Comitato organizzatore
Nando Mismetti, Sindaco di Foligno
Elisabetta Piccolotti, Assessore alla Cultura
Piero Lai, Dirigente Area Cultura, Turismo, Sport
Massimo Stefanetti, Soprintendente Artistico
Comitato per la programmazione del Festival
Enrica Bizzarri
Ambretta Ciccolari Micaldi
Stefano Trabalza
Franco Valentini
Roberto Lazzerini, curatore della rassegna cinematografica
Direzione tecnica
Piero Lai
Rossana Landi
Organizzazione
Cristiana Felicioni
Emanuela Gubbiotti
Elisabetta Marchionni
(Fulginart)
Promozione e Stampa
Luciano Mattioli
Saulo Stoppini
(Ufficio Cultura)
Romano Carloni
(Ufficio Stampa)
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Anche quest’anno una nuova edizione di Segni Barocchi ci guida in un viaggio
nella cultura e nell’estetica barocca: un viaggio che è anche un’indagine che dura
da tre decenni su un periodo storico, quello barocco, in cui si è formata una parte
dell’identità cittadina.
Mostre, musica, libri, teatro e film si alternano nel cartellone alla scoperta di suoni e
parole antiche ma anche di nuove immaginazioni neobarocche. Nel barocco bellezza
è anche vaghezza, i contorni sfumano ed è necessario sapere cercare i volti mentre
emergono dalle tenebre, come nella pittura di quel periodo.
Si può farlo nella Notte Barocca, che si prepara come ogni anno ad accogliere le
rêverie di centinaia di persone tra osservazioni astronomiche, spettacoli itineranti,
ensemble in costume. Allo spettatore suggeriamo di accompagnare l’esperienza
rievocativa della Quintana con la ricerca culturale che Segni Barocchi propone, per
meglio comprendere e anche per meglio apprezzare. Un ringraziamento da parte
dell’amministrazione comunale va a tutti coloro che collaborano e hanno collaborato
con il Festival e al soprintendente artistico Massimo Stefanetti per la costanza e
l’attenzione con cui prepara tutto l’anno questo appuntamento.
Elisabetta Piccolotti
Assessore alla Cultura del Comune di Foligno
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Foligno - Montefalco
28 agosto - 19 settembre 2010
“Sembrava più giorno chiaro che notte scura”
Memoriale Storico Spagnolo, XV, p. 144 (22 dicembre 1638)
Di fronte alla crisi economica e finanziaria che ormai aggredisce anche le attività
culturali ricorrenti, dai circuiti alle rassegne e ai festival, vogliamo e dobbiamo resistere, trasformando, anche quest’anno, con la “luce” delle arti barocche e neobarocche, piazze, chiese e luoghi di spettacolo.
La XXXI edizione di Segni Barocchi Festival si apre il 28 agosto con il secondo intervento del progetto di mostre sulla fiaba barocca che quest’anno è dedicato ai
racconti fiabeschi di Giambattista Basile (1566 o 1575-1632), illustrati da Mariella
Carbone. La mostra con libro d’artista curato da Mariella Carbone e Emanuele De
Donno, verrà inaugurata a Palazzo Trinci di Foligno alle ore 11.00 e resterà aperta
fino alla giornata conclusiva del festival. Nello stesso giorno il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” presenta, in prima assoluta, con la direzione di Carlo
Palleschi e con il coordinamento artistico di Michelangelo Zurletti, lo spettacolo
multimediale, tra musica, poesia, documenti dal Barocco e oltre, “Dove elce verdeggia” con musiche di Fabrizio De Rossi Re, David Lang, Goffredo Petrassi e con
testi di Claudio Monteverdi, Giovan Battista Marino, Carlo Emilio Gadda e Alberto
Arbasino: un evento neobarocco da non perdere (Foligno, Auditorium San Domenico, ore 21.15).
Da mercoledì 1 settembre a sabato 18 settembre le librerie di Foligno del circuito
“Antiquarian Bookshops of Umbria” (Libreria Carnevali, Editoriale Umbra, Il Formichiere, Il Salvalibro) metteranno in mostra durante l’orario d’apertura di ciascun
esercizio, la cultura barocca.
Venerdì 3 settembre, l’associazione “Commedia Harmonica” presenta “Barca di Venetia per Padova” (1623) di Adriano Banchieri: uno spettacolo creato e realizzato
per Segni Barocchi (Foligno, Auditorium San Domenico, ore 21.15).
Da venerdì 3 settembre a domenica 12 settembre continua il suo percorso “Barocco
e neobarocco in vetrina”: la migliore vetrina verrà premiata giovedì 16 settembre
alle ore 11.00 (Foligno, Auditorium San Domenico, Sala Video).
La “Notte Barocca”, ideata e progettata da Segni Barocchi, viene realizzata a Foligno, in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana, sabato 4 settembre. Il
programma della V edizione prevede le seguenti iniziative:
- alle ore 17.30, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Trinci, Raffaele Riccio presenta la conferenza spettacolo con degustazione “Immaginario fantastico e mondo
gastronomico della Napoli Barocca: Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile”;
- alle ore 21.00, all’Auditorium San Domenico, l’orchestra da camera Notte Barocca Veneziana propone, in costume del settecento, le musiche di Antonio Vivaldi,
Tommaso Albinoni, Giuseppe Tartini, Alessandro Marcello;
- dalle 21.00 alle 03.30 “Visioni d’incanto” illuminano Piazza della Repubblica e
Piazza San Domenico;
- dalle 21.00 alle 23.30 i video della Notte Barocca del 2009 vengono proiettati
nella Corte di Palazzo Trinci;
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- dalle 21.00 alle 02.00, in collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares, sono previsti proiezioni e incontri
al Planetario di Via Isolabella, mentre osservazioni al telescopio con proiezioni
sono previste all’Osservatorio Astronomico della Torre dei Cinque Cantoni. Le
costellazioni potranno essere osservate al telescopio anche al Teatro del Parco
Fluviale Hoffmann dalle 22.00 alle 24.00;
- dalle ore 22.30, con replica alle ore 02.00, la Compagnie des Quidams - Inko’
Nito presenta lo spettacolo itinerante con finale fisso a Piazza della Repubblica
“Rêve d’Herbert”: come in un sogno, la “luna” salirà infine di nuovo in cielo;
- dalle 23.30, a Largo Carducci, l’Ensemble Terra d’Otranto, propone le tarantelle
della Puglia e della Spagna dal XVI al XVIII secolo: musica e parole da ascoltare,
ma anche per ballare.
Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00
“fin alle quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi (Palazzo Trinci). Resteranno altresì aperti negozi,
ristoranti e Taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate
con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.
Venerdì 10 settembre, alle 17.30 Gabriele Metelli propone la conferenza “Il vino
nella società folignate tra Cinque e Seicento” (Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle
Conferenze).
Giovedì 16 settembre, alle ore 17.30 e 21.30 nella Multisala Supercinema di Foligno viene proiettato il film “Amor nello specchio” di Salvatore Maira (1999): un
viaggio da Mantova, a Sabbioneta, a Parigi, tra gli amori e la dura vita quotidiana
della compagnia teatrale dei Fedeli, diretta da Giovan Battista Andreini (1576 o
1579-1654).
Venerdì 17 settembre il festival si trasferisce a Montefalco con due appuntamenti:
- alle ore 18.00 il teatro San Filippo Neri ospita la conferenza di Omar Calabrese
“Nuovi concetti neobarocchi. La fine degli anni zero: dal neobarocco al ‘neo’ barocco”;
- alle ore 21.15, nella Chiesa Museo di San Francesco, La società dello spettacolo presenta “1610-2010. Il neobarocco”, rappresentazione teatrale multimediale
ispirata alle elaborazioni di Omar Calabrese.
Dopo Pasolini e Bergman il progetto “La musica barocca nei film” viene dedicato al
grande regista russo Andrej Tarkovskij: con la regia del figlio Andrej Andrejevic e la
direzione musicale di Stefano Maurizi, l’Auditorium San Domenico ospita la performance multimediale “Sonorità visive” con temi e improvvisi tratti da composizioni
di Bach, Pergolesi e Purcell scelte da Tarkovskij per i suoi film (Foligno, sabato 18
settembre, ore 21.15).
La XXXI edizione di Segni Barocchi si conclude, in collaborazione con “Isole” della
Provincia di Perugia, nella chiesa di Santa Maria Assunta di Verchiano, domenica
19 settembre alle ore 18.00: nell’ambito del progetto “La strada europea della pace
Lubecca Roma: percorsi di musica barocca”, nel terzo centenario della nascita di
Giovanni Battista Pergolesi (Iesi 1710 - Pozzuoli 1737), l’ensemble con strumenti originali Musica Perduta ricorda il compositore marchigiano eseguendo composizioni
inedite pergolesiane contenute nell’archivio musicale del Sacro Convento di Assisi.
Massimo Stefanetti
Soprintendente Artistico
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Mostra
SABATO 28 AGOSTO, ORE 11.00
Foligno, Palazzo Trinci
Inaugurazione della mostra
GROTTESCO INCANTO DE LI CUNTI
di Mariella Carbone
Illustrazioni, figure e maschere ispirate a
Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile
Progetto di allestimento di Mariella Carbone e Antonio D’Arco
Catalogo/libro d’artista VIAINDUSTRIAE
edizioni a cura di Emanuele De Donno
Voce recitante Maurizio Merolla
La mostra resterà aperta tutti i giorni con esclusione
del lunedì fino al 19 settembre, orario 9-13/15-19
Ingresso gratuito in occasione dell’inaugurazione e durante
la Notte Barocca del 4 settembre dalle 18.00 alle 04.00 di notte
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Grottesco incanto de ‘li cunti’ intende tradurre e reinterpretare, in immagini e figure, le suggestioni nate dalla lettura appassionata de Lo cunto de li cunti (16341636) di Giambattista Basile (1566 o 1575-1632). L’allestimento si propone di
creare un’esperienza sensoriale,
catturando alcune atmosfere dal
libro, soprattutto quelle fatte di
contrasti e specularità: lo scurrile
e la poesia, l’erotismo e il sentimento, l’incanto e il grottesco. Le
scene, gli oggetti e le illustrazioni
diventano rilettura degli elementi
e dei temi, della ratatouille, della
minestra maritata (si direbbe in
napoletano) presente nelle favole
del Basile, ma anche nella Napoli
di oggi. La dimensione teatrale è
il tema dominante dell’allestimento - Italo Calvino parla di Basile
come ‘‘d’un deforme Shakespeare
partenopeo’’ - e accompagna il
visitatore ad attraversare le stanze/racconto. Egli diventa osservatore-osservato,
muovendosi entro scene popolate da maschere grottesche, oggetti magici, streghe,
fate, orchi, re, principesse e popolane, in un gioco di ars combinatoria con altri
personaggi dell’immaginario e della letteratura seicentesca, ma anche con oggetti
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e sculture in ferro realizzate da Antonio D’Arco. Il registro espressivo di Mariella
Carbone muove dai canoni della commedia dell’arte e del teatro popolare di strada
e “pesca” liberamente dal mondo e dall’iconografia del Barocco. Palazzo Trinci
ospita, quale teatro ideale, il percorso illustrativo e scenico che si apre nella scala
gotica, fulcro di tutto l’allestimento e continua nella Stanza della corte e delle 10
narratrici, con i protagonisti principali del
libro di Basile, e nella Stanza degli oggetti
e figure magiche dei racconti, personaggi
onirici di un profano presepe napoletano.
Il percorso si conclude nella Stanza de lo
cunto dove illustrazioni e brani recitati dalla voce di Maurizio Merolla, attore e regista
teatrale, danno corpo ad una delle storie
più intriganti, ironiche, scurrili e moderne
del testo di Basile, La vecchia scorticata.
Il catalogo/libro d’artista che viene editato
per l’occasione cerca di rileggere il testo di
Basile e la trama visiva della mostra registrando il caleidoscopico immaginario fatto
di ombre, figure deformate e incanti di vita
quotidiana.
Mariella Carbone
Architetto e scenografa, è da venti anni autrice di maschere e “pupazze”, ospitate da
compagnie di teatro di figura italiane ed internazionali, festival, musei e collezioni
private. Da qualche tempo si dedica anche all’illustrazione di favole e storie della
tradizione.
Emanuele de Donno
Architetto e operatore culturale, è curatore della Biennale del Libro d’artista LIBEROLIBROdARTISTALIBERO e della recente mostra Artist’s Books by Sol LeWitt che
si è svolta a Bologna e nelle sedi estere di Parigi, Istanbul e Sheffield. È fondatore
e coordinatore di VIAINDUSTRIAE, associazione-collettivo creativa con cui come
editore pubblica libri d’artista.
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Musica
Sabato 28 agosto, ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
DOVE ELCE VERDEGGIA
Spettacolo multimediale, tra musica, poesia,
documenti dal Barocco e oltre
Musiche di Fabrizio De Rossi Re, David Lang, Goffredo Petrassi
Testi di Claudio Monteverdi, Giovan Battista Marino,
Carlo Emilio Gadda, Alberto Arbasino
Direttore Carlo Palleschi
Coordinatore Michelangelo Zurletti
Immagini a cura di Andrea Stanisci
Nuova produzione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto
Prima assoluta
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Ensemble strumentale del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
Deborah Leonetti, soprano
Nadia Pirazzini, mezzosoprano
Roberto Cresca, tenore
Giulio Boschetti, baritono
Gabriele Geri, attore
Programma
1. Lettera a Alessandro Striggio dalle Lettere di Claudio Monteverdi
Fabrizio De Rossi Re - Ricercare primo per arpa e quartetto d’archi (2004)
2. Letture dalle Rime marittime e da L’umana caducità di Giovan Battista Marino
David Lang - The little match girl passion, four singers
Premio Pulitzer per la Musica 2008
Prima esecuzione Italiana
3. Il Fulmine di Pastrufazio da La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda
Fabrizio De Rossi Re - Ricercare secondo per clavicembalo e quartetto d’archi
(2004)
4. Letture da Marescialle e libertine e da Le piccole vacanze di Alberto Arbasino
G. Petrassi - Sonata da camera per clavicembalo e dieci strumenti
Qui, dove alta in su’l lido elce verdeggia
Le braccia aprendo in spaziosi giri
E del suo crin ne’ liquidi zaffiri
Gli smeraldi vaghissimi vagheggia
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David Lachapelle, Statue, 2007
“Un collegamento corre tra le insuperabili geometrie del barocco e quelle del neobarocco […] lo sanno i compositori più giovani che hanno sciacquato i panni nelle
varie avanguardie e hanno poi riscoperto modi e moduli espressivi che non temono
di ritornare sui passi della storia. Ecco qui, nel nostro programma, sonate, madrigali,
ricercari che assicurano che nulla è perduto e tutto si può nuovamente tentare.’’ Le
parole del direttore artistico del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Michelangelo Zurletti, ci conducono attraverso uno spettacolo-concerto che segna la prima
presenza a Foligno del Lirico di Spoleto, in una sua nuova produzione, per la XXXI
edizione di Segni Barocchi Festival. Spettacolo il cui percorso, costituito da brani,
sequenze di immagini e letture, si pone all’insegna dello spirito barocco e ‘‘nella ricerca degli artisti contemporanei che portano meraviglia e fantasia nonché assoluta
libertà d’invenzione e stupore del mondo che li circonda’’, come afferma il curatore
dell’allestimento Andrea Stanisci. Non si tratta, pertanto, di citazioni musicali tratte
da repertori di musica barocca ma di un neobarocco rivestito di nuove forme musi-
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cali e letterarie in quello che può intendersi un odierno immaginario barocco. In
linea con i brani musicali le letture seguono una linea di gusto legata allo stupore
e alla meraviglia. I testi letterari vedono protagonisti autori come Gadda e Arbasino, avvicinati alla letteratura barocca proprio per i loro testi ricchi di fulminei
accostamenti di idee nonché allitterazioni, rime e assonanze, tecniche espressive
tipicamente barocche.
Suzanne Bocanegra, Knitting Lesson (1854), 2002
The little match girl passion di David Lang in prima esecuzione italiana
Il mio pezzo si chiama The little match girl passion (la passione della piccola fiammiferaia) e pone la storia di Hans Christian Andersen La piccola fiammiferaia nel
format della Passione di San Matteo di Bach, inframezzando la narrazione di Andersen con mie versioni di testi della folla e le risposte dei personaggi di Bach. Il
libretto è mio, su testi di H. C. Andersen, H. P. Paull, Picander e il Vangelo secondo
Matteo. La parola “passione” viene dalla parola latina che indica “sofferenza”. Non
c’è Bach nel mio pezzo e non c’è Gesù - piuttosto, la sofferenza della piccola fiammiferaia è stata sostituita a quella di Gesù, (spero) elevando il suo dolore ad un piano
più alto. Una delle ragioni per cui la storia della piccola fiammiferaia è così triste,
è che tratta della sofferenza di una persona giovane, lo spreco della promessa e del
potenziale presente nella persona giovane. Ecco perché sono così entusiasta del
fatto che sarà il Teatro Lirico Sperimentale a rappresentare il mio pezzo - questa
organizzazione che ha una così lunga storia nel supportare i giovani cantanti e compositori. Ringrazio i produttori e i musicisti del Teatro Lirico Sperimentale che con il
loro impegno e musicalità hanno reso possibile la prima italiana del mio pezzo”.
David Lang, aprile 2010
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Fabrizio De Rossi Re e I Ricercari
Il termine ‘‘ricercare’’ rimanda alle diverse composizioni strumentali realizzate in
Italia tra il Cinquecento e il Seicento. Rielaborazione, rivisitazione, reinvenzione
sono termini che ci aiutano a capire l’atteggiamento di un compositore quando trasforma e raccoglie le macerie della propria memoria musicale ricreando un oggetto
sonoro.
Fabrizio De Rossi Re, dicembre 2004
La Sonata neobarocca di Goffredo Petrassi
L’opera, definita neobarocca dall’autore stesso, presenta un chiarissimo richiamo
al passato grazie alla presenza di uno dei protagonisti barocchi per eccellenza: il
clavicembalo. La scrittura finemente cesellata delle parti e la sottile preoccupazione coloristica della sonata ricomprendono in pieno il brano nel tema barocconeobarocco.
David Lachapelle, Museum, 2007
Il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
è stato fondato nel 1947 da Adriano Belli, avvocato e musicologo, al fine di avviare
alla carriera artistica giovani cantanti lirici. L’attività si svolge su base annuale in tre
fasi: il Concorso per giovani cantanti lirici della Comunità Europea, considerato tra
i più importanti concorsi europei a livello internazionale e durante il quale un’apposita giuria seleziona i candidati; il Corso di preparazione al debutto di cinque mesi
riservato ai cantanti vincitori del Concorso e la Stagione Lirica Sperimentale che
costituisce il coronamento della preparazione dei giovani cantanti. Il Teatro Lirico
Sperimentale gestisce inoltre corsi di formazione professionale per professori d’orchestra, maestri collaboratori e altre figure professionali del Teatro d’opera. Presso
il “Centro Studi-Belli Argiris”, archivio storico e mediateca del Teatro Lirico Sperimentale, è disponibile una ricca biblioteca musicale e una fornita audio-videoteca
dedicata all’opera lirica.
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Da mercoledì 1 a sabato 18 settembre
Mostra mercato in collaborazione con le librerie di Foligno del
circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria”
BAROCCO IN LIBRERIA
Inaugurazione itinerante mercoledì 1 settembre:
ore 12.00 Il Formichiere
ore 17.00 Il Salvalibro
ore 18.30 Editoriale Umbra
ore 20.00 Libreria Carnevali Bookshopping - Ex Cinema Astra
con “Aperitivo barocco in libreria”
Per altre informazioni:
www.libreriacarnevali.it - www.editorialeumbra.it
www.dalformichiere.it - www.ilsalvalibro.com
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Teatro
Venerdì 3 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Associazione Commedia Harmonica
BARCA DI VENETIA PER PADOVA (1623)
Dilettevoli madrigali a 5 voci di Adriano Banchieri
Testo liberamente ideato da Tommaso Baronti
con Maurizio Torti
Insieme vocale Commedia Harmonica
Maestro cantore Umberto Rinaldi
Maestro al cembalo Linda Di Carlo
Coreografie Daniela Rosati
Immagini Claudio Campodifiori
Regia Giuseppe Brizi e Umberto Rinaldi
Spettacolo realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia
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Personaggi e interpreti
Il Padrone della Barca o Burchiello
Maurizio Torti
I Passaggieri et Interlocutori di Barca
Ilaria Coresi
Anna Lucia Fuso
Alessandro Barbanera
Gianni Bevilacqua
Andrea Cipriani
Un povero viandante
Daniel Abeysekera
Umberto Rinaldi, mastrocantore
Bianca Ciancio, Brunella Micciarelli, Giulia Rinaldi, Sonia Rossi, soprani
Gloria Bagatti, Catia Ceccarani, Giuseppina Generoso, Emanuela Pastorelli,
Maura Pettirossi, contralti
Tommaso Baronti, Michele Capece, Luca Fucchi, Andrea Mattielli,
Vincenzo Schiantella, tenori
Marco Buzzao, Francesco Antonini, Francesco Pecetta, Umberto Rinaldi, bassi
Vladimiro Vagnetti, bombarda e flauti
Stefano Bellucci, trombone
Andrea Angeloni, trombone
Danilo Tamburo, tromba a tirarsi, liuto
Massimiliano Dragoni, percussioni barocche
Linda Di Carlo, maestro al cembalo
Coreografie
Costumi, attrezzeria e scene
Luci e audio
Daniela Rosati
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Moreno Roscini
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Il soggetto
Barca di Venetia per Padova racconta un viaggio notturno a bordo del burchio,
la tipica imbarcazione a fondo piatto per il trasporto fluviale. Si immagina che su
questa barca vengano a incontrarsi personaggi di provenienza e carattere vari. Una
serie di 15 quadri apparentemente scollegati fra loro e 4 madrigali amorosi vivacizzano il viaggio e fanno da pretesto a scene comiche o amorose. Finalmente la barca
giunge a destinazione e il viaggio è finito, ma l’avvicinarsi di un povero viandante in
cerca di obolo consente al Banchieri un’appendice moraleggiante che riporta tutti
nel quotidiano e attuale: “va’ lavora’, furfante!”.
La regia
Come è noto il madrigale drammatico nasce per essere soltanto ascoltato in polemica col teatro musicale del tempo. Dopo 400 anni e poiché la Barca presenta
evidenti proposte rappresentative (il viaggio sul burchio è in effetti un palcoscenico
sul quale si avvicendano come in passerella da avanspettacolo personaggi comici
della commedia dell’arte) crediamo che sia permesso “spettacolizzare” quest’opera
ed attualizzare il suo messaggio con l’aggiunta di un testo liberamente composto e
supportato dalla elaborazione di una serie di immagini. Attori in scena e cantanti e
strumenti fuori scena danno voce e corpo alla rappresentazione teatrale: un viaggio
di “lunatici” fuori di testa, visionari fuori dal mondo. E dunque il burchio è una barca di folli in fuga dal triste quotidiano, alla ricerca di un angolo di libera e gioiosa
espressività. Ma la finalità del barocco non è forse il sempre nuovo attraverso la
sperimentazione artistica?
Umberto Rinaldi
La scelta del “vecchio” in Adriano Banchieri
Insolito monaco musicista e letterato, Adriano Banchieri (Bologna 1568-1634), noto
anche come “Adriano da Bologna” o attraverso gli stravaganti pseudonimi di “Attabalippa dal Perù”, “Camillo Scaligeri della Fratta” e il “Dissonante”, si trovò a vivere
quell’affascinante epoca di transizione che segnò il trapasso tra il XVI e il XVII secolo. Fu un periodo tormentato da profondi contrasti tra innovazione e tradizione,
tra una cultura che si alimentava di elementi che ben presto sarebbero stati definitivamente abbandonati e decretati come
“vecchi”, e di una voglia, di uno slancio verso il nuovo rappresentato dall’avvento della
monodia. Certamente Adriano Banchieri fu
musicista a tutto tondo: organista, compositore, importante teorico e letterato ma anche
organizzatore delle manifestazioni liturgiche
musicali della sua chiesa, nonché costruttore
di stravaganti strumenti musicali come l’arpichitarrone. La sua operosità fu di certo
superiore alla media e non comune la curiosità che lo fece schierare a favore dell’innovazione soprattutto nel campo teorico e nella
didattica dove utilizzò, con una concezione e
una sensibilità del tutto moderna, brani degli
autori più originali del suo tempo: Gesualdo,
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Viadana, Monteverdi. In tutto fu innovatore tranne che nella produzione profana.
Come il più giovane Orazio Vecchi, si lasciò ammaliare da un genere che ben presto
sarebbe stato soppiantato; si lasciò incantare da quei madrigali in dialogo e madrigali in stile rappresentativo, opere “drammatiche” - ma certamente non destinate ad una vera e propria rappresentazione scenica - i cui testi si caratterizzano per
la presenza di un intreccio più o meno sviluppato. In un momento in cui la musica
tendeva all’individuazione dei personaggi e quindi a quello che avrebbe portato al
sorgere dell’opera, Banchieri rimase entro i limiti della rappresentazione puramente sonora e musicale, senza uscire dai limiti del madrigale drammatico che Orazio
Vecchi aveva magistralmente delineato ed esaltato ne Le veglie di Siena e, natural-
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mente, ne l’Amfiparnaso. Forse sarebbe opportuno chiedersi il motivo e azzardare
qualche ipotesi sul perché di una scelta così in antitesi con quel carattere rivolto
essenzialmente al nuovo come fu quello di Adriano Banchieri. La Barca di Venetia
per Padova, la raccolta di madrigali per uso drammatico, fu pubblicata in due edizioni: una del 1605 e l’altra del 1623. Rispetto alla precedente, nella seconda edizione della Barca di Venetia i madrigali amorosi sembrano cedere il passo ad altri di
carattere più umoristico e
popolareggiante: la vis
comica è forse la vera
protagonista che muove
le figure della commedia
dell’arte presenti nella
Barca di Venetia, figure
stereotipate e forse consunte ma che creano personaggi sfacciatamente
coloriti e situazioni paradossali che la nostra sensibilità avverte in maniera
“magicamente” surreale.
È forse questo il vero fascino di una musica che sceglie di non essere “moderna” ma che rispetta in toto la
personalità del suo autore: una personalità incline al bizzarro e al paradosso, allo
spirito faceto e al burlone, a quella vivacità di umore che ben riassumeva e sintetizzava il gusto tutto barocco dell’inafferrabile gioco del nonsense e dei bisticci di
parole. Tutto questo è presente nella Barca di Venetia per Padova e tutto questo è
anche il suo autore che nella originale e “coraggiosa” scelta di un genere irrimediabilmente senza futuro dava libero sfogo alla sua creativa vitalità in netta antitesi a
quanto stava decretando e avrebbe decretato il corso della storia.
Fabiana Cruciani
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Da venerdì 3 settembre
a domenica 12 settembre
Foligno, Centro Storico
BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA
In collaborazione con Ente Giostra della Quintana, Associazioni
del Commercio e dell’Artigianato, Associazione Innamorati del
Centro, Pro Foligno
Informazioni e adesioni Associazione Innamorati del Centro
E-mail: [email protected]
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Giunta alla sua III edizione, l’iniziativa coinvolge gli esercizi del centro storico di
Foligno, che potranno allestire in vesti barocche le vetrine della città.
A vincere l’edizione 2009 del concorso è stata la vetrina del negozio di scarpe
Docksteps di Moreno Bonci, curata dall’artista Antonio Persichini. Hanno altresì
ricevuto un attestato di merito L’Oca Barocca di Nicoletta Marongiu (primo premio nella I edizione del concorso), Piantoni Abbigliamento di Jessica Piantoni e
Pellicceria Anna di Anna Poletti. La premiazione della vetrina prima classificata
dell’edizione in corso si terrà giovedì 16 settembre, alle ore 11.00, presso la Sala
Video dell’Auditorium San Domenico di Foligno.
Vetrina vincitrice edizione 2009
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NOTTE BAROCCA A FOLIGNO
In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana
SABATO 4 SETTEMBRE
dalle ore 17.30 “fin alle quattr’hore di notte”
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ORE 17.30
Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Conferenza spettacolo con degustazione
Raffaele Riccio
IMMAGINARIO FANTASTICO E MONDO GASTRONOMICO
NELLA NAPOLI BAROCCA: LO CUNTO DE LI CUNTI
DI GIAMBATTISTA BASILE
Napoli agli inizi del ‘600 era una delle città più popolose d’Europa ed uno dei porti più
attivi del Mediterraneo. Assieme a Siviglia e Genova rappresentava la triade di cittàsogno che poteva colpire l’immaginario dei sudditi del vasto impero spagnolo. Basta
riprendere qualche pagina della novella Il Dottor Vetrata di Cervantes per verificarlo:
“Stabilì di partire per Napoli. Ma poiché era il tempo del cambio di stagione, malefico
e pernicioso per tutti quelli che in quell’epoca entravano a Roma o ne venivano viaggiando via terra, raggiunse Napoli via mare e lì, alla meraviglia provata per aver veduto
Roma si aggiunse quella che gli procurò la vista di Napoli, la città che, a parer suo e di
quanti l’hanno veduta, è la migliore d’Europa e finanche del mondo intero…”
In questa città, caratterizzata dalle più disparate differenze sociali e piena di contraddizioni, si affiancavano palazzi nobiliari fastosissimi, in cui viveva l’alta aristocrazia del
regno, e vasti quartieri poveri e malsicuri. Per le vie e le contrade cittadine si assisteva
al continuo sovrapporsi di eventi che potevano accendere la fantasia ed immagini della
più misera realtà. Cortei e processioni, tornei, sfilate di armati, mercanti affaccendati e viaggiatori, assieme a picari, storpi, mendicanti e truffatori popolavano la scena
quotidiana, quasi un palcoscenico, di questo centro urbano. L’Oriente non lontano e le
coste del Nord Africa, punti di approdo delle flotte spagnole che avevano combattuto
contro i pirati barbareschi e contro la flotta turca a Lepanto, davano inoltre la sensazione che anche i confini geografici più remoti potessero essere a portata di mano.
Un mondo fiabesco e mitico poteva apparire quasi reale in un contesto in cui realtà
assurda, riscontrabile nell’improbabile che diventava evento quotidiano, e fantasia
sbrigliata si compenetravano. Nello scenario napoletano la vena narrativa di Giambattista Basile trovava orizzonti aperti e liberi che, commisti con la tradizione favolistica
e letteraria e con i racconti dei marinai e dei soldati che avevano combattuto in ogni
angolo dell’impero spagnolo, sapeva diventare racconto disincantato per i nobili, per
il sottoproletariato urbano e per i picari che affollavano le taverne del porto. Quale
18
a
differenza poteva esistere tra gli orchi e le orche cannibali di Basile e ciò che i soldati avevano visto durante i tanti assedi sostenuti nelle guerre d’Europa, e ciò che si
ripresenterà in Germania durante la guerra dei Trenta anni? E che sensazione poteva
produrre l’uso disinvolto e “magico” dello spazio e del tempo per uomini e marinai
abituati a spostarsi per tutti gli angoli del Mediterraneo? Il magico, il meraviglioso,
l’improbabile, l’inconsueto non dovevano stupire gente che, come accadeva nei contemporanei romanzi picareschi, sapeva di essere sottoposta all’alterna e
capricciosa ruota della Fortuna e che,
soprattutto, credeva che nel “Gran
Teatro del Mondo” un’occasione, se si
sapeva cogliere, poteva capitare a tutti. Giambattista Basile (nato secondo
Benedetto Croce nel 1575 a Napoli,
secondo altre fonti nel 1566 a Giugliano - morto a Giugliano nel 1632), se da
un lato dà voce alla Napoli fantastica e
all’immaginario collettivo di un popolo
in movimento, descrive anche con precisione i modi di vivere e le tipologie
sociali e psicologiche della società del
suo tempo. Molte delle sue novelle, accanto alle fate, agli orchi, alle streghe,
hanno per soggetto vecchie pezzenti
che chiedono l’elemosina, o candide
giovinette che non dovevano apparire ai contemporanei molto diverse dall’iconografia
classica delle streghe o delle fate immaginarie. La vita quotidiana della Napoli tardo
cinquecentesca e barocca è fedelmente riprodotta nelle fiabe basiliane, molte delle
quali inoltre, presentano, e nemmeno marginalmente, continui riferimenti al cibo ed
all’alimentazione. Risulta possibile rifacendosi ad una lettura attenta del testo, ricostruire la terminologia gastronomica - frequente, ad esempio, appare il ricorso al termine “pizza” - e prendere in esame la stessa gastronomia napoletana ed italiana seicentesca, dato che quasi in ogni novella si rintracciano riferimenti al cibo ed al modo
di prepararlo. Il cibo degli uomini, cannibalismo a parte, nei racconti di Basile non
differiva molto da quello di streghe e fate, tanto che anche il mondo del sovrannaturale
e del magico spesso, in ragione del discorso sul cibo, apparivano vicini e familiari a
quello umano. In particolare gli oggetti più semplici e di uso abituale - forbici, coltelli,
specchi, stivali, frutti, fiori - nel mondo fantastico de Lo cunto de li cunti si caricavano
di potenza magica, diventando “amici” per gli uomini e le donne cortesi e capaci di attivarne gli influssi positivi. Durante la conferenza la realtà napoletana sarà illustrata
anche con immagini di quadri e di opere d’arte italiane (Caravaggio, i fratelli Campi,
S. Rosa) e spagnole (Spagnoletto, Zurbarán, Velazquez, Murillo) che rappresentano
nature morte e quadri di genere. Unitamente alla fruizione delle immagini si potranno
ascoltare brani musicali tratti dal Cancionero de Medinaceli (1535-1595) curato da
Jordi Savall, brevi pezzi della produzione della Compagnia di Canto popolare ed alcune
parti della Gatta Cenerentola, opera liberamente ispirata ad una novella di Basile.
a
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ORE 21.00
Auditorium San Domenico
Notte Barocca Veneziana orchestra da camera
in costume del Settecento
NOTE VENEZIANE
Musiche di A. Vivaldi, T. Albinoni, G. Tartini, A. Marcello
Sebastiano Maria Vianello, M° concertatore e violino solista (violino Amati 1611)
Michele Antonello, oboe
Elisabetta Beghin, Corinna Canzian, Francesca Crismani, violini
Nicoletta Meneghini, viola
Teresa Pante, violoncello
Flavio Grego, contrabbasso
Gabriele Maria Vianello, cembalo
Programma
Antonio Vivaldi
Concerto in Fa Maggiore “per la solennità di San Lorenzo”
Largo molto e spiccato, Andante molto - Largo - Allegro non molto
Tommaso Albinoni
Concerto a cinque op.9/2 per oboe, archi e cembalo in Re Minore
Allegro e non presto - Adagio - Allegro
Giuseppe Tartini
Concerto D96 per violino
Allegro - Largo - Allegro - Largo andante
Antonio Vivaldi
Concerto in Mi Minore “Il Favorito” per violino archi e cembalo
Allegro - Andante - Allegro
Alessandro Marcello
Concerto per Oboe e archi in Do Minore
Allegro moderato - Adagio - Allegro
Antonio Vivaldi
Concerto in Re Maggiore
“fatto per la solennità della Lingua di S. Antonio in Padua 1712”
Allegro - Largo - Allegro
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a
Giustificando con pudore
il perché un’orchestra con
una età media matura e diversi successi alle spalle si
propone in costume del ‘700
veneziano, quasi a distogliere
l’attenzione alla musica, vi
vorrei sottoporre il mio punto
di vista dove in uno spettacolo anche l’occhio vuole la sua
parte, ci sente più immedesimati nel ruolo, proprio come
fa un attore di teatro. D’altronde tutto ebbe inizio collaborando come orchestra per 12
anni con il noto gruppo di classica-pop Rondò Veneziano. Perché non provare anche
nel tradizionale barocco? Il programma che ho scelto è un po’ l’espressione della nostra Venezia, città che ispira sempre un’interpretazione particolare che si può notare
soprattutto con musicisti veneziani: il lirismo nel Barocco, la cantabilità romantica
vivaldiana e tartiniana nei “largo” e rock negli “allegro”. Poi, che si faccia con o senza
costume, con strumenti originali o con un meraviglioso violino Antonius et Hieronymus Amati Cremonensis del 1611 “modernizzato”, tutto sta al risultato finale, la musica sotto pelle.
Sebastiano Maria Vianello
Notte Sinfonica Veneziana
La Notte Sinfonica Veneziana, il cui fondatore e violino principale è Sebastiano Maria
Vianello, è un’orchestra da camera sinfonica e poliedrica costituitasi nel 1990. Il suo
repertorio è quantomai vasto, spaziando dal periodo barocco alle esperienze con autori contemporanei nonché all’esecuzione di opere barocche e classiche di tradizione e
di concerti sinfonici. L’orchestra si è anche distinta per collaborazioni extraclassiche
con accompagnamento di cantautori come Battiato e Baglioni, musica pop come Ron-
a
21
dò Veneziano (200 concerti circa) e collaborazioni con il panorama della world music.
La Notte Sinfonica Veneziana, con quasi l’integrale dei concerti di Antonio Vivaldi
dal 5° al 12°, ha partecipato più anni al Festival Internazionale di Venezia, al Festival
Internazionale di Portogruaro, al Festival Cantelli di Novara e a tournées in Turchia,
Russia, Austria, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Cina, Libano e Stati Uniti, in
prestigiose sale da concerto come la Konzerthaus di Vienna, la Festspielehaus ed il
Mozarteum di Salisburgo, la Philarmonie Gasteig di Monaco, la Philarmonie Berlino,
la Tonhalle di Düsseldorf e la Konzerthaus di Freiburg, accompagnando solisti di rilievo come Marco Rizzi, Bruno Giuranna, Diego Dini Ciacci, Angelo Persichilli, Katia
Ricciarelli, Gianfranco Cecchele, Pietro Borgonovo, José Maria Ulla, Pavel Vernikov,
Stefania Bellodi, Sara Mingardo, Takeshi Kakehashi, Marco Camastra, Johannes von
Duisburg e ottenendo sempre consensi unanimi. Nel 1995 la Notte Sinfonica Veneziana ha inciso il suo primo CD dal vivo con musiche di Mozart, Rossini e Salieri. Dal
1997 sono presenti in catalogo della Phoenix Classics altri 3 CD: The Eight Seasons
con musiche di Antonio Vivaldi e di Astor Piazzolla, l’integrale delle sonate per flauto
di J.S.Bach e i concerti di F. Schwindel, C.P.E. Bach e K. Stamitz per flauto e orchestra, i quali hanno riscosso entusiastiche critiche sulle riviste di settore CD Classica
e Suonare. Nel 1998 si è esibita alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II nella
Sala Nervi in Vaticano e nel 1999 ha inciso la colonna sonora del film Giallo Parma di
Alberto Bevilacqua. Ha partecipato in funzione rappresentativa della Regione Veneto
al padiglione Italia all’Expo 2000 di Hannover ed a Mondo Italia Stoccarda nel 2009.
Attualmente prosegue la attività cameristica anche in altre molteplici forme: Trio Visavì, Quartetto Seviane, world music Venice Light Orchestra, pop Notte Veneziana e
Notte Barocca Veneziana.
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a
ORE 21.00
Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico
VISIONI D’INCANTO
Proiezioni di immagini fisse di grande formato
(fino alle ore 3.30)
a
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ORE 21.00
Corte di Palazzo Trinci
NOTTE BAROCCA A FOLIGNO 2009
Proiezioni video (fino alle ore 3.30)
A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria (Centro Video)
a
ORE 21.00
Via Isolabella
Visita guidata al Planetario del Laboratorio
di Scienze Sperimentali
(fino alle ore 2.00)
GALILEO GALILEI, SIDEREUS NUNCIUS
IV centenario della pubblicazione (1610-2010)
Proiezioni e incontri. Ore 21.00: Planetario - 22.00: Galileo Galilei,
Sidereus Nuncius (Venezia, Baglioni, 1610), conferenza spettacolo 23.00: Planetario - 24.00: Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Venezia,
Baglioni, 1610), conferenza spettacolo - 01.00: Planetario
In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e
con l’Associazione Astronomica Antares
Quattrocento anni fa Galileo Galilei pubblicava il
Sidereus Nuncius ed apriva
definitivamente la strada
alle idee dell’eliocentrismo
che Copernico non ebbe il
coraggio di diffondere. Con
questo libro la fama di Galileo diventò enorme raggiungendo praticamente tutti
i paesi della terra. Dallo
studio del testo traspare la
sua genialità, a cominciare
dalla costruzione del primo
telescopio che sarà puntato
verso il cielo: egli capì che
le lenti, se ben costruite (e
lui era in grado di lavorarle con grande precisione),
erano strumenti scientifici
che rispondevano a leggi fi-
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a
siche rigorosissime. Accompagnato da immagini e animazioni, l’incontro ripercorre i
punti fondamentali trattati da Galileo: la Luna, ritenuta “cristallina e perfetta”, perdeva questa prerogativa: il suo telescopio mostrò un corpo come la terra con monti
e valli e pianure, scoprendo addirittura la luce cinerea; il Sole non era considerato
un corpo perfetto, ma addirittura Galileo scoprì sulla sua superficie delle macchie
che gli permisero di capire che quel corpo ruotava intorno a se stesso; Venere aveva
il suo diametro apparente che variava e presentando le fasi, come la luna, non poteva passare tra la terra e il sole; Saturno non era un pianeta normale ma aveva un
aspetto “tricorporeo” - intorno al pianeta Giove ruotavano quattro piccoli corpi, “i
satelliti medicei”, che cambiavano le loro posizioni rispetto al loro “padrone”; la Via
Lattea, come molte Nebulose, era in realtà formata da tantissime stelle lontane; le
costellazioni conosciute con il suo telescopio apparivano ora molto più complesse.
La conferenza sarà arricchita da letture galileiane a cura di Valter Romagnoli.
Luciano Villani
Luciano Villani
Laureato in Biologia presso l’Università degli Studi di Perugia, ha
insegnato Scienze e chimica presso
il Liceo Scientifico di Foligno dal
1985. Astrofilo fin da ragazzo, nel
1995 ha fondato con il prof. Paolo
Maffei l’Associazione Astronomica
Antares, di cui è presidente.
a
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ORE 21.00
Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni
Visita guidata all’Osservatorio Astronomico Comunale
A RIMIRAR LE STELLE
Proiezioni e osservazioni al telescopio (fino alle ore 2.00)
In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares
a
ORE 22.00
Teatro Parco Fluviale Hoffmann
SCOPRIAMO LE COSTELLAZIONI
Osservazioni al telescopio (fino alle ore 24.00)
In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares
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a
ORE 22.30
Spettacolo itinerante:
Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci Piazza della Repubblica
ORE 23.00
Finale fisso: Piazza della Repubblica
Compagnie des Quidams
RÊVE D’HERBERT
Alle ore 2.00 la Compagnie des Quidams replica Rêve d’Herbert: spettacolo itinerante (Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza
della Repubblica) con finale fisso alle ore 2.30 in Piazza della Repubblica
a
Bianche figure allungate avvolte in tessuti, su trampoli,
avanzano nell’ombra e sembrano attendere qualche
appuntamento sconosciuto.
Possono apparire nei pressi
di un albero o all’angolo di
una strada. L’unico linguaggio è quello dei silenzi e dei
gesti lenti. Iniziano strane
cabale, si avvicinano, si allontanano e finalmente ci
invitano a seguirle. Poco a
poco si trasformano in giganteschi personaggi, alti
quattro metri. Deformati
e maestosi, goffi ed aerei,
come venuti da un altro pianeta, le loro teste diventano luminose. Poi le enormi silhouettes ci portano verso un
astro lucente. Su una musica strana e voluttuosa, i personaggi compiono un rituale
magico che permetterà all’astro di sollevarsi verso il cielo. Strizzano l’occhio alla
luna, come in un sogno.
Rêve d’Herbert, presentato dalla Compagnie des Quidams e ideato in collaborazione con la Compagnie d’Inko’ Nito, è stato proposto in più di cento città in Francia, numerose volte in Germania, Belgio, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito,
così come in Austria, Bielorussia, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Monaco,
Portogallo, Romania, Svizzera, Algeria, Russia e in molti altri Paesi extra europei.
a
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È stato rappresentato anche in numerosi festivals in Francia e in Europa, in occasione di grandi avvenimenti (Biennale della Danza, Esposizione Nazionale della Svizzera 2002), sportivi (Mondiali ‘98, Euro 2000, Euro 2004, Masters di Golf femminile),
commerciali e celebrazioni europee, tra cui la cerimoia di ingresso dei dieci nuovi
paesi nella Comunità Europea a Kilkenny (Irlanda) e a Strasburgo.
Compagnie des Quidams
È nata nel 1994 su iniziativa del responsabile artistico Jean-Baptiste
Duperray, il quale ha seguito un percorso professionale atipico: dapprima
agricoltore, poi cuoco, all’inizio degli
anni ’80 la sua passione per il teatro ed
il circo lo porta a seguire diversi corsi di formazione teatrale e circense e
a collaborare con varie compagnie di
teatro di strada. Nel 1986 fonda una
prima compagnia a Lione. A partire
dagli anni ’90 si stabilisce a nord del
dipartimento di Ain e si dedica alle
arti di strada al di fuori dei grandi
centri urbani. A poco a poco decide di
coinvolgere artisti di diversa formazione (teatro, danza, circo) e così inizia la
storia della Compagnie des Quidams.
I primi lavori della compagnia sono
spettacoli di teatro di strada: spettacoli itineranti ispirati all’arte circense, come
Comme des Mômes e Pinpon, o spettacoli fissi che parlano del mondo d’oggi, come
La Preuve par l’œuf e Faim de Siècle. La Compagnie des Quidams è sostenuta dal
Conseil Général de l’Ain e la Région Rhône-Alpes.
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a
ORE 23.30
Largo Carducci
Ensemble Terra d’Otranto
TARATÀNTARA
Il tarantismo in Puglia e Spagna tra XVI e XVIII secolo
Direzione Doriano Longo
a
Emanuele Licci, voce, chitarriglia
Nadia Esposito, voce, castanuelas, danza, voce recitante
Laura Santese, voce, tamburello, danza
Doriano Longo, violino barocco
Luca Tarantino, chitarra spagnola
Pierluigi Ostuni, tiorba
Roberto Chiga, percussioni
Programma
Intrada
Le indagini di A. Kircher
Passacaglia, “Delli attarantati” (testo di T. Pini),
Antidotum tarantulae, Tarantella tono ipodorico,
I II e III modus Tarantellae, Tarantella tono frigio
Il tarantismo in Puglia
“La taranta” (testo di S. Quasimodo), Invocazione a
San Paolo, Battaglia tarantelle, Tarantelle (Puglia
sec. XVIII)
Il tarantismo in Spagna
Xacaras, “Il medico e il musicista scettico” (testo di
Don Pedro F. Domenec y Amaya), Guaracha, Lu sule calau, Spagnoletto,
Tarantelle
Le pene d’amore
La Suave Melodia, Aria sopra il Fedele, “La tarantata” (testo di F. Ciminelli
“L’Aquilano”), Tarantella del Gargano, Sta cala lu serenu de le stelle
Terra d’Otranto
“Il veleno della tarantola” (testo di F. Epifanio), Solo tamburello,
Tarantella di Terra d’Otranto, La Sanvitese
Grecìa Salentina
Agapimu fidela protinì (Mio primo fedele amore), Kalinitta (Buonanotte),
Foddhria foddhria (Fuoco fuoco)
Il Rito
La Ronda, pizzica a botta, pizzica de core
a
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Nelle musiche per la terapia del tarantismo la tradizione popolare sembra accogliere
un’eredità antropologico-culturale che dal mondo antico giunge fino ai nostri giorni.
Dai testi biblici alla mitologia greca, per limitarci alle sole radici culturali dell’Occidente, sono innumerevoli i racconti di eventi portentosi legati al potere di guarigione della musica: dal mito di Orfeo, che con la musica placa le belve, all’Odissea,
dove le ferite di Ulisse vengono sanate grazie al suono di una cantilena. Per avere le
prime informazioni della musica utilizzata per guarire i tarantati, bisogna attendere
le opere medievali. Così, accanto agli Exempla di tradizione classica, cominciano a
veder la luce diversi trattatelli, i De venenis, che cercano di approfondire l’argomento apportando ulteriori riflessioni sui poteri della musica, sulle cause del “male”, sul
fenomeno osservato in campo, sulle caratteristiche anatomiche della tarantola. Così
si esprime Gugliemo de Marra nel suo Sertum Papale de venenis (ca. 1362): “Item
inducatur sibi laetitia omni modo possibili cum diversis cantibus, et tripudiis, cum
relazione bonorum novorum et sono multiplici, ut experientia docet, ex quibusdam
sonis in tantum delectantur, et iuvantur, quod apparent liberati” (ugualmente li si
allieti, i tarantati, con diversi canti e balli in ogni modo possibile, con molteplicità
di suoni e gradite novità, come insegna l’esperienza, da certi suoni traggono tanto
godimento e giovamento da apparire guariti). L’interesse per questo fenomeno vede
nei secoli successivi un continuo crescendo, fino a giungere nel periodo barocco in
cui molteplici sono stati i contributi di medici, scienziati, filosofi, storici e musicisti.
Non è casuale che la maggior parte delle partiture a noi giunte si riferisca proprio
a quest’ultimo periodo. Se in passato la Pelandra, la Dama di Provenza, la Catena,
la Guaracha, il Lepote, il Minuetto della Maschera di Cadice, venivano parimenti
e variamente utilizzate, a partire dal Seicento la tarantella diviene l’unica forma
musicale presente nella terapia quasi a voler essere diventata la “summa” di tutte
le altre: essa stessa si presenta in diverse forme e diversi “affetti” poiché i tarantati,
e le stesse tarantole, non amano tutti la stessa melodia o la stessa pulsazione ritmica. Così abbiamo la Tarantella in tono frigio, dal carattere vivace e travolgente, la
Tarantella in tono ipodorico, dal carattere austero, l’Antidotum tarantulae, dalla
melodia languida e triste. Anche l’aspetto ritmico, come si diceva, presenta varietà:
di base vi è un tactus binario ma gli accenti nelle pulsazioni sono sia binari che ternari (4/4, 2/4 e 6/8) a seconda del carattere della danza e del contesto geografico in
cui venivano eseguite (in Spagna e nella zona di Napoli si utilizzavano i ritmi ternari,
adatti a soavi danze, mentre in Puglia si preferivano quelli binari, di carattere vivace
e ossessivo). A partire dal XVIII secolo la funzione terapeutica della tarantella so-
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a
pravvive solo in Puglia, in Campania e in alcune zone del sud della Spagna. Nel resto
del meridione d’Italia diviene una danza di corte o d’intrattenimento: a Napoli, ad
esempio, venivano organizzati in piazza spettacoli per i turisti con finte tarantate e
ricreate tarantelle. Da ciò ne conseguì un’inevitabile “decadenza” sia nella varietà
che nella forma. Straordinario, per certi aspetti, diviene il sopravvivere nel Salento,
fino a tardo Novecento, della funzione terapeutica della tarantella: la danza assume
la denominazione popolare di “pizzica”, dal morso della tarantola, e conserva gli
stessi ossessivi elementi ritmici e melodici dell’antica forma. Essa diviene fulcro di
un rito esorcistico e liberatorio di potente suggestione.
Doriano Longo
Ensemble Terra D’Otranto
Fondato nel 1991 da Doriano Longo, è costituito da musicisti professionisti specializzati nella prassi esecutiva della musica tardo-rinascimentale e barocca. I loro
studi si sono svolti presso Accademie e Scuole di Musica in Italia, Francia, Belgio
e Inghilterra. Tra i maestri che hanno curato la loro formazione vi sono: Sigiswald
Kuijken, Enrico Gatti, Maggie Faultless, Jaap Schröder, Rolf Lislevand, Hopkinson
Smith, Franco Pavan, Laura Alvini. Il progetto iniziale del gruppo era quello di far
conoscere o riportare alla luce le opere più significative degli autori dell’antica Terra d’Otranto. Nel corso del lavoro di ricerca, tuttavia, i musicisti hanno constatato
la necessità di esplorare anche un repertorio popolare, antico o tradizionale, che
fra XVI e XVIII secolo caratterizza le espressioni musicali più originali del Salento,
con particolare riferimento alle forme di origine terapeutica e rituale. L’Ensemble
Terra d’Otranto è presente nei programmi dei principali festival italiani (Concerti
del Quirinale, Segni Barocchi Festival, Parco della Musica nella programmazione
dell’Accademia di Santa Cecilia) ed europei (Spagna, Portogallo, Belgio, Malta,
Grecia, Montenegro); viene inoltre invitato ad esibirsi in occasione di convegni
universitari sul periodo barocco e sulle forme musicali terapeutiche e rituali del
tarantismo. Diverse sono le produzioni effettuate dal gruppo con compagnie teatrali pugliesi oltre che con enti ed istituzioni varie, fra cui: Astragali Teatro, Teatro
Pubblico Pugliese, Casa dei Doganieri, Scena Studio, Provincia di Lecce, Città
di Alessano, Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali e Facoltà di Filologia
Linguistica dell’ Università di Lecce, festival internazionale Musica Antiqua Perast, festival di musica antica Il Montesardo, Accademia di Belle Arti di Lecce, Rai
Radio Televisione Italiana, E.C.CO. Eastern College Consortium di Boston, London
Middlesex University, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Alcune di queste
produzioni hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti dalla critica (il cortometraggio
Tarantule, Antidoti e Follie, prodotto da Rai Due, ha ricevuto la menzione d’onore al festival internazionale di Varsavia sulle produzioni televisive) e dal pubblico
(del CD Mila, Mila Dòdeka, prodotto nel 2004 da Velut Luna e distribuito dalla rivista Audiophile Sound, sono state distribuite oltre 15.000 copie). L’Ensemble Terra
d’Otranto ha effettuato registrazioni discografiche per Salento altra Musica, Velut
Luna, Il Manifesto, Orfeo, Audiophile Sound, casa editrice Argo, Radio Italia, Rai
Due TV e Radio Tre Rai. Hanno collaborato con l’Ensemble Terra d’Otranto: Angelo
Manzotti, Franco Pavan, Gaetano Nasillo, Cristina Miatello, Enrico Gatti, Marcello
Gatti, Stefano Bagliano, Egon Mihajlovic, Jerome Correas, Savina Yannatou e, per il
teatro, Brizio Montinaro, Paolo Panaro e Michele Mirabella.
Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00 “fin alle quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi
(Palazzo Trinci). Resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei Rioni della Giostra
della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.
a
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Conferenza
Venerdì 10 settembre, ore 17.30
Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Conferenza con degustazione
Gabriele Metelli
IL VINO NELLA SOCIETÀ FOLIGNATE
TRA CINQUE E SEICENTO
a
Il territorio di Foligno, nel periodo in esame, non si segnala per una consolidata produzione di vini pregiati, bensì per un loro elevato consumo, particolarmente di quelli
di importazione, come il montepulciano, la malvasia e l’orvieto. Tra i vini prodotti
localmente, nelle carte di archivio, è nominato soprattutto il moscatello, mentre il
greco, il lambrusco e lo zibibbo sono per lo più uve da tavola. Una importante occasione di smercio di vini è fornita dal passaggio e dalla permanenza per alcuni giorni
in città di personaggi illustri con il loro seguito, ma anche dalla presenza entro le
mura di numerose osterie e varie strutture ricettive che, soprattutto nel Cinquecento, ospitano un ragguardevole numero di viandanti, in primis mercanti.
Sempre a proposito di vino locale, ha suscitato scalpore il recente rinvenimento di
un documento del 1575, dove si legge che in quell’anno sono presenti a San Vittore
(Foligno) quattro pergole di sagrantino. Oltre all’ubicazione, veramente insolita, la
novità di rilievo è costituita dal fatto che si tratta della più antica menzione di questo vitigno. Per quanto concerne l’aspetto fiscale, nel Cinquecento sono in vigore
due imposte: la prima, versata alla Camera Apostolica, è dovuta in occasione del
trasporto dalla campagna in città dell’uva e del mosto all’epoca della vendemmia, ed
è chiamata “gabella della rimessa de’ frutti”, la seconda, denominata “gabelletta”,
è applicata sul vino che si vende al minuto. Dal 1588 si pagherà anche la gabella
detta “tassa del quattrino a foglietta” che nel Seicento sarà riscossa tramite appalti
e subappalti.
Per quanto attiene, infine, agli aspetti sociali, va ricordato che il consumo di vino è
stato sempre rigidamente controllato per motivi di ordine pubblico. Molte ordinanze comunali si riferiscono proprio alle osterie a causa dei numerosi reati che vi si
commettono: prostituzione, ferimenti, omicidi, bestemmie, giochi proibiti, consumo
di carne in tempo di vigilia o di Quaresima. Ma è la violenza, legata all’eccesso nel
bere, che preoccupa maggiormente, soprattutto se si considera che spesso sono i
ragazzi e i sacerdoti ad essere sorpresi in stato di ebbrezza nelle bettole, ma anche
in mezzo alle vie cittadine o nelle vicinanze di chiese. Certamente il capitolo di
storia cittadina che nel Cinquecento colpisce di più è quello che riguarda appunto
la condotta dei religiosi.
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a
Gabriele Metelli
È laureato in Economia e Commercio, diplomato in paleografia, diplomatica e archivistica e docente di materie scientifiche. È autore di diversi saggi di storia economica, sociale, religiosa e artistica concernenti la Valle Umbra. Ha partecipato a
numerosi convegni nazionali e internazionali, tra i quali quelli di Fabriano: Carta
e cartiere nelle Marche e nell’Umbria dalle manifatture all’industrializzazione;
Produzione e uso delle carte filigranate in Europa (secoli XIII-XX) (1-3 ottobre
1993); L’impiego delle tecniche e dell’opera dei cartai fabrianesi in Italia e in Europa (16-17 giugno 2006); di Prato, Istituto Internazionale di Storia Economica F.
Datini: Alimentazione e nutrizione secoli XIII-XVIII (22-27 aprile 1996); di Senigallia, International Workshop on History, Anthropology and Epistemology of Medecine:
Venus, Venum, Venenum, Antropologia e storia del farmaco (29-30 novembre, 1
dicembre 2002). È iscritto al SISE (Società Italiana degli Storici dell’Economia). È
socio ordinario dell’Accademia Fulginia, socio corrispondente dell’Accademia Spoletina e dell’Accademia di Montefalco, socio aggregato della Deputazione di Storia
Patria per l’Umbria.
Prima menzione del sagrantino: ASF, Notarile 382, B. Dolci, 30 aprile 1575
Foto tratta dall’articolo di Gabriele Metelli “La produzione del sagrantino e degli altri vini pregiati nel folignate tra Cinque e Seicento”, in Archivi in Valle Umbra, anno IV, Nn 1-2, giugnodicembre 2002, pag. 52
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Cinema
Giovedì 16 settembre, ore 17.30 e 21.30
Foligno, Multisala Supercinema
AMOR NELLO SPECCHIO
di Salvatore Maira
Italia, 1999, col., 104’
a
Vogliamo restituire allo sguardo dello spettatore questo film per la sua singolarità libertina. Apparso fugace nelle sale, come si addice ad un testo di catottrica teatrale,
e ben presto scomparso e inabissato nel digitale, dove le analogie scompaiono a vantaggio delle combinazioni alfanumeriche, il film proviene dal testo omonimo dell’attore, capocomico e drammaturgo italiano Giovan Battista Andreini (1576/9 - 1654) e
il regista Salvatore Maira ha prestato cura filologica, nonché quella cinematografica,
nell’allestimento editoriale del testo del 1622 Amor nello specchio presso un editore
italiano. Trattasi di scatole speculari e al cinema trovano un effimero e durevole (ossimoro inevitabile!)
compimento. Prima
del cinematografo,
però, il testo drammaturgico, oltre al
suo proprio repertorio
secentesco da Compagnia dei Fedeli, ha
avuto l’onore di una
rivisitazione celebre,
quella predisposta
con la consueta acribia da Luca Ronconi
in uno dei suoi saggi
all’Accademia d’arte
drammatica di Roma
alla fine degli ottanta
del secolo scorso
e ripresa poi, una
quindicina di anni
dopo, nella stagione
teatrale ferrarese del
2001. In questa occasione, il regista spese
la sua autorevole in-
34
a
fluenza per modificare la committenza della città di Ferrara, che lo aveva incaricato di riprendere quel mirabile Orlando Furioso dall’Ariosto - realizzato nel 1969
e che aveva lo stabile di Ferrara come partner produttivo - in occasione del quinto
centenario dell’arrivo in città di Lucrezia Borgia (1501). Invece dell’impossibile riedizione, Ronconi suggerì l’allestimento teatrale del testo di Andreini, storia al cui
centro grandeggiano le due figure femminili (Virginia Ramponi in arte Florinda e
Virginia Rotari in arte Lidia), che avrebbero reso omaggio non decorativo alla figura
della Duchessa, la figlia del Papa Alessando VI, sposa in terze nozze del duca Alfonso
D’Este. Al centro del testo dunque primeggiano e gareggiano in rivalità amorosa le
due Virginie, che furono, prima che nel testo, rivali amorose nella vita. Infatti la
milanese Virginia Ramponi era la prima moglie di Giovan Battista Andreini, attrice
come Florinda, nella famosa compagnia teatrale dei Gelosi dei genitori del marito,
Francesco Andreini e Isabella Canali, nella quale il giovane Giovan Battista, dopo
regolari studi umanistici a Bologna, recitava nelle parti di innamorato come Lelio
o Florindo. Con lei, sposata nei primi anni del 1600, Andreini fonda la compagnia
teatrale dei Fedeli (lo scacchiere delle passioni familiari!) e, dopo il 1604, anno della
morte dell’amata madre Isabella e dello scioglimento della compagnia dei Gelosi,
entra al servizio del duca di Mantova e, per intercessione del padre Francesco, ritiratosi dalle scene, raggiunge le principali corti italiane e quella francese. Alla coppia dei Gelosi subentra, raddoppiandola, quella dei Fedeli. Ma il modello coniugale
sopporta anche quello trinitario. Nella compagnia, ormai famosa, recitava la giovane
Virginia Rotari, in arte Lidia, che ben presto divenne l’amante di Giovan Battista, nei
riguardi della quale l’altra Virginia inscena una lotta amorosa durevole: alla similarità del nome raddoppiato, che la lusinga, l’immagine le restituisce la dissomiglianza
dell’età, che la turba e l’attrae. Questo è il succo dell’intreccio drammaturgico che
l’Andreini, sviluppando in commedia scabrosa e sorprendente, e ricavandone beneficio, trae dall’intrigo della vita, raffigurandolo in una catottrica teatrale, in un gioco
di riflessioni e rifrazioni speculari. Nella vita, invece dello scioglimento drammaturgico escogitato, l’Andreini, dopo la morte della moglie nel 1630, a Lione, sposa
in seconde nozze la seconda Virginia. Il cineasta Salvatore Maira, studioso dell’età
barocca, realizza questo film con un’accuratezza formale puntigliosa e inscena il
testo dell’intrigo, fondendo vita e arte, l’una al servizio dell’altra in un gioco della
raffigurazione dei corpi e dello spazio scenico, in cui l’intreccio psicologico si ritrae
a vantaggio di quello della messa in scena. L’intuizione strutturalista della prima lettura ronconiana (non personaggi di un romanzo psicologico ma figure nello specchio
di un catalogo manierista, non un testo univoco ma addensamento e trasformazione
di schegge di altri testi) permette il trattamento cinematografico. Non persone ma
ombre di persone. Senza le scorciatoie ermeneutiche della modernità: l’Andreini
riletto mica è lettore (soltanto) di Lacan!
Roberto Lazzerini
a
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Conferenza
Venerdì 17 settembre, ore 18.00
Montefalco, Teatro San Filippo Neri
Conferenza
Omar Calabrese
NUOVI CONCETTI NEOBAROCCHI
La fine degli ANNI ZERO: dal neobarocco al ‘neo’ barocco
In collaborazione con il Comune di Montefalco
a
Dopo 23 anni dalla teorizzazione de L’età neobarocca l’assetto culturale è ancora neobarocco, ma con delle novità. Il matrimonio tra Neobarocco e media si è fatto ancora
più grande a scapito dell’aspetto di innovazione che aveva negli anni ’80. La mentalità
neobarocca, orientata su un “gusto” medial-televisivo di massa, si è sviluppata seguendo
degli schemi stereotipi:
1. Bizzarria/assurdo con scarso valore estetico;
2. Pratiche devianti verso superstizione e anomalia gratuite
e senza posta in gioco;
3. Avvento di pratiche “acute” per sopravvivere nelle nuove
società a “dittatura democratica”.
La forma diventa formula così come l’etica diventa etichetta.
In questo senso il neobarocco è tornato al momento sociale
negativo che per certi aspetti aveva rappresentato la “perversione” del Barocco storico in cui la ricerca delle forme e
del virtuosismo finisce per occultare l’assenza di significato
e contenuti. C’è da domandarsi se è possibile recuperare la
dimensione fantasiosa e produttiva del Barocco senza dover
tornare a una inattuale ricerca del classico.
Omar Calabrese
Docente di semiologia delle arti all’Università di Bologna e visiting professor all’École des
hautes études di Parigi, alle Università di Bilbao, Barcellona, Aarhus, Yale, Harvard, Berlino,
Bogotà, Buenos Aires, Londra, Zurigo, Salonicco, Praga, Vienna, Mannheim, Oporto, Tours,
Amsterdam. Attualmente è professore di semiotica presso l’Università di Siena. È stato consigliere comunale a Bologna, assessore alla cultura del Comune di Siena, consigliere della Presidenza del Consiglio dei ministri per l’editoria e la comunicazione, presidente dell’Associazione
italiana di studi semiotici e della Fondazione mediateca regionale toscana. Ha diretto le riviste
Alfabeta, Rivista illustrata della comunicazione e Metafore, e ha collaborato ad altri periodici
culturali come Casabella, Viceversa, Estudios semioticos, Versus - Quaderni di studi semiotici;
ha fondato Carte semiotiche. Come giornalista ha collaborato al Corriere della sera, Panorama,
El Pais, La Repubblica, l’Unità. Ha curato programmi televisivi per Rai, Mediaset e Tve. Ha curato i contenuti culturali per le Esposizioni Universali di Vancouver, Brisbane, Siviglia, Genova
e Hannover. È autore delle opere: Semiotica della pittura (Il Saggiatore, Milano, 1981), Il linguaggio dell’arte (Bompiani, Milano, 1984), La macchina della pittura (Laterza, Bari, 1985),
Piero teorico dell’arte (Gangemi, Roma, 1986), L’età neobarocca (Laterza, Bari, 1987), Caos e
bellezza (Domus Academy, Milano, 1991), Mille di questi anni (Laterza, Bari, 1991).
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a
Teatro
Venerdì 17 settembre, ore 21.15
Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco
La società dello spettacolo - associazione di cultura
1610-2010. IL NEO BAROCCO
Lo spettro del Seicento si aggira per l’Europa
Drammaturgia Michelangelo Bellani
Regia c. l. Grugher
In collaborazione con il Comune di Montefalco
a
‘‘Circola gente strana oggi nel mondo della cultura. Gente che… pensa… se per
caso ci sia qualche relazione tra la più recente scoperta scientifica concernente la
fibrillazione cardiaca e un telefilm americano’’.
Omar Calabrese, L’età neobarocca
Il progetto dichiara apertamente un debito verso L’età neobarocca, saggio scritto da
Omar Calabrese, uno fra i più noti semiologi italiani. Altri lavori hanno condotto la
nostra ricerca a esplorare la trasmigrazione scenica di opere di saggistica filosofica
- come sa già chi conosce la nostra produzione teatrale. In questo caso però non si
tratta della trasposizione scenica del celebre saggio apparso sul finire degli anni
ottanta e non si tratta neanche soltanto di una base teorica cui attingere. Si tratta
di una ‘‘geografia di concetti’’ a partire dai quali costruire una drammaturgia. Quello
che Calabrese definisce ‘‘neobarocco’’ non è altro se non una mappa nel fluttuante
universo dell’estetica del contemporaneo. Dagli spettacolari anni ‘80 ad oggi, la persistenza del concetto di neobarocco nella cultura, nell’arte e nel cinema, nella letteratura, nella politica, nella moda, nel design e nello sport, passando ovviamente per
la pubblicità e internet, è evidente. Avremmo potuto aggiungere come sottotitolo:
Dal postmoderno al neobarocco o anche Da Caravaggio a Kill Bill o ancora RocoPulp. Senonché quello che ci è apparso di estremo interesse è il riconoscimento di
una ‘‘estetica sociale’’, di una ‘‘forma soggiacente’’ ovvero di uno ‘‘spirito del tempo’’,
di un principio astratto, immateriale che agisce nei fenomeni (in ciò che si manifesta) e che regola il giudizio su di essi. Il punto rilevante non è quindi che la ‘‘naturale
instabilità e informità della nostra società’’ è di stampo ‘‘neobarocco’’, ma il riconoscimento, nel NEO-BAROCCO, dell’esistenza di una ‘‘mentalità’’, di un ‘‘gusto’’ socialmente dominante che dirige gli avvenimenti e le manifestazioni del contemporaneo.
A questa geografia di concetti abbiamo innestato nostre personalissime suggestioni
che riguardano, a partire dal vissuto individuale, la storia di questi ultimi 30 anni.
Abbiamo immaginato due mostri-zombi e un linguaggio fantastico, una sala della
tortura in cui vengono accolti gli spettatori, le forme e i segni attinti al campionario
estetico mediale del neobarocco, il desiderio dei due mostri di liberare lo spettro
dell’autentico padre Barocco, il Seicento ritratto ed evocato a partire da citazioniechi dei testi della poetica barocca e, in questo 2010, la morte di Caravaggio.
Michelangelo Bellani
c.l. Grugher
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La società dello spettacolo - associazione di cultura
Nasce in Umbria nel 2007 dalla cooperazione di tre artisti, c.l. Grugher, Marianna
Masciolini, Michelangelo Bellani, provenienti da differenti percorsi individuali. La
modularità è da subito la cifra di uno studio collettivo che consente a ciascuno di
offrire la propria esperienza. Pluralità di linguaggi espressivi, dunque, e nessuna
chiusura in una libera sperimentazione che non perde, però, la memoria della tradizione. Il progetto de La società dello spettacolo ispirato alle tesi del filosofo e cineasta francese Guy Debord, segna un momento importante di studio e di riflessione
sulla civiltà contemporanea
che porta il gruppo di ricerca teatrale a scegliere come
nome proprio l’omonimo
titolo dell’opera d’esordio.
Il lavoro, che la critica nazionale ha definito come
‘‘un’intensa esperienza culturale di rara pregnanza e
necessità’’, è stato ospitato
da diverse istituzioni teatrali italiane tra cui Opera
prima Festival di Rovigo,
Css Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia
Giulia, Festival Classico
Pompeiano all’interno degli
scavi di Pompei, Batik Festival e presente nelle stagioni
2007/08 e 2009/10 del Teatro
Stabile dell’Umbria. La ricerca si orienta quindi nella
trasposizione drammaturgica di testi di natura filosofica e sociologica tentando di
portare alla luce l’archetipo
che lega la parola teatrale
alla parola filosofica. La società dello spettacolo, parallelamente all’attività di produzione teatrale, si occupa di progetti di formazione e
di educazione in cui le discipline teatrali sono a sostegno della didattica. In questo
ambito collabora con enti e istituzioni pubbliche. Conduce regolarmente atelier
teatrali in vari istituti scolastici nella provincia di Perugia e l’atelier teatrale per
adulti Spaziozero con varie sedi in Umbria. È partner associato del progetto Human
Right Sunrise e partner del progetto Non-Profit Sector as Key and Transversal
Competencies Generator nell’ambito del programma Lifelong Learning Programme
- Grundtvig della Commissione Europea. Con la Provincia di Perugia e con l’Ufficio
Scolastico Regionale cura il progetto Auschwitz - giovani, memoria, luoghi. La
società dello spettacolo - associazione di cultura, conduce e organizza progetti di
educazione teatrale, SpazioH, dedicati ai diversamente abili in collaborazione con
enti e associazioni umanitarie. Realizza, inoltre, documentari, opere videografiche,
mostre, installazioni e live performance multimediali.
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Musica
Sabato 18 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij
SONORITÀ VISIVE
La musica barocca nei film di Andrej Tarkovskij
Direzione musicale Stefano Maurizi
Regia Andrej A. Tarkovskij
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Stefano Maurizi, grand piano
Simone Santini, sax sopranino e live electronics
Damiano Puliti, violoncello
Programma
J. S. Bach
Ricercar - variazioni su tema dall’Offerta musicale
Duo / Impromtu # 1
J. S. Bach
Preludio chorale BWV 639
Trio / Impromtu # 2
J. S. Bach
Suite n. 5 per violoncello solo - Sarabanda
Duo / Colors # 1
J. S. Bach
Suite n. 1 per violoncello solo - Sarabanda
Trio / Impromtu # 3
G. B. Pergolesi
Quando corpus / Stabat Mater
Trio / Colors # 2
H.Purcell
The Indian Queen
Trio / Impromtu # 4
J. S. Bach
Erbarme dich / variazione su tema
Duo / Colors # 3
Finale
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Tarkovskij, il poeta dell’immagine, il regista scultore del tempo, ha lottato con disarmante coraggio a difesa della sua autonomia artistica e indipendenza dal potere nella creazione di un linguaggio nuovo e, in un contesto storico dominato dall’ateismo
marxista, riuscendo allo stesso tempo a trasmettere più di chiunque altro la cultura
del proprio paese con la realizzazione di film dalla dirompente forza spirituale e
carica metafisica. In patria egli ha subito ogni tipo di censura e vessazione in quanto
il suo linguaggio artistico veniva
inteso come esaltazione idolatrica
della propria personalità volta a
imporre il proprio messaggio allo
spettatore senza un preventivo
confronto con la coscienza popolare e in contrasto quindi con la
morale comunista. La complessità
e la profondità dei temi trattati
nei suoi film erano quindi considerati elitari e lontani dal sentire
del popolo e soprattutto in totale
contrasto con l’estetica realsocialista. La suggestiva trama musicale proposta nel concerto abbraccia
temi di lavori fondamentali di
Bach - compositore prediletto da
Tarkovskij - come il Musikalisches
Opfer o l’aria Erbarme Dich dalla
Mattaeuspassion - allacciati a improvvisazioni per trio ed elettronica eseguiti da Stefano Maurizi al
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a
pianoforte, Damiano Puliti al violoncello e Simone Santini al sassofono soprano. In
realtà Tarkovski è forse al tempo stesso anche Bach. I suoi lavori infatti si vivono, si
contemplano e si amano con lo stesso impatto emotivo con cui si ascolta e si medita
la Messa in Si Minore e la Passione di San Matteo. In Sonorità Visive la musica si
associa e diventa riflesso delle immagini tratte dai film dell’indimenticabile regista
russo, ne trasfigura il profondo carattere poetico e la forza spirituale ed espressiva
assumendo un carattere narrativo che evoca la vita del regista nella sua infanzia
(Lo Specchio), le difficili relazioni umane e il forte motivo esistenziale (Solaris),
un difficile viaggio attraverso la ‘zona’ della vita alla ricerca dell’anima (Stalker), la
solitudine della lontananza (Nostalghia), il sacrificio della vita per amore e salvezza
dell’umanità (Sacrificio). Il concerto proposto in questo festival è già stato presentato con grande successo sia in Italia che all’estero.
Paolo Eustachi
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Musica
Domenica 19 settembre, ore 18.00
Verchiano di Foligno, Chiesa di Santa Maria Assunta
La Strada Europea della Pace Lubecca-Roma: percorsi di
musica barocca
Musica Perduta, ensemble con strumenti originali
PERGOLESI SULLA VIA DELLA PACE
Inediti pergolesiani ad Assisi. Omaggio a Giovanni Battista
Pergolesi nel III centenario della nascita. In collaborazione con
“Isole-Eventi e tramiti verso la capitale europea della cultura
2019” della Provincia di Perugia
a
Valentina Varriale, soprano
Mauro Borgioni, baritono
Monika Toth, Alessandro Ratti, violini barocchi
Pasquale Lepore, viola da braccio
Renato Criscuolo, violoncello barocco
Luca Marzetti, contrabbasso barocco
Mauro Squillante, mandolino e mandola bassa
Michele Carreca, Simone Vallerotonda, tiorbe
Programma
Giovanni Battista Pergolesi (Jesi 1710 - Pozzuoli 1736)
Sinfonia da O frat ‘nnammurat
Cantata Luce degli occhi miei, per baritono, archi e basso continuo*
Cantata spirituale La Maddalena al Sepolcro per soprano, archi e basso continuo*
Concerto in Sib Maggiore per soprano, archi e basso continuo*
Cantata Nel chiuso centro per baritono, archi e basso continuo*
* composizione inedita
Tra i numerosissimi manoscritti musicali del XVIII secolo contenuti nella biblioteca
del Sacro Convento di Assisi spicca un piccolo corpus pergolesiano, che contiene,
accanto ad opere già note del compositore jesino, tre cantate in versione inedita, alle
quali si è interessato il gruppo di ricerca Musica Perduta. Se Luce degli occhi miei e
Nel chiuso centro sono la versione per baritono, archi e basso continuo delle omonime
e più note cantate per soprano, archi e basso continuo, La Maddalena al Sepolcro è
un’interessantissima variante testuale “sacra” della cantata Nel chiuso centro. Non
sappiamo se queste varianti siano state pensate dallo stesso Pergolesi oppure siano
libere trascrizioni di qualche maestro di cappella del Sacro Convento, tuttavia La
Maddalena al Sepolcro è la continuazione della storia narrata nel celebre Stabat
Mater del compositore marchigiano, partitura anch’essa presente nella biblioteca del
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a
Sacro Convento di Assisi. Del resto i “travestimenti sacri” di opere originariamente
profane erano all’ordine del giorno nella musica del periodo barocco. Definita nel
frontespizio Cantata spirituale à canto solo del Sig. Gion. Battista Pergolese, riporta
anche l’anno di copiatura: 1743. Si tratta dunque di una copia postuma, che comunque
non mette in discussione l’ipotesi dell’autenticità della cantata, in quanto tale copia
potrebbe essere stata redatta da un originale autografo, o comunque autentico. Anche
i manoscritti delle due cantate per baritono sembrano più tardi rispetto all’epoca di
Pergolesi, anche se su di essi non è riportata alcuna data di copiatura. La sostituzione
del soprano con il baritono potrebbe essere dovuta alla progressiva scomparsa dei
cantanti castrati dallo scenario musicale a partire da metà Settecento, e con la necessità, soprattutto in ambito sacro dove la presenza di cantanti donne non era sempre
vista di buon occhio, di adattare quindi ai registri maschili cantate, inni, mottetti e
quant’altro era precedentemente eseguito dagli evirati. Di provenienza napoletana, e
quindi estranea all’itinerario Lubecca-Roma, è invece la versione per mandolino, archi e basso continuo del celebre concerto in Sib Maggiore, originariamente destinato
al violino, ma che forse rivela meglio il variegato carattere del pezzo nella versione per
strumento a plettro. Questo fortunato ritrovamento, contenuto in un libro di un mandolinista napoletano del Settecento, si deve al M° Mauro Squillante, che sta curando
anche l’edizione critica della partitura. Ad aprire il concerto, la frizzante sinfonia di
apertura dell’opera buffa O frat ’nnammurat, vera perla del Settecento napoletano.
Renato Criscuolo
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Musica Perduta
È un’associazione culturale fondata nel 2007 da Renato Criscuolo e Valerio Losito impegnata nella ricerca, in biblioteche ed archivi, di musica inedita o ancora poco conosciuta, di eminenti autori e di compositori, in prevalenza dei secoli XVII e XVIII che,
nonostante il talento e la perizia compositiva, non hanno avuto giustizia dalla storia
della musica e meritano di essere rivalutati. La musica ritrovata, una volta studiata,
viene riproposta in concerto, spesso in prima esecuzione moderna, mediante l’utilizzo
di strumenti originali barocchi o fedeli copie di essi. Musica Perduta oltre a vantare la
scoperta di inediti di compositori del calibro di Vivaldi, Haendel, Scarlatti, Pergolesi e
Zuccari, è dedita allo studio organologico: la ricostruzione di strumenti musicali antichi oggi quasi del tutto dimenticati, quali il basso di violino, la lyra rinascimentale o il
violino seicentesco. Il suo ensemble, costituito di esperti musicisti specializzati nella
musica barocca, che hanno al loro attivo collaborazioni con alcuni dei più riconosciuti
ensemble ed orchestre del settore, si è esibito in importanti festival nazionali, tra i
quali si annoverano Barocco continuo - Festival del Centro di Musica Antica Pietà de’
Turchini; Festival Barocco di San Gimignano; I concerti di Capri; Festival Segni Barocchi di Foligno; Roma Festival Barocco. L’associazione gestisce una stagione di concerti
spirituali presso la Sagrestia della Chiesa Nuova di Roma nella quale ripropone la
musica dedicata a San Filippo Neri, scritta per l’Esercizio dell’Oratorio fondato e promosso dal Santo, di cui si propone di seguire lo spirito di fratellanza. Non a caso, il suo
primo CD registrato e di prossima pubblicazione è imperniato proprio sulla musica
dell’oratorio di San Filippo a Roma tra Cinque e Seicento. Un secondo CD, anch’esso
in via di pubblicazione, ripropone invece sei delle dieci sonate per violoncello e basso
continuo di padre Francesco Maria Zuccari OFM, scoperte dal gruppo nella biblioteca
del Sacro Convento di Assisi. L’associazione ha collaborato inoltre con il dipartimento
di scienze filosofiche dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata per la realizzazione di un progetto sulla musica scritta da Jean Jacques Rousseau nonché ha curato
e registrato gli audio per l’applicazione per smartphone “i-MiBAC-Top 40”: la prima
di una serie di applicazioni per telefonia mobile, pluritematiche e gratuite, dedicate
ai beni culturali, rilasciata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Musica
Perduta offre infine una serie di servizi ad altre associazioni, a gruppi o a singoli musicisti, come trascrizioni in chiavi moderne, ricerche musicologiche, reperimento di
partiture e manoscritti.
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5 giugno - 2 ottobre 2010
Foligno, Palazzo Trinci
Giuseppe Piermarini
tra Barocco e Neoclassico
Roma Napoli Caserta Foligno
Orario apertura: dal martedì alla domenica
ore 9-13/15-19, chiuso il lunedì
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SABATO 28 AGOSTO, ORE 11.00
Foligno, Palazzo Trinci
Inaugurazione della mostra
GROTTESCO INCANTO DE LI CUNTI
di Mariella Carbone
Illustrazioni, figure e maschere ispirate a
Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile
Progetto di allestimento di Mariella Carbone e Antonio D’Arco
Catalogo/libro d’artista VIAINDUSTRIAE
edizioni a cura di Emanuele De Donno
Voce recitante Maurizio Merolla
La mostra resterà aperta tutti i giorni con esclusione
del lunedì fino al 19 settembre, orario 9-13/15-19
Ingresso gratuito in occasione dell’inaugurazione e durante la Notte Barocca del 4 settembre
dalle 18.00 alle 04.00 di notte
Sabato 28 agosto, ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli”
DOVE ELCE VERDEGGIA
Spettacolo multimediale, tra musica, poesia, documenti dal Barocco e oltre
Musiche di Fabrizio De Rossi Re, David Lang, Goffredo Petrassi
Testi di Claudio Monteverdi, Giovan Battista Marino,
Carlo Emilio Gadda, Alberto Arbasino
Direttore Carlo Palleschi
Coordinatore Michelangelo Zurletti
Immagini a cura di Andrea Stanisci
Prima assoluta
Ingresso E10,00 - Ridotto E 7,00
Da mercoledì 1 a sabato 18 settembre
Mostra mercato in collaborazione con le librerie di Foligno del circuito
“Antiquarian Bookshops of Umbria”
BAROCCO IN LIBRERIA
Orari e informazioni: www.libreriacarnevali.it - www.editorialeumbra.it
www.dalformichiere.it - www.ilsalvalibro.com
Inaugurazione itinerante mercoledì 1 settembre: ore 12.00 Il Formichiere; ore 17.00 Il Salvalibro; ore 18.30 Editoriale Umbra; ore 20.00 Libreria Carnevali Bookshopping Ex Cinema Astra “Aperitivo barocco in libreria”
Venerdì 3 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Associazione Commedia Harmonica
BARCA DI VENETIA PER PADOVA (1623)
Dilettevoli madrigali a 5 voci di Adriano Banchieri
Testo liberamente ideato da Tommaso Baronti
con Maurizio Torti
Insieme vocale Commedia Harmonica
Maestro cantore Umberto Rinaldi
Maestro al cembalo Linda Di Carlo
Coreografie Daniela Rosati
Immagini Claudio Campodifiori
Regia Giuseppe Brizi e Umberto Rinaldi
Ingresso E10,00 - Ridotto E 7,00
Da venerdì 3 settembre a domenica 12 settembre
Foligno, Centro Storico
BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA
In collaborazione con Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio
e dell’Artigianato, Associazione Innamorati del Centro, Pro Foligno
Informazioni e adesioni Associazione Innamorati del Centro
E-mail: [email protected]
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NOTTE BAROCCA A FOLIGNO
In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana
SABATO 4 SETTEMBRE
dalle ore 17.30 “fin alle quattr’hore di notte”
ORE 17.30 Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Conferenza spettacolo con degustazione
Raffaele Riccio
IMMAGINARIO FANTASTICO E MONDO GASTRONOMICO NELLA NAPOLI BAROCCA:
LO CUNTO DE LI CUNTI DI GIAMBATTISTA BASILE
Ingresso libero
ORE 21.00 Auditorium San Domenico
Notte Barocca Veneziana orchestra da camera in costume del Settecento
NOTE VENEZIANE
Musiche di A. Vivaldi, T. Albinoni, G. Tartini, A. Marcello
Concertatore e violino solista Sebastiano Maria Vianello
Ingresso libero
ORE 21.00 Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico
VISIONI D’INCANTO
Proiezioni di immagini fisse di grande formato (fino alle ore 3.30)
ORE 21.00 Corte di Palazzo Trinci
NOTTE BAROCCA A FOLIGNO 2009
Proiezioni video (fino alle ore 3.30)
A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria (Centro Video)
ORE 21.00 Via Isolabella
Visita guidata al Planetario del Laboratorio di Scienze Sperimentali (fino alle ore 2.00)
GALILEO GALILEI, SIDEREUS NUNCIUS
IV centenario della pubblicazione (1610-2010)
Proiezioni e incontri. Ore 21.00: Planetario - 22.00: Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Venezia,
Baglioni, 1610), conferenza spettacolo - 23.00: Planetario - 24.00: Galileo Galilei,
Sidereus Nuncius (Venezia, Baglioni, 1610), conferenza spettacolo - 01.00: Planetario
In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione
Astronomica Antares
Ingresso libero a gruppi di 40 persone
ORE 21.00 Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni
Visita guidata all’Osservatorio Astronomico Comunale
A RIMIRAR LE STELLE
Proiezioni e osservazioni al telescopio (fino alle ore 2.00)
In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares
Ingresso libero a gruppi di 30 persone
ORE 22.00 Teatro Parco Fluviale Hoffmann
SCOPRIAMO LE COSTELLAZIONI
Osservazioni al telescopio (fino alle ore 24.00)
In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares
Ingresso libero
ORE 22.30 Spettacolo itinerante: Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci Piazza della Repubblica
ORE 23.00 Finale fisso: Piazza della Repubblica
Compagnie des Quidams
RÊVE D’HERBERT
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ORE 23.30 Largo Carducci
Ensemble Terra d’Otranto
TARATÀNTARA
Il tarantismo in Puglia e Spagna tra XVI e XVIII secolo
Direzione Doriano Longo
ORE 2.00 La Compagnie des Quidams replica Rêve d’Herbert: spettacolo itinerante (Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica) con finale fisso alle ore 2.30 in Piazza
della Repubblica
Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00 “fin alle
quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre
e dei Giochi (Palazzo Trinci), prenotazione consigliata, tel. 0742.330584, fax 0742.330599;
e-mail: [email protected]. Resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e
Taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti.
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Venerdì 10 settembre, ore 17.30
Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze
Conferenza con degustazione
Gabriele Metelli
IL VINO NELLA SOCIETÀ FOLIGNATE TRA CINQUE E SEICENTO
Ingresso libero
Giovedì 16 settembre, ore 11.00
Foligno, Auditorium San Domenico, Sala Video
BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA
Premiazione
Giovedì 16 settembre, ore 17.30 e 21.30
Foligno, Multisala Supercinema
AMOR NELLO SPECCHIO
di Salvatore Maira
Italia, 1999, col., 104’
Ingresso unico E 4,50
Venerdì 17 settembre, ore 18.00
Montefalco, Teatro San Filippo Neri
Conferenza
Omar Calabrese
NUOVI CONCETTI NEOBAROCCHI
La fine degli ANNI ZERO: dal neobarocco al ‘neo’ barocco
In collaborazione con il Comune di Montefalco
Ingresso libero
Venerdì 17 settembre, ore 21.15
Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco
La società dello spettacolo - associazione di cultura
1610-2010. IL NEO BAROCCO
Lo spettro del Seicento si aggira per l’Europa
Drammaturgia Michelangelo Bellani
Regia c. l. Grugher
In collaborazione con il Comune di Montefalco
Ingresso libero
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Sabato 18 settembre, ore 21.15
Foligno, Auditorium San Domenico
Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij
SONORITÀ VISIVE
La musica barocca nei film di Andrej Tarkovskij
Direzione musicale Stefano Maurizi
Regia Andrej A. Tarkovskij
Ingresso E10,00 - Ridotto E 7,00
Domenica 19 settembre, ore 18.00
Verchiano di Foligno, Chiesa di Santa Maria Assunta
La Strada Europea della Pace Lubecca-Roma: percorsi di musica barocca
Musica Perduta, ensemble con strumenti originali
PERGOLESI SULLA VIA DELLA PACE
Inediti pergolesiani ad Assisi. Omaggio a Giovanni Battista Pergolesi nel III centenario della
nascita. In collaborazione con “Isole-Eventi e tramiti verso la capitale europea della cultura
2019” della Provincia di Perugia
Ingresso libero
Prenotazione consigliata tel.075.3681405, 075.3681526, 075.3681620
5 giugno - 2 ottobre 2010
Foligno, Palazzo Trinci
Mostra
Giuseppe Piermarini
tra Barocco e Neoclassico
Roma Napoli Caserta Foligno
Orario apertura: dal martedì alla domenica
ore 9-13/15-19, chiuso il lunedì
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BIGLIETTI
Nei luoghi di spettacolo dalle ore 17.00
(Multisala Supercinema orario botteghino)
Riduzioni
Spettatori fino ai 25 anni e oltre i 60 anni
Abbonati alla Stagione Teatrale di Foligno 2009/2010
Soci associazioni di Foligno Amici della Musica,
Il Muro di Bottom, Pro Foligno e Archeoclub
Titolari di tessera Ostello per la Gioventù e Touring Club
Gruppi organizzati superiori a 10 persone
PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI
Auditorium San Domenico - Largo F. Frezzi n.8 - Foligno
Dal martedì al sabato ore 10.00-12.30, martedì e giovedì ore 15.30-17.30
Tel. e fax 0742.344563
E-mail: [email protected] - Http://www.comune.foligno.pg.it
INFORMAZIONI
Ufficio Relazioni con il Pubblico - Piazza della Repubblica n.10 - Foligno
Dal lunedì al sabato ore 9.00-12.30, martedì e giovedì ore 15.30-17.30
Tel. 0742.330299 - Fax 0742.330282
E-mail: [email protected] - Http://www.comune.foligno.pg.it
Servizio Turistico Associato - Porta Romana, Corso Cavour n.126 - Foligno
Dal lunedì alla domenica ore 9.00-14.00 e 16.00-20.00
Tel. 0742.354459, 0742.354165 - Fax 0742.340545
E-mail: [email protected] - [email protected]
Http://www.comune.foligno.pg.it
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7
I luoghi del Festival
Via Fornaci Hoffmann
San Domenico
1 Auditorium
Largo Frezzi 8
di S. M. Assunta
2 Chiesa
Verchiano di Foligno
di Scienze Sperimentali
3 Laboratorio
Via Isolabella
Supercinema
4 Multisala
Corso Cavour 84
Astronomico
5 Osservatorio
Via Bolletta 18 - Torre dei Cinque Cantoni
Trinci
6 Palazzo
Piazza della Repubblica
Fluviale Hoffmann
7 Parco
Via Fornaci Hoffmann - Via Sicilia
Teatro San Filippo Neri
8 Chiesa Museo San Francesco
Montefalco
3
1
Librerie
Editoriale Umbra
A Via Pignattara 34
Il Formichiere
B Via Cupa, S.Eraclio di Foligno
Il Salvalibro
C Via G. da Foligno 80
Libreria Carnevali Bookshopping
D Ex Cinema Astra
Via G. Mazzini 47
8
Montefalco
5
2
Verchiano
C
6
A
D
4
B
S. Eraclio
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La GIOSTRA della QUINTANA
La festa, ripresa nel 1946, si ispira a una gara a cavallo che risale al XVII secolo e che
si proponeva di determinare l’ordine di priorità per un cavaliere d’onore nella fedeltà al principe o alla dama del cuore. Oggi dieci cavalieri, che rappresentano i dieci
rioni di Foligno, misurano la loro abilità nel cercare di infilare una serie di anelli di
diametro via via più piccolo, impugnando una lancia su un cavallo in corsa. Questa
gara all’anello ha esiti altamente spettacolari. La sera precedente la competizione,
che si tiene nello stadio comunale, un corteo di seicento personaggi in costume sfila
per le vie della città.
Programma
Sabato 28 Agosto
ORE 15.30
Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”
PROVE UFFICIALI
Domenica 29 Agosto
ORE 17.00 - 24.00
FIERA DEI SOPRASTANTI
Lunedì 30 Agosto - Domenica 12 Settembre
APERTURA DELLE TAVERNE
Lunedì 30 Agosto - Mercoledì 1 Settembre
Lunedì 6 Settembre, Martedì 7 Settembre
GAREGGIARE DEI CONVIVI
Sabato 11 Settembre
ORE 21.00
Piazza della Repubblica
LETTURA DEL BANDO E BENEDIZIONE DEI CAVALIERI
ORE 22.00
Vie del Centro Storico
CORTEO DELLE RAPPRESENTANZE RIONALI
Domenica 12 Settembre
ORE 15.00
Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti”
GIOSTRA DELLA QUINTANA “LA RIVINCITA”
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