Sbarchi, pugni e raffiche di mitra: le nuove fiction Rai

Sbarchi, pugni e raffiche di mitra: le nuove fiction Rai
Estratto da: CINEMAFRICA | Africa e diaspore nel cinema
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Alle porte la nuova stagione delle serie italiane
Sbarchi, pugni e raffiche di
mitra: le nuove fiction Rai
- MAGAZINE - PICCOLO SCHERMO -
Data di pubblicazione : lunedì 19 settembre 2016
Abstract:
Diverse serie in arrivo sulla Rai mettono in scena personaggi e storie che insistono sui migranti, soprattutto dallAfrica, a riprova di un maggior interesse per i
temi dellinclusione, ma il punto di vista continua ad essere appannaggio di alcuni italiani brava gente così come la scelta discutibile di interpreti
dimportazione.
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Sbarchi, pugni e raffiche di mitra: le nuove fiction Rai
Con la ripresa delle scuole, la stagione televisiva entra nel vivo e i palinsesti cominciano a riempirsi delle nuove
serie, annunciate nei mesi scorsi. In questa sede, e con le informazioni ancora incomplete diramate dagli uffici
stampa delle emittenti, risulta difficile articolare discorsi di grande complessità sulle possibili ricadute che potranno
avere le nuove fiction sullimmaginario italiano legato alla nerezza, anche se le sinossi circolanti offrono già sufficienti
spunti di riflessione; qualcosa in più possiamo dire sulle scelte di casting e quindi più in generale sui ruoli
appannaggio di interpreti afrodiscendenti. Sul versante delle narrazioni, in linea con lultima stagione, si continua a
registrare la tendenza a una maggiore visibilità per storie e personaggi che insistono su immigrazione specie
dallAfrica e multiculturalità, ma il punto di vista dominante rimane sempre quello degli eroici protagonisti italiani
brava gente, generosi e disinteressati. Sul versante dei modi di produzione, quindi, questa relativa maggiore
centralità sul piano del discorso stenta a tradursi nella tessitura di personaggi complessi, a tutto tondo, e quindi in
una crescita reale di possibilità per attori e attrici afrodiscendenti, tanto più che diversi ruoli finiscono per essere
affidati a interpreti francesi di nascita o dadozione, anche quando nessuna ragione industriale sembra giustificare
tale scelta.
Come sottolinea Anna Meli nel Dossier Statistico Immigrazione 2015, «in Italia esiste [&] una percentuale di pubblico
rilevante che guarda in media 1 ora al giorno di tv, predilige programmi informativi e solo dal 2013 è entrato a far
parte del campione di rilevazione dellAuditel [&]: si tratta degli immigrati». Se consideriamo le produzioni seriali
targate Rai Fiction, dobbiamo dare atto allazienda pubblica, sotto la direzione di Eleonora Andreatta, che cè un
certo sforzo di diversificare lofferta di contenuti, non solo sul piano dei format e delle piattaforme, ma anche dei
generi e dei temi, con una maggiore attenzione per le tematiche della diversità. Allo stesso tempo, Rai Fiction e le
varie società affidatarie delle nuove fiction (Cattleya, Fabula Pictures, Red Film, Cross Productions, Picomedia, ecc.)
stentano ancora ad investire con coerenza ed efficacia nel recupero di ampie nicchie di pubblico, legate a migranti e
seconde generazioni, finora largamente sottorappresentate sul piano dei plot e sottovalorizzate su quello dei quadri
creativi e delle maestranze.
Prova ne sia anche limpostazione che caratterizza sulla carta la miniserie in due puntate Lampedusa Dallorizzonte
in poi (Fabula Pictures). Programmata in prima serata alle 21.15 su Rai 1, martedì 20 e mercoledì 21 settembre, la
fiction è stata scritta da Andrea Purgatori e Laura Ippoliti. Claudio Amendola vi interpreta il ruolo del maresciallo
Serra della Guardia Costiera che, nellestate 2010, si ritrova distaccato da Roma a Lampedusa e si trova a dover
fronteggiare larrivo di migliaia di profughi dal Nordafrica, con il solo aiuto di alcuni pescatori dellisola e di Viola
(Carolina Crescentini), responsabile del centro di prima accoglienza. Il progetto nasce in origine da unidea del
popolare attore romano, colpito da un salvataggio miracoloso di oltre seicento migranti occorso in mare nel 2008, ma
nello sviluppo della preparazione, levento originario è rimasto un semplice spunto. A giudicare dallaccurato dossier
diffuso dalla Rai, a dare corpo e voce allesperienza drammatica dei migranti in arrivo dalle coste libiche è soprattutto
un bambino egiziano nero (Dhaki), interpretato da Venji Liam Servina, scelto fra oltre trecento in una scuola alla
periferia di Roma. Buon per noi che fra gli altri tre ruoli nel cast ufficiale, almeno uno quello del palestinese Nemer
è coperto da Ahmed Hafiene, attore tunisino naturalizzato italiano, da anni alla ricerca di ruoli allaltezza delle sue
doti. Per gli altri due sono stati invece scritturati due interpreti francesi, Nina Gary (Fatima, madre di Dhaki) e Farid
Elouardi (lo scafista Adid), per la prima volta in Italia e con alle spalle solo ruoli minori in film e serie tv transalpine.
Caratteristiche simili, sia per format (miniserie in due parti) che per collocazione di rete e fascia (prime time, Rai 1) e
per concept, avrà Chiedilo al mare (Picomedia), per la regia di Alessandro Angelini, scritta da Giuseppe Fiorello con
Alessandro Pondi, Paolo Logli e Salvatore Basile. Liberamente tratta dal libro di Giovanni Maria Bellu, la fiction narra
del naufragio fantasma avvenuto nel Natale 1996 in cui morirono trecento migranti in acque siciliane. Le
informazioni in nostro possesso sono ancora più scarne, ma anche qui e forse in maniera ancora più marcata, tutto
lascia immaginare che i migranti saranno una presenza perlopiù indefinita, astratta, o al massimo declinata
rigorosamente al plurale, mentre a disputarsi la scena saranno verosimilmente Fiorello, nei panni del pescatore Saro,
e Giuseppe Battiston, entrambi ben noti al pubblico televisivo.
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Di diversa matrice gli inneschi di personaggi e interpreti afrodiscendenti in due fiction dazione molto attese. Rocco
Schiavone (Cross Productions), serie in 6 puntate ispirata alla fortunata saga poliziesca ideata da Antonio Manzini,
sceneggiata dallo stesso insieme a Maurizio Careddu e diretta da Michele Soavi per Rai 2, vede protagonista
lomonima figura del ruvido vicequestore romano, trasferito per motivi disciplinari ad Aosta, interpretata da Marco
Giallini. Accanto a lui un cast formato da diverse presenze di spicco del cinema e della televisione, da Isabella
Ragonese e Giorgia Wurth. Dovremo aspettare novembre per sapere quale ruolo di puntata avrà Miloud Mourad
Benamara, lanciato da Alessandro Siani in Si aspettano miracoli e di recente assurto a una certa, meritata, notorietà
dopo la sua partecipazione nel varietà Laura & Paola.
Assai simile per impianto la serie poliziesca in 6 puntate I bastardi di Pizzofalcone (Clemart), a sua volta tratta dai
romanzi di Maurizio De Giovanni, scritta dallo stesso De Giovanni con Silvia Napolitano e Francesca Panzarella, e
diretta per Rai 1 da Carlo Carlei. Al centro del plot un commissariato malfamato e in odore di chiusura, con base a
Napoli, al quale sono stati destinati quattro poliziotti scomodi. Con Alessandro Gassman un altro cast ricco di nomi
familiari (ancora Crescentini, Felice Imparato, Tosca DAquino, Massimiliano Gallo). Anche in questo caso sappiamo
con certezza che fra gli interpreti di puntata è prevista la presenza di attori afrodiscendenti di varie generazioni, dal
veterano Rufin Doh Zeyenouin (Quo vado?, Noi e la Giulia) allesordiente Sonia Lo, passando per la
cantante-interprete franco-senegalese Awa Ly, lex-Gieffino Samba Laobe Ndiaye e la romana Lorena Cesarini ( Il
professor Cenerentolo, Arance e martello), ma tutto lascia presumere che, visto limpianto di genere e
lambientazione, li vedremo verosimilmente nei panni di bulli o pupe della mala locale. Non resta che aspettare
anche in questo caso lautunno inoltrato.
Lecito nutrire maggiori aspettative da due altre produzioni, molto differenti stavolta. Il sogno di Rocco (Red Film) è un
tv movie diretto ancora da Marco Pontecorvo dopo Lampedusa e scritto da Liliana Eritrei, Adriana Sabbatini,
Salvatore Basile, Nicola Lusuardi con la collaborazione di Marco Pontecorvo, dal romanzo The Dancer. Storia
damore e di pugni in 12 round , ad opera delle stesse Eritrei e Sabbatini. Protagonista della vicenda è Rocco,
ex-pugile frustrato che gestisce una piccola palestra di pugilato a Ostia e si imbatte per caso in un ragazzo
senegalese, Ben Mbasa, che ha un talento naturale per la boxe. Rocco convince Ben ad allenarsi nella sua palestra
e diventa per lui un punto di riferimento mentre il ragazzo riaccende in Rocco la voglia di vivere. Dal plot, sembra di
desumere uno slittamento di punto di vista rispetto al romanzo, da Ben a Rocco, ma avremo modo di tornarci.
Peccato che, per quello che si prospetta essere uno dei ruoli più interessanti della stagione appannaggio di interpreti
afrodiscendenti, la produzione abbia deciso di affidarsi ancora a un interprete transalpino, il 30enne
franco-camerunese Yann Gael, noto per aver interpretato sulle scene il clown Chocolat, nel ruolo che poi sarebbe
stato di Omar Sy in Mister Chocolat. Lunica consolazione risiede nel fatto che qui, come anche nel caso dei due
interpreti di Lampedusa o dellAdel Bencherif di Anna & Yusef (Cinzia TH Torrini, 2015), ci troviamo davanti ad attori
di solida formazione professionale, e non presi dalla strada.
Laltra serie su cui possiamo nutrire ragionevoli attese è il family drama Tutto può succedere (Cattleya), remake
italiano di Parenthood giunto alla seconda stagione: nella saga dei Ferraro, centrata sul racconto delle relazioni e sul
confronto tra le generazioni davanti agli incidenti della vita, uno spazio di qualche rilievo si è andato conquistando
Feven (interpretata da Esther Elisha, anche lei con pedigree teatrale), violinista di talento e compagna per caso
dellultimo dei Ferraro, lo scapestrato Carlo (Alessandro Tiberi). La seconda stagione vedrà evolvere il loro ménage,
che ruota intorno al piccolo Robel (Sean Ghedion Nolasco), della cui esistenza Carlo è venuto a conoscenza solo a
cinque anni dalla nascita. Il tutto aspettando la seconda stagione dellaltro family drama per Rai 1 con uneroina 2G,
quell È arrivata la felicità scritto da Ivan Cotroneo che ha lanciato lesordiente Tezeta Abraham ed è attualmente
ancora in fase di sceneggiatura.
Se lasciamo solo le ultime righe di questo articolo alle altre emittenti è solo per sottolineare il loro assoluto
disinteresse a investire nella messa in cantiere di fiction italiane di qualche rilievo sul piano della diversità e
dellinclusione. Il risultato fallimentare, sul piano degli ascolti e non solo, dellesperimento Tutti insieme allimprovviso
, di cui ha fatto le spese la brava Félicité Mbezele, ha spinto la dirigenza di Mediaset ad astenersi da ogni nuova
proposta. Non stupirà allora lassenza dal cast artistico ufficiale della miniserie in otto puntate Rimbocchiamoci le
maniche (Endemol), diretta da Stefano Reali, di due interpreti già citati in precedenza, Rufin Doh Zeyenouin e Samba
Laobe Ndiaye, scritturati verosimilmente in ruoli di puntata poco significativi. Quanto a Sky e a Netflix il paradiso può
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attendere: nonostante la presenza in palinsesto di serie amatissime anche dal pubblico black come Scandal, Empire
e Orange is the New Black, nella testa dei programmatori non è ancora scattata lidea di provare ad ampliare il
bacino di utenza puntando sulla nicchia di audience sottorappresentata di migranti e seconde generazioni. Non è mai
troppo tardi.
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