I fattori importanti delle nuove
formule Phyto bronz
Studio in vitro su Phyto Bronz
I Carotenoidi naturali
Valutazione dell’effetto citoprotettore di Phyto Bronz nei confronti
di uno stress UV su cellule cutanee umane di coltura.
METODI
Betacarotene: il più stabile al sole.
Licopene:
- Il + antiossidante di tutti: 2 volte di più del β carotene.
- Il + “abbronzante”: 5 volte di più del β carotene.
Luteina:
- Presente nella retina, nel cristallino e nella pelle.
- Protegge il DNA e le membrane delle cellule cutanee.
- Previene la DMS (Degenerazione Maculare Senile).
Altri carotenoidi: α e γ carotene, zeaxantina.
Sottoposte a stress, (caldo, freddo, radicali liberi, UV), la produzione
di alcune proteine (HSP: Heat Stress Proteins o proteine dello stress),
aumenta nella cellula per lottare contro l’aggressione.
Condizioni sperimentali
1. Trattamento preparatorio delle cellule: incubazione con l’attivo
24H prima dell’induzione dello stress UV.
2. Induzione dello stress: esposizione delle cellule a una dose di UV.
3. Incubazione delle cellule per 24H in presenza dell’attivo.
Antiossidanti diversi
4. Dosaggio dell’HSP-27 negli estratti cellulari della coltura fatta
in bianco e trattata.
Vitamina E e Selenio.
Collagene marino
5. Dosaggio delle proteine cellulari.
Fattore di resistenza al foto-invecchiamento, migliora l’elasticità
della pelle. Il collagene è la principale proteina del tessuto connettivo negli animali. È la proteina più abbondante nei mammiferi,
rappresentando nell’uomo circa il 6% del peso corporeo. La nostra
pelle è composta per il 70% da collagene. Questa proteina fibrosa,
spesso paragonata ad un’armatura, dà alla pelle: tonicità, elasticità
e idratazione.
Col passare del tempo, l’esposizione ai raggi del sole, l’età, il fumo,
un’alimentazione povera in frutta e verdura, la pelle è aggredita, le
fibre di collagene si rovinano all’interno del derma, le rughe compaiono, la pelle perde la sua tonicità (viso, collo…).
Un apporto in collagene marino partecipa a distendere i tratti e aiuta
la pelle a conservare elasticità e tonicità.
RISULTATI
La produzione di HSP27 indotta dallo stress UV è stata calcolata
per ogni condizione sperimentale secondo la formula:
HSP-Stress = [HSP27](+UV) - [HSP27](-UV).
L’effetto citoprotettore (E.C.P) è stato calcolato secondo la formula:
E.C.P. (%) = ([HSP-Stress]Controllo - [HSP-stress]Trattato ) /
[HSP-Stress]Controllo ) x 100
I risultati sono riprodotti nella tabella seguente:
HSP - Stress
E.C.P. (%)
Ceramidi
Bianco (controllo)
46,95
Molecole lipidiche, che si trovano in alte concentrazioni nelle membrane cellulari. Hanno un ruolo a livello strutturale e sulla trasmissione
dell’informazione che determinano la durata della vita delle cellule.
PHYTOBRONZ (20 μg/ml)
39,53
15,8
PHYTOBRONZ (20 μg/ml)
40,43
13,9
PHYTOBRONZ (20 μg/ml)
36,47
22,3
PHYTOBRONZ (20 μg/ml)
31,78
32,3
Silicio organico
Elemento organico strutturale della pelle.
Studio clinico su Phyto Bronz contro placebo
Lo stress UV induce un netto aumento del tasso di HSP-27 cellulare per le cellule non trattate.
Invece, a livello delle cellule trattate e irradiate, si osserva una
netta diminuzione del tasso di HSP27 nei confronti delle cellule
di controllo.
Le differenze registrate sono significative (T di Student, p < 0,01),
nei confronti del bianco.
Questo risultato evidenzia che il trattamento delle cellule con
PHYTO BRONZ permette di modulare lo stress indotto dai raggi UV.
L’effetto protettore è dose-dipendente.
METODI
• Doppio cieco contro placebo, 50 persone di fototipo II o III, età tra
35 e 65 anni.
• Parametro studiato: ITA = Angolo Tipologico Individuale (indice di colorazione della pelle, che misura il grado di melanizzazione della pelle).
CONCLUSIONI
Si è osservato un aumento significativo della pigmentazione per il
gruppo Phyto Bronz nei confronti del gruppo placebo ed inoltre si è
osservato:
il gruppo Phyto Bronz
41 % di aumento della pigmentazione della pelle dopo 4 giorni 92 % dopo 9 giorni di esposizione.
CONCLUSIONE
PHYTO BRONZ ha un effetto citoprotettore nei confronti dei raggi UV.
90
80
38
Pigmentazione in ITA*
PHYTOBRONZ
39
40
41
Incremento maggiore della
pigmentazione
con Phytobronz vs placebo
Tasso di HSP
70
60
Produzione di HSP indotta dallo UV
PHYTOBRONZ
RIFERIMENTO
Phytobronz riduce la produzione di HSP (proteine dello stress)
Valutazione dell’efficacia Phytobronz
vs stress UV (Bio-HC Luglio 2007)
50
40
30
20
10
42
PLACEBO
43
44
Preparazione
Fonte: Phytobronz- Studio clinico- Giugno 2007
Riduce la produzione di HSP
indotta dallo stress
dei raggi UV
0
Senza esposizione UV
Con esposizione UV
Fonte: Phytobronz - Studio in vitro - Luglio 2007
PELLI CHIARE E SENSIBILI
PELLI scure E SENSIBILI
• Abbronzatura intensa e naturale
• Prepara la pelle
• Effetto anti-age
• Protegge gli occhi sensibili dai raggi solari
• Abbronzatura intensa e naturale
• Idrata la pelle
• Prepara la pelle
• Protegge gli occhi sensibili dai raggi solari
PROPRIETà e indicazioni
PROPRIETà e indicazioni
PREPARA ACCELERA E PROLUNGA L’ABBRONZATURA
PREPARA ACCELERA E PROLUNGA L’ABBRONZATURA
Protegge le pelli chiare e sensibili dai danni dei
raggi solari e di conseguenza protegge la pelle
dall’invecchiamento cutaneo.
Protegge le pelli scure e sensibili dai danni del
sole.
Protezione della pelle dal foto-invecchiamento.
Nuova Formula*
Nuova Formula*
•Carotenoidi naturali
20
mg
•Carotenoidi naturali
19
mg
•Betacarotene
4,8 mg
•Betacarotene
•Licopene
5
mg
•Luteina 10 mg
•Luteina 8
mg
•Retinolo
220 μg
•Altri (α carotene + zeaxantina)
2,2 mg
5 mg
20 mg
•Collagene marino 30 mg
•Vitamina E (100% RDA) 10 mg
•Selenio 50 µg
•Ceramidi
•Silicio organico 3,5 mg
*contenuto medio di 1 capsula
Esposizione 7 giorni
Materiale scientifico destinato esclusivamente agli Operatori Sanitari. DM 14.4.2008. Riproduzione anche parziale vietata.
Fototipo
I raggi UV
Definizione
Indice UV
Il fototipo rappresenta la qualità e la quantità della melanina presente normalmente nella pelle di ognuno, che determina il colore della
carnagione e rappresenta il primo livello di protezione naturale.
L’Indice Universale della radiazione UV Solare (UVI) misura l’intensità della radiazione ultravioletta sulla superficie terrestre.
L’indice UV varia da zero a un valore che, in prossimità dell’equatore, può raggiungere anche 20: più è alto, maggiore è il pericolo
che si corre esponendosi al sole.
Conoscere il proprio fototipo è il punto di partenza fondamentale per
preservare la salute della propria pelle e per comportarsi correttamente durante l’esposizione.
In dermatologia si distinguono 6 fototipi.
I valori dell’UVI sono raggruppati in base alle categorie d’esposizione:
Categoria di esposizione
Valore UVI
Fototipo
Comportamento della pelle al sole
bassa
‹2
I
Eritema sempre presente: ci si abbronza raramente
moderata
3-5
II
Presenza abituale di eritema: ci si abbronza qualche volta
alta
6-7
III
Presenza eritema qualche volta: ci si abbronza
abitualmente
molto alta
8 - 10
IV
Presenza eritema raramente: ci si abbronza sempre
estrema
› 10
V
Si è naturalmente abbronzati
VI
Si è sempre abbronzati
Per valori pari o inferiori a UVI 3 il rischio di danni a breve e lungo
termine è limitato e non sono richieste particolari misure protettive (indossare indumenti e occhiali, utilizzare creme solari) necessarie invece per valori superiori.
Fototipi di pelle e razze
I fototipi di pelle che vanno dall’I al IV appartengono alla razza caucasica.
Il fototipo V appartiene alla razza mongolica o del Medio Oriente Asiatico.
Il fototipo VI è tipico della razza negroide dell’Africa e dell’America.
Fototipo
Capelli
Occhi
Pelle
I
Biondo-rossi
Chiari
Molto chiara
con efelidi
II
Biondi o
castano
Chiari
Chiara, spesso
con efelidi
III
Castani
Chiari o scuri
Bruno-chiara
IV
Castano scuro
o neri
Scuri
Da olivastra
a scura
V
Neri
Scuri
Bruno-olivastra
VI
Neri
Bruno
Nera
Oltre il valore UVI 8, invece, l’esposizione diretta al sole è addirittura sconsigliata.
L’indice UV è comunicato dal servizio metereologico nazionale e
dai bollettini dei mezzi di informazione per informare sulla pericolosità delle radiazioni solari in un determinato giorno, spingendo
le persone ad esporsi meno per limitare i danni potenziali. I livelli di radiazione ultravioletta variano nell’arco della giornata, per
questo l’indice UV di solito si riferisce al valore massimo rilevato
nel periodo di quattro ore centrato sul “mezzogiorno solare” (che
cade tra il mezzogiorno locale e le due del pomeriggio).
Abbronzatura, meccanismo biologico
Come avviene l’abbronzatura quando ci
esponiamo al sole?
Raggi solari
È importante essere in buona salute prima di esporsi al sole. Le radiazioni solari bersagliano il DNA cellulare. Se la quantità di raggi è
superiore alla propria tolleranza (dipendente del tipo di pelle e dal
tempo di esposizione), si può avere una vera interruzione della doppia
elica, con notevole lesioni, anche se il DNA ha un’alta capacità di auto
ripararsi. In tal caso si ha una produzione elevata di radicali liberi, i
quali liberano enzimi distruttivi detti idrolasi.
cheranociti o melanociti
Inoltre l’aggressione dell’energia fisica ripetuta della luce del sole
si ripercuote sull’elastina e sulle fibre di collagene: la cute inizia ad
ispessirsi dalla superficie in profondità (elastosi), compaiono rughe
sempre più accentuate e alterazioni della pigmentazione.
Pomc > melanocortina > melanina
La secrezione di quest’ormone induce la sintesi della melanina.
I raggi solari stimolano i recettori specifici (inducibili) che permettono la trasformazione del POMC in Melanocortina.
Si è dimostrato come i raggi UV siano in grado di aumentare il numero di questi recettori. Si spiega così come mai un’abbronzatura
è più scura se il sole è preso a piccole dosi in tempi lunghi: infatti,
ogni giorno di esposizione fa sì che le cellule rispondano sempre di
più alla melanocortina e quindi producano progressivamente sempre più pigmento.
L’intensità della colorazione è anche correlata al numero di melanociti (vedi fototipi) presenti nella pelle, che aumenta con l’esposizione al sole con un meccanismo non ancora chiaro, probabilmente
dipendente dalla melanocortina.
La tonalità dell’abbronzatura dipende invece dal tipo di melanina
che si è in grado di produrre, in particolare sono note la eumelanina e la feomelanina, che conferiscono rispettivamente una colorazione bruno-nera e rosso-giallastra.
È noto che la melanina svolge un ruolo protettivo nei confronti del
tumore della pelle, il melanoma, un cancro molto aggressivo, ed è
ormai consolidato che l’eumelanina è quella che conferisce maggior protezione.
Alcune anomalie nel gene del POMC che non permettono la sintesi
della melanocortina sono responsabili di una maggior suscettibilità a sviluppare il melanoma.
Popolazione Italiana e tipi di pelle
Origine ectodermica embrionaria comune Danni del sole
Pelli sensibili
L’ectoderma (foglietto esterno) origina:
Il sole è la più importante sorgente di
radiazioni e di energia conosciuta.
Chi ha una pelle sensibile? 50-60% delle donne e 30% degli uomini!
•È un fenomeno in aumento
•Tutti i tipi di pelle sono coinvolti: 20% di pelli normali,
8% di pelli grasse, 30% di pelli secche e 45% di pelli miste.
•Tutti i fototipi sono coinvolti ed in particolare le donne con la pelle chiara, traslucida e sottile.
Pelli chiare e Pelli scure
Pelli Chiare
Pelli Scure
Melanociti a melanina rossa
dominante
Melanociti a melanina nera
dominante
Colpi di sole frequenti
abbronzatura lenta
Abbronzatura costante e
adattamento veloce
Pelle sottile
Pelle più spessa, meno
sensibile all’invecchiamento
Maggiore sensibilità al foto
invecchiamento
Pelle spesso secca, perde luminosità, ha rughe e può prudere.
della pelle e del sistema nervoso.
·la pelle (precisamente l’epidermide con i suoi annessi-peli, unghie e mammelle);
· il sistema nervoso centrale (il cervello e il midollo spinale) e il sistema nervoso periferico;
· gli organi di senso.
La melanina, molecola responsabile del colore scuro dei nevi, è la
molecola responsabile del fenomeno di abbronzatura.
Questa proteina è prodotta a seguito dell’irradiamento solare.
È una cascata di reazioni biomolecolari che parte da un ormone
chiamato melanocortina o intermedina, responsabile di molti
altri fenomeni oltre all’abbronzatura1.
La melanocortina è prodotta non solo nella cute ma anche nel sistema nervoso centrale. In particolare, è prodotta dall’ipofisi, a
livello della cosiddetta porzione intermedia (pars intermedia).
A livello della pelle, si trova in cellule chiamate cheratinociti e melanociti. L’irradiamento con raggi UV attiva la trasformazione di
un precursore, il POMC (pro-opiomelanocortina) in melanocortina
che viene secreta all’esterno della cellula.
[1] È coinvolta nella protezione dall’insorgenza di tumori alla pelle, nei processi di
rimodellamento del grasso corporeo e nell’erezione maschile.
Il foto invecchiamento: meccanismo.
Le radiazioni elettromagnetiche (raggi vari, UV, raggi luminosi
visibili, infrarossi, etc.) sono assorbite nei vari tessuti della pelle:
epidermide, derma, ipoderma. Ma il nostro organismo sviluppa principalmente 3 meccanismi di difesa:
1melanina
2acido urocanico
3aumento di spessore dello strato corneo.
L’esposizione eccessiva al sole porta generalmente ad un eritema
acuto che compare anche dopo solo 20 minuti. La fotoreazione
produce invece la polimerizzazione ossidativa delle melanine della
pelle ovvero l’abbronzatura.
Addizionalmente e in base alla durata dell’esposizione e del tipo di
pelle considerato, si sviluppa un altro sistema di difesa della pelle,
la ipercheratosi epidermica. Si tratta di un ispessimento della pelle, dovuto ad un accelerato ricambio cellulare da parte delle cellule
che producono cheratina.
L’acido urocanico, veicolato tramite il sudore e capace di assorbire
i raggi UVA, serve da filtro naturale.
L’esposizione eccessiva al sole, ripetuta per anni, lascia segni indelebili anche sulla pelle più perfetta. È il fenomeno del foto invecchiamento o fotoaging, il processo biologico attraverso il quale i raggi
solari provocano un invecchiamento accelerato della struttura cutanea.
I raggi solari hanno la capacità di generare in loco dei radicali liberi.
Questi ioni superossidi sono delle molecole molto attive. Se la propria capacità antiossidante (Vit. E, A, C e Se) diminuisce (dopo i 30
anni), si osserva un danneggiamento tissutale con formazione precoce di rughe, perdita di elasticità, alterazioni della texture e della
pigmentazione cutanea e, anche, tumori.
I meccanismi biologici naturali di difesa in grado di contrastare i danni indotti dai raggi UV diminuiscono con l’età. A questo punto, o anche
dopo malattie a lungo decorso, le cellule non sono più in grado di
tamponare gli effetti negativi provocati da una produzione eccessiva
o prolungata di molecole ossidanti.
È necessario quindi potenziare i sistemi antiossidanti naturali con
un apporto corretto di nutrienti. È certamente importante farlo prima dell’esposizione al sole ma anche intervenire durante e
dopo l’esposizione, per ripristinare la capacità antiossidante della
pelle.
Antiossidanti e pelle
La pelle non invecchia… si ossida!
La nostra alimentazione, se ricca di frutta e verdura fresca apporta naturalmente i nutrienti con potere antiossidante. La difficoltà a
trovare sempre frutta e verdura di alta qualità, aggiunta spesso alla
difficoltà di mangiare in modo variato ed equilibrato a causa dei ritmi
moderni, diminuisce in modo importante l’apporto di questi nutrienti
essenziali al nostro equilibrio.
Questo giustifica l’uso d’integratori alimentari, capaci di supplire a
questo problema nutrizionale nella nostra civiltà moderna.
Per lottare contro l’azione degli ioni superossidi, il nostro organismo
dispone di 2 grandi sistemi: enzimatici e non enzimatici. La loro azione è dose-dipendente.
Sistemi enzimatici
La superossidodismutasi (SOD), enzima epatico che usa il Manganese (Mn) come cofattore. È implicata soprattutto nei cosidetti fenomeni di allergia.
La glutadionperossidasi (GSH), enzima tessutale che usa il Selenio
(Se) come cofattore. È implicata in particolare a livello della pelle.
Sistemi non enzimatici
Sono essenzialmente Vitamine E, C e i Carotenoidi (A).
La Vitamina E (80% del nostro pool antiossidante) è presente in tutte
le cellule e blocca gli ioni trasformandoli in radicali privi di attività.
La Vitamina C interviene per ”ricaricare” elettronicamente la Vitamina E.
La Vitamina A e i Carotenoidi intervengono a livello della stabilità
della struttura della membrana cellulare.