Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Devianza e criminalità Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 4 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità • In generale, in sociologia, nei confronti della devianza, bisogna essere imparziali: non bisogna trattare la devianza come anormalità! • DEVIANZA: comportamento che si discosta dalle norme di un gruppo, e a causa del quale l individuo che lo compie può venire isolato, o sottoposto a trattamento curativo, correttivo, punitivo. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 5 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ La devianza indica ogni atto o comportamento (anche se solo verbale) di una persona o di un gruppo, che viola le norme di una collettività e che di conseguenza va incontro a qualche forma di sanzione Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 6 ✓ Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità La devianza non è una proprietà di certi atti o comportamenti, ma una qualità che deriva dalle risposte, dalle definizioni e dai significati attribuiti a questi dai membri di una collettività (o dalla grande maggioranza di questi). Questa idea è stata espressa bene da Durkheim non bisogna dire – egli osservava nel 1893 – che un atto urta la coscienza comune perché è criminale, ma che è criminale perché urta la coscienza comune. Non lo biasimiamo perché è un reato, ma è un reato perché lo biasimiamo . Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 7 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Concezione relativistica della devianza • Un atto per essere considerato deviante deve essere riferito al contesto socioculturale in cui ha luogo; • un comportamento considerato deviante in un paese, in una determinata società o contesto sociale può essere, invece, accettato e considerato molto positivamente in un altro. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 8 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Componenti della devianza • PERSONA • NORMA • GRUPPO DEVIATA ASPETTATIVA CHE REAGISCE immaginate una società di santi, un chiostro esemplare e perfetto: i reati propriamente detti saranno qui ignoti; ma le colpe che sembrano normali al volgo faranno lo stesso scandalo che il delitto ordinario produce sulle coscienze ordinarie . (Emile Durkheim) Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 9 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità La vita sociale è governata da norme, cioè regole di comportamento che vigono all interno di un gruppo sociale o di una società. Solitamente siamo indotti a rispettare queste norme, perché: - siamo stati socializzati al loro rispetto e le abbiamo interiorizzate; - sono rafforzate da delle sanzioni. Le sanzioni si distinguono in: - positive: ricompensano chi rispetta la norma; - negative: puniscono chi non rispetta la norma; E in: - formali: se applicate da specifiche autorità a ciò preposte (es. polizia, tribunali); - informali: reazioni più spontanee e meno organizzate. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 10 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità La devianza è la non conformità a una norma o complesso di norme accettate da un numero significativo di individui all interno di una collettività. Il deviante è chi non rispetta una norma di qualche tipo. La maggior parte di noi, in certe occasioni, trasgredisce norme di comportamento generalmente accettate. Nessuna società può essere facilmente suddivisa tra coloro che si attengono alle norme e coloro che non le rispettano. Quando la devianza non riguarda un singolo individuo, ma un gruppo sociale si parla di subcultura deviante. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 11 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Devianza e criminalità spesso coincidono, ma non sono sinonimi. Il concetto di devianza è più ampio, poiché la criminalità si riferisce a quei comportamenti che violano la legge. Devianza Criminalità comportamento non conforme a una norma sociale comportamento che viola la legge ⇒ reato Criminologia Sociologia della devianza Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 12 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità • SANZIONI: reazioni degli altri al comportamento dell individuo e che ha lo scopo di assicurare il rispetto di una data norma. • DETERRENZA: • LEGGI: norme emanate dagli stati e che i cittadini devono rispettare, pena la sanzione formale • REATO: qualsiasi tipo di comportamento contrario alla legge • PUNIZIONI: che hanno avuto sempre una loro evoluzione storica Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 13 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità • Per devianza si intende comunemente ogni atto o comportamento (anche solo verbale) di una persona o di un gruppo che viola le norme di una comunità e che di conseguenza va incontro a una qualche forma di sanzione. • L’azione non è deviante per una proprietà intrinseca ma in funzione del contesto sociale, e delle sue norme, nel quale viene eseguita. Durkheim spiegò che un atto è criminale perchè urta la coscienza comune e non viceversa: non è quindi il reato che definisce la sanzione, ma è la sanzione che stabilisce così il reato. • Bisogna tener conto, dunque, per definire un’azione come deviante le variabili del contesto storico, politico e sociale e della situazione. • In altre parole un atto può essere considerato deviante solo in riferimento al contesto socio-culturale in cui ha luogo. Se si eccettuano alcuni universali culturali , come ad esempio l'incesto, il furto o l'omicidio tra membri dello stesso gruppo, lo stupro, qualsiasi atto deviante dipende dal contesto che lo sanziona come tale. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 14 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ UNIVERSALI DEL COMPORTAMENTO: Il tabù dell incesto implica la prescrizione dell esogamia (sposarsi al di fuori del gruppo ristretto dei parenti), presentandosi come un espressione fondante di un sistema di comunicazione, di alleanze e di scambio tra gruppi. Lo stupro (o violenza sessuale o violenza carnale) è, secondo la definizione del codice penale italiano], la costrizione mediante violenza o minaccia a compiere o subire atti sessuali. Il furto e l omicidio nello stesso gruppo. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 15 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Classificazione della devianza 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. Crimini e delitti (omicidi, furti, crimini dei colletti bianchi, bande): Suicidio; Abuso di droga (leggere e pesanti); Trasgressioni sessuali (prostituzione, omosessualità, pornografia, pedofilia…); Devianze religiose (stregonerie, eresie, settarismo religioso…); Malattie mentali; Handicap fisici (minorazione, deficit, handicap). Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 16 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Gradazione della devianza scala del volontarismo del comportamento deviato 1. Devianti subculturali 2. Trasgressori 3. Individui con disturbi di comportamento 4. Handicappati Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 17 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Devianti subculturali • …non conformisti, minoranze attive, individui che mettono chiaramente in questione la legittimità delle norme che violano. Si sforzano di promuovere delle norme e dei valori sostitutivi, ed operano in tl senso. Terroristi, dissidenti, membri di sette religiose. Si assumono la responsabilità della loro devianza e ne rivendicano la legittimità. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 18 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Trasgressori • …sono i devianti che violano deliberatamente una norma della quale, però, ne riconoscono la validità. Essi non agiscono per principio, ma per interesse o per opportunismo o, anche, lasciandosi trasportare dalla passione o dalla concupiscenza. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 19 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Individui che hanno disturbi di comportamento • …zona intermedia in cui il carattere volontario dell atto non è né scontato, né escluso: gli alcolisti e i tossicomani agiscono, almeno nelle prime fasi della loro evoluzione, in modo volontario, ma se si instaura la dipendenza essi cessano di essere davvero liberi. Allo stesso modo esistono disturbi mentali come la nevrosi, sociopatia, disturbi caratteriali, bipolarismo, schizofrenia, ecc., nelle quali è difficile distinguere la parte della compulsione da quella della determinazione. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 20 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Handicappati • …si abbandona definitivamente il campo dell azione volontaria quando si tratta di sordi, ciechi, gobbi, paraplegici, debilitati, malati mentali, il cui disturbo risulta da una lesione biologica. • L aspetto della devianza, in questo caso, è quello dello sviluppo dell interazione, della stigmatizzazione, delle strategie relazionali, ecc.. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 21 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Teorie sulla devianza Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 22 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità 1. 2. 3. 4. 5. Scuola classica Scuola positiva Teoria dell’anomia – tensione Teoria del controllo sociale Teoria della subcultura - Teoria dell’associazione differenziale 6. Teoria dell’etichettamento 7. Teorie razionali Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 23 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità 1 - La Scuola Classica (XVIII secolo) • Cesare Beccaria (1738/1794) • Jeremy Bentham (1748/1832) Si opponevano alla natura capriocciosa e arbiraria del sistema giudiziario: 1. Utilitarismo 2. Diritti civili 3. Due process of law 4. Regolamentazione della prova e della testimonianza 5. Certezza della sentenza Università degli Studi di Enna KORE 6. deterrenza Prof. Sergio Severino 24 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità utilitarismo • Idea della maggior quantità di bene per il maggior numero di persone Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 25 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Due process of law • L azione giudiziaria e penale deve essere sottoposta al dettato della legge, in modo da ridurre al minimo (se non eliminare) l arbitrarietà delle decisioni prese dal giudice. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 26 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Certezza della sentenza - Calcolo felicifico: - combinazione elaborata di punizioni che dovevano tenere conto di un insieme di piacere, dolore e circostanze attenuanti. Come calcolare la quantità di punizione necessaria per controbilanciare correttamente il vantaggio ottenuto da un azione criminale Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 27 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità • Deterrenza: ogni individuo avrebbe dovuto essere in grado di ponderare il piacere da trarre da un comportamento illegale, rapportandolo con la punizione (dolore) decretata dalla legge, e in seguito decidere di agire. - celerità - certezza - severità Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 28 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Celerità • È la rapidità con cui una punizione viene applicata. Quanto più rapidamente una punizione fa seguito ad un reato, tanto migliore sarà il suo risultato. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 29 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Certezza • Rendere una punizione certa ogni volta che viene commessa un azione indesiderabile. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 30 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Severità • È la quantità di dolore da infliggere a quanti commettono reati. • Quanto maggiore sarà la potenziale severità, tanto più una persona razionale si dovrebbe astenere dal violare la legge. Università degli Studi di Enna KORE 31 Prof. Sergio Severino Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ L approccio biologico rappresenta uno dei primi tentativi di studio della devianza: alcune caratteristiche innate degli individui sono viste come cause del comportamento deviante e criminale. I principali esponenti furono: - Cesare Lombroso: i criminali sono individui biologicamente degradati o minorati e possono essere identificati da certe caratteristiche anatomiche (es. forma del cranio e della fronte); - W.H. Sheldon: i tipi muscolosi e attivi (mesomorfi) sono più aggressivi e quindi hanno maggiori probabilità di diventare criminali rispetto ai tipi più magri (ectomorfi) o ai tipi più grassi (endomorfi). Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 32 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ • ENDOMORFO: corpo soffice e tondeggiante, tende ad essere socievole, accomodante e indulgente con se stesso • MESOMORFO: corpo duro ed angolare, tende ad essere irrequieto, energico ed insensibile • ECTOMORFO: corpo sottile e fragile, tende ad essere introspettivo, sensibile e nervoso 33 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Teoria della tensione • Importanza del concetto di anomia = mancanza delle norme sociali che regolano e limitano i comportamenti individuali. • la devianza e la criminalità sono il risultato di tensioni strutturali e della carenza di regolazione morale all interno della società. Fra i principali esponenti: - E. Durkheim - R. K. Merton Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 34 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Emile Durkheim • La devianza è il risultato dell anomia, ossia della caduta di valori e norme tradizionali non sostituite da altri punti di riferimento • La devianza è inevitabile, in quanto non può esistere un consenso totale sui valori e le norme che regolano la società • La devianza ha anche effetti positivi e inaspettati, in quanto rafforza la solidarietà e i sentimenti condivisi da un gruppo Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 35 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Anomia e devianza (1.1) La teoria della devianza di Durkheim Concetto di anomia : caduta di valori e norme tradizionali non sostituite da altri punti di riferimento. La devianza è un fatto sociale inevitabile necessario - nessuna società raggiunge un consenso totale sui valori e le norme che la governano; - forza innovatrice (funzione adattiva); - sollecita una risposta collettiva che rafforza la solidarietà di gruppo ed esplicita le norme sociali (definizione dei confini). - il mondo moderno lascia più spazio alle libere scelte individuali ⇒ meno conformismo. 36 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Anomia e devianza (1.2) La teoria della tensione di R.K. Merton individua nella struttura della società stessa la fonte del comportamento criminale. Riprende il concetto di anomia riferendolo alla tensione cui è sottoposto il comportamento individuale quando norme e realtà sociale entrano in conflitto. Nelle società industrializzate, esiste un conflitto fra: mete culturali mezzi istituzionalizzati valori solitamente accettati del successo materiale. autodisciplina e duro lavoro. 37 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Merton individua cinque possibili reazioni alla tensione fra mete culturali e mezzi istituzionalizzati: Metodi di adattamento Mete culturali Mezzi istituzionalizzati Conformismo + + Innovazione + – Ritualismo – + Rinuncia – – Ribellione +/– +/– Legenda: + significa accettazione ; (–) significa rifiuto ; (+/–) significa rifiuto di mete o mezzi dominanti e sostituzione con nuove mete e nuovi mezzi . Fonte: R.K. Merton, Social Theory and Social Structure, Glencoe, Ill., The Free Press, 1949, trad. it. Teoria e struttura sociale, Bologna, Il Mulino, 2000. 38 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Teoria del controllo sociale • Tale teoria si basa sull idea che le persone generalmente si comportano in maniera conforme alle norme, perché esistono dei meccanismi di controllo sociale che interdicono l azione deviante. Tali meccanismi di controllo possono essere: - esterni (sorveglianza esercitata dagli altri) - interni diretti (imbarazzo, vergogna che prova chi trasgredisce) - interni indiretti (legame a figure autorevoli di riferimento) Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 39 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Secondo lo studioso americano Trevor Hirschi, il più autorevole esponente di questa teoria, una persona compie un reato quando il vincolo che lo lega alla società è molto debole. Hirschi individua quattro tipi di vincoli che legano l individuo alla società, promuovendo così un comportamento rispettoso della legge: - l attaccamento - l impegno - il coinvolgimento - le credenze Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 40 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ - L attaccamento ai genitori o agli insegnanti = quanto più un individuo è legato a queste persone, tanto più difficile è che compia delle azioni che essi disapprovano - L impegno nel perseguimento degli obiettivi convenzionali = il successo scolastico, l affermazione professionale, la reputazione sociale. Quanto maggiore è l energia che un individuo ha investito nel raggiungimento di questi obiettivi, tanto più difficile è che egli rischi di perdere, violando le norme, tutto quanto ha accumulato - Il coinvolgimento nelle attività convenzionali = quanto maggiore è il tempo che una persona dedica allo studio, al lavoro, allo svago, tanto minore è quello che gli resta per compiere i reati - Le credenze = la violazione delle norme non è provocata da credenze che la richiedano o la rendano necessaria, ma dalla mancanza di credenze che la vietano 41 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Spiegazioni subculturali (2) La devianza viene definita in riferimento alle subculture di gruppi, i quali adottano norme che incoraggiano o premiano il comportamento criminale. A. Cohen: le risposte devianti alla tensione tra valori e mezzi sono mediate dai gruppi sociali. I ragazzi del ceto operaio più povero, frustati nella loro condizione di vita, tendono a organizzarsi in subculture delinquenziali. Cloward e Ohlin: i ragazzi più a rischio provengono dalla classe operaia. Inoltre, hanno interiorizzato i valori del ceto medio e sono stati incoraggiati a desiderare un futuro borghese, per poi scoprirsi impossibilitati a realizzare le proprie aspirazioni. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 42 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Teoria della subcultura • Sono i gruppi sociali che stabiliscono le regole, la cui infrazione costituisce la devianza. • La devianza, come la conformità, si apprende nell ambiente in cui si vive. • Se una persona commette un reato, è perché si è formata in una subcultura criminale, che ha valori e norme diverse da quelle della società generale e che vengono trasmesse da una generazione all altra. 43 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Il più autorevole esponente di questa teoria è Edwin H. Sutherland: - chi commette un reato lo fa perché si conforma alle aspettative del suo ambiente. In questo senso, le motivazioni del suo comportamento non sono diverse da quelle di chi rispetta le leggi; - a essere deviante non è l individuo, ma il suo gruppo di appartenenza. In questo caso gli individui non violano le norme del proprio gruppo, ma solo quelle della società in generale. - il processo di apprendimento avviene di solito all interno di piccoli gruppi e riguarda sia le motivazioni per commettere un reato, sia le tecniche per farlo. 44 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Associazione differenziale (3.1) E.H. Sutherland In una società che ospita molte subculture diverse, solo alcuni ambienti sociali tendono a incoraggiare la criminalità. Gli individui diventano criminali associandosi ad altri che sono portatori di norme criminali. Il comportamento criminale viene appreso soprattutto all interno dei gruppi primari, in particolare il gruppo dei pari. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 45 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Teoria dell etichettamento Tale teoria si basa sull idea che per capire la devianza è necessario tener conto non solo della violazione, ma anche della creazione e dell applicazione delle norme, non solo dei criminali, ma anche del sistema giudiziario e delle altre forme di controllo sociale. Il reato (e più in generale la devianza) non sono altro che il prodotto dell interazione fra coloro che creano e che fanno applicare le norme e coloro che invece le infrangono. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 46 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Teoria dell’etichettamento (3.2) La devianza è interpretata come un processo di interazione tra devianti e non devianti. Le etichette che definiscono le varie categorie di devianza esprimono la struttura di potere della società. H. Becker: il comportamento deviante è il comportamento così etichettato . Il comportamento deviante non è il fattore determinante nella trasformazione di un individuo in deviante ; piuttosto vi sono processi non collegati al comportamento stesso che esercitano una grande influenza sull’etichettamento (es. abbigliamento, modo di parlare, paese di origine). 47 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Howard Becher I gruppi sociali creano la devianza stabilendo le regole, la cui infrazione costituisce la devianza, e applicano queste regole a persone particolari che etichettano come outsider. Da questo punto di vista, la devianza non è una qualità dell azione commessa, ma piuttosto la conseguenza dell applicazione, da parte di altri, di regole e sanzioni al trasgressore. Il deviante è uno cui l etichetta è stata applicata con successo; il comportamento deviante è il comportamento così etichettato dalla gente. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 48 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Il centro dell analisi non è nell atto deviante in se stesso, quanto nella reazione che l atto deviante suscita. In altre parole, nel fatto che chi compie un atto deviante viene stigmatizzato come tale e tutte le sue azioni, passate, presenti e future, vengono interpretate secondo tale stigma. Cruciale a questo proposito la distinzione introdotta da Edwin Lemert fra devianza primaria e devianza secondaria. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 49 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Teoria dell etichettamento L etichettamento non condiziona solo il modo in cui si è visti dagli altri, ma anche la concezione di sé. E. Lemert La devianza è un fatto comune e solitamente senza conseguenze per gli individui. Devianza primaria Devianza secondaria È l atto iniziale di trasgressione. Solitamente rimane marginale sul piano dell identità individuale. Si ha quando l individuo accetta l etichetta che gli è stata imposta, vedendo se stesso come deviante . 50 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Devianza primaria - quando la violazione di una norma, di una pratica, di una regola viene ignorata e /o non riconosciuta e la persona che l ha infranta non si considererà un deviante (es. passare con il rosso, fumare occasionalmente marijuana, ecc.). Devianza secondaria - quando la violazione di una norma, di una pratica, di una regola viene riconosciuta e resa pubblica e la persona che l ha infranta è etichettata e trattata come deviante. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 51 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Teoria della scelta razionale I sostenitori della teoria della scelta razionale considerano i reati come risultato non di influenze esterne, ma di un azione intenzionale adottata attivamente dagli individui. Secondo questa prospettiva, i soggetti sono esseri razionali che scelgono intenzionalmente di violare le norme e perseguire i propri interessi. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 52 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Colui che trasgredisce la legge va incontro a vari tipi di costo: - esterni pubblici: dati dalle sanzioni legali inflitte dallo stato e dalle conseguenze negative che queste hanno sulla reputazione sociale - esterni privati: i cosiddetti costi di attaccamento , che derivano dalle sanzioni informali degli altri significativi , dalle loro critiche, dalla loro condanna - interni: che nascono dalla coscienza (dalle norme interiorizzate), che fa provare al trasgressore sensi di colpa e di vergogna Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 53 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ La devianza non è un fenomeno che interessa solo i gruppi svantaggiati e deboli della società; molte persone ricche e potenti ne commettono. Con l espressione reati dei colletti bianchi si definiscono i reati compiuti da persone rispettabili e di elevata condizione sociale nel corso della propria occupazione. I reati aziendali sono quelli commessi dalle imprese e sono capillari e diffusi. Esistono sei tipi di questi reati: - amministrativi (irregolarità o non conformità di documenti); - ambientali (inquinamento, assenza di autorizzazioni); - finanziari (evasione fiscale, falsificazione di bilancio); - occupazionali (condizioni di lavoro o assunzioni irregolari); - produttivi (pericolosità dei prodotti, etichettatura mendace); - commerciali (pubblicità ingannevole). 54 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Altre forme di criminalità note e diffuse sono: - la criminalità organizzata: indica fenomeni con caratteristiche analoghe a quelle delle normali attività d affari, ma che sono illegali (es. contrabbando, traffico di droga e armi). - i reati informatici: atti criminosi perpetrati con l aiuto della tecnologia informatica (es. intercettazione abusiva di comunicazioni, istigazione alla violenza attraverso Internet, frodi telematiche). Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 55 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Il carcere è un sistema di punizione di chi commette reati. Il carcere svolge una funzione di recupero dell individuo, poiché mira alla sua reintegrazione nella società una volta rimesso in libertà. Prigione e condanne severe sono anche un deterrente del crimine. I tassi di recidività sono alti ⇒ chi ha commesso reati tende a ricommetterli: le carceri favoriscono la spaccatura fra società e detenuti, poiché l ambiente carcerario richiede atteggiamenti e abitudini totalmente diversi dal mondo esterno , rendendo così difficile la reintegrazione. Per alcuni è necessario passare da una giustizia punitiva ad una riparativa: accresce nei condannati la consapevolezza degli effetti dei loro crimini attraverso sentenze da scontare in comunità . Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 56 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Il controllo sociale • ISOLAMENTO: ha lo scopo di tenere il deviante lontano dagli altri e non prevede alcun tentativo di riabilitazione. • ALLONTANAMENTO: limita i contatti del deviante ma non lo segrega completamente dalla società e gli consente di ritornare dopo un congruo tempo, se vuole accettare le norme. • RIABILITAZIONE: processo attraverso il quale molti devianti vengono aiutati a riassumere i loro ruoli nella società. Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 57 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Molte sono le forme di criminalità e di reato; le principali sono: - attività predatoria comune: ⇒ ⇒ furto di beni furto con violenza - omicidi - reati dei colletti bianchi - criminalità organizzata Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 58 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Per comprendere le ragioni e i caratteri dei reati, i sociologi studiano le caratteristiche socio-demografiche di coloro che li compiono: - la classe sociale - il genere - l età Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 59 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ In ogni società la conformità alle norme viene mantenuta attraverso l uso o la minaccia di sanzioni. Le sanzioni si distinguono in: - positive: ricompensano chi rispetta la norma - negative: puniscono chi non rispetta la norma - formali: applicate da specifiche autorità, a ciò preposte - informali: reazioni più spontanee e meno organizzate - severe o lievi: in relazione al livello di gravità dell infrazione Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 60 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Grandi differenze vi sono e vi sono state, fra le varie società, riguardo al tipo di sanzioni usate contro i trasgressori delle norme: - sistema della faida (cioè della vendetta da parte della vittima del reato o della sua famiglia nei confronti del reo) - espulsione dalla comunità - pene corporali - sanzioni pecuniarie - pena detentiva - pena capitale Università degli Studi di Enna KORE Prof. Sergio Severino 61 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità 62 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Elaborazione di norme etiche e giuridiche, le quali, stabilendo obblighi comuni e reciproci, allocando mezzi, compensi e responsabilità a differenti posizioni sociali in differenti situazioni, in modo chiaro e stabile, e coordinando i rapporti tra le posizioni, impediscono che le azioni dei vari soggetti interferiscano tra loro, con esiti distruttivi per il sistema. Definizione di continuità : ossia il problema cruciale che ogni società deve affrontare e risolvere. Prof. Sergio Severino 63 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Ogni società deve assicurare la propria continuità nel tempo. È necessario, quindi, che essa disponga di pratiche e istituzioni, atte a trasmettere almeno una parte del patrimonio culturale che ha accumulato nel corso delle generazioni. La socializzazione è lo strumento attraverso il quale il patrimonio culturale della società viene appreso dagli individui. Prof. Sergio Severino 64 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità A differenza del mondo animale, dove azioni e comportamenti sono trasmessi perlopiù per via genetica attraverso un cospicuo bagaglio istintuale, per acquisire conoscenze che andranno poi a sostanziare azioni e comportamenti il mondo umano ha bisogno di un lungo periodo di apprendimento, visto lo scarso bagaglio istintuale. Prof. Sergio Severino 65 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Patrimonio culturale = è l insieme dei valori, norme, atteggiamenti, conoscenze, capacità, linguaggi, che consentono alla società di esistere, di adattarsi al suo ambiente esterno e di modificare a sua volta se stessa e il suo ambiente Socializzazione = è il processo mediante il quale i nuovi nati diventano membri della società Prof. Sergio Severino 66 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Francia, 1800. Aveyron, i contadini catturano in un bosco un ragazzino cresciuto allo stato selvaggio. Il piccolo, che riesce a emettere solo grugniti, è impaurito, e graffia e morde chiunque tenti di avvicinarlo: viene rinchiuso in una cella. Ben presto la notizia giunge a Parigi e si decide di trasferirlo all’Istituto Nazionale per Sordomuti dove operano il dottor Pinel e il dottor Itard che, tentando di ricostruire il suo passato: Pinel è convinto che sia stato abbandonato nella foresta dalla sua famiglia perché anormale, Itard, invece, pensa che le sue stranezze siano il risultato di anni di totale isolamento dalla civiltà. Pinel propone di trasferirlo nel manicomio, ma Itard si oppone alla decisione: ha capito di non avere a che fare con un ritardato e riesce a ottenere dalle autorità il permesso di condurlo nella sua casa, aiutato dalla governante, incomincia un lungo percorso di recupero di Victor al mondo civile. L’educazione del ragazzo incomincia dall’apprendimento delle attività più semplici per poi allargarsi all’uso del linguaggio e all’apprendimento dell’alfabeto, dal momento che, nel frattempo, Itard ha scoperto che Victor non è sordomuto ma semplicemente incapace di articolare suoni comprensibili. Nonostante gli apprezzabili risultati ottenuti, le autorità esitano a rinnovare la loro fiducia al dottor Itard e ad autorizzare il prosieguo dell’educazione del ragazzo. Victor fugge nella foresta. Itard, sconsolato, si accinge a stilare una relazione ai suoi superiori nella quale annuncia il fallimento del tentativo di strappare il ragazzo al suo stato selvaggio. Tuttavia, Victor torna a casa da solo: si tratta di un segno inequivocabile del definitivo abbandono della condizione naturale e dell’importanza che ha ormai nella sua vita 67 l’affetto per la nuova famiglia. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità La socializzazione consente la regolamentazione del comportamento di un membro della società, rappresentando al tempo stesso un prerequisito indispensabile per la stabilizzazione dell individualità e dell auto-consapevolezza. Prof. Sergio Severino 68 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità La socializzazione formale fa riferimento all intenzionalità e alla progettualità del processo educativo, a differenza del livello informale che descrive, invece, tutte quelle relazioni il cui effetto non sia intenzionale, atteso, previsto dai partecipanti a quella determinata situazione. Quella non formale, infine, fa riferimento ad ogni attività educativa organizzata al di fuori del sistema formale e realizzata, ad esempio, nel luogo di lavoro, pur non prevedendo l’acquisizione di titoli culturali o professionali. Prof. Sergio Severino 69 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Socializzazione primaria = l insieme dei processi volti ad assicurare all’individuo la formazione delle competenze sociali di base. Avviene durante i primi anni di vita fino al raggiungimento dell’età scolare. Prof. Sergio Severino 70 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Competenze sociali di base: ⇒ acquisizione di un livello minimo di competenza comunicativa, ossia la capacità di usare il linguaggio per scambiare informazioni con gli altri membri ⇒ sviluppo della capacità di entrare in rapporto con gli altri, scambiando affettività, prestazioni, risorse che consentono lo sviluppo di legami sociali e di forme di cooperazione indispensabili all esistenza stessa della società Prof. Sergio Severino 71 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Socializzazione secondaria = l insieme dei processi di formazione delle competenze specifiche richieste dall esercizio dei vari ruoli sociali. Si svolge dall età scolare, per tutto il corso della vita Competenze sociali specifiche = sono quelle che consentono agli individui di svolgere ruoli particolari e comportano la capacità di usare linguaggi e di disporre di conoscenze condivise soltanto da coloro che sono coinvolti nell esercizio di tali ruoli Prof. Sergio Severino 72 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Per quanto ogni percorso esperenziale sia assolutamente individuale, è possibile tuttavia fissare alcune fasi tipiche del processo di socializzazione primaria: ⇒ attaccamento affettivo ⇒ reciprocità del rapporto adulto-bambino ⇒ determinazione di modelli o regole di comportamento Le modalità e gli esiti di una fase condizionano modalità ed esiti della successiva Prof. Sergio Severino 73 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Attaccamento affettivo = si sviluppa un rapporto carico di affettività tra la madre, dispensatrice di soddisfazioni, e il bambino, che manifesta attaccamento nei suoi confronti in un rapporto di totale dipendenza. Molte ricerche hanno dimostrato che, se questo rapporto è positivo, il bambino sviluppa fiducia nell ambiente e in se stesso, maggiori capacità di autonomia e di apprendimento. In caso contrario, si ha un arresto o comunque un rallentamento delle capacità comunicative, motorie, affettive. Prof. Sergio Severino 74 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Reciprocità dell interazione bambino-adulto = il rapporto che intercorre tra genitore e bambino è un rapporto dialettico. Determinazione di regole o modelli di comportamento = nell interazione tra adulto e bambino si vengono a stabilire delle regole, attraverso un meccanismo di premi e punizioni. Prof. Sergio Severino 75 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Altro generalizzato = il bambino, man mano che cresce e si trova ad agire in una cerchia di persone allargata, opera un astrazione e generalizzazione dai ruoli e atteggiamenti delle figure parentali ai ruoli e agli atteggiamenti in generale. In questo modo, i valori, le norme e le conoscenze che il bambino ha ricevuto dai genitori vengono rafforzate e sostenute dagli altri e assumono quindi una generalità sempre più ampia fino a includere la società nel suo complesso. Prof. Sergio Severino 76 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Mead teorizzò che gli esseri umani iniziano a conoscere il mondo sociale tramite il "gioco" e la "competizione". Nello sviluppo dei bambini vi è innanzitutto il "gioco". I bambini assumono i diversi ruoli che osservano nella società "adulta" e interpretandoli giocando essi cercano di acquisire una comprensione dei differenti ruoli sociali. Per esempio, il bambino interpreta prima il ruolo di poliziotto e quindi il ruolo di ladro durante il gioco di "guardie e ladri" e interpreta i ruoli di dottore e paziente quando fa il gioco del "Dottore". Come risultato di tale gioco, i bambini imparano a diventare soggetto ed oggetto e iniziano a costruire il proprio sé. Tuttavia, si tratta di un sé limitato perché il bambino può solo assumere il ruolo di altri individui separati e distinti, ma manca ancora un senso generale e organizzato di se stesso. Prof. Sergio Severino 77 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Nella fase successiva, la fase del gioco di squadra, è necessario che una persona sviluppi un sé nel senso pieno del termine. Considerando che nel gioco i bambini assumono il ruolo di altri distinti, nel gioco di squadra il bambino deve assumere il ruolo di tutti gli altri coinvolti nel gioco. Inoltre, questi ruoli devono essere in una precisa reciproca relazione. Nella fase del gioco di squadra, inizia l'organizzazione ed iniziano ad emergere le personalità. I bambini cominciano ad essere capaci di agire in gruppo e soprattutto a determinare che cosa faranno all'interno di uno specifico gruppo. Mead definisce questa condizione come il primo incontro del bambino con "l'altro generalizzato", che rappresenta uno dei concetti principali per la comprensione della nascita del sé (sociale) negli esseri umani. Prof. Sergio Severino 78 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Identità personale = immagine che l individuo ha di se stesso Identità sociale = l insieme dei ruoli svolti dal soggetto nelle varie sfere della vita alle quali appartiene l'autostima è l'azione di valutare se stessi come insieme di determinate caratteristiche, nonché il giudizio risultante da questa valutazione, che viene fatta sulla base di criteri ottenuti dal confronto delle proprie caratteristiche con quelle di altri soggetti. L'autostima è il rapporto tra come siamo e invece come vorremmo essere. la stima di sé si connota come un'esperienza molto soggettiva, legata più a ciò che ciascuno sente e pensa a proposito di se stesso, che non a quello che gli altri credono di lui. 79 Prof. Sergio Severino Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità La formazione dell altro generalizzato e di una capacità di giudizio autonoma indica che il bambino non si identifica e si confronta più con altri concreti, ma con una generalità di altri che rappresentano l intera società. La formazione dell identità personale corre parallela alla scoperta e all elaborazione cognitiva del mondo sociale. Prof. Sergio Severino 80 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Si possono distinguere due componenti nel processo di formazione dell identità: identificazione ⇒ il soggetto fa riferimento alle figure rispetto alle quali si sente uguale o simile e con le quali condivide determinati caratteri. L identificazione conduce alla formazione del senso di appartenenza a un entità collettiva definita come noi Prof. Sergio Severino 81 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità individuazione ⇒ il soggetto fa riferimento alle caratteristiche che lo distinguono dagli altri, sia dagli altri gruppi ai quali non appartiene, sia dagli altri membri del proprio gruppo, rispetto ai quali il soggetto si distingue per le proprie caratteristiche fisiche e morali e per una propria storia individuale che è sua e di nessun altro Prof. Sergio Severino 82 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Socializzazione secondaria = l insieme dei processi di formazione delle competenze specifiche richieste dall esercizio dei vari ruoli sociali adulti. Nelle società moderne, altamente differenziate, ogni individuo ricopre nella società una pluralità di ruoli (role set): è in tale quadro che assume importanza la socializzazione secondaria, come processo di apprendimento attraverso cui l individuo si dota delle competenze che attengono ai ruoli che, nel corso della sua vita, egli via via occupa. Prof. Sergio Severino 83 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Agenti di socializzazione famiglia ⇒ socializzazione primaria, sviluppo dell identità scuola ⇒ inizio socializzazione secondaria, rapporti e norme impersonali e oggettivi lavoro ⇒ formazione professionale gruppo dei pari ⇒ rapporti simmetrici, assenza di autorità e di subordinazione media ⇒ formazione di atteggiamenti, opinioni e comportamenti relativi alle più diverse sfere di attività, che possono rafforzare o indebolire l efficacia dell azione degli altri agenti di socializzazione Prof. Sergio Severino 84 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità La socializzazione è un processo continuo e tutt altro che lineare. Non solo non vi è coerenza tra i vari agenti che concorrono alla socializzazione di un individuo, ma l azione di ognuno di essi può non essere, e in genere non è, internamente coerente. In questo quadro l individuo è agente attivo della propria socializzazione: • sceglie nell ampia gamma di opportunità di socializzazione • deve farsi carico di gestire l inevitabile conflitto che, in una società altamente differenziata, si produce tra le varie agenzie di socializzazione. Prof. Sergio Severino 85 Università degli Studi di Enna - KORE Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Asylums Capitolo VIII. Devianza e criminalità Le Istituzioni totali • Un «istituzione totale» può essere definita come luogo di residenza e di lavoro di gruppi di persone che – tagliate fuori dalla società per un considerevole periodo di tempo – si trovano a dividere una situazione comune, trascorrendo parte della loro vita in un regime chiuso e formalmente amministrato. 86 (Erving Goffman, 1961) Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Un mondo a parte ✏ Le organizzazioni sociali – o istituzioni nel senso comune del termine – sono luoghi, locali o insiemi di locali, edifici, costruzioni, dove si svolge con regolarità una certa attività… ✏ Ogni istituzione si impadronisce di parte del tempo e degli interessi di coloro che da essi dipendono, offrendo in cambio un particolare tipo di mondo: il che significa che tende a circuire i suoi componenti in una sorta di azione inglobante. Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Ogni istituzione si impadronisce di parte del tempo e degli interessi di coloro che da essa dipendono, offrendo, in cambio, un particolare tipo di mondo: il che significa che essa tende a circuire i suoi componenti in una sorta di azione inglobante (totale). 88 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Carattere inglobante (oe totale) Capitolo VIII. Devianza criminalità Questo carattere inglobante o totale è simbolizzato nell impedimento allo scambio sociale e all uscita verso il mondo esterno, spesso concretamente fondato nelle stesse strutture fisiche dell istituzione: porte chiuse, alte mura, filo spinato, rocce, corsi di acqua, foreste o brughiere. 89 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Una vita a parte ✏ Sono «istituzioni totali» le prigioni, i lager, gli ospedali, gli ospizi, i ricoveri, le case di riposo, le caserme, i monasteri e le navi: tutti luoghi che vedono la vita quotidiana del singolo inscriversi totalmente in essi stessi. ✏ Completamente, per quanto riguarda gli internati, in misura minore per i diversi operatori e per i visitatori. Caratteristiche principali delle Istituzioni Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Totali Capitolo VIII. Devianza e criminalità La caratteristica principale può essere ritenuta la rottura delle barriere che abitualmente separano le 3 sfere di vita: dormire, divertirsi, lavorare. 1° - tutti gli aspetti della vita si svolgono nello stesso luogo e sotto la stessa ed unica egida (autorità); 2° - ogni fase dell attività giornaliera si svolge a stretto contatto di una grande quantità di persone, trattate tutte allo stesso modo e tutte obbligate a fare le medesime cose; 3° - le diverse fasi delle attività giornaliere sono rigorosamente schedate secondo un ritmo prestabilito che le porta dall una all altra, dato che il complesso di attività è imposto dall alto, da un sistema di regole formali esplicite e da un corpo di addetti alla loro esecuzione; 4° - le varie attività forzate sono organizzate secondo un unico piano razionale, opportunamente designato al fine di adempiere allo scopo ufficiale delle istituzioni. 91 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità …ancora… Lo staff tende a sentirsi superiore e a pensare di avere sempre ragione; mentre gli internati tendono a ritenersi inferiori, deboli, degni di biasimo e colpevoli. La mobilità sociale fra le 2 classi è molto ridotta: la distanza sociale è generalmente notevole e spesso formalmente prescritta. Perfino il colloquio fra l una e l altra sfera può svolgersi con un tono particolare di voce. 92 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Cinque categorie di istituzioni totali ! prima categoria ! seconda categoria ! terza categoria ! quarta categoria ! quinta categoria 93 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Prima categoria istituzioni a tutela di incapaci non pericolosi (istituti per ciechi, sordi, vecchi, orfani o indigenti) Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Seconda categoria istituzioni a tutela di coloro che, incapaci a badare a se stessi, rappresentano un pericolo – anche se non intenzionale – per la comunità (sanatori, ospedali psichiatrici) Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Terza categoria • istituzioni a protezione della società da ciò che si rivela come un pericolo intenzionale nei suoi confronti, nel qual caso il benessere delle persone segregate non risulta una f i n a l i t à i m m e d i a t a dell istituzione che li segrega (prigioni, penitenziari, campi per prigionieri di guerra, campi di concentramento) Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Quarta categoria istituzioni create al solo scopo di svolgervi una certa attività, che trovano la loro giustificazione sul piano strumentale (furerie militari, navi, collegi, campi lavoro, piantagioni, fattorie) Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità Quinta categoria organizzazione definite come staccate dal mondo che però hanno anche la funzione di servire come luoghi di preparazione per religiosi (abbazie, monasteri, conventi ed altri tipi Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Valori, norme e istituzioni cap. V 99 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Nelle scienze sociali per istituzione si intendono modelli di comportamento che in una determinata società sono dotati di cogenza normativa. Se per organizzazione si intende un insieme coordinato di risorse umane e materiali, per istituzione si intende l impianto di regole che rende possibile tale coordinazione. Nel linguaggio comune per istituzione s’intende un apparato preposto allo svolgimento di funzioni e compiti che hanno a che fare con l’interesse pubblico, quali l’educazione, cura e salute, difesa e giustizia. 100 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Rispetto al linguaggio comune, il concetto sociologico di istituzione assume un significato: - più ampio ! riguarda in generale tutti i modelli di comportamento e non solo quelli che si manifestano in apparati e organizzazioni - più preciso ! sottolinea come, affinché un modello di comportamento possa essere considerato un istituzione, sia necessaria la presenza di un elemento normativo in qualche misura vincolante 101 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Le varie istituzioni si possono ordinare lungo un continuum, a seconda del grado di istituzionalizzazione raggiunto Il grado si istituzionalizzazione di un sistema di regole dipende da diversi fattori: - dalle forme flessibili o rigide del controllo sociale che ne garantiscono l osservanza - dal grado di informazione in merito alla loro esistenza che ne hanno gli attori coinvolti - dal grado di accettazione di tali regole da parte della società nel suo complesso - dal tipo e dall intensità delle sanzioni che premiano la conformità o puniscono la trasgressione - dal grado di interiorizzazione nei codici morali individuali - dal grado in cui le norme vengono di fatto osservate oppure no 102 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Ogni sistema sociale per esistere deve soddisfare quattro requisiti fondamentali: • formulare dei fini ! funzione politica • adattare i mezzi ai fini ! funzione economica • regolare le transazioni tra le sue parti ! funzione normativa • mantenere nel tempo i propri orientamenti di fondo ! funzione della riproduzione biologica e culturale Alle varie funzioni corrispondono istituzioni diverse, anche se molte istituzioni svolgono una pluralità di funzioni. 103 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ Le istituzioni, come ogni prodotto dell attività umana, hanno una durata temporale. Nella dinamica delle istituzioni si possono distinguere due tipi fondamentali di processo: - da un lato le istituzioni nascono, si sviluppano e muoiono per effetto di processi spontanei, vale a dire non intenzionalmente voluti e prodotti dalle azioni di individui e gruppi identificabili ! effetto di composizione o emergente - dall altro lato, invece, tali eventi e processi sono imputabili alla volontà specifica di qualche attore 104 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ La vita e il mutamento delle istituzioni dipende dalla loro capacità di rispondere efficacemente alle sfide che provengono: - dall ambiente esterno ! fattori di mutamento esogeni - dall ambiente interno ! fattori di mutamento endogeni 105 Bagnasco, Barbagli, Cavalli, Corso di sociologia, Il Mulino, 2007 Capitolo VIII. Devianza e criminalità ✓ In linea di principio, due possono essere i tipi di risposta strategica alle sfide ambientali: • una risposta rigida , tendente a conservare l identità e l integrità dell istituzione di fronte alla turbolenza interna o esterna • una risposta flessibile in grado di modificare la propria struttura interna, di ridefinire i confini con l ambiente e quindi l identità stessa dell istituzione 106