PIANO DI ZONA 2011 – 2015 RIPIANIFICAZIONE ANNO 2013 PARTI DESCRITTIVE E TABELLE AZIONI Area Infanzia – Adolescenza - Famiglia pag. 2 Area Adulti – Anziani pag. 21 pag. pag. pag. pag. pag. pag. 37 43 48 52 55 57 Area Immigrazione pag. 60 Area Disabilità pag. 72 Area Salute Mentale pag. 90 Area Dipendenze pag. 112 Tabelle risorse e fonti di finanziamento per area di intervento pag. 146 Area Marginalità Sociale - Persone senza dimora Carcere ed esecuzione penale esterna Vittime di abuso e sfruttamento sessuale - Tratta Nomadi Povertà e Immigrazione/Minori stranieri non accompagnati Interventi assistenziali a favore di cittadini stranieri AREA INFANZIA – ADOLESCENZA - FAMIGLIA PRIORITÀ 1 DIFFICOLTÀ DELLE FAMIGLIE NELLA GESTIONE DELLA VITA QUOTIDIANA Problemi - Bisogni: Difficoltà dei genitori unici nell’accudimento /gestione/crescita dei figli Fragilità del ruolo educativo genitoriale Fragilità del ruolo genitoriale in presenza di figli adolescenti, in particolare, nel caso di famiglia straniera Difficoltà nella conciliazione dei tempi di cura e dei tempi di lavoro Separazioni conflittuali in presenza di figli minori Problematiche della donna Disagio economico delle famiglie Difficoltà di reperimento di alloggi Difficoltà nella ricerca di lavoro Politiche 1. Promozione della famiglia e dei servizi dedicati - sviluppo di interventi di promozione della socializzazione e delle relazioni tra famiglie e tra generazioni 2. Promozione e sostegno della genitorialità – incentivazione degli interventi dei consultori familiari pubblici e privati – scuole genitori, conferenze, incontri, sportello donna 3. Sostegno e protezione della genitorialità - programmazione di politiche e interventi di sostegno/sgravi di ordine economico e tariffario – sportello lavoro – sviluppo della mediazione familiare 4. Politiche e interventi di supporto alla funzione educativa dei genitori (sostegno educativo, doposcuola…) 5. Coordinamento istituzionale e interistituzionale per lo sviluppo di politiche a sostegno della famiglia 2 A Z I O N I - Attività di sostegno alla genitorialità Assegnazioni economiche per il sostegno alla domiciliarità e dell'autonomia personale (assegno di cura) Centri di aggregazione (= centri di animazione territoriali) Centri Diurni estivi (comprensivi attività estive per minori) Comunità educative diurne per minori/adolescenti o altri servizi semi-residenziali Consultori Familiari: Spazio Giovani, Percorsi per coppie genitoriali ad alta conflittualità, Sostegno all’esercizio della genitorialità condivisa nella coppia separata o divorziata, anche straniera/mista, Spazio Neutro (genitori separati), Servizio di mediazione familiare NPI e PEE Pediatria di Comunità Contributi economici ad integrazione del reddito familiare Contributi e integrazioni a rette per asili nido Contributi e integrazioni a rette per strutture residenziali Contributi e integrazioni a rette per strutture semiresidenziali Convenzione con Centro Veneto Progetto Donna Contatto Giovani Lavoro di comunità Progetto “Education to Talent (E.T.)- attività formative e di accompagnamento a supporto dei bambini con buon potenziale cognitivo (Servizio UOC NPI) Progetto di ricerca sanitaria finalizzata “GR 2010-2318865 THE LAUSANNE TRILOGUE PLAY” – potenziamento del sostegno ai ragazzi con problemi psicopatologici”(Servizio UOC NPI) Progetto "Passo dopo passo": laboratorio socio - educativo pomeridiano per i ragazzi (Limena) Progetto Scuola Genitori Promozione reti di solidarietà familiare Servizio di mediazione familiare Servizio sociale professionale Sostegno all’inserimento lavorativo Sostegno socio - educativo scolastico Sostegno socio - educativo territoriale Sportello Donna Sportello genitori – attività di consulenza Trasporto sociale Progetto prevenzione della dispersione scolastica N.B. In grassetto corsivo sono indicate le azioni innovative 3 PRIORITÀ 2 PROBLEMI DELLA FAMIGLIA NEL TEMPO DELLA MATERNITÀ Problemi - Bisogni: Fragilità del ruolo genitoriale alla nascita di un figlio, in particolare, nel caso di famiglia straniera Aumento dell’infertilità/sterilità nella popolazione adulta in età fertile Difficoltà della famiglia adottiva Interruzione volontaria di gravidanza nelle minorenni Cultura dei paesi a tradizione escissoria: Mutilazioni Genitali Femminili (MGF) nelle bambine (L. n. 7 del 9/01/2006). A Z I O N I - - Politiche 1. Promozione e sostegno della genitorialità 2. Promozione e sostegno alla genitorialità adottiva 3. Coordinamento interistituzionale e con il privato sociale (applicazione linee guida-protocolli di collaborazione) 4. Sostegno alle minorenni 5. Sostegno e protezione della genitorialità 6. Prevenzione e contrasto alle MGF Attività di sostegno alla genitorialità Consultori Familiari: sostegno psicologico dopo il parto, prevenzione delle IVG - presa in carico precoce di maternità giovane, attività di Spazio Giovani, individuazione e prevenzione della maternità fragile e della depressione post – partum, sostegno alle minorenni e alle loro famiglie Centro per le famiglie (compreso il Centro dello Spes che offre, tra l’altro, spazio neutro) Équipe adozioni: gruppi di informazione - formazione sull’adozione nazionale ed internazionale, Supporto alla genitorialità adottiva Logopedia Pediatria di Comunità Progetto di prevenzione – contrasto e riabilitazione delle MGF, (in ottemperanza alla l.7/2006) inclusa la formazione degli operatori socio-sanitari Progetto Scuola Genitori Servizio di NPI-PEE Servizio sociale professionale Sportello genitori – attività di consulenza 4 PRIORITÀ 3 DISOMOGENEA PRESENZA NEL TERRITORIO DEI SERVIZI PER LA PRIMA INFANZIA Problemi - Bisogni: Politiche Promozione al benessere dei bambini 1. Promuovere le azioni che sostengono il potenziamento dei servizi educativi per l’infanzia 2. Promuovere la diversificazione delle tipologie di intervento rivolte all’infanzia A Z I O N I - Contributi e integrazioni a rette per asili nido Contributi e integrazioni a rette per servizi integrativi o innovativi prima infanzia Contributi e integrazioni a rette per strutture semiresidenziali Ludoteche, Servizi Ludico – Ricreativi Progetto “Tane Orsetti” Servizi integrativi o innovativi prima infanzia (Nidi in famiglia, micronidi) Strutture prima infanzia (asili nido, nido integrato, centri infanzia) 5 PRIORITÀ 4 - GRAVI DISAGI DEI MINORI Problemi - Bisogni: - difficoltà socio - educative, relazionali e psicologiche dei minori difficoltà di apprendimento e problemi di tipo affettivo carenze genitoriali di cura ed educative grave trascuratezza/incapacità genitoriale abusi e maltrattamenti maltrattamento e abuso in famiglie straniere disagio psichico gravi disturbi neuropsichici gravi disturbi del comportamento deficit di attenzione e/o iperattività Politiche 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. consolidamento dei processi di deistituzionalizzazione e promozione delle risorse accoglienti sviluppo delle forme di contrasto e cura delle situazioni di maltrattamento e abuso sessuale sviluppo dei processi di accompagnamento dei percorsi adottivi per i bambini adottati con fragilità sviluppo dei percorsi di presa in carico specialistica di ragazzi con psicopatologia, deficit di attenzione e/ iperattività e delle loro famiglie sostegno alla crescita del minore in idoneo ambiente eterofamiliare tutela del diritto dei minori alla relazione con entrambi i genitori sviluppo dell’integrazione tra servizi sostegno e promozione dell’autonomia della donna con figli. 6 A Z I O N I - - Affiancamento figura professionale psicologo ai servizi sociali (Padova) Ambulatorio disturbi alimentari del 3° Servizio Psichiatrico Ulss Appartamenti di sgancio per mamma – bambino Assistenza domiciliare Centri per l’Affido (con apertura CASF presso Distretto n.4) Centro I Girasoli - Progetto Regionale di Cura e Protezione dei bambini, dei ragazzi e delle famiglie in situazione di maltrattamento e abuso; collaborazione con Procure per audizione minori, consulenza agli operatori del sistema dei servizi per i casi di maltrattamento e abuso, formazione operatori sui temi del maltrattamento/abuso, coordinamento rete servizi Comunità educative diurne Comunità educative residenziali (comunità educativa per minori, comunità educativa per minori con Pronta Accoglienza, comunità educativa mamma – bambino, comunità familiare) Comunità educative riabilitative per preadolescenti/adolescenti Consulenza legale al personale (Padova) Consultori Familiari: Percorsi per coppie genitoriali ad alta conflittualità, Sostegno all’esercizio della genitorialità condivisa nella coppia separata o divorziata, anche straniera/mista, Spazio Neutro (genitori separati) Contributi alle famiglie affidatarie Contributi e integrazioni a rette per strutture residenziali Logopedia NPI-PEE: Presa in carico di minori con difficoltà socio - educative, relazionali, psicologiche, di apprendimento, Servizio ambulatoriale di Neuropsichiatria e psicopatologia dell’età evolutiva Progetto prevenzione della dispersione scolastica Promozione reti di solidarietà familiare Servizio di mediazione familiare Servizio sociale professionale - Servizio tutela minori Servizio semiresidenziale per adolescenti con psicopatologia (UOC NPI) Sostegno socio - educativo scolastico Sostegno socio - educativo territoriale Spazio neutro (genitori – figli in affido o in comunità con provvedimento T.M.) Tavolo di concertazione per le politiche a favore dei giovani Trasferimenti per l’attivazione di servizi (affido familiare) Unità Operativa Complessa NP Infanzia e Adolescenza (compreso Servizio ambulatoriale per minori con deficit di attenzione e/o iperattività) 7 PRIORITÀ 5 RISCHIO DI DEVIANZA PER I RAGAZZI Problemi - Bisogni: - aumento numero ragazzi con problemi di comportamento - consumi di alcol e droghe, con abbassamento dell’età di uso e abuso - fatiche nell’acquisizione delle autonomie - scarsa partecipazione alla vita comunitaria - disagio dei giovani - carenza di coordinamento delle politiche per i giovani A Z I O N I - Politiche 1. Promozione al benessere di adolescenti e giovani a) programmazione di servizi di informazione e sensibilizzazione b) programmazione di interventi di prevenzione 2. Sostegno a adolescenti e giovani a) programmazione di servizi per adolescenti b) programmazione di interventi che perseguano finalità di prevenzione, educazione alla sicurezza/legalità, promozione cittadinanza e responsabilità sociale c) promozione di politiche coordinate per favorire l’autonomia dei giovani d) coordinamento politiche per i giovani Animazione territoriale Attività di sostegno alla genitorialità Centri di aggregazione Consultorio Familiare: attività di Spazio Giovani Contatto Giovani Informagiovani Progetto "Padova Meeteen" Progetto prevenzione della dispersione scolastica Progetto Scuola Genitori Progetto "Tutti per uno" Programmi per il servizio civile Programmi per la creatività giovanile Programmi per la mobilità giovanile Sportello di ascolto e consulenza Sportello genitori – attività di consulenza Tavolo di rete 8 PRIORITÀ 6 DIFFICOLTÀ DI INTEGRAZIONE SOCIALE DEI MINORI STRANIERI Problemi - Bisogni: Politiche 1. Promozione al benessere di bambini e ragazzi stranieri e delle loro famiglie A Z I O N I - Centri di aggregazione Centri Diurni estivi Centri per l’Affido (con apertura CASF presso Distretto n.4) Consultori Familiare: Attività di Spazio Giovani Contatto Giovani Contributi alle famiglie affidatarie Contributi economici ad integrazione del reddito familiare Équipe adozioni Interventi di facilitazione linguistica nelle scuole Laboratorio di integrazione interculturale (nelle scuole) Logopedia Mediazione linguistico - culturale NPI-PEE Sostegno socio-educativo scolastico Sostegno socio-educativo territoriale Sportello di ascolto e consulenza Servizio Sociale Professionale - Servizio Tutela minori Struttura A.P. Immigrazione Supporto all’inserimento lavorativo Trasferimenti per l’attivazione di servizi (affido familiare) Unità Operativa Complessa NP Infanzia e Adolescenza (compreso Servizio ambulatoriale per minori con deficit di attenzione e/o iperattività) 9 PRIORITÀ 7 (di sistema) ESIGENZA DI SVILUPPO DELL’INTEGRAZIONE NEL SISTEMA DEI SERVIZI Problemi - Bisogni: - carenza di coordinamento intra-istituzionale - carenza di coordinamento inter-istituzionale - carenza di collaborazione tra i servizi - carenza di coordinamento tra pubblico e privato sociale Politiche 1. Sviluppo del coordinamento e dell’integrazione tra i servizi 10 A Z I O N I - - Attuazione indicazioni Pubblico tutore Collaborazione con Procure per audizione minori - Centro I Girasoli Comunicazione scuola servizi ( accordo di programma per applicazione L.104/92 – avvio gruppo di lavoro per i minori Stranieri) Coordinamento interdisciplinare tra servizi (psichiatria, neuropsichiatria infantile, ecc.) Coordinamento tra CASF Procedure accreditate per l'integrazione ospedale territorio in ambito materno – infantile Protocolli/linee guida per servizi sociali, socio-sanitari, Scuole, Istituzioni Giudiziarie Realizzazione azioni previste dalla DGR Veneto 2416/08 (e attuazione protocollo di collaborazione NPI - Centro Adozione e protocollo di collaborazione Contatto Giovani –Consultori Familiari) Rivalutazione protocollo buone prassi (con costituzione di un gruppo di monitoraggio) Studio di fattibilità per attivazione UO per il ricovero delle urgenze psichiatriche in età evolutiva (10 p.l.) Sviluppo dell’integrazione tra UOC Neuropsichiatria I.A. e il sistema dei servizi Sviluppo di un protocollo operativo per le valutazioni psichiatriche degli adulti nell’ambito della tutela minori Tavolo di rete Tavolo inter-istituzionale territoriale immigrazione ULSS UVMD (e avvio informatizzazione) 11 PRIORITÀ 8 (di sistema) NECESSITÀ DI AZIONI PER SOSTENERE GLI OPERATORI AD AFFRONTARE LA COMPLESSITÀ E LE TRASFORMAZIONI DEL SISTEMA SOCIALE Problemi - Bisogni: Politiche 1. Migliorare il sistema di offerta dei servizi 2. Garantire lo sviluppo delle competenze e il miglioramento delle modalità di lavoro degli operatori 3. Garantire adeguati standard di personale nei servizi sociali. A Z I O N I - - Formazione insegnanti Formazione e consulenza agli operatori dei diversi servizi sui temi del maltrattamento e abuso (Centro I Girasoli) Formazione operatori dei servizi sociali Realizzazione azioni previste dalla DGR Veneto 2416/08 (e attuazione protocolli di collaborazione NPI - Centro Adozione e Contatto Giovani –Consultori Familiari) Sperimentazione nuovi modelli di intervento nei casi di maltrattamento e abuso Supervisione professionale agli operatori dei servizi sociali 12 1A-Tabella mantenimento Interventi Soggetti responsabili della gestione Posti/utenti totale finanziamenti Risorse per la gestione corrente AMBULATORIO DISTURBI ALIMENTARI 3 SERVIZIO PSICHIATRICO ULSS 16 n.d. risorse interne Attività di informazione e sensibilizzazione Comune di Piove di Sacco 30 5.000,00 Regione - Ulss - Comuni - Altro n.d. risorse interne Padova, Piove 200 155.926,00 117 270.615,23 Padova, Rubano, Selvazzano, Spes Comune di Padova 715 214.252,60 Ulss n.d. risorse interne ULSS - Comuni - scuola n.d. risorse interne CONSULTORIO FAMILIARE ULSS 16 n.d. 3.181.540,51 CONTATTO GIOVANI ULSS 16 n.d. 150.658,48 Attuazione indicazioni Pubblico Tutore Centri per l'affido CENTRO GIRASOLI Centro per le famiglie Consulenza legale al personale Collaborazione con Procure per audizione minori (Centro i Girasoli) Comunicazione scuola servizi Contributi e integrazioni a rette per strutture semi residenziali Contributi economici ad integrazione del reddito familiare ULSS 16 Padova Tutti i Comuni (27 rispondenti) Risorse per investimenti Note 6.000,00 111 1.266 165.257,00 685.293,00 13 Interventi Soggetti responsabili della gestione CONVENZIONE CON CENTRO VENETO PROGETTI DONNA ULSS 16 EQUIPE ADOZIONI ULSS 16 totale Posti/utenti finanziamenti Ulss, Unipd, Uff. Prov. Scolastico, Associazioni comuni LAVORO DI COMUNITA' Padova Mediazione linguistico - culturale NPI - PEE Padiatria di Comunità Note 20.000,00 419.808,91 Ulss Formazione operatore servizi sociali LOGOPEDIA Risorse per investimenti 176 225 Formazione e consulenza agli operatori dei diversi servizi sui temi del maltrattamento e dell’abuso (Centro i Girasoli) Formazione insegnanti Risorse per la gestione corrente ULSS 16 Albignasego, Montegrotto, Padova, RUBANO( Noventa non arrivato dato) ULSS 16 n.d. risorse interne n.d. risorse interne n.d. risorse interne 1.000 1.609 azione di sistema azione di sistema azione di sistema 71.382,92 757.459,32 287.680,69 367 n.d. ULSS 16 1.695.190,15 4.024.113,56 21.314 Procedure accreditate per l'integrazione ospedale territorio in ambito materno-infantile progetto "Passo dopo Passo" ULSS 16 risorse interne Comune di Limena 35 azione di sistema 23.950,00 14 Interventi Soggetti responsabili della gestione PROGETTO DI PREVENZIONE CONTRASTO E RIABILITAZIONE DELLE MGF INCLUSA LA FORMAZIONE OPERATORI SOCIOSANITARI ULSS 16 Progetto di prevenzione della dispersione e promozione del successo scolastico progetto Padova meeteen PADOVA PROGETTO SCUOLA-GENITORI Progetto tutti per uno totale Posti/utenti finanziamenti Risorse per la gestione corrente Risorse per investimenti Note 38.698,06 375 139.694,00 5.000 Padova n.d. Limena, Montegrotto, Padova, Selvazzano Comune Padova 805 14.226,71 23.584,48 15.033,20 168 Programmi creatività giovanile Comune Padova Programmi mobilità giovanile Comune Padova 248.146 154.497,40 Programmi serv. Civile Comune Padova 88728,35 46.111,90 Protocolli Linee Guida per servizi sociali, sociosanitari, scuole, istituzioni giudiziarie Realizzazione azioni previste da DGR 2416 Servizio di Mediazione Familiare Ulss Privato Sociale (Ospedale CAV Culla segreta) comuni - ulss 167.899,25 risorse interne azione di sistema risorse interne azione di sistema Brugine, Ulss risorse interne 15 Interventi Servizio Semiresidenziale per adolescenti con psicopatologia Servizio Sociale Professionale-Servizio tutela minori Sostegno all'inserimento lavorativo Spazio Neutro (genitori-figli con provvedimento TM) Soggetti responsabili della gestione STRUTTURA A.P. IMMIGRAZIONE Supervisione professionale agli operatori dei servizi sociali Sviluppo dell’integrazione tra UOA Neuropsichiatria I. A. e il sistema dei servizi Risorse per la gestione corrente ULSS 16 n.d. 94.602,00 TOTALE COMUNI 3917 1.718.814,00 Comune di Padova Risorse per investimenti Note 0,00 Padova Sperimentazione nuovi modelli di Ulss intervento nei casi di maltrattamento e abuso Sportello di ascolto e consulenza Noventa giovani SPORTELLO DONNA Abano, Noventa, Ponte, Saonara Sportello Genitori - attività di consulenza totale Posti/utenti finanziamenti 25 7.226,71 risorse interne 15 65 azione di sistema 5.000,00 n.d. Albignasego, Legnaro, Noventa, Sacoclongo, Saonara, Selvazzano ULSS 16 227 19.825,00 269 289.200,29 Abano 7 225,00 Ulss risorse interne azione di sistema 16 Interventi Sviluppo di un protocollo operativo per le valutazioni psichiatriche degli adulti nell’ambito della tutela minori Tavolo di rete Soggetti responsabili della gestione totale finanziamenti Posti/utenti Risorse per la gestione corrente Comuni e Ulss risorse interne Comune di Selvazzano 220 14.000,00 TAVOLO INTER-ISTITUZIONALE TERRITORIALE IMMIGRAZIONE ULSS Trasferimenti per l'attivazione di servizi (affido familiare) ULSS 16 11 risorse interne Padova n.d. 8.564,00 UOC NPI ULSS 16 n.d. 1.433.060,64 Risorse per investimenti Note azione di sistema 17 1B-Tabella potenziam – riconver Interventi Affiancamento figura professionale psicologo Soggetti responsabili della gestione totale Posti/utenti finanziamenti Risorse per la gestione corrente Risorse per investimenti Note Padova, Piove di Sacco 122 74.191,86 AGGIUNTO 1 COMUNE 12 Comuni 83 139.331,00 AGGIUNTI 11 COMUNI 38 77.744,00 14 Comuni qui elencati 1375 76.676,00 8 Comuni 781 381.718,00 Centri diurni estivi( ex centro ricreativo estivo) Tutti i Comuni (15 rispondenti) 4343 645.865,00 Contributi alle famiglie affidatarie Tutti i Comuni (17 rispondenti) 153 554.343,00 Contributi e integrazioni a rette per asili nido Tutti i comuni (10 rispondenti) 829 1.080.912,00 AUMENTATI E CAMBIATI I COMUNI COINVOLTI AUMENTATO IL NUMERO DEI COMUNI AUMENTATO IL NUMERO DEI COMUNI DIMINUITO IL NUMERO DEI COMUNI AUMENTATI E CAMBIATI I COMUNI COINVOLTI DIMINUITO IL NUMERO DEI COMUNI COIVOLTI AUMENTATO IL NUMERO DEI COMUNI AUMENTATI E CAMBIATI I COMUNI COINVOLTI 18 Assegnazioni economiche per il sostegno alla domiciliarità e alla'autonomia personale (assegno di cura) Assistenza Domiciliare Attività di sostegno alla genitorialità Centri di Aggregazione Sociale Contributi e integrazioni a rette per servizi integrativi o innovativi prima infanzia Contributi e integrazioni a rette per strutture residenziali Tutti i Comuni (12 rispondenti) 126.075,00 Tutti i comuni (3 rispondenti) 134.421,00 124 Tutti i comuni (15 rispondenti) 2.258.930,00 178 Interventi Informagiovani Soggetti responsabili della gestione totale Posti/utenti finanziamenti Risorse per la gestione corrente 14 Interventi di facilitazione linguistica nelle scuole Padova Progetto Tane Orsetti PADOVA 30.000 704.044,00 2.000 74.000,00 39.569,82 78 Promozione reti solidarietà familiare Rivalutazione protocollo Buone Prassi Servizi ludico ricreativi LUDOTECHE Comune di Albignasego risorse interne comuni - ulss risorse interne 7 COMUNI 288.572,35 806 Sostegno socio-educativo scolastico Tutti i comuni (17 rispondenti) 459 228.301,00 Sostegno socio-educativo territoriale Tutti i comuni (25 rispondenti) 1.132 767.176,00 Trasporto Sociale Cadoneghe,Cervarese, Padova,Rovolon, Saccolongo Selvazzano,Teolo UVMD (informatizzazione) Comuni e Ulss 6.866,00 risorse interne Risorse per investimenti Note AUMENTATO IL NUMERO DEI COMUNI DIMINUITO IL NUMERO DEI COMUNI COIVOLTI aumento delle risorse destinate Cambiato il comune coinvolto potenziamen to dell'azione di sistema DIMINUITO IL NUMERO DEI COMUNI COIVOLTI AUMENTATI E CAMBIATI I COMUNI COINVOLTI AUMENTATO IL NUMERO DEI COMUNI AUMENTATO IL NUMERO DEI COMUNI potenziamen to dell'azione di sistema 19 1C -Tabella Azioni innovative Interventi Progetto EDUCATION TO TALENT (E.T.)- attività formative e di accompagnamento a supporto dei bambini con buon potenziale cognitivo) Soggetti responsabili della gestione ULSS 16 UOC NPI ULSS 16 PADOVA UOC NPI Progetto di ricerca sanitaria finalizzata “GR 2010-2318865 THE LAUSANNE TRILOGUE PLAY” – potenziamento del sostegno ai ragazzi con problemi psicopatologici”(Servizio UOC NPI) Centri per l'affido Coordinamento tra CASF totale finanziame nti Posti/uten ti Risorse per la gestione corrente Risorse per investimenti Note 44.800,00 200.000,00 Selvazzano per Distretto 4 157.174,00 Comuni di Padova, Piove di Sacco, Selvazzano risorse interne azione di sistema 20 AREA ADULTI-ANZIANI L’invecchiamento della popolazione: una sfida e un’opportunità La popolazione del nostro paese non solo invecchia ma si trasforma e si riduce progressivamente per il declino della fertilità e del tasso di natalità. Dati ISTAT prevedono che nel 2050 gli over 65enni attualmente il 18% della popolazione Italiana diventeranno il 34,4% e gli over 80, attualmente il 4,3% della popolazione, il 14,2%. E’ evidente che i parametri utilizzati per pianificare le risorse e offrire i servizi assistenziali necessari devono tener conto del cambiamento che sta subendo la popolazione anziana. Peraltro, se invecchiare non è una malattia, e gli anziani sani possono ricoprire ancora significativi ruoli sociali all’interno della famiglia e della società, non vi è dubbio che il loro aumento numerico si accompagna ad un aumento numerico assoluto di coloro che soffrono di gravi limitazioni, ossia di anziani con fragilità, nonostante nell’ultimo trentennio siano stati posti in atto interventi di prevenzione e cura di comuni e importanti malattie. Basti pensare che circa il 12% degli ultra - sessantacinquenni oggi è affetto da Diabete mellito. Meno di metà della popolazione italiana anziana è in condizione di peso normali, solo il 38% degli uomini e il 44% delle donne. Il 20 % degli ultra-sessantenni è inoltre è affetto da bronco pneumopatia cronica ostruttiva, che è la causa del 13% dei ricoveri ospedalieri e dipende per la maggior parte dei casi da fumo di sigaretta, anche passivo, e da polveri e agenti inquinanti. Tra i soggetti con più di 80 anni, il 10 % è affetto da scompenso cardiaco mentre la sordità con relativi disturbi della comunicazione colpisce una persona su due dopo i 75 anni. La comparsa di alcune malattie sopraelencate sono da attribuire al contesto sociale nel suo complesso, a stili di vita e consuetudini errate. Non c’è tempo da perdere, quindi, nell’attuare una serie di azioni di prevenzione delle malattie e promozione della salute. Dati generali relativi alla Popolazione Anziana ULSS 16 Nel territorio dell’ULSS 16 di Padova si è assistito negli ultimi anni al progressivo invecchiamento della popolazione, rispecchiando peraltro l’andamento demografico globale Italiano e degli altri paesi industrializzati. Il Piano di Zona Area Anziani ha come bacino di utenza gli anziani del nuovo Territorio dell’ULSS 16 che a fronte di una popolazione complessiva (al 1/1/2011) di 491.191 abitanti suddivisa in 29 comuni, conta 101.292 residenti di età superiore ai 65 anni pari al 20,6% della popolazione totale. La popolazione ultra settantacinquenne, età in cui si stima che oltre l’88% degli anziani abbia bisogno di qualche aiuto per una vita indipendente, è pari a 46.663 abitanti (9,5% della popolazione (Font: Ufficio Statistica dell’Ulss 16). Obiettivi prioritari del presente piano di zona sono l’adozione di politiche coerenti e coordinate nell’ottica della prevenzione e della promozione della salute: favorire il consumo di cibi sani e un’alimentazione corretta; contrastare l’uso di tabacco e alcool; favorire stili di vita che contemplino una maggiore attività fisica idonea; favorire il mantenimento del tono muscolare e della massa ossea. In particolare gli interventi riguardano: - la promozione del benessere psico-fisico; - l’assistenza all’anziano in situazioni di fragilità; - il supporto alle famiglie che accudiscono anziani. 21 Il contesto demografico nell’Ulss 16 di Padova I residenti nei 29 Comuni dell’ULSS 16 all’1/1/2011, secondo i dati ISTAT, sono 491.191, 1/5 dei quali ha 65 anni o più, ed è composto, in maggioranza, da donne (Tab. 1.1.). Classi d’età 65-69 70-74 75-79 80-84 85-89 90-94 95-99 100+ Totale MASCHI N° % 12.195 29,2% 11.578 27,8% 8.490 20,4% 5.576 13,4% 2.886 6,9% 769 1,8% 215 0,5% 6 0,0% 41.715 100% FEMMINE N° % 14.122 23,7% 14.065 23,6% 11.938 20,0% 9.626 16,2% 6.477 10,9% 2.335 3,9% 976 1,6% 38 0,1% 59.577 100% Totale N° 26.317 25.643 20.428 15.202 9.363 3.104 1.191 44 101.292 % 26,0% 25,3% 20,2% 15,0% 9,2% 3,1% 1,2% 0,0% 100% Tabella 1.1: distribuzione per età e genere – Popolazione ultra65enne ULSS 16 al 1/1/2011 Fonte dei dati: ISTAT. Elaborazione: U.O. Statistica dell'U.L.S.S. n° 16 Questa percentuale di ultra 65enni (20,6%) è molto allineata alla percentuale italiana (20.1%) ma va ricordato che rappresenta la media tra aree geografiche molto diverse. I 6 Distretti della ULSS 16 infatti presentano una proporzione decisamente disomogenea di popolazione ultra 65enne che va dal 17,5 % dei distretti 4 e 6 al 23,7% del Distretto 1, come evidenziato nella tabella 1.2: Distretto N. 1 2 3 4 5 6 Totale 16 N. Anziani % sulla popolazione ultra 65enni generale del Distretto 27.421 23,7% 20.441 21,4% 20.333 20,5% 13.617 17,5% 7.921 21,3% 11.559 17,5% ULSS 101.292 20,6% Tabella 1.2: numerosità e percentuale di ultra 65enni per Distretto in ULSS 16 – al 1/1/2011 Fonte dei dati: ISTAT 22 PRIORITÀ DEL PIANO DI ZONA 2011-2015 PRIORITÀ N. 1 ISOLAMENTO, SOLITUDINE E SEDENTARIETÀ DELL’ANZIANO E RINUNCIA AL RUOLO SOCIALE Fa parte dell’essere umano la consapevolezza della connessione tra percezione della propria identità e senso della propria utilità sociale. L’interruzione per pensionamento a circa 65 anni dell’attività lavorativa in una società, in cui l’identità sociale degli individui ruota intorno ad un asse principale costituito dal lavoro, coincide con la percezione di inutilità e con l’instaurarsi di problemi di salute, in molti casi connessi alla perdita del ruolo sociale. Politiche 1. 2. 3. 4. Garantire la continuità del livello di socializzazione degli anziani e la partecipazione alla vita sociale della comunità di appartenenza; Favorire l’accesso alla banca dati relativa alle attività di volontariato compatibili con l’età anziana; Sostenere la mobilità degli anziani nel proprio ambiente di vita e nel territorio; Promuovere il coinvolgimento degli anziani in attività socialmente utili anche remunerate. A. Azioni finalizzate a contrastare il rischio di rinuncia al ruolo sociale dell’anziano e il suo isolamento: - Centri di Aggregazione Sociale - Laboratori creativi - Soggiorni climatici - Attività Culturali e Formative - Trasporto sociale - Centri Diurni per persone anziane autosufficienti - Falansterio (Housing sociale) - Centri di Ascolto - Servizio Nonni vigili - Progetto regionale recupero e riciclo ausili con utilizzo anche di lavoro di anziani in pensione (DGR 1378 del 12.5.2009) - Attività Motorie - Attività di informazione e sensibilizzazione - Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati B. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate in forma trasversale a tutte le azioni a sostegno delle persone: - Servizio Sociale Professionale 23 Indicatori: Percentuale annua dal 2011 – trend di crescita di anziani inseriti in: - Attività motorie; - Attività lavoro socialmente utile, anche remunerato PRIORITÀ N. 2 FRAGILITÀ PSICO-FISICA DELLE PERSONE ANZIANE, SOLE E IN COPPIA L’invecchiamento è un processo continuo che inizia convenzionalmente a 65 anni e la fragilità di conseguenza è il complessivo declino fisico e mentale, diverso da persona a persona, che cambia nel tempo con il cambiare delle condizioni di salute e di vita. La fragilità viene vista come la perdita di risorse in differenti ambiti funzionali (fisico – biologico – psicologico – sociale), che conducono ad un calo della capacità di riserva per far fronte a stress di varia natura. Essa è, di fatto, una diminuzione della capacità nel portare avanti le principali attività sociali e pratiche della vita quotidiana. Politiche 1. Avviare a fianco delle attuali forme di assistenza, orientate prioritariamente ad intervenire nei confronti del cittadino già in condizioni di disagio o patologia conclamata, un insieme di interventi integrati programmati in un’ottica di gestione multidisciplinare atti a cogliere i segnali di rischio o prodromici di malattia e finalizzati a contenere la traiettoria di sviluppo della malattia o evitare l’insorgere di problemi associati all’età. 2. Garantire una presa in carico globale del bisogno degli anziani integrando e ottimizzando i servizi della rete; 3. Approfondire la conoscenza dei bisogni delle persone anziane fragili. Per la realizzazione di queste politiche si predispongono le seguenti azioni: A. Azioni finalizzate a garantire il monitoraggio delle condizioni psicofisiche degli anziani fragili per garantire interventi direttamente correlati al manifestarsi di eventi sanitari acuti o di disagi e difficoltà: - Aiuto Anziani - TeleAdozione - Telesoccorso - Telefonata Amica - Pronto Anziani B. Azioni che realizzano una prevenzione di base e integrano i bisogni degli anziani legati alla progressiva riduzione delle competenze e delle capacità di vita autonoma: - Centri Diurni per persone anziane autosufficienti - Assistenza Domiciliare Socio Assistenziale - Distribuzione Pasti e/o Lavanderia a domicilio - Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari 24 - Inserimenti temporanei (brevi soggiorni) in struttura residenziale e in centro diurno a sostegno della domiciliarità1 Casa per Persone Anziane autosufficienti Trasporto sociale Sportelli Integrati Distrettuali Punti Unici Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati C. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate in forma trasversale a tutte le azioni a sostegno delle persone: - Servizio Sociale Professionale D. Azione finalizzata a fornire un’analisi della fragilità dell’anziano e della sua evoluzione nel tempo per individuare i correttivi che si possono attivare per evitare il ricorso, per esempio, ai ricoveri ospedalieri troppo frequenti: - Banca dati fragilità attraverso la partecipazione al progetto regionale con la Johns Hopkins University di Baltimora (USA) Indicatori : - Aumento progressivo percentuale dell’età media per la richiesta di inserimento in Centro Servizi; - Aumento in percentuale n. UVDM per progetto assistenziale domiciliare in rapporto a progetto assistenziale per accoglienza in Centro Servizi. PRIORITÀ N. 3 AUMENTO DI ANZIANI CON MALATTIA DI ALZHEIMER E ALTRE FORME DI DEMENZA. La problematica è strettamente collegata ai processi di invecchiamento della popolazione, in particolare all’innalzarsi dell’età media dell’anziano. L’aumento di queste malattie croniche e degenerative è causa di disabilità che condizionano pesantemente la qualità della vita dell’anziano che ne è colpito e determinano importanti ripercussioni a livello assistenziale sotto vari profili in particolare di carattere economico e organizzativo sia per la famiglia che per il sistema dei servizi a seguito della crescente domanda di assistenza continuativa. Prendersi cura del malato di Alzheimer, in generale, dei soggetti colpiti da decadimento cognitivo significa affrontare una molteplicità di aspetti di pertinenza sanitaria e sociale con un intreccio di competenze, conoscenze e servizi che devono agire necessariamente in modo integrato se si intende realizzare una risposta organizzativa efficace ai bisogni del malato e della famiglia. Il ruolo, in particolare, di chi assiste un malato di Alzheimer è complesso e articolato poiché non coinvolge solamente la tutela dei bisogni fisici, l’esigenza continua di sorveglianza nelle fasi intermedia e finale della malattia, l’ assistenza personale (igiene e cura della persona) e gestione della casa, ma anche la presa in carico della dimensione, psichica affettiva e sociale. In altre parole, il caregiver è chiamato all’importante e 1 Per favorire l’accesso delle persone a tale servizio sono stanziate specifiche risorse regionali che garantiscono forme di riduzione nel pagamento della retta alberghiera, in ragione della situazione economica dell’assistito (ISEE). Tale valutazione viene effettuata in sede di UVMD per tramite dell’Assistente Sociale del Comune di residenza del beneficiario. (attualmente sospesa. Si concorda la possibilità di ingresso immediato in NAISS, da Ospedale o PS, nel caso la famiglia si accolli i costi della quota alberghiera. Nel caso di possibile necessità di intervento economico dell’Amministrazione Comunale appare indispensabile il passaggio preliminare in UVMD). 25 difficile ruolo di promuovere il mantenimento/miglioramento della qualità della vita e della dignità del malato. I percorsi di auto - mutuo aiuto consentono ai familiari e al caregiver uno spazio di parola in cui esprimere i propri bisogni e sentirsi valorizzati e riconosciuti. Politiche 1. Garantire il coordinamento, la collaborazione e la compresenza delle professionalità diverse della rete assistenziale superando le rigidità tecniche e istituzionali al fine di garantire la costruzione di progetti di qualità per gli interessati; 2. Sostenere la famiglia che si fa carico di malati affetti da diverse forme di demenza senile attraverso la costruzione, da parte dei soggetti che di tali tematiche si occupano, di una relazione di accompagnamento finalizzato a trasformare la famiglia in “soggetto attivo” non vittima della malattia del congiunto. Per la realizzazione di queste politiche si predispongono le seguenti azioni: A. Azioni che garantiscono il livello di valutazione interprofessionale della malattia e l’avvio coordinato dei servizi e delle prestazioni socio sanitarie: - Sportelli Integrati Distrettuali - Valutazione multidimensionale (UVDM) - Punti Unici B. Azioni finalizzate a garantire le cure al malato e contestualmente a supportare il carico assistenziale del caregiver: - Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari - Inserimenti temporanei (brevi soggiorni) in struttura residenziale e in centro diurno a sostegno della domiciliarità - Distribuzione Pasti e/o Lavanderia a domicilio - Assegni di Cura - Trasporto sociale - Corsi di Auto Mutuo Aiuto per familiari e caregiver - Incontri di formazione per familiari, caregivers e volontari - Percorsi formativi per i caregivers differenziati per le diverse fasi della malattia - Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati - Studio di fattibilità per l’attivazione di un nucleo SAPA C. Azioni che appartengono a tipologie assistenziali diverse e destinate a supportare i bisogni che i pazienti con demenza richiedono nell’arco della storia naturale della malattia. Si tratta di azioni che offrono una soluzione intermedia tra le cure domiciliari e l’istituzionalizzazione permanente, sollevando i familiari per alcune ore del giorno dal peso assistenziale, garantendo, in alcuni casi, una terapia riabilitativa fisica, occupazionale e neuropsicologica: - Centri Diurni assistenziali/riabilitativi per persone anziane non autosufficienti - Centri Servizi per persone anziane non autosufficienti - C.D.C. (Centri di Decadimento Cognitivo) - Attività di informazione e sensibilizzazione - Interventi, anche ambulatoriali, di stimolazione cognitiva rivolti ai pazienti nelle prime fasi della malattia 26 D. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate, in forma trasversale a tutte le azioni a sostegno delle persone: - Servizio Sociale Professionale Indicatori: - Monitoraggio richieste di inserimento in Centri di Servizi; - Aumento utenti servizi domiciliari. PRIORITÀ N. 4 AUMENTO DEL CARICO ASSISTENZIALE DELLE FAMIGLIE/CAREGIVER DELLE PERSONE ANZIANE AFFETTE DA MALATTIE GRAVI E INVALIDANTI. La malattia di un familiare anziano, specialmente se cronica e invalidante, costituisce uno dei passaggi più critici di una famiglia: In particolare, il caregiver all’interno della famiglia è colui/e che si fa carico in modo attivo della persona malata e detiene, per scelta o per necessità, il ruolo primario nell’assistenza. L’impegno anche in termini di ore giornaliere, a volte, è molto importante e i familiari o il caregiver devono in alcuni casi ridurre o interrompere la loro rete di relazioni per far fronte al compito assistenziale. La situazione di stress può essere molto elevata e incide anche sulla salute del caregiver, soprattutto se si tratta del coniuge a sua volta anziano. I risvolti di un impegno assistenziale importante possono investire il piano della vita privata e sociale, della salute, il vissuto emotivo e la sfera economica. Politiche 1. 2. 3. 4. Allungare la permanenza e la qualità della vita dell’anziano a domicilio per ritardare gli ingressi definitivi nelle strutture residenziali; Supportare il carico assistenziale ed emotivo per prevenire forme di stress della famiglia/caregiver, con conseguente richiesta di ricoveri frequenti del congiunto e precoci istituzionalizzazioni; Realizzare una continuità assistenziale attuando una presa in carico complessiva dei bisogni del paziente e della sua famiglia; Garantire la continuità territorio/ospedale/territorio evitando i ricoveri ripetuti e promuovendo le dimissioni concordate dei pazienti. A. Azioni necessarie nella presa in carico degli anziani affetti da patologie multiple per l’acquisizione di una corretta diagnosi socio sanitaria che permetta di tradurre i problemi di salute e i problemi assistenziali in interventi adeguati: - Sportelli Integrati - Punti Unici - Valutazione multidimensionale (UVDM) B. Azioni finalizzate all’assistenza dell’anziano multiproblematico con il supporto di un sistema coordinato di servizi e azioni per mantenere più a lungo possibile l’anziano a domicilio e garantire contestualmente il supporto ai familiari accudenti: - Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari - Distribuzione Pasti e/o Lavanderia a domicilio 27 - Centri Diurni assistenziali/riabilitativi per persone anziane non autosufficienti - Inserimenti temporanei in struttura residenziale e in centro diurno a sostegno della domiciliarità, proponendo all’ULSS di valutare la possibilità di riservare sperimentalmente n. 3 impegnative di residenzialità agli inserimenti temporanei - Trasporto sociale Assegno di Cura Attività specialistica a domicilio e/o presso Centri di Servizi Ambulatorio Integrato dell’Anziano Disponibilità dei centri servizi ad attivare progetti territoriali integrati C. Azioni finalizzate a gestire le dimissioni dall’ospedale e il rientro a domicilio dell’anziano dopo un ricovero ospedaliero: - SECC (Servizio di Continuità delle Cure) - Definizione percorsi assistenziali per la continuità delle cure - Triage socio-sanitario (OSA) D. Azioni finalizzate ad affrontare l’inserimento in una nuova struttura di degenza e/o accoglienza caratterizzata da minor costo assistenziale diversa dall’ospedale, eventualmente anche con la partecipazione finanziaria dell’assistito. Si tratta di strutture che garantiscono sorveglianza medica, assistenza infermieristica e/o riabilitazione all’interno di un progetto di cure integrate di durata variabile: - Struttura Intermedia/ Ospedale di Comunità - Nuclei Alta Intensità Socio-Sanitaria (NAISS) / Unità di Riabilitazione Territoriale (URT) - Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti - Hospice - Stati Vegetativi Permanenti (SVP) E. Azione che garantisce l’avvio delle procedure di intervento socio sanitario integrate, in forma trasversale a tutte le azioni a sostegno delle persone: - Servizio Sociale Professionale Indicatori: - Percentuale aumento n. anziani affetti da demenza senile accolti presso i Centri Diurni - Numero di residenze che hanno attivato PL di NAISS PRIORITÀ N. 5 TENDENZA ALLA FRAMMENTAZIONE NELL’EROGAZIONE DELLE PRESTAZIONI RIVOLTE AGLI ANZIANI E CONSEGUENTE PERDITA DELLA DIMENSIONE DI PRESA IN CARICO GLOBALE DELLA PERSONA L’obiettivo è garantire e assicurare risposte integrate ai bisogni socio-assistenziali e socio-sanitari delle persone anziane e delle loro famiglie attraverso una valutazione delle risorse più idonee a rispondere al bisogno. 28 Per realizzare la priorità e le politiche ad essa correlate è necessario riproporre la centralità del cittadino rispetto alla rete dei servizi. Tale rete dei servizi, negli ultimi anni, sta andando incontro ad un notevole sviluppo, frutto della specializzazione dei servizi e del contributo mirato dei privato sociale e sta assumendo un ruolo sempre più importante nel garantire i livelli essenziali di assistenza al cittadino. L’assistenza primaria, grazie alla rete dei servizi, intercetta i bisogni percepiti dalla popolazione attivando percorsi omogenei di natura socio sanitaria. Politiche 1. 2. 3. Favorire l’integrazione delle procedure di informazione, accoglienza e monitoraggio dei casi in carico; Ottimizzare le potenzialità del modello di rete superando la divisione settoriale ed autoreferenziale dei servizi per realizzare una rete integrata dei servizi e rispondere senza vuoti assistenziali alla globalità e mutabilità dei bisogni; Integrare le risorse socio sanitarie proprie e dei centri di servizio con le risorse territoriali a supporto delle attività socio sanitarie domiciliari. A. Azioni che presiedono al processo di integrazione dei Servizi: - Valutazione multidimensionale (UVDM) - Valutazione multidimensionale UVDM in Videoconferenza - Sportelli Integrati Distrettuali - Adozione linee operative omogenee per accesso ai servizi domiciliari comunali, ai contributi economici e all’integrazione delle rette per progetti di semiresidenzialità e residenzialità - Apertura dei centri di servizio con attività rivolte agli anziani del territorio (attività motoria, mensa, attività diurne di socializzazione,…) - Nucleo Cure Palliative domiciliare: Integrazione tra Infermieri Distretti - MMG - OOSS Comuni - Volontari Indicatori: - Raggiungimento del 2% del tasso di copertura della popolazione anziana con interventi ADI - Numero di accordi tra Centri servizi e Comuni, tra Centri di servizi e distretti relativi ad attività comuni a supporto della domiciliarità 29 AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015 Azioni di Mantenimento Interventi Soggetti responsabili della Gestione Centri di Aggregazione Sociale Laboratori creativi Attività Motorie Attività di informazione e sensibilizzazione Interventi per l'integrazione sociale dei soggetti deboli o a rischio - Centri di ascolto telefonici Comuni / Centri Servizi Servizio Sociale Professionale Comuni / ULSS Telesoccorso – telecontrollo Tele Adozione Pronto Anziano Comuni Centro Ascolto S. Camillo Associazione Invecchiamento Attivo e Solidarietà Intergenerazionale - IASI Pro Senectute c/o Altavita IRA / Progetto Senes ULSS Centri Diurni per persone anziane autosufficienti Assistenza Domiciliare Integrata con servizi sanitari Assistenza domiciliare Socio Assistenziale Distribuzione pasti e/o Lavanderia a domicilio Trasporto sociale Comuni / Privato Sociale Comuni Privato Sociale / Comuni Valutazione multidimensionale Comuni / ULSS (UVDM): quale strumento privilegiato per la definizione del P.A.I., anche in videoconferenza Assegnazioni economiche alle persone anziane per il Comuni sostegno della domiciliarità e dell'autonomia personale Politica/che di riferimento Anno Posti / utenti Risorse € Politica Politica Politica Politica Politica Politica 1.1 1.1 1.1 1.1 1.1 2.1 2013 16.045 940.052,00 2013 496 14.525,00 Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica 1.1 2.1 3.2 4.3 2.1 2.1 2.2 2013 7.143 1.075.245,00 2013 2013 2013 1692 8.180,00 Volontariato Quote dei Soci Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica 1.1 2.2 3.2 4.2 2.2 3.2 1.3 2.2 3.2 4.2 3.1 4.1 5.1 3.2 4.2 2013 300 10.000,00 2013 638 1.650.728,00 2013 1110 2.289.736,00 2013 1212 142.695,00 2013 5088 Risorse interne 2013 2640 5.312.133,00 30 Punti Unici ULSS Centro polifunzionale “A. Spinelli” per anziani del comune di Cadoneghe Casa per persone anziane autosufficienti “Pensionato Piaggi” Casa per persone anziane autosufficienti Cadoneghe Casa Albergo/mini alloggi per anziani – Residenza “Airone” Casa per persone anziane autosufficienti Casa per persone anziane autosufficienti Casa per persone anziane autosufficienti Casa per persone anziane autosufficienti Casa per persone anziane autosufficienti “L. Configliachi” Centri Diurni per persone anziane non autosufficienti Centro Diurno “Anziani a Casa Propria” Altavita IRA – Padova Residenza Parco del Sole – CODESS Sociale - Padova OIC Centro Nazareth – Fondazione OIC – Padova Residenza Breda – Istituto Configliachi Casa Sogggiorno CRAUP – Piove di Sacco Casa di riposo MARIA BAMBINA - Padova Istituto “L. Configliachi” Padova Centro Diurno Monte Grande Centro Diurno “Madre Teresa di Calcutta” OPSA - Rubano Centro Diurno Villa Altichiero Centro Diurno “Casetta Michelino” Centro Diurno Anziani CRAUP 2.2 3.1 4.1 1.1 2.2 2.2 2013 Risorse interne 2013 PL: 23 20.766,00 2013 PL: 88 1.663.726,00 Politica 2.2 2013 PL: 33 NR Politica 1.1 Politica 2.2 Politica 2.2 2013 PL: 115 NR 2013 PL: 188 NR Politica 2.2 2013 PL: 32 NR Politica 2.2 2013 PL: 12 NR Politica 2.2 2013 PL: 6 NR Politica 2.2 2013 PL: 35 NR 2013 20 2013 2013 30 20 2013 2013 2013 12 40 10 2013 30 (aut. ma non convenzionati) 40 Privato Sociale Ass. “Anziani a Casa Propria” Onlus PD Altavita IRA – Padova Centro Servizi di Noventa Padovana Centro Servizi Villa Altichiero Ass.ne Progetto Senes Centro Residenziale Umberto 1° - Piove di Sacco Altavita IRA - Selvazzano Casa Famiglia Gidoni Centro Diurno “Le Magnolie” Politica Politica Politica Politica Politica Politica Politica 3.2 Politica 4.4 1.545.793,58 31 Centro di Servizi per persone anziane non autosufficienti Privato Sociale Casa di Riposo di Noventa Padovana IPAB - Noventa Padovana 2013 Casa di Riposo Maria Bambina Casa di Soggiorno “Residenza Breda” Istituto Riposo per Anziani Congregazione Suore - Padova Istituto L. Configliachi Altavita IRA – Padova 2013 2013 2013 Istituto Riposo per Anziani – Palazzo Bolis Altavita IRA – Padova 2013 Centro Servizi “Civitas Vitae” Residenza Santa Fondazione O.I.C. Chiara Centro Servizi “Civitas Vitae” Residenza Fondazione O.I.C. Giubileo Centro Servizi Nazareth Fondazione O.I.C. Residenza “Parco del Sole” CODESS Sociale - Padova Politica 3.2 Politica 4.4 42.266.527,00 2013 PL 66 (I°) + 24 (II°) = 90 PL 60 PL 108 PL 30 (Tulipani – I°) 246(I°)+ 120(II°) = 396 PL 96 (I°) + 24 (II) = 120 di cui 20 PL CRIC PL 312 + 213 (I°) +168 (II°) = 693 2013 2013 2013 PL 72 (I°) 140(I°)+24 (II°) = 164 Centro Servizi Villa Altichiero Centro Villa Altichiero - Padova Casa Soggiorno “L. Configliachi” Istituto “L. Configliachi” Padova Centro Servizi “A. Galvan” Pontelongo CRAUP Piove di Sacco 2013 83 (I°) + 24 (II°) = 107 2013 229 (I°) + 48 (II°) = 277 2013 66 (I°) + 24 (II°) = 90 2013 96(I°) + 18 (II°) = 114 CRAUP Piove di Sacco Comuni / ULSS 2013 85 (I°) + 24 (II°) = 109 2013 34 (I°) Opera Provvidenza Sant’Antonio – Rubano Opera Provvidenza Sant’Antonio – Rubano 2013 Centro Servizi “Antonio Galvan” Casa Soggiorno “Umberto Primo” R.S.A. – “Umberto Primo” via Botta Centro Residenziale “Madre Teresa di Calcutta” Casa Soggiorno Mons. Bordignon Casa “Massimiliano Kolbe” 30 (II°) 2013 PL: 48 (I) + 24 (II°) 32 Casa per persone Anziane Non Autosufficienti “Casa Sacro Cuore” – religiosi RSA di base e RSA di cura e recupero ad indirizzo mentale c/o Ospedale ai Colli Ordine dei Frati Minori Saccolongo Ulss - Padova Inserimenti temporanei in struttura residenziale e in centro diurno a sostegno della domiciliarità Centro Servizi Residenziali Ulss 16 Ospedale di Comunità - Struttura Intermedia ULSS c/o Fondazione OIC Padova OIC - Padova Hospice c/o OIC Hospice - Casa Santa Chiara Stati Vegetativi Permanenti SVP Stati Vegetativi Permanenti SVP Casa alloggio malati di AIDS – Suore Elisabettine Attività di informazione e di sostegno ai caregivers dei malati di demenza Attività di sostegno ai pazienti Alzheimer e famiglie – CdC Incontri di formazione per familiari, caregivers e volontari Istituto Suore Elisabettine Padova ULSS c/o Fondazione OIC Padova CRAUP Piove di Sacco Istituto Suore Elisabettine Padova Ass.ne Alzheimer – Casa Madre Teresa di Calcutta – Fondazione Cariparo ULSS Dipartimento dell’Anziano / Associazione Invecchiamento attivo Gruppo auto mutuo aiuto familiari e corso per ULSS – CRAUP - Associazioni caregivers (Caffè Alzheimer) Servizio di Continuità delle Cure (SECC) ULSS – AOP Attività specialistiche ambulatoriali / domiciliari presso Centri di Servizi ULSS Politica 2.2 Politica 2.2 Politica 3.2 Politica 4.2 Politica 2.2 Politica 3.2 Politica 4.2 Politica 4.4 Politica 4.4 Politica 4.4 Politica 4.4 Politica 4.4 Politica 4.4 Politica 3.2 Politica 3.2 Politica 3.2 Politica 3.2 Politica 4.3 Politica 4.3 2013 PL: 25 2013 PL:29 1.516.581,30 2013 18 36.218,00 2013 60 3.370.000,00 2013 12 904.489,00 2013 7 432.192,00 2013 24 1.445.832,00 2013 6 343.558,00 2013 5 297.388,00 2013 250 121.250,00 2013 Risorse interne 2013 Risorse interne e volontariato 2013 15 2.400,00 2013 3500 312.000,00 2013 3057 Risorse interne 33 Ambulatorio Integrato dell’Anziano ULSS Anziani impegnati in attività di recupero di presidi e ausili sanitari Banca dati fragilità attraverso la partecipazione al progetto regionale ACG con la Johns Hopkins University di Baltimora (USA) C.R.I.C. per la diagnosi del decadimento cognitivo Progetto regionale OIC (DGR 1378 del 12.5.2009) ULSS Az. Ospedaliera c/o Altavita IRA Bolis Politica 4.3 Politica 4.4 Politica 2.3 2013 Politica 3.2 2013 3404 2013 Risorse interne Residuo finanziamento regionale € 60.000 Finanziamento regionale € 45.000 2013 20 Finanziamento regionale e mobilità sanitaria 34 Azioni di potenziamento Interventi Studio di fattibilità ampliamento attività remunerate di anziani Servizio Nonni Vigili Sportelli Integrati Distrettuali, con particolare riguardo all’area piovese, e definizione di un sistema informativo per la rilevazione delle domande e dell’attività Verifiche del livelli di attuazione dei regolamenti e protocolli riferiti alla UVDM Definizione di protocolli per migliorare appropriatezza e omogeneità nell’assegnazione di protesi/ausili Soggetti responsabili della Politica/che di Gestione riferimento (Abano / Albignasego / Politica 1.4 Padova / Selvazzano) / Privato sociale / Altavita IRA Anno 2013 Risorse interne ULSS 2.2 3.1 4.1 5.3 3.1 2013 Risorse interne 2013 Risorse interne Politica 4.4 2013 Politica 5.2 2013 Risorse interne e Parte finanziamento regionale Risorse interne Politica 4.2 2013 Risorse interne ULSS Regione Veneto / ULSS 16 / Privato Sociale – O.I.C DGR n. 1378 del 12.05.2009 Comuni Studio per la definizione di un regolamento unitario per l’integrazione retta per l’accesso alle strutture residenziali Riattivazione attività specialistica domiciliare e presso ULSS Centri di Servizi nell’area Piovese Politica Politica Politica Politica Politica Posti / utenti Risorse 35 Azioni innovative Interventi Soggetti responsabili della Gestione Studio di fattibilità housing sociale Comune di Maserà / privato (falansterio) per persone anziane sociale (Altavita – Fondazione autosufficienti o borderline Moscon) Studio di fattibilità per l’apertura dei centri di Comuni / Enti Gestori (Altavita IRA servizio con attività rivolte agli anziani del – OPSA - Villa Altichiero - OIC) territorio (attività motoria, mensa, attività diurne di socializzazione,…) Studio di fattibilità realizzazione di un Privato Sociale (Coop. T.err.A.) Osservatorio Stabile sulla qualità della vita dell’anziano Studio di fattibilità per estendere l’attività di Associazione Alzheimer Madre auto mutuo aiuto a tutto il territorio Teresa di Calcutta – ULSS- Comuni Studio di fattibilità per attivazione ”Sportello Privato Sociale (Ass.ne di Consulenza volontario“ per Amministrazione di Sostegno l’Amministrazione di Sostegno ONLUS) / Comuni / Ulss Studio di fattibilità per l’attivazione di un Ulss – Az. Ospedaliera – Altavita nucleo SAPA IRA - OPSA Studio di fattibilità realizzazione assistenza Privato sociale (Ass.ne Valentina domiciliare a pazienti oncologici in fase Penello)/ULSS terminale Politica/che di riferimento Politica 1.1 Anno Posti / utenti Risorse 2013 Risorse interne Politica 4.4 2013 Risorse interne Politica 2.3 2013 Risorse interne Politica 3.2 2013 Politica 2.2 2013 Risorse interne Risorse interne Politica 3.2 2013 Politica 4.3 2013 Risorse interne Risorse interne 36 AREA MARGINALITÀ SOCIALE PERSONE SENZA DIMORA Dati generali e principali problematiche I cittadini senza dimora presenti nel territorio sono persone in stato di disagio sociale, in situazioni di povertà estrema, che in larga misura vivono in strada o sono ospitate in strutture socio – sanitarie. Dal 2005 (anno in cui è stata svolta la ricerca sulle persone senza dimora dell’Osservatorio Regionale che aveva quantificato il numero di psd nel territorio di Padova in 300 unità) ad oggi, il numero è stato fortemente influenzato da vari eventi: dismissione completa del Complesso Serenissima di Via Anelli (Giugno 2006), approvazione dell’indulto (Agosto 2006), entrata in Europa della Romania (Gennaio 2007), progressivi flussi di persone straniere che provengono dalle aree di maggiore migrazione dell’Africa e della Cina e l’approvazione delle “disposizioni in materia di sicurezza pubblica” (2009). I cittadini senza dimora sono perlopiù presenti nel territorio urbano, maschi (80%); di questi una buona parte è rappresentata da persone straniere (56%), in povertà estrema di recente immigrazione e che vivono una situazione di esclusione non ancora consolidata ma che presentano un rischio elevato di cadere in percorsi di progressivo impoverimento ed isolamento. Le persone contattate dal servizio di Unità di Strada di Padova nell’anno 2012 sono state circa 300 a cui è possibile sommare circa 200 utenti in carico ai Servizi Sociali di Padova. Le principali problematiche riguardanti i cittadini senza dimora, sono: - il soddisfacimento dei bisogni primari (alimentarsi, dedicarsi all’igiene personale, cambiarsi e lavarsi gli indumenti, ecc.) - problematiche legate alla salute (problemi di medicina generale, salute mentale, dipendenza da sostanze stupefacenti e alcool) - assenza di riferimenti abitativi o di accoglienza; - difficoltà di orientamento ai servizi, di re-inserimento sociale (trovare e mantenere un lavoro, iscrizione anagrafica, titolo di soggiorno, ecc.); - problematiche psico-relazionali (assenza di relazioni familiari e sociali, deficit nella capacità di fronteggiare gli eventi drammatici della vita ecc). Si evidenzia che la maggior parte delle risposte a questo target viene erogata attraverso servizi presenti nel territorio cittadino, ciò comporta la necessità di coinvolgere i servizi invianti nella compartecipazione alla spesa (es: l’ospitalità in Asilo Notturno per persone non residenti a Padova comporta una spesa mensile a carico dell’ente inviante pari a 250 € da 1 a 30 gg.+ 55€ all’ingresso per accertamenti sanitari). Lo strumento di governance degli interventi sociali e socio-sanitari rivolti alle persone senza dimora, tramite il quale il Settore Servizi Sociali del Comune di Padova si raccorda con gli Enti pubblici e privati che operano nella città di Padova, è costituito dal “Coordinamento Cittadino per i senza dimora” (istituito con deliberazione di G.C. n. 1749 del 10/4/1990 e convocato ogni 3-4 mesi circa). In riferimento alla “dimora” si sottolinea, in chiusura ed in termini di considerazione, come nel corso dell'anno 2012 si sia rilevato un incremento dei cittadini che hanno perso la possibilità di far fronte alle spese di una casa a causa della situazione economica in cui versa il nostro Paese e a causa del progressivo incremento del tasso di disoccupazione; tale aspetto ha generato un incremento delle richieste di alloggio al Comune di Padova che, se fino al 2011 era nelle condizioni di coprire tutte le esigenze, si trova ora scoperto di risorse. Tale aspetto critico si anticipa possa farsi ulteriormente gravoso nel corso dell'anno 2013 pertanto la direzione potrebbe essere quella di raccogliere proposte anche da parte della Regione in modo da valutare che tipo di risorse poter dedicare alla gestione di una criticità che caratterizza non solo la città di Padova ma il Paese tutto nel momento storico che stiamo vivendo. 37 PRIORITÀ DEL PIANO DI ZONA 2011-2015 PRIORITÀ N. 1 TUTELA DELLA SALUTE E RIDUZIONE DELLE PROBLEMATICHE SANITARIE CORRELATE ALLA VITA DI STRADA Le persone che vivono in stato di grave marginalità e senza dimora presentano situazioni sanitarie spesso compromesse sia per la provenienza da contesti di marginalità sia per la trascuratezza igienico-sanitaria; provengono inoltre da Paesi nei quali alcune malattie trasmissibili non sono state ancora del tutto debellate o i cui protocolli sanitari non sono comparabili con gli standards garantiti in Italia. In particolare nella stagione invernale l’incolumità fisica di chi vive in strada è fortemente a rischio, così come l’aumento del disagio e le problematiche sociali e socio-sanitarie. Le persone senza dimora manifestano inoltre un disagio esistenziale spesso accompagnato da disturbi psichiatrici il cui trattamento risulta indispensabile per la definizione di progetti individualizzati di presa in carico; nel contempo presentano difficoltà nell’accesso ai servizi di salute mentale, limitando la possibilità di proporre adeguati interventi terapeutico-riabilitativi. Politiche 1. Prevenire il disagio socio-sanitario derivante dalle problematiche di salute, mediante la collaborazione e l’integrazione tra servizi. 2. Realizzare un sistema integrato di risorse rivolte all’ascolto, all’accoglienza e al monitoraggio del territorio nel periodo invernale, rafforzando il piano di interventi di accoglienza e attività di coordinamento con operatori e volontari. PRIORITÀ N. 2 AGGANCIO CON IL TARGET IN STRADA E INTERVENTI DI BASSA SOGLIA Parte della popolazione dei senza dimora presente nel territorio non si rivolge ai servizi territoriali per diversi motivi: abbandono di programmi di presa in carico definiti con i servizi, rifiuto delle regole di convivenza richieste presso le strutture di accoglienza esistenti, condizioni di clandestinità, carcerazioni ecc. Il servizio di Unità di Strada della “Ass. Noi Famiglie” finanziato dall’Amministrazione del Comune di Padova segnala che da giugno a novembre 2011 sono stati effettuati n. 1068 contatti in strada e viste n. 247 persone. Parte delle persone contattate non si rivolge ai servizi territoriali. Politiche 1. Rafforzare gli interventi di riduzione del danno che mirino alla promozione della salute psico–fisica, al recupero dei mezzi di sostentamento, alla riattivazione della rete sociale esistente. 2. Offrire adeguate informazioni di ambito socio-sanitario, legale e amministrativo consolidando e potenziando i servizi di ascolto, orientamento e counselling. 38 PRIORITÀ N. 3 PERCORSI INDIVIDUALIZZATI VOLTI AL REINSERIMENTO SOCIALE E LAVORATIVO La persona senza dimora vive la presenza contemporanea di bisogni e problemi diversi e multidimensionali. Spesso tale disagio ha carattere di cronicità che implica una difficoltà nell’individuare risposte appropriate, per cui è necessario valutare il percorso di emarginazione di ogni singola persona e le risorse personali, creando specifiche modalità di intervento (percorsi di accompagnamento e affiancamento sociale, progetti di inserimento lavorativo) e contesti di intervento (centri diurni, sportelli tematici di orientamento, laboratori occupazionali, strutture di sgancio). Politiche 1. Supportare percorsi individuali monitorando e sostenendo l’autonomia delle persone all’interno di contesti protetti (es. i centri diurni). 2. Promuovere percorsi di inserimento occupazionale e di accompagnamento all’autonomia mediante: - attività produttive di assemblaggio, orto biologico, informatica di base integrate ad attività singole e di gruppo di sostegno psicologico; - percorsi di orientamento al lavoro, accompagnamento e affiancamento sociale al fine di agevolare l’aggancio e i passaggi delle persone all’interno della rete dei servizi; - avvio di inserimenti lavorativi presso cooperative sociali di tipo B tramite borse lavoro; 3. Consolidare il sistema di accoglienza flessibile e articolato mediante strutture di I e II accoglienza o gruppi-appartamento al fine di offrire un contesto relazionale-affettivo idoneo a tutelare e a promuovere il benessere psicologico e fisico della persona e la sua autonomia. 4. Avviare attività di presa in carico di servizio sociale. AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015 Tipologia di Interventi Azione Mantenimento Servizio ambulatoriale presso l’Asilo Notturno Soggetti Politica/che responsabili della gestione di riferimento Comune di Padova e ULSS n. 1a 16 Comune di Padova 1b Mantenimento Progetto Accoglienza Invernale presso le seguenti Strutture: Ex Scuola Gabelli, Parrocchie di Caritas Diocesana, Centro Mondo Amico, Albergo Casa a Colori Mantenimento Servizio di Segretariato Accoglienza Invernale Associazione Noi Famiglie presso “Casetta Borgomagno” Mantenimento Ambulatorio CUAMM CARITAS Caritas Diocesana Anno Posti/utenti Risorse (Euro) 2013 289 (U) 20.000,00(*) 2013 240 (U) 80.622,00(*) 1b 2013 520 (U) 1a 2013 218 (U) Vedi sopra dato aggregato progetto Accoglienza Invernale 14.000,00 (*) 39 Tipologia di Soggetti Politica/che responsabili della gestione di Azione riferimento Mantenimento Struttura A.P. Immigrazione - Spazio Ascolto e ULSS n. 16 1a Ambulatorio ost-gin multietnico – ambulatorio pediatrico multietnico Mantenimento Consegna viveri e beni di prima necessità Croce Rossa Italiana 1a Mantenimento Poliambulatorio Specialistico Croce Rossa Italiana 1a Anno Mantenimento Interventi a bassa soglia di accesso progetto “Penelope” Mantenimento Ambulatorio Mobile Croce Rossa Italiana 1a 2013 Croce Rossa Italiana 1a 2013 Mantenimento Unità di strada progetto “Emergenza Freddo” Croce Rossa Italiana 1a 2013 2a 2a 2a 2a 2013 2013 2013 2013 2b 2013 N.R. N.R. 2b 2b 2a 2a 2a 2013 2013 2013 2013 2013 N.R. N.R. 1979 (U) 60.000,00 N.R. 6.000,00(*) 10118 (U) 117.000,00 2a 2b 3a 3b e 3a 2013 2013 2013 2013 N.R. N.R. 81 (U) 5 (U) N.R. N.R. 40.000,00(*) 30.000,00(*) 3c 2013 82 (P) 306.079,00 (*) 3a 2013 50 (U) 3.000,00 3c 2013 16 (posti) N.R. Mantenimento Servizio Mantenimento Servizio Mantenimento Servizio Mantenimento Servizio Interventi Unità di Strada Associazione Noi Famiglie Docce presso “Casetta Borgomagno” Associazione Noi Famiglie Unità di Strada – Comunità Sant’Egidio Comunità Sant’Egidio di Unità di Strada – Progetto Balù Associazione "Noi sulla Strada" Mantenimento Centro di Ascolto Associazione Noi Famiglie Padovane Mantenimento Centro di Ascolto – Caritas Dicoesana Caritas Diocesana Mantenimento Centro di Ascolto - Pane dei Poveri Caritas Antoniana Mantenimento Servizio Mensa cucine economiche popolari Diocesi di Padova Mantenimento Servizio Mensa Padri Cappuccini Mantenimento Progetto Promozione umana: Consegna Viveri Associazione “Beati i e beni di prima necessità, sostegno economico Costruttori di Pace” e sostegno all’abitare Mantenimento Consegna Viveri e beni di prima necessità San Vincenzo de Paoli Mantenimento Servizio Avvocati di Strada Granello di Senape Mantenimento Centro Diurno “La Bussola” Gruppo R Mantenimento Attività Diurne Occupazionali e Servizio di Cooperativa Cosep accompagnamento e affiancamento sociale Comune di Padova Mantenimento Asilo Notturno comunale – Gestione Comune di Padova cooperativa Cosep Mantenimento Redazione, stampa, e distribuzione del giornale Associazione Noi sulla Strada di strada dell’Asilo Notturno “Pensieri Senza Tetto” Mantenimento Dormitorio San Carlo – Ass. Elisabetta Associazione Elisabetta D’Ungheria d’Ungheria Posti/utenti Risorse (Euro) 2013 497 (U) 2013 2013 241.313,00 (dato aggregato) 1090 (U) 14.500,00 (*) 198 (U) Vedi sopra dato 698 accessi aggregato 7500 contatti Vedi sopra dato aggregato 205 (U) Vedi sopra dato 408 accessi aggregato 2010 contatti Vedi sopra dato aggregato 175 (U) 24.600,00 (*) 282 (U) 34.920,80 (*) volontariato N.R. 3.500,00 40 Tipologia di Interventi Azione Mantenimento Accoglienza di I livello presso Parrocchie e Centro Mondo Amico Mantenimento Struttura di Accoglienza Adulti Potenziament Inserimenti residenziali adulti senza dimora o (gruppi appartamento, appartamenti, comunità, strutture) – Comune di Padova Soggetti Politica/che responsabili della gestione di riferimento Caritas Diocesana 3c Anno 2013 30 (P) N.R. Associazione Emmaus - Lion di Albignasego Ass. Murialdo Ass. Noi Famiglie Padovane Comunità mamma Romana Associazione Gruppo Progetti Uomo Cooperativa Gruppo R Congregazione Padri Rogazionisti Oasi 3c 2013 N.R. NR. 3a 2013 32 135.000,00 Posti/utenti Risorse (Euro) Mantenimento Albergo Casa a Colori Coop. Città Solare 3c 2013 100 Mantenimento Laboratorio occupazionale Mantenimento Inserimenti lavorativi Gruppo R Coop. Città Solare 3a 3b 2013 2013 25 (U) 5 (U) 3d 2013 3234 24.000,00 (12.000,00 vari Comuni autofinanziament i) 305.000,00 (*) 50.000,00 (di cui € 10.000,00 Comuni) 370.366,00 1, 2, 3 2013 2013 N.R. N.R. N.R. N.R. 2a 2013 82 1.200,00 Mantenimento Attività di servizio sociale professionale e segretariato sociale Comune di Padova, Albignasego, Limena, Maserà di Padova, Cervarese S. Croce, Cadoneghe, Abano Terme, Torreglia, Ponte San Nicolò, Saonara, S. Angelo di Piove di Sacco, Piove di Sacco, Pontelongo, Legnaro, Mestrino, Codevigo, Montegrotto, Brugine Mantenimento Fondo sociale straordinario di solidarietà Cariparo e Caritas Diocesana Mantenimento Coordinamento Cittadino Comune di Padova, ULSS n. 16 e altri Enti e Associazioni Mantenimento Attività di animazione presso Asilo Notturno del Associazione Noi sulla Strada Comune di Padova 41 Tipologia di Interventi Anno Mantenimento Attività di Housing Sociale Soggetti Politica/che responsabili della gestione di riferimento Fondazione La Casa 3b 2013 70 Sostituita Comune di Padova 3b 2013 9 Mantenimento Agenzia di Intermediazione all’abitare Coop. Nuovo Villaggio 3b 2013 200 INNOVATIVA Servizio di accompagnamento ed affiancamento sociale Comune di Padova Coop. Il Sestante 2013 INNOVATIVA Servizio di accompagnamento all’abitare Comune di Padova Coop. Nuovo Villaggio 2013 INNOVATIVA Progetto Buon Lavoro – Padova : erogazione buoni lavoro INNOVATIVA Accompagnamento al lavoro Settore Risorse Umane 2013 Azione Progetto di Pubblica Utilità Ass. Noi Sulla Strada 3a 2013 Posti/utenti Risorse (Euro) N.R. 400.000,00 (200.000,00 sogg. Privati e Enti+ 200.000,00 ricavi da beni patrimoniali) Azione programmata da altro settore del Comune di Padova vedi dati di cui sopra 100.000,00 (Fondazione La Casa Onlus+20.000,0 0 vari Comuni+ 30.000 altri e cofinanziamenti 34.585,59 di cui 25939,19 Regione Veneto e 8.646,40 (*) Dato aggregato al punto precedente 300.000,00 (*) 3.000,00 (*) Quota a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali 42 CARCERE ED ESECUZIONE PENALE ESTERNA Dati generali e principali problematiche La realtà del carcere a Padova continua ad essere destinataria di proposte e progetti espressi da numerosi soggetti che si occupano della formazione culturale, sociale, lavorativa dei detenuti. - Nel territorio sono presenti due carceri: la “Casa di Reclusione” dove si trovano detenuti con sentenza definitiva e pena superiore a due anni. Vi sono attualmente 830 detenuti. La capienza tollerabile è di 460 unità. la “Casa Circondariale” dove si trovano gli arrestati delle provincia di Padova in attesa di giudizio. Le presenze al circondariale sono circa 250, con picchi di 273 unità (capienza tollerabile 139 unità). Due gli elementi caratterizzanti alla Casa Circondariale: elevato turn-over della popolazione detenuta e altissima percentuale di ristretti stranieri (in media l’80 % del totale al circondariale). In entrambe le realtà carcerarie si stanno affrontando notevoli problemi di sovraffollamento, in linea con il trend nazionale, ma con aspetti di forte criticità peculiari della realtà locale. Dove non è possibile parlare di reinserimento (i detenuti stranieri sono per lo più privi di regolare permesso di soggiorno) bisogna comunque agire in termini di prevenzione della recidiva, fermo restando la necessità di impegnare risorse ed energie, prima delle dimissioni, nella ricerca di contesti sociali adeguati nonché la necessità di attuare scelte connesse alle politiche di controllo e sicurezza del territorio. Nel territorio di Padova è presente l’Ufficio Esecuzione Penale Esterna del Ministero di Giustizia competente per le province di Padova e Rovigo e di parte della Provincia di Vicenza. Gli utenti in carico sono al 21.10.2010 sono n. 933 di cui n. 247 sottoposti a misura alternativa. Tale utenza presenta sempre più aspetti di multiproblematicità che necessitano di una presa in carico integrata da parte dei servizi interessati. Risulta opportuno pertanto dare continuità ai contenuti del Piano Carcere Cittadino triennale appena concluso. Si sottolinea l'impegno economico della Fondazione CARIPARO rispetto agli interventi realizzati dal 2008 a tutt’oggi. Detenuti presenti e capienza delle carceri in Veneto al 31.10.2010 (dati del Dipartimento Amministrazione Penitenziaria – elaborazione del Centro Studi di Ristretti Orizzonti) Regio ne N. Istituti Veneto 10 Capienza regolamentare 1965 Tot. deten uti prese nti 3325 di cui Stranie ri di cui donne 1930 203 di cui in Semilibertà 44 di cui in Semilibertà stranieri 8 PRIORITÀ N. 1 MIGLIORAMENTO DELLA VITA CARCERARIA E TUTELA DELLA SALUTE All’interno degli Istituti Penitenziari diventa fondamentale individuare azioni ed interventi finalizzati al miglioramento della vita carceraria e alla tutela della salute. 43 Particolare attenzione va rivolta a soggetti tossicodipendenti, alcooldipendenti o con diagnosi di patologia psichiatrica. L’Azienda ULSS 16 ha dato attuazione alla Delibera della Regione Veneto che ha recepito il DPCM del 01/04/2008 ed ha posto in essere tutti gli atti ed i provvedimenti necessari ad attuare il trasferimento al servizio sanitario nazionale delle funzioni sanitarie, rapporti di lavoro, risorse finanziarie, attrezzature e beni strumentali in materia di sanità penitenziaria. Viene evidenziata la necessità di creare occasioni di confronto per rendere più efficace la collaborazione tra Istituti Penitenziari e Servizi Sanitari al fine di migliorare le prestazioni rese e i tempi di risposta ai bisogni sanitari del detenuto. In particolare risulta urgente realizzare un Gabinetto dentistico presso la Casa Circondariale. Politiche 1. Prevenire il disagio socio-sanitario derivante dalle problematiche di salute, mediante la collaborazione e l’integrazione tra servizi, dando in special modo continuità, nell'arco del quinquennio, ai seguenti interventi: - presenza in Istituto di un medico di guardia nelle 24 ore, di uno psichiatra nelle 4 ore giornaliere, del dirigente sanitario e di medici specialistici (dentista, chirurgo, oculista, ORL, dermatologo, ortopedico, infettivologo). - Distribuzione di beni di prima necessità quale vestiario e generi di pulizia 2. Migliorare la qualità della vita della popolazione carceraria mediante attività ricreative, sportive, culturali di socializzazione e sostegno, profilando nuovi ambiti di intervento legati soprattutto al sostegno e all’accompagnamento del detenuto nella fase che precede la scarcerazione. PRIORITÀ N. 2 PERCORSI INDIVIDUALIZZATI VOLTI AL REINSERIMENTO SOCIALE E LAVORATIVO Si evidenzia che la carcerazione per molti rappresenta l’interruzione e spesso la recisione di legami famigliari e amicali importanti; a ciò si aggiunge anche la perdita del lavoro e della possibilità di aggiornare le proprie competenze professionali. Altro problema è rappresentato dalla disponibilità di alloggio, indispensabile per la persona dimessa dal carcere o in esecuzione esterna, affidata ai servizi sociali o in detenzione domiciliare. Politiche 1. Garantire adeguata presa in carico da parte dei Servizi sociali anche mediante il coinvolgimento dei Comuni di residenza diversi da Padova. 2. Favorire la partecipazione dei detenuti a corsi di istruzione relativamente alla scolarità obbligatoria, secondaria superiore, universitaria e ad altri interventi culturali quali condizioni primarie per il reinserimento sociali del condannato. 3. Fornire specifici strumenti di formazione e riqualificazione professionale per attivare un processo graduale di reinserimento lavorativo in particolare mediante la predisposizione di borse lavoro. 4. Individuazione di strutture di accoglienza oltre a quelle già esistenti (OASI, Asilo Notturno) per dimittendi privi di riferimenti famigliari nel territorio mediante la condivisione di risorse e di modalità operative concordate da parte della rete dei servizi territoriali PRIORITÀ N. 3 ATTIVITÀ DI PREVENZIONE ED EDUCAZIONE ALLA LEGALITÀ Si ritiene fondamentale sensibilizzare la cittadinanza e in particolare gli studenti sui temi del carcere, del disagio sociale, della devianza al fine di prevenire comportamenti devianti fin dalla giovane età. L’attività svolta in questo ambito dall’Ufficio Esecuzione Penale Esterna è un’attività prevista dall’ordinamento penitenziario L. 354/75 s.m.i. 44 Politica 1. individuazione di percorsi e iniziative con la comunità locale al fine di analizzare i livelli di elaborazione e di consapevolezza in ordine ai temi della sicurezza sociale e della legalità promuovendo in particolare azioni nelle scuole nei contesti di aggregazione sociale come patronati, parrocchie e centri sportivi. CARCERE ED ESECUZIONE PENALE ESTERNA AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015 Tipologia di Interventi Azione Mantenimento Gabinetto Dentistico presso Casa Circondariale Mantenimento Progetto “Ricominciamo” Affidamento in prova ai Servizi Sociali Soggetti Politica/che responsabili della di riferimento gestione Comune di Padova 1a Fondazione Cariparo U.E.P.E. di Padova 2a Regione Veneto Ass. La Fattoria in Città Casa Circondariale di Padova 2a Casa di Reclusione di Padova 2a Mantenimento Trattamento, sicurezza, reinserimento Mantenimento Sicurezza, osservazione, trattamento e reinserimento Mantenimento Attività di osservazione presso I.I.P.P e sul U.E.P.E. di Padova territorio Mantenimento Attività di volontariato presso le carceri e Gruppo Operatori Volontari Carcerari – Casetta Piccoli accoglienza per detenuti in permesso premio presso casetta piccoli Passi Passi Mantenimento Accoglienza residenziale O.A.S.I. Accoglienza per detenuti in misura alternativa Mantenimento Progetto “Mare Aperto” per soggetti in misura U.E.P.E. di Padova alternativa Amministrazione Penitenziaria Mantenimento Supporto per l’inserimento lavorativo a seguito Ass. Granello di Senape della scarcerazione Mantenimento Borse lavoro per inserimenti lavorativi detenuti Coop. Sociali di tipo B residenti nel Comune di Padova Mantenimento Corsi scolastici Casa Circondariale di Padova Anno Posti/utent i Risorse € 2013 480 Attivato 2013 4 (U) N.R. 2013 2013 1300(U) 900 (U) N.R. N.R. 2a 2013 1318(U) N.R. 1b 2013 810 TOT. 20.000 di cui fondo Comunale 8.000 2d 2013 8 (P) 45.625,00 (*) 2a 2013 N.R. N.R. 2c 2013 ?(U) 10.000,00 (*) 2c 2013 15 (U) 40.000,00 (*) 2b 2012/ 2013 200(U) N.R. 45 Tipologia di Interventi Azione Soggetti responsabili della gestione Mantenimento Attività di Biortaggio presso Casa Circondariale di Padova Ass. Nemesi Politica/che di riferimento 1b Anno Posti/utent i Risorse € 200(U) N.R. 100(U) N.R. 800 10.000,00 (*) Coop. Altra Città Fondazione Cariparo Mantenimento Biblioteca multietnica presso Casa Circondariale Coop. Altra città e attività ricreative Fondazione Cariparo Mantenimento Laboratorio di legatoria presso Casa di Coop. Altra Città Reclusione Mantenimento Corso di giardinaggio presso Casa di Reclusione Coop. Giotto 1b 2013 Conclusio ne attività a febbraio 2013 2013 Conclusio ne attività a marzo 2013 2013 1b 2013 150(U) 8.000,00 (*) 2c 2013 20(U) 9.800 (*) 2c 2013 20(U) 14.940,00 (*) Mantenimento Progetto di mediazione linguistico- culturale – presso Casa Circondariale 1b 2013 180(U) N.R. 1b 30 N.R. 2b 2013 Conclusio ne attività a febbraio 2013 2013 3 16.717,00 3a 2013 7000 studenti 20.0000,00 (*) Mantenimento Corso di musica per detenuti Casa Circondariale di Padova Coop. Sociale Nuovi Spazi Mantenimento Biblioteca presso Casa di Reclusione Coop. Orizzonti 1b Fondazione Cariparo Mantenimento Attività teatrali e musicali Casa di Reclusione Associazione Tam Teatromusica Regione Veneto Mantenimento Iniziative socio-educative a favore di detenuti Ass. Granello di Senape – Ristretti Orizzonti Regione Veneto Mantenimento Progetto “Carcere Entra a Scuola e scuola entra Ass. Granello Di Senape in carcere” 46 Tipologia di Politica/che Soggetti responsabili della di Azione riferimento gestione Mantenimento “Progetto Com-munitas” servizio di consulenza Ass. Granello di Senape 1b giuridica, orientamento, informazioni Mantenimento Coordinamento cittadino Carcere Comune di Padova, ULSS n. 1,2,3 16 e altri Enti e Associazioni Mantenimento Progetto Serra presso OASI Comune di Padova 2c OASI Anno Posti/utent i Risorse € 2013 250(U) 25.000,00 2013 N.R. N.R. 2013 10 (U) 26.000,00 (*) Mantenimento LIBERAVISIONE – Cineforum con gruppi di discussione presso Casa Circondariale Ass. Nemesi 2013 N.R. 7.128,00 INNOVATIVA Progetto archivio e restauro Coop. Altra Città 2013 5(U) 35.400,00 Interventi 1b (*) Quota a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali AZIONI ELIMINATE Eliminata ARTETERAPIA – presso Casa Circondariale Eliminata LABORATORIO DI Zairo Teatro TEATRO – presso Associazione Casa Circondariale di Teatrale Padova Attività di Enaip di Padova Formazione professionale presso Casa Circondariale Eliminata Associazione Fantalica 1b 2012 N.R. 5.000,00 1b 2012 N.R. 7.920,00 2c 2012 36(U) N.R. 47 VITTIME DI ABUSO E SFRUTTAMENTO SESSUALE – TRATTA Dati generali e principali problematiche Relativamente alle vittime di abuso e sfruttamento sessuale si rileva come tale tipologia si configuri sul territorio da un lato come prostituzione in strada e dall'altro lato come prostituzione all'interno di appartamenti (la cosiddetta prostituzione indoor). Al fine di effettuare una descrizione di tale realtà e dunque di individuare le priorità di intervento rivolte alle vittime di tratta, verrà effettuata una descrizione relativa a 'come si configura la realtà prostituzione nel territorio padovano oggi' e a fronte del quadro offerto verranno individuate le priorità e le relative politiche di intervento. Relativamente alla prostituzione in strada il numero di contatti effettuati dall'Unità di Strada sono stati circa 784 nel 2012 Di seguito una mappatura relativa alle zone della città in cui viene rilevato il maggior numero di ragazze che si prostituiscono in strada. MAPPATURA PROSTITUZIONE A PADOVA Arcella: via Plebiscito, via Avanzo, via Annibale da Bassano, via Po, via Reni, via Aspetti, Pontevigodarzere; Circonvallazione: via Loredan, via Venezia, Stazione; via Sarpi, via Goito, Bassanello; Stadio Euganeo; Comune di Limena: zona industriale, S.P. 47 (Via del Santo e Via Roma) Z.I.P. - Zona Industriale di Padova: Corso Stati Uniti, via Uruguay, via Lisbona, via Messico, via Regione Veneto, via Lussemburgo. Entrando nel merito di come le ragazze descrivono se stesse, e l'attività da loro svolta, in particolare per la prostituzione indoor, si rileva come nel 2010 siano stati rilevati resoconti del tipo: “mi va bene così”, “non mi manca niente”, “lavoro nel periodo estivo per pagarmi gli studi”, aspetto questo che consente di mettere in luce una sempre maggiore competenza di coloro che gestiscono la prostituzione di soddisfare i bisogni delle ragazze riconfigurando una parte del fenomeno della “tratta” come una sorta di “contratto di lavoro” cui le ragazze aderiscono. D'altro canto relativamente alla prostituzione indoor, una ricerca effettuata nel 2009 che si pone come obiettivo quello di effettuare una fotografia della realtà “prostituzione in appartamento” nel Comune di Padova, ha consentito di mettere in luce come, analogamente a quanto rilevato in strada, la rappresentazione della propria attività e di sé da parte delle ragazze sia legata principalmente alla prestazione offerta ed alle condizioni di offerta al cliente. La realtà prostituzione, sia questa esercitata in strada o in appartamento, viene pertanto sempre più definita come una realtà “lavorativa” che risponde internamente alle proprie esigenze, aspetto questo che comporta una maggiore difficoltà da parte dei servizi di venire in contatto con tale realtà e di porsi come occasione di esercizio dei diritti per le ragazze e di risposta ai loro bisogni sociali e sanitari. La configurazione sopra descritta consente di individuare quattro aspetti critici che ci si pone di gestire come priorità nel corso del quinquennio 2011 – 2015: 1. Continuo cambiamento della realtà 'prostituzione', aspetto questo che richiede un aggiornamento annuale relativo alla configurazione del fenomeno “vittime di abuso e sfruttamento sessuale” nella città di Padova; 48 2. Forte riduzione della domanda presso i servizi da parte delle ragazze, aspetto questo che vede la necessità di sviluppare un sistema di gestione dell'aggancio e costruzione di una legittimazione da parte dei servizi del territorio nei confronti delle ragazze vittime di tratta; 3. Gestione dell'accompagnamento socio-sanitario delle ragazze che non si rivolgono ai servizi qualora rilevassero esigenze di tipo sociale o sanitario (da marzo 2012 a marzo 2013 gli accompagnamenti all’utilizzo dei servizi sanitari sono stati 116 per 45 persone); 4. Continuo incremento dei conflitti fra i cittadini e la realtà prostituzione laddove la prostituzione avviene in zone adiacenti alle abitazioni o all'interno degli appartamenti aspetto questo che vede la necessità di sviluppare azioni mirate alla gestione dei conflitti stessi in un ottica di promozione di una cittadinanza condivisa. L’evoluzione del fenomeno ‘tratta’ così come sopra descritta ha consentito di far emergere la necessità di individuare anche altre tipologie di sfruttamento oltre allo sfruttamento sessuale, quale ad esempio quello lavorativo. A fronte di tale focalizzazione, il Piano di Zona 2011-2015 intende porre attenzione anche allo sfruttamento lavorativo promuovendo la costruzione di una rete di servizi che, in collaborazione con la Direzione Provinciale del lavoro, si occupi della descrizione del fenomeno, della rilevazione delle esigenze dei lavoratori e dell’individuazione di interventi per far fronte a tale tipologia di sfruttamento. Di seguito vengono presentate le priorità individuate e le relative politiche che si intendono perseguire; considerando il forte ridimensionamento del fondo di finanziamento regionale della L.R. 41/97, la proposta relativa alle politiche ed alle azioni da mettere in campo per assolvere alle priorità individuate, è relativa da un lato alle azioni realizzabili nell'anno 2013 a fronte dei finanziamenti che si presume saranno disponibili, e dall'altro lato a quanto si intende realizzare nel corso del quinquennio in termini di politiche. Sarà opportuno condividere con altri soggetti impegnati a finanziare progettualità in tale ambito, in particolare il Centro Servizi Volontariato di Padova, al fine di orientare le diverse risorse disponibili per il prossimo quinquennio nella direzione delle priorità qui individuate. PRIORITÀ N. 1 AGGIORNAMENTO ANNUALE RELATIVO ALLA CONFIGURAZIONE DEL FENOMENO “VITTIME DI ABUSO E SFRUTTAMENTO SESSUALE” NELLA CITTÀ DI PADOVA E SENSIBILIZZAZIONE DEL TERRITORIO Politiche 1. Costruzione di un sistema di mappatura e descrizione del fenomeno “tratta” sul territorio di Padova che consenta da un lato di avere una fotografia aggiornata rispetto a come si delinea anno dopo anno e, dall'altro lato, di individuare all'interno della realtà 'prostituzione' se ed in che modo si manifestano situazioni di abuso o sfruttamento; 2. Costruzione e mantenimento di una rete integrata di servizi che, a fronte di una configurazione del fenomeno “tratta” sul territorio, si occupi sia di rilevare le esigenze delle vittime di tratta che di individuare azioni sostenibili e realizzabili. 3. Attivare e consolidare interventi di informazione e sensibilizzazione che si pongano come obiettivo la promozione di una responsabilità condivisa fra i cittadini, in particolare giovani, nella gestione degli aspetti critici che riguardano il territorio. PRIORITÀ N. 2 GESTIONE DELL'AGGANCIO E DELLA PRESA IN CARICO DA PARTE DEI SERVIZI NEI CONFRONTI DELL'UTENZA “VITTIMA DI ABUSO O SFRUTTAMENTO SESSUALE” Quanto descritto in apertura circa la configurazione della realtà “prostituzione” consente di considerare come tale ambito non si caratterizzi per una richiesta da parte dell'utenza ai servizi, bensì come siano i servizi a dover individuare delle strategie che consentano di offrire all'utenza la possibilità di fruire di un supporto sociale e sanitario. 49 Politiche 1. Promuovere fra i servizi del territorio il lavoro di rete per la gestione del fenomeno “tratta” (Associazioni ed enti del territorio, Forze dell'Ordine, volontariato sociale etc.) al fine di individuare strategie che consentano di gestire azioni integrate per la costruzione ed il mantenimento di una relazione con gli utenti (incontri del tavolo territoriale per la lotta contro la tratta delle persone costituito con DGC n. 14/2008). 2. Mantenimento di interventi sociali che comportino l'adozione di strategie di aggancio e che si pongano come risposta alle esigenze di prevenzione primaria e gestione sanitaria per le ragazze 3. Promozione e mantenimento di un servizio di mediazione culturale che risponda alle esigenze di riconoscimento e di adesione da parte delle ragazze alle occasioni che i servizi e le strutture del territorio offrono loro. PRIORITÀ N. 3 GESTIONE DELL'ACCOMPAGNAMENTO SOCIALE E SANITARIO DELLE RAGAZZE Come descritto in apertura, la realtà della prostituzione si caratterizza ad oggi come una realtà “autogestita” e regolamentata al suo interno in modo tale da non generare la necessità di richiesta di supporto a enti o servizi del territorio; anticipando però che all'interno di tale realtà si configuri l'esigenza di gestione di aspetti sia sociali (abusi, sfruttamento, disagio sociale) che sanitari (patologie, gravidanze etc) che potrebbero avere in seguito ricadute sul territorio, si rileva la necessità della costruzione di un sistema di servizi integrato che consenta di intercettare le esigenze sopra citate e di gestirle prima che queste divengano 'emergenze'. Politiche 1. politiche volte a rispondere alle esigenze sia sociali che sanitarie delle ragazze attraverso la realizzazione di interventi di promozione della salute sul territorio; 2. Mantenimento della rete dei servizi che ad oggi opera per la prima accoglienza, per l'accompagnamento sociale ex art. 18 e per la prevenzione primaria. 50 AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015 Tipologia Interventi Soggetti responsabili della gestione Azione MantenimentoUDS (Unità di Strada) sociosanitaria Cooperativa Equality MantenimentoCentro d’ascolto Caritas Diocesana MantenimentoStruttura A.P. Immigrazione Ambulatorio ostetrico ginecologico multietnico ULSS n. 16 MantenimentoPrima Accoglienza MantenimentoAccoglienza e realizzazione di programmi di accompagnamento sociale ex. Art. 18. Progetto Miriam e Caritas Diocesana Associazione Welcome Cooperativa Gruppo R Francescane con i poveri Associazione Amicizia Coop. Equality Francescane per i Poveri ONLUS Associazione ADUSU e Mimosa MantenimentoAttività di informazione e sensibilizzazione rivolta ai giovani MantenimentoRicerca sul fenomeno Prostituzione Associazione Welcome in strada e all’interno degli appartamenti Associazione Mimosa Dipartimento di Psicologia Applicata MantenimentoCoordinamento Cittadino Tratta Comune di Padova, Forze dell’Ordine, ULSS n. 16 e Associazioni Politica/che Anno Posti/utenti Risorse di € riferimento 1a 2013 300(U) 37.718,00 di cui 2b 9429,53 (*) il 3a restante Regione 1c, 2b 2013 N.R. Vedi sopra dato aggregato 3a 2013 30 (U) Vd. dato aggregato tabella area “senza dimora” 3b 2013 8 (P) N.R. 3b 2013 16(P) 58.000,00 + 20.338,00 (*) 1c 2013 N.R. 1a 1b 2013 N.R. Vedi sopra dato aggregato N.R. 1, 2, 3 2013 N.R. N.R. (*) Quota a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali AZIONI ELIMINATE Eliminata Mediazione dei conflitti Dipartimento di Psicologia Applicata Associazione Welcome Associazione Mimosa 1c 2012 N.R. N.R. 51 NOMADI Dati generali e principali problematiche Nel territorio del Comune di Padova sono insediati da molti anni due campi nomadi attrezzati in area comunale: Piazzale Centenario Del club Ignoranti e via Lungargine San Lazzaro, abitati da circa 111 persone di cui 56 minori, quasi tutti di nazionalità italiana, di etnia rom-harvati e sinta veneta. Un terzo insediamento di una certa consistenza, di famiglie rom bosniache (complessivamente di circa 49 persone di cui 33 minori) si è stabilizzato a Padova dall'estate del 2008 in un'area privata (via Bassette), proveniente da un campo autorizzato del Comune di Torino. Il primo campo nomadi di Piazzale Centenario Del club Ignoranti, area periferica della Città, è stato oggetto di un innovativo intervento del Comune che ha realizzato in un terreno comunale limitrofo al campo tre palazzine, per un totale di 12 appartamenti, dove nel gennaio 2010 sono state trasferite tutte le famiglie sinte (30 persone di cui 12 minori) che abitavano le roulotte di via Tassinari. Il progetto, finanziato con fondi comunali e con uno stanziamento del Ministero del Welfare è stato portato a termine anche grazie all’attività di autocostruzione svolta dagli stessi nomadi destinatari delle abitazioni, con ciò realizzando un progetto di inclusione fortemente partecipato. Il secondo campo nomadi di Lungargine San Lazzaro, composto da circa 70 persone di cui 29 minori, è stato oggetto di un recente importante e radicale intervento di riqualifica del Comune che ha realizzato in un terreno comunale limitrofo al campo 2 aree, destinate a ciascuna delle famiglie allargate presenti nell’area per un totale di 15 unità abitative, dove nel maggio 2012 sono state trasferite tutte le famiglie Rom Harvati che abitavano prima nelle roulotte. La riqualificazione dell’area di San Lazzaro, nei termini proposti, ha voluto contribuire al progetto di inclusione delle famiglie nomadi secondo una politica di smantellamento delle macro-aree che il Comune ha avviato da tempo, con la graduale riduzione delle presenze delle famiglie rom ed il loro inserimento ed accompagnamento in contesti abitativi di quartiere. Contestualmente, la realizzazione delle due micro-aree, indipendenti tra loro, va a completare l'opera di riqualifica che ha l'inclusione sociale quale finalità sottesa, sia attraverso il miglioramento della condizione abitativa ed il sostegno alla ricerca lavorativa che la partecipazione attiva secondo una logica di responsabilizzazione delle famiglie zingare. Il terzo insediamento presso l'area privata di via Bassette, pur essendo continuamente monitorato e pur avendo raggiunto una certa stabilità nel numero di presenze, si distingue per la sua connotazione provvisoria. Tuttavia, l'intervento comunale è rivolto primariamente alla salute e tutela dei minori attraverso azioni mirate ed interventi educativi a sostegno della scolarizzazione. Oltre che nel territorio della città di Padova sono presenti alcune popolazioni nomadi anche presso il Distretto n. 6, in particolare presso il Comune di Brugine (4 roulotte in via Cimitero e 7 in via Arzerini) e il Comune di Piove di Sacco (6 nuclei familiari nomadi che sostano con i loro camper nel territorio solo saltuariamente durante l'anno e che svolgono l'attività di giostrai). Altri sono assegnatari di alloggi popolari. Vi sono poi alcune famiglie zingare, quasi sempre italiane, che si spostano da una regione all'altra del territorio nazionale, più spesso perché costrette dalle condizioni di degrado e di emarginazione in cui vivono che da scelte individuali di tipo culturale. Tale fenomeno interessa anche Padova, in alcuni periodi anche in misura consistente. Dette famiglie, per lo più con mezzi propri ed una roulotte a traino, non esistendo in città un'area di transito, vanno spesso ad occupare aree o parcheggi pubblici per alcuni periodi, per cambiare poi destinazione. 52 A Padova la frequenza scolastica viene monitorata costantemente dal Settore Servizi Scolastici in collaborazione con i Dirigenti Scolastici dei vari Istituti Comprensivi. La priorità n. 1 del piano 2011-2012 è stata realizzata con la costruzione delle 15 unità abitative in via Lungargine San Lazzaro viene quindi sostituita con la seguente: PRIORITÀ N. 1 PROMUOVERE DIVERSI STILI DI VITA ALL’INTERNO DEL CAMPO NOMADI DI VIA LUNGARGINE SAN LAZZARO E FAVORIRE L’AVVICINAMENTO A MODELLI COMPORTAMENTALI INTEGRATI CON IL CONTESTO SOCIO-CULTURALE DI RESIDENZA Politiche 1. Supportare le famiglie nomadi che si sono da poco insediate nei nuovi alloggi fornendo loro un servizio di mediazione e di accompagnamento all’abitare con lo scopo di far apprendere e mantenere gli obblighi derivanti dalla nuova situazione abitativa. 2. Offrire alle donne residenti nel campo una prospettiva di vita non più relegata all’interno del campo stesso, rendendole portatrici di cambiamenti per la propria famiglia e di favorire l’avvicinamento a modelli comportamentali integrati con il contesto socio-culturale di residenza. PRIORITÀ N. 2 MAPPATURA DEL FENOMENO IN AMBITO ULSS 16 E POSSIBILE INDIVIDUAZIONE DI MICROAREE DA ASSEGNARE NELLA CINTURA URBANA Politiche 1. Avviare interventi in collaborazione con la Prefettura di Venezia al fine di incrementare le informazioni utili alla conoscenza relativa alla presenza di popolazioni Rom e Sinti nel territorio provinciale. 2. Promuovere collaborazioni tra Comuni interessati al fenomeno per sviluppare progetti di inclusione sociale delle popolazioni nomadi. PRIORITÀ N. 3 SOSTEGNO SCOLASTICO ED EXTRASCOLASTICO RIVOLTO AI MINORI IN ETÀ SCOLARE (A CURA DEL SETTORE SERVIZI SCOLASTICI) Politiche 1. promuovere sinergie tra servizi scolastici, educativi, culturali e del tempo libero per favorire l’inserimento sociale dei minori. 2. Sviluppare collaborazioni tra servizi socio-sanitari finalizzati a migliorare la tutela della salute dei minori e delle donne in gravidanza. 53 NOMADI AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015 Tipolpogia Interventi Azione INNOVATIVA Progetto di scolarizzazione alunni come Sinti e Rom presenti nel territorio modalità padovano MantenimentoSuperamento campo nomadi San Lazzaro MantenimentoTutela della salute di minori e madri A.P. Struttura Immigrazione ULSS n. 16 MantenimentoAttività di Servizio Sociale professionale MantenimentoAccompagnamento nell’abitare superamento e Campo Nomadi San Lazzaro INNOVATIVA Percorso Formativo per l’avvio di un Laboratorio sartoriale per le donne residenti nel campo di Lungargine San Lazzaro Soggetti Politica/che Anno Posti/utenti responsabili della gestione di riferimento Settore Servizi Scolastici del 3a 2012/2015 133 Comune di Padova Risorse € 302.574,34(*) Comune di Padova 1a 2012 60 Attività realizzata Comune di Padova ULSS 16 Croce Rossa Italiana 3b 2013 90(U) € 3.400,00 (*) Comune di Padova e CRI Comune di Padova 1a 2013 80 € 30.000,00 (*) Coop. IL Sestante 1a 2013 60 € 20.000,00 (*) 2013 8 21.113,60 (*) Coop. Il Sestante (*) Risorse a carico del Comune di Padova – Settore Servizi Sociali AZIONI ELIMINATE Eliminata Servizio di Segretariato Sociale Opera Nomadi di Padova 2012 150 € 20.000,00 azione conclusa nel corso del 2012 54 POVERTÀ E IMMIGRAZIONE Premessa Il X° Rapporto di Caritas Italiana e Fondazione E. Zancan su povertà ed esclusione sociale in Italia, intitolato in “In caduta libera” (Il Mulino 2010) si sofferma su in nuovi fenomeni di difficoltà economica che coinvolgono il nostro paese, a partire dai recenti sviluppi della crisi economico-finanziaria che interessa i Paesi ad economia avanzata. Le carriere di povertà risultano sempre più brevi, complesse, multidimensionali, con frequenti uscite e ritorni in situazioni di disagio sociale. Attualmente il tasso di disoccupazione degli stranieri si attesta nel nord-est al 13,4% contro una media territoriale del 5,5%. Il Veneto è la Regione con il 12,8% di stranieri sul totale di disoccupati. È tuttavia da tener presente che negli ultimi due anni (2008-2010) l’incidenza degli stranieri sul totale dei disoccupati è salita al 26,3%. Il fenomeno migratorio nella sua articolata composizione presenta quindi situazioni di disagio sociale di tipo economico, abitativo e di tutela minorile che implicano la presa in carico da parte del Servizio Sociale Comunale nell’ambito delle politiche locali di inclusione sociale. Nello specifico gli ambiti di intervento del Servizio Sociale dell’area cittadina riguardano le famiglie straniere regolarmente residenti in situazione di povertà economica, i minori stranieri non accompagnati, le donne sole con figli a carico. Gli interventi si articolano in misure di tipo economico, inserimenti in Strutture comunitarie e azioni innovative quali l’affido omoculturale ed eteroculturale. Nella successiva tabella verranno forniti i dati relativi ad interventi economici ed inserimenti residenziali, mentre per la tipologia MSNA si ritiene necessario individuare una priorità specifica. MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI L’accoglienza di minori stranieri non accompagnati (i primi casi sono stati registrati alla metà degli Anni 90) ha raggiunto il numero massimo di accoglienze tra gli anni 2004 e 2005 (oltre 150 casi trattati ogni anno). Nel corso del 2011 il servizio sociale per minori stranieri dell’Ufficio Progetti e Prevenzione ha trattato complessivamente n. 102 casi di minori stranieri non accompagnati mentre nel corso del 2012 ha trattato n. 83 casi. I minori accolti sono per la maggior parte maschi di età superiore ai 15 anni che non intendono rientrare in patria. Le caratteristiche salienti del fenomeno nel territorio di Padova possono essere così sintetizzate: - per alcune realtà nazionali, risulta che gran parte dei progetti migratori siano definiti, nel nucleo familiare di appartenenza del minore, precedentemente la sua partenza con il chiaro obiettivo che il minore venga assistito, una volta giunto in Italia, dagli enti pubblici e privati preposti. - vi è la sostanziale impossibilità di realizzare il rimpatrio del minore nelle situazioni in cui il medesimo si rivela incapace di affrontare le aspettative proprie di un progetto di integrazione sociale e civile e nelle situazioni in cui egli pone in essere dei comportamenti devianti; - si è realizzata una situazione in cui l’ente locale ha dovuto sostenere autonomamente, senza adeguati finanziamenti esterni, i costi economici dovuti per l’accoglienza di questi minori. 55 PRIORITÀ N. 1 CONSOLIDAMENTO DELL’AFFIDO FAMIGLIARE DEL MINORE STRANIERO NON ACCOMPAGNATO Politica Prosecuzione dell’esperienza avviata dal Servizio Sociale del Comune di Padova di percorsi di accoglienza e di integrazione del minore straniero in un ambiente familiare, ipotizzando la possibilità che in esso il minore possa incontrare degli adulti connazionali immigrati capaci di essere testimoni di un positivo percorso di inserimento sociale. Per la realizzazione di tale priorità si coinvolgono famiglie omoculturali ed eteroculturali. MINORI STRANIERI NON ACCOMPAGNATI AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015 Tipologia Interventi Azione Mantenimento Affido Famigliare Mantenimento Mediazione Culturale Mantenimento Struttura A.P. – Ambulatorio Pediatrico Multietnico Mantenimento Sostegno Educativo Mantenimento Sostegno Educativo Mantenimento Accoglienze residenziali per minori Mantenimento Sostegno Educativo Soggetti responsabili della gestione Comune di Padova Cooperativa Orizzonti Comune di Padova ULSS n. 16 Ass.ne Amicizia Comune di Padova Coop. Codess Comune di Padova Vedi Udo Area minori Coop. TERR.A. Comune di Padova Politica/che di Anno Posti/utenti Risorse (Euro) riferimento 1 1 2013 2013 20 (utenti) 50 (utenti) € 120.000,00 € 20.000,00 1 2013 50 (U) 1 2013 Vd. dato aggregato tabella area “senza dimora” € 38.000,00 1 2013 8 € 12.000,00 1 2013 2013 50 (utenti) € 400.000,00 € 12.000,00 56 INTERVENTI ASSISTENZIALI A FAVORE DI CITTADINI STRANIERI PRIORITÀ N. 1 MANTENERE LIVELLI DI PRESA IN CARICO INDIVIDUALIZZATA MEDIANTE INTERVENTI ASSISTENZIALI FINALIZZATI A FAVORIRE PERCORSI DI RIABILITAZIONE SOCIALE; L’OBIETTIVO SI RAGGIUNGE VALORIZZANDO LE CAPACITÀ PERSONALI E SUPERANDO APPROCCI DI TIPO ASSISTENZIALISTICO. Politiche 1. Garantire livelli di reddito adeguati a soddisfare le primarie esigenze di vita per contrastare condizioni indigenza, secondo i parametri ISEE individuati per l’accesso agli interventi economici. 2. Garantire la tutela della maternità mediante percorsi di accompagnamento ed eventuale inserimento temporaneo in Struttura protetta. 3. Favorire la comunicazione con l’utente straniero e la conoscenza dei servizi mediante il servizio di mediazione culturale. 57 INTERVENTI ASSISTENZIALI A FAVORE DI CITTADINI STRANIERI AZIONI DEL PIANO DI ZONA 2011/2015 Tipologia Interventi Azione Mantenimento Attività di Servizio Sociale Professionale Comune di Padova, Albignasego, Limena, Maserà di Padova, Cervarese S. Croce, Cadoneghe, Abano Terme, Torreglia, Ponte San Nicolò, Saonara, S.Angelo di Piove di Sacco, Piove di Sacco, Pontelongo, Legnaro, Mestrino, Codevigo, Montegrotto Terme, Brugine Mantenimento Interventi economici (IEF, MV, MVI) Comune di Padova Mantenimento Accoglienze residenziali mamma – Vedi UDO area minori bambino Mantenimento Mediazione culturale Coop. Orizzonti Comune di Padova Mantenimento Accoglienze residenziali Adulti Stranieri Vedi UDO area Inclusione e Mamma con bambino Sociale Mantenimento Accoglienza Profughi presso Ex Scuola Comune di Padova Gabelli Coop. Cosep Coop. Il Sestante Mantenimento Accoglienza profughi Mantenimento Accoglienza profughi Anno Posti/utenti Risorse (Euro) 1a 2013 1257 1a 1b 2013 2013 760 N.R. 495.321,03 N.R. 1c 2013 86 52.950,00 1b 2013 N.R. N.R. 1d 2013 Accoglienza conclusa l’8 marzo 2013 2013 2013 6 45.000(*) di cui 12.500,00 Prefettura Soggetti Politica/che di responsabili della gestione riferimento Coop Città Solare Coop. Nuovo Villaggio 1d 1d 230.078,00 N.R. N.R. INDICATORI generali N. Progetti previsti N. progetti realizzati N. interventi interistituzionali INDICATORI specifici: N. accessi al segretariato sociale N. inserimenti in strutture d’accoglienza 58 N. N. N. N. N. affiancamenti sociali borse lavoro programmi di protezione sociale nomadi coinvolti in progetto di autocostruzione MSNA in affido familiare RICHIESTE DI AVVIO DI STRUTTURE/SERVIZI PER L'ANNO 2013 PERVENUTE DA PARTE DEL PRIVATO SOCIALE DA INSERIRE COME ATTIVITA' INNOVATIVE Tipologia Interventi Azione Innovazione Accoglienza e accompagnamento donne vittime di violenza Innovazione Progetto di reinserimento sociale per persone senza dimora Innovazione Progetto Ado – Attività diurne occupazionali Innovazione Gruppi appartamento – accoglienza in coabitazione o soluzioni monoabitative Innovazione Centro di prossimità Soggetti responsabili della gestione Gruppo R Società Cooperativa Sociale Cosep Società Cooperativa Sociale Cosep Società Cooperativa Sociale Associazione Murialdo Politica/che Anno Posti/utent Risorse (Euro) di i riferimento 2013 Finanziamenti pubblici in base agli inserimenti 2013 € 1.000,00 2013 Rette utenti 2013 Rette utenti Città So.La.Re. Società Cooperativa Sociale e Nuovo Villaggio Società Cooperativa Sociale Innovazione Biblioteca multimediale casa di Reclusione Altra Città Società e Casa Circondariale di Padova Cooperativa Sociale 2013 Rette utenti 2013 Innovazione Progetto di legatoria in carcere “evasioni di carta” c/o Casa di Reclusione 2013 Inserite in mantenimento € 8.000 Risorse interne Cooperative Altra Città Società Cooperativa Sociale 59 AREA IMMIGRAZIONE Dati generali e principali “problematiche” Negli ultimi anni l’Italia ha sperimentato uno dei tassi maggiori d’incremento della popolazione straniera che ha raggiunto 5 milioni di presenze, pari a circa l’8% della popolazione complessiva, percentuale ormai paragonabile a quelle di Stati europei di più antica immigrazione quali Francia, Regno Unito e Germania. Secondo l’ISTAT a gennaio 2010 il numero di stranieri residenti era di 4.235.000, mentre il rapporto CaritasMigrantes ne conta 4.919.000 perché include oltre ai residenti anche i domiciliati, ossia coloro che soggiornano regolarmente ma non sono iscritti all’anagrafe. Negli ultimi 20 anni gli immigrati sono aumentati di dieci volte, con una crescita dei residenti pari a 3 milioni nell’ultimo decennio e quasi 1 milione solo nell’ultimo biennio. Il Veneto è la terza regione italiana per presenze di cittadini stranieri, che sempre secondo il rapporto Caritas-Migrantes 2010, sono complessivamente, tra residenti e domiciliati, 550.100 di cui 236.585 donne e 116.959 minori. La provincia di Padova registra circa il 16% della popolazione regionale di cittadini stranieri, in essa il numero degli stranieri non comunitari regolarmente soggiornanti è di circa 61.000, di cui circa 21.000 domiciliati nel Comune di Padova; la città di Padova conta, complessivamente tra cittadini comunitari e non comunitari, 28.617 residenti (gennaio 2010), pari al 13,4% della popolazione cittadina, di cui i gruppi più numerosi sono costituiti da romeni (7.838), moldavi (4.093), nigeriani (1.913), marocchini (1.876), albanesi (1.781), filippini (1.613), cinesi (1.299), ucraini (701), bangladesi (690) e srilankesi (677). Secondo i dati dell’Osservatorio regionale Immigrazione sui lavoratori stranieri, si evidenzia che gli stranieri costituiscono nel Veneto l’11% del numero complessivo degli occupati, pari a circa 223.000 persone, con un tasso di occupazione pari al 65%, in linea con quello degli italiani. I lavoratori stranieri, che per il 90% risultano occupati nel lavoro dipendente, hanno inciso per il 27% sul flusso complessivo delle assunzioni registrate nel 2009, con punte particolarmente elevate nei settori dell’agricoltura, del tessile-abbigliamento, della concia e delle costruzioni. La concentrazione è marcata soprattutto tra le posizioni operaie e tra il personale privo di qualifica. Questi dati dimostrano come la realtà dell’immigrazione abbia bisogno di politiche mirate e coerenti ad una prospettiva di radicamento degli stranieri nel territorio veneto. Se si tiene presente che la maggior parte dei figli dei cittadini stranieri (il 60% degli alunni stranieri nelle scuole padovane sono nati a Padova) potranno chiedere la cittadinanza italiana, che implica sicuramente più diritti insieme ad altrettanti doveri, non si potrà più parlare in senso stretto d’integrazione degli immigrati bensì di “nuovi italiani”, le cui posizioni giuridiche saranno equiparate a quelle degli italiani “autoctoni” ma con problematiche diverse che richiedono la programmazione di percorsi di cittadinanza, anche all’interno delle istituzioni di governo locale. Rilevano a questo proposito le Consulte per l’Immigrazione, le quali necessitano, peraltro, di essere ripensate per poter rispondere efficacemente alla loro funzione. In alcuni Comuni della Conferenza dei Sindaci ULSS 16 (Padova, Albignasego, Rubano e Abano Terme) sono in fase di costituzione organi per la rappresentanza e la partecipazione alla vita pubblica della popolazione straniera residente. In tal senso, per rendere effettivo l’esercizio dei diritti e dei doveri sono necessarie politiche che rafforzino le condizioni per poterli esercitare quali la conoscenza della lingua italiana, della normativa di base, costituzionale e delle norme che riguardano la presenza ed il soggiorno sul territorio dello Stato, la mediazione linguistico-culturale, l’educazione interculturale, l’informazione. Affinché il contatto con diverse culture porti benefici e non pericolose tensioni le politiche devono attivare metodi di risoluzione dei conflitti. Questi possono essere sia preventivi, come la creazione di occasioni d’incontro tra italiani e stranieri per la conoscenza reciproca attraverso il coinvolgimento dell’associazionismo, sia per affrontare problemi di convivenza attraverso la mediazione abitativa e di comunità, che 60 costituiscono preziosi strumenti per il mantenimento della coesione sociale. Da un’analisi della realtà padovana si rileva la presenza di una decina di Associazioni di immigrati iscritti all’albo regionale della LR 90/90 e più di quaranta iscritte al registro comunale delle associazioni del Comune di Padova. Sulla questione di genere, tenendo presente che le donne straniere rappresentano la metà della popolazione immigrata e che esse vivono spesso una condizione più fragile, si può anzi ritenere che esse pongano per le politiche dell’integrazione una doppia questione ossia quella di “minoranza della minoranza”, risultano da consolidare e potenziare nei prossimi anni le attività ad esse rivolte, in particolare finalizzate: all’apprendimento dell’italiano, alla formazione di quelle impegnate nel lavoro di cura, all’orientamento professionale e lavorativo, alla conoscenza dei servizi del territorio. Inoltre, spesso le donne straniere sperimentano abusi e violenze ed occorre fornire una risposta forte a questi problemi. In questo senso è necessario predisporre servizi di accoglienza e tutela all’interno di “case di fuga”, che attualmente nel territorio veneto sono solo due, di cui l’una funzionante a Mestre Venezia e l’altra in fase di avvio a Padova. Le difficoltà legate all’affermazione di reali e durature prospettive d’integrazione risultano, d’altra parte, fortemente condizionate nella fase attuale caratterizzata da una crisi economica ed occupazionale senza precedenti. Il Veneto è stato toccato profondamente in tal senso, al punto che dei 65.000 lavoratori che hanno perso il lavoro 17.000 sono stranieri (pari al 26%). La contrazione occupazionale ha interessato in modo particolare la componente maschile, gli occupati con contratti a termine ed i settori del manifatturiero e delle costruzioni. La provincia di Padova è tra quelle che hanno registrato i saldi maggiormente negativi. Le azioni del Piano di Zona dovranno, pertanto, coordinarsi necessariamente con quelle finalizzate al sostegno all’occupazione, alla riqualificazione professionale, all’orientamento nella ricerca di lavoro, al reinserimento lavorativo. PRIORITÀ DEL PIANO DI ZONA 2011-2015 Da un’attenta analisi del territorio, considerate dunque le priorità emerse e coerentemente al quadro normativo di riferimento le strategie di indirizzo che verranno esplicitate di seguito tengono conto di quanto consolidato nel periodo precedente e che va mantenuto o potenziato per il prossimo quinquennio, così come di alcune azioni di innovazione. Le politiche di intervento individuate sono proposte con le finalità generali di sostenere i processi per l’integrazione dei cittadini stranieri con servizi rivolti ai singoli e alle famiglie, favorire la convivenza tra cittadini italiani e stranieri con servizi innovativi, promuovere la partecipazione dei cittadini stranieri alla vita pubblica locale. PRIORITÀ 1 SCARSA CONOSCENZA DELLA NORMATIVA E DEI REQUISITI RELATIVI AL RILASCIO DEI TITOLI DI SOGGIORNO E DIFFICOLTÀ DI ACCESSO AI SERVIZI, IN PARTICOLARE ALLA QUESTURA E ALLO SPORTELLO UNICO DELLA PREFETTURA UTG DI PADOVA. Politica : Consolidare i servizi finalizzati alla semplificazione delle procedure preordinate al rilascio e rinnovo dei titoli di soggiorno 61 1. Consolidamento degli sportelli CISI che svolgono servizi a favore di persone straniere, relativi a informazione e supporto nel disbrigo delle pratiche per il rilascio/rinnovo dei permessi/carte di soggiorno e per le istanze di ricongiungimento/coesione familiare, ricezione e rilascio delle attestazioni d’idoneità alloggiativa, dichiarazione di ospitalità e cessione di fabbricato su banca dati informatica, servizio di prenotazione appuntamenti attraverso collegamento informatico con la Questura e lo Sportello Unico per l’Immigrazione presso la Prefettura per la consegna dei titoli di soggiorno. Si confermano gli sportelli situati nei sei punti di accesso del Comune di Padova e quelli presenti nei Comuni di Piove di Sacco, Limena, Selvazzano, Abano Terme per un totale di dieci sportelli. 2. Potenziamento della presenza dei mediatori interculturali nei servizi di accoglienza presso gli sportelli CISI e negli uffici della Questura di Padova. PRIORITÀ 2 PRECARIETÀ DELLA SITUAZIONE DI VITA DI PERSONE RICHIEDENTI E TITOLARI DI PROTEZIONE INTERNAZIONALE E DIFFICOLTÀ DI INSERIMENTO NEL TESSUTO SOCIALE. Politica: Potenziare i servizi di accoglienza, d’integrazione e di counseling in favore dei richiedenti e titolari di protezione internazionale e assimilati, secondo gli standard del Sistema di Protezione nazionale (SPRAR) e nel coordinamento con i progetti territoriali del Veneto 1. Consolidamento delle attività di primo accesso e di consulenza dello sportello informativo RAR (richiedenti asilo e rifugiati) con sede in piazza dei Signori 22, che gestisce attività di counseling sulle procedure d’asilo e di accoglienza delle relative richieste. 2. Potenziamento dei servizi di accoglienza per richiedenti/titolari di protezione internazionale. Nella progettualità relativa all’anno 2011 si è infatti richiesto al Ministero dell’Interno e delle Libertà Civili, stante l’aumento del bisogno, l’autorizzazione all’accoglienza di ulteriori cinque posti per donne richiedenti protezione internazionale. Questi andrebbero ad aggiungersi ai quindici posti di accoglienza già previsti (11 uomini e 4 donne), inserimenti gestiti con programmi personalizzati di autonomia, secondo gli standard stabiliti dal sistema nazionale (SPRAR), della durata di sei mesi, rinnovabili. 3. Mantenimento delle cosiddette “seconde accoglienze” in appartamenti di sgancio dove è possibile consolidare l’autonomia raggiunta. Gli appartamenti di sgancio sono gestiti e di proprietà rispettivamente di una associazione e di una cooperative sociale per un totale di sei posti (che nell’anno si rendono via via disponibili per nuovi ingressi non appena chi è già accolto conclude il suo percorso di inserimento). 4. Consolidamento dei corsi e attività per l’apprendimento della lingua italiana, in collaborazione sia con cooperative sociali che con un CTP del territorio con il quale è in atto una collaborazione. 5. Potenziamento dei progetti per l’inserimento lavorativo attraverso stage, tirocini, formazione al lavoro e qualificazione o riqualificazione professionale. 6. Consolidamento dei percorsi previsti per il raggiungimento dell’autonomia abitativa dei beneficiari. 7. Allargamento e potenziamento della rete di enti e istituzioni coinvolti a vario titolo nella gestione delle accoglienze con ingresso di nuovi soggetti nella partnership del progetto. 62 PRIORITÀ 3 DIFFICOLTÀ DI GESTIONE E/O SOVRAPPOSIZIONE DI COMPETENZE IN MATERIA DI IMMIGRAZIONE NELLA PLURALITÀ DEI SOGGETTI ISTITUZIONALI COINVOLTI. Politica 1: Dare impulso e concreto sostegno ai processi d’integrazione dei cittadini stranieri nella comunità locale nel collegamento con istituzioni, amministrazioni pubbliche ed enti operanti nel campo dell’immigrazione. Strategie di rete per la definizione di buone pratiche. 1. Consolidamento del Tavolo di concertazione per la gestione, collaborazione e condivisione di buone prassi finalizzate al rilascio e rinnovo dei titoli di soggiono (Questura, Prefettura Provincia e Comune di Padova). 2. Potenziamento della Rete territoriale per l’Immigrazione di cui fanno parte tutti gli enti che hanno nel loro territorio sportelli informativi rivolti a persone immigrate. Con protocollo d’intesa, è stato costituito un coordinamento operativo finalizzato al funzionamento della Rete Territoriale per l’Immigrazione a cui aderiscono la Questura di Padova, la Prefettura U.T.G. di Padova, la Provincia di Padova, la Direzione Provinciale del Lavoro, l’Università degli Studi di Padova, la Camera di Commercio di Padova, il Comune di Padova e i sopra citati 12 Comuni della Provincia. 3. Partecipazione al Consiglio territoriale per l’immigrazione istituito presso la Prefettura. Politica 2: Consolidare e potenziare la programmazione territoriale con i comuni della Conferenza dei Sindaci dell’ULSS n. 16 e le Associazioni rappresentative dei cittadini stranieri accreditate all’albo regionale, nell’ambito del Programma di Integrazione Sociale e Scolastica (L.R.9/90). 1. Potenziamento delle attività del Tavolo intercomunale relativo alla stesura, alla gestione e attuazione della progettualità prevista dal Piano per l’Integrazione Sociale e Scolastica (LR 9/90) predisposto in sinergia e secondo le indicazioni date dal Piano Triennale per l’Immigrazione della Regione del Veneto. Al tavolo partecipano anche le Associazioni rappresentative di cittadini stranieri così come scuole, associazioni, cooperative ed enti del terzo settore in qualità di enti attuatori. PRIORITÀ 4 DIFFICOLTÀ DELLE PERSONE STRANIERE, IN PARTICOLARE ADOLESCENTI E DONNE, NELL’ACCESSO AI SISTEMI DI WELFARE E ALL’INTEGRAZIONE NEL TESSUTO SOCIALE. Politica: Potenziare i servizi di mediazione interculturale, i corsi di lingua italiana, i percorsi d’integrazione con servizi di accompagnamento sociale, la formazione quale strumento di azione interculturale. 1. Consolidamento della presenza dei mediatori interculturali, in possesso di titoli e di esperienza qualificata, negli sportelli ed uffici dei Comuni del territorio e nelle scuole, con il compito di orientare e facilitare l’accesso ai servizi, favorire la comprensione nell’approccio con gli operatori, qualificare i servizi pubblici del territorio anche con la possibilità di svolgere una funzione di guida nei percorsi d’integrazione e un’azione positiva nei processi di convivenza e di orientare e promuovere una corretta gestione dei diritti di cittadinanza. 63 2. 3. 4. Potenziamento dell’offerta di corsi per l’apprendimento della lingua italiana. Un bisogno che emerge in maniera sempre più evidente, visto anche l’evolversi della normativa in materia di immigrazione, è quello dell’apprendimento della lingua italiana. Per questo motivo verrà ampliata l’offerta linguistica ed i corsi per l’apprendimento della lingua italiana L2 che costituisce a sua volta una delle aree d’intervento consolidate dalla Regione Veneto nell’ambito del più ampio Programma d’iniziative e d’interventi in materia d’Immigrazione di recente approvato. Proposta di una collaborazione tra Istituzioni scolastiche, Prefettura e Comune di Padova per la formalizzazione di una azione innovativa che prevede sia attività volte all’apprendimento della lingua italiana per gli adulti che per il rilascio della certificazione di conoscenza della lingua italiana L2 necessario per ottenere il titolo di soggiorno. Consolidamento delle attività previste all’interno del PISS sia come attività rivolte a cittadini stranieri non comunitari presenti nel territorio che agli operatori dei servizi che a loro si rivolgono relativamente alle aree dell’inserimento scolastico, dell’insegnamento della lingua italiana e la promozione di interventi educativi rivolti ai minori, dell’aggiornamento degli insegnanti e operatori della scuola, dell’informazione, dell’inserimento delle donne immigrate, della valorizzazione dei mediatori linguistici e culturali ed infine della promozione del dialogo tra le culture. PRIORITÀ 5 RISCHIO DI CONFLITTI TRA ITALIANI E STRANIERI IN CONTESTI DI CONVIVENZA AD ELEVATA DENSITÀ ABITATIVA E USO INAPPROPRIATO DEGLI SPAZI COMUNI. Politica: Consolidare i servizi a sostegno della convivenza con sportelli di mediazione abitativa, azioni di comunità e servizio di prossimità dei facilitatori interculturali, anche in collaborazione con i quartieri cittadini. 1. Consolidamento degli sportelli per la mediazione dei conflitti presenti nel Comune di Padova 2. Consolidamento delle attività di mediazione abitativa, anche itinerante, e negli alloggi ad elevata densità abitativa anche in collaborazione con il Settore Politiche Abitative. L’obbiettivo principale è quello della mediazione dei conflitti in contesti abitativi pubblici, attraverso varie azioni, interventi “individuali” e interventi nel condominio e/o a domicilio. 3. Consolidamento delle azioni di comunità volte alla mediazione dei conflitti relativi a problematiche conflittuali presenti nel territorio e inerenti alla gestione corretta degli spazi destinati ad un uso comune quali piazze, giardini pubblici, ecc. 4. Consolidamento della presenza dei facilitatori interculturali, che propongono un servizio di prossimità in grado di gestire e risolvere eventuali conflitti nelle aree urbane e di facilitare la comunicazione interculturale tra i cittadini italiani e stranieri, sia con una attività in strada che a sostegno delle sopra citate azioni. Le attività intendono così promuovere una maggiore convivenza civile e l’integrazione in città. PRIORITÀ 6 RISCHIO DI DEVIANZA E DI ISOLAMENTO NEI GIOVANI DI NUOVE E SECONDE GENERAZIONI DOVUTO ALLA MANCANZA DI RICONOSCIMENTO DELLA PROPRIA IDENTITÀ ANCHE NEL CONFRONTO CON LA DIVERSITÀ CULTURALE. 64 Politica 1: Implementare i percorsi di integrazione con la partecipazione attiva di giovani stranieri di seconda generazione, nella collaborazione con le scuole secondarie e con il territorio 1. Proposta, quale progetto innovativo, di attività di coinvolgimento alla partecipazione attiva di ragazzi e giovani di seconda generazione con laboratori e azioni di inclusione sociale da realizzarsi anche attraverso lo sport. Politica 2: Sostenere l’inserimento di minori adolescenti stranieri, in particolare neoarrivati, con servizi di orientamento e riorientamento scolastico, mediazione interculturale, corsi per l’apprendimento della lingua italiana, sostegno educativo e scolastico. 1. Consolidamento della proposta di facilitazione linguistica all’interno della scuole rivolta a minori, attività di prima accoglienza nelle scuole per neoiscritti, mediazione linguistico-culturale in classe e nei rapporti scuola-famiglia, educazione interculturale all’interno di gruppi-classe, doposcuola per minori stranieri con counseling e sostegno psicologico, supporto per la preparazione agli esami di terza media. 2. Consolidamento delle attività dello sportello Informazione Scuola per l’informazione e l’orientamento scolastico in raccordo con le scuole secondarie, il riorientamento scolastico con attività di accompagnamento. PRIORITÀ 7 DIFFICOLTÀ DI AFFERMAZIONE DEL RUOLO E DELLA FUNZIONE DELLA DONNA STRANIERA SIA COME SINGOLA CHE ALL’INTERNO DEL PROPRIO NUCLEO FAMILIARE PER SCARSA CONOSCENZA DELLE LINGUA, BASSA QUALIFICAZIONE PROFESSIONALE, ISOLAMENTO NEL LAVORO E FAMILIARE. Politica: Sostenere l’inserimento delle donne immigrate con servizi rivolti all’apprendimento della lingua italiana, al rafforzamento delle abilità lavorative, all’orientamento e alla conoscenza del territorio e all’accesso ai servizi socio-sanitari e sociali 1. Potenziamento delle attività del Centro Donne dal Mondo che svolge azioni di accoglienza, consulenza, informazione e orientamento anche con il supporto di mediatrici culturali. Destinatarie degli interventi sono donne straniere in situazione di difficoltà personale e relazionale, portatrici di domande complesse che richiedono una lettura multidimensionale e la capacità di mettere in atto interventi integrati. 2. Nuova proposta per la promozione di gruppi di discussione sui temi della genitorialità, dell’autonarrazione, del lavoro e realizzazione di relativi laboratori compreso uno di sartoria. 3. Potenziamento dei corsi di lingua italiana rivolti a donne e a donne addette al lavoro di cura. 4. Mantenimento delle attività di formazione per le donne addette al lavori di cura (la relazione, la comunicazione, le malattie geriatriche, la cura e l’assistenza) anche in collaborazione con l’Istituto di Riposo per Anziani di Padova. 65 5. Consolidamento dei gruppi di auto aiuto di donne addette al lavoro di cura. PRIORITÀ 8 CARENZA DI STRUTTURE DI ACCOGLIENZA URGENTE E TEMPORANEA PER DONNE VITTIME DI VIOLENZA Politica: Avvio e gestione della Casa di Fuga per donne italiane e straniere, in collaborazione con enti del terzo settore e nel raccordo con i settori comunali del Comune di Padova. 1. Consolidamento delle attività dello Sportello Donna quale punto di accesso per l’accoglienza della richiesta, per la valutazione della situazione, per il sostegno e per l’eventuale invio alla pronta accoglienza “Casa di fuga”. 2. Apertura di una struttura di accoglienza urgente e temporanea per donne vittime di violenza. PRIORITÀ 9 RISCHIO DI FRAMMENTAZIONE DEL TESSUTO DELLA SOCIETÀ CIVILE PER L’INSUFFICIENZA DI OCCASIONI DI INCONTRO, DI DIALOGO INTERCULTURALE, DI PARTECIPAZIONE ALLA VITA PUBBLICA E MANCATO RICONOSCIMENTO DI SPAZI DI RAPPRESENTANZA. Politica: Promuovere la conoscenza ed il dialogo interculturale con azioni di promozione e di sostegno dell’associazionismo favorendo la rappresentanza degli interessi ed il riconoscimento dei diritti di cittadinanza dei cittadini stranieri. 1. Consolidamento delle attività per la promozione del dialogo tra le culture con aggancio e coinvolgimento di associazioni, gruppi formali ed informali di rappresentanza di cittadini stranieri nei Comuni della Conferenza dei Sindaci dell’ULSS 16, con un’attenzione particolare a quelli che hanno avviato la costituzione di organi consultivi di rappresentanza dei cittadini stranieri. 2. Potenziamento delle attività del tavolo di coordinamento intercomunale e con le associazioni di rappresentanza degli immigrati che parteciperanno allo svolgimento di azioni trasversali alle diverse aree d’intervento previste dal Programma di integrazione sociale e scolastica nei diversi territori comunali 3. Consolidamento delle attività per la promozione dell’associazionismo di cittadini stranieri e accompagnamento per percorsi di riconoscimento- iscrizione all’albo regionale della LR 9/90. 4. Consolidamento delle attività di organizzazione e proposta di laboratori di cittadinanza e educazione civica, con il coinvolgimento di cittadini stranieri. 66 PRIORITÀ 10 CARENZA DI INFORMAZIONE, POCA CONOSCENZA PRINCIPALI PROBLEMATICHE E DEI TEMI PIÙ ALL’INTERCULTURA. E MANCANZA DI APPROFONDIMENTO DELLE RILEVANTI LEGATI ALL’IMMIGRAZIONE E Politica: Divulgare i temi dell’intercultura e stimolare momenti di approfondimento sulle tematiche dell’immigrazione. Fornire un servizio di traduzioni a servizio delle Istituzione, degli operatori e dei cittadini stranieri. Sportello SIS (Servizio Informazione Immigrati) per i Comuni dell’area territoriale della Saccisica. Servizio di traduzione. Previsione anno 2013 Azioni di Mantenimento Interventi Sportelli CISI Tavoli istituzionali di concertazione e programmazione Servizio di mediazione interculturale Politica/che di riferimento Anno Posti/Utenti Soggetto/i responsabile/i della gestione Comune di Padova Consolidare i servizi finalizzati alla Fino al U.P. Accoglienza e semplificazione delle procedure 30/06/20 6.000 Immigrazione preordinate al rilascio dei titoli di 13 soggiorno Abano Terme Consolidare i servizi finalizzati alla Fino al 1800 semplificazione delle procedure 30/06/20 13 preordinate al rilascio dei titoli di soggiorno Comune di Padova, Dare impulso e concreto sostegno ai 1/1Questura, Prefettura, Ulss processi di integrazione dei cittadini 31/12 nel collegamento con 2013 16, Comuni della Provincia stranieri istituzioni, amministrazioni pubbliche ed enti. Strategie di rete Comune di Padova Consolidare i servizi di mediazione Fino al Impegnati 7 mediatori U.P. Accoglienza e linguistico-culturale nella scuola 30/06/20 Immigrazione secondaria di secondo grado 13 Risorse €. 44.000,00 € 1670,00 Risorse interne € 4.000,00 67 Interventi Mediazione dei conflitti (abitativi e di comunità), servizio di prossimità Servizi per i minori: accompagnamento, sostegno scolastico ed educativo, mediazione, facilitazione linguistica, doposcuola Sportello Informazione Scuola Soggetto/i responsabile/i Politica/che di riferimento Anno della gestione Comune di Padova Consolidare i servizi a sostegno della 2013 U.P. Accoglienza e convivenza con sportelli di mediazione abitativa, azioni di Immigrazione sviluppo di comunità Comuni della conferenza dei Sostenere l’inserimento di minori e Fino al Sindaci ULSS 16 adolescenti stranieri, in particolare 30/06/20 neo arrivati, con servizi di 13 doposcuola, educazione interculturale e counseling, sostegno psicologico Posti/Utenti Gara in corso di aggiudicazione 153 € 10.200,00 (€ 2650,5 COMUNE DI ABANO dato compreso nella cifra sopra riportata, è una specifica che il Comune di Abano ci ha inviato) €. 13.000,00 sportello IS € 6000,00 corsi lingua dello studio per minori Abano Terme Sostenere l’inserimento di minori e Fino al adolescenti stranieri, in particolare 30/06/20 neo arrivati, con servizi di 13 doposcuola, educazione interculturale e counseling, sostegno psicologico 93 ore di intervento Comune di Padova U.P. Accoglienza e Immigrazione Sostenere l’inserimento di minori e Fino al adolescenti stranieri, in particolare 30/06/20 neo arrivati, con servizi di 13 orientamento e riorientamento scolastico corsi per l’approfondimento della lingua e studio Sostenere l’inserimento delle donne Fino al immigrate con servizi rivolti 30/06/20 13 all’apprendimento della lingua italiana, al rafforzamento delle attività lavorative, all’orientamento e conoscenza del territorio Sostenere l’inserimento delle donne Fino al immigrate con servizi volti 30/06/20 all’orientamento e conoscenza del 13 territorio, spazio ascolto e accompagnamento e ricerca formativa e lavorativa 193 Corsi gratuiti per assistenti Comune di Padova famigliari U.P. Accoglienza e Immigrazione Sportello Centro Donne dal Comune di Padova Mondo U.P. Accoglienza e e attività connesse Immigrazione Risorse 79 € 12.000,00 173 donne € 10.800,00 68 Interventi Sportello RAR Accoglienze richiedenti/titolari di protezione internazionale Tavolo di realizzazione monitoraggio azioni di integrazione sociale e scolastica Attività di informazione quali sportello SIS. Soggetto/i responsabile/i Politica/che di riferimento Anno della gestione Comune di Padova Consolidare i servizi di accoglienza, 1/1U.P. Accoglienza e d’integrazione e di counseling in 31/12 Immigrazione favore dei richiedenti / titolari di 2013 protezione internazionale secondo gli standard dello SPRAR e nel coordinamento con la comunità di pratica dei progetti territoriali del Veneto. Comune di Padova Servizi di accoglienza, d’integrazione 1/1U.P. Accoglienza e e di counseling in favore dei 31/12 2013 Immigrazione richiedenti e titolari di protezione internazionale secondo gli standard dello SPRAR e nel coordinamento con la comunità di pratica dei progetti territoriali del Veneto e inserimento socio-lavorativo Comuni della conferenza dei monitoraggio azioni di integrazione Fino al Sindaci ULSS 16, servizio AP sociale e scolastica fino al 30/06/20 Immigrazione dell’ULSS 16, 30/06/2013 data di conclusione 13 terzo settore. dell’anno scolastico 2012/2013 Comuni della Conferenza dei Sindaci, sportello Servizio Informazione Immigrati è per i Comuni della Saccisica. Divulgare i temi dell’intercultura, e stimolare momenti di approfondimento sulle tematiche dell’immigrazione 2013 Posti/Utenti Risorse 110 € 45.000,00 20 € 279.925,08 Risorse interne 176 utenti € 5790,00 69 Azioni innovative Interventi Soggetto/i Politica/ Politiche di riferimento responsabile/i della gestione Favorire la rappresentanza degli Comune di Padova Costituzione della Commissione delle interessi ed il riconoscimento dei diritti U.P. Accoglienza e cittadine e dei cittadini stranieri di cittadinanza dei cittadini stranieri Immigrazione residenti a Padova e partecipazione con la costituzione della nuova della stessa all’organizzazione di Consulta cittadina e la promozione diverse iniziative ed eventi a carattere interculturale con associazioni cittadine dell’associazionismo dei cittadini ed enti del territorio. stranieri. Avvio dello sportello “A porte aperte”. Anno Progetto “Azioni in rete con il territorio Comune di Padova Creare una rete tra i servizi che si per creare percorsi di cittadinanza” U.P. Accoglienza e occupano di integrazione e Progetto co-finanziato dalla Fondazione Immigrazione riconoscere i soggetti della rete Cariparo capaci di creare percorsi facilitanti alla molteplicità dei servizi. Le azioni: 3. Facilitare l’integrazione delle donne straniere attraverso la conoscenza dei propri diritti 4. Corsi di ricamo e tessitura per donne straniere 5. Laboratorio e centro aggregativo per ragazzi italiani e stranieri 2013 2013 Risorse 16 membri della Risorse interne commissione € 57.000,00 4. 237 accessi 5. 39 donne per corsi di tessitura e ricamo 6. 53 ragazzi italiani e stranieri e 25 incontri 6. Iniziative interculturali e coordinamento delle associazioni cittadine di cittadini stranieri immigrati 7. Corso di formazione sull’ordinamento dello Stato e locale per i rappresentanti della Commissione stranieri Progetto “Le vie dell’integrazione nella Comune di Padova Fornire ai cittadini stranieri strumenti U.P. Accoglienza e linguistici ed extralinguistici che città interculturale” progetto FEI cofinanziato dall’Unione Europea Immigrazione favoriscano l’integrazione attraverso percorsi di: Posti/Utenti 3. 18 eventi 21-082012 al 30-062013 3. 20 incontri di coordinament o 760 € 206.964,70 70 Corsi di apprendimento della lingua italiana L2 e educazione civica 3. Percorsi di alfabetizzazione nei luoghi di lavoro 4. La costruzione di contesti educanti per incrementare la comunicazione tra i cittadini e i processi di integrazione. Casa di fuga per donne vittime di violenza Sportello Donna Sportello Qui Donna Fino al Comune di Padova Avvio e gestione della Casa di fuga per Gabinetto del donne italiane e straniere, in 30/06/ 2013 Sindaco collaborazione con enti del terzo settore e nel raccordo con i settori comunali Comune di Padova Servizio di ascolto e consulenza per 1/1-31/12 Gabinetto del vittime di violenza famigliare e 2013 domestica anche attraverso progetti di Sindaco prevenzione e intervento. Comune di Abano Servizio di ascolto e consulenza per 31/12/13 Terme vittime di violenza famigliare e domestica e percorsi di inserimento lavorativo, e agevolazioni nella ricerca lavorativa 11 posti € 45.000,00 240 donne € 20.000,00 262 donne € 9.500,00 finanziamento regionale + € 9.500,00 Comune di Abano Terme Totale € 19.000,00 71 AREA DISABILITÀ Premessa L’Azienda Ulss 16, in collaborazione con i Comuni, le Istituzioni Pubbliche (in particolare Provincia e Scuole) e le organizzazioni del Privato Sociale, è impegnata da anni a sostenere e promuovere un insieme di iniziative, spesso peculiari al territorio ed innovative, a favore delle persone disabili e le loro famiglie. Dette iniziative offrono un sostegno nelle diverse fasi di vita della persona disabile (infanzia, adolescenza, età adulta e per gli anziani) tanto che l’incremento dei servizi e delle prestazioni, avvenuta grazie alla proficua sinergia venutasi a creare tra il sistema pubblico e del privato sociale (al cui interno è compresa anche la rappresentanza delle famiglie), pone ora un significativo problema di sostenibilità futura. Le politiche di integrazione comunitaria, dalla scuola al mondo del lavoro, alle attività occupazionali diurne, fino al sistema delle accoglienze temporanee e poi residenziali, congiuntamente ai tanti progetti consolidati (per esempio di “Vita indipendente” e di “Aiuto personale”) e innovativi, hanno cercato, soprattutto in questi ultimi anni, di valorizzare le diverse competenze e risorse presenti nel territorio, oltre che a proporre modelli di flessibilità in grado di promuovere progetti individualizzati in relazione alle diverse esigenze personali e della famiglia. La presa in carico delle persone disabili, da parte dei servizi, ha come base la valutazione multidimensionale e la centralità della persona e della famiglie, attenendosi alle disposizioni regionali in materia, che prevedono l’applicazione di quanto disposto dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità), in particolare per quanto previsto dalla classificazione ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute), e dalla conseguente introduzione della Scheda di Valutazione Multidimensionale per la Disabilità (SVAMDi) in sede di Unità di Valutazione Multidimensionale Distrettuale (UVMD). Questo approccio rafforza il disegno con cui si connota da anni la Regione del Veneto a sostegno dell’integrazione socio-sanitaria, ponendo la persona disabile e la sua famiglia al centro delle politiche d’intervento e modulando gli interventi in funzione della gravità e delle risorse personali e del contesto di vita. Già con il precedente “Piano della Disabilità” 2007-2010 si era avviata una dettagliata e precisa pianificazione degli interventi, che è servita a definire meglio le priorità, in un momento in cui la scarsità delle risorse si fa sentire, tenuto conto che molti servizi dell’area della disabilità sono sostenuti, oltre che dai trasferimenti regionali all’Azienda ULSS, in toto o parzialmente con i fondi dei Comuni. Ed è proprio in sede di Esecutivo dei Sindaci, che nel dare avvio all’iter di costruzione del presente Piano di Zona, si è rilevata la necessità di valutare attentamente l’organizzazione dei servizi in essere e, per quanto riguarda eventuali proposte future, di tener presenti i seguenti elementi: la sostenibilità economica, la territorialità legata alla viabilità, la dimensione, la temporalizzazione e infine il monitoraggio continuo degli interventi. Il Piano di Zona, in questo particolare momento, rappresenta quindi un’occasione proficua di pianificazione territoriale, per poter via via creare, seppur in modo graduale, omogeneità tra i territori, tenuto conto che ogni anno le attività proposte vengono verificate e ridefinite, nei tavoli di lavoro istituiti in collaborazione tra i soggetti pubblici e del privato sociale. 72 MINORI PRIORITÀ 1.A NECESSITÀ DI ACCOMPAGNAMENTO E CONTINUITÀ NELLA PRESA IN CARICO DEI MINORI DISABILI E DELLE LORO FAMIGLIE Rischio di frammentarietà degli interventi. Difficoltà di orientamento e conoscenza dei servizi da parte delle famiglie. Necessità di rilevazione delle specifiche diagnosi, con particolare riferimento all’autismo. Difficoltà nella gestione di minori con situazioni che richiedono interventi integrati di tipo socio-sanitario con il coinvolgimento delle famiglie. POLITICHE 1. garantire la presa in carico territoriale di tipo socio-sanitaria, con il coinvolgimento delle strutture pubbliche e del privato sociale, dei minori disabili e delle loro famiglie 2. orientare il minore disabile e la sua famiglia al migliore e più congruo percorso assistenziale 3. rilevazione delle specifiche diagnosi, con particolare attenzione anche alle situazioni di autismo 4. gestione di minori con situazioni complesse che richiedono interventi integrati di tipo socio-sanitario con il coinvolgimento delle famiglie, incentivare la presa in carico integrata dei servizi territoriali, anche con l’attivazione delle UVMD per l’individuazione del miglior progetto possibile AZIONI - presa in carico Neuropsichiatrica, Psicologica, Riabilitativa dei minori con disabilità e delle loro famiglie presso i servizi di NPI e Psicologia dell’Età Evolutiva Distrettuali di I° livello, l’UOA di NPIA sovra distrettuale, Centro Otologopatici di II° livello e presso i Centri Specialistici di II° livello convenzionati “ La Nostra Famiglia”, UILDM, Centro Medico di Foniatria, e non convenzionati “Fondazione Robert Hollman”; attuazione delle linee guida per l’organizzazione dei servizi di neuropsichiatria infantile di 1° e 2° livello, recepite con DDG n. 283/2012 - Recepimento delle linee guida sull’autismo e delle linee guida sui disturbi specifici dell’apprendimento - Predisposizione di un documento per l’orientamento delle famiglie ai percorsi assistenziali, che comprenda l’organizzazione dei servizi, le indicazioni relative all’autismo e ai DSA - implementazione di una banca dati informatizzata per la rilevazione del numero di disabili con diagnosi di autismo che afferiscono alle strutture pubbliche e private dell’ULSS - censimento delle strutture specializzate nella presa in carico dei minori con autismo esistenti nel territorio e individuazione delle metodologie di intervento - sviluppo di progettualità di sollievo alla famiglia per i minori affetti da autismo - prosecuzione e monitoraggio delle UVMD per minori con problemi “gravi sanitari “ in applicazione del Protocollo Buone Prassi Minori, per l’integrazione delle risorse assistenziali Ospedale/territorio - attivazione delle UVMD per progettualità di aiuto personale (L.162), in attesa delle disposizioni regionali in merito. - prosecuzione degli interventi economici a favore delle persone che utilizzano il metodo Doman, Vojta, Fay, ABA 73 PRIORITÀ 2.A RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE DEI MINORI CON DISABILITÀ La presenza di disabilità in età evolutiva comporta rischi di mancata individuazione dei bisogni assistenziali in ambito scolastico, di frammentarietà degli interventi, di esclusione dalla vita di comunità. POLITICHE 1. garantire la tempestiva individuazione dell’alunno in situazione di disabilità 2. promuovere la collaborazione tra le istituzioni per garantire l’unitarietà degli interventi per l’integrazione scolastica 3. favorire l’integrazione degli alunni disabili attraverso gli interventi di assistenza scolastica, 4. assicurare l’accesso alle strutture scolastiche attraverso i servizi di trasporto 5. promuovere la partecipazione dei minori con disabilità alle attività socializzanti e ricreative della comunità AZIONI - - - Rielaborazione dell’Accordo di programma sottoscritto, in data 20-07-2007, dalle Aziende ULSS 14,15,16 e 17, dalla Provincia di Padova e dai Comuni afferenti alle Aziende socio-sanitarie, per l’integrazione scolastica degli alunni disabili nelle scuole di ogni ordine e grado Informatizzazione delle UVMD di accertamento dell’alunno in condizione di handicap ai sensi del DPCM n. 185 del 23 febbraio 2006 e delle UVMD relative ai minori disabili Prosecuzione degli interventi per l’integrazione scolastica degli alunni con disabilità: applicazione e monitoraggio delle delibere del Direttore Generale n. 290 del 15.04.2008 e n. 96 del 1.3.2013, presso ogni Distretto Socio-Sanitario dell’AULSS 16 , per l’attivazione delle procedure relative alle domande per l’individuazione dell’alunno in situazione di disabilità e della conseguente attivazione dell’UVMD a cura dell’Unità Operativa Materno Infantile. verifica e valutazione in sede di UVMD di accertamento dell'alunno in condizione di handicap delle necessità assistenziali ed educative dei singoli minori disabili definizione dei bisogni assistenziali ed assegnazione degli operatori socio-sanitari collaborazione con la scuola e le équipe certificanti per la definizione del progetto individualizzato come da disposizioni di legge 104/92 rimodulazione delle risorse in modo appropriato in funzione dell’incremento delle richieste di assistenza per gli alunni disabili attivazione del percorso formativo per persone che effettuano la tracheobroncoaspirazione a domicilio di pazienti non ospedalizzati, di cui alla DGR n. 1819 del 11.09.2013, in cui coinvolgere personale ULSS e privato sociale che fornisce assistenza a minori con disabilità riorganizzazione del servizio di trasporto per gli alunni disabili delegato dal Comune di Padova per l’accesso alle scuole dell’obbligo 5.A1 M riorganizzazione del servizio di trasporto per gli alunni disabili che frequentano le scuole medio superiori 5.A2 M riprogettazione dei servizi di trasporto per gli alunni disabili in funzione di una migliore accessibilità e sostenibilità ridefinizione delle attività di assistenza da parte degli operatori socio sanitari per favorire l’integrazione dei minori disabili nelle attività extrascolastiche (centri estivi): costituzione di un gruppo di lavoro SISSD – Comuni per la programmazione 2013 74 PRIORITÀ 3.A RISCHIO DI DISCONTINUITÀ NEL PASSAGGIO DALL’ETÀ EVOLUTIVA ALL’ETÀ ADULTA Necessità di azioni che sostengano i giovani con disabilità e le loro famiglie nel passaggio all’età adulta, favorendo la condivisione, tra i diversi soggetti e servizi coinvolti, di procedure e strumenti di collaborazione. POLITICHE 1. promuovere la realizzazione di protocolli per la presa in carico dall’età evolutiva all’età adulta 2. individuare forme di raccordo tra scuola e mondo del lavoro AZIONI - - - Condivisione e formalizzazione del “Protocollo d’intesa per favorire il passaggio dall’età evolutiva all’età adulta delle persone con disabilità” relativo alla collaborazione tra servizi ULSS, da condividere con il privato convenzionato; formazione congiunta per la condivisione di procedure e strumenti di collaborazione previsti dal protocollo Definizione delle modalità di collaborazione per la continuità della presa in carico nel passaggio dai servizi dell’età evolutiva a CSM e SerT prosecuzione delle attività del Servizio di Orientamento afferente al SIL; potenziamento degli accordi con le istituzioni scolastiche per la valutazione e la predisposizione dei percorsi di orientamento, al fine di assicurare la continuità dei percorsi nel passaggio dalla fase scolastico-formativa a quella lavorativa sperimentazione, in collaborazione tra istituzioni scolastiche e servizi, di percorsi di autonomia e di integrazione sociale a favore di adolescenti con disabilità ADULTI PRIORITÀ 1.B DIFFICOLTÀ NELL’ACCESSO AI SERVIZI E RISCHI DI FRAMMENTAZIONE NELLA PRESA IN CARICO DELLA PERSONA DISABILE E DELLA SUA FAMIGLIA Mancanza di informazioni complete, da parte delle famiglie, sull’accesso ai servizi territoriali. Rischi di frammentazione nella presa in carico della persona disabile e della sua famiglia. POLITICHE 1. accompagnare le famiglie nell’accesso ai servizi, attraverso un sistema integrato di informazioni in rete tra servizi comunali e dell’ULSS 2. garantire la presa in carico globale e continuativa della persona disabile e della sua famiglia AZIONI - prosecuzione delle attività di Segretariato sociale e delle attività di informazione da parte dei servizi dell’ULSS e dei Comuni e degli Uffici Relazioni con il Pubblico dell’ULSS e dei Comuni 75 - aggiornamento periodico della guida ai servizi (compresi quelli afferenti al Distretto n. 6) per le persone disabili e le loro famiglie redatta dalla Direzione dei servizi Sociali e dai Distretti socio-sanitari in collaborazione con il Privato Sociale, e prodotta per via telematica prosecuzione delle attività per la realizzazione del sistema informativo integrato tra ULSS e Comuni sviluppo dello sportello integrato presso i Distretti socio-sanitari applicazione delle disposizioni regionali (DGR 2960/2012) per l’attivazione delle UVMD e la rivalutazione dei progetti individualizzati con l’utilizzo della scheda SVAMDI per l’accesso ai servizi definizione e applicazione del regolamento per l’attivazione delle UVMD per la predisposizione del progetto individualizzato e di accesso ai servizi, con l’utilizzo della scheda SVAMDI 2.B1 P rivalutazione dei progetti in essere in sede di UVMD 2.B2 P PRIORITÀ 2.B RISCHIO DI EMARGINAZIONE, ISOLAMENTO E ISTITUZIONALIZZAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ GRAVE E MEDIO GRAVE STABILIZZATA E/O ACQUISITA DOPO L’OBBLIGO SCOLASTICO POLITICHE 1. favorire la partecipazione ad attività Diurne delle persone in situazione di disabilità grave e medio-grave 2. assicurare l’accesso alle strutture Diurne attraverso i servizi di trasporto AZIONI - accoglienza presso i Centri Diurni del territorio, pubblici e del privato sociale e presso altri territori delle Aziende ULSS del Veneto ed extra Regione, delle persone disabili ridefinizione dell’attuale sistema di accoglienza presso i Centri Diurni attraverso forme di rielaborazione dell’attuale modalità di rapporto con le strutture del privato sociale Applicazione delle proposte di riorganizzazione per l’inserimento delle persone disabili nei Centri Diurni e Residenziali, elaborate in collaborazione tra la Direzione Servizi Sociali, gli Enti gestori e rappresentanti dei Sindaci (DDG n. 782 del 12.10.2012) implementazione di progetti individualizzati con frequenza parziale (part-time) in relazione alle diverse necessità individuali e familiari applicazione dell’Accordo sottoscritto in data 12.09.2007 con gli Enti gestori dell’area disabilità per il trasporto delle persone disabili presso le strutture Diurne e Residenziali 4.B1 M ridefinizione delle modalità organizzative del servizio di trasporto per le persone disabili presso le strutture Diurne Pubbliche, nell’ambito degli accordi contrattuali ridefinizione del servizio di trasporto 4.B4 I applicazione formalizzazione dei criteri per la formulazione di una graduatoria per gli inserimenti diurni ridefinizione delle modalità organizzative del servizio di trasporto per le persone disabili presso le strutture Diurne pubbliche e del privato sociale, nell’ambito degli accordi contrattuali riprogettazione di centri diurni pubblici, con accoglienza presso le strutture convenzionate degli utenti accolti presso il CD Alice 76 PRIORITÀ 3.B NECESSITÀ DI FORNIRE ASSISTENZA ALLE PERSONE DISABILI PER FAVORIRE LA PERMANENZA NELLA FAMIGLIA E NEL DOMICILIO POLITICHE 1. 2. 3. 4. garantire forme di sostegno alla famiglia attraverso interventi domiciliari sostenere iniziative di tutela della persona con disabilità con forme di accoglienza residenziale temporanea e/o di emergenza garantire sostegno alle famiglie che accudiscono in casa persone disabili in situazione di particolare gravità attivare progetti individualizzati per i percorsi di “Vita Indipendente” AZIONI - prosecuzione dei progetti di assistenza domiciliare socio-assistenziale e integrata, a sostegno della persona e della famiglia - sviluppo di progetti per la formazione e la supervisione degli assistenti personali (badanti) a domicilio - ridefinizione del servizio di accoglienza pronta e programmata presso le Comunità Alloggio (4 posti) e l’OPSA (3 posti) - sostegno ai progetti di “Aiuto Personale-disabilità grave” per le persone con disabilità psico-motoria in relazione al regolamento in essere - sostegno ai progetti di “Vita Indipendente” per le persone con disabilità motorie in relazione al regolamento in essere - applicazione dei nuovi regolamenti per i progetti di Vita Indipendente e Aiuto personale-disabilità grave, approvati con DDG 1077/2012, salvo modifiche in itinere da parte della Regione del Veneto PRIORITÀ 4.B DIFFICOLTÀ DELLE PERSONE CON DISABILITÀ CON NUCLEO FAMILIARE FRAGILE O ASSENTE POLITICHE 1. garantire al disabile forme differenziate di residenzialità AZIONI - prosecuzione degli inserimenti presso le Comunità Alloggio delle persone disabili, l’OPSA e Casa Breda applicazione delle proposte di riorganizzazione per l’inserimento delle persone disabili nei Centri Diurni e Residenziali, elaborate in collaborazione tra la Direzione Servizi Sociali, gli Enti gestori e rappresentanti dei Sindaci (D.D.G. n. 782 del 12.10.2012) riprogettazione dei servizi residenziali, in un’ottica di inclusione sociale e partecipazione alla vita della comunità delle persone inserite nelle comunità alloggio funzionanti nelle 24 ore applicazione formalizzazione dei criteri per la formulazione di una graduatoria per gli inserimenti residenziali integrazione del regolamento di accesso alle strutture residenziali (D.D.G. n. 1227/2010), per recepire le modifiche proposte dalla Conferenza dei Sindaci in merito alle fasce di reddito per la contribuzione della parte alberghiera e le nuove disposizioni regionali relative all’OPSA; conservazione temporanea del regolamento previsto dall’ULSS 14 per l’inserimento delle persone disabili nella Comunità Alloggio di Piove di Sacco, Distretto n.6, prevedendo la progressiva uniformità al regolamento approvato dall’ULSS 16 77 - - avvio delle procedure per l’attivazione delle Comunità Alloggio già inserite nel Piano di Zona 2007-2010, già autorizzate e che hanno usufruito di finanziamenti regionali 5.B6 P applicazione del nuovo regolamento, siglato dall’ULSS 16 e i Comuni afferenti, per l’inserimento nelle strutture Residenziali delle persone disabili attraverso UVMD 5.B7 P consolidamento dell’utilizzo della SVAMDI 5.B8 I (SPOSTATO AL PUNTO 1.B) implementazione ed erogazione delle impegnative di residenzialità adeguamento della capacità recettiva delle strutture già in possesso dell’autorizzazione al funzionamento e accreditamento realizzazione di progettualità di accoglienza sulle 24 ore presso le Comunità Alloggio, OPSA, Casa Breda prosecuzione del programma di rientro degli ospiti dell’Istituto GRIS predisposizione e attivazione del progetto di riorganizzazione dell’OPSA, in applicazione delle disposizioni regionali (DGR 40/2013) sviluppo di progettualità che prevedano un’accoglienza presso gruppi appartamento con la definizione di un progetto coordinato tra Comuni-ULSS e Privato Sociale Attivazione di un gruppo di lavoro finalizzato alla predisposizione di un progetto relativo ai percorsi di autonomia abitativa e ai gruppi appartamento, costituito da rappresentanti dei Comuni, dei servizi e del privato sociale ridefinizione dell’attuale sistema di accoglienza presso le Comunità Alloggio attraverso forme di rielaborazione dell’attuale modalità di rapporto con le strutture del privato sociale PRIORITÀ 5.B NECESSITÀ DI RISPONDERE AI BISOGNI DI SALUTE E INTEGRAZIONE DELLE PERSONE CON DISABILITÀ Necessità di supporti per il sostegno e l’integrazione. Rischio di decadimento psico-fisico per le persone disabili 1. facilitare l’accesso a servizi medici specialistici e di riabilitazione nel territorio 2. favorire l’acquisizione di idonei ausili per la mobilità e la comunicazione AZIONI - prosecuzione dell’attivazione del progetto del Poliambulatorio Specialistico presso l’OPSA, per le persone disabili prosecuzione e monitoraggio dell’erogazione degli ausili presso ogni Distretto socio-sanitario PRIORITÀ 6.B DIFFICOLTÀ DI INSERIMENTO NEL MONDO DEL LAVORO. Rischio di emarginazione delle persone disabili che necessitano di interventi di valutazione e sviluppo delle autonomie e capacità lavorative. Scarsa possibilità di inserimento lavorativo e rischio di uscita dal mercato del lavoro (licenziamento o dimissioni volontarie), in conseguenza della crisi economica e/o di aggravamento delle condizioni di salute delle persone POLITICHE 1. individuare forme di valutazione delle potenzialità finalizzate all’attivazione di progettualità idonee 78 2. sviluppare le opportunità di inserimento nei contesti di lavoro, sostenere il mantenimento del posto di lavoro e offrire opportunità di ricollocamento in contesti alternativi AZIONI - - potenziamento degli interventi per promuovere l’orientamento, la formazione, l’inserimento e il mantenimento del posto di lavoro delle persone con disabilità, in collaborazione con enti di formazione, aziende e cooperative sociali, servizi socio sanitari e servizi per l’impiego valutazione cognitiva e funzionale nell’età adulta per una migliore collocazione occupazionale realizzazione di percorsi formativi, in collaborazione con enti di formazione promozione di accordi con le aziende profit, per l’applicazione degli strumenti previsti dalla normativa (art. 12 e 12 bis L. 68/99, art. 14 D. Lgs. 276/03) uso di incentivi ad aziende e cooperative sociali per progetti di integrazione sociale che prevedono supporto e tutoraggio alla persona inserita collaborazione con i servizi socio sanitari e con i servizi per l’impiego per sviluppare gli interventi di mantenimento del posto di lavoro e favorire l’eventuale ricollocazione in altro contesto lavorativo collaborazione con realtà innovative, che promuovono l’inserimento sociale e lavorativo delle persone con disabilità, con particolare riguardo all’agricoltura sociale e al mondo del volontariato garantire continuità ai percorsi di lavoro guidato, e avvio dei progetti di alternanza struttura protetta-lavoro, in collaborazione con le cooperative sociali, al fine di favorire lo sviluppo delle autonomie e il graduale ingresso nel mondo del lavoro Diffusione delle informazioni relative alle clausole sociali nelle procedure per l’affidamento di servizi, anche attraverso iniziative formative a favore dei tecnici comunali. rinnovo del protocollo d’intesa tra la Provincia di Padova e le ULSS provinciali, per la realizzazione di tirocini presso aziende ed enti del territorio prosecuzione della sperimentazione relativa all’utilizzo dell’ICF (Classificazione Internazionale del Funzionamento, Disabilità e Salute) per l’inserimento lavorativo prosecuzione dell’attività di coordinamento per lo sviluppo di modalità omogenee di intervento nel territorio, a seguito dell’unificazione con l’area della Saccisica rinnovo del protocollo d’intesa con DISM PRIORITÀ 7.B DIFFICOLTÀ DI INSERIMENTO OCCUPAZIONALE SOCIALE, RICREATIVO DELLE PERSONE CON DISABILITÀ POLITICHE 1. favorire la promozione di attività a favore dell’autonomia personale, socializzanti, di integrazione all’interno delle comunità di appartenenza AZIONI - sviluppo degli interventi di promozione delle attività di tempo libero e di integrazione sociale a favore di giovani e adulti con disabilità dell’auto mutuo aiuto per persone con disabilità e per familiari 79 - potenziamento dei percorsi di autonomia, per favorire nella persona, con la collaborazione della famiglia, l’acquisizione di autonomie e capacità per la vita indipendente realizzazione di un percorso formativo per operatori dei servizi pubblici e del privato sociale, trasversale alle aree disabilità, salute mentale e dipendenze, sull’Amministratore di sostegno promozione di un confronto tra realtà pubbliche e del privato sociale sull’auto mutuo aiuto, attraverso la formazione congiunta progettualità di interscambio internazionali PRIORITÀ 8.B DIFFICOLTÀ DELLE PERSONE CON FORME DI DISABILITÀ COMPLESSE E NEI PASSAGGI DEL CICLO DI VITA Difficoltà di inserimento delle persone con disabilità acquisite in particolare per quanto attiene ai traumatizzati cranici, a patologie neurologiche o neuromuscolari (sclerosi multipla, SLA ecc.). Scarsa conoscenza epidemiologica delle persone con diagnosi di autismo. rischio di emarginazione delle persone con disturbi psichiatrici e/o dipendenti da sostanze in situazione di multiproblematicità familiare connessa alla disabilità, situazioni di doppia diagnosi. Fragilità delle persone disabili anziane. POLITICHE 1. favorire la realizzazione di progettualità innovative per le persone con esiti di trauma cranico, sclerosi multipla e SLA, patologie neuromuscolari 2. raccolta di dati epidemiologici delle persone con diagnosi di autismo per la realizzazione di progettualità idonee 3. favorire il raccordo tra i diversi servizi (salute mentale, disabilità, dipendenze) 4. individuare progettualità finalizzate a dare risposte diurne e residenziali alle persone disabili (anche con disabilità acquisita) ultra sessantacinquenni AZIONI - - - prosecuzione delle progettualità che mirano all’accoglienza diurna, residenziale e di inserimento lavorativo delle persone con disabilità acquisite formalizzazione di un protocollo di collaborazione con le strutture ospedaliere e universitarie e i servizi sanitari, per interventi precoci di valutazione psicologica e sociale e di orientamento a favore delle persone con TCE e cerebrolesione acquisita e delle loro famiglie, con la formalizzazione di protocolli terapeutici per la presa in carico integrata delle persone con disabilità acquisite attivazione degli interventi a favore delle persone affette da SLA, previsti dalla Regione del Veneto con DGR 2354/2012 raccolta informazioni, attraverso le banche dati attualmente disponibili (in particolare Atlante), per individuare le persone con diagnosi di autismo; ricognizione delle progettualità in essere a favore delle persone con diagnosi autismo promozione della collaborazione tra le diverse aree (disabilità, salute mentale e dipendenze) nella diagnosi, nelle progettualità e nel relativo monitoraggio, anche presso le strutture diurne e residenziali e attivazione di un gruppo di lavoro per l’individuazione di protocolli operativi di presa in carico tra i servizi della disabilità, salute mentale e dipendenze rivalutazione in sede di UVMD dei progetti individualizzati per le persone ultrasessantacinquenni attualmente ospiti del Centri Diurni attivazione di nuclei per anziani disabili a bassa intensità assistenziale presso le Case di Riposo attivazione di progetti residenziali di accoglienza per persone disabili anziane presso OPSA e altre realtà del territorio. 80 AZIONI DEL PIANO DI ZONA – ANNO 2013 UDO ICP PROG. Classificazione interventi soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione TEMPI Centro Diurno per persone con disabilità (ex CEOD) UDO Interventi semiresidenziali Centro Diurno per persone con disabilità ULSS / Privato sociale 2B M 2013 Servizio Semiresidenziale di Terapia Occupazionale per Neuromotulesi UDO Interventi semiresidenziali Centro Diurno per persone con disabilità ULSS M 2013 705.647,00 U.O.S. Centro Diurno per disabili psichici gravissimi UDO Interventi semiresidenziali Centro Diurno per persone con disabilità ULSS M 2013 484.946,39 U.O.S. Centro Residenziale per disabili psichici gravissimi UDO Interventi residenziali Comunità Alloggio per persone con disabilità ULSS 4.B Comunità Alloggio UDO Interventi residenziali Comunità Alloggio per persone con disabilità ULSS / Privato sociale 4.B Gruppo Appartamento UDO Interventi residenziali Gruppo appartamento per persone con disabilità Privato sociale/Comuni NOME Grande Struttura OPSA Residenza Sanitaria Assistenziale - Casa Breda UDO UDO Interventi residenziali Grande Struttura Interventi residenziali RSA per persone con disabilità 2B 2B Costi 2012 12.684.297,59 utenti 2012 734 11 18 4.B M 2013 854.063,21 M 2013 7.215.200,80 228 2013 A carico utente/comune 14 12.197.781,88 611 (di cui 17 altre ulss 1.504.063,00 28 (di cui 2 altre ULSS) nell’Oss ervat M M Privato sociale Privato sociale 4.B 4.B 2013 M 2013 81 soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione TEMPI Costi 2012 utenti 2012 ICP Accesso Consulenza e presa in carico ULSS 1.B 2.B 3.B 4.B 8.B M 2013 307.436,75 187 ICP Interventi domiciliari/territoriali Sostegno socioeducativo scolastico ULSS (SISSD)/ Privato Sociale 2.A 3.A M 2013 3.597.171,14 468 ICP Interventi domiciliari/territoriali Sostegno socioeducativo scolastico Comuni 2.A M 2013 4.500,00 3.A 6.B M 2013 Comuni e ULSS (Distretti) 3.B M 2013 1.033.977,51 339 ULSS / privato convenzionato 1.A M 2013 3.821.787,47 N.D. UDO ICP PROG. Classificazione interventi Unità Operativa Disabilità Adulti Servizio Integrazione Scolastica e Sociale Disabili NOME Sostegno socioeducativo territoriale Servizio di Integrazione Lavorativa e Orientamento Servizio di Assistenza Domiciliare SocioAssistenziale e Integrata Servizi distrettuali e sovradistrettuali di neuropsichiatria, Psicologia e Riabilitazione ICP ICP ICP Accesso consulenza e presa in carico Supporto all'inserimento lavorativo Interventi domiciliari/territoriali Assistenza Domiciliare Socio-Assistenziale Accesso Consulenza e presa in carico ULSS (SIL) e Comuni 527.125,16 1 297 82 NOME Gruppi di Auto Mutuo Aiuto Servizio di trasporto disabili Servizio Ausili Progetti di Vita Indipendente UDO ICP PROG. ICP ICP ICP ICP Progetto a favore delle persone con disabilità psico-fisica grave ICP Servizio poliambulatoriale c/o OPSA ICP Pronta Accoglienza e Accoglienza Programmata (Ridef. Servizio) Attività extrascolastiche (Centri Ricreativi Estivi) Classificazione interventi soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione Interventi di socializzazione Servizi di prossimità/buon vicinato/gruppi di auto-aiuto ULSS (SIL), Associazioni 7.B I COMUNI Privato sociale Convenzionato 2.A 2.B ULSS (Distretti) Interventi domiciliari/territoriali Trasporto sociale Altri interventi Sostegno economico Assegnazioni economiche per il sostegno della domiciliarità e dell'autonomia personale Sostegno economico Assegnazioni economiche per il sostegno della domiciliarità e dell'autonomia personale Altro Servizi che erogano prestazioni di assistenza specialistica ICP Sostegno economico: trasferimenti per l’attivazione di Servizi di Pronta Accoglienza ICP Interventi di socializzazione Attività ricreative di socializzazione TEMPI Costi 2012 utenti 2012 2013 Risorse interne 51 I 2013 2.362.202,42 1243 5.B M 2013 Dato non disponibile n.d. ULSS (UODisA) 3.B M 2013 851.093,50 259 ULSS (UODisA) 3.B M 2013 442.207,37 75 Privato sociale (OPSA) 5.B M 2013 54.003,20 3.B I 2013 2.A M 2013 Privato sociale / COMUNI / ULSS (UODisA) Comuni/Privato Sociale 415.222,06 130.097,57 n.d. 115 90 83 NOME Interventi economici a favore delle persone che utilizzano il metodo Doman, Vojta, Fay, ABA Recepimento delle linee guida su autismo e SDA Predisposizione di un documento per l’orientamento delle famiglie ai percorsi Interventi per le persone con disturbi di autismo e disturbi dello spettro autistico e per le loro famiglie (banca dati – sviluppo progettualità di sollievo) UVMD per minori con problemi “gravi sanitari Informatizzazione UVMD minori disabili Classificazione interventi soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione ICP Sostegno economico Contributi economici per cure o prestazion sanitarie ULSS (Area Disabilità) 1.A M 2013 58.285,00 15 Progetti Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio ULSS (Distretti – DSS) 1.A I 2013 Risorse interne N.R. Progetti Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio ULSS (Distretti - DSS) 1.A I 2013 Risorse interne N.R. Progetti Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio ULSS (Distretti, UOC di NPIA e Area Disabilità) Privato Sociale 1.A 8.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS (Distretti - Area Disabilità) 1.A M 2013 Risorse interne N.R. ULSS (Distretti - Area Disabilità) 2.A I Risorse interne N.R. UDO ICP PROG. Progetti Progetti Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio TEMPI 2013 Costi 2012 utenti 2012 84 NOME Rielaborazione Accordo di Programma per l’integrazione scolastica Formazione per persone che effettuano tracheobronco aspirazione (DGRV 1819/2913) Riprogettazione del servizio trasporto alunni disabili Formalizzazione Protocollo passaggio età evolutiva – età adulta area disabilità e formazione congiunta per la condivisione di procedure e strumenti previsti dal protocollo Definizione delle modalità di collaborazione servizi età evolutiva – DSM SERT Aggiornamento guida servizi area disabilità UDO ICP PROG. Progetti Progetti Progetti Progetti Progetti Progetti Classificazione interventi Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione TEMPI ULSS (Distretti - Area Disabilità) 2.A I 2013 Risorse interne N.R. ULSS (Distretti - Area Disabilità – SC Formazione) 2.A I 2013 Risorse interne N.R. Comuni 2.A I 2013 Risorse interne N.R. ULSS (Distretti - Area Disabilità) 3.A I 2013 Risorse interne N.R. Area Trasversale 3.A I 2014 Risorse interne N.R. ULSS (Distretti - Area Disabilità) 1.B P 2013 Risorse interne N.R. Costi 2012 utenti 2012 85 NOME Sistema informativo integrato ULSS Comuni Sviluppo dello sportello integrato presso i Distretti socio-sanitari UDO ICP PROG. Progetti ICP Classificazione interventi Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Sportelli sociali tematici Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione TEMPI ULSS e Comuni 1.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS e Comuni 1.B I 2014 Risorse interne N.R. ULSS (Distretti, Area Disabilità) e privato sociale 1.B I 2013 Risorse interne N.R. Costi 2012 utenti 2012 Applicazione SVAMDI per rivalutazione progetti individualizzati (DGRV 2969/2012) Progetti Riorganizzazione dei servizi diurni e residenziali Progetti ULSS e privato sociale 3.B 5.B I 2013 Risorse interne N.R. Progetti formazione e supervisione assistenti personali a domicilio Progetti Comuni e privato sociale 3.B I 2013 Risorse interne (Comuni, progetto Provincia) N.R. ULSS (Distretti, Area Disabilità) e privato sociale 3.B I 2013 Risorse interne N.R. applicazione dei nuovi regolamenti per i progetti di Vita Indipendente e Aiuto personale-disabilità grave (DDG 1077/2012) 86 NOME UDO ICP PROG. Classificazione interventi soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione TEMPI Costi 2012 utenti 2012 Integrazione regolamento residenzialità Progetti ULSS (Distretti, Area Disabilità) e privato sociale 4.B I 2013 Risorse interne N.R. Implementazione ed erogazione impegnative di residenzialità Progetti ULSS (Distretti, Area Disabilità e Area anziani) 4.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS e privato Sociale 4.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS e OPSA 4.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS/Comuni/Pri vato sociale 4.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS, Provincia e cooperative sociali 6.B M 2013 Fondo regionale L. 68/99 N.R. Prosecuzione del programma di rientro degli ospiti dell’Istituto GRIS Progetto di riorganizzazione dell’OPSA, in applicazione delle disposizioni regionali (DGR 40/2013) Progetti Progetti Attivazione gruppo di lavoro per la predisposizione di un progetto relativo ai percorsi di autonomia abitativa e ai gruppi appartamento sociale Percorsi di lavoro guidato Progetti Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio 87 NOME UDO ICP PROG. Rinnovo protocollo d’intesa con Provincia Progetti Prosecuzione sperimentazione ICF Lavoro Progetti Diffusione delle informazioni relative alle clausole sociali nelle procedure per l’affidamento di servizi, anche attraverso iniziative formative a favore dei tecnici comunali. Attività socializzanti, ricreative comunitarie dei minori e adulti con disabilità Percorsi di autonomia abitativa Formazione congiunta sull’Amministratore di sostegno per operatori dei servizi pubblici e del privato sociale, trasversale alle aree disabilità, salute mentale e dipendenze Progetti Progetti Progetti Progetti Classificazione interventi Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione TEMPI ULSS, Provincia 6.B M 2013 Fondo regionale L. 68/99 N.R. ULSS, Provincia 6.B I 2013 Risorse interne (e progetto Provincia/Italia Lavoro) N.R. Cooperative sociali e Comuni 6.B I 2013/14 Risorse interne (ULSS, Comuni e Cooperative sociali) N.R. ULSS/Comuni/Pri vato Sociale 2.A 7.B P 2013 Risorse interne (SIL Orientamento) N.R. ULSS/Comuni/Pri vato Sociale 7.B I 2013 Risorse interne e del privato sociale N.R. ULSS e Privato Sociale 7.B 2013 Risorse progetti formazione ULSS N.R. I Costi 2012 utenti 2012 88 NOME UDO ICP PROG. Formazione congiunta servizi pubblici e priva sociale su auto mutuo aiuto Progetti Progettualità di interscambio internazionali Progetti Progettualità innovative per le persone con disabilità acquisita Progetti Attivazione degli interventi a favore delle persone affette da SLA, previsti dalla Regione del Veneto con DGR 2354/2012 Progetti Raccordo tra servizi aree disabilità, salute mentale e dipendenze Rivalutazione progetti individualizzati per disabili anziani ospitati nei centri diurni Attivazione progetti di accoglienza residenziale per persone disabili anziane Progetti Progetti Progetti Classificazione interventi Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio Altro Interventi per l’integrazione sociale di soggetti deboli o a rischio soggetto responsabile e soggetti coinvolti Politiche di riferimento ULSS e Privato Sociale 7.B ULSS (Area Disabilità) 7.B ULSS (Distretti e Area Disabilità) e privato sociale tipologia di azione Mantenimento Potenziamento Innovazione TEMPI Costi 2012 utenti 2012 2014 Risorse formazione ULSS N.R. I 2013 Eventuali finanziamenti FSE N.R. 8.B I 2013 Risorse interne (ULSS e privato sociale) N.R. ULSS (Distretti e Area Disabilità) 8.B I 2013 Finanziamento regionale DGR 2354/2012 N.R. ULSS area trasversale 8.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS (UODISA) 8.B I 2013 Risorse interne N.R. ULSS e Privato Sociale 8.B I 2013 Risorse residenzialità N.R. I 89 AREA SALUTE MENTALE DOCUMENTO DI PROGRAMMAZIONE NON C’E’ SALUTE SE NON C’E’ SALUTE MENTALE "…La salute mentale e il benessere mentale sono fondamentali per la qualità della vita, poiché consentono di dare un significato alla vita e di essere cittadini attivi e creativi. La salute mentale è una componente basilare della coesione sociale, della produttività, della pace e della stabilità nell'ambiente di vita, poiché contribuisce allo sviluppo del capitale sociale e dell'economia della società. … L'elaborazione e la realizzazione di piani efficaci per promuovere la salute mentale non potrà che migliorare il benessere mentale di tutti." (Conferenza di Helsinki con la partecipazione dei ministri europei, anno 2005) L’analisi degli indicatori di contesto e delle risorse, una riflessione sulle criticità evidenziate nella valutazione dell’ultima annualità del piano di zona 2007/2009, le indicazioni date dal nuovo Progetto Obiettivo per la Tutela della Salute Mentale (POTSM, DGR 651/2010) e dai DPCM 2001 sui L.E.A. e dal DPCM 21-3-2008 in tema di linee di indirizzo per la salute mentale, le indicazioni date da importanti studi scientifici (Istituto Superiore di Sanità 2008, Studio Europeo ESEMeD 2002, Report Organizzazione Mondiale della Sanità 2000, Relazione sociosanitaria 2008 sullo stato di salute della Regione Veneto) e l’analisi dei bisogni di salute nel campo della salute mentale della nostra realtà territoriale mettono in risalto come: - il bisogno di salute mentale sia in rapida crescita in tutto il mondo, anche nelle società economicamente sviluppate come la nostra, - il ricorso ai servizi sociosanitari pubblici risulti molto basso (fra le persone affette da un qualsiasi disturbo mentale nell’ultimo anno solo il 17% si è rivolto ad un servizio sanitario), - il ricorso ai servizi sociosanitari sia spesso tardivo (solo il 29% dei soggetti affetti da depressione maggiore riceve un trattamento per il proprio disturbo nello stesso anno in cui insorge), - la maggior parte dei disturbi mentali comuni insorga in età giovanile (la presenza di psicopatologia nella popolazione più giovane si attesta tra il 10% e il 20%) - alla malattia mentale si associ un elevato grado di disabilità e di costi economici e sociali, che pesa sui pazienti, sui loro familiari e sulla collettività, - persista tutt'oggi lo stigma della malattia mentale. Tutto questo ha portato il Gruppo Tecnico dell’Area Salute Mentale, partendo dall’analisi degli indicatori di contesto, di prodotto e delle risorse e dall’analisi dei bisogni dei cittadini, ad evidenziare le seguenti priorità e a proporne le conseguenti politiche ed azioni, per rispondere alle domande di salute in modo appropriato ed efficace, temporizzandole nel periodo di valenza del nuovo Piano di Zona 2011-2015: 90 1) PRIORITA’: 1.1 POLITICA: 1.2 POLITICA: 1.3 POLITICA: 2) PRIORITA’: 2.1POLITICA: 3) PRIORITA’: RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE MIGLIORARE E RIQUALIFICARE LA RETE RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE E SUPPORTARLA CON INIZIATIVE SOLIDALI E DI EMPOWERMENT CULTURA DELL’INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLO STIGMA INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA CENTRATA SUL CITTADINO DISAGIO E RISCHIO ADOLESCENZIALE E GIOVANILE GESTIONE MULTIDISCIPLINARE INTEGRATA DEI CASI DI RISCHIO E DISAGIO ADOLESCENZIALE NUOVA CRONICITA’ E MULTIPROBLEMATICITA’ (PAZIENTI IN FASE CRONICA E PARZIALMENTE NON AUTOSUFFICIENTI) 3.1 POLITICA: 3.2 POLITICA: 4) PRIORITA’: 4.1 POLITICA: COSTRUZIONE DI PERCORSI AD ALTA INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA RICONVERSIONE RISORSE INVESTITE NEL CAMPO DELLA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE BISOGNI SOCIOSANITARI A VALENZA MULTIPROBLEMATICA TRASVERSALE (AREE: DIPENDENZE, DISABILITA’, ANZIANI, MARGINALITA’ SOCIALE) COLLABORAZIONE E CONDIVISIONE PROGETTUALITA’ CON AREE DI CONFINE Prima di esplicitare le politiche e le conseguenti azioni si ritengono necessarie alcune importanti premesse: la programmazione sociosanitaria nel campo della salute mentale, vista anche l’evoluzione e il cambiamento sia dei bisogni di salute e sia delle persone portatrici di bisogni di salute, non può prescindere dalla conoscenza dei dati epidemiologici, come non può prescindere da una forte collaborazione e condivisione con le Agenzie Sociosanitarie del Territorio per affrontare in modo appropriato ed efficace le problematiche delle Aree di confine (Anziani, Dipendenze patologiche, Disabilità, Marginalità sociale, Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza). E’ importante far sì che la politica per la salute mentale non sia più soltanto a carico dei servizi per la salute mentale, ma compito di tutti gli attori istituzionali e territoriali coinvolti, con obiettivi che non sono solo quelli della diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche di promozione del benessere psichico e sociale dei cittadini e della tutela del diritto alla salute e dei diritti di cittadinanza delle persone affette da malattia mentale. Una programmazione sociosanitaria appropriata ed efficace nell’area della salute mentale deve essere centrata sui bisogni della persona e orientata ai principi della destigmatizzazione, della deistituzionalizzazione, della partecipazione del cittadino ammalato e della collettività, della continuità assistenziale e della verificabilità dei processi di lavoro, superando l’autoreferenzialità e favorendo l’innovazione. L’attuale rete di servizi viene riconfermata come base organizzativa da cui ripartire, da sviluppare ulteriormente e da riqualificare, in cui l’obiettivo non deve essere soltanto quello di definire e pianificare risposte sempre più aderenti ai bisogni della persona e dell’utenza, ma anche quello che esse devono essere garantite ad ogni cittadino di questo territorio, anche attraverso una riorganizzazione della rete dei servizi, dopo opportuna valutazione e un approfondito monitoraggio di tutti parametri (territorio e popolazione distrettuale afferente, strutture e servizi: collocazione e 91 accessibilità, utenza: tipologia e flussi, carichi di lavoro) specifici di una appropriata ed efficace programmazione socio sanitaria nell’area della salute mentale. Tale progettualità non può prescindere da un approccio alle problematiche della salute mentale basato sul lavoro di rete e su una collaborazione e cooperazione tra tutti servizi afferenti al DISM e su un processo di condivisione tra tutte le Agenzie socio sanitarie del territorio coinvolte. IL GRUPPO TECNICO AREA SALUTE MENTALE Coordinatore Area tematica SANTONASTASO PAOLO Componenti Gruppo tecnico GOTTARDO OTTORINO BOISCHIO ROMANO BERTI ALESSANDRA CAMPOS CLAUDIA BEGHIN ARIANNA ALBERTIN ORIANA MAURI ANGELA TRAVERSI LAURA GATTO ALDO DIGIANANTONIO LUCIO FERRONATO LUISA BERENGAN FIORENZA LONGHIN NEVIO CRIVELLIN GIUSEPPINA SANDONA’ MIRIAM VERNIER MARIA SERENA MAZZINI CRISTINA BATTISTELLO MARIA TERESA GATTA MICHELA BENETTOLO FRANCESCO GURIAN CARMEN FINO GRAZIELLA VENTURIN ANNAMARIA BERTIN ROSSELLA Padova, 26 marzo 2013 92 1) PRIORITA’: RISCHIO DI ESCLUSIONE SOCIALE 1.1 politiche: MIGLIORARE E RIQUALIFICARE LA RETE RESIDENZIALE E SEMIRESIDENZIALE E SUPPORTARLA CON INIZIATIVE SOLIDALI E DI EMPOWERMENT 1.1a AZIONI DI MANTENIMENTO: 1.1.a1 Si conferma no l’attuale Rete dei servizi e i L.E.A. attualme nte erogati come base di partenza per una riqualific azione del sistema di servizi fondato sui bisogni delle persone che hanno problemi di disagio psichico UNITA’ EROGA ZIONE POSTI COMPL ESSIVI UTENTI RES ULSS 16 2011 INDICATORI DI COSTI ANNO 2011 CONFERMA 2013 CON ADEGUA MENTI ANNUALI CTRP TIPO A “LA LANTERNA” 1° S. PSICH “LA MERIDIANA” 2° S. PSICH “DINA MURARO” 2° S. PSICH “GRANZE” 3° S. PSICH CTRP TIPO B “VILLA ORTENSIA” 1° S. PSICH “LE FARFALLE” 2° S. PSICH “ITACA” (ex Marani) 2° S. PSICH C ALLOGGIO VIA CAVE 2° S. PSICH GIOVANNI XXIII 2° S. PSICH VIA COLLI 3° S. PSICH G APPARTAMENTO “VIA MAZZINI” 1° S. PSICH “VILLA SAVIOLI” 1° S. PSICH “GR AMA” 2° S. PSICH “CASA AMICA” 3° S. PSICH 4 72 PRODOTTO FINANZIARI 2.542.871,00 SI’ 47 1.625.199,00 SI’ 22 333.634,00 SI’ 17 223.108,95 SI’ SPDC ricovero residenti Ulss 16 (dimessi) 3 48 12 12 12 12 34 10 10 14 17 6 5 6 16 4 3 6 3 38+ 6 3.843.192,00 SI’ 102.673,00 SI’ UDO, ICP PROG TIPOLOGIA UDO, ICP, PROG UDO UDO UDO UDO UDO SPDC 1 1° S. PSICH SPDC 2 2° S. PSICH SPDC 3 3° S. PSICH 3 3 4 15 15 8+6 RICOVERI PIOVESE c/o SPDC 1°, 2°, 3° UDO SPDC – DHO residenti Ulss 16 DHO 1 1° S. PSICH DHO 2 2° S. PSICH 3 2 0,5 0,5 868 (130 extra ULSS) 231(36) 270(38) 314(56) 53 181 (12 extra ULSS) 31(2) 12(1) PRODOTTO FINANZIARI 93 DHO 3 UDO UDO 3° S. PSICH CENTRI SALUTE MENTALE PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE CSM 1 1° S. PSICH CSM 2 2° S. PSICH CSM 3 3° S. PSICH CSM PIOVESE AMBULATORI SALUTE MENTALE 4 1 138(9) 5.691 2 1.678 1.520 1.719 774 1.316 1 524 792 439 1 409 PRODOTTO FINANZIARI 4.679.363,00 SI’ 1.619.355,00 SI’ PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE UDO ASM 1° S. PSICH ASM 2° S. PSICH AMB SOVRAZONALI CL. PSICHIATRICA SI’ PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE UDO CENTRO DIST COMPORT ALIMENTARI 147,122,54 SI’ PAZIENTI CON ALMENO UNA PRESTAZIONE UDO UDO UDO UDO ICP ICP ICP DHT DHT 1 1° S. PSICH DHT 2 2° S. PSICH CENTRI DIURNI CSM “LA TRACCIA” 1° S. PSICH “MONTEGROTTO” 1° S. PSICH “IL PONTILE” 2° S. PSICH “AGORA’” 3° S. PSICH CD PIOVE PIOVESE CENTRI DIURNI CTRP CD “LA LANTERNA” 1° S. PSICH CD “LA MERIDIANA” 2° S. PSICH CD “DINA MURARO” 2° S. PSICH CD “GRANZE” 3° S. PSICH CENTRI DIURNI RIABILITATIVI (ex CLG/COD) MURIALDO NUOVA IDEA POLIS NOVA INSERIMENTI SEMIRESID CEOD TERRITORIALI INSERIMENTI RESIDENZIALI TERRITORIALI INSERIMENTI RESIDENZIALI EXTRATERRRITORIALI 2 5 4 3 22 12 10 49 12 12 15 10 12 24 5 8 4 7 83 20 30 33 66 220 44 66 117 9 / / / 18 9 51 18 SI’ 580.350,00 35 PRODOTTO FINANZIARI 735.203,00 SI’ PRODOTTO FINANZIARI 461.141,00 SI’ PRODOTTO FINANZIARI 1.207.434,92 SI’ 252.557,32 445.236,08 509.641,52 401.557,68 SI’ PRODOTTO FINANZIARI PRODOTTO FINANZIARI PRODOTTO FINANZIARI SI’ 988.593,24 SI’ 1.179.454,43 94 UDO PROG CASA DICURA PARCO DEI TIGLI residenti Ulss 16 SIL - INSERIMENTI LAVORATIVI PAZIENTI IN CARICO CSM PAZIENTI IN TIROCINIO ICP ICP PROG ASS. DOMICILIARE INTEGRATA PER PAZIENTI PSICHIATRIA SERV. ASS SOCIO-ASSISTEN-ZIALE DOMICILIARE PER PAZ PSICHIATRIA Completamento Rete Servizi Dism: A) Piastra Psichiatrica Osa (Completato) B1) Ctrp Ex Marani (Oggi Itaca), (Completato) B2) Ctrp “Villa Ortensia”, (Da Completare 2013) B3)Comunita’alloggio 3° S. Psic (Da Completare 2013) C) Acquisizione Immobile Per Caes Piovese (il finanziamento è stato prorogato al 2013, per nuovo bando) d) Spostamento del SDPC 3 al primo piano dell’ex casa suore, realizzazione del Centro diurno per i DCA al secondo piano e ristrutturazione complessiva dell’edificio. 1 267 213 PRODOTTO FINANZIARI PRODOTTO FINANZIARI SI’ 1.725.119,92 SI’ 250.944,36 152 69 PRODOTTO FINANZIARI 194.164,05 SI’ PRODOTTO FINANZIARI 254.091,75 SI’ SI’ b) F CARIPARO 3.000.000,00 c) F CARIPARO 600.000,00 95 1.1.a2 AZIONI DI MANTENIMENTO NOME PROGETTO TIPO AZIONE SOGGETTO COSTI RESP AZIONE Si conferma tutta la progettualità di supporto ai processi di cura, al lavoro per progetti e continuità assistenziale, all’appropriatezza e all’efficacia degli interventi: - nuova cartella ospedaliera, nuova cartella territoriale ambulatoriale - cartella linea riabilitativa - sistema informativo: implementazione e suo pieno utilizzo - formazione vincolata alle politiche del Piano di Zona e coordinata dal coordinatore di area tematica (progettualità dipartimentale e trasversale) - progettualità del Privato Sociale 1 - "formazione operatori del dism, privato sociale e altri servizi e enti": formazione dipartimentale vincolata alle politiche del piano di zona, coordinata dal coord di area tematica pdz 2 - progetto nuova cartella integrata: ospedaliera, ambulatoriale e riabilitativa (avviato) 3 – partecipazione al tavolo di confronto per l’attuazione di un piano per l’assistenza alla persona affetta da deficit cognitivo e demenza” (dgr 3542/2007) (confermato, prosegue) 4 - guida ai servizi: stampa e diffusione (cartaceo e via web) (da aggiornare includendo il piovese) prog AULSS 2013: 22.000,00 processo prodotto finanziari 2011-2015 prog AULSS Risorse personale interno processo 2013 prog AULSS Risorse personale interno aree salute mentale e disabilità processo 2013-2015 prog AULSS processo finanziari 2013 5 -attivita’ supporto (fondi economali, soggiorni, attivita’ riabilitative e risocializzanti) 6 - lotta allo stigma: GIORNATA DIVERSAMENTE in collaborazione tra Az Sanitarie, Comune Pd, Conf Sindaci, Provincia, Cooperazione Sociale, Associazioni Di Familiari e Volontariato, Fond Cariparo prog AULSS Risorse personale interno per studio e predisposizi one progetto 75.616,30 processo finanziari 2013 prog processo prodotto finanziari 2011-2015 7 - Progetto "Carta Cittadinanza" (Coop Nuova Idea) prog AULSS, COMUNI COOP SOC ASS FAM E VOLONT F CARIPARO PRIVATO SOCIALE processo 2011-2015 8 - Progetto "Salute Mentale E Territorio" (Coop Il Portico) prog PRIVATO SOCIALE processo 2011-2015 9 - PROGETTO “SOSTEGNO ALLA FAMIGLIA” (COOP DINA MURARO)( completato a giugno 2012) 10 - progetti per il tempo libero che coinvolgono piu’ soggetti (Ulss 16, Coop. Il Portico, S. Civile, Aitsam) (Vedi Az 1.2.A6 ) (Progetti AMA di ‘Tempo libero’ e ‘Supporto all’inserimento lavorativo’) prog PRIVATO SOCIALE processo 2011-2015 prog AULSS, processo prodotto finanziari 2011-2015 PRIVATO, 2.000,00 INDICA TORI TEMPORIZZ AZIONE 4.000,00 Risorse proprie cooperativa Risorse proprie cooperativa 0 1200,00 + 400,00 + risorse interne 2 operatori 96 11 – convenzione con BANCA DEL TEMPO (DDG 1070 del 31/12/2008 -scadenza 31-12-2012)(se ne propone il rinnovo, che è in corso di predisposizione) 1.1.b 1.1.b1 1.1.b2 1.1.b3 prog AULSS, BANCA DEL TEMPO processo 2011-2015 INDICA TORI TEMPORIZZ AZIONE Risorse interne contesto processo 2011-2015 0 risorse personale interne AZIONI DI MIGLIORAMENTO TIPO AZIONE Migliorare e implementare il monitoraggio dell’attività del DISM, utilizzando un sistema di indicatori definito, da un punto di vista quantitativo dal sistema informatico attuale , favorendo anche una valutazione qualitativa degli interventi e rilevando la soddisfazione degli utenti Monitorare i bisogni provenienti dalla comunità, il loro mutamento e la loro evoluzione (Disagio giovanile, Esordi psicotici, Disturbi del Comportamento Alimentare, Dist. di Personalità, Uso di sostanze, Comorbilità, Nuova cronicità, Disturbo depressivo maggiore), e, favorendo l’innovazione, attivare interventi appropriati ed efficaci per i bisogni emergenti : - collaborazione con i M.M.G. - identificazione precoce dei casi di depressione maggiore (vedi ‘Linee di indirizzo regionali nella gestione della depressione tra i MMG e i CSM) - interazione e integrazione con le Aree di confine - lavoro d’equipe e operatore di riferimento - approccio multidimensionale e multidisciplinare - progetto di cura individualizzato - interventi innovativi per le persone all’esordio di psicosi in continuità con l’esperienza del progetto ‘Get Up’. In particolare si propone: 7. istituzione di un osservatorio dei nuovi casi di psicosi giovanili ed esordi 8. definizione di una procedura/protocollo di intervento integrato secondo il modello ‘Get Up’ (CBT, case management, interventi familiari Monitorare, ai fini della programmazione strategica nel campo della Riabilitazione Psicosociale, le condizioni attuali di salute psicofisica, l’evoluzione del percorso terapeutico riabilitativo, l’appropriatezza dell’inserimento nelle strutture, lo sviluppo di disabilità delle persone attualmente inserite nelle strutture residenziali territoriali ed extraterritoriali in carico ai Servizi del DISM; monitorare altresì la modalità di inserimento in struttura (liste di attesa, UVMD, valutazione clinica e psicodiagnostica, continuità assistenziale) e l’evoluzione dei bisogni di residenzialità; prog SOGGETTO RESP AZIONE AULSS COSTI prog AULSS Risorse interne contesto processo 2011-2015 prog AULSS Privato sociale Risorse interne processo 2011-2015 97 1.1.b4 Mappatura del bisogno di residenzialità a bassa soglia e coinvolgimento di Famiglie, Cooperazione sociale e Enti locali per favorire la residenzialità autonoma (appartamenti autonomi), opportunamente supportata e monitorata. Applicazione nuovo PROTOCOLLO TRA SIL E DISM sull’Inserimento lavorativo e miglioramento della collaborazione con il Centro per l’Impiego (Provincia) (il Protocollo è stato definito e viene applicato) prog AULSS COMUNI ASS FAM PRIVATO SOCIALE AULSS PROVINCIA PRIVATO SOCIALE Risorse interne contesto bisogno processo 2011-2015 Risorse interne processo 2012 1.1.b6 Migliorare l’offerta di percorsi di inserimento lavorativo, favorendo PROGETTI INDIVIDUALIZZATI DI REINSERIMENTO LAVORATIVO, secondo le nuove Linee guida regionali sull’Inserimento lavorativo – DGR 21/2012, e partecipando a nuove progettualità proposte da Agenzie riconosciute a livello istituzionale prog Risorse interne contesto processo prodotto 2011-2015 prog AULSS REGIONE ISFOL ITALIA LAV PRIVATO SOCIALE AULSS 1.1.b7 Aggiornamento della Guida ai Servizi del DISM, in collaborazione con l’URP e con la Dir. S. Sociali, e sua divulgazione cartacea e via web a cura del DISM: aggiornare e uniformare grafica e contenuti con servizi Piovese. Risorse interne processo 2012 2015 1.1.b8 Appropriatezza ed efficacia degli interventi in tutte le linee di attività (CSM, SPDC, L RIAB) e PROGETTO DI CURA INDIVIDUALIZZATO in tutte le linee di attività del DISM: - nel CSM: Differenziare le risposte clinico assistenziali in base ai bisogni (consulenza, trattamento specialistico e presa in carico) - nell’SPDC: applicare la metodologia del lavoro per progetti e del progetto assistenziale; - nella Linea Riabilitativa: progetto individualizzato condiviso con il paziente e suo monitoraggio prog AULSS Risorse interne processo 2011-2015 1.1.C AZIONI DI INNOVAZIONE TIPO AZIONE INDICATO RI TEMPORIZZ AZIONE 1.1.c1 Conoscenza dei dati epidemiologici incrociando i dati di diversi flussi informativi (pazienti con diagnosi psichiatrica in carico ad altre aree o ai MMG o al Privato), al fine di conoscere la capacità della rete di intercettare e prendere in carico i cittadini con problemi di disagio psichico, estrapolando dal sistema informativo esistente (FTP, SDO, SFT) le informazioni utili ad indagare la prevalenza trattata dei disturbi. Coinvolgimento istituzioni del territorio, in primo luogo l’Ente locale per la condivisione nella progettazione e nel monitoraggio della presa in carico dei soggetti complessi multiproblematici sin dall’inizio della costruzione del progetto di cura individualizzato, in particolare nella prog SOGGETTO RESP AZIONE AULSS PRIVATO contesto bisogno 2011-2015 processo prodotto 2011-2015 1.1.b5 Ex 1.1.c2 1.1.c2 prog prog AULSS COMUNI COSTI risorse di personale e strumentali interne risorse interne delle diverse Aree e Istituzioni 98 1.1.c3 1.1.c4 1.1.c5 1.1.c6 fase di presa in carico, come previsto dalla nuova cartella territoriale ambulatoriale, supportando tale progettualità anche con iniziative formative e informative Completamento e Pieno utilizzo della nuova cartella assistenziale in tutte le linee di attività del DISM: implementazione cartella in SPDC, Nuova Cartella con differenziazione dei percorsi di cura in CSM, aggiornamento cartella nella Linea Riabilitativa Elaborazione di proposte da parte del DISM che supportino indirizzi di richiesta agli Enti finanziari, centrati su più obiettivi: - miglioramento dell’offerta di risposte ai bisogni delle persone sia a livello ospedaliero sia a livello territoriale, in particolare nell’area della Riabilitazione Psicosociale e dell’inclusione sociale (lavoro, abitare, tempo libero) - programma di promozione salute mentale (formazione e informazione: scuole, quartieri, comuni, associazioni) - azioni di lotta allo stigma (progetti, eventi, incontri) Completamento, nel periodo di vigenza del Piano di Zona, della rete dei Gruppi Appartamento , con l’obiettivo di disporre di un Gruppo Appartamento per ogni Distretto, possibilmente messo a disposizione dai Comuni e/o dall’ATER, opportunamente monitorati dai servizi coinvolti con protocolli condivisi. Il Comune di Piove di Sacco mette a disposizione per la psichiatria del Piovese un appartamento, richiesta attualmente all’attenzione della Direzione Sociale: 2013: non attivato per impraticabilità dello stabile Sviluppo della rete degli Appartamenti Autonomi per favorire la politica dell’inclusione sociale, messi a disposizione dalle famiglie o da altre Agenzie del Territorio, opportunamente monitorati dai servizi coinvolti con protocolli condivisi (gruppo di lavoro composto da Dir S. Sociali, DISM, Cooperative). Vedi il “Protocollo d’intesa tra la Direzione Servizi Sociali, il Dipartimento Int.le Salute Mentale e le Cooperative sociali “Il Girasole”, “Il Portico”, “Nuova Idea” per l’avvio di appartamenti autonomi” (DDG n. 947 del 01.12.2009). L’Appartamento autonomo è al di fuori della rete di servizi del DISM, accoglie pazienti in carico ai CSM, ma con autonomie personali, e si autofinanzia con quanto versato dai pazienti che vi abitano. Appartamenti Autonomi avviati: distretto 1 - Villa Berta, Camin, 3 persone (3 Servizio) in corso di attivazione AA M, 5 persone (2 Serv/1 Serv) distretto 2 – AA M., Arcella (Coop Portico/2 Serv) AA via Moretto da Brescia, 3 persone (Coop Portico/2 Serv) AA Casa Ponte, Pontevigordarzere, 2 persone (Coop Portico/2 Serv) AA L, Brusegana, 3 prog AULSS processo 2011-2015 Bisogno Processo Prodotto Finanziari 2011-2015 processo risorse finanziari efficienza 2011-2015 processo risorse finanziari efficienza 2011-2015 risorse interne prog AULSS da definire udo AULSS COMUNI ATER FAMIGLIE PRIVATO SOCIALE Risorse istituzionali e delle comunità locali udo AULSS COMUNI ATER FAMIGLIE PRIVATO SOCIALE risorse interne, del privato sociale e degli utenti/fami glie 99 persone (2 Serv) distretto 4 – AA ZC, Saccolongo (concluso) (Coop Girasole/2 Serv) distretto 5, AA via Mazzini, Abano, 3 persone (Coop NuovaIdea/1 Servizio) 1.1.c7 1.1.c8 1.1.c9 (da 1.1.b3) 1.1.c1 0 Riqualificazione delle strutture ambulatoriali (vedi CSM 3° Servizio, ASM Distretto 2 e ASM Distretto 5) per favorire l’accesso ai servizi da parte di cittadini portatori di bisogni di salute mentale e per non favorire la stigmatizzazione della malattia mentale, anche con l’acquisizione di nuovi luoghi, coinvolgendo in tale progettualità Enti finanziatori del Territorio (vedi az 1.1.c4) udo Completamento della rete dei Centri Diurni dei CSM, con particolare riguardo al CD del 3 Serv, e avvio di un Centro Diurno per i DCA, potenziamento e continuità dell’attività svolta nel loro interno, come previsto dalla normativa vigente (Progetto Obiettivo Tutela Salute Mentale e DGR 1616/2008), monitoraggio del bisogno di semiresidenzialità, (Vedi Az 3.1.b2) Realizzazione di una mappatura della situazione attuale relativa a strutture residenziali e semiresidenziali anche non afferenti al DISM, a cura dei Resp di Linea Riabilitativa: strutture, n posti, tipologia di progetti individuali in corso e nelle liste di attesa, liste di attesa Attivazione di un Gruppo di lavoro integrato (Servizi Psich, Direzione Sociale, Associazioni Familiari, Privato Sociale) per l’analisi e il miglioramento dei Centri Diurni (analisi dell’esistente in termini quantitativi, di funzione e distribuzione nel territorio; studio e coprogettazione di organizzazione, attività e finalità), con l’obiettivo di ottenere gli standard definiti dal Progetto Obiettivo Tutela Salute Mentale e DGR 1616/2008 udo AULSS Fondazione Cassa risparmio AULSS PRIVATO SOCIALE Fondazioni risorse strutturali e di personale interne con integrazione finanziamen to Fondazioni risorse interne di personale e strutturali prog AULSS Risorse interne prog AULSS PRIVATO SOCIALE Risorse interne e dell’Associa zionismo processo risorse finanziari efficienza 2011-2015 processo risorse finanziari efficienza 2011-2015 100 1.2 politiche: CULTURA DELL’INCLUSIONE SOCIALE E LOTTA ALLO STIGMA 1.2.a AZIONI DI MANTENIMENTO 1.2.a1 Progettualità di " SUPPORTO ALLE FAMIGLIA" con differenziazione delle risposte centrate sui bisogni (informazione, psicoeducazione, supporto psicologico e psicoterapico) in ogni Servizio e in ogni linea di attività (Spdc, Csm, Comunità) Collaborazione tra Servizi del DISM, Associazione Banca del Tempo e Dir. S. Sociali (Gruppo permanente Interservizi del DISM) per favorire Progettualità e Iniziative di Inclusione Sociale (attività di scambio della BdT, laboratori, Biblioteca Vivente e altre iniziative work in progress). La Delibera (DDG. 1070 del 31.12.2008), che regola la convenzione tra Az Ulss 16 e Associazione Banca del Tempo scade il 31.12.2012, va rinnovata per ulteriori 4 anni. 1.2.a2 1.2.a3 1.2.a4 1.2.a5 1.2.a6 TIPO AZIONE prog prog SOGGETTO RESP AZIONE AULSS, PRIVATO, ASSOCIAZIO NI FAMILIARI AULSS BANCA DEL TEMPO COSTI risorse interne INDICA TORI processo prodotto TEMPORIZZ AZIONE 2011-2015 processo 2011-2015 processo prodotto finanziari 2011-2015 risorse interne (personale e sede) e costo di 14 ore settimanali di un educatore dipendente ulss AULSS COMUNI PROVINCIA PRIVATO SOCIALE ASSOCIAZIONI FAMIL E VOLONT AGENZIE TERRITORIO FOND CARIPARO AULSS BANCA DEL TEMPO 2.000,00 Euro Risorse interne processo prodotto 2011-2015 prog AULSS ASSOCIAZIO NI FAMILIARI Risorse interne processo prodotto 2011-2015 prog AULSS COOP SOC € 400,00 nel 2012 e € 1.200,0 nel 2013 + risorse 2 operatori processo finanziari 2011-2015 Giornata “DIVERSAMENTE” annuale, nell’ambito di una progettualità più articolata (“Progetto Diversamente”), con il coinvolgimento di Aziende Sanitarie, Direzioni Aziendali, Conferenza dei Sindaci, DISM, Cooperative Sociali, Associazioni di Volontariato, Comune di Padova, Provincia di Padova, Fond. CA.RI.PA.RO e altre Agenzie del territorio. (vedi az 1.1.a2-6 e 1.2.b1) prog Tutte le attività rivolte alla cittadinanza, agli Istituti Scolastici Superiori e alle Aziende Sanitarie, da parte del Gruppo Interservizi del DISM e della Banca del Tempo Partecipazione e sostegno alle attività svolte dalle Associazioni di Familiari (AITSaM, Alice per i DCA, Ascoltiamoci, CoVeSaM, , DiAPsiGra, Forum Salute Mentale, : Percorsi di integrazione sociosanitaria, Incontri formativi e informativi, Eventi Gruppi di auto mutuo aiuto sul lavoro e di supporto al “Tempo libero”: per il 2012 è confermata la disponibilità di un educatore del SIL e di una Assistente Sociale del DISM, in affiancamento a risorse messe a disposizione dalla Coop. Sociale “Il Portico” (vedi AZ 1.1.a2.10) prog 1.1.a2-6 1.2.b1 4.000,00 Euro 101 1.2.b AZIONI DI MIGLIORAMENTO 1.2.b1 “Progetto Diversamente”, di durata pluriennale, organizzato dai Servizi in collaborazione con i Comuni, le Cooperative del Privato Sociale e le Associazioni di familiari e di Volontariato, articolato in: - Iniziative di tipo scientifico e socio culturale - Iniziative di promozione e informazione - Manifestazioni culturali e artistiche - Incontri con la cittadinanza - Giornata annuale “Diversamente” In tale progettualità deve essere coinvolta anche l’area della NPIA Vedi inoltre quanto previsto dalle Azioni 1.1.a2-6 e 1.2.a3 Consolidare e implementare le progettualità per il Tempo libero e le iniziative rivolte alla Cittadinanza, alla Scuola, alle Aziende Sanitarie e ai Comuni, favorendo e sostenendo le attività svolte dal Gruppo Interservizi e dalla Banca del Tempo, in collaborazione con i molteplici soggetti territoriali e con il coinvolgimento di utenti, famiglie di utenti e altri soggetti della rete,(rinnovo convenzione con la Banca del Tempo). Vedi az 1.1.a2-11, az 1.2.a2 prog 1.2.c AZIONI DI INNOVAZIONE Dare vita ad una CONSULTA CITTADINA PER LA SALUTE MENTALE con l’obiettivo di abbassare lo stigma e il pregiudizio, di migliorare il livello di accettazione e di integrazione solidale e di promuovere il protagonismo di tutti sui temi della salute mentale e in cui a tutti i partecipanti viene riconosciuta parità di sapere e di esperienza. Fanno parte della Consulta tutti i soggetti attivi nell’area della salute: cittadini, operatori sociosanitari, utenti, servizi, volontariato, cooperative, associazioni, enti locali, patronati e sindacati, banca del tempo, scuole, agenzie del lavoro, farmacie, forze dell’ordine e tanti altri. Tolta azione in quanto l’Associazione promovente non è più in grado di sostenerla Vedi quanto previsto al punto 1.1.c1, 1.1.c2,1.1.c3, 1.1.c4, 1.1.c5, 1.1.c6,1.1.c7, 1.1.c8 SOGGETTO RESP AZIONE AULSS Comuni, rete territoriale COSTI 1.2.c1 TIPO AZIONE prog Prog UDO AULSS COMUNI COOP SOC AS FAM ATER Risorse formali ed ionformali 1.2.b2 1.2.c2 1.2.c2 prog AULSS, COMUNI COOP SOCIALE ASS FAMILIARI E VOLONT COMITATO “F. RAO” AULSS COOP SOC BANCA DEL T Vedi 1.1.a2-6 1.2.a3 processo prodotto finanziari 2011-2015 processo prodotto 2011-2015 INDICAT ORI processo prodotto TEMPORIZZ AZIONE 2011-2015 Bisogno, processo prodotto risorse finanziari efficienza 2011-2015 Altri supporti finanziari risorse interse, del volontariato e delle diverse Agenzie territoriali 0 102 1.3.a 1.3.a1 1.3.b 1.3.b1 1.3.b2 1.3.b3 1.3.c 1.3.c1 1.3 politiche: INTEGRAZIONE SOCIO SANITARIA CENTRATA SUL CITTADINO TIPO AZIONI DI MANTENIMENTO Continuare il processo di collegamento e integrazione interna, tra Linee di attività del Servizio e dei Servizi, ed esterna tra Servizi del DISM, Distretto Sociosanitario (UVMD, Mmg), Ente locale, Aree di confine (Dipendenze, NPIA, Disabilità, Anziani, Marginalità Sociale), Cooperazione sociale, Associazioni di Familiari e di Volontariato (in corso, confermato) AZIONI DI MIGLIORAMENTO Migliorare e consolidare l’integrazione socio-sanitaria ai vari livelli, istituzionale, gestionale, professionale, nell’ottica di una prospettiva unitaria e integrata nella programmazione sociale e sanitaria, di collaborazione tra Comune e Az Ulss, per la promozione della tutela della salute, coinvolgendo in tale processo le Agenzie sociosanitarie e di volontariato del territorio (in corso formazione con Agenti municipali e 118 su TSO) Consolidare ulteriormente le modalità di lavoro integrate, per la risposta ai bisogni assistenziali complessi, che coinvolgono Distretto Socio sanitario, Ente locale e servizi ASL, riconoscendo e valorizzando l’ UVMD come momento decisionale da condividere da parte di tutti gli interlocutori coinvolti e per tutte le aree prioritarie di bisogno (UVMD si conferma quale luogo di integrazione degli interventi) Dare piena applicazione ai LEA: - nelle strutture di tipo sociosanitario e sociale del DISM (CA, GApp), invitando la Direzione Aziendale e la Conferenza dei Sindaci a fare specifica richiesta in tal senso alla Regione. - nelle strutture dell’Area disabilità: con applicazione del regolamento per gli inserimenti psichiatrici in strutture della Disabilità, e con incontri di condivisione con i familiari AZIONI DI INNOVAZIONE E’ impegno di questo Gruppo tecnico e di chi esso rappresenta far sì che la politica per la salute mentale non sia più soltanto a carico dei servizi per la salute mentale ma compito di tutti gli attori istituzionali e territoriali coinvolti, con obiettivi che non sono solo quelli della diagnosi, cura e riabilitazione, ma anche di promozione del benessere psichico e sociale dei cittadini e della tutela del diritto alla salute e dei diritti di cittadinanza delle persone affette da malattia mentale. Pertanto nel riaffermare il principio dell’Integrazione sociosanitaria come punto fondante della programmazione sociosanitaria, il gruppo AZIONE prog SOGGETTO RESP AZIONE AULSS COMUNI COOP SOC AS FAM COSTI INDICA TORI processo TEMPORIZZ AZIONE 2011-2015 INDICA TORI processo TEMPORIZZ AZIONE 2011-2015 risorse interne TIPO AZIONE prog SOGGETTO RESP AZIONE AULSS COMUNI COSTI prog AULSS COMUNI Risorse interne processo 2011-2015 prog AULSS COMUNI Risorse interne dell’AULS Se Comuni processo 2011-2015 TIPO AZIONE prog SOGGETTO RESP AZIONE AULSS COMUNI COSTI INDICA TORI processo TEMPORIZZ AZIONE 2011-2015 Risorse interne Risorse interne e del privato sociale 103 1.3.c2 1.3.c3 1.3.c4 tecnico chiede alla Direzione Aziendale e alla Conferenza dei Sindaci autorizzazione formale di continuare ad incontrarsi periodicamente e a lavorare sulle priorità-politiche-azioni individuate e per tutta la vigenza del Piano di Zona. Annualmente fare una analisi e una riflessione su tutti i dati riportati nell’Allegato a questo documento e, anche attivando tavoli di lavoro su temi specifici, porre le basi per una programmazione sociosanitaria appropriata nell’area della salute mentale, orientata ai principi della destigmatizzazione, della deistituzionalizzazione, della partecipazione del cittadino ammalato e della collettività, della continuità assistenziale e della verificabilità dei processi di lavoro, superando l’autoreferenzialità e favorendo l’innovazione Percorsi formativi trasversali, specificamente organizzati, finalizzati ad un’ulteriore qualificazione degli interventi e ad una cultura innovativa dell’integrazione sociosanitaria e dell’approccio di salute pubblica, valorizzando tutto il patrimonio professionale delle molteplici competenze e funzioni in gioco. Vedi Az 1.1.c2 (in corso programma di formazione dipartimentale, col SIL, con agenti municipali e 118 sul TSO; confermato, prosegue) Messa in rete delle UDO accreditate del territorio (vedi Casa di cura “Parco dei Tigli”) con definizione di un PROTOCOLLO DI INTESA, invitando la Direzione Aziendale e la Conferenza dei Sindaci a dare piena attuazione a tale progettualità. prog GRUPPO TECNICO PIANO DI ZONA Risorse interne, del privato sociale e dell’Asso ciazionis mo contesto bisogno processo finanziari efficienza efficacia 2011-2015 prog AULSS COMUNI Costi interni program mati processo 2011-2015 prog icp AULSS PRIVATI Risorse interne processo 2011-2015 104 2.1.a 2) PRIORITA’: DISAGIO E RISCHIO ADOLESCENZIALE E GIOVANILE 2.1 politiche: GESTIONE MULTIDISCIPLINARE INTEGRATA DEI CASI DI RISCHIO E DISAGIO ADOLESCENZIALE TIPO AZIONI DI MANTENIMENTO AZIONE SOGGETTO RESP AZIONE AULSS AZ OSPED COSTI INDICA TORI TEMPORIZZ AZIONE Risorse interne processo 2011/2015 2.1.a1 Collaborazione con l’Area della NPIA (UOMI e UONPIA) nella gestione delle situazioni di urgenza-emergenza (situazioni psichiatricocomportamentali o da dipendenza patologica o di comorbilità) a livello di Pronto Soccorso (Servizio Psichiatrico Interno) e a livello di strutture di ricovero del DISM (SPDC), anche seguendo le indicazioni della DDG Azienda Ospedaliera 31.12.12 sulle modalità di ricovero dei minori o-15 e 15-18. (azione attivata, prosegue) prog 2.1.a2 Partecipazione attiva alle UVMD richieste dall’Area della NPIA (famiglie problematiche con figli minori, minori con genitori in carico ai servizi del DISM, passaggio di casi). Si ritiene opportuno che l’UVMD che definisce il passaggio dall’Età evolutiva all’Età adulta e la conseguente presa in carico, avvenga almeno sei mesi prima del passaggio stesso, al fine di consentire ai servizi di conoscere e definire i bisogni di salute e di attivare gli eventuali processi di cura in modo appropriato. prog AULSS Risorse interne processo 2011/2015 2.1.a3 Collaborazione tra strutture ambulatoriali (CSM) e di ricovero del DISM (SPDC) e Centri di riferimento per i DCA nelle attività di prevenzione, diagnosi e cura dei DCA (azione attivata) prog AULSS, AZ. OSPEDALE, UNIVERSIT A’ Risorse interne processo prodotto contesto 2011/2015 2.1.b AZIONI DI MIGLIORAMENTO 2.1.b1 Migliorare la collaborazione tra Servizi del DISM e Servizi dell’Area della NPIA con la definizione di PROTOCOLLI CONDIVISI tra NPIA, DISM, Centro per i DCA, Pronto Soccorso, Distretti, MMG e PLS (Pediatri libera scelta). (azione attivata, da completare con la definizione di procedure e protocolli;) Nel caso di passaggio dalla NPIA alla Psichiatria dell’Adulto di situazioni caratterizzate da disabilità o da altre multiproblematicità, il passaggio, ai fini di una maggior collaborazione e integrazione tra tutte le aree coinvolte, deve essere condiviso in sede di UVMD, richiesta dalla NPIA con opportuno preavviso di almeno sei mesi (vedi Az 2.1.a2), e supportato da opportuna documentazione clinica e prog AULSS AZ OSPED Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS DISTRETTI Risorse interne processo 2011/2015 2.1.b2 105 2.1.c 2.1.c1 2.1.c2 2.1.c3 2.1.c4 psicodiagnostica (TIB, WAIS, Matrici di RAVEN, o altri strumenti psicodiagnostici), predisposta dalla NPIA (si conferma l’importanza di concordare strumenti, procedure e tempistica) AZIONI DI INNOVAZIONE Mappatura annuale del bisogno, delle situazioni di disagio e delle situazioni a rischio (fascia di età dei 16-17 anni: quanti in carico alla NPIA e di prossimo passaggio alla Psichiatria dell’Adulto e con quali problematiche; quanti inseriti in Comunità terapeutiche; quante famiglie con problematiche psicologiche in carico) Condivisione della CARTELLA DI PASSAGGIO dalla NPIA alla Psichiatria dell’Adulto e delle modalità di accompagnamento al passaggio ai Servizi della Psichiatria dell’adulto, prevedendo alcuni incontri tra referenti NPIA e responsabili dei CSM DEL DISM (da realizzare entro 2015) Iniziative di formazione comune tra Psichiatri dell’Adulto, Neuropsichiatri Infantili, Psicologi dell’Età Infantile, Psicologi dell’Adulto, specialisti dei DCA, Osservatorio Regionale per il Suicidio, Medici di Pronto Soccorso, MMG e PLS per una messa in rete di competenze e risorse e per una piena corresponsabilizzazione nella gestione della crisi e delle situazioni che possono aumentare il rischio di eventi autolesivi Vedi inoltre quanto previsto al punto 1.1.c5 e 1.2.b1 (Progetto “Diversamente”) prog AULSS Risorse interne processo contesto 2011/2015 prog AULSS Risorse interne processo 2012 2015 prog AULSS Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS, COMUNI COOP SOC ASS FAM processo prodotto finanziari 2011/2015 vedi 1.1.c5 1.2.b1 106 3.1.a 3) PRIORITA’: NUOVA CRONICITA’ E MULTIPROBLEMATICITA’ (PAZIENTI IN FASE CRONICA E PARZIALMENTE NON AUTOSUFFICIENTI) 3.1 Politiche: COSTRUZIONE DI PERCORSI AD ALTA INTEGRAZIONE SOCIOSANITARIA TIPO SOGGETTO COSTI AZIONI DI MANTENIMENTO AZIONE 3.1.a1 Attività assistenziali, riabilitative e risocializzanti finalizzate al mantenimento delle autonomie e della vita relazionale delle persone, anche con l’applicazione di quanto previsto dalla DDG 1034 del 22.12.2011 relativa a “Progetti di domiciliarità e di accoglienza eterofamiliare per utenti dei Servizi salute mentale”, 2 tipologie di intervento che differenziano ulteriormente le risposte assistenziali. L’accoglienza eterofamiliare (non più affido familiare) è realizzata al di fuori della famiglia d’origine sulla base del progetto personalizzato concordato in UVMD. Prevista, oltre alla diffusione anche attività formativa tra operatori DISM e assistenti sociali dei Comuni 3.1.b 3.1.b1 AZIONI DI MIGLIORAMENTO Definizione del concetto di “Cronicita’” e di indicatori di cronicità e mappatura delle situazioni di NUOVA CRONICITÀ all’interno delle strutture del DISM e nelle strutture residenziali extraterritoriali e semiresidenziali territoriali, da aggiornare annualmente (avviato) (vedi anche 4.1.c.3) E’ necessario arrivare ad una definizione condivisa del concetto di cronicità entro l’anno 2013. Avvio, come previsto dalla convenzione vigente tra Direzione SS ed Enti Gestori per la gestione dei Centri Diurni convenzionati (DDG n.471/2010 in scadenza 31.3.2013), entro il mese di ottobre 2012, di un tavolo per il “monitoraggio” sia degli inserimenti diurni in corso, attivi da molti anni, sia per rilevare il bisogno attuale e quello nuovo di inserimento in Centro Diurno e per una valutazione condivisa in merito a efficacia/efficienza e a prospettive future dell’attività semiresidenziale. (da avviare entro giugno 2013) Attivazione di percorsi terapeutico riabilitativi individualizzati che, attraverso una presa in carico integrata, sociale e psicologica, migliorino la qualità di vita del paziente cronico e della sua famiglia 3.1.b2 3.1.b3 3.1.b4 Valorizzazione della figura dell’Amministratore di Sostegno (Legge 6/2004) e suo maggior coinvolgimento in particolare in quelle prog RESP AZIONE AULSS COOP SOC INDICA TORI TEMPORIZZ AZIONE 10.000,00 euro di spesa corrente +10.000,00 Euro da riconversio ne risorse relativame nte a risparmi negli inserimenti residenziali 25.000 per il 2013 processo 2011/2015 prog AULSS COOP SOC Risorse interne contesto 2011/2015 prog AULSS COOP SOC Risorse interne contesto 2011/2015 prog AULSS COOP SOC Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS ASSOCIAZ Risorse interne processo 2011-2015 107 3.1.c situazioni caratterizzate dal sopraggiungere di gravi disabilità fisiche e/o intellettive o di malattie senili degenerative, in collaborazione con l’Associazione Amministratori di Sostegno e le Associazioni di Volontariato, invitando la Direzione Aziendale e la Conferenza dei Sindaci a farsi parti attive presso le Istituzioni preposte alla nomina delle figure di tutela per una sua applicazione più tempestiva. Attivazione di iniziative formative trasversali. Per superare il problema della tempistica troppo lunga, si suggerisce che le procedure possano seguire un iter simile a quello delle strutture sanitarie che è normalmente più veloce TIPO AZIONI DI INNOVAZIONE AZIONE 3.1.c1 Compilazione in ogni CSM di un REGISTRO DEI CASI DI NUOVA CRONICITA’ O IN FASE CRONICA E NON AUTOSUFFICIENTI, dopo valutazione clinica e psicodiagnostica, annualmente aggiornato, con definizione del Progetto Terapeutico Individualizzato, con specificazione della miniequipe territoriale competente e con individuazione dell’operatore di riferimento (non necessariamente medico) prog 3.1.c2 Nel caso sopraggiungano, nella persona affetta da malattia mentale, gravi disabilità fisiche e/o intellettive o di malattie senili degenerative, deve essere garantita al cittadino la possibilità di essere inserito nella tipologia di struttura più appropriata sulla base dei suoi bisogni specifici, con una presa in carico condivisa tra Servizi territoriali (DISM, Disabilità, Dipendenze, Anziani), Comuni e Distretti, anche con cambiamento della titolarità del caso a seguito di UVMD, coinvolgendo le figure di tutela, fermo restando il supporto che continuerà a dare il CSM. Per questo devono essere attivati dei tavoli di lavoro che coinvolgano referenti delle varie aree. (avviato un tavolo di lavoro con la Disabilità per la definizione di un protocollo d’intesa; da aggiornare il protocollo con Dipendenze definito nel 2004 (delibere n° 674 del 19.7.04 e n°617 del 20.7.04) (vedi 4.1.c.3) prog costi per formazione già a budget SOGGETTO RESP AZIONE AULSS COOP SOC AULSS DISTRETTI COMUNI COSTI INDICA TORI TEMPORIZZ AZIONE Risorse interne processo 2011/2015 Risorse interne processo 2011/2015 108 3.2.c 3.2 Politiche: RICONVERSIONE RISORSE INVESTITE NEL CAMPO DELLA RIABILITAZIONE PSICOSOCIALE TIPO AZIONI DI INNOVAZIONE AZIONE 3.2.c1 3.2.c3 Rivalutazione dei pazienti inseriti in strutture territoriali del DISM ed extraterritoriali, del loro progetto terapeutico riabilitativo e del loro bisogno assistenziale (bisogni per CTRP, di quale tipologia, o per CA, di quale tipologia), da parte dei responsabili di Linea Riabilitativa in accordo con la Dir S. Sociali, anche finalizzata a progetti di rientro nel proprio territorio definiti in sede di UVMD. Attivazione, con la riconversione delle risorse economiche già investite e anche con il supporto di altri Enti finanziari , di due Comunità Alloggio di tipo Estensivo (CA-Es) di 12 posti, come previsto dal nuovo POTSM e dalla DGR 748/2011, una nell’area del distretto 6 (Piovese) e una nel territorio dei distretti 1, 2, 3, 4 e 5 Per quanto riguarda la CAES per il Piovese è stata coinvolta la Fondazione CARIPARO che ha già dato disponibilità di un finanziamento di 600.000,00 Euro prog icp SOGGETTO RESP AZIONE AULSS COOP SOC COSTI INDICA TORI TEMPORIZZ AZIONE processo 2011/2015 AULSS COMUNI COOP SOC Rette da reinvestire risorse 2011/2015 INDICA TORI TEMPORIZZ AZIONE Risorse interne processo 2011/2015 Risorse interne Finanziament o CARIPARO di 600.000,00 euro Più altro finanziament o da reperire 3.2.c4 4.1.a Vedi inoltre quanto previsto al punto 1.1.c5 4) PRIORITA’: BISOGNI SOCIOSANITARI A VALENZA MULTIPROBLEMATICA TRASVERSALE (AREE: DIPENDENZE, DISABILITA’, ANZIANI, MARGINALITA’ SOCIALE) 4.1 politiche: COLLABORAZIONE E CONDIVISIONE PROGETTUALITA’ CON AREE DI CONFINE TIPO SOGGETTO COSTI AZIONI DI MANTENIMENTO AZIONE 4.1.a1 4.1.a2 4.1.a3 4.1.a4 Valorizzazione dell’ UVMD come momento decisionale da condividere da parte di tutti gli interlocutori coinvolti e per tutte le aree prioritarie di bisogno, su diretta responsabilità del Direttore di Distretto Applicazione e ricondivisione protocollo con DIPARTIMENTO DIPENDENZE Collaborazione con i Distretti e con gli Enti locali per persone in stato di emarginazione e senza dimora (vedi Az 4.1.b4) (azione attivata, prosegue) Collaborazione a livello ospedaliero (Pronto Soccorso e SPDC), secondo criteri di appropriatezza, nella gestione della consulenza in pronto soccorso e del ricovero di pazienti in carico alle varie aree con il coinvolgimento e supporto degli specialisti e degli operatori delle aree coinvolte prog RESP AZIONE AULSS COMUNI prog AULSS Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS COMUNI Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS Risorse interne processo 2011/2015 109 4.1.b 4.1.b 1 4.1.b 2 4.1.b 3 4.1.b 4 4.1.c 4.1.c 1 4.1.c 2 4.1.c 3 (azione attivata, prosegue) AZIONI DI MIGLIORAMENTO Migliorare e implementare modalità di lavoro integrate con aree di confine e con agenzie sociosanitarie del territorio coinvolte prog AULSS COMUNI Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS Risorse interne processo 2011/2015 prog AULSS COMUNI COOP SOC Risorse interne attori coinvolti processo 2011/2015 Definizione del concetto di “MULTIPROBLEMATICITA’” e di Indicatori di multiproblematicità e monitoraggio del bisogno sociosanitario a valenza multiproblematica, utilizzando indicatori specifici e appropriati, e raccolta sistematica dei dati. prog AULSS COMUNI Risorse interne contesto 2011/2015 Compilazione in ogni CSM di un REGISTRO DEI CASI MULTIPROBLEMATICI E COMPLESSI già in carico (impropriamente), compresi i casi OPG, dopo attenta valutazione clinica e psicodiagnostica (TIB, WAIS, Matrici di RAVEN), annualmente aggiornato, e coinvolgimento dell’area o delle aree di confine coinvolte per la condivisione di un nuovo progetto di cura, anche con cambiamento della titolarità del caso a seguito di UVMD, coinvolgendo le figure di tutela, fermo restando il supporto che continuerà a dare il CSM. Attivazione di gruppi di lavoro per la stesura di PROTOCOLLI DI COLLABORAZIONE con le aree di confine (Dipendenze, Disabilità, prog AULSS COMUNI Risorse interne interistituzi onali contesto processo 2011/2015 prog AULSS Risorse interne processo 2011-2015 Migliorare l’appropriatezza della presa in carico: nel caso di invio di cittadini da parte dei Mmg o di altre Agenzie sociosanitarie, che, dopo attenta valutazione clinica e psicodiagnostica (TIB, WAIS, Matrici di RAVEN) risultino essere portatori di disabilità grave, deve essere coinvolta l’area della Disabilità per una appropriata presa in carico, dopo opportuna condivisione tra le due aree, mantenendo, l’area della salute mentale, una funzione di consulenza. Per questo devono essere attivati dei tavoli di lavoro che coinvolgano referenti delle due aree (vedi az 3.1.c2) (attivato un tavolo Disabilità-Salute mentale) Migliorare la funzione di consulenza, collegamento e formazione del CSM, in particolare nei confronti dei MMG, dei Centri Deterioramento Cognitivo (CDC), dei Servizi per disabili adulti e Strutture per Anziani Migliorare la collaborazione da parte dei CSM con le Agenzie Sociali del Territorio (Servizi di prossimità per fasce di marginalità e immigrazione e di riferimento per la rete informale del territorio) e con le Strutture di accoglienza per persone in stato di marginalità sociale con importante disagio psichico o in carico ai Servizi Psichiatrici, condividendo che la Psichiatria non ha funzioni di controllo sociale AZIONI DI INNOVAZIONE 110 Anziani e Marginalità sociale), con definizione del riferimento e nel rispetto dei LEA per la Salute Mentale Vedi Azioni: 1.3.c2, 1.3.c4, 2.1.c2, 3.1.c2, 4.1.b2, 4.1.c2 Servizio di interistituzi onali 111 AREA DIPENDENZE Di seguito vengono espressi i contenuti originari del Piano, risalenti alla situazione al momento della formulazione dello stesso (2009) e, integrati in rosso, gli aggiornamenti di inizio 2013, poi riportati in modo più preciso nella tabella di sintesi sottostante. MODALITÀ DI LAVORO E PROCESSI PARTECIPATIVI Il lavoro del Gruppo Tematico è partito da uno sguardo alle criticità emerse dal precedente Piano di Zona Area Dipendenze (2007-2009 e 2010): - Aumento della “cronicità”: marginalità estrema, multiproblematicità e doppia-diagnosi CIC nelle scuole: sono diventati servizi di consultazione psicologica, non più riferibile a problematiche legate all’uso di sostanze Scarsità di risorse economiche Difficoltà di portare a termine programmi di reinserimento socio-lavorativo e abitativo post-residenziale in tempi brevi Necessità di monitoraggio dei fenomeni giovanili emergenti e maggiore coinvolgimento delle scuole medie Inferiori e Superiori e dell’Università (con particolare attenzione alla fascia preadolescenziale per l’abbassamento dell’età di approccio alle sostanze) Necessità di maggiore sensibilizzazione, informazione e coinvolgimento della Comunità Locale Necessità di maggiore raccordo tra i diversi progetti nello stesso ambito e dall’analisi delle Linee d’Indirizzo Regionali per il Piano di Zona 2011-2015: - Incentivare il “Dipartimento” come luogo di forte integrazione e concertazione socio-sanitaria e con il territorio - Aumentare le conoscenze sui rischi connessi all’uso di sostanze - Favorire prevenzione per le fasce di popolazione più a rischio (in particolare: giovani) - Ridurre i tempi di esposizione alle sostanze - Sperimentare trattamenti innovativi per i “pazienti ricorrenti” - Favorire il reinserimento e l’integrazione socio lavorativa dei tossicodipendenti - Accompagnare, sostenere, attivare le reti familiari dei pazienti La mappatura delle risorse al momento attive in questo ambito, ha permesso di condividere con tutti i Soggetti una lettura del sistema di offerta e dei bisogni ai quali esso risponde, prendendo questa sintesi come base di partenza per ragionare su: - possibilità e modalità migliorative e/o innovative da prevedere, in base alla rilevazione dei bisogni emergenti effettuata (integrando osservazioni e proposte pervenute dal Privato Sociale e Associazionismo) priorità per le quali, al momento, non è possibile prevedere risposta Vengono quindi di seguito evidenziate: a) Mappatura del Sistema di Offerta attivo ad oggi e previsioni di mantenimento nel 2011 112 b) Sintesi delle priorità emergenti nel territorio ULSS 16 con relative azioni di risposta (di mantenimento, miglioramento, innovazione) individuate dal Gruppo Tematico c) Priorità per le quali non è al momento prevista né prevedibile risposta con le risorse disponibili Nel 2013 il gruppo di lavoro sul Piano Dipendenze si è modificato solo parzialmente, sono cambiati infatti i nominativi di alcuni referenti (Comune di Padova e Arzergrande, UEPE, Prefettura, Questura, Coop.Soc. ALBA…), ma non gli Enti e le Organizzazioni rappresentati, anche se l’esigenza espressa dal gruppo è di individuare, per il futuro, referenti delle aree con la quali la Tossicodipendenza sempre più spesso si incrocia (referenti dei Gruppi di lavoro del Piano di Zona in ambito Salute Mentale e Disabilità). E’ stata inoltre evidenziata l’esigenza di ripensare alla rappresentanza delle Strutture Carcerarie, in considerazione della Delibera di istituzione della Struttura Semplice Sanità Penitenziaria nel 2012. Per la ripianificazione 2013 il gruppo di lavoro si è trovato 3 volte, lavorando in sotto-gruppi con restituzione e discussione in plenaria, con l’obiettivo di verificare l’esito dell’attività 2012 e programmare le azioni 2013, sulla base delle aree di priorità poste dal Piano e delle problematiche emergenti. La scarsità di risorse e la difficoltà in cui versano i Servizi hanno portato ad individuare azioni innovative cercando di ottimizzare l’esistente e di prevedere occasioni di confronto e programmazione integrata in un’ottica di efficienza. La presenza agli incontri è stata buona, con la partecipazione anche dei referenti Politici invitati (Assessore agli Interventi Sociali del Comune di Padova e Sindaci dei Comuni di Casalserugo e Arzergrande). Durante l’ultimo incontro, il gruppo, viste le difficoltà di questo momento storico, ha evidenziato l’esigenza di finalizzare meglio questo tipo di lavoro di programmazione, in particolare individuando periodicamente durante tutto il corso dell’anno occasioni di incontro e verifica sui progetti e le azioni previste dal Piano. Si è scelto pertanto di assegnare ad ogni azione programmata dei referenti, che, su richiesta del Direttore del Dipartimento, convochino dei sotto-gruppi di lavoro per ogni area tematica e per territori e stimolino il confronto sugli esiti e ulteriori livelli di pianificazione del lavoro. Breve analisi demografica ed epidemiologica del territorio Il territorio dell’ ULSS 16 (che dal 01.01.2010 ha annesso la Saccisica) conta una popolazione complessiva di 483.042 abitanti su una superficie totale di 654,92 Kmq. L’ULSS è suddivisa in 29 Comuni (9 della Saccisica) di cui Padova (211.936 abitanti) e altri Comuni quali: Selvazzano Dentro, Albignasego, Abano Terme, Piove di Sacco, Cadoneghe e Rubano sono i centri maggiori per popolazione residente. La conformazione del territorio è varia, con caratteristiche differenziate: zona centrale prevalentemente urbana (Centro storico e zone residenziali altamente popolate e servite, quali: Arcella, Pontevigodarzere, Guizza, Forcellini); polo industriale e artigianale (zona est del Comune di Padova, quartieri Camin, Stanga, Ponte di Brenta, spostati verso i Comuni della cintura urbana Noventa P. e Saonara); zona collinare (Abano Terme, Montegrotto, Torreglia, Rovolon a ridosso dei Colli Euganei); zone ancora ampiamente rurali della cintura sud-ovest e ovest; zona del Piovese, ancora prevalentemente rurale. La rete dei trasporti è capillare, con maggiore concentrazione nei poli centrali (il tram a Padova serve anche i quartieri periferici fino a Guizza e Pontevigodarzere). I maggiori poli scolastici (scuole medie superiori) sono presenti prevalentemente a Padova, ma anche ad Abano, Selvazzano e Piove di Sacco. La suddivisione distrettuale della rete dei Servizi Socio-Sanitari rispecchia le caratteristiche del territorio e si articola in sei sedi (la sesta comprende il territorio Piovese), ognuna delle quali dotata di Servizi Socio-Sanitari localizzati. Il Dipartimento per le Dipendenze ha una connotazione interdistrettuale con sede unica decentrata presso l’Ospedale dei Colli e, al suo interno, due Unità Operative Complesse: Ser.T. 1 e Ser.T. 2. Le sedi operative sono due: una a Padova presso il Complesso Socio-sanitario ai Colli, una a Piove di Sacco. 113 I Servizi Sociali Comunali sono presenti in ogni Comune dell’ULSS 16 e, nel Comune di Padova, sono organizzati in sedi delocalizzate (Centri Servizi Territoriali) su tutto il territorio. Alla data del 01.01.2012 la popolazione totale residente nel territorio dell’ULSS 16 risultava 481.077 abitanti, di cui 205.631 all’interno del Comune di Padova. a) Mappatura del fenomeno “droga”, del Sistema di Offerta attivo e previsioni di mantenimento per il 2011 Il fenomeno “droga” negli ultimi anni a Padova, si è caratterizzato sia per una forte e capillare diffusione dello spaccio su tutta la città (in aumento nelle zone periferiche), sia per i cambiamenti repentini riguardanti i diversi tipi di droghe usate e le diverse fasce d’età, sociali e professionali. Sono in diffusione all’interno del mercato delle droghe le nuove sostanze di sintesi, è in aumento l’offerta di cocaina, il cui consumo non è più riservato ad una élite, come nel passato, ma è trasversale a tutte le fasce d’età e strati sociali. La diffusione delle sostanze ha indotto i consumatori (anche molto giovani) a “fumare” l’eroina anziché iniettarla, anche in considerazione della notevole riduzione dei costi. Sono in aumento anche la “poliassunzione” e il “poliabuso”, caratterizzati dall’uso di sostanze stupefacenti associate ad alcool e psicofarmaci, con rituali di consumo socialmente più accettati, come ad esempio “fumo” e “pasticche”. Il nuovo trend è formato da giovani che utilizzano le sostanze stupefacenti precedute, accompagnate o seguite dall’alcool, con l’obiettivo di usare una sostanza per contrastare o amplificare l’effetto di un’altra. Le nuove droghe sintetiche, sono generalmente usate da una categoria di giovani particolare, in tempi e spazi ben precisi (week-end, discoteca, rave party…). Si tratta di sostanze diverse e rituali di consumo differenti, accomunate però da una crescente tolleranza che considera sempre più l’abuso come uso, la dipendenza come consumo. Sono sostanze difficili da identificare anche in fase di controlli, poiché facilmente ingoiate ed occultate. Dipartimento per le Dipendenze L’attività del Dipartimento per le Dipendenze della nostra ULSS, conferma la situazione sopra descritta. Nel 2009 le persone in carico al Servizio per le Tossicodipendenze (solo Padova, non territorio Piovese che nel 2009 era ancora ULSS 14) sono state complessivamente 2044, di cui: - 1116 tossicodipendenti (173 nuovi ingressi) - 470 alcolisti (96 nuovi ingressi) - 45 tabagisti (38 nuovi ingressi) - 165 con residenza fuori territorio ULSS - 48 segnalati dalla Prefettura (44 nuovi ingressi, di cui 21 segnalati in base all’art.121 e 23 in base all’art.75 dell’ex Dpr.309/’90) - 120 in carico ala Commissione Patenti (48 nuovi ingressi) - 11 lavoratori arrivati su segnalazione dei medici del lavoro trovati positivi ai test - 23 sono state solo consulenze: a consumatori, familiari, Servizi… 114 Dati 2012 Nel 2012 le persone in carico al Servizio per le Tossicodipendenze sono state complessivamente1184 nell’ambulatorio di Padova (di cui: 264 residenti fuori ULSS; 86 nuovi ingressi, tra questi 45 stranieri) e 446 nell’ambulatorio di Piove di Sacco (di cui 31 nuovi ingressi): COMPLESSIVAMENTE 1630 PAZIENTI IN CARICO AL DIPARTIMENTO PER LE DIPENDENZE DELL’ULSS 16 NEL 2012. Tra questi: - 32 programmi attivati su segnalazione dalla Prefettura (art.75 dell’ex Dpr.309/’90) - 300 programmi avviati per alcolisti attivi - 249 persone sono state valutate clinicamente per patologie correlate (epatiti) - 68 programmi realizzati in misura alternativa alla detenzione - 184 persone inserite in programmi residenziali in Comunità Terapeutica (339 percorsi attivati) - 111 nuovi accessi all’Ambulatorio Tabagismo - 83 accessi all’ambulatorio di Terapia Familiare - 443 ragazzi incontrati con l’attività dei CIC nelle scuole superiori - 52 nuovi giocatori che hanno avuto accesso all’Ambulatorio per il GAP (nel 2013 si segnala il notevole aumento del numero delle prese in carico successivo all’applicazione del “Decreto Balduzzi”: circa 50 nei primi 3 mesi e mezzo dell’anno) Due i principali filoni problematici su cui si concentra gran parte del lavoro degli operatori: 1. la diffusione del consumo di sostanze e alcool tra i pre-adolescenti, adolescenti e giovani, con l’abbassamento dell’età di uso e di consumo e l’innalzamento della tolleranza sociale di tale fenomeno; 2. l’ “invecchiamento” di una grossa parte dell’utenza “ricorrente” del Ser.T. (sia tossicodipendenti che alcolisti, conseguenza del prolungamento dei trattamenti e dell’abbassamento della mortalità, grazie anche ai buoni successi in ambito di prevenzione e trattamento delle problematiche infettivologiche), con problematiche socio-sanitarie e di integrazione sociale correlate. Si rileva sempre più la complessità di alcune situazioni multiproblematiche, con diagnosi mista; l’esigenza è di individuare prassi operative integrate ed efficaci per la prevenzione e il trattamento di queste situazioni. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. A fronte di una situazione in continua evoluzione, il Dipartimento per le Dipendenze (che per MISSION garantisce la prevenzione, la cura e il trattamento delle problematiche di dipendenza) garantisce il sistema di offerta consolidato, attraverso (attività 2010): L’attività ambulatoriale: - Raccolta e archiviazione dati ed Epidemiologia - Gruppo di lavoro per l’accreditamento del Servizio - Attività di consulenza e informazione a cittadini, consumatori, famiglie, Servizi, … - Accoglienza persone dipendenti (minorenni e maggiorenni) e familiari - Presa in carico: medico-infermieristica psicologica educativa sociale infettivologica integrata di persone dipendenti (e familiari), con programmi: 115 AMBULATORIALI RESIDENZIALI (Strutture Private Convenzionate) SEMI-RESIDENZIALI(Strutture Private Convenzionate) - Attività alcologiche ambulatoriali-territoriali (Assistenza Primaria), di gruppo-comunità (al Ser.T.) e in collaborazione con la rete dei 40 Club Alcolisti in Trattamento (intervento comunitario e di cittadinanza attiva per il quale è in corso una revisione della denominazione in:“Club Alcologici Territoriali”), con “Approccio Ecologico-Sociale” (in collaborazione con quella che fino al 2010 è l’Agenzia del Centro Alcologico Territoriale), - Attività di prevenzione, cura e contrasto alle Malattie Infettive - Ambulatorio per il Tabagismo - Ambulatorio (aperto nel 2009) per il Gioco d’Azzardo Patologico (fenomeno emergente anche come “dipendenza digitale” tra i giovani) - Programmi per tossicodipendenti in Misura Alternativa alla Detenzione - Ambulatorio di Terapia familiare - Attività dell’area “Parentalità” - Attività di Reinserimento sociale e lavorativo - Attività e programmi su Segnalazioni e Ordinanze della Prefettura - Attività di Prevenzione (CIC-Centri Informazione e Consulenza nella scuola: Dipartimento Dipendenze + Consultorio “Contatto Giovani”) - Progetto “Siamo sicuri?” (Scuole elementari del Piovese): non è certo il finanziamento per il 2011 - Gruppi di coordinamento: socio-educativo, ambulatoriale e infermieristico - Ambulatorio Patenti - Collaborazioni con i Medici del Lavoro per programmi con lavoratori segnalati - Progetti in collaborazione con Enti e Servizi (il cui finanziamento per il 2011 non è certo): “Emergenza Freddo” (in collaborazione con il Comune di Padova, UPP) “Stragi del sabato sera” (progetto in collaborazione con Prefettura, Questura, Guardia di Finanza) - Partecipazione a Tavoli di lavoro inter-Servizi e Regionali su tematiche varie Nel corso del 2012 è variata l’organizzazione del lavoro del Dipartimento Strutturale, a causa di cambiamenti nella pianta organica (trasferimenti e pensionamenti non sostituiti), sia a livello amministrativo (sono stati trasferiti 2 dei 3 amministrativi) che medico (è cessata l’attività dell’Unità Funzionale Infettivologia). Inoltre è stata istituita una Struttura Semplice per la Sanità Penitenziaria che si occupa di Tossicodipendenza in carcere, esterna al Dipartimento, strutturalmente afferente al Distretto Socio-Sanitario n.2. Nel corso del 2012 si è inoltre riscontrata una significativa modificazione dell’attività dell’Unità Funzionale Alcol, sia per variazioni sul personale addetto, sia per assenza prolungata per malattia del medico referente. A partire dal mese di novembre 2012, le attività alcologiche sono state assorbite pressoché integralmente dal personale del Dipartimento (un Medico epatologo e un’Assistente Sociale) che si occupa delle attività ambulatoriali a valenza epatologico-internistica, anche per quanto riguarda la predisposizione di progetti individualizzati di cura e riabilitazione per pazienti con problematiche alcolcorrelate. Inoltre, per tutti i pazienti afferenti al Ser.T. con diverse problematiche di dipendenza, viene offerta una consulenza clinica per la diagnostica delle patologie correlate ed in particolare per la diagnosi e il trattamento delle epatiti virali da HBV e HCV, estremamente frequenti in questa popolazione. E’ proseguita anche l’attività di controllo sulle strade (progetto “Drugs on street”), in collaborazione con le Forze dell’Ordine e, più recentemente, anche con il Comune di Padova. 116 Si segnala inoltre che le attività degli Ambulatori per il Gioco d’Azzardo Patologico e di Terapia Familiare si svolgono unicamente con risorse interne e questo porta ad una contrazione della disponibilità di prestazioni rispetto al bisogno reale. Il funzionamento dell’ambulatorio per il Tabagismo, invece, è parzialmente legato a finanziamenti regionali rinnovati annualmente e quindi sempre estremamente precario, vista anche l’attuale situazione dei fondi pubblici. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. Le attività in collaborazione con le Agenzie (Organismi ai quali afferiscono varie organizzazioni di volontariato, associazioni di promozione sociale, cooperative sociali ed enti ausiliari operanti nel campo dell’alcolismo e della tossicodipendenza): - per le tossicodipendenze Appartamenti a diversi livelli di protezione (Associazioni “Murialdo” e “Noi, Famiglie…”) - del Centro Alcologico Territoriale Centro Diurno terapeutico-riabilitativo “Akeropita” Rete CAT (Club Alcolisti in Trattamento) Assistenza Primaria ambulatoriale (anche attraverso gruppi “Comunità Terapeutica” c/o il Dipartimento) Interventi territoriali per casi complessi Nonostante si osservi che negli anni il Privato Sociale ha sviluppato la capacità di rispondere in modo integrato e flessibile ai bisogni dell’utenza afferente al SerT, con modalità calate nelle problematiche del territorio e con prassi operative ben integrate con il Pubblico, ad oggi la collaborazione con le ex “Agenzie per le Tossicodipendenze e del Centro Alcologico Territoriale” costituisce uno dei maggiori problemi, in quanto i fondi destinati a tali attività sono stati corrisposti alle rispettive Associazioni/Cooperative (soprattutto per programmi in appartamenti protetti e attività riabilitative diurne) con molto ritardo nel 2012, non permettendo l’avvio di nuovi progetti ma solo il mantenimento delle attività in essere. La mancanza di una convenzione tra SerT e Privato Sociale comporta la mancanza delle risorse necessarie per sviluppare la fase riabilitativa e di integrazione sociale dei programmi di cura (risorse assicurate fino al settembre 2012). Anche l’attività dell’Unità di Strada nel 2012 è proseguita grazie all’apporto dell’Associazione “Noi, Famiglie…”, con risorse comunque non sufficienti per svolgere un’attività aderente al bisogno della città e all’apporto GRATUITO della Croce Rossa Italiana. Anche se è necessario implementare la collaborazione tra le Aree Specialistiche dei Servizi Pubblici, le modalità di lavoro in rete, soprattutto con il Privato Sociale e l’Associazionismo, sono consolidate. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. La rete delle Comunità Terapeutiche convenzionate accreditate: - Coop. TERR.A.: CT. “Villa Ida” (tipologia “Pronta Accoglienza”: 13 posti), C.T.“S. Gregorio” (tipologia B: 18 posti), C.T. “Galileo” (tipologia A: 7 posti) - Associazione“Noi, Famiglie…”: C.T. di Via Zara + 2 appartamenti (tipologia A: 10+6+6=22 posti) + Servizio Semi-residenziale (5 posti) - Comunità Terapeutiche convenzionate accreditate fuori dal territorio dell’ULSS 16 Numerose sono le richieste pervenute dalle singole Cooperative-Associazioni per l’ampliamento dei posti nelle strutture accreditate e per la modifica e l’innovazione di alcuni programmi, sulla base dei bisogni emergenti e della disponibilità sempre più limitata di risorse. Sembra necessario personalizzare in modo più adeguato soprattutto i programmi rivolti alla cronicità e individuare percorsi semi-residenizali anche per giovani. E’ inoltre urgente ridefinire i percorsi di dimissione, anche laddove non sia possibile raggiungere l’autonomia e la completa integrazione sociale successiva alla fase di cura. Questo comporterà l’attivazione di progetti congiunti con i Comuni, per una compartecipazione di risorse al fine di avviare progettualità innovative. Si prevede l’avvio di un dialogo tra Istituzioni con questa finalità. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 117 Le Progettualità realizzate con il Fondo Regionale di Lotta alla Droga, anno 2010 (solo per alcune è stato chiesto il rinnovo nel 2011): - nell’area della prevenzione selettiva, formazione, sensibilizzazione (“Patto Educativo per Padova”, “Impatto”, “Icaro”) - nell’area della prevenzione primaria (“Clessidra”) - nell’area Trattamenti Innovativi (“Ermes – Unità di Strada” e “Penelope” con la Croce Rossa Italiana) - nell’area del reinserimento socio-lavorativo (“Focus”) Il Fondo non è più finanziato dal 2010. Alcune azioni del Progetto Clessidra proseguono come prassi operativa dei Servizi, coordinate dal referente della Struttura Semplice Formazione e Prevenzione, istituita nel 2012 e con risorse interne . Le collaborazioni con: - Strutture esterne convenzionate (Casa di Cura “Parco dei Tigli”, Reparto per la “Disintossicazione” ospedale di Verona, Hospice “Casa S. Chiara”) - Sedi ospedaliere (prevalentemente Reparti: Tossicologia Clinica e Forense, Malattie Infettive e Tropicali, Ginecologia, Pedriatria e Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera di Padova e Reparto di Gastroenterologia dell’Ospedale S. Antonio) - Comune di Padova: UPP (Asilo Notturno) e Ufficio Politiche Abitative - Servizi Sociali dei Comuni e Servizi Socio-Sanitari del territorio (Dipartimento Salute Mentale, Consultori Familiari, Consultorio “Contatto Giovani”, Neuropsichiatria Infantile, Ministero di Giustizia Adulti e Minori, Unità Operativa Disabilità Adulta…) - Assistenza Domiciliare Infermieristica in collaborazione con “Casa S.Chiara” - Progetti esterni: Coop. “AURORA” e “LIBERA-MENTE” “A.D.O.” (Cooperativa Co.se.p) Centro “La BUSSOLA” (Gruppo Polis) Laboratori “GRUPPO R” (Gruppo Polis) CIN (Centro Iniziative Nuove: Associazione che svolge attività di prevenzione e recupero a favore di dipendenti e famiglie) Comunità “Incontro” (non convenzionata) CROCE ROSSA ITALIANA Tutto il sistema di offerta sopra descritto sarà complessivamente mantenuto nel 2011, con una necessaria riorganizzazione migliorativa di alcune aree e Progettualità (sulla base dell’evoluzione dei bisogni) e con le innovazioni sostenibili, di seguito esplicitate. La rete delle collaborazioni si modifica di continuo sulla base delle nuove esigenze e della necessità di adeguare le risorse disponibili ai bisogni rilevati. PER ULTERIORI DETTAGLI VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. b) Sistema di offerta in essere, bisogni emergenti, strategie di indirizzo, scelte operative (di mantenimento, miglioramento, innovazione) individuate dal Gruppo Tematico (vedere tabella allegata) Nel lavoro di Gruppo Tematico sono emersi dati e informazioni sul territorio che hanno portato ad individuare 6 aree di priorità attuali, da considerare per la programmazione dei Servizi e della attività in ambito “Dipendenze” nel prossimo quinquennio. Si precisa che gli interventi e i Programmi si rivolgono a Tossicodipendenti e ad Alcolisti, oltreché a forme di Dipendenza Patologica emergenti. 118 Il programma alcologico si inserisce trasversalmente nelle diverse Aree, pur indicando specificità tipiche e prioritarie dal punto di vista epidemiologico. In questo ambito, ancora più che in altri, l’importanza del lavoro territoriale di rete (consolidato nel territorio e con la disponibilità di altri Enti Assistenziali del Privato Sociale e della Diocesi), soprattutto per quanto riguarda gli interventi precoci e la marginalità estrema. Obiettivo sempre presente è il potenziamento di punti di riferimento distribuiti nel territorio ed identificati nei Club Alcologici Territoriali e nelle Caritas. Per il 2013 vengono confermate le aree di priorità stabilite nel 2011, all’interno delle quali si snoda la programmazione annuale degli interventi (obiettivi e relative azioni). PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 1) Attenzione particolare alla fascia d’età Pre-adolescenti, adolescenti, giovani La diffusione del consumo di sostanze e alcool tra pre-adolescenti, adolescenti e giovani, l’abbassamento dell’età d’ uso e l’innalzamento della tolleranza sociale di tale fenomeno, sono confermati anche dai dati forniti dal Nucleo Operativo Tossicodipendenza della Prefettura di Padova, al quale, nel 2009, sono arrivate 509 segnalazioni per “detenzione di sostanze stupefacenti per uso personale”, delle quali 195 relative a giovani consumatori (36: 15-19 anni e 159: 20-24 anni), con uso prevalente di hashish e marijuana e, secondariamente ma diffusamente, di cocaina e eroina. I soggetti segnalati, nella maggior parte dei casi, si definiscono “consumatori occasionali”, sottovalutando i rischi e le conseguenze correlate al consumo di sostanze. Si tratta generalmente di persone socialmente integrate e un’elevata percentuale di loro riferisce di avere iniziato l’uso tra i 15 e i 18 anni. Tale situazione porta ad attivare con assoluta priorità ed urgenza: Azioni di prevenzione Universale e Selettiva Primaria e Secondaria: - Promuovendo stili di vita sani nella popolazione giovanile (Progetto “Meeteen” del Comune di Padova, in collaborazione con scuole, università, Diocesi e ULSS 16, rivisto e riorganizzato in base all’esito della precedente esperienza) e azioni di “educazione alla legalità” (sia tra i giovani, che tra gli adulti significativi); - Intervenendo su forme di disagio psico-emozionale generico (non necessariamente legato all’uso di sostanze) con l’impiego di operatori esperti (sia del Dipartimento Dipendenze che del Consultorio “Contatto Giovani” dell’ULSS 16), all’interno della scuola (CIC: Centri di Informazione e Consulenza, già attivi nel 2010); - Promuovendo collaborazioni strette (attraverso Gruppi di lavoro e Protocolli Operativi innovativi) tra i Servizi del Territorio attivi nel trattamento di minori, soprattutto Ser.T. e Neuropsichiatria Infantile di 1° e 2° livello (con particolare attenzione alla fascia dei minori con psicopatologie importanti quali l’ADHD:bambini-ragazzi ipercinetici e con situazioni di adozione alle spalle, per i quali sono state dimostrate correlazioni con il successivo uso di sostanze) e Ser.T. e Ufficio Servizio Sociale Minorenni del Ministero di Giustizia, con cui già attiva una buona collaborazione; - Approfondendo le procedure di diagnosi all’interno di “ambulatori dedicati non connotati” per minori (azione innovativa), per favorire la valutazione e l’orientamento alla presa in carico non “stigmatizzanti” fin dai primi contatti; - Raccordando i Soggetti Locali responsabili delle Politiche Giovanili (attraverso i previsti incontri di Dipartimento Funzionale) che, spesso anche all’interno dello stesso Ente, non conoscono reciprocamente gli obiettivi delle loro azioni e agiscono in modo separato, a volte contrastante (Assessorati Comunali, Comuni e Servizi delle stesse aree territoriali), - Individuando occasioni (all’interno delle proposte già attive) per il monitoraggio del fenomeno del consumo giovanile precoce e la valutazione di efficacia degli interventi svolti in tale ambito; - Promovendo modalità innovative per garantire la formazione congiunta tra Servizi e altri Soggetti della Rete Locale che si occupano dei giovani, per una conoscenza reciproca su funzioni e competenze, sui fenomeni emergenti, sui nuovi approcci 119 - terapeutici e su aspetti medico legali e di tutela delle situazioni di minorenni in trattamento per patologie. Particolare attenzione andrà riservata alla sensibilizzazione e formazione dei Medici di Medicina Generale e Pediatri, per la funzione fondamentale di orientamento ed invio che hanno e tra i quali si rileva un forte bisogno di approfondire le conoscenze sulle attività dei Servizi, in particolare del Dipartimento per le Dipendenze. Coinvolgendo in azioni formative la rete degli adulti significativi e delle famiglie, attraverso la prosecuzione delle attività dei Progetti “Icaro” e “Clessidra”, già avviati nel 2010 con il Fondo Regionale per la Lotta alla Droga (quest’ultimo, realizzato come “Progetto Sperimentale” su Area Vasta con “quota B” nel 2010, è divenuto Progetto richiesto dall’ULSS 16 per il 2011 sul Fondo Regionale Lotta alla Droga). Azioni di trattamento specifiche per la fascia giovanile, sia a livello di procedure e approcci di accoglienza al Ser.T., sia a livello di collaborazione strutturata tra Servizi per la presa in carico integrata delle situazioni complesse di minori problematici, implementando l’uso delle risorse presenti (Servizi e ambulatori da mettere in rete) e utilizzando in modo più efficace lo strumento della UVMD distrettuale. E’ inoltre prevista come azione innovativa del Piano Regionale di Lotta alla Droga, l’apertura di un ambulatorio “non connotato” in ambiente pubblico per il trattamento specifico di situazioni di adolescenti e giovani e delle loro famiglie. Con la cessazione del Fondo Regionale per la lotta alla Droga, i Servizi si sono trovati a dover gestire la prevenzione in ambito giovanile con risorse interne. Con il personale disponibile si propongono iniziative di formazione e sensibilizzazione per scuole e adulti significativi, secondo il modello avviato con l’ex Progetto Clessidra. Si propongono inoltre Tavoli di lavoro tra Servizi diversi per coordinare le iniziative esistenti e agire in modo integrato su problematiche specifiche (es.: interazione tra problematiche relative alla dipendenza da sostanze e iperattività (ADHD) nei minori, problematiche di dipendenza nei figli adottivi, sostegno a minori e giovani consumatori…). A fine 2012 è stata istituita all’interno del Dipartimento per le Dipendenze la Struttura Semplice Formazione e Prevenzione. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 2) Gestione di situazioni multiproblematiche complesse e “ricorrenti” in carico al Dipartimento e alla rete dei Servizi L’“invecchiamento” di una grossa parte dell’ utenza “ricorrente” afferente al Ser.T. (conseguenza del prolungamento dei trattamenti e dell’abbassamento della mortalità, grazie anche ai buoni successi in ambito di prevenzione e trattamento delle problematiche infettivologiche) ha determinato la necessità di gestire situazioni multiproblematiche complesse di persone con scarse risorse per un recupero dell’autonomia personale e con grosse problematiche socio-sanitarie e di integrazione sociale. Il Dipartimento Dipendenze di Padova, per le sue caratteristiche di Servizio “a bassa soglia di accesso”, ha in carico da tempo un numero consistente di situazioni di questo tipo, con un investimento importante di risorse e in collaborazione con la Rete cittadina rivolta alla grave marginalità. All’interno del Gruppo Tematico si è inteso il termine “Ricorrente” (riferito ai pazienti i cui percorsi riabilitativi non hanno termine) anche con un’accezione di “cronicità”, nella misura in cui le risorse di alcune persone sono talmente limitate da non poter prevedere una completa autonomia, bensì un graduale miglioramento della qualità di vita, passando attraverso la fase della cosiddetta “riduzione del danno”. Questo senza che ciò determini un disinvestimento in termini di risorse e programmi, ma, anzi, perché la rete dei Servizi sviluppi progetti integrati personalizzati, affinando le valutazioni e riorganizzando il sistema di risorse disponibili. A tale proposito, si prevedono per il 2011 azioni innovative quali: la sperimentazione di programmi residenziali per “cronici” all’interno del sistema residenziale già attivo nel territorio (Comunità Terapeutiche di tipologia A); l’attivazione di un Laboratorio occupazionale di Tessitura all’interno del Centro Diurno gestito dall’Associazione “Noi, Famiglie…” (questo progetto è già attivo e consolidato presso il Ser.T. di Piove di Sacco; oltre a questa azione innovativa inserita tra le Progettualità previste con il Fondo regionale Lotta alla Droga, è 120 da valutare anche nel territorio Padovano il recepimento della Delibera già approvata dal Comune di Piove di Sacco che lo individua come risorsa del Ser.T. accessibile anche ad altri Servizi del Territorio); la riorganizzazione delle attività terapeutiche e riabilitative diurne fino al 2010 svolte dalle “Agenzie” (Unità di Strada, Centri Diurni…), considerando tra queste anche il Progetto “ADO” della Coop. Co.Se.P.; la formalizzazione di collaborazioni con alcuni Reparti dell’Azienda Ospedaliera di Padova. Ha inoltre chiesto di essere coinvolta nella condivisione delle programmazione delle attività l’Associazione “Noi sulla strada” che svolge già “attività di strada” a Padova: sarà approfondita la conoscenza nei momenti di incontro del Dipartimento Funzionale. A livello metodologico, si prevede l’attivazione obbligatoria della UVMD tra Servizi per l’avvio di qualsiasi progetto territoriale o residenziale che coinvolga due o più Servizi, a garanzia dell’integrazione di valutazioni e risorse e di una progettazione congiunta. Si rende sempre più necessario pensare a percorsi nuovi per situazioni complesse e multiproblematiche, su cui devono intervenire più Servizi in modo integrato, come già espresso nei paragrafi precedenti. A tale scopo è importante utilizzare in modo appropriato le UVMD, come momento di progettazione per l’avvio di ogni programma (territoriale o residenziale) che coinvolga più Servizi della rete Pubblica e del Privato Sociale e Volontariato. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 3) Attenzione particolare all’ambito di Esecuzione Penale I dati forniti dai due Carceri cittadini, inoltre, rilevano un aumento di detenuti tossicodipendenti e consumatori. Dei 250 detenuti della Casa Circondariale (di cui l’80% stranieri), circa il 70% ha dichiarato l’uso di sostanze al momento dell’ingresso in Istituto e, di questi, circa il 40% sono risultati positivi al test di laboratorio (solo una bassa percentuale è conosciuta dal Servizio Territoriale). Dei circa 850 detenuti della Casa di Reclusione, invece, 230/250 sono tossicodipendenti. Per loro si svolgono attività di assistenza medica, psicologica, gruppi di sostegno settimanali e attività sportive. Una decina di loro presenta anche problematiche psichiatriche importanti; è importante sviluppare una collaborazione con il Dipartimento di Salute Mentale, sia per la definizione che per la presa in carico della doppia-diagnosi. Sono cessate alcune importanti attività avviate negli anni precedenti: gruppi interni per il Tabagismo e conferenze per tutti i detenuti sull’argomento “stili di vita sani”. Con riferimento all’Area dell’Esecuzione Penale Esterna, invece, dei 176 soggetti sottoposti ad una misura alternativa seguiti dall’UEPE (Ufficio Esecuzione Penale Esterna) di Padova e Rovigo, nel 2009 circa il 25% presentavano problemi correlati all’uso di sostanze stupefacenti e alcoliche. Di questi, un’importante percentuale presentavano situazioni multiproblematiche (anche con problematiche di doppia-diagnosi) e problemi di reinserimento sociale, abitativo e lavorativo. Particolare attenzione meritano, in questo ambito, gli stranieri in Misura Alternativa alla Detenzione, che accedono ai Servizi anche se cittadini non regolari; ma, in questi casi, molto spesso si rileva scarsa chiarezza rispetto alle competenze dei Servizi stessi. A tale proposito, si prevede l’attivazione da parte del Carcere di UVMD programmatorie sulle singole situazioni almeno tre mesi prima della scarcerazione, per una definizione o ri-definizione della presa in carico congiunta tra Servizi, soprattutto per situazioni che non abbiano riferimenti territoriali precisi. Nello stesso ambito è emersa l’esigenza di individuare interventi di sostegno territoriale in alternativa all’inserimento in Comunità Terapeutica e programmi residenziali “speciali” per persone in Misura Alternativa alla Detenzione (all’interno delle Strutture già esistenti) che tengano conto della diversa motivazione al trattamento rispetto agli altri utenti e della necessità di spazi e modalità terapeutiche propri. In quest’ambito, viste le problematiche emerse, il dialogo e il confronto costante tra i Servizi può rappresentare un mezzo per raggiungere la soluzione più efficace a minor costo. 121 Si ritiene inoltre importante che i Ser.T. del territorio della Provincia di Padova individuino criteri e modalità condivise per la gestione dei programmi terapeutici e la certificazione per le persone in Misura Alternativa alla Detenzione. Con l’istituzione della Struttura Semplice Sanità Penitenziaria nel 2012, si rende necessario ridefinire le procedure di collaborazione tra Carcere, UEPE e Dipartimento per le Dipendenze, per la gestione dei programmi in misura alternativa alla detenzione. Posto che la UVMD resta la migliore modalità di lavoro da utilizzare per la formulazione dei progetti di alternativa alla detenzione, si ipotizza di attivare, almeno 3 mesi prima della scarcerazione (sia in libertà che in misura alternativa alla detenzione) UVMD per la definizione di progetto e coinvolgimento di tutti i Servizi della rete Pubblica e del Privato Sociale. A tale proposito, emergono in particolare alcune questioni problematiche da definire: - Chi convoca la UVMD? Presso quale Distretto Socio Sanitario? (quello del territorio di provenienza del detenuto o il Distretto 2 c/o il quale si trova la Struttura semplice Sanità Penitenziaria?) - Quali figure effettuano la valutazione ai fini della formulazione di un progetto di alternativa alla detenzione dal Carcere? - Come procedere con i pazienti detenuti che non sono iscritti all’Anagrafe Sanitaria? Queste sono alcune delle problematiche che devono essere discusse e ridefinite. Si segnala inoltre l’esigenza di confrontarsi sul testo delle“Procedura di inserimento di utenti tossicodipendenti in Comunità Terapeutica”, allegato alla Delibera del Direttore Generale ULSS 16 n. 1026/19.12.2012, con particolare riferimento all’avvio di programmi terapeutico-riabilitativi in Comunità per pazienti detenuti. Si ipotizza inoltre di rivedere obiettivi e caratteristiche dei programmi per pazienti in Misura Alternativa alla Detenzione all’interno delle Comunità Terapeutiche, nell’ottica della maggiore personalizzazione possibile dell’intervento per questa tipologia di pazienti. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 4) Attenzione al reinserimento sociale e lavorativo di utenti del Ser.T. e della rete dei Servizi Il processo di integrazione lavorativa è parte di un più ampio progetto di reinserimento sociale per persone con abilità residue presenti o minime, al termine o nel corso di percorsi di cura della Dipendenza. L’esperienza già attiva da anni con il SIL, il Comune di Padova e le Cooperative del territorio in ambito di integrazione lavorativa, in aggiunta all’analisi della crisi del mercato del lavoro e dell’aumento di situazioni complesse in carico al Ser.T. di Padova, ha portato la rete dei Servizi, in sintonia con le priorità regionali, a programmare (con i Fondi Regionali per la Lotta alla Droga) lo sviluppo di percorsi di integrazione graduati, approfondendo la fase valutativa di pre-inserimento e prevedendo anche l’attivazione di risorse di integrazione sociale non-lavorative per quelle situazioni per le quali, vista la complessità, la proposta di un lavoro risulta impropria e frustrante per la persona. Saranno perciò apportate innovazioni all’interno del consueto Progetto “Focus” e sarà sviluppata una collaborazione da parte del Dipartimento e delle Comunità del Territorio con l’Associazione “Banca del Tempo” ed altre risorse già attive. In questo ambito si stanno attivando prassi ormai consolidate di collaborazione tra Servizi, alle quali si è aggiunta nel 2012 una nuova collaborazione con la CARITAS DIOCESANA. E’ stato individuato come obiettivo prioritario per il 2013 l’utilizzo dei fondi del progetto RELI-TESORO, disponibili ma non ancora utilizzabili a causa di problemi amministrativi. Si evidenzia inoltre che la forte contrazione delle risorse e i problemi del mercato del lavoro rendono difficoltoso il ricollocamento lavorativo successivo ai programmi terapeutici e ai percorsi di tirocinio. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 122 5) Riorganizzazione del Dipartimento Strutturale e Funzionale per le Dipendenze L’avvio dell’iter per l’accreditamento del Dipartimento per le Dipendenze, ha messo in luce importanti discrepanze tra gli standard numerici (di personale) e strutturali previsti dalla normativa regionale e l’attuale situazione. A tale proposito, entro il 2011, si prevede il reperimento di una nuova sede operativa, con la riorganizzazione dell’assetto operativo e la stesura di un Piano per l’adeguamento del personale in base agli standard previsti. Tra le attività da riorganizzare si citano: l’Accoglienza al Servizio e lo Sportello di front-office; gli Ambulatori di: Terapia Familiare (che diventerà attività maggiormente integrata con i Servizi del territorio per la Famiglia) e per il trattamento del Tabagismo, che dovranno essere istituzionalizzati (sono nati come progetti e sono diventati attività istituzionali); il consolidamento e lo sviluppo delle attività per il fenomeno problematico emergente del Gioco d’Azzardo Patologico (attraverso azioni di concertazione tra i principali Soggetti Istituzionali e non, di “prevenzione strutturale” con i Comuni e di sensibilizzazione e formazione); la ridefinizione delle procedure operative tra Ser.T., Prefettura-NOT e Comuni e la sperimentazione di un Protocollo tra Servizi e Università (Facoltà di Psicologia); l’aggiornamento e la diffusione della Carta dei Servizi (soprattutto tra gli operatori sanitari e i Medici di Medicina Generale); la riorganizzazione dell’accesso alla rete web da parte del personale del Dipartimento (attraverso azioni di coordinamento con l’Information Tecnology Aziendale), a scopo di aggiornamento. Sarà inoltre da portare avanti con attenzione e metodo il processo di integrazione graduale del Territorio Piovese. Le valutazioni periodiche (semestrali) sullo stato di applicazione del Piano di Zona diverranno momenti “unici” di verifica sull’andamento di tutti i Progetti, quando possibile e opportuno coincidenti con gli incontri di Dipartimento Funzionale. Sarà inoltre proseguito il lavoro di analisi della rete delle Strutture Residenziali del territorio, svolto su Area Vasta, in collaborazione Pubblico-Privato Sociale Convenzionato, per stimare il fabbisogno residenziale e la riorganizzazione del sistema territoriale di offerta residenziale. La procedura per l’accreditamento del Dipartimento ha portato a rivedere alcune modalità operative e ad attivare azioni per una maggiore diffusione di informazioni sull’attività del Servizio e un maggiore coordinamento interno delle attività. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 6) Attenzione alla AREA TRASVERSALE: Doppia e Tripla Diagnosi Emergono sempre più frequentemente situazioni di doppia-diagnosi (tossicodipendenza-malattia mentale), in alcuni casi anche unite a forme di disabilità. La complessità di queste situazioni richiede una forte conoscenza reciproca tra Servizi (tramite iniziative di formazione congiunta) e l’integrazione delle rispettive competenze e funzioni attraverso il consolidamento di prassi operative (UVMD e momenti di coprogettazione, anche con il Privato Sociale) e strumenti di lavoro concordati (Protocollo Doppia-Diagnosi). Si avvia un lavoro di osservatorio che porterà nei prossimi anni ad una sempre maggiore e migliore definizione di queste aree trasversali e delle collaborazioni tra Servizi coinvolti nella presa in carico di situazioni complesse. Si ritiene sempre più complesso definire la diagnosi e la presa in carico integrata tra Servizi per situazioni con problematiche complesse e “miste”. Si propone di: - favorire lo scambio tra i referenti dei tavoli delle aree “Salute Mentale” e “Tossicodipendenze” del PDZ - rivedere l’applicazione del protocollo di collaborazione già in essere tra i due Dipartimenti 123 Rispetto alle nuove problematiche di utenti con doppia e tripla diagnosi (problematiche pregresse di tossicodipendenza, congiuntamente a problemi psichiatrici e/o neurologici e di decadimento cognitivo, anche in età non avanzata): si ipotizza sviluppo di collaborazioni con altre aree specialistiche (Psichiatria, Neurologia…) per formulare progetti innovativi anche con le strutture protette (es.: Case di Riposo) per una progettazione condivisa di percorsi personalizzati più adatti agli ex-tossicodipendenti. PER LE AZIONI SPECIFICHE VEDERE LO SCHEMA DI PIANO SOTTOSTANTE. 124 SCHEDA DI SINTESI DELLE PRIORITA’ E DELLE RELATIVE AZIONI (Ma = Azioni di mantenimento; Mi = Azioni di miglioramento; I = Azioni innovative) AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) - Promuovere stili di vita sani PREVENZIONE PRE-ADOLESCENTI Attivare proposte di prevenzione ADOLESCENTI UNIVERSALE e SELETTIVA GIOVANI (adolescenti-giovani) PRIMARIA e SECONDARIA (ridurre il tempo di esposizione alle sostanze INTERVENTI PROMOSSI DAL COMUNE DI PADOVA Proseguono dal 2012: interventi nelle scuole cittadine iniziativa di sensibilizzazione “2 Ruote a Rischio 0” (lezioni teoriche + manifestazione in Prato della Valle) Inoltre si aggiungono per il 2013: Interventi sul tema della prevenzione degli incidenti stradali per studenti delle scuole secondarie Attività di informazione sulla prevenzione degli incidenti stradali, dell’uso di sostanze e l’abuso di alcol nei luoghi della città maggiormente frequentati dai giovani Progetto "Il carcere entra a scuola. Le scuole entrano in carcere": evento conclusivo di sensibilizzazione Assistenza per controlli per rilevazione alcol e droghe a carico di conducenti di auto e moto Prosegue inoltre il RPOGETTO “DRUGS ON STREET” (Protocollo Comune Padova + ULSS) TOT. Spesa: € 31.433,00 a carico del Comune di Padova 2013 Fondi della Presidenza del Consiglio dei Ministri assegnati al Comune di Padova PROGETTI (Ma e Mi) 125 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) per i giovani consumatori) - Intervenire su forme di disagio psicoemozionale (scuola) - Attivare collaborazioni SERT-NPI (1° e 2° livello) per situazioni di minori con diagnosi di ADHD e SERT-NPI-EQUIPE ADOZIONI per minori adottati problematici - Raccordare i Soggetti Locali responsabili delle Politiche Giovanili (diversi Assessorati dei Comuni; Comuni e Servizi specialistici tra loro) Prosegue l’attività dei CIC (nuova dicitura: Servizi DI CONSULTAZIONE E PREVENTIVI per la scuola), rivolta non solo a studenti con problematiche legate all’uso di sostanze, ma anche con altre forme di disagio psicoemozionale. 2013 ICP (Ma) Collaborazione tra NPI e SERT per strutturare momenti di informazione/prevenzione rivolti ai genitori di bambini con diagnosi ADHD rispetto ai rischi di sviluppo di condotte devianti. Personale interno ai Servizi (SerT e Direzione SS.SS., Contatto Giovani, Direzione Didattica della Scuola) Risorse interne (personale dei Servizi interessati) 2013 Avvio dei lavori di un Tavolo interservizi (SERT + EQIPE ADOZIONI) per valutare proposte di collaborazione sull’interazione tra le due problematiche. PROGETTI (I) Avvio iniziative di raccordo e confronto tra Soggetti su modelli ed esperienze di Prevenzione in ambito Giovanile, coordinato dal DIP. DIPENDENZE (Struttura Semplice Formazione e Prevenzione) in collaborazione con il Comune di Padova, coinvolgendo i Comuni referenti per ogni Distretto all’interno del Gruppo PDZ Dipendenze. L’attività potrebbe inserirsi all’interno delle azioni “CLESSIDRA” e prevedere inoltre la collaborazione dei referenti del GRUPPO “INFANZIAADOLESCENZA” del PDZ, area coordinata dal Comune di Padova. PROGETTI (I) Risorse interne (personale dei Servizi, con il coordinamento della Struttura Semplice Formazione e Prevenzione) 2013 126 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) - Monitorare i dati sul consumo precoce e valutare l’efficacia degli interventi attivati METODO CLESSIDRA Mantenimento e consolidamento del modello di lavoro attivato in passato attraverso l’ex “Progetto Clessidra” attravreso la prosecuzione degli incontri del tavolo-guida interistituzionale, con l’obiettivo del monitoraggio dei bisogni in ambito giovanile e l’attivazione di: - Formazione continua del personale docente nelle scuole (in stretta collaborazione con il Provveditorato), anche attraverso l’attivazione della Piattaforma per la formazione a distanza e-learning (Direzione Servizi Sociali) - Prosecuzione dei “Servizi di Consultazione e preventivi per la Scuola” (CIC) - Riunioni periodiche con i responsabili di area dei diversi Enti coinvolti (Tavolo-guida) Collaboraz. con Questura/Prefettura/Forze dell’Ordine per rilevazione dati su consumi e sostanze Prosegue il monitoraggio sui minori, soprattutto stranieri, segnalati alla Prefettura per uso personale di sostanze. Si intensificheranno gli incontri tra operatori del Dipartimento e Forze dell’Ordine al fine di concordare modalità per un migliore monitoraggio del consumo e uso delle Risorse interne ai Servizi (personale) e referenti delle Forse dell’Ordine, Questura, Prefettura 2013 sostanze. Si ipotizzano inoltre: - Corsi di formazione per il personale (Ser.T., Privato Sociale, Questura) per favorire conoscenza reciproca, dialogo e scambio di idee e linee d’intervento - Lezioni nelle scuole superiori sul tema delle nuove sostanza tenute dal Ser.t. e dalla Questura ICP (Ma e Mi) 127 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) - Approfondire la diagnosi differenziale in ambiente “non connotato” per prevenire prese in carico “improprie” e migliorare (ridefinire,diversificare) le modalità di accoglienza Nel 2013 proseguiranno all’interno del Dipartimento le già sperimentate prassi di accoglienza “dedicate” per minorenni e giovani (per garantire approfondimenti diagnostici e modalità di trattamento specifiche di minori consumatori e famiglie) e nuove collaborazioni tra Servizi, ai fini di prese in carico maggiormente efficaci nel trattamento di tali situazioni. Risorse Interne 2013 ICP (Ma e Mi) PREVENZIONE Formare una “rete competente” (operatori, famiglie, adulti significativi) Promuovere attività formative congiunte per operatori della rete: SERT, NPI, USSM, PSICHIATRIA, UEPE, MMG, PEDIATRI e Privato Sociale… (su: funzioni e competenze dei Servizi, nuove sostanze e stili di consumo, approcci e modelli terapeutici, aspetti medico-legali e di tutela…) Risorse interne: personale nel tempo-lavoro; fondi per la formazione e Piani Formativi Aziendali + autoformazione (personale interno competente) Coordinamento proposte formative comuni (Struttura Semplice Formazione e Prevenzione) e ATTIVAZIONE FORMATIVE TRA ANCHE E-LEARNING PROPOSTE OPERATORI 2013 AZIONE DI SISTEMA (Ma e Mi) 128 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) AZIONI OBIETTIVI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Coinvolgere adulti significativi famiglie in attività formative e Valutare, attraverso le Azioni “CLESSIDRA”, la possibilità di raggiungere gli adulti significativi e le famiglie con azioni di formazione e prevenzione PROGETTO (Ma) Prosecuzione del già avviato progetto interservizi in materia penitenziaria per il recupero di persone (minori) soggette a Provvedimenti dell’Autorità Giudiziaria, area esterna: La sperimentazione avviata nel 2012 ha Risorse interne (operatori dei Servizi) Personale interno ed eventuali fondi del bando Fondazione CARIPARO evidenziato la buona riuscita delle attività di gruppo rivolte ai genitori, nonché il bisogno 2013 di confronto con gli operatori sulle tematiche relative alla conflittualità nella gestione delle problematiche del rapporto genitori-figli. Riproposto dall’USSM progetto attraverso nuovo bando in attesa di risposta. In ogni caso, il modello di lavoro potrebbe essere riproposto nel 2013, con qualche modifica, con le risorse presenti (personale dei Servizi). PROGETTO (Ma) 129 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Sviluppare Azioni di Prevenzione TRATTAMENTO Individuare forme di intervento specifiche e innovative Integrare valutazioni e presa in carico della rete dei Servizi rivolti ai minori: • SERT-NPI • SERT-USSM • SERT-SERVIZI per MINORI,ADOLESCENTI e FAMIGLIA (C.F., Contatto Giovani) +équipe ADOZIONI + Servizi per Minori dei Comuni al momento del primo accesso al SERT Rivedere i modelli di prevenzione (Tavolo SERT-COMUNI): Iniziative per la messa in rete del Servizio Educativo Domiciliare dei Comuni come occasione per individuare linee d’intervento comuni e formulare proposte di intervento e di prevenzione indirizzata, sulla base delle problematiche rilevate dai Servizi NPI di primo e secondo livello. AZIONE DI SISTEMA (I) Promuovere la formalizzazione del Protocollo di collaborazione SERTUSSM del 2012 e monitorarne l’applicazione AZIONE DI SISTEMA (Mi) Maggiore/migliore utilizzo UVMD minori Prassi distorte di collaborazione dei Servizi con il SerT (ad es. in UVMD) per la gestione di situazioni multiproblematiche relative ai minori, a causa anche della scarsa conoscenza tra i Servizi delle modalità di lavoro del SerT., il Dipartimento ha provveduto a segnalare tale difficoltà ai referenti di Distretto e alla Direzione SS.SS. e nel 2013 si provvederà a rivedere la modalità di gestione delle UVMD in ambito Tossicodipendenza, per situazioni riguardanti Minori e Giovani. AZIONE DI SISTEMA (Mi) Prosegue l’attività istituzionale dell’Ambulatorio Terapia Familiare, per la presa in carico di situazioni di famiglie in carico al Ser.T. o segnalate dai Servizi del territorio. ICP (Ma) Personale interno 2013 Risorse interne (operatori dei rispettivi Servizi) 2013 130 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Riservare spazi e approcci specifici e innovativi e favorire la diagnosi differenziale al momento del primo accesso al Ser.T. SITUAZIONI MULTIPROBLEMATICHE COMPLESSE e “RICORRENTI” PREVENZIONE: riduzione rischio di marginalità grave e cronicizzazione della situazione socio-sanitaria Attivare programmi di “riduzione del danno” e di inclusione sociale “a bassa soglia” Nel 2013 proseguiranno all’interno del Dipartimento le già sperimentate prassi di accoglienza “dedicate” per minorenni e giovani (per garantire approfondimenti diagnostici e modalità di trattamento specifiche di minori consumatori e famiglie) ICP (Ma e Mi) Definire a livello amministrativo e progettuale le collaborazioni con Associazioni e Cooperative che operano in ambito “Tossicodipendenza e Alcolismo”: Progetti innovativi tra Dipartimento per le Dipendenze e Ass. Noi Famiglie, Ass.ne Murialdo e Coop COSEP ICP (MI) Unità di Strada e Centro Diurno “a bassa soglia di accesso” : Per il 2013 si valuterà se e come implementare l’attività dell’UDS (per ora garantita della CRI e dall’Ass.ne “Noi Famiglie” con fondi propri) e le attività diurne “a bassa soglia di accesso”, in base alle risorse convenzionate disponibili (risorse ridotte al minimo nel 2012). Proseguono le attività dell’ambulatorio della CRI e il Progetto ACCOGLIENZA INVERNALE (“emergenza freddo”), in collaborazione ULSS - Comune di PD ICP (Ma) Personale interno 2013 Personale amministrativo interno 2013 Risorse interne dei Soggetti attuatori 2013 Fondi COMUNE PD 131 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Iniziative In rete tra comune di Padova( UPP),Comuni del territorio, Caritas, Centro “La Bussola”,Croce Rossa ,Unità di Strada… L’attività di confronto, raccordo, programmazione della rete padovana sulla marginalità é promossa dalla Caritas Diocesana Risorse interne Soggetti attuatori Progetto “Atelier SerTessitura” a orario ridotto (svolto solo con il personale del Dipartimento, sede di Piove di Sacco); l’accordo di collaborazione con il Comune di Piove di Sacco è per il momento sospeso. ICP (Ma) dei Personale interno dei Servizi 2013 132 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Sviluppare programmi ambulatoriali, territoriali e residenziali personalizzati, attraverso l’integrazione della rete dei Servizi (NB: SERT,DSM,UPP Comune PD,SERVIZI SOCIALI comunali, UEPE…), delle risorse e delle attività presenti nel territorio (anche Az.Ospedaliera) TRATTAMENTO: sviluppare progetti personalizzati che attivino le risorse residue(presenti o attivabili) attraverso l’integrazione di tutti i soggetti della rete, anche con la riorganizzazione dell’assetto residenziale Utilizzo di: Comunità Terapeutiche convenzionate del territorio per definire progetti sperimentali per pazienti “cronici”, con realizzazione di programmi personalizzati, all’interno delle Comunità Terapeutiche di tipo A del territorio: - progetti sperimentali per moduli a bassa intensità terapeutica. Per gli utenti che non fanno più uso di sostanze, hanno una discreta autonomia, seppur limitata ai fini di un’integrazione sociale, ma che non riescono a sganciarsi dalle comunità dove hanno svolto il programma terapeutico, si prevede: riformulare programmi in appartamenti di “Seconda Accoglienza” (in base alle risorse disponibili); - valutare l’attivazione di progetti congiunti con i Comuni, per una compartecipazione di risorse al fine di avviare progettualità innovative. Si avvierà un dialogo tra Istituzioni con questa finalità. - Rispetto alle nuove problematiche di utenti con doppia e tripla diagnosi (problematiche pregresse di tossicodipendenza, congiuntamente a problemi psichiatrici e/o neurologici e di decadimento cognitivo, anche in età non avanzata): sviluppo di collaborazioni con altre aree specialistiche (Psichiatria, Neurologia…) per formulare progetti innovativi anche con le strutture protette (es.: Case di Riposo) per una progettazione condivisa di percorsi personalizzati più adatti agli extossicodipendenti. Finanziamenti Regionali per la realizzazione di programmi residenziali e semi-residenziali in Strutture convenzionate accreditate (prev. € 2.500.000 circa, stando a quanto finanziato nel 2012) 2013 133 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Definire a livello amministrativo e progettuale le collaborazioni con Associazioni e Cooperative che operano in ambito “Tossicodipendenza e Alcolismo”: Progetti innovativi tra Dipartimento per le Dipendenze e Ass. Noi Famiglie, Ass.ne Murialdo e Coop COSEP ICP (MI) Attivare UVMD con definizione di progetto per l’avvio di ogni programma (territoriale o residenziale) che coinvolga più Servizi della rete Pubblica e del Privato Sociale e Volontariato AZIONE DI SISTEMA (MI) Prosecuzione collaborazioni con Azienda Ospedaliera e Strutture esterne convenzionate + attivare gruppo di lavoro per la definizione di operativi con i Rep. accordi Ospedalieri (Malattie Infett., Tossicologia Clinica, Pronto Soccorso, Ginecologia, Gastroenterologia…) AZIONE DI SISTEMA (I) Personale interno 2013 Tempo-lavoro e competenze degli operatori dei Servizi 2013 Tempo-lavoro e competenze degli operatori di Servizi e Strutture già presenti 2013 134 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) PREVENZIONE: prevenire la marginalità e rischi sanitari post carcere (fine pena o misure alternative alla pena) AREA ESECUZIONE PENALE TRATTAMENTO: definire percorsi di integrazione sociale post carcere (fine pena o misure alternative alla pena) con modalità compartecipate tra Servizi - Prevenire lo sviluppo di condizioni di marginalità grave e di rischio sanitario alla fine della carcerazione, per persone che prima della detenzione usavano sostanze o erano tossicodipendenti, definendo la presa in carico o “ri-presa” in carico e percorsi di integrazione post-carcere, prima della scarcerazione (con particolare rif. alla situazione di stranieri non regolari), attivando la rete dei Servizi Posto che la UVMD resta la migliore modalità di lavoro da utilizzare per la formulazione di progetti di alternativa alla detenzione, si ipotizza di attivare, almeno 3 mesi prima della scarcerazione (sia in libertà che in misura alternativa alla detenzione) UVMD per la definizione di progetto e coinvolgimento di tutti i Servizi della rete Pubblica e del Privato Sociale. Emergono in particolare alcune questioni problematiche da definire: Chi convoca la UVMD? Presso quale Distretto Socio Sanitario? (quello del territorio di provenienza del detenuto o il Distretto 2 c/o il quale si trova la Struttura semplice Sanità Penitenziaria?) Quali figure effettuano la valutazione ai fini della formulazione di un progetto di alternativa alla detenzione dal Carcere? Come procedere con i pazienti detenuti che non sono iscritti all’Anagrafe Sanitaria? Si propone quindi di: -formalizzare la collaborazione tra la Struttura Semplice “Sanità Penitenziaria” e il Dipartimento per le DipendenzeGruppo Misure Alternative in un protocollo operativo di collaborazione, condividendo su Area Vasta anche le procedure per l’attivazione di programmi dal Carcere alla Comunità Terapeutica - avviare iniziative di confronto tra SERT/UEPE/MAGISTRATURA per snellire le procedure amministrative di presa in carico congiunta e ridefinire le collaborazioni tra i diversi attori AZIONI DI SISTEMA (I) Personale del carcere e dei Servizi esterni 2013 135 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) AZIONI OBIETTIVI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) - Migliorare e definire la presa in carico congiunta e integrata tra Servizi - - Condivisione tra Carcere e Servizi dei contenuti del documento “Procedura di inserimento di utenti tossicodipendenti in Comunità Terapeutica”, allegato alla Delibera del Direttore Generale ULSS 16 n. 1026/19.12.2012. Revisione di obiettivi e caratteristiche dei programmi per pazienti in Misura Alternativa alla Detenzione all’interno delle Comunità Terapeutiche, nell’ottica della maggiore personalizzazione possibile dell’intervento per questa tipologia di pazienti. - Personale dei Servizi 2013 - Fondo Regionale per programmi in Comunità Terapeutiche (prev. € 2.500.000 circa, stando a quanto finanziato nel 2012) (Mi) Sviluppare la collaborazione tra Servizi per diagnosi, presa in carico e programmazione di interventi con pazienti con “diagnosi mista” detenuti, attraverso: Confronto tra i referenti dei tavoli delle aree “Salute Mentale” e “Tossicodipendenze” del PDZ Revisione dell’applicazione del protocollo di collaborazione già in essere tra i due Dipartimenti Personale interno 2013 AZIONE DI SISTEMA (I) 136 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) All’interno della collaborazione tra Personale interno Dipartimento per le Dipendenze e Sanità Penitenziaria, sviluppare spazi di confronto e programmazione per una maggiore definizione di percorsi per detenuti consumatori, non tossicodipendenti 2013 AZIONE DI SISTEMA (I) REINSERIMENTO SOCIALE E LAVORATIVO TRATTAMENTO: Consolidare una rete territoriale stabile per l’integrazione sociale e lav. e per il monitoraggio del fenomeno “tossicodipendenzalavoro” per favorire “inclusione sociale” - Migliorare la presa in carico congiunta e integrata tra Servizi per individuare programmi personalizzati di inclusione e reinserimento sociale e lavorativo Favorire incontri tra Servizi e/o l’attivazione di UVMD per definizione di progetti con il coinvolgimento di tutti i Servizi della rete pubblica e congiunta di progetti personalizzati di reinserimento sociale e lavorativo Tempo-lavoro e competenze degli operatori dei Servizi e risorse territoriali 2013 AZIONE DI SISTEMA (Mi) 137 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) AZIONI OBIETTIVI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) - Consolidare la rete l’integrazione lavorativa stabile per Si auspica di poter riattivare la rete tra Servizi e Cooperative del territorio per la programmazione e il monitoraggio congiunto dell’attività in questo ambito e la formulazione di nuove proposte di collaborazione, sulla base anche dei previsti finanziamenti del Progetto Nazionale RELI-TESORO. Personale dei Servizi della rete + possibili fondi (€44.000) progetto nazionale RELI-TESORO La Rete si è ampliata attraverso la collaborazione con il personale delle Comunità Terapeutiche, della Caritas (Fondo di Solidarietà), del Comune di PD (borse-lavoro per ex detenuti e persone in misura alternativa alla pena). (già accreditato il 60% dell’anno 2012, ma non ancora utilizzabile) Si ritiene importante anche rafforzare il dialogo e la collaborazione con il Centro per l’Impiego e le Associazioni di categoria (attraverso il SIL, che ha una collaborazione già attiva) per realizzare progettualità mirate ai fini dell’inserimento lavorativo AZIONE DI SISTEMA - Offrire un sistema diversificato di possibilità di integrazione sociolavorativa (Mi) Offerta diversificata di proposte: - Prosecuzione applicazione protocollo di lavoro e collaborazione tra Ser.T. e S.I.L., con la possibilità di attivare progetti di tirocinio-formazione a favore di persone (anche non invalide) in carico ai SerT nel territorio 2013 138 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) AZIONI OBIETTIVI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) - Progetto RELI-TESORO (incontri tavolo di lavoro + attivazione percorsi) Si auspica, inoltre, un’ulteriore diversificazione delle proposte in collaborazione con la rete delle Cooperative del territorio, con l’attivazione di percorsi di EDUCAZIONE AL LAVORO Tale progetto verrà definito sulla base della Fondi Direzione Servizi Sociali + possibili fondi disponibilità delle risorse semi-residenziali e dell’anno 2012, ma non diurne convenzionate con il Dipartimento per le ancora utilizzabile) + (€44.000) progetto nazionale RELI-TESORO (già accreditato il 60% Dipendenze. tempo-lavoro del personale dei Servizi ICP (Mi) -Collaborazione per attivazione percorsi con Comune di Padova (UPP) e Caritas (Fondo di Solidarietà) (Ma) - Promozione (all’interno delle Strutture Terapeutiche) di laboratori e/o attività che potenzino le capacità residue delle persone, verso attività spendibili e pubblicizzazione delle iniziative svolte attraverso il coinvolgimento delle Istituzioni locali, delle Organizzazioni e degli Enti operanti nel territorio. In tutte le Strutture Terapeutiche, in particolare in quelle dell’Ass.ne “Noi, Famiglie…”, si sono svolte attività occupazionali per gli ospiti, orientate a sperimentarsi nella realtà e al potenziamento delle abilità residue. Questo anche attraverso la gestione di spazi pubblici in collaborazione con il Comune di Padova. 2013 Fondi Comune di Padova e Fondo di Solidarietà CARITAS Fondo regionale per programmi residenziali e semi-residenziali in Comunità Terapeutica All’interno di questi spazi si sta anche valutando la possibilità di attivare esperienze di tirocinio con borsa-lavoro. L’attività proseguirà, compatibilmente con le risorse a disposizione degli Enti gestori. ICP + AZIONE DI SISTEMA (Ma e Mi) 139 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Attivazione gruppi di sostegno alla motivazione e di ricerca attiva del lavoro svolti in collaborazione con il S.I.L. Nel 2012 si è definita la modalità di collaborazione e il modello di lavoro per attivare nel 2013 (mesi di marzo-aprile e autunno) un gruppo condotto dal operatori SIL-SERT per persone in carico al SerT inseriti all’interno di un percorso di orientamento al lavoro. Attivare nuove reti di socializzazione PROGETTO (Ma) Mappatura risorse “non lavorative” (riabilitative, ricreative, socializzanti…) del territorio (in raccordo con gli altri Servizi) Si completerà il lavoro di mappatura delle risorse per la socializzazione e l’inclusione sociale delle persone svantaggiate iniziato nel 2012, con attività di confronto tra i Servizi delle varie aree (DIP.Dipendenze, DISM, UODISA). PROGETTO (Ma) Formalizzazione della convenzione con l’Associazione “Banca del Tempo” in collaborazione con il Privato Sociale della rete, attraverso l’apertura di uno sportello in via sperimentale c/o il Sert e la realizzazione di svariate attività per promuovere la partecipazione attiva di utenti afferenti al Dipartimento per le Dipendenze. Proseguirà la collaborazione avviata nel 2012 con nuove proposte. Si valuterà la possibilità di formalizzare la collaborazione per ora solo sperimentale. Personale Servizi Interno ai 2013 Tempo-lavoro operatori + occasioni formative congiunte 2013 Personale interno 2013 AZIONE DI SISTEMA (MI) 140 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) RIORGANIZZAZIONE DEL Migli Migliorare la qualità dei DIPARTIMENTO Servizi offerti e della STRUTTURALE E programmazione FUNZIONALE territoriale di area Riorganizzazione del Dipartimento attraverso la stesura di un programma di adeguamento degli standard numerici operatori-pazienti del Dipartimento Dipendenze, in base alla normativa regionale sull’accreditamento delle Strutture Sanitarie e Socio-Sanitarie Gruppo di lavoro sull’ Tempo-lavoro operatori ACCREDITAMENTO interno al Dipartimento Dipendenze Nel 2012 è stata realizzata la messa a punto dell’AUTORIZZAZIONE al FUNZIONAMENTO del Dipartimento (con obiettivi di miglioramento rispetto alla STRUTTURA e allo standard del PERSONALE, attualmente deficitari) e conclusa la procedura di ACCREDITAMENTO del Dipartimento (relativa alle procedure e modalità operative) con risultato del 100%. Nel 2013 è previsto l’aggiornamento e il miglioramento dei parametri in base all’evoluzione del lavoro 2013 AZIONE DI SISTEMA (Ma e Mi) 141 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) - Migliorare la qualità dei Servizi offerti e della Programmazione territoriale di area Riprogrammazione, in base ai bisogni emergenti e alle risorse disponibili, delle attività (a livello di prevenzione, trattamento e riabilitazione) degli ambulatori: *TERAPIA FAMILIARE:prosegue l’attività istituzionale *TABAGISMO: prosegue l’attività istituzionale; nel 2012 l’ambulatorio si è avvalso della collaborazione anche di un Educatore Professionale del Dipartimento ed ha avviato 2 gruppi terapeutici (per utenti e per dipendenti ULSS), grazie anche alla collaborazione di uno psicologo, rinnovata annualmente. Nel 2013 l’attività prosegue con l’introduzione della contribuzione (ticket). *GIOCO D’AZZARDO:nel 2012, a seguito del “Decreto Balduzzi”, è stata svolta un’opera di distribuzione di materiale informativo nei locali pubblici (nel 2013 va revisionata e aggiornata, d’intesa con i Comuni); sono inoltre stati attivati un numero verde e un’attività di gruppo. L’ambulatorio si è avvalso della collaborazione stabile di un medico e di un Educatore Professionale del Dipartimento. E’ anche attivo un Protocollo con il Dipartimento di Psicologia dello Sviluppo dell’Università di Padova per lo sviluppo di attività di ricerca, i cui contenuti sono in via di ampliamento per il 2013. L’attività proseguirà nel 2013, con l’ipotesi di rinforzo della prevenzione dedicata nelle scuole (metodo Clessidra) e l’avvio di un nuove collaborazioni con il DISM e con il Privato Sociale. *GASTROENTEROLOGIA/EPATOLOGIA Prosegue l’attività di cura e ricerca sulle problematiche HCV e HBV correlate all’interno del Dipartimento. Si implementerà la richiesta di Consulenze INFETTIVOLOGICHE ICP Personale interno + se disponibili fondi regionali per Ambulatorio 2013 (Mi) 142 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) PROTOCOLLO SERT NOT PREFETTURA - UNIVERSITA’ per attivazione programmi su segnalazioni/Ordinanze: Il Protocollo è stato sottoscritto, ma non applicato a causa della carenza del personale necessario (sono assenti le 2 Assistenti Sociali). E’ scaduto a dicembre 2012. Si valuterà se rinnovare il documento di collaborazione. - Proseguire il processo di graduale integrazione del territorio Piovese (Servizio, bisogni, risorse) già avviato nel 2010 Migliorare la conoscenza dell’attività del Dipartimento nel territorio - Diffusione informazioni AZIONE DI SISTEMA (Ma) Realizzazione di incontri periodici di programmazione congiunta di formazione e di discussione in équipe e inserimento del personale dell’ambulatorio di Piove di Sacco in gruppi di lavoro a tema c/o la sede centrale di Padova AZIONE DI SISTEMA (Ma) Personale interno dei 2013 coinvolti 2013 - Aggiornamento e diffusione della Carta dei Servizi del Dipartimento (in particolare tra i Medici di Medicina Generale): Nel 2012 il documento è stato diffuso dall’URP. Il documento è ora in fase di aggiornamento, successivamente si procederà ad una distribuzione mirata. - Migliorare la comunicazione e l’informazione sulle attività del Dipartimento per le Dipendenze e sulle problematiche emergenti attraverso l’aggiornamento della parte sul Dipartimento all’interno del sito ULSS 16. Servizi e degli Enti Tempo-lavoro del personale interno al Dipartimento Tempo-lavoro del personale interno al Dipartimento 2013 AZIONi DI SISTEMA (MI) 143 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Attivazione del Dipartimento Funzionale come occasione di programmazione, gestione e valutazione periodica integrata delle attività di area AREA TRASVERSALE: “DOPPIA E TRIPLA DIAGNOSI” Approfondire l’analisi e migliorare la gestione di DOPPIA-DIAGNOSI (tossicodipendenzapatologia psichiatrica) Monitorare il problema emergente della DOPPIADIAGNOSI tossicodipendenzadisabilità, al fine di stabilirne l’entità per l’eventuale adeguamento del sistema di offerta - Svolgere momenti allargati di incontro-confronto-valutazionecondivisione idee per la programmazione congiunta - Promuovere il coordinamento di azioni tra DSM,NPI e SERT - Approfondire la tematica “comorbilità” per individuare parametri di riferimento il più possibile oggettivi per stabilire prese in carico integrate - Avviare riflessioni per la definizione della valutazione integrata e della presa in carico congiunta di situazioni di tossicodipendenti con disabilità Incontri trimestrali di aggiornamento sull’andamento delle progettualità individuate dal PDZ Dipendenze, riunendo i singoli referenti di progetto in sotto-gruppi per aree d’interesse. AZIONE DI SISTEMA (I) Viste le problematiche emergenti rispetto all’evoluzione dei bisogni e alla necessità di rivedere i programmi terapeuticoriabilitativi in CT, si RITIENE IMPORTANTE RIPRENDERE I LAVORI DEL TAVOLO TRA SERVIZI (locali e di area vasta) E STRUTTURE TERAPEUTICHE DELL’ULSS 16, per favorire il confronto e la programmazione congiunta, in un’ottica di ottimizzazione delle risorse ed efficacia degli interventi, anche attraverso il monitoraggio della DELIBERA che DEFINISCE LE PROCEDURE PER L’INSERIMENTO IN COMUNITA’ TERAPEUTICA. AZIONi DI SISTEMA (I) Vista la complessità sempre maggiore nel definire la diagnosi e la presa in carico integrata tra Servizi per situazioni con problematiche complesse e “miste”, si ipotizza di favorire lo scambio tra i referenti dei tavoli delle aree “Salute Mentale” e “Tossicodipendenze” del PDZ e rivedere l’applicazione del protocollo di collaborazione già in essere tra i due Dipartimenti AZIONE DI SISTEMA (I) Prosegue la normale attività tra Servizi utilizzando esperienze di confronto e programmazione in UVMD, con il coinvolgimento del Privato Sociale 2013 2013 Tempo-lavoro del personale interno al Dipartimento e Soggetti della rete Personale dei Servizi e del Privato Sociale Tempo-lavoro operatori dei Servizi 2013 Tempo-lavoro operatori dei Servizi 2013 AZIONE DI SISTEMA (MA) 144 AREE DI PRIORITA’ FINALITA’ GENERALI (POLITICHE) OBIETTIVI AZIONI TEMPI FINANZIAMENTI (UDO-ICP-PROGETTI) Approfondire l’analisi e migliorare la gestione di TRIPLE-DIAGNOSI (tossicodipendenzapatologia psichiatricadisabilità) - Avviare riflessioni per la definizione della valutazione integrata e della presa in carico congiunta di situazioni di tossicodipendenti con patologia psichiatrica e disabilità e promuovere la formazione congiunta per l’aumento di competenze reciproche tra SERT, DSM, U.O.DIS.A. Promuovere formazione congiunta tra Servizi. Fondi interni formazione autoformazione personale competente AZIONE DI SISTEMA (Ma e Mi) per la + con interno 2013 145 RISORSE PER AREA E TIPOLOGIA DI INTERVENTO ANNO 2013 Offerta Aree Intervento INFANZIA-ADOLESCENZA-FAMIGLIA ADULTI-ANZIANI MARGINALITA' SOCIALE (compresa marginalità sociale stranieri) IMMIGRAZIONE DISABILITA' SALUTE MENTALE DIPENDENZE TOTALE RISORSE PER TIPOLOGIA INTERVENTO ANNO 2013 Accesso Consulenza Presa in carico Interventi domiciliari Interventi semiresidenziali Interventi residenziali Sostegno economico Altri interventi (promozione della salute e azioni di sistema) TOTALE RISORSE PER AREA INTERVENTO ANNO 2013 15.103.629,02 1.083.536,65 17.568.117,19 5.134.673,27 5.102.955,00 2.097.312,52 46.090.223,65 1.077.312,00 4.096.105,00 1.545.793,58 94.634.693,59 9.761.637,00 881.871,00 111.997.412,17 912.341,00 727.899,80 375.000,00 1.534.664,00 885.361,03 523.330,53 4.958.596,36 773.282,20 - - 324.925,08 - - 1.098.207,28 4.785.608,67 6.997.851,07 15.812.941,74 29.904.782,99 4.199.790,91 13.233.050,65 74.934.026,03 11.652.924,32 445.311,85 2.554.011,22 6.745.581,88 - 4.431.248,11 76.252,03 351.680,00 820.873,43 1.903.350,58 23.632.716,30 12.343.419,75 20.639.426,54 21.397.829,27 - 7.583.404,15 133.965.520,97 16.750.139,52 14.638.252,18 268.059.698,91 146 FONTI DI FINANZIAMENTO PER AREA DI INTERVENTO PREVISIONI ANNO 2013 Fonti finanziamento Regione / ULSS Comune Altri Enti Pubblici Utenza TOTALE RISORSE PER AREA INTERVENTO Enti Privati Aree intervento Infanzia-AdolescenzaFamiglia ANNO 2013 € 14.859.641,73 € 22.925.759,22 € 1.320.540,18 € 6.816.282,76 € 55.231.110,09 € 16.684.197,34 € 1.223.694,62 € 38.858.410,12 € 374.052,66 € 3.930.348,70 € 557.200,00 € 96.995,00 Immigrazione € 19.700,00 € 806.562,39 € 271.944,89 Disabilità € 48.982.551,03 € 15.526.963,00 € - € 10.424.512,00 € Salute Mentale € 20.757.709,35 € 440.887,04 € - € 199.232,88 Dipendenze € 7.279.421,17 € 289.305,18 € - € 14.677,80 € 56.410.110,56 Adulti-Anziani MARGINALITA' SOCIALE (compresa marginalità sociale stranieri) TOTALE RISORSE PER FONTE DI FINANZIAMENTO ANNO 2013 € 147.504.186,03 € 60.604.022,87 € 3.373.379,69 € € 46.090.223,65 € 111.997.412,17 € 4.958.596,36 € 1.098.207,28 - € 74.934.026,03 € - € 21.397.829,27 € - € 7.583.404,15 € 268.059.698,91 € € 167.999,76 - 167.999,76 147