Close window to return to IVIS in collaborazione con RICHIESTO ACCREDITAMENTO SOCIETÀ CULTURALE ITALIANA VETERINARI PER ANIMALI DA COMPAGNIA SOCIETÀ FEDERATA ANMVI organizzato da certificata ISO 9001:2000 INFORMATION SCIVAC Secretary Palazzo Trecchi, via Trecchi 20 Cremona Tel. (0039) 0372-403504 - Fax (0039) 0372-457091 [email protected] www.scivac.it Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC Gestione intra e postoperatoria nel trattamento chirurgico e interventistico delle cardiopatie Oriol Domenech Med Vet, Barcellona, Spagna Roberto Bussadori, Med Vet, Milano Il dotto arterioso persistente (PDA), la stenosi polmonare (SP) e la pericardite idiopatica sono le patologie che più frequentemente si trattano mediante la chirurgia convenzionale o la cardiologia interventistica. Nel caso di PDA con deviazione da sinistra a destra la terapia definitiva è data dalla chiusura di questa comunicazione che si può realizzare, in base alle dimensioni e alla morfologia del PDA stesso, con cardiologia interventistica o chirurgia tradizionale. Il trattamento della SP si basa principalmente nella dilatazione dell’annulus valvolare mediante cardiologia interventistica (valvuloplastica) 1. Il versamento pericardico ha un incidenza dell’8% nel cane ed è dovuto nel 90% dei casi a masse cardiache o pericardite idiopatica 2. L’incidenza di masse cardiache nella nostra casistica è del 2,17% delle ecocardiografie eseguite 3. Generalmente sono masse extracardiache e in una minore proporzione intracardiache. La diagnosi definitiva di queste masse è data dall’esame istopatologico ed immunoistochimico 3. La chirurgia tradizionale con toracotomia è la metodica d’elezione non solo per ottenere campioni istologici ma anche in alcuni casi per asportare il tumore sia intracardiaco che extracardiaco. Esistono diverse pubblicazioni che descrivono la tecnica di questi procedimenti terapeutici, ma sono pochi i lavori che si riferiscono al monitoraggio cardiologico intra-e postoperatorio di queste tecniche operatorie innovative in medicina veterinaria. Chiusura del PDA Il monitoraggio intra-e postoperatorio di questa patologia dipende dallo stadio clinico 4, 5 ed ecocardiografico del PDA 6, 7 . Una visita clinica completa così come uno studio radiografico, elettrocardiografico ed ecocardiografico prima dell’intervento sono di vitale importanza. Quanto più lo stadio clinico ed ecocardiografico del nostro paziente è avanzato maggiore dovrà essere il monitoraggio intra- e postoperatorio. Nel momento in cui si chiude il PDA le cavità cardiache sinistre sono sottoposte ad un aumento del postcarico che in fase avanzata della patologia può determinare aritmie cardiache e congestione venosa polmonare. Nella nostra esperienza abbiamo osservato che i pazienti di classe IIIa e IIIb (secondo la classificazione clinica di J. Buchanan) presentavano una maggiore probabilità di sviluppare aritmie e insufficienza cardiaca congestizia postchirurgica rispetto ai pazienti in stadio meno avanzato. Il 70% dei casi in classe IIIa e IIIb hanno presentato qualche tipo di aritmia come la tachicardia sopraventricolare o ventricolare parossistica ed edema polmonare. Il 3% di questi casi hanno presentato morte improvvisa. L’inizio di una terapia medica in questi pazienti è di grande importanza per stabilizzare il paziente prima della chiusura del PDA. La pressione venosa centrale (PVC) rappresenta la pressione di riempimento del ventricolo destro e la capacità relativa del cuore di pompare il ritorno venoso 8, per questo può essere utile per monitorizzare un paziente con rischio di sovraccarico volumetrico 9 ed edema polmonare 10. Abbiamo osservato che durante la chiusura del PDA la PVC in qualche paziente grave aumenta di 2-4 cm d’H2O, per questo la valutazione di questo parametro durante e dopo l’intervento ci è servito per effettuare una fluidoterapia ed una terapia diuretica intra e postoperatoria più adeguata al fine di prevenire una congestione venosa polmonare. L’uso della PVC ci ha aiutato a diminuire il numero dei casi che presentavano edema polmonare acuto durante o poco dopo l’intervento. Il monitoraggio elettrocardiografico continuo è di vitale importanza per il riconoscimento precoce di una aritmia durante e fino a 48 ore dopo l’intervento. Lo studio radiografico subito dopo l’intervento, così come 24 e 48 ore dopo ci aiuterà nella diagnosi precoce non solo di un possibile edema polmonare, ma anche di pneumotorace o versamento pleurico anche se questi ultimi sono molto rari. Valvuloplastica polmonare Il monitoraggio di questa patologia dipenderà dalla gravità della stenosi polmonare non solo in funzione del suo gradiente di pressione ma anche in funzione della presenza o assenza di stenosi dinamica e dalla presenza o assenza di fibrosi endomiocardica. Abbiamo osservato che la presenza di fibrosi endomiocardica così come la presenza di stenosi dinamica aumenta la probabilità di complicazioni intra e postoperatorie. Le complicazioni più frequenti che abbiamo osservato in questo tipo di paziente sono state aritmie ventricolari (tachicardia ventricolare, fibrillazione ventricolare) e peggioramento della stenosi dinamica. Le aree di fibrosi endomiocardica sono altamente aritmogeniche quando stimolate da un catetere. I betabloccanti riducono l’automatismo e la conduttività degli impulsi elettrici e correggono così possibili aritmie che originano frequentemente durante la valvuloplastica. L’atenololo prolunga il periodo refrattario e insieme con l’inibizione di una risposta simpatica riduce la probabilità che impulsi prematuri determinino una tachicardia ventricolare e, secondariamente, una fibrillazione ventricolare11. Il trattamento preoperatorio con atenololo è di grande interesse perché permette di ottenere una concentrazione plasmatica stabile che ci aiuterà nel controllo della comparsa di possibili aritmie durante l’intervento. Nei casi con ipertrofia marcata del ventricolo destro, la riduzione repentina del postcarico effettivo, ottenuta dopo la dila- Close window to return to IVIS 50° Congresso Nazionale Multisala SCIVAC tazione dell’anulus polmonare potrà determinare in qualche caso una stenosi dinamica come risposta dell’infundibolo ad una minor resistenza nel tratto di efflusso destro (RVOT “right ventricular outflow tract”), fenomeno che può causare una grave ostruzione che si conosce come infundibulo o ventricolo destro suicida 12. L’uso del betabloccante ci aiuterà a correggere possibili aritmie cardiache ma soprattutto a ridurre la gravità di una possibile stenosi dinamica subito dopo la dilatazione. La monitorizzazione ecocardiografica sarà importante per evidenziare e controllare la presenza di stenosi dinamica, così come, la possibile presenza di tamponamento cardiaco secondario a versamento pericardico dovuto a perforazione di strutture cardiache destre. La monitorizzazione elettrocardiografica postoperatoria si effettua quando il paziente presenta una evidente stenosi dinamica post dilatazione o quando persistono ancora aritmie cardiache una volta terminata la valvuloplastica. Generalmente se il paziente si riprende bene dall’anestesia e non si riscontrano alterazioni durante le prime 4-8 ore dall’intervento non è necessario che il paziente resti ospedalizzato. L’approccio chirurgico a questo tipo di masse non è una pratica clinica abituale nella chirurgia oncologica veterinaria. Esistono differenti tecniche chirurgiche per l’approccio ad una massa cardiaca in funzione della sua localizzazione. Il metodo d’elezione per asportare masse intracardiache è con l’utilizzo della circolazione extracorporea. Il grande costo di questo tipo di strumentazione fa sì che l’utilizzo rutinario di questa metodica sia ancora utopico. Esistono però tecniche chirurgiche che permettono di accedere per pochi minuti all’interno delle cavità cardiache senza l’uso della circolazione extracorporea, mediante legatura della vena cava craniale, della vena cava caudale e della vena azigos 14. La monitorizzazione incomincia con una buona e precisa localizzazione della massa per poter così scegliere la miglior tecnica chirurgica che determinerà un preciso comportamento intra e post operatorio. Il monitoraggio cardiologico postopoeratorio si basa sulla PVC, la radiografia toracica, l’elettrocardiografia e l’ecocardiografia. L’ecocardiografia ci darà informazioni vitali per monitorizzare la funzionalità cardiaca una volta asportata la massa e la comparsa di possibili recidive. Pericardiectomia La monitorizzazione della pericardiectomia comincia prendendo in considerazione se il versamento pericardico è un versamento acuto o cronico, se il paziente presenta o non presenta tamponamento cardiaco, se esiste o meno pericardite costrittiva o masse cardiache e se sono presenti aritmie cardiache. Per questo un buon monitoraggio intra-e postchirurgico inizia con una buona e attenta valutazione prechirurgica. Abbiamo osservato che pazienti con versamento pericardico cronico e tamponamento cardiaco sviluppano più facilmente aritmie cardiache in particolare tachicardia sopraventricolare parossistica e/o fibrillazione atriale subito dopo o anche qualche ora dopo la pericardiocentesi. I pazienti che presentano questo tipo di aritmia bisogna stabilizzarli con terapia antiaritmica prima dell’intervento. La diagnosi prechirurgica di una eventuale pericardite costrittiva è molto importante per l’eventuale presenza di aderenze tra la parte viscerale del pericardio sieroso e l’epicardio 13. Le aderenze tra il pericardio e l’epicardio aumentano le probabilità di comparsa di aritmie cardiache che aumenteranno il rischio di mortalità intrachirurgica; questi pazienti possono presentare una disfunzione diastolica anche dopo la pericardiectomia per questo il monitoraggio ecocardiografico postoperatorio è di grande utilità. In questi casi la valutazione della PVC ci aiuterà ancora una volta nel monitoraggio della capacità contrattile del ventricolo destro. Una radiografia toracica subito dopo, 24 e 48 ore dall’intervento ci permetterà di diagnosticare possibili complicazioni nello spazio pleurico. Nella nostra esperienza le complicazioni più frequenti in questo tipo di intervento sono state il pneumotorace e il versamento pleurico. Attualmente lasciamo sempre un drenaggio pleurico che ci aiuterà a realizzare un miglior controllo di queste due complicazioni. Nei casi con abbondante formazione di versamento pleurico postchirurgico aggiungiamo prednisolone a 0,5 mg/kg/12 ore alla terapia medica per ridurre in questo modo la componente infiammatoria della pleura. Exeresi di masse cardiache L’ecocardiografia è un metodo non invasivo che permette il riconoscimento e la localizzazione di masse cardiache. Bibliografia 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. 10. 11. 12. 13. 14. Bussadori C, Demadron E, Santilli R et al. (2001), Balloon valvuloplasty in 30 dogs: effect of valve morphology and anular size on initial and one-year outcome, J Vet Intern Med, 15 (6): 553-558. Smith FW, Rush JE. (2000) Diagnosis and treatment of pericardial effusion. In: Bonagura JD: Kirk’s current veterinary therapy XIII, Philadelphia, WB Saunders:772-777. Domenech O, Bonfanti U, Lubas G et al. 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