Comitato organizzatore Nando Mismetti, Sindaco di Foligno Elisabetta Piccolotti, Assessore alla Cultura Piero Lai, Dirigente Area Cultura, Turismo, Sport Massimo Stefanetti, Soprintendente Artistico Comitato per la programmazione del Festival Enrica Bizzarri Ambretta Ciccolari Micaldi Stefano Trabalza Franco Valentini Roberto Lazzerini, curatore della rassegna cinematografica Direzione tecnica Piero Lai Rossana Landi Organizzazione Cristiana Felicioni Emanuela Gubbiotti Elisabetta Marchionni (Fulginart) Promozione e Stampa Luciano Mattioli Saulo Stoppini (Ufficio Cultura) Romano Carloni (Ufficio Stampa) 2 a Anche quest’anno una nuova edizione di Segni Barocchi ci guida in un viaggio nella cultura e nell’estetica barocca: un viaggio che è anche un’indagine che dura da tre decenni su un periodo storico, quello barocco, in cui si è formata una parte dell’identità cittadina. Mostre, musica, libri, teatro e film si alternano nel cartellone alla scoperta di suoni e parole antiche ma anche di nuove immaginazioni neobarocche. Nel barocco bellezza è anche vaghezza, i contorni sfumano ed è necessario sapere cercare i volti mentre emergono dalle tenebre, come nella pittura di quel periodo. Si può farlo nella Notte Barocca, che si prepara come ogni anno ad accogliere le rêverie di centinaia di persone tra osservazioni astronomiche, spettacoli itineranti, ensemble in costume. Allo spettatore suggeriamo di accompagnare l’esperienza rievocativa della Quintana con la ricerca culturale che Segni Barocchi propone, per meglio comprendere e anche per meglio apprezzare. Un ringraziamento da parte dell’amministrazione comunale va a tutti coloro che collaborano e hanno collaborato con il Festival e al soprintendente artistico Massimo Stefanetti per la costanza e l’attenzione con cui prepara tutto l’anno questo appuntamento. Elisabetta Piccolotti Assessore alla Cultura del Comune di Foligno a 3 Foligno - Montefalco 28 agosto - 19 settembre 2010 “Sembrava più giorno chiaro che notte scura” Memoriale Storico Spagnolo, XV, p. 144 (22 dicembre 1638) Di fronte alla crisi economica e finanziaria che ormai aggredisce anche le attività culturali ricorrenti, dai circuiti alle rassegne e ai festival, vogliamo e dobbiamo resistere, trasformando, anche quest’anno, con la “luce” delle arti barocche e neobarocche, piazze, chiese e luoghi di spettacolo. La XXXI edizione di Segni Barocchi Festival si apre il 28 agosto con il secondo intervento del progetto di mostre sulla fiaba barocca che quest’anno è dedicato ai racconti fiabeschi di Giambattista Basile (1566 o 1575-1632), illustrati da Mariella Carbone. La mostra con libro d’artista curato da Mariella Carbone e Emanuele De Donno, verrà inaugurata a Palazzo Trinci di Foligno alle ore 11.00 e resterà aperta fino alla giornata conclusiva del festival. Nello stesso giorno il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” presenta, in prima assoluta, con la direzione di Carlo Palleschi e con il coordinamento artistico di Michelangelo Zurletti, lo spettacolo multimediale, tra musica, poesia, documenti dal Barocco e oltre, “Dove elce verdeggia” con musiche di Fabrizio De Rossi Re, David Lang, Goffredo Petrassi e con testi di Claudio Monteverdi, Giovan Battista Marino, Carlo Emilio Gadda e Alberto Arbasino: un evento neobarocco da non perdere (Foligno, Auditorium San Domenico, ore 21.15). Da mercoledì 1 settembre a sabato 18 settembre le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” (Libreria Carnevali, Editoriale Umbra, Il Formichiere, Il Salvalibro) metteranno in mostra durante l’orario d’apertura di ciascun esercizio, la cultura barocca. Venerdì 3 settembre, l’associazione “Commedia Harmonica” presenta “Barca di Venetia per Padova” (1623) di Adriano Banchieri: uno spettacolo creato e realizzato per Segni Barocchi (Foligno, Auditorium San Domenico, ore 21.15). Da venerdì 3 settembre a domenica 12 settembre continua il suo percorso “Barocco e neobarocco in vetrina”: la migliore vetrina verrà premiata giovedì 16 settembre alle ore 11.00 (Foligno, Auditorium San Domenico, Sala Video). La “Notte Barocca”, ideata e progettata da Segni Barocchi, viene realizzata a Foligno, in collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana, sabato 4 settembre. Il programma della V edizione prevede le seguenti iniziative: - alle ore 17.30, nella Sala delle Conferenze di Palazzo Trinci, Raffaele Riccio presenta la conferenza spettacolo con degustazione “Immaginario fantastico e mondo gastronomico della Napoli Barocca: Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile”; - alle ore 21.00, all’Auditorium San Domenico, l’orchestra da camera Notte Barocca Veneziana propone, in costume del settecento, le musiche di Antonio Vivaldi, Tommaso Albinoni, Giuseppe Tartini, Alessandro Marcello; - dalle 21.00 alle 03.30 “Visioni d’incanto” illuminano Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico; - dalle 21.00 alle 23.30 i video della Notte Barocca del 2009 vengono proiettati nella Corte di Palazzo Trinci; 4 a - dalle 21.00 alle 02.00, in collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares, sono previsti proiezioni e incontri al Planetario di Via Isolabella, mentre osservazioni al telescopio con proiezioni sono previste all’Osservatorio Astronomico della Torre dei Cinque Cantoni. Le costellazioni potranno essere osservate al telescopio anche al Teatro del Parco Fluviale Hoffmann dalle 22.00 alle 24.00; - dalle ore 22.30, con replica alle ore 02.00, la Compagnie des Quidams - Inko’ Nito presenta lo spettacolo itinerante con finale fisso a Piazza della Repubblica “Rêve d’Herbert”: come in un sogno, la “luna” salirà infine di nuovo in cielo; - dalle 23.30, a Largo Carducci, l’Ensemble Terra d’Otranto, propone le tarantelle della Puglia e della Spagna dal XVI al XVIII secolo: musica e parole da ascoltare, ma anche per ballare. Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00 “fin alle quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi (Palazzo Trinci). Resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti. Venerdì 10 settembre, alle 17.30 Gabriele Metelli propone la conferenza “Il vino nella società folignate tra Cinque e Seicento” (Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze). Giovedì 16 settembre, alle ore 17.30 e 21.30 nella Multisala Supercinema di Foligno viene proiettato il film “Amor nello specchio” di Salvatore Maira (1999): un viaggio da Mantova, a Sabbioneta, a Parigi, tra gli amori e la dura vita quotidiana della compagnia teatrale dei Fedeli, diretta da Giovan Battista Andreini (1576 o 1579-1654). Venerdì 17 settembre il festival si trasferisce a Montefalco con due appuntamenti: - alle ore 18.00 il teatro San Filippo Neri ospita la conferenza di Omar Calabrese “Nuovi concetti neobarocchi. La fine degli anni zero: dal neobarocco al ‘neo’ barocco”; - alle ore 21.15, nella Chiesa Museo di San Francesco, La società dello spettacolo presenta “1610-2010. Il neobarocco”, rappresentazione teatrale multimediale ispirata alle elaborazioni di Omar Calabrese. Dopo Pasolini e Bergman il progetto “La musica barocca nei film” viene dedicato al grande regista russo Andrej Tarkovskij: con la regia del figlio Andrej Andrejevic e la direzione musicale di Stefano Maurizi, l’Auditorium San Domenico ospita la performance multimediale “Sonorità visive” con temi e improvvisi tratti da composizioni di Bach, Pergolesi e Purcell scelte da Tarkovskij per i suoi film (Foligno, sabato 18 settembre, ore 21.15). La XXXI edizione di Segni Barocchi si conclude, in collaborazione con “Isole” della Provincia di Perugia, nella chiesa di Santa Maria Assunta di Verchiano, domenica 19 settembre alle ore 18.00: nell’ambito del progetto “La strada europea della pace Lubecca Roma: percorsi di musica barocca”, nel terzo centenario della nascita di Giovanni Battista Pergolesi (Iesi 1710 - Pozzuoli 1737), l’ensemble con strumenti originali Musica Perduta ricorda il compositore marchigiano eseguendo composizioni inedite pergolesiane contenute nell’archivio musicale del Sacro Convento di Assisi. Massimo Stefanetti Soprintendente Artistico a 5 Mostra SABATO 28 AGOSTO, ORE 11.00 Foligno, Palazzo Trinci Inaugurazione della mostra GROTTESCO INCANTO DE LI CUNTI di Mariella Carbone Illustrazioni, figure e maschere ispirate a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile Progetto di allestimento di Mariella Carbone e Antonio D’Arco Catalogo/libro d’artista VIAINDUSTRIAE edizioni a cura di Emanuele De Donno Voce recitante Maurizio Merolla La mostra resterà aperta tutti i giorni con esclusione del lunedì fino al 19 settembre, orario 9-13/15-19 Ingresso gratuito in occasione dell’inaugurazione e durante la Notte Barocca del 4 settembre dalle 18.00 alle 04.00 di notte a Grottesco incanto de ‘li cunti’ intende tradurre e reinterpretare, in immagini e figure, le suggestioni nate dalla lettura appassionata de Lo cunto de li cunti (16341636) di Giambattista Basile (1566 o 1575-1632). L’allestimento si propone di creare un’esperienza sensoriale, catturando alcune atmosfere dal libro, soprattutto quelle fatte di contrasti e specularità: lo scurrile e la poesia, l’erotismo e il sentimento, l’incanto e il grottesco. Le scene, gli oggetti e le illustrazioni diventano rilettura degli elementi e dei temi, della ratatouille, della minestra maritata (si direbbe in napoletano) presente nelle favole del Basile, ma anche nella Napoli di oggi. La dimensione teatrale è il tema dominante dell’allestimento - Italo Calvino parla di Basile come ‘‘d’un deforme Shakespeare partenopeo’’ - e accompagna il visitatore ad attraversare le stanze/racconto. Egli diventa osservatore-osservato, muovendosi entro scene popolate da maschere grottesche, oggetti magici, streghe, fate, orchi, re, principesse e popolane, in un gioco di ars combinatoria con altri personaggi dell’immaginario e della letteratura seicentesca, ma anche con oggetti 6 a e sculture in ferro realizzate da Antonio D’Arco. Il registro espressivo di Mariella Carbone muove dai canoni della commedia dell’arte e del teatro popolare di strada e “pesca” liberamente dal mondo e dall’iconografia del Barocco. Palazzo Trinci ospita, quale teatro ideale, il percorso illustrativo e scenico che si apre nella scala gotica, fulcro di tutto l’allestimento e continua nella Stanza della corte e delle 10 narratrici, con i protagonisti principali del libro di Basile, e nella Stanza degli oggetti e figure magiche dei racconti, personaggi onirici di un profano presepe napoletano. Il percorso si conclude nella Stanza de lo cunto dove illustrazioni e brani recitati dalla voce di Maurizio Merolla, attore e regista teatrale, danno corpo ad una delle storie più intriganti, ironiche, scurrili e moderne del testo di Basile, La vecchia scorticata. Il catalogo/libro d’artista che viene editato per l’occasione cerca di rileggere il testo di Basile e la trama visiva della mostra registrando il caleidoscopico immaginario fatto di ombre, figure deformate e incanti di vita quotidiana. Mariella Carbone Architetto e scenografa, è da venti anni autrice di maschere e “pupazze”, ospitate da compagnie di teatro di figura italiane ed internazionali, festival, musei e collezioni private. Da qualche tempo si dedica anche all’illustrazione di favole e storie della tradizione. Emanuele de Donno Architetto e operatore culturale, è curatore della Biennale del Libro d’artista LIBEROLIBROdARTISTALIBERO e della recente mostra Artist’s Books by Sol LeWitt che si è svolta a Bologna e nelle sedi estere di Parigi, Istanbul e Sheffield. È fondatore e coordinatore di VIAINDUSTRIAE, associazione-collettivo creativa con cui come editore pubblica libri d’artista. a 7 Musica Sabato 28 agosto, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” DOVE ELCE VERDEGGIA Spettacolo multimediale, tra musica, poesia, documenti dal Barocco e oltre Musiche di Fabrizio De Rossi Re, David Lang, Goffredo Petrassi Testi di Claudio Monteverdi, Giovan Battista Marino, Carlo Emilio Gadda, Alberto Arbasino Direttore Carlo Palleschi Coordinatore Michelangelo Zurletti Immagini a cura di Andrea Stanisci Nuova produzione del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto Prima assoluta a Ensemble strumentale del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” Deborah Leonetti, soprano Nadia Pirazzini, mezzosoprano Roberto Cresca, tenore Giulio Boschetti, baritono Gabriele Geri, attore Programma 1. Lettera a Alessandro Striggio dalle Lettere di Claudio Monteverdi Fabrizio De Rossi Re - Ricercare primo per arpa e quartetto d’archi (2004) 2. Letture dalle Rime marittime e da L’umana caducità di Giovan Battista Marino David Lang - The little match girl passion, four singers Premio Pulitzer per la Musica 2008 Prima esecuzione Italiana 3. Il Fulmine di Pastrufazio da La cognizione del dolore di Carlo Emilio Gadda Fabrizio De Rossi Re - Ricercare secondo per clavicembalo e quartetto d’archi (2004) 4. Letture da Marescialle e libertine e da Le piccole vacanze di Alberto Arbasino G. Petrassi - Sonata da camera per clavicembalo e dieci strumenti Qui, dove alta in su’l lido elce verdeggia Le braccia aprendo in spaziosi giri E del suo crin ne’ liquidi zaffiri Gli smeraldi vaghissimi vagheggia 8 a David Lachapelle, Statue, 2007 “Un collegamento corre tra le insuperabili geometrie del barocco e quelle del neobarocco […] lo sanno i compositori più giovani che hanno sciacquato i panni nelle varie avanguardie e hanno poi riscoperto modi e moduli espressivi che non temono di ritornare sui passi della storia. Ecco qui, nel nostro programma, sonate, madrigali, ricercari che assicurano che nulla è perduto e tutto si può nuovamente tentare.’’ Le parole del direttore artistico del Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto, Michelangelo Zurletti, ci conducono attraverso uno spettacolo-concerto che segna la prima presenza a Foligno del Lirico di Spoleto, in una sua nuova produzione, per la XXXI edizione di Segni Barocchi Festival. Spettacolo il cui percorso, costituito da brani, sequenze di immagini e letture, si pone all’insegna dello spirito barocco e ‘‘nella ricerca degli artisti contemporanei che portano meraviglia e fantasia nonché assoluta libertà d’invenzione e stupore del mondo che li circonda’’, come afferma il curatore dell’allestimento Andrea Stanisci. Non si tratta, pertanto, di citazioni musicali tratte da repertori di musica barocca ma di un neobarocco rivestito di nuove forme musi- a 9 cali e letterarie in quello che può intendersi un odierno immaginario barocco. In linea con i brani musicali le letture seguono una linea di gusto legata allo stupore e alla meraviglia. I testi letterari vedono protagonisti autori come Gadda e Arbasino, avvicinati alla letteratura barocca proprio per i loro testi ricchi di fulminei accostamenti di idee nonché allitterazioni, rime e assonanze, tecniche espressive tipicamente barocche. Suzanne Bocanegra, Knitting Lesson (1854), 2002 The little match girl passion di David Lang in prima esecuzione italiana Il mio pezzo si chiama The little match girl passion (la passione della piccola fiammiferaia) e pone la storia di Hans Christian Andersen La piccola fiammiferaia nel format della Passione di San Matteo di Bach, inframezzando la narrazione di Andersen con mie versioni di testi della folla e le risposte dei personaggi di Bach. Il libretto è mio, su testi di H. C. Andersen, H. P. Paull, Picander e il Vangelo secondo Matteo. La parola “passione” viene dalla parola latina che indica “sofferenza”. Non c’è Bach nel mio pezzo e non c’è Gesù - piuttosto, la sofferenza della piccola fiammiferaia è stata sostituita a quella di Gesù, (spero) elevando il suo dolore ad un piano più alto. Una delle ragioni per cui la storia della piccola fiammiferaia è così triste, è che tratta della sofferenza di una persona giovane, lo spreco della promessa e del potenziale presente nella persona giovane. Ecco perché sono così entusiasta del fatto che sarà il Teatro Lirico Sperimentale a rappresentare il mio pezzo - questa organizzazione che ha una così lunga storia nel supportare i giovani cantanti e compositori. Ringrazio i produttori e i musicisti del Teatro Lirico Sperimentale che con il loro impegno e musicalità hanno reso possibile la prima italiana del mio pezzo”. David Lang, aprile 2010 10 a Fabrizio De Rossi Re e I Ricercari Il termine ‘‘ricercare’’ rimanda alle diverse composizioni strumentali realizzate in Italia tra il Cinquecento e il Seicento. Rielaborazione, rivisitazione, reinvenzione sono termini che ci aiutano a capire l’atteggiamento di un compositore quando trasforma e raccoglie le macerie della propria memoria musicale ricreando un oggetto sonoro. Fabrizio De Rossi Re, dicembre 2004 La Sonata neobarocca di Goffredo Petrassi L’opera, definita neobarocca dall’autore stesso, presenta un chiarissimo richiamo al passato grazie alla presenza di uno dei protagonisti barocchi per eccellenza: il clavicembalo. La scrittura finemente cesellata delle parti e la sottile preoccupazione coloristica della sonata ricomprendono in pieno il brano nel tema barocconeobarocco. David Lachapelle, Museum, 2007 Il Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” è stato fondato nel 1947 da Adriano Belli, avvocato e musicologo, al fine di avviare alla carriera artistica giovani cantanti lirici. L’attività si svolge su base annuale in tre fasi: il Concorso per giovani cantanti lirici della Comunità Europea, considerato tra i più importanti concorsi europei a livello internazionale e durante il quale un’apposita giuria seleziona i candidati; il Corso di preparazione al debutto di cinque mesi riservato ai cantanti vincitori del Concorso e la Stagione Lirica Sperimentale che costituisce il coronamento della preparazione dei giovani cantanti. Il Teatro Lirico Sperimentale gestisce inoltre corsi di formazione professionale per professori d’orchestra, maestri collaboratori e altre figure professionali del Teatro d’opera. Presso il “Centro Studi-Belli Argiris”, archivio storico e mediateca del Teatro Lirico Sperimentale, è disponibile una ricca biblioteca musicale e una fornita audio-videoteca dedicata all’opera lirica. a 11 Da mercoledì 1 a sabato 18 settembre Mostra mercato in collaborazione con le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” BAROCCO IN LIBRERIA Inaugurazione itinerante mercoledì 1 settembre: ore 12.00 Il Formichiere ore 17.00 Il Salvalibro ore 18.30 Editoriale Umbra ore 20.00 Libreria Carnevali Bookshopping - Ex Cinema Astra con “Aperitivo barocco in libreria” Per altre informazioni: www.libreriacarnevali.it - www.editorialeumbra.it www.dalformichiere.it - www.ilsalvalibro.com a 12 a Teatro Venerdì 3 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Associazione Commedia Harmonica BARCA DI VENETIA PER PADOVA (1623) Dilettevoli madrigali a 5 voci di Adriano Banchieri Testo liberamente ideato da Tommaso Baronti con Maurizio Torti Insieme vocale Commedia Harmonica Maestro cantore Umberto Rinaldi Maestro al cembalo Linda Di Carlo Coreografie Daniela Rosati Immagini Claudio Campodifiori Regia Giuseppe Brizi e Umberto Rinaldi Spettacolo realizzato con il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia a Personaggi e interpreti Il Padrone della Barca o Burchiello Maurizio Torti I Passaggieri et Interlocutori di Barca Ilaria Coresi Anna Lucia Fuso Alessandro Barbanera Gianni Bevilacqua Andrea Cipriani Un povero viandante Daniel Abeysekera Umberto Rinaldi, mastrocantore Bianca Ciancio, Brunella Micciarelli, Giulia Rinaldi, Sonia Rossi, soprani Gloria Bagatti, Catia Ceccarani, Giuseppina Generoso, Emanuela Pastorelli, Maura Pettirossi, contralti Tommaso Baronti, Michele Capece, Luca Fucchi, Andrea Mattielli, Vincenzo Schiantella, tenori Marco Buzzao, Francesco Antonini, Francesco Pecetta, Umberto Rinaldi, bassi Vladimiro Vagnetti, bombarda e flauti Stefano Bellucci, trombone Andrea Angeloni, trombone Danilo Tamburo, tromba a tirarsi, liuto Massimiliano Dragoni, percussioni barocche Linda Di Carlo, maestro al cembalo Coreografie Costumi, attrezzeria e scene Luci e audio Daniela Rosati CH Moreno Roscini a 13 Il soggetto Barca di Venetia per Padova racconta un viaggio notturno a bordo del burchio, la tipica imbarcazione a fondo piatto per il trasporto fluviale. Si immagina che su questa barca vengano a incontrarsi personaggi di provenienza e carattere vari. Una serie di 15 quadri apparentemente scollegati fra loro e 4 madrigali amorosi vivacizzano il viaggio e fanno da pretesto a scene comiche o amorose. Finalmente la barca giunge a destinazione e il viaggio è finito, ma l’avvicinarsi di un povero viandante in cerca di obolo consente al Banchieri un’appendice moraleggiante che riporta tutti nel quotidiano e attuale: “va’ lavora’, furfante!”. La regia Come è noto il madrigale drammatico nasce per essere soltanto ascoltato in polemica col teatro musicale del tempo. Dopo 400 anni e poiché la Barca presenta evidenti proposte rappresentative (il viaggio sul burchio è in effetti un palcoscenico sul quale si avvicendano come in passerella da avanspettacolo personaggi comici della commedia dell’arte) crediamo che sia permesso “spettacolizzare” quest’opera ed attualizzare il suo messaggio con l’aggiunta di un testo liberamente composto e supportato dalla elaborazione di una serie di immagini. Attori in scena e cantanti e strumenti fuori scena danno voce e corpo alla rappresentazione teatrale: un viaggio di “lunatici” fuori di testa, visionari fuori dal mondo. E dunque il burchio è una barca di folli in fuga dal triste quotidiano, alla ricerca di un angolo di libera e gioiosa espressività. Ma la finalità del barocco non è forse il sempre nuovo attraverso la sperimentazione artistica? Umberto Rinaldi La scelta del “vecchio” in Adriano Banchieri Insolito monaco musicista e letterato, Adriano Banchieri (Bologna 1568-1634), noto anche come “Adriano da Bologna” o attraverso gli stravaganti pseudonimi di “Attabalippa dal Perù”, “Camillo Scaligeri della Fratta” e il “Dissonante”, si trovò a vivere quell’affascinante epoca di transizione che segnò il trapasso tra il XVI e il XVII secolo. Fu un periodo tormentato da profondi contrasti tra innovazione e tradizione, tra una cultura che si alimentava di elementi che ben presto sarebbero stati definitivamente abbandonati e decretati come “vecchi”, e di una voglia, di uno slancio verso il nuovo rappresentato dall’avvento della monodia. Certamente Adriano Banchieri fu musicista a tutto tondo: organista, compositore, importante teorico e letterato ma anche organizzatore delle manifestazioni liturgiche musicali della sua chiesa, nonché costruttore di stravaganti strumenti musicali come l’arpichitarrone. La sua operosità fu di certo superiore alla media e non comune la curiosità che lo fece schierare a favore dell’innovazione soprattutto nel campo teorico e nella didattica dove utilizzò, con una concezione e una sensibilità del tutto moderna, brani degli autori più originali del suo tempo: Gesualdo, 14 a Viadana, Monteverdi. In tutto fu innovatore tranne che nella produzione profana. Come il più giovane Orazio Vecchi, si lasciò ammaliare da un genere che ben presto sarebbe stato soppiantato; si lasciò incantare da quei madrigali in dialogo e madrigali in stile rappresentativo, opere “drammatiche” - ma certamente non destinate ad una vera e propria rappresentazione scenica - i cui testi si caratterizzano per la presenza di un intreccio più o meno sviluppato. In un momento in cui la musica tendeva all’individuazione dei personaggi e quindi a quello che avrebbe portato al sorgere dell’opera, Banchieri rimase entro i limiti della rappresentazione puramente sonora e musicale, senza uscire dai limiti del madrigale drammatico che Orazio Vecchi aveva magistralmente delineato ed esaltato ne Le veglie di Siena e, natural- a 15 mente, ne l’Amfiparnaso. Forse sarebbe opportuno chiedersi il motivo e azzardare qualche ipotesi sul perché di una scelta così in antitesi con quel carattere rivolto essenzialmente al nuovo come fu quello di Adriano Banchieri. La Barca di Venetia per Padova, la raccolta di madrigali per uso drammatico, fu pubblicata in due edizioni: una del 1605 e l’altra del 1623. Rispetto alla precedente, nella seconda edizione della Barca di Venetia i madrigali amorosi sembrano cedere il passo ad altri di carattere più umoristico e popolareggiante: la vis comica è forse la vera protagonista che muove le figure della commedia dell’arte presenti nella Barca di Venetia, figure stereotipate e forse consunte ma che creano personaggi sfacciatamente coloriti e situazioni paradossali che la nostra sensibilità avverte in maniera “magicamente” surreale. È forse questo il vero fascino di una musica che sceglie di non essere “moderna” ma che rispetta in toto la personalità del suo autore: una personalità incline al bizzarro e al paradosso, allo spirito faceto e al burlone, a quella vivacità di umore che ben riassumeva e sintetizzava il gusto tutto barocco dell’inafferrabile gioco del nonsense e dei bisticci di parole. Tutto questo è presente nella Barca di Venetia per Padova e tutto questo è anche il suo autore che nella originale e “coraggiosa” scelta di un genere irrimediabilmente senza futuro dava libero sfogo alla sua creativa vitalità in netta antitesi a quanto stava decretando e avrebbe decretato il corso della storia. Fabiana Cruciani 16 a Da venerdì 3 settembre a domenica 12 settembre Foligno, Centro Storico BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA In collaborazione con Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato, Associazione Innamorati del Centro, Pro Foligno Informazioni e adesioni Associazione Innamorati del Centro E-mail: [email protected] a Giunta alla sua III edizione, l’iniziativa coinvolge gli esercizi del centro storico di Foligno, che potranno allestire in vesti barocche le vetrine della città. A vincere l’edizione 2009 del concorso è stata la vetrina del negozio di scarpe Docksteps di Moreno Bonci, curata dall’artista Antonio Persichini. Hanno altresì ricevuto un attestato di merito L’Oca Barocca di Nicoletta Marongiu (primo premio nella I edizione del concorso), Piantoni Abbigliamento di Jessica Piantoni e Pellicceria Anna di Anna Poletti. La premiazione della vetrina prima classificata dell’edizione in corso si terrà giovedì 16 settembre, alle ore 11.00, presso la Sala Video dell’Auditorium San Domenico di Foligno. Vetrina vincitrice edizione 2009 a 17 NOTTE BAROCCA A FOLIGNO In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana SABATO 4 SETTEMBRE dalle ore 17.30 “fin alle quattr’hore di notte” a ORE 17.30 Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza spettacolo con degustazione Raffaele Riccio IMMAGINARIO FANTASTICO E MONDO GASTRONOMICO NELLA NAPOLI BAROCCA: LO CUNTO DE LI CUNTI DI GIAMBATTISTA BASILE Napoli agli inizi del ‘600 era una delle città più popolose d’Europa ed uno dei porti più attivi del Mediterraneo. Assieme a Siviglia e Genova rappresentava la triade di cittàsogno che poteva colpire l’immaginario dei sudditi del vasto impero spagnolo. Basta riprendere qualche pagina della novella Il Dottor Vetrata di Cervantes per verificarlo: “Stabilì di partire per Napoli. Ma poiché era il tempo del cambio di stagione, malefico e pernicioso per tutti quelli che in quell’epoca entravano a Roma o ne venivano viaggiando via terra, raggiunse Napoli via mare e lì, alla meraviglia provata per aver veduto Roma si aggiunse quella che gli procurò la vista di Napoli, la città che, a parer suo e di quanti l’hanno veduta, è la migliore d’Europa e finanche del mondo intero…” In questa città, caratterizzata dalle più disparate differenze sociali e piena di contraddizioni, si affiancavano palazzi nobiliari fastosissimi, in cui viveva l’alta aristocrazia del regno, e vasti quartieri poveri e malsicuri. Per le vie e le contrade cittadine si assisteva al continuo sovrapporsi di eventi che potevano accendere la fantasia ed immagini della più misera realtà. Cortei e processioni, tornei, sfilate di armati, mercanti affaccendati e viaggiatori, assieme a picari, storpi, mendicanti e truffatori popolavano la scena quotidiana, quasi un palcoscenico, di questo centro urbano. L’Oriente non lontano e le coste del Nord Africa, punti di approdo delle flotte spagnole che avevano combattuto contro i pirati barbareschi e contro la flotta turca a Lepanto, davano inoltre la sensazione che anche i confini geografici più remoti potessero essere a portata di mano. Un mondo fiabesco e mitico poteva apparire quasi reale in un contesto in cui realtà assurda, riscontrabile nell’improbabile che diventava evento quotidiano, e fantasia sbrigliata si compenetravano. Nello scenario napoletano la vena narrativa di Giambattista Basile trovava orizzonti aperti e liberi che, commisti con la tradizione favolistica e letteraria e con i racconti dei marinai e dei soldati che avevano combattuto in ogni angolo dell’impero spagnolo, sapeva diventare racconto disincantato per i nobili, per il sottoproletariato urbano e per i picari che affollavano le taverne del porto. Quale 18 a differenza poteva esistere tra gli orchi e le orche cannibali di Basile e ciò che i soldati avevano visto durante i tanti assedi sostenuti nelle guerre d’Europa, e ciò che si ripresenterà in Germania durante la guerra dei Trenta anni? E che sensazione poteva produrre l’uso disinvolto e “magico” dello spazio e del tempo per uomini e marinai abituati a spostarsi per tutti gli angoli del Mediterraneo? Il magico, il meraviglioso, l’improbabile, l’inconsueto non dovevano stupire gente che, come accadeva nei contemporanei romanzi picareschi, sapeva di essere sottoposta all’alterna e capricciosa ruota della Fortuna e che, soprattutto, credeva che nel “Gran Teatro del Mondo” un’occasione, se si sapeva cogliere, poteva capitare a tutti. Giambattista Basile (nato secondo Benedetto Croce nel 1575 a Napoli, secondo altre fonti nel 1566 a Giugliano - morto a Giugliano nel 1632), se da un lato dà voce alla Napoli fantastica e all’immaginario collettivo di un popolo in movimento, descrive anche con precisione i modi di vivere e le tipologie sociali e psicologiche della società del suo tempo. Molte delle sue novelle, accanto alle fate, agli orchi, alle streghe, hanno per soggetto vecchie pezzenti che chiedono l’elemosina, o candide giovinette che non dovevano apparire ai contemporanei molto diverse dall’iconografia classica delle streghe o delle fate immaginarie. La vita quotidiana della Napoli tardo cinquecentesca e barocca è fedelmente riprodotta nelle fiabe basiliane, molte delle quali inoltre, presentano, e nemmeno marginalmente, continui riferimenti al cibo ed all’alimentazione. Risulta possibile rifacendosi ad una lettura attenta del testo, ricostruire la terminologia gastronomica - frequente, ad esempio, appare il ricorso al termine “pizza” - e prendere in esame la stessa gastronomia napoletana ed italiana seicentesca, dato che quasi in ogni novella si rintracciano riferimenti al cibo ed al modo di prepararlo. Il cibo degli uomini, cannibalismo a parte, nei racconti di Basile non differiva molto da quello di streghe e fate, tanto che anche il mondo del sovrannaturale e del magico spesso, in ragione del discorso sul cibo, apparivano vicini e familiari a quello umano. In particolare gli oggetti più semplici e di uso abituale - forbici, coltelli, specchi, stivali, frutti, fiori - nel mondo fantastico de Lo cunto de li cunti si caricavano di potenza magica, diventando “amici” per gli uomini e le donne cortesi e capaci di attivarne gli influssi positivi. Durante la conferenza la realtà napoletana sarà illustrata anche con immagini di quadri e di opere d’arte italiane (Caravaggio, i fratelli Campi, S. Rosa) e spagnole (Spagnoletto, Zurbarán, Velazquez, Murillo) che rappresentano nature morte e quadri di genere. Unitamente alla fruizione delle immagini si potranno ascoltare brani musicali tratti dal Cancionero de Medinaceli (1535-1595) curato da Jordi Savall, brevi pezzi della produzione della Compagnia di Canto popolare ed alcune parti della Gatta Cenerentola, opera liberamente ispirata ad una novella di Basile. a 19 ORE 21.00 Auditorium San Domenico Notte Barocca Veneziana orchestra da camera in costume del Settecento NOTE VENEZIANE Musiche di A. Vivaldi, T. Albinoni, G. Tartini, A. Marcello Sebastiano Maria Vianello, M° concertatore e violino solista (violino Amati 1611) Michele Antonello, oboe Elisabetta Beghin, Corinna Canzian, Francesca Crismani, violini Nicoletta Meneghini, viola Teresa Pante, violoncello Flavio Grego, contrabbasso Gabriele Maria Vianello, cembalo Programma Antonio Vivaldi Concerto in Fa Maggiore “per la solennità di San Lorenzo” Largo molto e spiccato, Andante molto - Largo - Allegro non molto Tommaso Albinoni Concerto a cinque op.9/2 per oboe, archi e cembalo in Re Minore Allegro e non presto - Adagio - Allegro Giuseppe Tartini Concerto D96 per violino Allegro - Largo - Allegro - Largo andante Antonio Vivaldi Concerto in Mi Minore “Il Favorito” per violino archi e cembalo Allegro - Andante - Allegro Alessandro Marcello Concerto per Oboe e archi in Do Minore Allegro moderato - Adagio - Allegro Antonio Vivaldi Concerto in Re Maggiore “fatto per la solennità della Lingua di S. Antonio in Padua 1712” Allegro - Largo - Allegro 20 a Giustificando con pudore il perché un’orchestra con una età media matura e diversi successi alle spalle si propone in costume del ‘700 veneziano, quasi a distogliere l’attenzione alla musica, vi vorrei sottoporre il mio punto di vista dove in uno spettacolo anche l’occhio vuole la sua parte, ci sente più immedesimati nel ruolo, proprio come fa un attore di teatro. D’altronde tutto ebbe inizio collaborando come orchestra per 12 anni con il noto gruppo di classica-pop Rondò Veneziano. Perché non provare anche nel tradizionale barocco? Il programma che ho scelto è un po’ l’espressione della nostra Venezia, città che ispira sempre un’interpretazione particolare che si può notare soprattutto con musicisti veneziani: il lirismo nel Barocco, la cantabilità romantica vivaldiana e tartiniana nei “largo” e rock negli “allegro”. Poi, che si faccia con o senza costume, con strumenti originali o con un meraviglioso violino Antonius et Hieronymus Amati Cremonensis del 1611 “modernizzato”, tutto sta al risultato finale, la musica sotto pelle. Sebastiano Maria Vianello Notte Sinfonica Veneziana La Notte Sinfonica Veneziana, il cui fondatore e violino principale è Sebastiano Maria Vianello, è un’orchestra da camera sinfonica e poliedrica costituitasi nel 1990. Il suo repertorio è quantomai vasto, spaziando dal periodo barocco alle esperienze con autori contemporanei nonché all’esecuzione di opere barocche e classiche di tradizione e di concerti sinfonici. L’orchestra si è anche distinta per collaborazioni extraclassiche con accompagnamento di cantautori come Battiato e Baglioni, musica pop come Ron- a 21 dò Veneziano (200 concerti circa) e collaborazioni con il panorama della world music. La Notte Sinfonica Veneziana, con quasi l’integrale dei concerti di Antonio Vivaldi dal 5° al 12°, ha partecipato più anni al Festival Internazionale di Venezia, al Festival Internazionale di Portogruaro, al Festival Cantelli di Novara e a tournées in Turchia, Russia, Austria, Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Cina, Libano e Stati Uniti, in prestigiose sale da concerto come la Konzerthaus di Vienna, la Festspielehaus ed il Mozarteum di Salisburgo, la Philarmonie Gasteig di Monaco, la Philarmonie Berlino, la Tonhalle di Düsseldorf e la Konzerthaus di Freiburg, accompagnando solisti di rilievo come Marco Rizzi, Bruno Giuranna, Diego Dini Ciacci, Angelo Persichilli, Katia Ricciarelli, Gianfranco Cecchele, Pietro Borgonovo, José Maria Ulla, Pavel Vernikov, Stefania Bellodi, Sara Mingardo, Takeshi Kakehashi, Marco Camastra, Johannes von Duisburg e ottenendo sempre consensi unanimi. Nel 1995 la Notte Sinfonica Veneziana ha inciso il suo primo CD dal vivo con musiche di Mozart, Rossini e Salieri. Dal 1997 sono presenti in catalogo della Phoenix Classics altri 3 CD: The Eight Seasons con musiche di Antonio Vivaldi e di Astor Piazzolla, l’integrale delle sonate per flauto di J.S.Bach e i concerti di F. Schwindel, C.P.E. Bach e K. Stamitz per flauto e orchestra, i quali hanno riscosso entusiastiche critiche sulle riviste di settore CD Classica e Suonare. Nel 1998 si è esibita alla presenza del Santo Padre Giovanni Paolo II nella Sala Nervi in Vaticano e nel 1999 ha inciso la colonna sonora del film Giallo Parma di Alberto Bevilacqua. Ha partecipato in funzione rappresentativa della Regione Veneto al padiglione Italia all’Expo 2000 di Hannover ed a Mondo Italia Stoccarda nel 2009. Attualmente prosegue la attività cameristica anche in altre molteplici forme: Trio Visavì, Quartetto Seviane, world music Venice Light Orchestra, pop Notte Veneziana e Notte Barocca Veneziana. 22 a ORE 21.00 Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico VISIONI D’INCANTO Proiezioni di immagini fisse di grande formato (fino alle ore 3.30) a 23 ORE 21.00 Corte di Palazzo Trinci NOTTE BAROCCA A FOLIGNO 2009 Proiezioni video (fino alle ore 3.30) A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria (Centro Video) a ORE 21.00 Via Isolabella Visita guidata al Planetario del Laboratorio di Scienze Sperimentali (fino alle ore 2.00) GALILEO GALILEI, SIDEREUS NUNCIUS IV centenario della pubblicazione (1610-2010) Proiezioni e incontri. Ore 21.00: Planetario - 22.00: Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Venezia, Baglioni, 1610), conferenza spettacolo 23.00: Planetario - 24.00: Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Venezia, Baglioni, 1610), conferenza spettacolo - 01.00: Planetario In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares Quattrocento anni fa Galileo Galilei pubblicava il Sidereus Nuncius ed apriva definitivamente la strada alle idee dell’eliocentrismo che Copernico non ebbe il coraggio di diffondere. Con questo libro la fama di Galileo diventò enorme raggiungendo praticamente tutti i paesi della terra. Dallo studio del testo traspare la sua genialità, a cominciare dalla costruzione del primo telescopio che sarà puntato verso il cielo: egli capì che le lenti, se ben costruite (e lui era in grado di lavorarle con grande precisione), erano strumenti scientifici che rispondevano a leggi fi- 24 a siche rigorosissime. Accompagnato da immagini e animazioni, l’incontro ripercorre i punti fondamentali trattati da Galileo: la Luna, ritenuta “cristallina e perfetta”, perdeva questa prerogativa: il suo telescopio mostrò un corpo come la terra con monti e valli e pianure, scoprendo addirittura la luce cinerea; il Sole non era considerato un corpo perfetto, ma addirittura Galileo scoprì sulla sua superficie delle macchie che gli permisero di capire che quel corpo ruotava intorno a se stesso; Venere aveva il suo diametro apparente che variava e presentando le fasi, come la luna, non poteva passare tra la terra e il sole; Saturno non era un pianeta normale ma aveva un aspetto “tricorporeo” - intorno al pianeta Giove ruotavano quattro piccoli corpi, “i satelliti medicei”, che cambiavano le loro posizioni rispetto al loro “padrone”; la Via Lattea, come molte Nebulose, era in realtà formata da tantissime stelle lontane; le costellazioni conosciute con il suo telescopio apparivano ora molto più complesse. La conferenza sarà arricchita da letture galileiane a cura di Valter Romagnoli. Luciano Villani Luciano Villani Laureato in Biologia presso l’Università degli Studi di Perugia, ha insegnato Scienze e chimica presso il Liceo Scientifico di Foligno dal 1985. Astrofilo fin da ragazzo, nel 1995 ha fondato con il prof. Paolo Maffei l’Associazione Astronomica Antares, di cui è presidente. a 25 ORE 21.00 Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni Visita guidata all’Osservatorio Astronomico Comunale A RIMIRAR LE STELLE Proiezioni e osservazioni al telescopio (fino alle ore 2.00) In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares a ORE 22.00 Teatro Parco Fluviale Hoffmann SCOPRIAMO LE COSTELLAZIONI Osservazioni al telescopio (fino alle ore 24.00) In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares 26 a ORE 22.30 Spettacolo itinerante: Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci Piazza della Repubblica ORE 23.00 Finale fisso: Piazza della Repubblica Compagnie des Quidams RÊVE D’HERBERT Alle ore 2.00 la Compagnie des Quidams replica Rêve d’Herbert: spettacolo itinerante (Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica) con finale fisso alle ore 2.30 in Piazza della Repubblica a Bianche figure allungate avvolte in tessuti, su trampoli, avanzano nell’ombra e sembrano attendere qualche appuntamento sconosciuto. Possono apparire nei pressi di un albero o all’angolo di una strada. L’unico linguaggio è quello dei silenzi e dei gesti lenti. Iniziano strane cabale, si avvicinano, si allontanano e finalmente ci invitano a seguirle. Poco a poco si trasformano in giganteschi personaggi, alti quattro metri. Deformati e maestosi, goffi ed aerei, come venuti da un altro pianeta, le loro teste diventano luminose. Poi le enormi silhouettes ci portano verso un astro lucente. Su una musica strana e voluttuosa, i personaggi compiono un rituale magico che permetterà all’astro di sollevarsi verso il cielo. Strizzano l’occhio alla luna, come in un sogno. Rêve d’Herbert, presentato dalla Compagnie des Quidams e ideato in collaborazione con la Compagnie d’Inko’ Nito, è stato proposto in più di cento città in Francia, numerose volte in Germania, Belgio, Spagna, Italia, Paesi Bassi, Regno Unito, così come in Austria, Bielorussia, Grecia, Irlanda, Lituania, Lussemburgo, Monaco, Portogallo, Romania, Svizzera, Algeria, Russia e in molti altri Paesi extra europei. a 27 È stato rappresentato anche in numerosi festivals in Francia e in Europa, in occasione di grandi avvenimenti (Biennale della Danza, Esposizione Nazionale della Svizzera 2002), sportivi (Mondiali ‘98, Euro 2000, Euro 2004, Masters di Golf femminile), commerciali e celebrazioni europee, tra cui la cerimoia di ingresso dei dieci nuovi paesi nella Comunità Europea a Kilkenny (Irlanda) e a Strasburgo. Compagnie des Quidams È nata nel 1994 su iniziativa del responsabile artistico Jean-Baptiste Duperray, il quale ha seguito un percorso professionale atipico: dapprima agricoltore, poi cuoco, all’inizio degli anni ’80 la sua passione per il teatro ed il circo lo porta a seguire diversi corsi di formazione teatrale e circense e a collaborare con varie compagnie di teatro di strada. Nel 1986 fonda una prima compagnia a Lione. A partire dagli anni ’90 si stabilisce a nord del dipartimento di Ain e si dedica alle arti di strada al di fuori dei grandi centri urbani. A poco a poco decide di coinvolgere artisti di diversa formazione (teatro, danza, circo) e così inizia la storia della Compagnie des Quidams. I primi lavori della compagnia sono spettacoli di teatro di strada: spettacoli itineranti ispirati all’arte circense, come Comme des Mômes e Pinpon, o spettacoli fissi che parlano del mondo d’oggi, come La Preuve par l’œuf e Faim de Siècle. La Compagnie des Quidams è sostenuta dal Conseil Général de l’Ain e la Région Rhône-Alpes. 28 a ORE 23.30 Largo Carducci Ensemble Terra d’Otranto TARATÀNTARA Il tarantismo in Puglia e Spagna tra XVI e XVIII secolo Direzione Doriano Longo a Emanuele Licci, voce, chitarriglia Nadia Esposito, voce, castanuelas, danza, voce recitante Laura Santese, voce, tamburello, danza Doriano Longo, violino barocco Luca Tarantino, chitarra spagnola Pierluigi Ostuni, tiorba Roberto Chiga, percussioni Programma Intrada Le indagini di A. Kircher Passacaglia, “Delli attarantati” (testo di T. Pini), Antidotum tarantulae, Tarantella tono ipodorico, I II e III modus Tarantellae, Tarantella tono frigio Il tarantismo in Puglia “La taranta” (testo di S. Quasimodo), Invocazione a San Paolo, Battaglia tarantelle, Tarantelle (Puglia sec. XVIII) Il tarantismo in Spagna Xacaras, “Il medico e il musicista scettico” (testo di Don Pedro F. Domenec y Amaya), Guaracha, Lu sule calau, Spagnoletto, Tarantelle Le pene d’amore La Suave Melodia, Aria sopra il Fedele, “La tarantata” (testo di F. Ciminelli “L’Aquilano”), Tarantella del Gargano, Sta cala lu serenu de le stelle Terra d’Otranto “Il veleno della tarantola” (testo di F. Epifanio), Solo tamburello, Tarantella di Terra d’Otranto, La Sanvitese Grecìa Salentina Agapimu fidela protinì (Mio primo fedele amore), Kalinitta (Buonanotte), Foddhria foddhria (Fuoco fuoco) Il Rito La Ronda, pizzica a botta, pizzica de core a 29 Nelle musiche per la terapia del tarantismo la tradizione popolare sembra accogliere un’eredità antropologico-culturale che dal mondo antico giunge fino ai nostri giorni. Dai testi biblici alla mitologia greca, per limitarci alle sole radici culturali dell’Occidente, sono innumerevoli i racconti di eventi portentosi legati al potere di guarigione della musica: dal mito di Orfeo, che con la musica placa le belve, all’Odissea, dove le ferite di Ulisse vengono sanate grazie al suono di una cantilena. Per avere le prime informazioni della musica utilizzata per guarire i tarantati, bisogna attendere le opere medievali. Così, accanto agli Exempla di tradizione classica, cominciano a veder la luce diversi trattatelli, i De venenis, che cercano di approfondire l’argomento apportando ulteriori riflessioni sui poteri della musica, sulle cause del “male”, sul fenomeno osservato in campo, sulle caratteristiche anatomiche della tarantola. Così si esprime Gugliemo de Marra nel suo Sertum Papale de venenis (ca. 1362): “Item inducatur sibi laetitia omni modo possibili cum diversis cantibus, et tripudiis, cum relazione bonorum novorum et sono multiplici, ut experientia docet, ex quibusdam sonis in tantum delectantur, et iuvantur, quod apparent liberati” (ugualmente li si allieti, i tarantati, con diversi canti e balli in ogni modo possibile, con molteplicità di suoni e gradite novità, come insegna l’esperienza, da certi suoni traggono tanto godimento e giovamento da apparire guariti). L’interesse per questo fenomeno vede nei secoli successivi un continuo crescendo, fino a giungere nel periodo barocco in cui molteplici sono stati i contributi di medici, scienziati, filosofi, storici e musicisti. Non è casuale che la maggior parte delle partiture a noi giunte si riferisca proprio a quest’ultimo periodo. Se in passato la Pelandra, la Dama di Provenza, la Catena, la Guaracha, il Lepote, il Minuetto della Maschera di Cadice, venivano parimenti e variamente utilizzate, a partire dal Seicento la tarantella diviene l’unica forma musicale presente nella terapia quasi a voler essere diventata la “summa” di tutte le altre: essa stessa si presenta in diverse forme e diversi “affetti” poiché i tarantati, e le stesse tarantole, non amano tutti la stessa melodia o la stessa pulsazione ritmica. Così abbiamo la Tarantella in tono frigio, dal carattere vivace e travolgente, la Tarantella in tono ipodorico, dal carattere austero, l’Antidotum tarantulae, dalla melodia languida e triste. Anche l’aspetto ritmico, come si diceva, presenta varietà: di base vi è un tactus binario ma gli accenti nelle pulsazioni sono sia binari che ternari (4/4, 2/4 e 6/8) a seconda del carattere della danza e del contesto geografico in cui venivano eseguite (in Spagna e nella zona di Napoli si utilizzavano i ritmi ternari, adatti a soavi danze, mentre in Puglia si preferivano quelli binari, di carattere vivace e ossessivo). A partire dal XVIII secolo la funzione terapeutica della tarantella so- 30 a pravvive solo in Puglia, in Campania e in alcune zone del sud della Spagna. Nel resto del meridione d’Italia diviene una danza di corte o d’intrattenimento: a Napoli, ad esempio, venivano organizzati in piazza spettacoli per i turisti con finte tarantate e ricreate tarantelle. Da ciò ne conseguì un’inevitabile “decadenza” sia nella varietà che nella forma. Straordinario, per certi aspetti, diviene il sopravvivere nel Salento, fino a tardo Novecento, della funzione terapeutica della tarantella: la danza assume la denominazione popolare di “pizzica”, dal morso della tarantola, e conserva gli stessi ossessivi elementi ritmici e melodici dell’antica forma. Essa diviene fulcro di un rito esorcistico e liberatorio di potente suggestione. Doriano Longo Ensemble Terra D’Otranto Fondato nel 1991 da Doriano Longo, è costituito da musicisti professionisti specializzati nella prassi esecutiva della musica tardo-rinascimentale e barocca. I loro studi si sono svolti presso Accademie e Scuole di Musica in Italia, Francia, Belgio e Inghilterra. Tra i maestri che hanno curato la loro formazione vi sono: Sigiswald Kuijken, Enrico Gatti, Maggie Faultless, Jaap Schröder, Rolf Lislevand, Hopkinson Smith, Franco Pavan, Laura Alvini. Il progetto iniziale del gruppo era quello di far conoscere o riportare alla luce le opere più significative degli autori dell’antica Terra d’Otranto. Nel corso del lavoro di ricerca, tuttavia, i musicisti hanno constatato la necessità di esplorare anche un repertorio popolare, antico o tradizionale, che fra XVI e XVIII secolo caratterizza le espressioni musicali più originali del Salento, con particolare riferimento alle forme di origine terapeutica e rituale. L’Ensemble Terra d’Otranto è presente nei programmi dei principali festival italiani (Concerti del Quirinale, Segni Barocchi Festival, Parco della Musica nella programmazione dell’Accademia di Santa Cecilia) ed europei (Spagna, Portogallo, Belgio, Malta, Grecia, Montenegro); viene inoltre invitato ad esibirsi in occasione di convegni universitari sul periodo barocco e sulle forme musicali terapeutiche e rituali del tarantismo. Diverse sono le produzioni effettuate dal gruppo con compagnie teatrali pugliesi oltre che con enti ed istituzioni varie, fra cui: Astragali Teatro, Teatro Pubblico Pugliese, Casa dei Doganieri, Scena Studio, Provincia di Lecce, Città di Alessano, Facoltà di Conservazione dei Beni Culturali e Facoltà di Filologia Linguistica dell’ Università di Lecce, festival internazionale Musica Antiqua Perast, festival di musica antica Il Montesardo, Accademia di Belle Arti di Lecce, Rai Radio Televisione Italiana, E.C.CO. Eastern College Consortium di Boston, London Middlesex University, Ministero dei Beni e delle Attività Culturali. Alcune di queste produzioni hanno ricevuto prestigiosi riconoscimenti dalla critica (il cortometraggio Tarantule, Antidoti e Follie, prodotto da Rai Due, ha ricevuto la menzione d’onore al festival internazionale di Varsavia sulle produzioni televisive) e dal pubblico (del CD Mila, Mila Dòdeka, prodotto nel 2004 da Velut Luna e distribuito dalla rivista Audiophile Sound, sono state distribuite oltre 15.000 copie). L’Ensemble Terra d’Otranto ha effettuato registrazioni discografiche per Salento altra Musica, Velut Luna, Il Manifesto, Orfeo, Audiophile Sound, casa editrice Argo, Radio Italia, Rai Due TV e Radio Tre Rai. Hanno collaborato con l’Ensemble Terra d’Otranto: Angelo Manzotti, Franco Pavan, Gaetano Nasillo, Cristina Miatello, Enrico Gatti, Marcello Gatti, Stefano Bagliano, Egon Mihajlovic, Jerome Correas, Savina Yannatou e, per il teatro, Brizio Montinaro, Paolo Panaro e Michele Mirabella. Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00 “fin alle quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi (Palazzo Trinci). Resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti. a 31 Conferenza Venerdì 10 settembre, ore 17.30 Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza con degustazione Gabriele Metelli IL VINO NELLA SOCIETÀ FOLIGNATE TRA CINQUE E SEICENTO a Il territorio di Foligno, nel periodo in esame, non si segnala per una consolidata produzione di vini pregiati, bensì per un loro elevato consumo, particolarmente di quelli di importazione, come il montepulciano, la malvasia e l’orvieto. Tra i vini prodotti localmente, nelle carte di archivio, è nominato soprattutto il moscatello, mentre il greco, il lambrusco e lo zibibbo sono per lo più uve da tavola. Una importante occasione di smercio di vini è fornita dal passaggio e dalla permanenza per alcuni giorni in città di personaggi illustri con il loro seguito, ma anche dalla presenza entro le mura di numerose osterie e varie strutture ricettive che, soprattutto nel Cinquecento, ospitano un ragguardevole numero di viandanti, in primis mercanti. Sempre a proposito di vino locale, ha suscitato scalpore il recente rinvenimento di un documento del 1575, dove si legge che in quell’anno sono presenti a San Vittore (Foligno) quattro pergole di sagrantino. Oltre all’ubicazione, veramente insolita, la novità di rilievo è costituita dal fatto che si tratta della più antica menzione di questo vitigno. Per quanto concerne l’aspetto fiscale, nel Cinquecento sono in vigore due imposte: la prima, versata alla Camera Apostolica, è dovuta in occasione del trasporto dalla campagna in città dell’uva e del mosto all’epoca della vendemmia, ed è chiamata “gabella della rimessa de’ frutti”, la seconda, denominata “gabelletta”, è applicata sul vino che si vende al minuto. Dal 1588 si pagherà anche la gabella detta “tassa del quattrino a foglietta” che nel Seicento sarà riscossa tramite appalti e subappalti. Per quanto attiene, infine, agli aspetti sociali, va ricordato che il consumo di vino è stato sempre rigidamente controllato per motivi di ordine pubblico. Molte ordinanze comunali si riferiscono proprio alle osterie a causa dei numerosi reati che vi si commettono: prostituzione, ferimenti, omicidi, bestemmie, giochi proibiti, consumo di carne in tempo di vigilia o di Quaresima. Ma è la violenza, legata all’eccesso nel bere, che preoccupa maggiormente, soprattutto se si considera che spesso sono i ragazzi e i sacerdoti ad essere sorpresi in stato di ebbrezza nelle bettole, ma anche in mezzo alle vie cittadine o nelle vicinanze di chiese. Certamente il capitolo di storia cittadina che nel Cinquecento colpisce di più è quello che riguarda appunto la condotta dei religiosi. 32 a Gabriele Metelli È laureato in Economia e Commercio, diplomato in paleografia, diplomatica e archivistica e docente di materie scientifiche. È autore di diversi saggi di storia economica, sociale, religiosa e artistica concernenti la Valle Umbra. Ha partecipato a numerosi convegni nazionali e internazionali, tra i quali quelli di Fabriano: Carta e cartiere nelle Marche e nell’Umbria dalle manifatture all’industrializzazione; Produzione e uso delle carte filigranate in Europa (secoli XIII-XX) (1-3 ottobre 1993); L’impiego delle tecniche e dell’opera dei cartai fabrianesi in Italia e in Europa (16-17 giugno 2006); di Prato, Istituto Internazionale di Storia Economica F. Datini: Alimentazione e nutrizione secoli XIII-XVIII (22-27 aprile 1996); di Senigallia, International Workshop on History, Anthropology and Epistemology of Medecine: Venus, Venum, Venenum, Antropologia e storia del farmaco (29-30 novembre, 1 dicembre 2002). È iscritto al SISE (Società Italiana degli Storici dell’Economia). È socio ordinario dell’Accademia Fulginia, socio corrispondente dell’Accademia Spoletina e dell’Accademia di Montefalco, socio aggregato della Deputazione di Storia Patria per l’Umbria. Prima menzione del sagrantino: ASF, Notarile 382, B. Dolci, 30 aprile 1575 Foto tratta dall’articolo di Gabriele Metelli “La produzione del sagrantino e degli altri vini pregiati nel folignate tra Cinque e Seicento”, in Archivi in Valle Umbra, anno IV, Nn 1-2, giugnodicembre 2002, pag. 52 a 33 Cinema Giovedì 16 settembre, ore 17.30 e 21.30 Foligno, Multisala Supercinema AMOR NELLO SPECCHIO di Salvatore Maira Italia, 1999, col., 104’ a Vogliamo restituire allo sguardo dello spettatore questo film per la sua singolarità libertina. Apparso fugace nelle sale, come si addice ad un testo di catottrica teatrale, e ben presto scomparso e inabissato nel digitale, dove le analogie scompaiono a vantaggio delle combinazioni alfanumeriche, il film proviene dal testo omonimo dell’attore, capocomico e drammaturgo italiano Giovan Battista Andreini (1576/9 - 1654) e il regista Salvatore Maira ha prestato cura filologica, nonché quella cinematografica, nell’allestimento editoriale del testo del 1622 Amor nello specchio presso un editore italiano. Trattasi di scatole speculari e al cinema trovano un effimero e durevole (ossimoro inevitabile!) compimento. Prima del cinematografo, però, il testo drammaturgico, oltre al suo proprio repertorio secentesco da Compagnia dei Fedeli, ha avuto l’onore di una rivisitazione celebre, quella predisposta con la consueta acribia da Luca Ronconi in uno dei suoi saggi all’Accademia d’arte drammatica di Roma alla fine degli ottanta del secolo scorso e ripresa poi, una quindicina di anni dopo, nella stagione teatrale ferrarese del 2001. In questa occasione, il regista spese la sua autorevole in- 34 a fluenza per modificare la committenza della città di Ferrara, che lo aveva incaricato di riprendere quel mirabile Orlando Furioso dall’Ariosto - realizzato nel 1969 e che aveva lo stabile di Ferrara come partner produttivo - in occasione del quinto centenario dell’arrivo in città di Lucrezia Borgia (1501). Invece dell’impossibile riedizione, Ronconi suggerì l’allestimento teatrale del testo di Andreini, storia al cui centro grandeggiano le due figure femminili (Virginia Ramponi in arte Florinda e Virginia Rotari in arte Lidia), che avrebbero reso omaggio non decorativo alla figura della Duchessa, la figlia del Papa Alessando VI, sposa in terze nozze del duca Alfonso D’Este. Al centro del testo dunque primeggiano e gareggiano in rivalità amorosa le due Virginie, che furono, prima che nel testo, rivali amorose nella vita. Infatti la milanese Virginia Ramponi era la prima moglie di Giovan Battista Andreini, attrice come Florinda, nella famosa compagnia teatrale dei Gelosi dei genitori del marito, Francesco Andreini e Isabella Canali, nella quale il giovane Giovan Battista, dopo regolari studi umanistici a Bologna, recitava nelle parti di innamorato come Lelio o Florindo. Con lei, sposata nei primi anni del 1600, Andreini fonda la compagnia teatrale dei Fedeli (lo scacchiere delle passioni familiari!) e, dopo il 1604, anno della morte dell’amata madre Isabella e dello scioglimento della compagnia dei Gelosi, entra al servizio del duca di Mantova e, per intercessione del padre Francesco, ritiratosi dalle scene, raggiunge le principali corti italiane e quella francese. Alla coppia dei Gelosi subentra, raddoppiandola, quella dei Fedeli. Ma il modello coniugale sopporta anche quello trinitario. Nella compagnia, ormai famosa, recitava la giovane Virginia Rotari, in arte Lidia, che ben presto divenne l’amante di Giovan Battista, nei riguardi della quale l’altra Virginia inscena una lotta amorosa durevole: alla similarità del nome raddoppiato, che la lusinga, l’immagine le restituisce la dissomiglianza dell’età, che la turba e l’attrae. Questo è il succo dell’intreccio drammaturgico che l’Andreini, sviluppando in commedia scabrosa e sorprendente, e ricavandone beneficio, trae dall’intrigo della vita, raffigurandolo in una catottrica teatrale, in un gioco di riflessioni e rifrazioni speculari. Nella vita, invece dello scioglimento drammaturgico escogitato, l’Andreini, dopo la morte della moglie nel 1630, a Lione, sposa in seconde nozze la seconda Virginia. Il cineasta Salvatore Maira, studioso dell’età barocca, realizza questo film con un’accuratezza formale puntigliosa e inscena il testo dell’intrigo, fondendo vita e arte, l’una al servizio dell’altra in un gioco della raffigurazione dei corpi e dello spazio scenico, in cui l’intreccio psicologico si ritrae a vantaggio di quello della messa in scena. L’intuizione strutturalista della prima lettura ronconiana (non personaggi di un romanzo psicologico ma figure nello specchio di un catalogo manierista, non un testo univoco ma addensamento e trasformazione di schegge di altri testi) permette il trattamento cinematografico. Non persone ma ombre di persone. Senza le scorciatoie ermeneutiche della modernità: l’Andreini riletto mica è lettore (soltanto) di Lacan! Roberto Lazzerini a 35 Conferenza Venerdì 17 settembre, ore 18.00 Montefalco, Teatro San Filippo Neri Conferenza Omar Calabrese NUOVI CONCETTI NEOBAROCCHI La fine degli ANNI ZERO: dal neobarocco al ‘neo’ barocco In collaborazione con il Comune di Montefalco a Dopo 23 anni dalla teorizzazione de L’età neobarocca l’assetto culturale è ancora neobarocco, ma con delle novità. Il matrimonio tra Neobarocco e media si è fatto ancora più grande a scapito dell’aspetto di innovazione che aveva negli anni ’80. La mentalità neobarocca, orientata su un “gusto” medial-televisivo di massa, si è sviluppata seguendo degli schemi stereotipi: 1. Bizzarria/assurdo con scarso valore estetico; 2. Pratiche devianti verso superstizione e anomalia gratuite e senza posta in gioco; 3. Avvento di pratiche “acute” per sopravvivere nelle nuove società a “dittatura democratica”. La forma diventa formula così come l’etica diventa etichetta. In questo senso il neobarocco è tornato al momento sociale negativo che per certi aspetti aveva rappresentato la “perversione” del Barocco storico in cui la ricerca delle forme e del virtuosismo finisce per occultare l’assenza di significato e contenuti. C’è da domandarsi se è possibile recuperare la dimensione fantasiosa e produttiva del Barocco senza dover tornare a una inattuale ricerca del classico. Omar Calabrese Docente di semiologia delle arti all’Università di Bologna e visiting professor all’École des hautes études di Parigi, alle Università di Bilbao, Barcellona, Aarhus, Yale, Harvard, Berlino, Bogotà, Buenos Aires, Londra, Zurigo, Salonicco, Praga, Vienna, Mannheim, Oporto, Tours, Amsterdam. Attualmente è professore di semiotica presso l’Università di Siena. È stato consigliere comunale a Bologna, assessore alla cultura del Comune di Siena, consigliere della Presidenza del Consiglio dei ministri per l’editoria e la comunicazione, presidente dell’Associazione italiana di studi semiotici e della Fondazione mediateca regionale toscana. Ha diretto le riviste Alfabeta, Rivista illustrata della comunicazione e Metafore, e ha collaborato ad altri periodici culturali come Casabella, Viceversa, Estudios semioticos, Versus - Quaderni di studi semiotici; ha fondato Carte semiotiche. Come giornalista ha collaborato al Corriere della sera, Panorama, El Pais, La Repubblica, l’Unità. Ha curato programmi televisivi per Rai, Mediaset e Tve. Ha curato i contenuti culturali per le Esposizioni Universali di Vancouver, Brisbane, Siviglia, Genova e Hannover. È autore delle opere: Semiotica della pittura (Il Saggiatore, Milano, 1981), Il linguaggio dell’arte (Bompiani, Milano, 1984), La macchina della pittura (Laterza, Bari, 1985), Piero teorico dell’arte (Gangemi, Roma, 1986), L’età neobarocca (Laterza, Bari, 1987), Caos e bellezza (Domus Academy, Milano, 1991), Mille di questi anni (Laterza, Bari, 1991). 36 a Teatro Venerdì 17 settembre, ore 21.15 Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco La società dello spettacolo - associazione di cultura 1610-2010. IL NEO BAROCCO Lo spettro del Seicento si aggira per l’Europa Drammaturgia Michelangelo Bellani Regia c. l. Grugher In collaborazione con il Comune di Montefalco a ‘‘Circola gente strana oggi nel mondo della cultura. Gente che… pensa… se per caso ci sia qualche relazione tra la più recente scoperta scientifica concernente la fibrillazione cardiaca e un telefilm americano’’. Omar Calabrese, L’età neobarocca Il progetto dichiara apertamente un debito verso L’età neobarocca, saggio scritto da Omar Calabrese, uno fra i più noti semiologi italiani. Altri lavori hanno condotto la nostra ricerca a esplorare la trasmigrazione scenica di opere di saggistica filosofica - come sa già chi conosce la nostra produzione teatrale. In questo caso però non si tratta della trasposizione scenica del celebre saggio apparso sul finire degli anni ottanta e non si tratta neanche soltanto di una base teorica cui attingere. Si tratta di una ‘‘geografia di concetti’’ a partire dai quali costruire una drammaturgia. Quello che Calabrese definisce ‘‘neobarocco’’ non è altro se non una mappa nel fluttuante universo dell’estetica del contemporaneo. Dagli spettacolari anni ‘80 ad oggi, la persistenza del concetto di neobarocco nella cultura, nell’arte e nel cinema, nella letteratura, nella politica, nella moda, nel design e nello sport, passando ovviamente per la pubblicità e internet, è evidente. Avremmo potuto aggiungere come sottotitolo: Dal postmoderno al neobarocco o anche Da Caravaggio a Kill Bill o ancora RocoPulp. Senonché quello che ci è apparso di estremo interesse è il riconoscimento di una ‘‘estetica sociale’’, di una ‘‘forma soggiacente’’ ovvero di uno ‘‘spirito del tempo’’, di un principio astratto, immateriale che agisce nei fenomeni (in ciò che si manifesta) e che regola il giudizio su di essi. Il punto rilevante non è quindi che la ‘‘naturale instabilità e informità della nostra società’’ è di stampo ‘‘neobarocco’’, ma il riconoscimento, nel NEO-BAROCCO, dell’esistenza di una ‘‘mentalità’’, di un ‘‘gusto’’ socialmente dominante che dirige gli avvenimenti e le manifestazioni del contemporaneo. A questa geografia di concetti abbiamo innestato nostre personalissime suggestioni che riguardano, a partire dal vissuto individuale, la storia di questi ultimi 30 anni. Abbiamo immaginato due mostri-zombi e un linguaggio fantastico, una sala della tortura in cui vengono accolti gli spettatori, le forme e i segni attinti al campionario estetico mediale del neobarocco, il desiderio dei due mostri di liberare lo spettro dell’autentico padre Barocco, il Seicento ritratto ed evocato a partire da citazioniechi dei testi della poetica barocca e, in questo 2010, la morte di Caravaggio. Michelangelo Bellani c.l. Grugher a 37 La società dello spettacolo - associazione di cultura Nasce in Umbria nel 2007 dalla cooperazione di tre artisti, c.l. Grugher, Marianna Masciolini, Michelangelo Bellani, provenienti da differenti percorsi individuali. La modularità è da subito la cifra di uno studio collettivo che consente a ciascuno di offrire la propria esperienza. Pluralità di linguaggi espressivi, dunque, e nessuna chiusura in una libera sperimentazione che non perde, però, la memoria della tradizione. Il progetto de La società dello spettacolo ispirato alle tesi del filosofo e cineasta francese Guy Debord, segna un momento importante di studio e di riflessione sulla civiltà contemporanea che porta il gruppo di ricerca teatrale a scegliere come nome proprio l’omonimo titolo dell’opera d’esordio. Il lavoro, che la critica nazionale ha definito come ‘‘un’intensa esperienza culturale di rara pregnanza e necessità’’, è stato ospitato da diverse istituzioni teatrali italiane tra cui Opera prima Festival di Rovigo, Css Teatro stabile d’innovazione del Friuli Venezia Giulia, Festival Classico Pompeiano all’interno degli scavi di Pompei, Batik Festival e presente nelle stagioni 2007/08 e 2009/10 del Teatro Stabile dell’Umbria. La ricerca si orienta quindi nella trasposizione drammaturgica di testi di natura filosofica e sociologica tentando di portare alla luce l’archetipo che lega la parola teatrale alla parola filosofica. La società dello spettacolo, parallelamente all’attività di produzione teatrale, si occupa di progetti di formazione e di educazione in cui le discipline teatrali sono a sostegno della didattica. In questo ambito collabora con enti e istituzioni pubbliche. Conduce regolarmente atelier teatrali in vari istituti scolastici nella provincia di Perugia e l’atelier teatrale per adulti Spaziozero con varie sedi in Umbria. È partner associato del progetto Human Right Sunrise e partner del progetto Non-Profit Sector as Key and Transversal Competencies Generator nell’ambito del programma Lifelong Learning Programme - Grundtvig della Commissione Europea. Con la Provincia di Perugia e con l’Ufficio Scolastico Regionale cura il progetto Auschwitz - giovani, memoria, luoghi. La società dello spettacolo - associazione di cultura, conduce e organizza progetti di educazione teatrale, SpazioH, dedicati ai diversamente abili in collaborazione con enti e associazioni umanitarie. Realizza, inoltre, documentari, opere videografiche, mostre, installazioni e live performance multimediali. 38 a Musica Sabato 18 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij SONORITÀ VISIVE La musica barocca nei film di Andrej Tarkovskij Direzione musicale Stefano Maurizi Regia Andrej A. Tarkovskij a Stefano Maurizi, grand piano Simone Santini, sax sopranino e live electronics Damiano Puliti, violoncello Programma J. S. Bach Ricercar - variazioni su tema dall’Offerta musicale Duo / Impromtu # 1 J. S. Bach Preludio chorale BWV 639 Trio / Impromtu # 2 J. S. Bach Suite n. 5 per violoncello solo - Sarabanda Duo / Colors # 1 J. S. Bach Suite n. 1 per violoncello solo - Sarabanda Trio / Impromtu # 3 G. B. Pergolesi Quando corpus / Stabat Mater Trio / Colors # 2 H.Purcell The Indian Queen Trio / Impromtu # 4 J. S. Bach Erbarme dich / variazione su tema Duo / Colors # 3 Finale a 39 Tarkovskij, il poeta dell’immagine, il regista scultore del tempo, ha lottato con disarmante coraggio a difesa della sua autonomia artistica e indipendenza dal potere nella creazione di un linguaggio nuovo e, in un contesto storico dominato dall’ateismo marxista, riuscendo allo stesso tempo a trasmettere più di chiunque altro la cultura del proprio paese con la realizzazione di film dalla dirompente forza spirituale e carica metafisica. In patria egli ha subito ogni tipo di censura e vessazione in quanto il suo linguaggio artistico veniva inteso come esaltazione idolatrica della propria personalità volta a imporre il proprio messaggio allo spettatore senza un preventivo confronto con la coscienza popolare e in contrasto quindi con la morale comunista. La complessità e la profondità dei temi trattati nei suoi film erano quindi considerati elitari e lontani dal sentire del popolo e soprattutto in totale contrasto con l’estetica realsocialista. La suggestiva trama musicale proposta nel concerto abbraccia temi di lavori fondamentali di Bach - compositore prediletto da Tarkovskij - come il Musikalisches Opfer o l’aria Erbarme Dich dalla Mattaeuspassion - allacciati a improvvisazioni per trio ed elettronica eseguiti da Stefano Maurizi al 40 a pianoforte, Damiano Puliti al violoncello e Simone Santini al sassofono soprano. In realtà Tarkovski è forse al tempo stesso anche Bach. I suoi lavori infatti si vivono, si contemplano e si amano con lo stesso impatto emotivo con cui si ascolta e si medita la Messa in Si Minore e la Passione di San Matteo. In Sonorità Visive la musica si associa e diventa riflesso delle immagini tratte dai film dell’indimenticabile regista russo, ne trasfigura il profondo carattere poetico e la forza spirituale ed espressiva assumendo un carattere narrativo che evoca la vita del regista nella sua infanzia (Lo Specchio), le difficili relazioni umane e il forte motivo esistenziale (Solaris), un difficile viaggio attraverso la ‘zona’ della vita alla ricerca dell’anima (Stalker), la solitudine della lontananza (Nostalghia), il sacrificio della vita per amore e salvezza dell’umanità (Sacrificio). Il concerto proposto in questo festival è già stato presentato con grande successo sia in Italia che all’estero. Paolo Eustachi a 41 Musica Domenica 19 settembre, ore 18.00 Verchiano di Foligno, Chiesa di Santa Maria Assunta La Strada Europea della Pace Lubecca-Roma: percorsi di musica barocca Musica Perduta, ensemble con strumenti originali PERGOLESI SULLA VIA DELLA PACE Inediti pergolesiani ad Assisi. Omaggio a Giovanni Battista Pergolesi nel III centenario della nascita. In collaborazione con “Isole-Eventi e tramiti verso la capitale europea della cultura 2019” della Provincia di Perugia a Valentina Varriale, soprano Mauro Borgioni, baritono Monika Toth, Alessandro Ratti, violini barocchi Pasquale Lepore, viola da braccio Renato Criscuolo, violoncello barocco Luca Marzetti, contrabbasso barocco Mauro Squillante, mandolino e mandola bassa Michele Carreca, Simone Vallerotonda, tiorbe Programma Giovanni Battista Pergolesi (Jesi 1710 - Pozzuoli 1736) Sinfonia da O frat ‘nnammurat Cantata Luce degli occhi miei, per baritono, archi e basso continuo* Cantata spirituale La Maddalena al Sepolcro per soprano, archi e basso continuo* Concerto in Sib Maggiore per soprano, archi e basso continuo* Cantata Nel chiuso centro per baritono, archi e basso continuo* * composizione inedita Tra i numerosissimi manoscritti musicali del XVIII secolo contenuti nella biblioteca del Sacro Convento di Assisi spicca un piccolo corpus pergolesiano, che contiene, accanto ad opere già note del compositore jesino, tre cantate in versione inedita, alle quali si è interessato il gruppo di ricerca Musica Perduta. Se Luce degli occhi miei e Nel chiuso centro sono la versione per baritono, archi e basso continuo delle omonime e più note cantate per soprano, archi e basso continuo, La Maddalena al Sepolcro è un’interessantissima variante testuale “sacra” della cantata Nel chiuso centro. Non sappiamo se queste varianti siano state pensate dallo stesso Pergolesi oppure siano libere trascrizioni di qualche maestro di cappella del Sacro Convento, tuttavia La Maddalena al Sepolcro è la continuazione della storia narrata nel celebre Stabat Mater del compositore marchigiano, partitura anch’essa presente nella biblioteca del 42 a Sacro Convento di Assisi. Del resto i “travestimenti sacri” di opere originariamente profane erano all’ordine del giorno nella musica del periodo barocco. Definita nel frontespizio Cantata spirituale à canto solo del Sig. Gion. Battista Pergolese, riporta anche l’anno di copiatura: 1743. Si tratta dunque di una copia postuma, che comunque non mette in discussione l’ipotesi dell’autenticità della cantata, in quanto tale copia potrebbe essere stata redatta da un originale autografo, o comunque autentico. Anche i manoscritti delle due cantate per baritono sembrano più tardi rispetto all’epoca di Pergolesi, anche se su di essi non è riportata alcuna data di copiatura. La sostituzione del soprano con il baritono potrebbe essere dovuta alla progressiva scomparsa dei cantanti castrati dallo scenario musicale a partire da metà Settecento, e con la necessità, soprattutto in ambito sacro dove la presenza di cantanti donne non era sempre vista di buon occhio, di adattare quindi ai registri maschili cantate, inni, mottetti e quant’altro era precedentemente eseguito dagli evirati. Di provenienza napoletana, e quindi estranea all’itinerario Lubecca-Roma, è invece la versione per mandolino, archi e basso continuo del celebre concerto in Sib Maggiore, originariamente destinato al violino, ma che forse rivela meglio il variegato carattere del pezzo nella versione per strumento a plettro. Questo fortunato ritrovamento, contenuto in un libro di un mandolinista napoletano del Settecento, si deve al M° Mauro Squillante, che sta curando anche l’edizione critica della partitura. Ad aprire il concerto, la frizzante sinfonia di apertura dell’opera buffa O frat ’nnammurat, vera perla del Settecento napoletano. Renato Criscuolo a 43 Musica Perduta È un’associazione culturale fondata nel 2007 da Renato Criscuolo e Valerio Losito impegnata nella ricerca, in biblioteche ed archivi, di musica inedita o ancora poco conosciuta, di eminenti autori e di compositori, in prevalenza dei secoli XVII e XVIII che, nonostante il talento e la perizia compositiva, non hanno avuto giustizia dalla storia della musica e meritano di essere rivalutati. La musica ritrovata, una volta studiata, viene riproposta in concerto, spesso in prima esecuzione moderna, mediante l’utilizzo di strumenti originali barocchi o fedeli copie di essi. Musica Perduta oltre a vantare la scoperta di inediti di compositori del calibro di Vivaldi, Haendel, Scarlatti, Pergolesi e Zuccari, è dedita allo studio organologico: la ricostruzione di strumenti musicali antichi oggi quasi del tutto dimenticati, quali il basso di violino, la lyra rinascimentale o il violino seicentesco. Il suo ensemble, costituito di esperti musicisti specializzati nella musica barocca, che hanno al loro attivo collaborazioni con alcuni dei più riconosciuti ensemble ed orchestre del settore, si è esibito in importanti festival nazionali, tra i quali si annoverano Barocco continuo - Festival del Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini; Festival Barocco di San Gimignano; I concerti di Capri; Festival Segni Barocchi di Foligno; Roma Festival Barocco. L’associazione gestisce una stagione di concerti spirituali presso la Sagrestia della Chiesa Nuova di Roma nella quale ripropone la musica dedicata a San Filippo Neri, scritta per l’Esercizio dell’Oratorio fondato e promosso dal Santo, di cui si propone di seguire lo spirito di fratellanza. Non a caso, il suo primo CD registrato e di prossima pubblicazione è imperniato proprio sulla musica dell’oratorio di San Filippo a Roma tra Cinque e Seicento. Un secondo CD, anch’esso in via di pubblicazione, ripropone invece sei delle dieci sonate per violoncello e basso continuo di padre Francesco Maria Zuccari OFM, scoperte dal gruppo nella biblioteca del Sacro Convento di Assisi. L’associazione ha collaborato inoltre con il dipartimento di scienze filosofiche dell’Università degli Studi di Roma Tor Vergata per la realizzazione di un progetto sulla musica scritta da Jean Jacques Rousseau nonché ha curato e registrato gli audio per l’applicazione per smartphone “i-MiBAC-Top 40”: la prima di una serie di applicazioni per telefonia mobile, pluritematiche e gratuite, dedicate ai beni culturali, rilasciata dal Ministero per i Beni e le Attività Culturali. Musica Perduta offre infine una serie di servizi ad altre associazioni, a gruppi o a singoli musicisti, come trascrizioni in chiavi moderne, ricerche musicologiche, reperimento di partiture e manoscritti. 44 a 5 giugno - 2 ottobre 2010 Foligno, Palazzo Trinci Giuseppe Piermarini tra Barocco e Neoclassico Roma Napoli Caserta Foligno Orario apertura: dal martedì alla domenica ore 9-13/15-19, chiuso il lunedì a a 45 SABATO 28 AGOSTO, ORE 11.00 Foligno, Palazzo Trinci Inaugurazione della mostra GROTTESCO INCANTO DE LI CUNTI di Mariella Carbone Illustrazioni, figure e maschere ispirate a Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile Progetto di allestimento di Mariella Carbone e Antonio D’Arco Catalogo/libro d’artista VIAINDUSTRIAE edizioni a cura di Emanuele De Donno Voce recitante Maurizio Merolla La mostra resterà aperta tutti i giorni con esclusione del lunedì fino al 19 settembre, orario 9-13/15-19 Ingresso gratuito in occasione dell’inaugurazione e durante la Notte Barocca del 4 settembre dalle 18.00 alle 04.00 di notte Sabato 28 agosto, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Teatro Lirico Sperimentale di Spoleto “A. Belli” DOVE ELCE VERDEGGIA Spettacolo multimediale, tra musica, poesia, documenti dal Barocco e oltre Musiche di Fabrizio De Rossi Re, David Lang, Goffredo Petrassi Testi di Claudio Monteverdi, Giovan Battista Marino, Carlo Emilio Gadda, Alberto Arbasino Direttore Carlo Palleschi Coordinatore Michelangelo Zurletti Immagini a cura di Andrea Stanisci Prima assoluta Ingresso E10,00 - Ridotto E 7,00 Da mercoledì 1 a sabato 18 settembre Mostra mercato in collaborazione con le librerie di Foligno del circuito “Antiquarian Bookshops of Umbria” BAROCCO IN LIBRERIA Orari e informazioni: www.libreriacarnevali.it - www.editorialeumbra.it www.dalformichiere.it - www.ilsalvalibro.com Inaugurazione itinerante mercoledì 1 settembre: ore 12.00 Il Formichiere; ore 17.00 Il Salvalibro; ore 18.30 Editoriale Umbra; ore 20.00 Libreria Carnevali Bookshopping Ex Cinema Astra “Aperitivo barocco in libreria” Venerdì 3 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Associazione Commedia Harmonica BARCA DI VENETIA PER PADOVA (1623) Dilettevoli madrigali a 5 voci di Adriano Banchieri Testo liberamente ideato da Tommaso Baronti con Maurizio Torti Insieme vocale Commedia Harmonica Maestro cantore Umberto Rinaldi Maestro al cembalo Linda Di Carlo Coreografie Daniela Rosati Immagini Claudio Campodifiori Regia Giuseppe Brizi e Umberto Rinaldi Ingresso E10,00 - Ridotto E 7,00 Da venerdì 3 settembre a domenica 12 settembre Foligno, Centro Storico BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA In collaborazione con Ente Giostra della Quintana, Associazioni del Commercio e dell’Artigianato, Associazione Innamorati del Centro, Pro Foligno Informazioni e adesioni Associazione Innamorati del Centro E-mail: [email protected] 46 a aaa NOTTE BAROCCA A FOLIGNO In collaborazione con l’Ente Giostra della Quintana SABATO 4 SETTEMBRE dalle ore 17.30 “fin alle quattr’hore di notte” ORE 17.30 Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza spettacolo con degustazione Raffaele Riccio IMMAGINARIO FANTASTICO E MONDO GASTRONOMICO NELLA NAPOLI BAROCCA: LO CUNTO DE LI CUNTI DI GIAMBATTISTA BASILE Ingresso libero ORE 21.00 Auditorium San Domenico Notte Barocca Veneziana orchestra da camera in costume del Settecento NOTE VENEZIANE Musiche di A. Vivaldi, T. Albinoni, G. Tartini, A. Marcello Concertatore e violino solista Sebastiano Maria Vianello Ingresso libero ORE 21.00 Piazza della Repubblica e Piazza San Domenico VISIONI D’INCANTO Proiezioni di immagini fisse di grande formato (fino alle ore 3.30) ORE 21.00 Corte di Palazzo Trinci NOTTE BAROCCA A FOLIGNO 2009 Proiezioni video (fino alle ore 3.30) A cura del Consiglio Regionale dell’Umbria (Centro Video) ORE 21.00 Via Isolabella Visita guidata al Planetario del Laboratorio di Scienze Sperimentali (fino alle ore 2.00) GALILEO GALILEI, SIDEREUS NUNCIUS IV centenario della pubblicazione (1610-2010) Proiezioni e incontri. Ore 21.00: Planetario - 22.00: Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Venezia, Baglioni, 1610), conferenza spettacolo - 23.00: Planetario - 24.00: Galileo Galilei, Sidereus Nuncius (Venezia, Baglioni, 1610), conferenza spettacolo - 01.00: Planetario In collaborazione con il Laboratorio di Scienze Sperimentali e con l’Associazione Astronomica Antares Ingresso libero a gruppi di 40 persone ORE 21.00 Via Bolletta n.18, Torre dei Cinque Cantoni Visita guidata all’Osservatorio Astronomico Comunale A RIMIRAR LE STELLE Proiezioni e osservazioni al telescopio (fino alle ore 2.00) In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares Ingresso libero a gruppi di 30 persone ORE 22.00 Teatro Parco Fluviale Hoffmann SCOPRIAMO LE COSTELLAZIONI Osservazioni al telescopio (fino alle ore 24.00) In collaborazione con l’Associazione Astronomica Antares Ingresso libero ORE 22.30 Spettacolo itinerante: Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci Piazza della Repubblica ORE 23.00 Finale fisso: Piazza della Repubblica Compagnie des Quidams RÊVE D’HERBERT a 47 ORE 23.30 Largo Carducci Ensemble Terra d’Otranto TARATÀNTARA Il tarantismo in Puglia e Spagna tra XVI e XVIII secolo Direzione Doriano Longo ORE 2.00 La Compagnie des Quidams replica Rêve d’Herbert: spettacolo itinerante (Largo Carducci - Corso Cavour - Largo Carducci - Piazza della Repubblica) con finale fisso alle ore 2.30 in Piazza della Repubblica Durante la “Notte Barocca” resteranno aperti, con ingresso gratuito, dalle 18.00 “fin alle quattr’hore di notte” il Museo della Città e il Museo Multimediale dei Tornei, delle Giostre e dei Giochi (Palazzo Trinci), prenotazione consigliata, tel. 0742.330584, fax 0742.330599; e-mail: [email protected]. Resteranno altresì aperti negozi, ristoranti e Taverne dei Rioni della Giostra della Quintana, che saranno animate con giochi, spettacoli e gruppi musicali itineranti. aaa Venerdì 10 settembre, ore 17.30 Foligno, Palazzo Trinci, Sala delle Conferenze Conferenza con degustazione Gabriele Metelli IL VINO NELLA SOCIETÀ FOLIGNATE TRA CINQUE E SEICENTO Ingresso libero Giovedì 16 settembre, ore 11.00 Foligno, Auditorium San Domenico, Sala Video BAROCCO E NEOBAROCCO IN VETRINA Premiazione Giovedì 16 settembre, ore 17.30 e 21.30 Foligno, Multisala Supercinema AMOR NELLO SPECCHIO di Salvatore Maira Italia, 1999, col., 104’ Ingresso unico E 4,50 Venerdì 17 settembre, ore 18.00 Montefalco, Teatro San Filippo Neri Conferenza Omar Calabrese NUOVI CONCETTI NEOBAROCCHI La fine degli ANNI ZERO: dal neobarocco al ‘neo’ barocco In collaborazione con il Comune di Montefalco Ingresso libero Venerdì 17 settembre, ore 21.15 Montefalco, Chiesa Museo di San Francesco La società dello spettacolo - associazione di cultura 1610-2010. IL NEO BAROCCO Lo spettro del Seicento si aggira per l’Europa Drammaturgia Michelangelo Bellani Regia c. l. Grugher In collaborazione con il Comune di Montefalco Ingresso libero 48 a Sabato 18 settembre, ore 21.15 Foligno, Auditorium San Domenico Istituto Internazionale Andrej Tarkovskij SONORITÀ VISIVE La musica barocca nei film di Andrej Tarkovskij Direzione musicale Stefano Maurizi Regia Andrej A. Tarkovskij Ingresso E10,00 - Ridotto E 7,00 Domenica 19 settembre, ore 18.00 Verchiano di Foligno, Chiesa di Santa Maria Assunta La Strada Europea della Pace Lubecca-Roma: percorsi di musica barocca Musica Perduta, ensemble con strumenti originali PERGOLESI SULLA VIA DELLA PACE Inediti pergolesiani ad Assisi. Omaggio a Giovanni Battista Pergolesi nel III centenario della nascita. In collaborazione con “Isole-Eventi e tramiti verso la capitale europea della cultura 2019” della Provincia di Perugia Ingresso libero Prenotazione consigliata tel.075.3681405, 075.3681526, 075.3681620 5 giugno - 2 ottobre 2010 Foligno, Palazzo Trinci Mostra Giuseppe Piermarini tra Barocco e Neoclassico Roma Napoli Caserta Foligno Orario apertura: dal martedì alla domenica ore 9-13/15-19, chiuso il lunedì aaa BIGLIETTI Nei luoghi di spettacolo dalle ore 17.00 (Multisala Supercinema orario botteghino) Riduzioni Spettatori fino ai 25 anni e oltre i 60 anni Abbonati alla Stagione Teatrale di Foligno 2009/2010 Soci associazioni di Foligno Amici della Musica, Il Muro di Bottom, Pro Foligno e Archeoclub Titolari di tessera Ostello per la Gioventù e Touring Club Gruppi organizzati superiori a 10 persone PRENOTAZIONI E INFORMAZIONI Auditorium San Domenico - Largo F. Frezzi n.8 - Foligno Dal martedì al sabato ore 10.00-12.30, martedì e giovedì ore 15.30-17.30 Tel. e fax 0742.344563 E-mail: [email protected] - Http://www.comune.foligno.pg.it INFORMAZIONI Ufficio Relazioni con il Pubblico - Piazza della Repubblica n.10 - Foligno Dal lunedì al sabato ore 9.00-12.30, martedì e giovedì ore 15.30-17.30 Tel. 0742.330299 - Fax 0742.330282 E-mail: [email protected] - Http://www.comune.foligno.pg.it Servizio Turistico Associato - Porta Romana, Corso Cavour n.126 - Foligno Dal lunedì alla domenica ore 9.00-14.00 e 16.00-20.00 Tel. 0742.354459, 0742.354165 - Fax 0742.340545 E-mail: [email protected] - [email protected] Http://www.comune.foligno.pg.it a 49 7 I luoghi del Festival Via Fornaci Hoffmann San Domenico 1 Auditorium Largo Frezzi 8 di S. M. Assunta 2 Chiesa Verchiano di Foligno di Scienze Sperimentali 3 Laboratorio Via Isolabella Supercinema 4 Multisala Corso Cavour 84 Astronomico 5 Osservatorio Via Bolletta 18 - Torre dei Cinque Cantoni Trinci 6 Palazzo Piazza della Repubblica Fluviale Hoffmann 7 Parco Via Fornaci Hoffmann - Via Sicilia Teatro San Filippo Neri 8 Chiesa Museo San Francesco Montefalco 3 1 Librerie Editoriale Umbra A Via Pignattara 34 Il Formichiere B Via Cupa, S.Eraclio di Foligno Il Salvalibro C Via G. da Foligno 80 Libreria Carnevali Bookshopping D Ex Cinema Astra Via G. Mazzini 47 8 Montefalco 5 2 Verchiano C 6 A D 4 B S. Eraclio a 51 La GIOSTRA della QUINTANA La festa, ripresa nel 1946, si ispira a una gara a cavallo che risale al XVII secolo e che si proponeva di determinare l’ordine di priorità per un cavaliere d’onore nella fedeltà al principe o alla dama del cuore. Oggi dieci cavalieri, che rappresentano i dieci rioni di Foligno, misurano la loro abilità nel cercare di infilare una serie di anelli di diametro via via più piccolo, impugnando una lancia su un cavallo in corsa. Questa gara all’anello ha esiti altamente spettacolari. La sera precedente la competizione, che si tiene nello stadio comunale, un corteo di seicento personaggi in costume sfila per le vie della città. Programma Sabato 28 Agosto ORE 15.30 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti” PROVE UFFICIALI Domenica 29 Agosto ORE 17.00 - 24.00 FIERA DEI SOPRASTANTI Lunedì 30 Agosto - Domenica 12 Settembre APERTURA DELLE TAVERNE Lunedì 30 Agosto - Mercoledì 1 Settembre Lunedì 6 Settembre, Martedì 7 Settembre GAREGGIARE DEI CONVIVI Sabato 11 Settembre ORE 21.00 Piazza della Repubblica LETTURA DEL BANDO E BENEDIZIONE DEI CAVALIERI ORE 22.00 Vie del Centro Storico CORTEO DELLE RAPPRESENTANZE RIONALI Domenica 12 Settembre ORE 15.00 Campo de li Giochi “Marcello Formica e Paolo Giusti” GIOSTRA DELLA QUINTANA “LA RIVINCITA” 52 a