M1 Oper. CSA Met.
Guglielmo BONINI
CIRCOLO VELICO MARSALA
24 OTTOBRE 2016
La meteorologia è una branca della scienza
dell'atmosfera che studia i fenomeni fisici
responsabili del tempo atmosferico.
Essa si basa sull'osservazione, sulla misurazione
e sulla previsione dei fenomeni atmosferici - quali
il vento, i fronti, le nubi - e delle variabili misurabili
ad essi legati come ad esempio la temperatura
dell'aria, l'umidità atmosferica, la pressione
atmosferica, la radiazione solare e la velocità e
direzione del vento.
L'osservazione dei dati
Le attuali previsioni meteorologiche nascono solo
dopo l'osservazione e la raccolta di dati sulle
condizioni atmosferiche. Questi dati e
osservazioni sono il risultato di uno scrutamento
dell’atmosfera da parte di strumenti appositi
come:- BAROMETRI- TERMOMETRI
- IGROMETRI- PLUVIOMETRI
- ANEMOMETRI- RADIOSONDAGGI
- BOE- SATELLITI
Nelle stazioni meteo i dati ricevuti vengono
trascritti sulle carte del tempo mediante simboli
convenzionali, e si confrontano e studiano i dati
ricevuti dalle diverse stazioni meteorologiche. Per
poter leggere una carta del tempo bisogna
conoscere:
ISOBARE cioè linee ideali che uniscono punti di
stessa pressione atmosferica; esse sono
importanti per stabilire le zone di alte o di basse
pressioni sul globo terrestre, dette
rispettivamente anticicloni e cicloni, la direzione
dei venti, quasi parallela ad esse, ma con una
leggera inclinazione tendente dalle zone
anticicloniche a quelle cicloniche, e la loro
intensità, tanto maggiore quanto più le isobare
sono ravvicinate fra loro.
FRONTI, cioè le superfici di contatto, e pertanto
di discontinuità, tra due masse d'aria aventi
caratteristiche, ovvero temperatura, pressione ed
umidità differenti. Questi si dividono in due tipi:
FRONTE CALDO, quando una massa d'aria più
calda (quindi anche più umida) si avvicina ad una
più fredda. In questo caso l'aria calda, più
leggera, sale sopra quella fredda, raffreddandosi
e causando anche piogge leggere o nevicate al
passaggio del fronte.
FRONTE FREDDO, quando una massa d'aria
fredda (quindi meno umida ma più densa) si
avvicina ad una massa più calda e pertanto più
leggera e più umida. In questo caso l'aria fredda
si incunea sotto quella calda, facendola salire,
causando temporali, tempeste, bufere.
CENNI DI CIRCOLAZIONE GENERALE
Nel corso di un anno il pianeta Terra riceve
dal Sole la stessa quantità di energia,
(Bilancio energetico fra la Terra e l'atmosfera)
Il bilancio energetico fra la terra e l'atmosfera
è l'equilibrio tra l'energia irraggiata dal Sole e
l'energia in partenza dalla Terra. Parte
dell'energia rilasciata dal Sole prima di
raggiungere la Terra viene riflessa nello
spazio dalle nubi e parte è assorbita
dall'atmosfera terrestre.
Ne consegue che le zone equatoriali ricevono
durante l'anno una quantità di calore dal Sole
superiore a quella riemessa verso lo spazio. Al
contrario ai Poli il bilancio tra calore ricevuto e
calore perso è negativo.
Questo trasferimento di calore viene effettuato
dall'atmosfera la cui circolazione teorica sarebbe
quella riportata nella figura:
frecce ellittiche rosse e blu- prima teoria elaborata nel
1735 da Hadley) se le sole cause dello spostamento
fossero di natura termica e se la Terra non ruotasse
attorno al proprio asse (forza di Coriolis).
La Forza di Coriolis (matematico francese che fu
il primo a dimostrare nel 1804 gli effetti del
fenomeno). Per effetto delle differenze di
pressione, le particelle d'aria dovrebbero
muoversi perpendicolarmente alle isobare
seguendo cioè la via più breve.
Sennonché altre forze, in apparenza
debolissime, agiscono in modo da far
discostare le particelle d'aria dalla traiettoria
sopra citata. La forza principale che entra in
gioco è la forza di Coriolis, altrimenti detta
forza deviante.
Questa risalita d'aria genera nei bassi strati zone
di bassa pressione, mentre in quota l'apporto di
aria dagli strati sottostanti crea una zona di alta
pressione. Quindi al suolo masse d'aria fredda
vengono spinte dall'alta pressione polare verso la
bassa pressione equatoriale, mentre in quota
l'aria calda viene spinta dalle alte pressioni
equatoriali verso le basse pressioni polari.
Questo accumulo di aria di origine subtropicale
determina al suolo, intorno ai 30° di latitudine una
cintura di alta pressione (A)- l'anticiclone delle
Azzorre fa parte di questa cintura.
Sulla superficie terrestre si riscontrano: una fascia di basse pressioni all'equatore,
una fascia di alte pressioni alle latitudini di circa 30°nord e sud, una fascia di basse
pressioni alle latitudini di circa 60° nord e sud ed infine una fascia di alte pressioni
in corrispondenza delle calotte polari. Nell'illustrazione è raffigurata la distribuzione
dei centri barici al suolo nell'emisfero nord.
CENTRI DI ALTA E BASSA PRESSIONE
L'osservazione sulle cartine dei centri barici, e'
fondamentale per stabilire e prevedere le condizioni
del tempo. I centri di alta pressione sono
contraddistinti dalla lettera A ( Alta ) o H mentre quelli
di bassa pressione, dalla lettera B ( Bassa ) o L
CENTRI DI ALTA PRESSIONE:
I centri di alta pressione, detti anche
ANTICICLONI, presentano le seguenti
caratteristiche:
- il punto con la pressione più elevata e'
situato al centro,
- le isobare sono distanti fra loro per cui i
venti associati sono deboli
- la circolazione dei venti al loro interno e' in
senso orario ( nel nostro emisfero )
-
Gli anticicloni si dividono in:
Permanenti, Termici e Mobili.
- Gli anticicloni permanenti si trovano
sulla fascia di alte pressioni presso i 30 40° di latitudine ( vedi: Circolazione
Globale ) e sono a forte sviluppo
verticale, poco mobili o stazionari come
ad esempio il famoso Anticiclone delle
Azzorre, responsabile del bel tempo
estivo sull'Italia.
Gli anticicloni termici invece, si formano per
via del raffreddamento delle zone interessate
rispetto a quelle vicine e sono poco mobili: il
noto Anticiclone Russo, che staziona durante
il periodo invernale sul continente stesso, e'
uno di questi. Fra gli anticicloni termici a
sviluppo diurno, troviamo quelli che si
formano nei periodi caldi sul mare in
prossimita' delle coste, che generano i venti
di brezza (Vedi:Le Brezze ).
- Gli anticicloni mobili, detti anche di chiusura
o di blocco, sono quelli che impediscono il
transito di aree perturbate, deviandole
Parlando di anticicloni bisogna anche
ricordare i CUNEI e i PROMONTORI :
I CUNEI sono di forma allungata in senso
orizzontale e si formano per cause
orografiche.
I PROMONTORI sono aree di alta pressione
( o meglio sono la parte più a Nord delle
stesse ) a forma di "U" rovesciata, che si
inseriscono fra due aree di bassa pressione e
sono caratterizzati da bel tempo sia prima che
dopo l'asse del promontorio.
Condizioni del tempo associate al
PROMONTORIO
CENTRI DI BASSA PRESSIONE:
I centri di bassa pressione, detti anche
CICLONI o DEPRESSIONI presentano le
seguenti caratteristiche:
- il punto con la pressione piu' bassa e'
situato al centro,
- le isobare sono vicine fra loro per cui i venti
associati sono intensi
- la circolazione dei venti al loro interno e' in
senso antiorario ( nel nostro emisfero )
I centri di bassa pressione si dividono in:
Permanenti, Orografici, Tropicali, Dinamici,
Termici e Mobili.
- Quelli permanenti e mobili, definiti anche
cicloni extra-tropicali, si trovano sulla fascia
di basse pressioni intorno ai 60° di Latitudine
( vedi: Circolazione Globale ) tra cui il noto
Ciclone dell'Islanda che convoglia
continuamente aria fredda instabile atlantica
verso l'Italia, portando maltempo.
- I cicloni orografici si formano per effetto del
sollevamento dell'aria che si scontra contro i
rilievi, determinando maltempo nella zona
interessata.
- I cicloni termici si formano per il maggiore
riscaldamento delle zone interessate rispetto a
quelle vicine, come avviene ad esempio sulla terra
in prossimita' delle coste nei periodi caldi, che
generano i venti di brezza.
- I cicloni tropicali, sono quelli che si formano
sulla fascia delle basse pressioni equatoriali
comprese fra il 5° e il 20° grado di Latitudine ( vedi:
Circolazione Globale ) e sono associati a forte
instabilità, venti molto intensi e piogge torrenziali.
La causa della loro formazione e' da associare
all'enorme quantità di calore ed energia irradiata
dal Sole su queste zone che determina un forte
riscaldamento della terra con conseguente
risalita di aria verso l'alto.
L'aria che sale, determina a terra un
abbassamento notevole della pressione
atmosferica che richiama verso di se aria umida
proveniente dalle zone oceaniche adiacenti
andando a generare enormi formazioni nuvolose,
compresi naturalmente i cumulonembi
temporaleschi.
I forti venti, associati alla forza deviante di
Coriolis, tendono a far girare in senso
antiorario ( nell'emisfero nord ) tutto
l'ammasso nuvoloso, creando così quello che
chiamiamo CICLONE.
Parlando di aree di bassa pressione bisogna anche
ricordare le SACCATURE:
sono aree di bassa pressione ( o meglio sono la
parte piu' a Sud delle stesse ) a forma di "U" che si
inseriscono fra due aree di alta pressione e sono
caratterizzati da maltempo dalla parte anteriore, fino
a poco dopo l'asse centrale di saccatura e sono
seguiti da un rapido miglioramento delle condizioni
meteo sulla parte che segue.
Condizioni del tempo associate alla
SACCATURA
TRAETTORIA DELLE PERTUBAZIONI
La prima proviene dalle Isole
Britanniche, passa sulla Francia, sul
golfo ligure e piega poi lungo le coste
tirreniche; talvolta, dal golfo ligure,
attraversa l'Appennino tosco-emiliano
per deviare poi verso sud-est lungo
tutto l'Adriatico.
TRAETTORIA DELLE PERTUBAZIONI
La seconda traiettoria ci porta le
perturbazioni da ovest, ma lungo
latitudini più basse, cioè alle latitudine
della penisola iberica; questa
perturbazioni raggiungono prima la
Sardegna e successivamente l'Italia
centrale e meridionale per poi portarsi
sulla Grecia.
TRAETTORIA DELLE PERTUBAZIONI
La terza traiettoria, ancora più
meridionale, ci porta le perturbazioni
dalle zone dell'Africa nord- occidentale
che difficilmente risalgono la penisola
italiana, limitando la loro influenza alle
sole regioni meridionali.
ROSA DEI VENTI
I VENTI
I venti, moti pressoché orizzontali delle
masse atmosferiche, sono direttamente
collegati alle situazioni bariche. Essi tendono
a "colmare la pressione" - cioè ad andare
dalle zone di alta a quelle di bassa pressione
e sono tanto più forti quanto maggiore è la
variazione della pressione (gradiente barico).
Principalmente per effetto della
rotazione della terra nell'emisfero
Nord il vento, procedendo dall'alta
alla bassa pressione, tende a
deviare verso destra fino a formare
con le isobare un angolo intorno ai
20°.
Interessante ricordare la regola di Buys-Ballot valida per
l'emisfero Nord: Consente la determinazione delle aree
di alta e di bassa pressione. Nell'emisfero settentrionale,
per un osservatore che volge le spalle al vento, l'area di
bassa pressione si trova avanti sulla sinistra, quella di
alta pressione indietro sulla destra
Sotto l'aspetto della circolazione generale
dell'atmosfera alle nostre latitudini (regioni
extratropicali), si può dimostrare che dominano
correnti di SW che, al crescere della latitudine,
assumono man mano una direzione occidentale
(correnti da W). Si può quindi affermare che il
tempo sull'Europa e sul Mediterraneo proviene da
Ovest e va verso Est. Questo non vuol dire
peraltro che particolari situazioni bariche non
possano fare pervenire venti e perturbazioni da
Est: è tutto il sistema che comunque si sposta
verso Ovest.
SHEAR DELLA DIREZIONE DEL VENTO
Le forme più semplici di convergenza e divergenza sono
quelle che dipendono soltanto dalla direzione del vento.
Non necessariamente due flussi di aria devono muoversi
in direzione opposta per provocare divergenza, oppure
dirigersi verso lo stesso punto per causare convergenza:
ogni angolazione può essere utile per creare un afflusso
netto di aria per convergenza oppure un deflusso netto
per divergenza.
Si definisce convergenza l'accumulo di aria, e
divergenza la rarefazione di aria, in una regione o in uno
strato dell'atmosfera. Lo strato di massima convergenza
e divergenza si verifica tra i livelli 300 e 200 hPa. Questo
strato coincide con quello dove registriamo i venti
massimi dell'atmosfera, e dove rintracciamo di solito i
nuclei della corrente a getto. I venti ad alta velocità sono
direttamente correlati alla convergenza ed alla
divergenza. Gli effetti combinati della direzione e
dell'intensità del vento sono alla base dei flussi d'aria
convergenti e divergenti.
CONVERGENZA E DIVERGENZA
(MOTI ELEMENTARI)
Detto in parole povere, la convergenza è l'incremento di
massa entro un determinato strato di atmosfera, mentre
la divergenza è la diminuzione di massa.
CONVERGENZA
Affinché vi sia convergenza in un dato strato, i venti
devono determinare in quello strato un netto afflusso di
aria. Generalmente, si associa questo tipo di
convergenza ad aree di bassa pressione, in cui la
convergenza dei venti verso il centro della depressione
DIVERGENZA
I venti in questa situazione producono un deflusso netto
di aria all'esterno dello strato. Si associa questo tipo di
divergenza alle celle di alta pressione, dove il flusso di
aria è diretto dal centro alla periferia, causando un
movimento discendente.
IL MARE
Le onde sono l'effetto dell'azione del vento sul
mare. Le loro dimensioni sono in rapporto alla
forza del vento e alla lunghezza della superficie
marina che il medesimo investe (fetch), ossia al
tempo e allo spazio in cui esse sono alimentate.
Le onde provenienti dal largo verso la costa
risentono dei fondali e via via che questi salgono,
frangono pericolosamente (frangenti). Pertanto,
importantissima per la navigazione è la posizione
della costa rispetto al vento: costa sopravvento,
sempre sicura (piccole onde vive), costa
sottovento pericolosa per i frangenti.
Con il termine correnti marine viene indicato il
movimento di massa d’acqua non collegato alla marea
(ovvero le correnti di marea trattate in altra sezione), o al
moto ondoso.
Le correnti, di cui il navigante nota solo l’effetto
superficiale, esistono lungo tutta la massa d’acqua, e
talvolta solo in determinati strati senza causare effetti
visibili in superficie. Esse si verificano prevalentemente
in acque profonde ed in mari aperti. Inoltre, mentre le
correnti di marea hanno un ciclo temporale ben definito,
le correnti marine sono permanenti (o stazionarie)
oppure stagionali (o semipermanenti).
CORRENTI DI MAREA
Le maree danno origine alle correnti di marea, cioè a
scorrimenti orizzontali dell'acqua che accompagnano la
salita (flusso) e la discesa (riflusso) della marea.
In mare aperto la velocità di una corrente di marea è
minima, mentre in vicinanza di costa, e specialmente di
canali, di estuari e di stretti, tale velocità raggiunge valori
notevoli, sino 10-11 nodi.
Una delle caratteristiche fondamentali delle maree, è
che l'alta marea non si verifica ovunque al momento in
cui la Luna passa sul meridiano locale, ma si può
manifestare con un ritardo, detto ora di porto.
CORRENTI DI DERIVA E DI GRADIENTE
Le correnti di deriva sono correnti dovute all'azione di
trascinamento creato dall'attrito esistente tra massa
d'aria in movimento e la massa di acqua superficiale del
mare.
Nell’Adriatico settentrionale le correnti di deriva sono
determinate dai venti di bora e di scirocco e possono
percorrere al massimo distanze di qualche decina di
chilometri.
Le correnti di gradiente sono invece dovute alla
irregolare distribuzione della pressione sulla superficie
del mare, ed alla differenza di densità di masse d'acqua
adiacenti.
Queste correnti si generano quando la superficie
dell'acqua assume una certa inclinazione, dovuta al
vento o alla presenza di masse d'acqua contigue di
diversa temperatura e salinità.
Le correnti di gradiente impostano tutta la circolazione
dell'Adriatico.
Le onde sono caratterizzate dai quattro noti
elementi: lunghezza, altezza, periodo,
velocità.
La Sea Surface Temperature viene
ricostruita con i dati nell’infrarosso, in
particolare utilizzando il nono ed il
decimo canale del SEVIRI. Il
parametro così ricostruito risente della
variabilità delle temperature di brillanza
che sono specifiche dello strato
pellicolare dell’acqua, variabilità dovuta
alle perturbazioni esterne
(soleggiamento, stress superficiale,
rimescolamento con lo strato
sottostante) .
La SST viene aggiornata ogni ora sulle
aree serene, dove è disponibile il dato.
Il valore del singolo pixel viene
considerato attendibile fino a cinque
giorni dall’ultimo rilevamento; al
superamento dei 5 giorni di “anzianità”
il valore del pixel viene azzerato.
Nel prodotto “Temperatura dei bacini”
viene indicata anche la percentuale di
questi pixels interessati al calcolo della
media.
CIFRA
TERMINE DESCRITTIVO ITALIANO
TERMINE DESCRITTIVO INGLESE
ALTEZZA MEDIA DELLE ONDE [m]
0
CALMO
CALM
0
1
QUASI CALMO
RIPPLED
0-0.10
2
POCO MOSSO
SMOOTH
0.10-0.50
3
MOSSO
SLIGHT
0.50-1.25
4
MOLTO MOSSO
MODERATE
1.25-2.50
5
AGITATO
ROUGH
2.50-4
6
MOLTO AGITATO
VERY ROUGH
4-6
7
GROSSO
HIGH
6-9
8
MOLTO GROSSO
VERY HIGH
9-14
9
TEMPESTOSO
PHENOMENAL
>14
SCALA BEAUFORT
GRADI BEAUFORT
INTENSITA' DEL
VENTO [NODI,
KNT]
INTENSITA' DEL
VENTO [m/s]
INTENSITA' DEL
VENTO [Km/h]
SITUAZIONE
(ENGLISH TERMS)
EFFETTO DEL VENTO SUL MARE AL LARGO
EFFETTO DEL VENTO SUL MARE IN PROSSIMITA'
DELLA COSTA
0
<1
0-0.2
<1
BONACCIA
(CALM)
Il mare è come uno specchio (mare d'olio).
Calma.
1
1-3
0.3-1.5
1-5
BAVA DI VENTO
(LIGHT)
Si formano piccole increspature che sembrano scaglie
di pesce.
Le barche da pesca hanno appena un po' di abbrivio.
2
4-6
1.6-3.3
6-11
BREZZA LEGGERA
(LIGHT)
Increspature ancora corte ma più evidenti: le loro
creste hanno apparenza vitrea ma non si rompono.
Il vento gonfia le vele delle barche, che corrono a
circa 1 o 2 nodi.
3
7-10
3.4-5.4
12-19
BREZZA TESA
(LIGHT)
Onde molto piccole. Le loro creste cominciano a
rompersi. La schiuma ha apparenza vitrea. Talvolta si
osservano qua e là dei "marosi" (dalla cresta
biancheggiante di spuma).
Le barche cominciano a sbandare correndo a 3 o 4
nodi.
4
11-15
5.5-7.9
20-28
VENTO
MODERATO
(MODERATE)
Onde piccole che cominciano ad allungarsi: i "marosi"
biancheggianti di spuma risultano più frequenti e più
evidenti.
Vento moderato, efficace: le barche portano tutta la
tela e sbandano.
5
16-21
8.0-10.7
29-38
VENTO TESO
(FRESH)
Onde moderate che assumono una forma nettamente
più allungata; formazione di molti "marosi"
biancheggianti di spuma (possibilità di qualche
spruzzo).
Le barche cominciano a ridurre la velatura.
6
22-27
10.8-13.8
39-49
VENTO FRESCO
(STRONG)
Cominciano a formarsi onde più grandi: le creste di
spuma bianca sono ovunque più estese (di solito
qualche spruzzo).
7
28-33
13.9-17.1
50-61
VENTO FORTE
(STRONG)
Il mare si gonfia. La schiuma bianca che si forma al
rompersi delle onde viene "soffiata" in strisce che si
distendono nella direzione del vento.
Onde di media altezza e maggiore lunghezza. La
sommità delle loro creste comincia a rompersi in
spruzzi vorticosi risucchiati dal vento. La schiuma
viene "soffiata" in bianche strisce ben visibili che si
distendono nelle direzione del vento.
8
34-40
17.2-20.7
62-74
BURRASCA
(GALE)
9
41-47
20.8-24.4
75-88
BURRASCA FORTE
(SEVERE GALE)
Onde alte. Compatte strisce di schiuma si distendono
lungo la direzione del vento. Le creste delle onde
cominciano a vacillare, poi precipitano rotolando. Gli
spruzzi possono ridurre la visibilità.
89-102
TEMPESTA
(STORM)
Onde molto alte con lunghe creste a criniera. La
schiuma formatasi, addensatasi in larghi banchi, viene
"soffiata" in strisce bianche e compatte che si
distendono in direzione del vento. Nel suo insieme il
mare appare biancastro. Il precipitare e l'accavallarsi
delle onde divengono intensi e molto violenti. La
visibilità è ridotta.
Onde eccezionalmente alte (le navi di piccola e media
stazza possono scomparire alla vista per qualche
istante). Il mare è completamente coperto da banchi
di schiuma che si allungano nella direzione del vento.
Ovunque la sommità delle creste delle onde è
polverizzata dal vento. La visibilità è ridotta.
L'aria è piena di schiuma e di spruzzi. Il mare è
completamente bianco a causa dei banchi di schiuma
alla deriva. La visibilità è fortemente ridotta.
10
48-55
24.5-28.4
11
56-63
28.5-32.6
103-117
TEMPESTA
VIOLENTA
(SEVERE STORM)
12
> 64
> 32.7
> 118
URAGANO
(HURRICANE)
1 NODO = 1 MIGLIO MARINO/1 ORA = 1852 [m] /3600 [sec] = 0.52 [ m/sec] ~ 2 [Km/h]
La Meteorologia (previsioni)
Tipi di previsioni
Le previsioni meteo si dividono a seconda dell’area e
della loro validità nel tempo. A seconda della dimensione
dell’area considerata si dividono in ordine crescente in:
locali
regionali
nazionali
continentali
globali
A seconda della validità nel tempo sono
così distinti:
breve (24-72 ore)
medio (una settimana)
lungo (oltre una settimana)
stagionale
Le previsioni meteorologiche vengono emesse
tramite l’elaborazione di modelli matematici.
Sarebbero anche precise ed attendibili se a
questi modelli venissero forniti dei dati certi. Il
problema e’ che fornire al modello tutta la serie di
valori certi di cui necessita e’ praticamente
impossibile.
Per questo motivo i meteorologi si sono inventati
gli ensemble.
In pratica fanno girare il modello più e più volte ed
ogni volta variano uno dei dati attribuendogli un
valore diverso da quello reale, in pratica
inseriscono un errore, se in base a questa
variazione la previsione non si discosta da quella
iniziale significa che la previsione e’ attendibile,
se la previsione varia molto allora non lo e’.
È comunque diventato normale, negli ultimi anni,
fornire percentuali di attendibilità dall’80 all’85 per
cento su periodi di una giornata. I modelli
numerici hanno dato come risultato un
miglioramento considerevole dell’attendibilità, in
confronto alle previsioni che venivano fatte in
passato sulla base di metodi soggettivi
Al presente, gli studiosi sono riusciti a mostrare la
capacità di prevedere specifici eventi atmosferici
con un anticipo fino a cinque giorni, e sono stati
ottenuti successi nelle previsioni di scostamenti
dalla norma di temperature e precipitazioni entro
30 giorni.
Le Nubi
La formazione delle nuvole
Una nuvola è un insieme di gocce d'acqua o di cristalli di
ghiaccio sufficientemente densi da diventare visibili. La
formazione di queste gocce o cristalli in genere richiede
la presenza di piccoli nuclei di pulviscolo nell'atmosfera
che facciano da siti di aggregazione per la
condensazione o la deposizione di ghiaccio. Le nuvole
di solito si formano quando l'aria umida si raffredda fino
a un punto di saturazione. La temperatura in genere
diminuisce con l'altitudine.
Tipi di Nubi in base all’ altezza
L'osservazione del cielo è forse l'azione più importante
da compiere per prevedere il tempo a brevissimo
termine in qualsiasi zona. Un analisi attenta e accurata
delle condizioni del cielo sopra le nostre teste, infatti, ci
può dare una vastissima quantità di informazioni sulla
situazione meteorologica attuale e sull'evoluzione nelle
ore successive. Al giorno d'oggi grazie all'aiuto di
satelliti, radar e modelli matematici consultabili
liberamente in rete, è facile poter integrare gli
importanti segnali forniti all'osservazione visiva con
questi strumenti più precisi e tecnici, in modo da avere
un'idea molto precisa di ciò che accadrà.
Le nubi differiscono in maniera molto netta tra loro.
Infatti nell'arco di una singola giornata è possibile notare
il susseguirsi di diversi tipi di nuvole nei cieli delle nostre
zone. Solitamente è usanza suddividere le nubi in base
alla loro altitudine:
Si parla di nubi basse quando parliamo di corpi
nuvolosi situati tra il suolo e i 2000 metri .
Fanno parte di questa categoria i ,cumuli gli
stratocumuli, gli strati e le formazioni nebbiose.
Tra i 3000 e i 6000 metri circa di altitudine troviamo
invece le cosiddette nubi medie : qui
troviamo gli altocumuli, gli altostrati e i nembostrati.
Dai 6000 – 7000 metri in su parliamo di nubi alte, in
cui rientrano i cirri, i cirrostrati e cirrocumuli.
I cumulonembi rappresentano una categoria a
parte, in quanto la loro base parte da quote
molto basse, anche sotto ai 700-800 metri di
quota talvolta, mentre la sommità di queste
imponenti formazioni nuvolose arriva anche a
superare i 7000 – 9000 metri di quota con la
loro parte sommitale, chiamata incudine
Genesi ed Evoluzione
Fase di CUMULO
Fase di MASSIMO SVILUPPO
Fase di DISSOLVIMENTO
Fase di CUMULO
Fase di MASSIMO SVILUPPO
Fase di DISSOVIMENTO
Questions ?