SOCIETA’ ITALIANA di MEDICINA TRASFUSIONALE e IMMUNOEMATOLOGIA 00185 ROMA – Via Principe Amedeo 149, scala D Delegazione SIMTI Veneto – Dott. Alessandro Dal Canton Conegliano, 18/07/2013 Prot. 4/2013 Al Presidente della V Commissione del Consiglio Regionale del Veneto Dr. Leonardo Padrin Oggetto: osservazioni sulle schede ospedaliere Egregio presidente, la Sezione Veneta della Società Italiana di Medicina Trasfusionale (SIMTI) intende esprimere la propria posizione contraria all’abolizione delle Direzioni di Unità Operativa dei Centri Trasfusionali del Veneto nelle città non capoluogo di provincia ad esclusione di Verona . La riorganizzazione del sistema trasfusionale veneto, sia riferita all’organizzazione del lavoro e al miglioramento ed omogeneizzazione delle procedure di raccolta e di trasfusione che alle modalità di finanziamento delle attività trasfusionali, messa in atto in ottemperanza al IV Piano Sangue e Plasma della Regione Veneto, sta procedendo con successo secondo il modello dipartimentale interaziendale con il raggiungimento di importanti obiettivi, come rilevato dal CRAT. Ciò è avvenuto grazie alla partecipazione attiva di tutte le componenti del mondo trasfusionale, coordinato dalle apicalità dei Centri Trasfusionali, che mai hanno rappresentato un ostacolo al raggiungimento degli obiettivi posti. La loro presenza, al contrario, ha garantito un punto di riferimento, oltre che di assunzione di responsabilità, per il personale, le Associazioni dei donatori e i pazienti in questo momento di non sempre facile transizione. Se da un lato il superamento della coesistenza di un Direttore di Unità Operativa (del capoluogo) e di Dipartimento e altri Direttori di U.O. “periferiche” può all’apparenza sganciare il DIMT dalle realtà amministrative locali per facilitare il ruolo dell’ULSS capofila, dall’altra di fatto trasforma il Dipartimento stesso in una Unità Tel. 06 44 52 669 – 06 44 52 751 Fax 06 44 41 439 Codice Fiscale 80284740588 Operativa Complessa senza che siano stati messi in opera gli strumenti contrattuali e giuridici relativi all’incardinamento del personale nell'azienda di appartenenza e il superamento dei limiti della mobilità interaziendale. Una sola figura di responsabilità apicale correrebbe il rischio concreto che su di essa convergano tutte le problematiche dei Servizi afferenti con conseguente evidente difficoltà gestionale e perdita di efficacia ed efficienza delle strutture periferiche e, quindi, degli Ospedali serviti. A disposizione per ogni ulteriore chiarimento si coglie l'occasione per porgere distinti saluti Tel. 06 44 52 669 – 06 44 52 751 Fax 06 44 41 439 www. transfusionmedicine.org e-mail: [email protected] Padova lì, 12 giugno 2013 Egregio Presidente V Commissione Consiliare Regione del Veneto Dott. Leonardo Padrin Palazzo Ferro Fini VENEZIA Ai Signori Componenti V Commissione Consiliare Regione del Veneto Palazzo Ferro Fini VENEZIA Epc Egr. Assessore alle Sanità Dr. Luca Coletto Palazzo Balbi – Dorsoduro 3901 VENEZIA Egr. Segretario regionale per la Sanità Dott. Domenico Mantoan Segretario Regionale Sanità e Sociale Palazzo Molin S. Polo 2513 VENEZIA Egr. Assessore alle Politiche Sociali Egregi Signori Presidenti Enti Associati Loro sedi Prot. n. 305 Oggetto : DGR 68/CR del 18.6.2013. Adeguamento delle schede di dotazione ospedaliera delle strutture pubbliche e private accreditate, di cui alla l.r. 39/1993, e definizione delle schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie - PSSR 2012/2016. Osservazioni e proposte. UNIONE REGIONALE ISTITUZIONI E INIZIATIVE PUBBLICHE E PRIVATE DI ASSISTENZA AGLI ANZIANI C.F. e P.IVA: 00687860288 Sede: Via Savelli,15 – 35129 PADOVA – Tel. 049/8078303 – Fax 049/8078301 – E-mail: [email protected] [email protected] Egregio Signor Presidente, Gentili Componenti, Egregi Componenti, nell’onorare all’invito che ci è stato riservato per oggi 12 luglio - dove ci viene offerta la possibilità di esprimere un parere nel merito dei contenuti dalla Deliberazione citata in oggetto - in allegato alla presente ci pregiamo trasmettere le nostre osservazioni e relative proposte che per facilità di lettura abbiamo elaborato attraverso la comparazione dei testi. Osservazioni e proposte che vi invitiamo a considerare non come una critica all’impianto deliberativo ma piuttosto come un contributo che i Centri di Servizio si sentono di poter offrire alla luce della loro oggettiva economicità, professionalità, competenza e cultura socio-assistenziale maturate in questi anni. Aspetti questi che sono valorizzati dalla capillare presenza dei nostri Centri Servizio sul territorio regionale. Un contributo che riteniamo di poter qui offrire, condividendo che oggi è indifferibile – per il Legislatore Regionale - riorganizzare il Sistema Sanitario Regionale sia in ambito distrettuale che ospedaliero. Per la doverosa correttezza nei confronti di altri attori Politici e Tecnici che hanno contribuito a predisporre il testo della Deliberazione in oggetto inviamo - per opportuna conoscenza - copia della documentazione oggi depositata ed illustrata. Nel ringraziare nuovamente per l’attenzione che ci avete riservato è gradita l’occasione per porgere a Voi ed ai soggetti in indirizzo, i nostri più cordiali saluti. IL PRESIDENTE Roberto Volpe Allegata: Osservazioni e proposte alla DGR 68/CR del 18.6.2013. UNIONE REGIONALE ISTITUZIONI E INIZIATIVE PUBBLICHE E PRIVATE DI ASSISTENZA AGLI ANZIANI C.F. e P.IVA: 00687860288 Sede: Via Savelli,15 – 35129 PADOVA – Tel. 049/8078303 – Fax 049/8078301 – E-mail: [email protected] [email protected] DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 68/CR del 18.6.2013 Adeguamento delle schede di dotazione ospedaliera delle strutture pubbliche e private accreditate, di cui alla l.r. 39/1993, e definizione delle schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie. PSSR 2012-2016. PROPOSTE DI INTEGRAZIONE CON NOTE DI SPIEGAZIONE Consiglio regionale del Veneto V Commissione ____________________________________________________________________________________ UNIONE REGIONALE ISTITUZIONI E INIZIATIVE PUBBLICHE E PRIVATE DI ASSISTENZA AGLI ANZIANI Via Savelli,15 – 35129 PADOVA – Tel. 049/8078303 – Fax 049/8078301 – E-mail: [email protected] [email protected] 1 Come premessa nell’introdurre le osservazioni che seguono si ricordano alcuni punti contenuti nelle: “NORME IN MATERIA DI PROGRAMMAZIONE SOCIO SANITARIA E APPROVAZIONE DEL PIANO SOCIO-SANITARIO REGIONALE 2012-2016” ALLEGATO A della LEGGE REGIONALE n. 23 del 29 giugno 2012 Omissis 1.4.2 Le strutture residenziali socio-sanitarie Le strutture residenziali (Centri di Servizio) e semiresidenziali (Centri Diurni) per persone non autosufficienti, operanti nel Veneto, rappresentano un nodo fondamentale della rete socio-sanitaria: da un lato interagiscono con il sistema ospedaliero e dall’ altro integrano il sistema della domiciliarità. Nello specifico dette strutture si possono raggruppare in due macro-categorie. - Strutture a ciclo continuativo a carattere temporaneo: sono caratterizzate da un obiettivo assistenziale che deve trovare compimento in un arco temporale definito,prevedendo quindi, oltre all’ingresso in struttura, anche l’uscita verso il domicilio o verso un’altra struttura a carattere definitivo. Afferiscono a questa macro-categoria: l’Hospice, la Sezione Alta Protezione Alzheimer, l’Ospedale di comunità (o struttura intermedia), i posti temporanei o di modulo sollievo, i Centri Diurni per persone non autosufficienti. Tali strutture si collocano prevalentemente nei percorsi di sostegno della domiciliarità, richiedendo una forte interazione con il medico di famiglia e con i servizi domiciliari distrettuali. - Strutture a ciclo continuativo a carattere definitivo (o tendenzialmente definitivo): Sono caratterizzate da obiettivi di mantenimento della qualità di vita per quanto possibile in un ambiente protetto, risultando di fatto impossibile un rientro a domicilio del paziente; in queste strutture il progetto assistenziale richiede un monitoraggio costante e la ridefinizione degli interventi sulla base della evoluzione naturale del quadro clinico. 2 Afferiscono a questa macro-categoria: le strutture residenziali (Centri di Servizio)con unità di offerta di ridotta/minima e media intensità assistenziale, le Sezioni di Stato Vegetativo Persistente e di Minima Coscienza. Tali strutture si collocano nell’ambito dei servizi residenziali per la non autosufficienza e rappresentano un livello di assistenza per tutta quella utenza non assistibile a domicilio. Nel contesto veneto queste strutture sono qualificate mediante il processo di accreditamento della L.R. n.22/2002 e offrono oggi oltre 25.000 posti letto articolati secondo le diverse unità di offerta ivi presenti. Negli ultimi anni è stato introdotto il sistema delle “impegnative di residenzialità”,definito come il titolo rilasciato al cittadino per l’accesso alle prestazioni rese nelle strutture residenziali (Centri di Servizio) autorizzate sulla base della normativa vigente (L.R. n.22/2002). Il percorso fino ad ora attuato ha permesso di separare il numero di posti letto autorizzati all’esercizio dal numero di impegnative di residenzialità di cui ogni territorio risulta dotato, e questo con il preciso scopo di consentire la libera scelta del cittadino. Al fine di monitorare costantemente quanto viene speso dalle Aziende ULSS, è stato creato un apposito flusso regionale, costantemente aggiornato in relazione alle impegnative emesse attraverso il registro unico della residenzialità, attivato in ciascuna Azienda ULSS. 3.5.4 Area anziani Un ulteriore obiettivo della programmazione regionale è rappresentato dal consolidamento e dalla valorizzazione del sistema della residenzialità socio-sanitaria sviluppatasi nel Veneto. In quest’ambito rappresentano azioni strategiche: - attualizzare il sistema dell’offerta di residenzialità nell’ambito della programmazione regionale e nei limiti delle risorse a ciò destinate; - proseguire nello sviluppo delle strutture residenziali (Centri di Servizio) e semiresidenziali (Centri Diurni) aperte al territorio, in grado di erogare oltre alla tradizionale accoglienza residenziale, altri servizi di supporto alla domiciliarità (es. fornitura pasti, servizi assistenziali e riabilitativi, ecc.), fino a comprendere strutture di ricovero intermedie (es. ospedali di comunità); - garantire il diritto alla libera scelta, che nel campo della residenzialità si concretizza nella facoltà del cittadino di scegliere la struttura residenziale (Centro di Servizio) maggiormente rispondente ai bisogni in riferimento alla proprie necessità. 3 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 68/CR del 18.6.2013 DELIBERAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE n. 68/CR del 18.6.2013 PROPOSTE DI INTEGRAZIONE CON NOTE DI SPIEGO OGGETTO: Adeguamento delle schede di dotazione ospedaliera delle strutture pubbliche e private accreditate, di cui alla l.r. 39/1993, e definizione delle schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie. PSSR 2012-2016. OGGETTO: Adeguamento delle schede di dotazione ospedaliera delle strutture pubbliche e private accreditate, di cui alla l.r. 39/1993, e definizione delle schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie. PSSR 2012-2016. Richiesta di parere alla Commissione Consiliare. Art. 9, L’Assessore, Coletto, riferisce quanto segue. comma 1,Luca ed art. 10, comma 1, l.r. 23/2012. Richiesta di parere alla Commissione Consiliare. Art. 9, L’Assessore, Coletto, riferisce quanto segue. comma 1,Luca ed art. 10, comma 1, l.r. 23/2012. Con la L.R. n. 23/2012 e s.m.i la Regione Veneto ha dettato le nuove norme in materia di programmazione socio-sanitaria e ha approvato il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016 (di seguito denominato PSSR). Con la L.R. n. 23/2012 e s.m.i la Regione Veneto ha dettato le nuove norme in materia di programmazione socio-sanitaria e ha approvato il Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016 (di seguito denominato PSSR). Il PSSR, che individua gli indirizzi di programmazione socio-sanitaria regionale per il quinquennio 2012-2016, è reso operativo dai provvedimenti di attuazione nei settori dell’assistenza territoriale, dell’assistenza ospedaliera, del settore socio-sanitario e delle reti assistenziali. Spetta alla Giunta Regionale il compito di adottare tali provvedimenti nel rispetto dell’iter procedimentale previsto dalla precitata legge. Il PSSR, che individua gli indirizzi di programmazione socio-sanitaria regionale per il quinquennio 2012-2016, è reso operativo dai provvedimenti di attuazione nei settori dell’assistenza territoriale, dell’assistenza ospedaliera, del settore socio-sanitario e delle reti assistenziali. Spetta alla Giunta Regionale il compito di adottare tali provvedimenti nel rispetto dell’iter procedimentale previsto dalla precitata legge. 4 L’art. 9, comma 1, della citata legge, sancisce che la Giunta Regionale adegui, in conformità a quanto previsto dall’art. 1, comma 3, delle legge medesima - sentita la competente Commissione consiliare, che esprime parere obbligatorio - le schede di dotazione ospedaliera, di cui alla L.R. n.39/1993 e s.m.i., ed all’art. 14 della L.R. n.5/1996 e s.m.i, alle disposizioni previste dal PSSR. L’art. 9, comma 1, della citata legge, sancisce che la Giunta Regionale adegui, in conformità a quanto previsto dall’art. 1, comma 3, delle legge medesima - sentita la competente Commissione consiliare, che esprime parere obbligatorio - le schede di dotazione ospedaliera, di cui alla L.R. n.39/1993 e s.m.i., ed all’art. 14 della L.R. n.5/1996 e s.m.i, alle disposizioni previste dal PSSR. Le schede di dotazione ospedaliera: Le schede di dotazione ospedaliera: - definiscono la dotazione strutturale ospedaliera delle Aziende Ulss del - definiscono la dotazione strutturale ospedaliera delle Aziende Ulss del Veneto, dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dell’Azienda Ospedaliera Veneto, dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona, dell’IRCCS “Istituto Oncologico Universitaria Integrata di Verona, dell’IRCCS “Istituto Oncologico Veneto” e degli erogatori privati accreditati; Veneto” e degli erogatori privati accreditati; - indicano l’ammontare dei posti letto per aree omogenee (medica, - indicano l’ammontare dei posti letto per aree omogenee (medica, chirurgica, materno-infantile, terapia intensiva e riabilitazione) e le unità chirurgica, materno-infantile, terapia intensiva e riabilitazione) e le unità operative autonome, specificando la tipologia di struttura in unità operative autonome, specificando la tipologia di struttura in unità complessa (UOC) e semplice a valenza dipartimentale (USD) ed il complessa (UOC) e semplice a valenza dipartimentale (USD) ed il setting ordinario, diurno o ambulatoriale, intendendosi per ordinario il setting ordinario, diurno o ambulatoriale, intendendosi per ordinario il ricovero organizzato sulle ventiquattro ore e oltre. ricovero organizzato sulle ventiquattro ore e oltre. Parimenti, l’art. 10, comma 1, della citata legge, sancisce che la Giunta Regionale approvi, in conformità a quanto previsto dall’art. 1, comma 3 sentita la competente Commissione consiliare, che esprime parere obbligatorio – contestualmente alle schede di dotazione ospedaliera, le schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie. Parimenti, l’art. 10, comma 1, della citata legge, sancisce che la Giunta Regionale approvi, in conformità a quanto previsto dall’art. 1, comma 3 sentita la competente Commissione consiliare, che esprime parere obbligatorio – contestualmente alle schede di dotazione ospedaliera, le schede di dotazione territoriale delle unità organizzative dei servizi e delle strutture di ricovero intermedie. Il sistema delle schede di dotazione territoriale riguarda: Il sistema delle schede di dotazione territoriale riguarda: - la programmazione dei Distretti socio-sanitari e la riorganizzazione delle Cure Primarie attraverso i nuovi team multiprofessionali (Medicine di Gruppo Integrate) e le Aggregazioni Funzionali Territoriali; - la programmazione dei Distretti socio-sanitari e la riorganizzazione delle Cure Primarie attraverso i nuovi team multiprofessionali (Medicine di Gruppo Integrate e medicine di gruppo laddove collocate all’interno o annesse ai Centri di Servizio e le Aggregazioni Funzionali Territoriali; 5 Spiego - Rispetto alla formulazione della DGR si osserva esigenza/l’opportunità di non escludere la possibilità di attivare “semplici” medicine di gruppo anche non integrate laddove collocate all’interno o annesse ai Centri di Servizio. Tale proposta infatti favorirebbe sicuramente una maggiore protezione e assistenza medica agli persone in condizione di non autosufficienza ospiti dei Centri di Servizio. Aspetto questo che sappiamo essere oggi un anello debole della filiera dell’assistenza socio sanitaria a favore delle persone non autosufficienti curate in ambito residenziale. - la programmazione dei posti letto delle Strutture di ricovero intermedie; - la programmazione dei posti letto delle Strutture di ricovero intermedie; - la rilevazione dell’offerta ricettiva dei centri di servizio per anziani. - la rilevazione dell’offerta ricettiva dei centri di servizio per anziani. Con il presente atto si intende, quindi, procedere alla riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’assistenza territoriale, da attuarsi compiutamente nell’arco di un triennio (2013-2015), al fine di un adeguamento agli standard di legge e, soprattutto, di rendere il sistema più coerente ai cambiamenti socio-epidemiologici, di innovare i modelli organizzativi sulla scorta delle migliori pratiche realizzate in questi anni e di garantire una più equa distribuzione delle risorse e di adottare più efficienti modelli gestionali. Con il presente atto si intende, quindi, procedere alla riorganizzazione della rete ospedaliera e dell’assistenza territoriale, valorizzare il ruolo dei Centri di Servizio operanti nel territorio regionale, da attuarsi compiutamente nell’arco di un triennio (2013-2015), al fine di un adeguamento agli standard di legge e, soprattutto, di rendere il sistema più coerente ai cambiamenti socio-epidemiologici, di innovare i modelli organizzativi sulla scorta delle migliori pratiche realizzate in questi anni e di garantire una più equa distribuzione delle risorse e di adottare più efficienti modelli gestionali. Nella definizione delle suddette schede si intende, infatti, tenere in considerazione: Nella definizione delle suddette schede si intende, infatti, tenere in considerazione: - gli obiettivi prioritari, le scelte strategiche ed i criteri di riorganizzazione del SSSR individuati dal PSSR; - gli obiettivi prioritari, le scelte strategiche ed i criteri di riorganizzazione del SSSR individuati dal PSSR; - gli indirizzi contenuti nella legge 7 agosto 2012, n. 135 (cd. “spending - gli indirizzi contenuti nella legge 7 agosto 2012, n. 135 (cd. “spending review”) che stabilisce, tra l’altro, come standard nazionale una review”) che stabilisce, tra l’altro, come standard nazionale una dotazione di posti letto ospedalieri pari a 3,7 per mille abitanti, di cui lo dotazione di posti letto ospedalieri pari a 3,7 per mille abitanti, di cui lo 0,7 per la riabilitazione; 0,7 per la riabilitazione; - le disposizioni definite dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 - le disposizioni definite dalla legge 14 settembre 2011, n. 148 (“Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”) (“Disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo”) che impongono sostanziali modifiche al quadro economico-finanziario che impongono sostanziali modifiche al quadro economico-finanziario regionale; regionale; 6 - la necessità di mettere in atto provvedimenti di razionalizzazione della - la necessità di mettere in atto provvedimenti di razionalizzazione della rete assistenziale confermata nella legge 8 novembre 2012, n. 189 (cd. rete assistenziale confermata nella legge 8 novembre 2012, n. 189 (cd. “legge Balduzzi”) che introduce, in particolare, elementi di riordino “legge Balduzzi”) che introduce, in particolare, elementi di riordino dell’assistenza territoriale attraverso il coinvolgimento della Medicina dell’assistenza territoriale attraverso il coinvolgimento della Medicina Convenzionata nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e nelle Convenzionata nelle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) e nelle Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), quest’ultime assimilate nel Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP), quest’ultime assimilate nel contesto veneto alle Medicine di Gruppo Integrate; contesto veneto alle Medicine di Gruppo Integrate e medicine di gruppo laddove collocate all’interno dei Centri di Servizio; - la proposta del Regolamento recante “Definizione degli standard - la proposta del Regolamento recante “Definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera, in attuazione dell'articolo 1, comma 169 della legge 30 ospedaliera, in attuazione dell'articolo 1, comma 169 della legge 30 dicembre 2004, n. 311” e dell’articolo 15, comma 13, lettera c) del dicembre 2004, n. 311” e dell’articolo 15, comma 13, lettera c) del decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla decreto-legge 6 luglio 2012, n. 95 convertito, con modificazioni, dalla legge 7 agosto 2012, n. 135, che definisce gli standard ospedalieri; legge 7 agosto 2012, n. 135, che definisce gli standard ospedalieri; - gli indirizzi che il Comitato per la verifica dei Livelli Essenziali di - gli indirizzi che il Comitato per la verifica dei Livelli Essenziali di Assistenza (cd. “Comitato LEA”) nella seduta del 2 agosto 2011 ha Assistenza (cd. “Comitato LEA”) nella seduta del 2 agosto 2011 ha fissato relativamente ai parametri standard per l’individuazione di fissato relativamente ai parametri standard per l’individuazione di strutture semplici e complesse del SSN ex art.12, comma 1, lett. B), strutture semplici e complesse del SSN ex art.12, comma 1, lett. B), Patto per la Salute 2010-2012. Nel dettaglio è stato definito lo standard Patto per la Salute 2010-2012. Nel dettaglio è stato definito lo standard di 17,5 posti letto per struttura complessa ospedaliera e di 13.515 di 17,5 posti letto per struttura complessa ospedaliera e di 13.515 abitanti per struttura complessa non ospedaliera. abitanti per struttura complessa non ospedaliera. Pertanto, coerentemente agli indirizzi previsti dai sopracitati provvedimenti, meglio dettagliati e declinati per il contesto veneto nell’Allegato A al presente atto, parte integrante dello stesso, si intende riorganizzare il SSSR non secondo una logica di “riduzione”, ma di una maggiore rispondenza ai bisogni della popolazione, di una migliore appropriatezza del setting assistenziale, di una più equa ed uniforme distribuzione delle risorse e di un efficientamento del sistema. Pertanto, coerentemente agli indirizzi previsti dai sopracitati provvedimenti, meglio dettagliati e declinati per il contesto veneto nell’Allegato A al presente atto, parte integrante dello stesso, si intende riorganizzare il SSSR non secondo una logica di “riduzione”, ma di una maggiore rispondenza ai bisogni della popolazione, di una migliore appropriatezza del setting assistenziale, di una più equa ed uniforme distribuzione delle risorse e di un efficientamento del sistema. La rimodulazione dei posti letto non è un fatto meramente di opportunità economico-strutturale ma è la modalità di assicurare al cronico una risposta vicina a casa e all’acuto la garanzia di essere portato o di recarsi laddove può essere meglio curato. La rimodulazione dei posti letto non è un fatto meramente di opportunità economico-strutturale ma è la modalità di assicurare al cronico una risposta vicina a casa e all’acuto la garanzia di essere portato o di recarsi laddove può essere meglio curato. 7 Si intende, cioè, assicurare le cure il più vicino possibile al paziente compatibilmente con l’alta qualità, la sicurezza e l’efficacia del trattamento richiesto. Si tratta, dunque, di cambiamenti che comportano un impatto positivo nel rapporto delle persone con il SSSR e nell’accesso ai servizi, i cui benefici risultano però difficilmente contabilizzabili. Si intende, cioè, assicurare le cure il più vicino possibile al paziente compatibilmente con l’alta qualità, la sicurezza e l’efficacia del trattamento richiesto. Si tratta, dunque, di cambiamenti che comportano un impatto positivo nel rapporto delle persone con il SSSR e nell’accesso ai servizi, i cui benefici risultano però difficilmente contabilizzabili. Ciò non di meno, l’applicazione degli indirizzi programmatori comporta una riduzione dei posti letto, nell’ambito della rete ospedaliera, rispetto ai 18.667 attivi nell’anno 2012, pari a n.1.227, prevedendo al contempo l’attivazione di n.1.263 posti letto extraospedalieri, meglio denominati di Strutture di ricovero intermedie. Il risparmio di spesa che si ottiene attraverso la riorganizzazione della rete ospedaliera consente il potenziamento dell’assistenza territoriale. Ciò non di meno, l’applicazione degli indirizzi programmatori comporta una riduzione dei posti letto, nell’ambito della rete ospedaliera, rispetto ai 18.667 attivi nell’anno 2012, pari a n.1.227, prevedendo al contempo l’attivazione di n.1.263 posti letto extraospedalieri, meglio denominati di Strutture di ricovero intermedie. Il risparmio di spesa che si ottiene attraverso la riorganizzazione della rete ospedaliera consente il potenziamento dell’assistenza territoriale. Si evidenzia, inoltre, che la riorganizzazione dei servizi, secondo le modalità previste dal presente provvedimento, deve essere attuata salvaguardando gli equilibri di bilancio, nel rispetto degli obiettivi e dei vincoli di costo assegnati con specifici provvedimenti e compatibilmente con le risorse finanziarie assegnate a ciascuna azienda sanitaria. Si evidenzia, inoltre, che la riorganizzazione dei servizi, secondo le modalità previste dal presente provvedimento, deve essere attuata salvaguardando gli equilibri di bilancio, nel rispetto degli obiettivi e dei vincoli di costo assegnati con specifici provvedimenti e compatibilmente con le risorse finanziarie assegnate a ciascuna azienda sanitaria. Per l’anno 2013 la riorganizzazione deve, pertanto, essere attuata con rispetto di quanto disposto dalla deliberazione n.154/CR del 24 dicembre 2012 e dalla DGR n.2864 del 28 dicembre 2012, le quali fissano rispettivamente le risorse finanziarie assegnate provvisoriamente alle singole Aziende, per il triennio 2013-2015, per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) e gli obiettivi e i limiti di costo per il 2013. Per gli anni 2014 e 2015 si rimanda ai futuri provvedimenti da adottarsi sugli stessi temi. Per l’anno 2013 la riorganizzazione deve, pertanto, essere attuata con rispetto di quanto disposto dalla deliberazione n.154/CR del 24 dicembre 2012 e dalla DGR n.2864 del 28 dicembre 2012, le quali fissano rispettivamente le risorse finanziarie assegnate provvisoriamente alle singole Aziende, per il triennio 2013-2015, per l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza (LEA) e gli obiettivi e i limiti di costo per il 2013. Per gli anni 2014 e 2015 si rimanda ai futuri provvedimenti da adottarsi sugli stessi temi. Pertanto, alla luce di quanto finora esposto, si propone di approvare il documento contenente gli indirizzi e i criteri, così come descritti nell’Allegato A quale parte integrante ed essenziale del presente atto. Tale documento costituisce lo schema di riferimento per: Pertanto, alla luce di quanto finora esposto, si propone di approvare il documento contenente gli indirizzi e i criteri, così come descritti nell’Allegato A quale parte integrante ed essenziale del presente atto. Tale documento costituisce lo schema di riferimento per: 8 - l’assetto territoriale che ciascuna Azienda Ulss dovrà implementare nel proprio ambito di riferimento, anche coerentemente a quanto previsto nel provvedimento ad oggetto “Organizzazione delle Aziende Ulss e ospedaliere. Linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale, per l'organizzazione del Dipartimento di prevenzione e per l'organizzazione del Distretto socio sanitario (d.lgs n. 502/1992 art.3, comma 1/bis e art. 7/bis, comma 1 e successive modifiche e integrazioni – L.R. n. 23/2012)”; - l’assetto territoriale che ciascuna Azienda Ulss dovrà implementare nel proprio ambito di riferimento, anche coerentemente a quanto previsto nel provvedimento ad oggetto “Organizzazione delle Aziende Ulss e ospedaliere. Linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale, per l'organizzazione del Dipartimento di prevenzione e per l'organizzazione del Distretto socio sanitario (d.lgs n. 502/1992 art.3, comma 1/bis e art. 7/bis, comma 1 e successive modifiche e integrazioni – L.R. n. 23/2012)”; - l’organizzazione delle reti ospedaliere e del modello organizzativo di integrazione tra Ospedale e Territorio. - l’organizzazione delle reti ospedaliere e del modello organizzativo di integrazione tra Ospedale e Territorio. Si propone, altresì, di approvare, per la parte relativa all’assistenza ospedaliera: Si propone, altresì, di approvare, per la parte relativa all’assistenza ospedaliera: le schede di dotazione ospedaliera, sia delle strutture pubbliche sia degli erogatori privati accreditati, di cui all’Allegato B del presente atto quale parte integrante ed essenziale dello stesso, che individuano la qualifica di ciascun ospedale all’interno della rete ed adeguano la dotazione, di cui alla l.r. 39/1993, alle disposizioni previste dalla L.R. n.23/2012 e s.m.i.. le schede di dotazione ospedaliera, sia delle strutture pubbliche sia degli erogatori privati accreditati, di cui all’Allegato B del presente atto quale parte integrante ed essenziale dello stesso, che individuano la qualifica di ciascun ospedale all’interno della rete ed adeguano la dotazione, di cui alla l.r. 39/1993, alle disposizioni previste dalla L.R. n.23/2012 e s.m.i.. la dotazione di mezzi medicalizzati e di ambulanze di supporto avanzato delle funzioni vitali, con infermiere (ALS), di cui all’Allegato C parte integrante ed essenziale del presente atto. la dotazione di mezzi medicalizzati e di ambulanze di supporto avanzato delle funzioni vitali, con infermiere (ALS), di cui all’Allegato C parte integrante ed essenziale del presente atto. Si propone, inoltre, di approvare, per la parte relativa all’assistenza territoriale: Si propone, inoltre, di approvare, per la parte relativa all’assistenza territoriale: la programmazione dei Distretti socio-sanitari e delle Aggregazioni Funzionali Territoriali a livello regionale e di singola Azienda Ulss, declinata nell’Allegato D, parte integrante ed essenziale del presente atto; la programmazione dei Distretti socio-sanitari e delle Aggregazioni Funzionali Territoriali a livello regionale e di singola Azienda Ulss, declinata nell’Allegato D, parte integrante ed essenziale del presente atto; i criteri e la determinazione dei posti letto di strutture di ricovero intermedie a livello regionale e per singola Azienda Ulss, richiamati nell’Allegato E, parte integrante ed essenziale del presente atto; i criteri e la determinazione dei posti letto di strutture di ricovero intermedie a livello regionale e per singola Azienda Ulss, richiamati nell’Allegato E, parte integrante ed essenziale del presente atto; 9 i dati relativi all’offerta ricettiva dei centri di servizio per anziani, rilevata al 31 dicembre 2012, a livello regionale e per singola Azienda Ulss così come descritta nell’Allegato F, parte integrante ed essenziale del presente documento; i dati relativi all’offerta ricettiva dei centri di servizio per anziani, rilevata al 31 dicembre 2012, a livello regionale e per singola Azienda Ulss così come descritta nell’Allegato F, parte integrante ed essenziale del presente documento. Nel merito si precisa che tutti posti esistenti per anziani non autosufficienti di cui all’allegato F (dati relativi all’offerta ricettiva dei Centri di Servizio per anziani rilevata al 31 dicembre 2012) e all’allegato G (schede di dotazione territoriale dettagliate per singola Azienda ULSS) sono autorizzabili all’esercizio e sono accreditabili su richiesta dell’ente gestore ed in presenza degli standard e dei requisiti richiesti ai sensi della L.R. n. 22/2002. A tal proposito, occorre ricordare che l’art. 15, comma 2, della L.R. n. 22/2002 prevede che l’accreditamento istituzionale deve concorrere al miglioramento della qualità del sistema sanitario, socio-sanitario e sociale, garantendo ai cittadini adeguati livelli quantitativi e qualitativi delle prestazioni erogate per conto ed a carico del servizio sanitario nazionale. Altresì, l’art. 17 comma 2 della suddetta L.R. n. 22/2002 dispone che l’accreditamento istituzionale per l’erogazione di interventi e servizi sociali non costituisce in capo alle aziende ed agli enti del servizio sanitario regionale nonché agli enti locali un obbligo a corrispondere ai soggetti accreditati la remunerazione delle prestazioni erogate al di fuori dei rapporti instaurati ai sensi della normativa vigente. Conseguentemente, l’accreditamento istituzionale non costituisce diritto alla remunerazione per le prestazioni erogate oltre quanto previsto dagli accordi contrattuali stipulati con i soggetti interessati ai sensi dell’art. 8 quinquies del D.L.vo n. 502/92. E’ infatti prioritario garantire ai cittadini un sistema di servizi residenziali con livelli qualitativi uniformi e riconosciuti su tutto il territorio regionale. Ed è in questo sistema che è spendibile, attraverso l’accordo contrattuale previsto all’art. 17 della L.R. n. 22/2002, l’impegnativa di residenzialità di cui alla DGR n. 457/07 come titolo rilasciato dalla Azienda ULSS al cittadino per l’accesso alle prestazioni rese nei servizi residenziali accreditati. 10 In sede di prima applicazione del presente atto appare opportuno incaricare le Aziende ULSS di verificare, previa istanza di parte, i requisiti e gli standard richiesti per l’accreditamento istituzione ai sensi della L.R. n. 22/2002, limitatamente ai Centri di Servizio che presentano una dotazione di posti letto accreditati inferiori al numero di posti letto autorizzati all’esercizio per persone anziane non autosufficienti. Tali verifiche dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2013. Spiego: questa integrazione all’articolato viene proposta con il fine preciso di superare l’ “equivoco” che si è venuto a creare negli anni a seguito dell’adozione della DGR 190/ laddove l’accreditamento veniva limitato al nr di ex quote di rilievo sanitario – oggi impegnative di residenzialità. Così facendo, considerato appunto quanto previsto dall’art. 17 comma 2 della L.R. n. 22/2002 non si pongono oneri a carico della Regione o dell’Azienda ULSS ma si assicura la qualità prestazionale a tutti gli utenti fissata dalla Lr. 22/2002 e succ. delib.ni. In secondo luogo tale previsione mette i Centri di Servizio nella condizione di poter partecipare all’attuazione degli obiettivi del Legislatore potendo così sottoscrivere apposito accordi contrattuali laddove le Aziende Ulss ne manifestarrero l’opportunità/esigenza. Non ultimo in termine di importanza si ricorda come sia in materia fiscale che in ambito assicurativo il possesso del titolo di Ente accreditato comporta benefici economici di fondamentale rilevanza. le schede di dotazione territoriale dettagliate per singola Azienda ULSS così come formulate nell’Allegato G, parte integrante ed essenziale del presente atto. le schede di dotazione territoriale dettagliate per singola Azienda ULSS così come formulate nell’Allegato G, parte integrante ed essenziale del presente atto. Si rinvia a successivi atti della Giunta Regionale, il completamento della Si rinvia a successivi atti della Giunta Regionale, il completamento della filiera dell’assistenza territoriale. filiera dell’assistenza territoriale. Per dare attuazione agli indirizzi previsti dal presente provvedimento si propone, infine, di incaricare i Direttore Generali delle Aziende Ulss del Veneto, dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e dell’IRCCS “Istituto Oncologico Veneto” di formulare un proprio Piano aziendale, indicando per ciascuno degli anni Per dare attuazione agli indirizzi previsti dal presente provvedimento si propone, infine, di incaricare i Direttore Generali delle Aziende Ulss del Veneto, dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e dell’IRCCS “Istituto Oncologico Veneto” di formulare un proprio Piano aziendale, indicando per ciascuno degli anni 11 del triennio di riferimento (2013-2015) gli obiettivi e le azioni da porre in essere per l’adeguamento della dotazione assistenziale, nel rispetto del principio dell’equilibrio di bilancio. Nello specifico i Piani delle Aziende Ulss dovranno prevedere l’adeguamento della dotazione ospedaliera e territoriale, coerentemente con quanto di seguito disposto: del triennio di riferimento (2013-2015) gli obiettivi e le azioni da porre in essere per l’adeguamento della dotazione assistenziale, nel rispetto del principio dell’equilibrio di bilancio. Nello specifico i Piani delle Aziende Ulss dovranno prevedere l’adeguamento della dotazione ospedaliera e territoriale, coerentemente con quanto di seguito disposto: - l’attivazione dei posti letto per l’assistenza territoriale deve essere conseguente alla riduzione dei posti letto ospedalieri; - l’attivazione dei posti letto per l’assistenza territoriale deve essere conseguente alla riduzione dei posti letto ospedalieri; - l’esplicitazione dei modelli organizzativi a garanzia della copertura - l’esplicitazione dei modelli organizzativi a garanzia della copertura assistenziale nell’arco delle 24 ore, per 7 giorni su 7 (integrazione con la assistenziale nell’arco delle 24 ore, per 7 giorni su 7 (integrazione con la Medicina di Gruppo Integrata o contiguità con reparti ospedalieri); Medicina di Gruppo Integrata o contiguità con reparti ospedalieri); I Piani aziendali dovranno essere trasmessi per il visto di congruità di cui all’art. 6, comma 3, della L.R. n.56/1994 ed all’art. 39 della L.R. n.55/1994, entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione che sarà approvata dalla Giunta Regionale alla conclusione del procedimento previsto dall’art. 9, comma 1, e dall’art. 10, comma 1, della L.R. n. 23/2012 e s.m.i I Piani aziendali dovranno essere trasmessi per il visto di congruità di cui all’art. 6, comma 3, della L.R. n.56/1994 ed all’art. 39 della L.R. n.55/1994, entro 90 giorni dalla data di pubblicazione della deliberazione che sarà approvata dalla Giunta Regionale alla conclusione del procedimento previsto dall’art. 9, comma 1, e dall’art. 10, comma 1, della L.R. n. 23/2012 e s.m.i. Si ricorda che il presente provvedimento ha natura di atto interno all’amministrazione regionale, non produttivo di effetti giuridici all’esterno della stessa. Pertanto si ritiene che l’informativa alle organizzazioni sindacali in merito ai contenuti del provvedimento stesso sia da fornire successivamente all’espressione del parere da parte della competente Commissione consiliare e prima dell’approvazione definitiva da parte della Giunta Regionale. Si ricorda che il presente provvedimento ha natura di atto interno all’amministrazione regionale, non produttivo di effetti giuridici all’esterno della stessa. Pertanto si ritiene che l’informativa alle organizzazioni sindacali in merito ai contenuti del provvedimento stesso sia da fornire successivamente all’espressione del parere da parte della competente Commissione consiliare e prima dell’approvazione definitiva da parte della Giunta Regionale. Si dispone di acquisire il parere della Conferenza regionale permanente Si dispone di acquisire il parere della Conferenza regionale permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria di cui all’art. 113 della per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria di cui all’art. 113 della L.R. n.11/2001, ai sensi dell’art. 2, comma 4, della L.R. n.23/2012. L.R. n.11/2001, ai sensi dell’art. 2, comma 4, della L.R. n.23/2012. 12 Infine, si incarica la Segreteria della Giunta della trasmissione della presente deliberazione al Consiglio Regionale per l’acquisizione del parere della competente Commissione consiliare previsto dall’art. 9, comma 1, e dall’art. 10, comma 1, della L.R. n.23/2012 e s.m.i. Infine, si incarica la Segreteria della Giunta della trasmissione della presente deliberazione al Consiglio Regionale per l’acquisizione del parere della competente Commissione consiliare previsto dall’art. 9, comma 1, e dall’art. 10, comma 1, della L.R. n.23/2012 e s.m.i. Il Relatore conclude la propria relazione e propone all’approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento. Il Relatore conclude la propria relazione e propone all’approvazione della Giunta Regionale il seguente provvedimento. LA GIUNTA REGIONALE LA GIUNTA REGIONALE UDITO il relatore, incaricato dell’istruzione dell’argomento in questione ai sensi dell’art. 53, 4° comma, dello Statuto, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l’avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione regionale e statale; UDITO il relatore, incaricato dell’istruzione dell’argomento in questione ai sensi dell’art. 53, 4° comma, dello Statuto, il quale dà atto che la struttura competente ha attestato l’avvenuta regolare istruttoria della pratica, anche in ordine alla compatibilità con la vigente legislazione regionale e statale; VISTO il “Nuovo patto della salute per gli anni 2010-2012” approvato dalla VISTO il “Nuovo patto della salute per gli anni 2010-2012” approvato dalla Conferenza permanente Stato-Regioni con atto rep. n. 243/CSR del 3 Conferenza permanente Stato-Regioni con atto rep. n. 243/CSR del 3 dicembre 2009; dicembre 2009; VISTA la legge 6 agosto 2008, n. 133; VISTA la legge 6 agosto 2008, n. 133; VISTA la legge 15 luglio 2011, n. 111; VISTA la legge 15 luglio 2011, n. 111; VISTA la legge 14 settembre 2011, n. 148 (disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo); VISTA la legge 14 settembre 2011, n. 148 (disposizioni urgenti per la stabilizzazione finanziaria e per lo sviluppo); VISTA la legge 7 agosto 2012, n. 135 (c.d. “spending review”); VISTA la legge 7 agosto 2012, n. 135 (c.d. “spending review”); VISTA la legge 8 novembre 2012, n. 189 (c.d. “legge Balduzzi”); VISTA la legge 8 novembre 2012, n. 189 (c.d. “legge Balduzzi”); VISTA la legge regionale 29 giugno 2012, n.23 “Norme di materia di VISTA la legge regionale 29 giugno 2012, n.23 “Norme di materia di programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano Socio-Sanitario programmazione socio sanitaria e approvazione del Piano Socio-Sanitario Regionale 2012-2016” e s.m.i. Regionale 2012-2016” e s.m.i. VISTI l’art. 9, comma 1, e l’art. 10, comma 1, della L.R. n.23/2012 e s.m.i. VISTI l’art. 9, comma 1, e l’art. 10, comma 1, della L.R. n.23/2012 e s.m.i. 13 DELIBERA 1. - - di approvare gli indirizzi e i criteri, così come descritti nell’Allegato A quale parte integrante ed essenziale del presente atto, che costituiscono lo schema di riferimento per: l’assetto territoriale che ciascuna Azienda Ulss dovrà implementare nel proprio ambito di riferimento, anche coerentemente a quanto previsto nel provvedimento ad oggetto “Organizzazione delle Aziende Ulss e ospedaliere. Linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale, per l'organizzazione del Dipartimento di prevenzione e per l'organizzazione del Distretto socio sanitario (d.lgs n. 502/1992 art.3, comma 1/bis e art. 7/bis, comma 1 e successive modifiche e integrazioni – L.R. n. 23/2012)”; DELIBERA 1. l’organizzazione delle reti ospedaliere e del modello organizzativo di integrazione tra Ospedale e Territorio; - - di approvare gli indirizzi e i criteri, così come descritti nell’Allegato A quale parte integrante ed essenziale del presente atto, che costituiscono lo schema di riferimento per: l’assetto territoriale che ciascuna Azienda Ulss dovrà implementare nel proprio ambito di riferimento, anche coerentemente a quanto previsto nel provvedimento ad oggetto “Organizzazione delle Aziende Ulss e ospedaliere. Linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale, per l'organizzazione del Dipartimento di prevenzione e per l'organizzazione del Distretto socio sanitario (d.lgs n. 502/1992 art.3, comma 1/bis e art. 7/bis, comma 1 e successive modifiche e integrazioni – L.R. n. 23/2012)”; l’organizzazione delle reti ospedaliere e del modello organizzativo di integrazione tra Ospedale e Territorio; 2. di approvare, per le motivazioni e secondo le modalità espresse in 2. premessa, le schede di dotazione ospedaliera, sia delle strutture pubbliche sia degli erogatori privati accreditati, di cui all’Allegato B del presente atto quale parte integrante ed essenziale dello stesso, che individuano la qualifica di ciascun ospedale all’interno della rete ed adeguano la dotazione, di cui alla l.r. 39/1993, alle disposizioni previste dalla L.R. n.23/2012 e s.m.i.; di approvare, per le motivazioni e secondo le modalità espresse in premessa, le schede di dotazione ospedaliera, sia delle strutture pubbliche sia degli erogatori privati accreditati, di cui all’Allegato B del presente atto quale parte integrante ed essenziale dello stesso, che individuano la qualifica di ciascun ospedale all’interno della rete ed adeguano la dotazione, di cui alla l.r. 39/1993, alle disposizioni previste dalla L.R. n.23/2012 e s.m.i. 3. di approvare la dotazione di mezzi medicalizzati e di ambulanze di 3. supporto avanzato delle funzioni vitali, con infermiere (ALS), di cui all’Allegato C parte integrante ed essenziale del presente atto; di approvare la dotazione di mezzi medicalizzati e di ambulanze di supporto avanzato delle funzioni vitali, con infermiere (ALS), di cui all’Allegato C parte integrante ed essenziale del presente atto; 4. di approvare la programmazione dei Distretti socio-sanitari e delle 4. Aggregazioni Funzionali Territoriali a livello regionale e di singola Azienda Ulss, declinata nell’Allegato D, parte integrante ed essenziale del presente atto; di approvare la programmazione dei Distretti socio-sanitari e delle Aggregazioni Funzionali Territoriali a livello regionale e di singola Azienda Ulss, declinata nell’Allegato D, parte integrante ed essenziale del presente atto; 5. di approvare i criteri e la determinazione dei posti letto di strutture di 5. ricovero intermedie a livello regionale e per singola Azienda Ulss, richiamati nell’Allegato E, parte integrante ed essenziale del presente atto; di approvare i criteri e la determinazione dei posti letto di strutture di ricovero intermedie a livello regionale e per singola Azienda Ulss, richiamati nell’Allegato E, parte integrante ed essenziale del presente atto; 14 6. di approvare i dati relativi all’offerta ricettiva dei centri di servizio per 6. anziani, rilevata al 31 dicembre 2012, a livello regionale e per singola Azienda Ulss così come descritta nell’Allegato F, parte integrante ed essenziale del presente documento; di approvare i dati relativi all’offerta ricettiva dei centri di servizio per anziani, rilevata al 31 dicembre 2012, a livello regionale e per singola Azienda Ulss così come descritta nell’Allegato F, parte integrante ed essenziale del presente documento; 7. di approvare le schede di dotazione territoriale dettagliate per singola 7. Azienda ULSS così come formulate nell’Allegato G, parte integrante ed essenziale del presente atto; di approvare le schede di dotazione territoriale dettagliate per singola Azienda ULSS così come formulate nell’Allegato G, parte integrante ed essenziale del presente atto; 8. di disporre che, con successivi atti della Giunta Regionale, saranno 8. completati i documenti di indirizzo per la filiera dell’assistenza territoriale; di disporre che, con successivi atti della Giunta Regionale, saranno completati i documenti di indirizzo per la filiera dell’assistenza territoriale; 9. di disporre che, al fine di dare attuazione agli indirizzi previsti dal 9. presente provvedimento, i Direttori Generali delle Aziende Ulss del Veneto, dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e dell’IRCCS “Istituto Oncologico Veneto” formulino un proprio Piano aziendale, indicando per ciascuno degli anni del triennio di riferimento (2013-2015) gli obiettivi e le azioni da porre in essere per l’adeguamento della dotazione assistenziale, nel rispetto del principio dell’equilibrio di bilancio. Nello specifico i Piani delle Aziende Ulss dovranno prevedere l’adeguamento della dotazione ospedaliera e territoriale coerentemente con quanto di seguito disposto: di disporre che, al fine di dare attuazione agli indirizzi previsti dal presente provvedimento, i Direttori Generali delle Aziende Ulss del Veneto, dell’Azienda Ospedaliera di Padova, dell’Azienda Ospedaliera Universitaria Integrata di Verona e dell’IRCCS “Istituto Oncologico Veneto” formulino un proprio Piano aziendale, indicando per ciascuno degli anni del triennio di riferimento (2013-2015) gli obiettivi e le azioni da porre in essere per l’adeguamento della dotazione assistenziale, nel rispetto del principio dell’equilibrio di bilancio. Nello specifico i Piani delle Aziende Ulss dovranno prevedere l’adeguamento della dotazione ospedaliera e territoriale coerentemente con quanto di seguito disposto: - l’attivazione dei posti letto per l’assistenza territoriale deve essere conseguente alla riduzione dei posti letto ospedalieri; - l’esplicitazione dei modelli organizzativi a garanzia della copertura assistenziale nell’arco delle 24 ore, per 7 giorni su 7 (integrazione con la Medicina di Gruppo Integrata o contiguità con reparti ospedalieri); - l’attivazione dei posti letto per l’assistenza territoriale deve essere conseguente alla riduzione dei posti letto ospedalieri; - l’esplicitazione dei modelli organizzativi a garanzia della copertura assistenziale nell’arco delle 24 ore, per 7 giorni su 7 (integrazione con la Medicina di Gruppo Integrata o contiguità con reparti ospedalieri); 15 10. Di rinviare ad apposito atto deliberativo della Giunta Regionale l’approvazione dello schema tipo di accordo contrattuale - art. 17 della L.R. n. 22/2002 - che regolamenti i rapporti tra le locali Aziende Sanitarie e i Centri di Servizio in rapporto alle diverse tipologie di offerta. (ex DGR 3856 del 3.12.2004 “L.R. n. 5 del 3 febbraio 1996, art. 13, al titolo :Erogazione prestazioni sanitarie: “Approvazione schema tipo convenzione tra convenzione tra azienda Ulss e Centri Servizio”: applicazione art. 14) 10. di approvare le disposizioni e i principi contenuti in premessa, non 11. di approvare le disposizioni e i principi contenuti in premessa, non richiamati espressamente nel presente dispositivo; richiamati espressamente nel presente dispositivo; 11. di dare atto che i contenuti del provvedimento saranno oggetto di 12. di dare atto che i contenuti del provvedimento saranno oggetto di informativa alle organizzazioni sindacali successivamente informativa alle organizzazioni sindacali successivamente all’espressione del parere da parte della competente Commissione all’espressione del parere da parte della competente Commissione consiliare e prima dell’approvazione definitiva da parte della Giunta consiliare e prima dell’approvazione definitiva da parte della Giunta Regionale; Regionale; 12. di acquisire il parere della Conferenza regionale permanente per la 13. di acquisire il parere della Conferenza regionale permanente per la programmazione sanitaria e socio-sanitaria di cui all’art. 113 della L.R. programmazione sanitaria e socio-sanitaria di cui all’art. 113 della L.R. n.11/2001, ai sensi dell’art. 2, comma 4, della L.R. n.23/2012; n.11/2001, ai sensi dell’art. 2, comma 4, della L.R. n.23/2012; 13. di incaricare la Segreteria della Giunta della trasmissione della 14. di incaricare la Segreteria della Giunta della trasmissione della presente deliberazione al Consiglio Regionale per l’acquisizione del presente deliberazione al Consiglio Regionale per l’acquisizione del parere della competente Commissione consiliare previsto dall’art. 9, parere della competente Commissione consiliare previsto dall’art. 9, comma 1, e dall’art. 10, comma 1, della L.R. n.23/2012 e s.m.i. comma 1, e dall’art. 10, comma 1, della L.R. n.23/2012 e s.m.i. Sottoposto a votazione, il provvedimento viene approvato con voti unanimi Sottoposto a votazione, il provvedimento viene approvato con voti unanimi e palesi. e palesi. IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE IL SEGRETARIO IL PRESIDENTE 16 giunta regionale – 9^ legislatura giunta regionale – 9^ legislatura ALLEGATO A Dgr n. 68/CR del 18.6.2013 ALLEGATO A Dgr n. 68/CR del 18.6.2013 PROPOSTE DI INTEGRAZIONE CON NOTE DI SPIEGO INDIRIZZI E CRITERI OPERATIVI INDIRIZZI E CRITERI OPERATIVI 1. INDIRIZZI GENERALI DEL PSSR 2012-2016 1. L’analisi di contesto ha evidenziato il mutare dei bisogni assistenziali e l’emergere di nuove sfide assistenziali indotte principalmente dalla crescita dell’aspettativa di vita con progressivo invecchiamento della popolazione e con l’aumento delle patologie cronico-degenerative collegate spesso alla disabilità. L’analisi di contesto ha evidenziato il mutare dei bisogni assistenziali e l’emergere di nuove sfide assistenziali indotte principalmente dalla crescita dell’aspettativa di vita con progressivo invecchiamento della popolazione e con l’aumento delle patologie cronico-degenerative collegate spesso alla disabilità. INDIRIZZI GENERALI DEL PSSR 2012-2016 In tale contesto rappresentano scelte strategiche della programmazione In tale contesto rappresentano scelte strategiche della programmazione regionale: regionale: - il potenziamento dell’assistenza territoriale, consolidando il ruolo e le - il potenziamento dell’assistenza territoriale, consolidando il ruolo e le competenze del Distretto socio-sanitario, ridisegnando la rete territoriale competenze del Distretto socio-sanitario, ridisegnando la rete territoriale sulla scorta di una “filiera dell’assistenza” in grado di garantire un sistema sulla scorta di una “filiera dell’assistenza” in grado di garantire un sistema di cure graduali; di cure graduali; - il completamento del processo di razionalizzazione della rete ospedaliera, - il completamento del processo di razionalizzazione della rete ospedaliera, delineando reti cliniche funzionali ed estendendo modelli ospedalieri in cui delineando reti cliniche funzionali ed estendendo modelli ospedalieri in cui la degenza viene definita sulla base della similarità dei bisogni (complessità la degenza viene definita sulla base della similarità dei bisogni (complessità clinica e intensità di cura richiesta); clinica e intensità di cura richiesta); 17 - la realizzazione dell’integrazione tra Ospedale e Territorio al fine di - la realizzazione dell’integrazione tra Ospedale e Territorio al fine di garantire la presa in carico integrata della persona e la continuità garantire la presa in carico integrata della persona e la continuità dell’assistenza. dell’assistenza. - Peraltro, in conformità al Patto per la Salute 2010-1012, il PSSR identifica - Peraltro, in conformità al Patto per la Salute 2010-1012, il PSSR identifica l’Ospedale come risposta puntuale e qualificata per singoli episodi, l’Ospedale come risposta puntuale e qualificata per singoli episodi, configurandolo come una possibile fase del percorso assistenziale, ed il configurandolo come una possibile fase del percorso assistenziale, ed il Territorio come risposta continua e coordinata, punto di riferimento per il Territorio come risposta continua e coordinata, punto di riferimento per il cittadino e per la Comunità. Ciò richiede, da un lato, di rilanciare la cittadino e per la Comunità. Ciò richiede, da un lato, di rilanciare la funzione ospedaliera e, dall’altro, di consolidare un modello organizzativo funzione ospedaliera e, dall’altro, di consolidare un modello organizzativo efficace sul territorio. efficace sul territorio. In questo contesto risulta fondamentale sviluppare, consolidare e valorizzare il ruolo il ruolo dei Centri di Servizio operanti nella nostra Regione, che costituiscono un patrimonio importante nella “filiera dell’assistenza”. 2. ASSISTENZA TERRITORIALE 2. ASSISTENZA TERRITORIALE L’investimento sul Territorio e, di conseguenza, l’attribuzione di un ruolo rinnovato al Distretto socio-sanitario sono finalizzati a rendere il Sistema più vicino al paziente, evitandogli inutili spostamenti, assicurandogli una risposta certa, adeguata alla tipologia di bisogno, continuativa e coordinata, competente e responsabile. Per questo il nuovo quadro programmatorio ha introdotto il concetto di filiera dell’assistenza, rappresentando come le varie strutture territoriali debbano concorrere con gradualità all’erogazione dell’assistenza, tutelando ciascuna fase del percorso di presa in carico. L’investimento sul Territorio e, di conseguenza, l’attribuzione di un ruolo rinnovato al Distretto socio-sanitario sono finalizzati a rendere il Sistema più vicino al paziente, evitandogli inutili spostamenti, assicurandogli una risposta certa, adeguata alla tipologia di bisogno, continuativa e coordinata, competente e responsabile. Per questo il nuovo quadro programmatorio ha introdotto il concetto di filiera dell’assistenza, rappresentando come le varie strutture territoriali debbano concorrere con gradualità all’erogazione dell’assistenza, tutelando ciascuna fase del percorso di presa in carico. - Tramite la filiera dell’assistenza si intende, infatti, garantire un sistema di - Tramite la filiera dell’assistenza si intende, infatti, garantire un sistema di cure graduali attraverso alcuni nodi fondamentali della rete territoriale cure graduali attraverso alcuni nodi fondamentali della rete territoriale rappresentati dai servizi distrettuali, dalle forme associative della medicina rappresentati dai servizi distrettuali, dalle forme associative della medicina convenzionata con particolare riferimento alla diffusione delle Medicine di convenzionata con particolare riferimento alla diffusione delle Medicine di Gruppo Integrate, delle Medicine di Gruppo laddove collocate all’interno Gruppo Integrate, dalle cure domiciliari caratterizzate da un modello di dei Centri di Servizio, dalle cure domiciliari caratterizzate da un modello di assistenza h24, 7giorni su 7, dalle cure palliative incentrate su un nucleo assistenza h24, 7giorni su 7, dalle cure palliative incentrate su un nucleo multiprofessionale specificatamente dedicato, dalle strutture di ricovero multiprofessionale specificatamente dedicato, dalle strutture di ricovero intermedie e dalle strutture residenziali. intermedie e dei Centri di Servizio 18 Più in dettaglio sono obiettivi strategici: Più in dettaglio sono obiettivi strategici: - l’assistenza domiciliare, quale aspirazione e diritto delle persone e dei - l’assistenza domiciliare, quale aspirazione e diritto delle persone e dei familiari, che risponde all’obiettivo qualitativamente e culturalmente familiari, che risponde all’obiettivo qualitativamente e culturalmente rilevante di favorire il mantenimento della persona nel proprio ambiente di rilevante di favorire il mantenimento della persona nel proprio ambiente di vita e al proprio domicilio, consapevoli del mutato assetto della famiglia,; vita e al proprio domicilio, il rafforzamento della rete delle cure palliative, ambito in cui l’attenzione - il rafforzamento della rete delle cure palliative, ambito in cui l’attenzione alla prossimità al decesso assume di per sé un valore etico, in cui la alla prossimità al decesso assume di per sé un valore etico, in cui la multiprofessionalità diventa una risorsa per la dignità della persona; multiprofessionalità diventa una risorsa per la dignità della persona; - la rimodulazione dell’assistenza residenziale sviluppando una flessibilità - la rimodulazione dell’assistenza residenziale sviluppando una flessibilità organizzativa per adeguare il sistema alle nuove esigenze assistenziali, organizzativa e giuridica per adeguare il sistema alle nuove esigenze considerando le strutture residenziali come parti integranti del Sistema, assistenziali, considerando le i Centri di Servizio come parti integranti del specie nel gravoso ambito della non autosufficienza; Sistema, specie nel gravoso ambito della non autosufficienza; - lo sviluppo di strutture di ricovero intermedie necessarie per garantire un - lo sviluppo di unità di offerta di ricovero intermedie necessarie per adeguato passaggio dall’Ospedale al Territorio senza soluzione di garantire un adeguato passaggio dall’Ospedale al Territorio senza soluzione continuità. L’obiettivo è di evitare alla persona una permanenza di continuità. L’obiettivo è di evitare alla persona una permanenza inappropriata in ambito ospedaliero, un precoce o improprio ricorso inappropriata in ambito ospedaliero, un precoce o improprio ricorso all’istituzionalizzazione, in particolare della persona anziana, favorendo il all’istituzionalizzazione, in particolare della persona anziana, favorendo il rientro al domicilio: un rientro che dovrà essere guidato, supportato, rientro al domicilio: un rientro che dovrà essere guidato, supportato, tutelato. tutelato. In tale ambito è da promuovere un nuovo ruolo dei Centri di Servizio aperti anche a servizi domiciliari. - 2.1 Il modello organizzativo del Distretto socio-sanitario 2.1 Il modello organizzativo del Distretto socio-sanitario Il modello organizzativo distrettuale è descritto nel provvedimento “Organizzazione delle Aziende Ulss e ospedaliere. Linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale, per l'organizzazione del Dipartimento di prevenzione e per l'organizzazione del Distretto socio sanitario (d.lgs n. 502/1992 art.3, comma 1/bis e art. 7/bis, comma 1 e successive modifiche e integrazioni - lr n. 23/2012)”. Il modello organizzativo distrettuale è descritto nel provvedimento “Organizzazione delle Aziende Ulss e ospedaliere. Linee guida per la predisposizione del nuovo atto aziendale, per l'organizzazione del Dipartimento di prevenzione e per l'organizzazione del Distretto socio sanitario (d.lgs n. 502/1992 art.3, comma 1/bis e art. 7/bis, comma 1 e successive modifiche e integrazioni - lr n. 23/2012)”. 19 Il nuovo quadro programmatorio pone, infatti, come obiettivo primario il rafforzamento della struttura distrettuale, con particolare riferimento alla sua dimensione organizzativa ed alla sua dimensione clinico-assistenziale, privilegiando da un lato un’organizzazione trasversale e dall’altro un approccio fondato su percorsi assistenziali . Il nuovo quadro programmatorio pone, infatti, come obiettivo primario il rafforzamento della struttura distrettuale, con particolare riferimento alla sua dimensione organizzativa ed alla sua dimensione clinico-assistenziale, privilegiando da un lato un’organizzazione trasversale e dall’altro un approccio fondato su percorsi assistenziali condivisi. Inoltre è opportuno sottolineare come, allo stato attuale, una buona parte delle Aziende Ulss si sia orientata verso la costituzione di un Distretto unico, indipendentemente dalle dimensioni del bacino di riferimento, privilegiando la dimensione della uniformità gestionale ed organizzativa. Questo orientamento rappresenta perciò un indirizzo auspicabile. Inoltre è opportuno sottolineare come, allo stato attuale, una buona parte delle Aziende Ulss si sia orientata verso la costituzione di un Distretto unico, indipendentemente dalle dimensioni del bacino di riferimento, privilegiando la dimensione della uniformità gestionale ed organizzativa. Questo orientamento rappresenta perciò un indirizzo auspicabile. 2.2 La riorganizzazione delle Cure primarie 2.2 La riorganizzazione delle Cure primarie Il nuovo quadro programmatorio regionale identifica come obiettivo strategico la diffusione su tutto il territorio regionale delle Medicine di Gruppo Integrate, esito del perfezionamento e del consolidamento dei processi di sperimentazione, effettuati negli ultimi anni, ed in conformità a quanto previsto dalla L. n.189/2012 (c.d. “legge Balduzzi”). Il nuovo quadro programmatorio regionale identifica come obiettivo strategico la diffusione su tutto il territorio regionale delle Medicine di Gruppo Integrate, esito del perfezionamento e del consolidamento dei processi di sperimentazione, effettuati negli ultimi anni, ed in conformità a quanto previsto dalla L. n.189/2012 (c.d. “legge Balduzzi”). Nel dettaglio le Medicine di Gruppo Integrate sono team multi professionali, costituite da Medici e Pediatri di famiglia, Specialisti, Medici della Continuità Assistenziale, infermieri, collaboratori di studio e assistenti sociali, che: Nel dettaglio le Medicine di Gruppo Integrate sono team multi professionali, costituite da Medici e Pediatri di famiglia, Specialisti, Medici della Continuità Assistenziale, infermieri, collaboratori di studio e assistenti sociali, che: - erogano un’assistenza globale, cioè dalla prevenzione alla palliazione, - erogano un’assistenza globale, cioè dalla prevenzione alla palliazione, continua, equa e centrata sulla persona; continua, equa e centrata sulla persona; - assicurano un’assistenza h24, 7gg su 7; - assicurano un’assistenza h24, 7gg su 7; - sono parte fondamentale ed essenziale del Distretto socio-sanitario ed - sono parte fondamentale ed essenziale del Distretto socio-sanitario ed assumono responsabilità verso la salute della Comunità, affrontando i assumono responsabilità verso la salute della Comunità, affrontando i determinanti di malattia e collaborando con gli attori locali. determinanti di malattia e collaborando con gli attori locali. 20 Le Medicine di Gruppo Integrate vengono, pertanto, a costituire il fulcro su cui dovrà riorganizzarsi l’intero assetto dell’assistenza territoriale. Inoltre per perseguire l’obiettivo di equità ed uniformità nella erogazione dell’assistenza su tutto il territorio regionale, si pone la necessità di definire uno strumento unico con cui esplicitare criteri di qualità ed obiettivi da perseguire. Le Medicine di Gruppo Integrate vengono, pertanto, a costituire il fulcro su cui dovrà riorganizzarsi l’intero assetto dell’assistenza territoriale. Inoltre per perseguire l’obiettivo di equità ed uniformità nella erogazione dell’assistenza su tutto il territorio regionale, si pone la necessità di definire uno strumento unico con cui esplicitare criteri di qualità ed obiettivi da perseguire. Allo scopo vengono specificati i seguenti criteri: Allo scopo vengono specificati i seguenti criteri: - ciascuna Medicina di Gruppo Integrata sarà disciplinata dal “Contratto di - ciascuna Medicina di Gruppo Integrata sarà disciplinata dal “Contratto di esercizio tipo”, conformemente allo schema di riferimento elaborato a esercizio tipo”, conformemente allo schema di riferimento elaborato a livello regionale, e dovrà concorrere alla tenuta economico-finanziaria del livello regionale, e dovrà concorrere alla tenuta economico-finanziaria del Sistema, precisando che: Sistema, precisando che: - gli indicatori e gli standard di sostenibilità economica saranno correlati agli obiettivi assegnati alle Aziende Ulss, definiti con specifico provvedimento di Giunta Regionale. Le soglie di ciascun indicatore e per singola Medicina di Gruppo Integrata saranno definite a livello aziendale; - gli indicatori e gli standard di sostenibilità economica saranno correlati agli obiettivi assegnati alle Aziende Ulss, definiti con specifico provvedimento di Giunta Regionale. Le soglie di ciascun indicatore e per singola Medicina di Gruppo Integrata saranno definite a livello aziendale; - nell’ambito dell’assistenza ai malati cronici e della implementazione dei PDTA sarà elaborato a livello regionale un elenco di indicatori, da cui ogni Azienda Ulss selezionerà un set di indicatori più rilevanti a livello locale e definirà i relativi pesi e i valori soglia più appropriati. La lista degli indicatori verrà sottoposta a revisione annualmente; - nell’ambito dell’assistenza ai malati cronici e della implementazione dei PDTA sarà elaborato a livello regionale un elenco di indicatori, da cui ogni Azienda Ulss selezionerà un set di indicatori più rilevanti a livello locale e definirà i relativi pesi e i valori soglia più appropriati. La lista degli indicatori verrà sottoposta a revisione annualmente; - l’integrazione con le professioni sanitarie, i medici di continuità - l’integrazione con le professioni sanitarie, i medici di continuità assistenziale e gli specialisti (dipendenti e convenzionati) dovrà essere assistenziale e gli specialisti (dipendenti e convenzionati) dovrà essere realizzata secondo l’organizzazione aziendale e conformemente ai PDTA realizzata secondo l’organizzazione aziendale e conformemente ai PDTA che definiscono il ruolo di ciascun soggetto e i relativi indicatori. che definiscono il ruolo di ciascun soggetto e i relativi indicatori. - la sede unica o di riferimento della Medicina di Gruppo Integrata costituisce - la sede unica o di riferimento della Medicina di Gruppo Integrata costituisce a tutti gli effetti un presidio territoriale, attorno cui vengono organizzate le a tutti gli effetti un presidio territoriale, attorno cui vengono organizzate le risorse distrettuali (personale infermieristico, specialisti, assistenti sociali, risorse distrettuali (personale infermieristico, specialisti, assistenti sociali, ecc.) al fine di gestire efficacemente i bisogni della Comunità di riferimento. ecc.) al fine di gestire efficacemente i bisogni della Comunità di riferimento. 21 Il criterio di programmazione prevede di norma una Medicina di Gruppo Integrata costituita da almeno 4 MMG e comunque per un bacino fino ad un massimo di 15.000 assistiti. Il criterio di programmazione prevede di norma una Medicina di Gruppo Integrata costituita da almeno 4 MMG e comunque per un bacino fino ad un massimo di 15.000 assistiti. Nel sistema veneto la Medicina di Gruppo Integrata si identifica con le Unità Nel sistema veneto la Medicina di Gruppo Integrata si identifica con le Unità Complesse di Cure Primarie (UCCP) previste dalla L. n.189/2012. Complesse di Cure Primarie (UCCP) previste dalla L. n.189/2012. Inoltre, conformemente a quanto disposto dalla stessa L. n.189/2012, risulta strategico provvedere alla all’implementazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali organizzazioni funzionali, caratterizzate dall’appartenenza obbligatoria dei Medici Convenzionati, che assumono funzioni di programmazione e coordinamento, rappresentano cioè una sorta di “regia” per il confronto, la condivisione dei PDTA e l’implementazione dell’audit tra le forme associative (team multiprofessionali) presenti nel proprio ambito di riferimento. Inoltre, conformemente a quanto disposto dalla stessa L. n.189/2012, risulta strategico provvedere alla all’implementazione delle Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT) quali organizzazioni funzionali, caratterizzate dall’appartenenza obbligatoria dei Medici Convenzionati, che assumono funzioni di programmazione e coordinamento, rappresentano cioè una sorta di “regia” per il confronto, la condivisione dei PDTA e l’implementazione dell’audit tra le forme associative (team multiprofessionali) presenti nel proprio ambito di riferimento. Il criterio di programmazione prevede di norma una Aggregazione Funzionale Territoriale ogni 50.000 abitanti. Il criterio di programmazione prevede di norma una Aggregazione Funzionale Territoriale ogni 50.000 abitanti. Alla luce delle mutate condizioni delle persone in condizione non autosufficienza - le cui condizioni hanno evidenziato nell’ultimo decennio un costante aumento di cure mediche - si ritiene di indicare nelle medicine di gruppo una valida garanzia a condizione che siano collocate all’interno dei Centri di Servizio; 2.3 Le Strutture di ricovero intermedie 2.3 Le Strutture di ricovero intermedie Lo sviluppo dell’assistenza extraospedaliera rappresenta un obiettivo strategico regionale da realizzarsi in strutture di ricovero intermedie in grado di accogliere i pazienti per i quali non sia prefigurabile un percorso di assistenza domiciliare o risulti improprio il ricorso all’ospedalizzazione o all’istituzionalizzazione. Lo sviluppo dell’assistenza extraospedaliera rappresenta un obiettivo strategico regionale da realizzarsi attivando unità di offerta a carattere residenziale in strutture di ricovero intermedie in grado di accogliere i pazienti per i quali non sia prefigurabile un percorso di assistenza domiciliare o risulti improprio il ricorso all’ospedalizzazione o all’istituzionalizzazione. 22 In queste strutture può rappresentare una valida risposta a carattere temporaneo La presa in carico della persona in queste strutture può rappresentare una qualora lo stato di salute ed il contesto familiare non consentano il valida risposta a carattere temporaneo qualora lo stato di salute ed il contesto mantenimento del paziente al proprio domicilio. familiare non consentano il mantenimento del paziente al proprio domicilio. Le strutture di ricovero intermedie garantiscono le cure necessarie a quei pazienti che sono stabilizzati dal punto di vista medico, che non richiedono assistenza ospedaliera, ma sono troppo instabili per poter essere trattati in un semplice regime ambulatoriale o residenziale classico e che trattano problemi che si risolvono in un periodo limitato di tempo. Le strutture di ricovero intermedie garantiscono le cure necessarie a quei pazienti che sono stabilizzati dal punto di vista medico, che non richiedono assistenza ospedaliera, ma sono troppo instabili per poter essere trattati in un semplice regime ambulatoriale o residenziale classico e che trattano problemi che si risolvono in un periodo limitato di tempo. Per una dettagliata descrizione di queste strutture, nonché dei loro requisiti strutturali e di autorizzazione si rinvia alla DGR n. 2718/2012. Per una dettagliata descrizione di queste strutture, nonché dei loro requisiti strutturali e di autorizzazione si rinvia alla DGR n. 2718/2012. Conformemente a quanto previsto dal PSSR, che ha fissato per le strutture di ricovero intermedie lo standard complessivo ottimale di 1,2‰ posti letto/abitanti e considerata la popolazione > 42 anni quale target ottimale di queste strutture (n. 2.531.726 abitanti > 42 anni nella Regione Veneto al 31 dicembre 2011), la dotazione complessiva di posti letto risulta pari a n.3.038. Conformemente a quanto previsto dal PSSR, che ha fissato per le strutture di ricovero intermedie lo standard complessivo ottimale di 1,2‰ posti letto/abitanti e considerata la popolazione > 42 anni quale target ottimale di queste strutture (n. 2.531.726 abitanti > 42 anni nella Regione Veneto al 31 dicembre 2011), la dotazione complessiva di posti letto risulta pari a n.3.038. Il numero dei posti letto già attivati, così come rilevato dal rapporto regionale Il numero dei posti letto già attivati, così come rilevato dal rapporto regionale "Monitoraggio e verifica Strutture Residenziali Extraospedaliere" (giugno "Monitoraggio e verifica Strutture Residenziali Extraospedaliere" (giugno 2011), risulta complessivamente pari a n. 1.775 così distribuiti: 2011), risulta complessivamente pari a n. 1.775 così distribuiti: - n. 181 di Hospice; - n. 181 di Hospice; - n. 236 di Ospedale di Comunità; - n. 236 di Ospedale di Comunità; - n. 553 di Unità Riabilitativa Territoriale, comprensivi di n. 358 posti letto in - n. 553 di Unità Riabilitativa Territoriale, comprensivi di n. 358 posti letto in RSA per residenzialità temporanea anche con finalità riabilitative in RSA per residenzialità temporanea anche con finalità riabilitative in relazione alle prestazioni erogate ed ai relativi modelli assistenziali (es. relazione alle prestazioni erogate ed ai relativi modelli assistenziali (es. Nuclei ad Alta Intensità Socio-Sanitaria) e n. 195 posti letto nelle SAPA. Nuclei ad Alta Intensità Socio-Sanitaria) e n. 195 posti letto nelle SAPA. 23 Rientrano nella tipologia di Strutture di ricovero intermedie anche: Rientrano nella tipologia di Strutture di ricovero intermedie anche: - n.184 posti letto negli Istituti e Centri di riabilitazione ex art. 26 L. n.833/1978 o strutture assimilate; - n.621 posti letto delle Comunità Terapeutiche Riabilitative Protette (CTRP). - n.184 posti letto negli Istituti e Centri di riabilitazione ex art. 26 L. n.833/1978 o strutture assimilate; - n.621 posti letto delle Comunità Terapeutiche Riabilitative Protette (CTRP). In particolare si precisa che queste ultime due tipologie di posti letto, fino a In particolare si precisa che queste ultime due tipologie di posti letto, fino a nuova organizzazione regionale, assumono usualmente una valenza nuova organizzazione regionale, assumono usualmente una valenza interaziendale. interaziendale. Pertanto il posti letto da attivare complessivamente sono n.1.263: si precisa che l’adeguamento allo standard regionale di 1,2‰ posti letto/abitanti> 42 anni dovrà essere realizzato, in coerenza con l’adeguamento della dotazione ospedaliera, nel triennio 2013-2015, con attivazione graduale di posti letto rapportata al fabbisogno assistenziale, ad integrazione di quanto già attivato nelle singole Aziende Ulss per ciascuna tipologia di riferimento e della ridefinizione dell’offerta ospedaliera. Pertanto il posti letto da attivare complessivamente sono n.1.263: si precisa che l’adeguamento allo standard regionale di 1,2‰ posti letto/abitanti> 42 anni dovrà essere realizzato, in coerenza con l’adeguamento della dotazione ospedaliera, nel triennio 2013-2015, con attivazione graduale di posti letto rapportata al fabbisogno assistenziale, ad integrazione di quanto già attivato nelle singole Aziende Ulss per ciascuna tipologia di riferimento e della ridefinizione dell’offerta ospedaliera. Si ritiene di individuare, nello specifico, i seguenti criteri per l’attivazione di posti letto di Ospedali di Comunità ed Unità Riabilitativa Territoriale: Si ritiene di individuare, nello specifico, i seguenti criteri per l’attivazione di posti letto di Ospedali di Comunità ed Unità Riabilitativa Territoriale: - l’attivazione deve essere conseguente alla riduzione dei posti letto - l’attivazione deve essere conseguente alla riduzione dei posti letto ospedalieri; ospedalieri; - in via prioritaria detti posti letto dovranno essere istituiti presso strutture - in via prioritaria detti posti letto dovranno essere istituiti presso strutture pubbliche (es. sedi distrettuali, ospedali parzialmente o totalmente pubbliche (es. sedi distrettuali, ospedali parzialmente o totalmente dismessi); dismessi), o presso Centri di Servizio pubblici o Privati a condizione che risultino accreditati ai sensi della LR 22/2002,o nelle more, convenzionati (ex 3856 del 3.12.2004) ; - gli Ospedali di Comunità andranno attivati, in via prioritaria, laddove vi sia una presenza contestuale (nella medesima sede) di una Medicina di Gruppo Integrata così da garantire la copertura assistenziale h24. Allo stesso modo andrà favorita l’attivazione in contiguità con reparti ospedalieri. - gli Ospedali di Comunità andranno attivati, in via prioritaria, laddove vi sia una presenza contestuale (nella medesima sede) di una Medicina di Gruppo Integrata così da garantire la copertura assistenziale h24. Allo stesso modo andrà favorita l’attivazione in contiguità con reparti ospedalieri. 24 2.4 Le strategie per l’integrazione Ospedale-Territorio 2.4 Le strategie per l’integrazione Ospedale-Territorio Una gestione integrata del paziente richiede l’implementazione di modelli Una gestione integrata del paziente richiede l’implementazione di modelli organizzativi sia a livello gestionale che professionale, atti cioè a garantire la organizzativi sia a livello gestionale che professionale, atti cioè a garantire la continuità dell’assistenza con un impiego coordinato ed uniforme delle risorse. continuità dell’assistenza con un impiego coordinato ed uniforme delle risorse. Rappresentano, quindi, strategie imprescindibili: Rappresentano, quindi, strategie imprescindibili: - la definizione ed implementazione su tutto il territorio regionale dei Percorsi - la definizione ed implementazione su tutto il territorio regionale dei Percorsi Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), intesi come la Diagnostico Terapeutici Assistenziali (PDTA), intesi come la contestualizzazione di linee guida, relative ad una patologia o problematica contestualizzazione di linee guida, relative ad una patologia o problematica clinica, nella specifica realtà organizzativa, tenute presenti le risorse ivi clinica, nella specifica realtà organizzativa, tenute presenti le risorse ivi disponibili. Si tratta di strumenti atti a descrivere obiettivi ed azioni disponibili. Si tratta di strumenti atti a descrivere obiettivi ed azioni condivise tra le varie componenti coinvolte nella presa in carico (sia condivise tra le varie componenti coinvolte nella presa in carico (sia operanti nel Territorio, sia nelle strutture ospedaliere), finalizzati a delineare operanti nel Territorio, sia nelle strutture ospedaliere), finalizzati a delineare il migliore percorso praticabile in termini di appropriatezza, privilegiando il migliore percorso praticabile in termini di appropriatezza, privilegiando un’ottica di processo piuttosto che di singoli episodi di cura. La concreta un’ottica di processo piuttosto che di singoli episodi di cura. La concreta attuazione dei PDTA richiede la definizione di indicatori clinici ed attuazione dei PDTA richiede la definizione di indicatori clinici ed organizzativi; organizzativi; - l’implementazione di soluzioni organizzative, quali le Centrali Operative - l’implementazione di soluzioni organizzative, quali le Centrali Operative Territoriali, intese come strumenti di raccolta e classificazione del Territoriali, intese come strumenti di raccolta e classificazione del problema/bisogno, di attivazione delle risorse più appropriate, di problema/bisogno, di attivazione delle risorse più appropriate, di pianificazione e coordinamento degli interventi, tutelando le transizioni da pianificazione e coordinamento degli interventi, tutelando le transizioni da un luogo di cura all’altro o da un livello clinico/assistenziale all’altro. La un luogo di cura all’altro o da un livello clinico/assistenziale all’altro. La Centrale Operativa rappresenta l’elemento cardine dell’organizzazione Centrale Operativa rappresenta l’elemento cardine dell’organizzazione territoriale in quanto svolge una funzione di coordinamento della presa in territoriale in quanto svolge una funzione di coordinamento della presa in carico dell’utente “protetto” e di raccordo fra i soggetti della rete carico dell’utente “protetto” e di raccordo fra i soggetti della rete assistenziale. assistenziale. - lo sviluppo di reti cliniche integrate tra Ospedale e Territorio, così come - lo sviluppo di reti cliniche integrate tra Ospedale e Territorio, così come meglio specificate nel § 3.4. meglio specificate nel § 3.4. - Cartella clinica condivisa Spiego: si ritiene di segnalare come in questa fase il tema della cartella clinica condivisa possa rientrare tra le stratgie imprescindibili che questo atto intende indicare. Oggi infatti all’atto dell’accoglimento nei Centri di Servizio l’ospite/paziente arriva ancora con una storia clinica pressoché sconosciuta. 25 3. ASSISTENZA OSPEDALIERA 3. ASSISTENZA OSPEDALIERA Omissis Omissis 3.1 Criteri per la definizione delle schede di dotazione ospedaliera, pubblica e privata accreditata 3.1 Criteri per la definizione delle schede di dotazione ospedaliera, pubblica e privata accreditata Omissis Omissis 3.2 Erogatori ospedalieri privati accreditati (Ospedali Classificati e 3.2 Erogatori ospedalieri privati accreditati (Ospedali Classificati e Strutture private accreditate con compiti complementari della rete Strutture private accreditate con compiti complementari della rete ospedaliera regionale) ospedaliera regionale) Omissis Omissis 3.3 Rete emergenza ed urgenza territoriale ed ospedaliera 3.3 Rete emergenza ed urgenza territoriale ed ospedaliera Omissis Omissis 3.4 Reti cliniche 3.4 Reti cliniche Omissis Omissis 3.5 Medicina trasfusionale 3.5 Medicina trasfusionale Omissis Omissis 26 3.6 Responsabile organizzativo-funzionale dell’intera funzione ospedaliera 3.6 Responsabile organizzativo-funzionale dell’intera funzione ospedaliera Omissis Omissis 3.7 Apicalità delle strutture pubbliche 3.7 Apicalità delle strutture pubbliche Omissis Omissis 3.8 Schede di dotazione ospedaliera 3.8 Schede di dotazione ospedaliera Omissis Omissis 27 giunta regionale – 9^ legislatura ALLEGATO F Dgr n. 68/CR del 18.6.2013 pag. 28/32 OFFERTA RICETTIVA DEI CENTRI DI SERVIZIO PER ANZIANI A LIVELLO REGIONALE E PER SINGOLA AZIENDA ULSS (rilevazione al 31.12.2012) TIPOLOGIA Azienda ULSS Posti letto per ambito AULSS Totale Di cui Posti letto autorizzati per religiosi all'esercizio per comunità alloggio per autosufficienti Posti letto autorizzati all'esercizio per autosufficienti *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti all'esercizio per autosufficienti religiosi *Posti letto autorizzati *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti religiosi ULSS n.1 Posti letto esistenti 1.340 0 10 391 939 0 0 ULSS n.2 Posti letto esistenti 1.232 57 0 304 871 22 35 ULSS n.3 Posti letto esistenti 1.641 200 0 40 1.401 0 200 ULSS n.4 Posti letto esistenti 1.369 57 0 129 1.183 26 31 ULSS n.5 *Posti letto esistenti 1.729 0 44 109 1.576 0 0 ULSS n.6 Posti letto esistenti 2.520 115 0 471 1.934 0 115 ULSS n.7 Posti letto esistenti 1.797 128 8 335 1.326 61 67 ULSS n.8 Posti letto esistenti 1.719 24 26 308 1.361 12 12 ULSS n.9 Posti letto esistenti 2.802 86 0 342 2.374 45 41 ULSS n.10 Posti letto esistenti 829 0 0 62 767 0 0 28 giunta regionale – 9^ legislatura ALLEGATO F Dgr n. 68/CR del 18.6.2013 pag. 2/32 TIPOLOGIA Azienda ULSS Posti letto per ambito AULSS Totale Di cui per Posti letto autorizzati religiosi all'esercizio per comunità alloggio per autosufficienti Posti letto autorizzati all'esercizio per autosufficienti *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti all'esercizio per autosufficienti religiosi *Posti letto autorizzati *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti religiosi ULSS n.12 Posti letto esistenti 2.169 0 0 81 2.088 0 0 ULSS n.13 Posti letto esistenti 894 25 0 85 784 0 25 ULSS n.14 Posti letto esistenti 269 23 0 0 246 0 23 ULSS n.15 Posti letto esistenti 1.036 35 0 19 982 0 35 ULSS n.16 Posti letto esistenti 3.205 55 0 576 2.574 0 55 ULSS n.17 Posti letto esistenti 977 0 0 138 839 0 0 ULSS n.18 Posti letto esistenti 1.503 0 0 326 1.177 0 0 ULSS n.19 Posti letto esistenti 619 0 0 139 480 0 0 ULSS n.20 Posti letto esistenti 3.234 542 33 195 2.464 497 45 ULSS n.21 Posti letto esistenti 1.264 0 0 200 1.064 0 0 ULSS n.22 Posti letto esistenti 1.768 268 0 138 1.362 76 192 29 giunta regionale – 9^ legislatura ALLEGATO F Dgr n. 68/CR del 18.6.2013 pag. 3/32 Posti letto per ambito AULSS - complessivi Totale posti letto esistenti Totale 33.916 Di cui Posti letto autorizzati per all'esercizio per comunità religiosi alloggio per autosufficienti 1.615 121 Posti letto autorizzati all'esercizio per autosufficienti *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti all'esercizio per autosufficienti religiosi 4.388 27.792 739 *Posti letto autorizzati *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti religiosi 876 *L’art. 17 comma 2 della L.R. n. 22/2002 dispone che l’accreditamento istituzionale per l’erogazione di interventi e servizi sociali non costituisce in capo alle aziende ed agli enti del servizio sanitario regionale nonché agli enti locali un obbligo a corrispondere ai soggetti accreditati la remunerazione delle prestazioni erogate al di fuori dei rapporti instaurati ai sensi della normativa vigente. 30 giunta regionale – 9^ legislatura ALLEGATO G Dgr n. 68/CR del 18.6.2013 pag. x/x AZIENDA ULSS N. N° DISTRETTI N° AGGREGAZIONI FUNZIONALI TERRITORIALI STRUTTURE DI RICOVERO INTERMEDIE Tipologia di pl N° p.l attivati N° p.l programmati N° p.l da attivare pl a valenza interaziendale quota per assistiti ULSS CENTRI EX ART.26 E STRUTTURE ASSIMILATE pl a valenza interaziendale Totale regionale n.184 pl attivati quota per assistiti ULSS HOSPICE OSPEDALE DI COMUNITÀ UNITÀ RIABILITATIVE TERRITORIALI TOTALE 31 giunta regionale – 9^ legislatura ALLEGATO G Dgr n. 68/CR del 18.6.2013 pag. x/x Offerta ricettiva dei centri di servizio per anziani rilevata al 31.12.2012 (esclusi i centri diurni) TIPOLOGIA Totale Di cui Posti letto autorizzati per religiosi all'esercizio per comunità alloggio per autosufficienti Posti letto autorizzati all'esercizio per autosufficienti *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti Posti letto autorizzati all'esercizio per autosufficienti religiosi *Posti letto autorizzati all'esercizio e accreditabili per non autosufficienti religiosi (Testo di modifica da proporre in tutte le schede territoriali dell’allegato G) *L’art. 17 comma 2 della L.R. n. 22/2002 dispone che l’accreditamento istituzionale per l’erogazione di interventi e servizi sociali non costituisce in capo alle aziende ed agli enti del servizio sanitario regionale nonché agli enti locali un obbligo a corrispondere ai soggetti accreditati la remunerazione delle prestazioni erogate al di fuori dei rapporti instaurati ai sensi della normativa vigente. 32 UNIONE SINDACALE DI BASE PUBBLICO IMPIEGO DEL VENETO Audizione in V Commissione Consiliare Osservazioni alle Schede di Dotazione ospedaliera. La Sanità è ancora una volta al centro della manovra di contenimento della spesa pubblica. La formulazione di nuove schede ospedaliere che ridisegnano l’impianto Sanitario Regionale al fine di garantire servizi di qualità dovrebbe innanzitutto sviluppare un piano per la prevenzione. La mancanza di tale politica produce maggiori spese per il S.S. a beneficio delle strutture private che grazie ad una mancata politica in tal senso tendono a mantenere e speculare sullo stato di bisogno del malato, con ricaduta dei costi sui cittadini. Nel merito: - Assistenza territoriale: per i medici di base riteniamo che la proposta H24 non possa essere sostenuta in quanto la realtà, nella quale i medici di base operano, non permette di garantire un adeguato servizio di diagnostica ( mancanza di attrezzature) E’ inoltre necessario prevedere un supporto amministrativo. - Strutture ricoveri intermedi: mentre è chiaro dove tagliate posti letto e reparti, non sono invece altrettanto definiti e chiari i tempi, i criteri di localizzazione dei nuovi n. 1263 posti letto e la gestione dei servizi e del personale. Questa operazione non chiara, andrà sicuramente a privilegiare gestioni di forma privatistica. - Centrale operativa territoriale: non sono chiare le modalità di attivazione e di intervento della C.O.T. che sarà attiva in ogni ULSS. Alla luce, anche delle previsione di riordino delle Province, la C.O.T. deve essere necessariamente coordinata e razionalizzata con il nuovo assetto territoriale. - Assistenza ospedaliera : le due HUB previste sul territorio (Padova e Verona) con compiti di ricerca, didattica e cura si avvarranno del supporto delle strutture provinciali di riferimento (Spoke). Entrambe le strutture si prenderanno cura degli acuti; tuttavia non è chiaro a quale struttura il cittadino post acuzia troverà adeguata risposta sul territorio. Tra l’altro la stretta sui posti letto nei reparti , si ripercuoterà sui pronto soccorso, che potranno diventare parcheggi in attesa di ricovero, anche in altra struttura ospedaliera. Vale la pena menzionare il taglio ai reparti di ostetricia sotto i 1.000 parti annui, che costringerà a chiudere i punti nascita territoriali, con conseguente ripercussione sulla sicurezza del nascituro e della madre. In tal senso gli esempi potrebbero essere numerosi. - Rete urgenza-emergenza: per una valutazione dell’efficienza della Rete non si ritengono sufficienti i criteri delle distanze, delle caratteristiche della viabilità, del numero di chiamate per abitante/anno sulle quali si è basata la stesura delle schede. A nostro avviso non si può sottovalutare e non tener conto dello scenario socio-demografico ed epidemiologico e della potenzialità delle strutture sanitarie esistenti, pena il rischio di impoverire ulteriormente il servizio sanitario territoriale. - Una delle spese reali che la sanità pubblica deve sopperire, oltre agli oneri ai privati, sono quelle riferite al personale dirigente: Direttori Generali , Direttori Amministarti-Sanitari, Posizioni organizzative e Primari. Questa spesa, nella revisione del piano schede, non prevede alcun taglio. Noi pensiamo che i tagli alle spese Dirigenziali e la reinternalizzazione dei servizi esterni, oggi lasciati al libero mercato, sono scelte necessarie per fare politiche di risparmio. - Nel merito del personale: Università per togliere riteniamo necessario attivare percorsi presso le il numero chiuso per Medici, Infermieri e Ostetriche. Prevedere una unicità formativa e pubblica degli Operatori Socio Sanitari, oggi lasciati ad una formazione non qualificata. L’inquadramento nel ruolo sanitario per tutti gli OSS sia dipendenti ULSS, IPAB o privato sociale. E’ necessario lo sblocco totale delle assunzioni di tutte le figure presenti nel servizio sanitario regionale per evitare “il pericolo di interruzione di pubblico servizio”. Gli interventi sanitari non possono essere sottoposti a tempistiche e/o a costi standard uguali per tutti gli ospedali. Si devono individuare percorsi per garantire servizi di qualità e per fare ciò non si può condividere la politica dei tagli ai posti letto, in nome di un ridimensionamento e razionalizzazione che nei fatti andrà a favorire e sviluppare centri ospedalieri privati attraverso un impianto complessivo che a nostro avviso non tiene conto della peculiarità del territorio e degli investimenti già fatti negli ospedali presenti sul territorio. Costruire strutture ex novo, in carenza di risorse economiche, costringe a rivolgersi ai privati attivando Project Financing come a Mestre, Ospedale dell’Angelo, e quello di Santorso a Vicenza che nei fatti hanno comportato un enorme deficit delle finanze regionali e la privatizzazione dei servizi, con un peggioramento della qualità dei servizi erogati. A nostro avviso questa nuova imposizione regionale, va a colpire e a minare il servizio sanitario in termini di offerta e qualità, ad allungare le liste d’attesa, aumentare le spese per ticket e farmaci, e a togliere servizi, licenziando lavoratrici e lavoratori sia essi pubbliche o privati. A nostro avviso una politica sanitaria efficiente e di qualità deve puntare alla prevenzione e non solo alla cura, ribadendo che la sanità non può essere sottoposta alle manovre del contenimento della spesa pubblica, ma deve essere visto come una risorsa. Orietta Totti – Giuditta Brattini Pubblico Impiego del Veneto U.S.B. 04.7.2013 USB PUBBLICO IMPIEGO DEL VENETO VIA LEONARDO LOREDAN N°22/A 35131 PD TEL. 049680538 FAX 0498670820