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Valutazioni sul seminario “L’agricoltura Sociale: nuove frontiere della Multifunzionalità in
Agricoltura” di Antonio Carbone
L’Agricoltura Sociale è sempre più al centro delle riflessioni e dell’iniziativa in europea e in Italia.
Proprio il dibattito lanciato dalla Commissione Europea sullo stato di salute della PAC mentre da
una parte spinge alla ridefinizione del primo pilastro della politica agricola comunitaria, dall’altro
rafforza la prospettiva dello sviluppo rurale. E’ proprio su questo versante che vanno ad innestarsi
tutte le potenzialità dell’Agricoltura Sociale quale modello innovativo e incentrato sui principi della
multifunzionalità.
Una multifunzionalità che integra produzione di beni alimentari, in prevalenza biologici con
produzioni di servizi al territorio, e costruzioni di un moderno welfare diffuso sopratutto nelle aree
rurali.
Sono questi i contenuti affrontati nel seminario europeo “L’agricoltura Sociale: nuove frontiere
della Multifunzionalità in Agricoltura” sottoposti al confronto delle diverse esperienze nazionali
ed europea (Spagna, Portogallo, ecc).
Proprio da questo incontro si è reso visibile la diversità di approccio all’Agricoltura Sociale tra il
modello che si è affermato nei paesi Bassi, in cui la centralità è rappresentata dall’impresa agricola
storica la quale si apre a funzioni sociali, e il modello italiano nel quale la base di riferimento nella
realizzazione di queste esperienze è prevalentemente la matrice sociale e cooperativa che si integra
con l’esperienza agricola, nel senso più strettamente produttivo e trova un equilibrio tra questi due
fattori.
Il modello italiano risulta certamente più coinvolgente, capace di affermare sistemi di relazioni
territoriali più forti e intensi. Spesso l’azienda aperta all’Agricoltura Sociale si trova al centro del
territorio e rappresenta un punto di riferimento non solo per le produzioni agricole e biologiche, ma
anche per essere un luogo nel quale convergono e trovano risposte, le diversità i disagi individuali,
l’azione di recupero, il superamento delle marginalità..
Il fattore etico per l’azienda dell’Agricoltura sociale, nella nostra esperienza è rilevante così come
l’elemento equo e solidale.
Nel seminario è infatti emerso con grande interesse l’esperienza della costituzione di un “Distretto
Rurale”definito da questi fattori etici e relazionali, dentro il quale le attività aziendali di Agricoltura
Sociale superano la dimensione individuale e assumono un carattere di rete territoriale. Una rete,
che quindi produce un valore aggiunto per il territorio e per la singola azienda. Questo porta anche
all’individuazione di un marchio che esprima i molteplici caratteri di esperienza di Agricoltura
Sociale.
Lo sviluppo di questo confronto nel seminario ha fatto crescere la richiesta di una “Carta dei
principi e dei valori dell’Agricoltura Sociale” da definire come processo condiviso dai vari soggetti
impegnati in queste politiche e da proporre in sede europea.
E’ proprio infatti la dimensione europea il fronte nel quale rafforzare gli orientamenti di politica
agricola per determinare questa innovazione dei processi produttivi agricoli nei diversi paesi della
Comunità Europea.
Il convegno si è concluso con l’avvio alla elaborazione di questa carta sui principi dell’Agricoltura
Sociale e nell’impegno di una sua diffusione tra i vari attori, culturali economici ed istituzionali
oggi operanti.
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