (dentista, chirurgo, oculista, ORL, dermatologo, ortopedico, infettivologo).
- Distribuzione di beni di prima necessità quale vestiario e generi di pulizia
2. Migliorare la qualità della vita della popolazione carceraria mediante attività ricreative, sportive, culturali di socializzazione e sostegno,
profilando nuovi ambiti di intervento legati soprattutto al sostegno e all’accompagnamento del detenuto nella fase che precede la
scarcerazione.
PRIORITÀ N. 2
PERCORSI INDIVIDUALIZZATI VOLTI AL REINSERIMENTO SOCIALE E LAVORATIVO
Si evidenzia che la carcerazione per molti rappresenta l’interruzione e spesso la recisione di legami famigliari e amicali importanti; a ciò si
aggiunge anche la perdita del lavoro e della possibilità di aggiornare le proprie competenze professionali.
Altro problema è rappresentato dalla disponibilità di alloggio, indispensabile per la persona dimessa dal carcere o in esecuzione esterna, affidata
ai servizi sociali o in detenzione domiciliare.
Politiche
1. Garantire adeguata presa in carico da parte dei Servizi sociali anche mediante il coinvolgimento dei Comuni di residenza diversi da
Padova.
2. Favorire la partecipazione dei detenuti a corsi di istruzione relativamente alla scolarità obbligatoria, secondaria superiore, universitaria e
ad altri interventi culturali quali condizioni primarie per il reinserimento sociali del condannato.
3. Fornire specifici strumenti di formazione e riqualificazione professionale per attivare un processo graduale di reinserimento lavorativo in
particolare mediante la predisposizione di borse lavoro.
4. Individuazione di strutture di accoglienza oltre a quelle già esistenti (OASI, Asilo Notturno) per dimittendi privi di riferimenti famigliari
nel territorio mediante la condivisione di risorse e di modalità operative concordate da parte della rete dei servizi territoriali
PRIORITÀ N. 3
ATTIVITÀ DI PREVENZIONE ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ
Si ritiene fondamentale sensibilizzare la cittadinanza e in particolare gli studenti sui temi del carcere, del disagio sociale, della devianza al fine
di prevenire comportamenti devianti fin dalla giovane età. L’attività svolta in questo ambito dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna è
un’attività prevista dall’ordinamento penitenziario L. 354/75 s.m.i.
44
Politica
1. individuazione di percorsi e iniziative con la comunità locale al fine di analizzare i livelli di elaborazione e di consapevolezza in ordine ai
temi della sicurezza sociale e della legalità promuovendo in particolare azioni nelle scuole nei contesti di aggregazione sociale come
patronati, parrocchie e centri sportivi.
CARCERE ED ESECUZIONE PENALE ESTERNA
AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015
Tipologia di
Interventi
Azione
Mantenimento Gabinetto Dentistico presso
Casa Circondariale
Mantenimento Progetto “Ricominciamo” Affidamento in prova
ai Servizi Sociali
Soggetti
Politica/che
responsabili della
di
riferimento
gestione
Comune di Padova
1a
Fondazione Cariparo
U.E.P.E. di Padova
2a
Regione Veneto
Ass. La Fattoria in Città
Casa Circondariale di Padova
2a
Casa di Reclusione di Padova
2a
Mantenimento Trattamento, sicurezza, reinserimento
Mantenimento Sicurezza, osservazione, trattamento e
reinserimento
Mantenimento Attività di osservazione presso I.I.P.P e sul U.E.P.E. di Padova
territorio
Mantenimento Attività di volontariato presso le carceri e
Gruppo Operatori Volontari
Carcerari – Casetta Piccoli
accoglienza per detenuti in permesso premio
presso casetta piccoli Passi
Passi
Mantenimento Accoglienza residenziale
O.A.S.I.
Accoglienza per detenuti in misura alternativa
Mantenimento Progetto “Mare Aperto” per soggetti in misura U.E.P.E. di Padova
alternativa
Amministrazione
Penitenziaria
Mantenimento Supporto per l’inserimento lavorativo a seguito Ass. Granello di Senape
della scarcerazione
Mantenimento Borse lavoro per inserimenti lavorativi detenuti Coop. Sociali di tipo B
residenti nel Comune di Padova
Mantenimento Corsi scolastici
Casa Circondariale di Padova
Anno
Posti/utent
i
Risorse
€
2013
480
Attivato
2013
4 (U)
N.R.
2013
2013
1300(U)
900 (U)
N.R.
N.R.
2a
2013
1318(U)
N.R.
1b
2013
810
TOT. 20.000 di cui
fondo Comunale
8.000
2d
2013
8 (P)
45.625,00 (*)
2a
2013
N.R.
N.R.
2c
2013
?(U)
10.000,00 (*)
2c
2013
15 (U)
40.000,00 (*)
2b
2012/
2013
200(U)
N.R.
45
Tipologia di
Interventi
Azione
Soggetti
responsabili della
gestione
Mantenimento Attività di Biortaggio presso Casa Circondariale
di Padova
Ass. Nemesi
Politica/che
di
riferimento
1b
Anno
Posti/utent
i
Risorse
€
200(U)
N.R.
100(U)
N.R.
800
10.000,00 (*)
Coop. Altra Città
Fondazione Cariparo
Mantenimento Biblioteca multietnica presso Casa Circondariale Coop. Altra città
e attività ricreative
Fondazione Cariparo
Mantenimento Laboratorio di legatoria presso Casa di
Coop. Altra Città
Reclusione
Mantenimento Corso di giardinaggio presso Casa di Reclusione Coop. Giotto
1b
2013
Conclusio
ne
attività a
febbraio
2013
2013
Conclusio
ne
attività a
marzo
2013
2013
1b
2013
150(U)
8.000,00 (*)
2c
2013
20(U)
9.800 (*)
2c
2013
20(U)
14.940,00 (*)
Mantenimento Progetto di mediazione linguistico- culturale –
presso Casa Circondariale
1b
2013
180(U)
N.R.
1b
30
N.R.
2b
2013
Conclusio
ne
attività a
febbraio
2013
2013
3
16.717,00
3a
2013
7000
studenti
20.0000,00 (*)
Mantenimento Corso di musica per detenuti
Casa Circondariale di Padova
Coop. Sociale Nuovi Spazi
Mantenimento Biblioteca presso Casa di Reclusione
Coop. Orizzonti
1b
Fondazione Cariparo
Mantenimento Attività teatrali e musicali
Casa di Reclusione
Associazione Tam
Teatromusica
Regione Veneto
Mantenimento Iniziative socio-educative a favore di detenuti
Ass. Granello di Senape –
Ristretti Orizzonti
Regione Veneto
Mantenimento Progetto “Carcere Entra a Scuola e scuola entra Ass. Granello Di Senape
in carcere”
46
Tipologia di
Politica/che
Soggetti
responsabili della
di
Azione
riferimento
gestione
Mantenimento “Progetto Com-munitas” servizio di consulenza Ass. Granello di Senape
1b
giuridica, orientamento, informazioni
Mantenimento Coordinamento cittadino Carcere
Comune di Padova, ULSS n.
1,2,3
16 e altri Enti e Associazioni
Mantenimento Progetto Serra presso OASI
Comune di Padova
2c
OASI
Anno
Posti/utent
i
Risorse
€
2013
250(U)
25.000,00
2013
N.R.
N.R.
2013
10 (U)
26.000,00 (*)
Mantenimento LIBERAVISIONE – Cineforum con gruppi di
discussione presso Casa Circondariale
Ass. Nemesi
2013
N.R.
7.128,00
INNOVATIVA Progetto archivio e restauro
Coop. Altra Città
2013
5(U)
35.400,00
Interventi
1b
(*) Quota a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali
AZIONI ELIMINATE
Eliminata
ARTETERAPIA –
presso Casa
Circondariale
Eliminata
LABORATORIO
DI Zairo
Teatro
TEATRO – presso Associazione
Casa Circondariale di Teatrale
Padova
Attività di
Enaip di Padova
Formazione
professionale presso
Casa Circondariale
Eliminata
Associazione
Fantalica
1b
2012
N.R.
5.000,00
1b
2012
N.R.
7.920,00
2c
2012
36(U)
N.R.
47
VITTIME DI ABUSO E SFRUTTAMENTO SESSUALE – TRATTA
Dati generali e principali problematiche
Relativamente alle vittime di abuso e sfruttamento sessuale si rileva come tale tipologia si configuri sul territorio da un lato come prostituzione
in strada e dall'altro lato come prostituzione all'interno di appartamenti (la cosiddetta prostituzione indoor).
Al fine di effettuare una descrizione di tale realtà e dunque di individuare le priorità di intervento rivolte alle vittime di tratta, verrà
effettuata una descrizione relativa a 'come si configura la realtà prostituzione nel territorio padovano oggi' e a fronte del quadro offerto
verranno individuate le priorità e le relative politiche di intervento.
Relativamente alla prostituzione in strada il numero di contatti effettuati dall'Unità di Strada sono stati circa 784 nel 2012
Di seguito una mappatura relativa alle zone della città in cui viene rilevato il maggior numero di ragazze che si prostituiscono in strada.
MAPPATURA PROSTITUZIONE
A PADOVA
Arcella: via Plebiscito, via Avanzo, via Annibale da Bassano, via Po, via Reni, via Aspetti,
Pontevigodarzere;
Circonvallazione: via Loredan, via Venezia, Stazione; via Sarpi, via Goito, Bassanello;
Stadio Euganeo;
Comune di Limena: zona industriale, S.P. 47 (Via del Santo e Via Roma)
Z.I.P. - Zona Industriale di Padova: Corso Stati Uniti, via Uruguay, via Lisbona, via Messico, via
Regione Veneto, via Lussemburgo.
Entrando nel merito di come le ragazze descrivono se stesse, e l'attività da loro svolta, in particolare per la prostituzione indoor, si rileva
come nel 2010 siano stati rilevati resoconti del tipo: “mi va bene così”, “non mi manca niente”, “lavoro nel periodo estivo per pagarmi gli
studi”, aspetto questo che consente di mettere in luce una sempre maggiore competenza di coloro che gestiscono la prostituzione di
soddisfare i bisogni delle ragazze riconfigurando una parte del fenomeno della “tratta” come una sorta di “contratto di lavoro” cui le
ragazze aderiscono.
D'altro canto relativamente alla prostituzione indoor, una ricerca effettuata nel 2009 che si pone come obiettivo quello di effettuare una
fotografia della realtà “prostituzione in appartamento” nel Comune di Padova, ha consentito di mettere in luce come, analogamente a
quanto rilevato in strada, la rappresentazione della propria attività e di sé da parte delle ragazze sia legata principalmente alla
prestazione offerta ed alle condizioni di offerta al cliente.
La realtà prostituzione, sia questa esercitata in strada o in appartamento, viene pertanto sempre più definita come una realtà
“lavorativa” che risponde internamente alle proprie esigenze, aspetto questo che comporta una maggiore difficoltà da parte dei servizi di
venire in contatto con tale realtà e di porsi come occasione di esercizio dei diritti per le ragazze e di risposta ai loro bisogni sociali e
sanitari.
La configurazione sopra descritta consente di individuare quattro aspetti critici che ci si pone di gestire come priorità nel corso del
quinquennio 2011 – 2015:
1. Continuo cambiamento della realtà 'prostituzione', aspetto questo che richiede un aggiornamento annuale relativo alla configurazione del
fenomeno “vittime di abuso e sfruttamento sessuale” nella città di Padova;
48
2. Forte riduzione della domanda presso i servizi da parte delle ragazze, aspetto questo che vede la necessità di sviluppare un sistema di
gestione dell'aggancio e costruzione di una legittimazione da parte dei servizi del territorio nei confronti delle ragazze vittime di tratta;
3. Gestione dell'accompagnamento socio-sanitario delle ragazze che non si rivolgono ai servizi qualora rilevassero esigenze di tipo sociale o
sanitario (da marzo 2012 a marzo 2013 gli accompagnamenti all’utilizzo dei servizi sanitari sono stati 116 per 45 persone);
4. Continuo incremento dei conflitti fra i cittadini e la realtà prostituzione laddove la prostituzione avviene in zone adiacenti alle abitazioni o
all'interno degli appartamenti aspetto questo che vede la necessità di sviluppare azioni mirate alla gestione dei conflitti stessi in un ottica
di promozione di una cittadinanza condivisa.
L’evoluzione del fenomeno ‘tratta’ così come sopra descritta ha consentito di far emergere la necessità di individuare anche altre tipologie di
sfruttamento oltre allo sfruttamento sessuale, quale ad esempio quello lavorativo.
A fronte di tale focalizzazione, il Piano di Zona 2011-2015 intende porre attenzione anche allo sfruttamento lavorativo promuovendo la
costruzione di una rete di servizi che, in collaborazione con la Direzione Provinciale del lavoro, si occupi della descrizione del fenomeno, della
rilevazione delle esigenze dei lavoratori e dell’individuazione di interventi per far fronte a tale tipologia di sfruttamento.
Di seguito vengono presentate le priorità individuate e le relative politiche che si intendono perseguire; considerando il forte ridimensionamento
del fondo di finanziamento regionale della L.R. 41/97, la proposta relativa alle politiche ed alle azioni da mettere in campo per assolvere alle
priorità individuate, è relativa da un lato alle azioni realizzabili nell'anno 2013 a fronte dei finanziamenti che si presume saranno disponibili, e
dall'altro lato a quanto si intende realizzare nel corso del quinquennio in termini di politiche. Sarà opportuno condividere con altri soggetti
impegnati a finanziare progettualità in tale ambito, in particolare il Centro Servizi Volontariato di Padova, al fine di orientare le diverse risorse
disponibili per il prossimo quinquennio nella direzione delle priorità qui individuate.
PRIORITÀ N. 1
AGGIORNAMENTO ANNUALE RELATIVO ALLA CONFIGURAZIONE DEL FENOMENO “VITTIME DI ABUSO E
SFRUTTAMENTO SESSUALE” NELLA CITTÀ DI PADOVA E SENSIBILIZZAZIONE DEL TERRITORIO
Politiche
1. Costruzione di un sistema di mappatura e descrizione del fenomeno “tratta” sul territorio di Padova che consenta da un lato di avere una
fotografia aggiornata rispetto a come si delinea anno dopo anno e, dall'altro lato, di individuare all'interno della realtà 'prostituzione' se
ed in che modo si manifestano situazioni di abuso o sfruttamento;
2. Costruzione e mantenimento di una rete integrata di servizi che, a fronte di una configurazione del fenomeno “tratta” sul territorio, si
occupi sia di rilevare le esigenze delle vittime di tratta che di individuare azioni sostenibili e realizzabili.
3. Attivare e consolidare interventi di informazione e sensibilizzazione che si pongano come obiettivo la promozione di una responsabilità
condivisa fra i cittadini, in particolare giovani, nella gestione degli aspetti critici che riguardano il territorio.
PRIORITÀ N. 2
GESTIONE DELL'AGGANCIO E DELLA PRESA IN CARICO DA PARTE DEI SERVIZI NEI CONFRONTI
DELL'UTENZA “VITTIMA DI ABUSO O SFRUTTAMENTO SESSUALE”
Quanto descritto in apertura circa la configurazione della realtà “prostituzione” consente di considerare come tale ambito non si caratterizzi per
una richiesta da parte dell'utenza ai servizi, bensì come siano i servizi a dover individuare delle strategie che consentano di offrire all'utenza la
possibilità di fruire di un supporto sociale e sanitario.
49
Politiche
1. Promuovere fra i servizi del territorio il lavoro di rete per la gestione del fenomeno “tratta” (Associazioni ed enti del territorio, Forze
dell'Ordine, volontariato sociale etc.) al fine di individuare strategie che consentano di gestire azioni integrate per la costruzione ed il
mantenimento di una relazione con gli utenti (incontri del tavolo territoriale per la lotta contro la tratta delle persone costituito con DGC
n. 14/2008).
2. Mantenimento di interventi sociali che comportino l'adozione di strategie di aggancio e che si pongano come risposta alle esigenze di
prevenzione primaria e gestione sanitaria per le ragazze
3. Promozione e mantenimento di un servizio di mediazione culturale che risponda alle esigenze di riconoscimento e di adesione da parte
delle ragazze alle occasioni che i servizi e le strutture del territorio offrono loro.
PRIORITÀ N. 3
GESTIONE DELL'ACCOMPAGNAMENTO SOCIALE E SANITARIO DELLE RAGAZZE
Come descritto in apertura, la realtà della prostituzione si caratterizza ad oggi come una realtà “autogestita” e regolamentata al suo interno in
modo tale da non generare la necessità di richiesta di supporto a enti o servizi del territorio; anticipando però che all'interno di tale realtà si
configuri l'esigenza di gestione di aspetti sia sociali (abusi, sfruttamento, disagio sociale) che sanitari (patologie, gravidanze etc) che
potrebbero avere in seguito ricadute sul territorio, si rileva la necessità della costruzione di un sistema di servizi integrato che consenta di
intercettare le esigenze sopra citate e di gestirle prima che queste divengano 'emergenze'.
Politiche
1. politiche volte a rispondere alle esigenze sia sociali che sanitarie delle ragazze attraverso la realizzazione di interventi di promozione
della salute sul territorio;
2. Mantenimento della rete dei servizi che ad oggi opera per la prima accoglienza, per l'accompagnamento sociale ex art. 18 e per la
prevenzione primaria.
50
AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015
Tipologia
Interventi
Soggetti
responsabili della gestione
Azione
MantenimentoUDS (Unità di Strada) sociosanitaria Cooperativa Equality
MantenimentoCentro d’ascolto
Caritas Diocesana
MantenimentoStruttura A.P. Immigrazione Ambulatorio ostetrico ginecologico
multietnico
ULSS n. 16
MantenimentoPrima Accoglienza
MantenimentoAccoglienza e realizzazione di
programmi di accompagnamento
sociale ex. Art. 18.
Progetto Miriam e Caritas Diocesana
Associazione Welcome
Cooperativa Gruppo R
Francescane con i poveri
Associazione Amicizia
Coop. Equality
Francescane per i Poveri ONLUS
Associazione ADUSU e Mimosa
MantenimentoAttività di informazione e
sensibilizzazione rivolta ai giovani
MantenimentoRicerca sul fenomeno Prostituzione Associazione Welcome
in strada e all’interno degli
appartamenti
Associazione Mimosa
Dipartimento di Psicologia Applicata
MantenimentoCoordinamento Cittadino Tratta
Comune di Padova, Forze dell’Ordine,
ULSS n. 16 e Associazioni
Politica/che Anno Posti/utenti
Risorse
di
€
riferimento
1a
2013
300(U)
37.718,00 di cui
2b
9429,53 (*) il
3a
restante Regione
1c, 2b
2013
N.R.
Vedi sopra dato
aggregato
3a
2013
30 (U)
Vd. dato
aggregato
tabella area
“senza dimora”
3b
2013
8 (P)
N.R.
3b
2013
16(P)
58.000,00 +
20.338,00 (*)
1c
2013
N.R.
1a
1b
2013
N.R.
Vedi sopra dato
aggregato
N.R.
1, 2, 3
2013
N.R.
N.R.
(*) Quota a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali
AZIONI ELIMINATE
Eliminata
Mediazione dei conflitti
Dipartimento di Psicologia
Applicata
Associazione Welcome
Associazione Mimosa
1c
2012
N.R.
N.R.
51
NOMADI
Dati generali e principali problematiche
Nel territorio del Comune di Padova sono insediati da molti anni due campi nomadi attrezzati in area comunale: Piazzale Centenario Del club
Ignoranti e via Lungargine San Lazzaro, abitati da circa 111 persone di cui 56 minori, quasi tutti di nazionalità italiana, di etnia rom-harvati e
sinta veneta.
Un terzo insediamento di una certa consistenza, di famiglie rom bosniache (complessivamente di circa 49 persone di cui 33 minori) si è
stabilizzato a Padova dall'estate del 2008 in un'area privata (via Bassette), proveniente da un campo autorizzato del Comune di Torino.
Il primo campo nomadi di Piazzale Centenario Del club Ignoranti, area periferica della Città, è stato oggetto di un innovativo intervento del
Comune che ha realizzato in un terreno comunale limitrofo al campo tre palazzine, per un totale di 12 appartamenti, dove nel gennaio 2010
sono state trasferite tutte le famiglie sinte (30 persone di cui 12 minori) che abitavano le roulotte di via Tassinari.
Il progetto, finanziato con fondi comunali e con uno stanziamento del Ministero del Welfare è stato portato a termine anche grazie all’attività di
autocostruzione svolta dagli stessi nomadi destinatari delle abitazioni, con ciò realizzando un progetto di inclusione fortemente partecipato.
Il secondo campo nomadi di Lungargine San Lazzaro, composto da circa 70 persone di cui 29 minori, è stato oggetto di un recente importante
e radicale intervento di riqualifica del Comune che ha realizzato in un terreno comunale limitrofo al campo 2 aree, destinate a ciascuna delle
famiglie allargate presenti nell’area per un totale di 15 unità abitative, dove nel maggio 2012 sono state trasferite tutte le famiglie Rom Harvati
che abitavano prima nelle roulotte.
La riqualificazione dell’area di San Lazzaro, nei termini proposti, ha voluto contribuire al progetto di inclusione delle famiglie nomadi secondo
una politica di smantellamento delle macro-aree che il Comune ha avviato da tempo, con la graduale riduzione delle presenze delle famiglie
rom ed il loro inserimento ed accompagnamento in contesti abitativi di quartiere. Contestualmente, la realizzazione delle due micro-aree,
indipendenti tra loro, va a completare l'opera di riqualifica che ha l'inclusione sociale quale finalità sottesa, sia attraverso il miglioramento della
condizione abitativa ed il sostegno alla ricerca lavorativa che la partecipazione attiva secondo una logica di responsabilizzazione delle famiglie
zingare.
Il terzo insediamento presso l'area privata di via Bassette, pur essendo continuamente monitorato e pur avendo raggiunto una certa stabilità
nel numero di presenze, si distingue per la sua connotazione provvisoria. Tuttavia, l'intervento comunale è rivolto primariamente alla salute e
tutela dei minori attraverso azioni mirate ed interventi educativi a sostegno della scolarizzazione.
Oltre che nel territorio della città di Padova sono presenti alcune popolazioni nomadi anche presso il Distretto n. 6, in particolare presso il
Comune di Brugine (4 roulotte in via Cimitero e 7 in via Arzerini) e il Comune di Piove di Sacco (6 nuclei familiari nomadi che sostano con i loro
camper nel territorio solo saltuariamente durante l'anno e che svolgono l'attività di giostrai).
Altri sono assegnatari di alloggi popolari.
Vi sono poi alcune famiglie zingare, quasi sempre italiane, che si spostano da una regione all'altra del territorio nazionale, più spesso perché
costrette dalle condizioni di degrado e di emarginazione in cui vivono che da scelte individuali di tipo culturale.
Tale fenomeno interessa anche Padova, in alcuni periodi anche in misura consistente. Dette famiglie, per lo più con mezzi propri ed una roulotte
a traino, non esistendo in città un'area di transito, vanno spesso ad occupare aree o parcheggi pubblici per alcuni periodi, per cambiare poi
destinazione.
52
A Padova la frequenza scolastica viene monitorata costantemente dal Settore Servizi Scolastici in collaborazione con i Dirigenti Scolastici dei
vari Istituti Comprensivi.
La priorità n. 1 del piano 2011-2012 è stata realizzata con la costruzione delle 15 unità abitative in via Lungargine San Lazzaro viene quindi
sostituita con la seguente:
PRIORITÀ N. 1
PROMUOVERE DIVERSI STILI DI VITA ALL’INTERNO DEL CAMPO NOMADI DI VIA LUNGARGINE SAN
LAZZARO E FAVORIRE L’AVVICINAMENTO A MODELLI COMPORTAMENTALI INTEGRATI CON IL CONTESTO
SOCIO-CULTURALE DI RESIDENZA
Politiche
1. Supportare le famiglie nomadi che si sono da poco insediate nei nuovi alloggi fornendo loro un servizio di mediazione e di
accompagnamento all’abitare con lo scopo di far apprendere e mantenere gli obblighi derivanti dalla nuova situazione abitativa.
2. Offrire alle donne residenti nel campo una prospettiva di vita non più relegata all’interno del campo stesso, rendendole portatrici di
cambiamenti per la propria famiglia e di favorire l’avvicinamento a modelli comportamentali integrati con il contesto socio-culturale di
residenza.
PRIORITÀ N. 2
MAPPATURA DEL FENOMENO IN AMBITO ULSS 16 E POSSIBILE INDIVIDUAZIONE DI MICROAREE DA
ASSEGNARE NELLA CINTURA URBANA
Politiche
1. Avviare interventi in collaborazione con la Prefettura di Venezia al fine di incrementare le informazioni utili alla conoscenza relativa alla
presenza di popolazioni Rom e Sinti nel territorio provinciale.
2. Promuovere collaborazioni tra Comuni interessati al fenomeno per sviluppare progetti di inclusione sociale delle popolazioni nomadi.
PRIORITÀ N. 3
SOSTEGNO SCOLASTICO ED EXTRASCOLASTICO RIVOLTO AI MINORI IN ETÀ SCOLARE (A CURA DEL
SETTORE SERVIZI SCOLASTICI)
Politiche
1. promuovere sinergie tra servizi scolastici, educativi, culturali e del tempo libero per favorire l’inserimento sociale dei minori.
2. Sviluppare collaborazioni tra servizi socio-sanitari finalizzati a migliorare la tutela della salute dei minori e delle donne in gravidanza.
53
NOMADI
AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015
Tipolpogia
Interventi
Azione
INNOVATIVA Progetto di scolarizzazione alunni
come
Sinti e Rom presenti nel territorio
modalità
padovano
MantenimentoSuperamento campo nomadi San
Lazzaro
MantenimentoTutela della salute di minori e
madri
A.P. Struttura Immigrazione ULSS
n. 16
MantenimentoAttività di Servizio Sociale
professionale
MantenimentoAccompagnamento nell’abitare
superamento e Campo Nomadi
San Lazzaro
INNOVATIVA Percorso Formativo per l’avvio di
un Laboratorio sartoriale per le
donne residenti nel campo di
Lungargine San Lazzaro
Soggetti
Politica/che
Anno Posti/utenti
responsabili della gestione
di
riferimento
Settore Servizi Scolastici del
3a
2012/2015
133
Comune di Padova
Risorse
€ 302.574,34(*)
Comune di Padova
1a
2012
60
Attività realizzata
Comune di Padova
ULSS 16
Croce Rossa Italiana
3b
2013
90(U)
€ 3.400,00 (*)
Comune di Padova e
CRI
Comune di Padova
1a
2013
80
€ 30.000,00 (*)
Coop. IL Sestante
1a
2013
60
€ 20.000,00 (*)
2013
8
21.113,60 (*)
Coop. Il Sestante
(*) Risorse a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali
AZIONI ELIMINATE
Eliminata
Servizio di Segretariato
Sociale
Opera Nomadi di Padova
2012
150
€ 20.000,00 azione conclusa nel
corso del 2012
54
POVERTÀ E IMMIGRAZIONE
Premessa
Il X° Rapporto di Caritas Italiana e Fondazione E. Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia, intitolato in “In caduta libera” (Il Mulino
2010) si sofferma su in nuovi fenomeni di difficoltà economica che coinvolgono il nostro paese, a partire dai recenti sviluppi della crisi
economico-finanziaria che interessa i Paesi ad economia avanzata. Le carriere di povertà risultano sempre più brevi, complesse,
multidimensionali, con frequenti uscite e ritorni in situazioni di disagio sociale.
Attualmente il tasso di disoccupazione degli stranieri si attesta nel nord-est al 13,4% contro una media territoriale del 5,5%. Il Veneto è la
Regione con il 12,8% di stranieri sul totale di disoccupati. È tuttavia da tener presente che negli ultimi due anni (2008-2010) l’incidenza degli
stranieri sul totale dei disoccupati è salita al 26,3%.
Il fenomeno migratorio nella sua articolata composizione presenta quindi situazioni di disagio sociale di tipo economico, abitativo e di tutela
minorile che implicano la presa in carico da parte del Servizio Sociale Comunale nell’ambito delle politiche locali di inclusione sociale.
Nello specifico gli ambiti di intervento del Servizio Sociale dell’area cittadina riguardano le famiglie straniere regolarmente residenti in
situazione di povertà economica, i minori stranieri non accompagnati, le donne sole con figli a carico. Gli interventi si articolano in misure di tipo
economico, inserimenti in Strutture comunitarie e azioni innovative quali l’affido omoculturale ed eteroculturale. Nella successiva tabella
verranno forniti i dati relativi ad interventi economici ed inserimenti residenziali, mentre per la tipologia MSNA si ritiene necessario individuare
una priorità specifica.
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
L’accoglienza di minori stranieri non accompagnati (i primi casi sono stati registrati alla metà degli Anni 90) ha raggiunto il numero massimo di
accoglienze tra gli anni 2004 e 2005 (oltre 150 casi trattati ogni anno).
Nel corso del 2011 il servizio sociale per minori stranieri dell’Ufficio Progetti e Prevenzione ha trattato complessivamente n. 102 casi di minori
stranieri non accompagnati mentre nel corso del 2012 ha trattato n. 83 casi.
I minori accolti sono per la maggior parte maschi di età superiore ai 15 anni che non intendono rientrare in patria.
Le caratteristiche salienti del fenomeno nel territorio di Padova possono essere così sintetizzate:
- per alcune realtà nazionali, risulta che gran parte dei progetti migratori siano definiti, nel nucleo familiare di appartenenza del minore,
precedentemente la sua partenza con il chiaro obiettivo che il minore venga assistito, una volta giunto in Italia, dagli enti pubblici e privati
preposti.
- vi è la sostanziale impossibilità di realizzare il rimpatrio del minore nelle situazioni in cui il medesimo si rivela incapace di affrontare le
aspettative proprie di un progetto di integrazione sociale e civile e nelle situazioni in cui egli pone in essere dei comportamenti devianti;
- si è realizzata una situazione in cui l’ente locale ha dovuto sostenere autonomamente, senza adeguati finanziamenti esterni, i costi
economici dovuti per l’accoglienza di questi minori.
55
PRIORITÀ N. 1
CONSOLIDAMENTO DELL’AFFIDO FAMIGLIARE DEL MINORE STRANIERO NON ACCOMPAGNATO
Politica
Prosecuzione dell’esperienza avviata dal Servizio Sociale del Comune di Padova di percorsi di accoglienza e di integrazione del minore straniero
in un ambiente familiare, ipotizzando la possibilità che in esso il minore possa incontrare degli adulti connazionali immigrati capaci di essere
testimoni di un positivo percorso di inserimento sociale. Per la realizzazione di tale priorità si coinvolgono famiglie omoculturali ed eteroculturali.
MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI
AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015
Tipologia
Interventi
Azione
Mantenimento Affido Famigliare
Mantenimento Mediazione Culturale
Mantenimento Struttura A.P. – Ambulatorio Pediatrico
Multietnico
Mantenimento Sostegno Educativo
Mantenimento Sostegno Educativo
Mantenimento Accoglienze residenziali per minori
Mantenimento Sostegno Educativo
Soggetti
responsabili della
gestione
Comune di Padova
Cooperativa Orizzonti
Comune di Padova
ULSS n. 16
Ass.ne Amicizia
Comune di Padova
Coop. Codess
Comune di Padova
Vedi Udo Area minori
Coop. TERR.A.
Comune di Padova
Politica/che di Anno Posti/utenti Risorse (Euro)
riferimento
1
1
2013
2013
20 (utenti)
50 (utenti)
€ 120.000,00
€ 20.000,00
1
2013
50 (U)
1
2013
Vd. dato
aggregato
tabella area
“senza dimora”
€ 38.000,00
1
2013
8
€ 12.000,00
1
2013
2013
50 (utenti)
€ 400.000,00
€ 12.000,00
56
INTERVENTI ASSISTENZIALI A FAVORE DI CITTADINI STRANIERI
PRIORITÀ N. 1
MANTENERE LIVELLI DI PRESA IN CARICO INDIVIDUALIZZATA MEDIANTE INTERVENTI
ASSISTENZIALI FINALIZZATI A FAVORIRE PERCORSI DI RIABILITAZIONE SOCIALE; L’OBIETTIVO SI
RAGGIUNGE VALORIZZANDO LE CAPACITÀ PERSONALI E SUPERANDO APPROCCI DI TIPO
ASSISTENZIALISTICO.
Politiche
1. Garantire livelli di reddito adeguati a soddisfare le primarie esigenze di vita per contrastare condizioni indigenza, secondo i parametri
ISEE individuati per l’accesso agli interventi economici.
2. Garantire la tutela della maternità mediante percorsi di accompagnamento ed eventuale inserimento temporaneo in Struttura
protetta.
3. Favorire la comunicazione con l’utente straniero e la conoscenza dei servizi mediante il servizio di mediazione culturale.
57
INTERVENTI ASSISTENZIALI A FAVORE DI CITTADINI STRANIERI
AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015
Tipologia
Interventi
Azione
Mantenimento Attività di Servizio Sociale Professionale Comune di Padova,
Albignasego, Limena, Maserà
di Padova, Cervarese S. Croce,
Cadoneghe, Abano Terme,
Torreglia, Ponte San Nicolò,
Saonara, S.Angelo di Piove di
Sacco, Piove di Sacco,
Pontelongo, Legnaro,
Mestrino, Codevigo,
Montegrotto Terme, Brugine
Mantenimento Interventi economici (IEF, MV, MVI)
Comune di Padova
Mantenimento Accoglienze residenziali mamma –
Vedi UDO area minori
bambino
Mantenimento Mediazione culturale
Coop. Orizzonti
Comune di Padova
Mantenimento Accoglienze residenziali Adulti Stranieri Vedi UDO area Inclusione
e Mamma con bambino
Sociale
Mantenimento Accoglienza Profughi presso Ex Scuola Comune di Padova
Gabelli
Coop. Cosep
Coop. Il Sestante
Mantenimento Accoglienza profughi
Mantenimento Accoglienza profughi
Anno
Posti/utenti Risorse (Euro)
1a
2013
1257
1a
1b
2013
2013
760
N.R.
495.321,03
N.R.
1c
2013
86
52.950,00
1b
2013
N.R.
N.R.
1d
2013
Accoglienza
conclusa l’8
marzo
2013
2013
2013
6
45.000(*) di cui
12.500,00
Prefettura
Soggetti
Politica/che di
responsabili della gestione riferimento
Coop Città Solare
Coop. Nuovo Villaggio
1d
1d
230.078,00
N.R.
N.R.
INDICATORI generali
N. Progetti previsti
N. progetti realizzati
N. interventi interistituzionali
INDICATORI specifici:
N. accessi al segretariato sociale
N. inserimenti in strutture d’accoglienza
58
N.
N.
N.
N.
N.
affiancamenti sociali
borse lavoro
programmi di protezione sociale
nomadi coinvolti in progetto di autocostruzione
MSNA in affido familiare
RICHIESTE DI AVVIO DI STRUTTURE/SERVIZI PER L'ANNO 2013 PERVENUTE DA PARTE DEL PRIVATO
SOCIALE DA INSERIRE COME ATTIVITA' INNOVATIVE
Tipologia
Interventi
Azione
Innovazione Accoglienza e accompagnamento donne
vittime di violenza
Innovazione Progetto di reinserimento sociale per
persone senza dimora
Innovazione Progetto Ado – Attività diurne
occupazionali
Innovazione Gruppi appartamento – accoglienza in
coabitazione o soluzioni monoabitative
Innovazione Centro di prossimità
Soggetti
responsabili della
gestione
Gruppo R Società
Cooperativa Sociale
Cosep Società
Cooperativa Sociale
Cosep Società
Cooperativa Sociale
Associazione Murialdo
Politica/che Anno Posti/utent Risorse (Euro)
di
i
riferimento
2013
Finanziamenti
pubblici in base
agli inserimenti
2013
€ 1.000,00
2013
Rette utenti
2013
Rette utenti
Città So.La.Re. Società
Cooperativa Sociale e
Nuovo Villaggio Società
Cooperativa Sociale
Innovazione Biblioteca multimediale casa di Reclusione Altra Città Società
e Casa Circondariale di Padova
Cooperativa Sociale
2013
Rette utenti
2013
Innovazione Progetto di legatoria in carcere “evasioni
di carta” c/o Casa di Reclusione
2013
Inserite in
mantenimento €
8.000
Risorse interne
Cooperative
Altra Città Società
Cooperativa Sociale
59
AREA IMMIGRAZIONE
Dati generali e principali “problematiche”
Negli ultimi anni l’Italia ha sperimentato uno dei tassi maggiori d’incremento della popolazione straniera che ha raggiunto 5 milioni di presenze,
pari a circa l’8% della popolazione complessiva, percentuale ormai paragonabile a quelle di Stati europei di più antica immigrazione quali
Francia, Regno Unito e Germania. Secondo l’ISTAT a gennaio 2010 il numero di stranieri residenti era di 4.235.000, mentre il rapporto CaritasMigrantes ne conta 4.919.000 perché include oltre ai residenti anche i domiciliati, ossia coloro che soggiornano regolarmente ma non sono
iscritti all’anagrafe. Negli ultimi 20 anni gli immigrati sono aumentati di dieci volte, con una crescita dei residenti pari a 3 milioni nell’ultimo
decennio e quasi 1 milione solo nell’ultimo biennio.
Il Veneto è la terza regione italiana per presenze di cittadini stranieri, che sempre secondo il rapporto Caritas-Migrantes 2010, sono
complessivamente, tra residenti e domiciliati, 550.100 di cui 236.585 donne e 116.959 minori. La provincia di Padova registra circa il 16% della
popolazione regionale di cittadini stranieri, in essa il numero degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti è di circa 61.000, di cui
circa 21.000 domiciliati nel Comune di Padova; la città di Padova conta, complessivamente tra cittadini comunitari e non comunitari, 28.617
residenti (gennaio 2010), pari al 13,4% della popolazione cittadina, di cui i gruppi più numerosi sono costituiti da romeni (7.838), moldavi
(4.093), nigeriani (1.913), marocchini (1.876), albanesi (1.781), filippini (1.613), cinesi (1.299), ucraini (701), bangladesi (690) e srilankesi
(677).
Secondo i dati dell’Osservatorio regionale Immigrazione sui lavoratori stranieri, si evidenzia che gli stranieri costituiscono nel Veneto l’11% del
numero complessivo degli occupati, pari a circa 223.000 persone, con un tasso di occupazione pari al 65%, in linea con quello degli italiani. I
lavoratori stranieri, che per il 90% risultano occupati nel lavoro dipendente, hanno inciso per il 27% sul flusso complessivo delle assunzioni
registrate nel 2009, con punte particolarmente elevate nei settori dell’agricoltura, del tessile-abbigliamento, della concia e delle costruzioni. La
concentrazione è marcata soprattutto tra le posizioni operaie e tra il personale privo di qualifica.
Questi dati dimostrano come la realtà dell’immigrazione abbia bisogno di politiche mirate e coerenti ad una prospettiva di radicamento degli
stranieri nel territorio veneto. Se si tiene presente che la maggior parte dei figli dei cittadini stranieri (il 60% degli alunni stranieri nelle scuole
padovane sono nati a Padova) potranno chiedere la cittadinanza italiana, che implica sicuramente più diritti insieme ad altrettanti doveri, non si
potrà più parlare in senso stretto d’integrazione degli immigrati bensì di “nuovi italiani”, le cui posizioni giuridiche saranno equiparate a quelle
degli italiani “autoctoni” ma con problematiche diverse che richiedono la programmazione di percorsi di cittadinanza, anche all’interno delle
istituzioni di governo locale. Rilevano a questo proposito le Consulte per l’Immigrazione, le quali necessitano, peraltro, di essere ripensate per
poter rispondere efficacemente alla loro funzione. In alcuni Comuni della Conferenza dei Sindaci ULSS 16 (Padova, Albignasego, Rubano e
Abano Terme) sono in fase di costituzione organi per la rappresentanza e la partecipazione alla vita pubblica della popolazione straniera
residente.
In tal senso, per rendere effettivo l’esercizio dei diritti e dei doveri sono necessarie politiche che rafforzino le condizioni per poterli esercitare
quali la conoscenza della lingua italiana, della normativa di base, costituzionale e delle norme che riguardano la presenza ed il soggiorno sul
territorio dello Stato, la mediazione linguistico-culturale, l’educazione interculturale, l’informazione.
Affinché il contatto con diverse culture porti benefici e non pericolose tensioni le politiche devono attivare metodi di risoluzione dei conflitti.
Questi possono essere sia preventivi, come la creazione di occasioni d’incontro tra italiani e stranieri per la conoscenza reciproca attraverso il
coinvolgimento dell’associazionismo, sia per affrontare problemi di convivenza attraverso la mediazione abitativa e di comunità, che
60
costituiscono preziosi strumenti per il mantenimento della coesione sociale. Da un’analisi della realtà padovana si rileva la presenza di una
decina di Associazioni di immigrati iscritti all’albo regionale della LR 90/90 e più di quaranta iscritte al registro comunale delle associazioni del
Comune di Padova.
Sulla questione di genere, tenendo presente che le donne straniere rappresentano la metà della popolazione immigrata e che esse vivono
spesso una condizione più fragile, si può anzi ritenere che esse pongano per le politiche dell’integrazione una doppia questione ossia quella di
“minoranza della minoranza”, risultano da consolidare e potenziare nei prossimi anni le attività ad esse rivolte, in particolare finalizzate:
all’apprendimento dell’italiano, alla formazione di quelle impegnate nel lavoro di cura, all’orientamento professionale e lavorativo, alla
conoscenza dei servizi del territorio. Inoltre, spesso le donne straniere sperimentano abusi e violenze ed occorre fornire una risposta forte a
questi problemi. In questo senso è necessario predisporre servizi di accoglienza e tutela all’interno di “case di fuga”, che attualmente nel
territorio veneto sono solo due, di cui l’una funzionante a Mestre Venezia e l’altra in fase di avvio a Padova.
Le difficoltà legate all’affermazione di reali e durature prospettive d’integrazione risultano, d’altra parte, fortemente condizionate nella fase
attuale caratterizzata da una crisi economica ed occupazionale senza precedenti. Il Veneto è stato toccato profondamente in tal senso, al punto
che dei 65.000 lavoratori che hanno perso il lavoro 17.000 sono stranieri (pari al 26%). La contrazione occupazionale ha interessato in modo
particolare la componente maschile, gli occupati con contratti a termine ed i settori del manifatturiero e delle costruzioni. La provincia di Padova
è tra quelle che hanno registrato i saldi maggiormente negativi.
Le azioni del Piano di Zona dovranno, pertanto, coordinarsi necessariamente con quelle finalizzate al sostegno all’occupazione, alla
riqualificazione professionale, all’orientamento nella ricerca di lavoro, al reinserimento lavorativo.
PRIORITÀ DEL PIANO DI ZONA 2011-2015
Da un’attenta analisi del territorio, considerate dunque le priorità emerse e coerentemente al quadro normativo di riferimento le strategie di
indirizzo che verranno esplicitate di seguito tengono conto di quanto consolidato nel periodo precedente e che va mantenuto o potenziato per il
prossimo quinquennio, così come di alcune azioni di innovazione. Le politiche di intervento individuate sono proposte con le finalità generali di
sostenere i processi per l’integrazione dei cittadini stranieri con servizi rivolti ai singoli e alle famiglie, favorire la convivenza tra cittadini italiani
e stranieri con servizi innovativi, promuovere la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica locale.
PRIORITÀ 1
SCARSA CONOSCENZA DELLA NORMATIVA E DEI REQUISITI RELATIVI AL RILASCIO DEI TITOLI DI
SOGGIORNO E DIFFICOLTÀ DI ACCESSO AI SERVIZI, IN PARTICOLARE ALLA QUESTURA E ALLO
SPORTELLO UNICO DELLA PREFETTURA UTG DI PADOVA.
Politica : Consolidare i servizi finalizzati alla semplificazione delle procedure preordinate al rilascio e rinnovo dei titoli di
soggiorno
61
1. Consolidamento degli sportelli CISI che svolgono servizi a favore di persone straniere, relativi a informazione e supporto nel disbrigo
delle pratiche per il rilascio/rinnovo dei permessi/carte di soggiorno e per le istanze di ricongiungimento/coesione familiare, ricezione e
rilascio delle attestazioni d’idoneità alloggiativa, dichiarazione di ospitalità e cessione di fabbricato su banca dati informatica, servizio di
prenotazione appuntamenti attraverso collegamento informatico con la Questura e lo Sportello Unico per l’Immigrazione presso la
Prefettura per la consegna dei titoli di soggiorno. Si confermano gli sportelli situati nei sei punti di accesso del Comune di Padova e
quelli presenti nei Comuni di Piove di Sacco, Limena, Selvazzano, Abano Terme per un totale di dieci sportelli.
2. Potenziamento della presenza dei mediatori interculturali nei servizi di accoglienza presso gli sportelli CISI e negli uffici della Questura
di Padova.
PRIORITÀ 2
PRECARIETÀ DELLA SITUAZIONE DI VITA DI PERSONE RICHIEDENTI E TITOLARI DI PROTEZIONE
INTERNAZIONALE E DIFFICOLTÀ DI INSERIMENTO NEL TESSUTO SOCIALE.
Politica: Potenziare i servizi di accoglienza, d’integrazione e di counseling in favore dei richiedenti e
titolari di protezione internazionale e assimilati, secondo gli standard del Sistema di Protezione nazionale
(SPRAR) e nel coordinamento con i progetti territoriali del Veneto
1. Consolidamento delle attività di primo accesso e di consulenza dello sportello informativo RAR (richiedenti asilo e rifugiati) con sede in
piazza dei Signori 22, che gestisce attività di counseling sulle procedure d’asilo e di accoglienza delle relative richieste.
2. Potenziamento dei servizi di accoglienza per richiedenti/titolari di protezione internazionale. Nella progettualità relativa all’anno 2011 si
è infatti richiesto al Ministero dell’Interno e delle Libertà Civili, stante l’aumento del bisogno, l’autorizzazione all’accoglienza di ulteriori
cinque posti per donne richiedenti protezione internazionale. Questi andrebbero ad aggiungersi ai quindici posti di accoglienza già
previsti (11 uomini e 4 donne), inserimenti gestiti con programmi personalizzati di autonomia, secondo gli standard stabiliti dal sistema
nazionale (SPRAR), della durata di sei mesi, rinnovabili.
3. Mantenimento delle cosiddette “seconde accoglienze” in appartamenti di sgancio dove è possibile consolidare l’autonomia raggiunta. Gli
appartamenti di sgancio sono gestiti e di proprietà rispettivamente di una associazione e di una cooperative sociale per un totale di sei
posti (che nell’anno si rendono via via disponibili per nuovi ingressi non appena chi è già accolto conclude il suo percorso di
inserimento).
4. Consolidamento dei corsi e attività per l’apprendimento della lingua italiana, in collaborazione sia con cooperative sociali che con un
CTP del territorio con il quale è in atto una collaborazione.
5. Potenziamento dei progetti per l’inserimento lavorativo attraverso stage, tirocini, formazione al lavoro e qualificazione o riqualificazione
professionale.
6. Consolidamento dei percorsi previsti per il raggiungimento dell’autonomia abitativa dei beneficiari.
7. Allargamento e potenziamento della rete di enti e istituzioni coinvolti a vario titolo nella gestione delle accoglienze con ingresso di nuovi
soggetti nella partnership del progetto.
62
PRIORITÀ 3
DIFFICOLTÀ DI GESTIONE E/O SOVRAPPOSIZIONE DI COMPETENZE IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE
NELLA PLURALITÀ DEI SOGGETTI ISTITUZIONALI COINVOLTI.
Politica 1: Dare impulso e concreto sostegno ai processi d’integrazione dei cittadini stranieri nella comunità locale nel
collegamento con istituzioni, amministrazioni pubbliche ed enti operanti nel campo dell’immigrazione. Strategie di rete per la
definizione di buone pratiche.
1. Consolidamento del Tavolo di concertazione per la gestione, collaborazione e condivisione di buone prassi finalizzate al rilascio e
rinnovo dei titoli di soggiono (Questura, Prefettura Provincia e Comune di Padova).
2. Potenziamento della Rete territoriale per l’Immigrazione di cui fanno parte tutti gli enti che hanno nel loro territorio sportelli informativi
rivolti a persone immigrate. Con protocollo d’intesa, è stato costituito un coordinamento operativo finalizzato al funzionamento della
Rete Territoriale per l’Immigrazione a cui aderiscono la Questura di Padova, la Prefettura U.T.G. di Padova, la Provincia di Padova, la
Direzione Provinciale del Lavoro, l’Università degli Studi di Padova, la Camera di Commercio di Padova, il Comune di Padova e i sopra
citati 12 Comuni della Provincia.
3. Partecipazione al Consiglio territoriale per l’immigrazione istituito presso la Prefettura.
Politica 2: Consolidare e potenziare la programmazione territoriale con i comuni della Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n. 16 e
le Associazioni rappresentative dei cittadini stranieri accreditate all’albo regionale, nell’ambito del Programma di Integrazione
Sociale e Scolastica (L.R.9/90).
1.
Potenziamento delle attività del Tavolo intercomunale relativo alla stesura, alla gestione e attuazione della progettualità prevista dal
Piano per l’Integrazione Sociale e Scolastica (LR 9/90) predisposto in sinergia e secondo le indicazioni date dal Piano Triennale per
l’Immigrazione della Regione del Veneto. Al tavolo partecipano anche le Associazioni rappresentative di cittadini stranieri così come
scuole, associazioni, cooperative ed enti del terzo settore in qualità di enti attuatori.
PRIORITÀ 4
DIFFICOLTÀ DELLE PERSONE STRANIERE, IN PARTICOLARE ADOLESCENTI E DONNE, NELL’ACCESSO AI
SISTEMI DI WELFARE E ALL’INTEGRAZIONE NEL TESSUTO SOCIALE.
Politica: Potenziare i servizi di mediazione interculturale, i corsi di lingua italiana, i percorsi d’integrazione con servizi di
accompagnamento sociale, la formazione quale strumento di azione interculturale.
1.
Consolidamento della presenza dei mediatori interculturali, in possesso di titoli e di esperienza qualificata, negli sportelli ed uffici dei
Comuni del territorio e nelle scuole, con il compito di orientare e facilitare l’accesso ai servizi, favorire la comprensione nell’approccio
con gli operatori, qualificare i servizi pubblici del territorio anche con la possibilità di svolgere una funzione di guida nei percorsi
d’integrazione e un’azione positiva nei processi di convivenza e di orientare e promuovere una corretta gestione dei diritti di
cittadinanza.
63
2.
3.
4.
Potenziamento dell’offerta di corsi per l’apprendimento della lingua italiana. Un bisogno che emerge in maniera sempre più evidente,
visto anche l’evolversi della normativa in materia di immigrazione, è quello dell’apprendimento della lingua italiana. Per questo motivo
verrà ampliata l’offerta linguistica ed i corsi per l’apprendimento della lingua italiana L2 che costituisce a sua volta una delle aree
d’intervento consolidate dalla Regione Veneto nell’ambito del più ampio Programma d’iniziative e d’interventi in materia d’Immigrazione
di recente approvato.
Proposta di una collaborazione tra Istituzioni scolastiche, Prefettura e Comune di Padova per la formalizzazione di una azione
innovativa che prevede sia attività volte all’apprendimento della lingua italiana per gli adulti che per il rilascio della certificazione di
conoscenza della lingua italiana L2 necessario per ottenere il titolo di soggiorno.
Consolidamento delle attività previste all’interno del PISS sia come attività rivolte a cittadini stranieri non comunitari presenti nel
territorio che agli operatori dei servizi che a loro si rivolgono relativamente alle aree dell’inserimento scolastico, dell’insegnamento della
lingua italiana e la promozione di interventi educativi rivolti ai minori, dell’aggiornamento degli insegnanti e operatori della scuola,
dell’informazione, dell’inserimento delle donne immigrate, della valorizzazione dei mediatori linguistici e culturali ed infine della
promozione del dialogo tra le culture.
PRIORITÀ 5
RISCHIO DI CONFLITTI TRA ITALIANI E STRANIERI IN CONTESTI DI CONVIVENZA AD ELEVATA DENSITÀ
ABITATIVA E USO INAPPROPRIATO DEGLI SPAZI COMUNI.
Politica: Consolidare i servizi a sostegno della convivenza con sportelli di mediazione abitativa, azioni di comunità e servizio di
prossimità dei facilitatori interculturali, anche in collaborazione con i quartieri cittadini.
1. Consolidamento degli sportelli per la mediazione dei conflitti presenti nel Comune di Padova
2. Consolidamento delle attività di mediazione abitativa, anche itinerante, e negli alloggi ad elevata densità abitativa anche in
collaborazione con il Settore Politiche Abitative. L’obbiettivo principale è quello della mediazione dei conflitti in contesti abitativi
pubblici, attraverso varie azioni, interventi “individuali” e interventi nel condominio e/o a domicilio.
3. Consolidamento delle azioni di comunità volte alla mediazione dei conflitti relativi a problematiche conflittuali presenti nel territorio e
inerenti alla gestione corretta degli spazi destinati ad un uso comune quali piazze, giardini pubblici, ecc.
4. Consolidamento della presenza dei facilitatori interculturali, che propongono un servizio di prossimità in grado di gestire e risolvere
eventuali conflitti nelle aree urbane e di facilitare la comunicazione interculturale tra i cittadini italiani e stranieri, sia con una attività in
strada che a sostegno delle sopra citate azioni. Le attività intendono così promuovere una maggiore convivenza civile e l’integrazione
in città.
PRIORITÀ 6
RISCHIO DI DEVIANZA E DI ISOLAMENTO NEI GIOVANI DI NUOVE E SECONDE GENERAZIONI DOVUTO
ALLA MANCANZA DI RICONOSCIMENTO DELLA PROPRIA IDENTITÀ ANCHE NEL CONFRONTO CON LA
DIVERSITÀ CULTURALE.
64
Politica 1: Implementare i percorsi di integrazione con la partecipazione attiva di giovani stranieri di seconda generazione, nella
collaborazione con le scuole secondarie e con il territorio
1. Proposta, quale progetto innovativo, di attività di coinvolgimento alla partecipazione attiva di ragazzi e giovani di seconda generazione
con laboratori e azioni di inclusione sociale da realizzarsi anche attraverso lo sport.
Politica 2: Sostenere l’inserimento di minori adolescenti stranieri, in particolare neoarrivati, con servizi di orientamento e
riorientamento scolastico, mediazione interculturale, corsi per l’apprendimento della lingua italiana, sostegno educativo e
scolastico.
1. Consolidamento della proposta di facilitazione linguistica all’interno della scuole rivolta a minori, attività di prima accoglienza nelle
scuole per neoiscritti, mediazione linguistico-culturale in classe e nei rapporti scuola-famiglia, educazione interculturale all’interno di
gruppi-classe, doposcuola per minori stranieri con counseling e sostegno psicologico, supporto per la preparazione agli esami di terza
media.
2. Consolidamento delle attività dello sportello Informazione Scuola per l’informazione e l’orientamento scolastico in raccordo con le scuole
secondarie, il riorientamento scolastico con attività di accompagnamento.
PRIORITÀ 7
DIFFICOLTÀ DI AFFERMAZIONE DEL RUOLO E DELLA FUNZIONE DELLA DONNA STRANIERA SIA COME
SINGOLA CHE ALL’INTERNO DEL PROPRIO NUCLEO FAMILIARE PER SCARSA CONOSCENZA DELLE LINGUA,
BASSA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE, ISOLAMENTO NEL LAVORO E FAMILIARE.
Politica: Sostenere l’inserimento delle donne immigrate con servizi rivolti all’apprendimento della lingua italiana, al
rafforzamento delle abilità lavorative, all’orientamento e alla conoscenza del territorio e all’accesso ai servizi socio-sanitari e
sociali
1. Potenziamento delle attività del Centro Donne dal Mondo che svolge azioni di accoglienza, consulenza, informazione e orientamento
anche con il supporto di mediatrici culturali. Destinatarie degli interventi sono donne straniere in situazione di difficoltà personale e
relazionale, portatrici di domande complesse che richiedono una lettura multidimensionale e la capacità di mettere in atto interventi
integrati.
2. Nuova proposta per la promozione di gruppi di discussione sui temi della genitorialità, dell’autonarrazione, del lavoro e realizzazione di
relativi laboratori compreso uno di sartoria.
3. Potenziamento dei corsi di lingua italiana rivolti a donne e a donne addette al lavoro di cura.
4. Mantenimento delle attività di formazione per le donne addette al lavori di cura (la relazione, la comunicazione, le malattie geriatriche,
la cura e l’assistenza) anche in collaborazione con l’Istituto di Riposo per Anziani di Padova.
65
5. Consolidamento dei gruppi di auto aiuto di donne addette al lavoro di cura.
PRIORITÀ 8
CARENZA DI STRUTTURE DI ACCOGLIENZA URGENTE E TEMPORANEA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA
Politica: Avvio e gestione della Casa di Fuga per donne italiane e straniere, in collaborazione con enti del terzo settore e nel
raccordo con i settori comunali del Comune di Padova.
1. Consolidamento delle attività dello Sportello Donna quale punto di accesso per l’accoglienza della richiesta, per la valutazione della
situazione, per il sostegno e per l’eventuale invio alla pronta accoglienza “Casa di fuga”.
2. Apertura di una struttura di accoglienza urgente e temporanea per donne vittime di violenza.
PRIORITÀ 9
RISCHIO DI FRAMMENTAZIONE DEL TESSUTO DELLA SOCIETÀ CIVILE PER L’INSUFFICIENZA DI
OCCASIONI DI INCONTRO, DI DIALOGO INTERCULTURALE, DI PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA E
MANCATO RICONOSCIMENTO DI SPAZI DI RAPPRESENTANZA.
Politica: Promuovere la conoscenza ed il dialogo interculturale con azioni di promozione e di sostegno dell’associazionismo
favorendo la rappresentanza degli interessi ed il riconoscimento dei diritti di cittadinanza dei cittadini stranieri.
1. Consolidamento delle attività per la promozione del dialogo tra le culture con aggancio e coinvolgimento di associazioni, gruppi formali
ed informali di rappresentanza di cittadini stranieri nei Comuni della Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 16, con un’attenzione particolare
a quelli che hanno avviato la costituzione di organi consultivi di rappresentanza dei cittadini stranieri.
2. Potenziamento delle attività del tavolo di coordinamento intercomunale e con le associazioni di rappresentanza degli immigrati che
parteciperanno allo svolgimento di azioni trasversali alle diverse aree d’intervento previste dal Programma di integrazione sociale e
scolastica nei diversi territori comunali
3. Consolidamento delle attività per la promozione dell’associazionismo di cittadini stranieri e accompagnamento per percorsi di
riconoscimento- iscrizione all’albo regionale della LR 9/90.
4. Consolidamento delle attività di organizzazione e proposta di laboratori di cittadinanza e educazione civica, con il coinvolgimento di
cittadini stranieri.
66
PRIORITÀ 10
CARENZA DI INFORMAZIONE, POCA CONOSCENZA
PRINCIPALI PROBLEMATICHE E DEI TEMI PIÙ
ALL’INTERCULTURA.
E MANCANZA DI APPROFONDIMENTO DELLE
RILEVANTI
LEGATI ALL’IMMIGRAZIONE E
Politica: Divulgare i temi dell’intercultura e stimolare momenti di approfondimento sulle tematiche dell’immigrazione. Fornire
un servizio di traduzioni a servizio delle Istituzione, degli operatori e dei cittadini stranieri.
Sportello SIS (Servizio Informazione Immigrati) per i Comuni dell’area territoriale della Saccisica.
Servizio di traduzione.
Previsione anno 2013
Azioni di Mantenimento
Interventi
Sportelli CISI
Tavoli istituzionali di
concertazione e
programmazione
Servizio di mediazione
interculturale
Politica/che di riferimento
Anno
Posti/Utenti
Soggetto/i responsabile/i
della gestione
Comune di Padova
Consolidare i servizi finalizzati alla Fino al
U.P. Accoglienza e
semplificazione
delle
procedure 30/06/20
6.000
Immigrazione
preordinate al rilascio dei titoli di
13
soggiorno
Abano Terme
Consolidare i servizi finalizzati alla Fino al
1800
semplificazione
delle
procedure 30/06/20
13
preordinate al rilascio dei titoli di
soggiorno
Comune di Padova,
Dare impulso e concreto sostegno ai 1/1Questura, Prefettura, Ulss
processi di integrazione dei cittadini 31/12
nel
collegamento
con 2013
16, Comuni della Provincia stranieri
istituzioni, amministrazioni pubbliche
ed enti. Strategie di rete
Comune di Padova
Consolidare i servizi di mediazione Fino al Impegnati 7 mediatori
U.P. Accoglienza e
linguistico-culturale
nella
scuola 30/06/20
Immigrazione
secondaria di secondo grado
13
Risorse
€. 44.000,00
€ 1670,00
Risorse interne
€ 4.000,00
67
Interventi
Mediazione dei conflitti
(abitativi e di comunità),
servizio di prossimità
Servizi per i minori:
accompagnamento,
sostegno scolastico ed
educativo, mediazione,
facilitazione linguistica,
doposcuola
Sportello Informazione
Scuola
Soggetto/i responsabile/i
Politica/che di riferimento
Anno
della gestione
Comune di Padova
Consolidare i servizi a sostegno della 2013
U.P. Accoglienza e
convivenza
con
sportelli
di
mediazione
abitativa,
azioni
di
Immigrazione
sviluppo di comunità
Comuni della conferenza dei Sostenere l’inserimento di minori e Fino al
Sindaci ULSS 16
adolescenti stranieri, in particolare 30/06/20
neo
arrivati,
con
servizi
di
13
doposcuola, educazione interculturale
e counseling, sostegno psicologico
Posti/Utenti
Gara in corso di
aggiudicazione
153
€ 10.200,00
(€ 2650,5 COMUNE
DI ABANO dato
compreso nella cifra
sopra riportata, è
una specifica che il
Comune di Abano ci
ha inviato)
€. 13.000,00
sportello IS €
6000,00 corsi lingua
dello studio per
minori
Abano Terme
Sostenere l’inserimento di minori e Fino al
adolescenti stranieri, in particolare 30/06/20
neo
arrivati,
con
servizi
di
13
doposcuola, educazione interculturale
e counseling, sostegno psicologico
93 ore di intervento
Comune di Padova
U.P. Accoglienza e
Immigrazione
Sostenere l’inserimento di minori e Fino al
adolescenti stranieri, in particolare 30/06/20
neo
arrivati,
con
servizi
di
13
orientamento
e
riorientamento
scolastico corsi per l’approfondimento
della lingua e studio
Sostenere l’inserimento delle donne Fino al
immigrate
con
servizi
rivolti 30/06/20
13
all’apprendimento
della
lingua
italiana,
al
rafforzamento
delle
attività lavorative, all’orientamento e
conoscenza del territorio
Sostenere l’inserimento delle donne Fino al
immigrate
con
servizi
volti 30/06/20
all’orientamento e conoscenza del
13
territorio,
spazio
ascolto
e
accompagnamento
e
ricerca
formativa e lavorativa
193
Corsi gratuiti per assistenti Comune di Padova
famigliari
U.P. Accoglienza e
Immigrazione
Sportello Centro Donne dal Comune di Padova
Mondo
U.P. Accoglienza e
e attività connesse
Immigrazione
Risorse
79
€ 12.000,00
173 donne
€ 10.800,00
68
Interventi
Sportello RAR
Accoglienze
richiedenti/titolari di
protezione internazionale
Tavolo di realizzazione
monitoraggio azioni di
integrazione sociale e
scolastica
Attività di informazione
quali sportello SIS.
Soggetto/i responsabile/i
Politica/che di riferimento
Anno
della gestione
Comune di Padova
Consolidare i servizi di accoglienza,
1/1U.P. Accoglienza e
d’integrazione e di counseling in
31/12
Immigrazione
favore dei richiedenti / titolari di
2013
protezione internazionale secondo gli
standard dello SPRAR e nel
coordinamento con la comunità di
pratica dei progetti territoriali del
Veneto.
Comune di Padova
Servizi di accoglienza, d’integrazione
1/1U.P. Accoglienza e
e di counseling in favore dei
31/12
2013
Immigrazione
richiedenti e titolari di protezione
internazionale secondo gli standard
dello SPRAR e nel coordinamento con
la comunità di pratica dei progetti
territoriali del Veneto e inserimento
socio-lavorativo
Comuni della conferenza dei monitoraggio azioni di integrazione
Fino al
Sindaci ULSS 16, servizio AP sociale e scolastica fino al
30/06/20
Immigrazione dell’ULSS 16, 30/06/2013 data di conclusione
13
terzo settore.
dell’anno scolastico 2012/2013
Comuni della Conferenza dei
Sindaci, sportello Servizio
Informazione Immigrati è
per i Comuni della Saccisica.
Divulgare i temi dell’intercultura, e
stimolare
momenti
di
approfondimento
sulle
tematiche
dell’immigrazione
2013
Posti/Utenti
Risorse
110
€ 45.000,00
20
€ 279.925,08
Risorse interne
176 utenti
€ 5790,00
69
Azioni innovative
Interventi
Soggetto/i
Politica/ Politiche di riferimento
responsabile/i
della gestione
Favorire la rappresentanza degli
Comune di Padova Costituzione della Commissione delle
interessi ed il riconoscimento dei diritti U.P. Accoglienza e cittadine e dei cittadini stranieri
di cittadinanza dei cittadini stranieri
Immigrazione
residenti a Padova e partecipazione
con la costituzione della nuova
della stessa all’organizzazione di
Consulta cittadina e la promozione
diverse iniziative ed eventi a carattere
interculturale con associazioni cittadine
dell’associazionismo dei cittadini
ed enti del territorio.
stranieri.
Avvio dello sportello “A porte aperte”.
Anno
Progetto “Azioni in rete con il territorio Comune di Padova Creare una rete tra i servizi che si
per creare percorsi di cittadinanza”
U.P. Accoglienza e
occupano di integrazione e
Progetto co-finanziato dalla Fondazione Immigrazione
riconoscere i soggetti della rete
Cariparo
capaci di creare percorsi facilitanti
alla molteplicità dei servizi.
Le azioni:
3. Facilitare l’integrazione delle donne
straniere attraverso la conoscenza
dei propri diritti
4. Corsi di ricamo e tessitura per
donne straniere
5. Laboratorio e centro aggregativo
per ragazzi italiani e stranieri
2013
2013
Risorse
16 membri della Risorse interne
commissione
€ 57.000,00
4. 237 accessi
5. 39 donne per
corsi di
tessitura e
ricamo
6. 53 ragazzi
italiani e
stranieri e 25
incontri
6. Iniziative
interculturali
e
coordinamento delle associazioni
cittadine
di
cittadini
stranieri
immigrati
7. Corso
di
formazione
sull’ordinamento dello Stato e
locale per i rappresentanti della
Commissione stranieri
Progetto “Le vie dell’integrazione nella Comune di Padova Fornire ai cittadini stranieri strumenti
U.P. Accoglienza e
linguistici ed extralinguistici che
città interculturale” progetto FEI cofinanziato dall’Unione Europea
Immigrazione
favoriscano l’integrazione attraverso
percorsi di:
Posti/Utenti
3. 18 eventi
21-082012 al
30-062013
3. 20 incontri di
coordinament
o
760
€ 206.964,70
70
Corsi di apprendimento della lingua
italiana L2 e educazione civica
3. Percorsi di alfabetizzazione nei
luoghi di lavoro
4. La costruzione di contesti educanti
per incrementare la comunicazione
tra i cittadini e i processi di
integrazione.
Casa di fuga per donne vittime di
violenza
Sportello Donna
Sportello Qui Donna
Fino al
Comune di Padova Avvio e gestione della Casa di fuga per
Gabinetto del
donne italiane e straniere, in
30/06/
2013
Sindaco
collaborazione con enti del terzo
settore e nel raccordo con i settori
comunali
Comune di Padova Servizio di ascolto e consulenza per 1/1-31/12
Gabinetto del
vittime di violenza famigliare e
2013
domestica anche attraverso progetti di
Sindaco
prevenzione e intervento.
Comune di Abano Servizio di ascolto e consulenza per
31/12/13
Terme
vittime di violenza famigliare e
domestica e percorsi di inserimento
lavorativo, e agevolazioni nella ricerca
lavorativa
11 posti
€ 45.000,00
240 donne
€ 20.000,00
262 donne
€ 9.500,00
finanziamento
regionale +
€ 9.500,00
Comune di
Abano Terme
Totale €
19.000,00
71
AREA DISABILITÀ
Premessa
L’Azienda Ulss 16, in collaborazione con i Comuni, le Istituzioni Pubbliche (in particolare Provincia e Scuole) e le organizzazioni del Privato
Sociale, è impegnata da anni a sostenere e promuovere un insieme di iniziative, spesso peculiari al territorio ed innovative, a favore delle
persone disabili e le loro famiglie. Dette iniziative offrono un sostegno nelle diverse fasi di vita della persona disabile (infanzia, adolescenza, età
adulta e per gli anziani) tanto che l’incremento dei servizi e delle prestazioni, avvenuta grazie alla proficua sinergia venutasi a creare tra il
sistema pubblico e del privato sociale (al cui interno è compresa anche la rappresentanza delle famiglie), pone ora un significativo problema di
sostenibilità futura. Le politiche di integrazione comunitaria, dalla scuola al mondo del lavoro, alle attività occupazionali diurne, fino al sistema
delle accoglienze temporanee e poi residenziali, congiuntamente ai tanti progetti consolidati (per esempio di “Vita indipendente” e di “Aiuto
personale”) e innovativi, hanno cercato, soprattutto in questi ultimi anni, di valorizzare le diverse competenze e risorse presenti nel territorio,
oltre che a proporre modelli di flessibilità in grado di promuovere progetti individualizzati in relazione alle diverse esigenze personali e della
famiglia. La presa in carico delle persone disabili, da parte dei servizi, ha come base la valutazione multidimensionale e la centralità della
persona e della famiglie, attenendosi alle disposizioni regionali in materia, che prevedono l’applicazione di quanto disposto dall’OMS
(Organizzazione Mondiale della Sanità), in particolare per quanto previsto dalla classificazione ICF (Classificazione Internazionale del
Funzionamento, Disabilità e Salute), e dalla conseguente introduzione della Scheda di Valutazione Multidimensionale per la Disabilità (SVAMDi)
in sede di Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale (UVMD). Questo approccio rafforza il disegno con cui si connota da anni la
Regione del Veneto a sostegno dell’integrazione socio-sanitaria, ponendo la persona disabile e la sua famiglia al centro delle politiche
d’intervento e modulando gli interventi in funzione della gravità e delle risorse personali e del contesto di vita. Già con il precedente “Piano della
Disabilità” 2007-2010 si era avviata una dettagliata e precisa pianificazione degli interventi, che è servita a definire meglio le priorità, in un
momento in cui la scarsità delle risorse si fa sentire, tenuto conto che molti servizi dell’area della disabilità sono sostenuti, oltre che dai
trasferimenti regionali all’Azienda ULSS, in toto o parzialmente con i fondi dei Comuni. Ed è proprio in sede di Esecutivo dei Sindaci, che nel
dare avvio all’iter di costruzione del presente Piano di Zona, si è rilevata la necessità di valutare attentamente l’organizzazione dei servizi in
essere e, per quanto riguarda eventuali proposte future, di tener presenti i seguenti elementi: la sostenibilità economica, la territorialità legata
alla viabilità, la dimensione, la temporalizzazione e infine il monitoraggio continuo degli interventi. Il Piano di Zona, in questo particolare
momento, rappresenta quindi un’occasione proficua di pianificazione territoriale, per poter via via creare, seppur in modo graduale, omogeneità
tra i territori, tenuto conto che ogni anno le attività proposte vengono verificate e ridefinite, nei tavoli di lavoro istituiti in collaborazione tra i
soggetti pubblici e del privato sociale.
72
MINORI
PRIORITÀ 1.A
NECESSITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO E CONTINUITÀ NELLA PRESA IN CARICO DEI MINORI DISABILI E DELLE LORO FAMIGLIE
Rischio di frammentarietà degli interventi. Difficoltà di orientamento e conoscenza dei servizi da parte delle famiglie. Necessità di rilevazione
delle specifiche diagnosi, con particolare riferimento all’autismo. Difficoltà nella gestione di minori con situazioni che richiedono interventi
integrati di tipo socio-sanitario con il coinvolgimento delle famiglie.
POLITICHE
1. garantire la presa in carico territoriale di tipo socio-sanitaria, con il coinvolgimento delle strutture pubbliche e del privato sociale, dei
minori disabili e delle loro famiglie
2. orientare il minore disabile e la sua famiglia al migliore e più congruo percorso assistenziale
3. rilevazione delle specifiche diagnosi, con particolare attenzione anche alle situazioni di autismo
4. gestione di minori con situazioni complesse che richiedono interventi integrati di tipo socio-sanitario con il coinvolgimento delle
famiglie, incentivare la presa in carico integrata dei servizi territoriali, anche con l’attivazione delle UVMD per l’individuazione del miglior
progetto possibile
AZIONI
- presa in carico Neuropsichiatrica, Psicologica, Riabilitativa dei minori con disabilità e delle loro famiglie presso i servizi di NPI e
Psicologia dell’Età Evolutiva Distrettuali di I° livello, l’UOA di NPIA sovra distrettuale, Centro Otologopatici di II° livello e presso i Centri
Specialistici di II° livello convenzionati “ La Nostra Famiglia”, UILDM, Centro Medico di Foniatria, e non convenzionati “Fondazione Robert
Hollman”; attuazione delle linee guida per l’organizzazione dei servizi di neuropsichiatria infantile di 1° e 2° livello, recepite con DDG n.
283/2012
- Recepimento delle linee guida sull’autismo e delle linee guida sui disturbi specifici dell’apprendimento
- Predisposizione di un documento per l’orientamento delle famiglie ai percorsi assistenziali, che comprenda l’organizzazione dei servizi, le
indicazioni relative all’autismo e ai DSA
- implementazione di una banca dati informatizzata per la rilevazione del numero di disabili con diagnosi di autismo che afferiscono alle
strutture pubbliche e private dell’ULSS
- censimento delle strutture specializzate nella presa in carico dei minori con autismo esistenti nel territorio e individuazione delle
metodologie di intervento
- sviluppo di progettualità di sollievo alla famiglia per i minori affetti da autismo
- prosecuzione e monitoraggio delle UVMD per minori con problemi “gravi sanitari “ in applicazione del Protocollo Buone Prassi Minori, per
l’integrazione delle risorse assistenziali Ospedale/territorio
- attivazione delle UVMD per progettualità di aiuto personale (L.162), in attesa delle disposizioni regionali in merito.
- prosecuzione degli interventi economici a favore delle persone che utilizzano il metodo Doman, Vojta, Fay, ABA
73
PRIORITÀ 2.A
RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE DEI MINORI CON DISABILITÀ
La presenza di disabilità in età evolutiva comporta rischi di mancata individuazione dei bisogni assistenziali in ambito scolastico, di
frammentarietà degli interventi, di esclusione dalla vita di comunità.
POLITICHE
1. garantire la tempestiva individuazione dell’alunno in situazione di disabilità
2. promuovere la collaborazione tra le istituzioni per garantire l’unitarietà degli interventi per l’integrazione scolastica
3. favorire l’integrazione degli alunni disabili attraverso gli interventi di assistenza scolastica,
4. assicurare l’accesso alle strutture scolastiche attraverso i servizi di trasporto
5. promuovere la partecipazione dei minori con disabilità alle attività socializzanti e ricreative della comunità
AZIONI
-
-
-
Rielaborazione dell’Accordo di programma sottoscritto, in data 20-07-2007, dalle Aziende ULSS 14,15,16 e 17, dalla Provincia di Padova
e dai Comuni afferenti alle Aziende socio-sanitarie, per l’integrazione scolastica degli alunni disabili nelle scuole di ogni ordine e grado
Informatizzazione delle UVMD di accertamento dell’alunno in condizione di handicap ai sensi del DPCM n. 185 del 23 febbraio 2006 e
delle UVMD relative ai minori disabili
Prosecuzione degli interventi per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità:
applicazione e monitoraggio delle delibere del Direttore Generale n. 290 del 15.04.2008 e n. 96 del 1.3.2013, presso ogni Distretto
Socio-Sanitario dell’AULSS 16 , per l’attivazione delle procedure relative alle domande per l’individuazione dell’alunno in situazione di
disabilità e della conseguente attivazione dell’UVMD a cura dell’Unità Operativa Materno Infantile.
verifica e valutazione in sede di UVMD di accertamento dell'alunno in condizione di handicap delle necessità assistenziali ed educative
dei singoli minori disabili
definizione dei bisogni assistenziali ed assegnazione degli operatori socio-sanitari
collaborazione con la scuola e le équipe certificanti per la definizione del progetto individualizzato come da disposizioni di legge
104/92
rimodulazione delle risorse in modo appropriato in funzione dell’incremento delle richieste di assistenza per gli alunni disabili
attivazione del percorso formativo per persone che effettuano la tracheobroncoaspirazione a domicilio di pazienti non ospedalizzati, di
cui alla DGR n. 1819 del 11.09.2013, in cui coinvolgere personale ULSS e privato sociale che fornisce assistenza a minori con disabilità
riorganizzazione del servizio di trasporto per gli alunni disabili delegato dal Comune di Padova per l’accesso alle scuole dell’obbligo 5.A1
M
riorganizzazione del servizio di trasporto per gli alunni disabili che frequentano le scuole medio superiori 5.A2 M
riprogettazione dei servizi di trasporto per gli alunni disabili in funzione di una migliore accessibilità e sostenibilità
ridefinizione delle attività di assistenza da parte degli operatori socio sanitari per favorire l’integrazione dei minori disabili nelle attività
extrascolastiche (centri estivi): costituzione di un gruppo di lavoro SISSD – Comuni per la programmazione 2013
74
PRIORITÀ 3.A
RISCHIO DI DISCONTINUITÀ NEL PASSAGGIO DALL’ETÀ EVOLUTIVA ALL’ETÀ ADULTA
Necessità di azioni che sostengano i giovani con disabilità e le loro famiglie nel passaggio all’età adulta, favorendo la condivisione, tra i diversi
soggetti e servizi coinvolti, di procedure e strumenti di collaborazione.
POLITICHE
1. promuovere la realizzazione di protocolli per la presa in carico dall’età evolutiva all’età adulta
2. individuare forme di raccordo tra scuola e mondo del lavoro
AZIONI
-
-
-
Condivisione e formalizzazione del “Protocollo d’intesa per favorire il passaggio dall’età evolutiva all’età adulta delle persone con
disabilità” relativo alla collaborazione tra servizi ULSS, da condividere con il privato convenzionato; formazione congiunta per la
condivisione di procedure e strumenti di collaborazione previsti dal protocollo
Definizione delle modalità di collaborazione per la continuità della presa in carico nel passaggio dai servizi dell’età evolutiva a CSM e
SerT
prosecuzione delle attività del Servizio di Orientamento afferente al SIL; potenziamento degli accordi con le istituzioni scolastiche per la
valutazione e la predisposizione dei percorsi di orientamento, al fine di assicurare la continuità dei percorsi nel passaggio dalla fase
scolastico-formativa a quella lavorativa
sperimentazione, in collaborazione tra istituzioni scolastiche e servizi, di percorsi di autonomia e di integrazione sociale a favore di
adolescenti con disabilità
ADULTI
PRIORITÀ 1.B
DIFFICOLTÀ NELL’ACCESSO AI SERVIZI E RISCHI DI FRAMMENTAZIONE NELLA PRESA IN CARICO DELLA PERSONA DISABILE E
DELLA SUA FAMIGLIA
Mancanza di informazioni complete, da parte delle famiglie, sull’accesso ai servizi territoriali. Rischi di frammentazione nella presa in carico
della persona disabile e della sua famiglia.
POLITICHE
1. accompagnare le famiglie nell’accesso ai servizi, attraverso un sistema integrato di informazioni in rete tra servizi comunali e dell’ULSS
2. garantire la presa in carico globale e continuativa della persona disabile e della sua famiglia
AZIONI
- prosecuzione delle attività di Segretariato sociale e delle attività di informazione da parte dei servizi dell’ULSS e dei Comuni e degli Uffici
Relazioni con il Pubblico dell’ULSS e dei Comuni
75
-
aggiornamento periodico della guida ai servizi (compresi quelli afferenti al Distretto n. 6) per le persone disabili e le loro famiglie redatta
dalla Direzione dei servizi Sociali e dai Distretti socio-sanitari in collaborazione con il Privato Sociale, e prodotta per via telematica
prosecuzione delle attività per la realizzazione del sistema informativo integrato tra ULSS e Comuni
sviluppo dello sportello integrato presso i Distretti socio-sanitari
applicazione delle disposizioni regionali (DGR 2960/2012) per l’attivazione delle UVMD e la rivalutazione dei progetti individualizzati con
l’utilizzo della scheda SVAMDI per l’accesso ai servizi
definizione e applicazione del regolamento per l’attivazione delle UVMD per la predisposizione del progetto individualizzato e di accesso
ai servizi, con l’utilizzo della scheda SVAMDI 2.B1 P
rivalutazione dei progetti in essere in sede di UVMD 2.B2 P
PRIORITÀ 2.B
RISCHIO DI EMARGINAZIONE, ISOLAMENTO E ISTITUZIONALIZZAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE E MEDIO
GRAVE STABILIZZATA E/O ACQUISITA DOPO L’OBBLIGO SCOLASTICO
POLITICHE
1. favorire la partecipazione ad attività Diurne delle persone in situazione di disabilità grave e medio-grave
2. assicurare l’accesso alle strutture Diurne attraverso i servizi di trasporto
AZIONI
- accoglienza presso i Centri Diurni del territorio, pubblici e del privato sociale e presso altri territori delle Aziende ULSS del Veneto ed
extra Regione, delle persone disabili
ridefinizione dell’attuale sistema di accoglienza presso i Centri Diurni attraverso forme di rielaborazione dell’attuale modalità di
rapporto con le strutture del privato sociale Applicazione delle proposte di riorganizzazione per l’inserimento delle persone disabili
nei Centri Diurni e Residenziali, elaborate in collaborazione tra la Direzione Servizi Sociali, gli Enti gestori e rappresentanti dei Sindaci
(DDG n. 782 del 12.10.2012) implementazione di progetti individualizzati con frequenza parziale (part-time) in relazione alle
diverse necessità individuali e familiari
applicazione dell’Accordo sottoscritto in data 12.09.2007 con gli Enti gestori dell’area disabilità per il trasporto delle persone disabili
presso le strutture Diurne e Residenziali 4.B1 M
ridefinizione delle modalità organizzative del servizio di trasporto per le persone disabili presso le strutture Diurne Pubbliche,
nell’ambito degli accordi contrattuali
ridefinizione del servizio di trasporto 4.B4 I
applicazione formalizzazione dei criteri per la formulazione di una graduatoria per gli inserimenti diurni
ridefinizione delle modalità organizzative del servizio di trasporto per le persone disabili presso le strutture Diurne pubbliche e del
privato sociale, nell’ambito degli accordi contrattuali
riprogettazione di centri diurni pubblici, con accoglienza presso le strutture convenzionate degli utenti accolti presso il CD Alice
76
PRIORITÀ 3.B
NECESSITÀ DI FORNIRE ASSISTENZA ALLE PERSONE DISABILI PER FAVORIRE LA PERMANENZA NELLA FAMIGLIA E NEL
DOMICILIO
POLITICHE
1.
2.
3.
4.
garantire forme di sostegno alla famiglia attraverso interventi domiciliari
sostenere iniziative di tutela della persona con disabilità con forme di accoglienza residenziale temporanea e/o di emergenza
garantire sostegno alle famiglie che accudiscono in casa persone disabili in situazione di particolare gravità
attivare progetti individualizzati per i percorsi di “Vita Indipendente”
AZIONI
- prosecuzione dei progetti di assistenza domiciliare socio-assistenziale e integrata, a sostegno della persona e della famiglia
- sviluppo di progetti per la formazione e la supervisione degli assistenti personali (badanti) a domicilio
- ridefinizione del servizio di accoglienza pronta e programmata presso le Comunità Alloggio (4 posti) e l’OPSA (3 posti)
- sostegno ai progetti di “Aiuto Personale-disabilità grave” per le persone con disabilità psico-motoria in relazione al regolamento in essere
- sostegno ai progetti di “Vita Indipendente” per le persone con disabilità motorie in relazione al regolamento in essere
- applicazione dei nuovi regolamenti per i progetti di Vita Indipendente e Aiuto personale-disabilità grave, approvati con DDG 1077/2012,
salvo modifiche in itinere da parte della Regione del Veneto
PRIORITÀ 4.B
DIFFICOLTÀ DELLE PERSONE CON DISABILITÀ CON NUCLEO FAMILIARE FRAGILE O ASSENTE
POLITICHE
1. garantire al disabile forme differenziate di residenzialità
AZIONI
-
prosecuzione degli inserimenti presso le Comunità Alloggio delle persone disabili, l’OPSA e Casa Breda
applicazione delle proposte di riorganizzazione per l’inserimento delle persone disabili nei Centri Diurni e Residenziali, elaborate in
collaborazione tra la Direzione Servizi Sociali, gli Enti gestori e rappresentanti dei Sindaci (D.D.G. n. 782 del 12.10.2012)
riprogettazione dei servizi residenziali, in un’ottica di inclusione sociale e partecipazione alla vita della comunità delle persone
inserite nelle comunità alloggio funzionanti nelle 24 ore
applicazione formalizzazione dei criteri per la formulazione di una graduatoria per gli inserimenti residenziali
integrazione del regolamento di accesso alle strutture residenziali (D.D.G. n. 1227/2010), per recepire le modifiche proposte dalla
Conferenza dei Sindaci in merito alle fasce di reddito per la contribuzione della parte alberghiera e le nuove disposizioni regionali
relative all’OPSA;
conservazione temporanea del regolamento previsto dall’ULSS 14 per l’inserimento delle persone disabili nella Comunità Alloggio di
Piove di Sacco, Distretto n.6, prevedendo la progressiva uniformità al regolamento approvato dall’ULSS 16
77
-
-
avvio delle procedure per l’attivazione delle Comunità Alloggio già inserite nel Piano di Zona 2007-2010, già autorizzate e che hanno
usufruito di finanziamenti regionali 5.B6 P
applicazione del nuovo regolamento, siglato dall’ULSS 16 e i Comuni afferenti, per l’inserimento nelle strutture Residenziali delle
persone disabili attraverso UVMD 5.B7 P
consolidamento dell’utilizzo della SVAMDI 5.B8 I (SPOSTATO AL PUNTO 1.B)
implementazione ed erogazione delle impegnative di residenzialità
adeguamento della capacità recettiva delle strutture già in possesso dell’autorizzazione al funzionamento e accreditamento
realizzazione di progettualità di accoglienza sulle 24 ore presso le Comunità Alloggio, OPSA, Casa Breda
prosecuzione del programma di rientro degli ospiti dell’Istituto GRIS
predisposizione e attivazione del progetto di riorganizzazione dell’OPSA, in applicazione delle disposizioni regionali (DGR 40/2013)
sviluppo di progettualità che prevedano un’accoglienza presso gruppi appartamento con la definizione di un progetto coordinato tra
Comuni-ULSS e Privato Sociale Attivazione di un gruppo di lavoro finalizzato alla predisposizione di un progetto relativo ai percorsi di
autonomia abitativa e ai gruppi appartamento, costituito da rappresentanti dei Comuni, dei servizi e del privato sociale
ridefinizione dell’attuale sistema di accoglienza presso le Comunità Alloggio attraverso forme di rielaborazione dell’attuale modalità di
rapporto con le strutture del privato sociale
PRIORITÀ 5.B
NECESSITÀ DI RISPONDERE AI BISOGNI DI SALUTE E INTEGRAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
Necessità di supporti per il sostegno e l’integrazione. Rischio di decadimento psico-fisico per le persone disabili
1. facilitare l’accesso a servizi medici specialistici e di riabilitazione nel territorio
2. favorire l’acquisizione di idonei ausili per la mobilità e la comunicazione
AZIONI
-
prosecuzione dell’attivazione del progetto del Poliambulatorio Specialistico presso l’OPSA, per le persone disabili
prosecuzione e monitoraggio dell’erogazione degli ausili presso ogni Distretto socio-sanitario
PRIORITÀ 6.B
DIFFICOLTÀ DI INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO.
Rischio di emarginazione delle persone disabili che necessitano di interventi di valutazione e sviluppo delle autonomie e capacità lavorative.
Scarsa possibilità di inserimento lavorativo e rischio di uscita dal mercato del lavoro (licenziamento o dimissioni volontarie), in conseguenza
della crisi economica e/o di aggravamento delle condizioni di salute delle persone
POLITICHE
1. individuare forme di valutazione delle potenzialità finalizzate all’attivazione di progettualità idonee
78
2. sviluppare le opportunità di inserimento nei contesti di lavoro, sostenere il mantenimento del posto di lavoro e offrire opportunità di
ricollocamento in contesti alternativi
AZIONI
-
-
potenziamento degli interventi per promuovere l’orientamento, la formazione, l’inserimento e il mantenimento del posto di lavoro delle
persone con disabilità, in collaborazione con enti di formazione, aziende e cooperative sociali, servizi socio sanitari e servizi per l’impiego
valutazione cognitiva e funzionale nell’età adulta per una migliore collocazione occupazionale
realizzazione di percorsi formativi, in collaborazione con enti di formazione
promozione di accordi con le aziende profit, per l’applicazione degli strumenti previsti dalla normativa (art. 12 e 12 bis L. 68/99, art. 14
D. Lgs. 276/03)
uso di incentivi ad aziende e cooperative sociali per progetti di integrazione sociale che prevedono supporto e tutoraggio alla persona
inserita
collaborazione con i servizi socio sanitari e con i servizi per l’impiego per sviluppare gli interventi di mantenimento del posto di lavoro e
favorire l’eventuale ricollocazione in altro contesto lavorativo
collaborazione con realtà innovative, che promuovono l’inserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità, con particolare
riguardo all’agricoltura sociale e al mondo del volontariato
garantire continuità ai percorsi di lavoro guidato, e avvio dei progetti di alternanza struttura protetta-lavoro, in collaborazione con le
cooperative sociali, al fine di favorire lo sviluppo delle autonomie e il graduale ingresso nel mondo del lavoro
Diffusione delle informazioni relative alle clausole sociali nelle procedure per l’affidamento di servizi, anche attraverso iniziative formative a
favore dei tecnici comunali.
rinnovo del protocollo d’intesa tra la Provincia di Padova e le ULSS provinciali, per la realizzazione di tirocini presso aziende ed enti del
territorio
prosecuzione della sperimentazione relativa all’utilizzo dell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute) per
l’inserimento lavorativo
prosecuzione dell’attività di coordinamento per lo sviluppo di modalità omogenee di intervento nel territorio, a seguito dell’unificazione con
l’area della Saccisica
rinnovo del protocollo d’intesa con DISM
PRIORITÀ 7.B
DIFFICOLTÀ DI INSERIMENTO OCCUPAZIONALE SOCIALE, RICREATIVO DELLE PERSONE CON DISABILITÀ
POLITICHE
1. favorire la promozione di attività a favore dell’autonomia personale, socializzanti, di integrazione all’interno delle comunità di appartenenza
AZIONI
-
sviluppo degli interventi di promozione delle attività di tempo libero e di integrazione sociale a favore di giovani e adulti con disabilità
dell’auto mutuo aiuto per persone con disabilità e per familiari
79
-
potenziamento dei percorsi di autonomia, per favorire nella persona, con la collaborazione della famiglia, l’acquisizione di autonomie e
capacità per la vita indipendente
realizzazione di un percorso formativo per operatori dei servizi pubblici e del privato sociale, trasversale alle aree disabilità, salute mentale e
dipendenze, sull’Amministratore di sostegno
promozione di un confronto tra realtà pubbliche e del privato sociale sull’auto mutuo aiuto, attraverso la formazione congiunta
progettualità di interscambio internazionali
PRIORITÀ 8.B
DIFFICOLTÀ DELLE PERSONE CON FORME DI DISABILITÀ COMPLESSE E NEI PASSAGGI DEL CICLO DI VITA
Difficoltà di inserimento delle persone con disabilità acquisite in particolare per quanto attiene ai traumatizzati cranici, a patologie neurologiche
o neuromuscolari (sclerosi multipla, SLA ecc.). Scarsa conoscenza epidemiologica delle persone con diagnosi di autismo.
rischio di emarginazione delle persone con disturbi psichiatrici e/o dipendenti da sostanze in situazione di multiproblematicità familiare
connessa alla disabilità, situazioni di doppia diagnosi. Fragilità delle persone disabili anziane.
POLITICHE
1. favorire la realizzazione di progettualità innovative per le persone con esiti di trauma cranico, sclerosi multipla e SLA, patologie
neuromuscolari
2. raccolta di dati epidemiologici delle persone con diagnosi di autismo per la realizzazione di progettualità idonee
3. favorire il raccordo tra i diversi servizi (salute mentale, disabilità, dipendenze)
4. individuare progettualità finalizzate a dare risposte diurne e residenziali alle persone disabili (anche con disabilità acquisita) ultra
sessantacinquenni
AZIONI
-
-
-
prosecuzione delle progettualità che mirano all’accoglienza diurna, residenziale e di inserimento lavorativo delle persone con disabilità
acquisite
formalizzazione di un protocollo di collaborazione con le strutture ospedaliere e universitarie e i servizi sanitari, per interventi precoci di
valutazione psicologica e sociale e di orientamento a favore delle persone con TCE e cerebrolesione acquisita e delle loro famiglie, con la
formalizzazione di protocolli terapeutici per la presa in carico integrata delle persone con disabilità acquisite
attivazione degli interventi a favore delle persone affette da SLA, previsti dalla Regione del Veneto con DGR 2354/2012
raccolta informazioni, attraverso le banche dati attualmente disponibili (in particolare Atlante), per individuare le persone con diagnosi di
autismo; ricognizione delle progettualità in essere a favore delle persone con diagnosi autismo
promozione della collaborazione tra le diverse aree (disabilità, salute mentale e dipendenze) nella diagnosi, nelle progettualità e nel relativo
monitoraggio, anche presso le strutture diurne e residenziali e attivazione di un gruppo di lavoro per l’individuazione di protocolli operativi di
presa in carico tra i servizi della disabilità, salute mentale e dipendenze
rivalutazione in sede di UVMD dei progetti individualizzati per le persone ultrasessantacinquenni attualmente ospiti del Centri Diurni
attivazione di nuclei per anziani disabili a bassa intensità assistenziale presso le Case di Riposo attivazione di progetti residenziali di
accoglienza per persone disabili anziane presso OPSA e altre realtà del territorio.
80
AZIONI DEL PIANO DI ZONA – ANNO 2013
UDO
ICP
PROG.
Classificazione
interventi
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
TEMPI
Centro Diurno per
persone con disabilità
(ex CEOD)
UDO
Interventi
semiresidenziali
Centro Diurno per
persone con disabilità
ULSS / Privato
sociale
2B
M
2013
Servizio
Semiresidenziale di
Terapia
Occupazionale per
Neuromotulesi
UDO
Interventi
semiresidenziali
Centro Diurno per
persone con disabilità
ULSS
M
2013
705.647,00
U.O.S. Centro Diurno
per disabili psichici
gravissimi
UDO
Interventi
semiresidenziali
Centro Diurno per
persone con disabilità
ULSS
M
2013
484.946,39
U.O.S. Centro
Residenziale per
disabili psichici
gravissimi
UDO
Interventi residenziali
Comunità Alloggio per
persone con disabilità
ULSS
4.B
Comunità Alloggio
UDO
Interventi residenziali
Comunità Alloggio per
persone con disabilità
ULSS / Privato
sociale
4.B
Gruppo
Appartamento
UDO
Interventi residenziali
Gruppo appartamento
per persone con
disabilità
Privato
sociale/Comuni
NOME
Grande Struttura
OPSA
Residenza Sanitaria
Assistenziale - Casa
Breda
UDO
UDO
Interventi residenziali
Grande Struttura
Interventi residenziali
RSA per persone con
disabilità
2B
2B
Costi 2012
12.684.297,59
utenti
2012
734
11
18
4.B
M
2013
854.063,21
M
2013
7.215.200,80
228
2013
A carico utente/comune
14
12.197.781,88
611
(di
cui 17
altre
ulss
1.504.063,00
28 (di
cui 2
altre
ULSS)
nell’Oss
ervat
M
M
Privato sociale
Privato sociale
4.B
4.B
2013
M
2013
81
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
TEMPI
Costi 2012
utenti
2012
ICP
Accesso Consulenza e
presa in carico
ULSS
1.B
2.B
3.B
4.B
8.B
M
2013
307.436,75
187
ICP
Interventi
domiciliari/territoriali
Sostegno socioeducativo scolastico
ULSS (SISSD)/
Privato Sociale
2.A
3.A
M
2013
3.597.171,14
468
ICP
Interventi
domiciliari/territoriali
Sostegno socioeducativo scolastico
Comuni
2.A
M
2013
4.500,00
3.A
6.B
M
2013
Comuni e ULSS
(Distretti)
3.B
M
2013
1.033.977,51
339
ULSS / privato
convenzionato
1.A
M
2013
3.821.787,47
N.D.
UDO
ICP
PROG.
Classificazione
interventi
Unità Operativa
Disabilità Adulti
Servizio Integrazione
Scolastica e Sociale
Disabili
NOME
Sostegno socioeducativo territoriale
Servizio di
Integrazione
Lavorativa e
Orientamento
Servizio di Assistenza
Domiciliare SocioAssistenziale e
Integrata
Servizi distrettuali e
sovradistrettuali di
neuropsichiatria,
Psicologia e
Riabilitazione
ICP
ICP
ICP
Accesso consulenza e
presa in carico
Supporto
all'inserimento
lavorativo
Interventi
domiciliari/territoriali
Assistenza Domiciliare
Socio-Assistenziale
Accesso Consulenza e
presa in carico
ULSS (SIL) e
Comuni
527.125,16
1
297
82
NOME
Gruppi di Auto Mutuo
Aiuto
Servizio di trasporto
disabili
Servizio Ausili
Progetti di Vita
Indipendente
UDO
ICP
PROG.
ICP
ICP
ICP
ICP
Progetto a favore
delle persone con
disabilità psico-fisica
grave
ICP
Servizio
poliambulatoriale c/o
OPSA
ICP
Pronta Accoglienza e
Accoglienza
Programmata
(Ridef. Servizio)
Attività
extrascolastiche
(Centri Ricreativi
Estivi)
Classificazione
interventi
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
Interventi di
socializzazione
Servizi di
prossimità/buon
vicinato/gruppi di
auto-aiuto
ULSS (SIL),
Associazioni
7.B
I
COMUNI
Privato sociale
Convenzionato
2.A
2.B
ULSS (Distretti)
Interventi
domiciliari/territoriali
Trasporto sociale
Altri interventi
Sostegno economico
Assegnazioni
economiche per il
sostegno della
domiciliarità e
dell'autonomia
personale
Sostegno economico
Assegnazioni
economiche per il
sostegno della
domiciliarità e
dell'autonomia
personale
Altro
Servizi che erogano
prestazioni di
assistenza
specialistica
ICP
Sostegno economico:
trasferimenti per
l’attivazione di Servizi
di Pronta Accoglienza
ICP
Interventi di
socializzazione
Attività ricreative di
socializzazione
TEMPI
Costi 2012
utenti
2012
2013
Risorse interne
51
I
2013
2.362.202,42
1243
5.B
M
2013
Dato non disponibile
n.d.
ULSS
(UODisA)
3.B
M
2013
851.093,50
259
ULSS
(UODisA)
3.B
M
2013
442.207,37
75
Privato sociale
(OPSA)
5.B
M
2013
54.003,20
3.B
I
2013
2.A
M
2013
Privato sociale /
COMUNI / ULSS
(UODisA)
Comuni/Privato
Sociale
415.222,06
130.097,57
n.d.
115
90
83
NOME
Interventi economici
a favore delle
persone che
utilizzano il metodo
Doman, Vojta, Fay,
ABA
Recepimento delle
linee guida su
autismo e SDA
Predisposizione di un
documento per
l’orientamento delle
famiglie ai percorsi
Interventi per le
persone con disturbi
di autismo e disturbi
dello spettro autistico
e per le loro famiglie
(banca dati –
sviluppo progettualità
di sollievo)
UVMD per minori con
problemi “gravi
sanitari
Informatizzazione
UVMD minori disabili
Classificazione
interventi
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
ICP
Sostegno economico
Contributi economici
per cure o prestazion
sanitarie
ULSS (Area
Disabilità)
1.A
M
2013
58.285,00
15
Progetti
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
ULSS (Distretti
– DSS)
1.A
I
2013
Risorse interne
N.R.
Progetti
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
ULSS (Distretti
- DSS)
1.A
I
2013
Risorse interne
N.R.
Progetti
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
ULSS (Distretti,
UOC di NPIA e
Area Disabilità)
Privato Sociale
1.A
8.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS (Distretti
- Area
Disabilità)
1.A
M
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS (Distretti
- Area
Disabilità)
2.A
I
Risorse interne
N.R.
UDO
ICP
PROG.
Progetti
Progetti
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
TEMPI
2013
Costi 2012
utenti
2012
84
NOME
Rielaborazione
Accordo di
Programma per
l’integrazione
scolastica
Formazione per
persone che
effettuano
tracheobronco
aspirazione (DGRV
1819/2913)
Riprogettazione del
servizio trasporto
alunni disabili
Formalizzazione
Protocollo passaggio
età evolutiva – età
adulta area disabilità
e formazione
congiunta per la
condivisione di
procedure e
strumenti previsti dal
protocollo
Definizione delle
modalità di
collaborazione servizi
età evolutiva – DSM SERT
Aggiornamento guida
servizi area disabilità
UDO
ICP
PROG.
Progetti
Progetti
Progetti
Progetti
Progetti
Progetti
Classificazione
interventi
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
TEMPI
ULSS (Distretti
- Area
Disabilità)
2.A
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS (Distretti
- Area Disabilità
– SC
Formazione)
2.A
I
2013
Risorse interne
N.R.
Comuni
2.A
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS (Distretti
- Area
Disabilità)
3.A
I
2013
Risorse interne
N.R.
Area
Trasversale
3.A
I
2014
Risorse interne
N.R.
ULSS (Distretti
- Area
Disabilità)
1.B
P
2013
Risorse interne
N.R.
Costi 2012
utenti
2012
85
NOME
Sistema informativo
integrato ULSS Comuni
Sviluppo dello
sportello integrato
presso i Distretti
socio-sanitari
UDO
ICP
PROG.
Progetti
ICP
Classificazione
interventi
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Sportelli sociali
tematici
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
TEMPI
ULSS e Comuni
1.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS e Comuni
1.B
I
2014
Risorse interne
N.R.
ULSS (Distretti,
Area Disabilità)
e privato sociale
1.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
Costi 2012
utenti
2012
Applicazione SVAMDI
per rivalutazione
progetti
individualizzati
(DGRV 2969/2012)
Progetti
Riorganizzazione dei
servizi diurni e
residenziali
Progetti
ULSS e privato
sociale
3.B
5.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
Progetti formazione e
supervisione
assistenti personali a
domicilio
Progetti
Comuni e privato
sociale
3.B
I
2013
Risorse interne (Comuni,
progetto Provincia)
N.R.
ULSS (Distretti,
Area Disabilità)
e privato sociale
3.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
applicazione dei
nuovi regolamenti
per i progetti di Vita
Indipendente e Aiuto
personale-disabilità
grave (DDG
1077/2012)
86
NOME
UDO
ICP
PROG.
Classificazione
interventi
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
TEMPI
Costi 2012
utenti
2012
Integrazione
regolamento
residenzialità
Progetti
ULSS (Distretti,
Area Disabilità)
e privato sociale
4.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
Implementazione ed
erogazione
impegnative di
residenzialità
Progetti
ULSS (Distretti,
Area Disabilità
e Area anziani)
4.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS e privato
Sociale
4.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS e OPSA
4.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS/Comuni/Pri
vato sociale
4.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS, Provincia e
cooperative
sociali
6.B
M
2013
Fondo regionale L. 68/99
N.R.
Prosecuzione del
programma di rientro
degli ospiti
dell’Istituto GRIS
Progetto di
riorganizzazione
dell’OPSA, in
applicazione delle
disposizioni regionali
(DGR 40/2013)
Progetti
Progetti
Attivazione gruppo di
lavoro per la
predisposizione di un
progetto relativo ai
percorsi di autonomia
abitativa e ai gruppi
appartamento
sociale
Percorsi di lavoro
guidato
Progetti
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
87
NOME
UDO
ICP
PROG.
Rinnovo protocollo
d’intesa con Provincia
Progetti
Prosecuzione
sperimentazione ICF
Lavoro
Progetti
Diffusione delle
informazioni relative
alle clausole sociali
nelle procedure per
l’affidamento di
servizi, anche
attraverso iniziative
formative a favore
dei tecnici comunali.
Attività socializzanti,
ricreative comunitarie
dei minori e adulti
con disabilità
Percorsi di autonomia
abitativa
Formazione
congiunta
sull’Amministratore
di sostegno per
operatori dei servizi
pubblici e del privato
sociale, trasversale
alle aree disabilità,
salute mentale e
dipendenze
Progetti
Progetti
Progetti
Progetti
Classificazione
interventi
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
TEMPI
ULSS, Provincia
6.B
M
2013
Fondo regionale L. 68/99
N.R.
ULSS, Provincia
6.B
I
2013
Risorse interne (e progetto
Provincia/Italia Lavoro)
N.R.
Cooperative
sociali e Comuni
6.B
I
2013/14
Risorse interne (ULSS, Comuni
e Cooperative sociali)
N.R.
ULSS/Comuni/Pri
vato Sociale
2.A
7.B
P
2013
Risorse interne (SIL
Orientamento)
N.R.
ULSS/Comuni/Pri
vato Sociale
7.B
I
2013
Risorse interne e del privato
sociale
N.R.
ULSS e Privato
Sociale
7.B
2013
Risorse progetti formazione
ULSS
N.R.
I
Costi 2012
utenti
2012
88
NOME
UDO
ICP
PROG.
Formazione
congiunta servizi
pubblici e priva
sociale su auto
mutuo aiuto
Progetti
Progettualità di
interscambio
internazionali
Progetti
Progettualità
innovative per le
persone con disabilità
acquisita
Progetti
Attivazione degli
interventi a favore
delle persone affette
da SLA, previsti dalla
Regione del Veneto
con DGR 2354/2012
Progetti
Raccordo tra servizi
aree disabilità, salute
mentale e
dipendenze
Rivalutazione progetti
individualizzati per
disabili anziani
ospitati nei centri
diurni
Attivazione progetti
di accoglienza
residenziale per
persone disabili
anziane
Progetti
Progetti
Progetti
Classificazione
interventi
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
Altro
Interventi per
l’integrazione sociale
di soggetti deboli o a
rischio
soggetto
responsabile e
soggetti coinvolti
Politiche
di
riferimento
ULSS e Privato
Sociale
7.B
ULSS (Area
Disabilità)
7.B
ULSS (Distretti
e Area
Disabilità) e
privato sociale
tipologia di
azione
Mantenimento
Potenziamento
Innovazione
TEMPI
Costi 2012
utenti
2012
2014
Risorse formazione ULSS
N.R.
I
2013
Eventuali finanziamenti FSE
N.R.
8.B
I
2013
Risorse interne (ULSS e
privato sociale)
N.R.
ULSS (Distretti
e Area
Disabilità)
8.B
I
2013
Finanziamento regionale DGR
2354/2012
N.R.
ULSS area
trasversale
8.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS (UODISA)
8.B
I
2013
Risorse interne
N.R.
ULSS e Privato
Sociale
8.B
I
2013
Risorse residenzialità
N.R.
I
89
AREA SALUTE MENTALE
DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE
NON C’E’ SALUTE SE NON C’E’ SALUTE MENTALE
"…La salute mentale e il benessere mentale sono fondamentali per la qualità della vita,
poiché consentono di dare un significato alla vita e di essere cittadini attivi e creativi.
La salute mentale è una componente basilare della coesione sociale, della produttività,
della pace e della stabilità nell'ambiente di vita,
poiché contribuisce allo sviluppo del capitale sociale e dell'economia della società. …
L'elaborazione e la realizzazione di piani efficaci per promuovere la salute mentale
non potrà che migliorare il benessere mentale di tutti."
(Conferenza di Helsinki con la partecipazione dei ministri europei, anno 2005)
L’analisi degli indicatori di contesto e delle risorse, una riflessione sulle criticità evidenziate nella valutazione dell’ultima annualità del
piano di zona 2007/2009, le indicazioni date dal nuovo Progetto Obiettivo per la Tutela della Salute Mentale (POTSM, DGR 651/2010)
e dai DPCM 2001 sui L.E.A. e dal DPCM 21-3-2008 in tema di linee di indirizzo per la salute mentale, le indicazioni date da importanti
studi scientifici (Istituto Superiore di Sanità 2008, Studio Europeo ESEMeD 2002, Report Organizzazione Mondiale della Sanità 2000,
Relazione sociosanitaria 2008 sullo stato di salute della Regione Veneto) e l’analisi dei bisogni di salute nel campo della salute
mentale della nostra realtà territoriale mettono in risalto come:
- il bisogno di salute mentale sia in rapida crescita in tutto il mondo, anche nelle società economicamente sviluppate come la
nostra,
- il ricorso ai servizi sociosanitari pubblici risulti molto basso (fra le persone affette da un qualsiasi disturbo mentale nell’ultimo anno
solo il 17% si è rivolto ad un servizio sanitario),
- il ricorso ai servizi sociosanitari sia spesso tardivo (solo il 29% dei soggetti affetti da depressione maggiore riceve un trattamento
per il proprio disturbo nello stesso anno in cui insorge),
- la maggior parte dei disturbi mentali comuni insorga in età giovanile (la presenza di psicopatologia nella popolazione più giovane si
attesta tra il 10% e il 20%)
- alla malattia mentale si associ un elevato grado di disabilità e di costi economici e sociali, che pesa sui pazienti, sui loro familiari e
sulla collettività,
- persista tutt'oggi lo stigma della malattia mentale.
Tutto questo ha portato il Gruppo Tecnico dell’Area Salute Mentale, partendo dall’analisi degli indicatori di contesto, di prodotto
e delle risorse e dall’analisi dei bisogni dei cittadini, ad evidenziare le seguenti priorità e a proporne le conseguenti politiche ed
azioni, per
rispondere alle domande di salute in modo appropriato ed efficace, temporizzandole nel periodo di valenza del nuovo Piano di Zona
2011-2015:
90
1) PRIORITA’:
1.1 POLITICA:
1.2 POLITICA:
1.3 POLITICA:
2) PRIORITA’:
2.1POLITICA:
3) PRIORITA’:
RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE
MIGLIORARE E RIQUALIFICARE LA RETE RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE
E SUPPORTARLA CON INIZIATIVE SOLIDALI E DI EMPOWERMENT
CULTURA DELL’INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLO STIGMA
INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA CENTRATA SUL CITTADINO
DISAGIO E RISCHIO ADOLESCENZIALE E GIOVANILE
GESTIONE MULTIDISCIPLINARE INTEGRATA
DEI CASI DI RISCHIO E DISAGIO ADOLESCENZIALE
NUOVA CRONICITA’ E MULTIPROBLEMATICITA’
(PAZIENTI IN FASE CRONICA E PARZIALMENTE NON AUTOSUFFICIENTI)
3.1 POLITICA:
3.2 POLITICA:
4) PRIORITA’:
4.1 POLITICA:
COSTRUZIONE DI PERCORSI AD ALTA INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
RICONVERSIONE RISORSE INVESTITE NEL CAMPO DELLA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE
BISOGNI SOCIOSANITARI A VALENZA MULTIPROBLEMATICA TRASVERSALE
(AREE: DIPENDENZE, DISABILITA’, ANZIANI, MARGINALITA’ SOCIALE)
COLLABORAZIONE E CONDIVISIONE PROGETTUALITA’ CON AREE DI CONFINE
Prima di esplicitare le politiche e le conseguenti azioni si ritengono necessarie alcune importanti premesse: la
programmazione sociosanitaria nel campo della salute mentale, vista anche l’evoluzione e il cambiamento sia dei
bisogni di salute e sia delle persone portatrici di bisogni di salute, non può prescindere dalla conoscenza dei dati
epidemiologici, come non può prescindere da una forte collaborazione e condivisione con le Agenzie Sociosanitarie del
Territorio per affrontare in modo appropriato ed efficace le problematiche delle Aree di confine (Anziani, Dipendenze
patologiche, Disabilità, Marginalità sociale, Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza).
E’ importante far sì che la politica per la salute mentale non sia più soltanto a carico dei servizi per la salute mentale,
ma compito di tutti gli attori istituzionali e territoriali coinvolti, con obiettivi che non sono solo quelli della diagnosi,
cura e riabilitazione, ma anche di promozione del benessere psichico e sociale dei cittadini e della tutela del diritto alla
salute e dei diritti di cittadinanza delle persone affette da malattia mentale.
Una programmazione sociosanitaria appropriata ed efficace nell’area della salute mentale deve essere centrata sui
bisogni della persona e orientata ai principi della destigmatizzazione, della deistituzionalizzazione, della partecipazione
del cittadino ammalato e della collettività, della continuità assistenziale e della verificabilità dei processi di lavoro,
superando l’autoreferenzialità e favorendo l’innovazione.
L’attuale rete di servizi viene riconfermata come base organizzativa da cui ripartire, da sviluppare ulteriormente e da
riqualificare, in cui l’obiettivo non deve essere soltanto quello di definire e pianificare risposte sempre più aderenti ai
bisogni della persona e dell’utenza, ma anche quello che esse devono essere garantite ad ogni cittadino di questo
territorio, anche attraverso una riorganizzazione della rete dei servizi, dopo opportuna valutazione e un approfondito
monitoraggio di tutti parametri (territorio e popolazione distrettuale afferente, strutture e servizi: collocazione e
91
accessibilità, utenza: tipologia e flussi, carichi di lavoro) specifici di una appropriata ed efficace programmazione socio
sanitaria nell’area della salute mentale. Tale progettualità non può prescindere da un approccio alle problematiche
della salute mentale basato sul lavoro di rete e su una collaborazione e cooperazione tra tutti servizi afferenti al DISM e
su un processo di condivisione tra tutte le Agenzie socio sanitarie del territorio coinvolte.
IL GRUPPO TECNICO AREA SALUTE MENTALE
Coordinatore Area tematica
SANTONASTASO PAOLO
Componenti Gruppo tecnico
GOTTARDO OTTORINO
BOISCHIO ROMANO
BERTI ALESSANDRA
CAMPOS CLAUDIA
BEGHIN ARIANNA
ALBERTIN ORIANA
MAURI ANGELA
TRAVERSI LAURA
GATTO ALDO
DIGIANANTONIO LUCIO
FERRONATO LUISA
BERENGAN FIORENZA
LONGHIN NEVIO
CRIVELLIN GIUSEPPINA
SANDONA’ MIRIAM
VERNIER MARIA SERENA
MAZZINI CRISTINA
BATTISTELLO MARIA TERESA
GATTA MICHELA
BENETTOLO FRANCESCO
GURIAN CARMEN
FINO GRAZIELLA
VENTURIN ANNAMARIA
BERTIN ROSSELLA
Padova, 26 marzo 2013
92
1) PRIORITA’: RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE
1.1 politiche: MIGLIORARE E RIQUALIFICARE LA RETE RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE
E SUPPORTARLA CON INIZIATIVE SOLIDALI E DI EMPOWERMENT
1.1a
AZIONI DI MANTENIMENTO:
1.1.a1
Si
conferma
no
l’attuale
Rete dei
servizi e i
L.E.A.
attualme
nte
erogati
come
base di
partenza
per una
riqualific
azione
del
sistema
di servizi
fondato
sui
bisogni
delle
persone
che
hanno
problemi
di disagio
psichico
UNITA’
EROGA
ZIONE
POSTI
COMPL
ESSIVI
UTENTI
RES ULSS 16
2011
INDICATORI
DI
COSTI
ANNO 2011
CONFERMA
2013
CON
ADEGUA
MENTI
ANNUALI
CTRP TIPO A
“LA LANTERNA”
1° S. PSICH
“LA MERIDIANA”
2° S. PSICH
“DINA MURARO”
2° S. PSICH
“GRANZE”
3° S. PSICH
CTRP TIPO B
“VILLA ORTENSIA” 1° S. PSICH
“LE FARFALLE”
2° S. PSICH
“ITACA” (ex Marani) 2° S. PSICH
C ALLOGGIO
VIA CAVE
2° S. PSICH
GIOVANNI XXIII
2° S. PSICH
VIA COLLI
3° S. PSICH
G APPARTAMENTO
“VIA MAZZINI”
1° S. PSICH
“VILLA SAVIOLI”
1° S. PSICH
“GR AMA”
2° S. PSICH
“CASA AMICA”
3° S. PSICH
4
72
PRODOTTO
FINANZIARI
2.542.871,00
SI’
47
1.625.199,00
SI’
22
333.634,00
SI’
17
223.108,95
SI’
SPDC ricovero residenti Ulss 16 (dimessi)
3
48
12
12
12
12
34
10
10
14
17
6
5
6
16
4
3
6
3
38+ 6
3.843.192,00
SI’
102.673,00
SI’
UDO,
ICP
PROG
TIPOLOGIA
UDO, ICP, PROG
UDO
UDO
UDO
UDO
UDO
SPDC 1
1° S. PSICH
SPDC 2
2° S. PSICH
SPDC 3
3° S. PSICH
3
3
4
15
15
8+6
RICOVERI PIOVESE c/o SPDC 1°, 2°, 3°
UDO
SPDC – DHO residenti Ulss 16
DHO 1
1° S. PSICH
DHO 2
2° S. PSICH
3
2
0,5
0,5
868
(130 extra
ULSS)
231(36)
270(38)
314(56)
53
181
(12 extra
ULSS)
31(2)
12(1)
PRODOTTO
FINANZIARI
93
DHO 3
UDO
UDO
3° S. PSICH
CENTRI SALUTE MENTALE
PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE
CSM 1
1° S. PSICH
CSM 2
2° S. PSICH
CSM 3
3° S. PSICH
CSM PIOVESE
AMBULATORI SALUTE MENTALE
4
1
138(9)
5.691
2
1.678
1.520
1.719
774
1.316
1
524
792
439
1
409
PRODOTTO
FINANZIARI
4.679.363,00
SI’
1.619.355,00
SI’
PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE
UDO
ASM
1° S. PSICH
ASM
2° S. PSICH
AMB SOVRAZONALI CL. PSICHIATRICA
SI’
PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE
UDO
CENTRO DIST COMPORT ALIMENTARI
147,122,54
SI’
PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE
UDO
UDO
UDO
UDO
ICP
ICP
ICP
DHT
DHT 1
1° S. PSICH
DHT 2
2° S. PSICH
CENTRI DIURNI CSM
“LA TRACCIA”
1° S. PSICH
“MONTEGROTTO” 1° S. PSICH
“IL PONTILE”
2° S. PSICH
“AGORA’”
3° S. PSICH
CD PIOVE
PIOVESE
CENTRI DIURNI CTRP
CD “LA LANTERNA” 1° S. PSICH
CD “LA MERIDIANA” 2° S. PSICH
CD “DINA MURARO” 2° S. PSICH
CD “GRANZE”
3° S. PSICH
CENTRI DIURNI RIABILITATIVI
(ex CLG/COD)
MURIALDO
NUOVA IDEA
POLIS NOVA
INSERIMENTI SEMIRESID CEOD
TERRITORIALI
INSERIMENTI RESIDENZIALI
TERRITORIALI
INSERIMENTI RESIDENZIALI
EXTRATERRRITORIALI
2
5
4
3
22
12
10
49
12
12
15
10
12
24
5
8
4
7
83
20
30
33
66
220
44
66
117
9
/
/
/
18
9
51
18
SI’
580.350,00
35
PRODOTTO
FINANZIARI
735.203,00
SI’
PRODOTTO
FINANZIARI
461.141,00
SI’
PRODOTTO
FINANZIARI
1.207.434,92
SI’
252.557,32
445.236,08
509.641,52
401.557,68
SI’
PRODOTTO
FINANZIARI
PRODOTTO
FINANZIARI
PRODOTTO
FINANZIARI
SI’
988.593,24
SI’
1.179.454,43
94
UDO
PROG
CASA DICURA PARCO DEI TIGLI
residenti Ulss 16
SIL - INSERIMENTI LAVORATIVI
PAZIENTI IN CARICO CSM
PAZIENTI IN TIROCINIO
ICP
ICP
PROG
ASS. DOMICILIARE INTEGRATA
PER PAZIENTI PSICHIATRIA
SERV. ASS SOCIO-ASSISTEN-ZIALE
DOMICILIARE PER PAZ PSICHIATRIA
Completamento Rete Servizi Dism:
A) Piastra Psichiatrica Osa
(Completato)
B1) Ctrp Ex Marani (Oggi Itaca),
(Completato)
B2) Ctrp “Villa Ortensia”,
(Da Completare 2013)
B3)Comunita’alloggio 3° S. Psic
(Da Completare 2013)
C) Acquisizione Immobile Per
Caes Piovese
(il finanziamento è stato prorogato al
2013, per nuovo bando)
d) Spostamento del SDPC 3 al primo
piano dell’ex casa suore, realizzazione
del Centro diurno per i DCA al secondo
piano e ristrutturazione complessiva
dell’edificio.
1
267
213
PRODOTTO
FINANZIARI
PRODOTTO
FINANZIARI
SI’
1.725.119,92
SI’
250.944,36
152
69
PRODOTTO
FINANZIARI
194.164,05
SI’
PRODOTTO
FINANZIARI
254.091,75
SI’
SI’
b) F CARIPARO
3.000.000,00
c) F CARIPARO
600.000,00
95
1.1.a2 AZIONI DI
MANTENIMENTO
NOME PROGETTO
TIPO
AZIONE
SOGGETTO
COSTI
RESP AZIONE
Si conferma tutta la
progettualità di
supporto ai processi
di cura, al lavoro per
progetti e continuità
assistenziale,
all’appropriatezza e
all’efficacia degli
interventi:
- nuova cartella
ospedaliera, nuova
cartella territoriale
ambulatoriale
- cartella linea
riabilitativa
- sistema
informativo:
implementazione e
suo pieno utilizzo
- formazione
vincolata alle
politiche del Piano di
Zona e coordinata dal
coordinatore di
area tematica
(progettualità
dipartimentale e
trasversale)
- progettualità del
Privato Sociale
1 - "formazione operatori del dism, privato sociale e altri
servizi e enti": formazione dipartimentale vincolata alle
politiche del piano di zona, coordinata dal coord di area
tematica pdz
2 - progetto nuova cartella integrata: ospedaliera,
ambulatoriale e riabilitativa
(avviato)
3 – partecipazione al tavolo di confronto per l’attuazione
di un piano per l’assistenza alla persona affetta da deficit
cognitivo e demenza”
(dgr 3542/2007)
(confermato, prosegue)
4 - guida ai servizi: stampa e diffusione
(cartaceo e via web)
(da aggiornare includendo il piovese)
prog
AULSS
2013:
22.000,00
processo
prodotto
finanziari
2011-2015
prog
AULSS
Risorse
personale
interno
processo
2013
prog
AULSS
Risorse
personale
interno aree
salute
mentale e
disabilità
processo
2013-2015
prog
AULSS
processo
finanziari
2013
5 -attivita’ supporto (fondi economali, soggiorni,
attivita’ riabilitative e risocializzanti)
6 - lotta allo stigma: GIORNATA DIVERSAMENTE in
collaborazione tra Az Sanitarie, Comune Pd, Conf Sindaci,
Provincia, Cooperazione Sociale, Associazioni Di Familiari
e Volontariato, Fond Cariparo
prog
AULSS
Risorse
personale
interno per
studio e
predisposizi
one
progetto
75.616,30
processo
finanziari
2013
prog
processo
prodotto
finanziari
2011-2015
7 - Progetto "Carta Cittadinanza" (Coop Nuova Idea)
prog
AULSS,
COMUNI
COOP SOC
ASS FAM E
VOLONT
F CARIPARO
PRIVATO
SOCIALE
processo
2011-2015
8 - Progetto "Salute Mentale E Territorio" (Coop Il
Portico)
prog
PRIVATO
SOCIALE
processo
2011-2015
9 - PROGETTO “SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA” (COOP DINA
MURARO)( completato a giugno 2012)
10 - progetti per il tempo libero che coinvolgono piu’
soggetti (Ulss 16, Coop. Il Portico, S. Civile, Aitsam)
(Vedi Az 1.2.A6 )
(Progetti AMA di ‘Tempo libero’ e ‘Supporto
all’inserimento lavorativo’)
prog
PRIVATO
SOCIALE
processo
2011-2015
prog
AULSS,
processo
prodotto
finanziari
2011-2015
PRIVATO,
2.000,00
INDICA
TORI
TEMPORIZZ
AZIONE
4.000,00
Risorse
proprie
cooperativa
Risorse
proprie
cooperativa
0
1200,00 +
400,00 +
risorse
interne 2
operatori
96
11 – convenzione con BANCA DEL TEMPO (DDG 1070 del
31/12/2008 -scadenza 31-12-2012)(se ne propone il
rinnovo, che è in corso di predisposizione)
1.1.b
1.1.b1
1.1.b2
1.1.b3
prog
AULSS,
BANCA DEL
TEMPO
processo
2011-2015
INDICA
TORI
TEMPORIZZ
AZIONE
Risorse
interne
contesto
processo
2011-2015
0
risorse
personale
interne
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
TIPO
AZIONE
Migliorare e implementare il monitoraggio dell’attività del DISM,
utilizzando un sistema di indicatori definito, da un punto di vista
quantitativo dal sistema informatico attuale , favorendo anche una
valutazione qualitativa degli interventi e rilevando la soddisfazione
degli utenti
Monitorare i bisogni provenienti dalla comunità, il loro mutamento e la
loro evoluzione (Disagio giovanile,
Esordi psicotici, Disturbi del
Comportamento Alimentare, Dist. di Personalità, Uso di sostanze,
Comorbilità, Nuova cronicità, Disturbo depressivo maggiore), e,
favorendo l’innovazione, attivare interventi appropriati ed efficaci per
i bisogni emergenti :
- collaborazione con i M.M.G.
- identificazione precoce dei casi di depressione maggiore (vedi
‘Linee di indirizzo regionali nella gestione della depressione tra i
MMG e i CSM)
- interazione e integrazione con le Aree di confine
- lavoro d’equipe e operatore di riferimento
- approccio multidimensionale e multidisciplinare
- progetto di cura individualizzato
- interventi innovativi per le persone all’esordio di psicosi in continuità
con l’esperienza del progetto ‘Get Up’. In particolare si propone:
7. istituzione di un osservatorio dei nuovi casi di psicosi giovanili ed
esordi
8. definizione di una procedura/protocollo di intervento integrato
secondo il modello ‘Get Up’ (CBT, case management, interventi
familiari
Monitorare, ai fini della programmazione strategica nel campo della
Riabilitazione Psicosociale, le condizioni attuali di salute psicofisica,
l’evoluzione del percorso terapeutico riabilitativo, l’appropriatezza
dell’inserimento nelle strutture, lo sviluppo di disabilità delle persone
attualmente inserite nelle strutture residenziali territoriali ed
extraterritoriali in carico ai Servizi del DISM; monitorare altresì la
modalità di inserimento in struttura (liste di attesa, UVMD, valutazione
clinica e psicodiagnostica, continuità assistenziale) e l’evoluzione dei
bisogni di residenzialità;
prog
SOGGETTO
RESP
AZIONE
AULSS
COSTI
prog
AULSS
Risorse
interne
contesto
processo
2011-2015
prog
AULSS
Privato
sociale
Risorse
interne
processo
2011-2015
97
1.1.b4
Mappatura del bisogno di residenzialità a bassa soglia e
coinvolgimento di Famiglie, Cooperazione sociale e Enti locali per
favorire la residenzialità autonoma (appartamenti autonomi),
opportunamente supportata e monitorata.
Applicazione nuovo PROTOCOLLO TRA SIL E DISM sull’Inserimento
lavorativo e miglioramento della collaborazione con il Centro per
l’Impiego (Provincia)
(il Protocollo è stato definito e viene applicato)
prog
AULSS
COMUNI
ASS FAM
PRIVATO
SOCIALE
AULSS
PROVINCIA
PRIVATO
SOCIALE
Risorse
interne
contesto
bisogno
processo
2011-2015
Risorse
interne
processo
2012
1.1.b6
Migliorare l’offerta di percorsi di inserimento lavorativo, favorendo PROGETTI
INDIVIDUALIZZATI DI REINSERIMENTO LAVORATIVO, secondo le nuove Linee
guida regionali sull’Inserimento lavorativo – DGR 21/2012, e partecipando a
nuove progettualità proposte da Agenzie riconosciute a livello istituzionale
prog
Risorse
interne
contesto
processo
prodotto
2011-2015
prog
AULSS
REGIONE
ISFOL
ITALIA LAV
PRIVATO
SOCIALE
AULSS
1.1.b7
Aggiornamento della Guida ai Servizi del DISM, in collaborazione con l’URP e
con la Dir. S. Sociali, e sua divulgazione cartacea e via web a cura del DISM:
aggiornare e uniformare grafica e contenuti con servizi Piovese.
Risorse
interne
processo
2012
2015
1.1.b8
Appropriatezza ed efficacia degli interventi in tutte le linee di attività
(CSM, SPDC, L RIAB) e PROGETTO DI CURA INDIVIDUALIZZATO in
tutte le linee di attività del DISM:
- nel CSM: Differenziare le risposte clinico assistenziali in base ai
bisogni (consulenza, trattamento specialistico e presa in carico)
- nell’SPDC: applicare la metodologia del lavoro per progetti e del
progetto assistenziale;
- nella Linea Riabilitativa: progetto individualizzato condiviso con il
paziente e suo monitoraggio
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011-2015
1.1.C
AZIONI DI INNOVAZIONE
TIPO
AZIONE
INDICATO
RI
TEMPORIZZ
AZIONE
1.1.c1
Conoscenza dei dati epidemiologici incrociando i dati di diversi flussi
informativi (pazienti con diagnosi psichiatrica in carico ad altre aree o
ai MMG o al Privato), al fine di conoscere la capacità della rete di
intercettare e prendere in carico i cittadini con problemi di disagio
psichico, estrapolando dal sistema informativo esistente (FTP, SDO,
SFT) le informazioni utili ad indagare la prevalenza trattata dei
disturbi.
Coinvolgimento istituzioni del territorio, in primo luogo l’Ente locale
per la condivisione nella progettazione e nel monitoraggio della presa
in carico dei soggetti complessi multiproblematici sin dall’inizio della
costruzione del progetto di cura individualizzato, in particolare nella
prog
SOGGETTO
RESP
AZIONE
AULSS
PRIVATO
contesto
bisogno
2011-2015
processo
prodotto
2011-2015
1.1.b5
Ex
1.1.c2
1.1.c2
prog
prog
AULSS
COMUNI
COSTI
risorse di
personale e
strumentali
interne
risorse
interne delle
diverse Aree
e Istituzioni
98
1.1.c3
1.1.c4
1.1.c5
1.1.c6
fase di presa in carico, come previsto dalla nuova cartella territoriale
ambulatoriale, supportando tale progettualità anche con iniziative
formative e informative
Completamento e Pieno utilizzo della nuova cartella assistenziale in
tutte le linee di attività del DISM: implementazione cartella in SPDC,
Nuova Cartella con differenziazione dei percorsi di cura in CSM,
aggiornamento cartella nella Linea Riabilitativa
Elaborazione di proposte da parte del DISM che supportino indirizzi di
richiesta agli Enti finanziari, centrati su più obiettivi:
- miglioramento dell’offerta di risposte ai bisogni delle persone sia a
livello ospedaliero sia a livello territoriale, in particolare nell’area
della Riabilitazione Psicosociale e dell’inclusione sociale (lavoro,
abitare, tempo libero)
- programma di promozione salute mentale (formazione e
informazione: scuole, quartieri, comuni, associazioni)
- azioni di lotta allo stigma (progetti, eventi, incontri)
Completamento, nel periodo di vigenza del Piano di Zona, della rete dei
Gruppi Appartamento , con l’obiettivo di disporre di un Gruppo
Appartamento per ogni Distretto, possibilmente messo a disposizione
dai Comuni e/o dall’ATER, opportunamente monitorati dai servizi
coinvolti con protocolli condivisi.
Il Comune di Piove di Sacco mette a disposizione per la psichiatria del
Piovese un appartamento, richiesta attualmente all’attenzione della
Direzione Sociale: 2013: non attivato per impraticabilità dello stabile
Sviluppo della rete degli Appartamenti Autonomi per favorire la
politica dell’inclusione sociale, messi a disposizione dalle famiglie o da
altre Agenzie del Territorio, opportunamente monitorati dai servizi
coinvolti con protocolli condivisi (gruppo di lavoro composto da Dir S.
Sociali, DISM, Cooperative). Vedi il “Protocollo d’intesa tra la Direzione
Servizi Sociali, il Dipartimento Int.le Salute Mentale e le Cooperative
sociali “Il Girasole”, “Il Portico”, “Nuova Idea” per l’avvio di
appartamenti autonomi” (DDG n. 947 del 01.12.2009).
L’Appartamento autonomo è al di fuori della rete di servizi del DISM,
accoglie pazienti in carico ai CSM, ma con autonomie personali, e si
autofinanzia con quanto versato dai pazienti che vi abitano.
Appartamenti Autonomi avviati:
distretto 1 - Villa Berta, Camin, 3 persone (3 Servizio)
in corso di attivazione AA M, 5 persone (2 Serv/1 Serv)
distretto 2 – AA M., Arcella (Coop Portico/2 Serv)
AA via Moretto da Brescia, 3 persone (Coop Portico/2 Serv) AA Casa Ponte,
Pontevigordarzere, 2 persone (Coop Portico/2 Serv) AA L, Brusegana, 3
prog
AULSS
processo
2011-2015
Bisogno
Processo
Prodotto
Finanziari
2011-2015
processo
risorse
finanziari
efficienza
2011-2015
processo
risorse
finanziari
efficienza
2011-2015
risorse
interne
prog
AULSS
da definire
udo
AULSS
COMUNI
ATER
FAMIGLIE
PRIVATO
SOCIALE
Risorse
istituzionali
e delle
comunità
locali
udo
AULSS
COMUNI
ATER
FAMIGLIE
PRIVATO
SOCIALE
risorse
interne, del
privato
sociale e
degli
utenti/fami
glie
99
persone (2 Serv)
distretto 4 – AA ZC, Saccolongo (concluso) (Coop Girasole/2 Serv)
distretto 5, AA via Mazzini, Abano, 3 persone (Coop NuovaIdea/1 Servizio)
1.1.c7
1.1.c8
1.1.c9
(da
1.1.b3)
1.1.c1
0
Riqualificazione delle strutture ambulatoriali (vedi CSM 3° Servizio,
ASM Distretto 2 e ASM Distretto 5) per favorire l’accesso ai servizi da
parte di cittadini portatori di bisogni di salute mentale e per non
favorire la stigmatizzazione della malattia mentale,
anche con
l’acquisizione di nuovi luoghi, coinvolgendo in tale progettualità Enti
finanziatori del Territorio (vedi az 1.1.c4)
udo
Completamento della rete dei Centri Diurni dei CSM, con particolare
riguardo al CD del 3 Serv, e avvio di un Centro Diurno per i DCA,
potenziamento e continuità dell’attività svolta nel loro interno, come
previsto dalla normativa vigente (Progetto Obiettivo Tutela Salute
Mentale
e
DGR
1616/2008),
monitoraggio
del
bisogno
di
semiresidenzialità, (Vedi Az 3.1.b2)
Realizzazione di una mappatura della situazione attuale relativa a
strutture residenziali e semiresidenziali anche non afferenti al DISM, a
cura dei Resp di Linea Riabilitativa: strutture, n posti, tipologia di
progetti individuali in corso e nelle liste di attesa, liste di attesa
Attivazione di un Gruppo di lavoro integrato (Servizi Psich, Direzione
Sociale, Associazioni Familiari, Privato Sociale) per l’analisi e il
miglioramento dei Centri Diurni (analisi dell’esistente in termini
quantitativi, di funzione e distribuzione nel territorio; studio e
coprogettazione di organizzazione, attività e finalità), con l’obiettivo di
ottenere gli standard definiti dal Progetto Obiettivo Tutela Salute
Mentale e DGR 1616/2008
udo
AULSS
Fondazione
Cassa
risparmio
AULSS
PRIVATO
SOCIALE
Fondazioni
risorse
strutturali e
di personale
interne con
integrazione
finanziamen
to
Fondazioni
risorse
interne di
personale e
strutturali
prog
AULSS
Risorse
interne
prog
AULSS
PRIVATO
SOCIALE
Risorse
interne e
dell’Associa
zionismo
processo
risorse
finanziari
efficienza
2011-2015
processo
risorse
finanziari
efficienza
2011-2015
100
1.2 politiche: CULTURA DELL’INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLO STIGMA
1.2.a
AZIONI DI MANTENIMENTO
1.2.a1
Progettualità di " SUPPORTO ALLE FAMIGLIA" con differenziazione
delle risposte centrate sui bisogni (informazione, psicoeducazione,
supporto psicologico e psicoterapico) in ogni Servizio e in ogni linea di
attività (Spdc, Csm, Comunità)
Collaborazione tra Servizi del DISM, Associazione Banca del Tempo e
Dir. S. Sociali (Gruppo permanente Interservizi del DISM) per favorire
Progettualità e Iniziative di Inclusione Sociale (attività di scambio
della BdT, laboratori, Biblioteca Vivente e altre iniziative work in
progress). La Delibera (DDG. 1070 del 31.12.2008), che regola la
convenzione tra Az Ulss 16 e Associazione Banca del Tempo scade il
31.12.2012, va rinnovata per ulteriori 4 anni.
1.2.a2
1.2.a3
1.2.a4
1.2.a5
1.2.a6
TIPO
AZIONE
prog
prog
SOGGETTO
RESP AZIONE
AULSS,
PRIVATO,
ASSOCIAZIO
NI
FAMILIARI
AULSS
BANCA DEL
TEMPO
COSTI
risorse
interne
INDICA
TORI
processo
prodotto
TEMPORIZZ
AZIONE
2011-2015
processo
2011-2015
processo
prodotto
finanziari
2011-2015
risorse
interne
(personale
e sede) e
costo di 14
ore
settimanali
di un
educatore
dipendente
ulss
AULSS
COMUNI
PROVINCIA
PRIVATO
SOCIALE
ASSOCIAZIONI FAMIL
E VOLONT
AGENZIE
TERRITORIO
FOND
CARIPARO
AULSS
BANCA DEL
TEMPO
2.000,00 Euro
Risorse
interne
processo
prodotto
2011-2015
prog
AULSS
ASSOCIAZIO
NI
FAMILIARI
Risorse
interne
processo
prodotto
2011-2015
prog
AULSS
COOP SOC
€ 400,00
nel 2012 e
€ 1.200,0
nel 2013 +
risorse 2
operatori
processo
finanziari
2011-2015
Giornata “DIVERSAMENTE” annuale, nell’ambito di una progettualità
più articolata (“Progetto Diversamente”), con il coinvolgimento di
Aziende Sanitarie, Direzioni Aziendali, Conferenza dei Sindaci, DISM,
Cooperative Sociali, Associazioni di Volontariato, Comune di Padova,
Provincia di Padova, Fond. CA.RI.PA.RO e altre Agenzie del territorio.
(vedi az 1.1.a2-6 e 1.2.b1)
prog
Tutte le attività rivolte alla cittadinanza, agli Istituti Scolastici
Superiori e alle Aziende Sanitarie, da parte del Gruppo Interservizi del
DISM e della Banca del Tempo
Partecipazione e sostegno alle attività svolte dalle Associazioni di
Familiari (AITSaM, Alice per i DCA, Ascoltiamoci, CoVeSaM, , DiAPsiGra,
Forum Salute Mentale, : Percorsi di integrazione sociosanitaria,
Incontri formativi e informativi, Eventi
Gruppi di auto mutuo aiuto sul lavoro e di supporto al “Tempo libero”:
per il 2012 è confermata la disponibilità di un educatore del SIL e di
una Assistente Sociale del DISM, in affiancamento a risorse messe a
disposizione dalla Coop. Sociale “Il Portico” (vedi AZ 1.1.a2.10)
prog
1.1.a2-6
1.2.b1
4.000,00
Euro
101
1.2.b
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
1.2.b1
“Progetto Diversamente”, di durata pluriennale, organizzato dai Servizi
in collaborazione con i Comuni, le Cooperative del Privato Sociale e le
Associazioni di familiari e di Volontariato, articolato in:
- Iniziative di tipo scientifico e socio culturale
- Iniziative di promozione e informazione
- Manifestazioni culturali e artistiche
- Incontri con la cittadinanza
- Giornata annuale “Diversamente”
In tale progettualità deve essere coinvolta anche l’area della NPIA
Vedi inoltre quanto previsto dalle Azioni 1.1.a2-6 e 1.2.a3
Consolidare e implementare le progettualità per il Tempo libero e le
iniziative rivolte alla Cittadinanza, alla Scuola, alle Aziende Sanitarie e
ai Comuni, favorendo e sostenendo
le attività svolte dal Gruppo
Interservizi e dalla Banca del Tempo, in collaborazione con i molteplici
soggetti territoriali e con il coinvolgimento di utenti, famiglie di utenti
e altri soggetti della rete,(rinnovo convenzione con la Banca del
Tempo). Vedi az 1.1.a2-11, az 1.2.a2
prog
1.2.c
AZIONI DI INNOVAZIONE
Dare vita ad una CONSULTA CITTADINA PER LA SALUTE MENTALE con
l’obiettivo di abbassare lo stigma e il pregiudizio, di migliorare il livello
di accettazione e di integrazione solidale e di promuovere il
protagonismo di tutti sui temi della salute mentale e in cui a tutti i
partecipanti viene riconosciuta parità di sapere e di esperienza.
Fanno parte della Consulta tutti i soggetti attivi nell’area della salute:
cittadini,
operatori
sociosanitari,
utenti,
servizi,
volontariato,
cooperative, associazioni, enti locali, patronati e sindacati, banca del
tempo, scuole, agenzie del lavoro, farmacie, forze dell’ordine e tanti
altri.
Tolta azione in quanto l’Associazione promovente non è più in grado di
sostenerla
Vedi quanto previsto al punto 1.1.c1, 1.1.c2,1.1.c3, 1.1.c4, 1.1.c5,
1.1.c6,1.1.c7, 1.1.c8
SOGGETTO
RESP AZIONE
AULSS
Comuni, rete
territoriale
COSTI
1.2.c1
TIPO
AZIONE
prog
Prog
UDO
AULSS
COMUNI
COOP SOC
AS FAM
ATER
Risorse
formali ed
ionformali
1.2.b2
1.2.c2
1.2.c2
prog
AULSS,
COMUNI
COOP
SOCIALE
ASS
FAMILIARI
E VOLONT
COMITATO
“F. RAO”
AULSS
COOP SOC
BANCA DEL T
Vedi
1.1.a2-6
1.2.a3
processo
prodotto
finanziari
2011-2015
processo
prodotto
2011-2015
INDICAT
ORI
processo
prodotto
TEMPORIZZ
AZIONE
2011-2015
Bisogno,
processo
prodotto
risorse
finanziari
efficienza
2011-2015
Altri
supporti
finanziari
risorse
interse, del
volontariato
e delle
diverse
Agenzie
territoriali
0
102
1.3.a
1.3.a1
1.3.b
1.3.b1
1.3.b2
1.3.b3
1.3.c
1.3.c1
1.3 politiche: INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA CENTRATA SUL CITTADINO
TIPO
AZIONI DI MANTENIMENTO
Continuare il processo di collegamento e integrazione interna, tra
Linee di attività del Servizio e dei Servizi, ed esterna tra Servizi del
DISM, Distretto Sociosanitario (UVMD, Mmg), Ente locale, Aree di
confine (Dipendenze, NPIA, Disabilità, Anziani, Marginalità Sociale),
Cooperazione sociale, Associazioni di Familiari e di Volontariato
(in corso, confermato)
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
Migliorare e consolidare l’integrazione socio-sanitaria ai vari livelli,
istituzionale, gestionale, professionale, nell’ottica di una prospettiva
unitaria e integrata nella programmazione sociale e sanitaria, di
collaborazione tra Comune e Az Ulss, per la promozione della tutela
della salute, coinvolgendo in tale processo le Agenzie sociosanitarie e
di volontariato del territorio
(in corso formazione con Agenti municipali e 118 su TSO)
Consolidare ulteriormente le modalità di lavoro integrate, per la
risposta ai bisogni assistenziali complessi, che coinvolgono Distretto
Socio sanitario, Ente locale e servizi ASL, riconoscendo e valorizzando
l’ UVMD come momento decisionale da condividere da parte di tutti gli
interlocutori coinvolti e per tutte le aree prioritarie di bisogno
(UVMD si conferma quale luogo di integrazione degli interventi)
Dare piena applicazione ai LEA:
- nelle strutture di tipo sociosanitario e sociale del DISM (CA, GApp),
invitando la Direzione Aziendale e la Conferenza dei Sindaci a fare
specifica richiesta in tal senso alla Regione.
- nelle strutture dell’Area disabilità: con applicazione del regolamento
per gli inserimenti psichiatrici in strutture della Disabilità, e con
incontri di condivisione con i familiari
AZIONI DI INNOVAZIONE
E’ impegno di questo Gruppo tecnico e di chi esso rappresenta far sì
che la politica per la salute mentale non sia più soltanto a carico dei
servizi per la salute mentale ma compito di tutti gli attori istituzionali e
territoriali coinvolti, con obiettivi che non sono solo quelli della
diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche di promozione del benessere
psichico e sociale dei cittadini e della tutela del diritto alla salute e dei
diritti di cittadinanza delle persone affette da malattia mentale.
Pertanto nel riaffermare il principio dell’Integrazione sociosanitaria
come punto fondante della programmazione sociosanitaria, il gruppo
AZIONE
prog
SOGGETTO
RESP AZIONE
AULSS
COMUNI
COOP SOC
AS FAM
COSTI
INDICA
TORI
processo
TEMPORIZZ
AZIONE
2011-2015
INDICA
TORI
processo
TEMPORIZZ
AZIONE
2011-2015
risorse
interne
TIPO
AZIONE
prog
SOGGETTO
RESP AZIONE
AULSS
COMUNI
COSTI
prog
AULSS
COMUNI
Risorse
interne
processo
2011-2015
prog
AULSS
COMUNI
Risorse
interne
dell’AULS
Se
Comuni
processo
2011-2015
TIPO
AZIONE
prog
SOGGETTO
RESP AZIONE
AULSS
COMUNI
COSTI
INDICA
TORI
processo
TEMPORIZZ
AZIONE
2011-2015
Risorse
interne
Risorse
interne e
del
privato
sociale
103
1.3.c2
1.3.c3
1.3.c4
tecnico chiede alla Direzione Aziendale e alla Conferenza dei Sindaci
autorizzazione formale di continuare ad incontrarsi periodicamente e
a lavorare sulle priorità-politiche-azioni individuate e per tutta la
vigenza del Piano di Zona.
Annualmente fare una analisi e una riflessione su tutti i dati riportati
nell’Allegato a questo documento e, anche attivando tavoli di lavoro su
temi specifici, porre le basi per una programmazione sociosanitaria
appropriata nell’area della salute mentale, orientata ai principi della
destigmatizzazione, della deistituzionalizzazione, della partecipazione
del cittadino ammalato e della collettività, della continuità
assistenziale e della verificabilità dei processi di lavoro, superando
l’autoreferenzialità e favorendo l’innovazione
Percorsi formativi trasversali, specificamente organizzati, finalizzati ad
un’ulteriore qualificazione degli interventi e ad una cultura innovativa
dell’integrazione sociosanitaria e dell’approccio di salute pubblica,
valorizzando tutto il patrimonio professionale delle molteplici
competenze e funzioni in gioco.
Vedi Az 1.1.c2
(in corso programma di formazione dipartimentale, col SIL, con agenti
municipali e 118 sul TSO; confermato, prosegue)
Messa in rete delle UDO accreditate del territorio (vedi Casa di cura
“Parco dei Tigli”) con definizione di un PROTOCOLLO DI INTESA,
invitando la Direzione Aziendale e la Conferenza dei Sindaci a dare
piena attuazione a tale progettualità.
prog
GRUPPO
TECNICO
PIANO DI
ZONA
Risorse
interne,
del
privato
sociale e
dell’Asso
ciazionis
mo
contesto
bisogno
processo
finanziari
efficienza
efficacia
2011-2015
prog
AULSS
COMUNI
Costi
interni
program
mati
processo
2011-2015
prog
icp
AULSS
PRIVATI
Risorse
interne
processo
2011-2015
104
2.1.a
2) PRIORITA’: DISAGIO E RISCHIO ADOLESCENZIALE E GIOVANILE
2.1 politiche: GESTIONE MULTIDISCIPLINARE INTEGRATA
DEI CASI DI RISCHIO E DISAGIO ADOLESCENZIALE
TIPO
AZIONI DI MANTENIMENTO
AZIONE
SOGGETTO
RESP
AZIONE
AULSS
AZ OSPED
COSTI
INDICA
TORI
TEMPORIZZ
AZIONE
Risorse
interne
processo
2011/2015
2.1.a1
Collaborazione con l’Area della NPIA (UOMI e UONPIA) nella gestione
delle situazioni di urgenza-emergenza (situazioni psichiatricocomportamentali o da dipendenza patologica o di comorbilità) a livello
di Pronto Soccorso (Servizio Psichiatrico Interno) e a livello di
strutture di ricovero del DISM (SPDC), anche seguendo le indicazioni
della DDG Azienda Ospedaliera 31.12.12 sulle modalità di ricovero dei
minori o-15 e 15-18.
(azione attivata, prosegue)
prog
2.1.a2
Partecipazione attiva alle UVMD richieste dall’Area della NPIA
(famiglie problematiche con figli minori, minori con genitori in carico ai
servizi del DISM, passaggio di casi).
Si ritiene opportuno che l’UVMD che definisce il passaggio dall’Età
evolutiva all’Età adulta e la conseguente presa in carico, avvenga
almeno sei mesi prima del passaggio stesso, al fine di consentire ai
servizi di conoscere e definire i bisogni di salute e di attivare gli
eventuali processi di cura in modo appropriato.
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011/2015
2.1.a3
Collaborazione tra strutture ambulatoriali (CSM) e di ricovero del DISM
(SPDC) e Centri di riferimento per i DCA nelle attività di prevenzione,
diagnosi e cura dei DCA
(azione attivata)
prog
AULSS, AZ.
OSPEDALE,
UNIVERSIT
A’
Risorse
interne
processo
prodotto
contesto
2011/2015
2.1.b
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
2.1.b1
Migliorare la collaborazione tra Servizi del DISM e Servizi dell’Area
della NPIA con la definizione di PROTOCOLLI CONDIVISI tra NPIA,
DISM, Centro per i DCA, Pronto Soccorso, Distretti, MMG e PLS
(Pediatri libera scelta).
(azione attivata, da completare con la definizione di procedure e
protocolli;)
Nel caso di passaggio dalla NPIA alla Psichiatria dell’Adulto di
situazioni caratterizzate da disabilità o da altre multiproblematicità, il
passaggio, ai fini di una maggior collaborazione e integrazione tra
tutte le aree coinvolte, deve essere condiviso in sede di UVMD,
richiesta dalla NPIA con opportuno preavviso di almeno sei mesi (vedi
Az 2.1.a2), e supportato da opportuna documentazione clinica e
prog
AULSS
AZ OSPED
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS
DISTRETTI
Risorse
interne
processo
2011/2015
2.1.b2
105
2.1.c
2.1.c1
2.1.c2
2.1.c3
2.1.c4
psicodiagnostica (TIB, WAIS, Matrici di RAVEN, o altri strumenti
psicodiagnostici), predisposta dalla NPIA
(si conferma l’importanza di concordare strumenti, procedure e
tempistica)
AZIONI DI INNOVAZIONE
Mappatura annuale del bisogno, delle situazioni di disagio e delle
situazioni a rischio (fascia di età dei 16-17 anni: quanti in carico alla
NPIA e di prossimo passaggio alla Psichiatria dell’Adulto e con quali
problematiche; quanti inseriti in Comunità terapeutiche; quante
famiglie con problematiche psicologiche in carico)
Condivisione della CARTELLA DI PASSAGGIO dalla NPIA alla Psichiatria
dell’Adulto e delle modalità di accompagnamento al passaggio ai
Servizi della Psichiatria dell’adulto, prevedendo alcuni incontri tra
referenti NPIA e responsabili dei CSM DEL DISM
(da realizzare entro 2015)
Iniziative di formazione comune tra
Psichiatri dell’Adulto,
Neuropsichiatri Infantili, Psicologi dell’Età Infantile, Psicologi
dell’Adulto, specialisti dei DCA, Osservatorio Regionale per il Suicidio,
Medici di Pronto Soccorso, MMG e PLS per una messa in rete di
competenze e risorse e per una piena corresponsabilizzazione nella
gestione della crisi e delle situazioni che possono aumentare il rischio
di eventi autolesivi
Vedi inoltre quanto previsto al punto 1.1.c5 e 1.2.b1 (Progetto
“Diversamente”)
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
contesto
2011/2015
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2012
2015
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS,
COMUNI
COOP SOC
ASS FAM
processo
prodotto
finanziari
2011/2015
vedi
1.1.c5
1.2.b1
106
3.1.a
3) PRIORITA’: NUOVA CRONICITA’ E MULTIPROBLEMATICITA’
(PAZIENTI IN FASE CRONICA E PARZIALMENTE NON AUTOSUFFICIENTI)
3.1 Politiche: COSTRUZIONE DI PERCORSI AD ALTA INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA
TIPO
SOGGETTO
COSTI
AZIONI DI MANTENIMENTO
AZIONE
3.1.a1
Attività assistenziali, riabilitative e risocializzanti finalizzate al
mantenimento delle autonomie e della vita relazionale delle persone,
anche con l’applicazione di quanto previsto dalla DDG 1034 del
22.12.2011 relativa a “Progetti di domiciliarità e di accoglienza
eterofamiliare per utenti dei Servizi salute mentale”, 2 tipologie di
intervento che differenziano ulteriormente le risposte assistenziali.
L’accoglienza eterofamiliare (non più affido familiare) è realizzata al di
fuori della famiglia d’origine sulla base del progetto personalizzato
concordato in UVMD. Prevista, oltre alla diffusione anche attività
formativa tra operatori DISM e assistenti sociali dei Comuni
3.1.b
3.1.b1
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
Definizione del concetto di “Cronicita’” e di indicatori di cronicità e
mappatura delle situazioni di NUOVA CRONICITÀ all’interno delle
strutture del DISM e nelle strutture residenziali extraterritoriali e
semiresidenziali territoriali, da aggiornare annualmente
(avviato) (vedi anche 4.1.c.3)
E’ necessario arrivare ad una definizione condivisa del concetto di
cronicità entro l’anno 2013.
Avvio, come previsto dalla convenzione vigente tra Direzione SS ed
Enti Gestori per la gestione dei Centri Diurni convenzionati (DDG
n.471/2010 in scadenza 31.3.2013), entro il mese di ottobre 2012, di
un tavolo per il “monitoraggio” sia degli inserimenti diurni in corso,
attivi da molti anni, sia per rilevare il bisogno attuale e quello nuovo di
inserimento in Centro Diurno e per una valutazione condivisa in merito
a
efficacia/efficienza
e
a
prospettive
future
dell’attività
semiresidenziale.
(da avviare entro giugno 2013)
Attivazione di percorsi terapeutico riabilitativi individualizzati che,
attraverso una presa in carico integrata, sociale e psicologica,
migliorino la qualità di vita del paziente cronico e della sua famiglia
3.1.b2
3.1.b3
3.1.b4
Valorizzazione della figura dell’Amministratore di Sostegno (Legge
6/2004) e suo maggior coinvolgimento in particolare in quelle
prog
RESP
AZIONE
AULSS
COOP SOC
INDICA
TORI
TEMPORIZZ
AZIONE
10.000,00
euro di
spesa
corrente
+10.000,00
Euro da
riconversio
ne risorse
relativame
nte a
risparmi
negli
inserimenti
residenziali
25.000 per
il 2013
processo
2011/2015
prog
AULSS
COOP SOC
Risorse
interne
contesto
2011/2015
prog
AULSS
COOP SOC
Risorse
interne
contesto
2011/2015
prog
AULSS
COOP SOC
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS
ASSOCIAZ
Risorse
interne
processo
2011-2015
107
3.1.c
situazioni caratterizzate dal sopraggiungere di gravi disabilità fisiche
e/o intellettive o di malattie senili degenerative, in collaborazione con
l’Associazione Amministratori di Sostegno e le Associazioni di
Volontariato, invitando la Direzione Aziendale e la Conferenza dei
Sindaci a farsi parti attive presso le Istituzioni preposte alla nomina
delle figure di tutela per una sua applicazione più tempestiva.
Attivazione di iniziative formative trasversali.
Per superare il problema della tempistica troppo lunga, si suggerisce
che le procedure possano seguire un iter simile a quello delle strutture
sanitarie che è normalmente più veloce
TIPO
AZIONI DI INNOVAZIONE
AZIONE
3.1.c1
Compilazione in ogni CSM di un REGISTRO DEI CASI DI NUOVA
CRONICITA’ O IN FASE CRONICA E NON AUTOSUFFICIENTI, dopo
valutazione clinica e psicodiagnostica, annualmente aggiornato, con
definizione
del
Progetto
Terapeutico
Individualizzato,
con
specificazione della miniequipe territoriale competente e con
individuazione dell’operatore di riferimento (non necessariamente
medico)
prog
3.1.c2
Nel caso sopraggiungano, nella persona affetta da malattia mentale,
gravi disabilità fisiche e/o intellettive o di malattie senili degenerative,
deve essere garantita al cittadino la possibilità di essere inserito nella
tipologia di struttura più appropriata sulla base dei suoi bisogni
specifici, con una presa in carico condivisa tra Servizi territoriali
(DISM, Disabilità, Dipendenze, Anziani), Comuni e Distretti, anche con
cambiamento della titolarità del caso a seguito di UVMD, coinvolgendo
le figure di tutela, fermo restando il supporto che continuerà a dare il
CSM. Per questo devono essere attivati dei tavoli di lavoro che
coinvolgano referenti delle varie aree.
(avviato un tavolo di lavoro con la Disabilità per la definizione di un
protocollo d’intesa; da aggiornare il protocollo con Dipendenze definito
nel 2004 (delibere n° 674 del 19.7.04 e n°617 del 20.7.04)
(vedi
4.1.c.3)
prog
costi per
formazione
già a
budget
SOGGETTO
RESP
AZIONE
AULSS
COOP SOC
AULSS
DISTRETTI
COMUNI
COSTI
INDICA
TORI
TEMPORIZZ
AZIONE
Risorse
interne
processo
2011/2015
Risorse
interne
processo
2011/2015
108
3.2.c
3.2 Politiche: RICONVERSIONE RISORSE
INVESTITE NEL CAMPO DELLA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE
TIPO
AZIONI DI INNOVAZIONE
AZIONE
3.2.c1
3.2.c3
Rivalutazione dei pazienti inseriti in strutture territoriali del DISM ed
extraterritoriali, del loro progetto terapeutico riabilitativo e del loro
bisogno assistenziale (bisogni per CTRP, di quale tipologia, o per CA,
di quale tipologia), da parte dei responsabili di Linea Riabilitativa in
accordo con la Dir S. Sociali, anche finalizzata a progetti di rientro nel
proprio territorio definiti in sede di UVMD.
Attivazione, con la riconversione delle risorse economiche già investite
e anche con il supporto di altri Enti finanziari , di due Comunità
Alloggio di tipo Estensivo (CA-Es) di 12 posti, come previsto dal nuovo
POTSM e dalla DGR 748/2011, una nell’area del distretto 6 (Piovese) e
una nel territorio dei distretti 1, 2, 3, 4 e 5
Per quanto riguarda la CAES per il Piovese è stata coinvolta la
Fondazione CARIPARO che ha già dato disponibilità di un
finanziamento di 600.000,00 Euro
prog
icp
SOGGETTO
RESP
AZIONE
AULSS
COOP SOC
COSTI
INDICA
TORI
TEMPORIZZ
AZIONE
processo
2011/2015
AULSS
COMUNI
COOP SOC
Rette da
reinvestire
risorse
2011/2015
INDICA
TORI
TEMPORIZZ
AZIONE
Risorse
interne
processo
2011/2015
Risorse
interne
Finanziament
o CARIPARO
di
600.000,00
euro
Più altro
finanziament
o da reperire
3.2.c4
4.1.a
Vedi inoltre quanto previsto al punto 1.1.c5
4) PRIORITA’: BISOGNI SOCIOSANITARI A VALENZA MULTIPROBLEMATICA
TRASVERSALE (AREE: DIPENDENZE, DISABILITA’, ANZIANI, MARGINALITA’ SOCIALE)
4.1 politiche: COLLABORAZIONE E CONDIVISIONE PROGETTUALITA’ CON AREE DI CONFINE
TIPO
SOGGETTO
COSTI
AZIONI DI MANTENIMENTO
AZIONE
4.1.a1
4.1.a2
4.1.a3
4.1.a4
Valorizzazione dell’ UVMD come momento decisionale da condividere
da parte di tutti gli interlocutori coinvolti e per tutte le aree prioritarie
di bisogno, su diretta responsabilità del Direttore di Distretto
Applicazione
e
ricondivisione
protocollo
con
DIPARTIMENTO
DIPENDENZE
Collaborazione con i Distretti e con gli Enti locali per persone in stato
di emarginazione e senza dimora (vedi Az 4.1.b4)
(azione attivata, prosegue)
Collaborazione a livello ospedaliero (Pronto Soccorso e SPDC), secondo
criteri di appropriatezza, nella gestione della consulenza in pronto
soccorso e del ricovero di pazienti in carico alle varie aree con il
coinvolgimento e supporto degli specialisti e degli operatori delle aree
coinvolte
prog
RESP
AZIONE
AULSS
COMUNI
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS
COMUNI
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011/2015
109
4.1.b
4.1.b
1
4.1.b
2
4.1.b
3
4.1.b
4
4.1.c
4.1.c
1
4.1.c
2
4.1.c
3
(azione attivata, prosegue)
AZIONI DI MIGLIORAMENTO
Migliorare e implementare modalità di lavoro integrate con aree di
confine e con agenzie sociosanitarie del territorio coinvolte
prog
AULSS
COMUNI
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011/2015
prog
AULSS
COMUNI
COOP SOC
Risorse
interne
attori
coinvolti
processo
2011/2015
Definizione del concetto di “MULTIPROBLEMATICITA’” e di Indicatori di
multiproblematicità e monitoraggio del bisogno sociosanitario a
valenza
multiproblematica,
utilizzando
indicatori
specifici
e
appropriati, e raccolta sistematica dei dati.
prog
AULSS
COMUNI
Risorse
interne
contesto
2011/2015
Compilazione
in
ogni
CSM
di
un
REGISTRO
DEI
CASI
MULTIPROBLEMATICI E COMPLESSI già in carico (impropriamente),
compresi
i
casi
OPG,
dopo
attenta
valutazione
clinica
e
psicodiagnostica (TIB, WAIS, Matrici di RAVEN), annualmente
aggiornato, e coinvolgimento dell’area o delle aree di confine coinvolte
per la condivisione di un nuovo progetto di cura, anche con
cambiamento della titolarità del caso a seguito di UVMD, coinvolgendo
le figure di tutela, fermo restando il supporto che continuerà a dare il
CSM.
Attivazione di gruppi di lavoro per la stesura di PROTOCOLLI DI
COLLABORAZIONE con le aree di confine (Dipendenze, Disabilità,
prog
AULSS
COMUNI
Risorse
interne
interistituzi
onali
contesto
processo
2011/2015
prog
AULSS
Risorse
interne
processo
2011-2015
Migliorare l’appropriatezza della presa in carico: nel caso di invio di
cittadini da parte dei Mmg o di altre Agenzie sociosanitarie, che, dopo
attenta valutazione clinica e psicodiagnostica (TIB, WAIS, Matrici di
RAVEN) risultino essere portatori di disabilità grave, deve essere
coinvolta l’area della Disabilità per una appropriata presa in carico,
dopo opportuna condivisione tra le due aree, mantenendo, l’area della
salute mentale, una funzione di consulenza. Per questo devono essere
attivati dei tavoli di lavoro che coinvolgano referenti delle due aree
(vedi az 3.1.c2)
(attivato un tavolo Disabilità-Salute mentale)
Migliorare la funzione di consulenza, collegamento e formazione del
CSM, in particolare nei confronti dei MMG, dei Centri Deterioramento
Cognitivo (CDC), dei Servizi per disabili adulti e Strutture per Anziani
Migliorare la collaborazione da parte dei CSM con le Agenzie Sociali del
Territorio (Servizi di prossimità per fasce di marginalità e
immigrazione e di riferimento per la rete informale del territorio) e con
le Strutture di accoglienza per persone in stato di marginalità sociale
con importante disagio psichico o in carico ai Servizi Psichiatrici,
condividendo che la Psichiatria non ha funzioni di controllo sociale
AZIONI DI INNOVAZIONE
110
Anziani e Marginalità sociale), con definizione del
riferimento e nel rispetto dei LEA per la Salute Mentale
Vedi Azioni: 1.3.c2, 1.3.c4, 2.1.c2, 3.1.c2, 4.1.b2, 4.1.c2
Servizio
di
interistituzi
onali
111
AREA DIPENDENZE
Di seguito vengono espressi i contenuti originari del Piano, risalenti alla situazione al momento della formulazione dello stesso
(2009) e, integrati in rosso, gli aggiornamenti di inizio 2013, poi riportati in modo più preciso nella tabella di sintesi sottostante.
MODALITÀ DI LAVORO E PROCESSI PARTECIPATIVI
Il lavoro del Gruppo Tematico è partito da uno sguardo alle criticità emerse dal precedente Piano di Zona
Area Dipendenze (2007-2009 e 2010):
-
Aumento della “cronicità”: marginalità estrema, multiproblematicità e doppia-diagnosi
CIC nelle scuole: sono diventati servizi di consultazione psicologica, non più riferibile a problematiche legate all’uso di sostanze
Scarsità di risorse economiche
Difficoltà di portare a termine programmi di reinserimento socio-lavorativo e abitativo post-residenziale in tempi brevi
Necessità di monitoraggio dei fenomeni giovanili emergenti e maggiore coinvolgimento delle scuole medie Inferiori e Superiori e
dell’Università (con particolare attenzione alla fascia preadolescenziale per l’abbassamento dell’età di approccio alle sostanze)
Necessità di maggiore sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento della Comunità Locale
Necessità di maggiore raccordo tra i diversi progetti nello stesso ambito
e dall’analisi delle Linee d’Indirizzo Regionali per il Piano di Zona 2011-2015:
- Incentivare il “Dipartimento” come luogo di forte integrazione e concertazione socio-sanitaria e con il territorio
- Aumentare le conoscenze sui rischi connessi all’uso di sostanze
- Favorire prevenzione per le fasce di popolazione più a rischio (in particolare: giovani)
- Ridurre i tempi di esposizione alle sostanze
- Sperimentare trattamenti innovativi per i “pazienti ricorrenti”
- Favorire il reinserimento e l’integrazione socio lavorativa dei tossicodipendenti
- Accompagnare, sostenere, attivare le reti familiari dei pazienti
La mappatura delle risorse al momento attive in questo ambito, ha permesso di condividere con tutti i Soggetti una lettura del sistema di
offerta e dei bisogni ai quali esso risponde, prendendo questa sintesi come base di partenza per ragionare su:
-
possibilità e modalità migliorative e/o innovative da prevedere, in base alla rilevazione dei bisogni emergenti effettuata (integrando
osservazioni e proposte pervenute dal Privato Sociale e Associazionismo)
priorità per le quali, al momento, non è possibile prevedere risposta
Vengono quindi di seguito evidenziate:
a) Mappatura del Sistema di Offerta attivo ad oggi e previsioni di mantenimento nel 2011
112
b) Sintesi delle priorità emergenti nel territorio ULSS 16 con relative azioni di risposta (di mantenimento, miglioramento, innovazione)
individuate dal Gruppo Tematico
c) Priorità per le quali non è al momento prevista né prevedibile risposta con le risorse disponibili
Nel 2013 il gruppo di lavoro sul Piano Dipendenze si è modificato solo parzialmente, sono cambiati infatti i nominativi di alcuni
referenti (Comune di Padova e Arzergrande, UEPE, Prefettura, Questura, Coop.Soc. ALBA…), ma non gli Enti e le Organizzazioni rappresentati,
anche se l’esigenza espressa dal gruppo è di individuare, per il futuro, referenti delle aree con la quali la Tossicodipendenza sempre più
spesso si incrocia (referenti dei Gruppi di lavoro del Piano di Zona in ambito Salute Mentale e Disabilità).
E’ stata inoltre evidenziata l’esigenza di ripensare alla rappresentanza delle Strutture Carcerarie, in considerazione della Delibera di
istituzione della Struttura Semplice Sanità Penitenziaria nel 2012.
Per la ripianificazione 2013 il gruppo di lavoro si è trovato 3 volte, lavorando in sotto-gruppi con restituzione e discussione in plenaria, con
l’obiettivo di verificare l’esito dell’attività 2012 e programmare le azioni 2013, sulla base delle aree di priorità poste dal Piano e delle
problematiche emergenti. La scarsità di risorse e la difficoltà in cui versano i Servizi hanno portato ad individuare azioni innovative cercando di
ottimizzare l’esistente e di prevedere occasioni di confronto e programmazione integrata in un’ottica di efficienza.
La presenza agli incontri è stata buona, con la partecipazione anche dei referenti Politici invitati (Assessore agli Interventi Sociali del Comune di
Padova e Sindaci dei Comuni di Casalserugo e Arzergrande).
Durante l’ultimo incontro, il gruppo, viste le difficoltà di questo momento storico, ha evidenziato l’esigenza di finalizzare meglio questo tipo
di lavoro di programmazione, in particolare individuando periodicamente durante tutto il corso dell’anno occasioni di incontro e verifica
sui progetti e le azioni previste dal Piano.
Si è scelto pertanto di assegnare ad ogni azione programmata dei referenti, che, su richiesta del Direttore del Dipartimento, convochino dei
sotto-gruppi di lavoro per ogni area tematica e per territori e stimolino il confronto sugli esiti e ulteriori livelli di pianificazione del lavoro.
Breve analisi demografica ed epidemiologica del territorio
Il territorio dell’ ULSS 16 (che dal 01.01.2010 ha annesso la Saccisica) conta una popolazione complessiva di 483.042 abitanti su una superficie
totale di 654,92 Kmq.
L’ULSS è suddivisa in 29 Comuni (9 della Saccisica) di cui Padova (211.936 abitanti) e altri Comuni quali: Selvazzano Dentro, Albignasego,
Abano Terme, Piove di Sacco, Cadoneghe e Rubano sono i centri maggiori per popolazione residente.
La conformazione del territorio è varia, con caratteristiche differenziate: zona centrale prevalentemente urbana (Centro storico e zone
residenziali altamente popolate e servite, quali: Arcella, Pontevigodarzere, Guizza, Forcellini); polo industriale e artigianale (zona est del
Comune di Padova, quartieri Camin, Stanga, Ponte di Brenta, spostati verso i Comuni della cintura urbana Noventa P. e Saonara); zona
collinare (Abano Terme, Montegrotto, Torreglia, Rovolon a ridosso dei Colli Euganei); zone ancora ampiamente rurali della cintura sud-ovest e
ovest; zona del Piovese, ancora prevalentemente rurale.
La rete dei trasporti è capillare, con maggiore concentrazione nei poli centrali (il tram a Padova serve anche i quartieri periferici fino a Guizza e
Pontevigodarzere).
I maggiori poli scolastici (scuole medie superiori) sono presenti prevalentemente a Padova, ma anche ad Abano, Selvazzano e Piove di Sacco.
La suddivisione distrettuale della rete dei Servizi Socio-Sanitari rispecchia le caratteristiche del territorio e si articola in sei sedi (la sesta
comprende il territorio Piovese), ognuna delle quali dotata di Servizi Socio-Sanitari localizzati.
Il Dipartimento per le Dipendenze ha una connotazione interdistrettuale con sede unica decentrata presso l’Ospedale dei Colli e, al suo interno,
due Unità Operative Complesse: Ser.T. 1 e Ser.T. 2. Le sedi operative sono due: una a Padova presso il Complesso Socio-sanitario ai Colli, una
a Piove di Sacco.
113
I Servizi Sociali Comunali sono presenti in ogni Comune dell’ULSS 16 e, nel Comune di Padova, sono organizzati in sedi delocalizzate (Centri
Servizi Territoriali) su tutto il territorio.
Alla data del 01.01.2012 la popolazione totale residente nel territorio dell’ULSS 16 risultava 481.077 abitanti, di cui 205.631 all’interno del
Comune di Padova.
a)
Mappatura del fenomeno “droga”, del Sistema di Offerta attivo e previsioni di mantenimento per il 2011
Il fenomeno “droga” negli ultimi anni a Padova, si è caratterizzato sia per una forte e capillare diffusione dello spaccio su
tutta la città (in aumento nelle zone periferiche), sia per i cambiamenti repentini riguardanti i diversi tipi di droghe usate e
le diverse fasce d’età, sociali e professionali.
Sono in diffusione all’interno del mercato delle droghe le nuove sostanze di sintesi, è in aumento l’offerta di cocaina, il cui consumo non è
più riservato ad una élite, come nel passato, ma è trasversale a tutte le fasce d’età e strati sociali.
La diffusione delle sostanze ha indotto i consumatori (anche molto giovani) a “fumare” l’eroina anziché iniettarla, anche in
considerazione della notevole riduzione dei costi.
Sono in aumento anche la “poliassunzione” e il “poliabuso”, caratterizzati dall’uso di sostanze stupefacenti associate ad alcool e
psicofarmaci, con rituali di consumo socialmente più accettati, come ad esempio “fumo” e “pasticche”.
Il nuovo trend è formato da giovani che utilizzano le sostanze stupefacenti precedute, accompagnate o seguite dall’alcool, con l’obiettivo di
usare una sostanza per contrastare o amplificare l’effetto di un’altra.
Le nuove droghe sintetiche, sono generalmente usate da una categoria di giovani particolare, in tempi e spazi ben precisi (week-end,
discoteca, rave party…). Si tratta di sostanze diverse e rituali di consumo differenti, accomunate però da una crescente tolleranza che
considera sempre più l’abuso come uso, la dipendenza come consumo.
Sono sostanze difficili da identificare anche in fase di controlli, poiché facilmente ingoiate ed occultate.
Dipartimento per le Dipendenze
L’attività del Dipartimento per le Dipendenze della nostra ULSS, conferma la situazione sopra descritta.
Nel 2009 le persone in carico al Servizio per le Tossicodipendenze (solo Padova, non territorio Piovese che nel 2009 era ancora ULSS 14)
sono state complessivamente 2044, di cui:
- 1116 tossicodipendenti (173 nuovi ingressi)
- 470 alcolisti (96 nuovi ingressi)
- 45 tabagisti (38 nuovi ingressi)
- 165 con residenza fuori territorio ULSS
- 48 segnalati dalla Prefettura (44 nuovi ingressi, di cui 21 segnalati in base all’art.121 e 23 in base all’art.75 dell’ex Dpr.309/’90)
- 120 in carico ala Commissione Patenti (48 nuovi ingressi)
- 11 lavoratori arrivati su segnalazione dei medici del lavoro trovati positivi ai test
- 23 sono state solo consulenze: a consumatori, familiari, Servizi…
114
Dati 2012
Nel 2012 le persone in carico al Servizio per le Tossicodipendenze sono state complessivamente1184 nell’ambulatorio di
Padova (di cui: 264 residenti fuori ULSS; 86 nuovi ingressi, tra questi 45 stranieri) e 446 nell’ambulatorio di Piove di Sacco
(di cui 31 nuovi ingressi): COMPLESSIVAMENTE 1630 PAZIENTI IN CARICO AL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE
DELL’ULSS 16 NEL 2012.
Tra questi:
- 32 programmi attivati su segnalazione dalla Prefettura (art.75 dell’ex Dpr.309/’90)
- 300 programmi avviati per alcolisti attivi
- 249 persone sono state valutate clinicamente per patologie correlate (epatiti)
- 68 programmi realizzati in misura alternativa alla detenzione
- 184 persone inserite in programmi residenziali in Comunità Terapeutica (339 percorsi attivati)
- 111 nuovi accessi all’Ambulatorio Tabagismo
- 83 accessi all’ambulatorio di Terapia Familiare
- 443 ragazzi incontrati con l’attività dei CIC nelle scuole superiori
- 52 nuovi giocatori che hanno avuto accesso all’Ambulatorio per il GAP (nel 2013 si segnala il notevole aumento del numero delle prese
in carico successivo all’applicazione del “Decreto Balduzzi”: circa 50 nei primi 3 mesi e mezzo dell’anno)
Due i principali filoni problematici su cui si concentra gran parte del lavoro degli operatori:
1. la diffusione del consumo di sostanze e alcool tra i pre-adolescenti, adolescenti e giovani, con l’abbassamento dell’età di uso e di
consumo e l’innalzamento della tolleranza sociale di tale fenomeno;
2. l’ “invecchiamento” di una grossa parte dell’utenza “ricorrente” del Ser.T. (sia tossicodipendenti che alcolisti, conseguenza del
prolungamento dei trattamenti e dell’abbassamento della mortalità, grazie anche ai buoni successi in ambito di prevenzione e
trattamento delle problematiche infettivologiche), con problematiche socio-sanitarie e di integrazione sociale correlate.
Si rileva sempre più la complessità di alcune situazioni multiproblematiche, con diagnosi mista; l’esigenza è di individuare prassi
operative integrate ed efficaci per la prevenzione e il trattamento di queste situazioni.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
A fronte di una situazione in continua evoluzione, il Dipartimento per le Dipendenze (che per MISSION garantisce la prevenzione, la cura e
il trattamento delle problematiche di dipendenza) garantisce il sistema di offerta consolidato, attraverso (attività 2010):
L’attività ambulatoriale:
- Raccolta e archiviazione dati ed Epidemiologia
- Gruppo di lavoro per l’accreditamento del Servizio
- Attività di consulenza e informazione a cittadini, consumatori, famiglie, Servizi, …
- Accoglienza persone dipendenti (minorenni e maggiorenni) e familiari
- Presa in carico:
medico-infermieristica
psicologica
educativa
sociale
infettivologica
integrata
di persone dipendenti (e familiari), con programmi:
115
AMBULATORIALI
RESIDENZIALI (Strutture Private Convenzionate)
SEMI-RESIDENZIALI(Strutture Private Convenzionate)
- Attività alcologiche ambulatoriali-territoriali (Assistenza Primaria), di gruppo-comunità (al Ser.T.) e in collaborazione con la rete dei
40 Club Alcolisti in Trattamento (intervento comunitario e di cittadinanza attiva per il quale è in corso una revisione della
denominazione in:“Club Alcologici Territoriali”), con “Approccio Ecologico-Sociale” (in collaborazione con quella che fino al 2010 è
l’Agenzia del Centro Alcologico Territoriale),
- Attività di prevenzione, cura e contrasto alle Malattie Infettive
- Ambulatorio per il Tabagismo
- Ambulatorio (aperto nel 2009) per il Gioco d’Azzardo Patologico (fenomeno emergente anche come “dipendenza digitale” tra i
giovani)
- Programmi per tossicodipendenti in Misura Alternativa alla Detenzione
- Ambulatorio di Terapia familiare
- Attività dell’area “Parentalità”
- Attività di Reinserimento sociale e lavorativo
- Attività e programmi su Segnalazioni e Ordinanze della Prefettura
- Attività di Prevenzione (CIC-Centri Informazione e Consulenza nella scuola: Dipartimento Dipendenze + Consultorio “Contatto
Giovani”)
- Progetto “Siamo sicuri?” (Scuole elementari del Piovese): non è certo il finanziamento per il 2011
- Gruppi di coordinamento: socio-educativo, ambulatoriale e infermieristico
- Ambulatorio Patenti
- Collaborazioni con i Medici del Lavoro per programmi con lavoratori segnalati
- Progetti in collaborazione con Enti e Servizi (il cui finanziamento per il 2011 non è certo):
“Emergenza Freddo” (in collaborazione con il Comune di Padova, UPP)
“Stragi del sabato sera” (progetto in collaborazione con Prefettura, Questura, Guardia di Finanza)
- Partecipazione a Tavoli di lavoro inter-Servizi e Regionali su tematiche varie
Nel corso del 2012 è variata l’organizzazione del lavoro del Dipartimento Strutturale, a causa di cambiamenti nella pianta organica
(trasferimenti e pensionamenti non sostituiti), sia a livello amministrativo (sono stati trasferiti 2 dei 3 amministrativi) che medico (è cessata
l’attività dell’Unità Funzionale Infettivologia). Inoltre è stata istituita una Struttura Semplice per la Sanità Penitenziaria che si occupa di
Tossicodipendenza in carcere, esterna al Dipartimento, strutturalmente afferente al Distretto Socio-Sanitario n.2.
Nel corso del 2012 si è inoltre riscontrata una significativa modificazione dell’attività dell’Unità Funzionale Alcol, sia per variazioni sul
personale addetto, sia per assenza prolungata per malattia del medico referente. A partire dal mese di novembre 2012, le attività alcologiche
sono state assorbite pressoché integralmente dal personale del Dipartimento (un Medico epatologo e un’Assistente Sociale) che si occupa delle
attività ambulatoriali a valenza epatologico-internistica, anche per quanto riguarda la predisposizione di progetti individualizzati di cura e
riabilitazione per pazienti con problematiche alcolcorrelate.
Inoltre, per tutti i pazienti afferenti al Ser.T. con diverse problematiche di dipendenza, viene offerta una consulenza clinica per la diagnostica
delle patologie correlate ed in particolare per la diagnosi e il trattamento delle epatiti virali da HBV e HCV, estremamente frequenti in
questa popolazione.
E’ proseguita anche l’attività di controllo sulle strade (progetto “Drugs on street”), in collaborazione con le Forze dell’Ordine e, più
recentemente, anche con il Comune di Padova.
116
Si segnala inoltre che le attività degli Ambulatori per il Gioco d’Azzardo Patologico e di Terapia Familiare si svolgono unicamente con
risorse interne e questo porta ad una contrazione della disponibilità di prestazioni rispetto al bisogno reale. Il funzionamento dell’ambulatorio
per il Tabagismo, invece, è parzialmente legato a finanziamenti regionali rinnovati annualmente e quindi sempre estremamente precario,
vista anche l’attuale situazione dei fondi pubblici.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
Le attività in collaborazione con le Agenzie (Organismi ai quali afferiscono varie organizzazioni di volontariato, associazioni di
promozione sociale, cooperative sociali ed enti ausiliari operanti nel campo dell’alcolismo e della tossicodipendenza):
- per le tossicodipendenze
Appartamenti a diversi livelli di protezione (Associazioni “Murialdo” e “Noi, Famiglie…”)
- del Centro Alcologico Territoriale
Centro Diurno terapeutico-riabilitativo “Akeropita”
Rete CAT (Club Alcolisti in Trattamento)
Assistenza Primaria ambulatoriale (anche attraverso gruppi “Comunità Terapeutica” c/o il Dipartimento)
Interventi territoriali per casi complessi
Nonostante si osservi che negli anni il Privato Sociale ha sviluppato la capacità di rispondere in modo integrato e flessibile ai bisogni dell’utenza
afferente al SerT, con modalità calate nelle problematiche del territorio e con prassi operative ben integrate con il Pubblico, ad oggi la collaborazione con le ex
“Agenzie per le Tossicodipendenze e del Centro Alcologico Territoriale” costituisce uno dei maggiori problemi, in quanto i fondi destinati a tali attività sono stati
corrisposti alle rispettive Associazioni/Cooperative (soprattutto per programmi in appartamenti protetti e attività riabilitative diurne) con molto ritardo nel 2012,
non permettendo l’avvio di nuovi progetti ma solo il mantenimento delle attività in essere. La mancanza di una convenzione tra SerT e Privato Sociale comporta la
mancanza delle risorse necessarie per sviluppare la fase riabilitativa e di integrazione sociale dei programmi di cura (risorse assicurate fino al
settembre 2012).
Anche l’attività dell’Unità di Strada nel 2012 è proseguita grazie all’apporto dell’Associazione “Noi, Famiglie…”, con risorse comunque non sufficienti per
svolgere un’attività aderente al bisogno della città e all’apporto GRATUITO della Croce Rossa Italiana.
Anche se è necessario implementare la collaborazione tra le Aree Specialistiche dei Servizi Pubblici, le modalità di lavoro in rete, soprattutto con il
Privato Sociale e l’Associazionismo, sono consolidate.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
La rete delle Comunità Terapeutiche convenzionate accreditate:
- Coop. TERR.A.: CT. “Villa Ida” (tipologia “Pronta Accoglienza”: 13 posti), C.T.“S. Gregorio” (tipologia B: 18 posti), C.T. “Galileo”
(tipologia A: 7 posti)
- Associazione“Noi, Famiglie…”: C.T. di Via Zara + 2 appartamenti (tipologia A: 10+6+6=22 posti) + Servizio Semi-residenziale (5
posti)
- Comunità Terapeutiche convenzionate accreditate fuori dal territorio dell’ULSS 16
Numerose sono le richieste pervenute dalle singole Cooperative-Associazioni per l’ampliamento dei posti nelle strutture accreditate e per
la modifica e l’innovazione di alcuni programmi, sulla base dei bisogni emergenti e della disponibilità sempre più limitata di risorse.
Sembra necessario personalizzare in modo più adeguato soprattutto i programmi rivolti alla cronicità e individuare percorsi semi-residenizali
anche per giovani.
E’ inoltre urgente ridefinire i percorsi di dimissione, anche laddove non sia possibile raggiungere l’autonomia e la completa integrazione
sociale successiva alla fase di cura. Questo comporterà l’attivazione di progetti congiunti con i Comuni, per una compartecipazione di risorse al fine di
avviare progettualità innovative. Si prevede l’avvio di un dialogo tra Istituzioni con questa finalità.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
117
Le Progettualità realizzate con il Fondo Regionale di Lotta alla Droga, anno 2010 (solo per alcune è stato chiesto il rinnovo nel
2011):
- nell’area della prevenzione selettiva, formazione, sensibilizzazione (“Patto Educativo per Padova”, “Impatto”, “Icaro”)
- nell’area della prevenzione primaria (“Clessidra”)
- nell’area Trattamenti Innovativi (“Ermes – Unità di Strada” e “Penelope” con la Croce Rossa Italiana)
- nell’area del reinserimento socio-lavorativo (“Focus”)
Il Fondo non è più finanziato dal 2010. Alcune azioni del Progetto Clessidra proseguono come prassi operativa dei Servizi, coordinate dal
referente della Struttura Semplice Formazione e Prevenzione, istituita nel 2012 e con risorse interne .
Le collaborazioni con:
- Strutture esterne convenzionate (Casa di Cura “Parco dei Tigli”, Reparto per la “Disintossicazione” ospedale di Verona, Hospice
“Casa S. Chiara”)
- Sedi ospedaliere (prevalentemente Reparti: Tossicologia Clinica e Forense, Malattie Infettive e Tropicali, Ginecologia, Pedriatria e
Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Padova e Reparto di Gastroenterologia dell’Ospedale S. Antonio)
- Comune di Padova: UPP (Asilo Notturno) e Ufficio Politiche Abitative
- Servizi Sociali dei Comuni e Servizi Socio-Sanitari del territorio (Dipartimento Salute Mentale, Consultori Familiari, Consultorio
“Contatto Giovani”, Neuropsichiatria Infantile, Ministero di Giustizia Adulti e Minori, Unità Operativa Disabilità Adulta…)
- Assistenza Domiciliare Infermieristica in collaborazione con “Casa S.Chiara”
- Progetti esterni:
Coop. “AURORA” e “LIBERA-MENTE”
“A.D.O.” (Cooperativa Co.se.p)
Centro “La BUSSOLA” (Gruppo Polis)
Laboratori “GRUPPO R” (Gruppo Polis)
CIN (Centro Iniziative Nuove: Associazione che svolge attività di prevenzione e recupero a favore di dipendenti e famiglie)
Comunità “Incontro” (non convenzionata)
CROCE ROSSA ITALIANA
Tutto il sistema di offerta sopra descritto sarà complessivamente mantenuto nel 2011, con una necessaria riorganizzazione migliorativa di
alcune aree e Progettualità (sulla base dell’evoluzione dei bisogni) e con le innovazioni sostenibili, di seguito esplicitate.
La rete delle collaborazioni si modifica di continuo sulla base delle nuove esigenze e della necessità di adeguare le risorse disponibili ai
bisogni rilevati.
PER ULTERIORI DETTAGLI VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
b)
Sistema di offerta in essere, bisogni emergenti, strategie di indirizzo, scelte operative (di mantenimento, miglioramento, innovazione)
individuate dal Gruppo Tematico (vedere tabella allegata)
Nel lavoro di Gruppo Tematico sono emersi dati e informazioni sul territorio che hanno portato ad individuare 6 aree di priorità attuali,
da considerare per la programmazione dei Servizi e della attività in ambito “Dipendenze” nel prossimo quinquennio.
Si precisa che gli interventi e i Programmi si rivolgono a Tossicodipendenti e ad Alcolisti, oltreché a forme di Dipendenza Patologica
emergenti.
118
Il programma alcologico si inserisce trasversalmente nelle diverse Aree, pur indicando specificità tipiche e prioritarie dal punto di vista
epidemiologico. In questo ambito, ancora più che in altri, l’importanza del lavoro territoriale di rete (consolidato nel territorio e con la
disponibilità di altri Enti Assistenziali del Privato Sociale e della Diocesi), soprattutto per quanto riguarda gli interventi precoci e la
marginalità estrema. Obiettivo sempre presente è il potenziamento di punti di riferimento distribuiti nel territorio ed identificati nei Club
Alcologici Territoriali e nelle Caritas.
Per il 2013 vengono confermate le aree di priorità stabilite nel 2011, all’interno delle quali si snoda la programmazione annuale degli
interventi (obiettivi e relative azioni).
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
1) Attenzione particolare alla fascia d’età Pre-adolescenti, adolescenti, giovani
La diffusione del consumo di sostanze e alcool tra pre-adolescenti, adolescenti e giovani, l’abbassamento dell’età d’ uso e
l’innalzamento della tolleranza sociale di tale fenomeno, sono confermati anche dai dati forniti dal Nucleo Operativo Tossicodipendenza
della Prefettura di Padova, al quale, nel 2009, sono arrivate 509 segnalazioni per “detenzione di sostanze stupefacenti per uso
personale”, delle quali 195 relative a giovani consumatori (36: 15-19 anni e 159: 20-24 anni), con uso prevalente di hashish e
marijuana e, secondariamente ma diffusamente, di cocaina e eroina.
I soggetti segnalati, nella maggior parte dei casi, si definiscono “consumatori occasionali”, sottovalutando i rischi e le conseguenze
correlate al consumo di sostanze. Si tratta generalmente di persone socialmente integrate e un’elevata percentuale di loro riferisce di
avere iniziato l’uso tra i 15 e i 18 anni.
Tale situazione porta ad attivare con assoluta priorità ed urgenza:
Azioni di prevenzione Universale e Selettiva Primaria e Secondaria:
- Promuovendo stili di vita sani nella popolazione giovanile (Progetto “Meeteen” del Comune di Padova, in collaborazione con
scuole, università, Diocesi e ULSS 16, rivisto e riorganizzato in base all’esito della precedente esperienza) e azioni di
“educazione alla legalità” (sia tra i giovani, che tra gli adulti significativi);
- Intervenendo su forme di disagio psico-emozionale generico (non necessariamente legato all’uso di sostanze) con l’impiego di
operatori esperti (sia del Dipartimento Dipendenze che del Consultorio “Contatto Giovani” dell’ULSS 16), all’interno della scuola
(CIC: Centri di Informazione e Consulenza, già attivi nel 2010);
- Promuovendo collaborazioni strette (attraverso Gruppi di lavoro e Protocolli Operativi innovativi) tra i Servizi del Territorio attivi
nel trattamento di minori, soprattutto Ser.T. e Neuropsichiatria Infantile di 1° e 2° livello (con particolare attenzione alla fascia
dei minori con psicopatologie importanti quali l’ADHD:bambini-ragazzi ipercinetici e con situazioni di adozione alle spalle, per i
quali sono state dimostrate correlazioni con il successivo uso di sostanze) e Ser.T. e Ufficio Servizio Sociale Minorenni del
Ministero di Giustizia, con cui già attiva una buona collaborazione;
- Approfondendo le procedure di diagnosi all’interno di “ambulatori dedicati non connotati” per minori (azione innovativa), per
favorire la valutazione e l’orientamento alla presa in carico non “stigmatizzanti” fin dai primi contatti;
- Raccordando i Soggetti Locali responsabili delle Politiche Giovanili (attraverso i previsti incontri di Dipartimento Funzionale) che,
spesso anche all’interno dello stesso Ente, non conoscono reciprocamente gli obiettivi delle loro azioni e agiscono in modo
separato, a volte contrastante (Assessorati Comunali, Comuni e Servizi delle stesse aree territoriali),
- Individuando occasioni (all’interno delle proposte già attive) per il monitoraggio del fenomeno del consumo giovanile precoce e
la valutazione di efficacia degli interventi svolti in tale ambito;
- Promovendo modalità innovative per garantire la formazione congiunta tra Servizi e altri Soggetti della Rete Locale che si
occupano dei giovani, per una conoscenza reciproca su funzioni e competenze, sui fenomeni emergenti, sui nuovi approcci
119
-
terapeutici e su aspetti medico legali e di tutela delle situazioni di minorenni in trattamento per patologie. Particolare attenzione
andrà riservata alla sensibilizzazione e formazione dei Medici di Medicina Generale e Pediatri, per la funzione fondamentale di
orientamento ed invio che hanno e tra i quali si rileva un forte bisogno di approfondire le conoscenze sulle attività dei Servizi, in
particolare del Dipartimento per le Dipendenze.
Coinvolgendo in azioni formative la rete degli adulti significativi e delle famiglie, attraverso la prosecuzione delle attività dei
Progetti “Icaro” e “Clessidra”, già avviati nel 2010 con il Fondo Regionale per la Lotta alla Droga (quest’ultimo, realizzato come
“Progetto Sperimentale” su Area Vasta con “quota B” nel 2010, è divenuto Progetto richiesto dall’ULSS 16 per il 2011 sul Fondo
Regionale Lotta alla Droga).
Azioni di trattamento specifiche per la fascia giovanile, sia a livello di procedure e approcci di accoglienza al Ser.T., sia a livello
di collaborazione strutturata tra Servizi per la presa in carico integrata delle situazioni complesse di minori problematici,
implementando l’uso delle risorse presenti (Servizi e ambulatori da mettere in rete) e utilizzando in modo più efficace lo strumento
della UVMD distrettuale.
E’ inoltre prevista come azione innovativa del Piano Regionale di Lotta alla Droga, l’apertura di un ambulatorio “non connotato” in
ambiente pubblico per il trattamento specifico di situazioni di adolescenti e giovani e delle loro famiglie.
Con la cessazione del Fondo Regionale per la lotta alla Droga, i Servizi si sono trovati a dover gestire la prevenzione in ambito giovanile con risorse interne. Con
il personale disponibile si propongono iniziative di formazione e sensibilizzazione per scuole e adulti significativi, secondo il modello avviato con l’ex
Progetto Clessidra. Si propongono inoltre Tavoli di lavoro tra Servizi diversi per coordinare le iniziative esistenti e agire in modo integrato su problematiche
specifiche (es.: interazione tra problematiche relative alla dipendenza da sostanze e iperattività (ADHD) nei minori, problematiche di dipendenza nei figli adottivi,
sostegno a minori e giovani consumatori…).
A fine 2012 è stata istituita all’interno del Dipartimento per le Dipendenze la Struttura Semplice Formazione e Prevenzione.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
2) Gestione di situazioni multiproblematiche complesse e “ricorrenti” in carico al Dipartimento e alla rete dei Servizi
L’“invecchiamento” di una grossa parte dell’ utenza “ricorrente” afferente al Ser.T. (conseguenza del prolungamento dei trattamenti e
dell’abbassamento della mortalità, grazie anche ai buoni successi in ambito di prevenzione e trattamento delle problematiche
infettivologiche) ha determinato la necessità di gestire situazioni multiproblematiche complesse di persone con scarse risorse per un
recupero dell’autonomia personale e con grosse problematiche socio-sanitarie e di integrazione sociale.
Il Dipartimento Dipendenze di Padova, per le sue caratteristiche di Servizio “a bassa soglia di accesso”, ha in carico da tempo un
numero consistente di situazioni di questo tipo, con un investimento importante di risorse e in collaborazione con la Rete cittadina
rivolta alla grave marginalità.
All’interno del Gruppo Tematico si è inteso il termine “Ricorrente” (riferito ai pazienti i cui percorsi riabilitativi non hanno termine)
anche con un’accezione di “cronicità”, nella misura in cui le risorse di alcune persone sono talmente limitate da non poter prevedere
una completa autonomia, bensì un graduale miglioramento della qualità di vita, passando attraverso la fase della cosiddetta “riduzione
del danno”.
Questo senza che ciò determini un disinvestimento in termini di risorse e programmi, ma, anzi, perché la rete dei Servizi sviluppi
progetti integrati personalizzati, affinando le valutazioni e riorganizzando il sistema di risorse disponibili.
A tale proposito, si prevedono per il 2011 azioni innovative quali: la sperimentazione di programmi residenziali per “cronici” all’interno
del sistema residenziale già attivo nel territorio (Comunità Terapeutiche di tipologia A); l’attivazione di un Laboratorio occupazionale di
Tessitura all’interno del Centro Diurno gestito dall’Associazione “Noi, Famiglie…” (questo progetto è già attivo e consolidato presso il
Ser.T. di Piove di Sacco; oltre a questa azione innovativa inserita tra le Progettualità previste con il Fondo regionale Lotta alla Droga, è
120
da valutare anche nel territorio Padovano il recepimento della Delibera già approvata dal Comune di Piove di Sacco che lo individua
come risorsa del Ser.T. accessibile anche ad altri Servizi del Territorio); la riorganizzazione delle attività terapeutiche e riabilitative
diurne fino al 2010 svolte dalle “Agenzie” (Unità di Strada, Centri Diurni…), considerando tra queste anche il Progetto “ADO” della
Coop. Co.Se.P.; la formalizzazione di collaborazioni con alcuni Reparti dell’Azienda Ospedaliera di Padova.
Ha inoltre chiesto di essere coinvolta nella condivisione delle programmazione delle attività l’Associazione “Noi sulla strada” che svolge
già “attività di strada” a Padova: sarà approfondita la conoscenza nei momenti di incontro del Dipartimento Funzionale.
A livello metodologico, si prevede l’attivazione obbligatoria della UVMD tra Servizi per l’avvio di qualsiasi progetto territoriale o
residenziale che coinvolga due o più Servizi, a garanzia dell’integrazione di valutazioni e risorse e di una progettazione congiunta.
Si rende sempre più necessario pensare a percorsi nuovi per situazioni complesse e multiproblematiche, su cui devono intervenire più
Servizi in modo integrato, come già espresso nei paragrafi precedenti.
A tale scopo è importante utilizzare in modo appropriato le UVMD, come momento di progettazione per l’avvio di ogni programma (territoriale
o residenziale) che coinvolga più Servizi della rete Pubblica e del Privato Sociale e Volontariato.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
3) Attenzione particolare all’ambito di Esecuzione Penale
I dati forniti dai due Carceri cittadini, inoltre, rilevano un aumento di detenuti tossicodipendenti e consumatori.
Dei 250 detenuti della Casa Circondariale (di cui l’80% stranieri), circa il 70% ha dichiarato l’uso di sostanze al momento dell’ingresso in
Istituto e, di questi, circa il 40% sono risultati positivi al test di laboratorio (solo una bassa percentuale è conosciuta dal Servizio
Territoriale).
Dei circa 850 detenuti della Casa di Reclusione, invece, 230/250 sono tossicodipendenti.
Per loro si svolgono attività di assistenza medica, psicologica, gruppi di sostegno settimanali e attività sportive.
Una decina di loro presenta anche problematiche psichiatriche importanti; è importante sviluppare una collaborazione con il Dipartimento
di Salute Mentale, sia per la definizione che per la presa in carico della doppia-diagnosi.
Sono cessate alcune importanti attività avviate negli anni precedenti: gruppi interni per il Tabagismo e conferenze per tutti i detenuti
sull’argomento “stili di vita sani”.
Con riferimento all’Area dell’Esecuzione Penale Esterna, invece, dei 176 soggetti sottoposti ad una misura alternativa seguiti dall’UEPE
(Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Padova e Rovigo, nel 2009 circa il 25% presentavano problemi correlati all’uso di sostanze
stupefacenti e alcoliche.
Di questi, un’importante percentuale presentavano situazioni multiproblematiche (anche con problematiche di doppia-diagnosi) e
problemi di reinserimento sociale, abitativo e lavorativo.
Particolare attenzione meritano, in questo ambito, gli stranieri in Misura Alternativa alla Detenzione, che accedono ai Servizi anche se
cittadini non regolari; ma, in questi casi, molto spesso si rileva scarsa chiarezza rispetto alle competenze dei Servizi stessi.
A tale proposito, si prevede l’attivazione da parte del Carcere di UVMD programmatorie sulle singole situazioni almeno tre mesi prima
della scarcerazione, per una definizione o ri-definizione della presa in carico congiunta tra Servizi, soprattutto per situazioni che non
abbiano riferimenti territoriali precisi.
Nello stesso ambito è emersa l’esigenza di individuare interventi di sostegno territoriale in alternativa all’inserimento in Comunità
Terapeutica e programmi residenziali “speciali” per persone in Misura Alternativa alla Detenzione (all’interno delle Strutture già
esistenti) che tengano conto della diversa motivazione al trattamento rispetto agli altri utenti e della necessità di spazi e modalità
terapeutiche propri.
In quest’ambito, viste le problematiche emerse, il dialogo e il confronto costante tra i Servizi può rappresentare un mezzo per
raggiungere la soluzione più efficace a minor costo.
121
Si ritiene inoltre importante che i Ser.T. del territorio della Provincia di Padova individuino criteri e modalità condivise per la gestione
dei programmi terapeutici e la certificazione per le persone in Misura Alternativa alla Detenzione.
Con l’istituzione della Struttura Semplice Sanità Penitenziaria nel 2012, si rende necessario ridefinire le procedure di collaborazione tra
Carcere, UEPE e Dipartimento per le Dipendenze, per la gestione dei programmi in misura alternativa alla detenzione.
Posto che la UVMD resta la migliore modalità di lavoro da utilizzare per la formulazione dei progetti di alternativa alla detenzione,
si ipotizza di attivare, almeno 3 mesi prima della scarcerazione (sia in libertà che in misura alternativa alla detenzione) UVMD per la
definizione di progetto e coinvolgimento di tutti i Servizi della rete Pubblica e del Privato Sociale.
A tale proposito, emergono in particolare alcune questioni problematiche da definire:
- Chi convoca la UVMD? Presso quale Distretto Socio Sanitario? (quello del territorio di provenienza del detenuto o il Distretto 2 c/o
il quale si trova la Struttura semplice Sanità Penitenziaria?)
- Quali figure effettuano la valutazione ai fini della formulazione di un progetto di alternativa alla detenzione dal Carcere?
- Come procedere con i pazienti detenuti che non sono iscritti all’Anagrafe Sanitaria?
Queste sono alcune delle problematiche che devono essere discusse e ridefinite.
Si segnala inoltre l’esigenza di confrontarsi sul testo delle“Procedura di inserimento di utenti tossicodipendenti in Comunità Terapeutica”,
allegato alla Delibera del Direttore Generale ULSS 16 n. 1026/19.12.2012, con particolare riferimento all’avvio di programmi
terapeutico-riabilitativi in Comunità per pazienti detenuti.
Si ipotizza inoltre di rivedere obiettivi e caratteristiche dei programmi per pazienti in Misura Alternativa alla Detenzione all’interno delle
Comunità Terapeutiche, nell’ottica della maggiore personalizzazione possibile dell’intervento per questa tipologia di pazienti.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
4) Attenzione al reinserimento sociale e lavorativo di utenti del Ser.T. e della rete dei Servizi
Il processo di integrazione lavorativa è parte di un più ampio progetto di reinserimento sociale per persone con abilità residue presenti
o minime, al termine o nel corso di percorsi di cura della Dipendenza.
L’esperienza già attiva da anni con il SIL, il Comune di Padova e le Cooperative del territorio in ambito di integrazione lavorativa, in
aggiunta all’analisi della crisi del mercato del lavoro e dell’aumento di situazioni complesse in carico al Ser.T. di Padova, ha portato la
rete dei Servizi, in sintonia con le priorità regionali, a programmare (con i Fondi Regionali per la Lotta alla Droga) lo sviluppo di
percorsi di integrazione graduati, approfondendo la fase valutativa di pre-inserimento e prevedendo anche l’attivazione di risorse di
integrazione sociale non-lavorative per quelle situazioni per le quali, vista la complessità, la proposta di un lavoro risulta impropria e
frustrante per la persona.
Saranno perciò apportate innovazioni all’interno del consueto Progetto “Focus” e sarà sviluppata una collaborazione da parte del
Dipartimento e delle Comunità del Territorio con l’Associazione “Banca del Tempo” ed altre risorse già attive.
In questo ambito si stanno attivando prassi ormai consolidate di collaborazione tra Servizi, alle quali si è aggiunta nel 2012 una nuova
collaborazione con la CARITAS DIOCESANA.
E’ stato individuato come obiettivo prioritario per il 2013 l’utilizzo dei fondi del progetto RELI-TESORO, disponibili ma non ancora utilizzabili a
causa di problemi amministrativi.
Si evidenzia inoltre che la forte contrazione delle risorse e i problemi del mercato del lavoro rendono difficoltoso il ricollocamento
lavorativo successivo ai programmi terapeutici e ai percorsi di tirocinio.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
122
5) Riorganizzazione del Dipartimento Strutturale e Funzionale per le Dipendenze
L’avvio dell’iter per l’accreditamento del Dipartimento per le Dipendenze, ha messo in luce importanti discrepanze tra gli standard
numerici (di personale) e strutturali previsti dalla normativa regionale e l’attuale situazione.
A tale proposito, entro il 2011, si prevede il reperimento di una nuova sede operativa, con la riorganizzazione dell’assetto operativo e
la stesura di un Piano per l’adeguamento del personale in base agli standard previsti.
Tra le attività da riorganizzare si citano: l’Accoglienza al Servizio e lo Sportello di front-office; gli Ambulatori di: Terapia Familiare (che
diventerà attività maggiormente integrata con i Servizi del territorio per la Famiglia) e per il trattamento del Tabagismo, che dovranno
essere istituzionalizzati (sono nati come progetti e sono diventati attività istituzionali); il consolidamento e lo sviluppo delle attività per
il fenomeno problematico emergente del Gioco d’Azzardo Patologico (attraverso azioni di concertazione tra i principali Soggetti
Istituzionali e non, di “prevenzione strutturale” con i Comuni e di sensibilizzazione e formazione); la ridefinizione delle procedure
operative tra Ser.T., Prefettura-NOT e Comuni e la sperimentazione di un Protocollo tra Servizi e Università (Facoltà di Psicologia);
l’aggiornamento e la diffusione della Carta dei Servizi (soprattutto tra gli operatori sanitari e i Medici di Medicina Generale); la
riorganizzazione dell’accesso alla rete web da parte del personale del Dipartimento (attraverso azioni di coordinamento con
l’Information Tecnology Aziendale), a scopo di aggiornamento.
Sarà inoltre da portare avanti con attenzione e metodo il processo di integrazione graduale del Territorio Piovese.
Le valutazioni periodiche (semestrali) sullo stato di applicazione del Piano di Zona diverranno momenti “unici” di verifica
sull’andamento di tutti i Progetti, quando possibile e opportuno coincidenti con gli incontri di Dipartimento Funzionale.
Sarà inoltre proseguito il lavoro di analisi della rete delle Strutture Residenziali del territorio, svolto su Area Vasta, in collaborazione
Pubblico-Privato Sociale Convenzionato, per stimare il fabbisogno residenziale e la riorganizzazione del sistema territoriale di offerta
residenziale.
La procedura per l’accreditamento del Dipartimento ha portato a rivedere alcune modalità operative e ad attivare azioni per una maggiore
diffusione di informazioni sull’attività del Servizio e un maggiore coordinamento interno delle attività.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
6) Attenzione alla AREA TRASVERSALE: Doppia e Tripla Diagnosi
Emergono sempre più frequentemente situazioni di doppia-diagnosi (tossicodipendenza-malattia mentale), in alcuni casi anche unite a
forme di disabilità.
La complessità di queste situazioni richiede una forte conoscenza reciproca tra Servizi (tramite iniziative di formazione congiunta) e
l’integrazione delle rispettive competenze e funzioni attraverso il consolidamento di prassi operative (UVMD e momenti di coprogettazione, anche con il Privato Sociale) e strumenti di lavoro concordati (Protocollo Doppia-Diagnosi).
Si avvia un lavoro di osservatorio che porterà nei prossimi anni ad una sempre maggiore e migliore definizione di queste aree
trasversali e delle collaborazioni tra Servizi coinvolti nella presa in carico di situazioni complesse.
Si ritiene sempre più complesso definire la diagnosi e la presa in carico integrata tra Servizi per situazioni con problematiche
complesse e “miste”.
Si propone di:
- favorire lo scambio tra i referenti dei tavoli delle aree “Salute Mentale” e “Tossicodipendenze” del PDZ
- rivedere l’applicazione del protocollo di collaborazione già in essere tra i due Dipartimenti
123
Rispetto alle nuove problematiche di utenti con doppia e tripla diagnosi (problematiche pregresse di tossicodipendenza, congiuntamente a
problemi psichiatrici e/o neurologici e di decadimento cognitivo, anche in età non avanzata): si ipotizza sviluppo di collaborazioni con altre
aree specialistiche (Psichiatria, Neurologia…) per formulare progetti innovativi anche con le strutture protette (es.: Case di Riposo) per
una progettazione condivisa di percorsi personalizzati più adatti agli ex-tossicodipendenti.
PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE.
124
SCHEDA DI SINTESI DELLE PRIORITA’ E DELLE RELATIVE AZIONI
(Ma = Azioni di mantenimento; Mi = Azioni di miglioramento; I = Azioni innovative)
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
- Promuovere stili di vita sani
PREVENZIONE
PRE-ADOLESCENTI
Attivare proposte di
prevenzione
ADOLESCENTI
UNIVERSALE e SELETTIVA
GIOVANI
(adolescenti-giovani)
PRIMARIA
e
SECONDARIA
(ridurre il tempo di
esposizione alle sostanze
INTERVENTI PROMOSSI DAL COMUNE
DI PADOVA
Proseguono dal 2012:
interventi nelle scuole cittadine
iniziativa di sensibilizzazione “2
Ruote a Rischio 0” (lezioni
teoriche + manifestazione in
Prato della Valle)
Inoltre si aggiungono per il 2013:
Interventi
sul
tema
della
prevenzione
degli
incidenti
stradali per studenti delle scuole
secondarie
Attività di informazione sulla
prevenzione
degli
incidenti
stradali, dell’uso di sostanze e
l’abuso di alcol nei luoghi della
città maggiormente frequentati
dai giovani
Progetto "Il carcere entra a
scuola. Le scuole entrano in
carcere": evento conclusivo di
sensibilizzazione
Assistenza per controlli per
rilevazione alcol e droghe a
carico di conducenti di auto e
moto
Prosegue inoltre il RPOGETTO
“DRUGS ON STREET”
(Protocollo Comune Padova
+ ULSS)
TOT. Spesa:
€ 31.433,00 a carico del
Comune di Padova
2013
Fondi della Presidenza del
Consiglio dei Ministri
assegnati al Comune di
Padova
PROGETTI
(Ma e Mi)
125
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
per i giovani consumatori)
- Intervenire su forme di disagio psicoemozionale (scuola)
- Attivare collaborazioni
SERT-NPI (1° e 2° livello) per situazioni
di minori con diagnosi di ADHD
e
SERT-NPI-EQUIPE ADOZIONI per minori
adottati problematici
- Raccordare i Soggetti Locali
responsabili delle Politiche Giovanili
(diversi Assessorati dei Comuni;
Comuni e Servizi specialistici tra loro)
Prosegue l’attività dei CIC (nuova
dicitura: Servizi DI CONSULTAZIONE
E PREVENTIVI per la scuola), rivolta
non solo a studenti con problematiche
legate all’uso di sostanze, ma anche
con altre forme di disagio psicoemozionale.
2013
ICP
(Ma)
Collaborazione tra
NPI e SERT per
strutturare
momenti
di
informazione/prevenzione rivolti ai
genitori di bambini con diagnosi ADHD
rispetto ai rischi di sviluppo di condotte
devianti.
Personale interno ai
Servizi (SerT e Direzione
SS.SS., Contatto Giovani,
Direzione Didattica della
Scuola)
Risorse interne (personale
dei Servizi interessati)
2013
Avvio dei lavori di un Tavolo interservizi
(SERT + EQIPE ADOZIONI) per valutare
proposte di collaborazione sull’interazione
tra le due problematiche.
PROGETTI
(I)
Avvio
iniziative
di
raccordo
e
confronto tra Soggetti su modelli ed
esperienze di Prevenzione in ambito
Giovanile,
coordinato
dal
DIP.
DIPENDENZE
(Struttura
Semplice
Formazione e Prevenzione)
in
collaborazione con il Comune di Padova,
coinvolgendo i Comuni referenti per
ogni Distretto all’interno del Gruppo
PDZ Dipendenze.
L’attività potrebbe inserirsi all’interno
delle azioni “CLESSIDRA” e prevedere
inoltre la collaborazione dei referenti
del
GRUPPO
“INFANZIAADOLESCENZA” del PDZ, area coordinata
dal Comune di Padova.
PROGETTI
(I)
Risorse interne (personale
dei Servizi, con il
coordinamento della
Struttura Semplice
Formazione e
Prevenzione)
2013
126
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
- Monitorare i dati sul consumo
precoce e valutare l’efficacia degli
interventi attivati
METODO CLESSIDRA
Mantenimento e consolidamento del
modello di lavoro
attivato in passato
attraverso l’ex “Progetto
Clessidra”
attravreso la prosecuzione degli
incontri
del
tavolo-guida
interistituzionale, con l’obiettivo del
monitoraggio dei bisogni in ambito
giovanile e l’attivazione di:
- Formazione continua del personale
docente
nelle
scuole
(in
stretta
collaborazione con il Provveditorato),
anche attraverso l’attivazione della
Piattaforma per la formazione a
distanza e-learning (Direzione Servizi
Sociali)
- Prosecuzione dei “Servizi di
Consultazione e preventivi per la
Scuola” (CIC)
- Riunioni
periodiche
con
i
responsabili di area dei diversi Enti
coinvolti (Tavolo-guida)
Collaboraz. con
Questura/Prefettura/Forze
dell’Ordine per rilevazione dati su
consumi e sostanze
Prosegue il monitoraggio sui minori,
soprattutto
stranieri,
segnalati
alla
Prefettura per uso personale di sostanze.
Si intensificheranno gli incontri tra
operatori del Dipartimento e Forze
dell’Ordine al fine di concordare
modalità
per
un
migliore
monitoraggio del consumo e uso delle
Risorse interne ai Servizi
(personale) e referenti
delle Forse dell’Ordine,
Questura, Prefettura
2013
sostanze.
Si ipotizzano inoltre:
- Corsi di formazione per il
personale (Ser.T., Privato Sociale,
Questura) per favorire conoscenza
reciproca, dialogo e scambio di idee e
linee d’intervento
- Lezioni nelle scuole superiori sul
tema delle nuove sostanza tenute
dal Ser.t. e dalla Questura
ICP
(Ma e Mi)
127
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
-
Approfondire
la
diagnosi
differenziale in ambiente “non
connotato” per prevenire prese
in
carico
“improprie”
e
migliorare
(ridefinire,diversificare)
le
modalità di accoglienza
Nel 2013 proseguiranno all’interno del
Dipartimento le già sperimentate prassi di
accoglienza “dedicate” per minorenni
e
giovani
(per
garantire
approfondimenti
diagnostici
e
modalità di trattamento specifiche di
minori consumatori e famiglie)
e nuove collaborazioni tra Servizi, ai
fini di prese in carico maggiormente efficaci
nel trattamento di tali situazioni.
Risorse Interne
2013
ICP
(Ma e Mi)
PREVENZIONE
Formare una “rete
competente”
(operatori, famiglie, adulti
significativi)
Promuovere
attività
formative
congiunte per operatori della rete:
SERT, NPI, USSM, PSICHIATRIA, UEPE,
MMG, PEDIATRI e Privato Sociale… (su:
funzioni e competenze dei Servizi,
nuove sostanze e stili di consumo,
approcci e modelli terapeutici, aspetti
medico-legali e di tutela…)
Risorse interne: personale
nel tempo-lavoro; fondi
per la formazione e Piani
Formativi
Aziendali
+
autoformazione
(personale
interno
competente)
Coordinamento proposte
formative comuni (Struttura
Semplice Formazione e Prevenzione)
e
ATTIVAZIONE
FORMATIVE
TRA
ANCHE E-LEARNING
PROPOSTE
OPERATORI
2013
AZIONE DI SISTEMA
(Ma e Mi)
128
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
AZIONI
OBIETTIVI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Coinvolgere adulti significativi
famiglie in attività formative
e
Valutare,
attraverso
le
Azioni
“CLESSIDRA”,
la
possibilità
di
raggiungere gli adulti significativi
e le famiglie con
azioni
di
formazione e prevenzione
PROGETTO
(Ma)
Prosecuzione
del
già
avviato
progetto interservizi in materia
penitenziaria per il recupero di
persone (minori)
soggette a
Provvedimenti
dell’Autorità
Giudiziaria, area esterna:
La sperimentazione avviata nel 2012 ha
Risorse interne (operatori
dei Servizi)
Personale interno ed
eventuali fondi del bando
Fondazione CARIPARO
evidenziato la buona riuscita delle attività di
gruppo rivolte ai genitori, nonché il bisogno
2013
di confronto con gli operatori sulle tematiche
relative alla conflittualità nella gestione delle
problematiche del rapporto genitori-figli.
Riproposto dall’USSM progetto attraverso
nuovo bando in attesa di risposta. In ogni caso,
il modello di lavoro potrebbe essere
riproposto nel 2013, con qualche modifica,
con le risorse presenti (personale dei Servizi).
PROGETTO
(Ma)
129
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Sviluppare Azioni di Prevenzione
TRATTAMENTO
Individuare forme di
intervento specifiche e
innovative
Integrare valutazioni e presa in carico
della rete dei Servizi rivolti ai minori:
• SERT-NPI
• SERT-USSM
• SERT-SERVIZI per
MINORI,ADOLESCENTI e
FAMIGLIA (C.F., Contatto
Giovani) +équipe ADOZIONI +
Servizi per Minori dei Comuni al
momento del primo accesso al
SERT
Rivedere i modelli di prevenzione
(Tavolo SERT-COMUNI):
Iniziative per la messa in rete del
Servizio Educativo Domiciliare
dei
Comuni come occasione per individuare
linee d’intervento comuni e formulare
proposte di intervento e di prevenzione
indirizzata, sulla base delle problematiche
rilevate dai Servizi NPI di primo e secondo
livello.
AZIONE DI SISTEMA
(I)
Promuovere
la
formalizzazione
del
Protocollo di collaborazione SERTUSSM
del
2012
e
monitorarne
l’applicazione
AZIONE DI SISTEMA
(Mi)
Maggiore/migliore
utilizzo
UVMD
minori
Prassi distorte di collaborazione dei
Servizi con il SerT (ad es. in UVMD)
per
la
gestione
di
situazioni
multiproblematiche relative ai minori, a
causa anche della scarsa conoscenza tra i
Servizi delle modalità di lavoro del SerT., il
Dipartimento
ha
provveduto
a
segnalare tale difficoltà ai referenti di
Distretto e alla Direzione SS.SS. e nel
2013 si provvederà a rivedere la
modalità di gestione delle UVMD in
ambito
Tossicodipendenza,
per
situazioni riguardanti Minori e Giovani.
AZIONE DI SISTEMA
(Mi)
Prosegue
l’attività
istituzionale
dell’Ambulatorio
Terapia
Familiare, per la presa in carico di
situazioni di famiglie in carico al
Ser.T. o segnalate dai Servizi del
territorio.
ICP
(Ma)
Personale interno
2013
Risorse interne (operatori
dei rispettivi Servizi)
2013
130
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Riservare spazi e approcci specifici e
innovativi e favorire la diagnosi
differenziale al momento del primo
accesso al Ser.T.
SITUAZIONI
MULTIPROBLEMATICHE
COMPLESSE e
“RICORRENTI”
PREVENZIONE:
riduzione rischio di
marginalità grave e
cronicizzazione della
situazione socio-sanitaria
Attivare programmi di “riduzione del
danno” e di inclusione sociale “a bassa
soglia”
Nel 2013 proseguiranno all’interno del
Dipartimento le già sperimentate prassi di
accoglienza “dedicate” per minorenni
e
giovani
(per
garantire
approfondimenti
diagnostici
e
modalità di trattamento specifiche di
minori consumatori e famiglie)
ICP
(Ma e Mi)
Definire a livello amministrativo e
progettuale le collaborazioni con
Associazioni
e
Cooperative
che
operano
in
ambito
“Tossicodipendenza e Alcolismo”:
Progetti innovativi tra Dipartimento
per le Dipendenze e Ass. Noi Famiglie,
Ass.ne Murialdo e Coop COSEP
ICP
(MI)
Unità di Strada e Centro Diurno “a
bassa soglia di accesso” :
Per il 2013 si valuterà se e come
implementare l’attività dell’UDS (per
ora garantita della CRI e dall’Ass.ne
“Noi Famiglie” con fondi propri) e le
attività diurne “a bassa soglia di
accesso”,
in
base
alle
risorse
convenzionate disponibili (risorse ridotte al
minimo nel 2012).
Proseguono le attività dell’ambulatorio
della CRI e il Progetto ACCOGLIENZA
INVERNALE (“emergenza freddo”), in
collaborazione ULSS - Comune di PD
ICP
(Ma)
Personale interno
2013
Personale amministrativo
interno
2013
Risorse interne dei
Soggetti attuatori
2013
Fondi COMUNE PD
131
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Iniziative In rete tra comune di Padova(
UPP),Comuni del territorio, Caritas, Centro
“La Bussola”,Croce Rossa ,Unità di Strada…
L’attività
di
confronto,
raccordo,
programmazione della rete padovana
sulla marginalità é promossa dalla
Caritas Diocesana
Risorse
interne
Soggetti attuatori
Progetto “Atelier SerTessitura” a orario
ridotto (svolto solo con il personale del
Dipartimento, sede di Piove di Sacco);
l’accordo di collaborazione con il Comune di
Piove di Sacco è per il momento sospeso.
ICP
(Ma)
dei
Personale interno dei
Servizi
2013
132
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Sviluppare programmi ambulatoriali,
territoriali e residenziali personalizzati,
attraverso l’integrazione della rete dei
Servizi (NB: SERT,DSM,UPP Comune
PD,SERVIZI
SOCIALI
comunali,
UEPE…), delle risorse e delle attività
presenti
nel
territorio
(anche
Az.Ospedaliera)
TRATTAMENTO:
sviluppare progetti
personalizzati che attivino
le risorse residue(presenti
o attivabili) attraverso
l’integrazione di tutti i
soggetti della rete, anche
con la riorganizzazione
dell’assetto residenziale
Utilizzo di:
Comunità Terapeutiche convenzionate del
territorio
per definire progetti
sperimentali per pazienti “cronici”,
con
realizzazione
di
programmi
personalizzati,
all’interno
delle
Comunità Terapeutiche di tipo A del
territorio:
- progetti sperimentali per moduli a
bassa intensità terapeutica.
Per gli utenti che non fanno più uso di
sostanze, hanno una discreta autonomia,
seppur limitata ai fini di un’integrazione
sociale, ma che non riescono a
sganciarsi dalle comunità dove hanno
svolto il programma terapeutico, si
prevede:
riformulare
programmi
in
appartamenti
di
“Seconda
Accoglienza” (in base alle risorse
disponibili);
- valutare l’attivazione di progetti
congiunti con i Comuni, per una
compartecipazione di risorse al fine di
avviare progettualità innovative.
Si avvierà un dialogo tra Istituzioni
con questa finalità.
- Rispetto alle nuove problematiche di
utenti con doppia e tripla diagnosi
(problematiche
pregresse
di
tossicodipendenza,
congiuntamente
a
problemi psichiatrici e/o neurologici e di
decadimento cognitivo, anche in età non
avanzata): sviluppo di collaborazioni
con
altre
aree
specialistiche
(Psichiatria, Neurologia…) per formulare
progetti innovativi anche
con le
strutture protette (es.: Case di Riposo)
per una progettazione condivisa di percorsi
personalizzati
più
adatti
agli
extossicodipendenti.
Finanziamenti Regionali
per la realizzazione di
programmi residenziali e
semi-residenziali in
Strutture convenzionate
accreditate (prev. €
2.500.000 circa, stando a
quanto finanziato nel
2012)
2013
133
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Definire a livello amministrativo e
progettuale le collaborazioni con
Associazioni
e
Cooperative
che
operano
in
ambito
“Tossicodipendenza e Alcolismo”:
Progetti innovativi tra Dipartimento
per le Dipendenze e Ass. Noi Famiglie,
Ass.ne Murialdo e Coop COSEP
ICP
(MI)
Attivare UVMD con definizione di
progetto
per
l’avvio
di
ogni
programma
(territoriale
o
residenziale) che coinvolga più Servizi
della rete Pubblica e del Privato
Sociale e Volontariato
AZIONE DI SISTEMA
(MI)
Prosecuzione collaborazioni con
Azienda Ospedaliera e Strutture
esterne convenzionate
+ attivare
gruppo di lavoro per la definizione di
operativi
con
i
Rep.
accordi
Ospedalieri
(Malattie
Infett.,
Tossicologia Clinica, Pronto Soccorso,
Ginecologia, Gastroenterologia…)
AZIONE DI SISTEMA
(I)
Personale interno
2013
Tempo-lavoro e
competenze degli
operatori dei Servizi
2013
Tempo-lavoro e
competenze degli
operatori di Servizi e
Strutture già presenti
2013
134
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
PREVENZIONE:
prevenire la marginalità e
rischi sanitari post carcere
(fine pena o misure
alternative alla pena)
AREA ESECUZIONE
PENALE
TRATTAMENTO:
definire percorsi di
integrazione sociale post
carcere (fine pena o
misure alternative alla
pena) con modalità
compartecipate tra Servizi
- Prevenire lo sviluppo di condizioni di
marginalità grave e di rischio sanitario
alla fine della carcerazione, per
persone che prima della detenzione
usavano
sostanze
o
erano
tossicodipendenti, definendo la presa
in carico o “ri-presa” in carico e
percorsi di integrazione post-carcere,
prima
della
scarcerazione
(con
particolare rif. alla situazione di
stranieri non regolari), attivando la
rete dei Servizi
Posto che la UVMD resta la migliore
modalità di lavoro da utilizzare per la
formulazione di progetti di alternativa
alla detenzione, si ipotizza di attivare,
almeno
3
mesi
prima
della
scarcerazione (sia in libertà che in misura
alternativa alla detenzione) UVMD per la
definizione di progetto e coinvolgimento
di tutti i Servizi della rete Pubblica e del
Privato Sociale.
Emergono in particolare alcune questioni
problematiche da definire:
Chi convoca la UVMD? Presso
quale Distretto Socio Sanitario?
(quello
del
territorio
di
provenienza del detenuto o il
Distretto 2 c/o il quale si trova la
Struttura
semplice
Sanità
Penitenziaria?)
Quali figure effettuano la
valutazione
ai
fini
della
formulazione di un progetto di
alternativa alla detenzione dal
Carcere?
Come procedere con i pazienti
detenuti che non sono iscritti
all’Anagrafe Sanitaria?
Si propone quindi di:
-formalizzare la collaborazione tra la
Struttura Semplice “Sanità Penitenziaria”
e il Dipartimento per le DipendenzeGruppo Misure Alternative in un
protocollo operativo di collaborazione,
condividendo su Area Vasta anche le
procedure per l’attivazione di programmi
dal Carcere alla Comunità Terapeutica
- avviare iniziative di confronto tra
SERT/UEPE/MAGISTRATURA
per
snellire le procedure amministrative di
presa in carico congiunta e ridefinire le
collaborazioni tra i diversi attori
AZIONI DI SISTEMA
(I)
Personale del carcere e
dei Servizi esterni
2013
135
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
AZIONI
OBIETTIVI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
- Migliorare e definire la presa in carico
congiunta e integrata tra Servizi
-
-
Condivisione tra Carcere e
Servizi dei contenuti del
documento
“Procedura
di
inserimento
di
utenti
tossicodipendenti in Comunità
Terapeutica”,
allegato
alla
Delibera del Direttore Generale
ULSS 16 n. 1026/19.12.2012.
Revisione
di
obiettivi
e
caratteristiche dei programmi
per
pazienti
in
Misura
Alternativa alla Detenzione
all’interno
delle
Comunità
Terapeutiche, nell’ottica della
maggiore
personalizzazione
possibile dell’intervento per
questa tipologia di pazienti.
- Personale dei Servizi
2013
- Fondo Regionale per
programmi in Comunità
Terapeutiche (prev. €
2.500.000 circa, stando a
quanto finanziato nel
2012)
(Mi)
Sviluppare la collaborazione tra Servizi
per diagnosi, presa in carico e
programmazione di interventi con
pazienti con “diagnosi mista” detenuti,
attraverso:
Confronto tra i referenti dei
tavoli delle aree “Salute
Mentale”
e
“Tossicodipendenze” del PDZ
Revisione dell’applicazione del
protocollo di collaborazione
già in essere tra i due
Dipartimenti
Personale interno
2013
AZIONE DI SISTEMA
(I)
136
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
All’interno della collaborazione tra
Personale interno
Dipartimento per le Dipendenze e
Sanità Penitenziaria, sviluppare
spazi di confronto e programmazione
per una maggiore definizione di
percorsi per detenuti consumatori,
non tossicodipendenti
2013
AZIONE DI SISTEMA
(I)
REINSERIMENTO
SOCIALE
E
LAVORATIVO
TRATTAMENTO:
Consolidare una rete
territoriale stabile per
l’integrazione sociale e
lav. e per il monitoraggio
del fenomeno
“tossicodipendenzalavoro” per favorire
“inclusione sociale”
- Migliorare la presa in carico congiunta
e integrata tra Servizi per individuare
programmi personalizzati di inclusione e
reinserimento sociale e lavorativo
Favorire incontri tra Servizi e/o
l’attivazione
di
UVMD
per
definizione
di
progetti
con
il
coinvolgimento di tutti i Servizi della
rete pubblica e congiunta di progetti
personalizzati di reinserimento
sociale e lavorativo
Tempo-lavoro e
competenze degli
operatori dei Servizi e
risorse territoriali
2013
AZIONE DI SISTEMA
(Mi)
137
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
AZIONI
OBIETTIVI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
- Consolidare la rete
l’integrazione lavorativa
stabile
per
Si auspica di poter riattivare la rete tra
Servizi e Cooperative del territorio per la
programmazione e il monitoraggio congiunto
dell’attività in questo ambito e la formulazione
di nuove proposte di collaborazione, sulla base
anche dei previsti finanziamenti del Progetto
Nazionale RELI-TESORO.
Personale dei Servizi della
rete + possibili fondi
(€44.000) progetto
nazionale RELI-TESORO
La Rete si è ampliata attraverso la
collaborazione con il personale delle
Comunità Terapeutiche, della Caritas
(Fondo di Solidarietà), del Comune di PD
(borse-lavoro per ex detenuti e persone in
misura alternativa alla pena).
(già accreditato il 60%
dell’anno 2012, ma non
ancora utilizzabile)
Si ritiene importante anche rafforzare il
dialogo e la collaborazione con il Centro per
l’Impiego e le Associazioni di categoria
(attraverso il SIL, che ha una collaborazione
già attiva) per realizzare progettualità mirate ai
fini dell’inserimento lavorativo
AZIONE DI SISTEMA
- Offrire un sistema diversificato di
possibilità
di
integrazione
sociolavorativa
(Mi)
Offerta diversificata di proposte:
- Prosecuzione applicazione protocollo di
lavoro e collaborazione tra Ser.T. e
S.I.L., con la possibilità di attivare progetti
di tirocinio-formazione a favore di persone
(anche non invalide) in carico ai SerT nel
territorio
2013
138
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
AZIONI
OBIETTIVI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
- Progetto RELI-TESORO (incontri tavolo di
lavoro + attivazione percorsi)
Si
auspica,
inoltre,
un’ulteriore
diversificazione delle proposte in
collaborazione con la rete delle Cooperative
del territorio, con l’attivazione di percorsi
di EDUCAZIONE AL LAVORO
Tale progetto verrà definito sulla base della
Fondi Direzione Servizi
Sociali + possibili fondi
disponibilità delle risorse semi-residenziali e
dell’anno 2012, ma non
diurne convenzionate con il Dipartimento per le
ancora utilizzabile) +
(€44.000) progetto
nazionale RELI-TESORO
(già accreditato il 60%
Dipendenze.
tempo-lavoro del
personale dei Servizi
ICP
(Mi)
-Collaborazione per attivazione percorsi
con Comune di Padova (UPP) e Caritas
(Fondo di Solidarietà) (Ma)
- Promozione (all’interno delle Strutture
Terapeutiche)
di
laboratori
e/o
attività che potenzino le capacità residue
delle persone, verso attività spendibili e
pubblicizzazione delle iniziative svolte
attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni
locali, delle Organizzazioni e degli Enti
operanti nel territorio.
In tutte le Strutture Terapeutiche, in particolare
in quelle dell’Ass.ne “Noi, Famiglie…”, si sono
svolte attività occupazionali per gli ospiti,
orientate a sperimentarsi nella realtà e al
potenziamento delle abilità residue. Questo
anche attraverso la gestione di spazi pubblici in
collaborazione con il Comune di Padova.
2013
Fondi Comune di Padova e
Fondo di Solidarietà
CARITAS
Fondo regionale per
programmi residenziali e
semi-residenziali in
Comunità Terapeutica
All’interno di questi spazi si sta anche
valutando la possibilità di attivare esperienze di
tirocinio con borsa-lavoro.
L’attività proseguirà, compatibilmente con le
risorse a disposizione degli Enti gestori.
ICP + AZIONE DI SISTEMA
(Ma e Mi)
139
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Attivazione gruppi di sostegno alla
motivazione e di ricerca attiva del
lavoro svolti in collaborazione con il S.I.L.
Nel 2012 si è definita la modalità di
collaborazione e il modello di lavoro per
attivare nel 2013 (mesi di marzo-aprile e
autunno) un gruppo condotto dal operatori
SIL-SERT per persone in carico al SerT
inseriti all’interno di un percorso di
orientamento al lavoro.
Attivare nuove reti di socializzazione
PROGETTO
(Ma)
Mappatura risorse “non lavorative”
(riabilitative, ricreative, socializzanti…) del
territorio (in raccordo con gli altri Servizi)
Si completerà il lavoro di mappatura
delle risorse per la socializzazione e
l’inclusione
sociale
delle
persone
svantaggiate iniziato nel 2012, con attività
di confronto tra i Servizi delle varie aree
(DIP.Dipendenze, DISM, UODISA).
PROGETTO
(Ma)
Formalizzazione della convenzione con
l’Associazione “Banca del Tempo” in
collaborazione con il Privato Sociale della
rete, attraverso l’apertura di uno sportello
in via sperimentale c/o il Sert e la
realizzazione di svariate attività per
promuovere la partecipazione attiva di
utenti afferenti al Dipartimento per le
Dipendenze.
Proseguirà la collaborazione avviata
nel 2012 con nuove proposte. Si valuterà
la possibilità di formalizzare la
collaborazione per ora solo sperimentale.
Personale
Servizi
Interno
ai
2013
Tempo-lavoro operatori +
occasioni formative
congiunte
2013
Personale interno
2013
AZIONE DI SISTEMA
(MI)
140
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
RIORGANIZZAZIONE DEL
Migli Migliorare la qualità dei
DIPARTIMENTO
Servizi offerti e della
STRUTTURALE E
programmazione
FUNZIONALE
territoriale di area
Riorganizzazione del Dipartimento
attraverso la stesura di un programma
di adeguamento degli standard numerici
operatori-pazienti del Dipartimento
Dipendenze, in base alla normativa
regionale sull’accreditamento delle
Strutture Sanitarie e Socio-Sanitarie
Gruppo di lavoro sull’
Tempo-lavoro operatori
ACCREDITAMENTO interno al
Dipartimento Dipendenze
Nel 2012 è stata realizzata la messa a punto
dell’AUTORIZZAZIONE al
FUNZIONAMENTO del Dipartimento (con
obiettivi di miglioramento rispetto alla
STRUTTURA e allo standard del
PERSONALE, attualmente deficitari) e
conclusa la procedura di
ACCREDITAMENTO del Dipartimento
(relativa alle procedure e modalità operative)
con risultato del 100%.
Nel 2013 è previsto l’aggiornamento e il
miglioramento dei parametri in base
all’evoluzione del lavoro
2013
AZIONE DI SISTEMA
(Ma e Mi)
141
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
- Migliorare la qualità dei Servizi offerti
e della Programmazione territoriale di
area
Riprogrammazione, in base ai bisogni
emergenti e alle risorse disponibili, delle
attività
(a
livello
di
prevenzione,
trattamento
e
riabilitazione)
degli
ambulatori:
*TERAPIA FAMILIARE:prosegue l’attività
istituzionale
*TABAGISMO:
prosegue
l’attività
istituzionale; nel 2012 l’ambulatorio si è
avvalso della collaborazione anche di un
Educatore Professionale del Dipartimento
ed ha avviato 2 gruppi terapeutici (per
utenti e per dipendenti ULSS), grazie anche
alla collaborazione di uno psicologo,
rinnovata annualmente. Nel 2013 l’attività
prosegue
con
l’introduzione
della
contribuzione (ticket).
*GIOCO D’AZZARDO:nel 2012, a
seguito del “Decreto Balduzzi”, è stata
svolta un’opera di distribuzione di
materiale
informativo
nei locali
pubblici (nel 2013 va revisionata e
aggiornata, d’intesa con i Comuni); sono
inoltre stati attivati un numero verde e
un’attività di gruppo. L’ambulatorio si è
avvalso della collaborazione stabile di un
medico e di un Educatore Professionale del
Dipartimento.
E’
anche
attivo
un
Protocollo con il Dipartimento di
Psicologia
dello
Sviluppo
dell’Università di Padova per lo sviluppo
di attività di ricerca, i cui contenuti sono
in via di ampliamento per il 2013. L’attività
proseguirà nel 2013, con l’ipotesi di
rinforzo della prevenzione dedicata
nelle scuole (metodo Clessidra) e l’avvio
di un nuove collaborazioni con il DISM
e con il Privato Sociale.
*GASTROENTEROLOGIA/EPATOLOGIA
Prosegue l’attività di cura e ricerca sulle
problematiche HCV e HBV correlate
all’interno
del
Dipartimento.
Si
implementerà la richiesta di Consulenze
INFETTIVOLOGICHE
ICP
Personale interno + se
disponibili fondi regionali
per Ambulatorio
2013
(Mi)
142
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
PROTOCOLLO
SERT
NOT
PREFETTURA - UNIVERSITA’ per
attivazione
programmi
su
segnalazioni/Ordinanze:
Il Protocollo è stato sottoscritto, ma non
applicato a causa della carenza del
personale necessario (sono assenti le 2
Assistenti Sociali). E’ scaduto a dicembre
2012.
Si valuterà se rinnovare il documento di
collaborazione.
- Proseguire il processo di graduale
integrazione del territorio Piovese
(Servizio, bisogni, risorse) già
avviato nel 2010
Migliorare la conoscenza
dell’attività del
Dipartimento nel territorio
- Diffusione informazioni
AZIONE DI SISTEMA
(Ma)
Realizzazione di incontri periodici di
programmazione
congiunta
di
formazione e di discussione in équipe
e
inserimento
del
personale
dell’ambulatorio di Piove di Sacco in
gruppi di lavoro a tema c/o la sede
centrale di Padova
AZIONE DI SISTEMA
(Ma)
Personale interno dei
2013
coinvolti
2013
- Aggiornamento e diffusione della
Carta dei Servizi del Dipartimento
(in particolare tra i Medici di Medicina
Generale):
Nel 2012 il documento è stato diffuso
dall’URP.
Il documento è ora in fase di
aggiornamento, successivamente si
procederà ad una distribuzione mirata.
- Migliorare la comunicazione e
l’informazione
sulle
attività
del
Dipartimento per le Dipendenze e
sulle
problematiche
emergenti
attraverso l’aggiornamento della
parte sul Dipartimento all’interno
del sito ULSS 16.
Servizi e degli Enti
Tempo-lavoro del
personale interno
al Dipartimento
Tempo-lavoro del
personale interno
al Dipartimento
2013
AZIONi DI SISTEMA
(MI)
143
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Attivazione del
Dipartimento Funzionale
come occasione di
programmazione, gestione
e valutazione periodica
integrata delle attività di
area
AREA TRASVERSALE:
“DOPPIA E TRIPLA
DIAGNOSI”
Approfondire l’analisi e
migliorare la gestione di
DOPPIA-DIAGNOSI
(tossicodipendenzapatologia psichiatrica)
Monitorare il problema
emergente della DOPPIADIAGNOSI
tossicodipendenzadisabilità,
al fine di stabilirne l’entità
per l’eventuale
adeguamento del sistema
di offerta
- Svolgere momenti allargati di
incontro-confronto-valutazionecondivisione idee per la
programmazione congiunta
- Promuovere il coordinamento di
azioni tra DSM,NPI e SERT
- Approfondire la tematica
“comorbilità” per individuare
parametri di riferimento il più
possibile oggettivi per stabilire prese
in carico integrate
- Avviare riflessioni per la definizione
della valutazione integrata e della
presa
in
carico
congiunta
di
situazioni di tossicodipendenti con
disabilità
Incontri trimestrali di aggiornamento
sull’andamento delle progettualità
individuate dal PDZ Dipendenze, riunendo i
singoli referenti di progetto in sotto-gruppi
per aree d’interesse.
AZIONE DI SISTEMA
(I)
Viste le problematiche emergenti rispetto
all’evoluzione dei bisogni e alla necessità di
rivedere
i
programmi
terapeuticoriabilitativi
in
CT,
si
RITIENE
IMPORTANTE RIPRENDERE I LAVORI
DEL TAVOLO TRA SERVIZI (locali e di
area
vasta)
E
STRUTTURE
TERAPEUTICHE
DELL’ULSS 16, per
favorire il confronto e la programmazione
congiunta, in un’ottica di ottimizzazione
delle risorse ed efficacia degli interventi,
anche attraverso il monitoraggio della
DELIBERA
che
DEFINISCE
LE
PROCEDURE PER L’INSERIMENTO IN
COMUNITA’ TERAPEUTICA.
AZIONi DI SISTEMA
(I)
Vista la complessità sempre maggiore
nel definire la diagnosi e la presa in
carico integrata tra Servizi per situazioni
con
problematiche
complesse
e
“miste”, si ipotizza di favorire lo scambio
tra i referenti dei tavoli delle aree
“Salute
Mentale”
e
“Tossicodipendenze”
del
PDZ
e
rivedere l’applicazione del protocollo
di collaborazione già in essere tra i due
Dipartimenti
AZIONE DI SISTEMA
(I)
Prosegue la normale attività tra Servizi
utilizzando esperienze di confronto e
programmazione in UVMD, con il
coinvolgimento del Privato Sociale
2013
2013
Tempo-lavoro del
personale interno
al Dipartimento e Soggetti
della rete
Personale dei Servizi e del
Privato Sociale
Tempo-lavoro operatori
dei Servizi
2013
Tempo-lavoro operatori
dei Servizi
2013
AZIONE DI SISTEMA
(MA)
144
AREE DI PRIORITA’
FINALITA’ GENERALI
(POLITICHE)
OBIETTIVI
AZIONI
TEMPI
FINANZIAMENTI
(UDO-ICP-PROGETTI)
Approfondire l’analisi e
migliorare la gestione di
TRIPLE-DIAGNOSI
(tossicodipendenzapatologia psichiatricadisabilità)
- Avviare riflessioni per la definizione
della valutazione integrata e della
presa
in
carico
congiunta
di
situazioni di tossicodipendenti con
patologia psichiatrica e disabilità e
promuovere la formazione congiunta
per
l’aumento
di
competenze
reciproche
tra
SERT,
DSM,
U.O.DIS.A.
Promuovere formazione congiunta
tra Servizi.
Fondi
interni
formazione
autoformazione
personale
competente
AZIONE DI SISTEMA
(Ma e Mi)
per
la
+
con
interno
2013
145
RISORSE PER AREA E TIPOLOGIA DI INTERVENTO
ANNO 2013
Offerta
Aree Intervento
INFANZIA-ADOLESCENZA-FAMIGLIA
ADULTI-ANZIANI
MARGINALITA' SOCIALE
(compresa marginalità sociale
stranieri)
IMMIGRAZIONE
DISABILITA'
SALUTE MENTALE
DIPENDENZE
TOTALE RISORSE PER
TIPOLOGIA INTERVENTO ANNO
2013
Accesso
Consulenza
Presa in
carico
Interventi
domiciliari
Interventi
semiresidenziali
Interventi
residenziali
Sostegno
economico
Altri
interventi
(promozione
della salute e
azioni di
sistema)
TOTALE
RISORSE PER
AREA
INTERVENTO
ANNO 2013
15.103.629,02
1.083.536,65
17.568.117,19
5.134.673,27
5.102.955,00
2.097.312,52
46.090.223,65
1.077.312,00
4.096.105,00
1.545.793,58
94.634.693,59
9.761.637,00
881.871,00
111.997.412,17
912.341,00
727.899,80
375.000,00
1.534.664,00
885.361,03
523.330,53
4.958.596,36
773.282,20
-
-
324.925,08
-
-
1.098.207,28
4.785.608,67
6.997.851,07
15.812.941,74
29.904.782,99
4.199.790,91
13.233.050,65
74.934.026,03
11.652.924,32
445.311,85
2.554.011,22
6.745.581,88
-
4.431.248,11
76.252,03
351.680,00
820.873,43
1.903.350,58
23.632.716,30 12.343.419,75
20.639.426,54
21.397.829,27
-
7.583.404,15
133.965.520,97 16.750.139,52 14.638.252,18 268.059.698,91
146
FONTI DI FINANZIAMENTO PER AREA DI INTERVENTO
PREVISIONI ANNO 2013
Fonti finanziamento
Regione / ULSS
Comune
Altri Enti Pubblici
Utenza
TOTALE RISORSE PER
AREA INTERVENTO
Enti Privati
Aree intervento
Infanzia-AdolescenzaFamiglia
ANNO 2013
€
14.859.641,73
€
22.925.759,22
€
1.320.540,18
€
6.816.282,76
€
55.231.110,09
€
16.684.197,34
€
1.223.694,62
€
38.858.410,12
€
374.052,66
€
3.930.348,70
€
557.200,00
€
96.995,00
Immigrazione
€
19.700,00
€
806.562,39
€
271.944,89
Disabilità
€
48.982.551,03
€
15.526.963,00
€
-
€
10.424.512,00
€
Salute Mentale
€
20.757.709,35
€
440.887,04
€
-
€
199.232,88
Dipendenze
€
7.279.421,17
€
289.305,18
€
-
€
14.677,80
€
56.410.110,56
Adulti-Anziani
MARGINALITA'
SOCIALE
(compresa marginalità
sociale stranieri)
TOTALE RISORSE
PER FONTE DI
FINANZIAMENTO ANNO 2013
€
147.504.186,03
€
60.604.022,87
€
3.373.379,69
€
€
46.090.223,65
€
111.997.412,17
€
4.958.596,36
€
1.098.207,28
-
€
74.934.026,03
€
-
€
21.397.829,27
€
-
€
7.583.404,15
€
268.059.698,91
€
€
167.999,76
-
167.999,76
147