Comunità dell’Isolotto: incontri ragazzi, genitori, adulti
8 gennaio 2012
“non aver paura, ti racconto una storia”
la paura, la fuga: dalle minacce di morte, verso la speranza nel nuovo e
all’accoglienza
1. Introduzione al film “Vai e vivrai”
Siamo in Africa nel 1984. Il Mossad, il servizio segreto israeliano sta organizzando, con la
complicità dei servizi segreti americani, il trasferimento in Israele di un gruppo di ebrei etiopi
chiamati "Falascia", facendoli passare attraverso uno dei campi profughi presenti in Sudan, per
salvarli dalla persecuzione degli etiopi filocomunisti. In uno di questi campi vive insieme alla
madre un bimbo anch'egli etiope ma cristiano.
Un giorno, una madre ebrea perde il figlio ammalato, Shlomo, e la madre del bambino cristiano,
che comprende come la possibilità di sopravvivere in quel campo profughi sia quasi nulla per il
figlio, lo affida alla donna ebrea, sperando che, quando il "nuovo" Shlomo possa fuggire dal campo
fingendosi ebreo. Il trucco funziona, e il bambino riesce ad arrivare in Israele.
Qui, adottato da una famiglia che si dichiara di sinistra, cresce in mezzo alle guerre, all'amore per
una ragazza (Sarah), che in seguito sposerà, agli studi religiosi e al disprezzo che alcuni (tra cui il
padre di Sarah) hanno per lui (perché è nero, e non bianco). Tuttavia, pur essendo abbastanza
felice, sente fortemente il desiderio di tornare dalla madre, rimasta in Sudan, e gli pesa molto il
segreto di non essere ebreo.
In seguito, si trasferisce a Parigi, per studiare come medico, e nel finale del film lo si vede, tra i
Medici Senza Frontiere, rincontrare l'anziana madre: il suo sogno di ritrovarla e riabbracciarla è
stato coronato.
2. Proiezione della prima scena (vai e vivrai: allontanamento dalla madre e l’altra
madre che prende Shlomo per mano)
3. Racconto della fuga in Egitto tratto dal Vangelo di Matteo
Gesù nacque a Betlemme, una piccola città della Giudea la regione a sud della Palestina, dove vi era
il grande Tempio di Gerusalemme e dove regnava il re Erode.
Dopo la sua nascita arrivarono a Gerusalemme i magi, che non erano re come spesso di dice ma
uomini sapienti che venivano da oriente, astronomi che osservavano il cielo. E fu proprio
osservando il cielo che videro una stella interessante, la interpretarono come un prodigio e
pensarono di seguirla.
I magi si misero in viaggio e arrivati a Gerusalemme domandarono in giro: “Sapete dove si trova un
bambino, nato da poco, che sarà Re dei Giudei?”; in Oriente abbiamo visto una stella, l’abbiamo
seguita e siamo venuti a qui a cercare e salutare questo bambino”.
Queste parole misero in agitazione il Re Erode, che era un re molto prepotente, che aveva paura di
perdere il potere e aveva paura che Gesù potesse diventare da grande re al suo posto. Così Erode
chiamò in segreto quei sapienti venuti da lontano e disse loro: “Andate e cercate il bambino e
quando l’avrete trovato venite a dirmelo in modo che anch’io possa andare ad onorarlo”.
Guidati dalla stella i magi arrivarono nel luogo dove era nato il bambino, si inginocchiarono e
offrirono i loro doni. Più tardi Dio li avvertì di non tornare da Re Erode, ma di tornare a casa
facendo un’altra strada.
Dopo la loro partenza un angelo parlò a Giuseppe in sogno e gli disse: “Alzati, prendi il
bambino e sua madre e fuggi, fuggi in Egitto. Erode sta cercando il bambino per ucciderlo.
Rimani in Egitto finché io non ti avvertirò”.
Così Giuseppe, preoccupato, si alzò di notte, prese con sé il bambino e sua madre e si rifugiò in
Egitto, in terra straniera.
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Il Re Erode non vedendo tornare i sapienti d’Oriente capì di essere stato ingannato. E ricordando
cosa si era fatto dire, calcolò il tempo e diede ordine di uccidere tutti i bambini di Betlemme e dei
dintorni da due anni in giù.
Gesù fu salvo e visse da straniero in Egitto con la famiglia per diverso tempo fino a quando non
morì Erode.
la prima sottolineatura al racconto del Vangelo: leggendo il racconto sulla fuga si vede che Dio
suggerisce in sogno a Giuseppe di scappare con il bambino e Maria. Sembra che Dio abbia salvato
quel bambino e si sia disinteressato degli altri. Ma noi abbiamo imparato da tempo che il racconto
NON è un racconto storico, è stato raccontato e poi scritto così per avvolgere di straordinarietà la
nascita di un bambino di una famiglia povera come tante altre nel mondo di allora e di oggi.
Noi possiamo immaginare che alcune persone avessero saputo delle intenzioni di Erode, che queste
notizie siano circolate passando di bocca in bocca, magari sussurrate di nascosto tra persone
solidali, e che queste persone si siano organizzate, si siano aiutate e che alcune siano riuscite a
salvarsi e altre no come è successo poi in tante epoche storiche. Questo per dire che gli “angeli”
sono le persone che hanno passato le notizie utili per aiutarsi ed è la solidarietà che salva, che aiuta
e sostiene nelle difficoltà.
4. Proiezione della scena dell’interrogatorio (con breve introduzione)
Gli ebrei etiopi, una volta arrivati in Israele, vengono interrogati nei centri di
accoglienza perché si deve essere sicuri che effettivamente siano ebrei e che
qualcuno non abbia approfittato, mentendo sulla propria religione, della
situazione per scappare dall’Africa. Vengono fatte loro domande sule origini, sulla
famiglia, sulla lingua e chi non viene ritenuto davvero ebreo viene rimandato
indietro al suo destino.
5. Lettura del brano “Sono generalmente di piccola statura e di pelle scura”
“Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura.
Non amano l’acqua e molti di loro puzzano perché
tengono lo stesso vestito per molte settimane.
Si costruiscono baracche di legno ed alluminio nelle
periferie delle città dove vivono, vicini gli uni agli
altri.
Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a
caro prezzo appartamenti fatiscenti. Si presentano di
solito in due e cercano una stanza con uso di cucina.
Dopo pochi giorni diventano quattro, sei, dieci.
Tra loro parlano lingue a noi incomprensibili,
probabilmente antichi dialetti.
Molti bambini vengono utilizzati per chiedere
l’elemosina; sovente davanti alle chiese donne vestite
di scuro e uomini quasi sempre anziani invocano pietà, con toni lamentosi e petulanti.
Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai uniti tra di loro.
Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano, non solo perché poco attraenti e selvatici, ma perché si è diffusa
la voce di alcuni stupri consumati dopo agguati in strade periferiche quando le donne
tornano dal lavoro.
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I nostri governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non hanno
saputo selezionare tra coloro che entrano nel nostro paese per lavorare e quelli che pensano
di vivere di espedienti o, addirittura, attività criminali”.
Indovinate di chi si parla? Il testo è tratto da una relazione dell’Ispettorato per
l’Immigrazione del Congresso americano sugli immigrati italiani negli Stati Uniti, Ottobre
1912. La relazione prosegue così: “Propongo che si privilegino i veneti e i lombardi, tardi di
comprendonio e ignoranti, ma disposti più di altri a lavorare. Si adattano ad abitazioni che
gli americani rifiutano pur che le famiglie rimangano unite e non contestano il salario. Gli
altri, quelli ai quali è riferita gran parte di questa prima relazione, provengono dal sud
dell’Italia. Vi invito a controllare i documenti di provenienza e a rimpatriare i più. La nostra
sicurezza deve essere la prima preoccupazione”.
6. Proiezione della scena della disputa (con breve introduzione alla scena del film)
La scena propone un momento della vita di Shlomo in qui lui è già adulto e vuole
cimentarsi in questa sfida con un altro ragazzo per far capire la propria
conoscenza della religione ebraica;
il duello si volge su un argomento religioso scelto da un’apposita “giuria” che
valuta la capacità di argomentare dei due disputanti. Shlomo vuole soprattutto
dimostrare al padre di Sarah, la ragazza di cui è innamorato, che è degno di lei
poiché ebreo “autentico”. Shlomo per tutta la vita vive questo conflitto fra le sue
vere origini e il dover dimostrare di essere qualcun altro.
7. Laboratorio con collage di volti di bambini di ogni parte del mondo
Per introdurre il laboratorio: dal racconto del Vangelo vogliamo sottolineare qualcosa che non
viene solitamente sottolineato: Gesù è stato un bambino straniero, la sua famiglia è stata una
famiglia in fuga, profuga per un tempo lungo.
mentre facciamo il cartellone cantiamo le canzoni Hey ma’ e Di che colore è la
pelle di Dio
Canzoni
Di che colore è la pelle di Dio?
Buona notte dissi al mio bambino
tanto stanco quando il giorno finì.
Allora chiese: “Dimmi, papà,
la pelle di Dio che colore ha?”
Di che colore è la pelle di Dio?
Di che colore è la pelle di Dio?
E’ nera, rossa, gialla, bruna, bianca, perché
Dio ci vede uguali davanti a sé.
Dio ci vede uguali davanti a sé.
Con l’occhio innocente egli mi guardò,
mentire non potevo quando domandò:
“Perché le razze s’odiano, papà,
se per Dio siamo una sola umanità ?
Di che color è la pelle di Dio?
Di che color è la pelle di Dio?
E’ nera, rossa, gialla, bruna, bianca, perché
lui ci vede uguali davanti a sé.
Lui ci vede uguali davanti a sé
“Questo, figliolo, non continuerà,
l’uomo al fine imparerà
come dobbiamo vivere noi
figli di Dio da ora in poi.”
Di che color è la pelle di Dio?
Di che color è la pelle di Dio?
E’ nera, rossa, gialla, bruna, bianca, perché
lui ci vede uguali davanti a sé.
Lui ci vede uguali davanti a sé
3
Dio ci ha dato l’opportunità
di creare un mondo di fraternità.
Le razze diverse devono andar
saldamente unite da mar a mar.
HEY MA’
Dimmi ma' è vero che tutti gli altri sono
uguali a me?
Eh no non è proprio cosi
Hey mà è vero che chi è più bianco è più
forte di me?
Eh si sarà sempre cosi
Hey ma' è vero che chi è più forte ha più
ragione di me
Eh si sarà sempre così
Ma è vero che il colore è solo luce
E la luce è la speranza e che siamo noi…..
Hey mà tu dici che Cristo ha l'anima uguale
a me
Eh si nera come te
Cristo ha l'anima di un'arlecchino tutti i
colori dell'arcobaleno
Eh si forse è proprio cosi
Sarà vero che il colore è solo luce
E la luce è la speranza e che siamo noi la speranza
Camminando noi verso il sole dentro il sole che salirà
Nero può essere bandiera per un'idea libera e vera
Hey ma' un giorno verrà che Caino non ammazzerà
Eh no suo fratello mai più
Sam Cam Yafet non avran colore saran figli di un
professore
Eh si può esser proprio cosi
Sarà vero che il colore è solo luce
E la luce è la speranza e che siamo noi la speranza
Camminando noi verso il sole dentro il sole che salirà
La la laio la laio la la laio la
la la laio la la la la la laio la
La la laio la laio la la laio la
la la laio la la la la la laio la
8. Petizione per la cittadinanza ai figli di immigrati nati in Italia
Il Presidente della Repubblica Giorgio Napoletano si è espresso in favore dell’estensione della
cittadinanza italiana ai figli di stranieri nati e cresciuti in Italia.
Palazzo del Quirinale, 22/11/2011: …Io ne ho parlato qualche giorno fa ricevendo i "nuovi
cittadini" (ai quali abbiamo dedicato una speciale udienza). Ho messo soprattutto l'accento su quella
che è un'autentica, non so se definirla follia o assurdità, cioè quella dei bambini di immigrati nati in
Italia che non diventano cittadini italiani. Noi abbiamo oramai centinaia di migliaia di bambini
immigrati che frequentano le nostre scuole e che, per una quota non trascurabile, sono nati in Italia,
ma ad essi non è riconosciuto questo diritto elementare, ed è così negata la possibilità di soddisfare
una loro aspirazione - che dovrebbe corrispondere anche a una visione nostra, nazionale, volta ad
acquisire delle giovani nuove energie ad una società abbastanza largamente invecchiata (se non
sclerotizzata).
il Comitato promotore provinciale di Firenze
Del comitato promotore provinciale fiorentino fanno parte: Arci, Acli, Asgi, Libera, Caritas,
Comitato Primo Marzo, Cgil Camera del Lavoro Metropolitana Firenze, CNCA, Fcei-Gould, Rete
Antirazzista, Associazione per la Sinistra Unita e Plurale - Rete @ sinistra.
Ha sede all'Arci di Firenze in piazza dei Ciompi 11.
Per info e adesioni: [email protected]
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9. Racconto della storia di Sammy (ANLADI Annulliamo la distanza)
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