Intervento dell’on.le Dott. Tommaso Padoa Schioppa Ministro dell’Economia e delle Finanze al 30° consiglio dei governatori dell'IFAD Signor Presidente della 30ª sessione del Consiglio dei Governatori, Signor Presidente dell’IFAD, Signori Governatori, Signori Delegati, a nome del Governo italiano desidero dare il più cordiale benvenuto a tutti voi a questa sessione del Consiglio dei Governatori e rivolgere uno speciale saluto a Sua Eccellenza Luisa Dias Diogo, Primo Ministro della Repubblica del Mozambico e a Sua Eccellenza Abdul Rahman Al-Attiyah, Segretario Generale del Consiglio di Cooperazione degli Stati Arabi del Golfo. Desidero, inoltre, esprimere i miei migliori auguri per il felice esito di questa importante riunione del Consiglio, il cui ordine del giorno riflette la crescente attenzione della comunità internazionale per i problemi dello sviluppo e per le condizioni di vita nelle aree rurali più povere. Negli ultimi decenni, i problemi che le popolazioni agricole più povere hanno dovuto affrontare sono diventati sempre più complessi, nel contesto di globalizzazione e di integrazione commerciale e finanziarie dell’economia mondiale. I mercati agricoli sono andati sempre più orientandosi verso produzioni differenziate rispetto al passato, caratterizzate prevalentemente dal commercio dei prodotti primari. In tale evoluzione, le compagnie multinazionali hanno potuto espandere il loro ruolo nella trasformazione dei prodotti agricoli e nella distribuzione, mentre i piccoli produttori delle aree agricole più svantaggiate sono stati penalizzati dalla carenza di servizi e di sbocchi commerciali. A tali palesi disparità di dinamismo produttivo e commerciale si sono aggiunti altri gravi fattori che hanno influito negativamente sulle agricolture meno sviluppate, come i mutamenti climatici, le guerre e le malattie. I fenomeni di desertificazione, deforestazione e degrado dei terreni coltivabili, collegati sia alle variazioni climatiche, sia all’eccessivo sfruttamento delle risorse naturali, hanno aggravato i problemi di intere regioni. Continuano, inoltre, ad esplodere conflitti anche tra più paesi, con la conseguenza non solo di arrestare lo sviluppo economico, ma anche di dare impulso a fenomeni migratori che non contribuiscono certamente a migliorare le condizioni di vita delle popolazioni colpite. Le malattie, soprattutto l’AIDS, stanno alterando la struttura demografica di interi Paesi, specialmente nell’Africa Sub Sahariana, minando il tessuto sociale oltre le strutture economiche. Il solo pneumococco, una malattia relativamente sotto controllo nei paesi industrializzati, è responsabile per 1,6 milioni di morti ogni anno. L’Italia partecipa con notevoli risorse alle varie iniziative lanciate negli ultimi anni dalla comunità internazionale nella lotta contro le malattie. Desidero menzionare, al riguardo, il nuovo programma per i vaccini – AMC (Advanced Market Commitments), che è stato proposto dall’Italia ed è stato lanciato a Roma qualche giorno fa con un progetto pilota relativo allo pneumococco e con un impegno per 1,5 miliardi di dollari. Il Governo italiano, consapevole che i problemi economici delle aree più povere sono aggravati dalle carenze del settore sanitario, intende compiere il massimo sforzo per sostenere le istituzioni internazionali impegnate nella lotta alla povertà e nel raggiungimento degli obiettivi del Millennio. Occorre tener presente, tuttavia, che l’Italia si trova in una fase di particolari difficoltà finanziarie, alle 1 quali si è dovuto far fronte con interventi rigorosi per ridurre il disavanzo del bilancio pubblico e contenere la dinamica del debito. Fra le istituzioni internazionali la cui missione più rilevante è la lotta contro la fame e il miglioramento delle condizioni di vita nei Paesi in via di sviluppo, l’IFAD – con la sua peculiare struttura partecipativa, che disegna un ideale ponte tra nazioni sviluppate e non – svolge un ruolo essenziale. Suo principale obiettivo è quello di aumentare la produzione agricola al fine di garantire uno sviluppo sostenibile nelle aree rurali più povere, attraverso progetti che ne migliorino le infrastrutture e i servizi, diffondano le tecnologie più avanzate e promuovano l’innovazione. Il Governo italiano attribuisce un’importanza fondamentale all’attività delle istituzioni delle Nazioni Unite che abbiamo l’onore di ospitare a Roma, e ritiene che il loro capitale di risorse umane e tecniche debba essere valorizzato e rafforzato ai fini di una strategia comune, realizzando, nel rispetto delle loro specifiche missioni, una più stretta cooperazione sia al livello delle strutture centrali sia di quelle periferiche. Siamo convinti che il messaggio più importante da trasmettere alla comunità internazionale sia quello di una strategia basata su programmi coerenti tra l’IFAD, la FAO e il Programma Alimentare Mondiale, sull’efficienza delle loro strutture e su un’allocazione delle risorse che tenga conto delle aree rurali nelle quali i bisogni sono più drammatici. Dalla creazione delle Nazioni Unite, della Banca Mondiale e del Fondo Monetario Internazionale, istituzioni che hanno svolto il ruolo più importante nel promuovere lo sviluppo economico dell’economia mondiale, sono trascorsi 60 anni. Ricordo, al riguardo, l’intervento dell’allora Presidente della Repubblica italiana Carlo Azeglio Ciampi al Consiglio dei Governatori del febbraio 2003 per celebrare il 25°Anniversario dell’IFAD. In quella occasione egli espresse la sua grande fiducia nel sistema delle Nazioni Unite, ma anche la speranza che le istituzioni multilaterali contribuissero al suo miglioramento ai fini del raggiungimento degli obiettivi del Millennio. Il rapporto del “Panel” ad alto livello del Segretario Generale delle Nazioni Unite, di cui Lei – Signor Primo Ministro – e Lei - Signor Presidente – avete fatto parte, rappresenta nel modo più autorevole l’urgenza di una riforma dell’intero sistema di cooperazione internazionale per far fronte alle crescenti disparità economiche e sociali poste dalla povertà e dal degrado ambientale. Si impone quindi l’esigenza di un impiego coordinato ed efficiente delle risorse delle istituzioni internazionali per eliminare duplicazioni e sovrapposizioni di competenze, risparmiare sulle spese amministrative e perseguire gli obiettivi del Millennio. Queste considerazioni valgono tanto più nel quadro del processo di riforma delle istituzioni multilaterali di finanziamento dello sviluppo. Risultando a volte giustificate le critiche sull’efficacia degli aiuti, sulla coerenza dei programmi e sulla pesantezza dei bilanci amministrativi, riteniamo che dovrebbero essere proprio le istituzioni romane dell’ONU, per l’importanza delle loro rispettive missioni ai fini della lotta contro la povertà, a compiere i primi passi di cooperazione e ristrutturazione, in linea con i principali orientamenti tracciati dal “Panel” ad alto livello. Signor Presidente del Consiglio dei Governatori, il Governo italiano ha sempre sostenuto l’IFAD finanziandolo con risorse importanti, sotto forma di contributi ordinari e di contributi volontari nonché partecipando alle spese per la sistemazione logistica dell’istituzione secondo gli accordi di sede. 2 In occasione dell’ultima ricostituzione delle risorse, il nostro contributo ordinario è risultato il secondo più alto dopo quello degli Stati Uniti, ovvero 41,5 milioni di euro, e, a partire del 1994, i nostri contributi volontari diretti in particolare al sostegno delle organizzazioni agricole delle aree più povere, alla finanza rurale e all’accesso ai mercati, sono stati pari a 37,4 milioni di dollari complessivi. L’anno che comincia sarà un anno importante per la storia dell’IFAD: l’organizzazione compirà il suo trentennale, si avvierà l’ottavo processo di ricostituzione delle risorse, sarà finalmente disponibile la nuova sede. L’Italia continuerà a sostenere l’attività dell’IFAD sia contribuendo al suo finanziamento, sia promuovendo le importanti riforme strutturali in corso, al fine di rendere il sistema delle istituzioni agricole internazionali sempre più efficiente. Desidero concludere il mio intervento esprimendo il mio apprezzamento per i risultati raggiunti dall’istituzione e ringraziando il Presidente Båge, la dirigenza e tutto il personale per l’eccellente lavoro svolto e il continuo impegno nell’adeguare le strutture dell’IFAD alle sfide poste dagli obiettivi del Millennio. 3