Do+. Andrea Veronesi Do+.ssa Maria Grazia Nichem

CENTRO DI ATTIVAZIONE PSICOLOGICA
Studio Associato di Psicologia
Milano – Via Zure6, 1
tel 02 67077383
mail:[email protected] web: hHp://www.capsmilano.it
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Do#. Andrea Veronesi
Psicologo iscritto all’Albo degli
Psicologi della Lombardia n°5336.
Do#.ssa Maria Grazia Niche5
Psicologa iscritta all’Albo degli Psicologi della
Lombardia n° 5334.
Equipe autorizzata dalla ASL Milano, con delibera n. 1145 del 24/09/2013 ad effettuare
attività di prima certificazione diagnostica valida ai fini scolastici secondo quanto previsto
dalla legge 170/2010.
I servizi che il Centro offre sono: •  Problemi di insuccesso scolastico e disturbi specifici dell’apprendi-mento(DSA,
ADHD, ecc.)
•  Valutazioni e diagnosi psicologiche.
•  Consulenza psicologica per l’infanzia e l’adolescenza.
•  Psicologia scolastica e dell’educazione.
•  Orientamento scolastico e riorientamento
•  Consulenza psicologica all’adulto e alla coppia.
•  Psicologia della coppia e della famiglia.
L’ATTIVITA’ DI PSICOLOGIA SCOLASTICA Il Centro di Attivazione Psicologica si occupa in modo specifico di Psicologia scolastica e
Psicologia infantile e della famiglia, dedicandosi alle problematiche del bambino nella
scuola per l’infanzia e primaria, del preadolescente ed adolescente nella Scuola
secondaria. Una particolare attenzione è dedicata alle difficoltà di apprendimento sia per le diagnosi
che per il recupero e il potenziamento delle capacità di apprendimento
L’attività del Centro è articolata in :
•  Servizi di consulenza psicologica alle famiglie.
•  Servizi diagnostici.
•  Orientamento scolastico e professionale.
Autorizzato dalla ASL Milano, con delibera n. 1145 del
24/09/2013 e successiva n. 1499 del 10/11/2014 ad effe@uare
aAvità di prima cerEficazione diagnosEca valida ai fini scolasEci
secondo quanto previsto dalla legge 170/2010.
Proge#o realizzato per l’Is=tuto Confalonieri – Milano
«ATTIVITA’ DI CONSULENZA PSICOLOGICA PER LE
CLASSI TERZE, QUARTE, QUINTE DELLA SCUOLA
PRIMARIA E
CLASSI PRIME DELLA SCUOLA SECONDARIA»
Elemento centrale del proge#o:
CONSULENZA «ESPERTA» E SPECIFICA PER GLI
INSEGNANTI E PER I GENITORI IN TUTTI I CASI DI
DIFFICOLTA’ DIAGNOSTICATA OPPURE NON
DIAGNOSTICATA.
COME SI ARTICOLA:
.COLLOQUI CON GLI INSEGNANTI SU LORO RICHIESTA (PER
APPUNTAMENTO ALLO 0267077383).
.COLLOQUI CON I GENITORI SU LORO RICHIESTA O SU INVIO
DEGLI INSEGNANTI. I COLLOQUI SARANNO CON LA PRESENZA
O MENO DEGLI INSEGNANTI.
.I COLLOQUI SARANNO EFFETTUATI PRESSO LE SEDI
SCOLASTICHE.
ATTIVITA’ DI CONSULENZA CON GLI INSEGNANTI SU:
.COMPRENSIONE DEL PROBLEMA
.DEFINIZIONE DI STRATEGIE
.CONSULENZA PER IL PDP NEI CASI DSA E BES
.UTILIZZO DI MATERIALE TESTISTICO PER LA DEFINIZIONE
DELLE DIFFICOLTA’
.INTERPRETAZIONE DEI RISULTATI DELLE PROVE EFFETTUATE
Il servizio è dedicato ad una fascia di età che presenta molte differenze
al suo interno.
Dai 6 anni a i 10 si parla di periodo della fanciullezza.
Dagli 11 anni si parla di periodo preadolescenziale.
La divisione in fasce è convenzionale.
In realtà lo sviluppo di un bambino è qualche cosa di unico.
Quindi è importante ricordare che ogni bambino ha i suoi tempi e le
sue modalità per crescere.
7-8 anni svolta decisiva, periodo di assimilazione e ada#amento a realtà.
Gli a#eggiamen= sogge5vi lasciano il posto a un crescente interesse per
i da= ogge5vi della realtà.
Trasformazioni radicali del pensiero infan=le: modificano la
rappresentazione che il bambino si fa dell’universo e imprimono un
nuovo cara#ere ai suoi rappor= con gli altri.
Si afferma il pensiero logico che libera il bambino dal suo egocentrismo:
prima era so#omesso a tu#e le illusioni della percezione, ora è capace
di re5ficarle con il ragionamento e di introdurre ordine, stabilità e
coerenza nel mondo delle apparenze,
Verso gli a#o anni la natura diventa l’ogge#o di maggiore
interesse per il ragazzo, perché egli può osservare i fenomeni
scoprendone le leggi. Il mondo acquisisce un ordine. E’ il periodo
della passione per gli animali e le loro abitudini, l’a#ra5va per i
vulcani e i terremo=.
E’ una curiosità naturale legata al bisogno di esplorare
l’ambiente.
La realtà viene organizzata in categorie
La mente può raggruppare gli elemen= e porli in confronto. Gli
psicologi parlano di classificazione e seriazione.
Si formano nella mente del bambino, in base a determinate
cara#eris=che, dei raggruppamen= che gli psicologi chiamano
categorie.
La memoria
La capacità di memoria subisce nel periodo dai sei ai dieci anni un
cambiamento determinante in quanto passa da un codice prevalentemente
udi=vo e visivo ad uno seman=co. La parola subentra all’immagine
nell’espressione dei conce5 e le conoscenze si organizzano secondo l’ordine
gerarchico, cara#eris=co della memoria a lungo termine.
Il passaggio all’astrazione non deve togliere importanza alla memoria udi=va
e visiva la quale agisce a5vamente nel recupero delle conoscenze e
nell’automa=zzazione. Imparare a memoria le tabelline o le declinazioni dei
verbi in questa età, basandosi su ritmi o suoni è il mezzo più efficace per la
loro conservazione a lungo termine, sempre che a queste memorizzazioni
corrisponda un’effe5va comprensione.
Reiterazione
La memoria a breve termine si basa molto sulla reiterazione, cioè u=lizza
la ripe=zione ad alta voce o la subvocalizzazione. Il bambino, nei primi
anni della scuola elementare, tende a leggere ad alta voce, perché la
le#ura mentale gli riesce difficile. Quando le sue capacità migliorano lo
consigliamo di leggere mentalmente, perché può essere più veloce. Se,
però, deve memorizzare alcuni da= è opportuno che legga ad alta voce
perché, favorito dai suoni che egli stesso eme#e e che rimangono nella
memoria udi=va, ha il tempo di comprenderli e di memorizzarli.
Tempi
Verso la fine della scuola elementare è u=le insistere perché il ragazzo si
dia dei tempi di studio e di ripasso di ciò che ha acquisito. Poiché il riposo
favorisce una rielaborazione spontanea del materiale, è u=le un ripasso
veloce alla sera prima di andare a le#o e al ma5no prima della scuola.
Mol= ragazzi, per fa#ori emo=vi (eccessiva =midezza; tensione elevata,
difficoltà di concentrazione), rimangono spesso blocca= nell’apprendimento e consapevoli di ciò, diminuiscono la s=ma di sé.
Aiutarli agendo dire#amente sul cara#ere è impossibile, ma l’uso di
tecniche può diminuire le difficoltà, consentendo qualche piccolo risultato
e può favorire la ripresa dell’autos=ma, a vantaggio anche del cara#ere.
Fine dell’egocentrismo
La mente esamina ora i rappor= esisten= tra gli elemen= per arrivare
alla formazione dei conce5.
E’ come se la visione avvenisse dall’alto, in cui si può cogliere
contemporaneamente i vari ogge5, la loro distribuzione nello spazio, i
rappor= che instaurano tra loro e in quale direzione avvengono. Il
bambino esce dall’immagine che percepisce dire#amente per porsi
nello stesso momento in un’altra prospe5va.
L’aspe#o mentale diventa ora sempre più importante nella visione
della realtà.
Questa nuova capacità di pensare si estende anche alle azioni che il
ragazzo compie quo=dianamente e ai suoi comportamen=.
Per i genitori è, però, importante sapere che il ragazzo ora può capire
i suoi errori, per cui la spiegazione di ciò che si pretende o si
impedisce, diventa fondamentale e il cas=go viene ritenuto giusto.
Le regole
La regola diventa una necessità per confrontarsi e conoscere le proprie
capacità.
Essa non è vista come una costrizione, un limite, ma come la guida
necessaria per raggiungere dei risulta= e anche le punizioni (pensiamo
al gioco del calcio) non sono viste come un cas=go, ma come una
conseguenza logica del non rispe#o della regola.
Rapporto con gli adul=
Non è un contra#o che il ragazzo fa con gli adul= di rispe#o
vicendevole, perché questo verrà molto più tardi, ma l’acce#azione di
regole che assegnano ad ognuno dei compi= ben precisi: la maestra
deve insegnare, pretendere ordine, dare giudizi; l’allenatore pretendere
gli sforzi necessari per raggiungere dei risulta=, distribuire ruoli nei
giochi di gruppo e di giudicare l’operato; il genitore ha il compito di
dargli sicurezza di fronte ad ogni difficoltà, di pretendere
comportamen= educa=, valorizzare ogni a5vità o impegno che egli
compie e di punire qualora trasgredisca le regole.
Lo studio diventa un obbligo e l’impegno un’abitudine
Gli studi che si intraprendono dopo gli o#o anni si allontanano sempre
più dall’esperienza dire#a del ragazzo e la comprensione, la
memorizzazione diventano sempre più difficili. I conce5 hanno ancora
bisogno di appigliarsi all’immagine per fissarsi nella mente e non è facile
che ciò avvenga.
I genitori devono capire che lo studio è una fa=ca per il figlio, che è necessario
lo sforzo per raggiungere dei risulta= e bisogna pretenderlo.
Ognuno di noi sa per esperienza che è importante essere mo=va= allo sforzo,
perché lo si compie in modo spontaneo, ma non sempre ciò è possibile e in tal
caso è opportuno creare un’abitudine che tolga il pensiero della fa=ca ogni
volta che si deve iniziare. Lo si deve fare e basta.
Lo sforzo è mo=vato molto dalla riuscita per cui chi o5ene dei risulta= acce#a
più facilmente la fa=ca.
Il confronto con gli altri rende ancor più importante sia in senso posi=vo che
nega=vo il risultato e quindi l’acce#azione dello sforzo. Chi va male a scuola
peggiora sempre, mentre chi va bene migliora.
Importante è comprendere per quale mo=vo un bambino va male a
scuola, perché la comprensione delle sue difficoltà ci me#e nella
condizione di cercare di aiutarlo.
Ricordiamo che a nessuno studente piace andare male a scuola!
Se uno studente va male a scuola è perché non riesce ad andare bene.
Quindi va aiutato.
Questo è lo scopo della nostra presenza qui.
Grazie per l’a#enzione
Do#. Andrea Veronesi
Do#.ssa Maria Grazia Niche5
Centro di A5vazione Psicologica – Via Zure5, 1 Milano
tel 0267077383
mail:[email protected]