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INFORMAZIONI PER I PAZIENTI SUGLI
INTERVENTI CHIRURGICI PER LE
NEOPLASIE DEL COLON
UCO di Chirurgia Generale di Trieste
direttore: prof. N. de Manzini
"Progetto finanziato nell'ambito del Programma per la Cooperazione Transfrontaliera IItalia-Slovenia 2007-2013,dal Fondo
europeo di sviluppo regionale e dai fondi nazionali."
“Projekt sofinanciran v okviru Programa čezmejnega sodelovanja Slovenija-Italija 2007-2013 iz sredstev Evropskega sklada za
regionalni razvoj in nacionalnih sredstev."
Informazioni sugli interventi chirurgici per le NEOPLASIE DEL COLON
Per le NEOPLASIE DEL COLON è indicato l'intervento chirurgico, (che viene eseguito in anestesia generale)
che consiste in una EMICOLECTOMIA, destra o sinistra a seconda della localizzazione.
L’intervento viene condotto per via laparoscopica ma, in caso di problematiche relative alla lesione o alla
anatomia locale, potrà essere necessaria la conversione laparotomia.
Potrebbe rendersi necessario modificare l’intervento chirurgico, in rapporto alla valutazione
intraoperatoria, associando eventualmente resezioni di altri organi (come per esempio fegato, milza,
vescica, ureteri, piccolo intestino) in caso gli stessi siano interessati dalla diffusione tumorale o da altra
concomitante patologia e che resezioni allargate possono prevedere interventi ricostruttivi complessi.
Questi interventi possono comportare la recidiva a distanza variabile di tempo dall’intervento e/o
complicanze immediate e/o tardive, quali:
- emorragie e/o ematomi, che possono richiedere un re-intervento chirurgico a scopo emostatico, ed
emotrasfusioni, con il relativo rischio infettivologico.
- lesione di visceri e grossi vasi. Lo scollamento del colon dalla flessura splenica può comportare una
lesione della milza, che può richiedere una splenectomia; tale intervento può comportare, nel
postoperatorio, un incremento delle piastrine, con rischio di trombosi e, nei soggetti giovani, disturbi
dell'immunità ed infezioni.
- deiscenza della sutura anastomotica: consiste nella incompleta guarigione della sutura chirurgica
eseguita sull’intestino, con conseguente fuoriuscita di liquido enterico dal lume intestinale nel cavo
addominale, con conseguente insorgenza di peritoniti localizzate o diffuse. In questo caso potrebbe essere
necessario reintervenire chirurgicamente e creare una deviazione intestinale temporanea o permanente
(ileo o colostomia). Il rischio di complicazioni anastomotiche è molto maggiore e grave nei casi nei
quali
l’anastomosi sia molto bassa, poco sopra l’orifizio anale (in caso di tumori rettali molto bassi), o quando l’
intervento venga condotto in condizioni d’urgenza.
- ritardi nella canalizzazione con ripresa della funzione intestinale più tardivamente.
- occlusioni intestinali legate a torsioni di ansa o ad aderenze o ad atonia dell’ intestino stesso. In alcuni
casi è necessario ricorrere ad un reintervento chirurgico.
- infezioni a carico della ferita precoci e/o tardive possono presentarsi in forma lieve o in forma più
grave. Esse richiedono raramente la revisione chirurgica e possono talora comportare esiti estetici non
felici.
- lesioni neurologiche periferiche: rare e legate a compressioni inavvertitamente causate dai bendaggi in
sala operatoria; generalmente consentono una buona ripresa della funzione.
- laparoceli: sono ernie addominali tardive che si possono formare in corrispondenza della ferita
chirurgica e che possono necessitare di un intervento ricostruttivo della parete.
- stenosi dell’anastomosi (restringimenti cicatriziali a livello della sutura intestinale).
- stipsi o diarrea, temporanee o permanenti. La diarrea è più frequente e più difficile da
controllare dopo interventi di colectomia (ovvero di asportazione del colon) subtotale o totale.
- incontinenza ai gas o più raramente alle feci, soprattutto in soggetti anziani con preesistente presenza
di alterazione della continenza.
- disturbi funzionali a carico dell’apparato genito-urinario
- complicanze generiche (a carico di cuore, polmoni, reni, fegato, cervello, ecc.) possono
verificarsi, soprattutto in soggetti particolarmente anziani e/o con importanti malattie d’organo
(coronaropatie, insufficienza renale o epatica o respiratoria) o sistemiche (diabete,
dismetabolismi, defedamento), così come in corso o dopo qualunque manovra anestesiologica,
chirurgica, farmacologica
Anche le colostomie possono essere gravate da complicanze quali il distacco della stessa
dalla parete addominale, l’erniazione, l’infezione del tessuto sottocutaneo circostante, a causa
dell’azione irritante del liquido intestinale sulla pelle o la stenosi dell’orifizio. Tutti questi eventi
possono avvenire in forma lieve e non essere motivo di preoccupazione, ma possono anche richiedere,
a loro volta, un trattamento chirurgico per la loro correzione.
Tutti questi eventi possono avvenire in forma lieve e non essere motivo di preoccupazione, ma possono
anche richiedere, a loro volta, un trattamento chirurgico per la loro correzione
Periodo post dimissione
Normalmente il periodo necessario per un recupero funzionale è di 4-6 giorni in caso di intervento
laparoscopico e di circa 1-2 giorni in più in caso di intervento laparotomico, tale periodo coincide
pertanto con la dimissione.
Il paziente effettuerà una visita di controllo chirurgico a circa 1 settimana dalla dimissione e i
successivi controlli di Follow-up a 3-6-12 mesi dall'intervento chirurgico e poi a seguire.
Si raccomanda una dieta leggera priva di scorie per circa 3 settimane dopo l'intervento con una
successiva graduale ripresa della dieta usuale del paziente.
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