M1 Oper. CSA Met. Guglielmo BONINI CIRCOLO VELICO MARSALA 24 OTTOBRE 2016 La meteorologia è una branca della scienza dell'atmosfera che studia i fenomeni fisici responsabili del tempo atmosferico. Essa si basa sull'osservazione, sulla misurazione e sulla previsione dei fenomeni atmosferici - quali il vento, i fronti, le nubi - e delle variabili misurabili ad essi legati come ad esempio la temperatura dell'aria, l'umidità atmosferica, la pressione atmosferica, la radiazione solare e la velocità e direzione del vento. L'osservazione dei dati Le attuali previsioni meteorologiche nascono solo dopo l'osservazione e la raccolta di dati sulle condizioni atmosferiche. Questi dati e osservazioni sono il risultato di uno scrutamento dell’atmosfera da parte di strumenti appositi come:- BAROMETRI- TERMOMETRI - IGROMETRI- PLUVIOMETRI - ANEMOMETRI- RADIOSONDAGGI - BOE- SATELLITI Nelle stazioni meteo i dati ricevuti vengono trascritti sulle carte del tempo mediante simboli convenzionali, e si confrontano e studiano i dati ricevuti dalle diverse stazioni meteorologiche. Per poter leggere una carta del tempo bisogna conoscere: ISOBARE cioè linee ideali che uniscono punti di stessa pressione atmosferica; esse sono importanti per stabilire le zone di alte o di basse pressioni sul globo terrestre, dette rispettivamente anticicloni e cicloni, la direzione dei venti, quasi parallela ad esse, ma con una leggera inclinazione tendente dalle zone anticicloniche a quelle cicloniche, e la loro intensità, tanto maggiore quanto più le isobare sono ravvicinate fra loro. FRONTI, cioè le superfici di contatto, e pertanto di discontinuità, tra due masse d'aria aventi caratteristiche, ovvero temperatura, pressione ed umidità differenti. Questi si dividono in due tipi: FRONTE CALDO, quando una massa d'aria più calda (quindi anche più umida) si avvicina ad una più fredda. In questo caso l'aria calda, più leggera, sale sopra quella fredda, raffreddandosi e causando anche piogge leggere o nevicate al passaggio del fronte. FRONTE FREDDO, quando una massa d'aria fredda (quindi meno umida ma più densa) si avvicina ad una massa più calda e pertanto più leggera e più umida. In questo caso l'aria fredda si incunea sotto quella calda, facendola salire, causando temporali, tempeste, bufere. CENNI DI CIRCOLAZIONE GENERALE Nel corso di un anno il pianeta Terra riceve dal Sole la stessa quantità di energia, (Bilancio energetico fra la Terra e l'atmosfera) Il bilancio energetico fra la terra e l'atmosfera è l'equilibrio tra l'energia irraggiata dal Sole e l'energia in partenza dalla Terra. Parte dell'energia rilasciata dal Sole prima di raggiungere la Terra viene riflessa nello spazio dalle nubi e parte è assorbita dall'atmosfera terrestre. Ne consegue che le zone equatoriali ricevono durante l'anno una quantità di calore dal Sole superiore a quella riemessa verso lo spazio. Al contrario ai Poli il bilancio tra calore ricevuto e calore perso è negativo. Questo trasferimento di calore viene effettuato dall'atmosfera la cui circolazione teorica sarebbe quella riportata nella figura: frecce ellittiche rosse e blu- prima teoria elaborata nel 1735 da Hadley) se le sole cause dello spostamento fossero di natura termica e se la Terra non ruotasse attorno al proprio asse (forza di Coriolis). La Forza di Coriolis (matematico francese che fu il primo a dimostrare nel 1804 gli effetti del fenomeno). Per effetto delle differenze di pressione, le particelle d'aria dovrebbero muoversi perpendicolarmente alle isobare seguendo cioè la via più breve. Sennonché altre forze, in apparenza debolissime, agiscono in modo da far discostare le particelle d'aria dalla traiettoria sopra citata. La forza principale che entra in gioco è la forza di Coriolis, altrimenti detta forza deviante. Questa risalita d'aria genera nei bassi strati zone di bassa pressione, mentre in quota l'apporto di aria dagli strati sottostanti crea una zona di alta pressione. Quindi al suolo masse d'aria fredda vengono spinte dall'alta pressione polare verso la bassa pressione equatoriale, mentre in quota l'aria calda viene spinta dalle alte pressioni equatoriali verso le basse pressioni polari. Questo accumulo di aria di origine subtropicale determina al suolo, intorno ai 30° di latitudine una cintura di alta pressione (A)- l'anticiclone delle Azzorre fa parte di questa cintura. Sulla superficie terrestre si riscontrano: una fascia di basse pressioni all'equatore, una fascia di alte pressioni alle latitudini di circa 30°nord e sud, una fascia di basse pressioni alle latitudini di circa 60° nord e sud ed infine una fascia di alte pressioni in corrispondenza delle calotte polari. Nell'illustrazione è raffigurata la distribuzione dei centri barici al suolo nell'emisfero nord. CENTRI DI ALTA E BASSA PRESSIONE L'osservazione sulle cartine dei centri barici, e' fondamentale per stabilire e prevedere le condizioni del tempo. I centri di alta pressione sono contraddistinti dalla lettera A ( Alta ) o H mentre quelli di bassa pressione, dalla lettera B ( Bassa ) o L CENTRI DI ALTA PRESSIONE: I centri di alta pressione, detti anche ANTICICLONI, presentano le seguenti caratteristiche: - il punto con la pressione più elevata e' situato al centro, - le isobare sono distanti fra loro per cui i venti associati sono deboli - la circolazione dei venti al loro interno e' in senso orario ( nel nostro emisfero ) - Gli anticicloni si dividono in: Permanenti, Termici e Mobili. - Gli anticicloni permanenti si trovano sulla fascia di alte pressioni presso i 30 40° di latitudine ( vedi: Circolazione Globale ) e sono a forte sviluppo verticale, poco mobili o stazionari come ad esempio il famoso Anticiclone delle Azzorre, responsabile del bel tempo estivo sull'Italia. Gli anticicloni termici invece, si formano per via del raffreddamento delle zone interessate rispetto a quelle vicine e sono poco mobili: il noto Anticiclone Russo, che staziona durante il periodo invernale sul continente stesso, e' uno di questi. Fra gli anticicloni termici a sviluppo diurno, troviamo quelli che si formano nei periodi caldi sul mare in prossimita' delle coste, che generano i venti di brezza (Vedi:Le Brezze ). - Gli anticicloni mobili, detti anche di chiusura o di blocco, sono quelli che impediscono il transito di aree perturbate, deviandole Parlando di anticicloni bisogna anche ricordare i CUNEI e i PROMONTORI : I CUNEI sono di forma allungata in senso orizzontale e si formano per cause orografiche. I PROMONTORI sono aree di alta pressione ( o meglio sono la parte più a Nord delle stesse ) a forma di "U" rovesciata, che si inseriscono fra due aree di bassa pressione e sono caratterizzati da bel tempo sia prima che dopo l'asse del promontorio. Condizioni del tempo associate al PROMONTORIO CENTRI DI BASSA PRESSIONE: I centri di bassa pressione, detti anche CICLONI o DEPRESSIONI presentano le seguenti caratteristiche: - il punto con la pressione piu' bassa e' situato al centro, - le isobare sono vicine fra loro per cui i venti associati sono intensi - la circolazione dei venti al loro interno e' in senso antiorario ( nel nostro emisfero ) I centri di bassa pressione si dividono in: Permanenti, Orografici, Tropicali, Dinamici, Termici e Mobili. - Quelli permanenti e mobili, definiti anche cicloni extra-tropicali, si trovano sulla fascia di basse pressioni intorno ai 60° di Latitudine ( vedi: Circolazione Globale ) tra cui il noto Ciclone dell'Islanda che convoglia continuamente aria fredda instabile atlantica verso l'Italia, portando maltempo. - I cicloni orografici si formano per effetto del sollevamento dell'aria che si scontra contro i rilievi, determinando maltempo nella zona interessata. - I cicloni termici si formano per il maggiore riscaldamento delle zone interessate rispetto a quelle vicine, come avviene ad esempio sulla terra in prossimita' delle coste nei periodi caldi, che generano i venti di brezza. - I cicloni tropicali, sono quelli che si formano sulla fascia delle basse pressioni equatoriali comprese fra il 5° e il 20° grado di Latitudine ( vedi: Circolazione Globale ) e sono associati a forte instabilità, venti molto intensi e piogge torrenziali. La causa della loro formazione e' da associare all'enorme quantità di calore ed energia irradiata dal Sole su queste zone che determina un forte riscaldamento della terra con conseguente risalita di aria verso l'alto. L'aria che sale, determina a terra un abbassamento notevole della pressione atmosferica che richiama verso di se aria umida proveniente dalle zone oceaniche adiacenti andando a generare enormi formazioni nuvolose, compresi naturalmente i cumulonembi temporaleschi. I forti venti, associati alla forza deviante di Coriolis, tendono a far girare in senso antiorario ( nell'emisfero nord ) tutto l'ammasso nuvoloso, creando così quello che chiamiamo CICLONE. Parlando di aree di bassa pressione bisogna anche ricordare le SACCATURE: sono aree di bassa pressione ( o meglio sono la parte piu' a Sud delle stesse ) a forma di "U" che si inseriscono fra due aree di alta pressione e sono caratterizzati da maltempo dalla parte anteriore, fino a poco dopo l'asse centrale di saccatura e sono seguiti da un rapido miglioramento delle condizioni meteo sulla parte che segue. Condizioni del tempo associate alla SACCATURA TRAETTORIA DELLE PERTUBAZIONI La prima proviene dalle Isole Britanniche, passa sulla Francia, sul golfo ligure e piega poi lungo le coste tirreniche; talvolta, dal golfo ligure, attraversa l'Appennino tosco-emiliano per deviare poi verso sud-est lungo tutto l'Adriatico. TRAETTORIA DELLE PERTUBAZIONI La seconda traiettoria ci porta le perturbazioni da ovest, ma lungo latitudini più basse, cioè alle latitudine della penisola iberica; questa perturbazioni raggiungono prima la Sardegna e successivamente l'Italia centrale e meridionale per poi portarsi sulla Grecia. TRAETTORIA DELLE PERTUBAZIONI La terza traiettoria, ancora più meridionale, ci porta le perturbazioni dalle zone dell'Africa nord- occidentale che difficilmente risalgono la penisola italiana, limitando la loro influenza alle sole regioni meridionali. ROSA DEI VENTI I VENTI I venti, moti pressoché orizzontali delle masse atmosferiche, sono direttamente collegati alle situazioni bariche. Essi tendono a "colmare la pressione" - cioè ad andare dalle zone di alta a quelle di bassa pressione e sono tanto più forti quanto maggiore è la variazione della pressione (gradiente barico). Principalmente per effetto della rotazione della terra nell'emisfero Nord il vento, procedendo dall'alta alla bassa pressione, tende a deviare verso destra fino a formare con le isobare un angolo intorno ai 20°. Interessante ricordare la regola di Buys-Ballot valida per l'emisfero Nord: Consente la determinazione delle aree di alta e di bassa pressione. Nell'emisfero settentrionale, per un osservatore che volge le spalle al vento, l'area di bassa pressione si trova avanti sulla sinistra, quella di alta pressione indietro sulla destra Sotto l'aspetto della circolazione generale dell'atmosfera alle nostre latitudini (regioni extratropicali), si può dimostrare che dominano correnti di SW che, al crescere della latitudine, assumono man mano una direzione occidentale (correnti da W). Si può quindi affermare che il tempo sull'Europa e sul Mediterraneo proviene da Ovest e va verso Est. Questo non vuol dire peraltro che particolari situazioni bariche non possano fare pervenire venti e perturbazioni da Est: è tutto il sistema che comunque si sposta verso Ovest. SHEAR DELLA DIREZIONE DEL VENTO Le forme più semplici di convergenza e divergenza sono quelle che dipendono soltanto dalla direzione del vento. Non necessariamente due flussi di aria devono muoversi in direzione opposta per provocare divergenza, oppure dirigersi verso lo stesso punto per causare convergenza: ogni angolazione può essere utile per creare un afflusso netto di aria per convergenza oppure un deflusso netto per divergenza. Si definisce convergenza l'accumulo di aria, e divergenza la rarefazione di aria, in una regione o in uno strato dell'atmosfera. Lo strato di massima convergenza e divergenza si verifica tra i livelli 300 e 200 hPa. Questo strato coincide con quello dove registriamo i venti massimi dell'atmosfera, e dove rintracciamo di solito i nuclei della corrente a getto. I venti ad alta velocità sono direttamente correlati alla convergenza ed alla divergenza. Gli effetti combinati della direzione e dell'intensità del vento sono alla base dei flussi d'aria convergenti e divergenti. CONVERGENZA E DIVERGENZA (MOTI ELEMENTARI) Detto in parole povere, la convergenza è l'incremento di massa entro un determinato strato di atmosfera, mentre la divergenza è la diminuzione di massa. CONVERGENZA Affinché vi sia convergenza in un dato strato, i venti devono determinare in quello strato un netto afflusso di aria. Generalmente, si associa questo tipo di convergenza ad aree di bassa pressione, in cui la convergenza dei venti verso il centro della depressione DIVERGENZA I venti in questa situazione producono un deflusso netto di aria all'esterno dello strato. Si associa questo tipo di divergenza alle celle di alta pressione, dove il flusso di aria è diretto dal centro alla periferia, causando un movimento discendente. IL MARE Le onde sono l'effetto dell'azione del vento sul mare. Le loro dimensioni sono in rapporto alla forza del vento e alla lunghezza della superficie marina che il medesimo investe (fetch), ossia al tempo e allo spazio in cui esse sono alimentate. Le onde provenienti dal largo verso la costa risentono dei fondali e via via che questi salgono, frangono pericolosamente (frangenti). Pertanto, importantissima per la navigazione è la posizione della costa rispetto al vento: costa sopravvento, sempre sicura (piccole onde vive), costa sottovento pericolosa per i frangenti. Con il termine correnti marine viene indicato il movimento di massa d’acqua non collegato alla marea (ovvero le correnti di marea trattate in altra sezione), o al moto ondoso. Le correnti, di cui il navigante nota solo l’effetto superficiale, esistono lungo tutta la massa d’acqua, e talvolta solo in determinati strati senza causare effetti visibili in superficie. Esse si verificano prevalentemente in acque profonde ed in mari aperti. Inoltre, mentre le correnti di marea hanno un ciclo temporale ben definito, le correnti marine sono permanenti (o stazionarie) oppure stagionali (o semipermanenti). CORRENTI DI MAREA Le maree danno origine alle correnti di marea, cioè a scorrimenti orizzontali dell'acqua che accompagnano la salita (flusso) e la discesa (riflusso) della marea. In mare aperto la velocità di una corrente di marea è minima, mentre in vicinanza di costa, e specialmente di canali, di estuari e di stretti, tale velocità raggiunge valori notevoli, sino 10-11 nodi. Una delle caratteristiche fondamentali delle maree, è che l'alta marea non si verifica ovunque al momento in cui la Luna passa sul meridiano locale, ma si può manifestare con un ritardo, detto ora di porto. CORRENTI DI DERIVA E DI GRADIENTE Le correnti di deriva sono correnti dovute all'azione di trascinamento creato dall'attrito esistente tra massa d'aria in movimento e la massa di acqua superficiale del mare. Nell’Adriatico settentrionale le correnti di deriva sono determinate dai venti di bora e di scirocco e possono percorrere al massimo distanze di qualche decina di chilometri. Le correnti di gradiente sono invece dovute alla irregolare distribuzione della pressione sulla superficie del mare, ed alla differenza di densità di masse d'acqua adiacenti. Queste correnti si generano quando la superficie dell'acqua assume una certa inclinazione, dovuta al vento o alla presenza di masse d'acqua contigue di diversa temperatura e salinità. Le correnti di gradiente impostano tutta la circolazione dell'Adriatico. Le onde sono caratterizzate dai quattro noti elementi: lunghezza, altezza, periodo, velocità. La Sea Surface Temperature viene ricostruita con i dati nell’infrarosso, in particolare utilizzando il nono ed il decimo canale del SEVIRI. Il parametro così ricostruito risente della variabilità delle temperature di brillanza che sono specifiche dello strato pellicolare dell’acqua, variabilità dovuta alle perturbazioni esterne (soleggiamento, stress superficiale, rimescolamento con lo strato sottostante) . La SST viene aggiornata ogni ora sulle aree serene, dove è disponibile il dato. Il valore del singolo pixel viene considerato attendibile fino a cinque giorni dall’ultimo rilevamento; al superamento dei 5 giorni di “anzianità” il valore del pixel viene azzerato. Nel prodotto “Temperatura dei bacini” viene indicata anche la percentuale di questi pixels interessati al calcolo della media. CIFRA TERMINE DESCRITTIVO ITALIANO TERMINE DESCRITTIVO INGLESE ALTEZZA MEDIA DELLE ONDE [m] 0 CALMO CALM 0 1 QUASI CALMO RIPPLED 0-0.10 2 POCO MOSSO SMOOTH 0.10-0.50 3 MOSSO SLIGHT 0.50-1.25 4 MOLTO MOSSO MODERATE 1.25-2.50 5 AGITATO ROUGH 2.50-4 6 MOLTO AGITATO VERY ROUGH 4-6 7 GROSSO HIGH 6-9 8 MOLTO GROSSO VERY HIGH 9-14 9 TEMPESTOSO PHENOMENAL >14 SCALA BEAUFORT GRADI BEAUFORT INTENSITA' DEL VENTO [NODI, KNT] INTENSITA' DEL VENTO [m/s] INTENSITA' DEL VENTO [Km/h] SITUAZIONE (ENGLISH TERMS) EFFETTO DEL VENTO SUL MARE AL LARGO EFFETTO DEL VENTO SUL MARE IN PROSSIMITA' DELLA COSTA 0 <1 0-0.2 <1 BONACCIA (CALM) Il mare è come uno specchio (mare d'olio). Calma. 1 1-3 0.3-1.5 1-5 BAVA DI VENTO (LIGHT) Si formano piccole increspature che sembrano scaglie di pesce. Le barche da pesca hanno appena un po' di abbrivio. 2 4-6 1.6-3.3 6-11 BREZZA LEGGERA (LIGHT) Increspature ancora corte ma più evidenti: le loro creste hanno apparenza vitrea ma non si rompono. Il vento gonfia le vele delle barche, che corrono a circa 1 o 2 nodi. 3 7-10 3.4-5.4 12-19 BREZZA TESA (LIGHT) Onde molto piccole. Le loro creste cominciano a rompersi. La schiuma ha apparenza vitrea. Talvolta si osservano qua e là dei "marosi" (dalla cresta biancheggiante di spuma). Le barche cominciano a sbandare correndo a 3 o 4 nodi. 4 11-15 5.5-7.9 20-28 VENTO MODERATO (MODERATE) Onde piccole che cominciano ad allungarsi: i "marosi" biancheggianti di spuma risultano più frequenti e più evidenti. Vento moderato, efficace: le barche portano tutta la tela e sbandano. 5 16-21 8.0-10.7 29-38 VENTO TESO (FRESH) Onde moderate che assumono una forma nettamente più allungata; formazione di molti "marosi" biancheggianti di spuma (possibilità di qualche spruzzo). Le barche cominciano a ridurre la velatura. 6 22-27 10.8-13.8 39-49 VENTO FRESCO (STRONG) Cominciano a formarsi onde più grandi: le creste di spuma bianca sono ovunque più estese (di solito qualche spruzzo). 7 28-33 13.9-17.1 50-61 VENTO FORTE (STRONG) Il mare si gonfia. La schiuma bianca che si forma al rompersi delle onde viene "soffiata" in strisce che si distendono nella direzione del vento. Onde di media altezza e maggiore lunghezza. La sommità delle loro creste comincia a rompersi in spruzzi vorticosi risucchiati dal vento. La schiuma viene "soffiata" in bianche strisce ben visibili che si distendono nelle direzione del vento. 8 34-40 17.2-20.7 62-74 BURRASCA (GALE) 9 41-47 20.8-24.4 75-88 BURRASCA FORTE (SEVERE GALE) Onde alte. Compatte strisce di schiuma si distendono lungo la direzione del vento. Le creste delle onde cominciano a vacillare, poi precipitano rotolando. Gli spruzzi possono ridurre la visibilità. 89-102 TEMPESTA (STORM) Onde molto alte con lunghe creste a criniera. La schiuma formatasi, addensatasi in larghi banchi, viene "soffiata" in strisce bianche e compatte che si distendono in direzione del vento. Nel suo insieme il mare appare biancastro. Il precipitare e l'accavallarsi delle onde divengono intensi e molto violenti. La visibilità è ridotta. Onde eccezionalmente alte (le navi di piccola e media stazza possono scomparire alla vista per qualche istante). Il mare è completamente coperto da banchi di schiuma che si allungano nella direzione del vento. Ovunque la sommità delle creste delle onde è polverizzata dal vento. La visibilità è ridotta. L'aria è piena di schiuma e di spruzzi. Il mare è completamente bianco a causa dei banchi di schiuma alla deriva. La visibilità è fortemente ridotta. 10 48-55 24.5-28.4 11 56-63 28.5-32.6 103-117 TEMPESTA VIOLENTA (SEVERE STORM) 12 > 64 > 32.7 > 118 URAGANO (HURRICANE) 1 NODO = 1 MIGLIO MARINO/1 ORA = 1852 [m] /3600 [sec] = 0.52 [ m/sec] ~ 2 [Km/h] La Meteorologia (previsioni) Tipi di previsioni Le previsioni meteo si dividono a seconda dell’area e della loro validità nel tempo. A seconda della dimensione dell’area considerata si dividono in ordine crescente in: locali regionali nazionali continentali globali A seconda della validità nel tempo sono così distinti: breve (24-72 ore) medio (una settimana) lungo (oltre una settimana) stagionale Le previsioni meteorologiche vengono emesse tramite l’elaborazione di modelli matematici. Sarebbero anche precise ed attendibili se a questi modelli venissero forniti dei dati certi. Il problema e’ che fornire al modello tutta la serie di valori certi di cui necessita e’ praticamente impossibile. Per questo motivo i meteorologi si sono inventati gli ensemble. In pratica fanno girare il modello più e più volte ed ogni volta variano uno dei dati attribuendogli un valore diverso da quello reale, in pratica inseriscono un errore, se in base a questa variazione la previsione non si discosta da quella iniziale significa che la previsione e’ attendibile, se la previsione varia molto allora non lo e’. È comunque diventato normale, negli ultimi anni, fornire percentuali di attendibilità dall’80 all’85 per cento su periodi di una giornata. I modelli numerici hanno dato come risultato un miglioramento considerevole dell’attendibilità, in confronto alle previsioni che venivano fatte in passato sulla base di metodi soggettivi Al presente, gli studiosi sono riusciti a mostrare la capacità di prevedere specifici eventi atmosferici con un anticipo fino a cinque giorni, e sono stati ottenuti successi nelle previsioni di scostamenti dalla norma di temperature e precipitazioni entro 30 giorni. Le Nubi La formazione delle nuvole Una nuvola è un insieme di gocce d'acqua o di cristalli di ghiaccio sufficientemente densi da diventare visibili. La formazione di queste gocce o cristalli in genere richiede la presenza di piccoli nuclei di pulviscolo nell'atmosfera che facciano da siti di aggregazione per la condensazione o la deposizione di ghiaccio. Le nuvole di solito si formano quando l'aria umida si raffredda fino a un punto di saturazione. La temperatura in genere diminuisce con l'altitudine. Tipi di Nubi in base all’ altezza L'osservazione del cielo è forse l'azione più importante da compiere per prevedere il tempo a brevissimo termine in qualsiasi zona. Un analisi attenta e accurata delle condizioni del cielo sopra le nostre teste, infatti, ci può dare una vastissima quantità di informazioni sulla situazione meteorologica attuale e sull'evoluzione nelle ore successive. Al giorno d'oggi grazie all'aiuto di satelliti, radar e modelli matematici consultabili liberamente in rete, è facile poter integrare gli importanti segnali forniti all'osservazione visiva con questi strumenti più precisi e tecnici, in modo da avere un'idea molto precisa di ciò che accadrà. Le nubi differiscono in maniera molto netta tra loro. Infatti nell'arco di una singola giornata è possibile notare il susseguirsi di diversi tipi di nuvole nei cieli delle nostre zone. Solitamente è usanza suddividere le nubi in base alla loro altitudine: Si parla di nubi basse quando parliamo di corpi nuvolosi situati tra il suolo e i 2000 metri . Fanno parte di questa categoria i ,cumuli gli stratocumuli, gli strati e le formazioni nebbiose. Tra i 3000 e i 6000 metri circa di altitudine troviamo invece le cosiddette nubi medie : qui troviamo gli altocumuli, gli altostrati e i nembostrati. Dai 6000 – 7000 metri in su parliamo di nubi alte, in cui rientrano i cirri, i cirrostrati e cirrocumuli. I cumulonembi rappresentano una categoria a parte, in quanto la loro base parte da quote molto basse, anche sotto ai 700-800 metri di quota talvolta, mentre la sommità di queste imponenti formazioni nuvolose arriva anche a superare i 7000 – 9000 metri di quota con la loro parte sommitale, chiamata incudine Genesi ed Evoluzione Fase di CUMULO Fase di MASSIMO SVILUPPO Fase di DISSOLVIMENTO Fase di CUMULO Fase di MASSIMO SVILUPPO Fase di DISSOVIMENTO Questions ?