Gruppo 5: Manuela Franchin, Federica Alessia Franzetti, Marco Palestri, Micol Paolino, Selene Pavan, Marco Pedretti, Adrian Szymański, Stefano Stanca, Nicola Tibaldi Analisi dei testi sul tema dei “Processi di trasformazione delle coordinate spaziali e temporali” I processi di trasformazione delle coordinate spaziali e temporali tipici della globalizzazione che investono la società contemporanea si riflettono in tutti gli ambiti di interazione e in diverse modalità espressive. Nella nostra analisi abbiamo individuato sequenze di film, pubblicità, testi, brani musicali in cui i processi di trasformazione temporale e spaziale sono rappresentati esplicitamente o implicitamente. Questi materiali testuali, visuali e auditivi ricorrono frequentemente nella vita quotidiana di ciascun individuo, ma pochi riescono a cogliere il significato più profondo o la tendenza che rappresentano. In questo modo siamo riusciti a ricontestualizzare questi elementi in un ambito più ampio e dare loro un nuovo significato. A partire dall’analisi di un testo del 50 d.C. di Seneca all’ultimo film uscito nelle sale, abbiamo riscontrato elementi che continuano a riproporsi, simbolo di una società in continuo mutamento ma in perenne tensione con il futuro “La maggior parte dei mortali, o Paolino, si lagna per la cattiveria della natura, perché siamo messi al mondo per un esiguo periodo di tempo, perché questi periodi di tempo a noi concessi trascorrono così velocemente, così in fretta che, tranne pochissimi, la vita abbandoni gli altri nello stesso sorgere della vita” (Seneca, “De brevitatae vitae”, 50 ca. d.C.). Così Seneca, il filosofo stoico, si rivolgeva all’amico Paolino per consigliargli di abbandonare le cariche pubbliche e dedicarsi a una vita di riflessione e pace: di abbandonare il negotium per dedicarsi all’otium. “il tempo scorre velocissimo…le mie giornate volano! Non mi bastano…mi passa la settimana a una velocità estrema…cioè alla fine non mi rendo più neanche conto di che giorno è e magari è già fine settimana” (Ivana, web operator, Cagliari, 2004). Da quest’intervista e dalle esperienze di ognuno, sembra che i problemi non siano cambiati. Possibile che già i romani, che pure avevano edificato un impero “globale”, avessero così a cuore quell’accelerazione temporale tipica del sistema postfordista? Eppure sembra proprio che l’uomo non sia ancora riuscito a controllare, a prevedere o al più a seguire le trasformazioni delle coordinate spaziali e temporali in modo da non perdersi e non contaminare il presente e il passato con l’insicurezza del futuro. Seneca ci ha tramandato e dimostrato che: “noi non disponiamo di poco tempo, ma ne abbiamo perduto molto. La vita è lunga abbastanza e ci è stata data con larghezza per la realizzazione delle più grandi imprese, se fosse impiegata tutta con diligenza; ma quando essa trascorre nello spreco e nell’indifferenza, quando non viene spesa per nulla di buono, spinti alla fine dall’estrema necessità, ci accorgiamo che essa è passata e non ci siamo accorti del suo trascorrere. È così: non riceviamo una vita breve, ma l’abbiamo resa noi, e non siamo poveri di essa, ma prodighi”. Ma noi invece ancora oggi subiamo questi mutamenti temporali passivamente e ci lasciamo scorrere tra le dita minuti, ore senza neanche rendercene conto perché pensiamo siano piene: “mi dà la sensazione quasi che passi in un lampo e forse il fatto di fare tante cose, una incastrata con l’altra… non hai neppure il tempo di renderti conto di come sta passando” (Lucio, impiegato di Milano, 2003). La velocità del tempo che appare assoluta e spesso irraggiungibile, determina anche mutamenti strutturali a livello sociale: coloro che Seneca definirebbe “affaccendati”, vale a dire più o meno tutti oggigiorno, diventano una sorta di esseri inanimati che prescindono dalla relazione con le altre persone, che inceppano il normale corso dei flussi. “Vivendo a Milano, c’è questo correre continuo, questa cosa proprio che ci coinvolge tutti quanti e tante volte ci fa perdere un sorriso, una risata, una chiacchierata, perché non c’è, non c’è modo…”. I grandi classici letterari sono pieni di suggerimenti, di utili riflessioni per aiutarci ad affrontare tutti e tre i momenti della vita, passato, presente, futuro con cuore un po’ più propositivo. Un celebre scrittore come Marcel Proust ha dato un contributo notevole nella riflessione sulla grande tematica delle coordinate spazio-temporali. Già dal titolo della sua più celebre opera “Alla ricerca del tempo perduto”, notiamo la tensione dell’autore verso un viaggio per riportare a galla qualcosa di vissuto, del passato, ma verso cui tende anche il presente; i rigidi limiti spazio-temporali si affievoliscono, confondendo e inglobando nella narrazione l’esperienza narrata e l’esperienza della scrittura, creando una compressione temporale tra passato e presente per cui il secondo spesso confluisce nel primo e per cui i vari piani temporali si dissolvono. Il tempo si trasforma in flessibile, lo spazio diventa un luogo indefinibile della mente dell’autore, ma anche del lettore. Lo strumento che ci permette di non cadere nella più totale confusione diviene la memoria, nella più ampia accezione individuale, dove spontaneità e volontarietà vanno di pari passo. Eppure se si prova a confrontare la miniera di visioni e di esperienze che la letteratura ci offre, ciò che più risalta è la discontinuità delle coordinate spaziali e temporali, perché i processi di trasformazione di queste due dimensioni sono in perenne evoluzione, modificando e travolgendo ciò che incontrano sul loro cammino: trame, autori, personaggi. Prendiamo a titolo esemplificativo due diffusissimi romanzi: “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcìa Màrquez del 1967 e “Il codice da Vinci” di Dan Brown del 2005. Confrontando i due testi e utilizzando come strumenti di analisi gli elementi di trasformazione dei processi sopra citati, possiamo determinare importanti divergenze. Nel romanzo sudamericano, tutta la vicenda è ambientata in una sola cittadina, Macondo, tipico paesello della mata atlantica, torrido e polveroso, abitato da gente semplice che sparla di tutto e di tutti. Macondo ricorda terribilmente il paese natale dell’autore e le minuziose descrizioni, dovute all’unicità della dimensione spaziale ed esperienziale, portano il lettore a tuffarsi totalmente nella vicenda; l’unicità del luogo, con limiti definiti e sicuri, che dettano relazione e identità, aiuta questa immedesimazione durante il corso della narrazione. Un racconto che appunto si sviluppa nel corso degli anni, soffermandosi di volta in volta sulle peripezie dei personaggi e sugli stati d’animo che li accompagnano senza freni. Un ritmo scandito dagli accadimenti della famiglia, senza fretta, con considerazione equilibrata su ogni personaggio, fino a coprire la storia in un arco temporale di più di cento anni. A distanza di una quarantina d’anni, le coordinate spazio-temporali del romanzo sembrano essere state travolte: ritmi serrati, spazi infiniti creano un’ansia nel lettore prima sconosciuta che fonda l’essenza del genere thriller. Uno dei thriller più famosi, “Il codice da Vinci” appunto, può essere l’emblema di queste trasformazioni. Se nel romanzo di Garcìa Màrquez la vicenda si snoda in più di cent’anni di avventure, le oltre 500 pagine di Dan Brown affrontano gli intrighi di una sola notte: una compressione temporale che non lascia respiro né possibilità di interiorizzare ciò che si legge. Spari, morte, segreti, innamoramento, viaggi, racconti, calcoli, tutto nel giro di 24 ore! Solo la fase dell’innamoramento in “Cent’anni di solitudine” poteva durare tutta la vita… Anche la struttura del romanzo subisce variazioni: i capitoli si accorciano e arrivano anche a mezza pagina; le frasi e i periodi sono ridotti a poche parole, rendendo il ritmo incalzante e senza possibilità di perdersi in lunghe digressioni. Per non parlare infine dell’immensa porzione del globo che viene citata nel corso della narrazione: si passa da New York a Londra, dalla miriade di viuzze parigine alle aule di un’università americana. La globalità dello spazio ci catapulta forzatamente, senza preavviso, obbligandoci a rimanere come su un bordo sollevato da cui scrutare la vicenda; i luoghi si spersonalizzano nel momento in cui il lettore sobbalza tra paesaggi confusi, che non hanno il tempo di schiarirsi. Si scindono la dimensione spaziale e esperienziale, non solo perché non si conoscono i luoghi, ma perché questi diventano solo brevi scorci senza limiti. Ma rimane sempre vero che il romanzo non è altro che l’espressione delle esperienze e delle sensazioni del pubblico: anche noi oggi portiamo avanti un’esistenza che ci trasporta e sobbalza all’interno di un’aspazialità sottoposta a continue accelerazioni temporali. ARTE L’ARCHITETTURA DELLA FINE DELLA STORIA Nella storia dell’architettura c’è sempre stata una forte correlazione tra architettura e società , in quanto la prima ha cercato negli anni di rappresentare la storia della seconda. Oggi, all’insegna di un mondo globalizzato e caratterizzato da una “società in rete”, si sta diffondendo un’architettura atemporale, astorica e soprattutto aspaziale. Tale architettura postmoderna, che può essere definita “della nudità” in quanto le sue forme sono talmente neutrali, pure e diafane che non pretendono di dire nulla ( M. Castells “La teoria dello spazio dei flussi”), è tesa ad una ricerca di armonia formale transtorica e del non luogo, con una conseguente spersonalizzazione di quest’ultimo. Evidenti costruzioni moderne che comprendono tutti questi fattori sono le riproposizioni della stessa struttura nelle hall delle grandi catene alberghiere dislocate in tutto il mondo e, soprattutto, l’utilizzo di un sistema architettonico, i grattacieli, pressoché uguale nelle grandi città globali. Hall Hilton ( Milano, New York, Pechino, Valencia) Grattacieli ( Australia, Cina, Giappone, Italia, USA, Dubai) LA PITTURA TRA TEMPO E DINAMISMO Durante il periodo del movimento futurista,alcuni suoi esponenti, attratti da tutto ciò che riguardava la velocità,il movimento, l’accelerazione, dipinsero tele i cui soggetti erano automobili in movimento. Questi innovativi dipinti mostrano come un mezzo di trasporto recente consentisse una notevole accelerazione spaziale e temporale, vale a dire spostamenti più veloci permettendo di raggiungere luoghi relativamente lontani in un arco di tempo molto ridotto. In ordine: Luigi Russolo “ Dinamismo di un’automobile”1914 ; Giacomo Balla “Velocità di automobile” 1913 ; Giacomo Balla “Velocità astratta” 1913 “Il tempo è la dimensione delirante per eccellenza”. Così Salvador Dalì, un esponente del surrealismo, presentò la sua opera “La persistenza della memoria”. Definizione che può essere tranquillamente trasportata nel mondo contemporaneo, caratterizzato da ritmi frenetici, dove le ore, i minuti scandiscono inesorabilmente le nostre giornate. Salvador Dalì “La persistenza della memoria” 1931 L’ARTE DI VIVERE UNA SLOW LIFE Una possibile manifestazione di arte contemporanea che esprime una contraddizione dell’uomo moderno è rappresentata dalla “giornata mondiale della lentezza”, un’iniziativa partita nel 2007. L’uomo è diviso tra l’esistenza in una società che impone una continua rincorsa contro il tempo che incessantemente scorre destando i ritmi del nostro vivere quotidiano, e un desiderio di evadere da questa frenesia riappropriandosi della proprio temporalità. L’uomo segue l’atemporalità, ma allo stesso tempo cerca una maggiore lentezza nei ritmi che gli consenta un’esistenza più tranquilla per riscoprire i piaceri della vita. MUSICA L'avvento di una forte coscienza globale all'insorgere degli anni Sessanta si riflette nella musica concepita in quegli anni. Con il termine degli anni Cinquanta la musica di oltreoceano e oltremanica, jazz, rock e blues, s'incontrano e si scontrano costantemente. Il jazz degli anni Venti e Trenta, lento, ritmato e cantato lascia lo spazio all'avanguardia jazz: cacofonica, spaziale, e multietnica; mentre il blues sale sempre più dal profondo sud per poi trasformarsi nel rock viscerale di una generazione intera. Nuovi ritmi e sonorità da tutto il mondo si mescolano in continuazione formando un’aspazialità globale distruggendo e sormontando confini nazionali e culturali tramite la forza della musica. Partendo dalla fine degli anni Cinquanta la nuova generazione di giovani inizia a scontrarsi con nuove culture che tramite l'avanzamento della mobilità e della comunicabilità altererà la loro esistenza per sempre. Artisti come Sun Ra, Miles Davis e John Coltrane, capostipiti del jazz bop e hard bop si ritrovano a sperimentare, tramite anche l’ausilio di sostanze stimolanti e allucinogene, la possibilità di spezzare qualsiasi parametro di tempo dalla musica portando il jazz nell'avant-garde e sprigionando il free-jazz. Il ritmo e la metrica nel free-jazz vengono frammentati creando un suono irregolare rispetto a quello a cui il pubblico era abituato, creando un'irregolarità nel ritmo e nella metrica, spaziando da una più profonda atonalita' al rumorismo più sfrenato, assorbendo tradizioni musicali provenienti da ogni parte del mondo. Nel mondo del jazz e specialmente nel mondo del free jazz la compressione spazio-temporale non si e' mai ripercossa fortemente, anzi, più la musica si sviluppava e più si creava una forte dilatazione spazio-temporale con tracce musicali senza un limite nè di tempo nè di spazio. La Gran Bretagna intanto fungeva da reticolo europeo di tutte le sonorità che si propagavano dall'America. Cosi facendo negli anni '60 un "ponte fatto di musica" si è costruito tra l'America e il resto del mondo. Il costante scambio musicale e culturale sprigiona una vera a propria rivoluzione nella gioventù. Il rock and roll si sparge a macchia d'olio in tutto il mondo e in questi anni nasceranno i gruppi più incisivi e influenti nella musica mondiale. Gruppi musicali come i Beatles e i Rolling Stones si ritrovarono loro stessi innovatori della propria musica sotto influenze politiche e psicotropiche. La voglia di non aver più confini creativi e vitali emerge con la beat generation di fine anni Cinquanta. "Beat è il viaggio dantesco, il beat è Cristo, il beat è Ivan, il beat è qualunque uomo, qualunque uomo che rompa il sentiero stabilito per seguire il sentiero destinato." Con queste parole il poeta beat Gregory Corso descrive il percorso del vivere di questa natura libera dove il mondo è senza limite e i paesaggi diventano infiniti. I ragazzi della generazione beat si evolvono nella hippy generation che si è conclusa con l'evento catartico di Woodstock '69, che nel tempo avrebbe poi richiamato un lungo susseguirsi di commemorazioni annuali fino ai giorni d'oggi. La musica inizia a prendere una forma nuova poliedrica cercando di inglobare molteplici stili musicali provenienti da tutto il mondo, in melodie psichedeliche e pressoché infinite cosi creando il rock psichedelico e il rock progressivo. Il rock psichedelico viene caratterizzato da un pesante utilizzo di droghe allucinogene e non solo da parte dei suoi artisti. Nel 1967 esce "Sgt. Pepper's Lonely Hearts Club Band" dei Beatles, l'album segna l'inizio di una nuova era per la musica. Riportando sonorita' dalla musica classica alla musica tradizionale indiana, dal folk rock alle big band, i Beatles sono in grado di creare un concept album di geniali proporzioni. La musica spersonalizza il luogo e dalla prima traccia l'ascoltatore viene trasportato in un teatro dove non saranno i Bealtes a suonare ma bensì l'orchestra fittizia del Sergente Pepper. Il viaggio despazializzato continua in uno dei brani più celebri di questo album; Lucy in the Sky with Diamonds. "Follow her down to a bridge by a fountain, where rocking horse people eat marshmallow pies. Everyone smiles as you drift past the flowers,That grow so incredibly high" La completa distorsione dello spazio nel viaggio onirico dei Beatles abbinata ad un ritmo e una melodia in costante cambiamento, stabilisce un flusso temporale ondulato dove lo spazio diventa paesaggio per l'impossibile. Questo rivoluzionario metodo di costruire la musica ha definito il suono della generazione dei "figli dei fiori" fatta di sperimentazioni musicali,ma anche sociali e sessuali. Dopo un ventennio passato a combattere per i proprio diritti civili, la comunità afroamericana e sudamericana newyorkese sperimenta un "rinascimento" del ghetto. Come fu negli anni venti ad Harlem per il jazz e l'arte afroamericana, così alla fine degli anni '70 il Bronx e Harlem rinascono in un'esplosione di ritmi, parole, e di colori accesi dei graffiti. Dalle fiere radici musicali del soul e del funk, l'hiphop, si estende in tutte le direzioni dell'arte Le prime icone dell'hiphop fungevano da agente solidificante per una generazione profondamente liquida e senza solidi valori, dove ormai droga e criminalità ingolfavano le strade spersonalizzate rendendo tutti gli abitanti dei ghetti simili tra di loro. L'hip-hop, nella sua forma più completa fatta di musica da ballare e con messaggi positivi per la comunità in difficoltà, dalla fine degli anni '80 diventa Gangster Rap. Nato in principio a Compton, un "ghetto" di Los Angeles da una crew nota come "NWA" e' caratterizzata da una lirica violente e antisociale incentrata sull'odio per la polizia e sui propri "fratelli" creando una forte identità nei quartier,i che poi si suddividono in altrettante bande. "Straight outta Compton crazy motherfucker named Ice Cube From the gang called Niggaz With Attitudes...So when I'm in your neighborhood, you better duck, Coz Ice Cube is crazy as fuck, as I leave, believe I'm stompin but when I come back, boy, I'm comin straight outta Compton!" Le crude parole del MC Ice Cube risuonavano in tutti i "hoods" della nazione antagonizzando e innescando un flusso di violenza. La musica inizia a rispecchiare una realtà di strada che si può ritrovare ovunque nelle metropoli americane di quel periodo. Le strade di questi quartieri si trasformano in quei non-luoghi, dove solo la musica e la poesia del ghetto potevano placare l'odio e la violenza della vita della comunità. Questo nuovo tipo di hip-hop più violento nelle parole e più pesante nelle basi, con tanto di campionature dei suoni di armi da fuoco, spinge il mondo della musica hip-hop in un periodo buio ma socialmente illuminato. L'hip-hop viene reinterpretato in ogni grande città americana e fatto proprio. CINEMA Il concetto di cambiamento spazio-temporale è spesso stato al centro di trame cinematografiche. “Matrix”, è forse l'emblema della contrazione spazio temporale, con addirittura la coesistenza di due realtà parallele, con la sua simultaneità despazializzata e le sue continue accelerazioni temporali. La dilatazione temporale in relazione al processo di globalizzazione è posta al centro del film “L'uomo bicentenario”: esso infatti parla di un androide che dopo due secoli di vita rinuncia all'immortalità. Un'altra pellicola che analizza la questione temporale, anche in relazione ai contenuti del saggio “Il tempo vola”, è sicuramente “L'attimo fuggente”. Dalla ricerca sociologica contenuta nel brano, emerge la sensazione, sempre più centrale nella vita quotidiana, che il tempo a disposizione non sia mai a sufficienza, che ci si trovi in un vortice di cose da fare o che si vorrebbero fare, ma che non si riesce a realizzare. “L'attimo fuggente” ha come leit motiv l'esortazione a cogliere il massimo da ogni istante, carpe diem appunto, e cercare di farlo fruttare al massimo. “The terminal” invece, è il simbolo delle relazione quasi mediata, perchè proprio il protagonista passa dal totale smarrimento in un luogo a lui estraneo alla conoscenza attraverso il canale CNN della situazione politica del suo paese. Il film esemplifica il concetto di non luogo, l'area di transito aeroportuale, ma allo stesso tempo la mette in crisi: in questo non luogo per eccellenza vivono dell persone che lavorano, interagiscono fra loro e stabiliscono interazioni, creando identità. Questo non-luogo si trasforma così in un luogo. Inoltre il film affronta il tema degli scambi economici diseguali, in quanto determinati flussi sono ostacolati o permessi in base alla rete che si è stabilità tra diversi paesi, come per esempio accade per i farmaci nel film. “Gamer”, uscito nelle sale in Italia ad Aprile 2010, è un altro calzante esempio del non luogo e delle relazioni mediate, perchè il film tratta di un ipotetico futuro in cui gli individui vivono attraverso altre persone tramite dei chips installati nel cervello. Nel film il videogioco Second Life diventa realtà. Formati tv PUBBLICITA’ La pubblicità è il principale mezzo di comunicazione a pagamento con cui gli operatori economici tendono in modo intenzionale e sistematico a influenzare gli atteggiamenti e le scelte degli individui, in relazione al consumo di beni e all’utilizzo di servizi. Nata come forma di propaganda politica si è evoluta con l’invenzione della stampa prima, e poi con la rivoluzione industriale a strategia di marketing, che consiste nella pluralizzazione dell’offerta dei prodotti e servizi su un mercato mondiale fortemente concorrenziale, al fine di introdurre una “diversità funzionale” nella standardizzazione di massa. Le lunghe pubblicità del Carosello, ideate come piccole storie, del 1957 sono state sostituite dagli spot attuali di durata complessiva dai 7 ai 60 secondi. Questa tendenza riflette l’accelerazione dei ritmi di vita, tipica della globalizzazione: siamo continuamente bombardati dai spot rapidi e consecutivi, che pubblicizzano le ultime tendenze della società, dei prodotti tecnologici, delle mode, dei costumi, favorendo la dismissione dei prodotti e favorendo l’ideologia del cambiamento continuo. La velocità con cui le pubblicità trasmettono informazioni porta a un eccesso di informazione ricevute, soffocando e intasando la memoria, piuttosto che nutrirla e rafforzarla [Bauman]. Un esempio di accelerazione plateale della pubblicità sono le controindicazioni dei farmaci, che non essendo utili ai fini della promozione del prodotto vengono citate in 3-8 secondi rispetto ai 22-27 di pubblicizzazione del prodotto, provocando un fenomeno detto compressione vocale. La pubblicità non ha solo come fine la propensione ai consumi e l’adeguamento ai modelli di comportamento, ma svolge un ruolo di primaria importanza e rilevanza nel ridefinire e risemantizzare significati di merci, segni e simboli. La pubblicità della Coca Cola, come sottolinea Annamaria Riviera, ne è l’esempio più esplicito. L’autrice afferma che la pubblicità del prodotto sottolinea l’unicità della bevanda americana e l’esclusività del suo marchio e allo stesso tempo rivendica la primogenitura locale nella sua invenzione tramite il mito etnico di fondazione. La bevanda americana ha assunto un ruolo centrale sia nelle cerimonie dei Luo sia in quelle dei Geba, facendo emergere il prezzo che le diverse culture devono pagare per penetrare nel mercato mondiale delle identità. La pubblicità sopra riportata può essere ricondotta alla prima grande matrice della globalizzazione, la globalità, ovvero alla ridefinizione del concetto di limite, e quindi il rimpicciolimento del pianeta. Inoltre si può ricondurre anche al concetto di reticolarità, poiché in network creato dell’azienda produttrice, ridefinisce cosa è vicino e lontano, attraverso la formazione di flussi organizzati. La pubblicità del iPhone, invece, è l’emblema della convergenza funzionale, della mobilità plurime, dell’ubiquità, della convergenza materiale, ovvero della miniaturizzazione e concentrazione di media e canali comunicativi entro un singolo artefatto tecnlogico. Come dimostrano la serie di pubblicità del prodotto, che possiamo chiamare “C’è un app praticamente per tutto”, in un singolo strumento tecnologico c’è una convergenza di più funzioni: possiamo collegarci a internet,parlare con amici e familiari, viaggiare attraverso navigatori satellitari e guide turistiche, mandare mail e aggiornare i contatti di lavoro, giocare, scambiare informazioni con altre persone. iPhone è emblema della società post moderna e di aspazialità, perché le persone sono sempre collegate con il resto del mondo e non dipendono più da un luogo fisico, viene realizzato il desiderio, presente negli uomini sin dai tempi antichi di ubiquità. Tramite questo artefatto tecnologico le persone fanno convergere la sfera del pubblico e quella del privato, mescolandoli. Un’altra pubblicità di importanza rilevante sull’argomento è quella del nokia N97 “Online as it happens”, in cui non vengono presentate tutte le funzione dello smartphone come lo spot del iPhone, ma il vantaggio di essere sempre connessi. Il filmato assume rilevanza anche per soundtrack e per il filmato in se stesso: tutto è accelerato, sia la musica che le immagini, dando l’idea dell’accelerazione temporale dei ritmi di vita, tipica della globalizzazione. Inoltre la scelta di un nonluogo, come la Stazione Centrale di Milano, in cui le persone sono sempre di corsa, non si fermano mai è un altro sintomo della trasformazione spaziale. La pubblicità, oltre a essere una strategia di marketing, può anche essere analizzata come emblema di tendenza e utilizzata come propaganda. La pubblicità riflette il cambiamento, riflette la società e il modo in cui le persone di adeguano a questo. In particolare le pubblicità della Lega Nord, che difendono l’appartenenza a un territorio e una cultura padana , altra non sono che l’effetto della globalizzazione o meglio della glocalizzazione, ovvero della coesistenza fra la globalizzazione dell’economia di mercato e delle tecnologie, e la localizzazione dei processi identitari. Non esiste una vera cultura padana, ma è solo sintomo di un fenomeno più generale di risposta al sentimento d incertezza e insicurezza identitarie causati diversi processi, che possono essere racchiusi con il termine globalizzazione. Come afferma Clifford Geertz: cosmopolitismo e provincialismo non sono più in contrasto, anzi, sono interconnessi e si rafforzano a vicenda. Dalla pubblicità di Trenitalia che pubblicizza il treno Frecciarossa, si trovano i concetti di accelerazione temporale, come è citato nello slogan “cresce il tuo tempo” e di compressione spaziale. Nella nostra società è presente una profonda trasformazione del tempo e dello spazio dovuta a una crescente velocità di circolazione delle merci, delle persone e delle informazioni e della relativa distanza tra i luoghi, infatti il ritmo di vita si intensifica. L’accelerazione presente in questo spot è metafora di diversi aspetti della società: - economico: esprime l’esigenza capitalistica di risparmiare tempo sulla base dell’equivalenza fra tempo e profitto. -culturale: vengono individuati gli ideali di cambiamento costante, propri della modernità -strutturale:rinvia infine all’accelerazione dei ritmi del mutamento come conseguenza della specifica differenziazione della società moderna. Se queste forze stimolano l’accelerazione occorre distinguere anche tre piani analitici diversi: -accelerazione tecnologica (comunicazione e informazione) -l’accelerazione dei processi di trasformazione sociale: ogni generazione è costretta a confrontarsi in modo costante con una pluralità di processi di mutamento,che la attraversano trasformando gli scenari quotidiani. -l’accelerazioni dei ritmi di vita: (compressione temporale da cui sono investite le nostre azioni quotidiane). VIDEOGIOCHI Il mondo dei videogiochi e dei videogiochi online è uno degli esempi che rispecchia il concetto di “non luogo”, cioè tutti quegli spazi che si riproducono in modo uguale in contesti diversi. Questi tipi di intrattenimenti sono usufruibili attraverso internet e computer. Grazie alla presenza di reti sviluppate e innovative, è possibile riorganizzare ciò che è vicino e ciò che è lontano, creando un flusso di interazioni continue e volontarie. “THE SIMS” è un videogioco molto di moda negli ultimi 5 anni. Attraverso questo gioco, è possibile creare un vero e proprio nucleo famigliare, composto da persone le cui caratteristiche fisiche e psicologiche vengono scelte e selezionate dal giocatore. É necessario costruire una casa per la famiglia, scegliere le professioni dei suoi membri, organizzare la vita quotidiana di tutti, cercando di soddisfare i bisogni ed i desideri di ognuno. É possibile anche migliorare la carriera lavorativa o scolastica dei membri della famiglia. Infine è anche possibile creare una cerchia di amici con cui la famiglia potrà uscire, divertirsi e vivere esperienze. É dunque un tipo di videogioco che permette di prescindere dallo spazio fisico, sostituendolo con uno spazio virtuale, che però riproduce quasi alla lettere lo spazio reale. Infatti, oltre allo spazio, anche la vita che viene condotta dai personaggi del videogioco ,è molto simile alla vita reale di ogni individuo, poiché è decisa da un giocatore che ha la possibilità di inventare nuove vite. I videogiochi online sono un po' diversi dai semplici videogiochi, poiché essi presuppongono la continua e necessaria interazione tra vari individui che giocano contemporaneamente in luoghi diversi. In questo caso, la rete è lo strumento fondamentale che rende possibile questi tipi di rapporti. Esistono molti tipi di videogiochi online: “SECOND LIFE” oppure diversi giochi di ruolo online, come World of Warcraft. In ognuno di essi però è necessario crearsi un personaggio, scegliendo tutte le sue caratteristiche, che possono sia rispecchiare la persona stessa oppure possono essere una proiezione di ciò che si vorrebbe essere. Ci si deve armare di equipaggiamenti, che diventano sempre migliori nel momento in cui si passa ad un livello di gioco superiore. Fondamentale è poter salire di livello nel videogioco, poiché questo porta ad una serie di vantaggi funzionali al completamento del gioco stesso. Durante tutto il percorso, i vari personaggi si possono incontrare, in questo spazio virtuale che è il paesaggio del gioco, creando alleanze o inimicizie. I rapporti interpersonali diventano sempre più intensi mano a mano che il gioco prosegue e si sale di livello. Tendenzialmente sono giochi che occupano molto tempo, poiché, soprattutto quando si arriva ad un livello molto alto, le sfide e i combattimenti diventano molto più complicati. Naturalmente, mano a mano che il livello del gioco aumenta, matura ed evolve anche il personaggio stesso, assumendo caratteristiche fisiche o psicologiche superiori. Molti di questi giochi diventano quasi alienanti per coloro che li utilizzano, poiché viene creata una vita parallela che deve essere vissuta quanto quella reale. Anche le interazioni tra persone che giocano possono diventare delle vere e proprie relazioni online che rimangono però nella sfera del virtuale. Spesso succede che vengono anche messi in vendita, sempre online, alcuni personaggi, che magari hanno raggiunto livelli molto alti in giochi complessi. In questi casi ,l'a-spazialità consente di poter comprare via internet qualunque tipo di servizio, persino un personaggio creato da qualcun' altro, potendo nuovamente prescindere dello spazio fisico del mercato e rimanendo nella sfera virtuale. Anche in alcuni social network, come ad esempio Facebook, esistono dei giochi che possono essere fatti online e che presuppongono una sorta di relazione tra diverse persone: ad esempio “FARM VILLE” o “MAFIA WARS”. Sono giochi che necessitano di altre persone connesse in rete nello stesso momento per poter condividere questo tipo di passatempo. In ultima analisi, i concetti cha abbiamo qui sopra analizzato li possiamo individuare sia nella nostra storia che nella nostra quotidianità: dal leggere la mattina un giornale, a guardare la televisione la sera, a girare per una città o a navigare in internet. TUTTO INTORNO A TE