Devianza e criminalità - Università Kore di ENNA

Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Devianza e criminalità
Università degli Studi di Enna KORE
Prof. Sergio Severino
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
•  In generale, in sociologia, nei confronti della
devianza, bisogna essere imparziali: non
bisogna trattare la devianza come anormalità!
•  DEVIANZA: comportamento che si discosta
dalle norme di un gruppo, e a causa del quale
l individuo che lo compie può venire isolato, o
sottoposto a trattamento curativo, correttivo,
punitivo.
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La devianza indica ogni atto o comportamento (anche
se solo verbale) di una persona o di un gruppo, che
viola le norme di una collettività e che di conseguenza
va incontro a qualche forma di sanzione
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
La devianza non è una proprietà di
certi atti o comportamenti, ma
una qualità che deriva dalle
risposte, dalle definizioni e dai
significati attribuiti a questi dai
membri di una collettività (o dalla
grande maggioranza di questi).
Questa idea è stata espressa bene
da Durkheim non bisogna dire –
egli osservava nel 1893 – che un
atto urta la coscienza comune
perché è criminale, ma che è
criminale perché urta la coscienza
comune. Non lo biasimiamo
perché è un reato, ma è un reato
perché lo biasimiamo .
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Concezione relativistica della devianza
•  Un atto per essere considerato deviante deve
essere riferito al contesto socioculturale in cui ha
luogo;
•  un comportamento considerato deviante in un
paese, in una determinata società o contesto
sociale può essere, invece, accettato e
considerato molto positivamente in un altro.
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Componenti della devianza
•  PERSONA
•  NORMA
•  GRUPPO
DEVIATA
ASPETTATIVA
CHE REAGISCE
immaginate una società di santi, un chiostro esemplare e perfetto: i reati
propriamente detti saranno qui ignoti; ma le colpe che sembrano normali
al volgo faranno lo stesso scandalo che il delitto ordinario produce sulle
coscienze ordinarie . (Emile Durkheim)
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La vita sociale è governata da norme, cioè regole di
comportamento che vigono all interno di un gruppo sociale o
di una società.
Solitamente siamo indotti a rispettare queste norme, perché:
-  siamo stati socializzati al loro rispetto e le abbiamo
interiorizzate;
-  sono rafforzate da delle sanzioni.
Le sanzioni si distinguono in:
-  positive: ricompensano chi rispetta la norma;
-  negative: puniscono chi non rispetta la norma;
E in:
-  formali: se applicate da specifiche autorità a ciò preposte
(es. polizia, tribunali);
-  informali: reazioni più spontanee e meno organizzate.
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La devianza è la non conformità a una norma o complesso di
norme accettate da un numero significativo di individui
all interno di una collettività.
Il deviante è chi non rispetta una norma di qualche tipo.
La maggior parte di noi, in certe occasioni, trasgredisce norme
di comportamento generalmente accettate.
Nessuna società può essere facilmente suddivisa tra coloro
che si attengono alle norme e coloro che non le rispettano.
Quando la devianza non riguarda un singolo individuo, ma un
gruppo sociale si parla di subcultura deviante.
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Devianza e criminalità spesso coincidono, ma non sono
sinonimi.
Il concetto di devianza è più ampio, poiché la criminalità
si riferisce a quei comportamenti che violano la legge.
Devianza
Criminalità
comportamento non
conforme a una norma
sociale
comportamento che
viola la legge ⇒ reato
Criminologia
Sociologia della
devianza
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•  SANZIONI: reazioni degli altri al comportamento
dell individuo e che ha lo scopo di assicurare il
rispetto di una data norma.
•  DETERRENZA:
•  LEGGI: norme emanate dagli stati e che i cittadini
devono rispettare, pena la sanzione formale
•  REATO: qualsiasi tipo di comportamento contrario
alla legge
•  PUNIZIONI: che hanno avuto sempre una loro
evoluzione storica
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•  Per devianza si intende comunemente ogni atto o comportamento
(anche solo verbale) di una persona o di un gruppo che viola le norme di
una comunità e che di conseguenza va incontro a una qualche forma di
sanzione.
•  L’azione non è deviante per una proprietà intrinseca ma in funzione del
contesto sociale, e delle sue norme, nel quale viene eseguita. Durkheim
spiegò che un atto è criminale perchè urta la coscienza comune e non
viceversa: non è quindi il reato che definisce la sanzione, ma è la
sanzione che stabilisce così il reato.
•  Bisogna tener conto, dunque, per definire un’azione come deviante le
variabili del contesto storico, politico e sociale e della situazione.
•  In altre parole un atto può essere considerato deviante solo in
riferimento al contesto socio-culturale in cui ha luogo. Se si eccettuano
alcuni universali culturali , come ad esempio l'incesto, il furto o l'omicidio
tra membri dello stesso gruppo, lo stupro, qualsiasi atto deviante
dipende dal contesto che lo sanziona come tale.
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UNIVERSALI DEL COMPORTAMENTO:
Il tabù dell incesto implica la prescrizione dell esogamia
(sposarsi al di fuori del gruppo ristretto dei parenti),
presentandosi come un espressione fondante di un sistema
di comunicazione, di alleanze e di scambio tra gruppi.
Lo stupro (o violenza sessuale o violenza carnale) è, secondo
la definizione del codice penale italiano], la costrizione
mediante violenza o minaccia a compiere o subire atti
sessuali.
Il furto e l omicidio nello stesso gruppo.
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Classificazione della devianza
1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
6. 
7. 
Crimini e delitti (omicidi, furti, crimini dei colletti bianchi,
bande):
Suicidio;
Abuso di droga (leggere e pesanti);
Trasgressioni sessuali (prostituzione, omosessualità,
pornografia, pedofilia…);
Devianze religiose (stregonerie, eresie, settarismo
religioso…);
Malattie mentali;
Handicap fisici (minorazione, deficit, handicap).
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Gradazione della devianza
scala del volontarismo del comportamento deviato
1.  Devianti subculturali
2.  Trasgressori
3.  Individui con disturbi di
comportamento
4.  Handicappati
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Devianti subculturali
•  …non conformisti, minoranze attive, individui
che mettono chiaramente in questione la
legittimità delle norme che violano. Si
sforzano di promuovere delle norme e dei
valori sostitutivi, ed operano in tl senso.
Terroristi, dissidenti, membri di sette
religiose. Si assumono la responsabilità della
loro devianza e ne rivendicano la legittimità.
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Trasgressori
•  …sono i devianti che violano deliberatamente
una norma della quale, però, ne riconoscono
la validità. Essi non agiscono per principio, ma
per interesse o per opportunismo o, anche,
lasciandosi trasportare dalla passione o dalla
concupiscenza.
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Individui che hanno disturbi di comportamento
•  …zona intermedia in cui il carattere volontario
dell atto non è né scontato, né escluso: gli alcolisti e
i tossicomani agiscono, almeno nelle prime fasi della
loro evoluzione, in modo volontario, ma se si
instaura la dipendenza essi cessano di essere
davvero liberi. Allo stesso modo esistono disturbi
mentali come la nevrosi, sociopatia, disturbi
caratteriali, bipolarismo, schizofrenia, ecc., nelle
quali è difficile distinguere la parte della compulsione
da quella della determinazione.
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Handicappati
•  …si abbandona definitivamente il campo
dell azione volontaria quando si tratta di
sordi, ciechi, gobbi, paraplegici, debilitati,
malati mentali, il cui disturbo risulta da una
lesione biologica.
•  L aspetto della devianza, in questo caso, è
quello dello sviluppo dell interazione, della
stigmatizzazione, delle strategie relazionali,
ecc..
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Teorie sulla devianza
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1. 
2. 
3. 
4. 
5. 
Scuola classica
Scuola positiva
Teoria dell’anomia – tensione
Teoria del controllo sociale
Teoria della subcultura - Teoria dell’associazione
differenziale
6.  Teoria dell’etichettamento
7.  Teorie razionali
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1 - La Scuola Classica (XVIII secolo)
• Cesare Beccaria (1738/1794)
• Jeremy Bentham (1748/1832)
Si opponevano alla natura capriocciosa e arbiraria del sistema
giudiziario:
1. Utilitarismo
2. Diritti civili
3. Due process of law
4. Regolamentazione della prova e della testimonianza
5. Certezza della sentenza
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6. deterrenza
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utilitarismo
•  Idea della maggior quantità di
bene per il maggior numero di
persone
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Due process of law
•  L azione giudiziaria e penale deve
essere sottoposta al dettato della legge,
in modo da ridurre al minimo (se non
eliminare) l arbitrarietà delle decisioni
prese dal giudice.
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Certezza della sentenza
- Calcolo felicifico:
- combinazione elaborata di punizioni che dovevano tenere
conto di un insieme di piacere, dolore e circostanze
attenuanti. Come calcolare la quantità di punizione
necessaria per controbilanciare correttamente il vantaggio
ottenuto da un azione criminale
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• Deterrenza:
ogni individuo avrebbe dovuto
essere in grado di ponderare il piacere da trarre da un
comportamento illegale, rapportandolo con la
punizione (dolore) decretata dalla legge, e in seguito
decidere di agire.
- celerità
- certezza
- severità
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Celerità
•  È la rapidità con cui una punizione
viene applicata. Quanto più
rapidamente una punizione fa
seguito ad un reato, tanto migliore
sarà il suo risultato.
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Certezza
•  Rendere una punizione certa ogni
volta che viene commessa un azione
indesiderabile.
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Severità
•  È la quantità di dolore da infliggere
a quanti commettono reati.
•  Quanto maggiore sarà la
potenziale severità, tanto più una
persona razionale si dovrebbe
astenere dal violare la legge.
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L approccio biologico rappresenta uno dei primi tentativi di
studio della devianza:
alcune caratteristiche innate degli individui sono viste come
cause del comportamento deviante e criminale.
I principali esponenti furono:
- Cesare Lombroso: i criminali sono individui biologicamente
degradati o minorati e possono essere identificati da certe
caratteristiche anatomiche (es. forma del cranio e della
fronte);
- W.H. Sheldon: i tipi muscolosi e attivi (mesomorfi) sono
più aggressivi e quindi hanno maggiori probabilità di
diventare criminali rispetto ai tipi più magri (ectomorfi) o ai
tipi più grassi (endomorfi).
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•  ENDOMORFO: corpo soffice e tondeggiante, tende ad essere socievole,
accomodante e indulgente con se stesso
•  MESOMORFO: corpo duro ed angolare, tende ad essere irrequieto,
energico ed insensibile
•  ECTOMORFO: corpo sottile e fragile, tende ad essere introspettivo,
sensibile e nervoso
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Teoria della tensione
•  Importanza del concetto di anomia = mancanza delle
norme sociali che regolano e limitano i
comportamenti individuali.
•  la devianza e la criminalità sono il risultato di tensioni
strutturali e della carenza di regolazione morale
all interno della società.
Fra i principali esponenti:
-  E. Durkheim
-  R. K. Merton
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Emile Durkheim
•  La devianza è il risultato dell anomia, ossia della caduta di
valori e norme tradizionali non sostituite da altri punti di
riferimento
•  La devianza è inevitabile, in quanto non può esistere un
consenso totale sui valori e le norme che regolano la società
•  La devianza ha anche effetti positivi e inaspettati, in quanto
rafforza la solidarietà e i sentimenti condivisi da un gruppo
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Anomia e devianza (1.1)
La teoria della devianza di Durkheim
Concetto di anomia : caduta di valori e norme tradizionali
non sostituite da altri punti di riferimento.
La devianza è un fatto sociale
inevitabile
necessario
-  nessuna società raggiunge un
consenso totale sui valori e le
norme che la governano;
-  forza innovatrice (funzione
adattiva);
-  sollecita una risposta collettiva
che rafforza la solidarietà di
gruppo ed esplicita le norme
sociali (definizione dei confini).
- il mondo moderno lascia più
spazio alle libere scelte individuali
⇒ meno conformismo.
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Anomia e devianza (1.2)
La teoria della tensione di R.K. Merton individua nella
struttura della società stessa la fonte del comportamento
criminale.
Riprende il concetto di anomia riferendolo alla tensione
cui è sottoposto il comportamento individuale quando
norme e realtà sociale entrano in conflitto.
Nelle società industrializzate, esiste un conflitto fra:
mete culturali
mezzi istituzionalizzati
valori solitamente
accettati del successo
materiale.
autodisciplina e
duro lavoro.
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Merton individua cinque possibili reazioni alla tensione
fra mete culturali e mezzi istituzionalizzati:
Metodi di
adattamento
Mete
culturali
Mezzi
istituzionalizzati
Conformismo
+
+
Innovazione
+
–
Ritualismo
–
+
Rinuncia
–
–
Ribellione
+/–
+/–
Legenda: + significa accettazione ; (–) significa rifiuto ; (+/–) significa
rifiuto di mete o mezzi dominanti e sostituzione con nuove mete e nuovi
mezzi .
Fonte: R.K. Merton, Social Theory and Social Structure, Glencoe, Ill., The Free
Press, 1949, trad. it. Teoria e struttura sociale, Bologna, Il Mulino, 2000.
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Teoria del controllo sociale
•  Tale teoria si basa sull idea che le persone
generalmente si comportano in maniera conforme
alle norme, perché esistono dei meccanismi di
controllo sociale che interdicono l azione deviante.
Tali meccanismi di controllo possono essere:
- esterni (sorveglianza esercitata dagli altri)
- interni diretti (imbarazzo, vergogna che prova chi
trasgredisce)
- interni indiretti (legame a figure autorevoli di
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Secondo lo studioso americano Trevor Hirschi, il più
autorevole esponente di questa teoria, una persona
compie un reato quando il vincolo che lo lega alla
società è molto debole.
Hirschi individua quattro tipi di vincoli che legano
l individuo alla società, promuovendo così un
comportamento rispettoso della legge:
- l attaccamento
-  l impegno
-  il coinvolgimento
-  le credenze Università degli Studi di Enna KORE
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-  L attaccamento ai genitori o agli insegnanti = quanto più un
individuo è legato a queste persone, tanto più difficile è che
compia delle azioni che essi disapprovano
-  L impegno nel perseguimento degli obiettivi convenzionali = il
successo scolastico, l affermazione professionale, la reputazione
sociale. Quanto maggiore è l energia che un individuo ha investito
nel raggiungimento di questi obiettivi, tanto più difficile è che egli
rischi di perdere, violando le norme, tutto quanto ha accumulato
- Il coinvolgimento nelle attività convenzionali = quanto maggiore
è il tempo che una persona dedica allo studio, al lavoro, allo
svago, tanto minore è quello che gli resta per compiere i reati
- Le credenze = la violazione delle norme non è provocata da
credenze che la richiedano o la rendano necessaria, ma dalla
mancanza di credenze che la vietano
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Spiegazioni subculturali (2)
La devianza viene definita in riferimento alle subculture di
gruppi, i quali adottano norme che incoraggiano o premiano il
comportamento criminale.
A. Cohen: le risposte devianti alla tensione tra valori e mezzi
sono mediate dai gruppi sociali. I ragazzi del ceto operaio più
povero, frustati nella loro condizione di vita, tendono a
organizzarsi in subculture delinquenziali.
Cloward e Ohlin: i ragazzi più a rischio provengono dalla
classe operaia. Inoltre, hanno interiorizzato i valori del ceto
medio e sono stati incoraggiati a desiderare un futuro
borghese, per poi scoprirsi impossibilitati a realizzare le
proprie aspirazioni.
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Teoria della subcultura
•  Sono i gruppi sociali che stabiliscono le regole, la
cui infrazione costituisce la devianza.
•  La devianza, come la conformità, si apprende
nell ambiente in cui si vive.
•  Se una persona commette un reato, è perché si è
formata in una subcultura criminale, che ha valori e
norme diverse da quelle della società generale e che
vengono trasmesse da una generazione all altra.
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Il più autorevole esponente di questa teoria è Edwin H.
Sutherland:
-  chi commette un reato lo fa perché si conforma alle
aspettative del suo ambiente. In questo senso, le
motivazioni del suo comportamento non sono diverse
da quelle di chi rispetta le leggi;
-  a essere deviante non è l individuo, ma il suo gruppo
di appartenenza. In questo caso gli individui non
violano le norme del proprio gruppo, ma solo quelle
della società in generale.
- il processo di apprendimento avviene di solito
all interno di piccoli gruppi e riguarda sia le
motivazioni per commettere un reato, sia le tecniche
per farlo.
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Associazione differenziale (3.1)
E.H. Sutherland
In una società che ospita molte subculture diverse, solo
alcuni ambienti sociali tendono a incoraggiare la
criminalità.
Gli individui diventano criminali associandosi ad altri che
sono portatori di norme criminali.
Il comportamento criminale viene appreso soprattutto
all interno dei gruppi primari, in particolare il gruppo dei
pari.
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Teoria dell etichettamento
Tale teoria si basa sull idea che per capire la devianza è
necessario tener conto non solo della violazione, ma
anche della creazione e dell applicazione delle norme,
non solo dei criminali, ma anche del sistema giudiziario
e delle altre forme di controllo sociale. Il reato (e più in
generale la devianza) non sono altro che il prodotto
dell interazione fra coloro che creano e che fanno
applicare le norme e coloro che invece le infrangono.
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Teoria dell’etichettamento (3.2)
La devianza è interpretata come un processo di interazione
tra devianti e non devianti.
Le etichette che definiscono le varie categorie di devianza
esprimono la struttura di potere della società.
H. Becker: il comportamento deviante è il comportamento
così etichettato .
Il comportamento deviante non è il fattore determinante
nella trasformazione di un individuo in deviante ;
piuttosto vi sono processi non collegati al comportamento
stesso che esercitano una grande influenza
sull’etichettamento (es. abbigliamento, modo di parlare,
paese di origine).
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Howard Becher
I gruppi sociali creano la devianza stabilendo le regole,
la cui infrazione costituisce la devianza, e applicano
queste regole a persone particolari che etichettano come
outsider.
Da questo punto di vista, la devianza non è una qualità
dell azione commessa, ma piuttosto la conseguenza
dell applicazione, da parte di altri, di regole e sanzioni
al trasgressore.
Il deviante è uno cui l etichetta è stata applicata con
successo; il comportamento deviante è il
comportamento così etichettato dalla gente.
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Il centro dell analisi non è nell atto deviante in se
stesso, quanto nella reazione che l atto deviante
suscita. In altre parole, nel fatto che chi compie un
atto deviante viene stigmatizzato come tale e tutte
le sue azioni, passate, presenti e future, vengono
interpretate secondo tale stigma.
Cruciale a questo proposito la distinzione introdotta
da Edwin Lemert fra devianza primaria e devianza
secondaria.
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Teoria dell etichettamento
L etichettamento non condiziona solo il modo in cui si è
visti dagli altri, ma anche la concezione di sé.
E. Lemert
La devianza è un fatto comune e solitamente senza
conseguenze per gli individui.
Devianza primaria
Devianza secondaria
È l atto iniziale di
trasgressione. Solitamente
rimane marginale sul piano
dell identità individuale.
Si ha quando l individuo
accetta l etichetta che gli è
stata imposta, vedendo se
stesso come deviante .
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Devianza primaria
-  quando la violazione di una norma, di una pratica,
di una regola viene ignorata e /o non riconosciuta e
la persona che l ha infranta non si considererà un
deviante (es. passare con il rosso, fumare
occasionalmente marijuana, ecc.).
Devianza secondaria
- quando la violazione di una norma, di una pratica,
di una regola viene riconosciuta e resa pubblica e la
persona che l ha infranta è etichettata e trattata
come deviante. Università degli Studi di Enna KORE
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Teoria della scelta razionale
I sostenitori della teoria della scelta razionale
considerano i reati come risultato non di influenze
esterne, ma di un azione intenzionale adottata
attivamente dagli individui.
Secondo questa prospettiva, i soggetti sono esseri
razionali che scelgono intenzionalmente di violare le
norme e perseguire i propri interessi.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Colui che trasgredisce la legge va incontro a vari tipi di
costo:
-  esterni pubblici: dati dalle sanzioni legali inflitte dallo
stato e dalle conseguenze negative che queste hanno
sulla reputazione sociale
-  esterni privati: i cosiddetti costi di attaccamento ,
che derivano dalle sanzioni informali degli altri
significativi , dalle loro critiche, dalla loro condanna
-  interni: che nascono dalla coscienza (dalle norme
interiorizzate), che fa provare al trasgressore sensi di
colpa e di vergogna
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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La devianza non è un fenomeno che interessa solo i gruppi
svantaggiati e deboli della società; molte persone ricche e
potenti ne commettono.
Con l espressione reati dei colletti bianchi si definiscono i
reati compiuti da persone rispettabili e di elevata condizione
sociale nel corso della propria occupazione.
I reati aziendali sono quelli commessi dalle imprese e sono
capillari e diffusi. Esistono sei tipi di questi reati:
-  amministrativi (irregolarità o non conformità di documenti);
-  ambientali (inquinamento, assenza di autorizzazioni);
-  finanziari (evasione fiscale, falsificazione di bilancio);
-  occupazionali (condizioni di lavoro o assunzioni irregolari);
-  produttivi (pericolosità dei prodotti, etichettatura mendace);
-  commerciali (pubblicità ingannevole).
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Altre forme di criminalità note e diffuse sono:
-  la criminalità organizzata: indica fenomeni con
caratteristiche analoghe a quelle delle normali attività
d affari, ma che sono illegali (es. contrabbando, traffico di
droga e armi).
-  i reati informatici: atti criminosi perpetrati con l aiuto della
tecnologia informatica (es. intercettazione abusiva di
comunicazioni, istigazione alla violenza attraverso Internet,
frodi telematiche).
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Il carcere è un sistema di punizione di chi commette reati.
Il carcere svolge una funzione di recupero dell individuo, poiché
mira alla sua reintegrazione nella società una volta rimesso in
libertà. Prigione e condanne severe sono anche un deterrente del
crimine.
I tassi di recidività sono alti ⇒ chi ha commesso reati tende a
ricommetterli: le carceri favoriscono la spaccatura fra società e
detenuti, poiché l ambiente carcerario richiede atteggiamenti e
abitudini totalmente diversi dal mondo esterno , rendendo così
difficile la reintegrazione.
Per alcuni è necessario passare da una giustizia punitiva ad una
riparativa: accresce nei condannati la consapevolezza degli effetti
dei loro crimini attraverso sentenze da scontare in comunità .
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Il controllo sociale
•  ISOLAMENTO: ha lo scopo di tenere il deviante
lontano dagli altri e non prevede alcun
tentativo di riabilitazione.
•  ALLONTANAMENTO: limita i contatti del
deviante ma non lo segrega completamente
dalla società e gli consente di ritornare dopo
un congruo tempo, se vuole accettare le
norme.
•  RIABILITAZIONE: processo attraverso il quale
molti devianti vengono aiutati a riassumere i
loro ruoli nella società.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Molte sono le forme di criminalità e di reato; le principali
sono:
-  attività predatoria comune:
⇒
⇒
furto di beni
furto con violenza
-  omicidi
-  reati dei colletti bianchi
-  criminalità organizzata
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Per comprendere le ragioni e i caratteri dei reati, i
sociologi studiano le caratteristiche socio-demografiche
di coloro che li compiono:
-  la classe sociale
-  il genere
-  l età
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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In ogni società la conformità alle norme viene mantenuta
attraverso l uso o la minaccia di sanzioni.
Le sanzioni si distinguono in:
-  positive: ricompensano chi rispetta la norma
-  negative: puniscono chi non rispetta la norma
-  formali: applicate da specifiche autorità, a ciò preposte
-  informali: reazioni più spontanee e meno organizzate
-  severe o lievi: in relazione al livello di gravità
dell infrazione
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Grandi differenze vi sono e vi sono state, fra le varie società,
riguardo al tipo di sanzioni usate contro i trasgressori delle norme:
-  sistema della faida (cioè della vendetta da parte della vittima del
reato o della sua famiglia nei confronti del reo)
-  espulsione dalla comunità
-  pene corporali
-  sanzioni pecuniarie
-  pena detentiva
-  pena capitale
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Elaborazione di norme etiche e giuridiche, le quali,
stabilendo obblighi comuni e reciproci, allocando
mezzi, compensi e responsabilità a differenti posizioni
sociali in differenti situazioni, in modo chiaro e stabile,
e coordinando i rapporti tra le posizioni, impediscono
che le azioni dei vari soggetti interferiscano tra loro,
con esiti distruttivi per il sistema.
Definizione di continuità : ossia il problema cruciale
che ogni società deve affrontare e risolvere.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Ogni società deve assicurare la propria continuità nel
tempo.
È necessario, quindi, che essa disponga di pratiche e
istituzioni, atte a trasmettere almeno una parte del
patrimonio culturale che ha accumulato nel corso delle
generazioni.
La socializzazione è lo strumento attraverso il quale il
patrimonio culturale della società viene appreso dagli
individui.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
A differenza del mondo animale, dove azioni e
comportamenti sono trasmessi perlopiù per via
genetica attraverso un cospicuo bagaglio istintuale,
per acquisire conoscenze che andranno poi a
sostanziare azioni e comportamenti il mondo umano
ha bisogno di un lungo periodo di apprendimento,
visto lo scarso bagaglio istintuale.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Patrimonio culturale = è l insieme dei valori,
norme, atteggiamenti, conoscenze, capacità,
linguaggi, che consentono alla società di esistere, di
adattarsi al suo ambiente esterno e di modificare a
sua volta se stessa e il suo ambiente
Socializzazione = è il processo mediante il quale i
nuovi nati diventano membri della società
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Francia, 1800. Aveyron, i contadini catturano in un bosco un ragazzino cresciuto
allo stato selvaggio. Il piccolo, che riesce a emettere solo grugniti, è impaurito, e
graffia e morde chiunque tenti di avvicinarlo: viene rinchiuso in una cella. Ben
presto la notizia giunge a Parigi e si decide di trasferirlo all’Istituto Nazionale per
Sordomuti dove operano il dottor Pinel e il dottor Itard che, tentando di
ricostruire il suo passato: Pinel è convinto che sia stato abbandonato nella foresta
dalla sua famiglia perché anormale, Itard, invece, pensa che le sue stranezze
siano il risultato di anni di totale isolamento dalla civiltà. Pinel propone di
trasferirlo nel manicomio, ma Itard si oppone alla decisione: ha capito di non
avere a che fare con un ritardato e riesce a ottenere dalle autorità il permesso di
condurlo nella sua casa, aiutato dalla governante, incomincia un lungo percorso di
recupero di Victor al mondo civile. L’educazione del ragazzo incomincia
dall’apprendimento delle attività più semplici per poi allargarsi all’uso del
linguaggio e all’apprendimento dell’alfabeto, dal momento che, nel frattempo,
Itard ha scoperto che Victor non è sordomuto ma semplicemente incapace di
articolare suoni comprensibili. Nonostante gli apprezzabili risultati ottenuti, le
autorità esitano a rinnovare la loro fiducia al dottor Itard e ad autorizzare il
prosieguo dell’educazione del ragazzo. Victor fugge nella foresta. Itard,
sconsolato, si accinge a stilare una relazione ai suoi superiori nella quale annuncia
il fallimento del tentativo di strappare il ragazzo al suo stato selvaggio. Tuttavia,
Victor torna a casa da solo: si tratta di un segno inequivocabile del definitivo
abbandono della condizione naturale e dell’importanza che ha ormai nella sua vita
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l’affetto per la nuova famiglia.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
La socializzazione consente la
regolamentazione del comportamento di
un membro della società,
rappresentando al tempo stesso un
prerequisito indispensabile per la
stabilizzazione dell individualità e
dell auto-consapevolezza.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
La socializzazione formale fa riferimento
all intenzionalità e alla progettualità del processo
educativo, a differenza del livello informale che
descrive, invece, tutte quelle relazioni il cui
effetto non sia intenzionale, atteso, previsto dai
partecipanti a quella determinata situazione.
Quella non formale, infine, fa riferimento ad ogni
attività educativa organizzata al di fuori del
sistema formale e realizzata, ad esempio, nel
luogo di lavoro, pur non prevedendo
l’acquisizione di titoli culturali o professionali.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Socializzazione primaria = l insieme dei
processi volti ad assicurare all’individuo
la formazione delle competenze sociali di
base.
Avviene durante i primi anni di vita fino
al raggiungimento dell’età scolare.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Competenze sociali di base:
⇒ acquisizione di un livello minimo di competenza
comunicativa, ossia la capacità di usare il linguaggio
per scambiare informazioni con gli altri membri
⇒ sviluppo della capacità di entrare in rapporto con gli
altri, scambiando affettività, prestazioni, risorse che
consentono lo sviluppo di legami sociali e di forme di
cooperazione indispensabili all esistenza stessa della
società
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Socializzazione secondaria = l insieme dei processi
di formazione delle competenze specifiche richieste
dall esercizio dei vari ruoli sociali. Si svolge dall età
scolare, per tutto il corso della vita
Competenze sociali specifiche = sono quelle che
consentono agli individui di svolgere ruoli particolari
e comportano la capacità di usare linguaggi e di
disporre di conoscenze condivise soltanto da coloro
che sono coinvolti nell esercizio di tali ruoli
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Per quanto ogni percorso esperenziale sia assolutamente
individuale, è possibile tuttavia fissare alcune fasi tipiche
del processo di socializzazione primaria:
⇒ attaccamento affettivo
⇒ reciprocità del rapporto adulto-bambino
⇒ determinazione di modelli o regole di comportamento
Le modalità e gli esiti di una fase condizionano modalità
ed esiti della successiva
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Attaccamento affettivo = si sviluppa un rapporto carico
di affettività tra la madre, dispensatrice di soddisfazioni,
e il bambino, che manifesta attaccamento nei suoi
confronti in un rapporto di totale dipendenza.
Molte ricerche hanno dimostrato che, se questo rapporto
è positivo, il bambino sviluppa fiducia nell ambiente e in
se stesso, maggiori capacità di autonomia e di
apprendimento. In caso contrario, si ha un arresto o
comunque un rallentamento delle capacità
comunicative, motorie, affettive.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Reciprocità dell interazione bambino-adulto = il
rapporto che intercorre tra genitore e bambino
è un rapporto dialettico.
Determinazione di regole o modelli di
comportamento = nell interazione tra adulto e
bambino si vengono a stabilire delle regole,
attraverso un meccanismo di premi e punizioni.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Altro generalizzato = il bambino, man mano che
cresce e si trova ad agire in una cerchia di persone
allargata, opera un astrazione e generalizzazione
dai ruoli e atteggiamenti delle figure parentali ai
ruoli e agli atteggiamenti in generale.
In questo modo, i valori, le norme e le conoscenze
che il bambino ha ricevuto dai genitori vengono
rafforzate e sostenute dagli altri e assumono
quindi una generalità sempre più ampia fino a
includere la società nel suo complesso.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Mead teorizzò che gli esseri umani iniziano a conoscere il
mondo sociale tramite il "gioco" e la "competizione". Nello
sviluppo dei bambini vi è innanzitutto il "gioco". I bambini
assumono i diversi ruoli che osservano nella società
"adulta" e interpretandoli giocando essi cercano di
acquisire una comprensione dei differenti ruoli sociali. Per
esempio, il bambino interpreta prima il ruolo di poliziotto
e quindi il ruolo di ladro durante il gioco di "guardie e
ladri" e interpreta i ruoli di dottore e paziente quando fa il
gioco del "Dottore". Come risultato di tale gioco, i bambini
imparano a diventare soggetto ed oggetto e iniziano a
costruire il proprio sé. Tuttavia, si tratta di un sé limitato
perché il bambino può solo assumere il ruolo di altri
individui separati e distinti, ma manca ancora un senso
generale e organizzato di se stesso.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Nella fase successiva, la fase del gioco di squadra, è
necessario che una persona sviluppi un sé nel senso pieno
del termine. Considerando che nel gioco i bambini
assumono il ruolo di altri distinti, nel gioco di squadra il
bambino deve assumere il ruolo di tutti gli altri coinvolti
nel gioco. Inoltre, questi ruoli devono essere in una
precisa reciproca relazione. Nella fase del gioco di
squadra, inizia l'organizzazione ed iniziano ad emergere le
personalità. I bambini cominciano ad essere capaci di
agire in gruppo e soprattutto a determinare che cosa
faranno all'interno di uno specifico gruppo. Mead definisce
questa condizione come il primo incontro del bambino con
"l'altro generalizzato", che rappresenta uno dei concetti
principali per la comprensione della nascita del sé
(sociale) negli esseri umani.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Identità personale = immagine che l individuo ha di se
stesso
Identità sociale = l insieme dei ruoli svolti dal soggetto
nelle varie sfere della vita alle quali appartiene
l'autostima è l'azione di valutare se stessi come insieme
di determinate caratteristiche, nonché il giudizio
risultante da questa valutazione, che viene fatta sulla
base di criteri ottenuti dal confronto delle proprie
caratteristiche con quelle di altri soggetti. L'autostima è il
rapporto tra come siamo e invece come vorremmo
essere.
la stima di sé si connota come un'esperienza molto
soggettiva, legata più a ciò che ciascuno sente e pensa a
proposito di se stesso, che non a quello che gli altri
credono di lui.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
La formazione dell altro generalizzato e di una
capacità di giudizio autonoma indica che il
bambino non si identifica e si confronta più con
altri concreti, ma con una generalità di altri che
rappresentano l intera società.
La formazione dell identità personale corre
parallela alla scoperta e all elaborazione cognitiva
del mondo sociale.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Si possono distinguere due componenti nel
processo di formazione dell identità:
identificazione ⇒ il soggetto fa riferimento
alle figure rispetto alle quali si sente uguale
o simile e con le quali condivide determinati
caratteri. L identificazione conduce alla
formazione del senso di appartenenza a
un entità collettiva definita come noi
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
individuazione ⇒ il soggetto fa riferimento alle
caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia
dagli altri gruppi ai quali non appartiene, sia
dagli altri membri del proprio gruppo, rispetto ai
quali il soggetto si distingue per le proprie
caratteristiche fisiche e morali e per una propria
storia individuale che è sua e di nessun altro
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Socializzazione secondaria = l insieme dei processi di
formazione delle competenze specifiche richieste
dall esercizio dei vari ruoli sociali adulti.
Nelle società moderne, altamente differenziate, ogni
individuo ricopre nella società una pluralità di ruoli
(role set): è in tale quadro che assume importanza la
socializzazione secondaria, come processo di
apprendimento attraverso cui l individuo si dota delle
competenze che attengono ai ruoli che, nel corso della
sua vita, egli via via occupa.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Agenti di socializzazione
famiglia ⇒ socializzazione primaria, sviluppo dell identità
scuola ⇒ inizio socializzazione secondaria, rapporti e norme
impersonali e oggettivi
lavoro ⇒ formazione professionale
gruppo dei pari ⇒ rapporti simmetrici, assenza di autorità e di
subordinazione
media ⇒ formazione di atteggiamenti, opinioni e
comportamenti relativi alle più diverse sfere di attività, che
possono rafforzare o indebolire l efficacia dell azione degli altri
agenti di socializzazione
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
La socializzazione è un processo continuo e tutt altro
che lineare.
Non solo non vi è coerenza tra i vari agenti che
concorrono alla socializzazione di un individuo, ma
l azione di ognuno di essi può non essere, e in genere
non è, internamente coerente.
In questo quadro l individuo è agente attivo della
propria socializzazione:
•  sceglie nell ampia gamma di opportunità di
socializzazione
•  deve farsi carico di gestire l inevitabile conflitto che,
in una società altamente differenziata, si produce tra le
varie agenzie di socializzazione.
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Asylums
Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Le Istituzioni totali
•  Un «istituzione totale» può
essere definita come luogo
di residenza e di lavoro di
gruppi di persone che –
tagliate fuori dalla società
per un considerevole
periodo di tempo – si
trovano a dividere una
situazione comune,
trascorrendo parte della
loro vita in un regime
chiuso e formalmente
amministrato.
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(Erving Goffman, 1961)
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Un mondo a parte
✏  Le
organizzazioni sociali – o istituzioni nel senso
comune del termine – sono luoghi, locali o insiemi
di locali, edifici, costruzioni, dove si svolge con
regolarità una certa attività…
✏  Ogni istituzione si impadronisce di parte del
tempo e degli interessi di coloro che da essi
dipendono, offrendo in cambio un particolare tipo
di mondo: il che significa che tende a circuire i
suoi componenti in una sorta di azione inglobante.
Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007
Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Ogni istituzione si impadronisce di parte del tempo e degli
interessi di coloro che da essa dipendono, offrendo, in cambio, un
particolare tipo di mondo: il che significa che essa tende a circuire
i suoi componenti in una sorta di azione inglobante (totale).
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Carattere
inglobante
(oe totale)
Capitolo
VIII. Devianza
criminalità
Questo carattere inglobante o totale è simbolizzato
nell impedimento allo scambio sociale e all uscita verso il mondo
esterno, spesso concretamente fondato nelle stesse strutture
fisiche dell istituzione: porte chiuse, alte mura, filo spinato, rocce,
corsi di acqua, foreste o brughiere.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Una vita a parte
✏  Sono
«istituzioni totali» le prigioni, i
lager, gli ospedali, gli ospizi, i ricoveri,
le case di riposo, le caserme, i
monasteri e le navi: tutti luoghi che
vedono la vita quotidiana del singolo
inscriversi totalmente in essi stessi.
✏  Completamente, per quanto riguarda gli
internati, in misura minore per i diversi
operatori e per i visitatori.
Caratteristiche principali delle Istituzioni
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Totali
Capitolo VIII. Devianza e criminalità
La caratteristica principale può essere ritenuta la rottura delle
barriere che abitualmente separano le 3 sfere di vita:
dormire, divertirsi, lavorare.
1° - tutti gli aspetti della vita si svolgono nello stesso luogo e sotto la
stessa ed unica egida (autorità);
2° - ogni fase dell attività giornaliera si svolge a stretto contatto di una
grande quantità di persone, trattate tutte allo stesso modo e tutte
obbligate a fare le medesime cose;
3° - le diverse fasi delle attività giornaliere sono rigorosamente
schedate secondo un ritmo prestabilito che le porta dall una all altra,
dato che il complesso di attività è imposto dall alto, da un sistema di
regole formali esplicite e da un corpo di addetti alla loro esecuzione;
4° - le varie attività forzate sono organizzate secondo un unico piano
razionale, opportunamente designato al fine di adempiere allo scopo
ufficiale delle istituzioni.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
…ancora…
Lo staff tende a sentirsi superiore e a pensare di
avere sempre ragione; mentre gli internati
tendono a ritenersi inferiori, deboli, degni di
biasimo e colpevoli.
La mobilità sociale fra le 2 classi è molto ridotta:
la distanza sociale è generalmente notevole e
spesso formalmente prescritta.
Perfino il colloquio fra l una e l altra sfera può
svolgersi con un tono particolare di voce.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Cinque categorie
di istituzioni totali
! prima categoria
! seconda categoria
! terza categoria
! quarta categoria
! quinta categoria
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Prima categoria
istituzioni a
tutela di
incapaci non
pericolosi
(istituti per
ciechi, sordi,
vecchi, orfani o
indigenti)
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Seconda categoria
istituzioni a tutela di
coloro che, incapaci
a badare a se stessi,
rappresentano un
pericolo – anche se
non intenzionale –
per la comunità
(sanatori, ospedali
psichiatrici)
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Terza categoria
•  istituzioni a protezione della
società da ciò che si rivela
come un pericolo intenzionale
nei suoi confronti, nel qual caso
il benessere delle persone
segregate non risulta una
f i n a l i t à i m m e d i a t a
dell istituzione che li segrega
(prigioni, penitenziari, campi
per prigionieri di guerra, campi
di concentramento)
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Quarta categoria
istituzioni create al solo
scopo di svolgervi una
certa attività, che
trovano la loro
giustificazione sul
piano strumentale
(furerie militari, navi,
collegi, campi lavoro,
piantagioni, fattorie)
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
Quinta categoria
organizzazione definite
come
staccate dal
mondo che però hanno
anche la funzione di
servire come luoghi di
preparazione per religiosi
(abbazie, monasteri,
conventi ed altri tipi
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
✓
Valori, norme e istituzioni
cap. V
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
✓
Nelle scienze sociali per istituzione si intendono modelli di
comportamento che in una determinata società sono
dotati di cogenza normativa.
Se per organizzazione si intende un insieme coordinato di
risorse umane e materiali, per istituzione si intende
l impianto di regole che rende possibile tale
coordinazione.
Nel linguaggio comune per istituzione s’intende un
apparato preposto allo svolgimento di funzioni e compiti
che hanno a che fare con l’interesse pubblico, quali
l’educazione, cura e salute, difesa e giustizia.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Rispetto al linguaggio comune, il concetto sociologico
di istituzione assume un significato:
- più ampio ! riguarda in generale tutti i modelli di
comportamento e non solo quelli che si manifestano
in apparati e organizzazioni
- più preciso ! sottolinea come, affinché un modello
di comportamento possa essere considerato
un istituzione, sia necessaria la presenza di un
elemento normativo in qualche misura vincolante
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Le varie istituzioni si possono ordinare lungo un continuum, a
seconda del grado di istituzionalizzazione raggiunto
Il grado si istituzionalizzazione di un sistema di regole dipende da
diversi fattori:
- dalle forme flessibili o rigide del controllo sociale che ne
garantiscono l osservanza
- dal grado di informazione in merito alla loro esistenza che ne
hanno gli attori coinvolti
- dal grado di accettazione di tali regole da parte della società nel
suo complesso
- dal tipo e dall intensità delle sanzioni che premiano la conformità
o puniscono la trasgressione
- dal grado di interiorizzazione nei codici morali individuali
- dal grado in cui le norme vengono di fatto osservate oppure no
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Ogni sistema sociale per esistere deve soddisfare
quattro requisiti fondamentali:
•  formulare dei fini ! funzione politica
•  adattare i mezzi ai fini ! funzione economica
•  regolare le transazioni tra le sue parti ! funzione
normativa
•  mantenere nel tempo i propri orientamenti di fondo
! funzione della riproduzione biologica e culturale
Alle varie funzioni corrispondono istituzioni diverse,
anche se molte istituzioni svolgono una pluralità di
funzioni.
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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Le istituzioni, come ogni prodotto dell attività umana,
hanno una durata temporale.
Nella dinamica delle istituzioni si possono distinguere
due tipi fondamentali di processo:
- da un lato le istituzioni nascono, si sviluppano e
muoiono per effetto di processi spontanei, vale a dire
non intenzionalmente voluti e prodotti dalle azioni di
individui e gruppi identificabili ! effetto di composizione
o emergente
- dall altro lato, invece, tali eventi e processi sono
imputabili alla volontà specifica di qualche attore
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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La vita e il mutamento delle istituzioni dipende dalla loro
capacità di rispondere efficacemente alle sfide che
provengono:
- dall ambiente esterno ! fattori di mutamento esogeni
- dall ambiente interno ! fattori di mutamento
endogeni
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Capitolo VIII. Devianza e criminalità
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In linea di principio, due possono essere i tipi di
risposta strategica alle sfide ambientali:
•  una risposta rigida , tendente a conservare
l identità e l integrità dell istituzione di fronte alla
turbolenza interna o esterna
•  una risposta flessibile in grado di modificare la
propria struttura interna, di ridefinire i confini con
l ambiente e quindi l identità stessa dell istituzione
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