Lettera aperta a un ex-inserzionista Egr. Direttore, mi chiedo quale sarà la ragione per cui la piccola stampa di settore evita di parlare assolutamente delle vernici a base di chimica di base, assolutamente innocue, mentre la grande stampa e la televisione, istituti di ricerca come il “Battelle Institut”, investono somme importanti nella vera soluzione all’inquinamento da prodotti vernicianti? Certamente la paura di perdere inserzionisti. A questo punto, vista la Vostra faziosità, mi sento in dovere di annullare la nostra pubblicità sulla sua rivista, per dedicare le nostre risorse a stampa più indipendente e corretta. Cordiali saluti, Lettera firmata Egregio Signor Ex–inserzionista, potevo sopportare la cancellazione di un programma pubblicitario firmato non più tardi di un mese fa (anche se credo sia umanamente impossibile per una rivista diventare faziosa così rapidamente). Potevo anche sopportare che lei scrivesse che la nostra rivista non le piace (i gusti non si discutono, anche se cambiano repentinamente). Potevo perfino sopportare una parolaccia rivolta a me o alla mia mamma (sono sempre molto paziente con le persone emotive). Lei invece ha preferito, con freddo cinismo (o con incredibile e ingiustificabile superficialità), offendermi in ciò che ho di più caro: la mia libertà di pensiero e di azione! Evidentemente la sua crociata ecologista (del tutto disinteressata, per carità!) le ha fatto perdere il contatto con la realtà, al punto da non porsi minimamente il problema di dare un peso alle parole e alle conseguenze che hanno sull’animo delle persone a cui sono indirizzate. Bisognerebbe sempre riflettere a fondo prima di dire e soprattutto scrivere cose che possono indignare qualcuno. Lei invece o non sa cos’è la dignità, oppure non è abituato a collegare il cervello quando accende la tastiera del suo computer. Le riconosco però almeno il pregio della sincerità ed è solo per questo che rispondo a una lettera che in altre occasioni avrei inviato al mio avvocato (le ricordo, onde evitare sgraditi futuri contatti, che l’insulto è punito dalla legge). Quando ho deciso di diventare un editore indipendente, ho fatto una scelta professionale e di vita, chiudendo con un mondo editoriale prezzolato che lei conosce molto bene e di cui ha approfittato ampia62 ANNO VII – N.37 – GENNAIO 2001 mente. Ho rinunciato a organizzare convegni sponsorizzati (rinunciando anche ai lauti pascoli che lei ben conosce) e ho costruito una rivista che si sforza di tenere ben distinti i fatti dalla pubblicità, resistendo alle pressioni commerciali di chicchessia. Il risultato di questo lavoro sono i duemila abbonati verniciatori che si prendono la briga di pagare per avere una ben precisa rivista (quando ne ricevono numerose gratuitamente), che mi danno più soddisfazione di qualunque contratto pubblicitario e che costituiscono una sostanziosa garanzia contro ogni condizionamento commerciale e ricatti di varia natura. Se poi servisse un’ulteriore conferma sull’indipendenza e sull’equilibrio del nostro lavoro basterà dire che la prima indagine sulle tecnologie più pulite applicabili nella verniciatura, commissionata dal Ministero dell’Ambiente e dall’ENEA sulla base di un bando di gara nazionale vinto dall’Istituto Ambiente Italia, è stata in parte affidata al sottoscritto. Entrando nel merito delle accuse di faziosità, le ricordo che nella sua lettera ha affermato con sicumera che la vera soluzione al problema dell’inquinamento da prodotti vernicianti sta nelle vernici “…a base di chimica di base…” (la chimica di base è migliore di quella secondaria?) assolutamente innocue (attenzione, in chimica, come in natura l’assoluto non esiste), che, guarda caso, sono quelle che vende lei . Il fanatismo (religioso, politico, sportivo ecc.), si fonda sul postulato che esiste una sola verità (la propria, naturalmente), e c’è gente che si ammazza per sostenere una posizione oggettivamente faziosa: nel nostro settore, fortunatamente, ci si limita a offendere chi la pensa diversamente. Dato che in questi anni ho conosciuto decine di fanatici, ecofurbi e cretini vari che pretendevano di avere la vera soluzione, mi sono imposto di lasciare spazio sulla rivista a chiunque avesse qualcosa da dire (firmandosi) e di scrivere personalmente solo sulle soluzioni a basso impatto ambientale che vedo applicare con i miei occhi e di cui mi vengono messi a disposizione prestazioni, costi e soprattutto nomi dei verniciatori che le impiegano, ai quali faccio visita e che sono i miei unici referenti affidabili. Ogni volta che lei ci ha inviato i suoi comunicati commerciali firmati li abbiamo pubblicati, mentre non ci ha mai segnalato un solo nominativo di aziende che utilizzano “vernici a base di chimica di base”: non confonda quindi le sue dimenticanze con la nostra presunta faziosità. Tra l’altro mi sfugge la sua coerenza, visto che da un lato propugna la vera soluzione, assolutamente innocua, ma poi collabora anche con un noto produttore di vernici all’acqua, che lei dovrebbe giudicare uno sporco inquinatore, come tutti quelli che vendono vernici UV o impianti di depurazione, che poiché non propongono le vernici a base di chimica di base, secondo lei dovrebbero far parte della schiera dei nemici dell’ambiente, insieme ai produttori di solventi. Pierluigi Offredi