METODOLOGIE DI MISURA E COLLAUDO DEGLI AZIONAMENTI ELETTRICI: PROBLEMATICHE E STATO DI AVANZAMENTO DEL LAVORO NORMATIVO P. Bolognesi(*), Ottorino Bruno(*), Antonio Dell’Aquila(**), F. Genduso(***), S. Nuccio(***), Giuseppe Ricco Galluzzo(***), L. Sani(*), Lucio Taponecco(*) (*) Dip. di Sistemi Elettrici e Automazione - Università di Pisa Via Diotisalvi 2 - 56126 Pisa (Italy) tel. +39-050-565111 - fax +39-050-565333 e-mail: [email protected] (**) Dip. di Elettrotecnica ed Elettronica - Politecnico di Bari Via E. Orabona, 4 - 70125 Bari (Italy) tel. +39-080-5963366 – fax +39-080-5963410 e-mail: [email protected] (***) Dip. di Ingegneria Elettrica - Università di Palermo Viale delle Scienze snc - 90128 Palermo (Italy) tel. +39-091-6566265 - fax +39-091-488452 e-mail: [email protected] Sommario In questa memoria viene inizialmente presentata una panoramica sullo stato attuale della Normativa relativa agli azionamenti elettrici sia a livello nazionale che internazionale, evidenziando le carenze esistenti. Viene inoltre sottolineata l’esigenza di introdurre una targa standardizzata per gli azionamenti elettrici, che integri opportunamente quelle già previste per i singoli componenti di potenza, nonché la necessità di individuare e normare le prove di tipo da eseguirsi obbligatoriamente per la validazione dei dati riportati sulla targa stessa. A questo riguardo, vengono poi illustrate le problematiche peculiari relative all’esecuzione di misure e prove di caratterizzazione su azionamenti elettrici, che risultano legate essenzialmente alla tipologia dei segnali di interesse ed alla notevole varietà di caratteristiche che questi sistemi possono presentare, sia dal punto di vista della struttura di potenza che delle modalità di funzionamento previste e della logica di controllo utilizzata. Viene infine descritto lo stato di avanzamento dell'attività del gruppo di lavoro che, in seno al Comitato Tecnico CEI 301/22G, si sta occupando di tale problematica, illustrando le tipologie di prove obbligatorie al momento ipotizzate ed i criteri seguiti per la loro definizione. 1- INTRODUZIONE La scelta e l'esecuzione di prove di caratterizzazione e/o validazione di caratteristiche e dati "nominali" sugli azionamenti elettrici presenta problematiche amplificate rispetto a quelle che si incontrano per le macchine elettriche e per i convertitori statici non destinati a questo tipo di impiego. Infatti, l’alimentazione di macchine elettriche attraverso convertitori statici comporta la presenza di grandezze affette da armoniche e disturbi, di entità anche non trascurabile, che possono presentarsi sia a bassa che ad alta frequenza, a seconda della tipologia della struttura di potenza, della taglia e della logica di modulazione adottata. Queste grandezze distorte comportano, a loro volta, l’esaltazione di fenomeni secondari nel motore, quali perdite addizionali e oscillazioni di coppia, che nel funzionamento con alimentazione diretta canonica sono di norma trascurabili. Analogamente, la presenza di una logica di controllo del moto, che si sovrappone alla tecnica di modulazione arrivando talora a rimpiazzarla completamente, rende l’effettivo funzionamento del convertitore potenzialmente assai diverso da quello che si avrebbe in applicazioni operanti in regime permanente. Inoltre, data la rilevante importanza che assume nel campo degli azionamenti il comportamento in transitorio, anche la verifica dell’effettivo comportamento del sistema in regime dinamico diviene indispensabile, richiedendo la definizione di specifiche metodologie di prova che non trovano riscontro in quelle canoniche per le macchine ed i convertitori considerati a se stanti, tipicamente relative alle sole condizioni di regime stazionario. 2- LA NORMATIVA SUGLI AZIONAMENTI ELETTRICI La maturità progettuale/realizzativa ormai raggiunta dagli azionamenti elettrici e la loro ampia e crescente diffusione in una molteplicità di settori applicativi ne fanno un “prodottosistema” ben individuabile, oggetto di produzione industriale su larga scala e di continui investimenti in innovazione tecnologica. Pertanto, risulta già da tempo fortemente sentita, sia da parte dei costruttori che degli utilizzatori, l’esigenza di una Normativa che renda possibile una catalogazione unificata degli azionamenti elettrici e quindi un agevole confronto delle relative prestazioni, validate attraverso prove standardizzate eseguite secondo procedure ben definite. A fronte di tale esigenza, la situazione della normativa sugli azionamenti elettrici, visti come un unico “prodotto-sistema” con proprie caratteristiche non sempre deducibili da quelle dei suoi componenti, risulta ancora oggi non consolidata e per diversi aspetti lacunosa, sia a livello nazionale che internazionale. 2.1 - Normativa Internazionale A tutt’oggi, a livello internazionale non sono ancora stati istituiti Comitati Tecnici normatori che si occupino specificamente di azionamenti elettrici visti come sistemi integrati. Esiste tuttavia il Sottocomitato 22G “Semiconductor power converters for adjustable frequency drive systems” del Comitato Tecnico 22 “Power Electronic Systems and Equipment” della IEC, che ha elaborato alcune Norme sugli azionamenti elettrici e ne ha attualmente altre in fase di studio. Le Norme tecniche sviluppate dal SC 22G e riguardanti gli azionamenti elettrici, intesi come sistemi unitari, sono riassunte nella tabella 1. Sigla Norma IEC 61136-1 IEC 61800-1 IEC 61800-2 IEC 61800-3 IEC 61800-3/A11 Anno 1991 1997 1997 1996 2000 Corrisp. Norma CEI CEI EN 61136-1-3 CEI EN 61800-1 CEI EN 61800-2 CEI EN 61800-3 CEI EN 61800-3/A11 Anno 1998 2000 1999 1997 2000 Tab. 1- Norme in vigore per gli azionamenti elettrici industriali La Norma IEC 61136-1 “Semiconductor power converters Adjustable speed electrical drive systems - General requirements - part 1: Rating specifications, particularly for d.c. motor drives” riguarda la specificazione delle caratteristiche nominali dei convertitori di potenza a semiconduttori per azionamenti elettrici a velocità variabile, particolarmente nei casi di motore in c.c.. Essa non si applica agli azionamenti per trazione, sia automobilistica che a guida vincolata. Questa Norma è stata adottata dal CEI come Norma CEI EN 61136-1 “Convertitori di potenza a semiconduttori. Azionamenti elettrici a velocità variabile. Prescrizioni generali Parte 1: Specifiche nominali, in particolare per gli azionamenti con motori a corrente continua”. La Norma IEC 61800-1 ”Adjustable speed electrical power drive systems - Part 1: General requirements - Rating specifications for low voltage adjustable d.c. power drive systems” riguarda gli azionamenti a velocità variabile per applicazioni generali impieganti motori in c.c., alimentati da linee in c.a. a 50 Hz o 60 Hz con tensione fino a 1kV. Questa norma non si applica agli azionamenti per trazione elettrica, ed è stata adottata dal CEI come Norma CEI EN 61800-1 “Azionamenti elettrici a velocita’ variabile - Parte 1: prescrizioni generali e specifiche nominali per azionamenti a velocità variabile a bassa tensione con motori in c.c.”. La Norma IEC 61800-2 ”Adjustable speed electrical power drive systems - Part 2: General requirements - Rating specifications for low voltage adjustable frequency a.c. power drive systems” riguarda gli azionamenti a velocità variabile per applicazioni generali impieganti motori in c.a. operanti fino a 600 Hz, alimentati da linee in c.a. a 50 Hz o 60 Hz con tensione fino a 1 kV. Questa norma non si applica agli azionamenti per trazione elettrica, ed è stata adottata dal CEI come Norma CEI EN 61800-2 “Azionamenti elettrici a velocità variabile - Parte 2: prescrizioni generali e specifiche nominali per azionamenti a velocità variabile a bassa tensione con motori in c.a.”. La Norma IEC 61800-3 “Adjustable speed electrical power drive systems - Part 3: EMC product standard including specific test methods” ha come scopo la definizione dei requisiti di compatibilità elettromagnetica degli azionamenti elettrici a velocità variabile, con motori in c.c. o in c.a., alimentati da reti in c.a. con tensione fino a 1 kV. Essa specifica, inoltre, i limiti e i metodi di prova di un azionamento elettrico a velocità variabile includendo i requisiti di emissione e immunità elettromagnetica per azionamenti in ambiente industriale e residenziale. La Norma non si applica agli azionamenti per trazione elettrica e, in quanto Norma di prodotto, prevale sulle Norme generiche armonizzate alla Direttiva 336 sulla Compatibilità Elettromagnetica del 1989. Questa Norma è stata tradotta in italiano e pubblicata dal CEI come Norma CEI EN 61800-3 “Azionamenti elettrici a velocità variabile - Parte 3: Norma di prodotto relativa alla compatibilità elettromagnetica ed ai metodi di prova specifici”. La Norma è stata aggiornata nel 2000 con la variante CEI-EN 61800-3/A11 ”Norma di prodotto relativa alla compatibilità elettromagnetica e ai metodi di prova specifici”. Il SC 22G ha inoltre elaborato le seguenti bozze di Norme tecniche: - la bozza della Norma IEC 61800 – 4 “ General requirements - Rating specifications for a.c. power drive systems above 1000 V a.c. or 1500 V d.c. and not exceeding 38 kV “; - la bozza della Norma IEC 61800 - 5 “Adjustable speedx electrical power drive systems - Part 5-1: Safety requirements - Electrical, thermal and energy”, che è attualmente sottoposta all’inchiesta parallela dell’IEC e del CENELEC e deve essere votata entro l’1.3.2002; - la bozza della Norma IEC 61800 - 6 “Adjustable speed electrical power drive systems - Part 6: Guide for determination of types of load duty and corresponding current ratings”, che è finalizzata a diventare un Rapporto Tecnico e a sostituire, annullandola, la Norma IEC 61136-1; essa è stata sottoposta all’inchiesta e doveva essere votata entro il 14.12.2001. Per quanto riguarda gli azionamenti per trazione elettrica, a livello internazionale la competenza normativa è sostanzialmente affidata al Comitato Tecnico 09 “Electric Railway Equipment” della IEC, che di fatto si occupa anche di veicoli stradali; le Norme prodotte da questo comitato sono indicate in tabella 2. Sigla Norma IEC 60349-1 IEC 60349-2 IEC 60349-3 IEC 61377 Anno 1999 1993 1995 1996 Tab. 2 - Norme in vigore per gli azionamenti di trazione Le prime tre Norme riguardano tuttavia solo le macchine elettriche. Infatti, la Norma IEC 60349-2 “Electric traction - Rotating electrical machines for rail and road vehicles - Part 2 Electronic convertor-fed a.c. motors” riguarda i motori in c.a. alimentati attraverso convertitori statici e la IEC 60349-3 “Electric traction - Rotating electrical machines for rail and road vehicles - Part 3 - Determination of the total losses of convertor-fed a.c. motors by summation of the component losses” concerne la determinazione delle perdite in questi motori, mentre la Norma IEC 60349-1 “Electric traction Rotating electrical machines for rail and road vehicles - Part 1 - Machines other than electronic convertor-fed a.c. motors” si occupa di tutte le altre macchine elettriche. La Norma IEC 61377 “Electric traction - Rolling stock Combined testing of inverter-fed a.c. motors and their control” riguarda invece le prove sugli azionamenti con motori in c.a., fornendo in particolare indicazioni sui metodi di rilievo sperimentale delle prestazioni e delle caratteristiche di funzionamento. 2.2 - Attività Normativa Italiana In seno al Comitato Elettrotecnico Italiano, nel 1994 fu istituita una “Commissione sugli Azionamenti Elettrici” con l'incarico di studiare le specifiche problematiche che la sempre maggiore diffusione degli azionamenti elettrici andava ponendo. Veniva infatti già avvertita la crescente necessità di creare apposite Norme che integrassero, con un'ottica di sistema, quelle “componentistiche” relative alle macchine elettriche ed ai convertitori statici, considerando quindi le prestazioni dell’assieme, ivi compresa la logica di controllo. Al riguardo veniva considerata essenziale la definizione di una targa standardizzata per gli azionamenti elettrici, che integrasse opportunamente quelle già previste per i singoli componenti di potenza. Nel 1996 fu quindi costituito il Comitato Tecnico 301 con lo specifico compito di provvedere alla stesura delle bozze di normativa sugli Azionamenti Elettrici, coordinandosi a livello europeo ed internazionale con i competenti organi normatori. Dal 2001, dopo un periodo di collaborazione sempre più stretta, il suddetto Comitato Tecnico si è fuso con il Sottocomitato 22G, che si occupava specificamente di convertitori statici per azionamenti elettrici, venendo così a costituire il CT 301/22G con competenze integrate. Nel corso della sua attività, il Comitato Tecnico 301 ha predisposto un “Dizionario” [1], nel quale viene univocamente definita la terminologia tecnica specifica per la descrizione dei componenti, delle caratteristiche e delle prestazioni degli azionamenti elettrici come sistemi interconnessi e coerenti di dispositivi di potenza, di apparecchiature di controllo e di logiche di regolazione. Il Comitato ha inoltre predisposto una “Guida” [2], che prende in considerazione le due seguenti tipologie di azionamenti elettrici: - per applicazioni industriali con alimentazione da linea in c.a. a tensione non superiore a 1 kV e frequenza 50 Hz o 60 Hz, impieganti motori in c.c. oppure in c.a. con frequenza fino a 600 Hz; - per veicoli stradali a trazione elettrica con alimentazione in c.c. a tensione non superiore a 1500 V, impieganti motori in c.c. o in c.a. . Nella “Guida” vengono identificate le grandezze fisiche, le peculiarità costruttive e le modalità operative di principale interesse per la caratterizzazione funzionale e prestazionale degli azionamenti elettrici, nonchè i principali dati di specifica per la definizione del progetto coordinato dell’azionamento, sotto gli aspetti elettrico, meccanico e termico. In particolare la “Guida”, coerentemente al “Dizionario”: a) classifica gli azionamenti in “mono-motore” e “plurimotore”, in relazione al fatto che comprendano uno o più motori; b) definisce 4 “modalità operative”: - “motore”; - “frenatura in controcorrente”, nella quale l’energia di frenatura viene completamente dissipata in calore all’interno dell’insieme motore - convertitore di uscita; - “generatore su rete attiva”, nella quale l’energia di frenatura viene restituita alla rete di alimentazione; - “generatore su rete passiva”, nella quale l’energia di frenatura viene dissipata su un apposito reostato esterno; c) definisce, per quanto riguarda il “tipo di funzionamento”, le seguenti categorie: - “a coppia costante”, nella quale l'azionamento è in grado di erogare una coppia pari in modulo a quella nominale per velocità comprese, in modulo, fra quella minima e quella nominale, che coincide con quella massima; - “a coppia e potenza costante”, nella quale l'azionamento è in grado di erogare una coppia pari in modulo a quella nominale per velocità comprese, in modulo, fra quella minima e quella nominale, mentre è in grado di erogare la potenza meccanica nominale per velocità comprese fra quella nominale e quella massima, che risultano quindi diverse fra loro. La Guida richiama inoltre le principali modalità di comunicazione per azionamenti elettrici attualmente impiegate a livello industriale e specifica i limiti dei parametri ambientali e dell’intensità delle vibrazioni meccaniche entro i quali l’azionamento deve poter operare correttamente, ovvero essere trasportato o stoccato. Per ciascuna delle tipologie di azionamenti prese in considerazione, la Guida definisce infine i modelli standardizzati delle relative targhe, precisando quindi i dati e le caratteristiche che vi devono essere riportati. 2.3 – Considerazioni sulle carenze delle normativa Da quanto sopra esposto, emerge chiaramente come la Normativa attualmente in vigore sugli azionamenti elettrici risulti piuttosto lacunosa. Infatti, per le applicazioni di trazione elettrica esistono Norme obbligatorie solo per gli azionamenti impieganti motori in c.a., mentre per le applicazioni industriali esistono solo Norme relative a prove speciali, e quindi da pattuire facoltativamente fra fornitore ed acquirente. Inoltre, mentre per le applicazioni industriali esiste una normativa che copre gli aspetti relativi alla compatibilità elettromagnetica, nell’ambito della trazione elettrica stradale allo stato attuale possono solo essere applicate normative generali oppure concepite per applicazioni in veicoli con propulsione endotermica, e quindi non idonee a tenere conto delle interferenze generate dagli azionamenti di trazione. Nell’ambito delle applicazioni per trazione elettrica a guida vincolata, esiste invece un gruppo di Norme, le CEI ENV 50121 “Applicazioni ferroviarie - Compatibilità elettromagnetica”, concepite con lo scopo di fornire una regolamentazione nel campo della compatibilità elettromagnetica dei sistemi di trazione ferroviaria. Tuttavia, in queste norme l’azionamento elettrico non viene comunque considerato come apparecchiatura unica, per cui la definizione di metodologie di misure e prove di emissioni elettromagnetiche, così come l’indicazione dei relativi limiti, si riferisce o al solo convertitore di trazione (CEI ENV 50121-3-2) o all’intero veicolo (CEI ENV 50121-3-1). 3 - PROBLEMATICHE DI MISURA E DI PROVA RELATIVE AGLI AZIONAMENTI ELETTRICI L’attività sperimentale nel settore degli azionamenti elettrici svolge un ruolo essenziale e trainante e viene condotta con metodologie diverse a seconda della sua finalizzazione. Tale attività, infatti, che risulta utile già a livello di ricerca teorica, diventa essenziale nella fase di realizzazione e in quella di commercializzazione degli azionamenti elettrici. L’attività di ricerca sugli azionamenti elettrici si avvale di prove per la verifica delle teorie proposte. Tali prove possono anche suggerire l’approfondimento di particolari aspetti dei problemi analizzati, divenendo in tal modo valido strumento di stimolo per la stessa attività di ricerca e contribuendo anche per questa via allo sviluppo delle conoscenze del settore. La realizzazione di azionamenti elettrici che soddisfano definite specifiche di progetto non può prescindere da prove di caratterizzazione su prototipi che hanno lo scopo di verificare la rispondenza del funzionamento alle specifiche di progetto. Tali prove possono consentire anche un affinamento ed una ottimizzazione del progetto evidenziando eventuali caratteristiche non previste in dipendenza dai numerosi fattori che non vengono portati in conto in sede progettuale. Nella commercializzazione degli azionamenti elettrici l’esigenza di prove e misure deriva dalla necessità di verificare se l’azionamento soddisfa alle specifiche contrattuali tra acquirente e costruttore. Queste prove devono assicurare ripetibilità e facilità di esecuzione e, pertanto, devono essere regolate da una ben precisa standardizzazione che, per consentire la circolazione dei prodotti, deve essere valida o armonizzata in ambito internazionale, per esempio europeo. Esistono, poi, misure che vengono impiegate per scopi di controllo e diagnosi in linea degli azionamenti elettrici, le quali diventano parte integrante dell’azionamento stesso in quanto non solo sono funzionali al riconoscimento delle sue prestazioni ma anche lo determinano. A tal riguardo, la realizzazione e la messa a punto di metodologie di rilievo e misura in linea e in tempo reale di parametri dell’azionamento elettrico risulta indispensabile per l’attuazione delle leggi di regolazione e controllo, connesse con le applicazioni cui l’azionamento elettrico è destinato. Le misure per scopi diagnostici vengono eseguite per verificare se l’azionamento durante il suo funzionamento soddisfa alle necessità del servizio nel processo di cui fa parte, fornendo prestazioni entro i limiti ammissibili, e per valutare se sono necessari interventi straordinari di manutenzione o di riparazione in modo da ridurre l’incidenza dei danni dovuti a guasti in esercizio. L’acquisizione ed elaborazione in linea di specifici parametri diagnostici dell’azionamento può anche consentire che al verificarsi di un insieme previsto e programmato di eventi anomali vengano attuati adeguati interventi correttivi sull’azionamento. Accanto a queste motivazioni di base nuovi interessi sono emersi in questi ultimi anni per quanto riguarda l’utilizzazione di metodologie di misure e prove come strumento di indagine sugli azionamenti elettrici. Tali interessi sono correlati allo sviluppo e impiego di nuovi componenti nella realizzazione degli azionamenti, allo sviluppo di macchine e azionamenti elettrici di tipo innovativo, allo sviluppo di tecniche di controllo e diagnosi innovative. Tutti questi aspetti innovativi, oltre che richiedere prove tradizionali e non nella fase di sviluppo, spesso implicano la necessità di definire nuove metodologie di caratterizzazione degli azionamenti elettrici, di affrontare problematiche di standardizzazione e pongono nuove problematiche di misura. 3.1 - Problematiche di misura Le problematiche di misura sugli azionamenti elettrici sono numerose e diversificate e si ricollegano essenzialmente ai diversi aspetti evidenziati nel paragrafo precedente da un lato e allo sviluppo di nuovi dispositivi di misura dall’altro. Nel seguito verranno analizzate solo alcune problematiche di aspetto generale, legate essenzialmente alle caratteristiche dei segnali di interesse e della strumentazione di misura attualmente disponibile, che si riscontro nelle applicazioni. A tal riguardo valgono le seguenti considerazioni: - la distorsione delle forme d'onda delle tensioni e delle correnti in gioco fa nascere il problema della scelta e della corretta utilizzazione della strumentazione per il rilievo e la misura delle grandezze di interesse; - per la misura di tensioni e correnti in c.a. distorte gli attuali strumenti elettronici a vero valore efficace presentano buona accuratezza, buone caratteristiche di impedenza di ingresso e un campo di frequenza abbastanza esteso, anche se possono presentare una limitazione inferiore del campo di frequenza sull’ordine dell’Hz; - gli strumenti che lavorano nel dominio della frequenza, basandosi sulla trasformata discreta Fourier ed utilizzando la trasformata veloce di Fourier, possono fornire risultati poco accurati se non si pone particolare attenzione al rispetto di opportune condizioni; a tale riguardo, per ottenere misure accurate occorre ricorrere all’impiego di un campionamento sincronizzato, oppure applicare ai risultati della F.F.T. degli algoritmi di interpolazione o particolari tipi di finestre; - particolari problemi si presentano nella determinazione della coppia e della velocità all’asse in quanto tali grandezze possono presentare componenti oscillatorie di entità non trascurabile e pertanto la potenza meccanica non può essere ottenuta come prodotto dei valori medi di coppia e velocità, ma deve determinarsi come valore medio del prodotto dei valori istantanei di tali grandezze; altri problemi possono nascere in dipendenza della limitata banda passante dei trasduttori di misura di coppia e di velocità; - eventuali trasduttori di tensione e corrente possono introdurre notevoli errori dovuti alla limitazione della banda passante e agli sfasamenti introdotti. In termini di precisione, la misura più critica fra le grandezze elettriche resta comunque quella della potenza. Per quanto riguarda quest’ultimo punto si ritiene opportuno riportare i risultati di uno studio [3] riguardante la precisione delle misure su azionamenti a velocità variabili ottenute impiegando i moderni analizzatori di potenza. Tale studio ha messo in evidenza che nella misura della potenza si possono commettere errori fino al 7% e che tali errori variano anche in dipendenza del tipo di azionamento. Più precisamente è stato evidenziato che, utilizzando alcuni analizzatori (con precisione nella misura della potenza compresa tra lo 0.05% della lettura + 0.05% del range e lo 0.2% della lettura + 0.15% del range, frequenza di campionamento compresa tra 70 kHz e 104 kHz e larghezza di banda compresa tra dc/0.1Hz -200kHz e dc/2Hz -200kHz) per misurare la potenza assorbita dal motore in azionamenti con motore ad induzione alimentati tramite inverter PWM, in azionamenti con motore brushless e azionamenti con motore a riluttanza variabile, soltanto nel caso dell’azionamento con motore ad induzione si sono ottenuti risultati con precisione compresa all’interno del range dichiarato, mentre nel caso degli azionamenti con motore a riluttanza variabile si è riscontrato il massimo errore di misura pari al 7%. Questa notevole imprecisione è dovuta essenzialmente all’elevato contenuto di armoniche ad alta frequenza nello spettro della tensione in uscita all’inverter e quindi nello spettro della potenza istantanea [4]. I risultati del sopracitato studio hanno evidenziato, inoltre, che con una frequenza di campionamento pari a 5 volte la frequenza dell’armonica significativa del più elevato ordine dell’onda analizzata gli attuali analizzatori di potenza non sono in grado di ricostruire accuratamente la forma d’onda della potenza istantanea e che per scopi pratici è consigliabile adottare strumenti con una frequenza di campionamento pari a 10 volte la frequenza dell’armonica significativa di ordine più elevato. 3.2 - Problematiche di prova Le principali problematiche riguardanti le prove per la validazione delle caratteristiche nominali di un azionamento elettrico o PDS (Power Drive System) risultano correlate ai seguenti aspetti: - complessità fisica e funzionale del sistema; - regime termico; - complessità e onerosità delle prove; - incompletezza delle Norme esistenti o mancanza di normative specifiche 3.2.1 - Complessità fisica e funzionale del sistema L’azionamento elettrico è un sistema fisico complesso comprendente un insieme integrato ed interdipendente di apparecchiature e componenti. Tali componenti sono di diversa tipologia e possono presentare numerose varianti anche nell’ambito di una determinata tipologia di azionamento. Inoltre il sistema azionamento è un sistema distribuito con cavi di connessione dei diversi componenti di lunghezza e caratteristiche variabili. Complesso risulta anche il funzionamento del sistema azionamento considerata la molteplicità degli aspetti interagenti (elettrici, elettronici, meccanici, termici, di controllo) e la possibilità di funzionamento in regime dinamico talvolta prevalente e più importante rispetto a quello stazionario. Da detta complessità fisica derivano problematiche di prova che possono assumere differenti peculiarità a seconda della tipologia di azionamento e, nell’ambito della stessa tipologia, in dipendenza delle caratteristiche proprie dei componenti dell’azionamento. Ad esempio le problematiche di prova per la caratterizzazione dal punto di vista della compatibilità elettromagnetica dell’azionamento elettrico dipendono anche dalla lunghezza e dalle caratteristiche dei cavi di connessione tra i diversi componenti e dalla loro disposizione. Inoltre le prove effettuate sui componenti separati difficilmente sono utilizzabili per la determinazione delle prestazioni dell’intero azionamento. Più precisamente il fatto che i diversi componenti dell’azionamento abbiano superato le prove di validazione delle loro caratteristiche nominali, quando funzionano separatamente, non fornisce alcuna garanzia che il PDS nel suo complesso possa superare le prove di validazione delle proprie caratteristiche nominali. Nasce, quindi, il problema di individuare le caratteristiche nominali per ogni tipologia di azionamento (considerato come un unico blocco), e più in generale i parametri caratteristici atti a descriverne il comportamento elettrico e meccanico, in transitorio e in regime stazionario, e le metodologie di prova per la determinazione di tali parametri. Da questo punto di vista sono da preferire prove di tipo esterno e non invasive. In particolare le prove statiche devono verificare le prestazioni dell’azionamento in un prestabilito numero di punti di lavoro nel campo di velocità (o di coppia) caratteristico dell’azionamento e nella condizioni di alimentazione nominale fornite dalle specifiche. Tali prove devono inoltre rilevare i parametri atti a valutare l’impatto dell’azionamento sulla rete di alimentazione, quale il fattore di potenza e il fattore di distorsione totale della corrente di linea. Le prove in regime dinamico devono verificare le prestazioni dell’azionamento e la continuità di funzionamento durante i transitori elettrici sulla rete di alimentazione e i transitori meccanici. In proposito va osservato che la tendenza alla standardizzazione delle procedure di prova per rendere possibile il confronto delle prestazioni di diversi azionamenti contrasta con la esigenza degli utilizzatori ad eseguire le prove in condizioni di alimentazione e carico quanto più possibile prossime alle reali condizioni di funzionamento dell’azionamento [5]. Da quest’ultimo punto di vista risulta essenziale definire non soltanto le procedure di prova, ma anche il ciclo di lavoro che riproduce l’effettivo ambiente di lavoro cui l’azionamento è destinato. 3.2.2 - Regime termico Poiché il regime termico dell’azionamento nel suo complesso non coincide con il regime termico dei differenti componenti dell’azionamento stesso, nasce la necessità di definire il regime termico dell’azionamento prendendo a riferimento per tale definizione il componente caratterizzato dalla maggiore inerzia termica. Inoltre è necessario individuare leggi che consentano la estrapolazione dei risultati delle prove dalla temperatura di misura alla temperatura massima ammessa per il funzionamento. 3.2.3 - Complessità e onerosità delle prove Le prove sull’intero azionamento possono risultare molto complesse e onerose. Si pensi ad esempio alle prove a carico che devono eseguirsi per diversi valori della velocità con il massimo carico richiesto per ciascuna velocità, alle prove su un azionamento plurimotore in cui ciascun singolo gruppo convertitore-motore deve essere provato, alle prove su un azionamento multiquadrante il cui funzionamento deve essere validato su tutti e quattro i quadranti, alle prove di compatibilità elettromagnetica che richiedono laboratori ed apparecchiature di misura molto costosi. Al fine di ridurre l’onere delle prove si può pensare di adottare strategie di prova particolarmente adatte in presenza di sistemi complessi, quali appunto gli azionamenti elettrici a velocità variabile con elevate prestazioni, caratterizzati da diverse variabili di interesse tra loro interagenti. Tali strategie, basandosi sul così detto “Optimal Design of Experiments” [6], consentono la determinazione delle caratteristiche esterne di un azionamento, nell’intero campo di funzionamento di velocità e di coppia, mediante un limitato numero di misure. 3.2.4 - Incompletezza delle Norme esistenti o mancanza di normative specifiche Queste problematiche nascono da un attento esame critico delle prove di validazione delle caratteristiche nominali degli azionamenti elettrici contenute nelle norme CEI EN 61800-1 e CEI EN 61800-2, ovvero possono nascere da un’indagine volta ad individuare i problemi riscontrati dai costruttori di azionamenti elettrici nell’applicazione di tali norme con riferimento alla esecuzione delle prove di validazione delle caratteristiche nominali del PDS. L’esame critico delle prove di validazione dei valori nominali normate dalla CEI EN 61800-1 e dalla CEI EN 61800-2 ha evidenziato alcuni problemi e carenze che vengono di seguito riassunti. Non sembra opportuno che tutte le prove di validazione dei valori nominali del PDS siano da considerarsi prove speciali, cioè prove aggiuntive a quelle di tipo e di serie, eseguite o a discrezione del costruttore o in seguito ad accordo tra costruttore e cliente. Non vengono precisate adeguatamente le caratteristiche che deve avere la strumentazione di misura da impiegare per il rilievo delle caratteristiche nominali degli azionamenti elettrici. Per la determinazione del rendimento la CEI EN 61800-1 e la CEI EN 61800-2 prescrivono normalmente il metodo diretto con misura della potenza meccanica mediante prove al freno, prova dinamometrica, o prova di opposizione, o prova calorimetrica, ovvero, qualora non risultasse possibile una misura accurata dell'uscita dell’azionamento, il rendimento può essere approssimato da calcoli (non precisati nella Norma) effettuati congiuntamente alle prove di sistema. Nasce quindi il problema di individuare i calcoli da effettuare congiuntamente alle prove di sistema. In realtà per la determinazione del rendimento esistono problemi dovuti da un lato alla presenza di grandezze deformate che modifica in modo significativo l’entità delle perdite nei vari componenti, dall’altro alla individuazione del metodo di prova più adatto in dipendenza del tipo e/o taglia dell’azionamento. Sotto questo profilo, non sempre è possibile utilizzare il metodo diretto per la determinazione del rendimento, come accade ad esempio nel caso di azionamenti di grossa taglia in cui risulta difficoltoso misurare con precisione adeguata la potenza meccanica di uscita dell’azionamento. D’altra parte il metodo calorimetrico richiede complessi e costosi circuiti e la realizzazione di un particolare layout per ciascun azionamento da provare. In alternativa, seguendo quanto previsto dalla normativa statunitense [7], per la determinazione del rendimento si potrebbe ricorrere all'impiego del metodo di determinazione delle perdite separate per i diversi componenti dell’azionamento durante il suo funzionamento. A tale riguardo particolare cura richiede la determinazione del rendimento del convertitore statico di potenza e del motore. Per la determinazione del rendimento del convertitore, tipicamente quasi unitario, risulta essenziale che le misure della potenza attiva in ingresso e in uscita siano effettuate con elevata precisione. Per la determinazione del rendimento del motore è opportuno, inoltre, far ricorso a metodi indiretti basati su misure delle grandezze di ingresso e sulla separazione delle perdite. A tal riguardo in passato sono stati individuate e messe a punto due metodologie di prova che si ritengono ancora valide. Una delle due metodologie di prova consente la determinazione del rendimento attraverso una prova a vuoto in regime di alimentazione distorta e le usuali prove previste in regime sinusoidale, l’altra si basa sulla esecuzione di prove solo con alimentazione deformata [8]. Quest’ultima metodologia risulta più facilmente praticabile in laboratori di prova non specializzati, in quanto occorre disporre solo di condizionatori di segnali e strumenti di misura (analizzatori di potenza) di tensione, corrente e potenza con caratteristiche adeguate per le misure su grandezze deformate. Nel caso degli azionamenti elettrici per trazione, sia automobilistica che a guida vincolata, è fortemente sentita l’esigenza di individuare prove normate con particolare riferimento a quelle riguardanti la compatibilità elettromagnetica, in quanto le prove EMC normate contenute nella Norma CEI EN 61800-3 sono applicabili soltanto agli azionamenti elettrici controllati con motori a corrente continua e con motori a corrente alternata per applicazioni industriali. Detta Norma, infatti, esclude espressamente gli azionamenti elettrici di trazione dei veicoli elettrici, su gomma e a guida vincolata, dal proprio campo di applicazione. Né, d’altro canto, è pensabile, a causa delle peculiarità degli azionamenti elettrici di trazione e della profonda diversità dell’ambiente elettromagnetico di tali azionamenti rispetto a quello degli azionamenti industriali, di poter facilmente mutuare dalla Norma in questione le metodologie di misura o i limiti di emissione. Si comprende, quindi, la necessità di approfondimento e di studio delle problematiche di misura delle emissioni elettromagnetiche sia condotte che irradiate dagli azionamenti di trazione dei veicoli elettrici, su gomma e a guida vincolata, ai fini della messa a punto di una normativa specifica a cui fare riferimento. 4 - BOZZA DI NORMA SULLA VALIDAZIONE DEI DATI DI TARGA DEGLI AZIONAMENTI ELETTRICI MONOMOTORE ALIMENTATI IN C.A. A BASSA TENSIONE. All'interno del Comitato Tecnico CEI 301/22G, un gruppo di lavoro specifico si sta attualmente occupando della stesura di una prima proposta di Norma inerente le Misure di Validazione dei Dati di Targa degli Azionamenti Elettrici, così come definiti dalla Guida precedentemente menzionata. 4.1 - Considerazioni generali In linea generale, come evidenziato nel paragrafo 3, la scelta di una metodologia standardizzata di verifica dei dati di targa degli azionamenti pone un problema non banale di ricerca di un punto di ragionevole compromesso fra la molteplicità di aspetti funzionali e di possibili condizioni di funzionamento che potrebbero teoricamente essere oggetto di verifica e la necessità di mantenere entro limiti accettabili la durata e la complessità esecutiva, e quindi i costi, delle prove stesse. Quest'ultima esigenza risulta tanto più sentita quanto maggiore è la taglia dell'azionamento considerato, in quanto generalmente all'aumentare di quest'ultima diminuiscono i volumi medi di produzione, sino ai casi estremi di realizzazione su commessa di pezzi praticamente unici, sia pure solitamente derivanti dalla customizzazione di progetti general-purpose sviluppati precedentemente. D'altro canto, premesso che le parti possono comunque concordare l’esecuzione di specifiche prove addizionali (CEI EN 61800-1/-2), è ormai sentita, sia a tutela dell'acquirente dell'azionamento che dell'effettivo utilizzatore finale del macchinario di cui andrà a far parte, la necessità di definire un insieme minimale di prove obbligatorie di validazione delle prestazioni dichiarate e dei principali aspetti che garantiscono il funzionamento in sicurezza del sistema. Peraltro, anche i produttori più sensibili ed evoluti hanno cominciato ad avvertire l’importanza di questo aspetto, e stanno quindi iniziando a dotarsi di banchi prova opportunamente attrezzati per permettere l’esecuzione di prove dirette su azionamenti completi, anche di rilevante potenza [9]. Il problema consiste quindi nel determinare l’insieme minimale di prove da rendere obbligatorie e nel definire le modalità con cui effettuarle, incluso il livello di dettaglio nella verifica delle prestazioni e la precisione richiesta nella misura delle grandezze di interesse. Mentre per quanto concerne gli aspetti di sicurezza basilari, la verifica sperimentale obbligatoria è parsa imprescindibile per ovvi motivi, la scelta della modalità di verifica degli aspetti prestazionali è stato oggetto di un articolato dibattito in seno al Comitato. Infatti, è stato evidenziato come il progredire delle conoscenze nell’ambito della modellazione degli azionamenti ed i sempre più potenti mezzi di calcolo a disposizione permetterebbero di cominciare a prendere in considerazione l’ipotesi di effettuare verifiche sia attraverso metodi indiretti, come già accade da tempo nel campo delle macchine elettriche, sia, almeno in parte, attraverso simulazioni, naturalmente da condursi secondo procedure ben definite. Tuttavia, al momento non risultano essere state ancora individuate modalità largamente accettate per l’esecuzione di verifiche su azionamenti tramite metodi indiretti, e sussistono dubbi sul fatto che l’affidabilità degli strumenti di simulazione abbia già raggiunto livelli tali da risultare accettabili per scopi di certificazione. 4.2 - Impostazione adottata In considerazione di quanto sopra illustrato, al momento è stato ritenuto opportuno mantenere la prescrizione della verifica diretta sperimentale almeno di alcuni punti significativi di funzionamento a regime stazionario, tra i quali in particolare quelli alla velocità operativa minima prevista, a quella nominale e a quella massima, con coppia erogata pari a quella massima prevista per tali punti di funzionamento. Obiettivo primario di detti test è quello di verificare la capacità dell’azionamento in prova di fornire le prestazioni dichiarate ai limiti del campo di utilizzo nominale, in termini di coppiavelocità, senza eccedere in alcun caso la velocità massima ammissibile, senza manifestare surriscaldamenti eccessivi, senza produrre errori superiori al consentito per la grandezza meccanica di uscita controllata e senza violare i limiti di squilibrio, di fattore di potenza e di distorsione previsti sul lato alimentazione. Inoltre, stante il fatto che, in pratica, per molti azionamenti elettrici, quali ad esempio quelli usati nei servomeccanismi industriali, la tipica modalità di impiego consiste in una continua successione di transitori controllati, è parso ragionevole prevedere anche l'esecuzione di un limitato numero di test in regime dinamico, scelti in modo tale da riprodurre alcune delle condizioni di funzionamento più gravose previste. In particolare, sono stati individuati come significativi i test di accelerazione brusca dalla velocità nulla a quella massima e di successiva frenatura rapida fino all’arresto, assumendo in entrambi i casi per il momento di inerzia equivalente dei carichi meccanici un valore relativo ragionevolmente elevato in rapporto a quello del motore stesso. Scopo principale dei test dinamici previsti consiste nel verificare che, in presenza di bruschi transitori legati a variazioni a gradino della grandezza di riferimento e/o della coppia di carico, i livelli delle correnti scambiate con la rete non eccedano comunque i limiti massimi indicati dalla Guida per i diversi tipi di funzionamento previsti. Per quanto concerne le condizioni di esecuzione delle prove, è stato ritenuto che la verifica completa del corretto funzionamento dell'azionamento al variare dei parametri di alimentazione, sotto i profili di ampiezza, simmetria, frequenza e distorsione delle tensioni, avrebbe comportato un onere eccessivo, sia dal punto di vista delle attrezzature richieste che da quello della durata delle prove. Pertanto, è stato adottato il principio di richiedere che le prove stesse debbano essere svolte solo per tensione efficace media di alimentazione pari al valore minimo ammissibile indicato nella Guida, che costituisce sotto questo aspetto la condizione di funzionamento meno favorevole, mentre per i parametri di frequenza, simmetria e distorsione armonica è stato ritenuto sufficiente che gli stessi rientrino entro le bande di ammissibilità indicate dalla Guida stessa. Analogamente, per limitare la durata delle prove e le caratteristiche delle attrezzature necessarie, è stato adottato il principio che i test debbano essere eseguiti solo in presenza di temperatura ed umidità ambientali corrispondenti ai valori massimi previsti dalla Guida, in modo tale da emulare le condizioni di raffreddamento più gravose in cui l’azionamento potrebbe doversi trovare ad operare. Per analoghi motivi è stato anche adottato il criterio di limitarsi a prescrivere che il livello delle vibrazioni meccaniche riscontrate durante le prove risulti di intensità non superiore al massimo ammissibile indicato dalla Guida. Infine, nella stessa ottica, la verifica della funzionalità delle 4 tipologie di interfacce di comunicazione potenzialmente presenti negli azionamenti elettrici è stata limitata alla constatazione della corretta risposta per l’interfaccia di più alto livello effettivamente implementata, della quale viene prescritto l'impiego durante le precedenti prove per l'impostazione della variabile di riferimento, mentre per le altre eventualmente presenti è attualmente allo studio un opportuno insieme di test specifici, mirati ad una verifica funzionale di massima che risulti di rapida e poco onerosa esecuzione. 4.3 - Strutturazione della bozza di Norma. Per la formulazione delle proposte di standardizzazione delle prove di validazione dei dati di targa, la prima categoria presa in considerazione dal gruppo di lavoro del CT 301/22G precedentemente citato è stata quella degli azionamenti elettrici mono-motore con alimentazione da linea in c.a. a bassa tensione. Per questa categoria di azionamenti, la Guida prevede che in targa siano riportate le seguenti voci: - dati identificativi del sistema e dei singoli componenti; - quadranti di funzionamento sul piano C-Ω; - modalità operative; - condizioni di servizio; - tipologia di convertitore e di motore; - tensione nominale di alimentazione; - numero di fasi dell’alimentazione; - frequenza nominale di alimentazione; - corrente assorbita dal lato alimentazione in condizioni nominali; - fattore di potenza minimo in ingresso in condizioni nominali; - tipo di funzionamento; - potenza nominale; - coppia nominale; - velocità nominale; - velocità massima; - tipologia di interfacce di comunicazione. Per questa tipologia di azionamenti, allo stato di avanzamento attuale dei lavori, la bozza di Norma sulla verifica dei dati di targa risulta così articolata: - un preambolo, in cui vengono definiti gli scopi del documento e viene indicata l'obbligatorietà dell'esecuzione delle prove di tipo descritte per ciascuna modalità di controllo prevista per l'azionamento, fatta salva la libertà delle parti di concordare ulteriori prove speciali; - un articolo concernente l'esame preliminare a vista in assenza di alimentazione; - un articolo riguardante i requisiti minimi delle attrezzature e della strumentazione da impiegare nell'esecuzione delle prove; - un articolo concernente le prove da effettuarsi in regime stazionario, suddiviso in 2 commi relativi rispettivamente agli azionamenti con controllo di velocità e a quelli con controllo di coppia; - un articolo concernente le prove da effettuarsi in regime dinamico, anch'esso suddiviso in 2 commi relativi agli azionamenti con controllo di velocità e a quelli con controllo di coppia; - un articolo concernente la verifica del corretto funzionamento delle interfacce di comunicazione dell'azionamento, suddiviso in 4 commi riguardanti il pannello comandi, le funzionalità di telegestione ad alto livello, e quelle di telecontrollo a basso livello, queste ultime nelle due varianti analogica e digitale. 4.4 - Attrezzature e strumentazione Per quanto concerne le attrezzature necessarie per l'esecuzione delle prove, la bozza di Norma prevede che l’asse del motore debba essere meccanicamente accoppiato ad un sistema controllabile che sia in grado di realizzare tutte le condizioni di funzionamento previste. In pratica, poiché in generale viene richiesto di emulare carichi sia di tipo attivo che passivo ed aventi momenti di inerzia di entità correlata a quella del motore in prova, tipicamente questo sistema sarà costituito da un secondo azionamento elettrico capace di prestazioni almeno pari a quelle dell'azionamento in prova, tanto dal punto di vista dei valori di coppia massima e di velocità nominale e massima, quanto dal punto di vista della risposta dinamica. Inoltre, viene richiesto che l’azionamento sia alimentato attraverso attrezzature idonee a fornire la minima tensione di alimentazione ammissibile stabilita dalla Guida, con frequenza, distorsione armonica e grado di simmetria rientranti all’interno dei limiti di ammissibilità indicati nella Guida stessa. Viene altresì prescritto che le prove debbano essere eseguite ponendo l’azionamento all’interno di una cella climatizzata in grado di mantenere la temperatura e l’umidità ambientali ai valori massimi previsti dalla Guida, e che il bancale ed i sistemi di accoppiamento e bloccaggio meccanico impiegati siano tali da contenere l’entità delle vibrazioni meccaniche entro i limiti massimi indicati nella Guida stessa. Infine, nella bozza viene prescritto che la misura dei valori delle grandezze imposte e delle grandezze da verificare debba essere eseguita utilizzando strumenti e trasduttori di tipo, precisione e campo di frequenza adeguati a permettere la verifica del rispetto delle bande di tolleranza previste per ciascuna grandezza, nonché aventi sufficiente capacità di registrazione temporale per il monitoraggio delle prove in regime dinamico. 4.5 - Verifica a vista in assenza di alimentazione La prima verifica prevista consiste nel controllare che non vi siano rilevanti incompatibilità fra i dati riportati sulle targhe dei singoli sottosistemi di potenza e fra questi e quelli indicati sulla targa dell'azionamento; ad esempio, si dovrà verificare che la potenza, la velocità nominale e la velocità massima indicate sulla targa dell'azionamento non eccedano quelle riportate sulla targa del motore. 4.6 - Prove in regime stazionario 4.6.1- Azionamenti con regolazione di velocità In caso di azionamenti che prevedano la modalità di funzionamento a coppia costante, la bozza prescrive che, per ciascuno dei quadranti di funzionamento previsti dalla targa, si debba impostare la velocità di riferimento ai 3 valori assoluti pari a quella minima, a quella nominale e a quella intermedia fra le due, applicando all’asse di uscita la coppia nominale in verso concorde (per i quadranti II, IV) ovvero discorde (per quadranti I, III) a quello di rotazione del motore, monitorando nel contempo le temperature dei componenti di potenza del sistema separatamente accessibili. Nel caso che sia invece prevista la modalità di funzionamento a coppia e potenza costante, la bozza prevede che per ciascuno dei quadranti di funzionamento previsti dalla targa si debba inoltre provvedere a impostare la velocità di riferimento agli ulteriori 2 valori assoluti pari alla velocità massima e a quella media fra quest’ultima e quella nominale, applicando all’asse di uscita i corrispondenti valori assoluti di coppia, in verso concorde (quadranti II, IV) ovvero discorde (quadranti I, III) a quello di rotazione, tali da far scambiare al motore la potenza meccanica nominale. Al raggiungimento delle condizioni di regime stazionario, anche dal punto di vista termico, per ciascuna delle suddette condizioni di funzionamento la bozza prevede che debba essere verificato quanto segue: - le temperature degli avvolgimenti del motore e dell’eventuale trasformatore di alimentazione, valutate secondo la procedura descritta nelle Norme IEC relative alle macchine elettriche, non oltrepassino i valori massimi previsti dalle classi di isolamento indicate nelle rispettive targhe; - la temperatura del convertitore, valutata secondo la procedura descritta nelle Norme IEC relative agli apparati elettronici, risulti non superiore ai limiti massimi stabiliti nelle Norme stesse; - la media aritmetica dei valori efficaci delle correnti di linea assorbite o erogate dall’azionamento non superi il valore nominale per più di uno scarto limite attualmente in fase di definizione; - il valore della velocità misurato rientri all’interno della banda di deviazione massima prevista dalle Norme sugli azionamenti elettrici, e non superi in alcun caso il valore massimo di targa per più di uno scarto limite attualmente in fase di definizione; - per la sola condizione di funzionamento nominale, il fattore di potenza dell’azionamento, valutato come indicato dalla Guida, non sia inferiore al valore riportato nella targa dell’azionamento. 4.6.2 - Azionamenti con regolazione di coppia In caso di azionamenti che prevedano la modalità di funzionamento a coppia costante, la bozza prescrive che, per ciascuno dei quadranti di funzionamento previsti dalla targa, si debba impostare la coppia di riferimento al valore nominale, portando quindi il motore a ruotare ai 3 valori assoluti di velocità pari a quella minima, a quella nominale e a quella intermedia fra le due, con verso concorde (quadranti I, III) ovvero discorde (quadranti II, IV) rispetto a quello della coppia impostata, monitorando nel contempo le temperature dei componenti di potenza del sistema separatamente accessibili. Qualora invece la modalità di funzionamento dell’azionamento sia a coppia e potenza costante, la bozza prevede che per ciascuno dei quadranti di funzionamento previsti dalla targa si debba inoltre portare il motore a ruotare ai 2 ulteriori valori di velocità pari a quella massima e quella intermedia fra quest’ultima e quella nominale, in verso concorde (quadranti I, III) o discorde (quadranti II, IV) a quello della coppia di riferimento, impostandone corrispondentemente il valore in modo tale da far erogare o assorbire al motore la potenza meccanica nominale. Al raggiungimento della situazione di regime stazionario, per ciascuna delle suddette condizioni di funzionamento viene prescritto che debba essere verificato quanto segue: - le temperature degli avvolgimenti del motore e dell’eventuale trasformatore di alimentazione, valutate secondo la procedura descritta nelle Norme IEC relative alle macchine elettriche, non oltrepassino i valori massimi previsti dalle classi di isolamento indicate nelle rispettive targhe; - la temperatura del convertitore, valutata secondo la procedura descritta nelle Norme IEC relative agli apparati elettronici, risulti non superiore ai limiti massimi stabiliti nelle Norme stesse; - la media aritmetica dei valori efficaci delle correnti di linea assorbite o erogate dell’azionamento non superi il valore nominale per più di uno scarto limite attualmente in fase di definizione; - il valore misurato della coppia di uscita rientri all’interno della banda di deviazione massima prevista dalle Norme sugli azionamenti elettrici; - per la sola condizione di funzionamento nominale, il fattore di potenza dell’azionamento, valutato come indicato dalla Guida, non sia inferiore al valore riportato nella targa dell’azionamento. Inoltre, per testare il corretto funzionamento della limitazione di sovravelocità, la bozza di Norma prescrive che si debba provvedere ad impostare la coppia di riferimento al valore nominale e a verificare che in regime di libera rotazione la velocità del motore non superi in alcun caso il valore massimo di targa per più di uno scarto limite attualmente in fase di definizione, ripetendo la prova per entrambi i versi di coppia di riferimento qualora sia previsto il funzionamento anche nei quadranti III e/o IV. 4.7 - Prove in regime dinamico 4.7.1 - Azionamenti con regolazione di velocità La bozza prevede che questa prova debba essere eseguita per ciascuno dei versi di rotazione previsti e debba essere ripetuta per un numero di volte attualmente in fase di definizione, con intervalli di riposo massimi fra test successivi aventi parimenti durata da definire. La procedura prescritta consiste nell’impostare, con modalità “a gradino” e a motore fermo, la velocità di riferimento al valore assoluto massimo di targa e nel rilevare il susseguente transitorio di accelerazione sino al raggiungimento della situazione di regime meccanico, in condizioni di carico emulato avente momento di inerzia equivalente pari ad un numero prefissato di volte, in fase di definizione, quello del rotore del motore, con coppia frenante correlata alla velocità secondo una opportuna relazione predefinita, per la quale è stata proposta la legge: T(n) = 0.5·(PN/nM)·(1+n/nM) dove: T = modulo della coppia effettiva all’asse della macchina, n = modulo della velocità effettiva, PN = potenza nominale di targa e nM = velocità massima di targa dell’azionamento. Qualora l’azionamento in prova preveda anche il funzionamento in frenatura (quadranti II e/o IV), la bozza prescrive che, raggiunta la condizione di regime meccanico, la velocità di riferimento debba essere impostata, con procedura a gradino, al valore nullo, la coppia frenante del carico meccanico emulato debba essere simultaneamente azzerata e venga rilevato il susseguente transitorio di decelerazione del sistema fino all’arresto. La verifica prescritta consiste nel controllare che durante tutta la durata dei suddetti transitori la media aritmetica dei valori efficaci delle correnti di linea assorbite o erogate dall’azionamento, calcolati su ciascun periodo alla frequenza di rete, non superi: - il valore massimo in assorbimento, come definito dalla Guida, durante le fasi di accelerazione nonché durante quelle di frenatura secondo la modalità in controcorrente oppure dissipativa, qualora previste; - il valore massimo in recupero, come definito dalla Guida, durante le fasi di frenatura effettuata in modalità rigenerativa, qualora prevista. In caso sia prevista la modalità di frenatura dissipativa, adottando la prescrizione contenuta nelle Norme CEI 618001/2, la bozza richiede inoltre di verificare che, salvo diverso accordo fra committente e fornitore, durante il transitorio di decelerazione la media aritmetica dei valori efficaci delle correnti di fase del motore raggiunga un livello pari al 110%, 125% o 150% della corrente nominale, a seconda del livello di sovradimensionamento adottato per il convertitore rispetto al motore, e che la temperatura del reostato di dissipazione non superi il valore massimo ammissibile. 4.7.2 - Azionamenti con regolazione di coppia La bozza prevede che questa prova debba essere eseguita per ciascuno dei versi di rotazione previsti e debba essere ripetuta per un numero di volte attualmente in fase di definizione, con intervalli di riposo massimi fra test successivi aventi parimenti durata da definire. La procedura prescritta consiste nell’impostare, con procedura a gradino e a motore fermo, la coppia di riferimento al valore assoluto dato da: T = PN/nM e nel rilevare il susseguente transitorio di accelerazione sino al raggiungimento della situazione di regime meccanico, in condizioni di carico emulato avente momento di inerzia equivalente pari ad un numero di volte prefissato, attualmente in fase di definizione, quello del rotore del motore, con coppia frenante correlata alla velocità secondo una opportuna relazione predefinita, per la quale è stata proposta la legge: T(n) = 0,5·(PN/nM)·(1+n/nM) Qualora sia previsto anche il funzionamento in frenatura (quadranti II e/o IV), raggiunta la condizione di regime meccanico, la coppia di riferimento deve essere impostata, con procedura a gradino, al valore nominale con verso opposto a quello precedentemente impostato. La coppia frenante del carico meccanico emulato deve essere contemporaneamente azzerata e deve essere rilevato il susseguente transitorio di decelerazione del sistema fino all’arresto. Deve essere verificato che durante tutta la durata dei suddetti transitori la media aritmetica dei valori efficaci delle correnti di linea assorbite o erogate dell’azionamento, calcolati su ciascun periodo alla frequenza di rete, non superi: - il valore massimo in assorbimento, come definito dalla Guida, durante le fasi di accelerazione nonché durante quelle di frenatura secondo la modalità in controcorrente oppure dissipativa, qualora previste; - il valore massimo in recupero, come definito dalla Guida, durante le fasi di frenatura effettuata in modalità rigenerativa, qualora prevista. In caso sia prevista la modalità di frenatura dissipativa, adottando la prescrizione contenuta nelle Norme CEI 618001/2 viene inoltre prescritto di verificare che, salvo diverso accordo fra committente e fornitore, durante il transitorio di decelerazione la media aritmetica dei valori efficaci delle correnti di fase del motore raggiunga un livello pari al 110%, 125% o 150% della corrente nominale, a seconda del livello di sovradimensionamento adottato per il convertitore rispetto al motore, e che la temperatura del reostato di dissipazione non superi il valore massimo ammissibile. 4.8 - Prove relative alle funzionalità di comunicazione La bozza di Norma prende in considerazione 4 diverse tipologie di possibili interfacce di comunicazione per azionamenti elettrici, che in ordine decrescente di livello sono costituite da pannelli comandi per l'operatore, da sistemi di telegestione software su canale digitale non operanti in tempo reale, da sistemi di controllo software a basso livello su porta di comunicazione digitale operanti in tempo reale, e da porte di segnale analogiche e/o a stati. Per la verifica delle rispettive funzionalità, la bozza prevede che: - l'interfaccia di più alto livello di cui l'azionamento in prova è effettivamente dotato venga testata utilizzandola per l'impostazione delle grandezze di riferimento e la visualizzazione dello stato durante le prove precedentemente descritte, predisponendo eventualmente idonei sistemi informatici o analogici esterni in grado di comunicare correttamente e compiutamente con l'interfaccia stessa in base a quanto specificato dal fornitore; - la verifica funzionale delle ulteriori interfacce di più basso livello, di cui l'azionamento fosse eventualmente dotato, venga eseguita attraverso ulteriori specifiche prove, che sono attualmente in fase di definizione. CONCLUSIONI In questa memoria è stata riassunta ed analizzata criticamente la situazione normativa sugli azionamenti elettrici, che risulta ancora oggi non consolidata e per diversi aspetti lacunosa, sia a livello nazionale che internazionale. Sono state illustrate anche le problematiche peculiari relative all’esecuzione di misure e prove di caratterizzazione degli azionamenti elettrici, evidenziando come esse risultano correlate a diversi aspetti, quali la complessità fisica e funzionale del sistema, l’onerosità delle prove, la mancanza di normative specifiche e l’incompletezza di quelle esistenti. E’ stato infine illustrato lo stato di avanzamento dell'attività del gruppo di lavoro che, in seno al Comitato Tecnico CEI 301/22G, si sta occupando dell’elaborazione di una bozza di Norma inerente le Misure di Validazione dei Dati di Targa degli Azionamenti Elettrici, così come definiti dalla Guida elaborata dallo stesso Comitato. A questo riguardo è stata descritta dettagliatamente la bozza di normativa già messa a punto, concernente gli azionamenti mono-motore con alimentazione da linea in c.a. a bassa tensione, illustrando i criteri adottati nella fase di elaborazione e le procedure di prova prescritte, con riferimento sia al regime stazionario sia a quello dinamico. BIBLIOGRAFIA [1] “Dizionario sugli Azionamenti Elettrici” (Norma Italiana CEI 301-1 / 1997). [2] Bozza di Norma CEI 301-X (GUIDA) “Guida per la caratterizzazione ed identificazione per mezzo della targa degli azionamenti elettrici a velocità variabile”. [3] Alexander Domjan, Jr., Dariusz Czarkowski, J. Herbert Johnson: ”Power Measurement of Variable Speed Motors”, IEEE IAS Annual Meeting, New Orleans, LA, 1997. [4] D. Czarkowski, A. Domjan: “Harmonic Content of PWM Adjustable Speed Drive Waveforms – Anlysis and Metering Implications”, 7th International Conference on Harmonics and Quality of Power , Las Vegas, Nevada 1996. [5] C. De Capua, C. Landi: “A VXI-based Measurement Apparatus in High Efficiency Variable Sped Drives Dynamical Characterization”, IEEE Instrumentation and Measurement Technology Conference, St. Paul, Minnesota, USA, 1998. [6] C. De Capua, C. Landi, N. Polese: “New Measurement Approach to Variable Speed Drive Testing Based on Multilevel Multivariable Experiments Theory”, IEEE IMTC, Venice, 1999. [7] “Recommended Practice for Efficiency Determination of a.c. Adjustable-Speed Drives”, ANSI/IEEE Std. 995-1987. [8] R. Miceli e S. Nuccio, G. Ricco Galluzzo: "Contribution to the Standardization of Test Methods for the Efficiency Determination of the Inverter-Fed Asynchronous Motors", Electrical Drives Symposium '90, Capri 1990. [9] M. Sica: “La moderna sala prove per azionamenti di grande potenza: esigenze e nuove soluzioni” – XIIIº Seminario Interattivo sugli Azionamenti Elettrici, Bressanone 2002.