Sperimentazione in agro-omeopatia

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12/09/2014
Patologia Vegetale Applicata
anno accademico 2013-2014
Sperimentazione
in agro-omeopatia
Gruppo di ricerca Lucietta Betti,
Sistemi modello pianta/fungo da noi utilizzati
interazione Cavolfiore/Alternaria brassicicola
interazione Fragola/Botrytis cinerea
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Il Cavolfiore
- Il Cavolfiore (Brassica oleracea L. var. botrytis L.) appartiene alla famiglia delle Brassicacee
ed è una tra le crucifere più coltivate in Italia, diffusa soprattutto nelle regioni centromeridionali (Campania, Marche, Toscana, Lazio, Puglia e Sicilia).
Cavolfiore bianco
Violetto di Sicilia
Cavolfiore verde o
cimone
- E’ caratterizzato da un'infiorescenza,
detta testa o corimbo, costituita da
numerosi peduncoli fiorali, molto
ingrossati e variamente costipati.
L'infiorescenza, che può assumere una
varia colorazione (bianca, verde, violetta)
costituisce la parte commestibile
dell'ortaggio.
-E’ una pianta erbacea a ciclo biennale: nel I anno svolge la fase vegetativa, sviluppando il
sistema radicale e l’epigeo, portando a completa maturazione il corimbo; nel II anno la pianta
entra nella fase riproduttiva, con sviluppo dei getti fiorali e successiva maturazione dei semi.
-Ha numerose varietà, che vengono distinte in base all'epoca di maturazione: varietà
precocissime (raccolte ad ottobre), precoci (raccolte a novembre-dicembre), invernali
(raccolte a gennaio-febbraio) e tardive (raccolte da marzo a maggio).
-Contiene i glucosinolati, metaboliti secondari presenti in tutte le specie di Brassicacee,
coinvolti nei meccanismi di difesa della pianta e caratterizzati da un’alto valore nutrizionale
(attività antiossidante e antitumorale)
Alternaria brassicicola
- Il genere Alternaria appartiene ai Deuteromycota o “funghi imperfetti”, raggruppamento
artificiale di funghi caratterizzati dall’assenza in natura di uno stadio sessuato; lo stadio
assessuato è detto “anamorfo” e quando riscontrato, lo stadio sessuato è detto “teleomorfo”
(correlabile a quello degli Ascomiceti e più raramente dei Basidiomiceti). Al tale genere
vengono ascritte circa 50 specie, generalmente saprofite o parassite di molti tipi di piante.
-Tra le diverse specie, Alternaria brassicicola è l’agente patogeno responsabile
dell’alternariosi, malattia che provoca in tutto il mondo i maggiori danni alle colture di
cavolfiore.
Macchie necrotiche fogliari, con
anelli concentrici
Zonature concentriche in foglie
Sintomi necrotici sul corimbo
- La malattia si manifesta con la formazione sulle foglie e sull’infiorescenza di particolari
tacche necrotiche: forma tondeggiante, color bruno scuro con zonature concentriche
all’interno, puntiformi inizialmente e contornate da un alone clorotico giallo soprattutto nella
fase iniziale; la confluenza di queste lesioni produce ampie aree necrotiche che fanno
avvizzire e cadere prematuramente le foglie.
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Il corpo o micelio, di color bruno, è costituito da ife filamentose e settate dalle
quali si originano le spore o conidi spesso uniti in catenelle, che si diffondono
nell'atmosfera trasportate dal vento, provvedendo alla riproduzione ed alla
diffusione. Sono tozze, scure, di forma tipicamente clavata, settate
trasversalmente e longitudinalmente e possono essere trovate facilmente
nell’aria, nel suolo, in materiale vegetale e nel cibo.
Ife e conidi di A. brassicicola
Conidi di A. brassicicola
A. Brassicicola è un fungo necrotrofo (si nutre di materia organica morta e in
decomposizione), cioè un parassita facoltativo (prima uccide l’ospite e poi si nutre
delle cellule morte); in genere attacca tessuti giovani, deboli o senescenti; può
crescere come saprofita.
Controllo dell’alternariosi in agricoltura convenzionale:
Fungicidi di sintesi
Ossicloruro di
rame
Solfato di rame
Controllo dell’alternariosi in agricoltura biologica:
si basa principalmente sull‘utilizzazione dei composti di
rame (solfato, ossicloruro e idrossido).
Idrossido di rame
Meccanismo di azione:
Il rame agisce contro un numero elevato di crittogame per contatto fogliare come
ioni rame (Cu2+). Dopo il trattamento, le spore dei funghi assorbono rame in dosi
elevatissime, che induce fenomeni tossici a livello cellulare, impedendo alle spore di
germinare.
In particolare il rame :
- presenta un‘azione diretta sul processo respiratorio, a livello dell‘acetilcoenzima A
e del ciclo di Krebs;
- sostituisce alcuni cationi (idrogeno, calcio, magnesio) della parete chitinosa
- interferisce con i processi di trasporto delle membrane cellulari, denaturando
amminoacidi ed enzimi
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Vantaggi: elevata efficacia e azione a lunga durata
Svantaggi:
1) possibile fitotossicità
- ripetute irrorazioni provocano danni sui frutti e sulle foglie
Disseccamento
(arrossamenti, disseccamenti e caduta precoce); le radici si
presentano corte, grosse e con capacità di scambio cationico alterata
- quantitativi elevati nel terreno causano clorosi ferrica (ingiallimento
delle foglie causato dal limitato assorbimento del ferro da parte della
pianta, in conseguenza dell‘eccesso di rame, che agisce da antagonista
del ferro) diminuiscono l‘attività fotosintetica e lo sviluppo della
pianta
Clorosi ferrica
2) accumulo nel terreno
- inibizione dell‘attività dei microrganismi terricoli (batteri, alghe,
micorrize, funghi).
- riduzione del processo di umificazione
3) danni agli insetti ausiliari (predatori o parassiti di insetti o altri
artropodi fitofagi e permettono di evitare o limitare l'uso degli
insetticidi. Sono utilizzati nella lotta biologica e integrata. Es. la
coccinella che si ciba di afidi)
4) dimunuzione dei coleotteri carabidi e dei lombrichi
5) acidificazione del suolo
Per queste ragioni, l‘Unione Europea ha emesso una direttiva (Commission Regulation EC no.
473/2002) che stabilisce una riduzione dell‘uso del rame in agricoltura biologica
si è reso necessario trovare dei trattamenti alternativi o integrativi ai sali di rame.
Una possibile scelta potrebbero essere i trattamenti omeopatici che hanno il
vantaggio di non provocare alcuna tossicità nè accumulo nell‘ambiente, grazie al loro
estremo livello di diluizione.
Scopo della nostro progetto di ricerca:
identificare e selezionare alcuni trattamenti HD DYN ORG ( Tipo Omeopatico : OM )efficaci
nel controllo dell‘alternariosi che potrebbero essere proposti per l‘uso pratico nel contesto
di un‘agricoltura sostenibile.
A tal fine abbiamo effettuato diverse sperimentazioni:
Esperimenti in vitro:
i trattamenti OM erano posti a diretto contatto con il fungo
Esperimenti in planta:
piante inoculate artificialemte con il fungo erano
trattate con i trattamenti OM in ambiente controllato
Prove di campo:
piante inoculate artificialemte con il fungo erano
trattate con i trattamenti OM in pieno campo
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Scelta dei trattamenti
- acqua distillata (C) (controllo negativo – campioni di controllo che non
ricevono nessuno dei trattamenti in prova ma che devono essere
sottoposti a tutte le operazione colturali e di somministrazione delle
sostanze test cui sono sottoposti gli altri campioni in prova)
- acido β-amminobutirrico (BABA) e ossicloruro di rame (Cu) (controlli
positivi – cioè controlli trattati con sostanze di cui si conosce già
l’efficacia sulla coltura o sul patogeno in esame e di cui ci si aspetta già
un determinato risultato)
Acqua distillata
BABA
- bentonite (argilla normalmente usata in agricoltura biologica contro le
infezioni fungine, che, in virtù della sua azione assorbente, toglie
l’umidità impedendo la germinazione e lo sviluppo dei funghi)
Cu
Bentonite
Per quanto riguarda la scelta dei trattamenti agro-OM occorre
ricordare che in fitopatologia non esiste un equivalente della Materia
Medica Omeopatica presente invece in medicina umana e la scelta del
giusto rimedio risulta essere molto difficile.
Tuttavia nell’impostazione di una prova sperimentale è possibile
selezionare i trattamenti agro-OM seguendo diversi approcci.
1) Seguire i principi dell’omeopatia classica: legge dei simili, secondo la quale qualunque
sostanza che, somministrata in forte dose ad una persona sana provoca determinati disturbi,
può, a dose bassissima, far scomparire quei determinati disturbi nella persona malata che
presenta gli stessi sintomi.
Sulla base della legge dei simili sono stati selezionato Minerali che a
concentrazione ponderale inducono tacche necrotiche simili a quelle
provocate da A. brassicicola
A. brassicicola
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Selezionare trattamenti OM contenenti metalli poichè molti metalli svolgono un ruolo molto
importante nella nutrizione della pianta e nella resistenza alle malattie.
Per questi motivi e siccome il rame possiede una nota attività anti-fungina, è stato selezionato
il trattamento Rame ad alte diluizioni.
3) Utilizzare il cosiddetto nosode, cioè un estratto diluito e dinamizzato
del tessuto vegetale infetto: foglie di cavolfiore infettate artificialmente,
l’estratto viene filtrato e dinamizzato ad alta diluizione .
Riassumento i trattamenti OM utilizzati sono stati:
-Metallo y4
- Metallo y3
- nosode
Esperimenti in vitro
Germinazione in vitro dei conidi di A. brassicicola
• sospensioni fungine a concentrazione nota nei diversi trattamenti
- crescita in vitro (a 25°C) del fungo in piatra Petri su substrato
agarizzato contenente un antibiotico (streptomicina) per impedire la
crescita batterica
- raschiamento (in acqua o nei diversi trattamenti) della superficie della
colonia per staccare i conidi e, previa filtrazione, preparazione della
sospensione fungina in una provetta di vetro
- verifica della concentrazione con apposito vetrino conta-conidi (cella
Thoma) al microscopio ed eventuale aggiustamento della concentrazione
mediante diluizione o aggiunta di conidi
• allestimento di vetrini porta-oggetto ciascuno con 2 gocce di
sospensione fungina
• incubazione in camera umida (piatra Petri contenente carta
assorbente imbibita di acqua) in termostato a 25°C per 5 h
• esame al microscopio ottico,
analizzando 2 immagini non
sovrapposte scelte a caso
• valutazione della percentuale
di germinazione mediante il
conteggio visivo delle spore
totali e di quelle germinate
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• sono stati effettuati 6 esperimenti, uno per ciascun trattamento in prova
• in ogni esperimento il trattamento saggiato è stato confrontato con il controllo e sono state
utilizzate 10 piastre Petri (= 10 repliche) ciascuna contenente 2 vetrini (una per il controllo e
una per il trattamento) con 2 gocce/vetrino
Metallo
Rame
Controllo
Nosode
Diluizione y3 Diluizione y4 Metallo
I risultati mostrano che Cupr ad entrambe le diluizioni e As a diluizione 35x inducono una
riduzione altamente significativa della percentuale di germinazione rispetto al controllo.
Esperimenti in planta
• piante di cavolfiore allo stadio vegetativo di 5±1 foglia (di circa 4-5
settimane) sono state spruzzate in cieco con i 3 diversi trattamenti (Metallo,
Rame , Nosode, 12 piante/trattamento) sia prima che dopo l’inoculazione
artificiale del fungo.
• l’inoculazione è stata effettuata spruzzando l’intera pianta con una
sospensione fungina a concentrazione nota. Le piante sono state poi coperte
per 4 giorni con un sacchetto di polietilene per permettere la formazione di un
ambiente umido favorevole alla germinazione delle spore.
• dopo circa 2 settimane dall’inoculazione, si è proceduto alla valutazione visiva
in cieco dei sintomi assegnando a ciascuna pianta un punteggio (0-4) sulla base
di una scala di infezione precedentemente stabilita
0= nessun sintomo visibile
1= poche tacche
necrotiche senza clorosi
2= qualche tacca
necrotiche con clorosi
3= numerose e più grandi tacche
necrotiche e maggior clorosi
4= tacche necrotiche
con clorosi su più del
50% della foglia
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Metallo y4 Metallo y3 Nosode
Controllo Nosode y3 Nosode y4 Controllo Metallo y3 Metallo y4
I risultati mostrano che Metallo y3 induce una riduzione altamente significativa dell’indice di
infezione rispetto al controllo (- 42,1%). Nessuna differenza vs. C è stata riscontrata per i
trattamenti nosode e Rame ad entrambe le diluizioni.
Come ci si aspettava, i controlli positivi (Cu e BABA) hanno controllato lo sviluppo della malattia
inducendo una diminuzione dell’indice di infezione di circa il 70 % e il 66%, rispettivamente.
Esperimenti in campo
1. Prova di campo
• la prova è stata condotta nell’azienda sperimentale della Facoltà di Agraria dell’Università di
Bologna
• il campo è stato suddiviso in 24 parcelle ciascuna con 6
piante/trattamento, e ogni trattamento è stato replicato 4 volte
secondo uno schema a blocchi randomizzati
- il campo è stato suddiviso in 4 file
- ciascuna fila è stata suddivisa in 6 parcelle (o blocchi) perché 6
sono i trattamenti da saggiare.
- a ciascun colore corrisponde un trattamento.
- ciascun blocco/trattamento è stato ripetuto 4 volte in modo
randomizzato, cioè la posizione del blocco/trattamento è stata
scelta a caso (l’importante è che in ciascuna fila siano
rappresentati tutti i trattamenti).
Fila 1 Fila 2 Fila 3 Fila 4
Schema a blocchi randomizzati in cui si
possono distinguere le varie parcelle in cui è
stato suddiviso il campo.
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• i trattamenti sono stati distribuiti “spray” sulle
foglie 3 volte prima e 4 volte dopo l’inoculazione
artificiale del fungo (1x107 conidi/mL), effettuta
sulle foglie prima della comparsa del corimbo.
• siccome dagli esperimenti in vitro e in planta è risultato che, tra i trattamenti OM, solo
Metallo y3 ha indotto effetti significativi in entrambe le prove, si è deciso di testarlo in
campo.
• i trattamenti utilizzati sono stati: Controllo, Cu 3, 1 e 0,3 g/L, Bent, Metallo y3.
• la valutazione del livello di infezione è stata effettuata sui
sulle foglie e sui corimbi, in cieco, da 2 diversi operatori in 3
rilievi successivi.
•la valutazione visuale dell’area necrotica di ogni pianta è stata
condotta sulla base di una scala di valutazione precedentemente
definita (da 0 – nessuna infezione - a 100 – infezione totale)
•i dati sono poi stati elaborati statisticamente.
• la valutazione del livello di infezione effettuata sulle foglie non ha evidenziato alcuna
differenza rispetto al controllo
• la valutazione del livello di infezione effettuata sui corimbi in 3 tempi successivi, ha
evidenziato, al terzo rilievo, una significativa riduzione dei sintomi indotta da Metallo y3, Bent.
e Cu 3 g/l, con una efficacia relativa vs. C rispettivamente di 46%, 48% e 45%.
Metallo y3 ha avuto un’efficacia paragonabile a quella del rame a 3g/L
• poichè il trattamento omeopatico è stato distribuito sulle foglie prima della formazione dei
corimbi, si può ipotizzare che esso induca una maggiore resistenza della pianta all’infezione
fungina
Metallo y3
Bentonite
Rame 1
Rame2
Rme 3
Il trattamento OM sembra avere un effetto sul metabolismo della
pianta (aumento del contenuto di glucosinolati).
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Per riassumere ...
Effetti Del Metallo y3 Omepatico sull’interazione
cavolfiore/Alternaria brassicicola
- azione diretta sul fungo (inibizione della germinazione delle spore di circa il 60%)
- controllo dell’infezione fungina su piante di cavolfiore allevate in camera di crescita
(efficacia relativa pari al 42.1%)
- diminuzione del livello medio di infezione (- 45.7%) su piante coltivate in pieno
campo
- aumento di alcuni parametri agronomici e del contenuto dei glucosinolati
I risultati ottenuti sembrano indicare che i trattamenti OM
possono costituire un approccio potenziale e affidabile per
l’agricoltura sostenibile.
Sembra che Metallo y3 OM potrà essere una alternativa al
rame, dopo verifiche tramite altre sperimentazioni sia di
laboratorio che di campo
La Fragola
Con il nome di fragola sono conosciute diverse piante del genere Fragaria appartenenti alla
famiglia delle Rosacee (sottofamiglia Rosoideae, genere Fragaria)
pianta figlia
pianta figlia
E’ una pianta perenne con foglie
trifogliate, lungamente picciolate, tutte
basali; i fiori sono portati da fusti privi
di foglie e sono riuniti in racemi (da 5 a
8). La pianta corre sul terreno grazie agli
stoloni o fusti striscianti. Da essi si
generano rosette di foglie e radici, da
cui partono i getti fiorali.
stolone
Il termine frutto nel caso della fragola non è botanicamente
corretto. La parte rossa e gustosa della fragola non è infatti il vero
frutto: è il ricettacolo del fiore fortemente ingrossatosi a seguito
della fecondazione. Si tratta in effetti di un falso frutto.
I frutti veri, invece, sono i piccoli acheni immersi nella sua polpa e
visibili come puntini gialli. Il rosso ricettacolo rigonfio serve ad
attirare gli animali che, mangiandolo, provvedono poi alla dispersione
degli acheni, eliminandoli con le feci.
Contiene numerosi composti ad alto valore nutrizionale: polifenoli (flavonoidi e antocianine),
acido ascorbico (vitamina C).
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Scopo della nostro progetto di ricerca:
Verificare l‘efficacia di alcuni trattamenti OM su piante di
fragola valutando i seguenti aspetti:
1) Fitopatologico: controllo dell‘infezione indotta da
B.cinerea su piante allevate sia in camera di crescita che in
campo (esperimenti in planta e in campo)
2) Agronomico: produzione di frutti (prove di campo)
3) Sensoriale e nutraceutico: Panel test, attività
antiossidante, polifenoli e flavonoidi da fragole
provenienti dal campo
Scelta dei trattamenti
- acqua distillata (C) (controllo negativo)
Acqua distillata
- avendo condotto le prove di campo presso un’azienda agricola biodinamica privata
(Franco Pedretti), in questo caso non abbiamo potuto utilizzare sostanze chimiche di
sintesi come controlli positivi per evitare la “contaminazione” e l’accumulo nel terreno.
Per quanto riguarda la scelta dei trattamenti agro-OM abbiamo selezionati i trattamenti
sulla base di screening preliminari. In particolare:
- Zolfo y1, scelto perchè
1) viene citato in un testo di agro-omeopatia come efficace contro
diverse malattie fungine, tra cui la muffa grigia
2) da precedenti screening preliminari condotti in vitro, aveva indotto
effetti significativi nel controllo dell’infezione.
Il livello di diluizione è inferiore al numero di Avogadro e quindi sono
presenti ancora molecole della sostanza di partenza.
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- Corno equiseto OM, scelto perché è un preparato innovativo, formulato secondo i principi
dell’agricoltura biodinamica, saggiato già in sperimentazioni presso aziende biodinamiche
(comunicazione personale)
L’equiseto (coda cavallina) è una pianta che cresce nei
terreni umidi e in zone dove vi sono ristagni idrici.
Il quarzo ialino (diossido di silicio, SiO2), detto
anche cristallo di rocca, è una varietà
completamente incolore e trasparente di quarzo.
All’inizio della primavera, i corni sono riempiti con una
miscela di Equiseto arvense in polvere e quarzo ialino
finemente tritato; i corni sono poi sotterrati in un
terreno biodinamico. Il materiale organico è lasciato
decomporre durante l’estate ed in autunno i corni
vengono dissotterrati (dopo circa 150-180 giorni di
maturazione). Poi vengono lasciati all’aria durante i mesi
invernali e nella primavera successiva il composto è
pronto per essere utilizzato. Si presenta come una
polvere nera e secca, ricca di zolfo e silice.
Si utilizza in piccolissime
dosi (5g/30l acqua piovana
tiepida), dopo averlo
dinamizzato per 1 ora.
In biodinamica lo si utilizza contro alcuni funghi patogeni del suolo, per favorire i processi
legnosi dei tessuti e per rendere più forti le piante alle marcescenze
- Zolfo y1 + Corno equiseto OM, miscela al 50% dei 2 trattamenti sopra descritti per valutarne
l’eventuale sinergia
Prova fitopatologica: esperimenti in planta
- 80 piantine di fragola var. Irma, provenienti da agricoltura
biologica, con fiori e frutti già presenti, sono state poste nella
stessa camera di crescita a T° e umidità controllate e suddivise
in 4 gruppi da 20 piantine ciascuno.
- I trattamenti sono stati somministrati a spray fino a
gocciolamento (100ml/trattamento), per 7 volte, a distanza di 7
giorni l’uno dall’altro.
- I rilievi sono stati effettuati in cieco con cadenza settimanale
e il parametro valutato per ciascuna pianta è stato il numero di
fragole sia totali che infette.
- l’inoculazione artificiale con la sospensione fungina non è stata effettuata,
essendo le spore di B. cinerea già presenti nella camera di crescita: ciò al fine
di valutare l’effetto dei trattamenti verso un’infezione di tipo naturale.
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Risultati relativi alla frequenza (%) di frutti infetti da B. cinerea in funzione del
tempo e di tre trattamenti omeopatici oltre al controllo.
Controlllo
Zolfo y1
Corno Equseto OM
Zolfo y1 Cono Equiseto OM
In generale che tutti i trattamenti OM hanno indotto una riduzione della frequenza di
fragole infette. In particolare, Zolf y1 e Zolfo y1 + Corno equiseto 6x hanno mostrato
gli effetti più evidenti, significativi per quest’ultimo a P≤0,05 negli ultimi 5 rilievi.
A fine prova (a 40 giorni dall’inizio della sperimentazione) si ha una riduzione rispetto al
controllo nella percentuale di fragole infette del 6,4%, 15,5% e 24,7%, rispettivamente
per Corno equiseto , Zolfo y1 e Zolfo y1 +Corno equiseto .
Prove di campo (2010-2011-2012)
- Sono state condotte 3 successive sperimentazioni presso
l’azienda agricola biodinamica Franco Pedretti, a Prunaro di Budrio
(BO).
- Sono state utilizzate piante di fragola var. Irma, allevate in
regime biologico. Prima del trapianto, i filari corrispondenti alle
zone d’impianto sono stati coperti con pacciamatura costituita da
materiale plastico nero.
- Il campo è stato suddiviso in 16
parcelle, comprendenti ciascuna 18
piante e per ogni trattamento sono
state fatte 4 repliche, utilizzando
uno schema a blocchi randomizzati.
I trattamenti sono stati somministrati in cieco mediante spray
fogliare (5 ml/pianta) a cadenza settimanale (10 in totale).
Prova di campo 2010: valutazione fitopatologica
- I rilievi sono stati settimanali (7 in totale) e il parametro
è stata la percentuale di infezione naturale sulle fragole
Schema a blocchi randomizzati
in cui si possono distinguere le
varie parcelle in cui è stato
suddiviso il campo. A ciascun
valutato colore corrisponde un
trattamento
Prove di campo 2011 e 2012: valutazione agronomica e nutraceutica
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Prova di campo 2010: valutazione fitopatologica
Risultati relativi alla frequenza (%) delle fragole infette, in funzione del tempo, nelle tesi
diversamente trattate.
Controllo
Zolfo y1
Corno Equi OM
Zolfo 1y + Corno
I risultati ottenuti non hanno evidenziato alcuna differenza significativa vs. il controllo.
Tuttavia si può notare che all’ultimo rilievo le piante trattate con Zolfo 1y mostrano una
frequenza inferiore del 22% rispetto al controllo.
Tali risultati sono in linea con il livello di effetto (di circa il 20%) che, ad oggi,
generalmente si ottiene utilizzando i preparati omeopatici; la forte variabilità sempre
presente nelle prove di campo e, nello specifico, le condizioni atmosferiche
particolarmente favorevoli allo sviluppo dell’infezione botritica hanno impedito il
raggiungimento del livello minimo di significatività.
Valutazione agronomica: produttività
prove di campo (2011 e 2012)
1) Prova di campo 2011
Controllo
Zolfo y1
In generale tutti i
Corno Equiseto OM trattamenti omeopatici
Zolfoy1 +Corno
inducono un aumento della
produttività media
rispetto al controllo.
2) Prova di campo 2012
I risultati hanno confermato
che i trattamenti Zolfo y1 e
Zolfo y1 + corno eq OM
In particolare, effetti
significativi sono stati
osservati per Zolfo y1 nel
2°, 3° e 4° rilievo e per
Zolfo y1 + corno eq OM nel
2° rilievo.
inducono un aumento della
produttività media rispetto
al controllo, significativo nel
2° rilievo.
14
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2) Prova di campo 2012
25
mean productivity (g/m2)
20
control
15
sulphur 6 dH
horn eq 6 dH
sulphur + horn eq 6 dH
10
I risultati hanno confermato
che i trattamenti Zolfo y1 e
5
0
0
1
2
3
4
5
Zolfo y1 + corno eq OM
6
measurements
25
*
mean productivity (g/m2)
20
*
control
15
inducono un aumento della
produttività media rispetto
al controllo, significativo nel
2° rilievo.
sulphur 6 dH
horn eq 6 dH
sulphur + horn eq 6 dH
10
5
0
1
2
3
4
5
measurements
Valutazione nutraceutica: polifenoli e flavonoidi
prove di campo (2011 e 2012)
- I polifenoli o composti fenolici sono un gruppo di sostanze
chimiche estremamente eterogenee, comprendente circa 10000
molecole organiche caratterizzate dalla presenza di molteplici
gruppi fenolici (anello benzenico legato ad uno o più gruppi funzionali
ossidrilici).
- In natura, i polifenoli vengono prodotti dal metabolismo secondario
delle piante. Differiscono dai metaboliti primari (clorofilla,
amminoacidi, carboidrati) in quanto, pur possedendo importanti
funzioni ecologiche, non intervengono nei processi di assimilazione,
respirazione, trasporto e differenziazione della pianta.
In relazione alla diversità chimica che li caratterizza, ricoprono ruoli differenti:
- protezione della pianta dagli erbivori e dagli insetti fungendo da repellenti
(impartiscono sapore sgradevole)
- schermo nei confronti dei raggi UV
- difesa dai patogeni microbici, ricoprendo il ruolo di antibiotici (flavonoidi e
tannini);
- supporto meccanico (lignina, suberina) e di barriera contro l’invasione
microbica;
- attrazione per gli impollinatori e gli animali in grado di effettuare la
dispersione del frutto (carotenoidi, antocianine, flavoni e flavonoli);
- inibitori di crescita delle piante in competizione che crescono nelle
immediate vicinanze della pianta che li produce.
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I composti fenolici si distinguono in diverse classi in funzione del numero di anelli fenolici e degli
elementi strutturali che legano tali anelli:
- Fenoli semplici (fenolo e idrochinone)
- Aldeidi fenoliche
- Acidi fenolici
- Fenil-ammine
- Fenoli composti (cumarine e xantoni)
- Flavonoidi (catechine, calconi, favanoni, flavoni, flavanonoli, leucoantocianidine, antocianidine.
- Tannini
I composti fenolici possono essere distinti in funzione del numero di atomi di carbonio in 13
gruppi:
Struttura base dei flavonoidi
- Fenoli semplici e benzochinoni (C6)
- Acidi fenolici e aldeidi fenoliche (C6-C1)
- Acetofenoni e acidifenilacetici (C6-C2)
- Fenilpropanoidi (C6-C3)
- Naftochinoni (C6-C4)
- Xantoni (C6-C1-C6)
- stilbeni e antrachinoni (C6-C2-C6)
- Flavonoidi e isoflavonoidi (C6-C3-C6)
- Lignani e neolignani (C6-C3)2
- Biflavonoidi (C6-C3-C6)2
La struttura chimica dei flavonoidi è
- Lignine (C6-C3)n
costituita da uno scheletro carbonioso
- Catecolmelanine (C6)n
con due anelli aromatici uniti da un anello
- Tannini condensati (C6-C3-C6)n
eterociclico.
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Per riassumere ...
¾ In planta significativo controllo dell’infezione da B. cinerea, rispetto
al controllo negativo, indotto da Zolfo y1 + Cornoequiseto OM;
in campo trend verso il controllo dell’infezione da parte di Zolfo y1
(diminuzione dell’indice di frequenza delle fragole infette).
¾ significativo aumento di produttività indotto dai trattamenti Zolfo y1
e Zolfo y1 + Cornoequiseto OM.
¾ nessun miglioramento delle caratteristiche sensoriali in termini di
vista, olfatto e gusto da parte dei trattamenti OM rispetto al controllo.
¾ miglioramento delle caratteristiche nutrizionali e nutraceutiche
indotto da tutti i trattamenti, in particolare da Cornoequiseto OM
(incremento significativo dei polifenoli, flavonoidi e dell’attività
antiossidante totale).
I dati ottenuti da questa sperimentazione necessitano di ulteriori
conferme mediante lo svolgimento di altre prove di campo in altri luogi e/o
con altre colture, ma sembrano indicare che i trattamenti OM possano
costituire un approccio potenziale e affidabile per l’agricoltura sostenibile
e possono fornire le prime indicazioni per l’uso dei trattamenti agro-OM
nel contesto della cosiddetta “agro-omeopatia”.
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