Nozze istriane», per scacciare la malinconia

annuncio pubblicitario
16 LA VOCE DEL POPOLO
Vedere
Sabato, 19 gennaio 2008
conoscere|
Sabato, 19 gennaio 2008
17
IL COMPOSITORE ANTONIO SMAREGLIA SCRISSE UNA PAGINA IMPORTANTE DELLA STORIA «BUMBARA»
«Nozze istriane», per scacciare la malinconia
e una Messa a quattro voci che fu
eseguita nel Duomo di Pola prima e
Il compositore Antonio Sma- poi in quello di Dignano. Per poterlo
reglia, pur nato a Pola nel 1854 in fare, radunò durante le ore serali nelvia Nettuno accanto a piazza Foro, la soffitta della sua casa di via Sergia
dai dignanesi viene ritenuto un pro- una dozzina di coristi e coriste e al
prio concittadino essendo suo padre lume di una candela e con l’aiuto di
Francesco bumbaro verace, suona- uno scassato armonium riuscì a pretore di filicorno nella banda citta- parare e quindi a eseguire queste sue
dina (sua madre, Giulia Stiglich, era due prime composizioni liturgiche e
invece di Icici) e avendo abitato per con grande successo.
lungo tempo in un rione del paese,
La trilogia
precisamente a San Zane, ma soprattutto per aver immortalato e portadedicata al mare
to alla ribalta con la sua opera lirica
Nozze istriane l’ambiente, gli usi, i
Poi, già durante la frequentaziocostumi del paese.
ne del Conservatorio milanese, fece
sentire varie sue composizioni per
Nicoletto, ciabattino voci ed orchestra come La caccia
lontana e quindi il poema sinfonie cantastorie
co Leonora. Diplomatosi, nel 1879
Infatti, durante un certo periodo presentò al teatro del Verme di Milain cui egli vi dimorò, lo conquista- no Preziosa e quindi Bianca da Cerrono in particolare le vecchie storie via (22 serate! che furono apprezzae le ballate che Nicoletto Smareglia, te anche da Massenet e da Boito).
suo parente, gli andava sciorinando A queste opere seguirono: Re Nala
accennando anche a versi e canzo- (presentato alla Fenice di Venezia
ni tradizionali. Di mestiere ciabatti- nel 1887 ma che fu un autentico
no, costui rappresentava la memoria fiasco, fischiato dagli spettatori!),
storica della tradizione dei dignane- Il Vascello di Szigeth (Metropolitan
si ed era un arguto improvvisatore e di New York nel 1890), Cornelio
cantastorie. Fu così che Smareglia Schutt su libretto di Illica (a Dresda,
nella sua opera inserì precisi spun- Monaco e Vienna) opera questa che
ti diretti paesani, come il temporale poi venne rifatta e riproposta con il
iniziale, l’intonazione della campa- titolo di Pittori Fiamminghi, nonché
na della chiesa madre, lo sviolina- le ultime opere, praticamente una
re di Biagio sensale di matrimoni,
la tipica “botonada”, qualche andamento danzante, stornelli, una villotta e anche un richiamo ai montenegrini del vicino villaggio di Peroi.
Dunque da una vecchia storia vera
nacque il libretto che venne scritto
dal celebre Luigi Illica e il musicista che compose Nozze Istriane, a
dire la verità da quanto si racconta
piuttosto irritato, forse neanche non
si rese mai conto di aver composto
un gioiello di capolavoro.
di Mario Schiavato
Villa Sbisà, oggi asilo d’infanzia, dove il compositore soggiornò parecchie volte ospite del dottor Sbisà
Le prove al lume
di candela
Il gruppo folkloristico di Dignano.
I costumi vennero introdotti nell’esecuzione dell’opera
Via Smareglia (Ex via San Zane)
Lontana da noi l’intenzione di
farne una valutazione musicale, ci
limiteremo a ricordare tutto quel che
allora accadde, quando cioè le Nozze
Istriane vennero finalmente rappresentate anche a Pola. Ma prima alcuni dati biografici del grande compositore. Compiuti gli studi medi, si
recò a studiare ingegneria al politecnico di Vienna prima e poi a Graz.
Attratto, però, dalla musica dei grandi del tempo Bach, Schumann, Mendelhsonn, lasciò gli studi universitari e si iscrisse al Conservatorio di
Milano dove, dato che non c’erano
posti, sembra studiasse da solo il
pianoforte. Comunque già da giovane, a 16 anni, aveva iniziato la sua
carriera componendo un’Ave Maria
un successo trionfale a Trieste nel
1895, poi a Praga in lingua ceca, a
Vienna e a Berlino in lingua tedesca.
In seguito l’opera ebbe molte esecuzioni anche in altre città, ma arrivò
del porto la concessione di un treno
speciale che arrivasse fino in centro
e permettesse al pubblico dei dintorni di partecipare alla rappresentazione. Permesso che fu concesso.
Le preoccupazioni
del comando militare
in Italia alla Fenice di Venezia solo
nel 1905 alla presenza dell’ammirato Puccini.
E così, dopo i tanti successi, arriviamo finalmente all’esecuzione di
Pola in una serata di gala che rimase
memorabile al teatro, allora Ciscut-
È interessante notare come due
giorni prima della tanto attesa rappresentazione e contigua festa, arrivò alla Direzione del Circolo Popolare di Cultura di Dignano che era
l’organizzatore, una lettera dell’Imperial Regia Autorità Distrettuale
con una raccomandazione. Diceva
questa lettera: “...mi onoro di parteciparLe che l’I.R. Comando del
porto di guerra di Pola (...) ha concesso che il treno speciale per i partecipanti possa fermarsi eccezionalmente tanto al suo arrivo che alla
sua partenza, dinanzi al palazzo stabile, anziché alla stazione ferroviaria, dimodoché i partecipanti tanto
per l’andata che per il ritorno dal
teatro, non avranno da percorrere
che pochi passi di strada”. Poi, più
avanti la lettera proseguiva in questo
modo: “Non dubito che si farà tutto
il possibile acché questa gita riesca
senza il minimo incidente e (...) non
succederanno dimostrazioni di carattere qualsiasi all’arrivo che alla
partenza, come neppure durante la
rappresentazione, che tanto i Dignanesi che i Gallesanesi vengono come ospiti graditi nella città di
Pola e perciò non vorranno nel momento del ristabilimento della pace,
mettere questa città in nuovi imbarazzi. Perciò invito codesta spettabile presidenza (...) di far valere tutta
la sua influenza sui partecipanti alla
gita onde vogliano astenersi da una
qualunque dimostrazione imprudente e altresì di nominare alcune persone energiche e di fiducia quali organizzatori per il mantenimento dell’ordine e della quiete pubblica”!
Pola, 23 marzo 1908. L’I.R. Capitano distrettuale Reinlein.
Nozze Istriane - Il corteo che accompagna la sposa alla casa del marito (dipinto di P. Marchesi)
ma. Naturalmente anche i soci del
Circolo fecero la loro parte intonando Villotte e Bassi, tipiche canzoni
popolari cittadine. Alla partenza poi
gli ospiti vennero accompagnati da
una gran folla alla stazione ferroviaria. C’è da ricordare che l’interprete
di Marussa venne fiancheggiata da
fiaccole accese e dalle grida che si
usavano in paese nell’accompagnare
di sera la sposa a casa appena finita
la festa nuziale.
Il treno dei dignanesi
Ci paiono senz’altro esagerate
tante raccomandazioni e tante recriminazioni. Comunque l’opera ebbe
un successo strepitoso e venne diI costumi di un tempo
retta dal maestro Gialdino Gialdini
trilogia dedicata al mare: La Falena ti, il 24 marzo del 1908, impresa- (un direttore d’orchestra a quel tem(1800, Venezia), Oceania (diretta da rio A. Bolzico. Antonio Smareglia, po molto apprezzato anche da GiuArturo Toscanini, Teatro alla Scala comunque, era arrivato in città già seppe Verdi) e la protagonista nella
qualche tempo prima, ma per l’oc- veste di Marussa fu Ersilde Cervi.
1903) e Abisso (del 1914).
casione il capoluogo istriano era in Come disposto, alla gita prese parte
Alla ricerca
subbuglio. Logicamente anche Di- una moltitudine di persone. Non ci
gnano e Gallesano che in un certo furono manifestazioni di alcun gedella pace agreste
modo si sentivano coinvolte, volle- nere ma non mancarono i bei costuMa veniamo alle Nozze Istriane, ro partecipare ai festeggiamenti. Si mi delle donne né i corpetti scarlatti
certamente il suo più grande succes- pensi che il comitato organizzatore degli uomini a rappresentare Dignaso artistico, la sua opera sicuramente chiese all’allora comando militare no in modo eloquente, tanto è vero
più popolare e significativa. Per vari
motivi anche di carattere finanziario
(a differenza del padre Francesco,
ottimo amministratore del suo patrimonio, s’ingolfa in speculazioni
sbagliate che lo riducono ben presto
al lastrico) nel 1894, svilito ritornò
in Istria e si stabilì a Dignano “stanco della vita movimentata, tumultuosa e piena di incognite, anelando
a una vita tranquilla, alla pace agreste per poter ritrovare nuove ispirazioni, comporre una nuova opera
originale e possente” com’egli stesso ebbe a dichiarare. Qui chiamò il
suo librettista Luigi Illica, ansioso di
rimettersi al lavoro.
Memorabile serata
al Ciscutti
Nacquero per l’appunto a Dignano le Nozze Istriane “onde poter scacciare la malinconia”. Per la
prima volta vennero presentate con
Marussa e Lorenzo i due protagonisti delle “Nozze Istriane”
Marussa e Nicola,
una triste storia d’amore
Marussa nel costume
di matrimonio
che arrivarono festanti e trionfanti
persino nel palco del podestà, allora
il notaio dott. Stagni e in quello del
capitano provinciale, dottor Rizzi
dove portarono, durante le pause, il
loro brio, il loro ardore, il loro entusiasmo. Inutile dire che il plauso per
gli esecutori tutti fu delirante.
Il ritorno dalla gita
e il «vin de rose»
Ma non finì tutto qui. Infatti, gli
esecutori vollero visitare il paese
delle Nozze Istriane per ringraziare gli abitanti della gita al Ciscutti,
della loro presenza entusiasta in quel
teatro. A Dignano furono ospiti del
Circolo Popolare di Cultura accolti
con molto entusiasmo. Al proposito
si ricorda che vennero stappate parecchie bottiglie di vecchia data del
noto vin de rose, caratteristico delle
feste importanti del paese, bottiglie
tirate fuori dai sottoscala e dai nascondigli di parecchie famiglie. Fu
davvero una serata indimenticabile.
Gli attori cantarono pezzi dell’opera. Soprattutto la allora celebre Ersilde Cervi Caroli fu festeggiatissi-
La trama, che come abbiamo detto pare sia stata suggerita da Nicoletto Smareglia, sembra si poggi su una
storia veramente accaduta. Si svolge
alla fine dell’Ottocento. Il ricco Nicola vorrebbe sposare Marussa, che
però è innamorata di Lorenzo. Biagio, un suonatore di villotte e sensale di matrimoni, consiglia Menico di
far sposare la figlia a Nicola dicendogli che è davvero un buon partito.
Nel frattempo Marussa e Lorenzo si
sono scambiati il pegno d’amore: la
ragazza regala un cuoricino d’oro e
il giovanotto un suo orecchino. Ma
il padre incavolato ordisce un piano
perverso: trovato l’orecchino donato, lo fa restituire a Lorenzo da Luze,
una povera venditrice di fragole di
Peroi, facendo credere al giovane
che Marussa non lo ama più. Disperato Lorenzo restituisce il cuoricino
ma quando la ragazza, credendo di
essere stata abbandonata, accetta di
sposare Nicola, Luze svela l’inganno tra la costernazione dei due innamorati. Ma dato che il ricco Nicola
non vuole rinunciare al matrimonio,
uccide Lorenzo in un duello. Dunque un soggetto di amore e gelosia
con duello finale, che lo rende simile
alla Cavalleria rusticana.
Intanto però a Smareglia si andava sviluppando un terribile male
alla radice della glottide che ben
presto lo porterà alla morte, pare in
seguito a una complicazione cardiaco-polmonare. Per di più, il compo-
Chiesa di San Biagio e campanile
sitore da tanto era divenuto cieco in
seguito a un’operazione mal riuscita di una cataratta, tanto che a uno
dei suoi cinque figli, Mario, dettava
le partiture delle opere battuta dopo
battuta. In questo modo venne scritta la maggior parte delle sue opere,
soprattutto quelle dell’ultimo periodo.
re una bandiera abbrunata fu l’avvocato Domenico Sbisà, appassionato
cultore della musica del maestro che
lo ebbe ospite nella sua villa ogni
volta che arrivava in paese. Ma in
breve tutti esposero bandiere a mezz’asta per esaltare colui che aveva
scritto una pagina importante della
storia bumbara.
Certo che la commemorazione
La commemorazione ideale, a cui tutta l’Istria ebbe modo
di partecipare, si tenne nell’Arena
all’Arena di Pola
di Pola quando, quattro anni dopo
La morte di Smareglia, il 15 apri- (1933), si tennero tre rappresentale 1929 a Grado, in faccia alla lagu- zioni delle Nozze Istriane, dirette
na veneta, venne appresa a Dignano dal valido maestro Umberto Bercon grande dolore. Il primo a espor- rettoni.
Scarica